Cimatti|Ghetti Giorgio/1954-3-12

4273 / Ghetti Giorgio / 1954-3-12 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



Tokyo, 12 marzo 1954

Ill.mo e carissimo (me lo permette?) Sig. Dottore,


Ricevo la sua carissima tanto gradita, quanto più unita a quella della buona e santa (davvero!) Giovanna. Grazie delle belle notizie, specie dell’Oratorio!… finalmente! Deo gratias! Ed ora una nuova comunicazione personale, che prego comunicare al buon Direttore D. Cappelletti, ma desidererei senza fracasso. Il prossimo anno 19 marzo ’55 è il mio 50° di Messa, e penso che il Signore mi aiuterà a giungervi, avendo per quel tempo da compiere un incarico affidatomi dal Signor D. Rua. I confratelli del Giappone hanno voluto che iniziassi con una certa solennità l’anno giubilare, pur bramando il sottoscritto passarlo nel silenzio. Dunque, per questa data che (non so perché) si vuol solennizzare, il sottoscritto non desidera doni sacerdotali (calice, stole, ecc.), ma una buona offerta unita a molte preghiere (“questo” è essenziale).

L’offerta è per il mantenimento della mia famigliola (70 elementi) e per dare a Gesù una sede più conveniente (ora è in una povera camera ordinaria). Quindi se il buon Direttore può organizzare qualche cosa per questo è un grande atto di carità per il povero sottoscritto. Spero presto inviare anche il beneplacito dell’Ispettore, che spero concederà questa grande carità.

Spero che gli allievi e specie gli ex-allievi (ne avvisi il carissimo Guadagnini) e le buone Patronesse ed anche i miei poveri parenti ed amici e conoscenti (Pietro del fornaio, ecc.) porteranno sia pure il loro modesto contributo a questa opera di carità.

Vede che il povero D. Cimatti non sa dare che dei grattacapi. Preghi per me e per noi. L’abbraccia e benedice il suo riconoscente:


Don Vincenzo Cimatti, sales.