111 /Sordo Antonio / 1925-12-À¦ /


111 /Sordo Antonio / 1925-12-À¦ /

1

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1.1 524 /Tonelli Antonio / 1930-1-1 /

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a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice



[Colombo], 1 gennaio 1930

Carissimo Don Tonelli,


Buon anno a te, a Don Picca, Don Lussiana, Don Ferreno ed amici tutti di Valsalice.

Quest’anno dobbiamo ricordarci ad invicem più che mai: il perché lo sai.

Pensa al 19 Marzo 1905! Ci aiuti il Signore.

Un saluto speciale a Don Binelli e Toni, Don Faccaro e Don Borra, ecc. ecc. e… prega e fa’ pregare per me.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



Approfitto di un po’ di posta per Valsalice per fare gli auguri più cordiali per il nuovo anno, unitamente ai confratelli, chierici e giovani di Valsalice.

Prega e fa’ pregare. Viaggio finora ottimo.

Il Signore mi aiuti a far un po’ di bene. Prega e fa’ pregare pel tuo:

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


525 /Braga Carlo / 1930-1-7 /


1.2 a Don Carlo Braga, missionario in Cina

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7 gennaio 1930

cariss.mo D. Braga,


Grazie della tua ultima. Pare che il yen dia giù e qualche cosa (molto in piccolo si è potuto realizzare). Chissà se per poco tempo potessi somministrarci una somma per vedere di realizzare qualche cosa? Forse è il momento buono. Se non puoi tu ci fosse qualche buon amico. Sarebbe una vera carità perché si è sempre a terra e si lotta per l’esistenza e per non lasciare cadere quel po’ che si è fatto. Pensare che coi soli interessi potrei mantenere una residenza. Se l’operazione potete farla in posto, tanto meglio. Anche il denaro italiano è discreto. Fossero dollari americani… Mah! Vedi se conviene e se ti conviene. Saluta omnes

D. V. Cimatti, sales.




526 /Rinaldi Filippo / 1930-1-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Singapore, 9 gennaio 1930

Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Giorno di separazione dai cari amici del Siam. Deo gratias! Finora tutto bene. Nei cari caglierini trovai pietà, sudditanza e c’è da benedire il Signore.

Amano Ivrea e Don Bosco (alcuni specialmente) in forma fortissima. Dietro consiglio di Don Pasotti gettai un po’ di acqua nei discorsetti; spero di non aver fatto male. È perché non pensino di essere diretti da Ivrea e di costruire lassù castelli, mentre devono stare in Siam.

I chierici “giapponesi” pure benino in omnibus.

Il più… non so come dire… è chi le scrive. Specie nella S. Messa certi giorni, mi piglia una voluttà di pianto che mi fa buttare nelle mani di Dio.

Buio, buio pesto. Croce amarissima… Fiat voluntas Dei…

Chissà che il Signore non mi esaudisca!…

Lei preghi per me e sappia compatire se Don Cimatti non può essere quello che lo pensano gli uomini (i superiori compresi), preghi per me, perché mi salvi l’anima.

Con affetto filiale a nome di tutti, aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, salesiano

1.3 527 /Ricaldone Pietro / 1930-1-9 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani


Singapore, 9 gennaio 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Finora bene in omnibus. I novizi partono e si separano da noi.

Trovai ottimi elementi di pietà, semplicità. Forse un po’ linguacciuti fra loro, ma impareranno il vero modo di trattarsi fraternamente e caritatevolmente.

Preghi per me. Più mi avvicino al Giappone, più vedo buio… e pensare che di là nasce il sole.

Preghi affinché il Signore esaudisca una preghiera del povero

Don Cimatti, sales.

1.4 528 /Rinaldi Filippo / 1930-1-25 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Shanghai, 25 gennaio 1930

M. R. Sig. Don Rinaldi,


La meta si avvicina, e varie lettere dei confratelli dal Giappone, annunzianti il felice arrivo trionfale del primo gruppo costituito specialmente dalle Figlie di Maria A., e il già lungo lungo viaggio, ce lo richiamano con desiderio intenso. Rapidi spunti di cronaca, che so esserle graditi assai, le diranno le nostre vicende.

Salutati con profonda vicendevole commozione gli amici del Siam la nostra nave si dirige a Manila (Filippine).1 Meta desiderata! Avremmo veduto il Delegato Apostolico S. E. Mons. Piani… I nostri fratelli… Oh, chi può esprimere gli stati d’animo da cui si è presi nell’incontrare confratelli amatissimi sul percorso d’un lungo viaggio di mare!… Avremmo veduto coi nostri occhi la perla del Cattolicismo dell’Estremo Oriente… Chi non conosce nella storia delle Missioni l’importanza di Manila, vera ricchissima, freschissima oasi di fede, di attività cristiana fra gli aridumi, fra la siccità spirituale dell’Estremo Oriente?… Ci saremmo riposati materialmente dopo le dolorose inevitabili conseguenze delle violenti ondate del mare cinese, e più spiritualmente ai piedi di Gesù, nella constatazione del lavoro missionario, tra gli amati confratelli. Ma quanto il nostro cuore aveva desiderato, quanto la mente aveva sognato fu di gran lunga incomparabilmente superato dalla realtà. Il cuore paterno del nostro Monsignore si prodigò in tutte le forme più delicate e gentili. E fu a nostra disposizione la sua casa, e l’ottimo suo segretario Don Luigi, e il bravo coadiutore Giovanni… Nel rivedere il fedele domestico dell’indimenticabile Card. Cagliero non potei non senza commozione pensare all’anima benedetta di colui che fu il primo efficace benefattore della Missione salesiana in Giappone… Più che le bellezze naturali, ammiravamo l’opera titanica costruita nei secoli dall’apostolato missionario in quelle isole, e che ebbe proprio di quei giorni una splendida conferma nel riuscitissimo congresso eucaristico nazionale (di cui vedemmo proiettato il bellissimo film) cui parteciparono oltre 200 mila persone. Grazie Monsignore, grazie fratelli del gran bene fatto alle anime nostre!

Ed eccoci ad Hong Kong, ove avremmo purtroppo perduto l’amabile compagnia e l’efficace aiuto di quella tempra di missionario cinese che è il nostro Don Canazei.

Che dire delle accoglienze fatte all’Ispettore che ritornava, ai missionari che erano di passaggio… Era la vita delle nostre case che rivedevamo dopo tanto tempo, gioconde note di concerto, canti, evviva, declamazioni… E ci univamo al canto dei bravi cinesini che in buon italiano inneggiavano al nostro Beato…

Con quale senso di nostalgico ricordo risentivamo in Cina: “Don Bosco ritorna fra i giovani ancor” – “Don Bosco! Don Bosco! È un canto infinito!…”. Oh s’imprima anche in questo estremo Oriente il tuo spirito, o beato padre, e possano i tuoi figli amare queste innumerevoli anime di giovani come le hai amate tu…

Che possiamo noi dire al Direttore Don Bernardini, al bravo Don Bocassino che portarono il pondus et aestus, a tutti i cari confratelli e giovani?… Dirò come i poveri ai passanti che li beneficano: “Sia per l’amore di Dio! Il buon Dio vi renda merito! ”.

Una puntata fino a Formosa (con una nottata di forte vento) ci mette per la prima volta a contatto col suolo giapponese: freddo, nebbia ci accolgono.

Al mattino finalmente il sole ci permette di discernere qualche cosa del bel panorama. Montagne altissime o scogliere a picco sul mare, con pianura d’alluvione alle volte tra le montagne e il mare, magnifici terrazzi verdeggianti di canfora, dell’albero del banano e dell’ananas si estendono tra le nebbie e le nuvole.

Ed eccoci finalmente a Shanghai. Saliti sul piroscafo il 14 dicembre in giorno di sabato, lo abbandoniamo il 24 gennaio consacrato da noi a Maria A. La Madonna da buona madre ha vigilato e protetto i suoi figli.

Si avvicina la meta. Nel mese sacro al nostro S. Patrono speriamo toccare la terra benedetta.

Non ci dimentichi ai confratelli, benefattori, allievi e Superiori.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti





1.5 529 /Giardini Mario / 1930-1-31 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



31 gennaio 1930

Eccellenza Reverendissima,


Avrà ricevuto il povero telegramma annunziante l’arrivo del gran barbone in sede.2 Il vivissimo desiderio, per non dire la necessità, di potermi abboccare al più presto con V. E. venne attutito dal caro annunzio della prossima venuta a Shindenbaru, e spero che, provveduto al riposo dell’anima, penserà anche a concedere al sottoscritto un’udienza, avendo molti consigli e suggerimenti da chiedere.

Non posso darLe notizie definitive dei progetti o disposizioni volendo prima parlare coi confratelli.

Come sa, sono entrate le Suore di Maria Aus. (in numero di sei) e per ora alloggeranno in casa di fitto, in attesa della Provvidenza che indichi la via.

Ho condotto pure dieci nuovi confratelli per iniziare lo studentato filosofico. Per ora si è affittata una miserella casa (non certo adatta per casa di formazione) perché non ho i mezzi.

C’è un terreno già acquistato a Takanabe, ma non ho i soldi per costruire. Se il Signore vuole che cominciamo nello squallore della povertà, e non so davvero (vedo così buio davanti a me…) come farò… ma ci penserà bene anche Lui, vero?

Spero a viva voce dirLe qualche cosa di più consolante. Ad ogni modo:

  1. Mi pare urgente pensare a mettere a posto bene le Suore e la casa dello Studentato.

  2. Regolarizzare la proprietà della Missione col fare uno “Shadan”[Ente morale].

  3. Cercare come vivere e come sviluppare la missione.

A proposito di quest’ultima cosa, so che l’Opera della S. Infanzia della Spagna sarebbe disposta a sussidiare fortemente un’opera che si facesse a favore di orfani. Le Suore di Biwasaki da lungo tempo mi stavano dietro per vedere se potevamo accettare i giovani e le ragazze che esse possono tenere fino ad una certa età solamente. Penso che i Salesiani e Suore di Don Bosco, se avessero gli aiuti necessari potrebbero presto iniziare quest’opera. Primi approcci fatti all’Opera diedero buone speranze che diverrebbero forse realtà se la parola autorevole del Delegato Ap. dichiarassero [sic!] che realmente quest’Opera è necessaria nella Missione di Miyazaki: così assicurano.

Come vede, comincio già a darLe lavoro, preludio di tanto altro che farei in seguito.

So che ci ha già sovvenuti caritatevolmente con intenzioni di Ss. Messe: comprende che siamo in 9 e non avendone fisse, è sempre carità fiorita l’averne.

Ma quello che non mi deve negare l’E. V. è la preghiera vivissima per noi tutti, per me specialmente, vero guastamestieri.

Ci benedica tutti. Ossequi all’amabilissimo Don Cerroni e al fratello.

Dell’E. V. Rev.ma, tutto suo nel Signore:

Don V. Cimatti, salesiano

530 /Ishigami Maria agnes / 1930-2-5 /


alla Signora Maria Agnes Ishigami, cristiana di Miyazaki3



5 febbraio 1930

Aisubeki [carissima] Maria Agnese,


La vostra bella lettera mi ha come riempito di consolazioni e di dolore.

Di consolazioni sapendo della vostra buona salute, del vostro desiderio di ben curare la salute della vostra anima; e di dolore per la salute di vostro marito.

Continueremo a pregare: certamente se le cose continuano in questa condizione, è la volontà del buon Dio per la vostra perfezione, per rafforzare la vostra fede, cioè per il bene, nella misura in cui lo comprendiamo.

Spero (itsu ka wakarimasen ga hayaku dekiru dake [non so quando ma al più presto possibile) d’incontrarvi insieme a vostro marito e di incontrare anche la famiglia Takeda alla quale ugualmente scriverò.

Pregate per noi e che il buon Dio vi dia pazienza, fede e lo spirito di preghiera.

Vostro dev.mo

D. V. Cimatti, sales.

531 /Consiglieri Visitatoria / 1930-2-6 /


ai Consiglieri del Consiglio della Visitatoria


Pro-memoria sui deliberati del consiglio


6-7 febbraio 1930


  1. Direzione studentato: Don Tanguy. Ad Oita: Don Margiaria. Don Antonio fa parte del Consiglio. Don Piacenza economo.

  2. Approva elenco materie ed insegnanti per lo studentato.

  3. " riattamento Nakatsu per luogo di studio aspiranti sotto la responsabilità di Don Piacenza.

  4. Per le Messe si applica secondo l’intenzione del Superiore – si consegnano mensilmente le messe celebrate. Il Superiore accrediterà l’elemosina.

  5. Per coordinare le forze e gli amici della Missione si approva:

    1. la formazione di un notiziario (in Italiano) da spedire in Italia – o stampato e spedito in Italia,

    2. collezioni francobolli – invio di oggetti graditi giapponesi per lotterie o regali a benefattori insigni.

  6. Affrettare lo studio pratico per organizzare la conservazione e utilizzazione delle proiezioni – arredi sacri.

  7. Col nuovo anno si cessa il sussidio a Matsushima.

  8. Don Piacenza pensi alle provviste per vino.

  9. Col prossimo marzo il Don Bosco4 diventa quindicinale (8 - 24 del mese) in 1000 copie con intonazione da poter servire anche ai pagani. Tutti inviino contributo.

  10. Per i foglietti5 siano più brevi – titoli che attirino – frequenti domande che eccitino l’attività del pensiero e la curiosità – buon margine – eliminando i titoli delle residenze in blocco.

  11. Per le relazioni all’Agenzia Fides pensa il Centro.

Don V. Cimatti

1.6 532 /Rinaldi Filippo BS / 1930-2-8 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani6


Miyazaki, 8 febbraio 1930

Amatissimo Don Rinaldi,

2 QUATTO ANNI FA

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Proprio quattro anni fa il primo gruppo dei missionari salesiani giungeva in Giappone. Permetta che proprio in questa data, così cara al nostro cuore, le dia notizie dell’assestamento provvisorio delle Figlie di Maria A. e dei nostri chierici e del lavoro iniziato nel corrente anno.

Ma prima di tutto un grazie riconoscente al Signore che ci ha scampato dai pericoli del lungo viaggio; ai Superiori e benefattori nostri che con veri sacrifici si sono prodigati per fornirci i primi mezzi di vita e di sviluppo; a tanti amici della missione giapponese che ci accompagnano quotidianamente colla preghiera, coll’affetto, che pensano a noi e che nelle forme possibili ci vengono in aiuto; a tante anime e a tanti corpi macerati dal dolore, che si sono offerti al buon Gesù, olocausto prezioso, ineffabile per la salvezza delle anime giapponesi.

Come potremo sdebitarci di tanta carità, o nostro Padre buono? I missionari potranno di fronte a questa falange di apostoli rimanere insensibili e non raddoppiare i loro sforzi, i loro sacrifici?


2.1 L’ARRIVO

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I poveri missionari del Giappone sbarcati a Shanghai e fatti segno delle più delicate caritatevoli cure da parte di quei poveri confratelli (oh, come si intendono fra loro quelli che versano in identica condizione!), ed alloggiati dai Padri Lazzaristi in attesa della partenza del piroscafo, giunsero finalmente dopo 43 giorni di viaggio a Nagasaki, accolti dal Rev. P. Heuzet, Procuratore delle Missioni Estere di Parigi, e specialmente dall’Ecc. Vescovo che ci volle con sé due giorni affinché potessimo gustare la gioia di trovarci nella terra dei martiri e rafforzare lo spirito di apostolato nella constatazione del lavoro finora compiuto. Quale mirabile scuola fu per i nostri chierici la visita di quei luoghi, delle fiorenti opere ivi erette, frutto di sudori, dei sacrifici, del sangue di tanti missionari! Che dirle poi delle accoglienze fraterne dei confratelli di Nakatsu e di Oita, cui con mirabile slancio si unirono cristiani e pagani, e che culminarono nel solenne ricevimento fatto a Miyazaki?

Commosso gioivo nel più profondo del cuore, perché era la chiara constatazione dell’assillante, ma effettivo lavoro che tutti tutti i cari confratelli delle singole residenze avevano compiuto. Era, mi lasci dire così – una magnifica rivista delle forze, delle simpatie, dei frutti palesi di questi primi anni di lavoro… ma quanto seme buono non ancora germogliato è nascosto nei solchi bagnati dalle lagrime, dalle disillusioni, dai sacrifici dei nostri confratelli… Oh, sacerdoti e coadiutori salesiani vi benedica il buon Dio con le benedizioni più efficaci per questi lavori così ben compiuti, per le molteplici croci che giocondamente portate, per quei fasci di rovi pungenti fra cui è giocoforza camminare… Grazie, o fratelli amatissimi.

E tra i canti, fra le luci, circondato dai giovani, procedeva trionfale la reliquia del nostro Beato Don Bosco esposta solennemente per la prima volta in Giappone.

Pensavo a Roma, a Torino… ma pensavo anche alle conquiste di cuori non meno amanti, non meno generosi che il padre nostro ha saputo in così breve tempo fare in Giappone… e non è miracolo indifferente.

Ed eccoci tutti al lavoro. Il lavoro è moltiplicato e per la presenza delle Suore di Maria A. e più per quella dei nostri chierici che iniziano lo studentato filosofico. È la prima volta nella storia della Chiesa giapponese, che giovani chierici iniziano il loro apostolato in queste condizioni. E il fatto è visto con compiacenza sentita dal clero giapponese; è visto con gioia dai vecchi missionari; con meraviglia e simpatia dai giapponesi che ne parlano sui giornali locali a viva voce, con viva approvazione dagli altri istituti religiosi.

Ed eccoci tutti trasformati di nuovo in insegnanti,7 e giocondamente alterniamo il lavoro di apostolato col lavoro scolastico, pur di dare ai nostri cari chierici quella soda formazione culturale e formativa che li renda al più presto santi sacerdoti. Ma quale povertà intorno a noi…

Una piccola casa d’affitto… Valsalice in paragone è per noi uno di quei fantastici ricchissimi castelli fatati delle fiabe dei fanciulli… Ma penso: “Opera di Dio che comincia, et qui coepit Ipse perficiet”. Avanti dunque con calma, con gioia, nell’attesa che tutto si appiani pel meglio e che la Provvidenza ci venga generosamente in aiuto per dare un’abitazione conveniente alle opere che si propongono di svolgere le Figlie di Maria A. e i Salesiani.

La casa di studentato è sotto la protezione del Sacro Cuore di Gesù. Oh, anime amanti di questo cuore dolcissimo, date ai missionari del Giappone la consolazione di poter erigere Cappella e casa per i nostri studenti.

Ma una nuova iniziativa sentiamo di dover offrire al S. Cuore ed anche per questa caldamente domandiamo l’aiuto dei buoni. Già un gruppetto di giovani giapponesi ha manifestato il desiderio di voler provare la vita salesiana. Non si possono lasciare in abbandono queste future speranze e allora a costo di ogni sacrificio si costruiranno alcune modeste stanzette a Nakatsu ed inizieremo così l’aspirandato nostro. Analogamente le Figlie di Maria A. incominciano il lavoro per le vocazioni indigene… Oh, quanti fiori promettenti, quante piante che si sviluppano rigogliosamente e che dobbiamo lasciar fiorire o purtroppo far crescere stentate, perché mancano i mezzi! Sono argomenti che straziano l’anima del missionario che non può che pregare, che alzar la voce implorando soccorso.

O, amato padre, aiuti in tutti i modi i suoi figliuoli più lontani e più bisognosi.

Suo dev.mo

Don V. Cimatti, salesiano




2.1.1 533 /Ricaldone Pietro / 1930-2-8 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 8 febbraio 1930

M. R. Sig. Don Ricaldone,


Ed ecco che posso darle un po’ di notizie più chiare della nostra situazione.

  1. Cassa vuota – famiglia più che raddoppiata – attesa del sussidio annunziato per telegramma.

  2. Suore alloggiate in casa di fitto – piene di buona volontà e che bisogna mantenere. Spero potranno iniziare qualche cosa già da quest’anno.

  3. I nostri chierici non sono sulla strada, ma come studentato urge provvedere sede fissa. Tutti si sta bene, nella s. povertà, ma meglio così che Shanghai di una volta. Si vedono i miracoli della Provvidenza. Certo che le case di formazione d’Europa sono regge più che sontuose… non ripeto il discorso del refettorio… se no Lei mi scomunica… ma credo valga più per la formazione dell’animo questa povertà che tante altre cose.

  4. Il Vescovo di Nagasaki chiama divino il pensiero dei Superiori di iniziare i chierici in queste condizioni e tutti (anche pagani) vedono con piacere la cosa.

  5. Ho autorizzato a Nakatsu la costruzione di due piccole stanzette (al posto del pollaio) per iniziare gli aspiranti giapponesi nostri (non so dove metterli) con Don Piacenza che li guidi e li provi.8

  6. Per la disposizione del personale non ho potuto realizzare nessuno dei “pourparlers” fatti per i seguenti motivi:

    1. Togliere Don Piacenza da Nakatsu, non poteva essere sostituito da Don Liviabella (non se la cava per la lingua; debole di salute sarebbe stato certo aumentargli le apprensioni con pericolo di peggio – avrei dovuto dargli per compagno Don Lucioni che ne sa meno di lui… e Nakatsu – pur essendo il lavoro avviato magnificamente – è un osso dei più duri). Sentito il parere del Consiglio dovetti soprassedere… D’altra parte Don Piacenza implorava lo si esonerasse.

    2. Non tener conto di Don Tanguy che tra i confratelli era il più quotato, mi pareva un po’… e allora sospendendo le lezioni pratiche di francese (era poi una alla settimana con più vacanze che scuola) per un anno, poté accettare e lo sostituii con Don Margiaria, tanto più che questi (incaricato della stampa, che si pubblica a Oita) potrà così attendere più de visu ed economicamente alla cosa.

    3. Don Cavoli regge Miyazaki, coadiuvato da Don Lucioni, cui ho affidato anche la cura di Tano (ci sono già un centinaio di cristiani) che è delitto lasciare in abbandono. Per me – esonerato dalla direzione – oltre la scuola allo studentato, turerò i buchi, girerò in umiltà di spirito, depresso di vedere gli altri oberati ed il sottoscritto darsi l’aria di aggiustare il mondo che va come può.

Il Signore vede la mia umiliazione, che non ha altro merito che quello dell’obbedienza, che in questo è proprio cieca, perché non ci vedo niente. Sa quanto mi costa… e intendo ripetere ai miei Superiori la mia totale inettitudine a fare la parte che devo fare. Dopo tutto i responsabili sono essi.

Don Tanguy, Don Marega, Don Cavoli, Don Lucioni e il sottoscritto si sono spezzettati le materie d’insegnamento e mi pare che si sia (pel momento in via provvisoria) provveduto benino.

I chierici contenti, e finora corrispondono bene. Fatto il triduo d’introduzione ed eserc. buona morte e lunedì 10 scuola regolare secondo programma di Don Fascie e ritocchi adatti al Giappone e secondo i nostri regolamenti: 28 ore settimanali.

  1. In mia assenza tutto bene; aumentato il numero dei cristiani – continuate le iniziative.

  2. Tra i confratelli i più depressi erano Don Margiaria e Don Lucioni – per qualche urto con Don Antonio che ora cerco di colmare. Esperienza anche per loro.

  3. La prego vivamente di cominciare a pensare pel nuovo anno. Così e per il locale e per gli insegnanti non può continuare.

Mi dicono che Don Ziggiotti… sarebbe certo un regalo, ma non basta. Come Lei aveva detto, veda di trovare qualcuno che facendo l’assistente possa fare scuola (di vario genere) e se è possibile anche un prete e qualche buon coadiutore. Se si vuol pensare alle scuole professionali…

  1. Per me che dirle? Preghi per me… posso morire (ogni momento) quest’anno in Luglio – se non riceve annunci speciali, pensi che Don Cimatti crede di vivere ancora 25 anni…

È il mio 25.mo di Messa e voglio offrire al S. Cuore la casa dello studentato, la Cappella del Sacro Cuore e la casa degli aspiranti. Sogni! Preghi e ci riusciremo. Mi benedica e riceva i saluti di tutti tutti tutti.

Con affetto:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

534 /Tonelli Antonio / 1930-2-8 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice


Miyazaki, 8 febbraio 1930

Mio Don Tonelli,


Si avvicina la data del nostro venticinquesimo. Prega per me il S. Cuore: voglio offrire casa di studentato e aspirantato.

Non ho mezzi, ma certo me li manderà il Signore.

Vorrei farti regali, ma sai che non ne ho.

Preghiamo vicendevolmente affinché il Signore ci aiuti a compiere il nostro dovere per gravoso che sia e a salvarci l’anima.

Ti abbraccio con l’anima.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.2 535 /Rinaldi Filippo / 1930-2-9 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 9 febbraio 1930

Amatissimo Padre,


Deo gratias! Siamo arrivati felicemente. Certo i chierici hanno in qualche momento sofferto il mal di mare, ma in compenso è andato tutto bene. Ora siamo in pieno lavoro di assestamento.

Permetta al solito un po’ di rendiconto mio:

  1. Salute ottima.

  2. Lavoro non manca e di ogni genere, e ne farei di più se non dovessi comandare: si assicurino i superiori che Don Cimatti non è fatto per quello. “Petite et accipietis” e Don Cimatti vuol far presente la realtà delle cose. Deus providebit.

  3. Pratiche di pietà: regolari, certo che questo mese fu un mese di aridità.

Può essere che l’essermi effuso cogli altri abbia portato con sé un restringimento con Dio. Che vuole, amo troppo sensibilmente… Dio lo sa che voglio sia tutto per Lui…

  1. Regole e Ss. Voti; carità mi pare regolare. In complesso: desiderio di miglioramento – rafforzo di buona volontà, ma sono sempre lo stesso. Mi aiuti una buona volta a migliorare.


Come ho trovato i confratelli?

  1. Nakatsu. Don Piacenza optime in tutto. Qualche disturbo di salute, ma nulla di allarmante. Don Liviabella: continuano i suoi disturbi… poco profitto nella lingua, ma fa molto bene tra i ragazzi. Molto preoccupato per la lingua…

La casa è ordinata – vi è un certo movimento di lavoro per i pagani – benino per l’oratorietto nostro – quest’anno avendo una catechista si trasformerà l’orticello in cortile per le ragazze.

Al posto del pollaio ho autorizzato Don Piacenza a costruire alcune camerette che serviranno per i nostri aspiranti giapponesi. Dove metterli? Se non li raccogliamo, nelle singole residenze si perdono; stringe il cuore non avendo né locale, né mezzi: ma tentiamo e la Provvidenza penserà. Nelle nuove disposizioni tutto il personale rimane a posto.

  1. Oita. Don Tanguy optime in tutto. Ha lavorato per i confratelli durante l’assenza del sottoscritto. Di tanto in tanto mal di testa.

Don Escursell spagnolo con tutte le doti dei medesimi. Lavora assai per la propaganda e per tenere vivo il pensiero della missione – non si vede ancora chiaro il profitto nella lingua.

Maccario bene in tutto. Animo assai sensibile, nel rendiconto sparge lacrime, e non so perché.

Ho creduto opportuno, col consenso del Consiglio, chiamare Don Tanguy alla direzione della casa dello studentato. Non è la soluzione ideale, ma non si poté fare diverso. Togliere Don Piacenza da Nakatsu, voleva dire lasciare Don Liviabella in bagna completa e non se la sarebbe cavata e forse per la apprensione con recrudescenza nel suo malanno. Ho messo al posto Don Margiaria, anche perché Oita è il centro della nostra stampa di propaganda, ed essere vicino allo stampatore vuol dire molto.

  1. Miyazaki. Don Cavoli sta bene di salute, ha migliorato in molte cose ed ha lavorato molto. Dato il suo carattere si è alienato un po’ gli animi dei confratelli, specie Don Lucioni – tento ora di piallare, ungere, ecc… Non parlo del sottoscritto che di uno stupido tale non vale la spesa occuparsi.

  2. Casa dello studentato. Una casa di fitto su via pubblica con un po’ di cortile, certo non è l’ideale di una casa di formazione, ma in mancanza d’altro e finché il Signore non ci manda i mezzi di fabbricare sul nostro…

Siamo in povertà, ma il Signore non ci lascia mancare il necessario… Sono coll’acqua alla gola, sempre sognando i milioni che non ci sono, ma il Signore è buono e posso cantare con Don Bosco: “Guai a noi se il mondo sente, forestieri senza niente!”. L’importante è che non soffrano cattive conseguenze i confratelli…

  1. Suore. Anch’esse in casa di fitto, migliore della precedente. Stanno studiando la maniera di incominciare qualche opera di immediata utilità. Finora nulla di speciale.


Già le scrissi del mio povero giubileo. Vorrei offrire al S. Cuore la casa dello studentato e aspirantato e una cappella (come quella di S. Teresa) dedicata a questo cuore dolcissimo. Il babbo (che è poi Lei) deve metterci la mano. Ringrazio del soccorso chiesto per telegramma. Peccato che arriverà chissà quando… ma nel frattempo penserà come sempre il Signore.

Non spero niente di speciale per la venuta di Don Torquinst.9 L’importante è che non tiri fuori del lusso… mi sbaglierò, ma credo che i missionari non siano rimasti troppo edificati dalle case nuove di formazione missionaria… Credo provvidenziale che ora i nostri chierici (che però non vengono da quelle case) siano un po’ nella penuria anche di cose convenienti.

Permetta lo sfogo e preghi che mi faccia santo una buona volta che è ora.

L’abbraccio nel Signore. Dev. mo per tutti:

Don V. Cimatti, sales.

536 /Rinaldi Filippo BS / 1930-2-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani10


9 febbraio 1930



Nuove speranze per l’orientamento verso il Cattolicismo del Giappone


Amat.mo Sig. Don Rinaldi,

Nel mio soggiorno in Italia (che mi diede modo di verificare una volta di più, di quanta simpatia sia circondata la nostra cara missione del Giappone) constatai in quanti parlarono con me il desiderio di conoscere il netto sulla questione «a che punto si trova il pensiero e la coscienza del popolo giapponese in relazione all’orientamento suo verso il Cattolicismo, in altre parole, qual è il pratico risultato degli sforzi compiuti finora dai missionari per la propagazione della fede cattolica in questa grande nazione?».

Permetta dunque che per aderire al desiderio di tanti riassuma quanto mi è dato di conoscere al riguardo. Mi sembra così di compiere un dovere di apostolato.

    1. per ringraziare quanti aiutano le missioni;

    2. per assicurare dell’esito buono del lavoro dell’apostolato, quanti desiderano constatare gli effetti della loro carità;

    3. per eccitare tanti e tanti altri allo stesso lavoro, allargando così la clientela degli amanti del trionfo di Dio nelle anime.


Forse tanti desidererebbero che si parlasse di avventure più o meno cavalleresche, in cui si è trepidanti per la vita dei missionari; forse si attenderebbe lo spunto del fatto straordinario che avvinca e scuota… Che vuole? amato Padre, in questa grande terra benedetta da Dio di tante risorse naturali, tormentata (e quanto!) dal pieno parossismo delle forze della natura, abitata da gente che S. Francesco Saverio chiamava delizie dell’anima, e che in poco più di un sessantennio hanno saputo organizzarsi in potenza di prim’ordine, è raro che debba toccare al missionario quanto succede a tanti travagliati confratelli di altre missioni, e quindi è più a riflessioni di altro ordine che ho bisogno di richiamare il pensiero, l’affetto, la cooperazione dei nostri cari confratelli, allievi e zelanti benefattori nostri.

Sono tre le religioni principali sotto cui si schierano gli 80 milioni, che formano la popolazione globale dell’impero giapponese: shintoismo, buddismo e cristianesimo. Le prime due contano il maggior numero di adepti e di luoghi di culto, e si suddividono rispettivamente in numerose sette più o meno rigogliose e promettenti e che per la massima parte possono contare su mezzi di vita e propaganda attivissima in ogni senso. Sono aggregati specialmente alla prima i giapponesi fautori del culto nazionale alla dea del Sole Amaterasu e agli antenati della patria, onorati nei luoghi di culto. Ufficialmente è il culto nazionale e si comprende quindi quali categorie di persone vi siano per necessità di cose legate e come in realtà quando si parla di religione giapponese a questa si debba pensare. Il Consiglio privato di Casa imperiale norma le funzioni del culto shintoista, riprodotto anche ultimamente secondo gli antichi riti pagani nelle cerimonie dell’incoronazione dell’Imperatore.

Notevole importanza ha pure la religione buddista, ben organizzata, con mezzi moderni di propaganda e di formazione dei suoi elementi, e che osservando anche solo quanto avviene nella nostra Missione, viene accentuando sempre più la sua attività.

Le numerose sette protestanti pure lavorano, ed in gran parte sono alle dipendenze di dirigenti giapponesi, che anche in questo campo desiderano fare da sé, emancipandosi dagli stranieri e portando il contributo del loro pensiero e della loro attività in un campo religioso, che permette loro libertà di pensiero, d’interpretazione, e quel che è più… di azione. La religione giapponese colla sua morale (mi pare si possa dire) estetica, che regola tutti i movimenti dell’anima giapponese e ne rende belle tutte le espressioni, con costanza di ritmo, con solidarietà assoluta, dopo tutto domanda ai suoi fedeli tanto poco. È un complesso di tradizioni religiose (ogni giapponese è l’incarnazione del giapponese eterno: deve essere scolpito nel suo cuore l’onore, il sacrificio assoluto dell’individuo alla famiglia, all’imperatore, alla patria) che influiscono a mantenere il culto del passato, il patriottismo, l’anima comune giapponese.

Le varie sette protestanti dal punto di vista morale permettono tutto… e non è difficile ad un pagano adattarsi a un ordine di idee, cui è già abituato. Per cui mi pare che le idee e la pratica del problema religioso facilmente venga compreso dal giapponese, come una delle sue meravigliose vernici, che se anche resistenti, coprono solo (mi lasci dir così), la superfìcie dell’anima, non penetrano nel midollo.

Ad anime così preparate, come può apparire la verità della morale cattolica? È facile prevedere a che debba mirare il lavoro del missionario e quali ne possano essere i risultati. Non è da meravigliarsi se possa sembrare scarso il rendimento del lavoro apostolico di fronte ad anime corazzate di quanto sopra: non è da meravigliarsi se debba essere lento il lavoro, non di supercostruzione, ma di edificazione ex novo in queste care anime. A che ha servito il lavoro finora fatto dai missionari e dalle congregazioni religiose in Giappone? Oh, grazie al Cielo a molto, anche se dalle statistiche possa apparire di non molto rilievo, paragonato ad altre missioni. Eccolo:

      1. Migliaia e migliaia di anime redente e salvate;

      2. Orientamento indiretto del pagano verso il Cattolicismo. Si comincia a conoscere in Giappone il prete cattolico, come inviato da Roma, dal Papa e ornato (a differenza dei pastori delle sette protestanti) della gemma del celibato. Si sa che la Chiesa cattolica è una nella sua dottrina, nel suo capo, nei suoi riti, nei suoi comandamenti. La nobiltà e la borghesia giapponese non temono di affidare i figli e le figliuole alle congregazioni insegnanti cattoliche, e perché desiderano siano educate all’europea e perché si fidano dei cattolici. Molti infine permettono ai loro figli di studiare la religione cattolica, e non è poco.

      3. Ma vi ha di più. L’attuale governo si preoccupa dell’invasione delle idee sovversive, tipo comunistico, bolscevico, che cominciano a spuntare sull’orizzonte giapponese e le vuole combattere con tutti i mezzi. In una recente riunione plenaria dei Direttori dei Licei femminili sotto la presidenza del Ministro della Pubblica educazione, l’attenzione di tutti fu rivolta ai problemi dello spirito ed alla questione religiosa, come mezzo per risolvere l’intricata questione; perché trovano nella religione una gran forza nel dominio delle idee. Nella discussione e nelle deliberazioni furono assodati principi, cui non era possibile pensare pochi anni fa; e che denotano l’evidente evoluzione del pensiero religioso giapponese sotto l’influsso della religione cattolica, quali ad esempio:

  1. Le riverenze fatte davanti ai templi ufficiali per onorare gli antenati della patria si spieghino dai Direttori come atti puramente civili e di riconoscenza, non come atti religiosi, e questo per rispetto alla libertà di coscienza ed alla legge che accorda la libertà di culto e per non mettere in pericolo di fare considerare queste cerimonie ufficiali come superstiziose;

  2. Pure rimanendo proibite cerimonie di culto e preghiere collettive nelle scuole, toccando ai genitori condurre i loro figli a quelle Chiese che crederanno conveniente, si è domandato di potere suscitare e mantenere il sentimento religioso delle alunne con tutta benevolenza e delicatezza, non violentando in modo alcuno: dunque si può parlare di religione alle alunne, cosa che finora era proibita. Quando si arriverà ad analogo risultato coi Direttori dei Licei maschili, delle Scuole normali e specialmente delle Scuole elementari? Finora l’insegnamento del missionario cattolico era considerato come in opposizione alle istituzioni nazionali: ma chi non vede il passo in avanti che si prospetta colle su esposte disposizioni? Come per le eleganti disposizioni della Divina Provvidenza piano piano si viene preparando il terreno, che a tempo opportuno permetterà la germogliazione vigorosa del seme sparso a piene mani (e a tanti sembra lavoro inutile!!!) dai missionari.


Ed è forse per i criteri larghi di vedute e consoni alla libertà dello spirito dell’attuale governo giapponese, unito insieme ai lavori apostolici dei missionari che si vengono ad esempio realizzando progressi consolanti di conversioni tra le moltitudini di giapponesi emigranti nel Brasile. Credo siano pochi i governi che hanno organizzato con tanta sapiente praticità il problema dell’emigrazione. Un mese prima della partenza agli emigranti riuniti si fanno conferenze illustranti sotto tutti gli aspetti la nuova patria.

Un missionario cattolico, ad es. fa le conferenze religiose agli emigranti, gettando un primo seme, che fecondato dalla grazia di Dio e lavorato dai missionari sul posto d’arrivo, produce frutti consolantissimi di conversioni. E così dicasi per gli altri argomenti che interessano la vita nel nuovo ambiente.

Conchiudo la lunga trattazione, ma che apre orizzonti inattesi per l’avvenire del Giappone cattolico, ed allarga il cuore del missionario alle più dolci speranze perché si comincia:

  1. a sentire la necessità e la forza della religione, e che non possono bastare le vecchie idee pagane superstiziose per dare al popolo delle convinzioni, che lo trattengano dal mettersi sulla china delle perverse idee bolsceviche;

  2. a ricercare la religione che si accordi col principio di autorità (ed alcuni di loro già additano il Cattolicismo).


Molti, e i più influenti, purtroppo, non sono ancora nettamente orientati verso il Cattolicismo, ma è già molto il cammino fatto.

Amato Padre, anche i figli di Don Bosco, ultimi arrivati, porteranno il contributo a questa colossale e delicata opera di penetrazione, se saranno validamente aiutati con tutti i mezzi dalla carità dei buoni.

È troppo importante l’influenza, che eserciterebbe la conversione del Giappone su tutti i popoli dell’estremo oriente, per disinteressarsi del lavoro di apostolato fra queste anime. Ed è per questo che supplico Lei, amato Padre, affinché si faccia interprete presso tutti quanti amano lavorare per la salvezza delle anime, perché ci vengano in aiuto. Il problema prospettato è grave: urge mettere sempre più in valore in tutte le forme il Cattolicismo con missionari ben preparati, con scuole di ogni genere… e questo nel più breve tempo possibile… se no, forse arriveremo irreparabilmente in ritardo o con risultati non proporzionati al grande lavoro. O anime buone, che amate il Signore, dateci abbondantemente i mezzi per farlo amare.

Ci benedica tutti.

Suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti






2.1.3 537 /Circolare Salesiani / 1930-2-11 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Missione Indip. di Miyazaki.


11 febbraio 1930

Carissimi,


Avvicinandosi la S. Quaresima vi prego: di dare le norme opportune pel digiuno e astinenza. Di favorire per quanto si può il pensiero e la pratica devozione alla Passione di N. Signore.

Di insistere specialmente sull’istruzione catechistica e sull’educazione dei figlioli secondo lo spirito cristiano.

In caso di concessioni di dispense matrimoniali prego notare accuratamente sullo “status animarum” o su registro apposito la dispensa.

Là dove è possibile per una buona preparazione alla Pasqua si tengano conferenze o tridui o missioni o si scrivano lettere ai lontani, dando a tutti la comodità di compiere i loro doveri cristiani.

Gesù risorga attivamente in ognuno di noi.

Vostro in Cristo Gesù

Don V. Cimatti

2.1.4 538 /Circolare salesiani e F.M.A. / 1930-2-12 /

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alle Comunità dei Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone



12 febbraio 1930


        1. Prego avvicinandosi la S. Quaresima, di dare ai subalterni: le norme opportune per il digiuno e l’astinenza – favorire in essi la devozione tenera e pratica verso Gesù Crocifisso – rafforzare l’istruzione catechistica.

        2. Essendo S. Giuseppe protettore della Chiesa di Miyazaki – per prepararsi bene alla sua festa – non si dimentichi la pia pratica del mese a Lui dedicato.

        3. Per facoltà concessa dalla S. Sede permetto alla Madre Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice e alle Suore da Lei designate di poter lavare purificatoi e corporali (mettendo la prima acqua di lavaggio nel Sacrario o nel fuoco).

Pregate per i bisogni materiali e spirituali della Missione.

Don V. Cimatti, sales.


2.1.5 539 /Ricaldone Pietro / 1930-2-17 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 17 febbraio 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


La presente per augurare a Lei e a tutti i Superiori ottime e sante Feste a nome dei missionari del Giappone.

Tutti, tutti fraternamente uniti a chi per noi rappresenta il Superiore delle Missioni la preghiamo:

    1. di accettare auguri e preghiere

    2. di fare Lei le nostre parti all’amatissimo Rettor Maggiore (cui ho scritto), al Sig. Don Tirone, Sig. Don Giraudi, Sig. Don Vespignani, Sig. Don Fascie, Sig. Don Candela ed al carissimo Sig. Don Gusmano.

    3. di non dimenticare i suoi amici lontani che attendono con fiducia l’aiuto, il consiglio, la preghiera.


A fine mese scriverò più dettagliatamente.

Preghi preghi preghi specialmente pel suo povero

Don V. Cimatti, sales.

2.1.6 540 /Cimatti Raffaella / 1930-2-19 /

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2.1.7 a Suor Maria Raffaella Cimatti, sua sorella

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Miyazaki, 19 febbraio 1930

Carissima,


Grazie della tua e delle belle notizie. Della gentile vostra offerta e del Sig. Canonico avevo già ringraziato personalmente. Forse è andata perduta la lettera. Ad ogni modo ricevendo l’annuncio da Torino ripeterò.

Allegra sempre. Sicuro pregheremo vicendevolmente per fare una buona morte. Ossequi al Sig. Canonico, alle singole Consorelle. Ma quando torno non verrò mica di notte… voglio che mi facciate i maccheroni! Allegre tutte ché il Signore ci vuole bene.

Tuo D. V. Cimatti

541 /Tonelli Antonio / 1930-2-20 /


2.1.8 a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice

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Miyazaki, 20 febbraio 1930

Mio amat.mo Don Tonelli,


Grazie della tua e come ti dicevo nella precedente, da te non desidero che preghiere per quella data… Se tu sei orso o porcospino, Don Cimatti che dovrebbe dire? Cerca pure nella serie animale o l’istrice o le serpi che toccate drizzano la testa… mah, shikata ga nai! dicono i giapponesi strizzando l’occhio (non c’è che farci)…

Lascia stare i rimorsi… per me vedo già chiaro che dovrò stare in Purgatorio fino al dì del giudizio. Ma ci starò per amor di Dio e passerà anche quello. Preghiamo ad invicem, sì, per fare una buona morte.

Per me è probabile che quest’anno sia l’ultimo. Se non è quest’anno, conto (se a Dio piace) continuare per 25 e poi vedremo.

Ad ogni modo vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, ecc. ecc. Allegro dunque mio vecchio Antonio e… niente paura. Il Signore ci vuole suoi.

Ti abbraccio. Saluta omnes.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Ho ripreso l’insegnamento delle scienze e per quest’anno voglio svolgere in forma popolare e facile le scienze naturali. Avrei bisogno che mi facessi inviare a mezzo SEI o Viano (coi quali ho conto corrente) N. 10 copie di un libro che in forma sufficiente (non devono dare l’esame di Stato): desse nozioni di zoologia, botanica, geologia… generali e più che dettagli morfologici e anatomici desse idee. Un volume solo o più volumi; per me m’aggiusto. Se il libro analogo vi fosse per la fisica e chimica invia pure 10 copie anche di questo. Tale programma deve svolgersi in due anni: quest’anno faccio scienze naturali – un altro anno il resto, (se sono vivo). Non c’è quindi da preoccuparsi. Un libro che abbia idee chiare, un po’ aggiornato e che serva. Don Cimatti poi si aggiusta. Fa’ al più presto l’ordinazione e uniscimi tutti i libri (una copia) traduzione del Faber: “Istinti degli animali” (sono tradotti ad usum Delphini, ma…) e il “Bel Paese”. La “Storia di un boccon di pane”… Ti faccio lavorare, ma è per i nostri chierici. Ci fossero libri di volgarizzazione di scienze, unisci… e se avete doppioni in biblioteca… Grazie! Come vedi ti faccio lavorare.

2.1.9 542 /Zanuso Guglielmo / 1930-2-20 /

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a Don Guglielmo Zanuso, salesiano dell’Ispettoria Veneta



20 febbraio 1930

Cariss.mo Zanuso,


Grazie del tuo letterone. Ben volentieri prego per le realizzazione del tuo ideale o meglio della tua vocazione. Affidati a Maria A. e D. Bosco e ai tuoi Superiori e non temere.

Conosco le vicende di D. Marroncini, mio carissimo allievo, come quelle dell’arcicarissimo D. Grigoletto, e se ti raccontassi le mie, vedresti che il Signore nel dare la vocazione (come l’ha data a te) dà pure i mezzi per realizzarla – quindi sta’ solo attento a corrispondere alla medesima. In che modo?

  1. Facendo il tuo dovere.

  2. Ascoltando quanto ti dicono i superiori

  3. E mettendolo in pratica

Allegro allegro. Prega per me ed il povero missionario prega per te.

Tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

543 /Circolare Salesiani e Missionari / 1930-2-27 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria S. F. Sav.


Miyazaki, 27 febbraio 1930

Carissimi,


Vi prego di comunicare alla Comunità alcune deliberazioni prese nel Consiglio del 24-25 c. m.

A nome dei Superiori vi presento il Consiglio della nostra Visitatoria costituito dai M. R. D. G. Tanguy, Don Cavoli Antonio, e Don Piacenza Pietro, economo.

Mentre ringrazio questi confratelli per il lavoro così bene compiuto durante l’assenza del sottoscritto e confermo ad ognuno i precedenti mandati, prego vivamente i singoli confratelli ad esporre in qualsiasi tempo anche a questi veri aiutanti miei con tutta libertà e fiducia quanto credono tornare utile al benessere dell’intera Visitatoria. Per venire in aiuto al moltiplicato lavoro della missione che sente sempre più il bisogno di nuovo personale si dispone:

Che la cura domenicale e festiva dei cristiani di Takanabe sia affidata alla casa dello studentato.

Che in aiuto a Miyazaki alla domenica e giorni festivi si inviino con turno bimensile due chierici. Si computerà questo esercizio nel loro triennio pratico.

Occorre pensare seriamente alla questione economica. Si insiste a che ogni casa escogiti mezzi per migliorare la propria situazione finanziaria questuando fra parenti, amici, benefattori. L’attività dei singoli confratelli può certo molto.

Il Visitatore aiuterà in proporzione di quanto riceve intuitu Societatis o per destinazioni determinate. Per iniziare sia pure per ora solo sulla carta la Casa Visitatoriale, per l’art. 350 dei nostri regolamenti si determina che:

Ogni casa rilascerà mensilmente il contributo di tre elemosine di Messe, valutate a 1 Yen l’una, per ogni sacerdote. Il Visitatore ritiene l’offerta per la Pia Opera del S. Cuore. Le offerte dei benefattori, cooperatori o sussidi dei Superiori senza destinazione particolare. Ed eventuali offerte od entrate di genere vario. Al desiderio espresso da vari confratelli di avere giornali, riviste, ecc. straniere, si dispone che i Direttori delle case decidano caso per caso secondo le locali necessità o lavori speciali affidati ai confratelli.

Constatata la necessità di affrettare il trasporto della casa di Studentato a Takanabe, si delibera:

Di fare al più presto un sopralluogo per determinare il quantitativo d’acqua, la scelta del luogo ove iniziare la costruzione. Iniziare al più presto i lavori, possibilmente sotto la nostra sorveglianza, affidando lo svolgimento dell’impresa al S. Cuore di Gesù. Se entro l’anno ci è dato poter trasportare lo studentato a Takanabe promettiamo: di dedicare al S. Cuore la chiesa, il Super. della Miss. consacrerà la Missione al S. Cuore di Gesù, di erigere un monumentino ricordo della grazia ottenuta.

La festa o triduo del nostro Beato Don Bosco è fissata a Miyazaki per la prima domenica di Giugno.

Si desidera che le singole case entro il mese di Marzo inviino proposte concrete al riguardo.

Amiamoci tutti nel bene. Il mese e la festa di S. Giuseppe e il santo tempo quaresimale sono una magnifica circostanza.

Di tutto cuore nel Signore:

Vostro

Don V. Cimatti

2.1.10 544 /Circolare Salesiani / 1930-2-27 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Missione Indip. di Miyazaki


27 febbraio 1930

Carissimi,


Godo di comunicarvi alcune deliberazioni prese nel Consiglio 24-25 c. m. e che prego di comunicare ai missionari.

In forza del can. 302 chiamo a far parte del Consiglio della Missione i missionari che già fanno parte del Consiglio della Visitatoria e a cui i singoli missionari potranno con tutta libertà e fiducia manifestare quanto credono utile pel buon andamento della missione.

I Salesiani dello studentato sono incaricati del servizio religioso festivo di Takanabe. Ad aiutare pure la residenza di Miyazaki si presteranno con turno bimensile due chierici dello studentato.

Si spera presto che le suore siano in grado di fornire alle singole residenze le s. ostie. Sarà bene che i singoli capi-residenza si mettano in relazione con esse per le modalità quantitative, ecc.

Per le Sottoresidenze (non residenza stabile del missionario) si stabilisce ad experimentum quanto segue:

Il Superiore della Missione conferisce la sede al Missionario; per l’amministrazione spirituale e materiale delle sottoresidenze è alle dipendenze del Superiore della Missione, che fornisce i mezzi: denaro e dotazione della sotto-resid.

Per tutto il resto è alle dipendenze dirette, come ogni altro confratello missionario, del superiore della casa o residenza cui appartiene.

Colla organizzazione del personale (come già sapete) Don Cavoli ha la responsabilità della residenza di Miyazaki – Don Piacenza continua ad avere quella di Nakatsu – Don Margiaria assume quella di Oita – a Don Lucioni è affidata la sottoresidenza di Tano… Il Consiglio ha approvato:

La trasformazione di alcuni locali della residenza di Oita per renderli più usufruibili. Il progettino di Nakatsu per preparare un locale che permetta l’inizio del lavoro spirituale anche per le ragazze.

Si esortano i singoli missionari ad adoperarsi attivamente a studiare tutti i mezzi buoni per attirare simpatie alla missione di amici, parenti, persone facoltose, associazioni di beneficenza, ecc. onde far fronte alle crescenti necessità finanziarie. Occorre pensare anche alla dotazione della futura missione, dotazione che può essere formata da beni mobili e immobili. Non si lasci di far ricerca o tener d’occhio eventuali buone occasioni.

In attesa che si possa far presto effettuare un centro di propaganda della Missione, si raccomanda vivamente alle singole residenze la cura del materiale e macchinari di proiezione e fotografia e in genere di propaganda.

Avendo centinaia di offerte per battesimi si esorta quando non si hanno intenzioni obbligatorie speciali, di darli (per ciò che si riferisce a l’imposizione del nome) secundum superiorum intentionem a datare dal prossimo marzo, e segnalarli al Centro.

Nella prossima Quaresima sacrifichiamoci volentieri per l’istruzione religiosa dei fanciulli e per preparare tutti alla S. Pasqua.

Facciamo nostri i dolori di Gesù ed applichiamoli colla preghiera, col lavoro, colla mortificazione nostra alle anime a noi affidate.

Vostro nel Signore

Don Vincenzo Cimatti

2.1.11 545 /Tanguy Giovanni / 1930-2-… /

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a Don Giovanni Tanguy, missionario salesiano in Giappone


Consiglio Ispettoriale

[Febbraio 1930]

Carissimo Don Tanguy,


Veda se può per martedì prossimo tenersi libero da scuole nella mattinata (così un po’ lunedì sera dalle 5, 30 e martedì mattino) per fare un po’ di capitolo.

Ordine del giorno:

  1. Relazione sulle varie case. Residenze e sottoresidenze. Loro amministrazione.

  2. Takanabe – Studentato.

  3. Cassa ispettoriale:

    1. contributo case

    2. Opera S. Cuore

    3. Cooperatori e benefattori

    4. Varie

  4. Come alimentare la cassa delle case:

    1. contributo o sussidi visitatoriali

    2. attività dei singoli.

  5. Missione e Società salesiana (Rispettivo consiglio)

  6. Festa di Don Bosco.

Don V. Cimatti

2.1.12 546 /Tonelli Antonio / 1930-3-1 /

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a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



[1 marzo 1930]

Mio Don Tonelli,


Grazie del tuo affettuoso ricordo. Ma sicuro! In quel giorno (come sempre del resto) saremo come 25 anni fa, con l’augurio vicendevole di essere vicini al 50.mo.

Se a metà luglio sono ancora in vita, ti posso quasi assicurare di esserci… se piace al Signore.

È Don Cimatti che deve ringraziare te… Beh!… ad invicem.

Saluta Don Picca sempre giovane nella sua virilità.

Tuo sempre

Don V. Cimatti



N.B. Quanto sopra è scritto dietro ad un gruppo fotografico degli studenti di filosofia. L’aggiunta dice:

Arie pensose… a che si riduce la filosofia!!! Meno male che il buon Don Toni [Cojazzi] fa questioni di bistecche…

Don V. Cimatti

2.1.13 547 /Giardini Mario / 1930-3-8 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 8 marzo 1930

Eccellenza,


Dopo lunghe peregrinazioni di una settimana (assestamento definitivo di Oita e Nakatsu – convegno a Biwasaki – due concerti riuscitissimi a Sasebo – idem uno a Yatsushiro, puntata a Kagoshima) tornando trovo la sua paterna lettera ed il sussidio provvidenziale. Oh, davvero che Vostra Ecc. è per noi uno dei ministri più vicini della Provvidenza! Grazie di cuore ed il buon Dio Le dia modo di venirci sempre in aiuto… specialmente quando… urge il bisogno… e nella famiglia salesiana, specialmente giapponese, urge sempre…

Credo che in Congregazione siamo davvero i più poveri… Salvo quel po’ di povero corredo personale… non c’è altro.

Lei sa che siamo agli albori dello “Shadan”[Ente morale]. Eppure giorno per giorno (e si può dire che non passa giorno) la Provvidenza ci pensa. E vedesse alle volte per quali vie impensate e curiose… Evviva la santa povertà! Grazie dunque di cuore.

Ed ora un piccolo resoconto. Per le Suore di Biwasaki abbiamo concluso così:11

  1. Stenderemo insieme proposte concrete per le due branche: sani e ammalati.

  2. Intanto accolgano pure ragazzi. Alcuni potrebbero già essere raccolti subito dai Salesiani (momentaneamente affidandoli a famiglie cristiane) o dalle suore (se ragazze).


Vedremo, e abbozzata la cosa desidererei il suo parere. Però ora le accetterei come lavoro della Missione, in attesa che ci siano laboratori nostri.

Per lo “Shadan” faccio fare conforme a quello di Kagoshima e avviserò V. E. quando la pratica sia a Tokyo (e non sarà troppo presto).

Voglia V. E. continuare la sua benevolenza e più le preghiere per i figli di Don Bosco e se può mi abbia presente specialmente il 18-19 Marzo, per una grazia speciale per l’anima mia.

Per la festa di Don Bosco resterebbe dunque fissato il primo Giugno a Miyazaki e nella settimana seguente nelle altre residenze in forma civile (concerto – discorso), perché le domeniche seguenti (Pentecoste e SS.ma Trinità) non è lecito.

Ed ora un duplice consiglio prima di fare le domande ufficiali. Nel programma delle feste vorrei una commemorazione ufficiale pubblica. Avrei pensato di pregare l’Ammiraglio Yamamoto, ma nelle condizioni di lutto in cui si trova, accetterà? È conveniente fargli la domanda?

Crede Lei opportuno invitare per l’occasione, sia pure per fare un discorsetto il Console Comm. Guasco che mi dicono parla bene il giapponese?

Oppure a chi di altri affidare la Commemorazione? (P. Iwashita, P. Totsuka?…).

Abbia la bontà di aiutarmi in questa delicata faccenda… e ne avrà il grazie cordiale dei figli e la benedizione del Padre.

All’occasione ossequi a P. Cerroni. Raccomandandomi alle sue preghiere, col più vivo ossequio a nome di tutti:


Dell’E. V. Rev.ma

Don Vincenzo Cimatti

Salesiano

2.1.14 548 /Rinaldi Filippo / 1930-3-10 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 10 marzo 1930

Amatissimo babbo,


Grazie della sua ultima e del ricordo pel venticinquesimo.

Tenterò di fare da S. Giuseppe, ma ci vuole altro che la mia povera testa.

Benché un po’ in ritardo (perché assente da una settimana per concerti e sopralluogo per il necessario sviluppo della missione e dell’opera nostra) eccole il mio rendiconto e qualche riflesso sui confratelli.

Per Don Cimatti: nulla di speciale. Salute ottima. Lavoro non manca. Non so adattarmi a fare il Superiore né della missione, né dell’opera nostra, perché non ho i numeri. È vero che non deve Don Cimatti determinarli questi numeri (che spetta ad altri), ma di fronte alla realtà e responsabilità è mio dovere protestare e protesterò sempre, perché lo ritengo mio grave dovere, perché sono affari di anime.

Superiori e confratelli hanno desiderato e voluto facessi il Superiore della Missione ed il Visitatore. Che vuole? Per me vedo anche in questo una buona lezione di umiltà che mi ha mandato il Signore… e vada per il bene dell’anima mia… Darò consigli, invigilerò… ma non concluderò nulla, perché ho la persuasione intima che tutti gli altri sanno fare molto meglio di quello che possa vedere Don Cimatti e perciò, nell’ambito delle facoltà e delle regole permetto omnia purché il bene si faccia. Il Signore desidera che non lo faccia non Cimatti, ma altri (e ne muoio dalla voglia) e Deo gratias!

Per me vedo già davanti il Purgatorio fino alla fine del mondo. Non ho forza per comandare… Che vuole? Non mi so ambientare al Superiorato. Vedano un po’ i Superiori se non sia il caso di pensare allo sdoppiamento dei poteri? Per me lo riterrei utile, perché sono della teoria che ciò che è da farsi è meglio farlo subito.

Per le mie pratiche di pietà, mi pare ci siano accenni a miglioramenti. Prendo la palla al balzo e cerco… ma siamo ancora assai lontani dalla perfezione.

Prego Gesù che mi aiuti a non guastare.

Per i Ss. voti è un momento di calma buona. Carità e buon accordo con tutti. Per ora non vedo disordini – mi pare che tutti siano davvero animati da buona volontà.

Nelle residenze: salute generale buona, grazie a Dio. Lavoro per tutti più che sufficiente.

Nakatsu: nulla di variato…

Miyazaki: è forse la casa dove sono più carichi di lavoro. Il Signore benedice e avrei bisogno di personale e mezzi per moltiplicare il bene, ma finora non è possibile.

Il bilancio dell’apostolato va crescendo e piange il cuore non poter fare quanto si potrebbe per le solite ragioni. Il bravo Don Ricaldone raccomanda di restringersi, ecc. ma che vuole? O si lavora… e allora il campo in missione si allarga, o non si lavora… e allora non facciamo il nostro dovere. Sono conclusioni che poi vanno a sbattere sempre contro il problema uomo e denaro…

Ad ogni modo ci deve pensare il Signore.

Suore: vanno assestandosi: c’è un campo immenso in cui mettersi a tempo opportuno.

Studentato: Deo gratias. Finora tutti bene e il personale e i chierici. Non le faccio rendiconto speciale non essendoci novità per nessuno.

Tutti calmi, allegri, in salute, nella s. povertà e pare corrispondano. Invio la breve relazione al Sig. Don Ricaldone e Don Fascie del come si è organizzato l’orario e il programma.

Attendo che il S. Cuore si faccia onore per toglierli ai più presto dalla dolorosa condizione di locale e mezzi in cui si trovano. Faxit Deus!

Ad aiutare Miyazaki ho creduto mio dovere instaurare la tradizione che i chierici (2) vengano ad aiutare il missionario (per turno bimensile): farò poi ai Superiori la proposta per l’abbuono di un anno di triennio pratico.

Per il vitto – come d’intesa – lasciano la frutta a mezzogiorno e la prendono a merenda con un po’ di pane.

E per ora basta, mio buon Padre. Preghi per me. È da un po’ di tempo che il Signore mi tratta troppo bene. Può essere segno di molte cose: l’avvicinarsi della fine o la preparazione di burrasche. Sono nelle mani di Dio. Prego i Superiori a non dimenticare le difficoltà spirituali in cui mi trovo dovendo fare il dovere con la perfetta persuasione di non poterlo compiere perché non so farlo.

Preghi dunque per la povera anima mia e per quella dei suoi figli lontani.

L’abbraccia il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Don Fontana mi ha comunicata la dolorosa notizia di Shiu Chow.12 Ho scritto all’Ispettore, a Don Guarona a Macao. Se il Giappone in qualche cosa può aiutar i fratelli di Cina siamo pronti. Mi benedica e voglia bene all’anima mia.

2.1.15 549 /Rinaldi Filippo BS / 1930-3-10 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 10 marzo 1930

Fiori, Fiori, Fiori13

Amatissimo Padre,

È la stagione dei fiori! Oh, come vorremmo vedere, in mezzo allo sfolgorio di fiori davvero fantasmagorico di cui si riveste il Giappone in questo tempo, un analogo sfolgorio di anime attratte a Dio, e di queste inghirlandare a profusione il suo trono.

Amore dei fiori meditazione sui fiori sono atti naturali per l’anima di questo popolo caratteristico. I fiori suggeriscono al Giapponese molte feste popolari; ad es. al 3° giorno del 3° mese quando già i prugni son fioriti e iniziano la loro fioritura i ciliegi è la festa delle bambole per le ragazze; al 5° giorno del 5° mese, quando sbocciano gladioli e artemisie è la festa dei fanciulli.

La beltà passeggera dei fiori, il loro sbocciare – il loro svanire suggerisce melanconie dolci che i Giapponesi esprimono nelle loro nenie, nelle tremule melodie del loro flauto, nei loro corti, deliziosi poemi… “I fiori sbocciano – allora si guardano – allora si sfogliano – allora…”. E simbolizzano nei fiori le qualità morali (purezza, gioia, amore, bellezza) e nel vedere i loro ciliegi in fiore (secondo un’antica espressione giapponese) come se le nuvole trasformandosi in bioccoli di lana delicatamente tinte dal sole che tramonta, discendessero dall’alto per sospendersi ai rami, – nel vedere le azalee a grossi ciuffi rivestire intere colline, o i glicini dai rami di 20-30 metri con enormi grappoli di fiori bianchi o viola a guisa di fluenti cascate, – o le foglie rosso-sanguigne dell’acero – o gli estesi campi di bianco loto, di variopinti giaggioli – i Giapponesi si esaltano, gioiscono, meditano… Fiori, Fiori, Fiori!

Permetta la lunga parentesi che mi ha portato più lontano di quel che pensavo.

Da un lato splendore di bellezze naturali riversate a piene mani dal buon Dio; dall’altro lato la realtà della condizione della maggior parte di queste povere anime!

Per noi i nuovi fiori che la carità dei Superiori ci ha permesso di trapiantare in questa terra benedetta.

Per il Giappone semi che cominciano a germogliare preludendo allo svolgersi delle vocazioni indigene! – Una vera ridda di idee consolanti e deprimenti; ideali e forse sogni lontani, che hanno la loro prima sia pure sporadica manifestazione, vengono ad affiancarsi al lavoro quotidiano sempre crescente, e, grazie a Dio, fruttuoso.

Le parlavo dei nostri nuovi fiori, nostre speranze. Giovinezze immolatesi per il bene, i nostri giovani studenti – le Figlie di Maria Ausiliatrice – un gruppetto di aspiranti di cui spero darle definitivo annunzio nella prossima volta.

In una modesta e piccola casa di fitto, priva del conveniente come casa di studio e di formazione, hanno iniziato la loro vita giapponese i nostri chierici.

Già vari dei nostri oratoriani ed oratoriane domandano di essere aspiranti o di lavorare per la nostra pia Società o tra le Figlie di Maria Ausiliatrice; perciò in attesa che la Provvidenza ci invii i mezzi necessari, abbiamo aperto a Nakatsu un piccolo aspirantato.

Si sente la necessità del nostro piccolo Seminario per la formazione del clero indigeno: ora siamo obbligati per mancanza di locali e di mezzi ad inviare quelli che la Provvidenza ci manda al Seminario di Nagasaki.

Poveri fanciulli abbandonati, giovani desiderosi di apprendere un mestiere e che per necessità di cose debbono collocarsi presso padroni pagani, vecchi ammalati e derelitti, reclamano l’aiuto del missionario.

Non le faccio, o amato Padre, il quadro delle condizioni dolorose in cui si trova la gioventù femminile! Eccole i nostri fiori.

Fiori di anime da salvare; grappoli di fiori umani con cui inghirlandare la Vergine; splendenti variopinti fiori di anime giovanili, che per mezzo dei poveri figli di Don Bosco vogliono diventare tutte di Dio; fiori di corpi sofferenti, e martoriati; fiori di anime schiave del demonio che vogliono essere curate, che vogliono svincolarsi da quei legami e guarire.

Ecco i nostri fiori, molto più belli dei fiori naturali e per i quali i missionari si esaltano, gioiscono, pregano, si sacrificano… e a lavorare per i quali implorano l’aiuto di tutti i buoni, la cooperazione degli amici lontani, il sacrificio di quanti amano il buon Dio e l’avvento del suo regno. Oh quando potremo tra la fantasmagoria di colori, tra questa gioia di bellezza naturale, incastonare come gemme preziose tutte le anime dei nostri cari Giapponesi redenti dal sangue di Gesù Cristo! Oh, sarà allora la vera, la bella, l’eterna primavera! Preghi, amato Padre, affinché i suoi figli anche nel lontano Giappone si conservino fiori olezzanti di virtù.

Tutto suo aff.mo

Sac. Vincenzo Cimatti





2.1.16 550 /Ricaldone Pietro / 1930-3-10 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 10 marzo 1930

Mio Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Conforto, gioia, speranza si riversano alla lettura della sua carissima e più un senso di viva riconoscenza per le preziose norme, su cui tutti ci modelleremo per fare sì che tutto proceda bene.

Riconoscenza speciale per parte mia che più di tutti sento di averne bisogno, per non rovinare le cose. Che vuole? Il Signore mi ha dato un cuore che si effonde troppo e fanno specialmente per me le osservazioni ultime che già ho cominciato ad attuare.

Grazie del bene fatto all’anima mia, e come sempre, intendo (perché è in me sentito e preciso dovere) rinnovarle la persuasione della mia inettitudine e pregare i Superiori a buttarmi in un canto come minimo gregario.

Ho ricevuto la Provvidenza di cui Lei fu ministro e per qualche mese tireremo avanti. Ho cieca fiducia nella Provvidenza che deve in quest’anno darmi i mezzi di togliere i nostri chierici dalla situazione in cui sono: la presente non può essere casa di formazione e per la strettezza del luogo (ci liberi Gesù dal gran caldo pel bene delle anime dei confratelli) e per essere sulla pubblica via, avendo di fronte bettole, e per la privazione di tante cose.

È bene che sia cominciato così, ma non si può continuare. Le ho già detto che per me confido poco negli aiuti di Don Torquinst – me li auguro conformi al necessario, ma temo il superfluo e più le viste particolari dell’individuo, che potrebbero portarci in campi da cui non so come faremmo a cavarci. E con me la pensa così anche Don Piacenza.

Ad ogni modo siamo tutti strumenti nelle mani di Dio che sa quanto abbiamo bisogno. Farò del mio meglio e faremo tutti del nostro meglio, ma mio amato Sig. Don Ricaldone, accoglienza fraterna, affettuosa, non saprei far altro – più le comodità possibili in Giappone.

Non posso, né so far altro.

Creda, amatissimo Sig. Don Ricaldone, per me (sono matto, vero?) ho paura (non so perché) dei denari di Don Torquinst. E glieli ho domandati e sarò obbligato a domandarli, ma ho paura per la Congregazione. Il Signore sa e farà fare le cose per il bene.

Per ora le residenze sono a posto ed il lavoro procede. Lei mi parla di stasi, ma se si lavora, il lavoro si moltiplica e in Giappone ciò che porta via molto è il lavoro singolo, non potendo essere troppo forte quello in massa.

Certo, fra due anni tutti i missionari saranno ben sollevati. Ma Lei ci aiuti.

Insisto fin d’ora, pensi in tempo al nuovo personale pel prossimo anno.

        1. Almeno un buon prete,

        2. Almeno due buoni chierici che debbano fare il tirocinio e che possano far scuola (pensi che trasportandosi a Takanabe la casa, non si può andare su e giù tanto facilmente).

        3. Un buon coadiutore o due (ci vorrebbe un panettiere e uno di campagna).

        4. Almeno 8 chierici per il primo anno di filosofia.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, la ricordiamo tutti tutti tutti e la ringraziamo di quanto ha fatto e fa per noi. Ma ricordi che pel Giappone, più si tarda e più non arriveremo a influire neppure indirettamente sulla marea proletaria operaia che avanza rapidamente. Preghi e faccia pregare per la sbudellata missione perché ha alla testa un gnocco come

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. - Per le notizie dolorose della Cina mi sono messo a disposizione: se per rifugio o in altra forma possiamo essere utili, eccoci pronti a tutto. Fra una decina di anni, se non prima, la volta sarà del Giappone. Deo gratias per chi ci sarà.

2.1.17 551 /Don Alberto Caviglia / 1930-3-11 /

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a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco



Miyazaki, 11 marzo 1930

Mio amat.mo D. Alberto,


Il ritorno annuale della festa onomastica – l’avvicinarsi della S. Pasqua mi spingono a ricordarla più del quotidiano ricordo. Lei ha fatto del gran bene all’anima mia, mi ha fatto conoscere meglio D. Bosco e come potrò adeguatamente ringraziarla? Accetti adunque, D. Alberto mio, l’espressione sentita, riconoscente, materiata di preghiere secondo le Sue intenzioni.

Sto rimettendomi al lavoro accumulatosi e incomincia il tram tram ordinario. I Superiori e i confratelli vogliono che faccia il Superiore, che non mi leghi a questa o quella casa. E siccome Lei sa che a fare il Superiore non son capace, faccio quel che posso per salvarmi l’anima e riuscire ad andare in Purgatorio, dove per le mie fesserie dovrò stare per tempo indefinito. Preoccupazione (ho detto male!) lavoro per me per essere un buon Salesianetto – per la missione e opera nostra per mettere radici e consolidare – per i confratelli per volerci bene… ma sono così lontano dal riuscirci che alle volte insieme al lavoro per mantenere i figliuoli, c’è da rimanere preoccupato, senza però perdere la pace e serenità. Sono cose che interessano il mio interno e le relazioni col Signore, che spero me la manderà buona usque in finem e non mi lascerà demolire l’opera delle Sue mani.

E Lei, D. Alberto sempre bene? Lo spero, lo desidero, lo prego di cuore. Ha commissionato il Sacro Cuore e della stessa altezza potrebbe farmi fare un’Ausiliatrice che dovrebbe fare pendant con il Sacro Cuore? Veda di farmi questa carità. Ma bella v’è, bella come farà bello il S. Cuore e possibilmente in legno. Purtroppo tutte le statue in terra finora arrivarono in condizioni pietose.

E gli amici? D. Bensi corregge ancora lavori di latino e greco? D. Pagella! Chissà che combinazioni sull’organo! Oh, Lui beato! E Mini? e Carlo e Ferrero? E tutti gli altri? Cominciando dal Sig. Direttore e a destra D. Calvi e seguenti e a sinistra D. Notario, D. Felice e tutti i seguenti. Quanti ricordi di lavoro, di buoni esempi ricevuti. Grazie a tutti. Pregate per me specie in quest’anno. Povero Signore mio! Oh che giubileo meschino posso offrirgli se penso alla mia vita. Pregate per me e nei limiti del possibile aiutate questa povera missione. Ho avuto presenti omnes et singulos specie nel giorno di San Giuseppe e specie D. pompignoli. Quando penso poi a D. Brezza e ricordo Faenza, sono vere ondate di ricordi. Grazie caro D. Luigi.

Mio buon D. Alberto le do, come vede, un po’ di lavoro ma Lei lo fa volentieri ne son certo, e si faccia Lei interprete. Ma proprio14 efficace, presso i singoli. Lei inter-prete è il più indicato (farò piovere?). A D. Ruffini che mi ricordi agli Oratoriani. Un abbraccio a tutti di gran cuore

Dev.mo

D. V. Cimatti, sales.

552 /Liceisti Valsalice / 1930-3-11 /


ai Liceisti di Valsalice


Miyazaki, 11 marzo 1930

Miei buoni amici e benefattori liceisti,


Grazie del continuo ricordo che avete specialmente nelle vostre preghiere per questa missione.

Continuerò l’argomento iniziato ed oggi vi dirò qualche cosa sulla pittura giapponese. Attualmente in Italia vi è un’esposizione d’arte giapponese. Chissà che alcuni dettagli non servano a chi per caso potesse vederla.

È certo la pittura l’arte per eccellenza in Giappone, ma difficile a determinarla nella sua origine, nei suoi artisti, nell’autenticità delle opere.

Pensate ai frequenti incendi, al cambio continuo di nome ed avete già in mano qualche cosa per orientarvi. L’amore della natura, la facilità (data la forma della loro scrittura) di maneggiare il pennello e di colpire in sintesi le cose, sono altri elementi caratteristici.

Le pitture sono in due forme: “Kakemono” (pitture su carta o seta appesa su un rettangolo di carta forte, stoffa sostenuta da regoli, che si appendono alle pareti e si può rotolarle come una carta geografica), o “Makimono”, una specie di libro per immagini che si viene srotolando in mano nel senso della larghezza. Le pitture più antiche (sorte dal buddismo) servono ad ornare i templi (le più antiche risalgono al settimo secolo). Visi calmi, sereni, giocondi.

Al sec. IX (nono) compare la vera scuola giapponese: scene di vita reale e caricature. Più tardi la miniatura e il paesaggio e dal sec. XVI pittura di animali e fiori e più tardi ancora soggetti sociali di ogni genere tanto nei costumi che nella tenuta di casa. Ma visto che la pittura era troppo costosa misero l’incisione a servizio della pittura e cominciarono quelle mirabili incisioni a stampa (fin dal sec. IX) che per la finezza dei dettagli, per la varietà dei colori, per la qualità della carta sono davvero inimitabili.

Modernamente vengono adattandosi e incominciano a dare segni di un rinnovamento dell’arte giapponese a tipo moderno.

Ed ecco miei buoni amici che anche in questo campo i nostri giapponesi hanno anche da insegnare a noi qualche cosa in questo punto loro caratteristico.

Vorrei intrattenermi più a lungo con voi, ma in parte è ritornata per me la vita di insegnante e bisogna prepararsi alle lezioni di scienze e di pedagogia e quindi il tempo già limitato fila ancor di più.

Vogliate continuare a ricordarvi di noi tutti e state sicuri che i lontani vostri amici non dimenticano la vostra bontà e carità e pregano per il buon esito dei vostri studi e per le vostre famiglie. Vi benedica il Signore.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.18 553 /Grigoletto Giuseppe / 1930-3-11 /

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al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 11 marzo 1930

Mio buon Giuseppe,


Non sono ancora a posto dopo la lunga assenza.

Questa ti arriverà a S. Giuseppe finito, ma puoi pensare e credere che in quel giorno…

Grazie! Don Cimatti non ti sa dire altro e ti assicura riconoscenza qui e al di là.

Belle le poesie che in altri tempi avrei musicato, ma ora bisogna pensare al Giapponese…

Dunque animo. Allegro e fatti buon prete.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.

2.1.19 554 /Giardini Mario / 1930-3-14 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 14 marzo 1930

Eccellenza,


A nome dei Superiori, dei confratelli della Cina, cui notifico la cosa, a nome pure di noi tutti, il grazie cordiale per la sua viva partecipazione al nostro dolore e nello stesso tempo alla nostra gioia.15

Il buon Dio ci aiuti tutti ad essere degni di questi martiri che erano legati a Don Cimatti di vivissimo affetto.

Monsignor Versiglia fu mio assistente e primo insegnante di filosofia in noviziato ed il buon Caravario fu inviato da me dai Salesiani. Deo gratias!

Preghi per la mia povera anima.

Dev.mo

Don V. Cimatti

2.1.20 555 /Merlino Alfonso / 1930-3-15 /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


[15 marzo 1930]

Carissimo Merlino,


Per la parte che ti sarà affidata e specie colla preghiera coopera alla buona riuscita dell’iniziando Seminario.

Buona e santa Pasqua ed il Signore ti conceda la grazia di risorgere fortemente anche da qualsiasi piccola cosa (se ci fosse) che dispiacesse a Gesù.

Allegro e buono sempre e prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


2.1.21 556 /Tonelli Antonio / 1930-3-17 /

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a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



Miyazaki, 17 marzo 1930

Mio Don Tonelli,


Vedi la data. Eravamo nei momenti di santa trepidazione perché come domani il Signore ci avrebbe fatti specialmente suoi.

Voglio passare brevi istanti con te, per ricordare, per ringraziare il Signore, per donarci totalmente a Lui.

Mio Don Antonio, è difficile che possa esprimerti lo stato d’animo mio.

Se il Signore mi pigliasse con sé, starei certo in Purgatorio fino al giudizio universale. Sono disposto…

Tu prega per me e continuiamo ad amarci fraternamente nel Signore.

Se Gesù mi lascia in vita attendo da Lui aiuti e i mezzi:

    1. Per salvarmi (e questi certo me li dà).

    2. Per mettere a posto le nostre case: chierici e suore, di questi non so se utili al bene delle anime (lo credo) e ci saranno o ritarderanno. Ad ogni modo Fiat voluntas Dei.

Prega per me… non dico altro… non domando scuse o perdoni così necessari, perché non mi crederesti e nella tua bontà non lo credi necessario… ma con Dio è ben diversa la cosa.

Prega per me e saluta gli amici Don Picca e Lussiana specialmente.

Gli istanti sono volati, ma in Gesù resurrezione e vita siamo uniti.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.22 557 /Rinaldi Filippo / 1933-3-18 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 18 marzo 1930

Mio buon Papà,


È l’anniversario della mia ordinazione (25.mo) e desidero passare alcuni istanti con Lei, non per dirle novità, ma come sfogo a chi dopo Dio considero come parte integrale di me stesso. Ho tentato di commemorare nella tranquillità dell’anima questo avvenimento con una novena di preghiere e riflessioni che chiudo oggi.

Desidero che Lei pure si unisca al povero figlio per ringraziare il Signore della bontà verso la mia famiglia (di tre rimasti in vita ci ha chiamati tutti alla vita religiosa) e specialmente verso Don Vincenzo, l’ultimo.

Perdetti il padre (non l’ho conosciuto) e Gesù mi ha subito dato a Don Bosco, che ricordo di aver visto da piccino (tre anni, ed è uno dei pochissimi e fuggevoli ricordi d’infanzia) sul pulpito della Chiesa dei Servi di Maria a Faenza, mentre la mamma mi alzava sulle braccia sulla fitta moltitudine dicendo: “Guarda Don Bosco!”. E Don Bosco ha fatto suo anche mio fratello Luigi e per un tratto d’ineffabile bontà della Provvidenza il Signore ha voluto Don Vincenzo suo sacerdote.

Amatissimo Papà, non bassi pensieri, ma scottante realtà. Venticinque anni di cui non so se il Signore sia contento. Certo esaminandomi conchiudo sempre: dovrò stare in Purgatorio fino al giudizio universale. Non so quando mi vorrà con sé il Signore. Gli ho fatto tante volte il dono della vita. Mai ho sentito come in questi giorni la pochezza in valore di questo atto, ché sentivo di fronte alla realtà (sono così convinto di andarmene presto…) quasi un senso sia pure sfuggevole di ripugnanza, che faceva i pugni con l’offerta… fatta forse solo di parole.

Comunque avvenga… continuo a mettermi più efficacemente che sia possibile nelle mani di Dio. Preghi possa fare una buona morte e salvarmi l’anima. È quello che desidero, come pure quello di riuscire a fare il mio dovere.

Lei sa che la posizione mia attuale è per me la più dolorosa, date le mie condizioni di spirito. Non è il mio posto (non intendo né della mia inutilità ed inservibilità nelle mani stesse di Dio e che concludono per indebolirmi sempre più, nella già debole esecuzione del mio dovere in relazione agli altri, specie quello scuotere gioghi, né ribellarmi, né altro), l’ubbidienza è tanto più meritoria, quanto più costa… (e costa davvero! ): la superiorità che impone cosa a cui uno non è inclinato, e che non sa assolutamente fare perché privo di testa, delle cognizioni necessarie, è davvero l’incoerenza di pensiero più dura – e Don Cimatti si trova proprio in queste condizioni. È per questo, o amatissimo Don Rinaldi, e non per altro che Don Cimatti insiste.

Che vuole? Quasi 30 anni di lavoro passati in mezzo all’unico ambiente di Valsalice – fra lo studio e la scuola – fra una chiara e determinata categoria di persone – in mezzo all’attività anche del lavoro materiale, con scarsa preparazione alla vita sacerdotale dal punto di vista pratico – molto affetto e sentimento – enorme superbia – atto più alla materialità del lavoro che all’iniziativa e genialità del medesimo, ed altre miserie materiali e spirituali dovuti alla mia costituzione ed educazione precedenti, che vuole? Mi hanno sagomato, piallato così come sono e non come dovrei essere per fare il mio dovere.

È quindi come voler dipingere a nuovo un legno vecchio, o voler far fare la parte del pavone o dell’usignolo alla cornacchia, la vera condizione in cui mi trovo… e lo vedo così chiaro ed evidente, che finisco col persuadermi sempre più che c’è da dire: “È bene far così!”.

Ho voluto ripetere lo stato mio affinché i Superiori, sempre meglio mi conoscano e mi aiutino a salvarmi l’anima. Non voglio certo che facciano quello che desidera Don Cimatti, perché non è lui che deve comandare (per carità! ), ma è a scanso di responsabilità.

Conosco la sua risposta: “Fa’ quello che ti dicono di fare. Va’ avanti con semplicità…”. Tento. Ma di fronte alla realtà e alle anime non riesco ad acquietare questa stridente condizione di cose, essendo obbligato a fare, a decidere, a dirimere quanto purtroppo ho la convinzione precisa di non sapere fare, né decidere, né dirimere.

Sì, purtroppo, che queste mie lamentele non sono per l’animo suo le più belle cose – può essere anche (ed è certo) che questo dipenderà, come sempre, dalla mia superbia e dall’amore di pace – dal vedere che le cose andavano bene quando Don Cimatti non era tra i piedi – ma ho voluto ancora una volta chiaramente aprirle l’animo mio, come sfogo filiale – come faccio ogni giorno con Gesù, come farei, se fosse presente, con Don Bosco. Non ritornerò più sull’argomento. Mi benedica e preghi per l’anima mia.

Mi aiuti a ringraziare il Signore – mi aiuti a riparare le mie miserie e se muoio presto (quando vuole il Signore) a farmi molti suffragi – sono sempre nelle mani dei Superiori per quello che posso servire – a dignitatibus et fronzolis et a vestimentis coloratis libera me, Domine!

L’abbraccia nel Signore il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



A Lei e a tutti i Superiori ottima S. Pasqua a nome di tutti.

2.1.23 558 /Giardini Mario / 1930-3-25 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Risposta alla Circolare 20/30.

Oggetto: Seminario della Missione.


Miyazaki, 25 marzo 1930

Eccellenza,


In risposta alla circolare 20/30 in data 22/3/1930 mi pregio di rispondere:

        1. Nella nostra Missione non esiste finora alcuna sorta di Seminario.

        2. È già da tempo che vagheggio l’idea e tento la realizzazione della costruzione del Piccolo Seminario per le seguenti considerazioni:

    1. Va aumentando il numero delle vocazioni fra i giovani della nostra Missione (spero in quest’anno di arrivare alla decina), e per l’abbondanza delle vocazioni nella diocesi di Nagasaki non è difficile ottenerne anche da quell’Eccel. Vescovo.

    2. Non avendo finora la possibilità di avere il Seminario ho incominciato ad affidarli al Seminario di Nagasaki, ma dal punto di vista economico e dal punto di vista formativo, e perché in quel Seminario le accettazioni si fanno di due in tre anni, non si arriva a risultati pratici definitivi.

Spese rilevanti per la pensione, spese per andarli a trovare per tenerci un po’ a contatto con loro, formati in luogo diverso da quello che sarà il futuro campo di apostolato loro non si affezionano alla Missione che li mantiene, poco assistiti dagli altri, niente da noi – interruzione biennale o triennale dell’accettazione che arresta il gettito annuale delle vocazioni, sono le principali considerazioni che mi hanno indotto a fare già fin dall’anno scorso (dietro consiglio di Propaganda Fide e pel tramite dei Superiori della nostra Società) una speciale regolare richiesta alla S. Congregazione di Propaganda Fide per un sussidio straordinario di Lire trecento mila per la costruzione del Piccolo Seminario di Miyazaki. I cristiani della missione sono assai poveri (quasi tutti piccoli agricoltori) e quelli che generosamente consacrano i loro figlioli al Signore, mi hanno dichiarato che non possono assolutamente concorrere nelle spese; quindi salvo piccole collette tra i cristiani o qualche offerta in generi, la Missione non può disporre né contare su nulla di proprio, non vivendo a tutt’oggi che della bontà della Provvidenza quotidiana che non è mai mancata.

L’E. V. conosce quanto ai Figli di Don Bosco stia a cuore la formazione del clero indigeno, perché è insegnamento tassativo del nostro Beato Padre; conosce altresì la nostra assoluta povertà: oso pregarLa di appoggiare vivamente la mia umile richiesta.

Coi segni della più profonda stima, dell’E. V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, Sup. Miss.

2.1.24 559 /Giardini Mario / 1930-3-25 /

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a S.E. Mons. Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 25 marzo 1930

Eccellenza,


In risposta alla Circ. N° 19/30 in data 22 marzo 1930 mi pregio rispondere che:

in questa Missione negli anni 1928-1929 non vi è stato nessun caso di dichiarazione di nullità di matrimonio e quindi non ho materia per rispondere ai quesiti dal 2 al 6.

Coi sensi della più perfetta osservanza,

Dell’E. V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti,

superiore della missione


560 /Giardini Mario / 1930-3-25 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 25 marzo 1930

Eccellenza,


E dopo la parte ufficiale, la familiare. Lei è davvero verso di noi il Padre buono. Deo gratias.

        1. Grazie di tutte le buone indicazioni per il buon esito della festa di Don Bosco. Pur desiderando di averLa fra noi per molto tempo, la preghiamo di restare fra noi il massimo di una settimana.

        2. Sono del parere che è bene fare un’edizione di 2000 copie. (= Vita di D. Bosco). I Salesiani si prenotano per un minimo di 500 - 600 copie: può essere poi in seguito di più.

        3. Grazie delle osservazioni sui francobolli… Devo cominciare a divenire uomo grande, perché…

Tutti e sempre La ricordano di gran cuore nelle quotidiane preghiere.

Con vivo affetto.

Dell’E. V. Rev.ma,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

561 /Ishigami Maria agnes / 1930-3-27 /


alla Signora Maria Agnes Ishigami, cristiana di Miyazaki16



Miyazaki, 27 marzo 1930

Aisubeki [carissima] Maria Agnese,


Sono felicissimo del fatto che le benedizioni e la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria abbiano portato molte consolazioni. Sia ai vostri genitori che a quelli di Tokyo. Che volete? Come si può fare che i poveri figli di D. bosco manifestino la loro riconoscenza ai benefattori? Con le preghiere.

Bisogna pensare che anche vostro marito può usare di questa grazia speciale.

Spero di rivederci a Pasqua insieme a vostro marito, ma se non sarà possibile, volentieri noi verremo fino a Toi.

Pregate, per favore, per me. Quest’anno, in modo speciale, ho bisogno di molte grazie e conto sulle vostre preghiere. Sempre in unione con il buon Dio.

Shujin ni nesshin na yoroshiku osshiatte kudasaimase. [Saluti carissimi al marito].

Dev.mo

D. V. Cimatti, Sales. di D. Bosco.

562 /Rinaldi Filippo / 1930-3-31 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



[31 marzo 1930]

Amatissimo Padre,


Fine del mese! Rendiconto del sottoscritto e generale degli altri.

Per me: nulla di particolare. Lei conosce le mie difficoltà: superbia, cuore.

Che farci? Mi sembra di voler bene a tutti, ma con tutte le forze del mio corpo e della mia anima. Mi aiuti il Signore!

Mancanze volontarie (non mi pare): distrazioni, aridità e tutto il fardello dei difetti miei. La buona volontà non pare venuta meno… Non le parlo delle mie solite cose, perché le ho promesso che non sarei tornato più sul medesimo argomento. Con ciò non creda che Don Cimatti sia santo: desidera ardentemente, ma siamo ancora lontanotti.

Per gli altri…[non si riporta]


Dunque: Deo gratias! Il lavoro non manca, anzi ce n’è troppo per dover attendere bene a tutto, ed arrestare la macchina non si può.

Per i mezzi finanziari: vivo alla giornata; non ho debiti, né crediti. Nel nome del Signore ho accettato 8 aspiranti ed il Signore me li manterrà. Finora si è fatto sempre onore. Certo che però se si vogliono istituzioni occorre lo sforzo iniziale. Certo pure che a tempo opportuno il Signore li invierà.

Don Torquinst finora non si vede – ad ogni modo disse sarebbe qui in Aprile.

Deus providebit, se crede anche per mezzo di Don Torquinst, benché (come scrissi al Sig. Don Ricaldone) Don Cimatti abbia paura dei soldi di Don T.

Che vuole? Don Cimatti, educato e vissuto nella miseria, non capisce nulla, anzi non vede bene la grandiosità nelle costruzioni… E pensare che in Giappone sono necessarie. Mah! Anche qui, Deus providebit… È sempre il solito ritornello (che però non voglio tirare fuori… mi mordo la lingua…).

Mio buon Papà, mi aiuti a salvarmi l’anima e a fare una buona morte. Ecco quanto le domando e per non giungere in ritardo (perché è difficile prevedere la sorte delle lettere) accetti a nome di tutti e singoli i confratelli gli auguri più cordiali: come i più poveri (in tutti i sensi) abbiamo desiderio di essere più vicini al cuore del Padre buono. Accetti il ringraziamento per quanto ha fatto e fa per noi, accetti le preghiere e ci benedica tutti tutti e specialmente il suo povero figliuolo:


Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Anche per le suore non c’è che da dire bene in tutti i sensi. Deo gratias! Abbia la bontà di leggere e far leggere l’articolo pel Bollettino: non vorrei aver detto errori od offendere i missionari.

2.1.25 563 /Capuzzo Giovanni / 1930-3-… /

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a Don Giovanni Capuzzo, salesiano dell’Ispettoria Veneta



marzo 1930

Carissimo Giovanni,


Grazie della tua più che gradita. Quando D. Cimatti riceve qualche scritto degli antichi amici rivive: grazie della tua carità.

Grazie pure degli auguri del povero mio 25.mo. Il Signore mi dia la grazia di riparare nel restante di vita che mi vorrà concedere, le fesserie della vita passata.

Ai buoni novizi: continuino a pregare per noi. La messe aumenta; gli operai devono crescere. Il Signore ci ha già dato 12 aspiranti giapponesi: bisognerebbe fossero già pronti ora.

Prega, prega, prega e fa’ pregare.

Tuo D.V.Cimatti


564 /Tonelli Antonio / 1930-4-2 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



2 aprile 1930

Mio Don Tonelli,


Grazie di quanto fai per il bene di questi confratelli, e grazie del ricordo speciale nell’occasione… L’ho passato tranquillo senza che nessuno nessuno mi disturbasse o mi dicesse parola – vi ho premessa una novena (in cui mi eri a fianco)… e speravo proprio di andare in Paradiso, ma bisogna ancora aspettare un po’… insomma spiritualmente (mi dicono – non devo saper niente – che a settembre faranno chiasso… ma “passata la festa gabbato lo santo”… e Deo gratias!), l’ho passata con intima gioia con Gesù e con te. Grazie al Signore di queste consolazioni e anche a te.

Conosco il libro dell’Anile. Optime. L’avevamo – se non erro – già veduto con Don Picca quando uscì. Per qui va bene, anche perché mentre spiego, faccio vedere e leggere i corrispondenti libri giapponesi cominciando dalle elementari… e per loro tale studio non ha lo scopo come da voi… ma lo faccio più come sussidio alla filosofia e all’educazione loro personale (si conoscono così poco… e conoscono così poco la natura e il suo Autore!).

Optime pure per i libri di volgarizzazione. Che vuoi? Vorrei organizzare un po’ bene lo studentato in modo che i chierici si trovino nelle analoghe condizioni che a Valsalice e non vengano in alcun modo lesi, per incuria o deficienza nostra, nella loro formazione intellettuale e spirituale. Dopo tutto ne guadagnano tutti.

Sono così superficiali gli studi giapponesi… e non è lecito a noi imitarli.

Finora mi pare corrispondano bene – con un po’ di aiuto che dia Don Ricaldone quando saremo in sede (è ancora da costruire) credo sarà un buon studentato.

Ora siamo come Don Bosco nei primi tempi… stretti, al buio, scomodi… meglio così… nella povertà si affilano i caratteri… Ad ogni modo non può e non deve durare a lungo questo stato di cose. Il Signore però benedice. I chierici stanno bene, sono allegri e grazie a Dio buoni… non so se più di quelli di Valsalice… ma buoni lo sono certo, perché non hanno tempo da perdere e sono nella povertà e mortificazione pur non mancando loro il necessario. Deo gratias. Saluta omnes. Ti abbraccia: il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Se potessi vedere (se ti riesce) di trovare un libro che ho lasciato a Valsalice (forse alla biblioteca) in francese. Le parabole della natura. Mi sarebbe utilissimo tradurlo per le nostre pubblicazioni quindicinali. Se non c’è, pazienza.

2.1.26 565 /Tassinari Clodoveo / 1930-4-5 /

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al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone



Miyazaki, 5 aprile 1930

Carissimo Clodoveo,


Grazie della tua e ti assicuro vivo contraccambio. Vorrei essere capace a fare quanto desideri, è certo però che il desiderio di concorrere a formarti un santo missionario salesiano, c’è tutto, ed anche la buona volontà.

Aiutami colla tua preghiera, ma più confida nella grazia del Signore.

Fa’ come ti si dice, anche quando non capisci, o non senti trasporto (come per l’armonium): è donazione di volontà, è umiltà.

Don Cimatti ti dirà sempre chiaro e tondo il suo pensiero, Clodoveo mio. Non credo utile per nulla rinvangare il passato. È per te così chiaro.

Il Signore l’ha già inabissato nel fuoco del suo amore. A che serve il ripeterlo? Fa’ bene il presente… Vedi, ho capito che tu sei come me “superbo e sensibile” e i tuoi guai precedenti sono dipesi da questo.

Cerca di trasformare la sensibilità in cuore largo per le anime, e la superbia nel buon amor di te per realizzare la gloria di Dio, un punto d’onore per compiere il tuo dovere, una santa ambizione di fare del bene.

Allegro, laborioso e cuore aperto senza tergiversazioni e vane paure, unione con Dio, amore alla Madonna, esecuzione di quanto ti dicono pel tuo bene, eccoti i mezzi pratici per riuscire nell’intento.

Al lavoro dunque, mio caro Tassinari, Gesù ti ama, attende da te la conferma pratica della tua buona volontà.

Ti abbraccia e benedice il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.27 566 /Giardini Mario / 1930-4-8 /

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2.1.28 a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 8 aprile 1930

Eccellenza Reverendissima,


Lei è davvero la nostra Provvidenza o meglio uno e il più vicino dei ministri della Divina Provvidenza. Deo gratias! Che cosa possono fare i poveri figli di Don Bosco, Lei lo sa. VolerLe bene e pregare per l’E. V. e questo fanno e faranno.

Colgo l’occasione a nome di tutti per augurarLe ottime Ss. Feste di Pasqua con le assicurazioni di speciale ricordo.

I confratelli, chierici e le Suore grazie a Dio tutti bene. Novità? La più bella e la più gradita al suo cuore e che subito sentirà i benefici effetti è l’apertura (lunedì prossimo) a Nakatsu del nostro primo aspirantato, piccolo seminario: lo chiami come crede.

Il Signore mi ha mandato 3 animette buone di Miyazaki, 3 da Tano, una dall’Hokkaido, una da Sasebo, un professorino di agraria che sarà battezzato a Pasqua e che aiuterà per la scuola e che vuole farsi prete, ed ecco la famigliuola che un po’ allo stretto, in santa povertà inizia a Nakatsu la nuova vita in attesa che la Provvidenza disponga altro. Non potevo abbandonare queste anime e d’altra parte bisogna pur cominciare. Si faranno preti della Missione? Salesiani? Mah! Si vedrà in seguito. Spero che nell’annata possa trasportarli a Takanabe o nello studentato.

Per ora fanno studi privati, poi si vedrà! I due seminaristi di Nagasaki furono promossi – uno però (molto debole negli studi) non so se sarà riammesso. Già parlato colla famiglia. In caso tenteremo a Nakatsu, essendoci speranza di vocazione.

Yasuda (un giovane che vuole farsi prete e che è allo studentato) pure dà buone speranze.

Non c’è da farsi grandi illusioni per l’esito, ad ogni modo veda come il Signore ci vuole bene dopo i primi tre anni di lavoro.

L’E. V. che conosce i nostri desideri, i nostri bisogni, implori per noi benedizioni speciali dal Signore. Col massimo riconoscente affetto:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti


P.S. - Dimenticavo un dettaglio (di cui, se non erro, Le avevo parlato). Non so quando, ma credo in questo mese, verrà mandato dai Superiori a Miyazaki, e credo naturalmente girerà in Giappone il nostro confratello Don Torquinst. Come forse l’E. V. sa, questo sacerdote di distinta e ricchissima famiglia di Buenos Aires, fu attirato alla vita salesiana dal nostro Card. Cagliero, ed egli ha messo le sue ricchezze – si può dire – a disposizione dei Superiori. Ama molto le Opere per le Vocazioni e sono sicuro che se venendo a Tokyo o andando altrove si mette a contatto e a conoscenza con tali opere potrà fare del bene a tutti. Come tutti gli uomini del genere, non ama essere pregato, anzi… Bisogna metterlo nell’occasione… Ha in questo il suo lato originale.

Non so quale sia il movente principale dei Superiori nell’inviarlo a visitare le Missioni d’Oriente (cominciò dalla Palestina), ad ogni modo non è certo estraneo il pensiero di metterlo nell’occasione di fare beneficenza. Come pure non so che cosa vorrà fare e se farà per i Salesiani. Fiat voluntas Dei!

Ho voluto informarLa perché all’occasione sappia regolarsi o consigliare Don Torquinst a visitare questa o quell’altra istituzione (per vocazioni). Inoltre ho creduto opportuno accettare un concerto a Kumamoto e in 4 parroc. di Osaka in occasione di 4 discorsi di propaganda cattolica di Mons. Hayasaka dal 22 al 27.

Dopo le magnifiche raccomandazioni del S. Padre ai missionari bisogna pure che intensifichiamo quest’opera in unione d’intenti nel bene.

Credo che V. E. sarà al corrente delle deplorevoli condizioni di salute di Mons. Thiry. Preghiamo di cuore.

D. V. C.

2.1.29 567 /Ricaldone Pietro / 1930-4-9 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 9 aprile 1930

Mio amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Grazie della sua cordialissima del 19/3/30 e della sonora meritata (che cos’è che non merita Don Cimatti?) stangata finale, che convince di più il sottoscritto di quel che pensa di sé, e che deve convincere dall’altro i Superiori della necessità di porre riparo a che al più presto sia tolto di mezzo la causa unica dei mali, cioè il sottoscritto.

Mi dispiace sia pure involontariamente, di essere stato causa di male, di scandalo in non so chi… forse mi si fece dire quanto non volevo.

Mi pare di aver parlato degli argomenti di cui mi parla con Don Pasotti e Don Braga, che a parole erano forse più feroci di me. Può essere mi sia sfuggita, certo ridendo, qualche allusione coi bravi caglierini del Coblenz.

Poi vi fu quello scatto in refettorio del Capitolo, di cui ebbi già lavata di capo a Torino. Può essere che nelle adunanze capitolari in seno di discussione con capi-missione abbia detto qualche cosa sul noto argomento e che qualche cosa mi sia sfuggita con Colleghi di Capitolo in Giappone, quando non si sapeva dove sbattere la testa.

Conclusione: certo è mio dovere stare in guardia, anzi non parlerò con nessuno di questo argomento, che ho profondo nell’animo e di cui (abbia pazienza!) sono convinto, e che ha certo bisogno di essere rettificato, e di cui è meglio non parlare con chicchessia.

Abbia ad ogni modo pazienza e stia per qualche minuto con la povera anima mia. Faccio uno strappo all’abitudine e nel silenzio notturno vengo sfogando l’anima mia come se le fossi vicino.

Che vuole? Ho bisogno che i Superiori mi conoscano. Oh, come è brutto non riuscire a farsi capire! e Don Cimatti desidera non sentirsi dire complimenti, ma delle cose sode, anche se penetrano giù, come la sua stangata finale.

I complimenti, le lodi fanno (sia pure inconsciamente) un male terribile. So che riesco involuto (me l’ha detto anche Lei tante volte), ma anche stavolta abbi pazienza. Sarà l’ultima volta che tratto con Lei questo argomento (l’ho promesso anche al Rettor Maggiore) ed entrerà questo come il precedente proposito, nel numero delle povere risoluzioni “non parlarne con nessuno”.

Veda, il motivo di certi stati d’animo di Don Cimatti è semplicissimo. Il motivo per cui ho sempre supplicato e supplico i superiori di togliermi dalla situazione di superiorità (che per me – noti bene, pur alle volte avendola desiderata forma l’incongruenza di coscienza più forte e più tormentosa) è la serena e precisa convinzione della mia assoluta incapacità.

I fatti l’hanno dimostrato e lo dimostrano. Superbia? È il mio difetto predominante, insieme alla sensualità. Voglia di tranquillità? Non aver fastidi?

Per me è chiaro come il sole, la mia assoluta incapacità.

E quando c’entrano in mezzo non i miei interessi, ma quelli delle anime, che vuole? Ci trovo un’incongruenza tale che mi sento in dovere di reagire – ed è quello che faccio colle mie suppliche ai Superiori.

Oh, sentisse che cosa dico al Signore! Si può parlare così liberamente con Lui! Veda, amatissimo Sig. Don Ricaldone, la mia vita è presto descritta. A due o tre anni, privo di padre, il Signore mi ha affidato a Don Bosco. Faenza nei tempi eroici (proprio all’inizio) mi ha accolto più tardi come interno.

La famiglia (pensi pure alla vera condizione di povertà) poverissima, per cui in seguito non mi sono mai (e non lo sono ancora ora) orientato, né ho avuto chiaro discernimento di ciò che sia il limite della povertà, perché ho sempre pensato a quella per me naturale – quella in cui fui allevato – e quindi pensi ai controsensi, ai contraccolpi quando dovendo andare in giro per le case nostre (e l’ho sentito più che mai nell’ultima venuta) vedendo quel che vedevo.

Tenevo in me più che potevo, ma non ho potuto fare a meno qualche volta di esplodere e scriverne al Sig. Don Rinaldi. Forse fui frainteso, pazienza!

Ma sentivo una ribellione interna, dovuta all’educazione precedente. Qualche esplosione o fanfaronata (che era meglio non dire) ad es. sui pasti dei ricchi anche ecclesiastici, è cosa intimamente sentita, ma certo proveniente anche questa dalla superbia, specialmente quando Don Cimatti non poteva ottenere quanto riteneva necessario per la missione – sì, entrava (ma come pensiero secondario) anche il pensiero del come trattiamo o del come possiamo trattare il buon Dio, per dar forza… Insomma sempre la superbia in gioco. Forse istinto di razza (noi romagnoli siamo tutti un po’ bestie… pardon! Non voglio offendere nessuno)… ma la vera fonte è la superbia.

Ho fatto gli studi ecclesiastici, come ho potuto, ma alla diavola – e quindi impreparazione; incertezza in ciò che in 25 anni di sacerdozio doveva essere il principale mio lavoro. Ed è qui, amatissimo Sig. Don Ricaldone, il punto nero, il punto doloroso – capo di una missione e di una sia pur modestissima Visitatoria ed avere questo lato debole.

Tutti pensano Don Cimatti di testa… Oh, sapessero e si persuadessero tutti della meno che mediocre capacità – memoria agile in un attimo, ma che si spegne subito, e potessero capire il tormento che devo subire per ritenere (e questo anche quando ero giovanissimo… e francamente ho mai capito, mai capito come e perché mi promovessero agli esami).

Come Lei sa, la massima parte della mia vita l’ho passata a Valsalice – scuola, musica e attività materiale e viceversa, ed ecco che mi sono abituato, sagomato a quello e pur non riuscendo a far bene anche quello non ho saputo far altro – ed ecco allora il pesce fuori acqua che quando ha da decidere piglia volentieri quanto gli altri dicono – persuaso che è certo il meglio – anche se può raramente brillargli in testa un’idea.

Quanto ad amministrazione zero – a maneggio di affari materiali zero.

Amo forse troppo tutti quelli che mi pare possano avere bisogno della povera opera mia.

Consigli, sempre pronto a darne, costa così poco! L’intimità cordiale eccita l’affetto verso il prossimo e mi sento avvinto a chiunque, non solo all’anima, ma anche al corpo (e qui può essere il meno bene).

Le ho già scritto al riguardo dei miei poveri pensieri e propositi. Ma come tento di mettere nel pochissimo che devo fare tutta l’anima mia, ed anche tutto l’essere mio materiale, così certo sento anche sensibilmente (come mi sembra di sentire sensibilmente Gesù) tutte le mie relazioni col prossimo.

Se Lei ci capisce qualche cosa di questo guazzabuglio dell’anima mia, in cui però mi pare di vederci così chiaro, Deo gratias!

Certo la via regia è fare come ordina l’ubbidienza ed è quello che tento di fare. Se si trattasse di Don Cimatti, solo, ma avanti senza timore. Ma è che si tratta di responsabilità in cui vanno di mezzo gli altri, e Don Cimatti non vorrebbe fare soffrire né essere di danno a nessuno, e purtroppo che lo sono.

Ai Superiori è permesso (ritengo) e doveroso dir tutto.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, eccole le mie difficoltà reali: superbia, sensualità, incapacità di comando e di valutazione di cose.

Come ho promesso, non parlerò più di queste, né delle altre cose. Certo per le mie miserie e per questo stato di cose starò in Purgatorio fino al giudizio universale. Ho detto a Gesù che l’accetto volentieri e farò tanti atti di amore per Dio e per il prossimo in mezzo ai patimenti attuali e ai futuri del Purgatorio.

Non esprimo ai miei Superiori che il desiderio che essi mi conoscano – e la volontà di donarmi sempre più a Dio e a loro, ma quanto più mi unisco a Dio tanto più vedo la realtà della mia posizione.

Mi piacerebbe lavorare (e mi farebbe bene all’anima e al corpo) anche materialmente. I confratelli, i Superiori e quindi il Signore, mi hanno inchiodato al tavolo per scrivere dove posso per trovare da mangiare per i figliuoli. Pazienza!

Mi si fanno quesiti… e non so risolverli… e allora bisogna darsi l’aria (anche se non fa caldo…).

Ma certo, caro Sig. Don Ricaldone, guai se non ci fosse l’aiuto della fede, la bontà ed il compatimento dei confratelli. Sono umiliazioni! Pazienza!

Mi butto in mano della Provvidenza: ma questo mestiere non è il mio. È basta, vero? Perché la discrezione sta bene in tutto.

Perdoni l’ultimo sfogo – capisco e so già quello che mi direbbe se fossi vicino. La realtà dell’anima mia è questa. Sit nomen Domini benedictum!

Farei volentieri 20 ore di scuola al giorno = sgobbamenti, ecc. Pare che per ora il Signore mi voglia nel cantone invece di quello che sarebbe il pane mio quotidiano… e così sia. Finis. Se sarò vivo, a domani il resto. Buona e s. notte nel Signore.


Torno ora con Gesù nel cuore. Gli ho detto tante cose – anche per Lei che vuole il bene dell’anima mia. Conclusione:

              1. Gesù è più convinto di me, di quello che ho detto – e credo insistere per l’ultima volta presso i miei superiori sulle cose indicate, sicurissimo dell’immenso bene che ne viene a tutti.

              2. Quanto ho detto nel profondo dell’anima – più nella convinzione che nella pratica – né mi toglie la calma, né l’allegria esterna, pur forse qualche volta non sapendolo nascondere.

              3. I Superiori dispongano come credono e senza riguardi di Don Cimatti, dicendogli liberamente con franchezza e senza sottintesi quanto credono.

              4. Può essere anche questa superbia… ma l’ho già detto e ripeto, perché in coscienza debbo dirlo… supplico di risparmiarmi il dolore, l’umiliazione somma di proposte di onori (anche nascosti sotto il pensiero e l’incitamento di abbracciare la croce) di cariche ecclesiastiche.

In coscienza direi di no – non posso assolutamente. Siccome questo in gran parte, se non in tutto, dipende dai Superiori, prego tener presente questa mia impossibilità.

Come dico, sono ben ridicolo di pensarci che si possa pensare a Don Cimatti per questa faccenda – ma come in altre occasioni – ho voluto con filiale confidenza aprirle l’anima mia. Ed ora basta davvero per questa parte. Lei offra a Maria Aus. e a Don Bosco i miei poveri propositi. Non desidero che una cosa:

  1. Salvarmi l’anima e fare una buona morte.

  2. compiere il mio dovere.

I Superiori conoscono le difficoltà personali di Don Cimatti, che gli tolgono la possibilità di lavorare effettivamente. È disposizione di Dio, così? Così sia.

Permetta che l’abbracci e baci in osculo sancto Dei e la ringrazi del bene immenso fatto all’anima mia. E continui a farlo e colla preghiera, col consiglio e con l’ammonizione.

Tutto suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.30 568 /Circolare Salesiani / 1930-4-13 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone

Visitatoria

Miyazaki, 13 aprile 1930



Carissimi,

Buon Alleluia a voi e ai singoli confratelli. Sono cotidie col pensiero, affetto e preghiera vicino a voi.

Il Signore come regalo di Pasqua ci invia un buon numero di giovani, fra cui speriamo future reclute salesiane. Lavoriamo per aumentarle e preghiamo.

Per regolarità amministrativa prego inviare ogni mese gli eventuali debiti della Visitatoria colle singole case, a datare dal passato marzo – come pure ogni mese le Ss. Messe celebrate secondo l’intenzione del Visitatore.

Si avvicina il mese di Maggio (23 Aprile). Non dimentichiamo di onorare e far onorare la nostra buona Mamma.

È preannunciata dai Superiori (sine data) la visita del Sig. Don Torquinst.

Data la sua qualità di esimio benefattore oltreché con cordialità fraterna sia trattato cogli opportuni riguardi.

Pregate per il vostro


Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.31 569 /Circolare Salesiani / 1930-4-13 /

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2.1.32 ai Salesiani e Missionari della Missione indipendente di Miyazaki

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Domenica delle Palme,13 aprile 1930

Carissimi,


A tutti la buona Pasqua con l’assicurazione delle preghiere più vive per ognuno di voi e per i vostri cristiani.


              1. Spero avrete ordinato le cose in modo da dare a tutti la più ampia comodità di compiere i loro doveri. Prodighiamoci in tutte le forme a noi possibili anche con sacrificio per far compiere questo dovere.

              2. Lunedì prossimo si inizia il nostro modestissimo piccolo Seminario.17 Cerchiamo tutti dei benefattori per la nascente Opera. (Si possono suggerire borse mensili, annuali, perpetue – legati di Messe, ecc.). Si può valutare la spesa equivalente al mantenimento di un giovane nei nostri collegi di media condizione. Ma specialmente non desistiamo di lavorare in tutte le forme dello spirito nostro per moltiplicare il numero delle vocazioni.

        1. Pensate per tempo alle opportune modalità per il mese di Maggio.

        2. Non possiamo iniziare il giornalino18 finché non c’è materiale. Prego quanti possono a concorrere, non dimenticando il Don Bosco e i foglietti.


Il Signore ci benedica e ci dia nuovo slancio nel lavoro dell’Apostolato.


Vostro

Don V. Cimatti


2.1.33 570 /Circolare Salesiani / 1930-4-13 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Miyazaki, 13 aprile 1930


Per la festa di Don Bosco – 26 Aprile19


Carissimi,


Per desiderio espresso di qualche confratello, rispondo ad alcuni quesiti.

              1. Dai Superiori non giunsero a tutt’oggi norme speciali. Giungendo in tempo utile ci uniformeremo a quelle.

              2. La festa di quest’anno è trasportata liturgicamente al 29 Aprile. Consiglierei in questo giorno festa di famiglia in chiesa e fuori. Dove è possibile riunire i confratelli di due case è cosa ottima. Nello studentato una piccola accademia commemorativa (nell’aspirantato cosa analoga o commemorazione o proiezioni). Dove è possibile far qualche articolo sui giornali.

Ogni Direttore modifichi come crede quanto sopra. L’importante è che tutti onoriamo filialmente Don Bosco.

Per i cristiani: avvisarli ed invitarli per la circostanza. Ai lontani inviare una circolarina o equivalente (giornale).

Se si crede proficuo e siamo in grado di essere preparati, trasportare la festa esterna in Domenica libera o almeno fare una commemorazione anche breve – distribuire immagini, medaglie. Se l’ufficio stampa potesse preparare un foglietto ad hoc credo sarebbe ideale.

Il nostro Don Bosco accetti i nostri omaggi e ci benedica. Del resto quanto farete oltre questo è ben fatto.

Don Cimatti, salesiano

2.1.34 571 /Rinaldi Filippo BS / 1930-4-20 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


Progressi della Missione del Giappone20


Miyazaki, 20 aprile 1930

Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


La mia povera anima vorrebbe sapere e potere diffusamente dirle quanto sente intimamente sul lavoro apostolico di questi cari Confratelli, vorrebbe caratterizzare al vivo il lavoro di ognuno di essi, ma non esce dalla penna che un purtroppo schematico sommario.

Oltre le molteplici attività in fiore a Miyazaki, di cui altre volte le ho scritto, per opera dell’infaticabile Don Cavoli viene svolgendosi con evidenti ottimi risultati per i pagani vecchi, poveri o abbandonati l’istituzione delle visite in casa, portando conforti materiali, sussidi e conforti spirituali come primo avvicinamento alla nostra santa religione.

Sono già oltre 40 le persone visitate settimanalmente dagli associati (i giovanotti del Circolo e le ragazze accompagnate da persone adulte). I fondi dell’Associazione in denaro o in generi sono forniti dalla carità davvero ammirevole dei nostri poveri cristiani.

A Tano (Miyazaki) S. Teresa del B. G. ha già chiamato intorno al suo santuarietto un centinaio di cristiani. Per l’inaugurazione del locale Circolo S. Pietro fu tenuto un corso di Esercizi Spirituali predicati da Don Tanguy e Don Lucioni, attuale incaricato di quella futura residenza.

A Takanabe (dove coll’aiuto generoso dei nostri Cooperatori sorgerà presto il nostro Studentato filosofico) si è dovuto cercare una casa più vasta come sede della missione, e l’apostolato di Don Tanguy vede moltiplicarsi intorno a sé le anime giovanili desiderose di istruirsi.

A Oita Don Margiaria, Don Escursell, Macario si prodigano per le adunanze giovanili non solo di Oita, ma di Beppu (la più grande stazione balnearia del Giappone) e di Usuki, che ai tempi di San Francesco Saverio aveva due parrocchie fiorenti, rette da due missionari che morirono martirizzati durante le persecuzioni.

A Nakatsu per l’opera costante di Don Piacenza, Don Liviabella e Merlino vanno estendendosi e i frutti dell’oratorio quotidiano e le adunanze domenicali di proiezioni che attirano da 200 a 300 persone, e l’evangelizzazione tra i pagani. In una cittadina, Morie, sono i padri di famiglia pagani che domandano di istruirsi: terreno vergine – il tempio pagano del paese è a 8 km di distanza – che dissodato produrrà certo buoni frutti. E i mezzi?

Ci penserà il buon Dio per opera di qualcuno dei buoni nostri lettori… Ma quello che ha dato nuovo impulso al già accasciante lavoro è che il Signore ci ha voluto regalare nove vocazioni, primo nucleo del nostro piccolo seminario, aspirantato.

Spes messis in semine! Ammiri, o Padre, le eleganti disposizioni della Provvidenza.

Non c’è il posto? Il bravo Don Piacenza mette a disposizione parte della sua già stretta dimora.

Il consolante è che altri bussano per essere accettati! Ma chi farà la scuola?

Ecco che il Signore pensa ai suoi figli: un professore di agraria ed un giovanotto che ha compiuto il suo corso medio di studi, domandano di studiare da prete… Così gli insegnanti di materie giapponesi sono trovati.

Nuovo lavoro si aggiunge ai confratelli di Nakatsu, come si è aggiunto ai confratelli di Miyazaki, ma chi ci pensa, quando si ha da lavorare attorno a queste promettenti speranze? E sarà pure un nuovo campo alla carità dei nostri cari cooperatori. Un’ottima signora inglese me ne mantiene uno di questi aspiranti: proprio oggi un dottore scrive che ne vuole adottare uno… E per gli altri?… Qualcuno dei nostri buoni benefattori ci penserà certo.

Anche le brave Figlie di Maria Ausiliatrice, mentre si preparano intensamente al futuro apostolato, vengono circondandosi di gioventù femminile e di simpatie.

Preghi, amato Padre, e faccia pregare per noi affinché non ci rendiamo indegni delle benedizioni che così copiosamente spande su noi il Signore.

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti




.]

572 / Tassinari Clodoveo / 1930-4-20 /


al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone21



20 aprile 1930

Mio Clodoveo, grazie.


Dio benedica i tuoi propositi e ti conceda di acquistare un cuore generoso, umile, paziente come il suo.

Tuo

Don Cimatti







573 / Tassinari Clodoveo / 1930-4-26 /


al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone

26 aprile 1930

Carissimo Tassinari,


In attesa che si chiarisca qualche cosa del tuo santo patrono ti ho proposto Don Bosco – la lontananza mi impedì di esserti vicino di persona e per lettera, ma il 26 ti ho ricordato in modo speciale.22

Puoi pensare che ho detto per te a Gesù, a Don Bosco. Quanto mi pareva utile per l’anima tua: “Che ti possa spogliare del tuo io per fare dominare totalmente Dio”. Forse Lui non è ancora padrone assoluto; qualche fibra (e più di qualcuna… lingua… giudizio e volontà… cuore) c’è ancora da tagliare.

Niente paura, Clodoveo mio, è il lavoro della vita, è appunto il nostro perfezionamento. Lavoro quotidiano, non bisogna dar tregua al diavolo (che in definitiva è il tuo io), con calma, allegria, umiltà, ingoiando molti bocconi amari e te beato! se saranno amari.

Donati a Dio e ai tuoi superiori; non aver paura. Più leggeranno chiaro in te, più lavorerai tu e meno il demonio.

Allegro e Don Bosco ti protegga.


Don V. Cimatti


574 / Tassinari Clodoveo / 1930-4-29 /


al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone23



29 aprile 1930

Imita Don Bosco dall’ a [allegria] all’u [umiltà]..


Coscienza chiara e tersa e riconoscimento reale (non a parole) di te.

Al somaro: lavoro, fieno e se del caso… botte sonore (specie di tipo spirituale).

Don V. Cimatti



2.1.35 575 /Merlino Alfonso / 1930-9-… /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


[Aprile 1930]

Merlino carissimo,


Ti avrei certo veduto volentieri. Grazie dei graditissimi auguri e delle preghiere. Certo Don Cimatti ti ha presente ogni giorno, non temere. Ti conceda il Signore di diventare il tipo di santo salesiano – missionario – coadiutore.

Allegro e buono sempre

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2.1.36 576 /Circolare Salesiani / 1930-5-1 /

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2.1.37 ai Salesiani e Missionari della Missione Indipendente di Miyazaki

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1 maggio 1933

Carissimi,


Riceverete tradotta in Giapponese l’enciclica di S.S. in relazione al matrimonio cristiano. Regalatene copia alle famiglie cristiane e se potete fatele pervenire alle principali autorità e persone influenti delle rispettive giurisdizioni.

Similmente diffondete fra le famiglie cristiane l’opuscolo “L’Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice”.

A quesito fatto ai Superiori sul modo di recitare le orazioni delle nostre case fu risposto che se recitiamo le preghiere del manuale delle pratiche di pietà, alle preghiere in Italiano sostituire la traduzione giapponese.

Quelle in latino rimangono tali. Per ragioni facili a comprenderci non in tutte le residenze si può adottare tale pratica.

Poco a poco andremo preparando il Manuale tradotto in giapponese. Per quanto si può cerchiamo di uniformarci.

Invio copia delle preghiere della sera come si è incominciato a dirle nello studentato: questo ad experimentum.

Sarò riconoscente a chi farà utili osservazioni sulla traduzione, per venire in seguito alla forma definitiva.

La Madonna ci aiuti sempre e nel suo bel mese ci doni molte grazie spirituali.

Vostro in tutto

Dev.mo

Don V. Cimatti

2.1.38 577 /Rinaldi Filippo / 1930-5-2 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 2 maggio 1930

Mio buon Papà,

Sono un po’ in ritardo, essendo stato assente per una settimana per un giro di concerti fino a Kyoto, la sede del buddismo giapponese.

Anche in questa occasione abbiamo portato il nostro modesto contributo all’opera di propaganda cattolica coi mirabili discorsi del Vescovo giapponese Mons. Hayasaka.24 Un diecimila persone hanno ricevuto un po’ di bene. Deo gratias! Stanchi, senza soldi, ma contenti. Deo gratias! Deo gratias!

Mie notizie? Non mi dilungo. Le solite: le fisiche ottime – le spirituali, le conosce.

Avanti nel Signore. Per i confratelli: ringraziando il Signore, spiritualmente bene. Corporalmente Don Escursell ha avuto qualche lieve disturbo intestinale.

Comincia a preoccuparmi lo stato del ch. Baratto (proveniente da Este, scrivo a Don De Pieri): preoccupato, serio, un po’ stranetto… ad ogni modo la terrò informato. I chierici molto bene in tutto: allegri e buoni salesiani.

Siccome mi preme di non ritardare la spedizione per stavolta faccio punto.

La Madonna mi protegga e mi aiuti a salvarmi l’anima.

Grazie dell’ultima sua del 5 Aprile, degli auguri, dei suggerimenti.

Sono più che mai del parere suo – tento da tempo di realizzarlo, pur vedendo chiaramente di non riuscirci… ma il Signore vede e sa.

Fortunati Mons. Versiglia e Caravario! In Giappone fra non molti anni qualche cosa ci sarà del genere e beato chi potrà usufruirne.

Certo siamo in momenti di crisi anche in Giappone. Ci sono gli scioperi… e Lei sa che cosa rappresentano nella società.

Avanti senza paura, abbandonato nella Divina Provvidenza, si sta così bene!…

Ossequi agli amati Superiori.

Con affetto dev.mo


Abbracciandola nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.39 578 /Tonelli Antonio / 1930-5-5 /

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a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



[5 maggio 1930]

Carissimo Don Tonelli,


Grazie degli auguri onomastici che contraccambio vivamente col più o meno prossimo S. Antonio, colle solite assicurazioni.

Prega e fa’ pregare. Più invecchio (sarà forse una constatazione tua) più si comprende il proprio nulla – il nulla che si è fatto – inciampo che si è dato agli altri – vago desiderio di ritiramento da un lato – dolore di non sapere o poter fare dell’altro… e tante e più altre cose che prova quell’imbecille di Don Cimatti, per cui sapersi ricordato dalla preghiera è il massimo conforto.

Come ti ho detto, per me, il testo dell’Anile, va magnificamente – faccio qualche aggiunta servendomi (perché mi ero spogliato da tempo dei miei antichi sunti) dei tuoi magnifici che Don Marega conservava… come vedi motivo di più per ricordarti e per confortare te stesso ché servi così efficacemente anche in questa forma alla missione giapponese.

Grazie, Antonio mio e al solito tante cose al buon Don Picca e a Don Lussiana, più tutti gli altri amici.

Prega per chi sempre ti ricorda.

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

579 /Valentini Eugenio / 1930-5-5 /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Miyazaki, 5 maggio 1930

Carissimo,


è la festa del Pontefice dell’Ausiliatrice: ti scrivo assi­curando ricordo vivissimo e preghiera.

Buoni propositi: renderai più specifico il terzo stabilendo azione per azione. Per il resto niente paura: acquista l’abitudine, sarà con­naturata in modo da non essere necessario neppure il conteggio. (Si tratta delle preghiere-giaculatorie).

Grazie poi di quanto spiritualmente fai per la missione. Ne sei controricambiato.

Allegro e buono: continuiamo a lavorare e pregare, e salutami tutti gli amici, fra tutti l’ottimo Direttore, il Sig. Parroco, D. Pochini e il caris.mo D. Manassero. Ricordo tutti e prego per tutti. Con vero affetto

tuo sempre:

D. V. Cimatti




580 /Ricaldone Pietro / 1930-5-6 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 6 maggio 1930



Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Al solito piccolo resoconto mensile.


              1. Salute pubblica, ringraziando il Signore, ottima per tutti i confratelli missionari, chierici e suore. Deo gratias!

Incomincia a preoccuparmi un po’ il ch. Baratto, pieno di apprensioni di cui non trovo la chiave ancora. È malattia? Sono scrupoli? Scriverò a Don De Pieri suo maestro per saperne qualche cosa.

              1. Il lavoro va dilatandosi e fossimo altrettanti ci sarebbe da rimanere ben occupati. Si avvicina il tempo in cui Lei penserà definitive alla nuova spedizione. Pensi che lo studentato sarà trasportato a Takanabe ed ho già fatto incominciare i lavori di spianamento del terreno su cui dovrà sorgere lo studentato. Con quelli che verranno (pochi o molti che siano) avremo i due anni. Le ricordo:

  1. abbiamo bisogno di qualche prete (almeno due);

  2. di qualche chierico (del tirocinio) che possa fare scuola, assistendo;

  3. se ci fosse un prete stagionato senza pretensioni di apostolato missionario per mettere a posto il problema delle confessioni, sarebbe l’ideale.

  4. Qualche coadiutore… Ci fosse uno che sapesse fare il pane, quanto risparmio!

I confratelli di Miyazaki potranno prestare poco aiuto data la lontananza di un’ora di treno… e poi hanno già il loro lavoro missionario non indifferente.

Pensi inoltre che è già aperto l’aspirantato o piccolo seminario giapponese, per ora nel pollaio di Nakatsu, ma nel prossimo anno prevedo che i nove di quest’anno saranno raddoppiati e bisogna pensare anche a questi per tutto (personale due anni, ecc.).

              1. Vorrei sottoporre pure al suo consiglio per avere lumi e aiuti la seguente considerazione.Certo la prima istituzione necessaria è la stamperia, ma siccome prevedo che non si potrà realizzare tanto presto la cosa, eccole un pensiero. Il Giappone va europeizzandosi in tutto (almeno esternamente) i nostri cristiani, poveri, non hanno tanto di terra da poter mantenere al lavoro agricolo i loro figli; se non vogliamo perdere la gioventù inviandola presso pagani, bisogna apriamo uno sbocco. Se Lei potesse (anche solo ad imprestito) inviare un buon sarto (buono in tutti i sensi) e anche calzolaio (meglio però il primo) si avrebbe molto lavoro – non ci sarebbero molte spese per laboratorio del genere e credo si farebbe molto del bene. Ma la questione è sempre qui, del personale adatto. Raccomando alla sua carità anche questo problema.

              2. Ho detto che furono iniziati i lavori per lo studentato. Non so nulla di Don Torquinst; d’altra parte non possiamo lasciare i chierici dove sono, forse in luglio o agosto li trasporto alla missione di Takanabe in casa di fitto – in attesa che sia pronta la casa che spero abitabile all’arrivo dei nuovi. Ci vogliono un sei mesi per finirla tutta e arriviamo proprio all’epoca giusta.

Se poi il Signore disporrà diverso: fiat voluntas Dei!

Rimane il problema del Seminario. Per comodità di personale: o fare una costruzione vicina allo studentato o costruire altrove o usufruire della Missione di Takanabe (mezz’ora dallo studentato).

Il Sig. Don Torquinst potrà certo dare buoni consigli e speriamo mezzi, che uniti a quelli di propaganda, faciliteranno la cosa.

Che dirle d’altro. Che tutti e sempre la ricordiamo, il sottoscritto specialmente. Non ci dimentichi. Lei sa che siamo i più bisognosi.

Mons. Thiry gravemente ammalato. Verrà a trovare i Superiori e patrocinare la causa di Osaka Mons. Castanier. Lo ascoltino e lo aiutino: mi pare che il Signore voglia i Salesiani anche in quel più importante centro. Ne conterà delle belle sul conto di Don Cimatti. Ci vuole davvero bene, come del resto tutti.

Spero uscirà pel 1° giugno una vita grande di Don Bosco e per la fine quello che è il sospiro del cuore di Don Cimatti: “Il Vangelo unificato” che la famiglia salesiana giapponese vuol offrire come omaggio al dolce Cristo in terra – e che spero farà un bene immenso perché in stile popolare.

Oh, continui a pregare e a benedirci con tutte le sue forze mentre con tutte le forze lo abbraccia e per Lei prega il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

581 /Circolare Salesiani e Missionari / 1930-5-14 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria


Miyazaki, 14 maggio 1930

Carissimi,


Nell’approssimarsi della festa della nostra Patrona e della solenne commemorazione di Don Bosco nostro Beato Padre, permettetemi la presente esortazione:

  1. Conosciamo tutti la portata ed il valore della Devozione a Maria nell’insegnamento della S. Chiesa e nella tradizione nostra Salesiana. Specialmente in questo tempo valutiamo meglio questa devozione ed approfittiamone per noi e per gli altri.

  2. Propongo come frutto pratico della festa un rinnovato ardore di vita salesiana nell’esatto adempimento delle S. Regole e dei nostri doveri quotidiani.

Maria SS. ma e il Beato Don Bosco ci aiutino a conseguire questo importantissimo mezzo di santificazione.

Pregate per il vostro

Aff. mo

Don V. Cimatti, sales.


Comunicazioni varie. La casa di Oita offre pasta assortita a 45 sen al Kg, prenotazioni e ordinazioni rivolgerle al Direttore di Oita.

Per coordinare l’abbondante e prezioso materiale di proiezione si pregano le singole case di inviare l’elenco relativo.

Per avviare l’amministrazione nostra si faccia in modo che mensilmente le case inviino le note di pagamento fra loro al centro.


582 /Circolare Salesiani / 1930-5-14 /


2.1.40 ai Salesiani e Missionari della Missione Indip. di Miyazaki

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14 maggio 1930

Carissimi,


Ritorno dai funerali del compianto Mons. Thiry, Vescovo di Fukuoka. Ho assicurato tutti della viva partecipazione che la Missione nostra prende al dolore della diocesi di Fukuoka e delle nostre preghiere.

Prego (se già non si fosse potuto fare) di informare i cristiani del doloroso avvenimento, invitandoli a suffragarne l’anima dell’amatis.mo Monsignore. I Capi-residenza applichino una S. Messa – gli altri offrano una giornata di preghiere e una S. Comunione. È certo grande il tributo di riconoscenza che dobbiamo all’anima bella di Monsignor Thiry, specialmente per quanto ha fatto per noi quando eravamo alla sua diretta dipendenza. Requiescat in pace.

Vostro

Don V. Cimatti, mission.

583 /Ricaldone Pietro / 1930-5-15 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



[15 maggio 1930]25


        1. Grazie della sua.

        2. Per lo studentato. Antecedenti. Come sa, con risparmi, offerte, ecc. si è potuto acquistare in zona di Takanabe (ad un’ora da Miyazaki) oltre un ettaro di terreno, già in parte coltivato, e colla possibilità di estendersi, per circa 21 o 22 mila lire italiane. Località appartata, a pochi minuti dal mare, in collina – ad una mezz’ora da Takanabe (ove sono già cristiani ed anche centro discreto di studi, di circa settemila abitanti).

Dal punto di vista della comodità d’accedervi (ferrovia, automobile, ogni paio di ore) non è certo l’ideale, pur essendovi tutta la comodità. Fosse più nei pressi di Miyazaki certo sarebbe meglio. Ma le numerose ricerche fatte non hanno portato che l’attuale risultato, perché quando non si hanno mezzi alla mano, per ora non avendo credito, non si può concludere nulla di ciò che potrebbe essere utile.

Conclusione: l’idea di due ambienti distinti è certo splendida, ma ci vuole certo:

  1. la possibilità di mezzi,

  2. il personale: cose tutte che per ora non abbiamo.


Ma due case per ora unite, sia pure in ambienti diversi, ma vicini,

  1. oltre il risparmio di spesa di costruzione

  2. porterebbe con sé:

    1. La migliore utilizzazione del personale,

    2. La miglior formazione degli allievi, che specialmente in questi primi anni non sapranno orientarsi nettamente verso la vita ecclesiastica o religiosa. La presenza dei chierici, le funzioni sacre, ecc. possono influire in forma potente;

    3. La miglior economia pel mantenimento.


Queste ragioni mi sembra facciano propendere per la casa che serva per ambedue i fini. Essendoci il terreno non è difficile pensare ad un corpo di fabbrica per lo studentato – e affiancato in un’ala o nei pressi del medesimo un altro modesto per il piccolo seminario.

Le proporzioni che verrà ad assumere lo studentato (non penso per ora alla teologia) si può valutare ad un massimo di 30 persone (compresi tutti).

Credo che il piccolo seminario fra quattro o cinque anni non avrà meno di questo numero se non di più. Sarà per allora il caso di pensare al noviziato di quelli che decideranno per la vita religiosa, a meno che il Signore ci mandi prima degli adulti (figli di Maria).

Lo stato attuale delle nostre reclute è così ripartito:

    1. Due nel Seminario di Nagasaki (si paga per ognuno £ 250 al mese di pensione e le spese) che fanno il secondo anno di ginnasio, frequentando la scuola pareggiata dei marianisti e studiando il latino in Seminario.

    2. Uno adulto che fa scuola di giapponese ai chierici e studia latino con Don Tanguy: fu instradato da Don Piacenza.

    3. Un professorino d’agraria che vuole farsi prete ed un altro giovane che finì la scuola media e che hanno iniziato il latino con Don Piacenza – e serviranno come insegnanti di materia giapponese del futuro seminario e noviziato, cioè N. 3 provienienti da Miyazaki; 3 da Tano e uno dall’Hokkaido.

Non le pare che il Signore abbia pensato a tutto? Non avendo mezzi (perché vivo alla giornata) si sono fatte riattare piccole stanzette a Nakatsu e così Don Piacenza inizierà la cura della pupilla degli occhi nostri, in attesa che la Provvidenza pensi al resto.

Per i futuri bisogni a Takanabe si è affittata un’altra casa più conveniente e grande per la missione. In caso disperato, se aumentano (certo un altro anno) e se la Provvidenza non ci fa vedere altre soluzioni, trasporteremo colà il Seminario o lo studentato.

Conclusione:

              1. Lo studentato bisogna da quest’anno assolutamente toglierlo da dove è.

              2. Il Signore ci manda le vocazioni: non posso mandarle in Seminario a Nagasaki (perché non vi sono quest’anno le accettazioni e poi costa troppo e non possiamo formarli al nostro spirito). Dunque urgendo provvedere si è fatto così.

La venuta di Don Torquinst (e sarà trattato come consigliano i superiori… e non faccio altre considerazioni perché ho promesso) potrà suggerire le alternative da Lei indicate? Vedremo nel Signore.

              1. Direzione dello studentato: Don Tanguy. Ho dovuto affidare a Lui in vista del futuro trasporto a Takanabe la cura dei cristiani – quindi al sabato sera e domenica mattina è assente. Ma non si può fare diverso.

              2. Grazie degli auguri per la Messa d’argento. Ho passato con Gesù due giorni d’oro e speravo proprio di andarmene. Sarà forse per il compleanno.

Vedremo! In caso tutte le questioni di Don Cimatti sono magnificamente risolte.

Sono nelle mani della Provvidenza, che ci manda cotidie il fabbisogno, totalmente (mi pare) più umilmente e generosamente che mi è possibile (e dato le cose dette prima – ho promesso di non parlarne) mi rimane – sto per dire – naturale e facile.

              1. Del carissimo Don Torquinst, per cui già arriva la posta, già detto: intensissimi.

              2. Non è il caso di ritornare sulla stangata finale che ho assaporato, perché conforme al vero. Anche nelle contraddizioni di pensiero e di cuore, però concludo sempre: “Se i Superiori hanno fatto così, certo è dello spirito di Don Bosco, e appunto perché Don Cimatti è di parere diverso, ecco una bella occasione per istruirsi. È appunto perché non capisce, perché dovrebbe disapprovare?”, e le confesso che questo pensiero mi ha sempre messo più in contatto della realtà. D’altra parte non c’è bisogno che capisca Don Cimatti, essendoci i Superiori incaricati. Come vede è sempre la mia stupida e sporca superbia che fa capolino, anche quando vuol farsi paladina di bene.

              3. Per informazione le unisco un brano di lettera ricevuta da Don Piacenza dal Vescovo di Formosa.

              4. Sto lavorando per la formazione del nostro “ente morale” e per la regolarizzazione delle proprietà ancora in aria. E spero entro il mese sia avviata la pratica.


Mi era venuta questa idea che Lei potrebbe studiare e vedere se è pratica.

Stanno anche studiandola i Francescani di Kagoshima per loro conto e mi hanno promesso informazioni e aiuto.

Ecco il quesito. Essendo che un’organizzazione religiosa, incorporata all’estero, può possedere in Giappone (oltre che lo può il singolo individuo), per i beni futuri della nostra Società non potrebbe la “Valdocco” o altra Società o sindacato possedere per procura nel Giappone?

Non saprei valutare se vi siano vantaggi o no – se è più facile che formare un ente morale, diverso da quello della Missione. Inoltre Lei sa che cosa siano gli incendi pel Giappone. Ritiene Lei utile che:

  1. scartando per ora l’ipotesi di metterci in mano ad una Società assicuratrice per gli incendi (che hanno prezzo proibitivo) annualmente si stabilisca un tasso (corrispondente alla quota annua che si dovrebbe pagare alla società) per ogni stabile e deporlo ad una banca, insieme ad offerte vincolate, che pian piano diano interessi da venir di aiuto nel pericolo – e nello stesso tempo iniziare così il fondo della missione?

  2. Naturalmente pregare il Signore che ci tenga lontano il flagello del fuoco e del terremoto.


Lei ha autorizzato Don Escursell all’uso del Capitale per la Missione, si potrebbe cominciare con quello? I capitali vincolati fruttano benino.

Mi pare di aver esaurito quanto mi stava per questa volta a cuore di dire.

Il resto ad altra occasione.

Tutti tutti vogliono essere ricordati per le feste pasquali. Ricordi i figli lontani in modo speciale a Lei affidati e preghi per noi, soprattutto pel suo

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.41 584 /Giardini Mario / 1930-5-15 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



[15 Maggio 1930]

Eccellenza Reverendissima,


Grazie della sua ultima da Kagoshima, e sta bene per l’orario e specialmente per la venuta dell’amatissimo Mons. Roy, cui stavo proprio per scrivere quando arrivò la lettera di V. E.

Grazie della sua continua carità per i figli di Don Bosco… e anche del pianoforte che sarà visibile carità anche per i futuri missionari della carità e bontà di Mons. Giardini.

Ne avevo portato dall’Italia uno vecchio per lo studentato. Col dono di V. E. rimane provvisto a Miyazaki e così tutte le residenze possono fare un po’ di musica, che V. E. sa essere tanta parte del sistema educativo di Don Bosco.

La R. Ambasciata ha delegato il Barone Confalonieri a rappresentarla nelle nostre feste, che salvo dettagli si svolgono così:

Venerdì 30 Maggio, conferenza e concerto a Beppu.

Sabato 31 Maggio, ricevimento degli intervenuti, benedizione solenne.

Domenica 1 Giugno, funzioni religiose (Pontificale), Ss. Cresime, visite alle varie Autorità; 5 pomerid. pranzo con Autorità e invitati – 7 conferenza e concerto alla sala della città.

2 Giugno a Tano: S. Messa e amministrazione Cresime. Visita alle Suore e studentato. Se non sarà troppo stanco, nel pomeriggio, partenza per Oita.

3 Giugno, manifestazione a Oita (Cresime, ecc.).

4 Giugno a Nakatsu.

5 " Messa, Cresime et finis.


Il P. Totsuka, dovendo trovarsi a Tokyo per il sette partirà in serata. È questo il motivo per cui si è dovuto accelerare le cose. Preghi perché il nostro Beato ci ottenga due grazie specialissime:

  1. Benedica le anime nostre affinché nessuno venga meno alla sua vocazione.

  2. Ci aiuti a compiere ad ogni costo il nostro dovere nella porzione a noi affidata.

Manco dire che V. E. (e lo sanno tutti i Salesiani) è ogni giorno ricordato in modo speciale come primo ministro della Provvidenza in Giappone per i figli di Don Bosco.

Con ossequio vivissimo: dell’Ecc. V. Rev.ma,

Dev.mo

Vincenzo Cimatti, salesiano

2.1.42 585 /Circolare Salesiani / 1930-5-19 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria S. F. Sal.


Miyazaki, 19 maggio 1930

Carissimi,


Ricevo in data 1 Maggio 1930 dal M. R. Sig. Don Ricaldone e trasmetto immediatamente per le opportune e doverose preghiere.

Vi è noto che il nostro Ven.mo Sig. Don Rinaldi avrebbe dovuto recarsi a Roma per le nozze d’oro dell’Ospizio del S. Cuore e l’inaugurazione dell’Istituto Pio XI che la Congregazione offre al Santo Padre come omaggio di pietà filiale nel suo Giubileo.

I medici però sono d’avviso che egli non si muova finché non sia sparita una indisposizione che, da qualche tempo lo incomoda. Nel farvi questa doverosa comunicazione vi esorto caldamente a far pregare in tutte le nostre case, per la preziosa salute del nostro amat.mo Rettor Maggiore.

I Superiori sperano che le preghiere dei figli abbiano ad ottenere la pronta e completa guarigione del Padre. Vi auguro ogni bene e mi professo. Vostro aff.mo in C. J. Sac. P. Ricaldone”.

La prossima festa di Maria A. e del Beato Don Bosco presentano a noi tutti favorevolissima occasione.


Vostro

Don V. Cimatti, sales.

2.1.43 586 /Circolare Salesiani / 1930-5-26 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria S. F. Sav.


26 maggio 1930

Carissimi,


Voglio credere che Maria SS.ma sarà stata contenta degli omaggi che abbiamo cercato di presentarLe durante il mese a Lei dedicato, durante la novena e nella festa – che sarà stata generosa delle Sue grazie per ognuno di noi, per ognuna delle anime a noi affidate e per le Opere nostre.

Con grande ardore disponiamoci a celebrare la festa del nostro Don Bosco.

Vanno moltiplicandosi i preparativi – e sta bene – Don Bosco lo merita – lo meritano quelli che parteciperanno alle feste; non dimentichiamo però di fissare bene il risultato spirituale che ci ripromettiamo per noi e per gli altri – e tentiamo di realizzarlo. Alcune comunicazioni e consigli.

              1. Partecipano alle feste: S. E. il Delegato Apost. Mons. Giardini, che dobbiamo considerare come nostro massimo benefattore in Giappone. Il Barone Gonfalonieri, delegato della R. Ambasciata d’Italia in Giappone. Rappresentanti di Kagoshima (Mons. Roy), di Nagasaki e Fukuoka. P. Totsuka come conferenziere.

              2. Prego i Direttori delle singole case per gli inviti del personale necessario per il buon andamento delle feste. Potete pensare al desiderio vivissimo di trovarci tutti insieme, ma non è possibile. Uniamoci nella preghiera, nel lavoro e nel sacrificio perché tutto riesca a maggior gloria di Dio e a glorificazione di Don Bosco e per fare opera di fruttuosa penetrazione.

              3. Calma tranquilla, unione di forze in noi – buone maniere, pulizia e decoro nell’abitazione e in noi.

              4. È uscita laVita di Don Bosco”, 26che fu inviata a tutte le case in numero, spero, sufficiente. Tale edizione non è nostra, dobbiamo pagare le copie ordinate (Yen 1). Uscirà pure (traduzione del nostro Don Margiaria) il fascicoletto “Sistema preventivo di Don Bosco” che diffonderemo specialmente fra il ceto insegnante (è di nostra edizione per propaganda).

Per chi ne desiderasse sono disponibili immagini (piccole) e cartoline di Don Bosco.

Le manifestazioni si iniziano Venerdì 30 c. m. a Beppu e si proseguono e culminano a Miyazaki (giorno 1), Oita (3), Nakatsu (4). Il lunedì (2) S. E. conferirà la S. Cresima in Tano a molti cristiani e farà visite varie.

Si spera nei vari luoghi di fare anche qualche concerto o conferenza supplementare nelle scuole. Il Signore accetti la buona volontà, l’attività e i sacrifici di tutti.

  1. Cerchiamo nel prossimo mese di Giugno di onorare in tutte le forme possibili il S. Cuore e propaghiamone la devozione. Abbiamo grazie segnalatissime da ottenere – abbiamo soprattutto bisogno che il S. Cuore regni in noi, nelle nostre case e nella missione.

Mezzi pratici: evitare il peccato, ragione dei dolori di Gesù; predicarne verbo et opere la devozione; favorire le pie pratiche relative; pregare ed immolarci col S. Cuore per le anime; diffondere crocifissi, immagini, la pia Opera del S. Cuore di Gesù, ecc.

Il Divin Cuore di Gesù ci racchiuda nel Suo Cuore e renda il nostro simile al Suo.

Pregate per il vostro

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.44 587 /Fracchia Italo / 1930-5-27 /

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a Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice, Ufficiale dell’esercito


Miyazaki, 27 maggio 1930

Mio carissimo Italo,


Rimango commosso dalla tua lettera che mi dice una volta di più il tuo affetto per questo povero vecchio (e anche tu lo diventi) che non ha voluto altro che un po’ di bene all’anima tua.

Non credo di aver fatto altro che valga la spesa ricordare per te. Nel leggerti ti ho riveduto giovane all’Oratorio – chierico a Valsalice, poi soldato, poi buon papà.

Ho riveduto la tua casa, la tua buona signora, i tuoi angioli. Ti ho riveduto alla stazione di Alessandria.

Grazie, mio buon Italo, ed il Signore ti benedica e prosperi e ti ottenga uno splendido esito per il tuo avanzamento.

Sei ricordato sempre!

Grazie di quanto fai per questa povera missione. Perché ricordi la sorella (che conosci) ti unisco immaginetta che (santa donna) volle inviarmi per l’occasione.

Allegro sempre e buono. Tuo nel Signore:

Don V. Cimatti, sales.

2.1.45 588 /Trojero Osvaldo / 1930-5-27 /

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a Osvaldo Trojero, Maestro, ex-allievo di Valsalice


Miyazaki, 27 maggio 1930

Mio buon Osvaldo,


Grazie della tua carità generosa di cui mi scrivono da Torino, a vantaggio di questa povera missione.

Il Signore ti benedica insieme alla tua famiglia e ti conceda ogni bene.

Ti ricorda sempre il tuo:

Aff.mo

Don V. Cimatti

589 /Tassinari Clodoveo / 1930-6-... /


al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone


[Giugno 1930]27


  1. Clodoveo mio, già ti ho accennato a probabili fonti della tua stanchezza.

Ubbidisci nel senso indicato, cioè:

    1. Nutriti (con proibizione assoluta di mortificazioni anche piccole nel genere)

    2. Diversifica molto gli studi, cambiando quando ti senti stanco (per i caratteri fai come puoi… Spero starai in Giappone per tutta la vita… e c’è tempo)

    3. Sta’ allegro.

  1. Per vincere l’io non c’è che sostituirvi Dio (unione con Lui, esecuzione del dovere) e grande umiltà… è tutto qui, Clodoveo mio, il punto. Tu vorresti vedere il frutto dei tuoi sforzi ed è proprio quello che Gesù vuol nasconderti.

Scrive S. Teresa: “Il mio desiderio è di farmi santa. Invece di scoraggiarmi mi sono detta: Il Signore non mi dà certo dei desideri irrealizzabili… Mi devo sopportare come sono colle mie imperfezioni…”

  1. Grazie delle altre comunicazioni a cui cercheremo rimedio.


Allegro, buono e calmo.

Tuo aff. mo

Don V.Cimatti sales.



2.1.46 590 /Giardini Mario / 1930-6-5 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico


Miyazaki, 5 giugno 1930

Eccellenza Reverendissima,


Permetta che ancora una volta, a nome dei confratelli tutti e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, al termine delle feste del Beato Don Bosco, esprima all’E. V. il sentito ringraziamento e la profonda riconoscenza per il bene spirituale fatto a noi, ai nostri cristiani e ai poveri pagani.

L’E. V. ha richiamato vicino alla Sua persona le Autorità e quanto questo cooperi a diffondere il concetto cristiano e l’Opera nostra l’E. V. sa pienamente valutarlo.

Ci aiuti il buon Dio ad essere meno indegni figli di Don Bosco e a mantenerne lo spirito. Noi intendiamo corrispondervi con tutte le nostre forze.

Nella sua bontà e carità inesauribili ha voluto anche in questa circostanza essere generoso ministro della Divina Provvidenza, mentre dovremmo noi… Sia benedetto il Signore.

Trovo la mia lettera vuota di tutto. L’E. V. comprende e valuta e più valuta e ricompensa il buon Dio.

I Salesiani hanno bisogno di tutto e di tutti. Continui a voler bene ai poveri Figli di Don Bosco che non potranno che ricompensarLa con la preghiera.

Impetrando la sua S. benedizione, di cuore:

Dell’E. V. Rev.ma

Dev.mo e riconoscentissimo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

2.1.47 591 /Joyeusaz Abele / 1930-6-7 /

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al chierico Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice


7 giugno 1930


Caro Don Gioioso,


Non arriverò in tempo, ma so che il 22 Giugno celebri la tua prima Messa.

Sarai ricordato da noi tutti e da Don Cimatti… Sai le relazioni che passarono tra le anime nostre e basta.

La mia preghiera è che Gesù ti investa dello spirito di Don Bosco.

Allegro e buono – la meta è raggiunta – bisogna che col sacrificio ti elevi fino al Cielo.

Prega per il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.48 592 /Rinaldi Filippo BS / 1930-6-8 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Don Bosco glorificato in Giappone28


Miyazaki, 8 giugno 1930

Amatissimo Padre,


Al chiudersi dell’anniversario delle date indimenticabili della glorificazione del nostro Don Bosco a Roma e a Torino, i suoi lontani figli del Giappone vollero incastonare l’ultima gemma alla corona di festeggiamenti celebratisi in ogni parte del mondo.

Lo slancio devoto dei Confratelli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dei cristiani e dei pagani stessi nel preparare, nell’attuare e svolgere il programma delle feste; il risveglio dello spirito di vita cristiana suscitato nelle anime; l’ammirazione verso Don Bosco che, presentato ai pagani come moderno educatore, polarizzò verso di lui come per incanto pensieri, affetti, simpatie e desiderio di conoscere il suo sistema; ecco le principali caratteristiche delle nostre manifestazioni.

Don Bosco apostolo dell’Eucaristia e della divozione a Maria A. attirò davvero, e nei tridui e specialmente nel giorno della festa, le anime a sé, soprattutto le anime giovanili, inviandoci in questo periodo delle feste buone vocazioni ed anche poveri fanciulli abbandonati, per cui fummo costretti ad iniziare un rudimentale tipo di orfanotrofio, nell’attesa che la Provvidenza ci invii i mezzi per far fronte a molte altre richieste; e ci diede anche l’occasione di battezzare alcuni adulti.

Giornali e riviste parlarono ampiamente di Don Bosco. È di questi giorni la pubblicazione della vita di lui ornata di belle illustrazioni, la pubblicazione dell’opuscoletto sul Sistema preventivo, distribuito a tutti gli insegnanti delle principali scuole dell’Impero.

Le autorità politiche, civili, militari e scolastiche delle nostre varie residenze, dalla lettura della vita ammirati di Don Bosco, vollero onorarlo con la loro presenza e, pur non comprendendo a fondo il lavoro della santità, testimoniare in quanto conto tengano coloro che si sacrificano per la gioventù.

Il problema dell’educazione in Giappone è al momento attuale uno dei più vitali29. Ed è bello vedere la buona volontà dei Giapponesi che per il bene della loro nazione, per l’amore intenso alla loro gioventù si avvicinano, e studiano, e ammirano chi viene loro presentando come una gemma fulgida, come un gran maestro nell’arte educativa.

Anche la più alta dignità ecclesiastica del Giappone nella persona del Delegato Apostolico Mons. Giardini, con la sua presenza volle testimoniare la sua devozione al nostro Beato e l’affetto verso la famiglia salesiana, e, come si espresse: “volle santamente vendicarsi di non aver potuto presenziare le feste di Roma e Torino, pregustando ora spiritualmente, quanto non poté attuare prima”.

Anche il Clero giapponese ebbe la sua rappresentanza alle feste di Don Bosco nella persona del Padre Totsuka,30 giovane sacerdote che parlò da pari suo e con affetto filiale del nostro Beato, educatore cristiano e dei mirabili rapporti fra la religione e l’educazione.

Inviarono pure la cordiale adesione alle nostre feste la R. Ambasciata italiana, il R. Console di Kobe, e i vari ordini religiosi, specialmente i buoni francescani di Kagoshima con gradita rappresentanza.

Le feste ebbero principio a Beppu con una riuscita serata di musica e discorso commemorativo su Don Bosco nel massimo salone della città, presente anche il Barone Confalonieri, segretario della R. Ambasciata d’Italia. In seguito a Miyazaki, a Oita e a Nakatsu si susseguirono solenni le manifestazioni religiose fatte col massimo splendore possibile: nei saloni delle città si tennero commemorazioni e concerti che diedero modo di fare ottima propaganda missionaria e salesiana: alle modeste agapi fraterne convenne quanto di più eletto poteva trovarsi nel campo politico, civile, militare ed educativo.

Si ebbe così una presentazione di idee cristiane attraverso a discorsi, a giornali e a foglietti: la presentazione al pubblico dei missionari, dei nostri chierici, delle Figlie di Maria Aus. e dei nostri cristiani che cantarono, suonarono inneggiando a Don Bosco, il quale fra i fiori, addobbi e luci, sorrideva benedicente al buon popolo giapponese.

Possa presto, anche per la modesta opera nostra, propagarsi per tutto il Giappone lo spirito cristiano emanante dal sistema di Don Bosco, e ci ottenga il Signore di mantenerlo vivo, ardente ed operoso nel nostro apostolato.


Don Vincenzo Cimatti




2.1.49 593 /Ricaldone Pietro / 1930-6-8 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



8 giugno 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


La presente per augurare a nome di tutti i giapponesi salesiani la buona e santa festa onomastica. Se in Giappone si è potuto per la grazia di Dio fare qualche cosa lo dobbiamo in massima parte a Lei.

Grazie di cuore con tutta l’anima e viva riconoscenza per quanto fa per noi.

Che cosa potremo fare per Lei, lo sa meglio di noi, perché è il lavoro quotidiano nostro, ossia preghiera, lavoro e sacrificio che in un fascio solo specie in quel giorno saranno offerti per Lei.

Ed ora alle cose nostre.

        1. I confratelli bene in tutto e per tutto. Il ch. Baratto stanco di testa, per strapazzi fatti in sua gioventù in collegio (star su di notte ecc. ecc.), riposa un po’ alla missione, dietro consiglio del medico.

Don Escursell mi dice che al sopravvenire del caldo è prostratissimo ed ha bisogno di bagni di mare. Vedremo! Un pensiero della mia povera testa. Non mandi nelle missioni in formazione individui abituati a certe esigenze contratte alla lunga in famiglia… Sono letali a sé e agli altri. Credo che da Don Escursell (salvo quanto mi accennava Lei di mandarlo all’estero a fare propaganda – e se i Superiori mi danno il permesso lo mando al prossimo anno) ricaveremo poco. Mi pare che nonostante consigli, avvisi si renda poco conto della sua posizione. Caverà poco o nulla per la lingua – è (secondo me) un elemento buono in una redazione di giornale – credo che ha ancora troppi legami coll’estero (legami che anche ci vogliono per aiutare la missione) ma che in definitiva concluderanno a non formarlo missionario. Sono di parere che bisogna pigliare e utilizzare gli uomini come sono – stiamo dietro a Don Pedro che ha molte troppe parole – ma credo che concluderanno poco.

        1. Roma e Torino e Don Torquinst muti per le cose nostre. Il Signore non mi abbandona per altre vie e si fa quello che si può, non quello che si dovrebbe fare se avessimo i mezzi. Ad ogni modo non posso lasciar le anime in aria e con buone parole.

Sono certo che il Signore mi aiuterà. Ho iniziato un ricovero per vecchi (finora uno) e mi sono addossato affidandoli a famiglie (e se sarà del caso alle suore) la cura di tre fanciulli abbandonati – ed ora la direzione di un lebbrosario governativo me ne affida per mezzo delle suore francescane di Maria quattro (immuni). Che vuole? Non posso dire di no. Già tre che mi si volevano affidare sono andati a finire in mani pagane, sfruttati e spremuti e battuti – e mi piange il cuore per questi quattro che o sarebbero soppressi o dati a mani prezzolate che li faranno morire per altre vie. Oh, il Giappone! (Non si può parlare pubblicamente). Il Signore che li manda provvederà. 31

Per le ragioni dette al N. 2 ho fatto sospendere i lavori dello studentato e per il prossimo anno cercheremo ancora una soluzione provvisoria e per i chierici e per il Seminario e per l’asilo: ma tutti e tre devono assolutamente funzionare. C’è però anche tempo a fare le cose molto bene, se ci sono i soldi.

Qui non posso trovarli (oh, sì! Le banche li prestano al 15-18-25%…) e allora faremo con quello che manda la Provvidenza e nella dose data dalla Provvidenza. Fiat voluntas Dei!

È doloroso perché c’è bisogno di fare, ma non si può e Deo gratias! Fiat voluntas Dei! La responsabilità non è certo nostra.

        1. Rinnovo insistentemente le preghiere per il personale del prossimo anno.

C’è da provvedere per gli insegnanti, personale assistente dello studentato e Seminario. I Superiori si investano dei bisogni di questa povera missione e ci aiutino in tutte le forme.

        1. Le feste di Don Bosco riuscirono splendidamente. Ci benedica il nostro beato Padre. Ne faccio relazione pel Bollettino al Sig. Don Rinaldi.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, preghi preghi preghi per noi e per i bisogni sempre più urgenti e crescenti di questa fra le più povere (in tutti i sensi) missioni.

Con affetto filiale:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.50 594 /Grigoletto Giuseppe / 1930-6-8 /

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al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice, grande benefattore



Miyazaki, 8 giugno 1930

Mio Giuseppe,


Non devi non scrivere a Don Cimatti per non distrarlo dai Giapponesi, ma per mantenere ordini di superiori e propositi, che valgono incomparabilmente più che Don Cimatti.

Grazie delle tue buone intenzioni di aiuto e di quanto cerca di fare il buon Giorgione che ringrazierai fin d’ora. Prego e faccio pregare per quell’intenzione e fiat voluntas Dei!

Tu sei sempre ricordato da Don Cimatti e dagli amici della S. Marco.

Prega e fa’ pregare non per i miei bisogni materiali, ché a quelli ci pensa la Provvidenza, ma per la mia anima.

Forse morirò presto et fiat voluntas Dei.

Quante ne ho da scontare! ma lo farò anche quello per amor del Signore.

Grazie, Grigoletto mio, prega e fa’ pregare per me gli amici di Verona.

Ti abbraccia il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.51 595 /Circolare Salesiani / 1930-6-11 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone



Visitatoria


11 giugno 1930

Carissimi,


Ho il piacere di comunicarvi alcune decisioni prese nelle sedute del Consiglio:


              1. All’opera di soccorso per i poveri vecchi iniziata a Miyazaki, Takanabe, si aggiunge il rudimentale inizio dell’opera fanciulli orfani abbandonati, per ora accettati da buone famiglie cristiane (Oita - Takanabe), in attesa che la Provvidenza ci dia modo di aprire l’opera in forma stabile. Sono sette piccini… Domando a tutti la carità di preghiere e ricerca di mezzi per mantenerli.

              2. In attesa di decisioni di Roma e Torino e della venuta di Don Torquinst si sospendono le decisioni sullo studentato e piccolo seminario.

              3. Constatato il buon esito della propaganda cattolica e salesiana per le feste di Don Bosco, si esorta a sfruttare la situazione parlandone, scrivendone, divulgandone la vita e l’opuscoletto sul sistema preventivo – domandare l’impressione che ha fatto la figura di Don Bosco, l’interesse suscitato ecc. Si presenterà pure “memorandum” al Ministero dell’Educazione.

              4. Il Vescovo di Okayama è disposto di concedere P. Shibutani per la prima quindicina di Luglio. Per chi desidera approfittarne per conferenze veda se nella propria circoscrizione è questo il momento propizio. Se no si tramanderà la cosa a Settembre od Ottobre, in cui mi impegno di farlo ritornare.

              5. Si inizieranno pratiche per la regolarizzazione della proprietà, assicurazioni contro gli incendi, sviluppo dell’Opera delle Suore.

              6. Vanno aumentando le domande di giovani che desiderano lavorare sotto la bandiera di Don Bosco. In questo mese del S. Cuore, “per viscera misericordiae Dei nostri” affidiamo queste e le nostre anime, e tutti gli interessi dell’Opera nostra al nostro dolcissimo Gesù.


Vostro

Don V. Cimatti

2.1.52 596 /Circolare Salesiani / 1930-6-13 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone



Miyazaki, 13 giugno 1930

Carissimi,


Rammenterete certo che con lettera del 23/12/1929 “Quinquagesimo ante anno” S. S. Papa Pio XI estese il giubileo a tutto il corrente Giugno. Già i nostri cristiani e noi pure ne abbiamo usufruito, ma è utile certo ricordarlo ai Cristiani e dare comodità di compierlo a tutti. Le pratiche da eseguirsi per lucrarlo furono a tempo opportuno pubblicate sul “Don Bosco”. Si riducono in conclusione:

        1. Visite alla chiesa, pregando colle solite intenzioni (2 in tre chiese, oppure 3 in due, oppure sei in una). A Miyazaki può servire la chiesa della Missione e dello studentato.

        2. Due giorni di digiuno e astinenza.

        3. Confessioni e Comunione (oltre la pasquale).

        4. Secondo il consiglio del confessore fare un’elemosina (specialmente per le opere di propaganda e preservazione della fede). I confessori possono commutare le opere indicate in altre. I Direttori sono autorizzati a stabilire le norme (le prescritte o altre) per i confratelli, allievi della propria casa.


Inoltre: ripetendo più volte le prescrizioni precedenti, si può lucrare più volte il Giubileo (l’indulgenza è applicabile alle anime del Purgatorio). Per ogni visita al SS.mo Sacramento si lucrano 7 anni e 7 quarantene. Per una settimana: indulgenza plenaria applicabile alle anime sante del Purgatorio.

In vista del gran frutto spirituale prego comunicare al più presto ai vostri dipendenti i favori del Giubileo.

Desiderando dar forma pubblica al Giubileo potete prendere occasione delle feste di questo mese e specialmente del 29 c. m. in cui vi esorto vivamente a festeggiare salesianamente (cioè come farebbe Don Bosco) il Papa. Quanto faremo cogli scritti, colla parola, colle funzioni, ecc. non raggiungerà, penso, ciò che farebbe Don Bosco, ma sarà omaggio gradito, e per noi meritorio, a Gesù.

Propaganda Fide invia nuovi moduli da riempire che d’ora innanzi vanno da Giugno a Giugno. Prego vivamente che i medesimi siano inviati al più presto debitamente riempiti. L’esatta e coscienziosa compilazione dei medesimi ha grande influenza anche nella concessione dei sussidi. Propagate la devozione al S. Cuore in tutte le forme possibili ed otterremo per noi e per le anime a noi affidate i benefici effetti delle sue divine promesse.

Vostro dev.mo

Don V. Cimatti, sales.



Appendice: per quesito ricevuto rispondo. Cerchiamo (pur non imponendo nessun obbligo) nelle feste della Chiesa non obbligatorie in Giappone, e in quelle soppresse di invitare i cristiani a solennizzarle, dando comodità ai cristiani per i Sacramenti, ascoltare la S. Messa, oppure alla sera benedizione, ecc. È desiderio della Chiesa, è di gran frutto alle anime, è della più genuina tradizione di Don Bosco.

2.1.53 597 /Merlino Alfonso / 1930-6-15 /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



15 giugno 1930.

Carissimo Merlino,


Avrei voluto parlarti ma non fu possibile, spero al ritorno. Mi è sembrato di trovarti un po’ serio. Animo Alfonso. Comprendo!

Il lavoro aumenta, ma vedi è proprio per non aggravarti troppo e perché possa attendere con impegno anche alle faccende domestiche e all’Oratorio festivo che Don Cimatti ha insistito che la cucina dei giovani (tanto più che è alla giapponese) fosse affidata alla Catechista.

Vedo con piacere che ti sei assunto parte dell’assistenza, la più delicata per loro e per te. Deo gratias! Quanti meriti Alfonso mio.

Come sono solito raccomandare a voi, cui è affidato il nostro stomaco, specie in questo tempo di caldo “cucina varia appetitosa”. È una delle responsabilità più grandi che avete voi, cari coadiutori.

Capisco che per voi è una croce – desiderereste altro anche per cooperare più direttamente all’apostolato, ma accettando con gioia e rendendovi abili in questo quanto miglior bene fate.

Coraggio dunque Alfonso, ti benedica il Signore.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


2.1.54 598 /Giardini Mario / 1930-6-23 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Okayama, 23 giugno 1930

Eccellenza,


Mi trovo a Okayama per un po’ dì propaganda che mi frutterà P. Shibutani per un po’ di propaganda nel prossimo settembre in missione a Miyazaki. Stasera concerto a Shimonoseki, poi ritorno in sede.

Come Le avevo accennato durante le feste di Don Bosco, potrebbe forse essere utile presentare al Ministero dell’educazione la Vita di Don Bosco e le nostre pubblicazioni educative. Siccome non sappiamo decidere:

  1. Sulla convenienza della cosa,

  2. E specialmente sulla prassi da tenere,

Le accludo un piccolo memoriale esplicativo. È da tradurre? Oppure bisogna fare in altra maniera? È troppo lungo? ecc. ecc.

Comprendo il grave disturbo per l’E. V., ma che vuole? Tanquam parvuli peramantissimo Patri clamamus “adjuva nos”.

Sempre di famiglia nelle nostre preghiere.

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.55 599 /Ricaldone Pietro / 1930-6-30 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 30 giugno 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Roma, Don Torquinst, Torino… devono essere morti… quindi tutti i piani progettati furono arrestati… e pazienza… Sarà questo il volere di Dio.

Notizie generali. Salute dei confratelli discreta – in pratica sono tutti stanchi. Sto col Consiglio studiando il modo di dare a tutti un po’ di sollievo – siamo nel periodo del caldo, fino a tutto agosto. Ma se non ci viene un forte aiuto di personale e mezzi mi si sfibbrano [sic!] tutti… Quei della prima spedizione sono quasi tutti reliquiari di guerra, con nervi scossi… e relative conseguenze.

Dei nuovi Lei conosce Don Marega – il ch. Baratto l’ho già messo a riposo e vedremo il da farsi.

Ho già in animo di proibire nuove attività pel prossimo anno, ma a tenere anche solo le posizioni c’è molto lavoro, acuito sempre dall’assillante problema della lingua, che più si procede, più ci accorgiamo di non sapere. Deus nos adjuvet!

Notizie speciali. La malattia di Baratto è esaurimento per cui la testa non gli serve per studiare. Quanto durerà questa condizione di cose, non prevedo. Intanto riposo dallo studio fino a settembre. L’ho preso con noi alla Missione dove può, con lavoro più di mano che di testa, riposare e lavorare.

Ne ho uno ammalato spiritualmente, non ho ancora capito di che natura, ma presto chiarirò e riferirò: è il ch. C..

Ho Don Lucioni che non sa adattarsi per incompatibilità di carattere con Don Cavoli. Sono cose però più che tutto interne.

Di Don Pedro ho riferito. Don Marega Lei lo conosce… Desidero sfogare quanto non posso fare che con Gesù e coi Superiori… a scarico di coscienza e non dico altro… per le promesse fatte.

Spiritualmente poi Don Cimatti è in un periodo di aridità e quindi… giocondamente non c’è che afferrare la croce… Aggiunga tutti questi ritardi di mezzi, di consiglio… e può farsi un’idea dello stato dell’anima di Don Cimatti. Ma il Signore ci aiuterà. Certo per non lasciar mancare nulla ai figliuoli sto dando fondo a piccole, magrissime miserie che dovevano essere l’inizio della futura dote della missione futura.

Si vede che al momento non piacciono al Signore neppure queste naturali previdenze, consigliatemi dai Superiori… e ci vuole nella schietta povertà quotidiana… oppure non siamo degni della predilezioni di Gesù, specialmente per le miserie di uno che Don Cimatti ben conosce…

Fiat voluntas Dei. Se entro il mese di Luglio non arriva nulla posso cominciare ad elemosinare di porta in porta. Se sarà necessario farò anche questo.

Non mi pensi però cambiato… matto come sempre domani ad esempio con Don Margiaria inizio una serie di quattro concerti di beneficenza per i nostri poveri (ne abbiamo una quarantina di cui alcuni a totale carico). È probabile che gli introiti non passino le spese, ma se non entrano i soldi si predica N. S. Gesù Cristo che vale molto di più…

Questo lavoro musicale e il preparare lavoretti per la nostra propaganda cattolica da stampare e il dirigere, come posso, i confratelli è il poco lavoro missionario che posso fare. Così vuole il Signore e… così sia!.

Spero comincerà a pensare al nostro futuro personale. Come ho già detto pensi che coi chierici che manderà (pel numero veda Lei) ci vuole il personale per la scuola.

L’anno scorso, con tutte le insistenze fatte venne Don Marega… Sarà convinto anche il Sig. Don Ricaldone che con uno non si sostiene uno studentato. Il prossimo anno comincia il secondo anno.

Pensi che il piccolo aspirantato non potrà essere tenuto a Nakatsu perché un altro anno si raddoppierà e mi ci vuole un po’ di personale. Una pazza idea… Non potrebbero i Superiori imprestare ad tempus (due anni, quattro anni) qualche confratello che potrebbe venire per fondare bene l’insegnamento nello studentato, istruirsi, ecc. ecc.? Potessi avere un buon confessore almeno per lo studentato! Il male del ch. Cagna è tutto in questo… difficoltà di confessione.

Non posso dirle per ora nessun progetto, dato tutti i ritardi di cui sopra.

È certo:

        1. Che bisogna cercare un posto pel piccolo Seminario e aspirantato, perché a Nakatsu non ci si sta. Allarghi il pollaio.... ma è sempre pollaio. Sto in attesa del sussidio di propaganda.

        2. Bisogna assolutamente togliere lo studentato da dove è, prima dal punto di vista morale (su strada pubblica, ecc. ecc. ) e poi perché non ci si sta. Secondo il consiglio dei Superiori bisogna attendere Don Adolfo.

        3. Ho bisogno di aprire l’asilo e far lavorare le suore… e il Signore mi aiuterà. Avevo fatto e rinnovo le promesse al S. Cuore… forse non ritiene opportuno l’esaudirle.

        4. Ho bisogno di rimaneggiare il personale pel bene di varie anime, ma non si può pensare se non si conosce qualche dato di quelli che verranno.

Inoltre la missione ha bisogno di varie cose. Se Lei mi potesse dire chi è il Capo-spedizione e ci potesse mettere in relazione… Lei mi dirà: “Ci sono uffici a Torino”.

Mio buon Don Ricaldone, in tutti questi preparativi è il cuore che c’entra, l’interessamento personale e negli uffici… (non mi sgridi!…).

Dunque venga in aiuto a questa tapina missione… che riesce a fare quel che può.

E per stavolta stop, in attesa di consigli, di aiuti e di sgridate… fanno sempre bene all’anima mia.

Chissà che il Signore non mi voglia presto… e mi sto preparando.

Speravo andarmene al 25.mo di Messa (18-19 Marzo), ma… Preghi per me.

Tutti le fummo vicini nel giorno di S. Pietro.

A nome di tutti:

Don Vincenzo Cimatti, sales.


600 /Circolare Salesiani / 1930-7-7 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Notizie cumulative


Miyazaki, 7 luglio 1930

Carissimi,


È genericamente annunciato l’arrivo di Don Torquinst per i primi di Agosto. È desiderio dei Superiori sia trattato con tutti i riguardi come uno dei massimi benefattori della nostra Pia Società.

Come avevo preannunciato, desidero entro il mese fare l’annuale visita (canonica e salesiana).

Essendo a frequente contatto con voi non ce n’è vera necessità, ma è sempre più necessario affiatarci e scambiarci le idee pel migliore incremento spirituale e materiale della missione e dell’opera nostra.

Desidero fermarmi nelle residenze quanto è necessario. Nella settimana dal 7 al 12: studentato e Nakatsu; 13 a Tano; dal 14 al 19 a Oita e Miyazaki; dal 21 e segg. a Takanabe.

Raccomando di riempire i moduli per Propaganda e quella degli oratori festivi.

Domando proposte, consigli per il necessario riposo dei confratelli, specie nel mese di Agosto.

Offriamo al Signore anche l’attuale stanchezza, il caldo, i dispiaceri, le difficoltà finanziarie in cui ci troviamo per meglio purificare noi e l’opera nostra.

Con vero affetto.

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.56 601 /Casa di Nakatsu / 1930-7-11 /

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Visita canonica ai Confratelli e alla Casa di Nakatsu



Visita a Nakatsu


11 luglio 1930


Nella visita fatta constato con piacere l’esecuzione delle cose raccomandate precedentemente e specialmente il bel lavoro compiuto per l’inizio del nostro piccolo aspirantato o piccolo seminario. Vi ha costato sacrifici e vi costa lavoro, ma è l’opera più bella e più importante che si sia compiuta in quest’anno.

Continuate nella regolarità, nel lavoro, nella carità fraterna, nel desiderio della perfezione, ed il Signore vi benedirà.

Non vi turbino le difficoltà: sono permesse dalla Provvidenza a nostro stimolo e a nostra umiliazione.

Raccomando come ricordo di quest’anno che domini in ogni vostro lavoro materiale e spirituale lo spirito di fede.

Quanto più ci consideriamo strumenti inadatti, inutili nelle mani della Divina Provvidenza, pur attivandoci in tutte le forme dell’attività apostolica, tanto più la Divina Provvidenza si servirà di noi per fare del bene.

Col ringraziamento più sentito per il lavoro compiuto, coll’assicurazione più viva delle preghiere quotidiane mi dico vostro confratello:

Don V. Cimatti, sales.

2.1.57 602 /Giardini Mario / 1930-7-12 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 12 luglio 1930

Eccellenza Reverendissima,


Nuovamente si è manifestata la bontà dell’E. V. col preziosissimo dono giunto felicemente e che la domenica 20 sarà solennemente inaugurato in un modestissimo salone costruito vicino alla chiesa, durante una lotteria e concerto a vantaggio dei poveri. [Si tratta del piano].

Grazie, e possano tutte le note, che si sprigioneranno dallo strumento, convertire per merito della sua carità, altrettante anime.

Nonostante il caldo si è fatto un po’ di movimento colla musica e propaganda in nuovi centri della missione: Kobayashi, Miyakonojo, Fukushima e speriamo in Settembre fare altra propaganda in grande stile coll’intervento del Padre Shibutani.

Ho autorizzato il fitto di una nuova casetta a Morie (dipendente da Nakatsu) per uso catechistico. È un centro che non ha templi pagani – il villaggio domanda il missionario… Mah! tentiamo.

Lotto quotidianamente colla Provvidenza per avere il necessario… Propaganda deve essere morta non avendo ancora inviato l’annuale sussidio solito a giungere in Giugno. Torino pure deve essere morta o molto ammalata… Mah! non si riesce ad avere notizie. C’è la Provvidenza e questa non falla… e tirem innanz…

V. E. che ha voce in Capitolo, non potrebbe – arrepta occasione – far comprendere che finché i missionari (e penso che su per giù sarà la stessa storia per tutti) dovranno litigare e affannarsi in questo genere di cose, è tutta attività che si sottrae all’apostolato? Ah, se si lasciano mancare le munizioni ai soldati in trincea, gli sbalzi in avanti non sono possibili.

Scusi lo sfogo filiale… non creda provenga da mancanza di fede… Mi pare di averla, e di aumentarla ogni giorno… È constatazione di realtà di fatto… Ad ogni modo avanti allegramente.

Ho ricevuto l’annuncio che il giorno 16 arriva Don Torquinst, di cui Le avevo scritto, a Nagasaki, accompagnato da Don Braga, il nuovo Ispettore della Cina.

Non conosco il programma: glielo comunicherò al più presto. Forse mi sarebbe utile sapere quanto V. E. si ferma ancora a Tokyo. Se lo crede opportuno me lo faccia sapere. Grazie dell’interessamento per l’altra questione.

Ed ora ancora una piccola spina. Lei sa che P. Totsuka ha tanto lavorato in occasione delle feste di Don Bosco. Pur pensando al grande lavoro che avrà trovato accumulato, il non aver inviato neppur un rigo a nessuno, pur avendo scritto ringraziamenti, ecc. ecc., aver avuto l’invio di fotografie, ecc. mi viene il dubbio che non sia stato soddisfatto del modesto obolo di Yen 200 (gli ho anche pagato il viaggio a Kagoshima). Mi dispiacerebbe, tanto più che era cosa accordata con V. E. e con l’Ammiraglio. Ad ogni modo non so capire, perché non mi pare della politesse giapponese.

Non vorrei fare gaffe ancora più solenne per il lavoro (non si riesce ad avere notizie) sul Vangelo e pregherei l’E. V. a darmi un buon consiglio al riguardo. Faccio bene? Faccio male? È per la gloria di Dio e niente paura.

In tutta confidenza avuta a Okayama è che non vi sia armonia tra Vescovo - Padre Shibutani e cristiani. Sarebbe davvero deplorevole se fosse vero. Spero sia soltanto povera nostra impressione.

L’assicurazione delle quotidiane preghiere conforti il cuore di tutti.

Don V. Cimatti, sales.


2.1.58 603 /Rinaldi Filippo / 1930-7-14 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 14 luglio 1930

Amatissimo Babbo,


Sono molto in ritardo per molte ragioni… in giro per un po’ di visita speciale, canonica e salesiana (pur essendo in continuo affiatamento coi confratelli)… e poi perché tramandando di giorno in giorno…

Domani è il mio compleanno (51°) e voglio passarlo nella vigilia spiritualmente con Lei, tanto più che oggi ho l’animo pieno di amarezza… che il Signore fedelmente non lascia mai mancare. Ho un mondo di cose da dirle. Lo farò nel più breve tempo possibile.

E comincio dalla povera anima mia.

Sono sempre il medesimo e alle medesime difficoltà nelle preghiere, nell’adempimento dei miei doveri per le condizioni d’animo e di abitudine in cui mi trovo… e Lei lo sa.

Lavoro ce n’è… Lei sa le condizioni in cui desidererei farlo. Gesù mi vuole più che nello spirito nelle preoccupazioni della materia… e così sia… Ho promesso di non tornare su questi argomenti, ma se l’organizzazione dell’apostolato deve essere come una guerra, le munizioni al fronte sono necessarie. Non arrivando, o arrivando in ritardo o disorganizzate, si sprecano soldi e energie con risultati… Belle teorie! Ma…

Per i miei santi voti, osservanza delle regole, nulla di speciale. Forse amo e servo troppo… ma certo non ancora quanto Gesù…

La superbia fa capo sempre… almeno penso sia quella… Non poter avere la soddisfazione di essere, come straccio, buttato qua e là… è inutile, il comandare non è il mio pane. E basta.

Ho fatto la visita allo studentato.


Don Tanguy. Optime. È uomo di apostolato e oltre al lavoro non indifferente per i chierici, ha la cura della circoscrizione di Takanabe dove lavora proprio con frutto. Talvolta stanco per lo studio della lingua, ha imparato come deve fare a riposarsi. Deo gratias!

Don M.. Benino per la salute. Carattere difficile, pronto nel parlare e poco prudente negli apprezzamenti di uomini e cose e idee. È certo insegnante giovane, che ha ritenuto forse più lo spirito di critica di certe questioni di studio alla Crocetta, che la sostanza. Tentiamo di guidarlo, ma… ci vorrà del tempo e starà male lui e gli altri.

Coad. Ragogna. Mi pare davvero ottimo e che venga formandosi bene. È felice della sua vocazione. Deo gratias!

Ch. B.. È esaurito di testa e ho dovuto sospenderlo dagli studi. Se si rimette, bene – se no o rimandarlo o faccia il coadiutore. Tutte cose che non si sapevano. Negli anni di sua formazione a Verona, libero di sé, come figlio di Maria, passava le notti a studiare, pazzamente, senza ordine d’idee e di studio – già allora fu colpito da nevrastenia – in noviziato fu frenato più o meno – ora ne sconta le conseguenze fisiche e morali. Non è padrone di sé, non abituato all’orario e all’ordine nel lavoro. Speriamo…

Ch. Filippa optime.

Ch. Tassinari, bene – viene lavorandosi.

Ch. Zanarini, benino.

Ch. F., benino, grossolano e chiacchierone.

Ch. Braggion, uomo fatto; un po’ nervosetto. Debole negli studi.

Ch. Bernardi. Benino. Il più debole negli studi.

Ch. C.: spiritualmente il meno formato. Ora si è messo in carreggiata. Lo stiamo studiando.


Casa di MIYAZAKI. Don Cavoli. Bene in omnibus, ma pronto, troppo pronto e aspro. Disordinato esternamente nei libri, ecc. ma apostolo di bene attivissimo. Ma ha bisogno di diversificare nei lavori – la continuità regolare è per Lui difficile. Certo che ha troppo lavoro, ma è difficile trovare chi lavori volentieri con lui.

Don Lucioni. Bene in omnibus. Nervoso assai. Purtroppo non riesce ad affiatarsi spiritualmente con Don Cavoli e non so davvero che pesci prendere perché bisogna assolutamente cambiarlo di casa. Esternamente vanno bene.

Coad. Guaschino. Ha fatto grandi progressi e fa quel che può – ma pesante e con incomodi di salute, disordinato non può ricordare e tenere dietro a tutto.


Casa di OITA. Don Margiaria: bene in omnibus.

Don Escursell: si è messo un po’ più in carreggiata, ma ha ancora il cuore troppo all’estero, pur compiendo un buon lavoro di propaganda.

Coad. Maccario. Benino in omnibus. Qualche scoraggiamento.


Casa di NAKATSU. Don Piacenza. Forti dolori di testa, insonnia. In agosto piglierà assoluto riposo. Optime in omnibus rebus.

Don Liviabella. Bene in tutto.

Coad. Merlino. Bene in tutto.


Per me i problemi attuali più importanti sono:


  1. Appena sapremo qualche cosa dei nuovi arrivi un rimaneggio del personale o parte di esso per il bene di alcune anime.

  2. Problema delle confessioni dei confratelli. Va studiato dai Superiori con amore. Come fare? È più delicato che mai.

  3. Come iniziare qualche cosa per l’avvenire della missione e dell’opera nostra. Coll’incertezza dei sussidi, col ritardo dei medesimi, in Giappone dove non possiamo contare che colla quotidiana provvidenza, si vive alla giornata, ma non è possibile pensare allo sviluppo. Non sarà forse ancor ora…

  4. Studentato… finora non ha sede propria.

Seminario… " nel pollaio di Nakatsu e dal tono di una lettera giuntami dall’Opera del Clero indigeno mi pare desumere che non riceveremo alcun sussidio (per molti anni).

Suore… finora non in sede propria.


Prego di scongiurare il Sig. Don Ricaldone ad inviare un po’ di personale per l’insegnamento (nel prossimo anno avrò una 20 di nostri chierici – penso – una ventina di seminaristi e capirà che Don Marega (l’unico insegnante inviato l’anno scorso) non può certo fare tutto.

I missionari poi distolti dal lavoro dell’apostolato, e non avendo la preparazione all’insegnamento finiscono con non concludere né per l’una, né per l’altra parte – ci perdiamo tutti nel presente e nell’avvenire.

Eccole aperto l’animo mio, mio buon Padre? Cose solite, ma con loro se non si insiste si finisce col non ottenere neppure il minimo desiderabile (me l’ha detto Lei: “guai se non chiedi!”).

Questa fu troncata perché ricevo telegramma dell’arrivo di Don Torquinst con Don Braga. Orario perfetto! Da Aprile, siamo in luglio (16) – mese del caldo – chiusa delle scuole e collegi così che potrà vedere ben poco delle caratteristiche educative giapponesi – mese delle ferie e anche i nostri oratorietti ne risentono.

Non importa. È umiliazione anche questa che fa bene a tutti e fa toccare con mano le reali difficoltà e aridità della missione giapponese – la necessità di aiuti.

Ho scritto anche al Sig. Don Giraudi pregandolo dica in capitolo qualche buona parola per noi:

  1. non abbiamo proprietà – finora nessuna nessuna,

  2. non abbiamo entrate fisse – né finora è aperto spiraglio alcuno per le quali potrebbero essere.


Domando ai Superiori: “i sussidi che ricevo dai Superiori sono doni o prestiti (sia pure a lunga scadenza e senza interessi)”? Certo ci vengono conteggiati usque ad ultimum quadrantem. Allora non sono doni. Attualmente sono debitore verso il Capitolo di oltre 150 mila lire, che non so davvero come tirare fuori e che ci allontanano sempre più dalla possibilità di stabilizzarci. Deus providebit.

Preghi per questa testa matta: ieri 15 luglio mio compleanno. Sono 51 anni di cui devo rendere conto a Dio e non ho ancor messo giudizio. Come oggi ho ricevuto il S. Battesimo. Quali ricordi! Ed ho detto la Messa a Nagasaki all’altare di Maria, dove è avvenuta la scoperta dei discendenti dei vecchi cristiani.

Può pensare che ho detto a Maria. Preghi che mi salvi l’anima. Mi piace pensare di avere davanti a me ancora 25 anni di lavoro… e poi si vedrà… per farmi santo e santificare.

Mi benedica.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

604 /Rinaldi Filippo BS / 1930-7-16


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 16 luglio 1930


Antitesi ed armonie32


Amatissimo Sig. Don Rinaldi,

Negli aridi incolti solchi della Missione il Signore di tanto in tanto fa spuntare germogli che compensano abbondantemente le fatiche sostenute. Rileggendo i ricordi di Don Bosco ai primi missionari, mentre ci meravigliamo della mirabile opportunità e del pieno adattamento di essi alla nazione giapponese, troviamo sempre nuove vie per rassodare il lavoro compiuto e spunti per nuove iniziative.

Scrive Don Bosco: “Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi, dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benedizione degli uomini”.

Le cure agli ammalati circondano qui di ammirazione l’opera del sacerdote cattolico. I pagani notano, paragonano lo spirito di sacrificio del prete cattolico e commentano e viene lentamente stampandosi nella loro anima la nobiltà dei sacrifici dello straniero che tanto ama il giapponese. Oh!, si sapesse che valore ha per l’anima giapponese la parola “straniero”, come si apprezzerebbe il più piccolo atto di ammirazione che forzatamente è costretto a tributare in suo onore!

Lo sa il buon Don Cavoli quali effetti di grazia nelle anime e quale ammirazione desta il portare settimanalmente la comunione agli infermi! Quali effetti producono nell’animo dei pagani le visite alle famiglie della Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli, il pagano giapponese non si arrenderà ad un bel discorso, ad un cumulo di ragioni che lo costringono alla verità, ma al vedersi circondato d’affetto, al vedersi sollevato dalle afflizioni della vita, al vedere i suoi figli fatti segno all’amore di anime buone, cede, s’avvince a voi, vi ascolta e permette ai suoi figli che vi ascoltino…

L’opera iniziata del soccorso a figli poveri e abbandonati e per ora affidati a buone famiglie cristiane (non avendo locali per un orfanotrofio o casa-ricovero) e mantenuti in tutto dalla generosa carità degli amici della missione giapponese, comincia a dare i suoi frutti. E così pure l’opera di ricovero dei vecchi vi colma il cuore di speranze e realtà future…

Vede il bravo vecchio attorniato dai due piccini? Antitesi e armonie! Il Signore che chiama alla fede il vecchio di 75 anni, e nello stesso tempo due angioletti di pochi anni… Il fiore della vita e il frutto maturo, battezzati domenica dal buon Don Tanguy, teneri e vecchi cespi che nel terreno dissodato a Takanabe dal nostro Don Cavoli, crescono ora e allungano già le loro propaggini a Oita, ove si trovano altri ricoverati, finché il Signore ci permetterà di riunire tutto in un’opera coordinata che permetta ad un gran numero di anime di sentire gli efflussi ineffabili della grazia di Dio e della generosa carità cristiana.

L’inizio della vita dell’uomo, il declinare della medesima che ugualmente vengono chiamate dal buon Dio alla grazia della fede. Antitesi ed armonie che permettono al missionario la molteplice applicazione dei mezzi della grazia, e di gridare con slancio ai buoni Giapponesi: “C’è posto per tutti nella casa del Padre nostro”.

Per i nostri orfani, per i nostri ammalati, poveri e vecchi: per procurare loro il necessario (e lo sanno i miei incomparabili aiutanti Don Margiaria e Don Liviabella) andiamo elemosinando a suon di musica (è anche questa una propaganda cattolica), organizzando tombole, bazar, e quanto si può escogitare per eccitare la pubblica carità. Vorrei, parafrasando col poeta, cantare così:


I miei amati poveri non hanno cibo se non da me, ed io non ho danaro per mantenerli almeno pel domane.

Domenica inaugureremo una modesta sala di riunione per i nostri cari cristiani, e la dedicheremo al nostro Beato Don Bosco con un trattenimento di beneficenza per i poveri amici di Gesù. Benedica Don Bosco questa nuova attività di apostolato e ci procuri la benevolenza degli uomini e le benedizioni di Dio.

Sac. Vincenzo Cimatti







2.1.59 605 /Circolare Salesiani / 1930-7-19 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria


Miyazaki, 19 luglio 1930

Carissimi,


La venuta di Don Braga ci porge l’occasione di pensare ed attuare una muta di esercizi spirituali che sarà tenuta ad Oita dal 28 c. m.

Prego i Sigg. Direttori ad inviarci quanti confratelli possono essere liberi di parteciparvi.

Dispongano pure (è dovere!) per un conveniente riposo dei confratelli nella casa o fuori.

Sono a disposizione le residenze e sotto – residenze nostre (col 1/8 una nuova a Morie - Nakatsu) e anche Oita - Koen dove si trasporta lo studentato.

Intendetevi vicendevolmente e pel luogo e per il tempo. Per Oita - Koen scrivere al più presto al Sig. Don Tanguy, Missione cattolica di Oita.

Per i confratelli che non possono partecipare a questa prima muta in luogo e tempo da determinarsi sarà tenuta la seconda.

Preghiamo per il buon esito degli esercizi e per la salute e pel buon esito della venuta del Sig. Don Torquinst.

Autorizzo fin d’ora e prego vivamente i confratelli ad approfittarne a far rendiconto e conversazioni col Sig. Don Torquinst e col Sig. Don Braga.

Quanto bene spirituale ne riceveremo tutti… Pregate per me.

Vostro

Don V. Cimatti

2.1.60 606 /Giardini Mario / 1930-7-21 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 21 luglio 1930

Eccellenza Reverendissima,


Grazie della sua inesauribile carità e per le Ss. Messe e per la bella musica. Ieri sera ho inaugurato nel locale nuovo “Sala Don Bosco” il piano che fece la sua figura (credo più che nella sala di V. E.) fra le benedizioni delle centinaia di persone raccolte e di poveri vecchi che col sussidio della carità si beavano anche della musica. È una buona branca di azione (una specie di conferenza di S. Vincenzo che tentiamo di sperimentare) che ha già dato buoni frutti spirituali.

Grazie pure sulle indicazioni di omaggio di S. E. il Ministro. Il Signore ci vuole provare. Il nostro Don Torquinst è degente a Shanghai per tifo petecchiale.

Quindi caduti vari piani. Disposizione della Provvidenza che sa quel che fa!

Finalmente è giunto il sussidio da Propaganda che viene a dilatare almeno per qualche mese il cuore.

Mi annunciano da Torino (non ufficialmente) la preparazione del nuovo gruppo pel prossimo anno.

Per i nostri chierici e confratelli ho affittato in una montagna fra Oita e Beppu un luogo per un po’ di riposo nel mese di Agosto.

Mons. Roy pure ha messo a disposizione la sua nuova costruzione: forse andremo per una salita al Sakurajima.

Se l’E. V. potesse unirsi a noi giocondamente saremmo onorati: povertà, ma cuore e allegria.

Ci benedica tutti e si assicuri del nostro continuo ricordo nelle quotidiane preghiere.

Con affetto riconoscente e devoto:

Dell’E. V. Rev.ma

Don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. - Finalmente P. Totsuka si è fatto vivo con Don Margiaria. Il Vangelo sarà pronto a metà Agosto.

2.1.61 607 /Circolare Salesiani / 1930-7-25 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Miyazaki, 25 luglio 1930

Carissimi,


Propaganda Fide nell’inviarci l’annuale sussidio (Lire 110 mila) esorta i missionari al lavoro apostolico per corrispondere sempre più alla bontà della Provvidenza.

Mentre ho ringraziato di cuore la Provvidenza e i suoi ministri, invito voi pure, miei cari missionari, ad unirvi a me e col lavoro e colla santità della vita corrispondere ai continui benefici del Signore.

Pensai che vi sarebbe tornato gradito e di buono stimolo all’apostolato l’avere sott’occhi la statistica (quale richiesta dalla S. Sede) di questi quattro anni di lavoro.

La realtà del lavoro compiuto è molto, molto più estesa e profonda che gli aridi dati statistici – ad ogni modo qualche cosa si vede e dopo Dio, miei buoni missionari, debbo dire grazie a voi, al vostro lavoro, alle vostre iniziative. Deo gratias!

V’è da migliorare, e quanto… V’è ancora un mondo di risorse da mettere in attività… Per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime “nunquam satis”. Imploro perciò il vostro continuo aiuto, la vostra efficace cooperazione, il vostro consiglio, le vostre iniziative, come sempre, ispirati alle direttive di Don Bosco.

I dati statistici sono quelli fornitimi da voi. Vi sono lacune, inesattezze… prego tutti di collaborare per le correzioni ed eventuali aggiunte.

Colla benedizione di Dio, sotto la protezione di Maria SS.ma A. e di Don Bosco, iniziamo con fede, con zelo e con fiducia umile e costante il quinto anno di apostolato missionario.


Vostro

Don Vincenzo Cimatti

608 / Grigoletto Giuseppe / 1930-6-25 /


Al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



25 luglio 1930


Bravo! Studia e renditi atto a far del bene o colle scienze o col latino o collo studio dei Padri…

L’importante è salvarsi l’anima e dilatare il regno di Dio: che questo si faccia poi colle tue risorse o con quelle di Don Cimatti o del Capo del Governo o della Chiesa… è lo stesso. Maggior responsabilità e più povero giudizio finale…

2.1.62 Don V. Cimatti

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2.1.63 609 /Rinaldi Filippo / 1930-7-26 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



26 luglio 1930

Amatissimo Padre,


Sono in un momento in cui non ho lavori urgenti che potrebbero venire in seguito e perciò anticipo e passerò così alcuni momenti beati con Lei, padre e superiore dell’anima mia.

Il ritardo del sussidio di Propaganda mi obbligò a inviare un telegramma perché tutte le riserve erano consumate.

Il ritardo dell’amatis.mo Don Torquinst (che come sa fu colpito da tifo petecchiale a Shanghai – oggi dichiarato fuori pericolo) ha arenato tutti i rosei progetti. Se ritardasse molto, una soluzione s’impone… e per ora non so proprio quale, e con me non la sanno neppure i colleghi… perché è sempre questione di soldi. Dominus scit et providebit.

Ora respiro per qualche mese, ma siamo sempre a spostamenti di questioni, non a soluzioni. Ad ogni modo forse noi abbiamo fretta e il Signore vuole che andiamo adagio. Ma come si fa a darsi requie in un paese pagano?

Ho inviato la relazione a Propaganda ed anche quest’anno il Signore ci ha benedetto. In quattro anni di lavoro:

  1. il numero dei cristiani (ora 856) si è raddoppiato

  2. i catecumeni da 24 sono saliti a 61

  3. la media globale dei frequentanti gli oratori da 80 è salita a 649

  4. la stampa periodica dei nostri foglietti da 12.000 copie è salita a 197.000

  5. con un piccolo aumento sugli anni passati i battesimi in articulo mortis 18, di adulti 30, di bambini 37

  6. le Comunioni da 8.628 sono salite a 31.352

  7. abbiamo 12 seminaristi o aspiranti.

Piccole gocce che sono un nulla al confronto di quel che c’è da fare – ma bisogna pensare al Giappone e ai mezzi di cui disponiamo. Deo gratias! Per me odio le statistiche (che sono pur necessarie), non vorrei che i missionari che hanno lavorato (è tutto merito loro!) pensassero a chissà che… Avanti in Domino.

Confratelli e suore bene in salute. Le solite difficoltà personali di vari confratelli per le piccole incompatibilità di carattere. Ma non capisco! È così bello volersi bene… Mah!

Presto i Superiori tratteranno se già non fu fatto del personale. Pensi anche un po’ al Giappone:

  1. C’è bisogno di personale insegnante.

  2. Pensino i Superiori al problema vitale per le anime dei confratelli: il confessore.

  3. Se ci possono aiutare con qualche mezzo materiale, Deo gratias!


Ed ora alla povera anima mia.

Salute: ottima.

Lavoro. Ce n’è. In certi momenti il lavoro essendo tanto sedentario e alle volte sbrigandolo alla lesta (per es. corrispondenza, prospetti, ecc.) ho l’impressione di non essere troppo occupato. Che vuole? Per me l’ideale sarebbe aver ogni giorno da predicare, camminare, essere sepolto da un mucchio di corrispondenza da sbrigare… Ed invece… Non ho ancora avuto la consolazione di provare l’accasciamento del lavoro. Pazienza e così sia! Mi pare che il Signore mi ha voluto in pensione troppo presto… Chissà se riuscirò a salvare l’anima?

Pratiche di pietà. Tutte: qualche miglioramento. Certo sempre buona volontà. Fuori di comunità qualche difficoltà.

SS. Sacramenti regolari e guai se non ci fossero…

Regole e Ss. Voti. Mi pare nulla di notevole. Ho bisogno sempre di frenare cuore e superbia. Il Signore mi aiuta assai e l’invocazione di Don Bosco è infallibilmente efficace.

Miei doveri. Ho bisogno di maggior vigilanza e non aver paura di richiamare al dovere quando fosse del caso. Insomma non eseguisco ancor bene l’insta… importune.

Disordini veduti. Mi pare che siamo in regola.


Per i confratelli in particolare.

NAKATSU. Don Piacenza non può occuparsi di testa. L’ho obbligato a farsi visitare dal medico e a riposare. Gli altri bene. Così pure i piccoli seminaristi.

OITA. Non ci vedo ancor ben chiaro chiaro ad ogni modo bene…

Che vuole, amato Padre, per me (sbaglierò!) direi ai Superiori a non inviare in missione quelli che hanno bisogni speciali (per abitudini di famiglia – per comodità e agi) e anche quelli che non si sono formati da giovani alla vita salesiana.

MIYAZAKI. Le solite cose per il carattere forte di Don Antonio – per i nervi di Don Lucioni e il carattere poco ordinato di Guaschino.

STUDENTATO: ho potuto trovare un posto (la nostra Piova) per i nostri chierici. Tutti bene e vengono lavorandosi… ma lentamente.

Il Ch. B. va migliorando, ma ce ne vorrà per metterlo in riga, essendo da ragazzo stato abituato alle eccezioni. Anche questa categoria di irregolari nella loro formazione religiosa quanto fanno soffrire in missione!

Don Marega nervoso anzi che no… con le conseguenze per lui e per gli altri.

Suore. Bene.

Deo gratias! Ed ora che dirle? Che preghi per noi sempre sempre sempre.

L’abbraccia con affetto e per sé e per gli altri domanda la benedizione il suo

Aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

2.1.64 610 /Ricaldone Pietro /1930-7-27 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 27 luglio 1930

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,


Si avvicina il tempo della spedizione. Supplico:

              1. Personale insegnante. Lo sforzo che farà quest’anno ridonderà a beneficio continuo dello studentato. L’anno scorso ci regalò solo Don Marega. Il resto del personale insegnante è improvvisato. Lei comprende le conseguenze.

              2. Supplico inoltre i Superiori a pensare al confessore – finché non mi sarà possibile avere un’istituzione in cui si trovino molti confratelli, non trovo soluzione che mi lasci tranquillo.

              3. Se i Superiori potranno aiutarci in qualche cosa… Deo gratias!

Col sussidio di Propaganda e con quanto riesco a raggranellare e col sussidio dei Superiori (che non ho mai capito se sia un prestito o altro) riesco a stare in bilancio e a non far debiti. Se il sussidio dei Superiori è un prestito (sia pure senza interessi e a restituzione indeterminata) ho coi Superiori un debito di Lire 150 mila.

Nelle condizioni attuali non è possibile pensare (come Lei mi consigliava) alla dotazione della futura diocesi – alla costruzione di edifici, ecc. ecc.

Il ritardo del sussidio di Propaganda, avendo esaurito tutte le risorse, mi obbligò a inviare il telegramma invocante sussidio. La malattia a Shanghai di Don Torquinst per tifo petecchiale… ora dichiarato fuori pericolo, fa ritardare ancor più i progetti. Se la convalescenza si prolunga vedrò coi colleghi cosa decidere, perché così in aria non si può stare. Roma e Torino hanno fatto il sordo… Sono certo disposizioni della Provvidenza, ma certo così né si conclude, né si procede. Fiat voluntas Dei!

Quando sembrerà bene ai Superiori trattino la questione della separazione dei poteri – se si crede del caso. Per me sono del parere che “quid vis facere, fac cito”. Come tutti dicono, se questa separazione è nei desideri della Chiesa è meglio fare subito. Inteso che Don Cimatti desidera… Lei conosce… e non ne parlo.

Scriverò al Sig. Don Rinaldi che in tanti anni di Congregazione non ho potuto avere la soddisfazione di essere oppresso e stanco dal lavoro… Troppo presto i Superiori mi hanno messo in posizione ausiliaria o di riposo… per me la sento così.

Ad ogni modo il Signore fa e provvederà. Ho gran timore di non salvarmi appunto perché non riesco ad esaurire quanto nel campo delle forze materiali il Signore mi ha dato… Oh, quanto sono lontano da Don Bosco e da Don Rua!

Come ho espresso al Sig. Don Rinaldi pure sono di parere che per le missioni:

        1. Non servono o servono poco i soggetti che vengono con abitudini di vita agiata o che per necessità di educazione di famiglia hanno bisogni speciali.

        2. I confratelli che vengono da noi già preti o dai seminari e che non hanno un buon tirocinio salesiano – o quelli che nel tempo di preparazione (aspirantato, noviziato, studentato, ecc. ) sono stati per varie ragioni sempre in regime di eccezione. Per me (forse divento vecchio) penso – essendo stato formato così – ai nostri vecchi, ai loro superiori, per esempio… In missione (almeno con Don Cimatti) ci vogliono di questi antichi stampi o che se furono nelle condizioni di cui ai Nn. 1, 2 si siano trasformati in questi antichi stampi.

Sono sempre lo stesso brontolone, ma dica Lei come posso fare diverso con questa testa vuota? È così.

Preghi per me e se nel mio modo di esprimermi puntuto, rozzo, a parentesi trova stranezze, voglio vedere solo:

  1. la difficoltà in cui mi trovo,

  2. l’ardente desiderio di far del bene e di vedere tutti a far bene.


I Superiori sappiano per l’ennesima volta (e non sarà l’ultima)… che Don Cimatti è disposto ad ogni istante a cambiare occupazione, luogo… ma supplico per il bene dell’anima mia, mi facciano lavorare, mi facciano lavorare se no, muoio materialmente e peggio spiritualmente.

L’abbraccio nel Signore.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.65 611 /Valentini Eugenio / 1930-7-28 /

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al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Miyazaki, 28 luglio 1930

Carissimo Eugenio,


Dirti la riconoscenza per l’opera di bene fatta a favore di questa missione dal Circolo missionario dei Gregoriani non so come esprimere. Certo la riconoscenza dei missionari e dei beneficati si concreta in preghiere vivissime per tutti, più il merito che vi siete fatti davanti a Dio.

Quanto al vaglia bancario spedito dal buon Crestani dai miei registri non risulta. Andrebbe bene sapere la data di spedizione. Certo da Marzo in giù non mi risulta nulla. Ho l’abitudine di sbrigare in giornata la posta (come faccio oggi con te).

Quanto all’anima, niente paura. Continua sempre sulle basi dell’umiltà e unione con Dio. Filippa ti vuol emulare. Arrepta occasione ti domando confidenzialmente quanto sai di Floran, Filippa e specialmente Cagna. Mi servirà per dirigerli meglio.

Coraggio Eugenio, niente paura. Auspico il giorno in cui sarai sacerdote. Ti abbraccia e benedice il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Una parola per me a Maria A. e a Don Bosco.

2.1.66 612 /Circolare Salesiani / 1930-7-29 /

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2.1.67 ai Salesiani e Missionari in Giappone

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Miyazaki, 29 luglio 1930

Carissimi,


Pur non avendo ancora notizie ufficiali dell’arrivo della nuova spedizione di missionari, credo opportuno che le singole residenze e sotto-residenze mi inviino entro il mese di Agosto l’elenco dettagliato delle cose che ritengono più urgenti provvedere – per dare a Torino o altrove le necessarie istruzioni.

Esorto poi i singoli confratelli a far opera attiva di propaganda fra parenti, amici, benefattori, allievi ed ex-allievi affinché incomincino a raccogliere offerte o materiale da inviarsi all’Oratorio.

Appena ne avrà comunicazione indicherò il Capo-spedizione. Per ora si invii a Don Pellegrino o al Sig. Aprile: “Per la Missione del Giappone”.

Come fu già preannunciato P. Shibutani è a nostra disposizione dal 10 Sett. alla fine del mese.

Si inizierebbe la tournée (con o senza musica) a Nakatsu, poi Oita e Miyazaki.

Si può contare per una diecina di conferenze perché il Padre desidera fare la conferenza ed il giorno seguente una seduta di studio.

A voce i titoli delle conferenze ed altri particolari.

Pur lavorando attivamente per aiutare materialmente la missione e per la buona propaganda, non dimentichiamoci dell’anima nostra e cerchiamo di fare volenterosamente i Ss. spirituali esercizi.

Vostro dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.68 613 /Piacenza Pietro / 1930-7-29 /

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a Don Pietro Piacenza, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 29 luglio 1930

Mio buon Don Pietro,


Non so se e quando ci incontreremo. Ad ogni modo:

  1. Se per i seminaristi non hai fatto le pratiche per tutti eccoti le buste da riempire, ecc.

  2. Il guazzabuglio di roba che c’è nella busta grossa vedi se può servire a qualche cosa pel latino dei nostri. Nel caso ci si può mettere in relazione col P. Charron, se no distruggi pure.

  3. Oggi ho consegnato il “Shadan” [= pratiche per l’erezione dell’Ente morale] al Municipio per iniziare la trafila, ecc. Preghiamo… e adesso pian piano bisogna regolarizzare i trapassi delle proprietà – Nakatsu e Miyazaki sono di uno stesso (è una brava donna di Nagasaki che deve aver dato già il bollo a Fukuoka), Oita è di un prete giapponese. Speriamo…

  4. I sussidi del clero indigeno hanno dato Yen 213,60. Ti darò (quando potrò) l’equivalente per Yamada essendo stata la casa di Nakatsu la prima e che ha più lavorato per lui.

Ho detto quando potrò perché il bravo P. Heuzet ha vincolato per 6 mesi Yen 7.000. È un bene o un male… ma speriamo che la Provvidenza…

Idem ho il debito delle pensioni dal 15 Luglio… e altro… ma soddisferò.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.









614 /Rinaldi Filippo BS / 1930-7-31 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 31 luglio 1930


La Sala Don Bosco a Miyazaki33


Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Abbiamo voluto concretare in qualcosa di duraturo e praticamente utile, il frutto della prima festa in Giappone del Beato Don Bosco con l’inaugurazione di una sala a Lui intitolata, che darà modo di estendere l’opera di apostolato missionario nella zona a noi assegnata. Incalcolabili i risultati ottenuti in occasione della festa, buona la propaganda e l’opera di penetrazione fatta nel nome di Don Bosco.

Ma l’accresciuto numero dei cristiani a Miyazaki e il vivo desiderio di estendere l’opera nostra, specie tra i pagani, esigevano un locale di riunione che, come ben disse il nostro Don Cavoli nel discorso d’introduzione, affratellasse nella carità di Gesù i cristiani e pagani; permettesse quei divertimenti propri del sistema educativo nostro che attirano la gioventù giapponese; permettesse a buoni oratori discorsi di propaganda cattolica e l’inizio regolare della scuola domenicale per i pagani.

Mentre seduto al piano (dono munifico del nostro gran benefattore Mons. Giardini, Delegato apostolico) accompagnavo l’inno nazionale, cantato con slancio dai presenti, mi pareva vedere il nostro Beato accettare il nostro omaggio e accogliere sotto la sua protezione il mondo piccino che gongolante di gioia osservava il tavolo dei doni per la tombola, e i nostri cristiani che vedevano realizzato un desiderio da anni atteso, e i pagani che cooperarono alla riuscita della festa, e specialmente un discreto numero di povere famiglie beneficate dall’iniziata opera delle Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli.

Seduti al posto d’onore i nostri cari poveri: per loro i canti, la briosa recita di Passeri dalla lingua tagliata, le caratteristiche danze delle ragazze e l’estrazione della tombola. Si volle in questa festa intrecciare al nome di Don Bosco la carità verso quel ceto di persone per cui specialmente Don Bosco ha lavorato.

E pareva a noi tutti in quei corpi cadenti o deturpati da malattie, in quei vecchi venerandi o in quei poveri fanciulli vedere fra noi il grande povero Gesù, benedicente a chi fa del bene ai suoi fratelli più cari.

La sala Don Bosco è inaugurata. Attendiamo ora i ministri della Provvidenza che ci aiutino a coprire le spese non indifferenti. Il lavoro è iniziato. Alla benedizione di Dio di fecondare e dare incremento al lavoro che si compirà.

Agli amici della Missione Giapponese il portare il più largo contributo di mezzi e di preghiere.

Don Vincenzo Cimatti

Missionario salesiano




2.1.69 615 /Circolare Salesiani / 1930-8-8 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria


Miyazaki, 8 agosto 1930

Carissimi,


Si avvicina la fine del nostro anno finanziario (31/8) e nell’inviare i moduli del rendiconto amministrativo prego: di completarlo entro il mese di settembre, e con cura speciale, essendo anche il primo rendiconto che ogni casa fa separatamente (finora furono sempre presentati uniti).

Le copie debitamente firmate siano inviate una al sottoscritto e una tenuta per l’archivio della casa.

In dubbi o difficoltà rivolgetevi al nostro economo Don Piacenza.

Invio alle case un certo numero di foglietti di propaganda per la missione con preghiera di divulgazione, di invio di materiale per il secondo numero, di indicare le osservazioni che si ritengono opportune per migliorarlo.

Con affetto sempre riconoscente nel Signore.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.70 616 /Tirone Pietro / 1930-8-10 /

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a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale



Miyazaki, 10 agosto 1930

Amatissimo Sig. Don Tirone,


Nel comunicarle l’annuncio certo gradito del compimento dei nostri santi spirituali esercizi, avvenuti regolarmente in due mute distinte nel corrente mese, mi sembra opportuno farle notare qualche cosa a cui forse, per uniformità di indirizzo nelle nostre case, Lei può dare utili consigli.

        1. Nella prova della Messa ad es. in molti dettagli chi la vuole cotta e chi cruda. “Alla Crocetta hanno insegnato così!”. “Don Vismara (e te lo cucinano in tutte le salse, santo uomo di Dio!) dice o insegna o fa così”, e tutti vogliono avere il brevetto di perfezione, ecc. ecc. – Certo tra le “rubricae missalis” tra le nuove rubriche e tra questi insegnamenti della Crocetta (basati certo anche su recenti modificazioni) non sempre c’è concordanza e allora:

  1. ognuno fa come crede, perché si ritiene dalla parte della verità.

  2. e la ripetizione rimane più o meno proficua o inutile.

        1. Per la benedizione del SS.mo Sacramento non essendo funzione strettamente liturgica ed essendo diversa nelle modalità per le varie regioni e nazioni, che sia bene avere certe norme di uniformità secondo recenti disposizioni liturgiche anche nelle nostre case, come sono normate le altre pratiche di pietà?

I confratelli, grazie a Dio, benino quanto allo spirito e quanto al corpo.

Occorrono buoni confessori, sono necessari buoni e santi confessori, sono indispensabili istruiti, sacrificati, santi confessori, specie nelle Missioni. So di non dire delle novità, ma quanta ignoranza ad es. al riguardo dei nostri giovani confratelli, chierici e coadiutori.

Mio buon Don Tirone, insista nei noviziati, se no, è un rovinio di anime che si perpetua. Scusi la libertà e preghi per questo povero prete e per i poveri lontani confratelli del Giappone.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.71 617 /Giardini Mario / 1930-8-11 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 11 agosto 1930

Eccellenza Reverendissima,


La carità del Signore per le sue mani si è nuovamente manifestata. Deo gratias!

Buon riposo nella quiete dell’Hokkaido e di cuore l’accompagniamo colle preghiere e con l’affetto riconoscente.

Abbiamo già fatto una muta di Esercizi Spir. a Oita, ho finito oggi quelli delle Suore, e dopo l’Assunta ne faremo ancor una muta a Oita per i confratelli restanti.

Vicino a Beppu è in vendita un magnifico sanatorio… Vado a vederlo… Se potesse servire per studentato e piccolo seminario… Mah! Che il Signore ci aiuti.

Avrei bisogno di un milione e allora chierici e seminaristi e suore comincerebbero ad essere a posto.

Il recapito del nostro caro Don Canazei, attualmente è a “Hong Kong, Salesian Seminary, 179 Third Street. West Point”.

Grazie a nome della famiglia salesiana per la carità che anche in questa forma usa ai figli di Don Bosco.

Con vivo ossequio e sempre ricordandoLa nelle nostre preghiere:

Dell’E. V. Rev.ma

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.72 618 /Valpondi Giovanni / 1930-8-16 /

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al Canonico Giovanni Valpondi, compagno di collegio a Faenza



Miyazaki, 16 agosto 1930

Carissimo,


Grazie delle Ss. Messe che saranno celebrate secondo le intenzioni avute.

Prego di cuore per te e per i tuoi vari e parenti.

Inteso che il primo che va in Paradiso sarà ricordato dal superstite.

Allegro sempre nel Signore. Lavora per le Missioni ed il Signore ti benedirà.

Con affetto

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.

2.1.73 619 /Ricaldone Pietro / 1930-8-19 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 19 agosto 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Grazie dello schema sulle Missioni. Le mie povere osservazioni? Che vuole? Come ho sempre detto, capisco poco in canoni…

              1. Ci vuol carità, carità, carità fra i due [Superiore religioso e ecclesiastico?] e che tutti e due pensino a salvarsi l’anima e le anime.

              2. In linea di diritto, come dice lo schema, ci saranno sempre interferenze e più ce ne saranno se si sta sul diritto.

              3. Nella difficile questione finale (in cauda venenum… e non la risolverà certo la Commissione…) direi che la S. Sede dà il mandato al Superiore della Missione di intendersela coi Superiori (senza che essi siano tenuti a provvedere se egli fa pro libito atque arbitratu suo) oppure (quindi o agli uni o a Propaganda… e questa se gli pare, in secondo luogo…) di cui non è detto se sia tenuta a provvedere, il che (secondo la mia testa) vuol dire che il missionario in linea di diritto chiamerà ai Superiori vel etiam a Propaganda, e rispettivamente diranno (se vogliono ragionare in linea di diritto) “non tocca a me” ed il missionario… è in ballo.

In pratica quindi la questione è come prima. Ma, come dico, la mia testa è poco esperta. Nel mio caso ho sempre trovato nella nostra Congregazione aiuto e conforto. Propaganda invia l’annuale sussidio.

Gli aiuti non sono certo sufficienti al bisogno, ma essendo la Provvidenza che dispone tutto, è certo bene che non siano sufficienti.

La questione dei soldi è sempre questione scabrosa per chi li deve tirare fuori, ed allora ecco il diritto. Per me grido alto e agli amati Superiori e a Propaganda: “Fate la carità a questa povera Missione… Salvate le nostre anime e dateci i mezzi per salvare quelle a noi affidate… e basta”.

              1. Mi preme un’altra questione di cui non riesco ad avere risposta per insistenze fatte a vari. “I sussidi che si ricevono da Torino, come si devono considerare? Come debiti? Oppure come prestiti (sia pure senza interessi e a scadenza determinata)? I conti che invia il Capitolo fanno supporre che siano tali. Oppure come doni generosi?”.

              2. Supplico per il personale insegnante e assistente del prossimo gruppo. Non posso fare proposte di alcuni cambi di personale, se non so “grosso modo” di chi potrò disporre. Veda di aiutarci. Siamo ancora in aria per la venuta di Don Torquinst e credo che per quest’anno bisognerà affittare una casa un po’ più grande ed aggiustarsi.

Oggi con Don Piacenza parto per Nagasaki per incontrarlo. Viene in Giappone per la convalescenza. Gli lascio alle cure delle fonti termali il buon Don Piacenza che è stanchissimo, né so se si tirerà su bene: supplica di essere esonerato: è stanco di testa. Preghi per noi. Gli altri benino: glielo dicono le accluse.

Per me… sempre bene nel Signore in tutto. Con affetto,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.1.74 620 /Rinaldi Filippo / 1930-8-20 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Nagasaki, 20 agosto 1930

M. R. Sig. Don Rinaldi,


Mi trovo a Nagasaki con Don Piacenza, dove ho ricevuto il nostro Don Torquinst. È debole, sale difficilmente le scale, ma tutto sommato pare vada bene. Domani l’accompagno al luogo di cura: gli ho affidato per compagno Don Piacenza che ha molto bisogno di riposo. Dopo visiterà la missione.

Vuole vedere Pechino e poi tornerà, quando? Mah? Il Signore lo benedica. Preghi per lui e per noi.

Ho ricevuto la sua carissima. Dopo lunga attesa giunse il sussidio di Propaganda e per un po’ si respira. Il Signora goccia a goccia ci manda il necessario e più del necessario. Lei ha ragione: “Temo sempre che facciamo quello che Egli non vuole”. È sempre il mio timore.

Ad ogni modo i missionari (almeno molti che conosco) temono che le grandi costruzioni in Italia e le comodità relative che ne sorgono, non facciano del bene ai missionari (se si tratta di case missionarie) e in genere ai confratelli. Lo so che tali pensieri sono forse suggeriti dalle necessità, dalla superbia… ma molti confratelli pensano così… e sarebbe letale se fosse così. Basta. È solo il bene e il desiderio del bene delle anime, ed anche affinché i Superiori sappiano che cosa pensano i figliuoli di quanto vedono intorno a loro.

E lei, amato Padre, si curi, si curi, si curi. Noi preghiamo sempre per Lei.

Sono in corso gli ultimi esercizi. Riusciti bene e con profitto. Nella fretta di spedire non le apro il cuore in tante cose, di cui parlerò a fine mese, finiti gli esercizi e quando al primo settembre ricominceremo la vita regolare.

Dica una buona parola al Sig. Don Ricaldone perché ci aiuti sul serio per il personale del nuovo invio.

Ho ricevuto le cose per le missioni (relazione tra super. religioso e eccles.).

Mi pare che la questione è allo status quo, cioè chi è in ballo è il missionario che è rinviato da Erode a Pilato. Per me ho sempre trovato nei Superiori carità somma.

Propaganda dà quanto crede. L’importante è che ci sia carità, buttarsi nella Provvidenza e che stiamo nella S. Povertà.

Preghi preghi preghi per me e per i miei. Salvo Don Piacenza tutti benino in salute. Fiat voluntas Dei. Lei sa le mie debolezze, miserie e nullità e vedrà che il Signore provvederà anche per me.

Mi benedica.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.1.75 621 /Propaganda Fide / 1930-8-27 /

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alla Congregazione romana di Propaganda Fide34



MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI, GIAPPONE


Miyazaki, 27 agosto 1930


OGGETTO: Domanda di sussidio straordinario per il Piccolo Seminario.


Eccellenza,


Mentre dal più profondo del cuore ringrazio ancora una volta il Consiglio Superiore per la squisita carità con cui ha voluto coll’annuale sussidio venire in aiuto alla nostra povera missione, permetta che Le esponga le condizioni in cui viene a trovarsi il Piccolo Seminario della Missione.


2.2 1.Antefatti

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I Salesiani di Don Bosco cui nel 1928 fu affidata definitivamente la Missione indipendente di Miyazaki, dietro le direttive di Propaganda Fide si misero subito al lavoro per la questione più vitale della missione, cioè le vocazioni indigene.

Privi di Seminario e nuovi nel campo di lavoro loro affidato, pregarono il Vescovo di Nagasaki affinché si degnasse di designare per la futura diocesi di Miyazaki alcune delle numerose vocazioni che aveva nel suo Seminario, l’unico esistente nell’Isola ove si trova la nostra Missione.

Il Vescovo benignamente annuì, e nel 1929 designò due dei suoi seminaristi per Miyazaki e questa missione sostenne le spese di mantenimento.

Ma siccome il Vescovo non fa le accettazioni che ogni tre anni, così, avendoci il Signore inviato alcune vocazioni (otto), frutto del lavoro dei missionari delle varie residenze, così decisi di aprire in una delle residenze della Missione un piccolo seminario provvisorio (Aprile 1929).


2.3 2.Ragioni di tale apertura

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        1. Non lasciare perdere le vocazioni che si presentassero nel periodo di non accettazione in Seminario.

        2. Ridurre al minimo le spese di mantenimento, data la povertà dell’incipiente missione.

        3. Colle frequenti visite conoscerne e studiarne meglio la vocazione, ed educarli al nostro sistema di lavoro.

        4. Affezionarli alla missione che sarà il futuro campo di apostolato.

Vantaggi tutti che non possono realizzarsi in un Seminario lontano e fuori della missione.


2.4 3.c) Effetti

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Nell’anno 1930 dieci nuove reclute si presentarono, e venuti meno per morte o per malattia alcuni, sono attualmente sedici che nel secondo anno di fondazione formano il nostro piccolo Seminario. Ho dovuto allargare il locale provvisorio per fare posto ai nuovi venuti, ma nel prossimo aprile 1931 non so come né dove mettere i pochi o molti che alla Provvidenza piacerà inviare, perché il provvisorio locale è assolutamente insufficiente.


Richieste varie di sussidio ed esito delle medesime


Dall’inizio del Seminario feci per lettera varie richieste di sussidio straordinario per la costruzione definitiva del Piccolo Seminario, e venuto a Roma per le feste della Beatificazione di Don Bosco, insistetti anche oralmente, e sia che le mie domande fossero prive delle formalità di rito (ma nessuno mi diede norme), o che le mie richieste non siano state comprese, ho a tutt’oggi ricevuto solo espressioni di lodi, assicurazioni che si sarebbe tenuto conto delle richieste, promesse di aiuto e null’altro.

Avvicinandosi a grandi passi l’Aprile 1931, inizio del nuovo anno, né potendosi improvvisare locali, invoco dalle competenti autorità un sussidio straordinario per la costruzione del Piccolo Seminario.

Per una costruzione in legno (alla giapponese) per una cinquantina di seminaristi, terreno compreso, penso siano sufficienti lire Trecento mila.

Invoco dall’E. V. aiuto e consiglio, e qualora non ritenga possibile che la domanda possa essere esaudita, supplico mi si dica come debbo fare nella critica situazione in cui mi trovo.

Perdoni E. R. la mia inesperienza e lo sfogo del cuore che piange nel vedere l’esito finora negativo di una pratica da cui dipende l’avvenire della missione, e voglia essermi largo di aiuti, di preghiere e di benedizioni per me e per i miei missionari e cristiani.

Dell’E. V. Rev.ma

Obbligatissimo servo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Superiore della Missione



2.4.1 622 /Rinaldi Filippo / 1930-8-29 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Kumamoto, 29 agosto 1930

Amatissimo Babbo,


Sono nell’impossibilità di scrivere colla penna… comprendo la mala educazione… non pensi a sfregi alla dignità del Rettor Maggiore.

Sono qui in attesa del caro Don Torquinst per condurlo a tappe in giro per la Missione. Sta bene. Al 9 Settembre vuole essere a Shanghai (Pekino, ecc.) e poi dal Giappone imbarcarsi per l’America. Cessate le preoccupazioni per la salute di Don Torquinst, il Signore (sia benedetta la mano che percuote e sana!) ci mette alla prova.

Don Piacenza ammalato di stomaco, testa (nevrastenia) e forse nefrite. Don Torquinst lo vuole condurre a Shanghai per una cura radicale. Faxit Deus!

All’ospedale di Oita è ricoverato il ch. Zanarini colpito da tifo. Il ch. B. (nevrastenico) migliorato di corpo, non di testa.

Gli altri discretamente, ma con nervi un po’ tesi, tutti. Il Giappone purtroppo fa questo effetto nei deboli. Supplico i Superiori a tener conto per le future spedizioni. Deo gratias.

Don Cimatti al solito. Ho passato una quindicina di giorni di aridità spirituale, mai provata finora. Sentivo tutta la cattiveria venir fuori… Oh, come sono ancora indietro!… Fiacca e distrazioni nelle pratiche di pietà, assopimenti anche in momenti solenni; nelle relazioni coi confratelli forse cerco le soddisfazioni di me… non sono capace di essere rude e forte, mi pare che finché non avrò tutta la confidenza non riuscirò a dirigerli a Dio, ma in questo il cuore ha la sua parte e le sue esigenze… sono troppo paterno e materno…

Ma come fare, o mio Dio, se Voi mi avere fatto così? È per dirigere a Voi queste anime! Ma faccio bene a far così? Allevo dei buoni salesiani?

Alle volte per strappare certe cose, forse uso mezzi troppo sensibili (mano sulla testa, o sulle spalle, o stringere braccio o mano, qualche pizzicotto, qualche schiaffetto o ceffone, per cacciare il diavolo) che eccitano me e forse gli altri. Ma mi sembra che se non faccio così, non ci sia tutta l’anima, tutto il cuore.

Ho permesso in mia presenza nell’ora di ricreazione qualche grossolanità come ad es. battere per scherzo qualche compagno e cooperarvi, (poi domando pubblica scusa del probabile mal esempio) veda che razza di farabutto è Don Cimatti e penso sempre “Come può il Signore benedire la Missione che ha alla testa simile razza!”. E certo anche le croci attuali sono dovute alla mia insipienza.

O mio Dio, (prego) fammi scomparire, sopprimimi… Perché debbono soffrire gli altri, se Don Cimatti è la causa di tutto?”.

Perdoni, amatissimo Padre! Gli esercizi sono finiti e mi pare con frutto. Ne abbiamo fatte due mute per dare comodità a tutti senza abbandonare le residenze. Ho abbreviato forse un po’ troppo la lettura in refettorio, e specie nella seconda muta (erano sei confratelli) essendovi anche vari che avevano fatta la prima, non sempre vi fu regolare silenzio nelle ricreazioni stabilite – mi pare però che gli esercitandi abbiano fatto bene le cose.

La prima muta fu predicata da Don Braga e Don Marega. La seconda da Don Cimatti e Don Marega. Alle suore Don Braga e Don Cimatti. Fecero pure gli esercizi le aspiranti suore: predicò Don Cimatti. E ai nostri ragazzi della Compagnia di S. Luigi e aspiranti seminaristi predicarono Don Lucioni e Don Tanguy. Deo gratias di tutto. Per il resto tiro avanti con regolarità. Gli esercizi mi hanno fatto del bene ed oltre al richiamo ai propositi precedenti (pietà e unione con Dio) ho aggiunto un richiamo più forte all’adempimento dei miei doveri come superiore.

Siamo in attesa di quanto stabilirà la Provvidenza per mezzo del Sig. Don Torquinst e di quanto stabiliranno i Superiori pel prossimo invio dei confratelli. Fiat voluntas Dei.

Grazie dell’ultima sua. Il telegramma spedito era perché ero agli sgoccioli e né da Roma, né da Torino si facevano vivi.

Ma la Provvidenza anche in quel tempo è mai mancata – come non manca ora. Se non mi manda subito i milioni per le costruzioni è segno che non è ancora ora e forse è segno (e siamo più nel vero) che Don Cimatti non sa cercarli, e non ha abbastanza fede per meritarli dalla Provvidenza.

In altra le farò un resoconto più dettagliato – e appena partito Don Torquinst di tutto e di tutti.

Per ora mi compatisca, preghi e faccia pregare per i poveri cari ammalati e specie pel suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.4.2 623 /Ricaldone Pietro / 1930-8-29 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Kumamoto, 29 agosto 1930

Mio amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,


In attesa dell’arrivo del Sig. Don Torquinst un piccolo notiziario telegrafico.


              1. Il 31 c.m. il Sig. Don Torquinst inizia la visita alla Missione. Pare si sia rimesso bene.

Pensa il 9 prossimo di ripartire per Shanghai con Don Piacenza che si fermerà in cura. Andrà a Pekino, e poi tornerà in Giappone (non più in missione) e si imbarcherà per l’America…

              1. Il Signore ci prova nella salute. Già ho scritto del ch. B. (nevrastenico a un buon punto) e in generale delle condizioni del vecchio personale, che già debole alla venuta, viene risentendosi nei nervi in forme alle volte preoccupanti. Coi frequenti squilibri di temperature: caldo umido, ecc. se uno è già un po’ debole va a finire proprio male.

              2. È in queste condizioni il nostro buon Don Piacenza da qualche mese a questa parte. Quasi certo Don Torquinst se lo porta con sé a Shanghai.

All’Ospedale di Oita è ricoverato il ch. Zanarini per tifo. Ne farò cenno ai parenti o se crede bene lo faccia anche Lei, affinché in caso catastrofico (quod Deus avertat) siano preparati.

              1. Le rinnovo raccomandazioni pel nuovo invio. Lei conosce le necessità e i bisogni.

Il Signore l’aiuti a realizzare bene tutte le cose.

Sono in condizioni di non poter scrivere di più. Alla partenza del Sig. Don Torquinst scriverò dettagliatamente.

Preghi per me.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

624 /Arri Carlo / 1930-9-1 /


a Don Carlo Arri, poi missionario in Giappone



[1 settembre 1930]

Carissimo,


Il Sig. Don Ricaldone mi ha parlato di te e credo abbia presente il tuo desiderio.

Memore del nostro spirito: “non domando né rifiuto”, prega e renditi degno di ciò che Gesù vorrà fare per l’anima tua.

Prega prega prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti

2.4.3 625 /Rinaldi Filippo / 1930-9-9 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki 9 settembre 1930

Mio buon Papà,


Il Signore ci prova davvero! Ci vuol bene. Ma dubito che è per le peccata di uno che Lei ben conosce.

        1. Don Piacenza per la carità di Don Torquinst va a Shanghai per farsi visitare. È davvero in condizioni pietose di stanchezza, di mal di gambe.

        2. Il Ch. B. va leggerissimamente migliorando, ma temo concluderemo poco. È stato abituato nella sua vita salesiana a esser fuor di regola e… lo sarà sempre.

        3. Il Ch. Zanarini colpito da tifo va migliorando lentamente.

        4. Il Ch. Braggion da qualche tempo non sta bene (disturbi intestinali).

Ma quello che più dispiace è la malattia e materiale e spirituale del nostro Don L.. Per me è ammalato di corpo (nervoso nevrastenico ecc.) e di spirito. L’ho pregato, dietro suo desiderio, di scrivere filialmente ai Superiori per avere consiglio e conforto.

Genesi di questo stato doloroso:

              1. Sua malattia corporale

              2. Aveva domandato di essere missionario dell’America del Sud e fu mandato in Giappone, e vi venne già mal disposto.

              3. Durante la mia assenza urtò pel suo carattere con Don Cavoli (che ha anche Lui un carattere vivo), direttore di Miyazaki, e mettendosi in testa un mondo di cose non vere, ha aggravato lo stato di cose.

              4. Dice di trovar gravi difficoltà di lingua, adattamento, ecc. e domanda ai Superiori di essere cambiato (ad es. mandato in America dove essendovi molti giapponesi, oltre al lavoro salesiano, potrebbe non disperdere lo studio finora fatto. Sono in trattative con Don Tanguy per un cambio a Nakatsu, per vedere se gli si può dare un po’ di pace, ma dato il tipo, [e] la natura del suo stato d’animo supplico i Superiori ad esaudire la richiesta.


Non ci sono ad es. missionari che vanno in Brasile o in altra parte dell’America del Sud (dove Don L. aspira di andare)? Non si potrebbe fare un cambio? Si mette un’anima a posto, e creda, per questo genere di malattie, non c’è altro rimedio (almeno Don Cimatti non ne conosce altri).

Gli altri benino. Nell’assenza di Don Piacenza ho pregato Don Tanguy ad assumersi la direzione di Nakatsu. Don Cimatti fa quel che può allo studentato e per il resto et Deus providebit.

Un altro dolore la notizia che dà Don Pellegrini che si cerca per il Giappone 1 prete e 4 chierici. Spero sia notizia di Capitolo di cortile, perché dopo tutto quello che i Superiori sanno delle condizioni di questo povero studentato, dopo tutte le promesse del Sig. Don Ricaldone di venire in aiuto efficace dello studentato (l’anno scorso hanno dato uno, dico uno per personale dello studentato – e quest’anno se ne danno uno per tenere su un biennio), dopo che per la venuta del Sig. Don Torquinst siamo nel buio come e più di prima, perché non può venirci in aiuto che lontanamente (se potrà farlo) o se darà qualche cosa ora ci troveremo in forti imbarazzi in seguito per poterci sostenere, dopo tutto questo domando se non è meglio chiudere tutto e tornare – o mettersi a fare un po’ i matti prima di diventarlo sul serio.

Come vede non so quali siano i disegni della Provvidenza, ma i Superiori se ci aiutano nella forma indicata da Don Pellegrini – Propaganda se promette e non dà, Don Cimatti non sa come fare. Mi abbandono nella Provvidenza: non è per me (sa Gesù le preghiere che gli faccio), ma è per questi poveri confratelli in massima parte reliquiati di guerra con tutte le conseguenze, che già in Don Piacenza e Don Lucioni danno i loro primi frutti… che saranno, Dio non voglia, seguiti da altri più dolorosi… Il Giappone ebbe già il suo primo disastroso battesimo nel povero coad. Giovanni … Non so che dire “videant consules”, ma se non mandano il personale insegnante strettamente necessario, non so come fare.

Si investa della nostra miseria in tutti i sensi e ci venga in aiuto. Aiuti e consigli Don Cimatti che è la causa di tutti questi dissesti, preghi per Lui e con Lui benedica i suoi tribolati figli lontani.

Con affetto l’abbraccia il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


2.4.4 626 /Ricaldone Pietro / 1930-9-9 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 9 settembre 1930

Mio amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Si avvicina l’ora non so se fausta od infausta pel Giappone: le notizie che mi dà Don Pellegrini non sono punto rosee, ma se non possiamo meritare di più “videant consules”. Ma se fosse come dice Don Pellegrini (1 prete e 4 chierici) non possiamo andare avanti. È uno dei momenti più dolorosi per la missione.

              1. Don Piacenza, non so per quanto, fuori combattimento. Don Torquinst lo conduce a farsi visitare a Shanghai: è in condizioni pietose di testa e di gambe.

              2. Alcuni chierici sono tra “letto e lettuccio” pur accennando a miglioramenti.

              3. Don L. scriverà ai Superiori. Altro malato fisico e morale. Supplico esaudirlo. Desidera andare nell’America del Sud; mi mandino uno che manderebbero là. È l’unica maniera per mettere a posto quell’anima.


Caro Sig. Don Ricaldone, mi mandi chi vuole, ma che abbiano nervi a posto… Clima terribile per i nervosi… perché più che variabile in giornata. Se non manda il richiesto ripetutamente e promesso fin dall’anno scorso personale per lo studentato, non so come fare.

La visita di Don Torquinst ci ha lasciato al buio come prima… beh! faremo come il primitivo oratorio di Don Bosco. Due stazioni già fatte, quante ne rimangono? Don Torquinst ha da dare troppo ai Superiori, alle case, al mondo… ora non può efficacemente venire in aiuto. Se lo verrà in seguito, non lo so.

So che noi avremmo bisogno di molto aiuto. Pazienza e fiat voluntas Dei!

Propaganda promette e non dà – quid dicam del personale che daranno i Superiori? Facciamo pure le discussioni su chi deve aiutare le missioni o le opere salesiane nelle missioni.

In ballo ci siamo sempre noi. È un parlare molto umano e forse può essere e sarà considerato irriverente, ma come le dico, con quel po’ di miseria materiale (intendo malattie… per il resto la Provvidenza ci tratta troppo bene) e spirituale in cui ci troviamo, non so come fare, non so come fare.

Si pigli Lei – che può – a cuore la nostra miseria e ci aiuti.

Tutti vogliono essere ricordati. Con affetto,

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.4.5 627 /Giardini Mario / 1930-9-10 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 10 settembre 1930

Eccellenza Reverendissima,


La penso ritornata a Tokyo. È un periodo questo in cui il Signore prova la nostra Missione in forme ben dolorose: malattie corporali e spirituali.

Ho inviato Don Piacenza a Shanghai per farsi visitare, approfittando dell’andata colà del nostro Don Torquinst. È stanchissimo di testa e di gambe, e non so che capiterà. Fiat voluntas Dei. Momentaneamente ho mandato a Nakatsu Don Tanguy ed il sottoscritto allo Studentato e a Takanabe.

Un chierico colpito dal tifo a Oita (va lentamente migliorando), un altro è già stanco di testa, uno dei maestrini del seminario ebbe un attacco di appendicite ed ora un mese di riposo.

Qualche confratello (Don L. di Tano) depresso e scoraggiato. Insomma il Signore ci vuol bene.

Propaganda non ha concesso il sussidio promesso per il seminarietto, né credo lo concederà. Don Torquinst non ha attualmente mezzi per venire in aiuto… Forse dopo, ma noi avremmo bisogno subito.

Farò come Don Bosco le varie stazioni – due furono già fatte, prima della fine dell’anno bisogna sloggiare perché arriverà qualche piccolo rinforzo. Evviva, Evviva!

Il Sig. Don Torquinst conterebbe partire il 17 Ottobre col “Chichibu” e vorrebbe fare una puntata a Tokyo (forse l’accompagnerò – preavviserò). Se per caso arrivasse alla Delegazione posta per lui, abbia la bontà di trattenerla. Ha già visitato la Missione ed ora è in Cina.

Le ho voluto dire questo per interessarLa a pregare per noi, affinché il Signore illumini la situazione che è davvero buia… Roma e Torino, molto lontani…

Molte discussioni a chi spetti aiutare le Missioni o Propaganda o la Società religiosa… E chi è in ballo sono i misssionari. Ad ogni modo il Signore in forme mirabili mi ha aiutato finora e certo non mi abbandonerà proprio ora in cui ci si vede così buio. Preghi per noi e ci benedica.

Della E. V. Rev.ma, con ossequio,


Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano.



P.S. - Il S. Vangelo (Unificato) è terminato e P. Totsuka ha scritto a Don Margiaria che spera come compenso un aiuto per le sue opere. Mi potrebbe consigliare che cosa gli si potrebbe offrire? Certo soldi alla mano non ne ho (ma me li manda certo il Signore), Lei nella sua bontà ci aiuti con Ss. Messe: se per il quantitativo che V. E. crede bene volesse offrire l’offerta a P. Totsuka noi celebreremo le corrispondenti Ss. Messe. Mi consigli anche in questo affare delicato. Certo, P. Totsuka ha lavorato con amore.

2.4.6 628 /Circolare Salesiani / 1930-9-11 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


2.4.7 Missione indip. di Miyazaki

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11 settembre 1930

Carissimi,


Il Signore con varie afflizioni materiali e spirituali viene nella sua bontà provando la nostra Missione. Sia benedetta la sua santa volontà. Rendiamoci degni di queste sue predilezioni col migliorare la nostra condotta, con donarci più generosamente al lavoro, coll’offrire i nostri sacrifici quotidiani pel bene delle anime a noi affidate.

Per attirare più efficacemente su di noi le benedizioni del Signore, per sforzarlo dolcemente ad attirare al suo Cuore dolcissimo i poveri pagani, per rafforzare sempre più la fede dei nostri cristiani sapete che si ha l’intenzione di fare a Miyazaki per le vie della città la processione Eucaristica. È indispensabile che riesca splendidamente.

Perciò quest’anno deve essere considerato da tutti come anno Eucaristico. Si preparino gli animi dei fedeli al grande avvenimento, si fomentino in tutte le forme la frequenza ai SS.mi Sacramenti, si favoriscano le visite a Gesù Sacramentato, nelle prediche si dia larga parte all’istruzione eucaristica, insomma ogni missionario diventi santamente industrioso per far conoscere, amare, onorare Gesù Eucaristico. In tutte le residenze e sottoresidenze si preghi e si faccia pregare, e specialmente si insista sul miglioramento della condotta individuale e sociale. Così facendo certo attireremo sopra della nostra missione speciali benedizioni del Signore.

Come sapete, varie questioni urgenti ci premono da tutte le parti. A facilitare le quali da tempo avevamo fatto delle promesse al S. Cuore di Gesù. Mi sembra necessario che pur non avendo ancora ottenuto le grazie implorate dobbiamo compiere un atto che sarà certo gradito al S. Cuore e ci attirerà SPECIALI FAVORI: e sarà ottima preparazione al grande omaggio eucaristico; voglio dire la CONSACRAZIONE DI TUTTA LA MISSIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ.

Stabiliremo in seguito le modalità e i dettagli. L’epoca più propizia mi sembra la fine del corrente anno.

Oh, miei buoni missionari, il segreto della riuscita sta nel condurre Gesù fino alle anime che non lo conoscono; raccomandarle al Suo S. Cuore; parlare loro di questo cuore dolcissimo.

Potremo condurre al Cielo tutte le anime a noi affidate? Possibile? Tutte?

Ricordiamo le parole di Gesù: “QUANTI SI DEDICANO ALLA SALUTE DELLE ANIME AVRANNO IL DONO DI COMMUOVERE I CUORI PIÙ INDURITI, E LAVORERANNO CON FRUTTI MERAVIGLIOSI, SE SONO ESSI STESSI PENETRATI DI UNA TENERA DEVOZIONE AL SUO S. CUORE, SE CERCHERANNO DI SUGGERIRLA E STABILIRLA DOVUNQUE… E SE ATTINGERANNO TUTTI I LORO LUMI A QUESTA SORGENTE”.

Il fine principale di questa devozione è quella di convertire le anime al suo amore, ed ecco la nostra santa ambizione.

Mettiamoci dunque tutti all’opera santa da cui sono certo verrà massimo bene alle anime di tutti.

Tutti portino il loro contributo di preghiera, di consiglio, di operosità; si preparino a questa manifestazione, che deve dire a Gesù tutto il nostro amore, tutta la nostra dedizione, deve dirgli la persuasione nostra che solo dal Suo Cuore aspettiamo per noi e per i nostri la salute.

Sia benedetta la Provvidenza che ci prova, sia fatta la Volontà di Dio, Gesù Eucaristico regni in noi, regni e si avvinca le anime della nostra missione, di tutto il mondo, e si degni accogliere e benedire le nostre intenzioni.

Pregate per chi vi ha sempre e tutti presenti nel Divin Cuore di Gesù

Vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2.4.8 629 /Ricaldone Pietro / 1930-9-13 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 13 settembre 1930

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Come vede, ci mettiamo sulla via del progresso…35Il Sig. Don Torquinst mi ha appioppato adesso una macchina, e per non parere che non apprezzi il dono, e più perché so che Lei preferisce, mi accingo anche a costo di fare errori a rispondere alla sua graditissima del 20 agosto.

Come le dicevo nell’ultima mia, che forse lasciava a desiderare non poco in certi apprezzamenti, pare proprio che il Signore ci voglia provare in tutti i sensi. Sia benedetta la sua santa volontà.

La sua lettera ha allargato il cuore di tutti alle più liete speranze. Quello che ci è indispensabile è il personale insegnante. Per il numero dei chierici Lei comprende che per 4 o 5 o più, il medesimo lavoro per il personale. Si è iniziato con fervore da tutti la desiderata e consigliata novena al nostro Don Bosco… che sono certo farà il miracolo da Lei desiderato.

Quanto alla questione finanziaria, la Provvidenza non verrà mai meno, se, come Lei dice, amatissimo Sig. Don Ricaldone, noi sapremo meritarla colla fede e colla santità della vita.

Il documento inviato sarà come una buona arma per ripetere a Propaganda la precedente richiesta di sussidio per il Seminario.

A corrispondere alle predilezioni del Signore sulla nostra povera missione, ora provata in varie forme (specialmente indisposizioni fisiche) ho ordinato ai confratelli la preparazione degli animi alla consacrazione della Missione al S. Cuore di Gesù. L’avevo promesso se avessi ottenuto i mezzi per la costruzione di una Cappella a Lui dedicata, e per la costruzione dello studentato e piccolo Seminario. Nei disegni della Provvidenza ciò non si è potuto effettuare. Ma ho bisogno assoluto che il S. Cuore domini nelle anime a me affidate in una forma tutta speciale, se no in questo gran Giappone non concludiamo un bel niente.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, ci aiuti nelle forme che le sono possibili. La volontà di fare un po’ di bene c’è in tutti. Il Sig. Don Torquinst ha trovato che siamo la missione più scalcinata, perché non abbiamo ancora l’ubi consistam nostro, ma non può efficacemente aiutarci.

Quelle soluzioni qualsiasi che dovremo prendere saranno provvisorie. Ci aiuti il Signore affinché siano per il maggior bene e per la salvezza delle anime.

Mi accingevo ad andare con Don Tanguy a vedere una casa un po’ più larga dell’attuale per i nostri chierici, quando giunge la notizia di una indisposizione di Don Liviabella per cui Don Tanguy prosegue per Nakatsu.

Per la malattia di Don Piacenza ho dovuto inviare Don Tanguy a sostituirlo a Nakatsu (non potevo lasciare i seminaristi soli), ho creduto opportuno inviare a Nakatsu Don L. che è ammalato un po’ in tutti i sensi e ha bisogno di riposo materiale e spirituale – ed ho richiamato a Miyazaki Don Liviabella. Il sottoscritto fa un po’ di spola sostituendo Don Tanguy allo studentato per la scuola e per il resto. Sia benedetto il Signore che è certo per i suoi fini che così ci predilige. Sia benedetta la santa povertà in cui ci troviamo.

Con animo generoso vogliamo ancora più fortemente avvincerci a Gesù e ai nostri Superiori.

Preghi per noi tutti e faccia pregare per noi. Abbracciandola con tutta l’anima e domandando per tutti la santa benedizione. Tutto suo nel Signore.

Dev.mo

Don V. Cimatti


P.S. - Riceverà lettera da Don Lucioni. Per il bene di quell’anima prego esaudirlo.

2.4.9 630 /Merlino Alfonso / 1930-9-13 /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Miyazaki, 13 settembre 1930

Mio Merlino,


Ho bisogno (come ti dirà il Sig. Don Tanguy) che Don Leone venga a Miyazaki. Verrà Don Lucioni che ha bisogno di riposo. Vedi di aiutarlo efficacemente per l’oratorio festivo, mettendolo al corrente e facilitandogli le cose. Avanti senza paura.

Il Signore ci prova, ma ci vuol bene.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.

2.4.10 631 /Circolare Salesiani / 1930-9-15 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone



Miyazaki, 15 settembre 1930

Carissimi,


Ho un complesso di varie comunicazioni che sottopongo alla vostra considerazione pregandovi di comunicarle e farle eseguire.


              1. La festa di S. Michele (29 c. m. ) è da celebrarsi da noi con ottava comune, festa di prima classe; idem S. Teresa, perché rispettivamente Patroni del Giappone e delle Missioni. Si facciano quindi le variazioni che occorressero nel Calendario.

              2. Con Lettera Apostolica del 12/3 il S. Padre concede alle solite condizioni a tutti quelli che insegnano e che imparano il catechismo almeno due volte al mese per lo spazio di mezz’ora e non meno di un quarto d’ora, l’indulgenza plenaria, da lucrarsi due volte al mese in giorni a scelta, ed ogni volta l’indulg. parziale di 100 giorni da lucrarsi con cuore contrito.

              3. Col prossimo 1/10 è prescritto il censimento generale per l’impero.

Prego segnare nei fogli appositi i nomi dei residenti nella casa con tutte le indicazioni richieste. I Giapponesi risiedenti in casa si inscrivano pure nella casa in cui dimorano al momento del censimento. Se del caso si esortino i cristiani a fare con diligenza questo dovere di buon cittadino.

              1. Avvicinandosi l’inverno prego accertarsi che i singoli confratelli abbiano i convenienti indumenti, facendo, se del caso, le provviste necessarie.

              2. Sull’“Osaka mainichi” a cui varie case sono abbonate, compaiono troppo frequentemente mondanità che credo non ci aiutino niente né per lo studio, né per le anime. Vi propongo di sospenderlo. Per le notizie che si credessero indispensabili vi sono giornali giapponesi. Se però anche questi presentassero l’accennato inconveniente, non introduciamoli nelle nostre case. Meglio una notizia di meno che esporci a pericoli per le nostre anime e dei nostri.

              3. Grazie a Dio trovo i confratelli ben occupati; alcuni anzi hanno davvero bisogno di essere sollevati e sto studiando le forme, nella speranza che l’arrivo del nuovo personale mi dia modo di realizzare questo mio ardente desiderio. Permettetemi però di ricordare l’art. 184 delle Costit. e gli articoli 48 - 58 - 61 -159 dei nostri Regolamenti.

Preghiamo con fede e consolidiamo la nostra fede colla santità della vita ed il Signore certo ci concederà le importantissime grazie che ardentemente ed insistentemente dobbiamo domandare per la nostra missione.

Gesù Eucaristico che ci prepariamo ad onorare in forma solenne ci aiuti.

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2.4.11 632 /Merlino Alfonso / 1930-9-17 /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Miyazaki, 17 settembre 1930

Carissimo Merlino,


Grazie della tua. Finora nulla di Don Piacenza. Direi quindi di soprassedere per la biancheria: ha certo portato con sé dei cambi.

Speriamo presto di rivederci, ma con tutti questi cari ammalati, komatta koto… [= sono imbarazzato] Bisognerebbe avere il dono della bi-trilocazione.

Ma il Signore provvederà: sa Lui il perché ci prova in questo modo.

Prega prega prega per noi tutti.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2.4.12 633 /Tonelli Antonio / 1930-9-19 /

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a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



Miyazaki, 19 settembre 1930

Carissimo Don Tonelli,


Grazie della tua carissima. Come vedi ti faccio lavorare ed eccoti altro. Ma grazie delle notizie strabilianti dei trasporti di tante cose. L’importante è trovare l’“ubi consistam” di tutto, proprio come noi in Giappone che ancor non l’abbiamo. È un momento splendido:

  1. Perché ho vari indisposti, specie fisicamente.

  2. Perché non ho ancora trovato dove far passare definitive i nostri cari chierici. È proprio come il primitivo Oratorio.

  3. Perché sono sempre asciutto di mezzi.

È proprio Gesù che ci vuole bene. E ora a noi e attenti bene. Trovi qui due ordinazioni per materiale fotografico che ti pregherei far acquistare o acquistare (tu sei pratico).

Ti prego però far fare i pacchi bene, in modo che non si rompano gli oggetti, ma tenendo distinte le due ordinazioni – e facendo scrivere sopra chiaro i destinatari…

Intendo non rinnovare l’abbonamento né del Convivium, né della Scuola dei fatti…

Saluta Don Picca il grande e tutti “de dispersione gregis”.

Ti abbraccio.

Tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.












2.4.13 634 /Liviabella, famiglia / 1930-9-19 /

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ai Familiari del missionario salesiano Don Leone Liviabella



Miyazaki, 19 settembre 1930

Amatissimo Sig. Cav. Liviabella,


Ricevo il doloroso annunzio dai Superiori36 e a nome di tutta la famiglia salesiana del Giappone che sa quanto debba alla famiglia Liviabella, presento preghiere e condoglianze.

Studio la forma per annunciarlo al buon Leone che proprio in questi giorni è un po’ indisposto (dolori di ventre).

Ho richiamato a Miyazaki Leone avendo dovuto inviare a Nakatsu un confratello un po’ debole di salute ed avendo bisogno della preziosa collaborazione di Leone al centro della Missione.

Con vivo ossequio,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


2.4.14 635 /Circolare Salesiani / 1930-9-24 /

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2.4.15 ai Salesiani e Missionari in Giappone

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Oita, 24 settembre 1930

Ai lettori, missionari, ecc.,


Sono molto felice di annunciarvi la pubblicazione dell’Armonia dei Vangeli (Vangeli unificati) sotto il titolo “Vangelo di N. Signore Gesù Cristo37”.

Promessa già dall’anno scorso questa bella e piccola opera ci è stata richiesta molte volte, ma cause indipendenti dalla nostra volontà ci hanno impedito di soddisfare le numerose domande ricevute e che dimostrano d’altra parte che tutti i nostri venerati confratelli nell’apostolato ne stimano grandemente l’utilità’, l’urgenza e la necessità.

È per noi una soddisfazione offrirne un esemplare e vi preghiamo insistentemente di lavorare con ardore per farlo conoscere intorno a voi.

È un libro ben presentato, alla portata di tutti e che sarà una consolazione per i nostri cristiani, una luce per i nostri catecumeni, nelle scuole, oratori, circoli di studi, nei laboratori, orfanotrofi e ospedali e in tutte le case.

Questo volumetto ricorderà a tutti che Gesù è la Via, la Verità e la Vita.

Saremo molto riconoscenti ai nostri venerati confratelli di volerci indicare con tutta libertà gli errori, inesattezze e imperfezioni di stampa che avverrà loro di trovare, così pure quelle annotazioni che potrebbero essere introdotte in una seconda edizione.

Voglia accettare con i nostri ringraziamenti anticipati l’assicurazione del nostro profondo rispetto.


Vostro dev.mo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, sales. di Don Bosco

Superiore della Missione

2.4.16 636 /Merlino Alfonso / 1930-9-13 /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Miyazaki, 28 settembre 1930

Mio carissimo Alfonso,


Come posso ringraziarti della tua carità? Quanto hai lavorato povero figliolo, per questo povero prete. Il Signore ti rimeriti di tutto.

Continua nel lavoro salesiano e certo salverai l’anima tua e con te tante e tante altre anime. Con affetto ti benedice il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.4.17 637 /Circolare Salesiani / 1930-10-1 /

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2.4.18 ai Salesiani e Missionari in Giappone

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Miyazaki, 1 ottobre 1930

Carissimi,


Nella vostra carità avete voluto ricordare una data che certo è cara al cuore di ogni sacerdote e con preghiere e con doni e colla viva partecipazione dei cristiani avete voluto dire a me tante cose, che mi hanno vivamente commosso e per le quali non so certo sdebitarmi.

Voi sapete che ogni giorno vi ricordo e che le mie povere forze sono tutte per voi. Vi prego di fare le mie parti presso quanti hanno direttamente o indirettamente cooperato a queste manifestazioni che secondo la tradizione nostra hanno l’unico scopo di fare del bene alle anime.

Il mese di Ottobre vivifichi l’amore che tutti vogliamo nutrire verso la nostra buona Madre; insistete per la recita del S. Rosario nelle famiglie, spiegatene le modalità, i vantaggi e tutti facciamo dolce violenza al cuore della Madre nostra per ottenere grazie importantissime per la conversione delle anime a noi affidate e per le necessità della nostra Visitatoria e Missione.

Non dimenticate di preparare convenientemente gli animi alla festa della Propagazione della Fede, nella prossima domenica, terza c. m.

Le notizie dei nostri cari confratelli ammalati sono sempre migliori.

Continuiamo a pregare con fede. Come pure preghiamo in questo periodo di tempo i cui i nostri Venerati Superiori pigliano importanti decisioni anche per la nostra Missione, affinché anche per queste decisioni si realizzi il bene delle anime e la gloria di Dio.

Del carissimo Don Torquinst per ora nulla di notizie decisive. Preghiamo. Invio un certo numero di rendiconti da riempire. Prego di redigerli con la consueta accuratezza e inviarmeli possibilmente entro la prima quindicina del mese.

L’accuratezza anche in queste redazioni serve ad avvincerci più fortemente ai nostri Superiori, a sgravarci in parte delle responsabilità, ad avere quei consigli appropriati per la direzione delle singole mansioni a noi affidate e ad attirarci sempre più le benedizioni di Dio sulle nostre Opere.

Don V. Cimatti

2.4.19 638 /Circolare Salesiani / 1930-10-2 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone

Miyazaki, 2 ottobre 1930

Carissimi,


Le conferenze di P. Shibutani 38che sono sicuro hanno fatto del gran bene non devono chiudersi nei loro effetti colla partenza del Missionario, ma dobbiamo santamente sfruttarle. Dietro a colloqui con Lui, ecco alcuni suggerimenti pratici che prego di eseguire secondo le possibilità o i bisogni delle singole residenze.


        1. Fondazione di bella biblioteca circolante (con apposito regolamento, quota, ecc.).

        2. Nelle riunioni di ogni genere annunciare la vendita di libri. Curare la vendita in privato dei libri.

        3. Davanti alla porta o cancello della Missione (illuminato anche di notte e con chiare iscrizioni) o in luogo ben visibile dai passanti sia una lavagna su cui sia indicato chiaramente l’orario delle funzioni.

        4. Possibilmente alla funzione della sera fare sempre un discorso perché gli appartenenti alle altre religioni possono venire più facilmente alla sera.

        5. Leggere con frequenza pubblicamente il Vangelo. Portarlo sempre con sé nelle adunanze di studio e in ogni residenza ve ne siano varie copie.

        6. Curare molto la propaganda nei piccoli villaggi specialmente dove non sono ancora entrati i protestanti.

[N. B. Fa quindi una lista di libri che non debbono mancare nelle varie residenze].

Mentre ringraziamo di cuore il Padre Shibutani di questi preziosi consigli preghiamogli dal Signore le più elette benedizioni.


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.4.20 639 /Grigoletto Giuseppe / 1930-10-2 /

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al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki 2 ottobre 1930

Carissimo Don Giuseppe,


Grazie del tuo continuo ricordo [fonte di] efficacia materiale spirituale per la nostra povera missione.

Il Signore ci prova in varie forme: ci vuol bene. Intensifica l’unione con Dio e fa’ in modo che Dio sia sempre contento di te.

Con vivo affetto ti ricordo di cuore: ricordami agli amici tutti di Mogliano e specialmente al Signor Direttore.

Con vivo affetto

Don V. Cimatti, sales.

2.4.21 640 /Rinaldi Filippo DB / 1930-10-3 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Propaganda Cattolica39


3 ottobre 1930

Rev.mo e amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Da qualche tempo il Signore viene provando la nostra Missione. Malattie nei confratelli, difficoltà nell’assestamento delle cose nostre per la mancanza di mezzi sufficienti. Ma la Provvidenza ci dona quotidianamente il necessario per la vita materiale e per continuare a rassodare e moltiplicare il lavoro iniziato; e nemmeno ci lascia mancare le consolazioni dell’apostolato nel farci vedere i risultati della grazia sulle anime.


Tournée di propaganda


Sono in giro per una tournée di propaganda nei centri importanti, organizzata dai missionari capi- residenze, che mi dà argomento per intrattenere Lei e gli amici della Missione giapponese in questa interessantissima opera di penetrazione.

I figli di Don Bosco si sono proposti, anche in Giappone, di non tralasciare nessuno dei mezzi di buona propaganda religiosa che incontri le simpatie di questo popolo così caratteristico; cogli Oratori, colla diffusione della buona stampa, coi concerti di musica, colle serate di proiezioni luminose si sono potuti segnare in attivo buoni successi.

Abbiamo potuto sperimentare anche l’opera delle conferenze pubbliche di propaganda cattolica (Koenkai), seguite dalle riunioni di istruzione (kenkyukai): se ne tennero in questa circostanza una decina coll’intervento di qualche migliaio di persone.


Miracoli della grazia


Ci venne in aiuto come conferenziere il giovane sacerdote giapponese Shibutani, la cui vita e conversione è uno dei tanti miracoli del Signore.

Figlio di distinta famiglia fervente buddista, bell’ingegno che brilla tra i compagni e per la attività fisica e per il fervore nel combattere il cattolicismo, dopo un discorso sull’esistenza di un solo Dio e per un atto gentile di carità di un compagno cattolico che egli aveva più volte molestato, si arrende alla grazia (impetratagli da tre anni di incessanti preghiere dei professori e dei compagni cattolici della Scuola dei Marianisti di Osaka) e coll’aiuto dei Gesuiti compie i suoi studi a Roma e a Innsbruk, si fa sacerdote ed ora esercita tra i suoi connazionali un apostolato di propaganda con conferenze, con importanti pubblicazioni; ed il Signore l’ha premiato con la conversione della mamma, e coll’avvicinamento della famiglia alla nostra religione.

Il bravo sacerdote ci aiutò davvero sostenendo la parte principale; e non sappiamo certo come ringraziarlo e ricompensarlo di così prezioso lavoro.

Le conferenze sono precedute da una nutrita propaganda sui giornali, con manifesti affissi dappertutto, con distribuzione di foglietti per le vie, nei negozi, nelle case, e con inviti personali. Si iniziano con musica, che è una buona attrattiva, e si concludono ancora con musica. Ai partecipanti (uomini e studenti in maggioranza) si distribuiscono foglietti di istruzione religiosa; e all’entrata del locale della conferenza (saloni pubblici, teatri, sale d’albergo o di scuole) vi è il banchetto di vendita di libri di cultura religiosa.


2.5 Riunioni d’istruzione

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Il giorno dopo il conferenziere, o nella sede della residenza o in locali affittati, si ferma per ascoltare coloro che desiderano interrogarlo su dubbi, su obiezioni, su quesiti. Si inizia così l’istruzione religiosa; si cominciano le prime relazioni per l’impianto di un nuovo Oratorio o di una nuova residenza a cui si recherà almeno una volta la settimana il missionario o il catechista.

È un lavoro paziente di trasfusione della verità nei singoli, che deve durare mesi ed anni prima di entrare definitivamente nel pensiero, nella volontà e nelle manifestazioni della vita pratica dei pochi che corrisponderanno alla grazia di Dio.

Quanti errori da confutare, quante idee da chiarire… Se vivo con rettitudine di coscienza, non facendo il male, perché il vostro Dio mi condannerà?… Perché voi stranieri, venite a toglierci i nostri dei?… Perché il dolore a questo mondo, perché il peccato, se Dio che ci predicate è il Dio della carità?… Se derivo dagli animali come mi insegnano in scuola, perché i problemi dello spirito?…

Quanti principi da scalzare, quante accuse di marca buddista e protestantica da sfatare, quante delle laidezze della società moderna apprese dai libri d’Europa e d’America tutti tradotti e noti in Giappone, da bollare a fuoco…

L’apostolato per ora non si può fare che lavorando sui singoli individui.

Da ciò, amato Padre, la necessità di moltiplicare il personale e i mezzi di propaganda, e per conseguenza la necessità di moltiplicare gli aiuti materiali per sostenere la propaganda. Gli ottimi risultati ottenuti ci spingono a moltiplicare queste riunioni e la carità dei buoni non mancherà di soccorrerci.


Don Vincenzo Cimatti



[

641 /Rinaldi Filippo / 1930-10-6 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 6 ottobre 1930

Amatissimo Padre,


Non volendo ritardare la corrispondenza e dovendo presto mandare i rendiconti farò allora il solito rendiconto mensile e le relazioni sui confratelli.

Un po’ di notizie telegrafiche: Don Cimatti in tutto e per tutto al solito.

Don Piacenza a Shanghai migliora lentissimamente.

Idem il ch. Zanarini col tifo. Gli altri al solito (Don L. un attacco emorroidale – il ch. B. meglio, Don Liviabella ristabilito – il ch. Braggion debole).

Chissà perché il Signore non accumula su me questi mali, su me che li merito più di tutti? Mah!

Don Torquinst so che è andato in Cina, ora deve essere in Corea. Non so quando passerà per ritornare in Europa via America. Vedremo quale sarà il risultato pratico del suo viaggio.

Ed ora non mi resta che raccomandare di voler impetrare da Don Ricaldone un forte aiuto di personale – e di ottenermi un sussidio per le opere nostre che vivono, ma senza base non possono svilupparsi.

Ad ogni modo se al Signore piace lasciare il Giappone in queste condizioni, così sia.

Preghi e benedica tutti e specialmente il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.5.1 642 /Giardini Mario / 1930-10-6 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



6 ottobre 1930

Eccellenza Reverendissima,


È terminato oggi il ciclo dei concerti – conferenze nella Missione, tenuti da P. Shibutani e dal solito tamburo e tromba. Nakatsu, Beppu, Takanabe, Miyazaki, Miyakonojo, Tsurusaki, Usuki, Oita hanno veduto la masnada…

Del bene speriamo si sia riusciti a farne. Aperte due nuove stazioni: Miyakonojo e Tsurusaki, aumentati i catecumeni, buona propaganda… Deo gratias!

Le notizie nostre. Gli ammalati guariscono. Nel frattempo ho creduto doveroso fare qualche cambio temporaneo (chissà per quanto!) in attesa degli avvenimenti.

Spero presto fare il terzo trasbordo dello studentato (a Takanabe) e non sarà certo l’ultimo. E sto pensando dove mettere i seminaristi di Nakatsu nel prossimo Marzo… e anche lì per trasportare certo non definitive… I cavoli… (con quel che segue…).

Non manca però il buon umore… Come vede V. E. è da 15 giorni che facciamo i matti nelle scuole, saloni, teatri… Il Signore ad ogni modo non ci lascia mancare né il pane, né il companatico, né le consolazioni dell’apostolato.

Grazie del consiglio del cibo. Mi pare che si osservi la regola nostra e che i confratelli siano contenti. I debolini hanno comodità di uova al mattino. Che vuole? Le malattie attuali (salvo quella del chierico ammalato di tifo), sono purtroppo riflessi e conseguenze della guerra. Ad ogni modo invigilo.

Quanto a Don Torquinst non so dare notizie esatte. So che l’E. V. deve venire a Fukuoka. Quanto ad accompagnare Don Torquinst certo che come sono ora le cose non posso assentarmi per un tempo notevole: in coscienza non posso lasciare questi poveri chierici soli… avendo scuola, ecc.

Vedremo che cosa fare. Nel caso che V. E. debba assentarsi abbia la bontà di lasciar la posta all’interprete. Se non saprò dove sbattere la testa verrò a disturbare l’E. V. a Fukuoka.

P. Totsuka ha riveduto e corretto il lavoro di Don Margiaria – ha corretto le bozze – ed avendo messo il suo nome, se l’è presa davvero a cuore. Ha domandato 200 copie che naturalmente gli ho regalato. Quid dicam et faciam? Videbimus.

Oh, buon Don Cerroni! Eh, davvero che non capiremo più un got quando tornerà.

Grazie per la manna delle intenzioni di Ss. Messe e delle preghiere; auguri per il 20°.

Il buon Dio rimeriti di tutto. Ci benedica tutti, specialmente i nostri cari infermi, e ancora più specialmente il suo

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

2.5.2 643 /Rinaldi Filippo / 1930-10-10 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 10 ottobre 1930

Mio buon Padre,


Mentre invio alcune cose dimenticate nella posta e sto facendo i ringraziamenti a tanti buoni amici del Giappone e di fuori, in primis devo ringraziare Lei che ha voluto ricordare in forma così tangibile (oltre le preghiere che mi sono certo più utili) la data [N.B. 25.mo Messa].

Ho tanti debiti col Capitolo Superiore e la somma promessa servirà ad estinguere almeno una parte, e Deo gratias!

La salute dei nostri cari confratelli lentissimamente va migliorando, ma non posso darle notizie consolanti: spero nella prossima.

Del Sig. Don Torquinst non so ancora che cosa si deciderà a fare per la Missione o per la Congregazione. Scrive che passerà il 20 c. m., credo per fare un giro per il Giappone (in missione non torna più), di ritorno dalla Cina. Vedremo. È davvero un tipo curioso, che non invidio certo. In Domino semper!

Non ricordo se già gliel’ho scritto: visto che gli aiuti di Don Adolfo sono di là da venire e che dovevo pure preparare il nido ai nuovi (non so né quanti, né quali ed anche in Giappone le case e le cose non si improvvisano) si è deciso di affittare una casa più ampia a Takanabe: realizziamo economia, c’è posto per tutti e si tira un respiro in attesa della soluzione definitiva che è in mano di Dio. Siamo proprio come ai primi tempi dell’Oratorio…

Spero che i cavoli trapiantati faranno bella testa… è già il terzo trapianto… (Don Bosco ci supera ancora) e non è il definitivo. Niente paura.

Attendo di sapere notizie esatte del numero del nuovo rinforzo: ma se non ci hanno aiutato per il personale insegnante è giocoforza fare vari cambi per tenere su lo studentato, ed invierò le proposte concrete che già le accenno.

Le condizioni di salute di Don Piacenza esigono non sia messo nelle condizioni di prima a Nakatsu: implora di essere esonerato dalla direzione del Seminario. A sostituirlo ho inviato Don Tanguy, e non c’è che lasciarlo, finché non troveremo altra soluzione. Al prossimo Marzo bisogna aver pronto un nido più ampio per gli uccellini che vedranno aumentato il numero… C’è qualche mese ancora e la Provvidenza fa presto ad aggiustarsi.

Per ora Oita e Miyazaki sono a posto. Chiamerei Don Piacenza a Takanabe (non vuol sapere di direzione) e mi aiuterebbe per scuole, conti, ecc. e mi sostituirebbe nelle assenze, e metterei Don Cimatti alla testa.

Vedo sul catalogo che tanti superiori di missione sono in quelle condizioni, per cui penso che i Superiori approvino.

Non è proprio dell’umiltà farsi avanti, ma come diceva il buon Garbellone: “Noi Salesiani un po’ di umiltà l’abbiamo tutti!…” e d’altra parte non so come fare, e d’accordo col Consiglio farò così. Più in aria di quello che è la missione, e più l’Opera salesiana in Giappone non si può pensare… che si vada ancora un po’ più… poco male.

Ad ogni modo, si vedrà. Ma spero davvero che le promesse del Sig. Don Ricaldone saranno un fatto compiuto e non ci sarà bisogno di tanti cambiamenti, né degli inciampi di Don Cimatti.

Come pure se Roma, i Superiori, Don Torquinst non ci possono aiutare, domando fin d’ora l’autorizzazione di inviare (su consiglio del Sig. Don Ricaldone) ad es. Don Escursell a questuare nell’America latina.

Occorrerà (penso) una sua commendatizia che imploro dalla sua carità.

Sapesse bene l’inglese, lo spagnolo, il francese, il tedesco andrebbe volentieri il barbone, ma nelle forme in cui lei sa, non è presentabile al pubblico.

Per ora null’altro di speciale in attesa degli avvenimenti.

Ossequi a tutti i Superiori. Ci benedica e preghi per l’anima mia.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

2.5.3 644 /Ricaldone Pietro / 1930-10-12 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 12 ottobre 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Sempre in attesa di poterle comunicare qualche notizia delle nostre cose… ma sa dirmi Lei dove sia Don Torquinst, che ha vari progetti in aria?… Finisco col dirle che ho pensato di trasportare i chierici a Takanabe.40

Ho affittato una casa in cui possono starci tutti e presenti e futuri… in attesa che il futuro studentato sorga.

Non posso dire nulla dei vari cambi che si rendono necessari, perché questi sono subordinati al personale, che ci invierà e di cui siamo in attesa.

Notizie dei nostri ammalati.

              1. Don Piacenza già uscito dall’ospedale (su per giù come vi è entrato – migliorata la testa – flebite cronica alle gambe – stomaco mal funzionante). Credo occorre togliergli responsabilità: lo chiamerei a Takanabe…

Lo studentato (povera Cenerentola… o meglio, il Signore vuol fare per noi come Don Bosco… Cavoli trapiantati… è già il terzo trapianto… e non sarà l’ultimo) è in aria.

Non so chi manderà… ma non mi faccio illusioni… e se Don Piacenza viene allo studentato fra tutti ci si aggiusta.

Avrei bisogno che i Superiori mi autorizzassero (sia pure nominalmente) a stare allo studentato come Direttore (Vedo che vari capi-missione sono in simile condizione).

Don Piacenza aiuterebbe per i conti (non ho nessuno pratico… Don Cimarti meno di tutti), per scuola, mi sostituirebbe nell’assenza, poi come confessore dei chierici, ecc. ecc.

L’andata a Takanabe realizza qualche economia – permette il lavoro apostolico in quella zona – rimane scoperto Tano e Don Cimatti si aggiusterà anche con questa povera gente…

Che dire d’altro? Lo sa anche Lei: si farebbe il decuplo e il centuplo se ci fosse[ro] il personale e i mezzi.

Preghi preghi preghi per me che mi salvi l’anima.

Con vivo affetto,

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.5.4 645 /Begliatti Letizia / 1930-10-13 /

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a Suor Letizia Begliatti, superiora del primo gruppo di F.M.A. in Giappone



Miyazaki, 13 ottobre 1930

Rev.ma Madre,


Grazie delle veramente cure materne che ha per i fratelli piccoli e grandi. Il Signore la rimeriti col 100 per uno.

Quanto alla modalità di costruzione delle case faccia lei, perché per noi sta sempre bene tutto. A cose fatte (o anche prima) abbia la bontà di inviarmi la nota.

Optime per il lavoro extra. Veda solo di non stancarsi troppo. Sono certo preziose relazioni, che nei disegni della Provvidenza certo hanno il loro perché. È certo anche per il lavoro precedente fatto dal Direttore dell’Ospedale che ha gentilmente concesso il lavoro di propaganda cattolica all’ospedale, ed anche di questo come e a chi dir grazie, dopo Dio, se non a Lei ed alle sue brave figliuole? Deo gratias dunque di tutto.

Ho già cominciato e continuerò a parlare per lezioni di lingua. Nel prossimo anno (coll’aprirsi delle scuole in Aprile), specialmente se avremo un piede a terra, annunciare la cosa sui giornali è la miglior réclame.

Per mercoledì mi pare si possa dir così:

  1. Siccome è il giorno delle confessioni e viene già Don Antonio,

  2. " nel pomeriggio sono assente (a Takanabe),

  3. Non potrei venire stasera verso le 5,30 o 6 per una conferenza e se lo desiderate la benedizione dopo la medesima?

Avessi saputo prima pel triduo (ieri sera avevo un appuntamento col catechista) forse si sarebbe potuto combinare, ma ora… shikata ga nai (Non c’è che farci!).

Grazie a Lei di tutto. Se devo venire stasera, una paroletta affermativa al latore della presente. Con deferente ossequio.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.5.5 646 /Circolare Salesiani e Missionari / 1930-10-15 /

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2.5.6 ai Salesiani e Missionari in Giappone

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[15 ottobre 1930]

Carissimi,


Accumulo notizie che credo interesseranno l’attività di tutti, e che servono poco a poco ad aumentare la nostra esperienza nell’apostolato.

Da una bella lettera del Padre Shibutani che tanto ci aiutò nel recente lavoro di propaganda, avendogli domandato le sue impressioni sul nostro modo di lavoro e su eventuali difetti che avesse constatato, rilevo le seguenti utili osservazioni. Naturalmente ogni associazione nel suo lavoro si viene snodando secondo il proprio spirito, e quindi non devono meravigliare alcune osservazioni, ma essendo fatte da un Giapponese ed alcune di esse essendo il riflesso di commenti uditi anche da altri, vengono ad assumere maggior valore.


        1. Nella missione essendo in fiore le adunanze quotidiane dei fanciulli, ai desiderosi di istruirsi in religione non è data grande facilità, perché i catechisti, pressati dal ritorno alle residenze ed occupati nelle medesime per il catechismo ai fanciulli, non hanno grande comodità di mettersi per lungo tempo a disposizione dei catecumeni. Egli consiglia di affidare ad altri l’istruzione catechistica dei fanciulli, riservando i catechisti per l’istruzione dei catecumeni o di altri desiderosi di iniziare tale studio.

        2. Se i catechisti sono assiepati di molto lavoro possono attendere poco alla loro formazione intellettuale e più morale: la meditazione che è così necessaria per loro sarà ridotta. Propone che se è possibile almeno una volta all’anno si faccia un corso di esercizi spirituali per tutti i catechisti.

        3. Il lavoro compiuto dai salesiani è veramente meraviglioso, ma il P. Shibutani ha sentito anche da molti altri che si adopera troppo il nome di Don Bosco.

In ogni nostra residenza ha avuto l’impressione che si parli molto in lode di Don Bosco. Specialmente a quelli che iniziano lo studio della religione è meglio far brillare sempre più alla mente e al cuore un nome solo: GESÙ CRISTO essendo questo il pensiero che deve predominare nella mente del catecumeno.

        1. Non è senza importanza per i Giapponesi la maniera con cui sono scritte le grandi RÉCLAME. Se scritte in caratteri dozzinali pensano subito che si tratta di cosa ordinaria, e quindi sono più difficilmente attratti.

Volli anche interrogarlo sul punto importante dell’educazione sessuale dei fanciulli e giovani giapponesi. La famiglia né presto né tardi parla ai figli di questo argomento, che purtroppo viene appreso alla scuola dai compagni e durante l’insegnamento specie delle scienze (la scuola media è davvero il gran guasto). In famiglia o nelle conversazioni si parla in relazione a questi argomenti molto grossolanamente. Le ragazze attirate nelle case di prostituzione non è possibile che non si guastino (pur su molti libri essendo scritto diverso sulla condizione delle cosiddette “geishe”). I giovani e le ragazze in generale non hanno relazione in pubblico, ma certo anche in Giappone o furtivamente o per lettera tali relazioni ci sono… Molte cose poi su questo argomento sono dalla gioventù apprese dai libri divulgatissimi in Giappone (traduzioni dei corrispondenti di America e d’Europa).

Queste e le altre osservazioni che vi comunicai in lettera precedente possono aiutarci nel guidare le anime giovanili e facilitarci il grave compito dell’apostolato. Ogni residenza ha le sue proprie esigenze e modalità di azione – noi salesiani abbiamo il nostro metodo che dobbiamo osservare per l’unità dello spirito, comunque vogliamo valutare le osservazioni certo ci possono essere di guida preziosa, e quindi dobbiamo essere riconoscenti al bravo P. Shibutani che fraternamente ce le ha segnalate.

        1. Il nostro bravo Don Braga avendo dai Superiori avuto l’ordine di interessarsi per la glorificazione dei nostri martiri in Cina prega quei confratelli che avessero qualche cosa da segnalare o qualche notizia personale di usare la cortesia di comunicarglielo con cortese sollecitudine.

        2. I nostri ammalati vanno lentamente migliorando. Da Torino nulla di preciso ancora sui nuovi arrivi: certo che tutti si imbarcano sul TRIER l’11 p. v. mese.

Continuiamo a pregare per tutti e specialmente in questo mese del Rosario.

Domenica prossima uniamoci a tutto il mondo cattolico e col Papa per lavorare e lavorare per la propagazione della fede.

Sempre uniti nel dolce vincolo della carità di N. Signore G. C.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.5.7 647 /Giardini Mario / 1930-10-19 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 19 ottobre 1930

Eccellenza Reverendissima,


Sono sempre a disturbarla, ma volendo (se è possibile) dare una norma uniforme ai missionari salesiani per l’ostensione della bandiera giapponese nelle feste della Nazione – vedendo tante disparità di criteri nei missionari di altre diocesi o missioni – né volendo, involontariamente sia pure, dare scandalo – domando all’E. V. se vi sono norme categoriche al riguardo.

Credo:

  1. Vero obbligo non ci sia.

  2. Sia però conveniente assai:

    1. Metterla nelle feste dinastiche o inerenti alla famiglia imperiale o a grandi avvenimenti dell’Impero.

    2. Quando si è direttamente invitati dalle Autorità,

    3. Tanto politiche (Governo) che locali (provincia, comune),

  3. Non metterla in quelle feste a schietto tipo religioso (sia Shinto che buddista).

Queste considerazioni sono proprie del nostro spirito salesiano.

È inteso che si mette sempre nelle nostre feste di ogni genere.

Desidererei una sua parola di assicurazione al riguardo – o norme precise se ci sono o consigli.

Con vivo e sentito ricordo quotidiano è sempre tra noi. I nostri ammalati poco a poco migliorano. Deo gratias.

Dell’E. V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

648 / Merlino Alfonso / 1930-10-24 /


a Alfonso Merlino, missionario laico in Giappone41


24 ottobre 1930

Carissimo Alfonso,


Grazie di tutto. Eccoti il povero regalo di Don Cimatti:

Gesu`, Gesu`, Gesu`. Fallo tuo, predicalo, propagalo, amalo, imitalo.

Tuo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano


2.5.8 649 /Ruffini Costantino / 1930-10-30 /

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a Costantino Ruffini, ex-allievo di Valsalice



30 ottobre 1930

Mio buon Costantino e gentilissima e buona Sig. Flora,


Rimango confuso per la vostra carità e bontà verso il povero Don Cimatti, che non può ringraziare che con preghiere. Grazie a nome dei Missionari del Giappone, dei cristiani e pagani nostri.

Il Signore ti benedica. Siate buoni, fedeli ai vostri doveri, laboriosi, ed il Signore spanderà le sue benedizioni su di voi.

Ho passato a Spezia ore di paradiso presso la famiglia della buona Flora, vero giardino di anime belle.

Ottima Flora, ami Costantino che davvero lo merita, e tu Costantino mio, ringrazia il Signore che ti ha concesso una gemma, che dico, una fiorita nella tua sposa.

Pregate per me e per i miei giapponesi.

Riconoscentissimo

Don V. Cimatti, salesiano

2.5.9 650 /Circolare Salesiani / 1930-10-… /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone



MISSIONE E VISITATORIA


[fine ottobre 1930]

Carissimi,


Accumulo notizie varie che credo interesseranno l’attività di tutti, e che servono poco a poco ad aumentare la nostra esperienza nell’apostolato.

Da una bella lettera del P. Shibutani che tanto ci aiutò nel recente lavoro di propaganda, avendogli domandato le sue impressioni sul nostro modo di lavoro e su eventuali difetti che avesse constatato, rilevo le seguenti utili osservazioni. Naturalmente ogni associazione nel suo lavoro si viene snodando secondo il proprio spirito, e quindi non devono meravigliare alcune osservazioni, ma essendo fatte da un Giapponese ed alcune di esse essendo il riflesso di commenti uditi anche da altri, vengono ad assumere maggior valore.

I) Nella missione essendo in fiore le adunanze quotidiane dei fanciulli, ai desiderosi di istruirsi in religione non è data una grande facilità, perché i catechisti pressati dal ritorno alle residenze od occupati nelle medesime per il catechismo dei fanciulli, non hanno grande comodità di mettersi per lungo tempo a disposizione dei catecumeni. Egli consiglia di affidare ad altri l’istruzione catechistica dei fanciulli, riservando i catechisti per l’istruzione dei catecumeni o di altri desiderosi di iniziare tale studio.

II) Se i catechisti sono assiepati di molto lavoro possono attendere poco alla loro formazione intellettuale e più morale: la meditazione che è così necessaria per loro sarà assai ridotta. Propone che se è possibile almeno una volta l’anno si faccia un corso di esercizi per tutti i catechisti.

III) Il lavoro compiuto dai salesiani è veramente meraviglioso, ma il P. Shibutani ha sentito anche da molti altri che si adopera troppo il nome di D. Bosco. In ogni nostra residenza ha avuto l’impressione che si parli molto in lode di D. Bosco. Specialmente a quelli che iniziano lo studio della religione è meglio far brillare sempre più alla mente e al cuore un nome solo: GESÙ CRISTO, essendo questo il pensiero che deve predominare nella mente del catecumeno.

IV) Non è senza importanza per i Giapponesi la maniera con cui sono scritte le grandi RÉCLAMES. Se scritte in caratteri dozzinali pensano subito che si tratta di cosa ordinaria, e quindi sono più difficilmente attratti.

Volli anche interrogarlo sul punto importante dell’educazione sessuale dei fanciulli e dei giovani giapponesi. La famiglia né presto né tardi parla ai figli di questo argomento, che purtroppo viene appreso alla scuola dai compagni o durante l’insegnamento specie di scienze (la scuola media è davvero il gran guasto). In famiglia o nelle conversazioni si parla in relazione a questi argomenti molto grossolanamente e grassamente. Le ragazze attirate nelle case di prostituzione non è possibile che non si guastino (pur su molti libri essendo scritto diverso sulla condizione delle così dette Geishe…). I giovani e le ragazze in generale non hanno relazione pubblica, ma certo anche in Giappone o furtivamente o per lettera tali relazioni ci sono… Molte cose poi su questo argomento sono dalla gioventù apprese dai libri divulgatissimi in Giappone (traduzione dei corrispondenti di America e d’Europa).

Queste e le altre osservazioni che vi comunicai in lettera precedente possono aiutarci nel guidare le anime giovanili e facilitarci il grave compito dell’apostolato. Ogni residenza ha le sue proprie esigenze e modalità di azione – noi Salesiani abbiamo il nostro metodo che dobbiamo osservare per l’unità dello spirito – comunque vogliamo valutare le osservazioni certo ci possono essere di guida preziosa, e quindi dobbiamo essere riconoscenti al bravo padre Shibutani che fraternamente ce le ha segnalate.

V) Il nostro caro Sig. D. Braga avendo dai superiori avuto l’ordine di interessarsi per la glorificazione dei nostri martiri in Cina prega quei confratelli che avessero qualche cosa da segnalare o qualche notizia personale di usare la cortesia di comunicargliele con cortese sollecitudine.

VI) I nostri ammalati vanno lentamente migliorando. Da Torino nulla ancora di preciso sui nuovi arrivi: certo che tutti o parte si imbarcano sul TRIER l’11 p.v. mese. Continuiamo a pregare per tutti specialmente in questo mese del Rosario.

Domenica prossima uniamoci insieme a tutto il mondo cattolico e col Papa per lavorare e pregare per la propagazione della fede.

Sempre uniti nel dolce vincolo della carità di N. S. Gesù Cristo

Vostro affezionatissimo

D.Vincenzo Cimatti, sales.

651 /Ricaldone Pietro / 1930-11-3 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 3 novembre 1930

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Speravo poterle dare notizie definitive circa il nostro assestamento, ma il Sig. Don Torquinst parte verso l’otto c. m. e fino ad allora non mi dirà come intende venirci positivamente in aiuto. Per ora le cose sono così:

              1. Non potendo il Sig. Don Torquinst venirci in aiuto per la costruzione definitiva dello studentato, ho finito per affittare a Takanabe una casa più grande dove per qualche tempo possono stare con relativa comodità e tranquillità i nostri chierici in attesa dell’assestamento definitivo.

Può essere che in questo tempo la S. Sede o i Superiori determinino la separazione dei poteri e che si debba ritornare sulla questione dove mettere la Sede della Congregazione, e che quindi si debba trasportare in altro luogo lo studentato. Credo che la Provvidenza abbia così disposto per il bene futuro e per lo sviluppo dell’opera nostra.

              1. Il Sig. Don Torquinst ha constatato le reali condizioni in cui ci troviamo, e avrebbe voluto portarci un aiuto proporzionale ai bisogni, ma per gli impegni che ha, al momento intende di concorrere solo in qualche cosa.

Il nostro pensiero era che ci aiutasse a concentrare le forze sopra di un’Opera sola, ma egli è di parere di aiutare un poco tutte le istituzioni gettando semi che frutteranno in seguito, ma che in realtà portano al momento, per noi che abbiamo nulla, degli aggravi, se egli non ci continuasse l’aiuto… e se lo farà o se lo potrà fare lo sa solo il Signore.42

Per i chierici, essendo ora momentaneamente a posto, nulla. Ha promesso un sussidio di cui potrò disporre per i chierici, se credo.

Intende aiutare le suore per la compera della casa dove abitano e di un terreno vicino per espandersi: intende però di dare il sussidio (parte quest’anno e parte l’anno prossimo) – sussidio che da solo non è sufficiente allo scopo – alla Congregazione delle Figlie di Maria A., le quali debbono chiedere alle loro Superiori l’aiuto per compire l’opera.

Intende aiutare la casa di Oita con l’acquisto di un pezzo di terreno di cui egli verserebbe la prima rata, lasciando a noi negli anni seguenti di pagare il resto e gli interessi. Desidera dare un sussidio alla casa di Nakatsu perché possa allargare il posto per gli aspiranti.

Desidera aiutare Miyazaki col dare un piccolo fondo per iniziare una specie di cassa-aiuto per i cristiani. E forse darà anche qualche cosa per Tano, per la costruzione di una casetta per il missionario. Questi i suoi desideri…

Vedremo la realtà, naturalmente essendo disposizioni che egli desidera siano effettuate, vede anche Lei che riusciremo a fare quello che… vorrà il Signore.

Di una cosa solo ringrazio il Signore in questa circostanza, che cioè non mi ha fatto salesiano ricco… Ah, povero Don Torquinst, lo compiango davvero e prego per Lui, e ci scampi il Signore dalle ricchezze… Quando Don Adolfo avrà inviato le sue disposizioni le scriverò dettagliatamente. Se non cambia, conta di lasciare il Giappone verso l’otto del mese di Novembre.

              1. I nostri ammalati… Don Piacenza è ritornato: non l’ho ancora potuto vedere, ma un certo miglioramento l’ha fatto. Ciò che ora mi preoccupa di più è la salute del Ch. B. Visitato dai medici, da vari mesi riposa, è sottoposto a regimi speciali, ma per intanto non gli è possibile occuparsi mentalmente. Decisi quindi di esonerarlo dagli studi regolari, e fargli iniziare il triennio pratico per vedere se nel frattempo si accenna un miglioramento. Se questo non avvenisse, non rimangono – mi pare – che queste due soluzioni: o il ritorno, oppure diventare coadiutore. Come ripetutamente avevo scritto ai superiori, la genesi di questa malattia va ricercata nel fatto che non era noto.

Questo giovane nella casa di Verona era stato messo come assistente dei suoi compagni e per lungo tempo, per tener dietro agli studi vegliava di notte. Si indebolì fortemente: ebbe attacchi di nevrastenia a Verona e in noviziato.

Dopo pochi mesi di studio in Giappone ricadde e finora non si vede un miglioramento. Il giovane, nel periodo di sua formazione, abituatosi un po’ ex lege, difficilmente si adatta alla disciplina regolare, non perché non voglia, ma perché non può. È un po’ strano nel suo modo di pensare… Insomma è ammalato, che date le condizioni di ambiente di clima giapponese, assai eccitante per i nervosi, credo non riuscirà a mettersi sulla buona via della guarigione. Domando ai Superiori la sanatoria per avergli fatto iniziare il tirocinio, e più domando come devo regolarmi, perché prevedo per il bene di questa anima che sia assai meglio il ritorno.

L’esempio del povero coad. Giovanni e alcuni dettagli nelle idee già manifestate da questo chierico (alquanto strampalate) mi fanno prevedere che forse ci avviamo dolorosamente per la stessa via e che urge provvedere. D’altra parte un chierico che negli anni di sua formazione non possa stare alla regola darà luogo a preti che daranno dei seri fastidi in seguito.

Ricevo oggi da Don Pellegrini della nuova spedizione. Peccato che non possa effettuarsi tutta insieme… Mentre di cuore ringrazio Dio e i Superiori per aver voluto venire incontro a questa davvero disperata missione, non sapendo ancora nulla del come potremo utilizzare i nuovi venienti, riferirò in seguito dei particolari.

Preghiamo di cuore il Signore per il felice esito del viaggio. Il lavoro viene sempre più moltiplicandosi e speriamo che il Signore dia a tutti le forze per compierlo.

Per me non so che ripeterle il ritornello che i Superiori non vogliono sentire ma che in coscienza mi sento di dovere ripetere. La missione del Giappone andrà bene quando non avrà più tra i piedi il sottoscritto.

Lo sa il Signore… Preghi dunque per me e mi ottenga la grazia implorata.

Non so comandare, né so concretare nulla. Ad ogni modo FIAT VOLUNTAS DEI… Per la salute, pur non essendo più giovane come una volta, grazie a Dio sempre bene. Per la parte morale il desiderio di farmi santo c’è sempre, ma non ho forza né nel tratto né nelle disposizioni… Se uno mi domanda una cosa non so dir di no… Ad esempio nell’atto in cui scrivo viene un aspirante giapponese e mi dice che vuole andare con Don Tanguy… La morale per me è questa… “Tu non sei buono a niente!” mi fa capire in altre parole questa anima cara… ed il sottoscritto scrive subito a Don Tanguy (quello è un uomo) e spero di mettere a posto anche questo bravo figliuolo. Un altro che abbiamo in casa ha già scritto per lo stesso scopo.

Per me sono contento che il Signore mi fa conoscere la mia supina incapacità e mi fa sempre meglio apprezzare il valore dei confratelli.

Don Cimatti sta bene dove lo manda l’obbedienza, ma parlando dai tetti in giù che vuole? Don Cimatti può fare qualche cosa come figura decorativa, dove gli altri fanno tutto: oppure in un ufficio come segretario, oppure, selvaggio come è, tra i selvaggi. Il Signore conosce la mia preghiera quotidiana… e quando crederà la esaudirà. Perdoni lo sfogo che è l’espressione del continuo mio stato d’animo e da cui da anni non riesco ad uscire né ad abituarmi… Per me non so impormi, né imporre il mio pensiero, anche quando sarebbe necessario…

Ora, per uno che deve guidare gli altri questo è certo la cosa più deleteria.

Già le ho indicato come in attesa degli ordini dei Superiori avrei stabilito per la sostituzione di Don Piacenza con Don Tanguy. Il sottoscritto cogli studenti aiutato da Don Piacenza che so che ha scritto per l’esonero.

Certo che per la formazione dei chierici ci vuole altro che il cuore di Don Cimatti… e d’altra parte non sa so cambiarmi.

Don L. ed il sottoscritto attendono decisioni dei superiori per la domanda inviata per il cambio di Don L.. Veda un po’ di venirmi in aiuto col consiglio e con la preghiera.

Perdoni la lungaggine… Tutti vogliono essere nominalmente ricordati e la pregano di un ricordo individuale presso Maria A. e Don Bosco.

Con tutto l’affetto,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.5.10 652 /Rinaldi Filippo / 1930-11-4 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 4 novembre 1930

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Rinaldi,


Mi trovo coi nostri cari chierici a Takanabe43 dove “ad tempus” si è trasportato lo studentato filosofico. Già in altra mia le avevo detto che non potendo il nostro Don Torquinst aiutare proporzionatamente ai nostri bisogni, si pensò di affittare una casa più grande che potesse contenere tutti i nuovi che arriveranno, non potendo l’attuale contenere comodamente tutti. Ed è così che lo studentato passa nella nuova casa di Takanabe, casa di fitto, ma che ha relativa comodità come casa di studio, e che sotto rispetti è alquanto più economica.

L’esserci arrivati nel giorno della festa di S. Carlo, protettore dei Seminari, è – mi pare – di buon augurio. Come si metteranno in seguito le cose è difficile poterlo prevedere: certo la Provvidenza avendo così disposto ha certo disposto per il nostro bene. La massima difficoltà la proveranno gli insegnanti, se il nostro buon Don Ricaldone non viene in aiuto di personale insegnante, perché qualcuno sarà obbligato a venire da Miyazaki: a bocce ferme vedremo come aggiustarci.

Quanto alla salute un po’ scossa di alcuni confratelli, eccole le ultime notizie.

Don Piacenza è ritornato da Shanghai più riposato, ma certo non guarito ed ha bisogno di riposo, specialmente di non avere uffici di responsabilità.

Devo avergliene scritto, ed attendo ordini o consigli al riguardo. Egli viene per ora allo studentato, e certo può in varie forme fare del gran bene e come insegnante e come ottimo confratello. Penserei – se i Superiori non hanno difficoltà – di fermarmi allo studentato, specialmente se non viene il personale insegnante sufficiente: Don Piacenza in mia assenza può fare ottimamente e prestar un aiuto anche per la contabilità, non potendo il sottoscritto capir niente… Don Tanguy prenderebbe il posto di Don Piacenza per la direzione del piccolo Seminario. Il motivo che mi induce a rimanere allo studentato è – oltre che per aiutare per l’insegnamento – anche perché occorre provvedere al servizio religioso di Tano. La mancanza delle piccole comodità necessarie per non soffrire troppo nella salute, mancandomi i mezzi, non furono ancora potute realizzare, e non posso in coscienza mandare confratelli deboli, e quindi va il sottoscritto.44 Così per tirare avanti alla bell’e meglio si cerca di aggiustarci.

È certo che il lavoro è cresciuto e va crescendo ogni giorno più, inoltre la povertà dei mezzi in cui ci troviamo va sfiorando prima del tempo confratelli già piuttosto stanchi da lavori precedenti.

Un’altra preoccupazione viene pure per la malattia del ch. B.. La nevrastenia da cui da tempo è colpito mi dà seriamente a pensare per la sua salute, ed insieme per la sua salute morale perché non potendo stare alla regola comune proprio negli anni di sua formazione non ne avvantaggia davvero; inoltre non potendo fare gli studi regolarmente come sono prescritti, sarà difficile che possa continuare nella via intrapresa. Mi pare che continuando lo stato attuale delle cose non c’è che la soluzione o del ritorno o quella di cambiare stato (coadiutore). Si provarono cure mediche, ma il miglioramento non si vede. A titolo di prova lo esonerai dallo studio della filosofia e lo misi subito nel triennio pratico nella speranza che ciò gli possa servire.

Prego il Rettor Maggiore a darmi la sanatoria dell’atto compiuto e permettere che in via eccezionale il chierico prima dello studio della filosofia faccia uno o due anni di tirocinio nella speranza che possa ripigliare gli studi.

Quanto agli altri: Don L. è in attesa della domanda fatta ai Superiori di cambiare la missione.

Il Ch. Zanarini colpito da tifo è in piena convalescenza. Deo gratias.

E quanto al sottoscritto? Al solito… le solite difficoltà per farmi buono.

Sono purtroppo quello di sempre… In qualche momento assai volenteroso… alle volte assai sensibile… desideroso che il Signore mi tolga di tra i piedi alla gente. Preghi per me.

Salute sempre ottima. Lavoro ne potrei fare di più, se fossi in altra condizione… Lei sa che il comando o la direzione non è pane per i miei denti…

Come rendiconto mio e dei confratelli invierò presto relazione sui moduli inviati e quindi per questa volta stop…

Le scriverò subito che Don Torquinst abbia concretato ciò che vorrà positivamente fare per la nostra povera missione.

Pare che conti di partire l’otto c. m. La Provvidenza ardentemente da noi tutti pregata ha realmente disposto diversamente da quello che desideravamo… e così sia, perché sono sicuro che è certo per il bene. Le voglio però esprimere un pensiero… Compiango davvero il buon Don Torquinst… e non voglio certo legiferare sulle disposizioni della Provvidenza… Ma il Signore liberi la nostra cara Congregazione dalle ricchezze e dai ricchi.

E preghi per me affinché possa riuscire a fare il mio dovere… e nella posizione in cui mi trovo Lei sa che mi costa assai per le solite ragioni che tante altre volte ho accennato.

Ci benedica tutti e ci ottenga che per noi, per la missione e per l’opera nostra si compia sempre e in tutto la santa volontà del Signore.

Per tutti, suo

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.5.11 653 /Rinaldi Filippo BS / 1930-11-5 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 5 novembre 193045

Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Come vede le scrivo da Takanabe, una bella cittadina di circa 8000 abitanti, situata in fertile pianura in vicinanza del mare, a poca distanza da verdeggianti collinette, ove da pochi giorni si sono trasferiti i nostri cari chierici studenti di filosofia. Capita un po’ a noi come al nostro buon padre Don Bosco negli inizi dell’opera sua. Vaghiamo anche noi in qua e in là in attesa che la Divina Provvidenza ci trovi il nido definitivo.

I cavoli trapiantati fanno bella testa… Coloro che si preparano al futuro apostolato missionario, dopo tutto, non è male che comincino ad abituarsi in forme svariatissime alle varie esigenze della vita, che adattino se stessi all’imprevisto, al nuovo. È del resto, specie per i giovani, un po’ di quella poesia che tutti proviamo di fronte all’inesperimentato, che rende più facile il sacrificio, che necessariamente bisogna compiere.

Ci eravamo abituati allo stretto, ai disagi, e ormai non si sentivano più; e[d] è con dolore che abbiamo lasciato la primitiva dimora. Ci eravamo abituati al rumoroso via vai dei carri, dei camions, allo scampanellare delle biciclette, delle réclames… ed era nostro amico, uno dei più noti girovaghi, che cambiando di tanto in tanto foggia nel vestire ed immaginando le più allegre ed interessanti forme di réclame, percorrendo le vie, sorridente sempre, inchinava e salutava…

Erano già amici nostri i giovinetti del vicinato, che di tanto in tanto venivano a godersi serate di proiezioni, e che passando vicino alla modesta nostra abitazione dicevano, accennando vicendevolmente: “Don Bosco… Don Bosco…”. E arrampicandosi sulla ormai sfasciata palizzata del piccolo cortile assistevano ai giuochi delle bocce, e interloquivano coi nostri chierici che non ancora ben ferrati nel giapponese… finivano di rispondere in qualsiasi lingua.

Ma i fanciulli capiscono tutto, specie quando comprendono di essere amati e che si vuol fare loro del bene.

Si era già avvezzi alla minuscola scuola, che serviva da tutto – scuola, studio, sala di riunione per conferenze e accademie… E dalla missione più volte alla settimana i missionari residenti volentieri si sobbarcavano al lavoro dell’insegnamento con non indifferente disagio, pur di venire in aiuto alla formazione completa dei nostri futuri aiutanti.

Ed eccoci alla nuova casa, un po’ più ampia, che accoglierà i numerosi nuovi rinforzi che la carità dei nostri superiori vorrà inviarci. Sarà questa l’ultima tappa? Toccheremo in seguito la terra promessa? Sì, se la carità dei nostri cari benefattori non verrà meno.

Il campo di lavoro va sempre più dilatandosi. Si sono dovute aprire in casa di fitto due nuove sedi per istruzione religiosa a Miyakonojo (Miyazaki) e Morie (Nakatsu) mentre vanno sempre più prendendo piede quelle di Beppu e di Usuki (Oita).

La scuola domenicale per i pagani a Miyazaki viene sviluppandosi in modo consolantissimo… e domandano di studiare la religione cattolica non solo persone di povera e media condizione, ma anche di classe elevata.

Le buone Figlie di Maria Ausiliatrice con zelo davvero ammirabile cominciano a penetrare in ogni ceto di società e ad attirarsi grandi simpatie e a circondarsi di corone di giovinette. Oh, quando il Signore ci manderà i mezzi per cominciare l’asilo infantile? I nostri bravi catechisti, che bisognerebbe poter moltiplicare a mille doppi, si prodigano con zelo ammirabile, ma numericamente sono insufficienti al bisogno. E quando tornano dalle loro escursioni apostoliche narrano al missionario sempre nuove fonti di bene da compiere, se le forze e i mezzi bastassero…

Ma come fare essendo la nostra povera missione, e i nostri cari missionari ricchi soltanto di fede e di buona volontà? Buona volontà che non manca neppure a vari poveri pagani, desiderosi di studiare la religione nostra.

È proprio ieri l’annuncio consolantissimo del nostro zelante missionario Don Cavoli che dice di avere trovato a Kobayashi, cittadina del suo distretto, una ventina di pagani che da tempo si erano riuniti in società per ricercare fra le tante, quale fosse la vera religione, e avendo saputo che il catechista cattolico si trovava in quel paese, lo pregarono vivamente che desse loro la possibilità di istruirsi nella religione cattolica, che ritenevano la migliore… Davvero meravigliosa cosa…

Poveri pagani che fondano un’amichevole società il cui scopo è la ricerca di un problema così importante: segno certo del bisogno sentito sempre più da questo popolo così caratteristico di adagiarsi finalmente in quella religione che solo può esaurire definitivamente la sete di conoscenza del vero da cui è da lungo tempo tormentato.

A Miyazaki si è pure iniziato, per gentile concessione del direttore dell’ospedale della provincia, opera di propaganda religiosa fra gli ammalati, consistente in distribuzione di libri e foglietti, conferenze e piccoli divertimenti per i convalescenti, visita particolare ai più gravi o ai desiderosi di istruirsi. E già si stanno facendo i primi approcci per poter entrare pure nelle prigioni.

La messe è molta, gli operai sono pochi, ed i mezzi per sostenere le opere iniziate, per rafforzarle e per ampliarle e per cominciarne delle nuove sono davvero impari al bisogno. È il ritornello solito: “Aiutateci in tutte le forme possibili e qualche cosa si potrà fare per la gloria di Dio e per la salvezza di queste povere anime. Aiutateci affinché non sia retorica la frase che da tanti si ripete per onorare i missionari… Voi siete il fronte avanzato della grande battaglia della conquista delle anime… Senza i mezzi necessari qualsiasi soldato al fronte o retrocede o muore… ma non può conquistare e vincere…”.

Amato padre, ci venga in aiuto. Lo ripeta incessantemente a quanti sta a cuore il regno di Dio nelle anime.

D. V. Cimatti, miss. sales.




2.5.12 654 /Alfonso Merlino / 1930-11-8 /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



8 novembre 1930

Carissimo Merlino,


Grazie di cuore delle notizie. Prego pel piccolo ammalato del braccio… Di’ al bravo Hashimoto che siamo in aria nella nuova casa e che quindi per ora… e d’altra parte i chierici non hanno finito l’anno scolastico e lui non potrebbe cominciare.

Quasi certo dopo le feste di Natale, intanto impari l’italiano meglio che può.

Prega e fa’ pregare.

Don V. Cimatti

2.5.13 655 /Grigoletto Giuseppe / 1930-11-9 /

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al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice, grande benefattore



Takanabe, 9 novembre 1930

Caro Grigolo Z. B.,


Come vedi si fa S. Martino. Metto a posto in casa di fitto un po’ più larga i nostri chierici. Spedisci pure a Takanabe… perché prevedo dovrò metter sede… Se c’è da fare scuola!…

Grazie di quanto fai… Non c’è bisogno che scriva molto, ma che operi per quello che l’ubbidienza ti permette e specie con la preghiera, con la preghiera, con la preghiera.

Il Signore ci benedice e permette che lentamente si proceda.

La S. Marco [= Ispettoria di…] è ammalata: al ch. B. ho fatto sospendere gli studi; Braggion debolino; chi tiene su il morale è ancora Ragogna.

Ad ogni modo avanti sempre. Se hai occasione di vedere il Comm. Benda, salutalo davvero. Ai Salesiani ha fatto del gran bene.

Ossequi a tutti gli amici. Coraggio, figliuoli, che si avvicina la S. Messa… Giudizio!

Pregate per chi mai vi dimentica.


Tuo sempre

Don V. Cimatti

2.5.14 656 /Fracchia Italo / 1930-11-9 /

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a Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice, Ufficiale dell’esercito



Takanabe, 9 novembre 1930

Carissimo Italo,


Grazie di avermi ricordato come uno di tua famiglia nel lutto che ti ha colpito.

Ho pregato, ma sono certo che babbo tuo non ne ha bisogno.

Ti ricordo sempre coi tuoi figliuoli e colla tua signora così buoni di essere venuti fino alla stazione.

Avanti Italo, sempre buono, laborioso e buon allievo di Don Bosco.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.

2.5.15 657 /Giardini Mario / 1930-11-11 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 11 novembre 1930

Eccellenza Reverendissima,


Il nostro Don Margiaria coi saluti dell’E. V. mi ha pure portato la sua rinnovata beneficenza verso i figli di Don Bosco. Grazie Eccellenza e mi aiuti il Signore a sdebitarmi almeno colla preghiera della carità fiorita.

Ed ora mi permetta che La metta al corrente delle nostre cose:

        1. Partono oggi da Genova sul “Trier” tre suore, un sacerdote, un coadiutore e forse subito o con un altro vapore 4-5 chierici salesiani. Oso domandare un memento per il felice esito del viaggio.

        2. Sto assestando il nuovo nido a Takanabe in casa di fitto per i nostri chierici: per qualche anno si può star tranquilli e dopo il Signore provvederà.

        3. È probabile sappia che la venuta di Don Torquinst ha portato con sé varie conseguenze che oltre ad oneri viene allargando il campo di lavoro specie in zona di Oita. C’era la bella occasione della vendita della vecchia Polizia a Beppu (700 tsubo) e fu comprata. C’è da riattare assai, ma spero in Maggio che il santuarietto di Maria Aus. sarà fatto compiuto. Vorrei pregare l’E. V. non prendesse pel 24 Maggio e giorni seguenti impegni. Si vuole fare in quest’anno la processione a Miyazaki del SS. mo Sacramento in città, e vorremmo avere l’E. V. Ci sarà in quel tempo?


Per le Suore ho acquistato a Beppu un ospedaletto e si vedrà di utilizzarlo.

Per i Coreani di Oita ha lasciato una piccola offerta per acquistare un po’ di terreno e costruire una cappella ai martiri coreani. Anche qui si vedrà. Certo con Yen 1500 c’è poco da ballare… Ad ogni modo a giorni La disturberò… Ho bisogno di commendatizie.

Spero anche acquistare un po’ di terreno vicino alla Missione di Oita per iniziare (quando?) sia pure in forme modestissime la futura scuola tipografica.

Ha dato qualche sussidio per allargare Nakatsu, per Suore a Miyazaki, e per Don Antonio per le opere. Insomma un po’ di pioggia è caduta. Ma il Signore che ha permesso tutto questo ha certo i suoi motivi. Non pare all’E. V. che Don Cimatti debba pensare così?

  1. Si è lavorato per anni per dare una base allo studentato.

  2. Si è pregato ardentemente il Signore che ci illuminasse.

  3. Il vero motivo dell’invio di Don Torquinst era proprio metterlo nelle circostanze di aiutare lo studentato e proprio lo studentato in questa circostanza è il più dimenticato. Segno che la Provvidenza dispone così per il bene.


Del resto mi pare di vederlo chiaramente. L’avvenire della Congregazione non è a Miyazaki (quella sarà la futura Diocesi) è certo altrove, e allora perché fissarsi stabilmente laggiù? Ed ecco che il Signore ci fa girare. Siamo alla seconda tappa e non sarà l’ultima. In Domino semper!

Vedo S. E. sorridere. Oh, adesso Don Cimatti è ricco! Sono cominciati proprio dopo la pioggia i grattacapi. Le somme che si anticipano hanno strascichi che dureranno fino all’estinzione dei pagamenti (alcuni con relativi interessi) e poi un terreno è niente se non si edifica, e una casa a pezzi non serve finché non è aggiustata. Ad ogni modo sono felice quando posso essere povero, ed è bello vedere i giochi ammirabili della Divina Provvidenza… Ah, la sua bella Madonnina! E adesso per vari anni coll’acqua alla gola, vedrà come saprà aggiustarsi elegantemente il Signore. Deo gratias!

L’unico desiderio di tutti è di fare del bene. Don Torquinst ci aiuterà? Lo ha promesso ma Don Torquinst non è eterno certo, e le banche… Ma Gesù non fallisce. È così chiaro: “Quaerite primum…”. E l’E. V. deve aiutarmi ancora di più ora che sono in maggior bisogno.

Preghi e mi benedica. Don Torquinst mi ha parlato di Tokyo. Se ci aiutano nel prossimo anno credo di potere…

Tutti vogliono essere ricordati. Con devoto ossequio, assicurandoLe preghiere quotidiane:

dell’E. V. Rev.ma

Dev.mo

Don V. Cimatti, salesiano

2.5.16 658 /Rinaldi Filippo / 1930-11-12 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 12 novembre 1930

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Rinaldi,


Secondo la promessa fatta, ecco come il nostro Don Torquinst, che possiamo dire definitivamente guadagnato alla causa giapponese, ha creduto opportuno venire in aiuto tanto alla Missione quanto alla nostra Pia Società.

Come si suol dire, “a caval donato non si guarda in bocca”, e quindi non voglio assolutamente fare apprezzamenti in pro e in contro. Ringrazio il Signore che così ha disposto certo per il bene.

Con queste donazioni varie il campo d’azione viene ad estendersi assai più rapidamente di quello che si potesse pensare o prevedere. Ci obbliga ad oneri che speriamo con l’aiuto del nuovo benefattore di poter assolvere con onore, ed essendo voluti dalla Provvidenza si compiranno certo al più presto.

Non sono risolti per nulla i problemi vitali, ma ci mettiamo sulla strada perché ciò che non fu potuto fare ora si hanno promesse per l’avvenire non lontano che si possa realizzare, ed i ritardi, come già dissi nella precedente, varranno a risolvere la questione per me assai importante della separazione dei due poteri, che darà modo in futuro di lavorare con chiarezza di intenti e senza tanti imbrogli per chiarire i campi della proprietà come purtroppo succede ora.

Il Signore che ha promesso che i vagheggiati sogni dello studentato siano per un po’ di tempo tramontati, sono sicuro che darà presto la desiderata soluzione. FIAT VOLUNTAS DEI IN OMNIBUS… Copio dall’elenco di Don Torquinst:

Miyazaki: per casa Suore ¥ 4.000. Per casa Suore Beppu ¥ 15.000 (nell’intenzione dell’offerente deve servire per casa di riposo o per pensionato di signori nella stagione dei bagni o per casa di formazione). L’una e l’altra sono case giapponesi. La prima vecchia ed insufficiente: ha però annesso qualche pezzo di terreno che potrebbe servire per iniziare qualche opera. La seconda è un ospedale non ancora adoperato, posto in magnifica posizione, ma che deve essere dotata di tutto; non essendoci che le mura. È in collina prospiciente la grande baia di Beppu… La seconda rata di ¥ 10.000 deve essere pagata nel prossimo anno alla data del contratto di quest’anno. Con questo il Sig. Don Torquinst ha voluto fare un dono alle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Missione: ha concesso un sussidio di ¥ 1.000 per venire in aiuto ai cristiani poveri con l’acquisto di terreno da dissodare e che passerebbe in proprietà di chi lo dissoda, pagate le spese.

Per la Chiesa di Tano ha concesso un sussidio di ¥ 100 per un quadro a Santa Maria Stella del Mare e ¥ 400 per iniziare una casetta pel missionario.

Oita, Missione. Ha concesso un sussidio di ¥ 1.500 per l’inizio di una piccola fondazione a favore dei coreani con l’erezione di una piccola cappella ai martiri coreani ed una sala. (Prendendo una parte del materiale dell’ospedale delle suore. Id. per la casa di Tano).

Salesiani: ha pagato la prima rata in ¥ 3.000 (la rata del 1931. Quella del 1932 per un complessivo di ¥ 10.000 più gli interessi dell’8%) per l’acquisto di un terreno vicino alla missione che potrebbe servire per iniziare in forma minuscola l’ospizio per gli artigiani ed avviarci così alla desiderata scuola tipografica. [Tutto questo riguarda Oita].

Beppu: salesiani. Ha comperato un terreno (circa 3000 mq.) per l’erezione di una chiesa a Maria A. La prima rata di ¥ 3.400 (la seconda nel prossimo anno ¥ 15.000 non è ancora chiaro se con interessi). Come si possa utilizzare in seguito per l’opera nostra è prematuro pensare ora; si vedrà. Fu certo una magnifica occasione che non avremmo mai sognato; è la casa della polizia, in ottima posizione, a poca distanza dall’ospedale delle suore. Le autorità prefettizie e della città, sono assai contente che si sia acquistata da noi e ci hanno fatto delle vere facilitazioni.

Nakatsu: ha concesso un sussidio di ¥ 1000 per l’ampliamento del nostro seminarietto per aspiranti.

Per un complessivo di ¥ 600 ha dotato le varie residenze di armonium, di qualche giuoco per ragazzi, oltre a regali personali o di pubblica utilità, (ad es. la macchina con cui scrivo; a Don Margiaria una macchina fotografica così a Don Marega macchina per prendere cinematografia; a Don Pedro un vocabolario).

Mi ha dato ¥ 500 per spese varie, e ¥ 1.000 per le spese di trascrizione degli atti di proprietà.

Al sottoscritto non resta che seguire la volontà dell’offerente, augurando che il Signore ci aiuti per non far spropositi e che il nostro Don Torquinst ci venga in aiuto secondo le promesse.

Col Consiglio cercherò di prendere quelle soluzioni che vengano a far meglio.

Per me sono contento che il Signore mi ha umiliato permettendo che le cose riuscissero tutto il contrario di ciò che ritenevo la cosa migliore, e canto di cuore il “Bonum mihi quia humiliasti me!” e avanti al nuovo, non indifferente, lavoro per non lasciar strascichi ai successori che spero più immediati di ciò che penso. Copia della lettera invio pure al Sig. Don Ricaldone. Riceverò con vero piacere e con riconoscenza quanto ai Sigg. Superiori piacerà indicarmi per non fare spropositi. Tutti vogliono essere ricordati e vivamente si raccomandano alle preghiere presso la Mamma e il nostro Don Bosco.

Con vivo affetto:

Dev.mo

Don V. Cimatti

2.5.17 659 /Ricaldone Pietro / 1930-11-12 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 12 novembre 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Secondo la fatta promessa, ecco come il nostro Don Torquinst, che possiamo dire definitivamente guadagnato alla causa giapponese, ha creduto bene venire in aiuto tanto alla missione quanto alla nostra Pia Società. Come si suol dire, “a caval donato non si guarda in bocca”; e quindi non voglio assolutamente fare apprezzamenti in pro e in contro. Ringrazio il Signore che così ha disposto, certo per il bene.

Con queste donazioni varie il campo d’azione viene ad estendersi assai più rapidamente di quello che si potesse pensare o prevedere. Ci obbliga ad oneri che speriamo coll’aiuto del nuovo benefattore di poter assolvere con onore ed essendo voluti dalla Provvidenza si compiranno certo al più presto.

Non sono risolti per nulla i problemi vitali, ma ci mettiamo sulla strada, perché ciò che non fu potuto fare ora si ha promessa per l’avvenire non lontano che si possa realizzare, ed i ritardi, come già dissi nella precedente, varranno a risolvere la questione per me assai importante della separazione dei due poteri, che darà modo ai futuri di lavorare con chiarezza di intenti e senza tanti imbrogli per chiarire i campi di proprietà come purtroppo succede ora.

Il Signore che ha permesso che i vagheggiati sogni dello studentato siano per un po’ tramontati, sono sicuro che darà presto la desiderata soluzione. FIAT VOLUNTAS DEI IN OMNIBUS… Copio dall’elenco di Don Torquinst:

MIYAZAKl: per casa Suore Yen 4000; per casa suore Beppu Yen 15 mila (nell’intenzione dell’offerente deve servire per casa di riposo o per pensionato di signorine nella stagione dei bagni o per casa di formazione). L’una e l’altra sono case giapponesi. La prima vecchia ed insufficiente, ha però annesso qualche pezzo di terreno che potrebbe servire per iniziare qualche opera. La seconda è un ospedaletto non ancora adoperato, posto in magnifica posizione, ma che deve essere dotato di tutto, non essendoci che le mura. È in collina prospiciente la grande baia di Beppu. La seconda rata di Yen 10 mila deve essere pagata nel prossimo anno alla data del contratto di quest’anno. Con questo Don Torquinst ha voluto fare il dono alle Figlie di Maria A.

MISSIONE: Ha concesso un sussidio di Yen 100 per venire in aiuto ai cristiani poveri con l’acquisto di terreni da dissodare e che passerebbero proprietà di chi li dissoda, pagate le spese.

Per la Chiesa di Tano ha concesso un sussidio di Yen 100 per un quadro a Maria SS.ma Stella del Mare e Yen 400 per iniziare una casetta per il missionario (prendendo parte dall’ospedale delle suore).

OITA, Missione: ha concesso un sussidio di Yen 1500 per l’inizio di una piccola fondazione a favore dei Coreani con l’erezione di una piccola cappella ai martiri coreani ed una sala (prendendo una parte del materiale dall’ospedale delle suore).

SALESIANI: ha pagato la prima rata in Yen 3 mila per l’acquisto di un terreno vicino alla missione che potrebbe servire per iniziare in forma minuscola l’ospizio per artigiani ed avviarci così alla desiderata scuola tipografica.

Beppu, salesiani: Ha comperato un terreno (circa 3000 mq.) per l’erezione di una chiesa a Maria A. La prima rata di Yen 3.400, la seconda nel prossimo anno (di Yen 15 mila, non è ancora chiaro se con interessi).

Come si possa utilizzare in seguito per l’opera nostra è prematuro pensare ora; si vedrà. Fu certo una magnifica occasione e che non avremmo mai sognato: è la casa della polizia, in ottima posizione, a poca distanza dall’ospedale delle suore. Le autorità prefettizie e della città sono assai contente che si sia acquistato da noi e ci hanno fatto delle vere facilitazioni.

Nakatsu: ha concesso un sussidio di Yen 1500 per l’ampliamento del nostro seminarietto per aspiranti.

Per un complessivo di Yen 600 ha dotato le varie residenze di armonium, di qualche gioco per ragazzi, oltre a regali personali o di pubblica utilità (ad esempio la macchina per prendere cinematografia, a Don Pedro un vocabolario).

Mi ha pure dato Yen 500 per spese varie, e Yen 1000 per la trascrizione degli atti di proprietà.

Al sottoscritto non resta che eseguire la volontà dell’offerente, augurando che il Signore ci aiuti per non fare spropositi, e che il nostro Don Torquinst ci venga in aiuto secondo le promesse. Col Consiglio cercherò di prendere quelle soluzioni che valgono a fare meglio.

Per me sono contento che il Signore mi ha umiliato permettendo che le cose riuscissero tutto il contrario di ciò che ritenevo la cosa migliore, e canto di cuore: “Bonum mihi quia humiliasti me!” e avanti al nuovo non indifferente lavoro per non lasciare strascichi ai successori che spero più immediati di ciò che penso.

Copia della lettera invio pure al Sig. Don Rinaldi. Riceverò con vero piacere e con riconoscenza quanto ai Superiori piacerà indicarmi per non fare spropositi.

Tutti vogliono essere ricordati e vivamente si raccomandano alle preghiere presso la Mamma e il nostro Don Bosco.

Con vivo affetto:

Dev.mo

Don V. Cimatti

2.5.18 660 /Circolare Salesiani / 1930-11-14 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria S. F. Sav.


Miyazaki, 14 novembre 1930

Carissimi,


Il nostro grande benefattore Don Torquinst sta per toccare il suolo americano e le nostre preghiere più fervide l’accompagnano quotidianamente, ma vi prego di non dimenticarlo mai anche in seguito, considerandolo sempre come uno di nostra famiglia, essendo grande assai il bene fatto alla nostra missione e alla nostra Pia Società e di cui certo non potremo mai sdebitarci totalmente.

Gli effetti della beneficenza del Sig. Don Torquinst si chiariranno meglio in seguito. È per questa beneficenza che il campo di lavoro riuscirà più vasto e richiederà grandi sacrifici da parte di noi tutti, ma per la gloria di Dio e per la salute delle anime sono convinto che tutti un cuor solo e un’anima sola volentieri si sobbarcheranno ai medesimi.

Nelle sedute di Consiglio ultimo si sono prese alcune disposizioni che vi prego di comunicare nella parte che loro si riferisce ai confratelli, unitamente a quanto il nostro benefattore ha stabilito per la missione e per lo sviluppo della nostra Società.

              1. Per venire in aiuto alla formazione spirituale dei nostri catechisti e per sollevare sempre più le condizioni materiali si crede opportuno addivenire alla compilazione di uno statuto che determini quanto si riferisce all’argomento. Prego i singoli confratelli a portare il sussidio dei loro consigli su questi punti. Che cosa credete utile per migliorare la formazione spirituale dei catechisti? quali forme di previdenza economica credete utile per migliorare la loro condizione specialmente in caso di cessazione di lavoro o in caso di malattia?

Considerando sotto questo punto di vista i nostri catechisti come salariati, non dobbiamo metterli in condizione di inferiorità agli impiegati delle aziende. Studiate con amore questo problema: ci toglierà da tante difficoltà in avvenire.

              1. Lo sviluppo consolante che ovunque viene manifestandosi nel lavoro di propaganda, e per la stabilizzazione della casa di studentato a Takanabe, mi sembra utile affidare più specificatamente ai missionari residenti in questa una posizione nella provincia di Miyazaki. (Cioè degli otto “Gun” in cui divisa, i tre più a Nord passano alla dipendenza dei missionari di Takanabe). Intese speciali regoleranno il lavoro apostolico per la cristianità di Tano, che finché non si possa fare diverso dipenderà dal Centro, pur essendo della circoscrizione di Miyazaki. Idem per altri dettagli: deciderà il Centro coi missionari di Miyazaki.

              2. È davvero consolante pure lo sviluppo che viene assumendo la propaganda stampa: bisogna però che tutti portino più fortemente il loro valido contributo. Si è stabilito che l’incaricato della stampa si rivolga alle residenze indicando la necessità di articoli su determinati argomenti.

              3. Si va facendo sentire sempre più il bisogno di avere aiuti di personale giapponese di ogni genere. Si lavori con tutti i mezzi per lo sviluppo delle vocazioni allo stato ecclesiastico, religioso, coadiutori, famigli, ecc., per la ricerca di catechisti e catechiste. Interessiamoci personalmente o facciamo fare ricerche dai cristiani. È per noi questione vitale. Quando il Signore ci manda qualcuno proviamolo con pazienza: insegniamo ripetutamente quanto debbono fare, correggiamo sempre con calma e con fortezza, aiutiamo specialmente le loro anime, facciamoli nostri amici… e dopo la prova “Quod bonum est tenete”.

              4. Le singole residenze vengono a poco a poco fornendosi di materiale di proiezioni prezioso e costoso. Gli incaricati della custodia o della distribuzione sorveglino a che tale materiale non venga abbandonato.

              5. Poco alla volta bisogna che le singole residenze e case vengano acquistando quella autonomia che permette provvedere ai bisogni urgenti delle medesime senza ricorrere al centro. Si stabilisce quindi che d’ora innanzi il centro si incarica solo delle provviste provenienti dall’estero e di vantaggio comune. Il Sig. Don Tanguy è incaricato di inviare alle case l’elenco della merce giacente a Nakatsu. Secondo quell’elenco si facciano a Nakatsu le ordinazioni, fino ad esaurimento di merce. I singoli direttori sono pregati di pensare per le loro rispettive case per le ordinazioni di libri editi in Giapponese, o di altri libri che pur editi all’estero sono di uso utile per quella casa.

              6. La stagione in cui entriamo si presta mirabilmente per le forme di propaganda che si possono poi compiere con difficoltà in altre stagioni, perciò abbracciamo per amore del Signore questa occasione per fare un po’ di bene nelle forme che ci sono possibili.

Si avvicinano pure feste a Noi carissime: l’Immacolata, il S. Natale e per la fine dell’anno la Consacrazione della Missione al S. Cuore di Gesù, anche in preparazione del trionfo Eucaristico. Vogliamo tutti tutti tutti investirci di amore verso il Signore e lavorare in queste varie forme alla sua gloria.

              1. Secondo le disposizioni prese, dovendo ogni casa tenere amministrazione a sé, vogliano i confratelli delle singole case lavorare attivamente per venire in aiuto ai molteplici bisogni della missione e specialmente della casa in cui si trovano. Bisogna circondarci di benefattori spirituali e materiali.

Col crescere della famiglia e collo sviluppo delle opere cresce pure la necessità di moltiplicare i mezzi. Sul foglietto inviato (Amici della Missione) trovate elencati molti modi che possono essere suggeriti per venire in aiuto alla missione.

              1. Vista la convenienza di compere a Shanghai vogliate con cortese sollecitudine inviare elenco di oggetti utili o necessari per la casa, affinché si possano fare con gran risparmio dai prossimi venienti.

              2. Facendosi più sentito il desiderio di aiutare l’opera nostra come cooperatori, e avendo vari domandato di essere inscritti, unitamente alla richiesta di appartenere all’Associazione dei devoti di Maria A., si stamperanno quanto prima gli opuscoli relativi.

              3. Si ebbero richieste per l’accettazione di figli di lebbrosi immuni dalla lebbra. Per ora non avendo posto adatto, né avendo trovato famiglie disposte ad accettarli, con dolore si è dovuto confessare la nostra attuale impossibilità. Ci conceda il Signore di poter presto dar corso a queste domande, e preghiamo assai per queste ed altre opere di beneficenza che si vanno delineando e a cui con pena dobbiamo rispondere negativamente.

              4. I nostri cari ammalati vanno rapidamente ristabilendosi. Preghiamo e abbiatevi quei riguardi conformi alla nostra povertà e che valgano a preservarci dai malanni specie nella stagione fredda.


Vogliate pregare per il buon esito di varie pratiche destinate al progresso della missione. In questo mese non dimentichiamo di suffragare le anime del Purgatorio.

Pregate pure per il vostro aff.mo in C. J.

Don V. Cimatti

2.5.19 661 /Circolare Salesiani46 / 1930-11-14 /

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ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente

[Miyazaki, 14 novembre 1930]

        1. Come Don Torquinst è venuto in aiuto della Missione. Disposizioni sue:

  1. Miyazaki: colonizzazione.

  2. Suore: compera della casa attuale. Assoluta necessità di porre mano al lavoro delle suore coll’Asilo e con qualche altra opera pel bene della missione e dei confratelli salesiani. Proposte varie.

  3. Tano: sussidio per quadro alla Madonna e per la casa del missionario ed opera annessa.

  4. Oita: sussidio per acquistare terreno e costruzione di chiesetta dedicata ai martiri coreani in favore della colonia coreana di Oita.

  5. Nakatsu: sussidio per l’ampliamento del piccolo Seminario.


        1. Resoconto della giornata per la propagazione della fede.

        2. Cura dei nostri catechisti (conferenze familiari, farli partecipare alla vita della Missione, fornire libri, rafforzare lo spirito ascetico e cristiano, esercizi spirituali, uso di vari mezzi per formarli al nostro spirito, ecc.).

Pare che preferiscano essere pagati al 25 del mese.

Come aiutarli materialmente non tanto al presente, quanto per l’avvenire, quando non potranno più lavorare, oppure in caso di malattia o di bisogni urgenti… Cassa pensioni? Case della missione? Da affittarsi ai medesimi?

        1. Breve resoconto dello sviluppo di opere della Missione. Coll’apertura di Takanabe è utile venire ad una nuova divisione di circoscrizioni?

        2. Propaganda stampa. Si procuri di aiutare l’incaricato della redazione del “Don Bosco”. Si deve continuare il periodichino “Amici della Missione”?

        3. Cura delle vocazioni, anche come coadiutori e come catechisti e come famigli.

        4. Cura del materiale di proiezioni. Si stabilisca un incaricato. Che ne pensate della procura nostra? È giunto il tempo di accentrare certe pratiche generali o è ancor meglio il decentramento?

Esortazione sul lavoro invernale di propaganda (proiezioni, buona stampa, ecc.). Preparare gli animi alla consacrazione della Missione al S. Cuore e specialmente alla manifestazione eucaristica del prossimo anno.


2.6 4.Visitatoria di S. Francesco Saverio

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              1. Come Don Torquinst ha aiutato lo sviluppo della nostra Pia Società:

  1. Piccolo sussidio per l’assestamento dello studentato. Desidera pagare tutto l’occorrente per il futuro studentato.

  2. Prima rata per l’acquisto del terreno vicino alla Missione di Oita per l’inizio della futurissima stamperia – raccolta di giovani disposti ad andare al lavoro (inizio ospizio).

  3. Prima rata per l’acquisto di terreno di Beppu (antica polizia) per un’opera da destinarsi (per ora santuarietto di Maria A.).

  4. Per le Figlie di Maria A. compera (prima rata) dell’Ospedale ad Hamazaki.


              1. Resoconto generale finanziario e norme amministrative. Principio generale: ogni casa pensi alla sua amministrazione, a meno che l’ufficio centrale non si riserbi incarichi speciali. Urge fare propaganda.

              2. In tutte le case si trovano confratelli che sono legati da doveri speciali o perché nel triennio dei voti, o nel quadriennio, o per l’esame di confessione…


Ricordiamo i nostri doveri al riguardo, come pure quelli generali di conferenze, soluzioni caso, lettura delle circolari…

Tutto conferisce al bene delle anime.

Non dimentichiamo i rendiconti ed i frequenti colloqui coi confratelli, e il sentir il loro parere nelle varie imprese per interessarli ed averli validi cooperatori nel lavoro…






2.6.1 662 /Tirone Pietro / 1930-11-17 /

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a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale



Miyazaki, 17 novembre 1930

Amatissimo Sig. Don Tirone,


Sono in ritardo assai nella consegna, ma meglio tardi che mai. Vari motivi ci furono, ma potrebbero avere l’aria di scuse ed è meglio tacere.

Ho postillato come meglio potevo. Aggiungo:

        1. Mi pare che spiritualmente i fratelli siano a posto e che per la pietà e osservanza religiosa si vada per grazia di Dio bene.

        2. Non manca il lavoro e questo è ottimo coefficiente.

        3. Siamo la Missione più povera perché non abbiamo nulla di nostro – neppur le case – e la Provvidenza ci aiuta.

        4. Le difficoltà sono date non tanto dall’ambiente, quanto dalle condizioni dei confratelli:

  1. la massima parte reliquati di guerra, quindi nervosi, nevrastenici o aventi altri malanni,

  2. alcuni (Don C., Don L.) formati in seminario e quindi portanti con sé…,

  3. alcuni (Don E., Don L., Don M.) che esprimono un po’ mordacemente i loro pensieri,

  4. qualche disaccordo tra Don Cavoli e gli altri per voler fare del bene, e per i modi un po’ aspri di Don Cavoli,

  5. e trovo i coadiutori sempre un po’ di vedute strette (difetto di educazione).


Ma sono cose di tutto il mondo. Certo che tutti hanno desiderio di migliorare e davvero alcuni hanno migliorato assai e migliorano: ci vuol pazienza, tempo e gran carità!

Don Cimatti ha più difetti di loro – mi sopportano e Deo gratias, in attesa che il “laqueus contritus sit” “et liberatus ero…” e allora, allora solo la missione fiorirà.

I due che ora mi danno più a pensare sono Don L. che però col cambio fatto è alle dipendenze di Don Tanguy – dimostra di essersi messo in calma. È ammalato, debole di costituzione – aveva domandato l’America e fu mandato in Giappone.

Ha urtato con Don Cavoli – e non ha il cuore in pace. Per me lo ritengo ottimo, ma è ammalato di testa. Ha domandato non so che cosa ai Superiori – se lo esaudiranno faranno, credo, il bene suo.

Ora è calmo. Ha lavorato a Tano (Missione) assai, con veri sacrifici ed ora pare lavora.

Il Ch. B. è ammalato, stanco di testa. L’ho fatto troncare gli studi. Da giovane, in collegio, in parte in noviziato non ebbe mai l’abitudine di stare in riga, disgraziatamente ora non può starci. L’esperienza mi ha fatto sempre vedere costoro come ossa fuori posto. Se non guarisce ho proposto il ritorno e credo sia l’unica via per salvarlo.

Preghi affinché per la mia insufficienza e cretineria questi cari confratelli non ne perdano nell’anima.

I nostri piccoli aspiranti e seminaristi promettono assai bene (contando qua e là e specie a Nakatsu, sono una quindicina).

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.6.2 663 /Gusmano Calogero / 1930-11-17 /

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a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore



Miyazaki, 17 novembre 1930

Carissimo Don Gusmano,


Le invio un formulario dimenticato che le spetta ed insieme voglia presentare a Don Candela quelli che spettano a Lui.

Sempre ricordandola voglia ricordarmi anche Lei alla Madonna e a Don Bosco.

Con affetto

Don V. Cimatti, sales.



P.S. – Al N° XIV Missioni i moduli li riceviamo ora direttamente da Propaganda in unica copia. Spero che Don Beccuti cui fu inviato abbia copiato e dato anche a Lei. Se così non è quid faciam?

2.6.3 664 /Giardini Mario / 1930-11-18 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



18 novembre 1930

Eccellenza,


Sono in treno che ritorno da Beppu dopo di aver concluso qualche cosa di quanto Le avevo comunicato. La compera dell’Ospedale per le Suore è un fatto compiuto. Per ora l’ho comperato al mio nome e a quello di Don Margiaria in attesa dello “Shadan” o di altro, e Deo gratias!

Quello che è quasi certo una carta perduta è l’acquisto di terreno a Beppu (antico luogo della Polizia). Proprio stamane quando andiamo d’accordo colle autorità per fare il primo versamento, il Municipio non vende più. Pare ci sia stata una coalizione del vicinato che da tempo reclamava bagni – pare non siano estranei i bonzi vicini. Certo le Autorità e della Prefettura e della città che avevano d’accordo condotto le pratiche fino al punto del primo versamento – e che d’improvviso rompono senza dire nulla trattative e promesse – non fa onore a uomini di governo. Si protesta, ma credo si concluderà nulla.

Se l’E. V. nella sua prudenza e pratica credesse si dovesse parlarne in alto, abbia la bontà di dirmelo, e farò subito secondo le sue indicazioni.

Ho detto a Don Margiaria facesse una lettera al sindaco e alla prefettura esponendo i fatti e la protesta. Crede l’E. V. che si debba fare altro?

Il Signore ad ogni modo volgerà in bene questa rottura, che se non avveniva dava certo modo di iniziare fortemente il lavoro a Beppu. Forse non è ancora nei disegni di Dio. Intanto si cerca altrove, come cerco a Miyazaki per l’Asilo.

Avrei bisogno di un prestito, ma dove trovarlo? È vero che a Yokohama c’è un ricchissimo italiano che in occasione delle feste invia donativi agli italiani residenti in Giappone? Non mi hanno saputo dire il nome.

Spero a giorni inviare incartamenti per domandare soldi all’Opera di Boston per Chiesa.

Con vivo riconoscente affetto.

Dell’E. V. Rev.ma

Don V. Cimatti, sales.

2.6.4 665 /Grigoletto Giuseppe / 1930-11-18 /

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al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



M. 18 novembre 1930

Carissimo Giuseppe,

Faccio spedire un pacco di fazzoletti, sciarpe per un valore esatto comprese spese postali di Lire 125 (i fazzoletti, sono propriamente furoshiki ossia per involgere oggetti, perché il giapponese non porta mai in mano un oggetto scoperto, puoi metterli a 2 lire, le sciarpe a 5 le piccole, a 7 le grandi, quelle di seta a 8 - 9 sono al prezzo). Che vuoi? La roba costa. Se arrivano farai d’accordo coi superiori quanto puoi. Se non arrivano guadagnerà chi li piglia.

Prega e fa’ pregare per me. Auguri ai suddiaconi. Dicano qualche salmo del Breviario per il povero sottoscritto.

Ossequi speciali a tutti i superiori e specie all’amato Direttore.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

2.6.5 666 /Giardini Mario / 1930-11-22 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



22 novembre 1930

Eccellenza Reverendissima,


Eccole due pratiche che raccomando vivamente alla sua carità. Abbia la bontà di leggere la richiesta.

Sono poco pratico: mi hanno detto che anche in Italiano va bene. Nessuno di noi sa scrivere decorosamente in bell’inglese.

Con questa realizzeremo certo un gran bene e per i Giapponesi e per i Coreani. Se mancassero cose necessarie, oppure se ci sono variazioni da fare, abbia la bontà di comunicarmelo.

Sempre La ricordiamo e nelle preghiere e nelle conversazioni.

Voglia benedirci tutti e specialmente il suo

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2.6.6 667 / Circolare Salesiani / 1930-11-29 /

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2.6.7 ai Salesiani e Missionari della Missione Indip. di Miyazaki

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29 novembre 1930



Comunicazioni varie


Carissimi,

              1. In occasione della prossima festa di S. Francesco Saverio, non si dimentichi che è uno dei nostri Patroni principali del Giappone e delle Missioni. Si facciano preghiere speciali e si ricordi la data ai cristiani. Fraternamente uniti specialmente a Oita preghiamo per lo sviluppo di quella zona così importante della nostra Missione.

              2. Benché in ritardo, ricordo che nel concistoro segreto del 30/6 il S. Padre stabilì che “Latini sacerdotes tote orbe terrarum preces, post sacrum expletur jussu Leonis Papae XIII recitandas, nunc pro Russia applicent”.

Noi da tempo già facciamo secondo i desideri del S. Padre. Vi comunico la data ufficiale e prego vivamente ricordare di tanto in tanto la cosa ai cristiani.

              1. Abbiamo incominciato la novena della nostra cara Madonna Immacolata.

Nella sua festa abbiamo bisogno che ci ottenga grazie speciali per la regolarizzazione di varie cause pendenti. Ma in modo speciale desidererei che raccogliessimo tutte le nostre forze per pregare la Madonna che ci aiuti nel problema essenziale per la vita nostra missionaria e salesiana cioé le VOCAZIONI.

Molti domandano e non abbiamo maniera di soddisfare a tutte le richieste per la mancanza di personale che possa occuparsi di loro, per mancanza specialmente di locale e per la nostra poca esperienza. Vedete che in tutte le nostre case si cerchi di lavorare per questo problema vitale. Deo gratias.

Ma abbiamo bisogno che la Madonna come guidò i primi passi del nostro Don Bosco in questo delicato problema, illumini noi pure, ci invii buoni soggetti, possiamo rettamente valutarli, sappiamo conoscerli bene, usufruirli per quel che valgono e specialmente aiutarli a cooperare alla vocazione ricevuta.

Miei buoni confratelli, lavoriamo lavoriamo per questo problema essenziale ancor con maggior ardore, ed affidiamo a Maria specialmente in questa novena e nella sua festa le attuali vocazioni e quelle ben più numerose che ci invierà in seguito, se noi sapremo meritarle.

Buona e santa festa di S. Francesco. Sforziamoci di essere missionari della sua tempra. Buona e felice festa della Mamma nostra, e, come per Don Bosco sia Essa la Madre e Maestra che ci insegna la vera sapienza, specialmente nella ricerca, nello sviluppo e formazione di buone e sode vocazioni indigene.

Affidiamo pure a Lei la nostra vocazione per la quale dobbiamo lavorare con ugual ardore.

Vostro

Don V. Cimatti

2.6.8 668 /Rinaldi Filippo BS / 1930-12-1 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 1 dicembre 1930


Civiltà in contrasto47


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Rinaldi,


Il chiudersi del mese di Novem. e l’inizio del mese di dicembre è caratterizzato nella nostra missione da due grandi feste, pagana l’una, cristiana l’altra, che mettono a raffronto due civiltà che avviarono il Giappone alla sua facies attuale.

Due nomi le caratterizzano: JIMMU, il fondatore dell’attuale dinastia imperiale, che, partito dalla provincia di Miyazaki compì la conquista del Giappone e venne solennemente intronizzato a KASHIWABARA, capitale del nuovo impero, l’11 febbraio 660 a.C. data adottata ufficialmente per l’inizio dell’era giapponese (benché la critica storica faccia ridiscendere di 7-8 secoli più tardi l’esistenza di questo conquistatore); S. Francesco Saverio, il primo missionario che nel 1549 incornicia la pacifica conquista dell’impero giapponese al regno di Gesù Cristo, e proprio a nord della nostra missione esplica la massima attività del suo zelo, coronata da successi tali che, nonostante l’infierire delle susseguenti terribili persecuzioni, rimarranno fondamenta incrollabili della religione cattolica in Giappone.


2.7 5.La festa pagana

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Partecipammo alla festa pagana come spettatori curiosi di vedere le caratteristiche manifestazioni ufficiali e popolari preparate per l’occasione.

Miyazaki che si vanta di avere uno dei più bei monumenti in onore di Jimmu (un magnifico tempio shintoista) pochi giorni prima della festa (26-30 ottobre) viene ornando le sue vie di festoni, di bandiere, di palloncini specialmente là dove dovrà passare la processione.

I negozi da tempo hanno fatto grandi provviste di ogni genere, e su variopinti pennoni hanno annunciato ribassi considerevoli, a prezzi di fallimento.

Tutta la città insomma va prendendo un’animazione insolita. Dai paesi e villaggi vicini piovono i buoni contadini; da paesi lontani giungono le rappresentanze ufficiali (dignitari, soldati, le cantatrici – suonatrici); ogni circondario manderà la sua rappresentanza.

Si preparano i carri di trionfo (ogni rione della città ha il suo); i carri allegorici e di réclame preparati dalle principali ditte commerciali; qua e là piccoli palchi scenici… Fervore di lavoro insomma; gioia che sprizza dai volti degli studenti che pensano a un po’ di vacanza… dei negozianti che sognano qualche grosso guadagno… del buon popolo sempre pronto al divertimento, alla rottura, sia pure momentanea, del ritmo ordinario della vita.

Le manifestazioni religiose sono assai semplici: visita al tempio, offerte allo spirito del primo Imperatore dei frutti più importanti della regione, accompagnate da preghiere speciali, fatte dai sacerdoti; trasporto dell’arca contenente i simboli della dignità imperiale (spada, specchio, gemme ricurve) e come altri vogliono lo spirito stesso di Jimmu, dal tempio principale ad un secondario, e successivamente trasporto al principale alla fine della festa, che dura un tre o quattro giorni.

La parte coreografica più importante è data dalla processione cui partecipano autorità e popolo.

Precedono i leoni (uomini travestiti e mascherati) che nei crocicchi delle vie si fermano e danzano a suono di tamburo: mentre camminano spalancano le fauci e le madri presentano alle bocche dei mostri i teneri bambini, che strillano a più non posso, ed i leoni fingendo di ingoiarli, soddisfatti, maestosamente incedono.

Seguono le autorità cittadine, scortate da guardie a piedi e a cavallo, e le autorità religiose, che parte a piedi e parte a cavallo, al suono dei caratteristici strumenti (flauti, zufoli, tamburi) sfilano. A guisa di carosello storico passano gli antichi armati, gli ufficiali dell’esercito di Jimmu, i portatori di offerte e la lunga teoria delle famiglie nobili, rappresentate da fanciulli e fanciulle, vestite degli antichi paludamenti, assisi su carrozzelle; passa il cavallo portante la bardatura e le insegne dell’imperatore ed infine l’arca. Un silenzio impressionante, un inchinarsi di teste, che rispettosamente salutano il simbolo dell’imperatore, e lungo il percorso non si sentono che gli ordini recisi degli insegnanti, che agli scolari schierati lungo il percorso trasmettono gli ordini per quella che essi chiamano “adorazione”. E sfilano le bandiere degli attuali soldati, portate da rappresentanti i singoli corpi, e passano i decorati, le autorità della provincia e il rappresentante del governo imperiale.

Seguono i carri di trionfo su cui sono assise le suonatrici e cantatrici, che nel ritmo cadenzato da tamburi, tamburelli, al suono di “samisen” (specie di chitarre) riproducono le antiche nenie paesane.

Chiude la parte più seria della manifestazione, lo sfilare delle rappresentanze dei singoli circondari e villaggi, e qui davvero siamo in presenza di una mascherata.

Il comitato organizzatore delle feste stabilisce dei premi a coloro che si presenteranno in forme più caratteristiche e si comprende che quanto lo spirito orientale può suggerire di strano, di ridicolo, di grottesco ha qui la sua manifestazione. Mescolanze ardite di antico e moderno; anacronismi, imitazioni più o meno riuscite… lo scapricciarsi degli studenti, uguali in tutto il mondo… canti, risa, danze.

La festa veramente popolare si apre alla sera con illuminazioni per le vie, con recite, danze, declamazioni sui palchi improvvisati o davanti alle case… e colle rispettive copiose bevute, e cogli inevitabili effetti susseguenti… Anche in questo davvero tutto il mondo è paese.


2.8 6.La festa cristiana

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A Oita si commemorò la festa di S. Francesco Saverio con una missione per i cristiani, con concerto e conferenza nel bel salone del giornale della città. Si volle in quest’anno associare al nome del grande apostolo, quello del suo protettore ed amico OTOMO SORIN, che governava Oita quando S. Francesco vi iniziò la predicazione. Da qualche tempo si viene manifestando una corrente di viva simpatia per costui che fu certo uno dei più potenti principi del Giappone, per cui si vorrebbe erigergli un monumento a Oita. La missione non può certo restare indifferente a questa gentile iniziativa, e venga presto il giorno che là dove più lavorò il grande apostolo, si eriga il monumento al suo più importante convertito e che determinò col suo permesso, e più tardi col suo esempio il grande movimento di conversioni ottenute dai missionari che succedettero.

La cittadinanza corrispose al nostro invito, godette di sentire parlare delle sue glorie antiche e speriamo che il buon seme a tempo opportuno fruttificherà.

È però consolante il constatare, che poco a poco il popolo giapponese venga orientandosi, sia pure solo per ora a scopo di studio, al ricordo del cristianesimo predicato dai primi missionari.

A Miyazaki, ad esempio, un direttore delle scuole elementari sta facendo uno studio completo della famosa ambasciata di principi giapponesi inviata dai principi cattolici del Giappone al Papa Gregorio XIV ed anche con materiale fornitogli da noi, coll’aiuto dei nostri confratelli di Venezia, ha composto una bella conferenza che va facendo nelle scuole, nelle adunanze di insegnanti, cooperando così ad illuminare sempre meglio questi punti così gloriosi.

Preghi, amato Padre, perché possiamo presentare alla santa Chiesa covoni turgidi di anime salvate, come riuscì a fare San Francesco Saverio.

Ci ricordi ai nostri cari confratelli, allievi e cooperatori e ci benedica.


D. V. Cimatti, miss. sales.

2.8.1 669 /Rinaldi Filippo / 1930-12-3 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 3 dicembre 1930

Amatissimo Padre,


E prima di tutto ottime e sante feste natalizie con le assicurazioni che specialmente in questa occasione la ricorderemo assai assai di più. Ha commosso tutti l’ultima sua lettera specialmente per il pensiero che tra mezzanotte e le due Lei, o buon papà, è tra noi… E noi siamo vicini a Lei non meno. Grazie del conforto che si è degnato di darci… segno che, certo come tutti i suoi figliuoli, i suoi lontani giapponesi non occupano un posto qualunque nel suo cuore… Grazie.

La pregherei che volesse estendere gli auguri anche agli altri Superiori.

Certo che il desiderio di noi tutti è di corrispondere il meglio che ci sia possibile alle premurose attenzioni dei Superiori e desideriamo che lo spirito della nostra Pia Società venga profondamente radicandosi nell’animo di tutti. Per quanto dipende da noi vogliamo che e per l’osservanza regolare e per lo spirito di disciplina il Giappone stia alla testa.

Una bella notizia che mi pare tutta salesiana è che nel resoconto generale pubblicato del lavoro apostolico fra tutte le missioni del Giappone i salesiani occupano il primo posto per la frequenza ai Sacramenti dei loro fedeli.

È un bell’onore tutto salesiano. Pensi che la diocesi di Nagasaki con 60 mila cattolici ha la media per persona di 6 comunioni… che freddo.

Il lavoro va sempre moltiplicandosi e grazie a Dio con frutto. I singoli confratelli lavorano veramente con zelo. La salute generale è ben avviata e coi cambiamenti fatti credo che si possa andare avanti bene.

Attendo l’approvazione dei Superiori, ma francamente non saprei come fare diverso.

Essendo da poco che ho inviato il resoconto particolareggiato dei singoli confratelli, per questo mese non aggiungo altro.


Per me sempre al solito. Mi pare che al momento tutti siano bene incamminati.

A Miyazaki c’è stato ultimamente uno scatto tra Don Cavoli e Guaschino, mi pare che ora sia tutto in calma. Certo Guaschino ogni giorno più diventa pesante e lento in tutti i sensi – anche perché un po’ attaccato al suo giudizio non eseguisce subito quanto gli si dice, poi dimentica… e allora Don Cavoli giustamente scatta, ma in forme (di parole) un po’ violente… e si sta male da tutti. Mi aiuti il Signore a mantenere fra noi la carità.

Andiamo pian piano realizzando i desideri del Sig. Don Torquinst e utilizzando quello che ci ha lasciato con determinate intenzioni.

A cose finite farò particolareggiata relazione.

La casa affittata per lo studentato con vari riattamenti è in grado di ospitare per vari anni, e intanto il Signore provvederà.

Per ora non c’è altro. Siamo in attesa dei nuovi venienti a cui auguro fin d’ora ogni bene dal Cielo.

Voglia pregare per me… Lei sa le mie difficoltà e quanto ne abbisogni.

Mi benedica. Tutto suo nel Signore:

Don Vincenzo Cimatti

2.8.2 670 /Giardini Mario / 1930-12-3 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Takanabe, 3 dicembre 1930

Eccellenza Reverendissima,


È il giorno della festa di S. Francesco Saverio…

Può pensare se non abbiamo pregato e festeggiato come potevamo il nostro Santo Patrono anche nella nostra Visitatoria.

Grazie di tutte le preziose indicazioni – e siccome i salesiani disturbano un po’ tutti, Le invio quanto ho ricevuto da Torino – e se l’E. V. crede opportuno firmare o far firmare a chi fosse in grado di capire la portata della cosa – Deo gratias! Se no cestini senza paura.

Lunedì prossimo, festa dell’Immacolata, l’avremo presente nelle nostre preghiere.

Con vivo ossequio e sempre ricordandola.

Obbl.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



2.8.3 671 /Don Caviglia Alberto / 1930-12-8 /

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a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco


MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI


Takanabe, 8 dicembre 1930

Mio amatissimo D. Alberto,


Come vede mi vado modernizzando… È la data per noi dolcissima dell’8 dic. Ed ho voluto scegliere questa perché desideravo come se fosse D. Bosco stesso esprimere in una forma calda riboccante di affetto quanto sento di dovere nutrire verso di Lei, e con me tutta la famiglia salesiana del Giappone che gode della sua beneficenza squisita. Grazie D. Alberto e di quello che fece e che anche recentemente fece per noi. L’unica mia confusione è che non riuscirò giammai a sdebitarmi della sua carità se non col desiderio di far qualche cosa per Lei, e pur pensando non trovo che la preghiera quotidiana, che la riconoscenza ben difficile ad esprimersi a parole e ad estrinsecarsi in qualche forma conveniente. Ad ogni modo Lei comprende e quindi scuserà le deficienze che provengono tutte e solo dalla mia inesperienza ed insulsaggine. Accetti dunque, amatissimo D. Alberto, gli auguri che tutti le facciamo per il santo Natale e per il nuovo anno: l’assicurazione delle quotidiane preghiere e la riconoscenza più sentita per Lei. Coi magnifici doni suoi che abbiamo sott’occhio tutti non possiamo non ricordarla ogni momento specialmente quando siamo in chiesa. Grazie, grazie di tutto.

Grazie pure delle belle notizie di vario genere, con l’augurio che i molteplici lavori che ha ideato e che ha tra mano riescano alla maggior gloria di Dio, per il bene delle anime, e per la gloria della nostra società e della cara Italia. Non mi meraviglia la parola lunga che mi ha scritto (PARTICOLAREGGIATAMENTE). Se vuole un saggio, e non è delle più lunghe, eccole in stile pulito la forma del verbo essere… È … AINARIZONGITATEMATSURUSŌROAIDATOKORO 48…..mi pare possa bastare. Grazie infinite del cheq giunto felicemente e già utilizzato… Ce ne vorrebbe uno al giorno…

Mons. Costantini torna in Italia e la voce cinese è che sarà il nuovo Cardinale di Torino. Altre notizie non so che dirle che le possa interessare. Il primo ministro del Giappone è guarito…

Il Giappone certo passa una crisi economica, religiosa, di pensiero…, e di ogni genere… Credo che se D. Bosco fosse stato conosciuto prima avrebbe cooperato non poco alla soluzione di questi formidabili problemi… certo che noi siamo molto in ritardo. Ci vuole personale e mezzi formidabili. Pensare che una 30.na d’anni dopo S. Francesco Saverio i Gesuiti (contando il personale indigeno) erano 500… Deo gratias.

Voglia Lei farsi interprete (e quale interprete) presso tutti i carissimi amici di S. Giovanni dei più sentiti auguri per le feste natalizie… Ma non dimentichi nessuno, nessuno. Vorrei ai singoli esprimere personalmente la mia riconoscenza perché sono legato a tutti da doveri imprescindibili di riconoscenza… ma sono sicuro che Lei farà le cose proprio per bene. Ricordo sempre tutti e prego per tutti.

Se ascoltassi la voce del cuore non finirei più. Voglia pregare per me affinché mi salvi l’anima e possa compiere fino alla fine il mio dovere. L’abbraccio nel Signore con tutta l’anima.

Tutto suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

672 /Circolare Salesiani / 1930-12-9 /

2.8.4 ai Salesiani e Missionari della Missione Indip. di Miyazaki

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9 dicembre 1930

Carissimi nel Signore,


Terminate le belle feste in onore della Nostra Madre Maria, bisogna che con tutto lo slancio del cuore ci prepariamo alle care feste di Natale e pensiamo alla promessa fatta di consacrare al S. Cuore di Gesù la nostra Missione, le nostre case ed opere, i nostri cristiani e specialmente la moltitudine di pagani e delle anime erranti a noi affidate. Spero che questa consacrazione ci attirerà speciali benedizioni del S. Cuore (e ne abbisogniamo molte), ci infiammerà di amore sempre più forte verso questo divino Cuore, e ci aiuterà a lavorare con più ardore a propagarne la devozione.

Pur lasciando libertà ai Capi-residenza di fare quanto credono per il buon esito spirituale di questa consacrazione, come sarà pubblicato sul “Don Bosco” per comodità dei cristiani e vostra, riassumo qui le modalità più importanti da seguire:

        1. La consacrazione si farà o all’ultimo dell’anno o al primo, secondo che credete più comodo per il concorso dei cristiani, prima della S. Messa o della benedizione, ad libitum.

        2. Se fatta prima della Messa autorizzo per quel giorno la celebrazione della S. Messa “coram Sanctissimo”. Farete precedere la spiegazione della funzione (poi si reciteranno le promesse del Battesimo (formula del libro delle preghiere) e poi la preghiera di consacrazione al S. Cuore (pure come nel libro delle preghiere) e si conclude con la Messa e benedizione.

        3. Vi prego inviare lettera di invito a fare detta consacrazione anche alle famiglie che non possono venire alla Missione.

        4. Ogni Capo-residenza alle orazioni della sera, previo breve sermoncino, leggerà con le opportune variazioni la formula di consacrazione fatta in occasione della Consacrazione della nostra Pia Società dal compianto Servo di Dio Don M. Rua. (Vedi raccolta circ. Don Rua, pag. 255).


Per compiere meglio questa consacrazione vi esorto a leggere alla lettura spirituale la bella circolare del Sig. Don Rua al riguardo. Facciamo con generosità, con convinzione profonda, con gioia intima questa consacrazione per il bene delle anime nostre, per il bene generale della missione e anche come inizio delle manifestazioni che vogliamo preparare a Gesù Eucaristico.

Il Signore ci benedica. La Vergine nostra Ausiliatrice ci protegga, e il nostro Don Bosco ci ottenga il vero amore al S. Cuore, amore fatto di realtà di opere per le anime. Vogliate pregare per il vostro

Aff.mo

Don V. Cimatti

2.8.5 673 /Giardini Mario / 1930-12-11 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 11 dicembre 1930

Eccellenza Reverendissima,


L’avvicinarsi della bella ricorrenza delle feste Natalizie e di Capodanno mi dà maniera di passare alcuni minuti insieme spiritualmente con V. E. per manifestarLe i nostri poveri auguri e felicitazioni, con l’assicurazione di molte preghiere.

L’E. V. sa che non possiamo fare altro. Nostre notizie, per ora, buone.

Se le notizie ufficiose sono esatte, i nostri che arrivano tra suore e salesiani ascendono ad una decina e saranno fra noi alla fine del mese. Giunti che siano e conosciute le cose e gli ordini dei Superiori riferirò.

Il nostro povero lavoro procede, ed in questa stagione ci sguinzagliamo un po’ dappertutto per serate di proiezioni e propaganda.

Sono riuscite bene, grazie a Dio, le feste di S. Francesco Saverio a Oita con missione per i cristiani predicata da P. Yamanaka e con soliti concerti in giro.

Ormai l’affittata casa a Takanabe è in ordine e i nostri chierici nella prossima settimana inizieranno i loro esami finali del primo anno di filosofia.

A Nakatsu sono cominciati i lavori di un piccolo ampliamento che darà modo di accogliere quelli che il Signore ci manderà nel prossimo anno, (spererei almeno una decina) quando poi avremo il seminario definitivo l’ampliamento sarà a beneficio della casa della missione.

Anche a Tano si fa una piccola casetta ed una saletta per le adunanze dei cristiani che ora invadono la chiesa per ogni cosa che si debba fare, specialmente quando piove.

Mi pare di vedere V. E. sorridere e pensare alle ricchezze di Don Cimatti. Le assicuro che sono al verde… È per obbligare la Provvidenza a muovere i suoi ministri (anche Mons. Giardini) a venirci in aiuto.

Mi pare siano cose necessarie e quindi la Provvidenza non deve dir di no.

Avrei bisogno di un prestito per aprire l’Asilo che sarebbe al momento ancor più necessario, ma finora non ho trovato… Se l’E. V. sapesse indicarmi qualche fonte…

Come vede tentiamo di muoverci un po’, ma siamo poveri… Ma c’è il Signore che è ricco!…

Finisco di tediarLa e rinnovando i nostri auguri e l’assicurazione delle nostre preghiere, ed implorando per tutti la pastorale benedizione, godo professarmi, dell’E. V. Rev.ma

Devotissimo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

2.8.6 674 /Giardini Mario /1930-12-11 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Takanabe, 11 dicembre 1930

Eccellenza Reverendissima,


Spedita la lettera mi ricordo di aver dimenticato un favore da chiedere all’E. V.

Come sa, secondo lo spirito del nostro Don Bosco, desideriamo lavorare per la buona stampa. Ma avremmo bisogno di buone penne giapponesi ora almeno una che aiutasse il nostro Don Margiaria che certo non può far miracoli.

Volevo domandare all’E. V. se vi fosse qualcuno, che pur stando a Tokyo, dietro una retribuzione mensile (quale?) ci potesse aiutare con articoli ispirati da noi o con traduzioni, ecc. ecc. ben fatti, in bel giapponese.

Che della grazia…

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


2.8.7 675 /Merlino Alfonso / 1930-12-15 /

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ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Takanabe, 15 dicembre 1930

Carissimo Merlino,

Per la parte agricolo-vinaria risponde Don Piacenza.

Ho saputo dei tuoi foruncoli: piglia l’abitudine di purgarti di tanto in tanto.

Si avvicina Natale, Don Cimatti:

  1. prega cotidie per te

  2. ti dice grazie di cuore per quanto vai facendo a Nakatsu. Bravo!


Il Signore:

  1. ti vuole bene

  2. desidera che lo ami e ti sacrifichi per Lui,

  3. e che pensi assai assai assai a Lui.

Prega per me che ti auguro ogni bene con tutta l’anima e ti benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2.8.8 676 /Circolare Salesiani e Missionari / 1930-12-17 /

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2.8.9 ai Salesiani e Missionari in Giappone

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Miyazaki, 17 dicembre 1930

Visitatoria S. F. Saverio


Carissimi,


Incominciamo oggi la novena del S. Natale e desidero iniziarla spiritualmente con voi, inviandovi i miei poveri auguri e l’assicurazione che sempre mi siete tutti presenti nel Signore. Quanto posso, quanto so è tutto a vostra disposizione. Datemi anche voi modo di poter compiere il mio dovere.

Il Signore vi conceda quanto è necessario per le vostre anime, per la vostra casa e per lo sviluppo dell’opera che avete tra mano, e conceda a noi tutti di vivere da buoni salesiani nell’esatto adempimento del dovere quotidiano, e che mentre lavoriamo per la salvezza delle anime a noi affidate ci conceda di salvar la nostra.

Non dimenticate in questa occasione di fare le mie povere parti presso quanti lavorano con noi (catechisti e catechiste, insegnanti, ecc.) e specialmente i nostri cari aspiranti e seminaristi. Non dimenticatemi a tutti i cristiani vicini e lontani. Cerchiamo di amar molto, di amar molto, di amar molto queste care anime e manifestiamolo in questa occasione, come è nella consuetudine dei missionari, anche con doni utili e nelle forme che secondo le circostanze credete più opportuno. Estendete questo anche a quelle persone o cristiane o pagane che più lavorano per noi. Sentano tutti che in questa occasione vorremmo far capire loro la nostra viva riconoscenza per quanto fanno per noi.

Non dimenticate poi a Capodanno gli ossequi alle Autorità e a quelle persone che lo meritano secondo le relazioni che hanno colla missione.

Non vi so dire ancora nulla dell’arrivo dei nuovi. Secondo i giornali dovrebbero approdare a Shanghai il 23 c. m.

Grazie miei buoni confratelli di quanto fate così con slancio veramente ammirabile per fare del bene. Lavoriamo, siamo buoni, viviamo in semplicità di vita e in povertà, e vedrete che il Signore, vedendo la nostra volontà e i nostri sacrifici non ci lascerà mancare nulla, e vedremo sempre sulla nostra missione scendere abbondante la Provvidenza.

Il Signore ci avvinca tutti nella sua santa carità.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Adunanza Consiglio: 15 dicembre 1930. Vi prego comunicare ai confratelli sacerdoti la disposizione del S. Padre che concede al clero che reciti il S. Breviario o intero o distinto in parti davanti al SS.mo Sacramento, sia esposto che nel Tabernacolo, l’Indulgenza plenaria da lucrarsi alle solite condizioni. La concessione è stata fatta per fomentare nel clero la devozione e l’amore verso la SS. Eucaristia.


              1. MISSIONE. Disponiamo gli animi alla prossima consacrazione della missione al S. Cuore di Gesù.

Non abbiamo ancora l’uniformità nei libri ufficiali. Proponiamoci di incominciare per il nuovo anno a mettere bene in ordine, secondo il formulario stampato, lo “status animarum”.

Si abbia cura altresì nel passaggio dei cristiani da un punto all’altro della Missione o di altre circoscrizioni di segnalare coi dati opportuni l’avvenuto passaggio.

Lavoro specifico per il nuovo anno: rafforzare il lavoro iniziato, avendo di vista che forse nel prossimo anno col cominciare del tirocinio dei chierici si può pensare ad un allargamento del campo di azione.

Nelle pubblicazioni, specialmente di cose sacre, non dimentichiamo il visto ecclesiastico. Tutti si diano attorno per trovare modo di aiutare la nostra stampa. Criteri economici e commerciali: non dimentichiamo che siamo figli di Don Bosco “che non ha mai speculato sulla stampa” anche a poco prezzo facciamo fuori le riserve… spandiamo il buon seme a larga mano… e non sprechiamo nulla, curando che la distribuzione sia fatta con criterio e con relativa sicurezza che va a finire bene.

Per preventivi intendersi sempre con Don Margiaria. A Oita possono avere buone facilitazioni. Dobbiamo aumentare il numero degli attuali periodici? Quante copie se ne desiderano?

Relazione del lavoro compiuto secondo i desideri del Sig. Don Torquinst.

Questione finanziaria che interessa ambo le parti della Missione e della Società. Proposte del Centro per venire in aiuto regolare alla case. Prestito per l’asilo e per combinare di accelerare il lavoro iniziato per le offerte del Sig. Don Torquinst…

              1. VISITATORIA: Questione della frutta - merenda.

È il caso di uniformare le nostre orazioni salesiane in Giapponese?

Occorre pensare in tempo a un po’ di propaganda per le vocazioni. Come regolarci per quelli che fanno domanda e per la nostra Società e per lavorare come catechisti? Avvicinandosi il S. Natale pensare se prima della fine dell’anno – prestandoci se del caso aiuto – si può mettersi a contatto coi cristiani lontani della missione…

2.8.10 677 /Giardini Mario / 1930-12-17 /

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a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Takanabe, 17 dicembre 1930



Eccellenza,

Sono sempre tra i piedi a darLe disturbi, ma non sapendo come fare…


              1. Per una comunicazione alla S. C. di Propaganda Fide, dove potrei trovare notizie sul lavoro missionario tra gli Ainu? I cattolici vi lavorano?

        1. So che due personaggi N. N. e N. N. si sono recentemente interessati di lavorare fra loro. Sa l’E. V. a che religione appartengono?

        2. L’anno scorso la richiesta di Oita per sussidio speciale alla S. Infanzia giunse in ritardo. La sezione spagnola che si interessa desidererebbe aver per tempo le cose. La prego di commendatizia e bolli.


Ed ora di nuovo auguri cordialissimi e preghiere.

Con affetto sincero.

Dell’Ecc. V. Rev.ma


Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano


2.8.11 678 /Valentini Eugenio / 1930-12-23 /

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al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Takanabe, 23 dicembre 1930

Carissimo Eugenio,


Nel giorno tuo onomastico mi sarai presente.

Grazie di tutto cuore della generosa offerta e ti prego di fare le mie parti presso gli offerenti, assicurandoli delle nostre preghiere e riconoscenza.

Non dimenticare l’amati.mo Don Cognata che volle fare tanto per noi. Salutami poi nominalmente il Sig. Don Pochini e il Sig. Parroco – il Sig. Don Piccollo – e poi senza paura un pugno (ma piano) al mio carissimo Don Festini, ispettore. Tanti dovrei nominare… non dimenticarmi presso l’amatissimo Don Manassero che sempre ricordo con affetto riconoscente per tante ragioni che lui sa.

Arrepta occasione scriverò a Crestani e Foralosso.

Buone feste a tutti. Come non ricevetti prima d’ora il vaglia così nemmeno la lettera di cui mi parli. Scrivo per l’invio dei francobolli [un po’ più in grande] al Sig. Don Lucioni che ho incaricato dell’impresa.

Riceverai. Grazie delle notizie sul buon Filippa: e godo di tutte le altre, di Bava, specialmente tue per la tua prossima ordinazione. Prega per me in quel giorno che mi possa salvare.

Quanto ai tuoi propositi (non sono tuo confessore…), ti consiglierei non di fare penitenze di sottrazione di cibo, cioè penitenze pubbliche – attirano l’attenzione e non concludono.

Quanto alla povertà (intendo però sia come segreto di confessione) sono del parere personale dei mormoratori (se si possono dire tali) e francamente ne ho fatto cenno al Sig. Don Rinaldi e se non erro al Sig. Don Tirone. Me ne parlò anche il Sig. Don Ricaldone. È questione complessa e difficile, quindi non saprei che dirti. Preghiamo e preferiamo la povertà.

Per il Missionariato [diventare missionario] fa’ come sai: si domanda, si espongono condizioni di fatto e niente paura. Anche Don Cimatti ritardò per la mamma sola.

Non ti avranno soddisfatto le mie risposte. Al primo quesito, meglio dire ai cosiddetti mormoratori: “Parlate a chi di ragione”, “Parlate forte a chi di ragione”, “Siate esemplari nella povertà”, e avanti sempre. Caro Eugenio, allegro e buono sempre, laborioso e umile.

Con affetto saluto tutti.


Tuo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Ti prego di farmi da postino.











2.8.12 679 /Ishigami Maria Agnes49 / 1930-12-26 /

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alla Signora Maria Agnes Ishigami, cristiana di Miyazaki



Miyazaki, 26 dicembre 1930

Gentilissima Signora Agnes,


Buon onomastico! La tua lettera mi ha portato tanta gioia. Il giorno del tuo onomastico per la Missione di Miyazaki è stato veramente bello, perché a Miyazaki ci sono stati quattro battesimi di giovani, a Oita nove di una famiglia, a Morie tre. Questa sera arrivano tre nuove suore.

Domando preghiere per noi. A capodanno celebrerò la S. Messa che hai domandato. Unisciti di cuore con tuo marito. Buon anno anche alla nonna e al marito. Vi ricordo sempre nelle mie preghiere.


Don Vincenzo Cimatti, Salesiano


680 /Don Caviglia Alberto / 1930-12-26 /


a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco


Miyazaki, 26 dicembre 1930


Mio D. Alberto,

Le domando un favore… artistico. Vorrei pulire e decorare la facciata della chiesa (tutto legno). Scusi lo sgorbio, ma è di questo tipo. Non so se mi spiego: Lei certo vede quello che il disegno non rende. Le sei colonne d’un sol pezzo di bel legno belle venature non sono fisse alla facciata ma distanziate fanno fino in cima un vano di un buon metro. Dietro alla 1a colonna esterna destra e sinistra c’è sul muro la mezza colonna. L’aspetto è un po’ tozzo. C’è chi trova il triangolo dove c’è la scrittura giapponese un po’ vuoto e vorrebbe appiccicarvi qualche cosa. Tutta la facciata è a legno (assito nel senso indicato a sinistra). Ecco il problema.

  1. Che colore alla porta (prima il bordo-cornice era rosso)?

  2. Che colore generale alla facciata?

  3. “ “ alle scritte?

  4. “ “ alle colonne?

  5. È il caso di pensare ad ornamenti nel triangolo? Quali?

Eccole l’argomento che al più presto avrei bisogno di conoscere. Non vorrei spendere vanamente la carità della Provvidenza. Vorrei pulire perché quest’anno vogliamo fare la processione del Santissimo in città – inoltre ora davanti alla missione abbiamo una via di non meno di una dozzina di metri per cui risalterà magnificamente.

Grazie della carità che mi farà – che va tutta a gloria di Dio. Saluti a tutti – Buon anno e un abbraccio fraterno dal suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

681 /Sordo Antonio / 1930-12-27 /


al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 27 dicembre 1930

Mio buon Sordo,


Il buon scolaro in scuola sta attento… e non scrive agli amici, fosse pure Don Cimatti. Non meriteresti risposta, ma visto che sei tu… visto che hai preso un proposito con Bovio (e non lo manterrete) di scrivere ogni sei mesi…

Vuoi da Don Cimatti un consiglio? Vedi, Antonio mio, tu, pur volendo bene a Don Cimatti, hai avuto sempre un po’ di paura di Lui, di dirgli certe cose che dispiacevano in te e negli altri… perché temevi che Don Cimatti si meravigliasse, ti perdesse l’amore intensissimo che sempre ha avuto ed ha per l’anima tua. Eppure Don Cimatti ha veduto chiaro…

Vedi il cuore e la sensibilità ti hanno dato lavoro e te ne danno – la lingua te ne dà ancor di più… e non proseguo, ma c’è ancora quello che ti dà più pena e non hai voluto dire a Don Cimatti. Lo dirai certo nella lettera che prometti scrivere fra non molto.

Vedi mio Antonio, non temere, parla perché è per il tuo bene. Per ora:

  1. sforzati di stare unito a Dio con la preghiera,

  2. lavora lavora lavora (vincerai col lavoro tante difficoltà),

  3. sii allegro e di animo aperto coi superiori e più col confessore.

Questa è ottima preparazione al sacerdozio. Don Cimatti è vicino alla tua anima sempre coll’affetto, colla preghiera. Ti vedo, Antonio, ma nell’opera della tua santificazione sei tu che devi operare.

Ti abbraccio e benedico con tutta l’anima.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Un dolce pugno a Bava ed uno a Bovio.



682 /Lorenzoni Livio / 1930-…-… /


a Don Livio Lorenzoni, salesiano, ex-allievo di Valsalice



[1930]

Carissimo D. Lorenzoni,

Trovo su una delle lettere di quel …D. Grigoletto, in mezzo alla sua bella calligrafia (bisogna essere in grazia di Dio per capirla) il tuo saluto. Grazie del ricordo che ti ricambio di cuore con molte preghiere. Se hai occasione di vedere antichi amici assicurali pure che sono sempre presenti nel ricordo delle quotidiane preghiere. Non si può dimenticare Valsalice…

Coraggio, mio caro Livio. Oh, beati voi giovani che potete far tanto bene. Fallo e fanne molto per Lui e con Lui.

Saluta tanti amici di Tolmezzo veri nostri benefattori.

Tuo aff.mo D. V. Cimatti, sales.






683 / Capuzzo Giovanni / 1930-...-... /


al chierico Giovanni Capuzzo, ex-allievo di Valsalice


(1930ca)

Capuzzo carissimo


Ma perchè vuoi privarmi del piacere di passare alcuni minuti con te. Tieni sempre la norma di D.Bosco e di D.Rua. Non lasciare mai senza risposta una lettera che ricevi. Quanto bene farai a te e agli altri. Come dici che le parole di Don Cimatti fanno bene a te, idem le tue a D.Cimatti fanno bene. Quindi grazie di tutto.

Ricordati che con tutti gli esami che hai da dare la meta è più vicina di quello che pensi. Prega e sta raccolto che presto si picchierà alla porta: Ecce sponsus venit... exite obviam ei... che la lampada sia pronta... olio di carità... fuoco di amore... olio di dolcezza... fuoco di sacrificio.

Coraggio Giovanni che Gesu` ti aspetta.

Prega e fa pregare pel

tuo aff.mo

D.V.Cimatti, salesiano


1 Fu la prima e lUltima volta che Don Cimatti mise piede nelle Filippine. Con Mons. Piani e il suo segretario conservò sempre ottime relazioni. Si conserva una foto presa in questa occasione ma non molto chiara.

2 Era arrivato il 29 gennaio. Sia le suore, arrivate in anticipo il 14 dicembre, sia i chierici arrivati con lui, non avevano ancora una sede stabile. Dovettero abitare in una casa giapponese presa in affitto a Oyodo nella periferia di Miyazaki.


3 Originale in francese con qualche parola in giapponese.

4 Giornalino mensile per i cristiani.

5 Foglietti di propaganda su argomenti vari per i non cristiani.

6 Manoscritto non numerato, fotocopia, inedito.

7 Don Cimatti torna a essere professore allo studentato: gli manca il personale insegnante e supplisce come può; non può fare il missionario come vorrebbe. Non avendo altro posto, per un anno si adattarono in una vecchia casa giapponese in zona Oyodo nella periferia di Miyazaki, nella massima povertà. Tra chierici e suore la famiglia da mantenere è radoppiata.

8 Questo è il primo aspirantato del Giappone, chiamato Piccolo Seminario. Per tre anni continua in questa situazione.

9 Sacerdote salesiano argentino, di famiglia ricca, mandato dai Superiori per aiutare le varie missioni.

10 Pubblicato nel Bollettino Salesiano giugno 1930.

11 Le suore curavano un lebbrosario. E desideravano che i Salesiani si prendessero cura dei bambini dei lebbrosi perché non fossero contagiati.

12 È la notizia del martirio di Mons. Luigi Versiglia e Don Callisto Caravario, uccisi il 29 febbraio.

13 Come dal Bollettino salesiano del numero Agosto 1930. Manca l’originale manoscritto.


14 Nel testo

15 Si tratta del ringraziamento alle condoglianze per l’avvenuto eccidio a Lin Chow (Cina) dove perdettero la vita Mons. L. Versiglia e Don Callisto Caravario.

16 Manoscritto in francese. Biglietto giapponese indirizzato a: A Mme Marie Therèse Ishigami Toi Mura


17 Si tratta dellaspirantato di Nakatsu, veramente piccolo.

18 Giornalino in italiano Amici dell missione salesiana in Giappone il cui primo numero uscì il 1 maggio 1930, destinato ai benefattori. Vi collaboravano tutti, anche i giovani chierici. Si conserva nel Cimatti Museum di Tokyo.

19 In quegli anni la festa di Don Bosco era stabilita per il 26 aprile.

20 Alla lettera dal Bollettino Sales. Settembre 1930. Manca l’originale manoscritto.

21 Su di una immaginetta di Gesù buon Pastore.

22 Mons. Cimatti aveva dato al chierico Don Bosco come Patrono, quindi nel giorno della festa del Beato (allora si faceva il 26 Aprile), festeggiava l’Onomastico. Dal giorno 21 del mese Mons. Cimatti era assente per concerti.

23 Nel retro di un’immaginetta di Don Bosco.

24 Mons. Hayasaka vescovo di Nagasaki, primo vescovo giapponese, fu il conferenziere durante i concerti dal 22 al 27 aprile.

25 Il seguente scritto, trovato tra quelli indirizzati al Rev.mo Don Ricaldone, manca di intestazione. La data, mancante nell’originale, è solo approssimativa.

26 La seconda vita stampata in Giappone. Il sistema preventivo risulta essere il primo libro stampato dalla nuova Editrice Don Bosco-sha

27 Si è messa la data sopra indicata, perché la più probabile. È certo del tempo dello studio della filosofia. Dal novembre del 1930 Don Cimatti divenne il direttore dello studentato.

28 Alla lettera dal Bollettino sales. Novembre 1930. Manca il manoscritto originale.

29 La diffusione delle idee socialiste e bolsceviche, la poca o nessuna presa che le idee religiose tradizionali fanno sulla popolazione scolastica media e universitaria, le idee scientifiche e filosofiche (dal darvinismo più banale, all’Emilio e al Contratto sociale del Rousseau), gli studi di molti sulle origini del Giappone con metodi rigorosamente scientifici, danno all’intonazione generale dell’educazione un qualcosa di ben difficile a spiegarsi, movimenti irregolari, scosse, fremiti analoghi a quelli scismici che turbano di tanto in tanto questa nazione, e che possono preludere o a cataclismi formidabili o a lenti assestamenti. Auguriamoci questi ultimi solamente! (Nota di Don Cimatti).

30 È interessante la vocazione di questo giovane prete: compiuti i suoi studi di medicina all’Università, è inviato a Parigi dal Governo giapponese per perfezionarsi negli studi, accoglie con gioia la voce del Signore che lo chiama allo stato ecclesiastico, è ordinato sacerdote a Parigi e ritorna in patria zelante missionario, diventando più che medico di corpi, medico di innumerevoli anime. (Nota di Don Cimatti).

31 Comincia in questa forma lopera di assistenza sociale per i ragazzi abbandonati. Lopera per i vecchi era già in funzione con le Conferenze di S.Vincenzo e le visite nelle famiglie. Verrà poi consolidata con la congregazione della Carità.

32 Alla lettera dal Bollettino sales. Ottobre 1930. Manca il manoscritto originale.

33 Alla lettera dal Bollettino salesiano, Ottobre 1930. Manca il manoscritto originale.

34 Da una copia conservata presso l’ACS: non viene indicato alcun nome. Forse era destinata all’Opera di S. Pietro A. per il Clero indigeno.

35 Scrivere a macchina, ma non durerà molto. Dora in avanti specialmente le circolari ai confratelli saranno scritte a macchina, con cui si possono fare più copie usando la carta-carbone.

36 Il cav. Oreste Liviabella era padre di Don Leone Liviabella. Il doloroso annunzio era probabilmente circa la morte di un fratello del medesimo.

37 Il volume di 518 pagine è la prima opera impegnativa dellEditrice Don bosco-sha, basata sul Vangelo unificato di Don Anzini SDB e di altri autori, per opera di Don Margiaria e Padre Totsuka.

38 Il P. Shibutani era stato chiamato per un corso di conferenze nelle varie missioni della provincia di Oita e di Miyazaki dal 2 al 30 settembre, mirando sopratutto ai non cristiani, attratti anche dai concerti musicali. Una delle iniziative missionarie di Don Cimatti. Aveva lasciato i suggerimenti sopracitati.

39 Alla lettera dal Bollettino Sales. Febbraio 1931. Manca il manoscritto originale.

40 Takanabe, cittadina a circa 10 kilometri a nord di Miyazaki. Lo studentato vi restò per tre anni.

41 Dedica su una copia del “Vangelo unificato” in giapponese, a lui regalata.

42 Purtroppo le previsioni di Don Cimatti si avverarono. La grande crisi economica mondiale portò alla banncarotta la famiglia di don Torquinst, che non potè mantenere le promesse e lasciò Don Cimatti in mille guai.

43 Lo studentato fece il trasporto da Miyazaki a Takanabe lo stesso giorno 4 novembre.

44 Pensando alla distanza, non era certo facile neanche per lui. Andava al sabato sera e tornava la domenica sera.

45 Alla lettera dal Bollettino sales. Gennaio 1931. Manca il manoscritto originale.

46 Non si comprende che cosa sia lo scritto sopra riportato: potrebbe essere anche lo schema degli argomenti da trattarsi nel Consiglio che di fatto ci fu il giorno 15 dicembre 1930 e riportato a suo luogo.

47 Alla lettera dal Bollettino sales. Aprile 1931. Manca il manoscritto originale.

48 Giapponese arcaico, oramai poco conosciuto, usato solo nell’antico teatro, in antiche cerimonie di corte, ecc.

49 Tradotta dal giapponese.