Cimatti|Ricaldone Pietro / 1932-2-4

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 4 febbraio 1932

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Esercizio di buona morte e quindi continuo l’abitudine… del mio rendiconto mensile e di quello generale dei confratelli e delle cose nostre.

Don Cimatti: salute ottima.

Studio e lavoro: bene. Desidererei (e se fossi in altre condizioni… certo riuscirei) fare molto di più. Ma fiat voluntas Dei, che mi tiene nelle condizioni in cui sono.

Se posso compiere… Non ne ho l’attitudine. Certo ho bisogno di mettere più diligenza, non foss’altro per supplire all’inettitudine. Sono molto in basso per la cultura ecclesiastica e non so comandare. Ho, in breve, ripetuto quanto Lei sa e per tranquillità di coscienza e per dovere. Deus me adjuvet.

Se comodità delle pratiche… Tutte piene. Rimango alle volte disturbato un po’ nei viaggi. Tento di farle come meglio posso. In omaggio alla Strenna del compianto Sig. Don Rinaldi lavoro per migliorare la S. Messa come proposito dell’anno.

Frequenza Ss. Sacramenti… regolarissima.

Osservanza religiosa – Piena. Nessuna difficoltà, tranne nel comandare, in cui sono zero.

Carità: optime con tutti.

Disordini: non mi pare di scorgerne, né mi furono riferiti da altri.

La mia difficoltà (mio difetto predominante) è il cuore. Ma che devo farci, se il Signore mi ha dato un cuore che vuol bene a tutti, che vorrebbe in Dio donarsi a tutti e sacrificarsi per tutti?

Tento ben di lavorarmi… Se debbo dire ciò che farebbe la mia felicità in terra sarebbe il non avere le responsabilità che ho. Ad ogni modo fiat voluntas Dei.

Conosce le mie difficoltà: è in obbligo di aiutarmi di più.


CONDIZIONI GENERALI. Finanziarie solite. Si lotta per il pane quotidiano ed il Signore finora non ce l’ha lasciato mancare, e si è potuto far fronte agli impegni. Deo gratias!

Come già scrissi avremmo bisogno per tirarci su dall’affogamento che qualche anima buona ci offrisse una discreta somma. Lo Yen dà giù, ed il momento sarebbe propizio.

Il Capitolo Superiore si è quotato per lo Studentato con Lire 25 mila annuali. Se le potessimo avere ora sarebbe il momento buono. Mattino e sera picchio al tabernacolo. I confratelli domandano. Vedano i nostri amati Superiori se possono aiutarci. Sono sempre in attesa delle pratiche della S. Sede e del Duce: finora nulla – dopo la sua e lettere del Sig. Don Tomasetti in relazione alle medesime si sperava così bene. Mah! Chissà quando? Fiat voluntas Dei!

Certo che siamo in angustiis pro necessariis. Deus scit e sono sicuro che a tempo e luogo provvederà.


MIYAZAKI. Salute così così: un po’ scossi Don Cavoli e Guaschino. Don Livio di tanto in tanto il suo malcaduco.

Il Ch. Tassan da una buona settimana con tonsillite che gli produce febbri forti e un morbillo leggero. Sono pieni di lavoro. Spiritualmente bene.


TAKANABE. Tutti benino – salvo Don Piacenza con frequenti insonnie e flebite alla gamba. Spiritus bonus.


TANO: In vera paupertate essendo agli inizi. Don Lucioni benino, ma è un tipo sui generis – più ammalato che altro. Il Ch. Bernardi ha in questi giorni una forte infezione esterna al collo pel rasoio forse infetto dal barbiere. Per il resto bene.


OITA. Benino tutti. Don Margiaria stanco. Don Marega secondo me non era un tipo da missione. Se ha uno Studentato teologico dove occuparlo… Ad ogni modo, siccome bisogna pigliare gli uomini come sono e Don Cimatti ha più difetti di lui, Deo gratias anche di questo. Ad onore del confratello, si viene lavorando. Gli altri bene.


BEPPU. Don Pedro un po’ farraginoso. Tutti bene in santa povertà.


NAKATSU. Don Tanguy molto stanco – pel resto bene.


Lavoro non manca – lo spirito buono mi pare ci sia – mancano i mezzi di cui avremmo bisogno per fare quello che sembra sarebbe necessario… e che probabilmente non è nei disegni di Dio ancora. E fiat voluntas Dei!

Certi giorni (e al momento è così) si è coll’acqua alla gola pel necessario. E così questo ci dà modo di stare in povertà.


SUORE. È una delle croci. Speravo assai e o non riesco a farmi capire o esse non riescono. Ci fanno l’impressione che richiedano assai e diano poco. A Miyazaki certo le relazioni con Don Antonio (certo anche lui un po’ forte) non sono buone.

Se non trovo modo di mettere a posto le cose, più che dire che si ritirino e facciano per conto loro… Una vera croce. Deus adjuvabit.


Non pensi che per tutto questo, specie per le vere necessità in cui si trova questa povera missione, Don Cimatti perda l’appetito e la solita giovialità e calma. Mi pare di essere il solito matto e quando posso mettermi a fare il matto nei concerti, nelle sale è una felicità (in gennaio una decina)… Mi dispiace nel vedere che altri soffrono… Altri mi dicono: “Staremo senza mangiare, ma non vogliamo cessare il lavoro di propaganda…”. Vuole che il Signore ci lasci all’asciutto? Ma no, certo.

Dunque avanti, ed anche i Superiori ci aiutino colla preghiera, col consiglio, coll’aiuto materiale possibile, diretto o suscitato.

Festa di S. Francesco bene, onorata dall’intervento di Mons. Breton, Vescovo di Fukuoka, amicissimo – uomo di polso, pur avendo il braccio destro paralizzato (e pensare che ha per motto: “in brachio extento”).

Per stavolta stop. Pensi che tutti tutti la ricordano e formuliamo il voto che in Lei si compia la volontà di Dio nelle prossime elezioni.

Preghi per me e per questi suoi figliuoli lontani, bisognosi di tutto e di tutti e specialmente pel suo


Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.