Cimatti|Ricaldone Pietro / 1930-5-15

583 /Ricaldone Pietro / 1930-5-15 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



[15 maggio 1930]1


        1. Grazie della sua.

        2. Per lo studentato. Antecedenti. Come sa, con risparmi, offerte, ecc. si è potuto acquistare in zona di Takanabe (ad un’ora da Miyazaki) oltre un ettaro di terreno, già in parte coltivato, e colla possibilità di estendersi, per circa 21 o 22 mila lire italiane. Località appartata, a pochi minuti dal mare, in collina – ad una mezz’ora da Takanabe (ove sono già cristiani ed anche centro discreto di studi, di circa settemila abitanti).

Dal punto di vista della comodità d’accedervi (ferrovia, automobile, ogni paio di ore) non è certo l’ideale, pur essendovi tutta la comodità. Fosse più nei pressi di Miyazaki certo sarebbe meglio. Ma le numerose ricerche fatte non hanno portato che l’attuale risultato, perché quando non si hanno mezzi alla mano, per ora non avendo credito, non si può concludere nulla di ciò che potrebbe essere utile.

Conclusione: l’idea di due ambienti distinti è certo splendida, ma ci vuole certo:

  1. la possibilità di mezzi,

  2. il personale: cose tutte che per ora non abbiamo.


Ma due case per ora unite, sia pure in ambienti diversi, ma vicini,

  1. oltre il risparmio di spesa di costruzione

  2. porterebbe con sé:

    1. La migliore utilizzazione del personale,

    2. La miglior formazione degli allievi, che specialmente in questi primi anni non sapranno orientarsi nettamente verso la vita ecclesiastica o religiosa. La presenza dei chierici, le funzioni sacre, ecc. possono influire in forma potente;

    3. La miglior economia pel mantenimento.


Queste ragioni mi sembra facciano propendere per la casa che serva per ambedue i fini. Essendoci il terreno non è difficile pensare ad un corpo di fabbrica per lo studentato – e affiancato in un’ala o nei pressi del medesimo un altro modesto per il piccolo seminario.

Le proporzioni che verrà ad assumere lo studentato (non penso per ora alla teologia) si può valutare ad un massimo di 30 persone (compresi tutti).

Credo che il piccolo seminario fra quattro o cinque anni non avrà meno di questo numero se non di più. Sarà per allora il caso di pensare al noviziato di quelli che decideranno per la vita religiosa, a meno che il Signore ci mandi prima degli adulti (figli di Maria).

Lo stato attuale delle nostre reclute è così ripartito:

    1. Due nel Seminario di Nagasaki (si paga per ognuno £ 250 al mese di pensione e le spese) che fanno il secondo anno di ginnasio, frequentando la scuola pareggiata dei marianisti e studiando il latino in Seminario.

    2. Uno adulto che fa scuola di giapponese ai chierici e studia latino con Don Tanguy: fu instradato da Don Piacenza.

    3. Un professorino d’agraria che vuole farsi prete ed un altro giovane che finì la scuola media e che hanno iniziato il latino con Don Piacenza – e serviranno come insegnanti di materia giapponese del futuro seminario e noviziato, cioè N. 3 provienienti da Miyazaki; 3 da Tano e uno dall’Hokkaido.

Non le pare che il Signore abbia pensato a tutto? Non avendo mezzi (perché vivo alla giornata) si sono fatte riattare piccole stanzette a Nakatsu e così Don Piacenza inizierà la cura della pupilla degli occhi nostri, in attesa che la Provvidenza pensi al resto.

Per i futuri bisogni a Takanabe si è affittata un’altra casa più conveniente e grande per la missione. In caso disperato, se aumentano (certo un altro anno) e se la Provvidenza non ci fa vedere altre soluzioni, trasporteremo colà il Seminario o lo studentato.

Conclusione:

              1. Lo studentato bisogna da quest’anno assolutamente toglierlo da dove è.

              2. Il Signore ci manda le vocazioni: non posso mandarle in Seminario a Nagasaki (perché non vi sono quest’anno le accettazioni e poi costa troppo e non possiamo formarli al nostro spirito). Dunque urgendo provvedere si è fatto così.

La venuta di Don Torquinst (e sarà trattato come consigliano i superiori… e non faccio altre considerazioni perché ho promesso) potrà suggerire le alternative da Lei indicate? Vedremo nel Signore.

              1. Direzione dello studentato: Don Tanguy. Ho dovuto affidare a Lui in vista del futuro trasporto a Takanabe la cura dei cristiani – quindi al sabato sera e domenica mattina è assente. Ma non si può fare diverso.

              2. Grazie degli auguri per la Messa d’argento. Ho passato con Gesù due giorni d’oro e speravo proprio di andarmene. Sarà forse per il compleanno.

Vedremo! In caso tutte le questioni di Don Cimatti sono magnificamente risolte.

Sono nelle mani della Provvidenza, che ci manda cotidie il fabbisogno, totalmente (mi pare) più umilmente e generosamente che mi è possibile (e dato le cose dette prima – ho promesso di non parlarne) mi rimane – sto per dire – naturale e facile.

              1. Del carissimo Don Torquinst, per cui già arriva la posta, già detto: intensissimi.

              2. Non è il caso di ritornare sulla stangata finale che ho assaporato, perché conforme al vero. Anche nelle contraddizioni di pensiero e di cuore, però concludo sempre: “Se i Superiori hanno fatto così, certo è dello spirito di Don Bosco, e appunto perché Don Cimatti è di parere diverso, ecco una bella occasione per istruirsi. È appunto perché non capisce, perché dovrebbe disapprovare?”, e le confesso che questo pensiero mi ha sempre messo più in contatto della realtà. D’altra parte non c’è bisogno che capisca Don Cimatti, essendoci i Superiori incaricati. Come vede è sempre la mia stupida e sporca superbia che fa capolino, anche quando vuol farsi paladina di bene.

              3. Per informazione le unisco un brano di lettera ricevuta da Don Piacenza dal Vescovo di Formosa.

              4. Sto lavorando per la formazione del nostro “ente morale” e per la regolarizzazione delle proprietà ancora in aria. E spero entro il mese sia avviata la pratica.


Mi era venuta questa idea che Lei potrebbe studiare e vedere se è pratica.

Stanno anche studiandola i Francescani di Kagoshima per loro conto e mi hanno promesso informazioni e aiuto.

Ecco il quesito. Essendo che un’organizzazione religiosa, incorporata all’estero, può possedere in Giappone (oltre che lo può il singolo individuo), per i beni futuri della nostra Società non potrebbe la “Valdocco” o altra Società o sindacato possedere per procura nel Giappone?

Non saprei valutare se vi siano vantaggi o no – se è più facile che formare un ente morale, diverso da quello della Missione. Inoltre Lei sa che cosa siano gli incendi pel Giappone. Ritiene Lei utile che:

  1. scartando per ora l’ipotesi di metterci in mano ad una Società assicuratrice per gli incendi (che hanno prezzo proibitivo) annualmente si stabilisca un tasso (corrispondente alla quota annua che si dovrebbe pagare alla società) per ogni stabile e deporlo ad una banca, insieme ad offerte vincolate, che pian piano diano interessi da venir di aiuto nel pericolo – e nello stesso tempo iniziare così il fondo della missione?

  2. Naturalmente pregare il Signore che ci tenga lontano il flagello del fuoco e del terremoto.


Lei ha autorizzato Don Escursell all’uso del Capitale per la Missione, si potrebbe cominciare con quello? I capitali vincolati fruttano benino.

Mi pare di aver esaurito quanto mi stava per questa volta a cuore di dire.

Il resto ad altra occasione.

Tutti tutti vogliono essere ricordati per le feste pasquali. Ricordi i figli lontani in modo speciale a Lei affidati e preghi per noi, soprattutto pel suo

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1 Il seguente scritto, trovato tra quelli indirizzati al Rev.mo Don Ricaldone, manca di intestazione. La data, mancante nell’originale, è solo approssimativa.