Cimatti|Rinaldi Filippo / 1928-7-9

363 /Rinaldi Filippo / 1928-7-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Amatissimo e veneratissimo Sig. Don Rinaldi,


Grazie della bontà che usa ai suoi figli lontani scrivendo di tanto in tanto a noi. Don Cimatti domanda:

  1. Sono cambiate le cose nei riflessi dell’Ispettore? Don Canazei dice di sì. Don Cimatti dice che non ha ordini né sa quali dovrebbero essere le sue attribuzioni. Per es. ora c’è da ammettere ai voti Merlino… Per me credo di essere nel vero mandando i moduli all’Ispettore. Sono giunti i moduli del rendiconto ai Superiori. È certo che li mando all’Ispettore… et similia.

  2. Come missione, finché non c’è il decreto, credo (ed è tale il parere di S. E. il Delegato) che nostro Superiore eccles. deve essere il Vescovo di Fukuoka.

Ed ora un po’ di rendiconto mensile. Salute: ottima.

Studio e lavoro: ce n’è fin sopra i capelli. Ora stiamo preparando il Vocabolario italo-giapponese per i nuovi – è già pronta la grammatica e un vocabolario liturgico.

La propaganda continua lenta, naturale… qui non si può fare diverso. Avessimo i mezzi… si farebbe il doppio. Speriamo nei nuovi rinforzi, che fra due anni daranno, grazie a Dio, i loro frutti.

Pietà: regolare, in comune. Solite difficoltà: non viene meno la buona volontà. Sono certo la forza.

Ss. Voti: nulla di speciale. Solite fantasticherie facilitate da tutto ciò che ci attornia e dalla naturale curiosità.

Carità: come al solito, pieno accordo con tutti.

Inconvenienti: per ora nulla di speciale di grosso e notevole.

[Notizie sui confratelli…]

Lo sviluppo del lavoro procede. Buon numero di catecumeni; ma non bisogna valutare il Giappone alla stregua delle altre missioni per il numero dei battezzati. D’altra parte siamo ancora in molte difficoltà di lingua, di mezzi, non abbiamo opere… e prima che le abbiamo… quanti anni passeranno!

Creda, buon Padre, la Crociata Missionaria bisognava farla pel Giappone: occorrono miliardi e personale (specie indigeno). Vocazioni? Prove fatte finora di semplici aspiranti o personale di casa hanno dato risultati negativi. Tre venuti, tre partiti. Ora ho quattro domande di giovani e proprio oggi ne invio uno a Oita. Forse ne invieremo uno in Seminario (un giovanotto) pel prossimo anno.

Lo scoglio massimo per i giapponesi saranno: la superbia – l’incostanza e penso la sensualità, ma più di tutto l’incostanza.

È probabile che quando ci sia un noviziato o una piccola casa per aspiranti nostra, le vocazioni aumenteranno.

Già in vista varie vocazioni per le suore e anche per queste identiche difficoltà.

Avessi personale e soldi avrei già da tempo aperto due residenze a Takanabe (8 famiglie) e Tano (una cinquantina di cristiani). Non potendo per ora far diverso, andiamo due volte al mese a Tano per la Messa, e una a Takanabe – ma, povera gente!… come possono mantenersi forti se?… E nella provincia di Miyazaki un centinaio di cristiani sono in queste condizioni sparsi qua e colà… e molti di questi sono cristiani sulla carta… Lei pensi per riflesso: quante altre missioni sono in peggiori condizioni!… Ma sta il fatto che il povero Giappone, in difficoltà mentali quali non si verificano altrove, è il paese più abbandonato e più povero di missionari. Supplico i Superiori a venirci in aiuto.

Eccole in breve delineata la nostra condizione: la necessaria lentezza del lavoro che fa a pugni colla necessità delle anime, molte delle quali (non certo per colpa nostra) vanno perdute. Ma se i Superiori, resisi conto delle difficoltà in cui ci troviamo, ad es. anche solo per la lingua, da tempo ci avessero inviato aiuti, certo ora… Quest’anno ci mandano un nucleo: pensare che sarà effettivo solo al 1930… È doloroso il pensarlo, ma è certo…

Basta… perché se no, non finisco più… come non torno al solito argomento personale. Prego solo il Signore che affretti la soluzione delle due domande iniziali per il bene di tutti. Oh, buon Padre, avrà occasione di parlare ai confratelli nelle varie mute di Esercizi spirituali; voglia raccomandare specialmente questa missione che versa in vere difficoltà d’ambiente che non si possono superare se non colla preghiera.

Per me non domando nulla: solo preghiera, preghiera ed una sua speciale benedizione.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti, sales.