Cimatti|Ricaldone Pietro /1945-2-00

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


Notizie di famiglia nelle trepidazioni di guerra1


Tokyo, febbraio 1945

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Le comunico notizie pervenutemi perché, pur non essendo straordinarie, le danno un’idea della nostra condizione e sono certamente un eccitamento per Lei e per tutti i nostri amici, per stringerci in un cuor solo ed un’anima sola nella preghiera ardente per la pace.

Le recherà conforto il sapere che la festa dei nostri patroni: S. Francesco di Sales e D. Bosco riuscirono ovunque feste devote, eucaristiche, salesiane.

I nostri cooperatori avvisati con cartolina si unirono in spirito, e dove fu possibile anche di persona, per ricordare vicendevolmente i doveri che come cooperatori possono compiere specie in questi momenti.

Alcuni missionari ebbero la fortuna di avere per l’occasione qualche Battesimo – ed in altre residenze ebbe luogo pure qualche riuscita manifestazione catechistica.

Giunse graditissimo il messaggio del Sig. D. Berruti, che ci assicurava della salute di tutti, e del lavoro salesiano intrapreso, specie per la povera gioventù; e vi si rispose con gioia, assicurando anche per noi le buone notizie di salute e di lavoro.

Intanto le grandi città e specialmente la capitale per le vicende della guerra vanno sfollando.

Le buone Figlie di Maria A. già da tempo avevano portato in luogo sicuro i loro angioletti, ma poi questi stessi luoghi, un tempo sicuri dalle incursioni, furono, per l’intensificarsi della guerra, dichiarati pericolosi. Dopo molte ricerche finirono col rifugiarsi ai piedi del Fuji, il monte sacro del Giappone, sulle rive del lago Yamanaka.

I suoi figli pure per ogni eventualità si diedero alla ricerca di luoghi più tranquilli per i nostri cari teologi, affinché non fosse ritardata la loro preparazione e trovarsi pronti nel dopo guerra per una ripresa in pieno del rallentato o diminuito o cessato lavoro.

Quanti giri per piani e per monti e per valli ha fatto il nostro D. Bovio! Compromessi, richieste, ripulse, contrattempi… Avevamo affidato le pratiche a S. Giuseppe… dovevamo bene cercare rifugio per i nostri in un qualche Egitto…

Pratiche lunghe, noiose… e poi l’eterna nostra questione!… I mezzi, tanto più che il valore delle cose si può dire cresciuto del triplo. Eppure la Provvidenza ha le sue vie, ed eravamo sicuri che, anche se subito non si conchiudevano gli affari, a tempo opportuno sarebbe bellamente, e in forme impensate, venuta incontro alle nostre necessità. Siamo sempre andati avanti con questa certezza: che proprio ora la Provvidenza si smentisca? E così fu. Le Figlie di Maria A. si allogarono. I suoi figli cercano, ma troveranno.

Nella S. Quaresima, secondo le possibilità, tutti si propongono e personalmente o collettivamente di santificare il “tempus acceptabile” e i “dies salutis” con uno studio più nutrito della religione.

Nelle grandi città la massa delle famiglie cristiane ha inviato i figliuoli in luoghi tranquilli… Gli abili sono soldati o al lavoro nelle fabbriche.

Le missioni hanno perduto così la loro bella fisionomia… ma quanti possono, alla domenica sono al loro posto, e un numero discreto di impossibilitati, usufruendo di speciali privilegi del momento, vengono nel pomeriggio per attingere in Gesù forza, perseveranza, aiuto.

La parte migliore, la gioventù, è sotto le armi o come assimilati in altri lavori.

Per costoro si prega; ci si mantiene in relazione epistolare; si invia qualche dono, e, a richiesta buoni libri. Per sollevarli, se degenti negli ospedali, ci si presta per recite, concerti vocali, visite, ecc.

Grazie a Dio, e mediante il lavoro delle proprie mani (ogni casa ha un po’ di terreno coltivabile), e per il lavoro mai cessato della Scuola professionale, e per la carità dei benefattori, non ci è mai mancato “pane e lavoro” e siamo sicuri che il Signore ci concederà a suo tempo il Paradiso: così, come sempre anche ora è realizzata la promessa di D. Bosco ai suoi: “pane, lavoro e paradiso”.

Ci benedica tutti.


Con affetto

D. V. Cimatti, sales.




1 R.M.2039: inedita.