1872 candela


1872 candela

1872 / Candela Antonio / 1937-6-20 /


a Don Antonio Candela, Consigliere Generale e Visitatore Straordinario



[20 giugno 1937]


1 Appunti del Rendiconto fatto oralmente a Don A. Candela, Visitatore straordinario1

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Il Superiore della Missione e della Visitatoria è Don Cimatti che desidera riassumere pensieri che da 12 anni ribadisce nella testa dei Superiori.

Sanità: grazie a Dio buona – e se avesse più lavoro, anche materiale, sarebbe meglio.

Studio e lavoro, occupazioni: non deve meravigliare l’accentramento determinato dallo svolgersi del lavoro, che non ebbe il corrispondente contributo di personale formato. Dolorose necessità poi determinarono il rimpatrio di cari confratelli, che avrebbero potuto dare un ottimo contributo, ma “non hos elegit Deus”.

Pur tenendo coi denti tutto, se non ci sarà un ristabilimento completo di tutto, si finirà col rovinare completamente. In Giappone “non progredi, regredi est” significa che regredi è morire.

Mi parve che per far del bene e stabilirsi in Giappone e come missionari e come salesiani, bisognava agire alla giapponese che vive “di sentimento, di gentilezza e di attività, senza chiacchiere, ma coi fatti”.

Ecco il motivo della nostra espansione, che se i Superiori avessero potuto aiutare, sarebbe almeno duplicata in Giappone, e già estesa in Corea e Manciuria. Non si potè – e giustissimamente bisogna pensare che al mondo non c’è solo il Giappone – ed è certo così la volontà di Dio… e così sia. Se agiremo collo spirito giapponese avremo lavoro e risultato; se no, si basisce.

Certo ci vogliono mezzi formidabili e personale attrezzato che si imponga e colla virtù e colla scienza – e col farsi giapponese – e siamo ancora assai lontano. Bisogna che eseguiamo alla lettera il nostro sistema e che ci sforziamo di avere il cuore di Don Bosco. Se no, è meglio piantare lì tutto. Le condizioni attuali del Superiore non permettono a lui (a detta dei confratelli) di compiere il suo dovere. La distanza da Miyazaki e Tokyo, il Consiglio frazionato (che anche economicamente non può radunarsi una volta al mese); i legami attuali di lavoro, pure non permettono le due cariche. Vi è poi sempre la questione amministrativa: i missionari dubitano che si sperperi per Tokyo – e quelli di Tokyo che non si vogliano aiutare.

Il fatto personale poi della credenza assoluta nella propria inabilità a fare il Superiore – i patenti risultati avuti, sono anche punti che fanno capire le vere condizioni d’animo del Superiore, che ha sempre domandato l’esonero. Semplice gregario lavorerò per dieci in Giappone o dovunque.

Don Cimatti ama e stima al sommo tutti i suoi confratelli – ne ha molti stanchi e ammalati – tenta di utilizzarli per quanto può secondo le loro attitudini – e nel campo delle sue facoltà, lascia fare, persuaso che tutti sanno meglio di lui, e per dare ad ognuno la soddisfazione di vedere qualche risultato dei suoi lavori purché il bene si faccia. Ed anche per questo è sempre senza soldi… Oh, la Provvidenza!

Pratiche di pietà, regole, ecc.: ha la buona volontà di fare il possibile per… ma siamo lontani dalla perfezione.

Carità: mi pare piena con tutti.

Disordini, inconvenienti da segnalare: gli appunti scritti hanno lo scopo di far riflettere ai medesimi. Mi pare che salvo le difficoltà personali di vari confratelli, e a Tokyo e in missione, tutti amino Don Bosco, e si sforzino di essere buoni salesiani. Il Visitatore vedrà ed aiuterà – non tema di mettere il dito sulle piaghe e ferite (e qua e là ci sono) dovunque e per chiunque siano cominciando dal Superiore.

Come Superiore ecclesiastico intendo poi che i Visitatori abbiano tutte le facoltà possibili e immaginabili in foro interno et externo per tutti i suoi dipendenti di ogni genere.

Prego caldamente ad osservare anche quanto dal punto di vista canonico si può osservare. Don Cimatti come Sup. della Missione fino al 1938 ha tutte le facoltà del Superiore Miss. sui juris (più alcune facoltà speciali per opere di devozione e amministrazione di Sacramenti. Come Visitatore ha dai Superiori le facoltà tutte dell’Ispettore). Rimetto tutto nelle mani del Visitatore: hic ure, hic seca, hic non parcas…

Don V. Cimatti, sales.




1 Gli appunti si ritengono scritti prima ancora che arrivasse il Visitatore straordinario del Rettor Maggiore, Don Antonio Candela. Ora sulla cronaca di Miyazaki-Seminario si trova scritto di sua mano: “Vado incontro al Visitatore M.R. Don Candela a Kobe” (20/6/1937). In Agosto si aggiunse poi il Rev.mo Don Berruti. Probabilmente consegnò al Visitatore gli appunti, il quale li conservò: di qui la ragione della loro conservazione negli Archivi della Congregazione.