Miyazaki, 21 gennaio 1929


Miyazaki, 21 gennaio 1929

420 /Rinaldi Filippo BS / 1929-1-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



FESTE NEL GIAPPONE1

Miyazaki, 1 gennaio 1929

Amatissimo Padre,


La fine dell’anno e l’inizio del nuovo furono segnati per la nostra missione da manifestazioni caratteristiche che in breve le riassumo.


L’Immacolata e il Natale


Dopo le feste di Oita al grande Apostolo del Giappone, S. Francesco Saverio, fervore di attività per preparare la festa della Madonna Immacolata. Dirle quanto si è fatto dai suoi figli per ricordare meno indegnamente la data d’inizio dell’opera salesiana è ripetere quanto lei può già prevedere. Due caratteristiche voglio presentarle:

  1. La novena sotto forma di conferenze (in cui si è tentato per la prima volta anche in forma dialogata o di piccola discussione) riassumenti la teoria e la pratica della vita cristiana.

Era una promessa fatta l’anno scorso nel Congresso Mariano, di rafforzare cioè nel periodo invernale, in cui la massima parte dei fedeli sono più liberi dai lavori, lo studio della religione. Le conferenze fatte dai missionari, dai catechisti e dai cristiani furono gradite, e la novità della forma dialogata o di discussione suscitò attenzione ed un certo interessamento – cosa rara pel carattere giapponese – molte teste si alzarono a guardare, il volto si atteggiava a ricerca, e questioni non indifferenti vennero suscitate e risolte.

  1. La festa sociale delle Figlie di Maria, che dopo un anno di lavoro hanno già al loro attivo e la conferenza mensile e le conferenze di religione e prestano valido aiuto per la preparazione delle feste e per l’assistenza delle fanciulle. Saranno certo di grande conforto alle Figlie di Maria Ausiliatrice quando avremo la fortuna di averle in Giappone.


Ed eccoci al Natale, la festa del cuore, che fu celebrata davvero con amore nelle varie residenze a cui convennero per l’occasione anche molti cristiani residenti lontani dai centri.

Il Signore volle anche in questa circostanza consolare il cuore dei missionari con vari battesimi.

Fu quest’anno che per la prima volta comparvero all’ammirazione dei fedeli i Presepi che pur non potendo gareggiare con quelli d’Italia, vollero dire ai Giapponesi qualche cosa di questa sacra rappresentazione, che ben preparata ha tanta influenza salutare specie sull’animo dei fanciulli. E accorsero ad ammirare, a domandare spiegazioni, a pregare, a fare omaggi e piccole offerte a Gesù. Dall’Italia cuori gentili avevano donato e mani d’artisti avevano dipinto e scolpito il materiale per il presepio di Miyazaki. Gioite, anime buone; per mezzo vostro Gesù fu meglio conosciuto ed amato!


Più ampio lavoro


Ci siamo proposti in quest’anno, oltre che di continuare il lavoro già iniziato e consolidare le posizioni acquisite, anche di estendere l’azione in altri punti della provincia.

Dopo la manifestazione di Usuki (altre sono allo studio) è notevole il lavoro iniziato nella sotto- prefettura di Takanabe, affidata alle cure del nostro carissimo Don Antonio Cavoli. In casa d’affitto si è dato principio all’Oratorio, al quale coi pochi fanciulli cristiani accorrono numerosi fanciulli pagani. Per premiare le frequenze e per una più vasta réclame il bravo Don Antonio organizzò una caratteristica e ben riuscita lotteria di Natale.

Cristiani e pagani di Takanabe avevano preparato belle declamazioni, cantate e suonate sul Natale.

In unione fraterna si unì un gruppo di ragazzi e giovani di Miyazaki che portò il contributo della sua gioconda allegria, e si passò una serata indimenticabile.

Non mancò la Befana che regalò un dono speciale ai frequentatori assidui dell’oratorio e per tutti gli intervenuti il regalo di Natale.

Takanabe sarà un centro d’avvenire e i risultati finora ottenuti in città e nei dintorni ci fanno sperare assai per la salvezza di tante anime e specialmente di tanta gioventù.

Il missionario non lascia intentato nessun mezzo (predicazione, buona stampa, divertimenti, conferenze con proiezioni, musica, ecc.): ma questi mezzi bisogna non manchino, bisogna siano rinnovati, migliorati, moltiplicati.

Lo gridi, amato Padre, con tutta l’anima sua ai nostri benefattori, ai nostri giovani: guai se si stancano nella loro attività di azione benefica…

In tutte le Residenze si festeggiò nel miglior modo il Natale e l’Epifania, e si distribuirono regalucci, che innestarono sempre più nell’animo dei beneficati l’affetto, la preghiera riconoscente per gli sconsolati, lontani benefattori.

Don Vincenzo Cimatti




421 /Circolare Salesiani / 1929-1-3 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Miyazaki, 3 gennaio 1929

Carissimi,


Avrete certo ricordato di iniziare la lettura prescritta delle regole e regolamenti.

Scrivono da Roma che la Congregazione pei miracoli andò bene bene bene. Deo gratias.2

Pensate per tempo alla festa di San Francesco, potendo colla riunione dei giornalisti, e commemorazione di Don Bosco; avendo forse bisogno dei musici può essere utile per voi la domenica 2 Febbraio. Videte in Domino.

Pregate per me.

Vostro

Don V. Cimatti

422 /Circolare Salesiani / 1929-1-3 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Missione Indip. di Miyazaki

Miyazaki, 3 gennaio 1929

Carissimi,


Col nuovo anno sarà bene dare uno sguardo generale alle cose nostre non solo nell’ordine morale ma anche materiale.

Ad es. noi abbiamo varie persone che compiono servizi e che ricevono un onorario o altro. Sarà bene, vedere, se il lavoro effettivo corrisponde al salario e quindi regolarci…

La carta del “Don Bosco” è un po’ fine: forse una qualità più ordinaria potrebbe bastare…

Così alcune piccole economie forse, ben osservando, si potranno fare. Dico questo perché nostro dovere; è un momento in cui l’asciutta finanziaria si fa sentire, non essendo arrivati con i nuovi gli attesi aiuti.

Con affetto

Don V. Cimatti




423 /Liceisti Valsalice / 1929-1-9 /


ai Liceisti dell’Istituto di Valsalice di Torino


Miyazaki, 9 gennaio 1929

Carissimi amici del liceo,


Buon Anno! Buon Anno! È l’augurio che corse sulle labbra dei giapponesi unito a offerte, a doni e a pranzi speciali e solenni bevute… il peculio si è esaurito ed ora colla consueta tranquillità lo ricostruiscono per ricominciare alla prima occasione…

È così strano il concetto di economia per loro… un’economia sui generis… accumulare per consumare in feste, in pranzi, in sbornie…

Vi abbiamo ricordato e mentre si solennizzava il Natale, il Capodanno, l’Epifania si pensava al Natale all’italiana e al complesso di quell’intima poesia di cuori che credo sia solo possibile là dove tanti concetti cristiani sono vivi e vissuti. Beati voi!

Ed ora anche qui l’inverno – rigido nell’alto Giappone – freddo non troppo a Miyazaki. Le case giapponesi povere lasciano passare l’aria da tutte le parti. Il sistema di riscaldamento è molto semplice: in mezzo alla camera un fornello su cui è acceso carbone di legna, e vicino a quello accoccolato chi si vuole scaldare protendente le mani sul focherello si scalda mani e faccia… Seduti sulle calcagna si scaldano… il sol dell’avvenire e… come vedete è provveduto in forma economica a tutto.

Quelli che hanno tempo da perdere passano le lunghe ore accanto all’“Hibachi” e parlottano dei loro affari, di tanto in tanto fanno una fumatina ed ammazzano il tempo in questo modo.

Al Nord hanno anche le stufe – là il clima è rigidissimo. Negli uffici e edifici costruiti all’europea funzionano come da noi o caloriferi o termosifoni.

Il vestito diventa in questi tempi più consistente e con maglie o vestiti imbottiti o con pastrani all’europea si difendono bene dai rigori della stagione. Anche qui, come in tutto il mondo, sofferenti e gaudenti, ma ufficialmente poveri non ci devono essere – corpi sofferenti – corpi al riparo – anime per la massima parte non riscaldate dal calore di Dio. Paesaggio esterno discreto perché in Giappone il verde, il fiorito o il colorito anche in inverno vagamente si alternano, ma le condizioni delle anime nel ghiaccio pieno del polo.

Pregate e colla preghiera e coi mezzi veniteci in aiuto continuo. Ossequi a tutti i superiori e assicurazioni di quotidiane preghiere per voi tutti.

Con affetto sincero

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

424 /Rinaldi Filippo / 1929-1-10 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 10 gennaio 1929

Mio amatissimo babbo,


Il lavoro di fine d’anno, le nessune notizie e relative apprensioni per i confratelli che dovevano arrivare, ed ora anche un po’ di apprensione per i mezzi (come sono di poca fede!) perché gli arrivati portarono poco più di un migliaio di Yen (che, e per gli impegni che abbiamo e per la cresciuta famiglia, sfumano e che mi obbligarono a pregare i Superiori per telegramma a venirci in aiuto…) mi fecero ritardare la solita corrispondenza.

Mi permetta che le apra al solito l’animo mio.


  1. Sono giunti i confratelli e di buon animo si sono messi al rispettivo lavoro. I due preti a Miyazaki, il coadiutore a Oita.3

  2. Si rimase un po’ tutti male (forse le lettere si perdettero) perché non si ebbe notizia – il nome del coadiutore si seppe allo sbarco – quello di Don Lucioni dal babbo di Don Liviabella – di Don Escursell dalla posta. Di loro non ho ricevuto né essi hanno portato con sé qualsiasi dato sugli studi, bisogni speciali, ecc. ecc., tutte cose che faciliterebbero subito il lavoro per essi e per la missione, non le pare? Hanno fatto il loro rendiconto… ma Lei sa bene…


Don Escursell per gli studi è a posto ed ora inizierà il quinquennio; richiedo di nuovo il programma, perché forse anche questi si saranno smarriti, avendoli da tempo richiesti.

Don Lucioni sperava andare in Colombia, dice di essere di dura cervice, sofista e talora strano – ha patito disturbi gastrici. Non ha finito la teologia (non ho i dati), ha da dare gli esami di confessione, ecc.

Il coad. Maccario verrà a Miyazaki per esercitarsi un po’ in cucina, perché…

Le ho voluto dire questo perché ho la convinzione che i Superiori hanno piacere di essere al corrente delle cose… non sempre conoscono le reali condizioni dei confratelli… e perché ho la convinzione che questo sia il mio dovere.

Non pensi neppure che abbia l’intenzione di lamentarmi; sarei ridicolo, anzi ringrazio, è solo a scarico di coscienza.

D. Escursell dice: “a Torino, per mala interpretazione ci hanno lasciati partire quasi senza soldi”. Don Ricaldone disse che il capo-spedizione (Don Guarona) s’incaricava di tutto ed una volta partiti Don Guarona disse che non aveva neppure un soldo per il Giappone. Scrisse al riguardo a Don Pellegrini.

Con Don Piacenza e Don Tanguy si era sperato di metterci un po’ a posto per la contabilità e lavorare un po’ sul sodo anche in questa parte – ma la completa asciutta fa andare in aria tutto. Comprendo le difficoltà dell’ora, ma non è possibile il lavoro missionario in prima linea (come il Santo Padre dice essere di noi) se dobbiamo essere in apprensione per le munizioni. Ben vengano lo studio e le deliberazioni capitolari, ma intanto veda di venirci in aiuto perché oggi come oggi non ho certo i soldi per il viaggio e bisogna pure che almeno i confratelli abbiano il fabbisogno almeno per tre o quattro mesi, se no come possiamo fare?

c) Ed ora un po’ di rendiconto personale:

Salute: ottima grazie a Dio. Studio e lavoro: al solito, finché la missione è impiantata il capo o chi per esso non può avere calma di lavoro apostolico, dovendo pensare a mantenere vivo il pensiero, la preghiera e cercare i mezzi per la missione.

Pratiche di pietà: tutte e in comune – colle solite difficoltà di distrazioni quando devo farle da me. Frequenza regolare ai Sacramenti.

Regole e Ss. Voti: Lei conosce le mie difficoltà – nulla di speciale.

Adempimento dei doveri: ringrazio il Signore che mi apre ogni giorno più gli occhi sulle mie miserie, inettitudini, riconosciute da tutti e per me fonti di esercizio di umiltà, pazienza e mortificazione.

Le mie relazioni coi confratelli: di tanto in tanto le osservazioni di Don Antonio giuste, ma a cui non so sempre porre rimedio. Egli dice che ha scritto a Lei e non ha ottenuta risposta soddisfacente. Mi prega di scriverne a Lei e dirle le cose come sono. Con me, dice, non va d’accordo. Guaschino non soddisfacendo alle esigenze della casa non dovrebbe esserci. Gli ho annunciato che dovevo venire al Capitolo, proponendo e domandando pareri e soluzioni. Parla di voler tornare, ecc. Insomma (sia pure che Don Cavoli tutto ciò dice in momenti di esasperazione) Don Cimatti non sa cosa fare. Per me sono stato educato così come sono – ma non ho mai preteso, né voluto fare il Superiore (sia pur desiderandolo), e quando l’ho dovuto fare non me ne sono accorto, perché i sudditi erano migliori di me – e quindi mi dica Lei come fare.

Come vede Don Cavoli insiste per il bene dell’anima sua – non va d’accordo – la causa di tutto è il sottoscritto, quindi, babbo mio, veda che begli imbrogli. Sono momenti terribili a cui succede poi la bonaccia, che per un nonnulla può rompersi, perché Don Cimatti sa dare mille buoni consigli, ma non sa esigere anche quando dovrebbe… Paura? Inesperienza? Siamo all’a, b, c della perfezione: altro che essere santi… Beh! mi aiuti.

Don Cavoli si è rimesso allo studio del giapponese – è attivo, zelante e vede bene molte cose – vuole realizzarle e nel modo di volerle è certo che va diritto, non guardando troppo alle persone che devono coadiuvare per giungervi: da ciò alle volte scatti, che in definitiva mettono a posto molte cose…

Il lavoro procede, ma bisognerebbe non aver la testa in tutte queste preoccupazioni materiali e morali, per rassodare, concretare e chiarire. Scrivo al Sig. Don Ricaldone per alcune cose, persuaso che comunicherà. Ed ora grazie al Signore di avermi aiutato a condurre a fine quanto avevo in animo, e scusi la forma, e benedica questo (ne sono più persuaso) il più bisognoso suo figlio:

Don V. Cimatti, sales.

425 /Caviglia Alberto / 1929-1-16 /


a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco



Miyazaki, 16 gennaio 1929

Mio amat.mo D. Alberto,


Sempre in mezzo al gran lavoro che certo in questo periodo l’opprime, quel secca e rompiscatole di D. Cimatti. Ma bisogna pure pensare per tempo a D. Bosco e Lei sa che a queste distanze… fra i battelli … e fra la dogana non si scherza… e si rischia di arrivare all’anno del 30. I desideri sarebbero

1. Gloria di D. Bosco da mettere sull’altare:

altezza 2 metri al massimo massimo,

larghezza non più di 1,40 m (un po’ meno è meglio crediamo).

2. Se ci sono i 2 quadri dei miracoli:

Altezza 1.50 metri

Larghezza 1.00 “

Si desidererebbe un gran stendardo 3 m. di altezza per 2.50 m. di larghezza (o in proporzione all’altezza) uso stendardo da mettere sulla facciata della chiesa. Naturalmente questo specialmente bisognerebbe essere confezionato in modo che i colori essendo esposti all’aria ecc. e muovendosi… non scomparissero…! …ma chissà che difficoltà. 4

Ma per la gloria credo si potrà… Che cosa metterci non saprei proprio, ma Lei certo sa quel che è bene e quindi… carta bianca. Il resto se si può e se non viene una zuppa troppo…

Per ora in gran fretta solo questo che davvero urge, dato che non siamo lì nell’angolo di V. Madama Cristina e S. Pio V.

La preghiera ardente quotidiana e l’abbraccio che le do, che spero presto confermarle di persona, le dicano il riconoscente affetto dal

suo aff.mo

D. V. Cimatti, salesiano


Un mondo di cose a tutti tutti tutti.




426 /Circolare Salesiani / 1929-1-17 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria S. F. Sav.

Miyazaki, 17 gennaio 1929

Carissimi,


Pel controllo pane d’ora innanzi Tonari metterà il biglietto entro, verificate e alla fine del mese inviate a Miyazaki i biglietti… e pagheremo.

Proviamo a fare così e poi vedremo. Prego Don Piacenza di informarsi del prezzo del pane a Moji (a peso? a pezzi? quanto?).

Per le feste di Beatificazione di Don Bosco ho ordinato: proiezioni, immagini, cartoline in bianco, medaglie, spille, piccoli busti, ecc. Vedete se ci sia bisogno di aggiungere altro. Prepariamo le anime alla festa del nostro dolcissimo Patrono e a quella di Don Bosco. In alto i cuori…

Con affetto:

Don V. Cimatti


427 /Valentini Eugenio / 1929-1-21 /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo, studente di teologia


Mio carissimo Eugenio,


Grazie della tua. Godo saperti a Roma e per una cosa così bella e per te importante qual è la teologia. Studiala con amore: è lo studio di Dio. Quanti possono invidiare la tua sorte…


  1. Per il resto: cogli anni capirai la futilità e piccineria dei pensieri di grandezza…

  2. Calma – insistendo e accontentandosi di piccole cose… siamo così piccoli noi… Se in un anno riesci a correggere anche solo un atto di scortesia è già un guadagno immenso.

  3. Grazie delle notizie romane.


Vuoi la strenna? C’è già la bellissima del Rettor Maggiore. Può ad ogni modo servirti anche per quella il detto: “Nulla dies sine linea… gutta (capisci?) cavat lapidem”. Pensa nel tuo agire alla minimezza della linea e della goccia e applica.

Se a Dio piace os ad os loquemur.

Per ora prega per la povera anima mia assai piú bisognosa della tua. Ti benedice il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti


428 /Grigoletto Giuseppe / 1929-1-21 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice


Miyazaki, 21 gennaio 1929

Mio Grigoletto,


Grazie della tua e della carità usatami nel far sì che altri scrivessero. Non risposi subito perché tu dicesti alla prima lettera “stop”!


  1. Per i missionari serve tutto anche le cartoline inviate.

  2. Grazie dello Scudella, cui ho scritto direttamente per non metter te nella anche solo lontana occasione di perderti… per le missioni.

  3. Oh, mio Grigoletto, ti assicuro che Henry5 è tuo debitore e quanto… perché sa solo il Signore il bene che mi hai fatto e a Valsalice e a Mogliano e a Verona. Al più al più Henry ha fatto verso di te o avrebbe dovuto fare il suo dovere… e basta di questo. Deus scit!

  4. Eh, le borse missionarie indigene verranno. Ora non bisogna intralciare, ma totis viribus formare le altre.

  5. Per gli studi fa’ quel che sai e puoi e poi lascia un po’ fare al Signore.

  6. Per il fondo Mogliano scrivi a Don Rufillo che (se crede) invii qua… serve a tante cose… oppure quando vengo…

  7. Balbi: muto.

  8. A Dio piacendo continueremo il discorso del 1925 a Verona.


Salutami Don Montuschi e Bedeschi. Per ora per i fossili veronesi… finché non abbiamo scuole è inutile pensare a Musei: c’è ben altro di urgente.

Convinciti pure che la Missione giapponese è spiritualmente la più bisognosa, ed anche materialmente, perché là dove può bastare un milione, per il Giappone ci vuole il miliardo… ed è difficile trovare i facoltosi per gli stranieri.

Per fare i miracoli ci vogliono i Santi e Don Cimatti è ben lungi dall’esserlo… Ma basta che li faccia il Signore.

Allegro dunque e buono. Prega e fa’ pregare i tuoi compagni e i tuoi scolari del circolo D. Savio per me.

Tuo e sempre tutto

Don V. Cimatti


429 /Superiora Generale F.M.A. / 1929-1-24 /


alla Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice



Miyazaki, 24 gennaio 1929

Reverendissima Madre,


Come vede scelgo apposta il 24 del mese affinché in quanto dipende da me, come capo della Missione e come salesiano, Maria SS.ma pigli la domanda sotto la sua specialissima protezione.

Inteso dunque che la S. V. scelga un bel gruppo (più ne ha, meglio è) per il Giappone, specialmente le superiore sarà necessario siano un po’ anziane. Noi faremo il possibile e l’impossibile per aiutarle in tutto.

Quanto alle condizioni, scusi la mia impraticità in queste cose. Se già vi è un formulario di condizioni da stipulare abbia la bontà di farmelo conoscere. Per me scrissi ai Superiori domandando qual era il meglio in proposito, anche perché non avendo per ora che fonti esiguissime locali, attendo tutto dalla Provvidenza d’Europa.

Quelle che V. S. sceglierà siano in grado di occuparsi (appresa la lingua) in lavori casalinghi, di cucito, ricamo, ecc. in asilo ed opere di assistenza dell’infanzia, ed oratorio femminile. Che qualcuna sia un po’ pratica di musica. Più abilità specifiche hanno, meglio è.

Credo che anche la S. V. sia di parere che da principio è meglio siano in casa provvisoria.

Se non muoio, ho ordine di venire in Italia e allora parleremo sui dettagli e sulle particolarità della spedizione.

Preghiamo d’ora innanzi affinchè Maria SS.ma pigli subito sotto la sua protezione le ottime Figlie di Maria A. cui è aperto un campo impensato in questa nobile nazione. Con ossequio riconoscente:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano


P.S. Se può invii qualche opuscoletto o foglio réclame sulle Figlie di Maria A., così faccio la traduzione e stampo per tempo per l’opportuna réclame e vocazioni.

430 /Consiglio Visitatoria S. F. Saverio / 1929-1-… /


al Consiglio della Visitatoria San Francesco Saverio



Visitatoria S. Francesco Saverio

Gennaio 1929


Sunto delle cose trattate nel Consiglio di Gennaio


  1. Come combinare il personale durante l’assenza di Don Cimatti. Si propone Don Margiaria a Miyazaki, Don Escursell a Oita.

  2. Don Cimatti formulerà una relazione generale sullo stato della Missione e dell’Opera nostra ai Superiori con proposte per l’ulteriore svolgimento.

  3. Come organizzare i cooperatori:

  1. traduzione manuale

  2. invio a tutti, ricerca di indirizzi.

  1. Per le Messe ogni casa celebra secondo l’intenzione del Superiore, quando non ha intenzioni proprie.

  2. Propaganda per la Pia Unione S. Cuore. Don Piacenza invii a tutte le missioni moduli.

[Don V. Cimatti, sales.]


431 /Tonelli Antonio / 1929-2-6 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



Miyazaki, 6 febbraio 1929

Mio Don Tonino,


Finalmente, dopo lunghe peripezie, la macchina è giunta e quel che è più funziona optime. Deo gratias!

Banzai a te e alla Ditta. Giunse a Miyazaki oggi (5/2/1929), buon auspicio: festa dei Martiri giapponesi!

Volevano far pagare un 100 Lire di dogana – compreso tutto fino a Miyazaki –, ha finito col contentarsi di meno. Prega per noi… Presto scriverò a tutti.

Tuo

Don V. Cimatti


432 /Merlino Alfonso / 1929-2-7 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone6


7 febbraio 1929

Carissimo Alfonso,


Don Piacenza porterà le novità. Tu rimani tranquillo al tuo posto: forse si accrescerà il lavoro. Fallo volentieri per amor di Dio e della Congregazione e avanti senza paura che il Signore ti vuol bene.

Sta’ allegro e sano e spero che presto ci rivedremo.

Con vero affetto,

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


433 /Rinaldi Filippo / 1929-2-10 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 10 febbraio 1929

Amatissimo Padre,


Mentre attendo il treno (mi trovo a Takanabe dove sono venuto a dir Messa a questa piccola cristianità) approfitto per passar un po’ di tempo con Lei.

Per necessità di cose sono nell’identica posizione in cui San Francesco Saverio scriveva a Sant’Ignazio, ma purtroppo quanto lontano dalla santità dell’Apostolo.

Salute mia ottima – le altre cose per nulla cambiate. Continuo desiderio di miglioramento purtroppo poco attuato. Ho bisogno di tante virtù che vedo chiarissime… almeno preghi per me.

Per i voti, Ss. regole nulla di speciale. Il cuore che si attacca alle anime vorrebbe anche attaccarsi al corpo, da ciò in qualche momento lotta interna.

Nei doveri dei miei uffici posso certo zelare di più e di meglio il bene delle anime… ma è anche colpa dei superiori se non ci riesco, essendo preoccupato in troppe cose materiali.

Se si ha da pensare alle preoccupazioni della vita materiale purtroppo troppe cose passano in seconda linea necessariamente.

Meno male che fanno gli altri… ma venire in missione per queste cose è davvero spoetizzante. Lei mi dirà: “E i Superiori non fanno altrettanto per la Congregazione?”. E don Cimatti ripete: “Loro lo sanno fare. Egli non lo sa fare”.

Don Cavoli va migliorando e lavora apostolicamente – l’importante è che non si accumulino umori e lasciar fare dove non c’è di mezzo la regola.

Guaschino nulla di speciale – poco ordinato non arriva a tutto.

Don Tanguy benino in salute, niente di nuovo.

Margiaria benino in salute – è ancora giovane e un po’ chiodino – ma lavora. Avrei pensato di metterlo a Miyazaki in mia assenza come aiuto a Don Cavoli – spero farà bene e ne ricaverà bene per l’anima.

Maccario bene in tutto, va addestrandosi alla cucina.

Don Escursell e Don Lucioni bene – hanno già finito il 1° libro di giapponese.

Don Piacenza mal di gamba (trombosi) ora va un po’ meglio e speriamo non abbia conseguenze.

Don Liviabella benino in tutto.

Merlino un po’ raffreddato.

Il lavoro salesiano per essere buoni figli di Don Bosco mi pare ci sia in tutti. Il lavoro apostolico si va moltiplicando ed è naturale che se ci fossero più mezzi si farebbe di più. Ma Deus videt le difficoltà in cui ci dibattiamo e ci verrà in aiuto e Lei voglia aiutarci.

Attendo aiuti per non lasciare i confratelli in ansia nell’assenza – attendo gli aiuti promessi per la chiesa di Tano e per la compra terreno Noviziato, per comprare il biglietto per venire, se no non posso muovermi.

Se l’aiuto viene per metà marzo posso partire alla fine – se no partirò in Aprile, ma difficilmente arriverò in maggio come Lei mi ha ordinato.

E preghi per me. La vita di missione mi ha fatto capire tante cose di me. Deo gratias! Anche se non dovessi più tornare… quanto bene ne è venuto per l’anima Dio solo lo sa… proprio come quando da Valsalice fui sbalzato all’Oratorio S. Luigi; gli anni più belli della mia povera povera vita salesiana.

Preghi per me e se al Signore piacerà ci possiamo rivedere et os ad os loquemur.

Mi benedica e mi creda

Dev.mo

D. V. Cimatti

434 /Liceisti Valsalice / 1929-2-11 /


ai Liceisti dell’Istituto di Valsalice di Torino



Miyazaki, 11 febbraio 1929

Carissimi liceisti di Valsalice,


Si avvicina la S. Pasqua e non sapendo se in quel tempo sarò già in viaggio o no, non voglio mancare a questo mio dovere. Vi auguro la S. Pasqua, piena di benedizioni celesti spirituali e temporali. Il Signore sa quanto la missione giapponese deve a voi e quindi noi preghiamo che vi ricompensi abbondantemente secondo la vostra carità. Continuate ad aiutarci ed a pregare per noi.

Che dirvi questa volta? Torno proprio ora da un pranzo di nozze e penso di descriverlo. Era un pranzo di matrimonio fra cristiani, di famiglia di mezza condizione; il padre e parenti della sposa pagani, ma salvo la funzione religiosa i giapponesi anche cristiani non cedono in nulla alle tradizioni della loro nazione. Non vi parlo delle funzioni religiose che conoscete. Vi dirò del pranzo. Il costume della sposa è caratteristico ed è difficile descriverlo, se trovo una cartolina illustrata ve la invierò. Il pranzo… in una vasta sala sui tatami (stuoie) sono disposti all’interno vicino alle pareti più lunghe del rettangolo, di fronte da un lato le donne colla sposa, dall’altro gli uomini collo sposo. Nei lati brevi gli invitati che si vogliono onorare… E pensate che in Giappone chi si onora non è al centro, ma al fianco. Ad es. – modestia a parte – essendo il sottoscritto il più onorato, vedetemi nell’angolo. Assisi, brevi discorsi di saluto e augurio, poi prima funzione. Su un vassoio speciale sono poste tre coppe l’una sull’altra. Si mettono davanti all’ospite più onorabile e con grazioso inchino vi mettono davanti il vassoio. Con gesto delicato voi porgete con ambe le mani il nappo. Vi si versa il vino di riso (sake) e voi lentamente alzate la coppa fino alla fronte inchinandovi, poi bevete e analogamente riconsegnate la coppa che con la medesima cerimonia viene fatta passare a tutti gli intervenuti. I giapponesi non hanno fretta… eravamo una quindicina… fate il conto… Seconda funzione: poi si comincia a sbocconcellare un po’ qua un po’ là dai numerosi piattini contenenti un pizzico di tutto: carne, pesce, verdure, alghe, ecc. ed avete sempre vicino chi vi versa nella piccola coppa – che serve da bicchiere – il tè caldo; chi vi vuol onorare vi invia la sua coppa e dovete bere, e voi per deferenza dovete inviargli la vostra e bevi tu che bevo io… se non si sta attenti c’è pericolo di uscirne malconci…

Se venite in Giappone e se volete ubriacare uno in questi pranzi è facile…: mettetevi tutti d’accordo ad inviare al medesimo le vostre tazze…

Esaurito ciò che c’e’ sul vassoio… e bisogna farlo lentamente… vi portano altro, ed esaurito anche quello quando pensate che sia tutto finito, arrivano ancora delle portate, che nessuno tocca. Insieme a quelle una cassettina. I servi rinchiudono le pietanze in quella cassetta e ve la legano dentro a una candida salvietta, che voi porterete a casa come dono… per i bimbi.

Terza funzione: la sposa si alza e si ritira per indossare un abito speciale di casa ed offrire agli invitati il tè. Vi si offrono insieme dei dolci che voi impaccherete col resto a consolazione… delle famiglie.

Inchinate e salutate tutti e col vostro pacco in mano (nessuno si meraviglia, anzi… vi invidiano) tornate alla casa.

Tra le cose impacchettate vi era un’aragosta. Domandai a chi mi accompagnava se vi era un profondo significato… “Non credo, qui a Miyazaki. Al mio paese certo non sarebbe veduto bene perché l’animale cammina indietro…”. Come vedete per quella gente l’animale ha certo un significato.

E per questa volta basta. La presenza del prete fra questi pagani diede luogo a un po’ di istruzione sul sacerdozio cattolico missionario e sulla religione…

Ciò che più colpisce è l’abbandono della patria, della famiglia ed il celibato per votarsi all’ideale della propaganda degli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo.

Pregate, amici miei e se a Dio piacerà, arrivederci.

Tutto e sempre vostro riconoscente

Don V. Cimatti, sales.

435 /Circolare Salesiani / 1929-2-15 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria S. F. Sav.

Miyazaki, 15 febbraio 1929

Carissimi,


In ossequio alla lettera del nostro Venerato Rettor Maggiore prego i singoli confratelli “ad interessarsi praticamente del Capitolo Generale” formulando sui tre temi indicati quei voti o quelle proposte “di qualche importanza che facciano comprendere che escono da un cuore affezionato alla Congregazione e da una mente che è al corrente del suo progressivo sviluppo”.

Unisco il breve sunto delle adunanze tenute a Miyazaki e prego i singoli confratelli ad indicare tutte le modifiche o aggiunte o soppressioni che credono del caso scrivendo sull’accluso foglio o in fogli a parte ed entro il primo di Marzo inviare il tutto a Miyazaki, per elaborare le proposte definitive da presentare come pensiero obiettivo dei confratelli del Giappone.

Liberissimo ognuno dei confratelli di inviare direttamente le proposte al Regolatore del Capitolo.

Lavoriamo tutti per la gloria di Dio e per il bene della Congregazione. Con affetto fraterno:

Dev.mo

Don V. Cimatti

436 /Circolare Salesiani / 1929-2-15 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente di Miyazaki

Miyazaki, 15 febbraio 1929

Carissimi,


Mi si domanda come fare l’Adorazione fissata secondo il programma inviato:

        1. Piena libertà – adattando il tutto alle possibilità locali.

        2. I missionari fanno così “Chiesa ornata come nelle più grandi feste…”.

Esposizione solenne del SS.mo Sacramento dopo la Messa il più solenne che sia possibile… e questo dura fino alla benedizione del pomeriggio. Durante gli intervalli i cristiani si sostituiscono per turno davanti al SS.mo Sacramento esposto. Si approfitta dell’occasione per parlare ai cristiani sulla SS.ma Eucaristia… e ordinariamente si constatano i buoni frutti di fervore di questo giorno di benedizioni.

Vostro

Don V. Cimatti


437 /Merlino Alfonso / 1929-2-20


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


20 febbraio 1929

Carissimo Merlino,


Grazie della tua. Calmo e tranquillo. Prima della partenza verrò a Nakatsu e parleremo a lungo. Quando ti viene qualche idea buttala giù e niente paura.

Prega sempre per chi non ti dimentica.

Tuo

Don V. Cimatti




438 /Caviglia Alberto / 1929-2-26 /


a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco



Miyazaki, 26 febbraio 1929

Mio D. Alberto,


Avevo spedita una lettera d’augurio, quando mi giunge la Sua carissima del 3 febb. Giunta qui il 23 e al più presto (come vede) rispondo. La posta nipponica è certo organizzata… e specie poi se si tratta degli Europei… vogliono farsi onore.

Grazie delle notizie. Ed ora… a noi.

Rimane inteso per i quadri e stendardo. Per comodità ho fatto fare un disegnino con misure precise… Lei faccia in Domino! Qui si sarebbe del parere (essendo la mentalità giapponese tutta sui generis) di mettere D. Bosco solo coi giovani, nel quadro – perché è difficile far loro capire e le relazioni Maria A.-Savio Domenico – e altre… Il Giapponese è di una semplicità infantile e capisce ben poco il simbolismo nostro così diverso dal suo… Veda un po’ Lei come coordinare queste esigenze – perché bisogna tener conto dell’elemento pagano che non capisce una saetta del simbolismo e delle realtà cristiane. Pare che D. Bosco (Lui, proprio Lui… Peccato che bisognerà metterci quel cerchio o padella… che francamente mi stona in tutti i santi e la Madonna) coi giovani (come Gesù buono) sarebbe capito da tutti. Quando Lei dice “Kore wa D. Bosco desu. Kono kata wa chikara wo irete, kodomo to seinen no kyoiku no tame ni nesshin ni hatarakimashita. Goran nasai!”7 ammirano a bocca aperta e col loro “Naru hodo!”8 concludono che hanno capito… Che fare? Il mondo bisogna pigliarlo come è…

Per le spese Deus providebit – I due quadri dei miracoli anche se non finitissimi (capirà… passata la festa…) credo andranno bene.

Quindi Lei cominci a far fare e os ad os alloquentes combineremo – se prima dell’arrivo del sottoscritto (in maggio… quando? non so) è pronto qualche cosa invii pure colle solite formalità.

Non mi parli né di Gerapoli né di Geropoli… Mio buon D. Alberto, se mi consacra Lei, forse accetto… altri, giammai… è una delle poche cose a cui si può dire con franchezza “no”, ed entrare lo stesso nella visione beatifica.

Auguri per il 1° volume e per la messa del Pagella cui auguro ogni bene.

Quanto alla questione vaticana i giornali giapponesi grandi e piccoli l’hanno pubblicata:

  1. Determinato un territorio indipendente con questi dati;

  2. Canone annuo di vari milioni;

  3. Firmata l’11 febbraio 1929 Mussolini-Gasparri.

Nuovamente a Lei, ai singoli di S. Giovanni auguri di Pasqua e arrivederci, se non vado a finire in fondo al mare.

Alberto mio, Dio la benedica. L’abbraccia di cuore il suo

aff. D. V. Cimatti


Mi giunge da Tokyo il comunicato coi particolari mediante la radio. Deo gratias!


439 /Tonelli Antonio / 1929-2-27 /


ad Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice


Miyazaki, 27 febbraio 1929

Mio Don Tonelli,


Eccoti qualche foto che può servire poi per la collezione Don Molfino quando l’hai veduta e fatta vedere.

Prega e fa’ pregare per me. Buona e S. Pasqua e a voce un mondo di cose.

Porterò varie cose pel museo e per Valsalice.

Il Signore ti doni ogni bene e ti ricompensi di quanto hai fatto e fai per questa missione. Deo gratias! per la soluzione della questione romana di cui ebbi comunicazione dalla Delegazione in tutti i particolari.

Con affetto

Tuo

Don V. Cimatti


P.S. Ti prego all’occasione a Don Ubaldi, Don Bistolfi e ladreria: buone e sante feste.

440 /Liceisti Valsalice / 1929-2-27 /


agli Amici e Liceisti dell’Istituto di Valsalice di Torino


1 Miyazaki, 27 febbraio 1929

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Carissimi amici di Valsalice, miei buoni liceisti,


Buona e santa Pasqua! Risurrezione in ogni senso… spirituale per diventare migliori – di attività per prepararvi ai vostri esami. Certo i vostri beneficati vi ricordano ed intensificheranno in questo tempo le loro preghiere per voi.

Siamo in piena primavera e non è male come piccola conversazione parlarvi dell’arte dei giardini e dei mazzi di fiori in Giappone.

Questo amore alla natura va congiunto al pensiero religioso buddistico. Dopo la morte l’anima può persistere in differenti apparenze: animali, vegetali o anche minerali, di sorta che un legame viene come ad abbracciare tutti gli esseri.

Originalità del giardino giapponese formato di piante di ogni genere (alte, basse o nane, medie, a cespugli fioriti o no, ecc.) è:

              1. La sua dissimmetria,

              2. sabbia, pietre e rocce ne sono l’ossatura;

              3. e vi si vede in piccolo ciò che in grande si vede in natura (laghetti, monti, templi, ecc., il tutto ordinato secondo leggi estetiche diverse, secondo le diverse scuole;

              4. e più il simbolismo che da questa disposizione si origina (vecchiezza, pace, purezza, ecc.);

              5. alle volte sono popolati di animali di vario genere,

              6. per chi non può prendersi il lusso di cose grandi, vuole il suo giardinetto in piccolo.

Non si faccia meraviglia che alle volte un giardino modesto di pochi metri quadrati viene a costare un diecimila lire. Non parlo di giardini grandi di case private, in cui le migliaia non si contano.

Fanno la loro figura in questi giardini le famose piante nane. In un vaso di ordinaria dimensione voi vedete piccoli pini di 120 anni, aceri di 200, tuye di 100, alte cm. 50 con un diametro da 4 a 7 cm.

Per ridurle in queste forme i giapponesi seminano i semi in vasi piccolissimi e vi lasciano la pianta finchè le radici abbiano assorbito tutta la terra. Poi si trapianta in vaso un pochetto più grande e si lascia come prima a completo assorbimento, e così si fa una terza volta… La pianta per questa forzata formazione di radici viene ad assumere aspetti caratteristici, che vengono poi aumentati dai giapponesi con tagli, con forzate contorsioni e ondulazioni dei rami giovani per dare all’alberello forma ovoide, conica o piramidale, ecc.

Le piante che più si prestano sono le conifere. Le dicotiledoni sono più ribelli, ma colla pazienza – altra caratteristica di questo gran popolo – vi riescono. Alle volte si sbizzarriscono con innesti e col mettere per sostegno ai rami delle altre piante.

È questa maniera caratteristica di allevare le piante che indusse i giapponesi a dare alle piante anche forme viventi di animali, oggetti, caricature. Servono bene i rizomi delle numerose felci giapponesi. Non è minore meraviglia la loro arte intorno ai fiori. Certi mazzi sono davvero paesaggi in miniatura. Il mazzo giapponese non è come il nostro; è sempre formato entro il vaso e secondo la forma del medesimo si tenta di imitare quanto avviene in natura.

Alle volte vedete dei vasi dai rami apparentemente secchi, ma dopo pochi giorni vedete spuntare qua e là gemme e fiori diversi di vari colori.

Vi ha grande parte il simbolismo, anche nella scelta dei vasi, ed anche l’armonia dei colori dell’ambiente in cui il mazzo viene collocato. Il gran principio però è sempre questo: evitare la simmetria ed inoltre è sempre basato su idee direttive secondo le varie specie di fiori e lo scopo cui si offrono. È arte questa, piena di fantasia delicata.

Miei buoni amici, noi Europei forse comprendiamo poco di questo, ma via! un po’ di delicatezza per abbellire l’anima nostra anche di questi gusti gentili che, dopo tutto, fanno del bene, è certo doverosa.

Ed ecco (il mio povero solito ritornello) che da tutto possiamo e dobbiamo imparare qualche cosa di buono.

Non dimenticate di pregare e di lavorare per queste care anime che in tutti i punti sono vicinissime (più di noi) al vero bello.

Pregate per il

vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


441 /Rinaldi Filippo / 1929-2-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



2 Miyazaki, 28 febbraio 1929

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Amatissimo Padre,


Fine mese… e perciò rendiconto mio e dei confratelli.

        1. Salute: buona, grazie a Dio – un po’ raffreddato, frutto della stagione… Niente di notevole.

        2. Studio e lavoro: solito, accresciuto un po’ per i preparativi della partenza. Ma i confratelli fanno prodigi e quindi… niente paura. Le cose, me assente, andranno meglio… un inciampo di meno per tutti.

        3. Pratiche di pietà: tutte, non riesco troppo, ma la buona volontà e il desiderio di migliorare non mancano, talvolta freddezze e aridità, ma avanti allegramente sempre. Regolare in tutto, ma quando ho da farle da solo, qualche deficienza in numero e qualità. Sacramenti regolare – sono la mia forza. Ma sarà contento il Signore?

        4. Per i voti nulla di notevole. Il cuore e la testa di tanto in tanto ballano, ma lasciamoli ballare… Ho bisogno al solito di frenare tutto: testa, cuore e sensi, più ritenuto nelle spese per ottenere le grazie della Provvidenza.

        5. Adempimento dei doveri: solite cose dovute alla mia insipienza e inettitudine. In questi giorni per mancanza di tatto e prudenza ho lasciato passare tra un cristiano e un pagano una cosa che Dio non voglia abbia recato rovina all’anima di un ragazzo. Corro ai ripari, ma… mi aiuti il buon Dio.

        6. Carità: nulla di speciale, ma come è difficile mantenerla perfetta sempre e in tutti. Personalmente nulla di speciale, e mi pare, grazie a Dio, di aver messo me stesso sotto i piedi di tutti per mantenerla, perché Gesù è carità e vada tutto Don Cimatti per averla… Ma che vuole? Non sapendo fare il superiore può essere per questo che la pensata carità sia debolezza. Deo gratias! Deus scit. Inconvenienti non ne vedo.

Don Cavoli: ora benino di salute. Lavora e fa del bene. Certo non bisogna dargli occasione di togliersi dallo stato di calma, che l’organismo non sopporterebbe (è debole di cuore e di nervi)…

Le relazioni del Bollettino le dicono il lavoro che si va svolgendo. Ho già in testa una relazione che metterò in iscritto per chiarire la situazione ai Superiori. Spero nell’aiuto, nel consiglio dei Superiori: Lei preghi per la mia povera anima. Ho davanti la sua cara, confortante lettera. Cerco fare quanto si può, convintissimo che è Dio che fa, è Maria A., niente di più evidente per chi vive in Giappone, e come già le dissi, ringrazio Dio di avermi fatto conoscere sempre più il mio nulla, e progredendo lo capirò anche meglio.

Grazie dei “monita salutis”… oltre a questi, quanti altri ne avrei bisogno e di tanto in tanto li vedo e me li fanno vedere i confratelli. Deo gratias! e avanti allegramente, sempre, sempre, sempre.

Quanto alla sua idea di semplicità di prima e il meno intendersi d’ora, era naturale perché non capivamo un’acca. Ora si comincia a capire; si sa quel che hanno detto e dicono di noi, virtù e difetti – si vedono le miserie morali e le necessità delle anime – e sono enormi tra i cristiani – si è nel desiderio ardente di far del bene o di riparare il male – i bisogni sono diversi e urgenti nei diversi campi – non cercando di provvedere ci sembra di venire meno ai nostri doveri, et similia… da ciò quel po’ (come devo dire?) di nervosismo, che fa vedere le cose forse un po’ umanamente, mentre prima bambinescamente non ci si pensava. Ci avviciniamo cioè all’età critica anche noi…

A voce molte altre cose intime, difficili ad affidare alla penna. Se tutto va bene mi imbarco a Shanghai il 29 Marzo – se no a metà Aprile. Prima della partenza scriverò ancora (dopo questa non scriva più al sottoscritto perché forse non mi troverebbe).

Ed ora voglia benedirmi affinchè la mia povera anima si santifichi, affinchè l’obbedienza che mi chiama sia fruttuosa per la missione e per i confratelli. Prego i Superiori mi facciano lavorare e mi aiutino a salvarmi l’anima. Prego la sua bontà di estendere ai singoli superiori e al Ven. Don Francesia gli auguri di Pasqua e l’assicurazione di tutti i suoi figli del Giappone di affettuose preghiere. L’abbraccia nel Signore il suo povero figlio:

Don V. Cimatti, sales.


442 /Ricaldone Pietro / 1929-2-28 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 28 febbraio 1929

Mio amatis.mo Sig. Don Ricaldone,


Grazie della sua che mi consolò non poco. Spero avrà dato ordine per un qualche sussidio iniziale – il resto a viva voce e quante e quanto importanti cose.

              1. Se a Dio piace e se i Superiori non mi lasciano al verde conto imbarcarmi da Shanghai il 29 Marzo. Se no a metà Aprile: scriverò ancora definitive.

              2. Grazie per il lavoro presso Roma (Congregazioni) per questa missione.

              3. Non credo di perdere tempo esponendo ai Superiori le mie incapacità: per me sono fatto così… Ho bisogno che i Superiori conoscano lo stato di cose reale, perché (e glielo dicevo proprio in Giappone… e Lei, bravo Don Pedro, rideva) al tribunale di Dio voglio sbrigarmi in fretta, addossando tutto a chi di ragione – tra cui Lei. Per me faccio quel che posso. Vedo in parte, e se ciò non bastasse, i confratelli mi fanno vedere quello che non vedo, cioè la mia insufficienza e inettitudine e ne ringrazio Dio e i confratelli – e manifesto questo ai miei Superiori e Padri per consiglio e conforto e per le convenienti ammonizioni. Ma certo avanti sempre allegramente…

Per farle vedere che lo sono, le invio il nostro “Su cantiam” che spero farà del bene, e ci apra molte vie… Sono i canti dei libri delle elementari che fanno andare in visibilio il buon popolo giapponese, e che hanno avuto il battesimo sui palchi calpestati dai cantanti e dall’Hakase (dottore… capisce!). Lei fu definito un erai hito (uomo famoso)… ma il sottoscritto Hakase Cimaci (così storpiato il nome!)… Composti dal sottoscritto. In fondo c’è anche la musica per armonica (di cui vanno matti i giapponesi). Le unisco vita di Savio Domenico in giapponese – pare ben riuscita (è quella di Don Bosco). Dunque pensi a far mandare in fretta (se non l’ha fatto) qualche cosa e il resto os ad os, cor ad cor… oh, quante cose! Don Pietro carissimo, per l’anima mia oh, povera anima!… e per quella dei confratelli.

Mi benedica. A nome di tutti, buona e santa Pasqua e assicurazioni di preghiere vivissime. L’abbraccia con l’anima il suo aff.mo

3 Don V. Cimatti, salesiano

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P.S. - Al ricevere questa non scriva più a me, perché forse non mi troverebbe più. Avrei col Capitolo così combinato: Miyazaki: Don Cavoli, Don Margiaria, Lucioni e Guaschino; Oita: Don Tanguy (Vicario), Escursell, Maccario. Nakatsu: Don Piacenza, Liviabella, Merlino.






443 / Cerroni Leonardo / 1929-3-1 /


a Don Leonardo Cerroni, Segretario del Dlelegato Apostolico



Miyazaki, 1 marzo 1929

Mio amatissimo Don Cerroni,


E prima di tutto un grazie cordiale dell’invio della grande notizia… Grazie.

Ed ora un complesso di cose che raccomando alla sua bontà e che prego di comunicare a S. E. (cui stabilite definitivamente le cose scriverò).

        1. Ho l’ordine di recarmi a Torino per il prossimo Capitolo Generale e se riesco a mettere a posto le cose partirei alla fine del mese o a metà Aprile. Mi preme partire presto perché c’è da concludere la venuta dei Novizi e delle Suore, e Lei sa che nelle Congregazioni è come una torta questa questione, chi arriva prima… Più tardi i Superiori sono occupati, ecc. Beh, vedremo! Certo avrei desiderato vedere S. E. ma il buon Dio stabilirà quid… vero? Perciò se posso esserle utile, se ha lettere o altro per P. Mollica o per altri, ecc. ecc. disponga. Se ci fosse qualche novità in cartolina o altro…

        2. Ed ora una cosa che le raccomando con tutta l’anima, cioè l’acclusa pratica. Faccia fare una buona commendatizia da S. E. perché da quale altro Vescovo dovrei andare?

Ne abbiamo bisogno urgente. Se la lettera al benefattore non va in quella forma, in quella carta… abbia la bontà di batterne una a macchina e firmi Lei… tanto è la stessa cosa.

Per l’indirizzo non so quale sia l’esatto dei due, credo quello di New York. Abuso della sua bontà, ma non sono pratico, qui (salvo un giovanotto che studia latino a Nakatsu) nessuno scrive inglese cristianamente, quindi oro supplex et acclinis…

        1. Non dimentichi di raccomandare a S. E. intenzioni di Ss. Messe. Prima ne mandavano ogni mese da Boston, poi non si sono più fatti vivi, per quante lettere scritte.

Con tutto cuore:

4 Dev.mo

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5 Don V. Cimatti

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P.S. - Ossequi al fratello.





444 /Zappa Ambrogio / 1929-3-7 /


al chierico Ambrogio Zappa, suo ex-allievo


6 Miyazaki, 7 marzo 1929

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Mio Ambrogio,


Sempre graditissime le tue. Non romperti la testa a pensare quello che puoi scrivere… grazie sempre… anche un saluto solo.

Fa’ quello che puoi serenamente, allegramente… e niente paura.

Oggi S. Tommaso… Sai come vinse per essere forte nella purezza.

Fa’ tu pure altrettanto. Buona S. Pasqua e… arrivederci… prega per me. Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti



445 /Consiglio Visitatoria S. F. Saverio / 1929-3-8 /


al Consiglio della Visitatoria salesiana S. F. Saverio

7 Miyazaki, 8 marzo 1929

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Carissimi,


Il Consiglio di Febbraio, per necessità di cose, si è ritardato. Lo fonderemo con quello di Marzo. Ordine del giorno: coordinazione delle proposte pel Capitolo Generale. Organizzazione e divisione del lavoro durante l’assenza di Don Cimatti.

Consiglio: attività varie (stampa, Opera S. Cuore, opera salesiana Cooperatori, ecc.), costruzione di Tano e Takanabe. Vita di Savio Domenico, Don Bosco. Pur non essendo ancora fissata la data a Oita e Nakatsu mi fermerò il necessario per la visita canonica e salesiana.

Savio Domenico ci assista nel suo anniversario.

Vostro

Don V. Cimatti


446 /Joyeusaz Abele / 1929-3-11 /


a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice

8 Miyazaki, 11 marzo 1929

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Mio sempre amatissimo Abele,


Grazie della tua, degli auguri e delle preghiere. A voce molto di più. Grazie specialmente delle preghiere che farai e che hai fatto. Mai come ora ne ho sentito il bisogno… ti dirò poi.

Sempre uniti alle 9… Lavora per le Missioni, farai buono te e gli altri.

Concludendo: allegro, puro e apostolo, ma senza romperti la testa, accontentati come il nostro San Francesco di essere perfetto pochi minuti prima di morire… e specialmente (attento veh! se no saranno botte da orbi) scrupoli e malinconia via da casa mia. Ti abbraccio, benedico e prego secondo le tue intenzioni.

Tuo

9 Don V. Cimatti

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447 /Circolare Salesiani / 1929-3-13 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone9


Decisioni del Consiglio

10 Adunanza a Oita, 13-14 marzo 1929

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Presenti: Don Cimatti, Don Tanguy, Don Piacenza, Don Cavoli: si passa allo svolgimento dell’ordine del giorno 8/3/’29.

              1. Coordinazione delle proposte pel Capitolo Generale. Sul modulo “proposte inviate dal Capit. Super.” si uniranno quelle trattate nelle adunanze di Miyazaki e quelle proposte dai singoli soci…

              2. Consiglio (durante l’assenza di Don Cimatti) formato da Don Tanguy (Vice), Don Piacenza (Cons. Economo), Don Cavoli (Deleg. per Miyazaki). Si raduna almeno una volta al mese, possibilmente alternativamente nelle varie residenze – o ogni volta che si ritiene necessario, tenendo conto anche della comodità dei confratelli per le confessioni.

Attività varie da sostenere e rafforzare. Parola d’ordine: “Non dare luogo ad attività nuove che non siano ora preventivate, ma sostenere finchè si può e rassodare le esistenti”.

Stampa. Vita grande di Don Bosco: è in formazione, già pagai il traduttore da S. E. il Delegato Apost. – la stampa è affidata all’Associazione dei Giovani di Tokyo che paga le spese di edizione e fino a pagamento delle spese fa suoi gli introiti. Attendo norme definitive pel contratto – in cui domanderete un certo numero di copie, almeno a prezzo di stampa.

Vita di Domenico Savio:10 la spesa finale ha superato il preventivo. Impegnamoci con réclame di coprire le spese. Il Sig. Tonari anticipa parte della spesa proponendosi di fare réclame per conto suo: la spesa finale (non ancora precisata Yen 1.080) – già versati da noi Yen 600.

Don Bosco – foglietti bimensili:11 è dovere di tutti sostenerli in tutte le forme e col concorso stabilito o promesso, e col suggerire migliorie e col cercare collaboratori.

Sono in via di formazione: opuscoli réclame per i desiderosi di abbracciare la vita salesiana (da stamparsi quanto prima). L’associazione dei devoti di Maria A. (possibilmente da stamparsi in Maggio per onorare M. A.). Il manuale dei Cooperatori (si stamperà, avute le norme che si attendono da Torino – per ora ognuno studi i mezzi dell’organizzazione e come sia possibile trovare i mezzi dell’organizzazione e come sia possibile trovare amici dell’opera nostra fra i pagani che non capiscono il concetto di beneficenza cristiana ed hanno prevenzioni sulle ricchezze degli stranieri).

Di queste pubblicazioni l’incaricato di raccogliere il materiale, fare trattative per la stampa, per la revisione (per l’Associaz. dei devoti vi sia la revisione di P. Yamaguchi), per la réclame, ecc. è Don Margiaria, d’intesa con Don Tanguy e col Consiglio. Del “Su cantiam” non si stampano nuovi fascicoli finchè non sono coperte le spese del precedente.

Don Margiaria è pregato di compilare un foglietto réclame con l’elenco delle cose nostre finora pubblicate. Poi sul “Don Bosco” e in genere sulle opere nostre, dove è possibile, domandare sussidi. Sui foglietti mettere anche i nomi di Tano, Takanabe e Beppu.

Sui vari modi di propaganda nell’interno ed esterno della Missione, sia nell’insegnamento, sia nella distribuzione dei fogli usare prudenza – anche in questo momento gli animi sono accesi nell’imminenza della discussione e approvazione sulla legge delle religioni. Facciamoci molti amici, attiriamo molte simpatie alla missione, adattiamoci e cerchiamo di imbeverci delle buone usanze giapponesi… faremo molta strada anche nel campo della propaganda religiosa, assai presto.

Pia Opera S. Cuore: ha già dato buoni risultati. Anche nell’interesse nostro (essendo per la missione l’introito di tre anni) e per onorare il S. Cuore nel mese a Lui dedicato, Don Piacenza invierà apposita circolare e pagella réclame a tutte le missioni e persone finora iscritte, nella seconda quindicina di Maggio.

Costruzione di Tano e Takanabe: per Tano: coll’approvazione dei Superiori si inizierà quanto prima. Le spese saranno coperte colle offerte, col sussidio della Provincia e coll’aiuto dei Superiori. Preventivi Yen 2500, si arriverà – a lavori finiti – certo alla somma di Yen 3000. Ci aiuti S. Teresa.

Per Takanabe: al momento non sono concluse tutte le modalità – ma si spera presto poter fare qualche cosa di concreto.

Varie: Don Cimatti presenta la situazione finanziaria alla fine di Febbraio. Per i rendiconti ogni casa chiuderà il bilancio al 31 Agosto inviando il tutto a Don Piacenza.

Proprietà: non sono appurate ancora le modalità e più ancora le condizioni del trapasso della medesima.

Festa del Papa: inizierà nell’occasione della festa di S. Pietro.

Giubileo: nel prossimo numero di Don Bosco si daranno le disposizioni relative.


Seduta 14 marzo 1929


Presenti tutti i consiglieri. Letto ed approvato il Verbale, Don Cimatti fa comunicazioni varie.

Don Tanguy terrà il registro generale delle Ss. Messe. Pel computo finanziario si stabilisce la limosina di Yen 1.

Per le Suore si fa voto che pensino esse a venire per conto loro – non sussidiate dai Salesiani.

La pratica per l’accettazione in Seminario è ben avviata. Sarà bene di tanto in tanto visitare queste nostre speranze e tenerci in relazione e col Direttore del Seminario e della scuola.

Consultato lo statuto si fa voti che si favorisca secondo i desideri dei Superiori “Gioventù Missionaria”.

Don Cimatti scriverà a Don Rinaldi per una statua di Maria A. da donare alla diocesi di Nagasaki per la nuova chiesa di Sasebo.

Tenere in ordine la Cronaca, costumiere, consultare i ricordi della visita del Sig. Don Ricaldone.

Mentre si lavora a Miyazaki per le varie costruzioni, domandare per Oita tipografia, per Nakatsu: falegnami e fabbri. (Appurare la voce sul desiderio del Municipio della compra del locale della Missione).

Mensilmente mandare relazione a Gioventù Missionaria e al Bollet. Sales. o mandare a Don Cimatti il materiale per farla.

Richiedere in Italia, per mezzo del ministero degli Esteri, materiale e macchinario cinematografico.

Per le feste di Don Bosco. Fu già ordinato molto materiale per ornamento e stampa. Si prospettano feste con l’intervento del Delegato Apost. od Ecc.mi Vescovi.

Conferenze di propaganda: già ordinato materiale.

Occhio alla preparazione delle varie relazioni: col 30 Settembre riempire per la relazione a Propaganda e Santa Infanzia. Col 31 agosto, chiusura dell’anno amministrativo, riempire i moduli per rendiconti ai Superiori quando arrivano. Non dimenticare il desiderio del Papa sul favorire il canto in chiesa. Preparare bene per la terza domenica d’Ottobre la festa della Propagazione della fede. Nakatsu e Miyazaki pensino all’ora di adorazione nella domenica loro stabilita.

I Superiori delle 3 residenze ricordino il Can. 306 per l’applicazione della Messa “pro populo”.

L’opera della S. Infanzia di Nagasaki accetta dietro semplice avviso bambini abbandonati purché forniti del documento di riconoscimento civile e se ha uno dei genitori che fanno l’atto della totale donazione all’opera.




448 /Giardini Mario / 1928-3-15 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



[15 Marzo 1929]

Eccellenza Reverendissima,


Benedictus qui venit in nomine Domini! Se tutti gioiscono (e davvero parlando con tanti missionari, tutti deploravano l’incertezza del ritorno), come Salesiani e come italiani gioiscono i figli di Don Bosco. In particolare (pur non volendosi dare l’aria di volere e di potere far molto per i miei confratelli), ne gioisce Don Cimatti, che nell’imminenza della sua partenza per breve ora (spero) in Italia, pel nostro Capitolo Generale (ove si tratterà in modo speciale del problema missionario e dove potrò trattare in persona dello sviluppo della Missione e dell’Opera nostra) pensa con tranquillità che il nostro Benefattore è tornato e che a lui con sicurezza possono rivolgersi i figli di Don Bosco.

La partenza mi impedisce di trattare, al ritorno di V.E. oltre la stanchezza, vi è un mondo di lavoro accumulato che l’attende, fra cui anche qualche grattacapo salesiano.

Eccola la nostra attuale posizione. Ho scelto come mio vice Don Tanguy, residente a Oita, con due nuovi: Don Escursell (spagnolo) e col coad. Maccario (in sostituzione di De Mattia).

A Nakatsu, al solito, Don Piacenza (incaricato delle magre finanze). A Miyazaki Don Cavoli, Don Margiaria e il coad. Guaschino, più Don Lucioni (lombardo, nuovo arrivato). A Tano iniziati i lavori della Cappella S. Teresa. A Takanabe e a Beppu in casa di fitto intensificato il lavoro e a Takanabe comperato il terreno per la futura casa di formazione cogli elementi che condurrò dall’Italia e adocchiata la casa (per ora di affitto) per le Suore a Miyazaki.

Domando senza timore la carità dell’Ecc.V. (sia pure con intenzioni di Ss. Messe), per la chiesetta e per le altre nostre Opere: conosco il cuore paterno a cui batto. Domando assistenza per i miei fratelli. Domando preghiere per Don Cimatti e vive ed abbondanti perché davvero ne abbisogna.

È ancora in aria la questione della proprietà. Non riesco a capire come debba avvenire questo benedetto trapasso legale, per essere in grado di dire: “Questo terreno è nostro!”. Parlo dei terreni della Missione intestati a Mons. Cousin, con uno che è a Sendai, Sig. Matsuda, altri dicono: “Fate lo shadan”… ma in esso debbo pur dichiarare quali beni fanno parte… e intuitu Missionis ci ho solo quello di Tano acquistato da noi, e il cimitero di Miyazaki…

D’altra parte quelli di Kagoshima hanno pure arrestato dal Governo il loro Shadan, che il Governo dice non concederà “shadan” per Opere atte a propagare la religione…

Mons. Thiry che ha in mano la faccenda, non si riesce a capirci che la pensi…

Mons. Hayasaka dice che approvandosi la legge famosa il Shadan è fatto regolarmente? Bisognerà pure pensare ai beni “intuitu Societatis nostrae”… e in tutto questo guazzabuglio quid faciam nescio. Attenderei a Torino il parere di V.E per illuminare i Superiori anche su questo.

Può essere che prima di partire le scriva anche di altro. Ad ogni modo col cordiale benvenuto, auguri di ottima e S. Pasqua a V.E., all’amabile segretario ed al fratello.

Conto di partire al 21 c.m. col Nagasaki maru da Nagasaki e al 29 da Shanghai.

Se può aiutarci in qualche cosa diriga pure a Don Tanguy o a Don Piacenza.

Con vivo affetto imploro preghiere e la pastorale benedizione.

Tutto suo nel Signore:

11 Don Vincenzo Cimatti

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449 /Visita-Nakatsu / 1929-3-18 /


Visita ai Salesiani di Nakatsu 15 - 16 - 17 - 18 marzo 1929


12 Nakatsu, 18 marzo 1929

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È dal più profondo del cuore che ringrazio il Signore di aver potuto passare fra voi questi giorni, che mi hanno fatto del bene all’anima, edificato, rinfrescato e aperto il cuore alle più belle speranze.

Nella conferenza di apertura vi ho raccomandato:

  1. L’osservanza della regola

  2. L’esercizio della carità fraterna


A visita finita mi permetto di consigliarvi:

  1. Cura della salute: è dovere, ricordate al proposito i consigli di Don Bosco

  2. Il Signore vede le difficoltà in cui vi trovate. “Niente vi turbi!”.

Lavorate con calma, senza preoccupazioni, con perseveranza. All’avvicinarsi della Pasqua e del caldo andrà bene una buona pulizia generale alla casa e appena le finanze lo permetteranno una ripassata più particolare a qualche punto (in modo che anno per anno ci sia come un turno di manuntenzione).

Come ricordo finale vi esorto specialmente in quest’anno a far conoscere nelle forme possibili il Papa e Don Bosco, e propagare la devozione a Maria A. e a Gesù in Sacramento.

Il Signore vi conceda nell’anno della glorificazione del Padre nostro Don Bosco di avvicinarci a Lui nella operosità e nella santità della vita.

Don Vincenzo Cimatti

450 /Tonelli Antonio / 1929-3-22 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



Miyazaki, 22 marzo 1929

Mio Don Tonelli,


Se puoi due commissioni:

        1. Passare a Don Lovato l’acclusa nota e se può pagarmela, se no quando arrivo aggiusteremo.

        2. Guaschino avrebbe bisogno al più presto del declancheur e di quello indicato nell’acclusa (le pastiglie… amare; qui non si trovano).

Fanne un pacchetto e spedisci. Grazie e presto… fra un paio di mesi… arrivederci.

Ti abbraccio:

Tuo

Don Vincenzo Cimatti

451 /Amerio Franco / 1929-3-22 /


al chierico Franco Amerio, ex-allievo di Valsalice, musico


Miyazaki, 22 marzo 1929

Mio Franco,


Leggi e medita bene l’accluso giapponese…

Grazie della tua e specialmente la preghiera… è l’essenziale. E grazie pure del tuo obolo… è utile.

Mi metto in viaggio e se il buon Dio vuole ci vedremo.

Sicuro, anche in religione c’è il suo lato manchevole, non per la vita religiosa in sé, ma per gli uomini che sovente dimenticano di essere religiosi… e quindi certo, diventano peggiori (in un certo senso) degli altri, perché è vecchia storia “corruptio optimi pessima”. Certo l’unica realtà è Gesù… Vuoi capirlo?

Desidera, desidera fortemente, sforzati attivamente… ma non aver fretta.

Bravo! Il “De musica”… è uno dei pochi libri del Santo che ho letto…

Toh! mi sovviene che nel baule qualche cosa di S. Agostino debbo averlo: le lezioni del nostro vecchio professore di filosofia che mi cedette l’attuale Don De Agostini di Valsalice. Se ti servono… o potranno servire ad altri…

La musica! Ab initio ebbe anche Don Cimatti le tue, come dire?… e poi mi convinsi che era meglio… pigliare quel che c’è… Come vedi il povero Don Cimatti con tutte le non poche imperfezioni e nullità… ha calcato le scene e i massimi teatri del grande Impero! Che vuoi? È legge! Abbandonati in Dio e tutto diventa valore.

Dunque niente ti turbi… allegro, buono e laborioso e… un po’ più generoso col Signore. Saluta omnes.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. – Fa’ per me un bell’inchino alla giapponese a Don Picca… Oh, Picca… [segue un rigo in musica].

452 /Visita Miyazaki / 1929-3-24 /


Visita ai Salesiani della casa di Miyazaki


24 marzo 1929


Le visite fatte nel 1928-29 hanno avuto per scopo di ribadire, coordinare gli avvisi precedenti12, ed i risultati delle medesime sono inclusi o negli atti del Capitolo Ispettoriale o in note.
Per la casa di Miyazaki durante l’assenza di Don Cimatti ne fa le veci Don Cavoli.
Nelle sedute capitolari o in quelle in preparazione al Capitolo si determinano le occupazioni specifiche di alcuni confratelli durante l’assenza.
Raccomando e lascio per iscritto a Don Cavoli secondo il suo desiderio espresso temi di conferenze e raccomandando la carità, il lavoro, la cura delle anime, mi è dolorosamente giocoforza partire.


Don Vincenzo Cimatti, sales.




453 /Circolare Salesiani / 1929-3-25 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone

13 Nagasaki, 25 marzo 1929

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Carissimi,


In procinto di partire, a tutti voi, ai cristiani ed amici il grazie riconoscente per quanto avete fatto per Don Cimatti. Il Signore vi rimeriti di cuore di tutto. Una sola cosa vi raccomando: Osservanza della nostra Regola e pregate per me. Sarete ricordati sempre. Ed ora alcune notizie generali.


              1. Avendo combinato con P. Heuzet, mandate a lui senza firmarli check o altro inviati col mio nome. Per quelli inviati con vostro nome (salvo che si tratti di vaglia postali locali) firmate e inviate a lui.

              2. Note del Seminario: saranno inviate a lui – pagato invierà a Don Piacenza per norma e controllo. Prego rendersi conto della situazione finanziaria nell’adunata mensile del consiglio.

              3. Crescono le spese, quindi giusta economia. In caso di bisogno la Procura anticiperà – stiamo in guardia ai debiti grossi e piccoli.

              4. Mons. Hayasaka finito gli esami farà la scelta di Miyazaki che saranno (escluso Oka) 3 - 2 - 1 secondo l’esito degli esami. Alla prima visita che andrà pigli o faccia pigliare la fotografia separata dei nostri seminaristi (tre copie) e col nome, cognome ed età siano inviate al Sig. Don Ricaldone a Torino. Per Oka fu già fatto. Di costui ho già consegnato le carte. Al Seminario spero che Fujikawa abbia inviato la tassa richiesta.

Ho raccomandato i nostri futuri a P. Yamaguchi e al Direttore della Scuola Kaisei e specialmente a Monsignore. Il Direttore della Kaisei preferisce allievi delle elementari, ma che abbiano ingegno buono, se no in scuola sono di peso a sè e agli altri e vengono stimati poco dai pagani.

Dobbiamo pensare anche all’eventualità che Fusataro non sia promosso. Propongo sia ritirato a Nakatsu, e studi latino oppure informarsi se verrebbe accettato alla scuola “Seigakuin” dei marianisti.

Altro problema da affrontare subito è questo che l’accettazione in seminario, è solo – mi dice Monsignore – di due in due anni. Non credo che noi dobbiamo lasciare questa lacuna. Possono esserci varie soluzioni – cominciamo a vagliarle. Per i seminaristi la questione più urgente è trovare i mezzi: prego i singoli o confratelli a questuare in tutte le forme per quest’opera. I sussidi dell’Associazione del clero indigeno sono certo insufficienti. Occorrono circa 300 annuali.

              1. Abbozzate qualche idea sulla costruzione della casa di formazione – ognuno porti fraternamente le sue idee. La spesa sarà certo non indifferente (il seminario di Nagasaki costò oltre un milione di Yen), quindi per ora il puro necessario. Direi: basamento e sotterraneo in cemento, il resto in legno. Il disegno e la fattura sia fatto da giapponesi anche nei riflessi del terremoto. Al più se la spesa non fosse enorme, l’ossatura generale in cemento. Andrebbe bene trovassi a Torino un preventivo generale. Gli ambienti: studio, scuole, dormitorio, refettorio, salone (che può servire per la ricreazione quando piove), cessi, bagno, cortile, cucina, rustico. Camere per superiori, sala d’aspetto, biblioteca, dispensa libri, ecc.

Certo sarà utile anche altro. Per ora il massimo di 20 persone. Se gli ambienti si pensano all’europea ci sia una sala alla giapponese per insegnare l’etichetta giapponese.

              1. Date a tutti comodità del precetto pasquale. A voi pure buona S. Pasqua e pregate per me.

Vostro

14 Don V. Cimatti

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454 /Rinaldi Filippo / 1929-3-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani

15 Shanghai, 28 marzo 1929

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Amatissimo Padre,


Mi trovo a Shanghai per partire non so ancora preciso quando (chi dice il lunedì di Pasqua, chi dopo).

Ho lasciato i confratelli in buona salute e carichi di lavoro, e senza soldi (per non vivere coll’acqua alla gola). Ho perciò detto a Don Piacenza che se entro il tal termine non riceverà nulla, telegrafasse a Lei.

Sono qui alloggiato da Don Garelli… questa è vera missione… noi di missionari abbiamo il nome… qui c’è Betlemme… Oh, santa povertà!

Ed ora ne ho fatta una delle mie: Lei aggiusti la cosa, siccome c’è in ballo la Madonna, spero mi darà tutte le assoluzioni. A Sasebo (diocesi di Nagasaki) si sta costruendo una gran chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Vi sarà uno degli altari principali dedicato a Maria A.

Ho promesso al missionario e a Mons. Hayasaka che avrei interposto i miei uffici perché i Salesiani offrissero una statua di Maria A. Così la Madonna farebbe la sua entrata trionfale nella diocesi di Nagasaki e proprio per desiderio dei giapponesi che, sono sicuro, in seguito potrebbero essere nostri buoni cooperatori e noi avremmo in mano un buon mezzo per lavorare per la nostra propaganda.

La chiesa è grande e Monsignore desidererebbe una statua alla grandezza naturale. È che il nostro Padre, successore di Don Bosco sente di glorificare così la Madonna… badi che adesso i salesiani, per la fesseria (non mi pento di questa) di Don Cimatti sono compromessi.13

Al suo buon cuore onorare in una forma che piacerà certo a Maria SS.ma, la Madre nostra, aprire una strada all’opera nostra a Nagasaki (parlo per ora di semplice propaganda delle opere nostre “Cooperatori, Associazione dei devoti di Maria A., pia Opera del S. Cuore”… perché… sa… anche il Giappone è il Paese delle paure da parte di missionari… e forse anche dei Vescovi… Se c’è un rampino, è così naturale!!!).

Ed ora preghi per me e mi benedica… quando la rivedrò?

Suo figlio:

16 Don V. Cimatti

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455 /Circolare Salesiani / 1929-3-28 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


17 Shanghai, 28 marzo 1929

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Carissimi,


Arrivo a Shanghai felicemente. Il Nagasaki-maru gran bel battello. Partito all’una del 27, all’una e cinquanta del 28 arriva puntualmente. Comodo per tutto, con tutti i conforti moderni: da un piano stonato a un magnifico fonografo e cine.

Allo sbarco Don Garelli e i fratelli Fontana. Relativamente spiccia l’operazione di dogana (degli 11 colli solo una valigia aperta) e finalmente alla nuova residenza nostra.

Don Garelli, Don Fontana, Coad. Borri, 21 ragazzi di cui 5 hanno iniziato lo studio del latino.

Casa discreta a due piani (4 stanze) cortile ed una stalla trasformata in camerone (ci sono ancora le poste delle mucche – e tra esse i letti). Siamo in piena Betlemme! Al paragone noi siamo in regge!

Don Garelli ha già trovato il terreno nuovo… mancano solo i soldi. Per ora Lo Pa Hong aiuta con 500 dollari al mese. Preghiamo per questa opera e per Don Garelli che è uno dei nostri benefattori.

Finora il “Viminale” non è giunto. Si dice che la partenza è lunedì. Per Domenica mi hanno angariato sulla “Libia” per Messa e musica. Pare che il nostro “Murcia” sia affondato. Il “Libia” corse al salvataggio e l’equipaggio fu salvo.

Ogni giorno con la nebbia ci sono colpi. Ieri una ha cozzato col Libia ed è affondata. Tutti vi vogliono ricordati.

Pregate pregate e saluti a tutti.

18 Don V. Cimatti

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456 /Merlino Alfonso / 1929-3-28 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


19 Shanghai, 28 marzo 1929

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Mio Merlino,


Grazie delle preziose indicazioni dei francobolli. Prega per me che in questo periodo di tempo mi trovo più che sperso e fuori del mio ambiente. Allegro, buono e laborioso.

20 Tuo

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21 Don V. Cimatti

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457 /Rinaldi Filippo / 1929-4-3 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



22 Shanghai, 3 aprile 1929

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Mio amatissimo Padre,


Finalmente posso partire da Shanghai sul Viminale, approderò, se tutto va bene a Venezia… non so quando… perché colle navi non si sa quando si parte e tanto meno si sa quando si arriva.

Buon inizio del mese di Maria. Non conosco ancora il personale di bordo e quello che si potrà fare… Preghi per me… ho passato Pasqua a Shanghai… Il Signore in nuove forme mi fa così capire il mio niente… Deo gratias!

Don Garelli non ha ancora potuto acquistare il terreno di cui è autorizzato, attendendo delucidazioni dai Superiori e migliore occasione. Ma possibile che Nord e Sud Cinese non riescano ad intendersi? E c’è un campo così enorme di lavoro e quanto si è indietro ancora…

Dunque mi aiuti e preghi per me… Ho lasciato i confratelli in buona salute: con pochissimi mezzi (a quest’ora i Superiori certo avranno provveduto), ben forniti di lavoro vecchio e nuovo.

Un po’ di rendiconto per fine mese. Domani voglio fare un po’ di esercizio di b. m. prima di imbarcarmi; è sempre utile e doveroso essere pronti.


        1. Salute ottima in ogni senso – anche dovendo cambiare con frequenza regime. Deo gratias!

        2. Lavoro e studio: nell’ultimo mese i preparativi per la partenza mi hanno un po’ preoccupato e tolto dall’ordinario lavoro. Ho fatto un po’ di visita a Oita e Nakatsu per rendermi conto dello stato reale delle cose – farò una relazione generale dettagliata che presenterò in Italia. Per i confratelli novità speciali non ci sono. Sono sicuro che in mia assenza le cose andranno assai meglio. Mi sono portato lavoro conveniente pel viaggio, specie per lo studio della lingua.

        3. Pratiche di pietà regolari. Purtroppo fuori comunità, da solo, mi riescono meno bene. Ho bisogno di attenermi mordicus essendo la mia forza e sostegno. Gli esami di coscienza stabiliti difficilmente li compio: mi sembra così naturale dopo ogni azione vederci chiaro!…

        4. Per le Ss. Regole per ora nulla di speciale. Tentazioni non mancano, ma grazie a Dio…

        5. Carità, mi pare nulla di notevole – idem per gli inconvenienti. Il più grave Lei conosce bene qual è: il sottoscritto.


Scrivo al Sig. Don Ricaldone per le questioni nostre urgenti. Domando ai Superiori quando arriverò:

  1. Abbiano la bontà di decidere sulle cose nostre più urgenti: casa di formazione e suore.

  2. Mi diano molto lavoro.

L’abbraccio filialmente e se nel viaggio il Signore mi vuole con sè è inteso che Lei è l’erede di quel nulla che ho. Tutto suo nel Signore:

Don V. Cimatti, salesiano

458 /Ricaldone Pietro /1929-4-3 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani


23 Shanghai, 3 aprile 1929

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Mio amat.mo Don Ricaldone,


Il 4 per tempissimo, a Dio piacendo, salpo da Shanghai sul Viminale del Lloyd Triestino per Venezia.

Ed ora apra bene la sua intelligenza ed attacchi al suo spirito quanto l’inutile servo suo dell’estremo Oriente si onora di dirle (che vuole? Ormai noi giapponesi abbiamo nel sangue…) e Lei nella sua infinita bontà si diverta ad ascoltare… Oh, ne sentirà delle belle!!!

  1. Ho spedito le pratiche secondo le norme date da Torino per il materiale che porto in tre bauli e una cassa (da petrolio a due latte) per il museo missionario – e un po’ dopo riceverà la seconda copia per ottenere di non pagare la dogana. Non so quando il Viminale arriverà, mi hanno fatto pagare il solo vitto per 34 giorni, ma sarà certo di più. Dimodoché forse sarà più in fretta perché ci sono a bordo molti dei soldati del Muggia affondato recentemente in Cina (ma il personale tutto salvo)…

  2. Come già le scrissi occorrerebbe che nel frattempo i Superiori decidessero almeno le linee di massima di quanto ebbi ordine di provvedere, cioè:


              1. Per la casa di formazione,

              2. Per le suore. Ecco come le cose sono (riassumo idee delle relazioni precedenti).


        1. Casa di formazione. Cadute a vuoto pratiche fatte qua e là, perché i luoghi non avevano i requisiti richiesti, fu trovato un luogo che riteniamo ideale sotto ogni rispetto, a Takanabe – mare, piano, montagna, paesaggio d’incanto, terreno coltivato e d’avvenire, possibilità di estendersi, acqua. A Takanabe c’è una piccola cristianità (una trentina) in paese – il luogo è a 10 minuti dal paese – a un quarto d’ora dalla stazione – comodità di Miyazaki 40 minuti di treno e servizio regolare di automobile pubblico (varie corse al giorno). Non sembrandomi opportuno lasciare sfuggir l’occasione, tanto più che il bravo cristiano (che lei conosce, Tonari, quello che fu in America) volentieri comperò coi suoi soldi (non avendoli il sottoscritto) per aiutarci; e non vuole interessi, ma solo servirsi dei rizomi di alcuni bambù quando spunteranno (roba apprezzatissima dai giapponesi). Dissi si comprasse. È oltre un ettaro di terreno e viene a circa 20 mila lire italiane. Un esperto di costruzioni giapponesi farà un progettino il cui preventivo troverò a Torino. Informazioni prese così all’ingrosso per un edificio per una ventina di persone (tenendo conto dei vari locali necessari per una comunità nostra) non lasciano dubbio a un preventivo di circa 150 mila lire (Yen 10.000).

Quanto al venire qui i novizi o studenti e in qual numero, preghiamo i Superiori a decidere. Per me piglio chi mi danno, perché tutto è buono – l’importante è che abbiano il loro personale formativo e direttivo.

Le spese di manutenzione possono essere coperte:

  1. dall’aiuto indispensabile dei Superiori;

  2. dalla coltivazione del terreno e industrie.

Spererei raccogliere qualche offerta, certo per il primo anno esigue. La costruzione in pochi mesi (due o tre al massimo) può per la parte indispensabile essere ultimata a tempo: ma urge determinare al più presto per l’inizio sollecito dei lavori.


        1. Casa delle Suore. È necessaria la loro venuta per motivi d’ordine morale che Lei ben conosce e scongiuro i Superiori ad aiutarmi a provvedere. Per le modalità ho già pregato i Superiori a determinare non essendo noi pratici. È già in via di preparazione il personale d’aiuto per le suore e per iniziare asilo o altro. Casa d’affitto già adocchiata: urge un tempo per fissare definitive.

Eccole sistematicamente le notizie più urgenti.

Iniziato già il lavoro di reclutamento per il Seminario. Se gli esami vanno bene ne avremo 4 (le dirò poi), più uno a Nakatsu che proporrò ai Superiori di inviare a Torino nel prossimo anno.

Caro Don Ricaldone, bisogna che i Superiori facciano tutti i sacrifici e gli sforzi possibili per l’estremissimo Oriente. Oh, vedrà come il Signore benedirà.

Preghi preghi preghi per me che l’abbraccio nel Signore mentre i ciliegi in fiore cantano le lodi di Dio… e inghirlandano il grigio di Don Ricaldone crine.

Tutto suo

24 Don V. Cimatti

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459 /Circolare Salesiani / 1929-4-12 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone

25 Singapore, 12 aprile 1929

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Carissimi tutti nel Signore,


Eccoci a Singapore e se tutto va bene un mese oggi in Italia. Da Shanghai ho inviato un saluto, ma per la fretta non potei darvi notizie. Eccole: ebbi la consolazione di andare a parlare a lungo con Don Garelli. Ora sono in casa d’affitto, diversa da quella veduta dai nuovi venuti dall’Italia. Ha già il denaro per acquistare il terreno per la nuova costruzione, attende solo l’occasione buona. Lo Pa Hong lo aiuta per ora con 500 dollari mensili, insufficienti al bisogno (mantenimento di 20 alunni, 3 confratelli, fitto e annessi).

Parlai anche con Lo Pa Hong, sempre pieno di fede, in giro per gli ospedali a battezzare (ora infierisce la meningite) e facendo del bene. Ha ferma fiducia di riuscire e non domanda che salute per salvare anime; fece una graziosa offerta per la nostra missione, che a mezzo di Don Garelli feci inviare a Nagasaki (Don Garelli avviserà Don Piacenza). Vi prego di fare una giornata di preghiere per questo benefattore. Don Fontana mi aiutò magnificamente per tutte le complicate operazioni di dogana, ecc. insieme al suo fratello (che presto tornerà in Italia non riuscendo a farsi una posizione sostenibile).

In quel tempo alcuni ufficiali della “Libia” che non avevano ancor potuto fare la Pasqua vennero in casa.

A Hong Kong venne Don Bernardini, Braga, Pedrazzini ed il Coad. Castelli. In casa nostra trovai il Console d’Italia, l’Ispettore e gli amici confratelli tutti in buona salute. Stanno facendo il Capitolo Ispettoriale. Delegato che accompagna l’Ispettore Don Braga. Potete capire i saluti che vi inviano e l’assicurazione del loro ricordo (Pedrazzini vuole ricordato il Fulda) e preghiere.

Ho fatto un po’ di questua per messe che saranno inviate alla Procura e a tempo Don Piacenza sarà avvisato. Purtroppo la guerra è ricominciata, ma a Hong-Kong non c’è da temere. L’Inghilterra ha in porto un vero arsenale da guerra che fa andare via la voglia a chiunque.

Vita a bordo. Mare d’olio. Ho una cameretta da solo proprio vicino al Comandante nel reparto ufficiali, posso così lavorare, pregare senza alcun disturbo. Non potendo far altro per la missione prego per i singoli confratelli, per le famiglie cristiane e per i pagani, sempre, sempre, sempre.

Trattamento ottimo, personale gentilissimo. Passeggeri italiani: una sola famiglia (4), tutti gli altri inglesi, americani, ecc. Poi tutto l’equipaggio del Muggia (oltre 100). Ed ora a tutti i singoli buon mese di Maria e pregate con questa intenzione che le cose interessanti la nostra missione siano messe sotto la protezione speciale della Madonna e che siano risolte definitivamente al più presto.

Lavorate con calma, con buona volontà, con costanza e senza timore. Il Signore vi benedirà.

Domenica o sabato si parte per Colombo da cui – Deo adjuvante – scriverò.

Saluti a tutte le associazioni e a quelli che lavorano per noi.

Vostro

26 Don Cimatti

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460 /Superiori Maggiori Salesiani / 1929-5-8 /


ai Superiori Maggiori della Società Salesiana



Missione Indipendente di Miyazaki

Visitatoria di S. Francesco Saverio 


26.1

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26.1.1 RELAZIONE AI SUPERIORI MAGGIORI

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8 maggio 1929


        1. Dati storici – cronologici. La prima spedizione formata di 6 sacerdoti e tre coadiutori parte da Torino il 29 dicembre 1925 e giunge in Giappone l’otto Febbraio 1926 e dopo breve soggiorno a Nagasaki, si stabiliscono a Miyazaki per lo studio della lingua e per abilitarsi al s. ministero. In sostituzione dei PP. delle Missioni Estere di Parigi occupano le tre residenze di Miyazaki, Nakatsu e Oita rispettivamente il 1 - 20 Febbraio e 8 marzo 1927 alle dipendenze del Vescovo di Nagasaki – poi (collo smembramento di quella diocesi) di Fukuoka e con decreto dell’8 marzo 1928 sono eretti in Missione indipendente di Miyazaki.

        2. Cenno sulla Missione. È situata nella zona nord-est dell’isola Kyushu, abbracciante le due province di Miyazaki e Oita con una superficie di 13.728 Kmq e una popolazione (in continuo aumento) di 2 milioni di abitanti. È divisa dalle province di Fukuoka, Saga, Kumamoto, Kagoshima (poste a Ovest), da catene montagnose ricche di boschi, come pure le due province e la sottoprefettura di Nakatsu sono pure separate da catene di monti.


La provincia di Miyazaki abbraccia il centro e il sud della missione e dal punto di vista della storia giapponese rappresenta la culla dell’attuale famiglia imperiale, ed è quindi ricca di monumenti religiosi e storici e di luoghi (che furono teatro di guerre di conquista fino all’attuale ordinamento) accuratamente conservati e meta di pellegrinaggi.

La massa della popolazione è dedita all’agricoltura (riso, grano e orzo, legumi, patate e frutta), alla pesca (pesci e alghe), all’industria boschiva (legno e carbone), della seta, dei concimi chimici e al piccolo commercio.

La parte Nord (Alto Hyuga) è montuosa e boscosa e terreno d’avvenire – qua e là vi sono ancora molti terreni (boscosi, di landa o sabbiosi) possibili a essere ridotti a coltivazione.

Il governo stesso, dato l’aumento continuo della popolazione incoraggia e favorisce con premi in denaro, col consigliare la colonizzazione, ecc. il miglioramento di questa zona destinata ad un florido avvenire.

La provincia è divisa in 8 sottoprefetture i cui capoluoghi sono centri relativamente importanti di commercio, studio e movimento sociale.

Clima buono (media invernale –5; estiva +28 (alquanto umida). Venti di media forza – zona tifonica e di terremoti.

Comunicazioni ferroviarie discrete – comodità di automobile per i paesi distanziati dalla ferrovia – o per quelli di minor importanza, diligenza a cavalli.

Lungo la costa servizio di battelli.

La città di Miyazaki (50.000 abit.) ha scuole di ogni genere [elementari infer. e super.; medie inferiori, di commercio, di agricoltura, professionale (legno, costruzione edilizia, lacca), normale maschile e femmin., scuola superiore di agricoltura]. Tale organizzazione si riproduce in proporzioni più ristrette nei centri minori: a tutte queste scuole accorrono gli allievi o vi permangono nei pensionati annessi ad ogni scuola o tenuti da privati.

La Provincia di Oita abbraccia la parte nord della Missione e dal punto di vista storico del Cristianesimo è il centro ove si manifestarono gli effetti meravigliosi dell’apostolato di San Francesco Saverio – i Gesuiti vi avevano residenze di cui rimangono o si vengono scoprendo i ruderi.

Paragonata a Miyazaki è più ricca di popolazione (sorpassa il milione), di industrie (cave di calce e cemento; miniere di metalli rari e preziosi; manifatture tabacchi, ecc.), di commercio (numerose reti ferroviarie la mettono in comunicazione per via di terra e mare con tutto il Giappone).

Vi fiorisce come a Miyazaki il lavoro dei campi e la frutticoltura. È in via di costruzione il gran porto militare di Saeki. Centro importante Beppu stazione termale di prim’ordine.

Oita con oltre 60.000 abit. ha ogni genere di scuole inferiori e medie ed una scuola superiore di commercio.

Delle 12 sottoprefetture in cui è divisa la provincia, la più a Nord, al confine della missione, è Nakatsu con 25.000 abit., roccaforte del Buddismo, fornita di ogni genere di scuole inferiori e medie (meno le professionali e agricole).

È vicina ai grandi centri operai del Giappone (Prov. di Fukuoka).

Clima buono, più rigido che a Miyazaki.


3. Stato della Missione. Conta circa 600 cristiani, così distribuiti: Nakatsu 40; Oita 100; Miyazaki 460. Quasi tutti poveri (agricoltori, pescatori, operai), di scarsa influenza sociale – qualche commerciante, impiegato, avvocato, insegnante (vari generi di scuole), medico – in massima parte (oltre la metà) discendenti dei vecchi cristiani, immigrati da altre diocesi – gli altri convertiti.

Di questi circa 350 sono raggruppati – gli altri sono dispersi qua e là, e possono venire alla missione solo 2-3 volte all’anno.

Si possono dividere in: ferventi e praticanti (la massa) – in non praticanti per necessità – in apatici (un’ottantina), irregolari in tutto.


4. Lavoro eseguito.

  1. Conoscenza di tutti i cristiani fatta di persona.

  2. Contatto continuo personale o con lettere, stampati, dando a tutti, anche ai più lontani, la comodità di compiere i loro doveri o regolarizzare la loro posizione.

  3. Organizzazione delle forze cristiane raggruppate nei centri con l’istituzione dell’Unione padri di famiglia (Miyazaki, Oita), Unione madri (Miyazaki), Circolo giovanile (Miyazaki e Oita); Compagnie nostre per fanciulli (nelle 3 residenze) e per le fanciulle (Miyazaki). (A Oita e Nakatsu le associazioni sono in prevalenza di pagani e tutto il lavoro è più a vantaggio dei pagani).

  4. Propagazione delle devozioni nostre (1° Venerdì, 24 del mese; assoc. dei devoti di Maria A.; Opera della propagazione della Fede, Festa del Papa).

  5. Lavoro diretto per i fanciulli e gioventù. Fondazione e funzionamento degli Oratori quotidiani.

  6. Propaganda stampa (vita breve Don Bosco, Savio Domenico, mensile “Don Bosco” – bimensile “foglietti”–, articoli sui giornali).

  7. Altra propaganda (concerti, serate di divertimenti, proiezioni luminose, passeggiate e gare di ogni genere e riunioni sportive.

  8. Beneficenza (borse di studio, poveri, distribuzione di medicine, S. Infanzia).


Gli effetti sono visibili:

  1. Rifiorire di vita cristiana nelle residenze. (A Miyazaki si ha una media di 40-50 comunioni giornaliere, alla domenica circa 150, molte delle quali dell’elemento giovanile, che deve compiere veri sacrifici per farle).

  2. Molte famiglie ricondotte all’ovile.

  3. Anche quelle che non hanno dato segno di volere ripigliare la vita cristiana, non hanno rifiutato né le visite, né gli inviti.

  4. Ogni anno battesimi (una ventina in media all’anno di pagani).

  5. Il Signore non lascia mancare i catecumeni.

  6. Ai nostri oratorietti sono passati già migliaia di giovani e molte famiglie, si vengono stabilizzando gruppi di costanti.

  7. L’opera dei concerti, delle proiezioni ecc. ha fatto udire la buona parola a oltre 100.000 persone cui si distribuiscono foglietti e libri di propaganda (si può valutare un 200.000 copie di stampati annuali distribuiti).

  8. Per il buon accordo colle autorità governative, civili, scolastiche, giornalistiche (i giornalisti pagani festeggiano con noi S. Francesco di Sales), si comincia ad essere conosciuti.

  9. Cominciano a delinearsi le vocazioni e già si è iniziato il Seminario indigeno (per ora appoggiato al Seminario di Nagasaki).

  10. Necessità di aumentare il numero dei catechisti e di fondare nuove residenze stabili.

  11. Lavoro di apostolato dei cristiani, specie giovani, fanciulli e ragazze (anche pagani).


Se si pensa che si è in Giappone – allo stato in cui si è ricevuta la Missione – è da dirsi che sono veri miracoli della grazia di Dio, della protezione di Maria Aus. e di Don Bosco.


Difficoltà del lavoro apostolico. Fra le fondamentali sono:

  1. Il Paganesimo che sotto la più appariscente vernice di gentilezza è come quello di Roma pagana al tempo delle massime dissolutezze.

  2. La civiltà europea e straniera di cui hanno copiato tutto il male e poco del bene nel campo artistico, letterario, sociale, ecc.

  3. Tale assimilazione non ha tolto nulla dell’attaccamento alla tradizione, alla superstizione, all’adorazione superba del proprio io e del proprio paese.

  4. Odio e diffidenza dello straniero, da cui però pigliano tutto ciò che loro fa comodo

  5. Comodità e facilità dell’osservanza delle religioni shinto, buddista e protestante suddivise in numerosissime sette.

  6. Carattere instabilissimo, interessato, difficile a capirsi, sentimentale, suscettibilissimo in ciò che tocca il Giappone.

  7. Difficoltà della lingua parlata (e più scritta) e di adattamento ai loro costumi (vitto, convenienze sociali, ecc.).

  8. Difficoltà somma (data la loro perfetta organizzazione scolastica) di presentarsi con novità educative estrinseche (edilizia, materiale, sport, ecc.) e di superarli od eguagliarli. Lo straniero è ammesso all’insegnamento di materie secondarissime per importanza (lingue straniere, materie libere, ecc.). Non è permessa la scuola elementare (se non come annessa ad una scuola media approvata). Il Giapponese non stima né frequenta la scuola che non gli dà il diploma. È sconosciuto lo scolaro privatista.

  9. Sviluppo enorme della stampa (per ogni genere di persone) e specialmente quella educativa e formatrice di idee, quasi tutte in mano di protestanti.

  10. Povertà dei mezzi educativi e di propaganda cattolica (fatte poche eccezioni) – mancanza di un centro cattolico d’azione e organizzazione – campanilismo delle singole congregazioni.

  11. Negata in teoria, di fatto vi è la divisione netta fra ricchi e poveri (imprevidenti, viventi alla giornata, spenderecci, nelle mani degli usurai), fra mestieri ignobili (calzolai, sarti, agricoltori… gli aggregati a questi sono considerati inferiori) – condizione deplorabile della donna… I cristiani sono poveri e in massima parte addetti a mestieri ignobili…

  12. Costo della vita, dei terreni e delle costruzioni (dato il cambio attuale, in pratica 1 Yen = 10 lire italiane).

  13. Sconosciuto il concetto di beneficenza tra i pagani, anche per il fatto che v’è la convinzione che le istituzioni straniere sono ricche, sostenute dal denaro straniero. Il Giapponese inoltre utilitarista al sommo, vuol capire, vedere e possibilmente averne un utile.

  14. Livore, specialmente dei bonzi e protestanti contro il cattolicesimo.


OPERE INIZIATE

  1. Servizio religioso per i cristiani residenti presso le singole residenze o fuori.

  2. Propaganda missionaria e salesiana là dove sono cristiani – iniziata pure in ambienti puramente pagani.

  3. Oratorio quotidiano (maschile a Nakatsu – idem a Oita e femminile al giovedì ad Oita – maschile e femminile quotidiano a Miyazaki).

  4. Cura delle residenze di Miyazaki, Oita e Nakatsu.

  5. Casa di fitto a Takanabe (alle dipendenze di Miyazaki) e di Beppu (alle dip. di Oita), rese necessarie per i cristiani e forestieri quivi dimoranti e per allargare la sfera di azione fra i pagani.

  6. Cura dei cristiani di Tano (alle dip. di Miyazaki) con chiesa in costruzione.

  7. Acquisto del terreno per la casa di formazione (oltre un ettaro) con possibilità di allargamento.

  8. Adocchiata la casa di fitto per le suore.

  9. Pubblicazione del mensileDon Bosco e foglietti bimensili di propaganda.

  10. Pronte per la stampa o in via di preparazione: “Estratto vita grossa di Don Bosco”, Vangelo unificato, Associazione devoti di M. A., il Cooperatore sales., Giovane provveduto et similia – (Su cantiamo).


MEZZI PER SOSTENERE LE OPERE:


  1. Sussidi vari dall’Europa (Roma, Torino) o dall’estero (per elemos. di Messe).

  2. Per ora entrate fisse nessuna – è insignificante quanto si può avere dai nostri cristiani.

  3. Qualche offerta dal Delegato Apost. (intenzioni di Ss. Messe), piccole entrate per industrie varie.

  4. Si è iniziata l’organizzazione dei Cooperatori, ma per ora si potrà ottenere poco.

  5. Comincia a mettere piede l’Opera del S. Cuore che per le intese dei R. M. e per il cambio attuale dà qualche offerta.

  6. Per ora la stampa è passiva (o meglio si fa in proporzione delle offerte, per non fare debiti).


Finché non avremo istituzioni positivamente organizzate è difficile pensare ad altre entrate: occorre dunque uno sforzo iniziale finanziario.


Proposte per un piano d’azione generale

  1. Casa di formazione a Takanabe, alle dipendenze di Miyazaki (Noviziato? Studentato? Videant consules. In Giappone attecchirà l’Opera dei Figli di Maria annessa alla casa di formazione?).

  2. Inizio del lavoro delle Figlie di Maria A. (asilo, oratorio, laboratorio… per ora. Dispensario per poveri, ricovero vecchi, ecc.). Possono trovare lavoro in ogni residenza. Ad Oita il Sindaco espresse il desiderio prendessero l’asilo. A Nakatsu c’è una scuola di cucito tenuta da una cristiana (!). A Miyazaki sono indispensabili perché noi non possiamo trovarci a contatto con tanta gioventù femminile senza risentircene.

  3. Erezione delle residenze di Tano e Takanabe.

  4. Scuola tipografica a Oita.

  5. Scuola falegnami, fabbri – meccanici a Nakatsu.

  6. Fondazione di residenze là dove sono cristiani e possibilmente incominciando dai capoluoghi di sottoprefettura.

  7. Non perdere di vista, né lasciar perdere le occasioni di chiamate dei salesiani fuori di missione.

  8. Se si deve dividere il potere religioso da quello salesiano, si propone Oita come sede della Visitatoria.


QUESTIONI DA RISOLVERE.


Proprietà degli stabili:


  1. Le residenze sono intestate a morti e finora non si sa come fare per…

  2. I nuovi terreni furono acquistati a nome di ottimi cristiani, ma è precario…

  3. Modi di possedere:


  1. Individualmente tasse forti per successioni o cambi.

  2. In Società (tutti gli ordini hanno questa forma che bisognerà adottare anche per le suore).


  1. Il Seminario. Il Seminario di Nagasaki fa le accettazioni solo ogni due anni. Come regolarci per non avere queste interruzioni?

  2. Miyazaki ha assoluto bisogno di un salone per le riunioni serali, ecc. (Preventivo da 25 a 30.000 Lire).

  3. Finora si fece procedere di pari passo in tutto il lavoro missionario e salesiano.


Festa di S. Michele, 8 maggio 1929

Dal “Viminale”.

27 Don Vincenzo Cimatti

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461 /Rinaldi Filippo 1929-5-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



28 Brindisi, Ascensione [9 maggio] 1929

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Mio sempre buon Papà,


Nel toccare il suolo d’Italia (Brindisi) il mio primo saluto a Lei che impersona quanto ho di più caro al mondo. Ancora pochi giorni (sbarco a Venezia) e se a Dio piace sarò ai piedi di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, tra le sue braccia, dei superiori, dei confratelli. Quanti motivi di ringraziare il Signore in questo lungo viaggio (sono fuori di casa dal 25 marzo). Approfitto per un po’ di rendiconto.

  1. Salute ottima in tutto.

  2. Studio e lavoro: ho cercato di occupare il tempo nello studio della teologia, del giapponese, ho preparato tutto il lavoro per la futura stampa del Vangelo unificato – relazione ai Superiori ed ho cercato di conversare col personale (specie coi marinai naufraghi del “Muggia” per fare un po’ di bene – ho tenuto una conferenza su Don Bosco e le missioni e quando si poteva dir Messa a bordo, spiegazione del Vangelo, ecc.). Ma qualche cosa, molto di più avrei potuto fare per le anime… ma sono sempre il medesimo buono a niente. Tre marinai fecero Pasqua e ne preparai uno alla prima Comunione. Deo gratias! Oh, buon Padre! Come è ignorata in alto e in basso la nostra Religione!…

  3. Pratiche di pietà. Le ho fatte da me, compreso l’Eser. b. m. (ho dimenticato la lettura delle Regole che farò in questi giorni). Ho potuto celebrare ogni giorno e fare la mia confessione quasi regolare, scendendo a terra. Ho visto i confratelli di Shanghai, Hong Kong, Port Said – nel battello avanti al nostro vi era Monsignor Mathias e Don Pasotti. Tutti, tutti vogliono essere ricordati in modo speciale a Lei. Per le mie pratiche di pietà le difficoltà solite: distrazioni, sonnolenza… Oh, quando potrò farle come le faceva Don Bosco?

  4. Ss. Regole e Voti. Nulla di speciale. In mezzo a questo ambiente mondano (quasi tutti stranieri) avrei potuto custodire gli occhi, ma grazie a Dio e a Maria A. e Don Bosco (che ho esperimentato efficacissimo nelle tentazioni contro la castità) mi pare che tutto è andato bene. Avendo trovato lungo il viaggio oggetti buoni pel museo missionario a buon prezzo ho creduto bene acquistarli. Ne riferirò al Sig. Don Ricaldone.

  5. Notizie sui confratelli per ora nessuna (le troverò certo a Torino); da un biglietto di Don Lucioni, trovato a Port Said, risulta che la festa di Pasqua riuscì assai bene e tutti stanno bene. Ma spero che Don Tanguy avrà fatto il suo dovere.


La pregherei – come ne scrissi al Sig. Don Ricaldone di decidere la questione giapponese possibilmente prima della festa di Maria A., almeno nelle linee generali per dare modo di fare gli opportuni preparativi di costruzione della casa (occorrono almeno tre mesi).

Lei mi ordinò di essere in Maggio in Italia: spero in questo di aver eseguito l’obbedienza.

Grazie delle consolazioni date con questo al povero mio cuore, specialmente per la serie di avvenimenti gloriosi e ineffabili (Festa di Maria A., la glorificazione del Padre nostro, il giubileo del Papa, il Capitolo Generale, ecc.). Quanti altri più di me avevano diritto! Grazie a Dio! Grazie a Lei e ai Superiori! Un altro favore. Mi faccia lavorare, mi faccia lavorare! Prego porgere a tutti i Superiori auguri, ossequi e assicurazione di preghiere quotidiane. Mi benedica.

Tutto suo figlio:

29 Don Vincenzo Cimatti

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462 /Merlino Alfonso / 1929-5-16 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



30 Bologna, 16 maggio 1929

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Mio Merlino,


Ti sono sempre vicino col pensiero e colla preghiera e mi pare di vederti al lavoro.

Ama la Madonna e procura che il Signore sia sempre contento di te. Quando mi sarà possibile farò le tue commissioni. Ti benedice il tuo

Aff.mo

31 Don V. Cimatti

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463 /Circolare Salesiani / 1929-5-17 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



32 Bologna, 17 maggio 1929

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Miei carissimi tutti nel Signore,


Deo gratias! Deo gratias! Sono arrivato… Non potei scrivere subito perché volevo tastare il terreno e darvi qualche notizia positiva.

Riassumo: sbarco a Venezia l’undici Maggio. Nessuno si trova. Il Signore aiutò per la dogana. Mi diceva il capo-dogana: “Se faccio pagare per quanto ha con sé, torna a casa svaligiato!”. Breve visita ai confratelli. Conferenza ai giovani. Vado a far cena a Verona e parlo per oltre un’ora ai giovani. Quanto slancio per le missioni!

Parto al mattino per Milano perché mi premeva consegnare alla famiglia di Don Lucioni il baule; così passai la domenica a Milano, dove vi era una pesca di beneficenza e quelle dame patronesse mi hanno regalato due portacandele e palmette che ho promesso metteremo nella chiesetta di Tano.

Parto di buon mattino ed alle 10.30 sono tra le braccia del Sig. Don Rinaldi, cui parlai subito di voi tutti porgendo saluti, ecc., come poco prima avevo fatto ai piedi di Maria A. dicendo a Lei, per voi singoli, per i nostri cristiani e pagani e per le nostre opere una preghiera speciale. Rividi i Superiori, tutti in buona salute, e che ricambiano i vostri saluti e godono delle notizie, amici dell’Oratorio e di Torino, e parlai ai giovani studenti e artigiani. Scopo di tutte queste parlate è acquistare aiuto di preghiere speciali per la nostra missione e concretare conferenze per il pubblico affinchè possiamo avere offerte. Da Torino si potrà avere poco o nulla perché sono stremati per le feste di Don Bosco.

Preghiamo perché il Signore ci aiuti anche in questo. Ho già visitato a Milano la famiglia Lucioni, consegnate lettere di Maccario – e presto visiterò i vostri parenti di Torino, annunzierò agli altri l’arrivo e vostre notizie.

Per ora è un fuoco di fila fino al 9 Giugno. Programma mio: visite, conferenze o parlate coi superiori o con altri, continuare conferenze in grande, domande di sussidi, rappresenterò voi tutti in tutto e sempre e per quanto dipende da me tenervi al corrente.

I Superiori per parte loro, in questi giorni occupatissimi mandano qua e là, per cui, come vedete, scrivo da Bologna, diretto a Faenza per tornare a Torino. Novità di Torino: oratorio (portieria modificata, più comoda; palazzo nuovo finito, Cappella Pinardi come dal Bollettino, davanti alla camera di Don Bosco, monumento a Don Bosco (a me non piace) – nulla ancora sul dove metteranno Don Bosco (pare trasformeranno in cappella l’altare di S. Pietro).

Tardai a scrivervi perché volevo attendere l’esumazione della salma in cui in vostra rappresentanza – unico dei missionari – portavo con quelli di Valsalice la cassa. Pensate che cosa ho detto a Don Bosco per ognuno di voi, mentre lo portavo. Vi racchiudo la descrizione minuta che ne fa la stampa, corrispondente a verità, in tutti i particolari.

La salma è ridotta a scheletro – non è ancora determinato in che condizioni sono le ossa e quindi non si presenterà al pubblico la salma – quali reliquie si prenderanno, ecc.?

Pensiero dei Superiori è: “Don Bosco sia presentato come è, senza maschera”. Dirvi la folla, le sue manifestazioni… Con Don Giraudi facevamo da carabinieri e fulminavamo scomuniche a chi toccava, se no di Don Bosco non sarebbe rimasto più nulla…

Anche l’istituto dei ciechi volle venire e guidavo le loro mani fino all’interno della cassa di zinco… Anime belle!

La funzione legale fu compiuta nello studio dei chierici e quella dei dottori nella scuola di musica. Per ora non so altro perché ho dovuto partire.

Per Don Bosco si fanno tridui, luminarie, si fanno proposte ai municipi per commemorazioni nelle scuole, dare nomi a vie, ecc. Le vere feste a più tardi o al prossimo anno.

Per non ritardare più oltre, spedisco per ora questo. Per le questioni nostre ho già parlato con quasi tutti i Superiori, bisogna pregare molto… sono duretti a convertirsi, come i Giapponesi… Fede, Fede.

33 Vostro

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34 Don V. Cimatti

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464 /Giardini Mario / 1929-5-22 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



35 Faenza, 22 maggio 1929

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Eccellenza Reverendissima,


Mi trovo momentaneamente al mio antico collegio per la festa degli antichi alunni.

Trovai a Torino la lettera di V. E. che consegnai ai Superiori. Comunicherò al più presto. A me personalmente arriderebbe l’accettazione, ma non so che ne pensino i Superiori.

V. E. comprende che i Salesiani in questi giorni perdono un po’ tutti la testa…

Verrà la calma e allora…

Ebbi la fortuna di portare la cassa e di essere presente all’esumazione della Salma del nostro Don Bosco:14 scheletro perfetto. Pensare che [nel] 1917 era intatto (mummificato parzialmente), incolpano l’aver messo acidi e lasciata l’aerazione.

Sotto un certo aspetto, meglio: si potranno avere reliquie dirette.

Preghi l’E.V. affinchè il lavoro che tento di fare per la nostra Missione approdi alla gloria di Dio e alla salute delle anime.

Nuovamente ringraziamenti dei preziosi suggerimenti e sulla proprietà, e sui rapporti nostri anche con le Autorità d’Italia e specialmente delle preghiere e degli aiuti che dà ai poveri figli di Don Bosco: l’assicuro di uno speciale ricordo.

Ossequi cordiali all’indimenticabile Don Cerroni e al fratello.

Implorando l’apostolica benedizione, godo ripetermi riconoscentissimo della E. Rev.ma

Don V. Cimatti, sales.

465 /Circolare Salesiani / 1929-5-30 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


36 Torino, Oratorio, 30 maggio 1929

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Carissimi,


Mi sono proposto poco o molto di scrivervi ogni 15 giorni, almeno notizie schematiche. Invio quanto trovo giornali (proprio ora il Momento cessa le pubblicazioni) ed in genere quanto si riferisce a Don Bosco. Mando alle singole residenze.

Festa di Maria A.: al solito – pochi venuti dal di fuori, in compenso moltissimi Torinesi.

Stato della salma di Don Bosco: scheletro intatto anche nei minimi particolari. Molta carne mummificata (faccia, capelli) nera – ben mummificata dalle spalle in giù, gran quantità di cervello. Tutto servirà a fare reliquie che porterò ad ogni residenza.

Si discute se metteranno o no la maschera – il popolo vuole Don Bosco come è ma… Pellegrinaggi di migliaia e migliaia al giorno a Valsalice. Si operano conversioni spirituali. Sono già 60 mila partecipanti al corteo. A Torino hanno fatto una nuova stazione con 30 Km di ferrovia nuova per smistarvi i treni speciali. Tutta la piazza abbellita e pavimentata a catrame, come pure Corso Regina Margherita. Illuminazione con dettagli di tutta la facciata e cupola.

Ho già visitato Penango e Ivrea (molto in fretta) e fatto qualche conferenza redditizia, ma ora gli animi e le borse sono per la festa di Don Bosco e… Don Bosco penserà ad aiutarci. Limitiamo al puro necessario perché è certo enorme lo sforzo che quest’anno devono fare i Superiori.

Similmente le nostre cose procedono lentamente. Non ho ancora ricevuto i vostri progetti, ma i Superiori sono certo disposti ad aiutarci in tutto, ma ci sarà da lottare molto. Raccomandiamo la cosa a Don Bosco.

Abbiatevi cura della salute, mi raccomando. Ho visto e parlato coi parenti di Don Margiaria di Torino e di Guaschino. Tutti bene e salutano e ringraziano dei regalucci.

Ed ora buon mese del S. Cuore… buona festa di S. Luigi… bagnate… Guaschino… Avanti allegramente nel Signore. I singoli superiori vogliono essere ricordati. A Roma il Sig. Don Rinaldi fu ricevuto trionfalmente. Il Card. Hlond giunse in aeroplano a Roma. Parto domani per Roma. Vi si recano la Crocetta… cantori, banda dell’oratorio e 4ª ginnasiale, secondo corso filosofia di Valsalice, poi gruppi di giovani dei vari collegi. Il Signore ci faccia degni di Don Bosco.

Vostro

37 Don V. Cimatti

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466 /Valentini Eugenio / 1929-6-6 /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



6 giugno 1929

Carissimi Valentini, Crestani e Tonino,


Non so come ringraziarvi della vera carità che sotto tutte le forme mi avete usato nella mia breve permanenza a Roma. Ne fui davvero edificato.

Il Signore sa e vede quanto amavo e amo le anime vostre, ma vi assicuro che se era possibile crescere, questo affetto fu accresciuto. Il Signore vi rimeriti.

Certo se sempre vi ho ricordati e ricordo, ora ne ho un dovere maggiore per la fiorita carità usatami e domenica avrò un ricordo per voi specialissimo.

Grazie di cuore – vi benedico e abbraccio con tutta l’anima e scusatemi se vi ho disturbato. Un saluto a Don Drago e Foralosso. Ossequi al Sig. Direttore che non potei salutare.

Tutto vostro

38 Don Cimatti

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467 /Merlino Alfonso / 1929-6-10 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


39 Torino, 10 giugno 1929

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Merlino carissimo,


Ti ho sempre presente e ti penso davvero in buona salute di corpo e di anima.

Non ho ancor potuto soddisfare al desiderio di vedere i tuoi, ma sarà fatto. Lavora e prega con affetto e procura di stampare in te l’immagine del Padre. Non dimenticare il tuo

Aff.mo

40 Don V. Cimatti

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468 /Circolare Salesiani / 1929-6-11 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


41 Torino, 11 giugno 1929

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Carissimi,


Alla fine ormai delle feste riassumo quanto dai giornali che vi ho mandato è stato pubblicato e credete pure che non vi è in quanto dicono esagerazione di sorta.

Quindi accenno ad impressioni mie.

1) A Roma calca enorme. S. Pietro non conteneva più le persone, molte delle quali rimasero fuori. Pigia, pigia tremendo, mal organizzato. S. Pietro è un’enorme teatro dove si può pregare poco da chi non ha un posto speciale. Illuminazione imponente per la perfezione e maestria nell’accenderle (erano 350 Sampietrini) e in pochi minuti fu accesa. Calca innumerevole. Ricevimento nel cortile di San Damaso della famiglia salesiana – fu proprio una serata di famiglia in cui non si vedeva la maestà del Pontefice, ma la bontà del Padre.

2) Torino indescrivibile e mai veduta una faccenda simile. Don Bosco passò come trionfatore e che volete che vi dica? “Occhio non vide, orecchio non udì di un uomo alcuno… quanto succedette”.

Leggete le relazioni e notificate.

In fretta.

Don V. Cimatti


469 /Rinaldi Filippo / 1929-6-14 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


14 giugno 1929

Amatissimo Babbo,


Come conclusione del triduo di Don Bosco ho fatto un po’ di esercizio di buona morte e mi rimane da fare un po’ di rendiconto mensile. Non potendo prevedere quando potrò parlarLe, credo bene affidare alla carta alcuni pensieri.


              1. Grazie soprattutto della carità usatami nell’avermi voluto a Torino per queste feste. Ne ho guadagnato (voglio sperare) in ogni senso. Mi trovai spiritualmente in un misto di commozione, di indifferenza o freddezza, di entusiasmo intimo o pubblico… che mi fece capire sempre meglio la gran bestia che sono, il grande amor proprio che ancora alligna nei bassifondi, e la lontananza a cui sono dall’ideale… Ma, Deus scit!

              2. Le mie pratiche di pietà purtroppo in questo trambusto di luoghi, di orari, andarono come poterono, ma qualche volta, qualcosa lasciò a desiderare… Come sono ancora lontano dallo spirito di pietà che mi permetta l’adempimento fedele, completo, cordiale delle pratiche anche quando non posso farle colla comunità… Ho ancora bisogno di migliorare tutte le pratiche prescritte – la più esatta forma nell’amministrazione dei Sacramenti – la più costante pratica dell’esame di coscienza. Me l’ottenga dal nostro Don Bosco, perché se mi manca questo spirito sono perso, sono perso!

              3. Salute ottima.

              4. Studio e lavoro: tento di non dimenticare un po’ di esercizio quotidiano della lingua giapponese – di eseguire gli incarichi che i Superiori mi affidano (e sono qui a disposizione e scongiuro i Superiori che mi facciano lavorare) – di darmi attorno per racimolare qualche cosa per la Missione.

              5. Per le Ss. Regole non mi pare ci sia nulla di notevole. Ho creduto (anche spendendo qualcosa di più) mio dovere spedire alle residenze quanto poteva far vivere i confratelli col cuore rivolto a Don Bosco. Trovo un po’ di difficoltà nella custodia più forte dei miei sensi: occhi e gusto (ho preso qualche risoluzione al riguardo).


Qualche osservazione intima su confratelli e cose a quattr’occhi… Mi benedica e mi ottenga di diventare un vero Don Bosco dal nostro Beato. Con affetto filiale:

Suo aff. mo

Don Vincenzo Cimatti

Salesiano di Don Bosco



470 /Rinaldi Filippo BS / 1929-6-24 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



41.1

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41.1.1 LA PRIMA CHIESA COSTRUITA DAI SALESIANI IN GIAPPONE

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42 Da Miyazaki,15 24 giugno 1929

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Amatissimo Padre,


Gioisca con noi e benedica con noi il Signore, che ci ha aiutato a tradurre in realtà un desiderio da tempo vagheggiato per il bene di una cristianità e per l’estensione del regno di Dio nella missione a noi affidata. Mi giunge la lieta notizia della benedizione della chiesetta di TANO, la prima che i figli di Don Bosco costruiscono in Giappone.

Tano è una graziosa cittadina a 40 km. da Miyazaki e poco fuori di essa si è venuto formando una cristianità, che da tempo reclamava la sua chiesetta, la quale avrebbe permesso ai cristiani il più esatto adempimento dei doveri religiosi, il moltiplicarsi di quella cristianità, e una maggior opera di propaganda tra i pagani. A nostro modo di vedere ci sembra necessario, là dove c’è una cristianità anche piccola, debba sorgere sia pure modesta cappella, segno del regno di Dio che avanza e prende terreno, vincolo di unione e focolaio di fede per i cristiani, richiamo efficace per il pagano che, non fosse altro che per curiosità, andrà a vedere ciò che in essa si compie.

Girando per il Giappone non si vedono che numerosi splendidi templi shintoisti o buddisti, e sono una eccezione (sto per dire) una minuscola insignificante eccezione le chiese cattoliche; invano fra la fantasmagoria di paesaggio che da ogni parte c’investe trovate le chiese cattoliche sormontate dalla croce, col bel campanile… o sono rarissime…

L’edificio sacro che si fa vedere, che è ben officiato e tenuto con decoro diventa (se non erro) centro d’attrazione di bene che è nostro dovere moltiplicare ragionevolmente. La Provvidenza per mezzo di munifici benefattori e di devoti, ci inviò le offerte, la volontà dei confratelli appianò le difficoltà, gli operai e i cristiani di Tano volenterosi prestarono l’opera loro, la Prefettura locale concesse un generoso sussidio, ed ora grazie a Dio la chiesetta si erge bella, armoniosa, sobria ed elegante sul pianoro, cui fa corona una catena montagnosa e nella valle la cittadina di Tano, e la soddisfazione è unanime: autorità, periti, stampa, cristiani di Tano e Miyazaki, pagani.

La chiesa per volontà dei benefattori è intitolata a Maria Stella del mare ed ha per Patrona S. Teresa del bambino Gesù. Ancora una volta la Madre nostra e la protettrice delle Missioni si sono costruite la casa… è davvero altamente significativo questo per noi, e c’incoraggia al lavoro.

Si iniziarono le feste con triduo predicato al mattino da Don Margiaria e a sera da Don Cavoli, e nel disbrigo dei preparativi. Piovve insistentemente tutta la settimana, ma alla domenica il tempo bello compensò davvero le ansie, i timori, le tribolazioni della settimana. Le giovani del circolo giovanile femminile con un cuor solo, lavorando febbrilmente e con vero intelletto d’amore a costruire una bella ghirlanda di fiori, vari stendardi, i vestitini per le ragazze che dovevano lanciare i fiori per la processione, i preparativi per il pranzo delle autorità, ecc.

Al mattino col primo treno arrivano da Miyazaki un centinaio di persone.

L’allegria insolita di quella massa di gente, accresciuta dal cicaleccio, dalle canzoni di fanciulli, richiamò la curiosità dei buoni paesani di Tano che si affacciano curiosi sull’uscio al passaggio di quella colonna di gente che procede allegra per la collina, fra il verde dei boschetti o dei campi; da cui pigliano risalto i variopinti vestiti irradiati da sprazzi di sole, mentre dall’alto rimbombano gli spari… La chiesetta è salutata da grida di gioia e va diffondendosi per gli animi una serenità che colpisce. Oh, dev’essere certo l’influsso materno di Maria stella del mare e l’effusione delle grazie di S. Teresina che stanno per divenire titolari e patrone del luogo sacro e dei cuori.

Si compie il rito della benedizione dal nostro Don Tanguy, e viene snodandosi, fra i canti, fra gli spari dei mortaretti, la processione. Precede il clero con la croce, gli stendardi delle 6 compagnie, e portata a spalle l’esile e sorridente statuetta della Patrona, incorniciata da una ghirlanda di rose diafane e da uno splendido cielo e vengono intrecciandosi canti di bimbi, cori robusti di uomini cui controrispondono le giovani inneggianti alla Stella del mare e a S. Teresa. Segue fra la commozione generale la S. Messa, numerose Ss. Comunioni. Alle 11 vi è il ricevimento delle autorità rappresentate dal Sottoprefetto e dalle notabilità della provincia, dalle autorità cittadine di Tano, dalla Polizia, dalle autorità scolastiche, dai giornalisti.

I discorsi, le relazioni, i ringraziamenti s’intrecciano e si susseguono e chiude la serie il discorso del Sottoprefetto che dicendosi lieto di trovarsi in mezzo ai salesiani di Don Bosco e ai cristiani li incitava a che sorgesse in quel luogo un paese di cattolici che dissodassero questi terreni e rendessero sempre più florida l’agricoltura nazionale.

Amato Padre, quale magnifico campo anche per noi, quali utili benemerenze potremo anche con questo acquistarci presso il Governo e quale mezzo potente per l’educazione morale e religiosa delle masse del popolo agricolo, così numeroso in Giappone.

Ad una modesta agape all’europea, per il cui apprestamento il nostro bravo Guaschino fu davvero all’altezza della situazione, presero parte le autorità, che si degnarono assistere anche al concerto.

Affluivano intanto dal paese e dai dintorni i visitatori ammirati dell’avvenimento, della schietta allegria dei cristiani, dei vari giuochi e delle gare a premio che si disputavano i giovani.

Pose fine all’indimenticabile festa la benedizione di Gesù, che pigliava definitivo possesso di quel luogo, e sulle fronti curve dei cristiani e sui numerosi pagani che si assiepavano attoniti, faceva scendere le sue grazie. Il colle ora non è più solitario: è da oggi divenuto centro, a cui molti hanno rivolto lo sguardo, e a cui più tardi rivolgeranno l’anima. Oh, la Stella del mare e S. Teresa aiutino il missionario!

Un grazie di cuore alle Autorità, ai benefattori della chiesa, a quanti hanno lavorato per la costruzione ed uno specialissimo alle varie associazioni cattoliche ed agli amatissimi Don Cavoli, Don Margiaria e Don Lucioni, fattori principali della riuscita festa. Li benedica in modo speciale, o buon Padre, e benedica anche il povero scrivente.16

Don Vincenzo Cimatti, sales.


471 /Ricaldone Pietro / 1929-6-29 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



43 Torino, 29 giugno 1929

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Amatis.mo Sig. Don Ricaldone,


Più tento di avvicinare i Superiori per pregarli di pigliare a cuore e concretizzare e definire le cose per la Missione del Giappone, più sorgono impedimenti, segno certo che il Signore non ritiene indispensabile la mia insistenza. Ad ogni modo, siccome credo mio dovere darmi attorno in tutte le forme per il bene della missione, mi faccio lecito ricordarLe che:


1.  In base all’invito dei Superiori si è lavorato per la casa di formazione e per le suore. Queste ultime desiderano (come Lei disse) una casa d’affitto e si è adocchiata. Per la casa di formazione c’è già il terreno (oltre un ettaro) e le diedi il progetto, suscettibile di tutte le modificazioni secondo il beneplacito dei Superiori.

        1. Secondo noi è necessaria la presenza delle suore, oltre che per il bene reale che possono fare, per togliere i confratelli da un lavoro diretto con le ragazze, che Lei stesso vide ed è per noi pericoloso.

        2. È necessaria la casa di formazione per lo sviluppo della missione e della Società nostra (sarà – fra l’altro e ne sono sicuro – focolare di vocazioni). Il momento in cui Lei dovrà fare la scelta degli elementi – non dimentichi il Giappone, le sue necessità, le sue difficoltà – ma non ci lasci a mani vuote.


La Provvidenza non ci abbandonerà – per la costruzione della casa bastano due o tre mesi – ed in ogni caso in principio ci aggiusteremo, ma occorre incominciare.

        1. I Superiori mi hanno inviato alla Crocetta – ma dovendo predicare agli altri non mi è possibile fare gli esercizi – quindi se Lei pure, per ipotesi non fa questa muta (a Valsalice) e se ritiene utile un abboccamento, qualche ora libera (possibilmente non domenica) potrei averla.

Ma sono sicurissimo che a quest’ora già tutto sarà a posto e provveduto.

Amatis.mo Sig. Don Ricaldone, perdoni la libertà, preghi che mi salvi l’anima; e mi aiuti a lavorare, me ne dia, se no sono perso.

L’abbraccia nel Signore il suo

Dev.mo

44 Don V. Cimatti

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472 /Merlino Alfonso / 1929-6-27 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



27 giugno 1929

Mio Merlino,


Ti penso in buona salute buono e allegro e laborioso: è quanto vuole Don Bosco da te.

Prega per me. Non ho ancora potuto spingermi ad Imperia; ma sarà presto.

Tuo

Don V. Cimatti


473 /Giardini Mario / 1929-7-5 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



45 Torino, 5 luglio 1929

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Eccellenza Reverendissima,


È la festa patronale della loro Congregazione ed unito in spirito prego colla prosperità della medesima, per l’E. V. cui la famiglia salesiana del Giappone tanto deve.

Ho saputo da una famiglia cristiana e dal Console Sig. Guasco della riuscitissima festa del Concordato. Deo gratias!

A giorni saranno spedite all’E. V. i clichés per la vita di Don Bosco: se si pensa di farli in pagine diverse, si può iniziare anche subito la stampa.

Sto lavorando presso i Superiori per ottenere il personale necessario per l’inizio del Noviziato (che metterei a Takanabe, vicino a Miyazaki) e per un piccolo nucleo di Suore (Miyazaki), Figlie di Maria Ausiliatrice.

La terrò informata a questione decisa. Le sarei riconoscente, se ci fossero modalità speciali da espletare nei riguardi ecclesiastici o civili, di farmeli sapere.

Con vivo ossequio e presentandole i saluti del nostro Rettor Maggiore e dei Superiori, la ricordo ogni giorno.

Ricorderà pure quel povero nostro confratello coadiutore che feci rimpatriare. Il Signore l’ha chiamato a sé purtroppo in un accesso nevrastenico che ci avrebbe dato assai da fare, fosse capitato in Giappone.

Preghi e benedica chi si professa, della V. E. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti,

missionario salesiano

474 /Zerbino Pietro / 1929-7-7 /


a Don Pietro Zerbino, ex-allievo di Valsalice17



7 luglio 1929


In charitate perpetua dilexi te! E ti ha davvero amato Gesù ed oggi lo suggella col bacio d’amicizia.

Donati, donati totalmente, donati generosamente a Lui corpo e anima e possa tu emulare nell’apostolato il tuo Santo Patrono.

46 Tuo

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47 Don Cimatti

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475 /Virgilio Uguccioni /1929-7-7 /


a Don Virgilio Uguccioni, ex-allievo di Valsalice, scrittore di operette



Ricordo di Prima Messa

7 luglio 1929


Perché non ti dimentichi del Giappone eccoti la nostra Ausiliatrice. Non vos me elegistis… Vos autem dixi amicos…

Majorem charitatem nemo habet… Voci di Gesù al tuo cuore. L’augurio del tuo vecchio amico: “riproduci il pensiero, il cuore, l’opera di Don Bosco. Ama e santificati” e prega pel tuo

48 Don V. Cimatti

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476 /Merlino Alfonso / 1929-7-7 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


7 luglio 1929

Merlino mio carissimo,


Buon S. Alfonso pieno di benedizioni di Dio e di preghiere speciali che farò in quel giorno. Gesù ti accompagni e benedica. Novità nessuna. Dopo il Capitolo mi lusingo di poter perlustrare i tuoi paesi o almeno fare un saluto a mamma.

Prega e fa’ pregare per me. Un saluto speciale a Sig. Yamada e al Catechista – al fotografo e al macellaio.

Tuo sempre

49 Don V. Cimatti

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Grazie delle tue preghiere. Ti vedo bene in fotografia. Prega per me e tu lavora con fede, con amore, allegro e con sacrificio.

Tuo

50 Don V. Cimatti

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Saluti speciali al fotografo e al macellaio. Allegro e buono.


477 /Circolare Salesiani / 1929-7-8 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



[Torino], 8 luglio 1929

Carissimi,


Si inizia questa sera il Capitolo. In Chiesa la solita funzione prescritta dalle Regole. Numero dei Capitolari 92, non tutti presenti. I Visitatori non hanno voto, assistono, parlano e se è necessario hanno voto consultivo. Si arriva così coi Visitatori al numero di 97.

Martedì mattina, mentre si eleggevano i segretari ecc. andai a trovare gli ammalati nostri a Piossasco. Sono 9 (Don Foglino, Bessolo, Aimar, Panizza, Gribaldo, Saini, Casarone - e uno di cui mi sfugge il nome - i più gravi Bessolo e Casarone). Vari usciranno di questi giorni. Pregano per noi.

A sera elezione dei membri del Capitolo. Confermati i precedenti. Quasi all’unanimità Don Ricaldone e Don Giraudi; meno di 2/3 per Don Fascie e Don Candela. Assai contestati Don Tirone e Don Vespignani. Chi ebbe più voti extra Don Rota e Don Vismara. Mercoledì si inizia il lavoro di 4 sottocommissioni (studi sacri, scuole, missioni, varie) in cui sono suddivisi i Capitolari. I Superiori collegano quanto hanno inviato i confratelli ed hanno già ordinato il lavoro, quindi si può lavorare speditamente. Alla Commissione Missioni sono presenti tutti i missionari, Vescovi, Vicari Apostolici e Prefetti. Mi pare si lavori davvero con serietà e da tutti si desidera chiarezza.

Tenni conferenza in occasione delle feste di Don Bosco o isolatamente a Saluzzo, Sampierdarena, Spezia, Benevagienna, Giaveno, Torino in un salone, Oratorio S. Luigi, S. Paolo, Oratorio salesiano.

Predicai esercizi a Valsalice e Crocetta, prossimamente andrò nel Romano, poi Liguria, poi Lombardia e che il Signore ci aiuti.

Effetti finanziari non rilevanti, ma conoscenze dell’opera salesiana e nostra missione, buon seme che fruttificherà. Certo che presso tutti la Missione nostra è la più simpatica.

Ho presentato al Sig. Don Rinaldi ed al rinnovato Capitolo anche i vostri omaggi graditissimi. Continuate a pregare e far pregare specie i bambini per le decisioni sulla nostra Missione prossime a maturare, mi pare bene. Rendiamoci degni delle grazie di Dio e dei suoi benefici con l’esatta osservanza delle Regole. Toccate con mano anche voi le vie della Provvidenza, ma dobbiamo rendercene sempre più degni. Vi abbraccio nel Signore e non desidero che ritornare.

Tutto vostro

51 Don V. Cimatti

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P.S. - Il confermato Capitolo sta in carica fino all’elezione del Rettor Maggiore, se non viene a mancare prima, quod Deus avertat.

478 /Piacenza Pietro / 1929-7-10 /


a Don Pietro Piacenza, missionario salesiano in Giappone



10 luglio 1929

Carissimo,


Ricevo a distanza di un giorno le varie tue e rispondo collettivamente. Per le finanze regolate in Domino. Vedete che il Signore non ci abbandona. Fede, lavoro e viviamo nella povertà e vedrete miracoli.

Per Tonari meglio aggiustare al più presto. Raccomando note esatte e sfruttare lo sfruttabile di terreno coltivabile affidandolo se del caso a qualche famiglia cristiana o pagana a patti chiari e al più presto.

La Provvidenza deve mandarci il mezzo milione che ho domandato. Preghiamo, rendiamoci degni e verrà anche molto di più.

Grazie delle indicazioni sul[lo] Yen: farò il possibile. È inteso che spedisco quel poco che trovo a te: spedendo altrove avviserò.

Ricevuto il libro di preghiere. Si è in trattative, non concluse, per il vocabolario. Grazie delle indicazioni spese mensili.

Chiarirò a Don Manachino. Se Don Rinaldi permette forse ho già trovato una borsa. Grazie delle fotografie e del lavoro per le feste.

Non turbatevi per gli esiti: seminiamo a gran forza, con fede, con carità e avanti sempre.

Grazie dei consigli… ti assicuro che tutti parlano senza veli ai Superiori e speriamo debba uscire da tutto un gran bene. Allegro, calmo e buono sempre.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Tuo fratello mi ha scritto: spero fargli una visita. Per ora gli ho scritto dandogli notizie.

Per i seminaristi fare coraggio e sempre già fin d’ora, piano concreto, come fare nel prossimo anno in cui il Seminario non è aperto: non bisogna che noi lasciamo l’interruzione, se no…

Per il giovane sostituito di Matsushima e proposta catechista Boulteau, omnes probate, quod bonum est tenete. Starò attento alla borsa e farò come dici. E per ora basta. Allegro sempre. Saluta omnes.

Tuo

52 Don Cimatti

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479 /Circolare Salesiani / 1929-7-15 /


52.1 ai Salesiani e Missionari in Giappone

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[Torino,] 15 luglio 1929

Carissimi,


I due temi, studi e scuola, sono terminati. Le mie impressioni sono che i Superiori nel lavoro preliminare fatto, le Commissioni nello studio delle questioni abbiano lavorato seriamente.

Vi mando gli abbozzi con qualche correzione e con qualche pensiero del Sig. Don Rinaldi, che potranno convenientemente essere svolti come tema di conferenza. Più tardi saranno riprodotti integralmente nel Regolamento. Certo la nostra Società viene regolarizzandosi meravigliosamente, rendendo sempre più agile e consona ai bisogni e alla giustizia la nostra attività.

È già un passo avanti la proclamazione della necessità di un terzo anno di studi per i nostri filosofi e del regolarizzarsi e aumentarsi dei corsi teologici e per i nostri coadiutori del biennio di perfezionamento, che si inizieranno col prossimo anno.

Già pronto il lavoro del tema Missioni, che si inizierà quanto prima in cui ci sono ottime cose e di cui accennerò prossimamente. Ieri sera ([ore]18) vi fu la consegna delle reliquie di Don Bosco che ogni Ispettore dovrà portare alle case. Anche il Giappone ebbe la sua parte (uguale per tutti). Sono tolte dal Corpo del nostro Beato e la più ricca (per la casa di Miyazaki) è tolta dal cervello.

Il medico quando prese in mano il cranio trovò che era pesante normalmente (proporzione fatta delle parti evaporabili) e allora trasse fuori a piccoli blocchi il cervello che pure nella mummificazione era ben conservato e completo.

Il Signor Don Rinaldi, prima di consegnare le preziose reliquie, fece appunto notare che non essendosi conservato il cuore di Don Bosco, potevamo pensare che quel cuore fu tutto consumato dalla carità per il prossimo. I Superiori vollero che alle case più importanti fosse dato il cervello a indicare l’unione di spirito di fede, di azione che dobbiamo fomentare tra noi e che daranno luogo alla carità.18

Penseremo al da farsi per quando porterò questi preziosi tesori e come realizzare il desiderio dei Superiori che vogliono che ad una domenica del mese si esponga la reliquia e si parli di Don Bosco. Cominciate a pensarvi.

Così di nuovo Don Bosco da Valsalice va in tutte le parti del mondo.

Coraggio e preghiamo e lavoriamo e procuriamo di essere altrettanti Don Bosco.

Vostro

53 Don V. Cimatti

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480 /Merlino Alfonso / 1929-7-19 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


19 luglio 1929

Carissimo Merlino,


Pur essendo il corpo lontano il mio cuore è unito al tuo (= karada wa tooku hanarete ite mo jibun no kokoro wa anata to itchi shite aru…).

Grazie a te del continuo ricordo, delle belle notizie.

Credo di averti fatti gli auguri per S. Alfonso, in caso tu comprendi quanto vorrei dire se ti fossi vicino, e quanto farò in quel giorno.

Le nostre anime si conoscono e possono domandarsi reciprocamente quanto è necessario per il bene. Grazie delle preghiere.

Spero presto rivedere i tuoi. Sta’ calmo e tranquillo che il Signore ti vuol bene e avanti allegramente.

Salutami i tuoi aiutanti e assicura che prego per loro.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

481 /Rinaldi Filippo BS / 1929-7-23 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


NUOVI PALPITI DI ATTIVITA` MISSIONARIA IN GIAPPONE19


54 Miyazaki, 23 luglio 1929

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Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Mi scrivono dal Giappone notizie consolanti che mi affretto a comunicarle, ben sapendo di qual gioia torni al Padre l’opera di apostolato dei figli lontani.


Festa di Maria Ausiliatrice. In ogni residenza fu solennizzata con lo slancio proprio dei figli che vogliono onorare la mamma ed assunse particolare svolgimento a Miyazaki per la presenza di Mons. Roy, prefetto apostolico di Kagoshima e più per i frutti spirituali, davvero miracolosi, ottenuti. Quanto poteva servire a dare intonazione di festa entro e fuori la chiesa, entro e fuori la missione, fu messo fuori.

Splendide e ben riuscite le funzioni, ravvivate dalla bella statua di Maria Ausiliatrice che per la prima volta appariva nella nostra chiesa.

Lei, amato Padre l’aveva donata ai suoi figli del Giappone. Arrivò, purtroppo sfracellata, ma il paziente lavoro di questi modellatori e coloritori giapponesi la rimisero a nuovo ed oggi tra fiori e ceri e fra la gioia della nostra cristianità appare tra noi a prendere possesso della missione, a Lei consacrata. Nel pomeriggio si aprì una modesta esposizione fra cui facevano mostra di sé i quadri della vita di Don Bosco, quadri delle vedute dell’Italia, il grosso atlante del Touring Club, il catechismo illustrato e molti lavori eseguiti dai nostri ragazzi, specialmente paesaggi in cui s’ammirava qualche bello spunto e non mancava il futurismo…

In cortile gare sportive diverse, poi funzioni religiose, coronate con proiezioni luminose, tanto gradite ai nostri cristiani. Il giorno dopo i cristiani con delicato pensiero vollero invocare la protezione dell’Ausiliatrice sui loro morti, ed in massa si recarono al Cimitero cattolico per la funzione di suffragio.


Festa di Don Bosco. Quanto mente e cuore potevano ideare e quanto le forze e possibilità potevano realizzare, tutto fu messo in opera dagli amati confratelli affinchè il nostro Beato Don Bosco potesse essere degnamente venerato, in questa solenne circostanza, col vivo augurio di una festa più completa e solenne nel prossimo anno.

L’effigie del Padre è sull’altare. Le mani gentili e più i cuori ardenti delle nostre giovani l’hanno ornata con quel fine gusto giapponese loro caratteristico. Alla loro volta i baldi giovani del Circolo Don Bosco hanno ornato le adiacenze della Chiesa. Messa solenne, servita dal piccolo clero al completo, discorso d’occasione, buona frequenza ai Ss. Sacramenti, distribuzione di dolci. Alla sera una ben riuscita gara catechistica diede un crescendo di animazione alla festa, fu una viva partecipazione degli adulti, un omaggio spontaneo e sentito della gioventù a Don Bosco “padre e maestro”.

Così era stata presentata ed ideata dal nostro bravo Don Cavoli, e con tale intento e sentimento fu eseguita. La sala era letteralmente gremita di grandi e di piccoli spettatori. (Ah! quando la Provvidenza ci invierà i mezzi per la costruzione di una grande sala per riunioni, concerti, teatro?… È davvero indispensabile!).

I gareggianti sono 44; i giudici di questa singolare tenzone sotto la presidenza dell’inesorabile Don Margiaria sono inflessibili. Dopo ben combattuta lotta rimangono vincitori uno della compagnia di San Luigi, 2° del circolo Don Bosco, 2° del circolo femminile, cui fu consegnato tra gli applausi l’assegnato premio in denaro.

Il nostro Don Bosco non poteva dal Cielo non benedire, specialmente in quel giorno, a questo slancio, a questa professione di fede, che per lo zelo dei nostri buoni confratelli veniva a radicarsi in quelle anime “vere delizie dell’anima nostra”.

Alla benedizione i giovanotti vestiti in cotta, prestano servizio. L’amato Don Lucioni intona con slancio il Te Deum, e su quel vivente grappolo di gioventù maschile e femminile che gremisce la chiesa e sulla moltitudine dei genitori col volto proteso a Don Bosco, scende la benedizione di Gesù.

E si conclude la serata in sala con canti e suoni, col discorso ufficiale del nostro Don Margiaria e coll’inaugurazione di un minuscolo cinematografo (che attende ancora la carità di qualche anima buona per essere pagato).

Oh, gradisca Don Bosco l’omaggio dei suoi figli lontani e ci aiuti ad attrarre a Lui per condurle a Dio, le masse della gioventù giapponese.


La Cresima a Nakatsu. Visita del Vescovo di Fukuoka.


I confratelli di Nakatsu svolsero in unione ai confratelli di Oita un programma comprendente splendide funzioni religiose, giuochi vari, gran concerto, cinematografo, magnifica illuminazione e fuochi artificiali per glorificare il grande avvenimento della beatificazione di Don Bosco.

Diede risalto speciale alla festa, cui convennero molti ragazzi pagani e tutti i loro parenti, la presenza del Ven.mo Mons. Thiry, Vescovo di Fukuoka, che amministrò la S. Cresima, parlò ai convenuti e volle con questo atto dire ai figli di Don Bosco tutto il suo affetto paterno per l’opera loro.

Amato Padre, come vede, con lentezza, è vero, si procede, si cerca di spargere buona semente fra queste care anime. Per l’intercessione del nostro beato Don Bosco, siamo certi che si riuscirà a propagare sempre più la devozione a Maria A. e ad innestare in queste povere anime nostro Signore Gesù Cristo.

Colla preghiera, coll’offerta dei quotidiani sacrifici, con sussidi di ogni genere, ci aiutino i nostri fratelli, amici e cooperatori.

Preghi per i suoi figli lontani.

Don Vincenzo Cimatti, sales.




482 /Super. Gener. F.M.A. / 1929-7-24 /


alla Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice


55 Torino, 24 luglio 1929

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Rev.ma Madre,


Il nostro Ven.mo Superiore e Padre Don Rinaldi, mi assicura di avere scritto a Lei Rev.ma Madre per la nota questione.

Mi è necessario sapere con una certa urgenza:

  1. Il numero delle Rev. Suore, per dare gli opportuni ordini per la casa;

  2. La convenzione da stipularsi, se del caso, tra il Superiore ecclesiastico o salesiano, perché possa presentarla ai superiori per l’approvazione;

  3. E quanto crede la Rev.ma Madre utile. Farei viva istanza che le elette avessero qualche attitudine o abilità (come ad es. di musica, di cucito e ricamo, di fondazione di asilo infantile, di lingua specialmente inglese) ché allora sarebbero in grado di iniziare presto un lavoro assai fruttuoso, appena sgrossata la lingua (che non bisogna fare più difficile di quello che è).


La Rev.ma Madre pensi poi che la nostra Missione è poverissima e quindi ci venga in aiuto in tutte le forme possibili.

Affido questa alla nostra buona Mamma, oggi 24 del mese, affinché la benedica e l’appoggi, e prego il beato Don Bosco, che nell’anno della sua beatificazione conceda al Giappone le Figlie di Maria Ausiliatrice.

Sempre ricordandola con affetto devoto mi dico:

Della St. Ven.ma

Dev. mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano


483 /Circolare Salesiani e Missionari / 1929-7-24 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



56 Torino, 24 luglio 1929

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Carissimi,


Il Capitolo è finito e vogliamo sperare che le conclusioni che a tempo opportuno saranno comunicate dal Rettor Maggiore serviranno davvero al bene spirituale.

Le Missioni furono trattate bene, determinando le relazioni fra Superiori ecclesiastici e religiosi (che è la cosa più difficile là dove i poteri sono divisi) ad experimentum, mettendo le procure e siccome non si vollero toccare le regole, insistendo molto a che l’incaricato delle Missioni eserciti con cuore, tempo e mezzi l’ufficio importantissimo. Rimase sospesa (ed è ancora allo studio), la questione finanziaria delle Missioni (la più viva e importante): dipende cioè la Missione in quanto tale dalla nostra Società o da Roma. Voi capite la portata della questione: appena sarà risolta ve ne parlerò. È certo la questione vitale per il Superiore ecclesiastico, che noi sentiamo ancora poco, perché i poteri sono ancora in via eccezionale uniti – ma che è della massima importanza. Se avete qualche idea al riguardo…

Vi invio lo schema del lavoro trattato su cui si lavorò e più tardi vi saranno le conclusioni definitive.

Seguirono nella sezione quarta: proposte varie, la presentazione di un due mila questioni di vario genere, dubbi, domande e di vario genere, o sulle pratiche di pietà o su questioni amministrative, ecc. Accenno a quelle che possono avere un certo valore per voi. Assicurazione degli incendi: prego far esatta ricerca sul come ci troviamo al riguardo (bisognerà pensare anche alla Chiesa di Tano. Al ritorno faremo collettivamente per le varie nostre case. Si può sentire il P. Joly e P. Brenghier. Don Piacenza si informi dai Trappisti).

Moduli amministrativi: Don Giraudi sta preparando e unificando.

Relazione colle Suore: il Sig. Don Rinaldi riassume quanto a tutt’oggi è stabilito.

Proposta di ristampa, aggiornamento di libri, ecc. ad es. sogni di Don Bosco, continuazione Memorie Biografiche, Vite di confratelli, Necrologio, ecc. Sono in corso, et similia che erano piuttosto voti, raccomandazioni, richiami a regole o tradizioni nostre. Appassionata questione: quali sono i poteri dei Capitoli Generali? Legislativo o anche di controllo? Molti pensano che l’elezione dei Superiori debba farsi dopo tutte le discussioni. Ad ogni modo non è troppo chiaro quanto è sulle Regole. Concluse Don Rinaldi ringraziando tutti, esortando tutti a essere Don Bosco e regalando a tutti “Don Bosco con Dio” nuovo lavoro di Don Ceria. Oggi sono chiamato in Capitolo. Sarà la risposta definitiva? Preghiamo.

Tutto vostro

57 Don V. Cimatti

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P.S. - Quando binate, applicate pure secondo l’intenzione del Superiore…

484 /Piacenza Pietro / 1929-7-24 /


a Don Pietro Piacenza, missionario salesiano in Giappone



24 luglio 1929

Carissimo Don Pietro,


A Dio piacendo per l’Assunta sarò dal fratello.

  1. Riceverai le Messe uscite in questi ultimi tempi e ne farai le opportune distribuzioni.

  2. Idem per le variazioni del breviario.

  3. Invio pure colletti (richiestimi da Miyazaki).

Prega per me.

Tuo

58 Don V. Cimatti

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P.S. - Se oltre a quanto avete inviato constatate altri bisogni fammi sapere, perché in settembre desidererei cominciare a pensare ai bauli e provviste.

485 /Grigoletto Giuseppe / 1929-7-26 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



59 Torino, 26 luglio 1929

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Carissimo,


Grazie della tua, ho fatto quanto mi hai detto pel padrino per cui vivamente prego.

Ho visto delle poesie… ma non pensavo… le ho inviate ai missionari. Verrei in ginocchio… ma per tutto il mese di agosto sono impegnato. Deus providebit… Prega per me e ottienimi da Don Bosco santità di vita e dei milioni.

Saluta tutti tutti tutti e se c’è l’Ispettore un pugno…

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

60 Don V. Cimatti

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486 /Padovan Francesco / 1929-7-26 /


a Francesco Padovan, benefattore


61 Torino, 26 luglio 1929

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Ill.mo Signore,


Dal mio carissimo Grigoletto apprendo la dolorosa notizia della morte della sua ottima signora, accresciuta dalle circostanze che Giuseppe mi nasconde, ma che devono essere state ben dolorose.

Se vi è un momento in cui dobbiamo sentirci cristiani è proprio questo e perciò mentre dal più profondo del cuore voglio partecipare al suo cordoglio e le assicuro speciali preghiere, le dico: “Fiat voluntas Dei”.

Certo l’ottima sua signora dal Paradiso veglierà per il suo buon Francesco e pregherà per noi tutti.

Grazie di quanto ha fatto per la missione salesiana del Giappone e di quanto vorrà fare per noi. Se per esternare la memoria della bell’anima della sua signora volesse concorrere a qualche opera buona a favore della nostra povera missione o con legato di Ss. Messe o con borse di studio o con offerte per la propagazione della buona stampa, ecc. sarebbe certo anche per noi una fiorita carità.

Con vivo riconoscente affetto per il bene fatto finora ed assicurando vive preghiere per l’anima della sua signora e per Lei, ottimo Sig. Padovan, mi è grato dirmi:

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


487 /Ricaldone Pietro / 1929-7-28 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



62 Torino, 28 luglio 1929

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Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


L’ubbidienza mi fa filare nella romana.

Affido alla sua bontà e carità la naufraga missione giapponese – secondo le direttive da Lei tracciate e che forse Don Cimatti non è stato capace di condurre in porto nella prima, catastrofica seduta capitolare. Deo gratias!

Don Cimatti e i confratelli ricordano le sue promesse, le sue direttive ed hanno coscienza di averle seguite.

Non voglia dunque abbandonarci né fare subire ritardi a quanto è vitale per l’opera nostra in Giappone.

Sto facendo una novena a Don Bosco.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone preghi per questo poveraccio

Suo dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.






488 /Merlino Alfonso / 1929-7-29 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[Frascati], 29 luglio 1929

Carissimo Merlino,


Come vedi sono in giro pel bene delle anime e della missione. Prega che tutto riesca ad majorem Dei gloriam.

Come dico a Don Leone, aiutatemi specialmente in quest’anno per far sì che il nostro oratorietto piaccia a Don Bosco.

Allegro sempre e prega e fa’ pregare per me.

Tuo

63 Don V. Cimatti

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489 /Ricaldone Pietro / 1929-7-… /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Pro-memoria pel Sig. Don Ricaldone


Luglio 1929 [?]



              1. Nel campo delle pubblicazioni (Bollettino, Gioventù missionaria, ecc.) per ciò che riferisce al Giappone occorre aver riguardo alla qualità della nazione. Aver riguardo a non mettere il Giappone tra relazioni di selvaggi. Tra le fotografie scegliere le meglio riuscite – e tentare di far in modo che riescano bene. Per le qualità degli articoli, stare attenti a non pubblicare (specialmente su giornaletti particolari) lettere private di confratelli che alle volte…

              2. Non dovrei scrivere quanto segue, perché può sembrare ridicolo: ad ogni modo tradirei la coscienza se…

Lei sa che si vociferano sul conto di Don Cimatti futuro tutte le voci possibili e immaginabili. Per me rido con Lui che ben sa la nullità mentale, ecc. del sottoscritto.

Ad ogni modo voglio dire ai miei Superiori, da cui dipendono tante cose, che mitre o simili cose – che vesti più o meno colorate – Don Cimatti pel bene dell’anima sua e degli altri assolutamente non le vuole.

I Superiori non sospettano neppure quanto soffra il sottoscritto nell’attuale condizione – figurarsi se dovessi vedermi fuori di Congregazione…

Inutile mi nominino il Card. Cagliero e tutti gli altri… Epikeie, epikeie… Non erano né sono più salesiani…

Ho la testa dura, ma è così. Mi lascino essere come Don Bosco, Don Rua, ecc. Dirà: “Sei proprio il colmo della stupidità e della superbia!” –. Lo so, lo so… ma mi lasci esprimere tutto quanto ho nel cuore e… preghi per me.

              1. Pensi a una statua bella di Maria A. per Miyazaki.

Se mi verrà in testa altro… scriverò.

Tutto suo

64 Don Vincenzo

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490 /Rinaldi Filippo / 1929-8-5 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



65 Gualdo Tadino, 5 agosto 1929

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Amatissimo Padre,


Inizio oggi la muta di Gualdo, dopo di aver finito quella di Frascati, e per non dimenticare, e convinto di realizzare un suo desiderio le espongo alcune impressioni avute.


        1. Ho sentito discorsi sull’ampliamento di Maria A. – è sempre la questione della spesa il perno. “Si stenta tanto a mantenere noviziati, studentati e missioni...”. Non sembrano che soldi (e ce ne vogliono tanti!) buttati… Così ingrandita servirà effettivamente solo per il giorno della festa…

        2. I confratelli hanno l’impressione che il Capitolo Superiore sia assente alla periferia. Bisognerebbe sveltire gli organi dei dicasteri con personale scelto, e che sbrigasse le cose con competenza e relativamente con sollecitudine, anche perché – specie alcuni superiori, data l’età – non riescono a tener dietro a tutto.

        3. La Congregazione è troppo assente da Roma. Si potrebbe ottenere di più se nelle varie Congregazioni od uffici potesse intromettersi: così fanno con vantaggio anche materiale le altre congregazioni che hanno sul posto individui che conoscono bene le vie per introdursi: proprio nel momento buono. Ad es. dicono, sono nulla i sussidi ordinari di Propaganda Fide, in confronto dei sussidi straordinari che si concedono a chi sul posto e a tempo opportuno petit et accipit. Questo lo schema di vari discorsi ed il desiderio di essere informati dei risultati del Capitolo Generale, nella speranza di vedervi la realizzazione di necessità sentite – in altri lo sconforto di trovare che sarà tutto come prima.


Arrepta occasione insinuai, rettificai, ma in molte cose essendo più persuaso di loro di quanto dicevano non potevo se non ascoltare, facendo al solito un po’ l’oca.

Così pure non avrei pensato di trovare in vari il pensiero della questione di Don Savarè – che certo se ostica e spinosa – ha i suoi punti di verità.

Prego che il Signore abbia guidato i Superiori nello studio delle necessità del Giappone in modo che tutto vada per il bene e che presto sia deciso bene e pel bene delle anime.

Continuo, nell’attesa, a pregare e Lei voglia aiutarmi affinchè possa salvare l’anima mia e affinchè predicando agli altri “ne reprobus efficiar”. Nel Signore

Suo aff.mo

66 Don V. Cimatti, salesiano

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491 /Amerio Franco / 1929-8-5 /


al chierico Franco Amerio, ex-allievo di Valsalice, musico



[5 agosto 1929]

Carissimo Franco,


Carta non troppo degna, ma… Se avessi tempo a imbastire l’acclusa, che nel ritmo e nel modo ha un quid di nipponico, ti sarei grato.

Così potremmo cantarla in quelle brevi ore in cui spero venire a Piova.

Per cantare con Don Ubaldi ci vorrebbero duetti…. Ci fosse il San Gennaro – Don Procopio (duetto) et similia, andrebbe bene.

Se c’è Don Ubaldi digli che combinino un programma pieno… per farci onore… Mi rimetto a lui.

A tutti auguri per la festa della Madonna. Sarò in spirito vicino a voi.

Pregate per me.

Tuo

67 Don V. Cimatti

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P.S. - La prima riga con parole in chiave di sol è sempre e sola per il canto.


492 /Giordano Antonio / 1929-8-7 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



7 agosto 1929

Mio carissimo Giordano,


Sa solo il Signore quanto ha fatto Don Cimatti per venirti ad abbracciare dovunque fossi… deve essere volontà di Dio e gli tornerà più gradito il comune sacrificio…

Orari combinati e non potuti realizzare – nell’atto di realizzarli ubbidienze che troncavano tutto – e ti mandavano a Frascati, a Gualdo… Fiat voluntas Dei… E sono sicuro che è meglio così: dopo tutto il gradito incontro vicendevole forse era troppo umano, ed il Signore lo fa maturare per bene.

Mio Antonio, mi hai scritto che mi vuoi parlare: tu sai in ogni caso che cosa ti dirà Don Cimatti e quindi eseguisci, se ci sono le condizioni tante volte indicate.

Difficoltà ne troviamo tutti e dappertutto: la regola che hai abbracciato è chiara; non c’è che da eseguirla e quindi coraggio.

Se quella lotta là è vinta – se non c’è l’abitudine – se c’è calma in testa va’ avanti tranquillo. Allegria, lavoro e unito con Dio: è il trinomio su cui ha insistito sempre chi ha voluto il bene dell’anima tua.

Mi pare che se anche urgesse una decisione, e se tu vuoi assolutamente il parere di Don Cimatti, con quanto ti ho detto precedentemente, puoi decidere tuta conscientia. Tu sai che i tuoi due fuochi sono il tuo io e il tuo cuore: quindi bisogna da un lato che coll’unione con Dio, nel riconoscimento del tuo io reale davanti a Lui, coi mezzi che hai a disposizione, riesca ad essere padrone di te – e dall’altro lato, coll’allegria e col lavoro, colla carità verso tutti freni gli impeti del cuore e domini tutto te stesso in relazione agli altri.

Coraggio mio Antonio. Ti penso e prego e tu fa’ altrettanto per me. Tra le tante che non mi sono andate bene nota anche questa che con tutta la efficace buona volontà non sono riuscito né ad accontentar me, né ad accontentar te. Ti dica questo una volta di più la mia meschinità e povertà… Unita a tanta superbia.

Ti abbraccia e benedice il tuo

Aff.mo

68 Don Vincenzo Cimatti

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P.S. - Grazie del saluto alpestre.


493 /Circolare Salesiani / 1929-8-13 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



69 Torino, 13 agosto 1929

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Carissimi,


Comprendo le vostre apprensioni in questo ritardo di quanto interessa la nostra Missione, ma (specie in quest’anno) è colpa di nessuno. Se il diavolo non ci mette il bastone fra le ruote finora le intese sono:

              1. Per sette o otto chierici (e tutto compreso) per iniziare lo Studen. filosof.

              2. Per sei o sette Figlie di Maria Ausiliatrice.

Speriamo non si perda nulla per via e specialmente che la Provvidenza ci mandi i mezzi per il mantenimento… e finora non vedo spiragli chiari… ed è un momento criticissimo per avere denaro da qualsiasi, superiori compresi… non si sa dove battere il capo.

Ma sono sicuro che se lavoriamo facendo il nostro dovere, se pregheremo e faremo pregare tutto si appianerà. Intanto ho bisogno di tutto il vostro aiuto, consiglio e cooperazione.

Tentiamo infine di metterci nella realtà. Vi raccomando una giusta economia. So già che vi sta a cuore. Il mio pensiero preciso è che ci sforziamo di far fruttare tutte le possibili fonti locali (sia pure esigue). Ognuno di voi personalmente si dia d’attorno presso amici all’estero o in Europa per intensificare le suppliche di aiuto di ogni specie e specialmente di denari (domandate arrepta occasione intenzioni di Sante Messe).

Don Antonio veda – con Tonari di cercare la casa di fitto per le Suore – che abbia oltre l’abitazione un cortile e possibilmente una sala per iniziare qualche cosa. Non troppo lontana dalla Missione – possibilmente vicina a cristiani o a qualche cristiano. Sono condizioni non facili a trovarsi, ma si tenta.

Per lo studentato non potendosi avere così numerosi come si prevedeva o sperava – nè per ora trovando spiragli per la forte somma preventivata, si possono studiare varie soluzioni provvisorie, ad esempio: iniziare a Takanabe nelle forme più economiche la parte più indispensabile della costruzione (forse due man [= 20.000] di yen si arriverà, ma… non ci sono ancora) o anche qui pensare ad una casa di fitto o ad altro.

Se mediante un prestito si possono iniziare i lavori, al più presto mi sforzerò di inviare acconti. È dolorosissimo pensando alle condizioni in cui ci troviamo non potervi né dire né dare altro, ma vi assicuro che si passa una crisi terribile che solo il Signore può aggiustare. Investiamoci tutti della situazione e vediamo con vera carità fraterna di aiutarci.

Ma quello che è più preghiamo e lavoriamo.

La data della partenza non è fissata, si parla della fine di Ottobre o dei primi di Novembre in modo di giungere per Natale o Capodanno. Nella prossima spero di sapervi dire tutto con precisione, ma occorre incominciare.

Fate pregare i cristiani e specialmente i fanciulli. Coraggio e Don Bosco faccia davvero i miracoli necessari per la buona riuscita di tutto.

70 Vostro

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71 Don Cimatti

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P.S. - Grazie delle fotografie inviate e delle diapositive giunte perfettamente sane. Anche quelle di Guaschino funzionano egregiamente.

494 /Merlino Alfonso / 1929-8-16 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



72 16 agosto 1929

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73 Carissimo Merlino,

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Spero in settembre fare una tournée nel genovesato. Prega. Ti vedo nell’ultima foto portare Don Bosco. Bravo. Portalo specialmente nel cuore e nelle opere.

Salutami Yamada e prega per il tuo

Aff.mo

74 Don V. Cimatti

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495 /Merlino Alfonso / 1929-8-27 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



27 agosto 1929

Mio Merlino,


Come stai? Gotassha desu ka, genki desu ka [= Sei in gamba? Stai bene?]… Allegro, sereno e calmo e laborioso.

Prega affinché possiamo far violenza alla Provvidenza perché ci ottenga i mezzi necessari per fare il bene.

Arrivederci presto.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.


496 /Grigoletto Giuseppe / 1929-9-3 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice, grande benefattore



3 settembre 1929

Carissimo Grigoletto,


Torno ora da diverse peregrinazioni e trovo le tue cartoline. Grazie del ricordo e della preghiera. Contraccambio di gran cuore come meglio so.

Al Padrino, da cui ricevetti la somma, risposi ringraziando – forse che si sia smarrita? All’occasione assicura di tutto.

Allegro sempre e buono e… arrivederci. Prega per me che sempre ti seguo con l’affetto e colla preghiera. Prega Don Bosco affinché aiuti a trovare quanto è necessario per la mia missione, che non è poco. Avrei bisogno di un milioncino.

Ti benedico e abbraccio.

Tuo

75 Don V. Cimatti, salesiano

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Presenta i miei poveri auguri a tutti i superiori e amici.


497 /Rinaldi Filippo / 1929-9-4 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


4 settembre 1929

Amatissimo Padre,


Speravo oggi vederla dopo la predicazione a Colle [Salvetti] e a Sanpierdarena, ma non fu possibile. Sono nuovamente in giro alla cerca del personale e poi dei mezzi per…

Non sapendo quindi quando potrò vederla, al solito un po’ di rendiconto. Le porto via un tempo prezioso, ma è mio dovere e quindi…

        1. Salute: ottima, ringraziando il Signore. Sento di diventare pesante e accentuarsi un po’ di palpitazione (che ho sempre avuto) in qualche momento. Oh, se il cuore palpitasse per il Signore!

        2. Studio e lavoro: tento di fare ogni giorno qualche cosa per non dimenticare quel po’ di giapponese, ma… In qualche momento non mi sento pronto all’esecuzione di quel che devo fare. Oh, è una gran brutta cosa non avere l’orario regolare!

        3. Pietà: dopo di aver predicato 6 mute ho pensato di sceglierne una in cui avrei cercato di pensare un po’ più all’anima mia. Scelsi quella di Colle, come la più tranquilla per me. Mi pare di aver dato una buona ripassata a tutto e fatto un buon bucato. Pur avendo fatto regolarmente le cose durante l’anno… quante miserie, mio buon Padre. E tutto per la mia inesperienza, ignoranza e fiacca nel compiere i doveri. Presi per proposito: “accudire la recita del S. Breviario e della Santa Messa – esame rigoroso alla fine della giornata – unione con Dio durante la giornata”. Il secondo e terzo mi sembra di aver tentato di fare finora come meglio era possibile con qualche risultato, ma pel primo, oh, quanto sono ancora lontano. Mah!... tento di non diminuire la buona volontà. Quando sono in orario qualche cosa si fa, ma quando devo fare da me…


Così quanto poco sono divorato dallo zelo delle anime! Come ammiro i miei confratelli di missione, che con un’infinità di risorse sanno fare tanto, e Don Cimatti che tanto dice di amare il Signore è così fiacco; è tanto capace di consigliare gli altri, e a non dirigere se stesso. Oh, come arrossisco dentro di me, predicando ai confratelli – quello che così male compio. Davvero: “medice, cura teipsum!”.

Ho trovato oltre le ordinarie distrazioni, freddezze, un po’ di fretta, di distrazione… nell’amministrazione dei Sacramenti, poca preparazione nel catechismo e nel “Verbum Dei” per le anime cristiane e salesiane e pagane a me affidate. Mi sembra di aver fatto regolari le mie pratiche salesiane di pietà e quelle sacerdotali, ma per vecchia esperienza dovrei sapere che se attendo a sera mi addormento – se ho la velleità di dirle nell’andare a riposo o già nel letto finisco coll’addormentarmi o le dico colla testa nel sacco, tuttavia mi capita ancora. Alle volte non leggo o dimentico il calendario e allora spropositi o incompletezze… et similia. Ah, che purtroppo sono ancora lontano dall’inizio della perfezione.

In me continua e ancor forte, benché forse meno palese di prima e l’amor proprio e la sensualità e quanto c’è ancora per toglierli o almeno renderli inoffensivi! Mi sento attratto col cuore da tutti, ed inizialmente sempre in senso proprio animale; il moto, il pensiero primo è sempre la bruttura, il male; rettifico, ma queste miserie ci sono ancora e quanto!

Momenti di paradiso uniti a lotte per ciò che è carne, materialità, ecc. Oh, che bestia sono ancora! Quanto nel mio modo d’interpretare le azioni altrui (per moto istantaneo sono portato a valutarle sempre in peggio) le altrui parole, gesti, ecc. ecc.

Segno delle mie miserie interne… e penso di essere santo e tanti stupidi (pardon) lo dicono. Oh, Babbo mio, se entrassero… Oh, come sarò davanti a Dio?… e nel giudizio universale?

Purtroppo, pur essendo con persone degne, ho voluto dire anch’io la mia in relazione a modi di fare dei Superiori, discendendo ad apprezzamenti che mi accorgevo poi essere inutili e non so quanto edificanti per gli altri.

Similmente il mio parlare e il tratto non è sempre stato come avrebbe fatto Don Bosco. Che vuole? Non so parlare senza rovesciare addosso il cuore e per me, nel tentare di fare il bene abbraccerei tutti, uomini, donne – perché mi sembrerebbe di essere più efficace. Oh, che bestia, che bestia!

In tanti casi vorrei fare come S. Francesco di Sales, ma chissà se interpreto bene quel pensiero amatissimo! Non discendo a particolari nelle mie miserie, perché non finirei più, ma desidererei si facesse un’idea chiara della mia povera anima, della poca o niuna consistenza del mio carattere, del mio essere, della mia inettitudine assoluta a dirigere altri, perché non so dirigere me, ecc. Certo che più mi studio e analizzo non trovo davvero di che… mi aiuti il Signore ed il compatimento sommo dei Superiori e dei confratelli.

Per la carità nulla di speciale: desidererei il cuore di Dio o almeno quello di Don Bosco per amare anche in forma visibile, con atti esterni, il mio prossimo… Quanta materialità è ancora in questo!

Per l’osservanza delle Regole, mi pare nulla.

Per l’ultimo punto: in queste varie mute assistite qua e là, mi pare in qualche punto non c’è uniformità piena; ad es. mentre in Piemonte si fa relativo silenzio prima dei ricordi, nella Romana e Ligure si parla – così la forma del silenzio… Se arrepta occasione i Superiori disciplinassero anche questo punto si sarebbe contenti tutti.

Si pensa da molti che non sia dello spirito di Don Bosco questo benedetto silenzio e quindi lo si fa “taliter qualiter” pur tutti raccomandandolo… sarà nel cuore di tutti, mah!

Credo davvero che c’è ancora molto da fare perché i chierici e coadiutori giovani si possano dire accuditi (come novizi, vuole la regola, nelle case dai Direttori).

E per stavolta basta. Preghi per la buona riuscita del lavoro affidatomi e per fare un po’ di bene, e mi impetri dal Signore per il povero Giappone un milione per cominciare… A voce poi tante cose. La ricordo cotidie e mi voglia benedire.

Tutto suo

Aff.mo figlio

76 Don Vincenzo Cimatti, salesiano

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498 /Merlino Alfonso / 1929-9-15 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



15 settembre 1929

Caro Merlino,


Grazie della tua. Avanti sempre con calma con buono spirito e buona volontà e allegria.

Bravo! Prepara sempre quello che devi dire ai tuoi ragazzi.

Niente paura della sosta estiva – oratoriana. Sarà sempre così.

Tienti in buona relazione con tutti.

Presto visiterò i tuoi. Il bravo De Mattia è andato in Paradiso pochi giorni prima della festa di Don Bosco. Preghiamo di cuore.

Sta’ allegro e fatti santo… pensa ai voti che si avvicinano.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.


499 /Circolare Benefattori / 1929-9-… /


ai Benefattori e Benefattrici dell’Oratorio e Istituto san Giovanni di Torino



77 Torino, settembre 1929

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Ill.mo Sig.


Coll’animo riconoscente, mentre di cuore la ringrazio di quanto la S. V. Ill.ma ha fatto finora per l’incipiente missione indipendente di Miyazaki (Giappone) affidata ai Salesiani di Don Bosco nel 1926, godo poterle dare qualche notizia sommaria del lavoro che coll’aiuto del Signore e colla carità della S. V. si è già potuto realizzare in questi anni.

Superate nel primo anno le difficoltà d’ambientamento e dello studio della difficilissima lingua, ci siamo lanciati nel lavoro dell’apostolato e in questi due anni e mezzo si è aumentato il numero dei cristiani da 200 a 600 con consolante numero di battesimi pagani – l’affluenza ai Santi Sacramenti si è elevata da poche centinaia a migliaia – si sono fondate fiorenti unioni dei padri e madri, circoli e compagnie religiose maschili e femminili anche tra pagani – si è propagata la buona stampa col mensile Don Bosco (1000 copie), coi foglietti bimensili di propaganda (1200 copie), colle traduzioni della vita di Don Bosco e Savio Domenico (10.000 copie) ed altri opuscoli. Si è fatta propaganda sulle masse con concerti musicali (una cinquantina) e colle proiezioni luminose (settimanali) – si è iniziato il piccolo seminario indigeno con due seminaristi – si sono aperte in case di fitto due nuove residenze missionarie e costruito una modesta cappella per oltre cento persone, dedicata a Maria Stella del mare e a S. Teresa del Bambino Gesù e si sono aperti quattro oratori quotidiani.

Se i Salesiani hanno potuto ottenere questi insperati successi, sentono di dovere dire il grazie riconoscente a Dio, all’Ausiliatrice loro Patrona e al Beato Don Bosco, ma non possono dimenticare gli amici lontani, i loro ottimi benefattori e benefattrici che in tante forme e con tanta generosità sono venuti loro in aiuto.

Mentre ringrazio a nome dei Salesiani del Giappone, dei cristiani e dei catecumeni nostri che non ignorano la carità generosa, i sacrifici della S. V. e la vogliono ripagare con ardenti efficaci preghiere a nome di Gesù buono, di Maria Ausiliatrice e del Beato Don Bosco, imploro un nuovo generoso sussidio dalla sua carità.

Nell’imminenza dei preparativi per la nuova spedizione, che per onorare la data della beatificazione del nostro Don Bosco e per far fronte agli impellenti bisogni per lo sviluppo della missione e dell’opera Salesiana del Giappone si concretizza in un manipolo di giovani chierici e in un gruppo di Figlie di Maria A., domando per queste nuove forze che bisogna mantenere, cui bisogna costruire case apposite e per lo sviluppo delle opere già intraprese, la sua carità, che quanto più sarà generosa, tanto più riceverà premio dal Signore e permetterà ai figli di Don Bosco di compiere il loro dovere a vantaggio dei poveri pagani giapponesi.

Il Signore la rimeriti di quanto vorrà fare per questa povera e difficile missione, mentre i suoi beneficati ogni giorno la ricorderanno.

Con ossequio

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti
Superiore della Missione Salesiana del Giappone


500 /Merlino Alfonso / 1929-10-1 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


1 ottobre 1929

Carissimo Merlino,


Speravo raccontarti la gita da mamma e finora purtroppo devo dire: “abbi pazienza, ma andrò certo”.

Godo delle belle notizie che mi dà di te Don Livio. Coraggio, lavora, lavora per il Signore ed anche pensa alla tua professione che si avvicina. Sta’ unito a Dio, laborioso e avanti sempre nel Signore.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




501 /van Rossum Card. Guglielmo / 1929-10-3 /


a Sua Eminenza Card. Guglielmo van Rossum, Prefetto Propaganda Fide



MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI (GIAPPONE) 20


Torino, 3 Ottobre 1929

Eminenza Revma,


Il vivo desiderio di corrispondere alle direttive della S. Sede in quello che riguarda la formazione del Clero Indigeno mi spinge a sollecitare dal buon cuore di V. Em.za Rev.ma un sussidio straordinario per incominciare la costruzione del piccolo Seminario della nostra Missione Giapponese.

Ci troviamo nel Giappone dal mese di Febbraio dell’anno 1926. Dopo un primo anno speso nello studio della lingua e nella conoscenza dell’ambiente, nel che ci furono di grande aiuto i RR. PP. delle Missioni Estere di Parigi, ci siamo slanciati con entusiasmo e buona volontà al lavoro apostolico, ed il buon Dio si degnò di benedire le nostre povere fatiche. Grazie alla fiducia della S. Sede e dell’Em.za V. Rev.ma, la nostra Missione fu dichiarata indipendente il 27 Marzo 1928: e così, aumentando le nostre responsabilità davanti a Dio e davanti alla Chiesa, ci siamo sforzati di raddoppiare il nostro zelo.

Vari problemi abbiamo cercato di risolvere a costo di grandi sacrifici, ed oggi siamo risoluti di affrontarne uno di capitale importanza per l’avvenire, lo sviluppo e la sicurezza della Missione, il piccolo Seminario Indigeno.

La decisione è alquanto ardita di fronte alle finanze esigue della Missione stessa: ma a liberarci da ogni ulteriore perplessità o indugio basterebbero le gravissime parole del S. Padre Benedetto XV nella sua Lettera Apostolica “Maximum illud” circa l’istituzione del Clero Indigeno e le altre non meno gravi del Can. 305, che ordina ai Capi-Missione “graviter onerata eorum conscientia” di formarsi dei collaboratori tra l’elemento nativo del Paese.

Perfino la condizione speciale della nostra Missione ci induce ad iniziare senza perdita di tempo quest’opera tanto necessaria. Siamo pochi e la Congregazione Salesiana, pur continuando ad inviarci dei rinforzi di personale, non potrà farlo in proporzione delle nostre crescenti necessità.

D’altronde, quasi insistente invito della Provvidenza, ci si presentano giovani eletti, dotati di ottime qualità e buone disposizioni, i quali domandano di essere avviati agli studi ecclesiastici: sono vocazioni così evidenti e così belle, che sarebbe davvero jattura imperdonabile il lasciarle svanire col pretesto di attendere tempi migliori. Due giovani Seminaristi abbiamo già collocato nel Seminario di Nagasaki, e sono questi i primi fiori che rallegrano il nostro cuore rassodando le nostre speranze. Ma, oltreché le spese fatte in un Seminario lontano sono assai rilevanti, ci si presenta un inconveniente che non ammette rimedio: il Seminario di Nagasaki non fa accettazioni di Seminaristi, se non ogni tre o al più ogni due anni, per cui nel frattempo i giovani, già ben disposti per il Seminario, prendono altre vie e perdono la vocazione per trovarsi in ambiente poco propizio.

Ci parve davvero grave negligenza il differire oltre l’inizio del Seminario Indigeno: ci accingiamo dunque all’opera con piena fiducia nella Divina Provvidenza e nell’aiuto dei buoni.

Il preventivo delle spese da farsi è di almeno L. 300.000.

Ecco, Eminenza, la nostra situazione e la nostra necessità: non spendiamo parole per convincere o commuovere Chi è già disposto ad aiutarci: d’altra parte ci pare che basti questa succinta esposizione per ottenerci un generoso soccorso. Noi tutti, Missionari Salesiani del Giappone, ci rivolgiamo all’Em.za V. Rev.ma, a questo fine. L’aiuto finanziario che speriamo ci sarà concesso ci sarà forte stimolo a sacrificarci sempre più per il bene delle anime alle nostre cure affidate.

Prostrato al bacio della S. Porpora, ringrazio anticipatamente a nome di tutti i miei collaboratori, invocando sopra l’Em.za V. le più elette benedizioni del Cielo.

Di V. Em.za Revma, Devot.mo Figlio in X.sto

D. Vincenzo Cimatti

Sup. della Missione


A S. Em.za Rev.ma il Sig. Card. Guglielmo Van Rossum

Sezione Clero Indigeno.



502 /Sordo Antonio / 1929-10-10 /


al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice



78 Intra 10 ottobre 1929

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[Scritto indirizzato al ch. Sordo, da un compagno – ex-allievo di Valsalice – postillato da Don Cimatti, in visita alla casa. Lo scrivente parla con nostalgia del passato, a cui Don Cimatti]:

Meglio dire: il passato non macina più – l’avvenire è nelle mani di Dio – occhio fisso al presente per trafficarlo bene e salvarsi l’anima”.


[Alla constatazione che un certo numero di compagni erano assistenti generali affinchè per tal modo potessero espiare quanto avevano fatto nel passato, Don Cimatti]:

È una delle poche verità uscite dalla bocca di uno di voi”.


[Poi dice: “ho sentito dire che presto Don Cimatti sarà fatto Vescovo”, a cui]:

Digli pure che è una grande oca… Dignità di quel genere… mai, mai, mai”.


[E conclude “ricordami alla Madonna”, a cui Don Cimatti]:

E anche ricorda Don Cimatti. Cerca di voler bene alla Madonna ed a Don Bosco. Ricordati che sei assistente dei loro figli. Parto il 10 dicembre.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.


503 /Grigoletto Giuseppe / 1929-10-11 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



11 ottobre 1929

Carissimo,


Ho ancora da rispondere alle tue perché in giro.

  1. Vedrò quid faciendum pel Balbi.

  2. Spero fare una gita a Vicenza dove ho promesso al Prof. Bedeschi mio compagno di andarlo a trovare e allora potrei fare conoscenza colla fam. Breganze.

  3. Lunedì e seguenti sono a Este pel triduo e vedrò se può venir fuori una gita fino a Mogliano, oppure un po’ più tardi. Il 22 c. m. parte un primo gruppo e spero portarlo fino a Venezia: poi (non so quando) sarà la mia volta.

Prega e fa’ pregare per me. Ossequi e saluti cari al Direttore e ai confratelli carissimi.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



504 /Suor Begliatti Letizia F.M.A. / 1929-10-22 /


a Suor Letizia Begliatti, superiora del primo gruppo di F.M.A. in partenza per il Giappone21



79 Venezia, 22 ottobre 1929

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Rev. Madre [Sr. Letizia Begliatti] e Suore nel Signore,


Il pensiero affettuoso e la preghiera come ho incominciato stamane così continua intenso. Coraggio! Abbracciando la croce offerta dal Signore avanti sempre.

Nell’esatta osservanza dei loro doveri troveranno la pace e la forza; Maria Ausiliatrice e Don Bosco sono sempre loro vicini: niente timore.

Preghino per il loro aff.mo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, salesiano



Alla Rev. Madre Direttrice, Superiora Figlie di M. A.

a bordo del Viminale – Brindisi


505 /Merlino Alfonso / 1929-10- 22 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone




22 ottobre 1929

Carissimo Merlino,


Anche a te un saluto… e al prossimo ci parleremo os ad os… Penso che la mia permanenza sia di vantaggio, tuttavia il mio pensiero e il mio cuore e il mio grande affetto è con voi. Prega per me. Allegro sempre e prega per me. Presto sarò tra i tuoi.

Ti abbraccio,

Aff.mo

Don V. Cimatti



506 /Giardini Mario / 1929-10-23 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



80 Venezia, 23 ottobre 1929

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Eccellenza,


Era da tempo che desideravo informarLa positivamente di quanto si era stabilito dai Superiori per la nostra cara Missione e solo ora mi è possibile concretare, pur essendo ancora sospesa: la questione finanziaria – i necessari cambi del personale.

Ad ogni modo ieri ho imbarcato sul “Viminale” un primo gruppo di sei Suore (Figlie di Maria Aus.) che vengono come omaggio nell’anno della Beatificazione di Don Bosco a iniziare il loro apostolato nella nostra Missione, e le accompagnano tre confratelli (un prete, un chierico e un coadiutore che fanno parte del gruppo che partirà poi totalmente col sottoscritto per iniziare il nostro Studentato filosofico a Takanabe, in tutti poi dieci: otto chierici, un coadiutore).

Così la Missione si arricchisce della casa delle Figlie di Maria A. a Miyazaki, e dello Studentato a Takanabe.

Il Signore ci benedice nella santa povertà e non avendo i mezzi per costruire, per ora vivremo in casa di fitto: poi si vedrà.

Avendo un certo numero di richieste di giapponesi per provare la vita religiosa e sacerdotale, ed essendo assai costosa la pensione a Nagasaki ed aprendosi il Seminario solo di due in due anni, feci pratica presso l’Opera del clero indigeno per avere uno speciale sussidio per l’erezione di un piccolo seminario o aspirantato. Vedremo il risultato. Conto sulla Provvidenza, la quale se le progettate Opere sono nei suoi voleri, certo non lascerà mancare i mezzi.

Metto queste nuove Opere sotto la protezione dell’E. V. tanto dal punto di vista giuridico che dal punto di vista della carità che domando spiritualmente e materialmente generosa.

Il motivo del mio ritardo è di vedere se posso trovare dalla carità pubblica o privata maniera per sostenere meno male le spese iniziali e da iniziare, e quindi arrivederci nel prossimo gennaio. Il Signore disponga per il bene.

Ed ora Ecc. Rev.ma, voglia continuare a farci da padre, direi, con maggior intensità, essendo maggiori i bisogni.

Abbia la bontà, se fosse utile e necessario, preavvisare le Autorità, dell’arrivo delle nuove forze, che non pensino vogliamo invadere il Giappone; ne scrivo al Console Guasco, e poi continui verso il povero Don Cimatti il paterno consiglio e più il compatimento e quando potrà ci venga in aiuto anche materiale, essendo tanti i bisogni. Mi voglia benedire, mentre di cuore Le presento gli ossequi dei nostri Superiori.

Dell’E. V. Rev.ma

Don Vincenzo Cimatti



P.S. - Ossequi e saluti all’amatissimo segretario e al fratello.

507 /Ishigami Maria agnes 1929-10-24 /


alla Signora Maria Agnes Ishigami, cristiana di Miyazaki22



Venezia 24.10.29

Sempre mia carissima figlia,


Condurrò con il battello “Viminale” le suore di Nostra Signora Ausiliatrice che per la prima volta vengono in Giappone per iniziare la loro opera per l’educazione delle giovani.

In loro compagnia ci sono anche tre Padri Salesiani, ma non è possibile che io ritorni subito e molto difficilmente sarò a Nagasaki per Natale: certamente sarò nel viaggio di ritorno.

La mia salute va molto bene e spero che sia altrettanto per voi e per la signora Takeda.

Ogni giorno prego per vostro marito.

Sia fatta la volontà di Dio!

Ringrazio sentitamente delle vostre cartoline illustrate che ho dato a alunni che hanno fatto l’elemosina per la nostra missione.

È il mio lavoro quotidiano: chiedere l’elemosina, la carità per sostenere le nostre opere in Giappone.

Gli italiani conoscono molto bene la storia di Date Masamune.23 A Roma c’è un dipinto che ricorda il grande messaggio in Vaticano.

Sore de hayaku “sayōnara, ōkina yorokobi wo motte anata ni mo aimashō. Toku ni kono goro watakushi no tame ni o inori kudasaimase. Watakushi wa mainichi mainichi anata no tame ni, otto no tame ni mo nesshin ni inorimashō.

A presto arrivederci. Ti incontrerò con grande gioia. In questo periodo prega molto per me. Io pregherò per te e per tuo marito ogni giorno. Con l’occasione salutami Takeda”.Con l’occasione Takeda san ni yoroshiku osshiatte kudasai.

Sempre in unione di preghiere

Dev.mo

Vincenzo Cimatti, Salesiano di D. Bosco





508 /Fracchia Italo / 1929-10-29 /


a Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice, Ufficiale dell’esercito italiano



81 Venezia, 29 ottobre 1929

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Carissimo,


Sballottato a destra e sinistra non ho potuto ancora aderire al tuo e al mio vivissimo desiderio. Partirò ai primi di Dicembre e spero presto saperti dire quando… ad Alessandria.

Prega per me, Italo mio, che vo randagio per procurare pane ai miei figli che si aumentano di 10 e sei suore. Deus provvidebit.

Ti ricordo colla tua famiglia cotidie.

Allegro, laborioso e buono.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


509 /Ruffini Costantino / 1929-10-29 /


a Costantino Ruffini, ex-allievo di Valsalice24


29 ottobre 1929

Mio Costantino,


Non guardare all’entità del dono: è povero come chi lo presenta. Esso vuol dirti però l’affetto, la gioia, la preghiera di Don Cimatti che spero continuerà ad occupare sia pure un posticino nel tuo ricordo.

Sei alla meta della tua vocazione e tu sai quanto ti è costata. Sii buono, ora papà, come sei stato finora buon giovane. Pensa a mamma, ai fratelli e sorelle.

Lavora e prega e che sempre il Signore sia contento di te.

Per ricordarti che sei allievo di Don Bosco accetta l’accluso che involse la testa del nostro dolcissimo Padre.

Ti abbraccia e benedice il tuo

Aff.mo

82 Don V. Cimatti

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510 /Merlino Alfonso / 1929-10-30 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone




30 ottobre 1929

Carissimo Don Livio e Merlino,


Don Piacenza vi darà le notizie ed ora bisogna mettersi al lavoro e alla preghiera con intensità.

Ricevo caro Merlino, la tua ultima. Allegro e buono, e tu pure Livio mio, coraggio che il Signore ci aiuterà in tutto se saremo buoni e docili.

Pregate per me.

Vostro

Don V. Cimatti


511 /Ricaldone Pietro / 1929-10-30 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



30 ottobre 1929

Amat.mo Sig. Don Ricaldone,25


Eccole di ritorno quanto mi pregò rivedere.


              1. Quanto ho aggiunto a penna fu votato e risulta anche dagli appunti miei.

              2. Quanto Lei ha scritto in matita, ad es. a pag. 3, Can. 630, 2 ecc. non avendo il canone alla mano, non lo posso controllare. Id. la lettera di Don Bosco del 1875 fu accennata, se non erro, in relazione a parag. 6, 1 – ma non so se fosse semplice richiamo di qualche capitolare. Identicamente al parag. 6, 2 trovo scritto nei miei appunti: “Atti del Cap. 36 - Encicl. Rerum Eccles.”. Non so se si debbano introdurre, ma non ho dati più precisi alla mano.

              3. Al parag. 7 fu certo votata l’aggiunta che ho messo al N. 6, ma non so se sia proprio a quel punto.

              4. Non ricordo bene, ma (a meno che si alluda a qualche altro punto) non trovo esatto quanto è scritto nella facciata dello stampato a macchina.


Lei ha domandato pel prossimo triennio a tutte le Ispettorie almeno un sacerdote e un chierico o coadiutore a scelta.

I Verbali a stampa macchina che Lei ha sono disordinati: c’è in fine un pezzo della seduta delle missioni – e più li leggo mi pare dicano pochino di tante cose dette.

A voler essere troppo brevi…

Suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti




512 /Rinaldi Filippo / 1929-11-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



1 novembre 1929

Amatissimo Sig. Don Rinaldi babbo mio buono,


Tra una cosa e l’altra ho fatto un po’ di esercizio di b. m. ed ecco anche il mio rendiconto mensile.


        1. Salute: sempre ottima grazie a Dio. Mi dicono e mi accorgo di essere ingrassato, e non vorrei che il somaro in queste condizioni ricalcitrasse. Cause di questo non le so, sarà l’aria, sarà il vitto o altro. Deo gratias! Ipse fecit nos…

        2. Lavoro: tento di pregare e di lavorare per riuscire a realizzare il desiderio dei Superiori, persuaso però che non riuscirò. Comunque cerco di fare. Ad ogni modo è anche certo che non è con quello che raccoglierà Don Cimatti che si potrà risolvere il problema della missione e dell’opera salesiana in Giappone. Al mio povero modo di vedere, finchè:

a) il problema non sarà studiato in pieno dai Superiori,

    1. non si avranno mezzi proporzionati,

    2. andremo a rilento (e siamo tanto in ritardo) in Giappone potremo avere delle velleità di fare, ma non faremo nulla.

Confido nella Provvidenza in modo assoluto perché non vedo dove sbatterò la testa in questo anno per sostenere le spese e realizzare le nuove. Deo gratias! Bisognerebbe che i missionari fossero messi nelle condizioni in cui lo spirito della nostra regola volle fossero messe le case di formazione, i cui membri cioè non debbano litigare per il pensiero del domani, per darsi così senza preoccupazioni materiali al delicato lavoro. Ma finchè c’è da lottare, trasformarsi in mercanti o in imbroglioni per far dei soldi e sostenere le opere, si è sempre in bilico di contravvenire alla povertà e l’apostolato delle anime passa in seconda linea – e non essendoci i mezzi proporzionati (è la storia delle missioni in generale), si è sempre a terra.

Certo i missionari vedono con dolore tutti questi belli edifici che si costruiscono dai Superiori, bei collegi (quanto pochi sono i collegi di quelli veduti che non abbiano opere murarie o affini – e anche tra i più poveri!) e quando si pensa quanto è poco quello che si può avere in missione per sostenerci materialmente e tenere su le opere iniziate, si pensa e Dio non voglia che si pensi male e si brontoli… Il buon Dio provvederà.

Perdoni per gli sconnessi pensieri che non so neppure perché ho scritto, ma che sono lo stato d’animo genuino di tutti i missionari, specialmente di quelli che sono agli inizi e che se non saranno validamente aiutati rischiano di crescere come i bambini cui manca il latte nei primi anni.

È anche certo che se la Provvidenza manda i mezzi nella proporzione finora inviati (supposto che tutti facciano il possibile per meritarli) sarà perché così è nei disegni della Provvidenza. Certo che i missionari dicono: “se si trovano mezzi non certo indifferenti per fare tante opere murarie o affini, ecc. perché non si trovano per i missionari?”. Che vuole? Si è uomini: si ama la propria missione e si desidererebbe vederla prosperare; e senza enormi sforzi e sacrifizi iniziali si vede che non si può riuscire; ma il missionario non ha la possibilità di fare nulla – e allora? Sarà superbia, sarà quel che sarà, ma gli inizi sono difficili e Deo gratias! Se non potremo fare 31, faremo 30 – ma è certo che quanto ho detto è nell’animo di tutti i missionari che non hanno ancora capitali per sostenere la loro missione.

        1. Pietà. Mi sono sforzato di fare le varie pratiche in comune, certo quando debbo farle da solo trovo maggior difficoltà. Ho bisogno di insistere di più sul raccoglimento e sull’esame di coscienza. Sono davvero l’unica mia forza. Frequenza regolare ai Ss. Sacramenti. Insistendo spero riuscire a dominarmi.

        2. Ss. Regole: mi pare nulla di speciale. Per la s. Purità soliti pensieri in qualche momento davvero assillanti. Strano! Sono più disturbato ora che a 25 o 30 anni. Mi convinco della necessità di limitare il vino – non riesco del resto a finire la misura ordinaria: sono i vini speciali che mi fanno male, in quanto non lasciano nelle condizioni di quiete ordinaria. Per la povertà qualche esagerazione nelle mance, tento di applicare i criteri di Don Bosco, ma in qualche caso esagerato.

        3. Carità. Con tutti pienissimamente d’accordo. Il difetto predominante di tanto in tanto dà fuori: è così bello conoscersi! Alle volte che mi sembra essere tenuto in minor conto dagli altri, mi risento un po’ intimamente. Pensi così la superbia di Don Cimatti che non vuol saperne di elogi, di preferenze… forse più a parole che a fatti.

        4. Inconvenienti. Mi permetta un’impressione avuta girando qua e là. Mi pare di trovare qua e là, come dire? Comodità? nelle nostre case. È vero che forse fui messo nei luoghi migliori, ma quando penso a Don Bosco, non ci capisco più. Comprendo le esigenze igieniche legali, ma non so davvero decidere se è troppo.


Certo che se i Superiori permettono è segno che fin a quel punto non si lede la povertà: ma certo che fa male e penso (perché molte cose si vedono nelle case di formazione) al momento in cui i confratelli sono sbattuti nella realtà, che può essere molto diversa.

Mi pare pure che si beva… è vero che per onorare l’ospite insigne che va a far visita, ma… che non si esageri un po’ troppo?

Qualche confratello (è il caso del nostro buon Don Giacomuzzi a Biella alla casa Rivetti) messo in ambienti un po’ di lusso – idem le suore – non ne soffrirà?

Non so perché abbia scritto queste cose, ma mi fecero impressione e non le volli nascondere al Padre. Non voglia darvi troppo peso – è così matta la mia povera testa, ma che vuole? Nato povero, educato povero, imparata la povertà come la vedo in Don Bosco, alle volte il mio spirito rimane nella perplessità, ed ecco perché ho scritto.

Mi giungono buone notizie e materiali (salute dei confratelli – non abbiamo debiti come risulta dal rendiconto) e spirituali (fecero bene gli esercizi e con tutta regolarità) dalla missione. Deo gratias. Accetti queste povere doverose notizie che le faranno vedere una volta di più il bisogno che ha l’anima mia di essere aiutata colla preghiera, col consiglio, coll’ammonimento.

Preghi dunque e mi aiuti a salvare l’anima mia. L’abbraccia nel Signore il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


513 /Merlino Alfonso / 1929-11-9 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



9 novembre 1929

Mio Merlino,


Buone e sante feste natalizie ed il Signore ti conceda ogni bene e quello che è più la grazia della perseveranza ed un bel premio nel Paradiso.

Ti porterò notizie fresche di casa. Tutti, amici e confratelli ti ricordano di cuore e puoi pensare se non ho parlato bene di te!

Speriamo presto rivederci e ripigliare il lavoro che viene moltiplicandosi ogni giorno più.

Sempre e tutto tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




514 /Ishigami Maria Agnes / 1929-11-9 /


alla Signora Maria Agnes Ishigami, cristiana di Miyazaki



Italia, 9 novembre 1929

Sempre mia cara figlia,


Il buon Dio mi ha chiesto il sacrificio di essere lontano, in alto mare, per la festa del S. Natale. Ma sempre in unione di preghiere in questa festa meravigliosa, vi raccomando e vi auguro ogni benedizione da parte del buon Dio, per voi e per il vostro sposo.

Shinnen omedetō [Buon anno]. Pregate per me e arrivederci hayaku dekiru dake [al più presto possibile]

Vostro dev.mo

D. V. Cimatti, Salesiano

Takeda san ni yoroshiku onegai itashimasu [Salutami Takeda].


Originale in francese:

Italia, 9/11/29


Ma bonne fille,

Le bon Dieu demande à moi le sacrifice d’être loin, en haut mer, pour la fête de la S. Noël. Mais toujiour en union des prières dans cette jolie fête je vous rappelle et je vous souhaite tous les bénédictions du bon Dieu pour vous et pous votre époux.

Shinnen omedetō [Buon Anno nuovo. Priez pour moi et au revoir hayaku dekiru dake[al più presto possibile]

Votre bien devoué

D. V. Cimatti salesiano


Takeda san ni yoroshiku onegai itashimasu [Salutami Takeda].

515 /Giardini Mario / 1929-11-10 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Lugano [Canton Ticino], 10 novembre 1929

Eccellenza Reverendissima,


Speravo proprio di riuscire ad arrivare in Giappone per le feste Natalizie e poi i Superiori mi fermarono ancora un po’ e dovetti così lasciar partire il primo gruppo di tre confratelli e sei suore Figlie di Maria A. come Le scrissi.

Spero di partire al più tardi ai primi di dicembre, conducendo altri sette e così cominciare ad organizzare un po’.

Ma lo scopo della presente (pur avendo un mondo di cose da dire, ma sarà meglio attendere sul posto, ed ora specialmente ho bisogno di tutta la sua bontà, consiglio ed esperienza) è per fare auguri e domandare qualche favore.

E comincio con questi ultimi:

  1. Spero che quando avrà qualche Messa disponibile ci continuerà la carità che sempre ci ha usato fin ora.

  2. Nelle feste di Natale cade il 25° di Messa del nostro Don Tanguy. Se potesse a capodanno quell’occasione l’E. V. inviare una parola di conforto e una particolare benedizione, credo sarebbe regalo preziosissimo e grande incoraggiamento.


Gli auguri sono dolente di non poterli fare dal Giappone, né gli auguri per l’Immacolata, né per Natale, né per Capodanno, ma può comprendere che dal mare, dove ci troveremo in quei giorni, si eleveranno al Signore le nostre povere preghiere per Lei… e anche per il suo buon segretario e fratello.

E specialmente non so se avrò la possibilità di farle subito all’arrivo gli auguri onomastici. L’E. V. sa che i Salesiani di Don Bosco non possono dimenticare il loro benefattore, specialmente in queste circostanze, ed in quel giorno tutti le saremo vicini col cuore e colla preghiera. L’E. V. nella sua bontà non si dimentichi e pensi che siamo bisognosi di tutto, perché giovani di apostolato ed inesperti. Accetti anche a nome dei Superiori tutti gli auguri e le preghiere nostre.

La nostra situazione attuale è la seguente:

  1. Non avendo ancora i mezzi per costruire la casa dello studentato e per le Suore, vivremo in casa di fitto. Cosi inizieremo in santa povertà.

  2. Penserei di tenere le Suore a Miyazaki.

  3. Per lo studentato ho già il terreno a Takanabe: quando la Provvidenza manderà i mezzi (e certo li manderà) incominceremo la costruzione.

Preghi per noi e ci benedica, specialmente il suo aff.mo più bisognoso di tutti:

Don Vincenzo Cimatti,

salesiano di Don Bosco


516 /Fracchia Italo / 1929-11-25 /


a Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice, Ufficiale dell’esercito italiano



[25 novembre 1929]

Carissimo Italo,


Fino all’ultimo ho sperato venire, ma purtroppo il tuo ed il mio desiderio sono irrealizzabili. Accetti il Signore anche questo mio sacrificio che è certo anche uno dei più dolorosi.

Faccio voti per il benessere dei tuoi bimbi e ti invio la mia povera benedizione per essi, per la tua signora e per te, unita a una reliquia e autografi di Don Bosco. Egli compirà – se ce ne fosse bisogno – l’opera. Buone e sante feste di cuore. Prega per me.

Parto da Torino il 29 per imbarcarmi a Genova (non so con quale treno): ad ogni modo ti sono vicino coll’affetto e con la preghiera e tu fa’ altrettanto per me.

Ti scriverò poi dal Giappone dandoti l’indirizzo. Prega prega prega per me che ti abbraccio con tutta l’anima.

Passa bene cristianamente il S. Natale e Dio ti ricompensi dell’affetto che hai sempre dimostrato.

Tuo

Don V. Cimatti


517 /Fracchia Italo / 1929-11-27 /


a Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice, Ufficiale dell’esercito italiano



[27 novembre 1929]

Carissimo,


Sembra una disdetta… Con tutta la buona volontà non è possibile incontrarci ad Alessandria in casa tua.

Se questa ti giunge a tempo passo domani a sera col diretto che parte da Torino alle 16.

In ogni caso ti sono però sempre vicino coll’affetto e colla preghiera.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

518 /Calova [ignoto] / 1929-…-… /


al Sig. Calova [nome ignoto]



Italia 192926

Carissimo Calova,


Grazie di cuore. Vorrei vedere che non venissi a trovarvi. Spero che D. Rossi non mi mandi via.

Bravo! Lavora lavora lavora. Il lavoro nobilita santifica e fa star bene in salute.

Prega per me e per la mia poverissima missione.

Ti benedice il tuo

aff. D. V. Cimatti


519 /Ghetti Giorgio / 1929-12-14 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



Genova, 14 dicembre 1929


Salpando pel Giappone non posso dimenticare il bene ricevuto e assicurare riconoscente ricordo di preghiere e d’affetto. Buon Natale a tutti

Don V. Cimatti


520 /Rinaldi Filippo / 1929-12-18 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Dal Coblenz, 18 dicembre 1929

Amatissimo babbo,


Mentre si fila verso Port Said preparo un po’ di posta ed il primo e più caldo saluto è a Lei ed agli amati Superiori. Voglia – in occasione delle Ss. Feste e di Capodanno – farsi interprete dei sentimenti di ognuno dei fotografati, 27che desiderano essere singolarmente ricordati a Lei, al Sig. Don Ricaldone, ai singoli superiori del Capitolo, al ven. Sig. Don Francesia, al Sig. Don Gusmano ed anche ai bravi servienti del refettorio che abbiamo disturbato tanto durante la permanenza. A tutti l’assicurazione delle preghiere.

Finora a bordo tutto bene. Per la salute, essendo il mare buono, si va bene, pur avendo per una giornata quasi tutti sentito gli effetti del mare, specialmente il bravo ch. Filippa, ma ora sono tutti in gamba.

Trattamento buono – comodità delle pratiche di pietà in comune – un po’ di scuola d’indole varia, al mattino e alla sera. Deo gratias!

Non manca l’allegria con musica, giochi e allegre conversazioni. Speriamo così fare un po’ di bene. Vi è a bordo qualche famiglia cattolica olandese – 2 frati francescani che credo siano in prima classe perché con noi non si vedono – un bravo prete olandese cui abbiamo affidato la Messa della comunità – e quattro suore tedesche che vengono alla nostra Messa.

A bordo vi sono magnifici e comodi altarini per celebrare la S. Messa, forniti dal Lloyd. C’è da imparare… dai protestanti. Chissà (mi veniva in mente) se il Comitato delle nostre Dame Patronesse potesse fornire ad es. a quelle navi italiane che fanno il viaggio in Estremo Oriente?

Concludendo: c’è davvero da ringraziare il Signore e speriamo che la Madonna e Don Bosco vigileranno su questi cari novizi, confratelli usque in finem. Che dirle di me? Il solito. Desideroso di bene ed incapace di realizzarlo in me e negli altri. Spero nella bontà di Dio e nel compatimento degli uomini. Quanto alle cose che più interessano la mia responsabilità, cioè la missione e l’Opera nostra in Giappone:


  1. Mi sembra dover concludere che il Signore vuole fare chiaramente vedere che c’entra Lui nella questione – perché tutto mi andò, umanamente parlando, a rovescio nella ricerca dei mezzi: dalla Chiesa: nulla; idem dalle autorità civili; dai superiori – salvo il personale, viaggio e provviste (che dovrò rifondere sulle offerte che vengono pro-Giappone).

Le questioni interessanti le missioni [fu stabilita una commissione per lo studio della famosa questione dei sussidi – ma se non radunano i pochi missionari ancora in Italia… (Don Savarè non avrà tutti i torti nel prossimo Capitolo)] nulla. Le questioni interessanti il Giappone, non essendoci i mezzi materiali: nulla.

  1. Porto in Giappone:

              1. Un gran buio nell’avvenire ed incertezza di direttive.

              2. Una gran fede nella Provvidenza, perché non ho né l’abitazione per i chierici, né per le suore, e tanto meno so dove pensare ai mezzi di mantenimento:

Don Marega è partito con non più di £ 10.000 che saranno state dimezzate da dogana e treno.

Don Cimatti è partito con non più di £ 15.000 di cui 5000 avute dalla carità del Sig. Don Ricaldone.

Non so quanto ha in cassa Don Piacenza, ma le poche migliaia di lire che gli inviavo quando ne avevo, a quest’ora saranno sfumate e divorate dai fitti che dovremo pagare per le case provvisorie.

Ecco il vero stato della questione – ed ho la convinzione che Don Torquinst su cui tanto sperano i Superiori (e non so proprio perché) farà un bel niente per il Giappone, come non l’ha fatto finora. Evviva dunque la Provvidenza e la povertà. Ma francamente dubito (e non mi posso togliere il dubbio dalla testa) che i Superiori si siano fatti un’idea chiara della situazione della missione giapponese – il dubbio mi diventa quasi certezza dalla famosa udienza in Capitolo…

Mah! In Domino semper! e mi perdoni il Signore del dubbio.

Quanto alla ricerca dei mezzi materiali, Don Cimatti domanda, ma non sa fare dei colpi finanziari o non sa fare dei traffici, come vede fare da altri… Mi sembra così contrario alla nostra povertà… coll’arte e coll’inganno vivere metà dell’anno e coll’inganno e coll’arte vivere l’altra parte!…

Mons. Mederlet parlava degli impianti di caffè, altri di altre industrie, altri fanno operazioni di banche o altri pasticci (per me non so neppure come si comincino), che proprio noi disapproviamo negli altri istituti religiosi… ma e allora?

Conclusione: Deus Providebit. Supplico i Superiori che per ora sono i Ministri della Provvidenza per la Missione del Giappone, a venirci in aiuto: ho bisogno di mantenere i chierici e le suore, che non hanno pane se non da me, ed io non ho denaro da mantenerli, almeno per domani.

Veda dunque di racimolare qualche cosa ed inviarla affinchè possa far fronte alle prime necessità, tanto più che si arriva in inverno… e forse il suo aiuto può arrivare prima di noi… e sarebbe davvero la manna.

Perdoni lo sfogo: devo insistere su questo perché è condizione (per ora) prima per formarci… Siamo tanto rachitici che non abbiamo ancora nulla di nostro, e capirà che i bambini non accuditi nell’infanzia non possono riuscire né bei giovinotti, né uomini fatti.

Comprendo che sono l’eterno brontolone, ma che vuole? Mi accorgo che il mio povero apostolato purtroppo va riducendosi a chiedere pane per i miei figlioli e nient’altro… è umiliazione massima per me che pretenderei emulare (non dico S. Francesco Saverio) anche solo i miei confratelli, che fanno miracoli di apostolato, e non mi riesce avendo l’assillo della necessità materiale, che pur messa totalmente nelle mani di Dio, esige richieste, lettere, tempo insomma. Deo gratias! Penso sia questo il volere di Dio. Quando sarà che i missionari, liberi dalle preoccupazioni materiali (perché altri dovrebbero pensarci, se è vero che i missionari sono soldati al fronte) potranno solo e tutto donarsi alle anime?

Ma! Penso pure che finché non si arriva a questo punto saremo sempre nel desiderio di fare grandi cose, ma non concluderemo. Fiat voluntas Dei!

Preghi e faccia pregare per me: come vede il più bisognoso è Don Cimatti che filialmente si raccomanda al suo babbo e salutandolo a nome di tutti si professa


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Ho già ricevuto il rendiconto dei confratelli. Per ora bene tutti. Per quelli che escono dal Noviziato è certo disastrosa la vita senza orario fisso precedente la partenza.


521 /Tassinari Clodoveo / 1929-12-24 /


al chierico Clodoveo Tassinari, partente per il Giappone28



24 dicembre 1929

Ch. Tassinari,


Accetta gli auguri di chi fa le veci dei tuoi cari. Prego per te da Gesù:

  1. ogni bene materiale che tu possa desiderare

  2. e specialmente che Egli sia il re sovrano dell’anima tua.


Santificati nell’esecuzione dei tuoi doveri ordinari, nella calma ed allegria di spirito, nel sacrificio costante di quanto sai piacere a Dio. Maria sia la tua buona Mamma.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.







522 /Rinaldi Filippo BS / 1929-12-25 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani29


Dal Coblenz, 25 dicembre 1929

M. R. ed amatissimo Sig. Don Rinaldi,


È Natale! Per quel senso così spontaneo di poesia familiare che viene a rivestire la festa dell’amore, i suoi figli dall’Oceano Indiano, si affidano in Lei, negli amati Superiori, confratelli, parenti ed amici, cooperatori ed allievi, e non possono non presentare i loro auguri, le loro preghiere. Un’unica cosa ci addolora: non potere nella povertà e nelle condizioni in cui ci troviamo celebrare con pompa esterna la bella festa.

Gesù vede il buon desiderio, la volontà ardente di tutti e accetterà – ne sono certo – quello che in gioconda povertà e semplicità di cuore gli abbiamo offerto. La novena predicata, canti, suoni, un minuscolo presepio in cabina, un’accademiola commemorativa in comune coi passeggeri di seconda classe, la messa solenne cantata (composta per l’occasione su temi pastorali e sulla canzone del beato nostro: “Ah, si canti in suon di giubilo”, la comparsa e scomparsa di qualche panettone e di un po’ di vino generoso, che mamme buone o benefattori gentili avevano regalato prima della partenza e che con gelosa cura erano stati conservati per l’occasione, alcune tombole a premio furono le cose più salienti di cronaca, ma quello che certo nessuna penna può descrivere (perché segreti di anime, intimità inesprimibili) e nessuna cronaca registrare la volontà buona di tutti di adorare e ringraziare Gesù dell’immenso dono di sé stesso all’umanità, un rinnovato desiderio di apostolato missionario, la povera ma generosa consacrazione di noi suoi servi a Lui.

O Betlemme beata, in ognuno di noi rinnovata in quel giorno! Mentre scrivo mi giunge, riprodotta magnificamente da un grammofono di un vicino di cabina, la toccante Ave Maria di Schubert, ed in una fantasiosa rievocazione vedevo nella grotta la Mamma nostra adorante il suo unico amore, e pensavo che non doveva essere malcontenta della buona volontà e della povertà dei suoi figli incamminati verso l’Estremo Oriente per portarvi appunto il vero “Oriente splendore della luce eterna e sole di giustizia che illumina coloro che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte”. E dallo strumento un nuovo mirabile canto del nostro Verdi penetrava l’anima. “A noi si schiude il ciel, a noi si schiude il ciel!”. Confortevole e certo presagio per chi crede e spera e ama il Redentore nostro Gesù. Oh, possano tutti i missionari cooperare efficacemente a far schiudere il cielo a tante anime.

Cronaca di bordo, la solita. Alternative di benessere e malessere, che si cura – dice il bravo Don Canazei – con la pazienza. Primi e piccoli sacrifici della vita missionaria a cui bisogna abituarsi.

Oggi ultimo d’anno, giornata di ritiro mensile per l’esercizio della buona morte.

I passeggeri si sbizzarriscono in un complesso di divertimenti in occasione della traversata dell’Oceano Indiano e per passare il tempo e per ricordare la fine e il principio d’anno e – forse – per attenuare e dimenticare la dolorosa impressione del buttarsi in mare di un giovane marinaio di 19 anni – dicono – stanco della vita. È mezzanotte dell’ultimo dell’anno. La sirena della nave ne ha dato l’annunzio, mentre sul ponte si spengono gli ultimi suoni e canti e le allegre risate e le mani si stringono augurandosi “buon anno”.

Buon anno a Lei pure, amato Padre, e con Lei ai Superiori tutti e a chi ci vuole bene.

La nave punta su Ceylon, la perla dell’Oceano Indiano. Mentre nella celletta tranquilla offrivo in quel momento i miei e me al Signore, consacrandogli il nuovo anno, pensavo ad altre gemme preziose, ad altri monili più graditi a Dio che non siano i bei paesaggi e le vistose ricchezze orientali – pensavo alla sua strenna gentile che avevo poco prima comunicato ai confratelli – pensavo alle anime e specialmente a quelle dei giovani – e cantavo “Da mihi animas! Perché possiamo amare la gioventù come l’avete amata voi, o beato Don Bosco, pregate per noi!”. Ecco le nostre ricchezze, ecco i nostri tesori. Ce li conceda abbondanti il Signore.

Con vero affetto a nome di tutti,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, Salesiano



523 / Joyeusaz Abele / 1929-12-.../



[Dicembre 1929]



Faire beaucoup, croire qu’on ne fait rien qui vaille, s’encourager portant et toujours recommencer, c’est la marque d’un vrai esprit de Dieu.


don Vincenzo Cimatti




1 Alla lettera dal Bollettino salesiano del mese di Maggio 1929: manca il manoscritto originale

2 Si tratta dei miracoli proposti per la Beatificazione di Don Bosco.

3 Sono Don Don Escursel, Don Lucioni e il Coadiutore Maccario.

4 Aggiunge uno schizzo dei due miracoli e dello stendardo del Beato Don Bosco con scritto: “a tempera su tela; stendardo a colori inaltererabili su tela.” Originale Archivio Storico Salesiano.

5 Henry = Enrico, era il secondo nome di battesimo di Don Cimatti – nato nel giorno della festa del Santo –: specie all’inizio con tale nome firmava le sue composizioni musicali.

6 Le lettere a lui scritte durante quest’anno sono numerosissime. Aveva bisogno di incoraggiamento ed è ammirabile la premura che gli dimostra Don Cimatti.


7 Trad.: Questo è Don Bosco. Questo uomo con tutte le forze ha lavorato costantemente per l’educazione dei ragazzi e degli adolescenti. Guardalo!

8 Trad.: È proprio così.

9 La relazione è stata stesa da Don Cimatti: non porta però la sua firma.

10 Si tratta della traduzione della vita scritta da Don Bosco con numerose illustrazioni, uscita il 9 marzo prima della sua partenza per l’Italia.

11 Oltre al mensile “Don Bosco” venivano stampati dei foglietti bimensili su argomenti vari, da distribuirsi per propaganda. Se ne conservano un buon numero nel Cimatti Museum di Tokyo. Notare come desse importanza alla stampa.

12 Lasciati scritti dal Rev.mo Don Pietro Ricaldone, Visitatore straordinario nel 1927.

13 Questa statua dono di Don Rinaldi si conserva attualmente nella detta chiesa, che ha dato parecchie vocazioni all’Ispettoria giapponese. Interessante il modo di domandare di Don Cimatti, segno della sua confidenza col superiore.

14 Esistono due foto di Don Cimatti che aiuta a trasportare la cassa.

15 Alla lettera dal Bollettino sales. Ottobre 1929. Manca il manoscritto originale. Da notarsi che Don Cimatti aveva lasciato il Giappone il 25/3/29. Era quindi in Italia allorché scrisse l’articolo: lo fece basandosi su notizie ricevute dal Giappone.

16 Attualmente la chiesetta costruita in legno è stata rifatta. La statua in legno di S.Teresa che vi si trovava, ora si trova nel Cimatti Museum di Tokyo. Ugualmete una preziosissima pianeta con un finissimo ricamo della Madonna di Pompei nel retro e dell’Annunciazione sul davanti, usata molte volte da Don Cimatti, si trova nel medesimo Museo.

17 Su di una immaginetta: si tratta certamente di un ricordino in occasione della prima Messa di Don Zerbino.Questa è la prima delle 208 lettere a lui scritte. Fu poi segretario dei Superiori maggiori e diventò il postino e comissionere di Don Cimatti fino alla fine.

18 Questa preziosa reliquia “ex cerebro” ricevuta da Don Cimatti si trova nello studentato di Chofu a Tokyo

19 Alla lettera dal Bollettino sales., Dicembre 1929. Manca il manoscritto originale. Valgono le identiche osservazioni del N° di 24/6/29

20 La lettera porta il timbro “Segreteria della S.C de Propaganda Fide Prot. 3390 / 1929”. Sotto al timbro di protocollo, scritta autografa: “Non si mandi via colle mani vuote. 8 ott. ’29 G. U. card. V. Rossum Pref.”. E di seguito da altra calligrafia: “si scriva all’Obolo di S. pietro”.

21 Le prime 6 Figlie di Maria Aus. partirono il 22 ottobre per il Giappone insieme con don M..Marega, don G.Baratto, e il coadiutore E.Ragogna. Don Cimatti andò a Venezia per salutarli. Questa lettera è la prima delle 123 spedite a Suor Begliatti per lunghi anni Superiora del Giappone.

22 Manoscritto in francese e alcune frasi in giapponese.

23 Date Masamune fu il capo della seconda ambasciata giapponese al tempo degli antichi cristiani. Partì nel 1613 e ritornò in Giappone nel 1620 in piena persecuzione. Don Cimatti nel 1941 compose un’operetta su questo argomento.

24 Don Cimatti, in Italia per la Beatif. di Don Bosco e per il Capitolo Generale benedisse le nozze del suo antico allievo: per l’occasione gli scrisse anche queste parole come ricordo.

25 Si tratta certamente di appunti riguardanti il Capitolo Generale avutosi in quell’anno

26 Scritta in Italia. Senza data e luogo.

27 Don Cimatti partì da Genova il 14 dicembre. Con lui partì il primo gruppo di 7 chierici: Cl.Tassinari, E.Braggion, A.Bernardi, Cl.Filippa, A.Zanarini, A.Floran, C.Cagna, che arrivati a Miyazaki cominciarono gli studi della filosofia e del liceo insieme col giapponese, nella massima povertà, come si intuisce dalle parole di Don Cimatti. La foto di cui sopra si conserva insieme ad altre del viaggio. Da tener presente che in quell’anno era cominciata la grande crisi economica mondiale, per la quale negli anni seguenti Don Cimatti ebbe tanto da soffrire. Le conseguenze erano appena cominciate.

28 Nel retro di un’immaginetta con reliquia del Beato Don Bosco. Si tratta degli auguri natalizi. Da notarsi che Mons. Cimatti era imbarcato col chierico ed il primo gruppo di chierici sulla “Coblenz” diretto per il Giappone.

29 Manoscritto non numerato tra gli articoli del Bollettino Salesiano, inedito.