Cimatti|Minguzzi Giovanni| 1925-5-25

74 / Minguzzi Giovanni / 1925-5-25 /


a Don Giovanni Minguzzi, Ispettore salesiano


Valsalice, 25 maggio 1925

Il.mo Sig. Ispettore,


Mentre la ringrazio vivamente e le assicuro abbondanti preghiere per le continue paterne attestazioni di affetto che da Lei ricevo, le faccio noto per tempo quanto è necessario che Lei prenda in benevola considerazione per il buon andamento delle scuole dipendenti da me (purtroppo). Premessa:


  1. Promise d’interessarsi per il mio non direttorato, tenuto, Lei sa, in quali condizioni di animo “che poco più è morte”. Non vedo nessun risultato.

  2. Promise di non porre ostacoli alla mia andata nelle missioni: Lei ne pone uno fortissimo, perché non prega per questo scopo (come mi dice nell’ultima sua lettera). Abbia la bontà di far con me questa preghiera; “Se è per la maggior gloria di Dio e dell’anima di Don Cimatti, che egli venga destinato alle Missioni, o Signore esauditelo!”.


URGE PROVVEDERE:


  1. Un maestro per la prima elementare (perché non so se l’attuale Maestro, allievo nostro, si fermerà o se è conveniente che si fermi. Non è salesiano, non può quindi agire da salesiano).

  2. Pensi che specialmente Don Casaro è talmente preoccupato (non so proprio perché!) del suo Oratorio da far passare la scuola più che in seconda linea. Ho cercato di farglielo capire reiteratamente in tutte le circostanze. Le lamentanze delle famiglie sono continue.

Don Succo per avere un po’ di pace ha bisogno che i Superiori una buona volta decidano pel suo povero Oratorio. Con tali preoccupazioni Lei comprende che la scuola si fa come si può: dovrebbero essere scuole modello; nel prossimo anno avremo l’ispezione generale, io non so che contare frottole alle autorità (bella morale! educativa assai per le anime e per primo per la mia!) e allora?

Assestino una buona volta questi oratori, affinché questi direttori non debbano essere, per riflesso, nelle difficoltà scolastiche.

Non è quindi una sottrazione di lavoro che domando: è dare loro la possibilità di non avere da conturbarsi per la vita oratoriana: la pace darà loro modo di attendere al dovere che almeno di fronte alla legge – dovrebbe essere il principale.

  1. Pensi alla vita delle scuole di Valsalice. Se si deve dare impulso al Normale, occorrono locali e un aiuto di personale. Vi è qualche irregolarità legale, sul personale insegnante (disegno e calligrafia, ginnastica) su cui quasi certamente avrò rimostranze nell’ispezione. Se si deve sdoppiare occorre almeno un diplomato in lettere. Se fosse uno che contemporaneamente avesse la ginnastica, aggiusterebbe anche l’irregolarità di cui sopra.

Inoltre se chi di ragione non si muovesse per tempo, in prossimi bisogni non avremo la materia prima: pensa alla formazione di nuovi diplomati nei vari rami?


Quando verrà il bisogno e occorre aspettarcelo (perché si invecchia e la vecchiaia è il peggior nemico degli insegnanti) saremo a mani vuote. Vi è tendenza nel deviare i chierici dal Normale: optime, perché il Signore vorrà così (ci capisco così poco!): non mi pare esatta la ragione: “perché ormai di maestri ne abbiamo troppi o a sufficienza”, non sono filosofo, anzi… ma mi pare un ragionamento sbagliato.

Queste idee oralmente furono da me poco tempo fa accennate anche al Sig. Don Fascie, ed a Lei in altre occasioni. I Direttori delle rispettive case di San Giovanni e Valsalice salesianamente si rivolgeranno a Lei; ho creduto opportuno a sgravio di mia coscienza riferire a Lei in quanto con bugie devo dire ad altri, e far capire ai miei subalterni legali (miei superiori come salesiani per virtù, età ed esperienza) che quanto dipende da me fu fatto. Videant nunc consules… Non cesso di pregare per Lei e Lei abbia la bontà di pregare pel suo

Aff.mo

don Vincenzo Cimatti



P.S. Non le parlo del Maestro Dogliani che avrebbe bisogno di riposo, altro che la scuola… Che commedie! Che commedie!… E pensare che in faccia devo fare salamelecchi… Oh sì, sì! Se è per il bene dell’anima mia meglio fra i selvaggi dell’Africa equatoriale!

Ma possibile che la coscienza morale sia questa continua falsità? E che di tutto questo, io ne debba rendere conto a Dio? Povera morale! Teorie campate in aria! Oh, che bella commedia! O sono matto o sto diventando.