1517 ricaldone


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1517 / Ricaldone Pietro BS / 1935-10-31 /


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1.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Le opere di assistenza sociale in Giappone1


Miyazaki, 31 ottobre 1935

M.R. Sig. Don Ricaldone,

Non si meravigli se le do notizia di questo argomento che, domanderà Lei, cosa c’entra con la Prefettura Apostolica di Miyazaki o con l’opera dei Salesiani in Giappone? Dal 23 al 25 di Ottobre fu tenuto a Tokyo l’ottavo congresso nazionale delle opere di assistenza sociale in Giappone, ed è la prima volta che anche la nostra missione ci partecipò colla sua opera “l’Ospizio”. Fu un primo passo d’assaggio; e nella prossima volta non saranno solo rappresentanti, che vanno per imparare, per raffrontare, ma anche e come missionari e come salesiani presenteranno tutte le opere nostre, che in definitiva possono entrare assai numerose nella categoria delle opere assistenziali sociali. Le opere di carità missionaria vi entrano tutte – lo spirito delle opere educative nostre, specie a favore della gioventù povera ed abbandonata ed operaia, è certo anche di assistenza sociale. E spero che il nostro Don Bosco vi farà bella figura.

Quanto le scrivo le darà anche un’idea del movimento di assistenza sociale a cui il Giappone da tempo va orientandosi nelle sue molteplici opere, che si contano, secondo i resoconti statistici più recenti, già a diecimila e attorno alle quali lavorano in varie maniere centomila persone. Il Giappone specialmente in questi momenti accentua tale movimento, esteso, secondo le sezioni del Congresso di cui le parlo, ad otto branche di attività ben definite:


  1. Protezione dei fanciulli e delle fanciulle

  2. Assistenza medica ai bisognosi (vecchi, giovani) sotto varie forme

  3. Assistenza e protezione ai poveri e lavoratori

  4. Educazione della Società

  5. Mezzi per favorire tale assistenza

  6. Protezione dei discoli, anormali, ecc.

  7. Protezione dei soldati

  8. Altre forme di assistenza sociale fuori dell’elenco accennato.


Al momento la più sviluppata è l’attività di cui al numero due, ed in questa le opere di carità sviluppate dal Cattolicismo vi possono entrare tutte (ricoveri di vario genere, ospedali, dispensari, ospizi, ecc. ecc…). La capitale è alla testa di questo movimento, che finora è ancora in mano di attività private, le quali implorano con forza dal governo aiuti per rendere più floride le esistenti forme di assistenza, ampliare la sfera di attività delle medesime, interessare la pubblica opinione.

Pensi che in dieci anni tali opere si sono decuplicate: s’impone dunque l’organizzazione delle medesime.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, le opere missionarie in genere, le opere educative di Don Bosco in specie rientrano in queste forme di assistenza… Oh, avesse sentito come i consigli sul modo di educare la gioventù abbandonata risuonano all’unisono sulla base della ragionevolezza preventiva, e delle buone maniere del nostro regolamento! Occorre aggiungervi l’elemento base, e questa educazione naturale diventerà educazione cristiana. Proprio questa mattina mentre dalla cara parrocchia di Tano mi recavo per la seconda Messa a Miyakonojo, il treno veniva affollandosi di centinaia di ragazzi e fanciulle delle elementari che andavano ad una lunga passeggiata (tre ore di treno) fino a Kagoshima. Allegria in tutti i volti, gioia che sprizzava dalle esclamazioni festose alla vista di nuovi panorami – e di mezzo i volti bonari dei maestri e delle maestre che ordinano quei gruppi vivaci – che serenamente parlano e scherzano coi loro allievi, e qua e là sparsi buoni babbi e mamme, che formano un dolce connubio colla scuola una più grande specifica famiglia. Fosse stato presente Don Bosco, penso che avrebbe applaudito a questi volenterosi insegnanti, così naturalmente esecutori del lato più estrinseco del suo sistema educativo.

Il Congresso si svolse fra quella signorilità di preparativi in cui i giapponesi sono maestri. Le più alte autorità di Stato vi parteciparono. S. M. l’Imperatore vi invia il suo Delegato nella persona del fratello S. A. Imper. il Principe Takamatsu ed ammise i congressisti ad un ricevimento nel giardino imperiale. Il prefetto ed il sindaco di Tokyo diedero pure un sontuoso ricevimento al più gran teatro di Tokyo con recita di gala per gli intervenuti. Per non distogliere poi gli intervenuti dai lavori del congresso ad ognuno era offerto quotidianamente il pasto in sede di riunione. E si concluse il congresso, oltre alle numerose importanti proposte, che saranno rese presto di pubblica ragione, colla costituzione di una Società centrale delle opere assistenziali, sotto l’alta presidenza di S. A. il Principe Takamatsu. Alcune delle istituzioni cattoliche di Tokyo, Nagoya, Okayama e Kagoshima inviarono i loro rappresentanti al congresso e dalla lontana Miyazaki vi si reca il nostro Don Cavoli coi principali rappresentanti dell’Ospizio. Scambi di idee utilissime, rassodamento di principi educativi importantissimi, specie nei riflessi della gioventù povera e abbandonata (abolizione assoluta del sistema repressivo, necessità dell’educazione riparatrice ed emendatrice, maggior sviluppo della beneficenza per le classi povere, ecc.); formazione di organi locali e centrali per lo sviluppo di tali opere e responsabili di tali opere e responsabili dell’andamento regolare di tali istituzioni furono i primi effetti di queste sedute.

Al momento attuale dunque sono vedute con piacere dalle autorità e dalla popolazione le opere di misericordia così proprie della carità cristiana – le attività di più diretta propaganda cattolica al momento sono più difficili, costose e problematiche nel successo – occorre dunque buttarsi senza timore dalla parte di Gesù, che “pertransivit benefaciendo et sanando omnes”.

Non è questo movimento sociale un venire incontro allo spirito cristiano? Ci aiutino i nostri Superiori e benefattori ed amici a sfruttarlo santamente. Tutto suo nel Signore

Aff.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.




1Manoscritto R. M. 722, inedito.