Cimatti|Ricaldone Pietro|1948-11-…

3653 / Ricaldone Pietro / 1948-11-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani





Tokyo, Novembre 1948

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Le sarà certo gradito il sapere che pian piano, dopo la sosta forzata del periodo della guerra di molte delle nostre attività, si sono venuti ripigliando con ritmo più regolare i nostri cari oratori festivi. In missione già sono in discreta efficienza quelli di Miyazaki e di Beppu. Quello di Nakatsu sta preparando i suoi nuovi locali, che spera inaugurare per le bella festa dell’Immacolata; come pure quello di Mikawajima (Tokyo) ed il nuovo iniziato a Meguro (Tokyo), e quello incipiente di Kofu (sezione maschile e femminile, questo ultimo affidato alle Figlie di Maria A., che settimanalmente vi si recano da Tokyo).

Dobbiamo confessare che non siamo ancora riusciti a fissare con precisione quale possa essere la forma oratoriana più efficace per questi cari giapponesi. Nelle varie parrocchie per i figli di cristiani, per le ragazze cristiane è naturale che l’Oratorio può funzionare e funziona come nei paesi cristiani: comodità di compiere i doveri del buon cristiano, istruzione religiosa e catechistica, associazioni religiose e di azione cattolica, divertimento, ecc., possono funzionare in pieno e con efficacia. Ma qui ci troviamo di fronte alla massa pagana. Per innestare in questa cara gioventù quel minimum di spirito oratoriano secondo il pensiero di D. Bosco, che deve guidare poi all’ambiente cristiano, bisogna girar largo… I mezzi indiretti, come da noi, attirano il giovane. Come in tutto il mondo, anche la gioventù giapponese ama il divertimento, non solo, ma sa cercarselo in tante forme, e si diverte in tanti modi; non solo, non c’è neppure da faticare per farli giocare; si aggiustano facilmente da sé, in gruppi o a squadre, per le strade, negli spiazzi, nei cortili delle scuole, nei campi sportivi. Sono loro noti (oltre i loro giochi tradizionali) tutti quelli in uso all’estero: preferiti il base-ball, il tennis, il nuoto, la podistica, la montagna. Quando piove hanno alla mano molti giochi sedentari o di camera. Si comprende così come dovrebbe essere attrezzato l’oratorio per corrispondere a queste esigenze di divertimento, che d’altra parte il giapponese trova alla sua scuola, o ai campi sportivi, nei saloni pubblici (teatri e cinematografi). Il nome più noto in Giappone di quanto corrisponderebbe a quello che noi chiamiamo oratorio festivo è “nichigakko” (= scuola domenicale), nome usato anche dalle altre religioni.

Là dove è possibile noi facciamo anche la riunione quotidiana. Alla scuola professionale D. Bosco, il nostro D. Margevicius ha tentato (ed i risultati sono davvero consolanti) di applicare per i suoi cari oratoriani pagani quanto scrive D. Bosco: “Lo scopo dell’Oratorio festivo è di trattenere la gioventù nei giorni di festa con piacevole ed onesta ricreazione dopo di aver assistito alle sacre funzioni di Chiesa”. Ecco lo svolgimento della giornata festiva o di vacanza. Entrata dei giovani verso le 7-7,30 del mattino, ricreazione libera (sono a disposizione dei giovani altalene, passovolante, palloni e palle, ecc.). Verso le 8,15 il Direttore dell’Oratorio dice la S. Messa, cui con piena libertà sono invitati i giovani di intervenirvi o no. Si è loro spiegato la necessità della preghiera, anche per domandare perdono a Dio delle deficienze della settimana; e la massa (oltre il centinaio) vi interviene; ascolta un breve discorso morale, canta lodi sacre e recita le preghiere del mattino in uso tra i buoni cristiani. Dopo breve respiro in cortile si raccolgono nelle aule scolastiche, e vi sono intrattenuti in lezioni di vario genere (catechismo adattato per loro, lezioni di inglese, di scrittura ecc.). A mezzogiorno mangiano il pasto frugale, che ognuno porta con sé, e dopo svariati divertimenti in cortile, si raccolgono nuovamente nelle aule per ascoltare insegnamenti religiosi (sempre sulla base del catechismo) e per partecipare a divertimenti svariati (talvolta la tombola – desideratissima – oppure spiegazione di quadri illustranti avvenimenti religiosi, storici, da ridere, ecc. (un qualche cosa di simile alle nostre lezioni per immagini o per aspetto); talvolta proiezioni luminose (a vetri o film stop) e quando si trovano adatte, film cinematografiche. Verso le 17,30 ritornano alle proprie case, non prima di aver fatto una capatina a tutti i giochi del cortile, o dato qualche colpo di clava alle palle o qualche calcio al pallone.

Sono rimasti nell’aula una quindicina di volenterosi che sotto la guida del Direttore studiano il catechismo. Naturalmente si alternano di tanto in tanto divertimenti o trattenimenti speciali: recite, gare di vario genere – non mancano le gare catechistiche – gite (in novembre è tradizionale anche la castagnata) – e in estate un po’ di colonia alpina alla nostra casa di Nojiri.

Giornate sempre piene… (e vi lavorano con zelo coi sacerdoti anche vari bravi coadiutori della scuola…) piene di lavoro… e di frutti spirituali. Buon seme che a piene mani si spande in queste anime, e per esse nelle loro famiglie; già vari battesimi, e speranze per l’avvenire.

Nonostante le difficoltà reali dell’Oratorio di D. Bosco nel mondo pagano (perché il lavoro domenicale va poi a diluirsi e in famiglia e nella scuola e nell’ambiente sociale in cui deve vivere il giovane) è innegabile il bene che produce… non fosse altro è un primo dissodamento di spirito che, effettuato nel tempo giovanile, è in grado di ricevere e ritenere i buoni semi, che produrranno poi i frutti a tempo opportuno.

Amatissimo Padre, benedica questa opera così promettente e quanti vi collaborano e specialmente i giovani che la frequentano e le loro famiglie.

Con affetto

Suo aff.mo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.