Cimatti/ Ricaldone Pietro / 1938-10-2

2142 / Ricaldone Pietro / 1938-10-2 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


2 ottobre 1938

Rev. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Nel giorno sacro agli Angeli Custodi e alla Vigilia della festa della Patrona delle Missioni le presento col mio rendiconto mensile quello prescritto annuale.

Per me: salute buona, non noto cose speciali. Non sono più giovane, ecco tutto. Ma l’attuale Rettor Maggiore ci dà buon esempio di gioventù anche avvicinandosi alla vecchiaia.

Studio e lavoro: sono un po’ pesce fuor d’acqua non avendo orario fisso. Posso però occupare più intensamente il tempo nei viaggi in preghiera e studio.

Pietà: regolare, pur trovando difficoltà quando non posso compiere le pratiche con la comunità. Sono – dopo la grazia di Dio – la mia forza quotidiana, anche per combattere il difetto predominante (superbia e cuore).

Ss. Regole e Voti: mi pare tutto regolare. Idem per la carità.


Cose da osservare:


  1. Qui in Italia tutto è bello, più o meno grandioso e comodo, specie nelle case di formazione e case missionarie. Penso con nostalgia alla nostra miseria al riguardo – e temo che tali cose (comodità impensabili altrove – anche solo in Italia, con tutta questa polverizzazione di studi, ecc.) influiscano sulla formazione salesiana allo spirito di lavoro e sacrificio, e di adattamento del personale ad ogni casa. Sono pensieri… Ormai sono fossilizzato all’Estremo Oriente e non posso più giudicare dell’Occidente.

  2. Girando nelle case ho sentito che i confratelli desidererebbero avere qualche visita dei Superiori, arrepta occasione almeno. Alle volte sanno della presenza di qualche superiore in città (di passaggio per altre faccende) e non lo vedono.

  3. Ho passato una domenica intera (e fu tra le più belle) a Littoria. Si potrebbe fare anche per quei cari confratelli, veri missionari, tutte le osservazioni che i nostri cari Visitatori fecero per quelli del Giappone nei riflessi della vita di comunità e pensai che dappertutto si possono sentire le difficoltà della vita missionaria. Dal Giappone mi giungono buone notizie da tutte le località. Deo gratias!


Mi aiutino i Superiori a compiere il mio dovere. Il Sig. Don Berruti mi assicura con tante belle affermazioni – ma penso che saremo allo statu quo per i problemi vitali che i Superiori conoscono, e di cui non vedo neppur l’accenno alla soluzione od avviamento alla soluzione.

I Superiori ecclesiastici, messi al corrente delle cose nostre, lodano, promettono (come fanno un po’ tutti, anche i Superiori di Torino).

Per il Governo ancor non fu possibile serio approccio dato il periodo di ferie e lo scombussolamento europeo: ma ci sarà poco da mordere.

E allora? Fiat voluntas Dei. Per me sento in cuore una voce continua che mi dice che non partirò; e davvero, che si va a fare in queste condizioni? Ripetere errori, inutili sofferenze per i confratelli et similia.

Amat.mo Sig. Don Ricaldone, preghi per me: mi pare di essere pronto a tutto – ho fatto col mio compagno di viaggio in Giappone Don Baratto l’Eserc. di buona morte e se il Signore mi vuole, eccomi! Se i Superiori mi vogliono altrove, eccomi.

Se mi rimandano in Giappone e se le cose devono rimanere così come sono, che cosa si fa qui? Oppure supplico di non muovermi finché non siano risolte?

Affido al suo cuore di Padre tutto questo stato di cose et fiat voluntas Dei.

Benedica e salvi l’anima mia. Suo nel Signore

Aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.