Cimatti|Rinaldi Filippo / 1927-1-29

235 /Rinaldi Filippo / 1927-1-29 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 29 gennaio 1927

Mio amatissimo Padre Don Rinaldi,


Dalla data vede che scrivo questa nel giorno del nostro S. Patrono ed ho voluto scegliere questa data per unirmi spiritualmente a Lei e alla nostra amata Congregazione in questo giorno; e in queste dolci feste di S. Francesco e di Don Bosco rinnovare a nome di tutti il proposito di costante attaccamento alla S. Regola e allo spirito informatore della medesima.

Non spedirò oggi la lettera, perché voglio unire relazioni di cui dirò, ma voglio incominciarla oggi nella benedizione del S. Patrono e di Don Bosco.

E prima di tutto un po’ di rendiconto personale.

  1. Salute. Ottima in tutti i sensi. Sentendo che il vino non mi conferiva mi sono dato da buon giapponese al tè: la va d’incanto. Per il freddo è più che sopportabile (finora la minima -7°). Per sollievo dei piedi (non essendo prudente portar fuoco in giro, alcuni confratelli ne avevano bisogno) ho provveduto piccoli scalda piedi ad acqua (in uso qui), vanno benone.

  2. Studio e lavoro al solito, col prossimo febbraio e marzo aumenterà o meglio, varierà per l’assestamento di cui le dirò.

  3. Osservanza regole e disimpegno degli uffici – fo quel che posso. Nonostante che la superbia mi voglia far credere il contrario, creda pure che mi vado convincendo che sono lontano dall’essere capace di fare il superiore. Mah! Ci pensi il Signore! Mio unico desiderio è riprodurre lo spirito di Don Bosco, ma come ne sono ancora lontano! Mi aiuti colla sua preghiera.

  4. Pratiche di pietà. Lavoro al solito e insisto.

  5. Osservanza dei voti. Ho bisogno di frenare il cuore. Ma caro Signore, mi avete dato proprio un cuore di pasta frolla!

  6. Carità. Mi pare di andare d’accordo e di amar tutti intensamente.

  7. Disordini. Per ora nulla. Col Sig. Don Ricaldone, come Lei mi consiglia, combineremo molte cose anche in piccoli dettagli.


Per i confratelli.

  1. Don Tanguy. Di tanto in tanto disturbi di mal di testa (giramenti), deve essere in parte lo studio, la preoccupazione. Optime.

  2. Don Piacenza. Di tanto in tanto insonnia. Periodo per la salute buono. Soffre assai i viaggi. Optime.

  3. Don Cavoli. Alti e bassi di salute. Dice in una pubblica conversazione che di notte pel pavor nocturnus non può dormire da solo. È un bene e un male! Vedremo. Certo ha dei buoni numeri ed è buono. Nervosetto, quando poi non dorme… L’ho dispensato dalla scuola del mattino. Optime.

  4. Don Margiaria. Alti e bassi di salute. Forse mangia in fretta e lo stomaco alle volte non funziona. Riesce bene in lingua. Un po’ di geloni. Optime. Tenace nelle discussioni.

  5. Don Liviabella. Altro attacco fortunatamente in letto, di notte. Si preoccupa troppo. Un po’ di geloni. Optime.

Oh, mio buon Papà come è difficile far capire a tutti l’abbandono in Dio pur dimenticandosi in tutti i modi. Sarà che non lo possiedo ancor tanto da saperne investire gli altri.

  1. Merlino. Male ai denti (è in cura). Bene per tutto il resto.

  2. De Mattia. Tende alla solitudine. Bene in tutto.

  3. Guaschino. Lavora ed è intraprendente, fin troppo. Lo avviserò che non esca senza permesso (è sempre per la compra), sia più pronto all’orario, non troppi legami di relazioni. Fa tutto proprio con buon fine e forse con troppa semplicità. Credo le malattie passate siano più frutto di questa che di malizia, pur volendo essere assai furbo. Certo ha buoni numeri, è fedele e di pietà. Ma che vuole?

Con quella pulce messami da Don Ricaldone nell’orecchio non sto davvero tranquillo. Per ora tutto come al solito per orario, per studio, per tutto il resto, in seguito vedremo.

Unisco relazione speciale di Don Tanguy e Don Piacenza dopo il sopralluogo.

Non mi resta che assicurarle che il Signore continua a benedirci e a guidarci passo dopo passo là dove piace alla sua bontà.

Quanto a Don Cimatti poi usa tratti di finezza tali che non so davvero come dire e come fare per… Mi aiuti Lei colle sue preghiere affinché non mi renda indegno di tanta grazia e mi benedica con tutta l’anima.

Tutto suo figlio

don Vincenzo Cimatti