593 ricaldone


593 ricaldone

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1.1 593 /Ricaldone Pietro / 1930-6-8 /

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



8 giugno 1930

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,


La presente per augurare a nome di tutti i giapponesi salesiani la buona e santa festa onomastica. Se in Giappone si è potuto per la grazia di Dio fare qualche cosa lo dobbiamo in massima parte a Lei.

Grazie di cuore con tutta l’anima e viva riconoscenza per quanto fa per noi.

Che cosa potremo fare per Lei, lo sa meglio di noi, perché è il lavoro quotidiano nostro, ossia preghiera, lavoro e sacrificio che in un fascio solo specie in quel giorno saranno offerti per Lei.

Ed ora alle cose nostre.

        1. I confratelli bene in tutto e per tutto. Il ch. Baratto stanco di testa, per strapazzi fatti in sua gioventù in collegio (star su di notte ecc. ecc.), riposa un po’ alla missione, dietro consiglio del medico.

Don Escursell mi dice che al sopravvenire del caldo è prostratissimo ed ha bisogno di bagni di mare. Vedremo! Un pensiero della mia povera testa. Non mandi nelle missioni in formazione individui abituati a certe esigenze contratte alla lunga in famiglia… Sono letali a sé e agli altri. Credo che da Don Escursell (salvo quanto mi accennava Lei di mandarlo all’estero a fare propaganda – e se i Superiori mi danno il permesso lo mando al prossimo anno) ricaveremo poco. Mi pare che nonostante consigli, avvisi si renda poco conto della sua posizione. Caverà poco o nulla per la lingua – è (secondo me) un elemento buono in una redazione di giornale – credo che ha ancora troppi legami coll’estero (legami che anche ci vogliono per aiutare la missione) ma che in definitiva concluderanno a non formarlo missionario. Sono di parere che bisogna pigliare e utilizzare gli uomini come sono – stiamo dietro a Don Pedro che ha molte troppe parole – ma credo che concluderanno poco.

        1. Roma e Torino e Don Torquinst muti per le cose nostre. Il Signore non mi abbandona per altre vie e si fa quello che si può, non quello che si dovrebbe fare se avessimo i mezzi. Ad ogni modo non posso lasciar le anime in aria e con buone parole.

Sono certo che il Signore mi aiuterà. Ho iniziato un ricovero per vecchi (finora uno) e mi sono addossato affidandoli a famiglie (e se sarà del caso alle suore) la cura di tre fanciulli abbandonati – ed ora la direzione di un lebbrosario governativo me ne affida per mezzo delle suore francescane di Maria quattro (immuni). Che vuole? Non posso dire di no. Già tre che mi si volevano affidare sono andati a finire in mani pagane, sfruttati e spremuti e battuti – e mi piange il cuore per questi quattro che o sarebbero soppressi o dati a mani prezzolate che li faranno morire per altre vie. Oh, il Giappone! (Non si può parlare pubblicamente). Il Signore che li manda provvederà. 1

Per le ragioni dette al N. 2 ho fatto sospendere i lavori dello studentato e per il prossimo anno cercheremo ancora una soluzione provvisoria e per i chierici e per il Seminario e per l’asilo: ma tutti e tre devono assolutamente funzionare. C’è però anche tempo a fare le cose molto bene, se ci sono i soldi.

Qui non posso trovarli (oh, sì! Le banche li prestano al 15-18-25%…) e allora faremo con quello che manda la Provvidenza e nella dose data dalla Provvidenza. Fiat voluntas Dei!

È doloroso perché c’è bisogno di fare, ma non si può e Deo gratias! Fiat voluntas Dei! La responsabilità non è certo nostra.

        1. Rinnovo insistentemente le preghiere per il personale del prossimo anno.

C’è da provvedere per gli insegnanti, personale assistente dello studentato e Seminario. I Superiori si investano dei bisogni di questa povera missione e ci aiutino in tutte le forme.

        1. Le feste di Don Bosco riuscirono splendidamente. Ci benedica il nostro beato Padre. Ne faccio relazione pel Bollettino al Sig. Don Rinaldi.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, preghi preghi preghi per noi e per i bisogni sempre più urgenti e crescenti di questa fra le più povere (in tutti i sensi) missioni.

Con affetto filiale:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1 Comincia in questa forma l’opera di assistenza sociale per i ragazzi abbandonati. L’opera per i vecchi era già in funzione con le Conferenze di S.Vincenzo e le visite nelle famiglie. Verrà poi consolidata con la congregazione della Carità.