Cimatti|Rinaldi Filippo|1929-6-14

469 /Rinaldi Filippo / 1929-6-14 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


14 giugno 1929

Amatissimo Babbo,


Come conclusione del triduo di Don Bosco ho fatto un po’ di esercizio di buona morte e mi rimane da fare un po’ di rendiconto mensile. Non potendo prevedere quando potrò parlarLe, credo bene affidare alla carta alcuni pensieri.


              1. Grazie soprattutto della carità usatami nell’avermi voluto a Torino per queste feste. Ne ho guadagnato (voglio sperare) in ogni senso. Mi trovai spiritualmente in un misto di commozione, di indifferenza o freddezza, di entusiasmo intimo o pubblico… che mi fece capire sempre meglio la gran bestia che sono, il grande amor proprio che ancora alligna nei bassifondi, e la lontananza a cui sono dall’ideale… Ma, Deus scit!

              2. Le mie pratiche di pietà purtroppo in questo trambusto di luoghi, di orari, andarono come poterono, ma qualche volta, qualcosa lasciò a desiderare… Come sono ancora lontano dallo spirito di pietà che mi permetta l’adempimento fedele, completo, cordiale delle pratiche anche quando non posso farle colla comunità… Ho ancora bisogno di migliorare tutte le pratiche prescritte – la più esatta forma nell’amministrazione dei Sacramenti – la più costante pratica dell’esame di coscienza. Me l’ottenga dal nostro Don Bosco, perché se mi manca questo spirito sono perso, sono perso!

              3. Salute ottima.

              4. Studio e lavoro: tento di non dimenticare un po’ di esercizio quotidiano della lingua giapponese – di eseguire gli incarichi che i Superiori mi affidano (e sono qui a disposizione e scongiuro i Superiori che mi facciano lavorare) – di darmi attorno per racimolare qualche cosa per la Missione.

              5. Per le Ss. Regole non mi pare ci sia nulla di notevole. Ho creduto (anche spendendo qualcosa di più) mio dovere spedire alle residenze quanto poteva far vivere i confratelli col cuore rivolto a Don Bosco. Trovo un po’ di difficoltà nella custodia più forte dei miei sensi: occhi e gusto (ho preso qualche risoluzione al riguardo).


Qualche osservazione intima su confratelli e cose a quattr’occhi… Mi benedica e mi ottenga di diventare un vero Don Bosco dal nostro Beato. Con affetto filiale:

Suo aff. mo

Don Vincenzo Cimatti

Salesiano di Don Bosco