5 / Rivara Giuseppe / 1900-11-2 /
a Giuseppe Rivara, già chierico salesiano, ex-allievo
Valsalice, 2 novembre 1900
Mio amatissimo Rivara,1
Sarai un po’ impaziente perché non ti scrissi subito, ma proprio non potei e anche scrivendoti ora faccio un grande sacrificio perché ho tanto bisogno di prepararmi per i miei esami che avrò al giorno 9 e 12: mi raccomando alle tue preghiere e a quelle di Don Rosso e Don Purità. Quanto al metodo per piano mi pare che il migliore sia per i principianti: “Il maestro di pianoforte” dello Czerny (ed. Ricordi). È molto buono anche il Carpentier e forse più dilettevole, specie per i giovani: consta di tre parti, se non erro. Quanto poi agli esercizi, conosci anche tu i 100 che hai studiato (specie qualcuno) abbastanza bene. Sono molto buoni e adatti per il nostro spirito italiano, quelli del Bertini.
Mi rallegro del tuo organo, spero che il nostro di Valsalice, quando ci sarà, (chissà che questa benedetta Chiesa non finisca il mezzodì dopo il giudizio universale) sarà un po’ migliore.
Quando partisti ti diedi due copie di quel punto sulla forma musicale affinché passando a Colle2, ne lasciassi una copia a Gambola. Forse non vi sei passato… Per favore mandagliene una che non ne ho più. Vero, mi farai questo piacere!…
Ti saluto di cuore. Sii un bravo salesiano.
Tutto tuo aff.mo compagno
Ch. Cimatti
1 Allievo di musica a Valsalice nell’anno scolastico 1899-’900 e attualmente ad Alvito, in provincia di Caserta. Il giorno 24 Giugno di quell’anno aveva ricevuto da Don Cimatti, allora a Parma per gli esami presso quel Conservatorio, un pezzo tratto dall’Opera “Bohème” con l’aggiunta a mano: “Al mio carissimo Rivara… Guai se me lo passi male!!! È un pezzo che vale un perù!!!”.
2 Collesalvetti, prov. di Livorno.