Cimatti|Berruti Pietro|1947-6-17

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a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



17 giugno 1947

Amatissimo Sig. D. Berruti,


Al suo ritorno sarò assente – se non muoio sarò alla cara festa del Rettor Maggiore e degli altri Pietro, fra cui Lei.

Mi preparo con novena di preghiere per tutti e specie per Lei, perché ho bisogno che Lei si illumini con quanto segue e venga in aiuto al povero Giappone. Con tanto che ho corso per parlarLe, minaccio di arrivare ai “sero venientibus ossa”, quindi scrivo le nostre necessità per il personale.

Poi si faccia mio interprete presso i Superiori sulla necessità della domanda alquante volte fatta per la sostituzione del sottoscritto. Non recuso laborem, ché grazie a Dio, al momento, le forze mi servono.

Ma sono convinto che al periodo di imbastimento fatto mi sembra in tutti i sensi, tanto per la missione che per la Congregazione, deve succedere il rassodamento, e non tanto delle opere, che dei confratelli.

Credano i buoni superiori: al momento occorrono elementi giovani e forti al timone giapponese.

D. Cimatti sarebbe (si necesse est) più che disposto a ricominciare altrove, o essere in qualsiasi posizione ausiliaria. Mi sento così indifferente per questo, che alle volte temo di non farmi nessun merito con tale disposizione d’animo.

Dunque mi aiuti: mi pare che dopo 20 anni sia anche un buon esempio ai confratelli essere cambiati.

Ma soprattutto è la gloria di Dio e il bene delle anime che lo richiede, e mi spinge alla domanda.

Qualcuno dei confratelli suggerisce anzi andrebbe bene venisse un “homo novus” come Ispettore dall’Europa (perché no? dopo tutto coi confratelli non c’è bisogno di parlare in Giapponese).

Vi sono del resto tanti in Giappone che possono fare assai bene – meglio del sottoscritto. Mi pare di fronte a Dio sia questa mia proposta quella che realizzerà il vero progresso spirituale salesiano in Giappone.

Nell’attesa prega cotidie di cuore il

suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.