1408 ricaldone


1408 ricaldone

1408 / Ricaldone Pietro BS / 1935-4-21 /


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1.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Ricordi dell’anno santo in Missione1


Pasqua, 21 aprile 1935

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

L’alleluja pasquale di quest’anno richiamanteci le gioconde manifestazioni dell’anno scorso per la solenne canonizzazione del Padre nostro Don Bosco, non è stato per noi tutti meno ricco di consolazioni spirituali. Per noi l’ANNO SANTO abbiamo voluto santificarlo e santamente sfruttarlo e farlo sfruttare in tutte le forme possibili.

Prima di tutto una vera campagna di preghiere individuali, collettive: eravamo fiancheggiati da tanti amici lontani, da tanti allievi e confratelli carissimi, da tanti benefattori che con noi e per noi pregavano, affinché i buoni effetti dell’anno santo si verificassero in tutta l’estensione del loro significato anche per noi. Rassodarono efficacemente le preghiere, tridui, missioni, esercizi spirituali tenuti in ogni residenza per dar comodità a tutti i nostri fedeli di lucrare per sé e per le anime del purgatorio le indulgenze concesse. E tutti abbondantemente ne approfittarono, sia quelli che risiedono nei centri, sia quelli dislocati in luoghi lontani ebbero il conforto delle pratiche del s. giubileo.

Era edificante vedere il contegno di tutti e il desiderio di molti di moltiplicare le pratiche a favore delle Ss. anime purganti… fino a dieci, venti e più volte.

Tutti poi vollero concluderlo col solenne triduo finale in unione di spirito col Santo Padre e con tutto il mondo cattolico ai piedi di Maria. La nostra buona Madre Ausiliatrice ottenga a noi tutti la perseveranza nei buoni frutti ottenuti da queste sante pratiche.

Ma era desiderio di noi tutti, che l’anno santo lasciasse un ricordo visibile di sé in una forma utile, che perpetuasse in qualche modo i benefici effetti della Redenzione. Ed ecco che si poté concretare l’idea tanto desiderata di una chiesa ad Oita. Il tenace e diuturno lavoro di propaganda del nostro Don Marega, la carità generosa di alcuni benefattori d’Italia e d’America ebbero il meritato premio, ed ora abbiamo la consolazione di avere una bella chiesetta, capace di oltre duecento persone in luogo della povera stanza adibita finora. E fu colla più grande commozione del mio cuore, che nel giorno solenne di Pasqua, anniversario della Canonizzazione di Don Bosco, fra il giubilo di tutta la cristianità di Oita, adunata al completo, potei benedire la nuova chiesa ed offrirla a Gesù Redentore, quale omaggio di tutta la nostra missione a Lui, conforto, guida, sostegno dei missionari.

Pensavo alla gioia del S. Padre e della Chiesa – nella nuova Cappella i frutti della Redenzione si possono largamente e comodamente distribuire. Pensavo al nostro Don Bosco e lo pregavo instantemente che volesse Lui presentare a Gesù l’omaggio dei suoi poveri figli salesiani del Giappone. Pensavo a S. Francesco Saverio cui la chiesa è dedicata, a Lui che proprio a Oita gettò le basi di quell’apostolato fecondo, che diede al grande impero giapponese il Cattolicismo.

Vi sono momenti nella vita, in cui l’espressione dei sentimenti pur fortemente sentiti, è inesplicabile. Vorrei potere comunicarle adeguatamente la pienezza della gioia provata. Vorrei potere esprimere ai benefattori l’intima e profonda riconoscenza, vorrei dire che si è pregato e quanto!

Mi piace di più in pochi istanti di silenzio raccolto, pensare al bene alle anime che ne verrà dalla nuova chiesa; al merito immenso che si sono fatto quanti vi hanno concorso; al nostro debito di riconoscenza, che non si estinguerà che in Paradiso. Ma vicino a Gesù Redentore non può mancare la sua e nostra Madre Maria. Ecco perché accanto alla nuova chiesa, come vago giardino è sorto, rinnovato, rimesso a nuovo l’Asilo “Stella del Mare” della Missione. È riuscito il più bello della città – e già un’ottantina di allievi lo frequentano.

Ma non si può pensare a Maria A. senza pensare ad una relazione col nostro Don Bosco. E proprio in occasione della sua festa a Tokyo ho benedetto la pietra fondamentale del Noviziato salesiano, base del futuro sviluppo della nostra Pia Società in questa grande nazione. Fu una funzione familiare, allietata dalla presenza di S. E. Auriti, Ambasciatore d’Italia, che si degnò passare la mattinata alla Scuola professionale Don Bosco.

La fine dell’anno santo fra noi dunque è contrassegnata da una chiesa, fonte di redenzione per tante anime – da un rinnovamento ed ampliamento di un giardino di infanzia, prima tappa di formazione di anime, che si incamminano verso la vita, dall’inizio di costruzione di un Noviziato, prima tappa di formazione di anime che intendono di consacrarsi generosamente e totalmente a Dio per servirlo e per cooperare con Lui alla salvezza delle anime.

Per il missionario salesiano in Giappone è un gran conforto, se si pensa alle difficoltà dell’apostolato in questa terra di martiri, difficoltà risentite ancor più in questo momento di squilibrio mondiale, che si ripercuotono in forme caratteristiche fin qua.

La Provvidenza che guida gli avvenimenti umani per il bene, ci permette intanto di continuare la nostra propaganda di carità.

Il giorno 26 Aprile, con decreto dell’autorità civile il nostro Ospizio è riconosciuto ufficialmente: è un primo passo alla stabilizzazione dell’Opera, la quale sempre più viene affermandosi. Ce lo dicono gli elogi, le visite che autorevoli persone vengono facendo ai poveri vecchi e ai buoni orfanelli, la carità che incomincia a farsi dal pubblico e il plauso incondizionato della stampa locale. Oh, davvero che la carità apre le porte e i cuori, ed è la forma di apostolato al momento attuale la più efficace, la più compresa e relativamente la più facile.

Quanto più fra religione, patria, famiglia e scuola si potrà stringere una forte, amichevole e costante relazione, tanto più potremo fare del bene: se non saremo semplicemente intrusi, sopportati e peggio. È quanto ci sforziamo di realizzare: farsi prima di tutto degli amici.

Accennavo alle visite delle autorità alle opere della Missione. Il nuovo Prefetto della Provincia di Miyazaki, aderendo al nostro invito, accettò di visitare l’Ospizio: si interessò dei singoli ricoverati, e partito di là soddisfattissimo si degnò di fermarsi pure a lungo fra i nostri cinquanta seminaristi, che esortò caldamente a prepararsi alla vita di apostolato collo studio assiduo e colla preghiera ardente, per aver la possibilità di realizzare in pieno il binomio fede e patria. Anche i rappresentanti dell’autorità militare tennero magnifiche conferenze ai nostri seminaristi, mentre i cristiani di Miyazaki, proprio nel genetliaco di S. M. l’Imperatore, accanto alla chiesa inaugurarono un’asta altissima (m. l6) su cui issare nelle grandi solennità la bandiera nazionale. Un generale tenne il discorso commemorativo, mentre la massa accompagnata dal concerto del Seminario, intonava il maestoso inno della patria, ed in seguito si riversava in chiesa per pregare su di essa le benedizioni di Dio.

Voglia, amatissimo Padre, pregare per noi, affinché i frutti dell’anno santo perdurino in perpetuo a vantaggio di tante anime, a stimolo di conversioni, a connubio saldissimo di religione e patria: è la necessità massima del momento, che imploriamo da Dio e che suggeriamo ai nostri amici di implorare con noi.

Con vero affetto:

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



1 Il manoscritto R/M/ 687 è stato pubblicato quasi alla lettera sul Bollettino Salesiano, Settembre 1935, pag. 279 -1.