1490 tassinari


1490 tassinari

1490 / Tassinari Clodoveo / 1935-9-13 /


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1.1 al chierico Clodoveo Tassinari, studente di teologia a Hong Kong

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Miyazaki, 13 settembre 1935

Mio buon Clodoveo,

Di ritorno da Tokyo dove fui per l’ultima muta di esercizi, trovo il cumulo delle tue sempre gradite, e sempre belle, anche se la frase qua e là è un po’ duretta. È da tempo che ho letto nel tuo cuore e benché distante, ora pure ci leggo e vedo chiarissimo (non pensare che Don Cimatti abbia visioni o altro).

Rispondo per ordine alle tue. (24/6/1935).


  1. Ricevuto il tuo biglietto sulla possibilità del buon Don Almazan di venirci a dettare gli esercizi – scrissi subito – forse arrivai tardi – mi rispose che quest’anno pel ritardo non si poteva. A te risposi accusando ricevuta.

  2. Ricevuto i voti vostri e risposi omnibus. Don Cim. e quanti videro furono soddisfatti. Avanti con impegno.


    1. Ha risposto sempre quanto in coscienza doveva dirvi alle vostre lettere – ho sempre pensato che voi aveste fatto quanto chi ama fino alla morte le anime vostre, vi diceva;

    2. i vostri Superiori erano informati dal sottoscritto,

    3. a Torino i Superiori pure;

    4. ho coscienza di aver obbedito ai Superiori in tutto.


Era naturale che dato l’atto di fiducia ai vostri Superiori, al massimo e solo indirettamente, non dovevo intromettermi. Conosco le cause di questo doloroso stato di cose, che secondo me, poteva essere vinto colle direttive di questo povero uomo, senza brontolamenti, e con umiltà e con molta carità vostra verso i Superiori. Il Signore ha permesso per i suoi fini quanto è causa di tanto dolore a tutti – voi beati (e te beato) se potrete dire: “Non fu certo per mia malizia o cattiva volontà!”. Vedremo tutto al tribunale di Dio e guai a chi fu causa diretta o indiretta di questo scempio.

Quanto a te, per l’amore del bene della tua anima, ti esorto a fare quanto mi scrivi “Star calmo, qualunque cosa capiti o dispongano i Superiori; intendo di ubbidire in tutto e per tutto, ecc. ecc.”. Fac hoc et vives. Ah, sapessimo sempre far così; tutti!

  1. Per gli altri due già disposto… Ad ogni modo a qualche tuo lamento (che Don Cimatti non scriveva, non si curava, ecc.) era proprio come dici tu “alle volte i consigli d’oro irritano”… Per non far arrivare a quel punto. Sta’ tranquillo, a Torino sanno più di quel che pensi…

Don Cimatti è da dieci anni che mensilmente tiene informati i Superiori degli interessi dei suoi dipendenti.

  1. Grazie delle tue osservazioni (è dovere farle) sullo studentato che a Dicembre (8) sarà benedetto, Deo adjuvante, a Tokyo. Per il personale sapete che Don Cim. domanda personale, non persone. Quando tu sarai al mio posto (se vuoi fare la volontà di Dio e non la tua) farai lo stesso.

  2. Grazie delle altre notizie sui compagni – dolorose e liete. Non conservo la tua lettera perché non c’è bisogno – quanto dici è chiarissimo e conosciutissimo – ti fa onore tutto quanto scrivi, ma penso inutile per l’archivio. Invece di strologare per darti ragione di quanto capita attorno a te:


a) rileggi l’interrogatorio dei voti (altro che paradiso dei novizi!),

b) buttati nelle Mani della Provvidenza e renditi familiare il fiat voluntas tua.

c) Rifugiati spesso sotto il manto di Maria,

d) e fa’ bene i tuoi doveri quotidiani.


24/8/1935. Ecco la risposta alla tua sempre carissima, un po’ pepata.


l. La prima era di Tassinari – la seconda è di Tassinari-uomo, e bisogna pure che ti riconosca tale, e in tutta la realtà. (Bene! Non è questo che faccia paura a Don Cimatti, né deve far paura a te. Gridava Sant’Agostino: “Domine, noverim me, noverim te!”).

Come ti dissi ripetutamente: Don Cimatti ha visto e vede (non pensare a visioni – lavoro da 40 anni coi giovani e – non per mio merito – sulle migliaia di allievi ho letto nel cuore di tutti – il tuo, il vostro è chiarissimo per il povero Don Cimatti) – dunque ho visto e vedo; go-anshin (= sta’ tranquillo). Non mi meraviglia la tua crisi, Clodoveo mio, e se ti fossi vicino ti darei uno di quei bacioni… Basta! Freniamo il cuore.

Quello che ti raccomando è ritrovare in te ed in Dio l’energia per rimetterti in carreggiata. Due mezzi: preghiera e umiltà… verso Dio e verso i Superiori. Mi dici: “Non oso più sperare!”. Superbia, che parla, e Dio: “Superbis resistit”, non è possibile la preghiera in tal stato.

2. Don Cimatti ha compreso – fu informato – ho creduto benissimo a voi – vi ho sempre risposto e dato direttive ai singoli e generali. Il male fu:


a) che avete fatto causa comune in casi singoli e delicatissimi;

b) forse non sempre avete fatto quanto il sottoscritto toties quoties vi ha raccomandato;

c) i problemi oltre che a Don Cim. la massima parte di voi li ha affidati ai Superiori Maggiori (e vi ho sempre consigliato a farlo). Le direttive avute da loro ve le ho sempre comunicate o singolarmente o in blocco. Il guaio è che quanto poteva essere utile per il singolo l’avete fatto medicina comune.


Ma il massimo male è aver avuto per superiore Don Cimatti – voi lo comprendete benissimo e non lo nascondete, come è da anni, da anni che lo comprende e non lo nasconde Don Cimatti, Deus scit e lo sanno i Superiori. La causa e radice prima è questo prete, povero, inutile: gridatelo pure super tecta. Non presento certo la tua lettera al Consiglio Ispettoriale – è informato delle vostre cose. Sarò davvero felice se scriverete – mi usate vera carità in tutti i sensi. Come pure non conservo le lettere cui ho risposto (se non quelle burocratiche d’ufficio), come questa, che ritengo lettera confidenziale privata (sia pure abbia il visto di tutti, come mi dici sul finire): quindi…

Caro Clodoveo, non c’è bisogno di scusa – niente ti è sfuggito di irriverente per me – ex abundantia cordis os locutus fuit. Sta’ tranquillo. Ti conosco e vi conosco troppo. Potresti anche per ipotesi, caricarmi di ingiurie e ti suggerirei altre parole più virulente, ché non conoscete voi la miseria mia. Prega e pregate e fate pregare per me.


30/8/1935. Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum. Per me il valore storico del passato (quindi della tua lettera) ha questo valore: “acqua passata non macina più”. Che valore al presente ha la rivoluzione, Napoleone, ecc.? Sì, gli effetti – i solchi profondi – le ferite… Sì ricostruire. Ed ecco allora che ha ragione Don Bosco: “L’avvenire è nelle mani di Dio – attendi al presente”. Vorrei leggerti l’Opera in musica di Meyerbeer “Dinorah!”. Canta la povera pazza rinsavita: “Ah, non fu che un sogno! S. Maria, nostra Signora del perdono, concedi il tuo favore!”. Mettiti e mettetevi (dacché ti hanno fatto rappresentante) in questa posizione: sogno… “Ai sogni non si deve credere” diceva la nonna di Don Bosco, perdono… domandato a Dio e dato agli uomini.

Senza di questo non edificherai mai.

Caro Clodoveo, assicuralo pure a tutti, Don Cim. è tale e quale nei riflessi vostri come è sempre stato: anzi per me la lontananza avvince ancor di più – e poi vorrei essere come S. Paolo per voi o come S. Francesco di Sales: “Flere cum flentibus – gaudere cum gaudentibus – omnibus omnia factus”. Lo desidero e per quanto dipende da me lo attuo. Avanti con calma, con umiltà e obbedienza a scrivere bene la pagina nuova della vostra vita.

Vi benedicano Gesù e Maria come due volte al giorno vi invia dal tabernacolo la benedizione il


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.