Bollettino_Salesiano_198905cooperatori


Bollettino_Salesiano_198905cooperatori

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ANNO 113 - N.9 2• QUINDICINA 15 MAGGIO 1989
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
«Cari delegati
e delegate, cooperatori
e cooperatrici,
queste riunioni
non sono cose inutili,
non sono burocrazia,
sono mediazioni
assolutamente
indispensabili
per far funzionare
lo spirito,
la missione,
la vocazione
dei cooperatori
salesiani.
...siate organismi
di animazione
con competenza,
con entusiasmo,
con sacrificio,
con simpatia e gioia!»
(DAL DISCORSO
DEL RETTOR MAGGIORE)
1/65

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DOMENICA 30 APRILE
LUNEDÌ 1 MAGGIO
, -coNFERENZA
NAZIONALE
*
ROMA
29 aprile
1 maggio 1989
" VOCAZIONE E MISSIONE DEI LAICI
NELLA CHIESA E NEL MONDO"
PROGRAMMA
SABATO 29 APRILE
Ore 15,00:
Acc ogIienza .
Ore 17,00:
Preghiera. Saluti.
- ReIazi.one di Jolanda MA-
SOTTI, Coordinatrice Nazio-
nale: «L'ACS in Italia: verifica
di un cammino».
Discussione. Intervallo.
- Presentazione del piano
Pastorale triennale 1989-1992.
(Don Alfonso ALFANO, Dele-
gato Nazionale).
Discussione .
Ore 9,00:
Preghiera .
- Relazione di Don Egidio VI-
GANÒ: «Vocazione e missio-
ne dei Laici nella Chiesa e nel
mondo».
Discussione. Intervallo.
Ore 11.45:
Celebrazione Eucaristica.
Ore 13,00:
Pranzo.
_Ore _16,00_: _ _
Assemblea. Approvazione pro-
gramma triennale.
Intervallo.
-Or-e -17-,3-0:' - - - - - - - - - -
«Preghiamo la vita».
Riflessioni, testimonianze, canti.
Ore 19,00:
------'----------
Cena.
Ore 21,00:
«Festa dei ... Cooperatori».
Serata di fraternità.
Buonanotte (Paolo SANTONI).
Ore 8,00:
S. Messa.
Celebrata da Don Ilario SPE-
RA, Ispettore Delegato CISI
per la F.S.
Ore 9,15:
Tavola Rotonda.
«Laici a confronto».
Riflessioni e risonanze alla
luce del documento «Christifi-
deles laici».
Vi partecipano:
- Docente universitario.
- Azione Cattolica.
- Segretaria Nazionale Con-
sulta Apostolato dei Laici:
Emma CAVALLARO, presente
al Sinodo.
- Un giornalista.
Moderatore: Nino SAMMAR-
TANO.
Intervallo.
Ore 12,00:
CONCLUSIONI
Ore 12,30:
Pranzo e partenze.
Ore 19,30:
Cena.
Ore 21,00:
Ripresa lavori.
Buonanotte.
(Madre PILAR, Vicaria Gene-
rale FMA).
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OClZlONE EMISSIONE
DE\\ LAICI
CON DON BOSCO
GUARDANDO
IL FUTURO
Relazione
della coordinatrice nazionale
Signora Jolanda Masotti
Carissimi fratelli e sorelle
in Don Bosco,
Qggi è un giorno felice e partico-
lare per ognuno di noi che ha la
possibilità di partecipare a questa
prima Conferenza Nazionale.
Auguro possa essere per tutti fon-
te di gioia e di rinnnovato entusia-
smo per continuare a lavorare, con
lo spirito di Don Bosco, alla costru-
zione del Regno di Dio.
Questa Relazione vuole essere
una revisione di questi ultimi tre
anni della vita della nostra Associa-
zione alla luce del R.V.A.
Partendo da riflessioni, giudizi e
prospettive che ogni Ispettoria ha
espresso è emerso un quadro chia-
ro, uno studio attento delle proprie
realtà e soprattutto obiettivi precisi,
pur non disconoscendo certe diffi-
coltà che purtroppo permangono;
ne sottolineo alcune:
- Il Centro, che dovrebbe essere
il cuore vivo e palpitante dell'Asso-
ciazione, appare spesso sfuocato e
privo di proposte stimolanti. Questo
non facilita l'inserimento di elemen-
ti nuovi, soprattutto giovani che più
forte sentono l'esigenza di vivere la
propria fede con autenticità e impe-
gno concreto.
Occorre che i responsabili sappia-
no far scoprire, attraverso una co-
stante formazione e un'accurata
preparazione dei vari momenti d'in-
contro, le motivazioni profonde del
trovarsi insieme, perché sempre più
si renda presente una comunità che
viva realmente la comunione e sap-
pia soprattutto riscoprirsi missiona-
ria, cioè veri «operai nella vigna del
Signore». A nessuno è più concesso
di restare in ozio: questo il messag-
gio specifico dell'ultimo documento
del Sinodo «Christi Fideles Laici».
La consapevolezza profonda e ra-
dicata di essere chiamati tutti indi-
stintamente, al di là dell'età e del
sesso, a lavorare nella stessa vigna,
ci farà contemporaneamente supe-
rare le ben note difficoltà dei nostri
centri, dove persone a volte molto
diverse per età e cultura si trovano
a convivere, e sentirci quello che il
nostro Fondatore desiderava: un'as-
sociazione unita nell'unico scopo di
lavorare insieme per la salvezza di
tanti giovani.
- Altro problema: la figura del
Delegato. Egli rimane il maggior re-
sponsabile della crescita spirituale
dei Cooperatori ma quasi sempre
questo è uno dei molti compiti a lui
affidati e spesso manca il tempo ne-
cessario per gli opportuni aggiorna-
menti e soprattutto per il contatto
con le singole persone che mai,
come in questo momento, avverto-
no la mancanza di una vera e seria
direzione spirituale.
La scelta di. chi deve animare
un'associazione esige oculatezza e
ponderazione e la proposta deve es-
sere chiara e accettata con consape-
volezza e disponibilità. La buona
volontà non manca e anche nel pas-
sato abbiamo avuto Delegati che
hanno dato tutto il loro tempo e
l'impegno necessari e si è potuto
constatarne i frutti, ma ciò non to-
glie che chi affida il compito non
può sottovalutare o minimizzare un
lavoro serio e ampio di apostolato
che un Delegato deve compiere.
- Terzo punto: il collegamento
con la Famiglia Salesiana. Spesso è
carente, questo crea una mancanza
di sensibilità e conoscenza della no-
stra Associazione e, a volte, disagi
notevoli nel trovare spazi all'interno
delle nostre strutture sia di ambienti
che d'inserimento operativo.
- Con il M.G.S. invece in molte
ispettorie il rapporto comincia ad
avviarsi in modo concreto e fattivo
anche se non sempre in alcuni diri-
genti è chiaro quale tipo di collabo-
razionè debba stabilirsi tra l'Asso-
ciazione e il Movimento.
La nota altamente positiva invece
e che certamente, come già accen-
nato sopra, potrà aiutarci a supera-
re molte di queste difficoltà, è che
ogni Ispettoria ha puntato decisa-
mente alla formazione con pro-
grammi seri e sistematici rivolti so-
prattutto agli animatori: Delegati,
Consiglieri, Coordinatori locali e
ispettoriali e questo sembra cominci
a dare buoni frutti anche se non in
egual misura.
Il processo di conoscenza e assi-
milazione del contenuto del R.V.A.
non è ancora concluso (specialmen-
te tra gli anziani è difficile creare
mentalità) ma nei giovani c'è un at-
teggiamento molto responsabile e
maturo nei confronti del testo che
aiuta a superare una visione piutto-
sto limitata del Cooperatore che,
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In preghiera con vil Rettor Maggiore .
Il saluto di Don f. Reinoso, che porta gli
«auguri» di Don Sergio Cuevas e l'inter-
vento del presidente degli Ex-allievi, dr.
Sudanese, presente alla Conferenza con
tutta la Giunta Nazionale.
senza nulla togliere al benefattore
che tanta parte ha avuto nella vita
di Don Bosco e ancora oggi permet-
te il sostegno e la crescita di tante
opere, esige sempre più una identità
ben precisa e qualificata. I gruppi
giovanili formatisi nei centri hanno
contribuito non poco a cambiare il
ruolo e l'immagine del Cooperato-
re. Essi sono quasi sempre impe-
gnati nei centri giovanili, negli ora-
toFi, nelle strutture ecclesiali, pro-
motori di iniziative nuove diventan-
do veri protagonisti della propria
vocazione.
Il RVA. infatti, alla luce del Con-
cilio Vaticano II, inquadra più chia-
ramente la missione del Cooperato-
re in uno spazio operativo allargato,
che incoraggia un apporto sensibile
all'interno della Fmniglia Salesiana,
suscita uno spirito comunitario più
consapevole, stimola al superamen-
to dell'esclusività dell'ambito fami-
liare per aprirsi all'esterno, intensifi-
cando il dialogo con la Chiesa locale
e con il territorio.
Ne emerge una maggior attenzio-
ne verso il sociale, la cultura in sen-
so lato, il contesto ci\\rjle in tutti i
suoi risvolti.
L'approfondimento del testo ci ha
portato a queste considerazioni e
devo aggiungere che in alcune ispet-
torie si sta tentando felicemente di
farle divenire realtà operative.
Avremo anche il momento per
ascoltare alcune testimonianze che
serviranno non solo ad allargarci il
cuore ma ci aiuteranno e stimole-
ranno a far nascere idee nuove a
farci capire come essere presenti o
poter intervenire per incidere, an-
che modestamente su alcune realtà.
Ma è chiaro che occorre partire da
uno studio attento di queste realtà e
cito un'esperienza interessante della
Puglia che ha tenuto un convegno
proprio sul tema: «La salesianità in-
terpella il nostro territorio, il nostro
territorio interpella la salesianità».
Per realizzare il convegno si è partiti
da uno studio del territorio colto
nelle varie dimensioni del quotidia-
no: come viene a trovarsi in sintonia
o in contrasto con i valori salesiani e
come questi possono contribuire a
farlo divenire «territorio della Pa-
squa», così è detto testualmente.
Mi auguro che il convegno abbia
portato anche prospettive e proposi-
ti a livello operativo. Poi ce lo fare-
mo dire.
L'assemblea... in ascolto!
Con piacere ho constatato che il
desiderio di operare emerge da
ogni vostra relazione e certi impe-
gni, in alcune lspettorie vengono
già portati avanti felicemente come
un'attenzione particolare per la
gioventù a rischio, per la coppia,
cellula viva della nostra società
dove i ragazzi crescono e che pro-
prio nell'ottica della prevenzione
deve essere fonte di continua evan-
gelizzazione, come pure un impe-
gno serio, che dovrà divenire sem-
pre più di tutti, l'educazione alla
fede della porzione più povera, in
tutti i sensi, della nostra società.
Come richiesta di fondo si avverte
fortemente l'esigenza di una pasto-
rale nella Famiglia Salesiana con-
vergente, coordinata e condivisa al
servizio della Chiesa tutta.
Sarà «necessario», dice il nostro
Rettor Maggiore, «saper intessere
tra laici e consacrati una vera co-
munione ecclesiale di vocazioni
complementari fondate su Cristo,
mossa dal suo Spirito, alimentata
da convinzioni di fede, da mutua
testimonianza, da una concreta ed
operativa opzione di impegni, ossia
si tratta di una comunione in pro-
fondità nella medesima spiritualità
cattolica».
È certo comunque, sempre alla
luce delle vostre riflessioni, che sta
nascendo una figura di Cooperato-
re, più attento, più consapevole del
proprio ruolo nella Chiesa e nella fa-
miglia salesiana con la conseguente
esigenza di una formazione sempre
più completa ed aderente ai tempi,
non superficiale e occasionale, ma
solida e permanente.
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Qualcuno di voi ha scritto che il
Cooperatore «non è fatto per espe-
rienze strabilianti ma per rendere
superlativa la stessa vita quotidia-
na», questo è molto bello, ma è an-
che vero che per rendere superla-
tivo il quotidiano bisogna che la
Parola di Dio si incarni nella no-
stra vita liberandoci dalla paura,
dalla impazienza, dalla superficia-
lità, dall'egoismo così che saremo
capaci di vedere chiaro dentro di
noi, scoprire il senso profondo del-
la vita e il segreto che essa è valore
supremo quando saremo capaci di
farne dono.
Questo è -1'obiettivo principale
della formazione cui tendere, ma
per questo occorrono animatori
preparati, attenti, sensibili, entusia-
sti, credibili, capaci di formare.
Noi potremo avere testi superbi,
regolamenti ben fatti, iter formati-
vi, ma se non avremo persone ca-
paci di mediarli, di percepire il
tipo di uditorio cui si rivolge e di
avere soprattutto quell'attenzione
particolare nel saper cogliere da
ognuno il meglio perché sia a van-
taggio della persona stessa e della
Chiesa tutta, non potremo rag-
giungere la finalità unica di ogni
apostolato e soprattutto del nostro
fondatore: «Dammi le anime Si-
gnore, toglimi tutto il resto».
I Cooperatori devono essere per-
sone che sanno regalare la loro ani-
ma a Don Bosco e con il suo aiuto
cercarne altre, come unico fine del-
la loro vita, senza stancarsi mai
senza lasciarsi abbattere dalle diffi~
coltà, a volte grandissime, del mon-
do in cui viviamo immersi.
Nei nostri ambienti siamo insosti-
tuibili; può essere la casa, il lavoro,
la scuola, la fabbrica, dovunque la
vita ci chiami a lavorare, li sarà il
nostro campo d'azione e lo diverrà
veramente, nella misura in cui ci
sentiremo sempre più responsabili
che la salvezza dei fratelli che ci vi-
vono accanto dipende anche da noi.
Allora la vita dei nostri Centri
sarà veramente viva, sarà scambio
di esperienze, di confronto, di aiu-
to reciproco, di sempre maggiore
ricchezza spirituale e a noi respon-
sabili occorre creare degli spazi
operativi nuovi in base alle richie-
ste che ci verranno rivolte, alle esi-
genze di chi volendo uscire dal
cerchio ristretto dell'ambiente
quotidiano, ci chiederà qualcosa
di più. I tempi sono maturi, anche
le persone; in alcune Ispettorie si
hanno già risposte pronte, per al-
tre le dovremo trovare. Ma non
perdiamo questa occasione mera-
vigliosa che il Centenario ha con-
tribuito a rendere feconda.
Quest'anno abbiamo festeggiato
Don Bosco in tanti modi, anche
esaltanti ma io credo che coloro
che appartengono alla sua famiglia
hanno il dovere di farne memoria
ogni giorno, il che significa farli ri-
vivere nell'autenticità del suo cari-
sma e nella ricchezza della com-
plessa personalità.
Il prossimo Capitolo Generale dei
Salesiani che inizierà a marzo del
'90 ha scelto un tema di importan-
za fondamentale: «Educare i giova-
ni alla fede: compito e sfida per la
comunità salesiana di oggi». È una
missione che tocca tutta la Chiesa
ma in modo particolare la famiglia
salesiana e in essa la nostra Asso-
ciazione.
Tutti noi dobbiamo sentirci parti-
colarmente interpellati, dobbiamo
riscoprirci, con il cuore di Don Bo-
sco, educatori dei giovani, capaci di
incidere sull'indifferenza dilagante e
far nascere in loro la domanda reli-
giosa offrendo l'unica risposta pos-
sibile: il Cristo, il solo capace di
dare libertà e gioia a questa gioven-
tù spesso troppo sola e così piena di
paura e angoscia.
Per noi salesiani è una sfida che
crea nuovi compiti, nuove respon-
sabilità ma anche nuove possibilità,
nuovo futuro. Ma bisogna avere il
coraggio di rischiare, il coraggio
delle grandi risposte prima che le
idee invecchino e le speranze cada-
no in tragiche delusioni.
Don Bosco ci ha insegnato molte
cose, oserei dire tutto, ma la più im-
portante credo sia percepire le esi-
genze del futuro prima degli altri,
non per orgoglio o vanità, ma per
servire. Essere immersi nel mondo
per percepire il bene e valorizzarlo
superando le ambiguità, inseriti nel-
la Chiesa per vivere con lei il suo
rinnovamento; non perdere il passo
con i tempi per continuare ad essere
per i giovani testimoni di gioia e di
speranza. Che Don Bosco ci guidi e
ci assista!
Jolanda Masotti
Coordinatrice Nazionale
PRESENZE
Ufficio nazionale . . . . 7
Consulta nazionale . 3
lspettorie:
Adriatica ......... . 2
Lombardia ...... . 10
Emilia ............ . 6
Toscana ........... 9
Campania ......... 7
Veneta San Marco 7
Puglia ............. . 9
Calabria ........... 7
L1. gun.a ............ . 7
Centrale .......... . 10
Novarese ......... . 14
Sicilia ............. . 16
Lazio .............. . 16
Veneta Verona .. 6
Sardegna
2 ( + 7)
Subalpina .. .... .. .. . 14
Invitati vari ......... 8
Ai 7 sforllmati assenti
della Sardegna:
Comprendiamo il vo-
stro rammarico per la
forzata assenza, causa
sciopero aerei.
Coraggio! Vi abbiamo
sentiti ugualmente... vi-
cini.
21-22 OTTOBRE 1989
ROMA-Sacro Cuore
RIUNIONE COMITATO
COORDINATORI
5/69

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«PREGHIAMO 1A VITA»
Una seconda giornata ricca di incontri e di momenti for-
ti, quella di domenica 30 aprile alla Prima Conferenza Na-
zionale dei CC.SS., caratterizzata oltre che dalla relazione
di Don Egidio Viganò su «Vocazione e missione dei laici
nella Chiesa e nel mondo», anche dall'incontro di preghie-
ra arricchito di testimonianze provenienti da tutta Italia.
L'idea di unire in un momento unico, preghiera, can-
ti, testimonianze, riflessioni, ha creato in tutti sensazioni
profonde e toccanti. È emersa tutta l'originalità e la ric-
chezza della vocazione del Cooperatore e i semi di bene
presenti nella nostra Associazione.
«Preghiamo la vita» meriterebbe più spazio. Ci li-
mitiamo a dire grazie a quanti hanno «pensato e guida-
ta» l'iniziativa, e a cogliere, in breve, il senso delle testi-
monianze.
Ha aperto Annalisa GALLOTIO, del gruppo di
Torino, che ha parlato delle iniziative dei Cooperatori del
capoluogo piemontese: esperienze caratterizzate da uno
spirito di originalità e cura del territorio e delle sue risorse.
È avviata infatti, non senza difficoltà, una Cooperativa
di educatori sul territorio, una idea nata dalla constatazio-
ne della esistenza di molti giovani a disagio, malgrado
l'azione, priva però di coordinamento, di molti operatori.
Significativa anche la cura e la gestione della «ca-
setta» di Domenco Savio, posta in S. Giovanni di Riva,
restaurata, tra l'iniziale diffidenza degli abitanti del luogo
che non capivano bene cosa volessero quei ragazzi e ra-
gazze che ogni fine settimana si accampavano in quel
cantiere di fortuna.
I Cooperatori preparano l'accoglienza, guidano la
visita ai luoghi salesiani e coinvolgono nell'animazione
gli stessi ragazzi del luogo.
Aria di oratorio invece per Giuseppe CECI, inse-
gnante-giornalista di Maddaloni, in provincia di Caserta.
La sua storia nasce da un oratorio domestico fra le mura
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di casa sua, che serviva a raccogliere prima i ragazzi del pa-
lazzo, poi del quartiere, infine della parrocchia.
Da allora molti passi sono stati realizzati: nel 1979 na-
sce «Amicizia Nuova», primo ciclostilato di animazione poi,
nove anni dopo, assurto a rivista di collegamento ed
espressione della intera Diocesi. L'impegno nella Chiesa
locale è assicurato dalla presenza nella consulta dei laici e
della redazione dei quaderni di pastorale.
Per parlare di Prowidenza, non poteva esserci
voce migliore di quella di Lillina AITANASIO, anima di
questa comunità di accoglienza e servizio ai minori ed ai
giovani, nata dalla dedizione e dallo spirito di Lillina e
Carlo, suo marito. Nel 1982 Prowidenza è un progretto
che prendeva forma di casa di accoglienza, oggi è una
Comunità, forte dell'iniziativa dei Cooperatori Salesiani
del Lazio, di minori «a rischio».
Da Foggia un'altra storia di impegno e disponibilità
totale: nel 1977 Rita DE PADOVA faceva parte di un grup-
po di catechisti inquieti, alla ricerca di qualcosa di «alterna-
tivo»: nasce così l'idea, poi realizzata in concreto, di una co-
munità che offrisse un punto di riferimento per le «vittime»
della Legge 285, sulla riforma degli istituti per malati di
mente e per gli assoggettati alla droga. Rita con semplicità
e credibilità ha parlato di EMMAUS, della sua comunità di
prima accoglienza con programmi educativi ben definiti: di-
sponibilità a donare tempo, amore e... stipendio.
Da Ragusa Gianni !URATO, un giovane Coopera-
tore presenta la sua esperienza missionaria in Madagascar,
a fianco dei Salesiani che operano nella regione di Tulear.
Una scelta di impegno per fratelli lontani viene sintetizzata
in una battuta: «la voglia di scoprirsi e di essere orma che
dia la certezza della presenza d'amore di Dio».
Salvatore Liotta
Per la Relazione del Rettor Maggiore rimandiamo alla let-
tura dell'intervista sul tema «Missionarietà del laic-ato» pub-
blicata sul «Bollettino Salesiano» n. 7 del 1° aprile 1989.
Un cuore
e... una casa
Entra piano piano nel salone dei con-
vegni dove si sta svolgendo un momen-
to intimo di particolare riflessione, di
preghiera, canti e testimonianze. Va ad
occupare il posto lasciato libero da Lil-
lina che per l'occasione è salita sulla
pedana per raccontare a tratti l'espe-
rienza e la storia di «Provvidenza», una
sorta di casa-famiglia che la vede pro-
tagonista da oltre un decennio insieme
a Carlo, suo marito.
Mario, quindici anni, ascolta silenzio-
so e, di tanto in tanto, aggrotta le so-
pracciglia come per concentrarsi su un
ricordo che lo tocca molto da vicino. È
lui uno degli ultimi «arrivi• di «Provvi-
denza», un luogo che, forse non imma-
ginava che esistesse. Per un attimo si
accosta a Don Alfonso e gli sussurra
qualcosa ali'orecchio. «Che significa
emarginazione?». Don Alfonso resta un
attimo sorpreso e in difficoltà davanti a
quella domanda inattesa. Poi... «è uno
che va fuori strada, non cammina sulla
strada giusta!». Continuano a confabu-
lare. Poi mi si fa cenno che Mario wole
parlare per qualche minuto. Si avvici-
na, sale disinvolto i due gradini che lo
separano dal microfono e, con voce si-
cura da consumato presentatore, rac-
conta «con il cuore», del suo ingresso
nella piccola comunità, del calore uma-
no che ha trovato, dell'esempio di cri-
stiana solidarietà, del salesiano ottimi-
smo, della parola «emarginazione» che
ha bandito dal vocabolario della sua vi-
ta, dell'importanza di ogni suo passo
valutato e seguito con amore per la
realtà di un domani diverso, più a misu-
ra d'uomo, più sereno, più fiducioso,
più sopportabile per uno, come lui, che
è cresciuto troppo in fretta...
«So cosa vuol dire "stare fuori" e mi
ritengo fortunato. Un domani vorrei
fare anch'io qualcosa per quegli altri
che non hanno awto la mia stessa
buona sorte».
L'applauso esplode forte e prolunga-
to. Sul volto dei presenti i segni di una
profonda commozione.
POMPEO SANTORElli ,
7/71

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LA GIOIA DJ
E VIVERE <<l
· IJh
... NELLA PREGHIERA
... NELL'UMORISMO «a tavola»
... NELL'EUCARESTIA
... NEL CANTO
8/72
, ..,.
~ -/~
.
... NELL 'AMICIZIA A MENSA
I -,;4~l ;/ [ ~,asmvt1JOO
r~TvRO!
rr
Wi
.'
Con i bambini:
e'erano anche loro!

1.9 Page 9

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RITROVARSI
~SIEME>>
NELLA SERATA DI «FRATERNITÀ»
con tanta tanta... allegria!
9/ 73

1.10 Page 10

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PIANO PASTORALE
TRIENNALE 1989-1992
presentato dal delegato nazionale
e approvato dall'assemblea
1. PRINCIPI E ORIENTAMENTI
Nella Chiesa e per la Chiesa
«I wici, radunati nel POPOLO DI DIO e costituiti
nell'unico Corpo di Cristo sotto un sow capo, chiunque
essi siano, sono chiamati come membri vivi a contribuire
con tutte !,e wro forze, ricevute dal/,a, bontà del Creatore e
dal/,a, Grazia del Redentore, all'incremento delw Chiesa e
alw sua continua ascesa nelw santità (LG 33,a).
Promozione della Spiritualità
secolare salesiana: Studio del RVA
«La prima di tutte è, evidentemente, quelw di studiare,
interiorizzare e mettere in pratica i contenuti di questo vo-
stro Progetto di vita apostolica. È un compito di formazio-
ne permanente a favore di una accresciuta interiorità spi-
ritual,e, di taglio semwre, capace di permeare il tessuto del
quotidiano, fatto di rapporti familiari,, professionali,, cul-
turah sociali ed eccksiah con i vawri evangelici delw spi-
rito saksianon (Lettera RM ai cooperatori saksiani - Li-
nee Operative Consulta Mondiak CC).
Pastorale di insieme
in comunione e collaborazione
...«Intensificare i buoni rapporti, la comunione
fraterna e la collaborazione con gli altri Gruppi della
Famiglia Salesiana. Questo si ottiene attraverso la
conoscenza e l'informazione reciproca, il vicendevole
aiuto spirituale e formativo e il coinvolgimento negli
impegni apostolici comunin (Lettera RM ai cc. ss. - Li-
nee Operative C.M).
Cooperatori, Movimento Giovanile Salesiano,
Associazioni varie (CGS, PGS, TGS, Ode)
«I cooperatori costitiscono un fatto vocazionale. La
proposta giovanile di cooperatore si collega al Movi-
mento Giovanile Salesiano principalmente secondo
due modalità:
- i giovani più impegnati nel MGS, che sentono e
corrispondono ad una vocazione di Famiglia Salesia-
na ricevono esplicitamente la proposta a fare «Pro-
messan di condivisione alla scelta Salesiana, in modo
da trovare tra i Cooperatori la continuità di un di-
scorso di fede, di formazione spirituale e di impegno
apostolico;
- i singoli Cooperatori o gruppi di essi possono
privilegiare tra le loro attività l'animazione dei grup-
pi che si ritrovano esplicitamente nel MGS (Documen-
ti C.I.S.I. n. 5).
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PROGRAMMAZIONE
1. Tema di studio
Modalità: 8 lezioni pubblicate sul BSCC:
- 1989-1990: «Una tipica esperienza evangelica: lo
spirito salesiano».
- 1990-1991: «Il Centro: nucleo fondamentale della
realtà associativa».
- 1991-1992: «Territorio e presenza di ser vizio socia-
le ed ecclesiale dei Cooperatori Salesiani».
2. Conferenze annuali
Si conferma il tema della Strenna per la conferenza.
Per la seconda la scelta è affidata ai Consigli Ispettoria-
li. L'ufficio nazionale tuttavia propone un tema facolta-
tivo, scelto sempre ad indirizzo ecclesiale-pastorale, for-
nendo eventuale mater iale di riflessione sul BSCC.
3. Collana Mondo Nuovo
Sembra opportuno procedere a un maggiore coinvol-
gimento dei Cooperatori sia in fase di progettazione sia
in fase di divulgazione. In tal senso occorre riprendere i
contatti con l'LDC.
Procedere alla nomina di un responsabile laico resi-
dente a Torino.
4. Sussidi
Sperimentare nel triennio il testo dell'itinerario for-
mativo:
- Mediare opportunamente l'uso più frequente e
corretto di «Cooperatori di Dio».
- Utilizzazione più costante dei commenti al RVA,
del Manuale Dirigenti (appena sarà pubblicato).
- Maggiore impegno nella diffusione del Bollettino
Salesiano e «Mondo Nuovo».
5. Scuola Nazionale di Formazione
- Sede: Fontanazzo, Soggiorno Don Bosco.
- Periodo: 1a settimana di luglio.
- Contenuti: Studio e approfondimento del RVA,
comparato con gli ultimi documenti della Chiesa.
- Obiettivi: offrire ai centri, specialmente a quelli
in difficoltà, un servizio indspensabile per il rilancio
dell'Associazione.
- Destinatari: Cooperatori sensibili, attenti e dispo-
nibili per un cammino di qualificazione, delegati/e e...
sacerdoti secolari Cooperatori.
6. Dimensione missionaria
Occorre fare una riflessione sulla Dimensione Mis-
sionaria dell'Associazione, partendo dall'esperienza di
Trelew e dalle nuove forme di presenza missionaria.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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LA TAVOLA ROTONDA
Un'esperienza nuova e significativa
- Seminario Missionario Nazionale, preceduto da
incontri zonali o ispettoriali.
- Periodo: Aprile 1991.
- Sede: Chieri - Casetta San Domenico Savio.
- Destinatari: Incaricati Ispettoriali Missioni e «CC
Missionari».
- Tema: Dimensione Missionaria ACS e strutture
di servizio e animazione (Noi per loro, VIS, esperienze).
7. Laboratorio Mamma Margherita
Incontro Nazionale incaricate del settore:
- Sede: Roma-Pisana.
- Periodo: 7-8 dicembre 1990.
- Destinatari: CC impegnate nei laboratori MM.
- Tema: Identità dei laboratori MM.
8. Roma 90
Convegno Nazionale GG.CC.:
- Periodo: da definire.
- Tema: «CC - MGS!».
- Sede: Roma.
- Destinatari: Cooperatori Giovani impegnati.
Iniziative tempo libero
Viaggio Apostolico:
- Periodo: da definire.
- Destinatari: Cooperatori e Amici delle Missioni.
- Itinerario: da definire.
Soggiorni invernali-estivi
- Periodo: Febbraio, Marzo, Luglio.
- Sede: Fontanazzo.
- Destinatari: Cooperatori e amici F.S.
- Modalità: Servizio per un'esperienza di amicizia
in spirito salesiano.
10. Seconda Conferenza Nazionale
- Periodo: Aprile 1992.
- sede: Roma-Pisana.
- Tema: (da definire).
SUSSIDI DA APPRONTARE NEL TRIENNIO
Tema annuale: 8 lezioni sul BSCC.
• «Tra memoria e profezia»: Indagine sta-
tistica e riflessione sulla vita associativa
(1975-1988) .
Videocassetta divulgativa sull'ACS.
Hanno preso parte alla tavola rotonda
EMMA CAVALLARO, Segretaria nazionale Consulta
Nazionale dell'Apostolato dei Laici.
ALBERTO GRAZIANI, Giornalista-collaboratore agen-
zia «Italia».
LINO PRENNA, Docente Un iversitario.
MARIA GRAZIA TIBALDI, Segretaria generale nazio-
nale Azione Cattolica.
NINO SAMMARTANO, Insegnante.
Molto attesa era la «tavola rotonda» alla nostra
Conferenza Nazionale: forse la novità, forse la curiosi-
tà, forse l'attesa di confrontarsi con persone diverse
del mondo cattoliéo. Forse tutto questo e anche altro.
Orario e dibattito al di sopra di ogni previsione di
tempo e interesse. Solo l'appuntameento con il pran-
zo e con l'inderogabile «dover partire» è riuscito a
chiudere l'acceso e ricco confronto, condotto con
competenza da Nino Sammartano, in veste di brillan-
te moderatore.
Non è facile ricavarne un'esposizione dei contenuti
e delle idee emerse, per mancanza di spazio. Resta
tuttavia il risultato positivo degli obiettivi voluti dal
Comitato dei Cordinatori: apertura e confronto con
realtà ecclesiali che come i Cooperatori, operano nel-
1'ambito dell'apostolato dei Laici o vivono l'esperienza
cattolica nel «quotidiano».
È una strada da percorrere, onde evitare, come è
stato più volte ricordato, o di ignorarsi o disperdersi, pur
vivendo il comune servizio nella Chiesa, popolo di Dio.
Alla radice di tutti gli interventi e delle domande
varie seguite nel dibattito sembra cogliere un 'ansia co-
mune di vivere più concretamente la vocazione apo-
stolica tra le sfide di una società culturalmente in con-
tinuo fermento, dove solo «le parole» accompagnate
dalla «testimonianza della propria vita», diventano
oggi credibili.
Altro aspetto emerso con chiarezza è stata l'esigenza
di una maggiore conoscenza tra i gruppi ecclesiali. Si è
awertito, con piacere, che il documento «Cristifideles
laici» tema di fondo della stessa tavola rotonda, forse ini-
zialmente accolto con qualche perplessità, sembra ora
essere ovunque oggetto di profonda riflessione.
Interessante e vivace è stato il riferimento ai «Mez-
zi di comunicazione sociale»: è una problematica dove
occorre ancora trovare comunione di intenti e di con-
vergenze operative. È stato forse insieme a quello del-
la cultura, l'argomento più sentito e dibattuto.
Le conclusioni di Nino Sammartano e di Iolanda
Masotti hanno ribadito la validità del confronto e l'ar-
ricchimento che ne è venuto, dopo oltre due ore di
partecipato dibattito. E questo per noi Cooperatori...
deve significare tanto!
11/75

2.2 Page 12

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SALUTI
E MESSAGGI
«...La mia Buona-Notte sarà un semplice ri-
chiamo alla presenza di Maria nella nostra vita e
nella nostra missione...
La nostra vocazione ci impegna a metterci nel-
la strada di Maria. Il libro «COOPERATORI DI
DIO» definisce Maria «la più meravigliosa coope-
ratrice di Dio, presentandola nelle sue prospetti-
ve di IMMACOLATA e di AUSILIATRICE, che si
sintetizzano nel suo titolo di Madre.
Anche noi siamo chiamati ad essere, così, coo-
peratori di Dio: lasciamoci possedere dal Divino
Amore, lasciamoci trasformare e apriamoci sem-
pre più alla missione salvifica di Cristo nei vari
modi suggeriti dal nostro stato di vita...».
(Dalla «Buona notte», di M Maria Pilar Leton)
«...Vi chiedo di non sciogliere questa Confe-
renza senza aver fatto prima un serio esame di
coscienza, io per primo, su come viviamo tutti noi
quì presenti, il nostro ruolo di leaders dell'Asso-
ciazione nelle nostre zone di appartenenza...
Ho in me quell'ansia apostolica che mi fa guar-
dare più in là degli altri, che mi fa sentire l'asso-
ciazione come cosa mia, che mi appartiene? Il Si-
gnore mi chiede di buttarci la mia vita; sento l'in-
carico affidatomi da altri fratelli e sorelle, che
devo ottemperare, che non posso delegare a nes-
suno, perché io ne sono responsabile? Siamo
sempre più coscienti e convinti che ogni volta che
non svolgiamo con serietà e impegno il nostro in~
carico in Associazione paralizziamo sicuramente
un canale di animazione relativo al settore di cui
siamo responsabili nel Consiglio ispettoriale?
Sono interrogativi che rivolgo, ripeto, a me
per primo, a ciascuno di noi.»
(Dalla rrBuona notten, di Paolo Santoni)
UNITI COMUNE VOCAZIONE SERVIZIO AUGURI
BUON LAVORO CRESCITA ASSOCIAZIONE PRE-
SENZA LAICALE SALESIANA
Telegramma Teresa Martelli, Consultore Regione
America-Atlantico.
AUGURO OGNI BENE ...
«Sento sempre più importante la vocazione e
la missione del Cooperatore Salesiano, che è por-
tatore del carisma di Don Bosco e realizzatore di
12/76
un modo di essere laico impegnato nella Chiesa
per il mondo, soprattutto giovanile.
Occorre aiutare i consigli ispettoriali a vivere
il loro ruolo di animazione e formazione, di chia-
mata e di conferma, di coordinamento».
Don Luigi Bosoni
. «Vi porto il saluto di don Bosoni (avete già
ascoltato dal delegato il suo messaggio) e degli
Ispettori. Fra giorni ci ritroveremo proprio per
trattare il tema della Famiglia Salesiana.
Il mio saluto è anche un mio augurio.
Il «CENTRO» deve certamente diventare scuola
di formazione permanente e scuola di pref,hiera e
di vita salesiana.
Per essere credibili bisogna essere competenti
e coerenti!
Don Ilario Spera Ispettore
INCARICHI
CHIARINI SEVERINO è stato designato a rappresen-
tare l' Ufficio Nazionale presso la S.E.I. di Torino per
i «problemi » di stampa-spedizione del BS.CC.!
ROSO ROBERTA è incaricata di fare da col lega-
mento con il Centro Nazionale e la redazione della
collana «Mondo Nuovo».

2.3 Page 13

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Il Centenario continua ...
Laricchezza, i doni particolarissimi che ha lascia-
to in ognuno di noi ci hanno permesso di vivere an-
cora un momento magico come Associazione Coope-
ratori Salesiani.
La prima Conferenza nazionale che ha visto riu-
nite circa 150 persone, responsabili dell'Associazio-
ne ci ha regalato due giorni densi di significato, ric-
chi di carica spirituale e come sempre in un clima di
famiglia pieno di valore e amicizia culminante in
una gioiosa serata di fraternità.
Il tema «Vocazione e missione dei Laici nella
Chiesa e nel Mondo» era quanto mai stimolante e at-
tuale e la relazione del Rettor Maggiore sulla «Chri-
stifideles Laici» ce ne ha fatto scoprire tutta la pie-
nezza del messaggio pastorale e la forza e l'invito a
vivere da protagonisti nella storia degli uomini per-
ché la vigna del Signore ha bisogno di operai infati-
cabili, credibili, preparati, entusiasti.
Ed alcuni di questi operai noi li abbiamo sentiti,
la domenica pomeriggio, li abbiamo devotamente
ascoltati e ci sentivamo veramente orgogliosi di loro,
patrimonio immenso della nostra Associazione.
Non tutti li conoscevamo, non tutti sapevamo, ma
abbiamo pregato con loro per chiedere ancora l'aiu-
to del Signore e soprattutto per dirgli «grazie» per i
suoi immensi doni.
Abbiamo detto grazie per aver fatto irrompere
Don Bosco nella nostra vita e per il coraggio che ha
dato a tanti di noi di essere veramente segni di con-
traddizione nel mondo.
Non tutti possono fare grandi cose ma è certo che
a «nessuno è più concesso restare in ozio», ognuno
dovrà rispondere a Dio di quel poco o quel tanto che
può dare e non dà, che può fare e spesso non osa per
mancanza di coraggio.
In questi due giorni abbiamo capito grandi cose:
che la nostra Associazione sta crescendo, che il volto
di Dio ci appare sempre più visibile, che ci dobbiamo
liberare da tanti vuoti e inutili formalismi per risco-
prire insieme le verità profonde che Don Bosco ci ri-
presenta ogni volta che ci accostiamo a lui con cuore
e intelligenza.
Noi siamo i figli che egli ha voluto, noi siamo ere-
di di una cospicua fortuna che abbiamo il compito di
elargire al mondo, dove è sempre più difficile essere
testimoni di gioia e di speranza.
Un ringraziamento particolare agli amici che ab-
biamo invitato a sostenere un confronto sul documen-
to «Christifideles Laici», che hanno condiviso con noi
l'impegno a ridestare le coscienze, puntando decisa-
mente ad una formazione aderente ai tempi non super-
ficiale e occasionale, ma solida e permanente.
Una formazione che porti gradatamente all'in-
contro con Cristo scoprendo in Lui la pienezza e il si-
gnificato profondo della vita.
La serata di fraternità, in cui i bambini hanno
fatto da protagonisti, ci ha fatto ritrovare come sem-
pre la gioia profonda di stare insieme.
A Maria,
Madre
del
«Divino
Amore»
il nostro
«grazi
Maria, alla sera della mia vita
aiutami a ringraziare il Signore
per tutte le grazie che mi ha fatto.
Ottienimi la certezza che i miei
peccati sono stati perdonati,
che le mie sofferenze, la solitudine
e il sentimento della mia miseria,
sono una riparazione,
che la mia vita ha ancora uno scopo.
Aiutami
a lavorare secondo le mie forze,
e a donare un sorriso di riconoscenza,
di fiducia e di incoraggi~mento.
Ottienimi di accettare il mondo
così com'è ed i giorni così come sono.
Donami l'amore comprensivo
per coloro che mi circondano.
Preservami da una sera egoista,
triste ed irascibile,
dai rimpianti inutili,
dai ricordi che turbano,
dalle angosce che affliggono.
Dammi la ferma fiducia che il Signore
mi attende per stringermi al suo cuore
e farmi entrare nella sua gloria eterna.
13/77

2.4 Page 14

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CON
GIOIA
R ESS
MIGLI
DIECI ANNI
CON DON BOSCO
A MADDALONI
1978-1988: dieci anni di pre-
senza salesiana, dieci anni di un
cammino di amicizia, di gioia, di
speranza a Maddaloni, dieci anni
di continue ricerche e novità che
hanno caratterizzato un progetto
basato sullo sforzo di attenzione
alla realtà giovanile, sull'accetta-
zione della complessità e dell'al-
terità, sull'inserimento nella
Chiesa locale, sul discernimento
e l'umiltà.
Una testimonianza cristiana a
Maddaloni che ha conosciuto di-
verse «forme» di presenza: dal-
l'oratorio domestico di ieri al-
l'apostolato in parrocchia di og-
gi, dal giornalino ciclostilato ai
Quaderni degli anni 80, dagli in-
contri amicali del primo nucleo
del ·«don Bosco» agli incontri cul-
turali della «Nove Giorni» in Bi-
blioteca comunale, ma sempre
espressione viva di un Centro
Cooperatori che opera non pres-
so un'Opera Salesiana.
INCONTRO
GIOVANI COPPIE
Domenica 9 aprile 1989
Casa Generalizia
Roma
L'iniziativa proposta dal Consi-
glio Ispettoriale, ha suscitato un
buon interesse anche negli incon-
Genova-Sampierdarena. Centro C. C.
tri preliminari avuti con alcune
coppie.
Scopo di questo confronto è sta-
to l'approfondimento di quelle te-
matiche proprie della coppia che,
per un esame più accurato, non
possono essere risolte soltanto in
una giornata.
Si è cercato di gettare le basi
per un discorso reale più ampio e
nello stesso tempo dettagliato che
vedrà impegnati anche in altre
circostanze le coppie giovani dei
Cooperatori del Lazio.
NUOVA SEDE
PER I COOPERATORI
SALESIANI
I cooperatori salesiani del cen-
tro di Sampierdarena, in occasio-
ne della chiusura dell'Anno Ma-
riano e del centenario di Don Bo-
sco, inaugurano la loro sede, de-
dicandola ad Emma Bertazzoni, il
giorno 8 dicembre.
La S. Messa delle 11,30 nella
chiesa di S. Gaetano e S. Giovanni
14/78

2.5 Page 15

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Bosco , è stata occasione per il rin-
novo della «Promessa del Coope-
ratore cui seguirà la cerimonia
del cerchio mariano con la recita
dell'Ave Maria.
La giornata è proseguità poi
con tutti i cooperatori riuniti, per
un momento di studio e fraternità.
ALESSANDRIA
Giovedì 8 dicembre all'Istituto
S. Spirito , un gruppo di nuovi coo-
peratori ha detto «sì» a Don Bosco
per essere nel mondo fermento di
gioia e di speranza. Durante la S.
Messa si è svolto il solenne rito
della «Promessa». Subito dopo , i
familiari hanno offerto ai neo-
cooperatori una rosa, segno di fe-
sta per tutta la famiglia salesiana
acquese. Al termine della messa, i
cooperatori si sono recati proces-
sionalmente, all'altare di Don Bo-
sco portando un cero, segno di fe-
deltà agli inmpegni assunti. Quin-
di si sono recati all'interno del-
l'Istituto per un momento di frater-
nità che si è concluso con il solen-
ne cerchio mariano per ricordare
il famoso 8 dicembre 1841 in cui
Don Bosco ha dato origine alla sua
opera.
6.
Potenza, 21-1-1989. ll Parroco Don Pa-
squale Massaro epnsegna la medaglia
commemorativa del 1° Centenario di
Don Bosco alla poetessa protssa Ra-
chele Zaza Padula, membro della Giu-
ria, Sez. letteraria.
I>
Torino. ll Sig. Ispettore, Don Luigi Bas-
set, consegna l'attestato a 29 GG.CC.
durante la S. Messa dei giovani nella
Basilica di M. A. gremita dei giovani
dei Centri Giovanili di Torino.
Torino. I GG.CC. festeggiano dopo la
promessa.

2.6 Page 16

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L' edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinata ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel 69.31. 341.
Direttore responsabile : GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA - Tel. 44.50.185; 49.33.51 .
Autorizz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949 - e .e. Po-
stale n. 2-1355 intestato a: Direzione Generale Opere Don Bosco -
Torino - e .e.P. 462002 intestato a Dir. Gen . Opere Don Bosco - Ro- . .
ma . - Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente.
ANTONIO FANULI
Tu conosci
Gesù?
Si comportava da uomo libero,
e come un provocatore.
Ma era il Cristo
e il salvatore del mondo
EDITRICE.
ELLE DI Cl
16/ 80
TU CONOSCI GESÙ?
Non ti dirò tutto quello che so
di Gesù. Il nostro discorso sarà
breve. Ma ti dirò quello che più
mi ha colpito di Gesù. Ti parlerò
di un Gesù che non può essere
che il «mio» Gesù. Ti sembra
strano? Non sai che fartene di un
Gesù «mio»? A te interessa Gesù
e basta? Un Gesù senza riferi-
menti, senza possessivi, senza
aggettivi: un Gesù ... Gesù?
Ti auguro di trovarlo. Ma te lo
dico senza mezzi termini: non lo
troverai mai. Non esiste un Gesù
a sé, un Gesù comune. Esiste
solo il Gesù che io, tu, un gruppo
di persone ha sperimentato nella
propria esistenza di fede. Esiste
il Gesù mediato. Un Gesù, cioè,
che ci arriva attraverso la testi-
monianza di _altri e che ognuno di
noi vive in modo assolutamente
personale.