Cimatti|Miletto Erminio / 1932-7-15

971 /Miletto Erminio / 1932-7-15 /


a Erminio Miletto, ex-allievo dell’Oratorio S. Giuseppe



15 luglio 1932

Erminio carissimo,

Dirti la gioia provata nel leggerti è difficile, perché non puoi farti un’idea di ciò che voglia dire ricevere una lettera da amici lontani… E specialmente da cari amici, amici di anima, allievi fra i più cari, con cui si è vissuto i momenti più belli della vita.

Grazie, e tutte le volte che lo farai sarà un vero atto di carità.

Godo dei tuoi immutati sentimenti di bene, del tuo desiderio di lavorare per la buona causa per essere pronto e preparato (da vecchio esploratore) non temi di andare incontro allo studio, ecc. Bravo… E prego di cuore il Signore per la totale riuscita delle tue aspirazioni.

Invoca Maria e Don Bosco nelle varie difficoltà, mantieniti buono, ed il Signore non solo ti farà realizzare pienamente il tuo desiderio di bene, ma migliorerà la tua posizione e così potrai realizzare pure pienamente la tua vocazione.

Come sto? Ma sempre bene… Non sai che la gramigna messe le radici è ben difficile farla morire? Lavoro ce n’è anche per te… Vieni a organizzare le file della gioventù cattolica giapponese.

Il movimento comincia anche qui. Prega per queste povere anime e per Don Cimatti.

Il Giappone più che dal lavoro dei missionari si convertirà per le preghiere dei buoni, il Giappone non si converte che in ginocchio e col sacrificio perché superbo come è non può essere piegato che dall’umiltà.

Finalmente so il tuo indirizzo e spedisco a te direttamente. La copia unita è per il bravo Calcagno che lavora pure alla FIAT. Digli che ricordi Don Cimatti e se vi sono altri fammelo sapere. Pregate per me e se potete fate un’offerta per le missioni. Non potreste fra tutti fare qualche cosa di quanto è scritto sopra?

Credo che trovereste anime buone che se anche non conoscono Don Cimatti farebbero volentieri del bene. Saluta mamma e sorella.

Ti abbraccia con tutta l’anima e ti benedice il

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



Se vedi ancora Don Maggi e Don Braga dà loro un pugno come mio saluto.