Cimatti|Ricaldone Pietro|1948-12-…

3673 / Ricaldone Pietro / 1948-12-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Fiori e frutti alla nostra Mamma Immacolata



Tokyo, Dicembre 1948

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Bisogna pur mantenere le buone tradizioni… e i suoi lontani figli del Giappone, anche in questo dettaglio, vogliono essere con Don Bosco, e per onorare la Vergine Immacolata hanno cercato di far come faceva Lui; e le hanno riservato i più bei fiori e frutti del mese. Si comprende che e personalmente e nelle case nostre e nelle cristianità, dopo opportuna e fervente preparazione, se ne è celebrata salesianamente la festa: ma si è voluto far coincidere nella sua festa l’inizio ufficiale di qualche opera, sia per metterla sotto la sua protezione speciale, sia per cominciarla storicamente in quella data.

Così ad es. in Missione le Figlie di Maria A. a Beppu hanno inaugurato la devota cappella e il salone alla loro cara Mazzarello – così ad Oita un nuovo salone catechistico e biblioteca – all’orfanotrofio di Nakatsu i nuovi locali (camerata, refettorio e cucina) – alla parrocchia di Nakatsu i nuovi locali dell’Oratorio D. Bosco, già frequentato da più di 300 oratoriani. È ammirevole il bel lavoro che in genere nelle riunioni oratoriane fanno i giovani (alle volte anche semplici catecumeni): lo vediamo un po’ dappertutto, a Tokyo e in missione.

A Nakatsu ad es. gli oratori sono tre: due in case private e uno alla missione: naturalmente quest’ultimo è il più frequentato e il meglio attrezzato… e bisogna dir grazie del successo anche a questi bravi giovani. Veda, combinazione. Ho proprio parlato ora a Tokyo con uno di questi: un universitario, non ancora cristiano, e che ogni domenica va a lavorare a Meguro in quell’incipiente nostro oratorio, già frequentato da oltre 600 oratoriani. E già gli viene entrando in testa il pensiero: “Oh, se il babbo mi permettesse…”. Si viene fissando nel pensiero della vocazione sacerdotale. È proprio vero che l’apostolato crea e forma l’apostolo! In altre residenze missionarie si iniziò qualche associazione religiosa e si rimisero in funzione le conferenze di S. Vincenzo. In missione queste belle manifestazioni furono condecorate e rese più solenni dalla presenza di S.E. l’Amministratore Apost. Mons. Fukahori, che amministrò ovunque la Cresima.

Ma la manifestazione più grandiosa e che segna una delle più belle pagine nella storia di quella casa e della congregazione in Giappone è l’inaugurazione dell’Orfanotrofio D. Bosco a Kokubunji (Tokyo).

In altre relazioni feci cenno del lavoro che i suoi figli, fino dalla cessazione delle ostilità, iniziarono o riattivarono, per i ragazzi della strada, ed in modo speciale a Tokyo. Le fasi del lavoro, le peripezie, le difficoltà incontrate furono messe in luce in un bel fascicolo in inglese e giapponese, scritto dal nostro D. Tassinari, cui è stata affidata l’organizzazione dell’importante lavoro. La festa dell’8 Dicembre ne rivelava a tutti i mirabili effetti. Oltre otto ettari di terreno, che vengono man mano riducendosi a coltura. Un magnifico edificio a due piani, comprendente i locali necessari alla vita di oltre 150 interni, ed una magnifica cappella. Più lontano la casa per i piccoli (elementari inferiori) affidata alle cure delle suore della Carità giapponese di Miyazaki che lavorano anche per la cucina e lavanderia dell’Istituto.

Non manca l’edificio per piccoli laboratori interni (per ora falegnami e sarti) ed anche la stalla, che coi campi, dà lavoro alla sezione agricola.

La benedizione solenne della Cappella, le funzioni religiose, la Messa cantata dalla corale dell’Istituto, l’inaugurazione dell’Istituto, lo svolgimento della riuscitissima accademia alla Salesiana (discorsi, intramezzati da musica della banda e degli allievi, declamazione, ecc.), la visita delle autorità ai locali (chiesa, studio, scuole e laboratori, sezione piccini e sezione agricola) nei quali si vedevano gli allievi alle rispettive occupazioni giornaliere, la modesta agape, il trattenimento teatrale… musicale pomeridiano dato dagli allievi, le funzioni religiose del pomeriggio, furono le principali manifestazioni di quella giornata indimenticabile. Presenziavano la festa le massime autorità governative e cittadine della capitale, che presiedono o hanno relazione colle opere di beneficenza e si degnò pure parteciparvi S. A. il Principe Takamatsu, fratello di S. M. l’Imperatore, che volle considerarsi padrino dell’Opera, come ne fu madrina Miss Carrol, presidentessa delle opere sociali e di beneficenza per parte americana.

Oh, come avrei desiderato che Lei, amatissimo Sig. D. Ricaldone, fosse stato presente a questa manifestazione, per udire nei discorsi di queste illustri personalità l’incondizionata ammirazione, la sincera approvazione ed i sentiti elogi per l’opera finora svolta dai salesiani a vantaggio di tanti ragazzi della strada; la verifica della perfetta organizzazione dell’Opera dal punto di vista igienico, intellettuale e morale, che addita l’opera di D. Bosco a modello delle analoghe esistenti non solo in Tokyo, ma in Giappone; inno di lode al sistema educativo di D. Bosco; spontanea confessione, che solo la religione cattolica può effettuare questi miracoli educativi. E Deo gratias! e grazie pure a quanti hanno cooperato in questo lavoro, che ha dato modo a D. Bosco di essere conosciuto, ammirato e anche aiutato ben in alto. Per l’occasione il nostro D. Tassinari, centro propulsore di tutto, e che a tempo perso è anche un buon drammaturgo, compose un’efficace rappresentazione scenica, che metteva a giorno il prima e poi di questi cari giovani. Oh, con quanta naturalezza in palco rifacevano le scene, riparlavano col gergo antico… e con quel cuore, si risentivano rinati alla nuova vita, e rivelavano con la stessa naturalezza la felicità della nuova loro condizione. S. A. il Principe ne era visibilmente commosso, come pure gli esimi personaggi, che vedevano anche sul palco, quanto già avevano ammirato sugli effetti educativi del sistema salesiano. Fu per quell’occasione composto l’inno dell’Istituto, cantato con entusiasmo da tutti gli allievi, e che riassume lo spirito informatore dell’opera. “Il sole sorridendo ci dice: -Buon giorno -; la campana della sveglia squilla - alzatevi pieni di forza -, comincia un nuovo giorno di speranze! La casa è luminosa; verde è il giardino; questo è il nostro mondo. Oh, che gioia! collo studio, col lavoro, col gioco diventeremo buoni! Un corpo sano, un cuore puro, questo è il nostro programma! Su! Avanti! Don Bosco padre dei giovani ci chiama e ci guida al Signore”. (Ritornello ad ogni strofa). “Gioconda è la nostra casa, cantiamo la nostra canzone!”.

Chiudo questa povera relazione mensile coll’innalzare l’inno del più sentito ringraziamento per l’incomparabile regalo fattoci dal Signore il 21 c. m. Quattro nuovi sacerdoti salesiani (tre italiani: Don Acerbi, D. Petracco e D. Secchi, ed uno giapponese: D. Emi): è il 2° sacerdote giapponese salesiano; l’ottavo dato dai salesiani alla Chiesa cattolica in Giappone. Oh, Signore! grazie, grazie, grazie! Anche a quanti hanno cooperato in Giappone e all’estero per la loro formazione. Con affetto riconoscente:


D. Vincenzo Cimatti, sales.