Cimatti|Giardini Mario|1929-3-15

448 /Giardini Mario / 1928-3-15 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



[15 Marzo 1929]

Eccellenza Reverendissima,


Benedictus qui venit in nomine Domini! Se tutti gioiscono (e davvero parlando con tanti missionari, tutti deploravano l’incertezza del ritorno), come Salesiani e come italiani gioiscono i figli di Don Bosco. In particolare (pur non volendosi dare l’aria di volere e di potere far molto per i miei confratelli), ne gioisce Don Cimatti, che nell’imminenza della sua partenza per breve ora (spero) in Italia, pel nostro Capitolo Generale (ove si tratterà in modo speciale del problema missionario e dove potrò trattare in persona dello sviluppo della Missione e dell’Opera nostra) pensa con tranquillità che il nostro Benefattore è tornato e che a lui con sicurezza possono rivolgersi i figli di Don Bosco.

La partenza mi impedisce di trattare, al ritorno di V.E. oltre la stanchezza, vi è un mondo di lavoro accumulato che l’attende, fra cui anche qualche grattacapo salesiano.

Eccola la nostra attuale posizione. Ho scelto come mio vice Don Tanguy, residente a Oita, con due nuovi: Don Escursell (spagnolo) e col coad. Maccario (in sostituzione di De Mattia).

A Nakatsu, al solito, Don Piacenza (incaricato delle magre finanze). A Miyazaki Don Cavoli, Don Margiaria e il coad. Guaschino, più Don Lucioni (lombardo, nuovo arrivato). A Tano iniziati i lavori della Cappella S. Teresa. A Takanabe e a Beppu in casa di fitto intensificato il lavoro e a Takanabe comperato il terreno per la futura casa di formazione cogli elementi che condurrò dall’Italia e adocchiata la casa (per ora di affitto) per le Suore a Miyazaki.

Domando senza timore la carità dell’Ecc.V. (sia pure con intenzioni di Ss. Messe), per la chiesetta e per le altre nostre Opere: conosco il cuore paterno a cui batto. Domando assistenza per i miei fratelli. Domando preghiere per Don Cimatti e vive ed abbondanti perché davvero ne abbisogna.

È ancora in aria la questione della proprietà. Non riesco a capire come debba avvenire questo benedetto trapasso legale, per essere in grado di dire: “Questo terreno è nostro!”. Parlo dei terreni della Missione intestati a Mons. Cousin, con uno che è a Sendai, Sig. Matsuda, altri dicono: “Fate lo shadan”… ma in esso debbo pur dichiarare quali beni fanno parte… e intuitu Missionis ci ho solo quello di Tano acquistato da noi, e il cimitero di Miyazaki…

D’altra parte quelli di Kagoshima hanno pure arrestato dal Governo il loro Shadan, che il Governo dice non concederà “shadan” per Opere atte a propagare la religione…

Mons. Thiry che ha in mano la faccenda, non si riesce a capirci che la pensi…

Mons. Hayasaka dice che approvandosi la legge famosa il Shadan è fatto regolarmente? Bisognerà pure pensare ai beni “intuitu Societatis nostrae”… e in tutto questo guazzabuglio quid faciam nescio. Attenderei a Torino il parere di V.E per illuminare i Superiori anche su questo.

Può essere che prima di partire le scriva anche di altro. Ad ogni modo col cordiale benvenuto, auguri di ottima e S. Pasqua a V.E., all’amabile segretario ed al fratello.

Conto di partire al 21 c.m. col Nagasaki maru da Nagasaki e al 29 da Shanghai.

Se può aiutarci in qualche cosa diriga pure a Don Tanguy o a Don Piacenza.

Con vivo affetto imploro preghiere e la pastorale benedizione.

Tutto suo nel Signore: