Cimatti|Rinaldi Filippo / 1926-2-2

135 /Rinaldi Filippo / 1926-2-2 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



M.R. Sig. Don Rinaldi, mio buon papà,


Con oltre un giorno di ritardo, dovuto al mare cattivo, giungiamo a Shanghai il 3 Febbraio. Eccole la breve relazione del viaggio da Hong Kong a Shanghai.

La vista dei cari confratelli venuti da Macao, la visita del Superiore degli ottimi missionari di San Calogero di Milano (PIME), la paterna ospitalità concessa a vari dei nostri durante la notte, il fantastico aspetto della città illuminata veduta dal mare (è un’enorme montagna di luci) facevano uno strano contrasto colla vista dei cinesi del porto di Hong Kong, che minacciano scioperi e rappresaglie contro gli inglesi. Immagini, alcuni hanno dovuto proseguire fino a Shanghai per sbarcare in Cina (fra di essi alcuni pastori protestanti), e più sentivamo l’avvicinarsi doloroso del distacco dai confratelli e novizi che dovevano andare a Macao. Alle ore 7.30 del 30 Gennaio, fra la commozione di tutti ci siamo dato l’addio. Mentre la maggioranza va ad Hong Kong, con Don Piacenza mi getto a scorrazzare per la campagna, fra le rocce, in riva al mare, fra il povero quartiere cinese per distrarmi, per trovare nel bel sole e nelle opere del buon Dio e tra i suoi poveri amici conforto, istruzione, calma.

A mezzogiorno, mentre lodiamo Maria coll’Angelus si parte. È il giorno consacrato alle preghiere per i confratelli defunti e di gran cuore ci uniamo alle preghiere comuni. La pace eterna dona ai fratelli nostri, o Signore!

Ed ora continuiamo soli il nostro viaggio. Ho pensato di ricordare il 31, anniversario della morte di Don Bosco, con l’esercizio della buona morte e tutti si cerca di farlo bene. È anche così facile che la morte incolga sul mare: era presente nella mente di tutti il tragico scontro di Shanghai, nel porto, in cui trovarono la morte persone a noi care, un nostro bravo confratello cinese coadiutore e tre angioletti cinesi, nostri allievi! Si scatenò intanto una forte bufera di vento che obbligò al letto Don Tanguy, Don Piacenza e Don Cavoli, accompagnata da freddo intenso per tutto il giorno. Tenni due brevi conferenze sulla osservanza delle regole e sui ricordi di Don Bosco ai primi missionari e si compirono le prescritte pratiche per l’esercizio della buona morte. A sera il tempo si rimette a bello e tutti si alzano. Sfido! Sono i primi Vespri della Madonna!

Oggi due abbiamo ricordato Maria! Tutti hanno celebrato. Ho benedetto le candele e domani benediremo la gola.

Abbiamo dato una familiare dimostrazione di riconoscenza all’ottimo Dr. Senzoku per l’aiuto datoci durante il viaggio nello studio del giapponese, con componimento in francese, un servizio di rinfresco e col regalo a lui di due bottiglie. Fu contentissimo e volle stringere la mano a tutti. Credo che non sarà inutile l’avere contratto questa conoscenza.

Siamo nel mar Giallo e passiamo in mezzo a fitte scogliere qua e là sormontate da bianchi fari.

Domani alle 8 speriamo abbracciare i confratelli di Shanghai e aggiungerò le ultime notizie.


Buon mese di S. Giuseppe e non dimentichi i suoi lontani figli del Giappone e specialmente il suo povero:

don Vincenzo Cimatti



P.S. - Alle 15.30, al largo di Shanghai ci fermiamo in attesa dell’alta marea (domattina alle 5).

Alle 7 sbarchiamo (3 febbraio) a Shanghai accolti da Don Garelli, dal figlio di Lo1 e in automobile condotti al nostro istituto, dove a suon di banda e tra il plauso degli allievi abbracciamo i cari confratelli. Si dimentica tutto: stanchezza, noia, e tutto il complesso di quello stato speciale in cui si rimane dopo un lungo viaggio.

Siamo tra i nostri fratelli, in casa salesiana, possiamo salutare Gesù nella cappella e rivedere il volto sorridente dell’Ausiliatrice nostra. Un cinese artigiano legge un complimento in italiano; rispondo in italiano, Don Garelli traduce e per festeggiare l’arrivo dà vacanza tra la gioia di tutti.

Al rinfresco e a pranzo si inneggia ai Superiori, alla Congregazione nostra, all’unione fra Shanghai e Giappone. Vado con Don Tanguy alla procura dei padri gesuiti per le nostre faccende, il piano di partire per Nagasaki rimane modificato, perché i vapori giapponesi partono tardi e non vi è convenienza: quindi torniamo al piano primitivo: tutti a Moji e poi si vedrà.

A sera visita all’Ospizio di Lo, lunga conversazione con Don Garelli. Ha le sue difficoltà di salute (sempre mal di ventre); Lo non gli finisce più l’Istituto, bello, grandioso; ha dovuto soffrire per la salute dei confratelli (ora, grazie a Dio, buona, ma che esige grandi riguardi) e per la strettezza di personale in cui si trova, e più per il recente disastro, di cui non si sa ancora persuadersi, né di cui si riesce a capire nulla.

Domani 4 Febbraio. Ho detto Messa nella Chiesa dell’Ospizio di Lo, servitami in pompa magna da lui, e dopo colazione ha voluto accompagnarmi in ogni punto. Il Cottolengo di formato piccolo è qui riprodotto. Deo gratias! Peccato che l’assistenza religiosa sia ancora più ridotta: un prete solo, vecchio, per 1300 ricoverati e poche suore, e peccato che le solite questioni tra clero secolare e regolare, per i soliti diritti, paralizzi molto del bene che si dovrebbe fare alle anime. Don Garelli anche per questo ha e avrà molte croci. Et inimici hominis domestici eius…

Nel pomeriggio mi reco dal Procuratore delle Missioni Estere di Parigi e si concreta un telegramma per i missionari di Moji annuncianti l’arrivo. Scrivo pure alla Delegazione Apostolica e alla nostra italiana.

Sappiamo che si parte sabato alle ore sei. Domani, primo venerdì del mese è pure la festa dei Martiri giapponesi. Preghino per noi.

Questa sera il Sig. Lo-pa-hong ci volle tutti a cena in casa sua. Al brindisi ricordai Lei e tutti. Cena cinese! Meglio una nostra polenta che tutte queste storie pur offerte con la più buona carità del mondo!

Mi fecero suonare e ne feci di tutti i colori tra l’ammirazione (non so perché!) di tutti. All’uscita Lo-pa-Hong mi dà come prima offerta un assegno di 600 dollari. Deo gratias! È il primo benefattore cinese. Domani prima di partire gli scriverò una bella lettera.


1 Lo-Pa-Hong era un grande benefattore dell’opera salesiana di Shangai. Divenne anche amico e benefattore di Don Cimatti, e nel 1931 fu in Giappone a Miyazaki in occasione della grande processione eucaristica.