Cimatti|Ricaldone Pietro / 1939-7-31

2320 / Ricaldone Pietro / 1939-7-31 /



a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



CATECHISMO! PANE QUOTIDIANO DEL MISSIONARIO1



Miyazaki, 31 luglio 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Se in ogni parte del mondo salesiano è risuonata forte e sentita la parola del Padre, che eccita i suoi figli alla grande Crociata catechistica, che deve coronare di gemme preziosissime le prossime feste centenarie, penso che in nessun’altra parte deve sentirsi ed attuarsi il più perfettamente possibile quanto nelle missioni.

Qui davvero tale insegnamento è e deve essere il nostro pane quotidiano. Grazie dunque, o amatissimo Padre, e dei preziosi incitamenti e degli opportuni consigli, che a vantaggio di tante anime a noi affidate tenteremo di attuare.

Dico “tenteremo”, perché in missione, come Lei sa, entrano in gioco tali e tanti elementi (non ultimo il guastafeste missionario… mezzi e personale) che non sempre si riesce a fare quanto si vorrebbe. Ad ogni modo i suoi figli lontani vogliono anche in questo essere buoni figli di Don Bosco.

FARE IL CATECHISMO… formare, costruire, innestare nella testa e nel cuore l’edificio della vita cristiana… E la storia dell’apostolato missionario ne è la più bella manifestazione… e se non sbaglio, deve consistere in questo il massimo lavoro nostro.

Che hanno fatto a tutt’oggi i suoi figli in Giappone per questo importantissimo dovere? Catechismo per i cristiani: è naturale. Catechismo per i catecumeni: è il significato che dava S. Agostino alla parola catechismo: prepara il catecumeno coll’istruzione delle verità della fede, alle cerimonie ed esercitazioni del battesimo. Catechismo ai pagani e specialmente ai fanciulli dei nostri cosiddetti oratori, frequentati si può dire in massa dai pagani.

I fanciulli sono la via più diretta per colpire il cuore del babbo e mamma: basta si riesca a guadagnarne la fiducia – si trasformano in piccoli missionari; due vantaggi: azione sui parenti, preparazione in loro di germi di generazioni cristiane.

È quanto vediamo ogni domenica alle nostre riunioni: fanciulli che conducono compagni ed amici, ed anche parenti che alle volte dicono: “Bisogna pure obbedire alle insistenti pressioni del figliuolo… non fosse altro per fargli piacere…”.

S. Francesco Saverio non pensava e non faceva diverso, e Don Bosco ha consigliato sempre che i suoi primi missionari facessero così.

L’insegnamento catechistico, didatticamente parlando, è fatto fra noi con procedimenti diversi a seconda del luogo, del tempo disponibile, della qualità delle persone cui si fa, delle risorse di cui dispone il missionario.

Si comincia a trovare buon materiale didattico catechistico anche in Giappone; ma si è ancora agli inizi. È naturale e doveroso che tutta la stampa cattolica debba essere per tutto il Giappone orientata a fare il catechismo: il giornale cattolico settimanale, non poche riviste, libri di apostolato, storia sacra, liturgia, agiografia ed ascetica hanno evidentemente questo scopo. Buoni catechismi per tutti, per i catecumeni (così detto psicologico), per i fanciulli e giovani – vi è anche un’edizione per i ciechi – illustrati o no (catechismo biblico – catechismo spiegato), buone storie sacre popolari, storie ecclesiastiche (traduz. del Marx) e i popolarissimi “Kami-shibai”. Non è difficile trovare per le vie gruppi di persone, specialmente di ragazzi che ascoltano narrazioni di vario genere, imperniati su quadri illustrati, che vengono man mano presentati dal narratore su un minuscolo palcoscenico.

Maniera di réclame, che si può usare con profitto anche per l’insegnamento del catechismo.

I Salesiani vi hanno contribuito con varie pubblicazioni a stampa editi dalla nostra scuola tipografica di Tokyo. Il catechismo spiegato col Vangelo, i Fondamenti della S. Religione (Don Bosco), il Vangelo unificato (Don Anzini) già alla terza edizione, molti volumetti delle letture cattoliche (Don Margiaria, Don Marega), foglietti di propaganda a intento prettamente catechistico, l’inizio di una collezione di quadri a colori, illustranti fatti storici interessanti la religione, la storia ecclesiastica (Don Tassinari) e l’Angelo delle famiglie (settimanale con la spiegazione del catechismo) ecc. Non mancarono a Tokyo e in missione gare di catechismo a premio, anche tra pagani: chi non lo studia per imparare la religione, lo studia come esercizio di memoria o come materia di studio, ma qualche cosa resta.

Riconosciamo alle volte ex-allievi pagani dei nostri oratori o dal segno della croce che fanno vedendoci o dalla parola “Amen”, conclusione delle preghiere cattoliche o da qualche melodia sacra che canterellano. La base d’insegnamento è o la spiegazione e recita (collettiva o singola) del catechismo, o la forma indiretta (più in uso per i fanciulli pagani, per mezzo di racconti di cui sono avidissimi), di spiegazioni di tavole illustrate o di proiezioni luminose o di film sacri.

Di ottimo esito le recite drammatiche. Il nostro Don Tassinari ci ha già regalato buone produzioni del genere (S. Cristoforo, nelle catacombe; le prime lezioni di catechismo di Don Bosco; l’amico dei fanciulli, ecc.) e che fanno parte della nostra collana drammatica.

Ci mancano ancora troppe cose: locali adatti, libri e materiale didattico e più che tutto ottimi catechisti, ma si cerca di metterci sulla strada.

È naturale che in un Paese come il Giappone, in cui il problema dell’istruzione ed educazione del popolo è considerato di prim’ordine, ed attuato con tutte le risorse dell’attrezzamento scolastico, è naturale dico, che se si vuol concludere con maggiori risultati, l’insegnamento della religione debba essere presentato convenientemente ad anime e menti, che già si giovano delle più moderne facilitazioni didattiche. Ripeto: si è sulla strada, ma da tutti i missionari e dalle numerose istituzioni religiose maschili e femminili che li coadiuvano, resta ancora da fare assai. D’altra parte bisogna mettersi nei panni di un pagano giapponese… Di un pagano che viva tra gli effetti della civiltà moderna e del progresso… E che sappia anche troppo di esserci… E che abbia un certo grado di istruzione.

Attratto più dal concreto che dall’astratto, più dalla morale che dal dogma, senza veri impulsi che lo spingano alla ricerca della verità, come vuole senta la necessità di una vera filosofia della vita? Teme le conseguenze; inclinato al relativismo nella fede e nella morale, preferisce un ecclettismo, che gli fa salvare a modo suo capra e cavoli, e non lo inquieta troppo nei suoi problemi religiosi.

Bisogna però confessare che l’anima giapponese è attratta dalla sublime morale della religione cattolica in cui trova tanti elementi che già sono realtà per lui: vivo senso dell’autorità, il sistema familiare, l’amore ai fanciulli, l’eroismo patrio e il sacrificio della vita quotidiana, il senso e il gusto del bello nell’arte, nelle cerimonie, nell’urbanità, ecc.

Ed ecco allora che si suscita in molti il desiderio di parlare col missionario, di udire parlare della religione cattolica, di visitare la Chiesa ed avere spiegazioni sui numerosi oggetti che vi vedono… La lampada accesa… la Via Crucis specialmente: Gesù dolorante… anche per loro… colpisce fortemente il loro sentimento (lato debole giapponese). Alle volte finisce purtroppo tutto qui… Un po’ di curiosità di chi vuol sapere. Ma alle volte vi è chi studia poi davvero, e diventa catecumeno e corrispondendo alla grazia divina giunge in porto. Ed è bello studiare la psicologia della conversione di certe anime, specialmente le fornite di un certo grado di istruzione: è utile conoscerle per orientare l’insegnamento catechistico e le conseguenti riflessioni, orazioni ed esercizi di pietà alla meta.

Molte anime accettano senza discussione il dono di Dio, e in simplicitate cordis si fanno o si lasciano fare cristiane: ma in molte viene originandosi un senso di tedio dello stato in cui sentono di trovarsi (schiavitù spirituale) ed un corrispettivo desiderio di elevazione – alle volte la parola e l’esempio eccitatore di un amico, un libro, un’avversità, acuiscono l’organo – si delinea chiara una lotta spirituale – rinuncia o accettazione – che se attuata si sprigiona nella gioia della libertà per essere diventato figlio di Dio.

Al momento è impossibile concepire in Giappone un movimento di massa verso l’insegnamento religioso: più che conferenze in grande stile, servono conversazioni singole o dispute familiari – buona stampa per chi sa leggere – e più ancora la vita santa del missionario, che dimostri coi fatti i suoi insegnamenti.

Lavoro lungo, paziente, che però si può sbozzare un po’ più in estensione che in profondità coi nostri cari giovani.

Amatissimo Padre, non potranno certo i nostri entrare in gara coi nostri allievi del mondo cattolico, ma si assicuri che noi tutti vogliamo effettivamente partecipare del nostro meglio a questa santa crociata. Se poi la sua carità e quella dei nostri cari benefattori ci volesse venire in aiuto per quel tanto che ci manca, sarebbe certo anche a noi facilitato il compito.

E preghi e faccia pregare affinché possiamo davvero per noi e per i nostri attingere dallo studio e dall’insegnamento del catechismo nuovo slancio di fede, di zelo nell’apostolato.

Suo

Don V. Cimatti



1 R. M. 948, manoscr. pubblicato in Bollettino Salesiano, Dicembre 1939.