Bollettino_Salesiano_199104cooperatori


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ANNO 115 - N. 8 2• QUINDICINA 15 APRILE 1991
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
. •-
PRETE E FONDATORE
DI UNA GRANDE FAMIGLIA APOSTOLICA
1/49

1.2 Page 2

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101 ÈSEMPLICE IEIOBIA
.f
'
S giugno 1841. Nella cappella
dell'Arcivescovado, Giovanni Bo-
sco vestito di camice bianco si
prostra 'a terra davanti all'altare.
Piovono dall'organo le austere
note del gregoriano. I sacerdoti e i
seminaristi presenti invocano a
uno a uno i grandi santi della
Chiesa: Pietro, Paolo, Benedetto,
Bernardo, Francesco, Caterina,
Ignazio ...
Pallido per l'emozione e per gli
ultimi giorni estenuanti, Giovanni
si alza e si inginocchia ai piedi del-
1' arcivescovo. Luigi Fransoni gli
pone le mani sul capo, e invoca lo
spirito Santo affinché venga, e lo
consacri sacerdote per sempre.
Alcuni minuti dopo, unendosi
alla voce dell'arcivescovo, Gio-
vanni Bosco inizia la sua prima
concelebrazione. È diventato Don
Bosco.
«La mia prima Messa - scri-
verà con semplicità - l'ho cele-
brata nella chiesa di san Fran-
cesco d'Assisi, assistito da Don
Giuseppe Cafasso, mio insigne
benefattore e direttore. Mi
aspettavano ansiosamente al
mio paese (era la festa della SS.
Trinità), dove da molti anni non
si era avuta una prima Messa.
Ma ho preferito celebrarla a To-
rino sen za rumore, all 'altare
dell'Angelo Custode. Quello pos-
so chiamarlo il più bel giorno
della mia vita. Nel momento in
cui si ricordano i defunti, ho ri-
cordato i miei cari, i miei bene-
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Sabato 5 giugno 1841, vigilia della festa della SS.ma Trinità,
Don Bosco veniva consacrato prete dall'arcivescovo Mons.
Luigi Fransoni nell'episcopio di Torino.
Il Vescovo invocò lo Spirito Santo perché venisse a consacra-
re sacerdote quel giovane uomo di 26 anni, venuto dalle colli-
ne di Castelnuovo: impose le mani sulla testa di Giovanni.
Quando si alzò quel giovane uomo era diventato Don Bosco.
Non un santo, non un mito, ma un giovane prete di buona vo-
lontà che cercava la sua strada, quella tracciata dal Signore.
fattori, specialmente Don Calos-
so, che ho sempre considerato
grande e insigne benefattore. È
pia credenza che il Signore con-
ceda quella grazia che il nuovo
sacerdote gli domanda cele-
brando la prima messa. Io chie-
si ardentemente l'efficacia della
parola, per poter fare del bene
alle anime».
La sua seconda Messa, Don Bo-
sco volle dirla all'altare della Con-
solata, nel grande Santuario della
Madonna in Torino. Levando gli
occhi la vide lassù, la Signora
splendente come il sole, che di-
ciassette anni prima gli aveva par-
lato in sogno . «Renditi umile, for-
te e robusto», aveva detto. Don
Bosco aveva cercato di farsi così.
Ora cominciava il tempo in cui
«tutto avrebbe compreso».
Il giovedì seguente, festa del
Corpus Domini (allora festa di
precetto), Don Bosco dice la Mes-
sa al suo paese.
Le campane hanno suonato e
squillato a lungo. Tutta la gente è
ammucchiata nella grande chiesa.
«Mi volevano bene - ricorderà
Don Bosco - , e ognuno era con-
tento insieme con me».
I piccoletti sgranano gli occhi al
sentire che quel prete era un pic-
colo saltimbanco.
I grandi lo ricordano compagno
di giochi e di scuola.
Gli anziani, sulle colline intor-
no, lo hanno visto passare tante
volte per la strada con i piedi scal-
zi e i libri in mano.
Quella sera, mamma Marghe-
rita trova un momento per par-
largli da solo a solo, e gli dice:
«Ora sei prete, sei più vicino a
Gesù. Io non ho letto i tuoi libri,
ma ricordati che cominciare a
dir Messa vuol dire cominciare a
soffrire. Non te ne accorgerai su-
bito, ma a poco a poco vedrai
che tua madre ti ha detto la veri-
tà. D'ora innanzi pensa soltanto
alla salvezza delle anime, e non
prenderti nessuna preoccupazio-
ne di me» .
(da «Don Bosco» - T. Bosco)

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I SPAZI DI FOBMAZIOD I
Seè vero che «il Cooperatore Sa-
lesiano è il primo e principale re-
.,sponsabile della propria formazio-
ne», è anche vero che «l'Associazio-
ne promuove e sostiene la formazio-
ne personale e di gruppo dei suoi
membri» (ReVA, 38).
Coinvolgimento, quindi, del sin-
golo e dell'Associazione nel compito
basilare della formazione . Segno di
maturità personale, derivante dalla
chiara percezione del proprio collo-
camento e del proprio ruolo all'in-
terno della comunità ecclesiale e
della Famiglia salesiana; e segno di
responsabilità collegiale, nella
convinzione che se il «Centro» è il
nucleo fondamentale della realtà
associativa dell' ACS, il cooperato-
re - formato e spiritualmente ma-
turo - ne è la cellula di base, la
prima struttura vitale che determi-
na la «temperatura» e la vitalità
dell'insieme .
Partendo da questi meditati con-
vincimenti, il Consiglio Ispettoriale
Siculo dell'ACS, da qualche anno
ormai, ha elaborato un piano globa-
le organico per la formazione dei
Cooperatori.
Oltre alla serietà della formazione
iniziale, con gli almeno due anni di
itinerario per gli Aspiranti, esigiti
con convinta fermezza, si è pensato
alla formazione permanente, utiliz-
zando tutti i canali che le strutture
esistenti e le circostanze hanno con-
sentito.
Sul «Ragno» - organo di forma-
zione e informazione dei CCSS di
Sicilia, giunto ormai al suo 19° anno
di vita - la rubrica «Formazione»
presenta in ogni numero alcune ri-
flessioni, suggerite dal Consigliere
per la Formazione, Prof. Nino Sam-
martano, che vertono di volta in
volta su argomenti ispirati a docu-
menti ecclesiali o a temi di spiritua-
lità salesiana. Inoltre sul «Ragno» vi
sono sempre altri interventi formati-
vi, tra cui l' «Editoriale» del Coordi-
natore Ispettoriale e il «Carissimi
tutti» del Delegato ispettoriale.
Oltre ai momenti formativi offerti
all'interno dei singoli Centri o negli
incontri zonali che i Centri sponta-
neamente organizzano, il Consiglio
ha sperimentato da qualche anno,
alcuni incontri zonali - in cinque o
sei zone dell'Isola - per i Consiglie-
ri locali: un momento importante,
all'inizio dell'anno (settembre e ot-
tobre), per concordare con questi
responsabili diretti, le linee fonda-
mentali e comuni del cammino for-
mativo dei Centri e delle attività lo-
cali e ispettoriali. L'esperienza si è
dimostrata altamente positiva e fe-
conda di risultati.
Dall'anno scorso, inoltre, si è co-
minciato a fare un incontro, a fine
anno (giugno), di tutti i Coordinato-
ri locali e dei Consiglieri per la For-
mazione, con lo scopo di fare la re-
visione dell'anno appena trascorso e
puntualizzare le attività estive già
programmate. Durante questo in-
contro si alternano i momenti aperti
a tutti, e quelli riservati ai soli Coor-
dinatori e ai soli Consiglieri per la
Formazione. Il tema della formazio-
ne - iniziale e permanente - pola-
rizza l'attenzione dei presenti, che
sono i principali responsabili locali
della crescita spirituale.
C'è infine un quarto «spazio» for-
mativo, aperto a tutti i Cooperatori
di Sicilia, articolato in due incontri
ispettoriali che si tengono general-
mente uno in dicembre e uno in
aprile, rispettivamente a Palermo e
a Catania. A dicembre «tutti» i CC
di Sicilia sono invitati a Palermo e in
aprile «tutti» a Catania per una gior-
nata di formazione e di fraternità
salesiana.
La partecipazione è stata sempre
crescente (oltre 400 presenze) e l'in-
contro si è dimostrato davvero mo-
mento di crescita e occasione di vi-
cendevole conoscenza - e amici-
zia! - tra cooperatori distanti tra
loro anche 350 km. L'arrivo di vari
pullman e di auto da tutta la Sicilia,
l'esplosione di gioia, gli abbracci, i
saluti che caratterizzano il momen-
to iniziale dell'accoglienza, sono
esperienze che cementano il senso
di appartenenza e contribuiscono a
creare quel clima di famiglia per af-
frontare i temi assegnati ad ogni
giornata.
Nell'incontro di dicembre si riflet-
te su un tema tratto dai documenti
ecclesiali (nel '90: «Christifidelis Lai-
ci ... Salesiani»; nel '91: «Le w·genze
del mondo oggi»), mentre in quello
di aprile la riflessione verte su temi
salesiani (nell'89: «Il Cooperatore,
vero Salesiano nel mondo»; nel 90:
«La vita di preghiera del Cooperato-
re Salesiano»; nel 91: «Spiritualità
Giovanile Salesiana: ottimismo e
gioia»).
Le risonanze a caldo e gli inter-
venti in assemblea, a volte i gruppi-
studio, i momenti di preghiera che
danno ampio spazio a esperienze e
testimonianze significative, sono
tutti elementi che hanno contribuito
ad incidere profondamente nell'ani-
mo dei partecipanti, dando loro tan-
ta gioia spirituale e la convinzione
che... «essere cooperatore è cosa
grande» e molto seria, richiede im-
pegno e sacrificio, ma contribuisce
ad infondere ottimismo e speranza.
In un momento, come questo, di
grandi aggregazioni sociali ed ec-
clesiali promosse da associazioni e
movimenti, questi incontri si sono
rivelati utilissimi per diffondere e
approfondire i grossi temi della no-
stra spiritualità, non sempre cono-
sciuta e adeguatamente apprezza-
ta; per rivisitare il filone della «fe-
sta» presente da sempre nella tradi-
zione salesiana e a volte trascurato
e vissuto con un certo senso di im-
barazzo...; per infondere un giusto
sentimento di «gratificazione» che
consenta ai singoli e ai Centri di
elaborare con creatività e fantasia
sempre nuovi piani pastorali e apo-
stolici, secondo lo stile e il carisma
salesiano.
Don Giuseppe Falzone
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TESTIMONIANZA
PER CHI VIVO
Testimonianza di un Cooperatore insegnante
....
E da molti anni che ormai vivo
nella scuola e sempre di più, si è
radicata in me la convinzione che
l'assimilazione dei valori che
stanno a fondamento della nostra
vita associata è la condizione in-
dispensa bile per crescere come
«buoni cristiani e onesti cittadi-
ni» consapevo li dei propri diritt i
e dei propri doveri verso la co l-
lettività .
Una lettura di uno scritto di
Mario Gozzini apparso in questi
giorni su di un giornale romano
mi ha confortato e aiutato a ri -
flettere sulla mia vocazione di
cooperatore salesiano e sulla mia
deontologia professionale.
Ha senso ancora, mi sono chie-
sto e mi chiedo, ridurre unica-
mente la nostra funzione docente
solo a burocrazia di programmi,
voti e giudizi?
Basta dare solo «l'istruzione»
- pur necessaria - per acquie-
tarsi la coscienza? Di fronte a
tanti giovani disperati, che si
tolgono la vita dopo la discote-
ca il sabato notte ... mi sento re-
sponsabile?
«A che serve la scuola se non
dà senso alla vita, se non riforni-
sce i ragazzi di motivazioni a sa-
perla spendere, ad esistere? Non
possiamo illuderci che scienza e
conoscenza possono bastare a tal
fine . Basta per chi si integra e fa
propri i valori , o presunti tali , di
questa società: mercato , competi-
zione, carriera, ricchezza, potere,
derive consumistiche. Ma chi non
se ne lascia conquistare? Chi in
un modo o nell'altro non sa che
farsene di questi valori che per lui
tali non sono e per i quali gli pare
non valga la pena di vivere?».
Ci vuole qualcosa di più. Ci
vuole la «presenza educativa»
della scuola . I ragazzi ci vogliono
in classe non solo ripetitori, an-
che bravi, di nozioni , ma soprat-
tutto come educatori responsa-
bili. E qui mi ritorna in mente la
massima di Don Bosco che mi
mise in crisi come cooperatonì--
insegnante: «L'educazione è cosa
di cuore».
Vale la pena di educare i giova-
ni a dare un senso alla vita.
L'effimero , il consumismo
americanizzante, la sottocultura
dell'avere sviliscono e diseduca-
no i nostri ragazzi. Don Bosco,
questo gigante della Chiesa, ci
ha indicato chiaramente nel «si-
stema della bontà» la via mae-
stra di educatori ed insegnanti
alla sanità.
Domandiamoci perciò conti-
nuamente non come possiamo
avere di più, ma PER CHI VI-
VO. Anche nella scuola la SOLI-
DARIETÀ deve significare DA-
RE VALORE ALLE PERSO-
NE PIÙ CHE ALLE COSE.
Peppe Ceci
È TEMPO DI PROMESSE
Ci sono alcuni mesi dell'anno in cui le PROMESSE sono più elevate. Maggio
è uno di questi mesi. Fa certamente piacere che il mese dedicato in modo del
tutto particolare alla MADONNA venga scelto come tempo opportuno per
rendere pubblica la propria scelta apostolica salesiana.
È anche un segno di fedeltà a una nostra tradizione.
A QUANTI IN QUESTO PERIODO SI PREPARANO ALLA PRO-
MESSA IL SOSTEGNO DELLA PREGHIERA DI TANTI FRATELLI E
IL... BENVENUTO NELLA FAMIGLIA SALESIANA.
Qualche dato?
PROMESSE - 1988: 847; 1989: 734; 1990: 554!
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I mcoimmo IL PBOGmo mm I
i è svolta a Milano, il 16 febbraio, in via Coper-
nico, una riunione in preparazione al Convegno
Missionario. Vi hanno partecipato il delegato na-
zionale Don Alfonso 'Alfano, la coordinatrice na-
zionale Iolanda Masotti e gli ex-missionari di Tre-
lew, Daniela Beretta, Giuseppe Belardo, Marco
Todeschi, Oliviero Zoli con la signora Anna.
La riunione era stata sollecitata dal Comitato
dei Coordinatori per una riflessione sull 'espe-
rienza missionaria di Trelew in vista del Conve-
gno Missionario programmato per il 1991.
L'incontro si è rivelato pertanto opportuno
per ritrovarsi con i responsabili dell'associazio-
ne, per un'ulteriore verifica dell'esperienza fatta
con il Progetto Trelew; è servito a cogliere sen-
sibilità e suggerimenti per l'animazione missio-
naria tra i Cooperatori alla luce delle nuove
realtà presenti nel contesto salesiano ed eccle-
siale in Italia.
In un clima di cordiale e costruttivo dialogo
si è rivisto tale Progetto, ricordando le origini, le
difficoltà incontrate, le realizzazioni operate e i
disagi vissuti.
In sintesi le considerazioni emerse:
1. La verifica ha sempre i connotati del sen-
no di poi. Oggi si può parlare, riflettere e valuta-
re, perché si è operato, si è lavorato attorno a un
Progetto. Limiti e osservazioni vanno viste per-
tanto in questa ottica.
Il Progetto Trelew resta una ricchezza e una
qualificata esperienza originale e positiva, da
non vanificare ma da «ricordare» a scopo educa-
tivo per il cammino futuro del laicato missiona-
rio salesiano.
2. La formazione e la qualificazione non
sempre, nonostante gli sforzi fatti, sono risultate
adeguate alle esigenze di un Progetto laico mis-
sionario. In particolare si è insistito su due limiti:
la carenza di formazione pastorale missionaria e
la scarsa conoscenza della cultura locale.
Ogni apostolato si incarna nella vita della
gente, nei suoi costumi, nelle sue tradizioni...
(«oggi - si è detto tra l'altro - non tradurrei i
nostri Canti religiosi, ma li tirerei fuori dalla loro
cultura e dalla loro vita... »).
3. Autonomia e Famiglia salesiana. Non
sono stati facili e semplici i rapporti con le comu-
nità religiose. Più che sul Progetto condiviso dai
Salesiani e dalle FMA si è operato con l'intesa e il
coinvolgimento di questo o di quel religioso.
4. L'alternanza delle presenze non ha favo-
rito una crescita unitaria del lavoro che si face-
va. Ogni missionario laico ha dato una sua im-
pronta e un suo modo specifico di animare il
Centro.
5. Il sostegno dell'Associazione. È stato
senza dubbio positivo sul piano economico e nel
momento delle partenze, ricco di entusiasmo.
Diverso o inesistente il sostegno ricevuto al rien-
5/53

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tro. Alcuni infatti ritornando in sede si sono visti
o ignorati o non opportunamente valorizzati per
l'esperienza fatta e si sono rifugiati in iniziative
personali.
Si è fatto notare a riguardo che il cambio di
struttura associativa a livello nazionale (il decen-
tramento!) ha forse anche favorito questo clima
di distacco.
Le stesse nuove strutture missionarie in Italia
poco o niente hanno chiesto come contributo a
questa esperienza fatta.
Questo si è detto a proposito del Vis e del Vides.
Forse si è avuto timore di un confronto, forse
si conosceva poco del Progetto Trelew, forse si è
dato credito all'esperienza fatta o forse anche la
stessa associazione non ha saputo presentare op-
portunamente questa forte azione di frontiera
missionaria laica.
6. La dimensione missionaria di ieri del-
1'ACS è stata certamente profetica, e come tale
ha incontrato rischi e forse incomprensioni. Ha
segnato però una strada, con due proposte, forse
non colte in modo unitario da tutti i Cooperato-
ri, «Progetto Trelew e Noi per Loro», il primo
più sentito dalla fascia Giovani, il secondo dalla
fascia adulti e anziani.
In prospettiva, in vista anche del convegno
missionario, si auspica che vengano tenute pre-
senti queste osservazioni.
Sarebbe opportuno in questo Convegno offri-
re un confronto tra le esperienze di ieri con quel-
le in atto nella Famiglia Salesiana. Alla luce an-
che delle nuove sensibilità missionarie salesiane
ed ecclesiali (Capitolo Generale e documento ul-
timo «Redemptoris Missio») si avrebbe una visio-
ne più chiara della dimensione missionaria del
Cooperatore Salesiano.
L'incontro si conclude rinnovando l'impegno
a raccogliere tutta la documentazione sul Pro-
getto Trelew in un lavoro organico, partendo
con il mettere insieme le «Lettere».
Don A. Alfano
UNA PROPOSTA PER UN CAMPO ESTIVO
Aperto a quanti come cooperatori giovani sensibili ai problemi del territorio e preparati nei vari
settori dell'animazione salesiana oratoriana, intendono fare una significativa esperienza estiva!
CAMPO DI ANIMAZIONE ORATORIANA
NEI CENTRI DI SAMO E S. LUCA
8-28 luglio
Una forte iniziativa di vita oratoriana in piccoli paesi nel cuore della Calabria come risposta
agli appelli dei Vescovi del Sud!
Per informazioni e prenotazioni:
Ufficio Regionale Cooperatori (Don Tonino Palmese)
Castellammare di Stabia (Napoli) - Tel. (081) 870.5338-871.7114
6/ 54

1.7 Page 7

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COIFEBEIZE ADUALI
N el Sussidio annuale, tra le perle da salvare, era
richiamato anche l'impegno ad essere più fedeli
allo spirito del nostro Fondatore per la promozio-
ne e l'organizzazione delle CONFERENZE AN-
NUALI, un momento significativo della vita sale-
siana in un territorio.
Le CONFERENZE ANNUALI sono infatti un
momento di aggregazione di tutte le componenti
ecclesiali e civili del territorio, un'occasione per la
conoscenza dell'opera salesiana, delle attività in
atto, delle difficoltà, dei progetti in corso, e inoltre
un momento di comunione con il Rettor Maggio-
re, attraverso la raccolta di offerte per necessità
particolari di opere salesiane.
Anche se è presto fare un bilancio, dalle prime
relazioni emerge che qualcosa sembra in questa
prospettiva migliorare, ma si è ancora lontani dal
far diventare la prima e seconda conferenza annuale
un momento forte della vita salesiana in un determi-
nato territorio.
Occorre tuttavia insistere: si rilegga quanto è
suggerito nel Sussidio. I dirigenti si facciano pro-
motori zelanti di questo rilancio.
È vero anche che molto debba essere fatto e
curato dai responsabili delle nostre case (direttori-
direttrici).
* '
E anche interessante riflettere sulle somme rac-
colte in questi anni in occasione delle conferenze
annuali nei nostri Centri d'Italia e inviate al Ret-
tor Maggiore. Saremmo tentati di fare una classi-
fica anche per Ispettorie o anche per Centri, ma
non cediamo alla tentazione, per non creare... rea-
zioni negative. Fa tuttavia problema che molti
Centri , regolarmente eretti, non si facciano premu-
ra di tenere tutte e due le prescritte conferenze.
Diamo uno sguardo a questi dati: è indicato il nu-
mero dei Centri dove è stata organizzata la Confe-
renza e le offerte raccolte.
I. Nel 1988 - l3 conferenza: 125; 2a conferen-
ze: 103. Offerte: Lire 21.308.150.
2. Nel 1989 - l3 conferenza: 173; 2a conferen-
ze: 94. Offerte: Lire 22. 592. 751.
................
~
__....,"""-.r..,, ~--'"t...,v
3. Nel 1990 - la conferenza: 166; 2a conferen-
ze: 84. Offerte: Lire 24.390.900.
La conclusione?
Occorre fare di più e meglio! Si dice che i dati
sono numeri , ma si sa anche che la quantità ci ri-
vela in questo se c'è stata qualità! Se verifichiamo
(e bisogna verificare, per capire!) è perché voglia-
mo migliorare e qualificare la programmazione.
Chi ha la responsabilità ne senta il dovere!
Non fa male interrogarsi perché sistematica-
mente alcune Ispettorie sono assenti totalmente (o
in minima parte presenti) in questo impegno . Uno
sguardo alla tabella dati e ci si accorge di questo
«ruolo» di fanalino di coda.
Don Alfano Alfonso
Il 1-2 giugno in Roma, Via Marsala, si terrà la riunione del Comitato dei Coordinatori
per una verifica del piano pastorale triennale e della programmazione in corso. l'incon-
tro avrà inizio alle ore 10,00 di sabato e si concluderà con il pranzo di domenica.
7/ 55

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nio, 1 vocazionale e 1 di forma-
zione permanente), l'animazio-
ne del mese di gennaio in pre-
parazione alla festa di Don Bo-
Esperienza
e testimonianze
dell'lspettoria
sco (preghiera, testimonianze,
DON BOSCO 2000) e il cam-
peggio-pellegrinaggio pasquale
sono stati solo alcuni dei mo-
menti forti con cui CCGG e
GEX si sono resi protagonisti
nella preparazione e nella ge-
«Centrale»
stione, divenendo profondi ani-
matori del MGS.
L'87 con la nomina di un dele-
gato di PG a tempo pieno ha
portato alcuni cambiamenti nelle
linee ispettoriali sia fra i religiosi
che fra i laici. Cessata la necessità
Larealtà del Movimento Giova-
di curare in modo prioritario
Dando uno sguardo al passato l'animazione di PG sono venute
nile Salesiano (MGS) in Piemon- possiamo dire che i CCGG sono meno le figure di CCGG e GEX
te è nata abbastanza recentemen- stati impegnati molto attivamente come riferimento in questo setto-
te ed è molto articolata. La pre- nella Pastorale Giovanile in colla- re. In conseguenza a questo gli
senza di tante Ispettorie (9 fra borazione con i GEX, gestendo sforzi associativi (siamo al presen-
SDB e FMA) su un territorio non un gran numero di iniziative che te) sono indirizzati in tre direzioni.
vasto come quello della nostra avevano l'obiettivo di far incon- la prima è l'animazione dei
regione non sempre costituisce trare i giovani dell'Ispettoria in giovani adulti, di coloro cioè
un aiuto alla crescita del Movi- una formazione comune e di im- che uscendo dall'oratorio per en-
mento anche se ognuna delle bastire su questi la coscienza di trare nel mondo del lavoro non
Ispettorie sta dando un forte im- appartenere al nascente (anche trovano sbocchi alla loro forma-
pulso in questa direzione.
se ancora innominato) MGS.
zione salesiana.
Da parecchio tempo ormai i I 5 Campi Scuola Ispettoriali A loro viene proposto un itine-
momenti giovanili regionali unita- (2 per il biennio, 1 per il trien- rario formativo-vocazionale orien-
ri nell'arco dell'anno sono due: in
autunno il «Convegno di Spiri-
tualità Giovanile Salesiana» e in
primavera la «Festa dei Giovani».
A questi incontri partecipano, per
iniziativa personale, anche molti
CCGG che spesso vengono chia-
mati ad animare i gruppi di stu-
dio o di festa, più raramente inve-
ce si inseriscono nella fase orga-
nizzativa e di preparazione dei
contenuti.
Nell'Ispettoria Centrale in par-
ticolare molti CCGG sono coin-
volti nella pastorale giovanile del-
le proprie parrocchie (nella gran
parte non salesiane) e quindi i
loro sforzi maggiori sono indiriz-
zati alla partecipazione ai mo-
menti giovanili diocesani.
Cooperntori Giovani trn i «Giovani» a Santiago!
8/ 56

1.9 Page 9

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tato all'Associazione CCSS nel
tentativo di offrire la preparazio-
ne fondamentale del laico adulto
che desidera restare inserito atti-
vamente nella Chiesa.
La seconda strada intrapresa
con vigore e quella della dispo-
nibilità alle richieste diocesane
di collaborazione nella prepara-
zione di giovani animatori delle
parrocchie e nella partecipazione
ai gruppi di coordinamento dio-
cesano di PG. Si tratta a nostro
awiso di un servizio preziosissimo
che per quanto semplicemente
possa essere fatto porta sempre i
suoi frutti.
La terza strada è quella della
disponibilità alla collaborazio-
ne ad ogni iniziativa lspettoria-
le che coinvolge il MGS certi
del fatto che il legame fra Movi-
mento e Associazione è vitale per
il futuro di entrambi. Crediamo
infatti che per chi partecipa alla
vita dell'MGS sia fondamentale
sapere che esiste anche un «do-
po», d'altra parte è altrettanto
fondamentale per l'ACS la pre-
senza di laici con tutto il cammi-
no dell'oratorio e del centro gio-
vanile salesiano alle spalle.
Certo molto resta da fare... nel-
la collaborazione fra laici e fra lai-
ci e religiosi... nella responsabiliz-
zazione dei laici... nella valorizza-
zione del cammino Associativo...
e altro ancora, ma possiamo con
certezza dire che la buona volon-
tà di noi tutti, religiosi e laici, è so-
stenuta dall'alto e per questo si
concretizzerà sempre più nel fu-
turo.
Maurizio Baradello
Torino-Centrale. Momento di programmazione di giovani e adulti.
<I Torino . Gmppo amici MGS in... una montagna di idee! Con voglia di... costruire su basi...
umane!
ARIA D'ESTATE!
È ormai prossima l'estate: aria di vacanza, di meritato riposo, ma anche per la nostra Asso-
ciazione tempo di forti iniziative.
Dando uno sguardo alle programmazioni ispettoriali, si avverte un dato interessante. L'esta-
te è il periodo più ricco di proposte formative di vario genere, a cominciare dai campi forma-
tivi, agli esercizi spirituali, a corsi di qualificazione per categorie, per finire ad altre forme di
impegno, quali i campi di animazione tra giovani e ragazzi.
Non è neppure facile oggi fare un bilancio di queste proposte: resta certo che sono l'energia
vitale di una fioritura associativa in una ispettoria.
Dalla capacità di lavoro formativo estivo (non è azzardato affermarlo) dipende la robustezza
di una vita associativa nel corso dell'anno.
9/57

1.10 Page 10

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ANCONA
A nimatori di vari Centri e com-
ponenti del Consiglio Ispetoriale
si sono incontrati il 24 febbraio ad
Ancona per una verifica del cam-
mino di animazione nelle varie re-
gioni dell'Ispettoria.
A fare gli onori di casa, come
sempre, l'affabile Don Colucci e il
coordinatore ispettoriale sig. Lui-
gi Zampini. A condurre il discorso
di formazione, avviato già a tappe
in precedenti incontri, è stato Don
Alfano Alfonso, che con sapiente e
sottile verve, ha reso estrema-
mente accattivanti i contenuti pro-
posti, che si sono articolati nel se-
guente ordine:
- rilancio dell'associazione
(urgenze e metodologie);
- il Centro, nucleo vitale della
vita associativa;
- l'animazione e gli organismi
di servizio.
Il delegato nazionale ha costan-
temente invitato i presenti a vive-
re e a saper comunicare l'identità
della vocazione laica salesiana,
che ci rende oltre che fratelli e so-
relle in Cristo per la grazia sacra-
mentale, anche fratelli e sorelle in
Bosco, per la condivisione del ca-
r isma.
Si è confrontato il tutto con la
realtà dei nostri Centri. Si è da tut-
ti condiviso che oggi il vero mala-
to dell'associazione è il CENTRO,
che pur nella sua flessibilità, deve
restare il punto costante di riferi-
mento per la vitalità apostolica del
cooperatore. Occorre riscoprire
la dinamica apostolica del «contat-
to personale», dello stile «dell'ac-
coglienza».
10 / 58
Roma. Un momento del «riuscito» Convegno «Laboratori MM».
ANCORA A PROPOSITO DEL CONVEGNO LAB. MM
Ci hanno scritto ...
« ..•È stato molto bello trovarci insieme da tutte le parti d'Italia. C'è
stata la possibilità, vera, di confrontare le diverse forme di lavoro e
di iniziativa» (Augusta Argio/as - Sardegna).
« .. .Quando il Convegno è iniziato e si alternavano le persone a par-
lare, ho pensato: non è un convegno, ma un grande laboratorio di
Mamma Margherita. Si lavora intensamente per tre giorni, solo che
qui il lavoro è diverso da quello del Centro. È un momento di pre-
ghiera, di confronto e di dialogo per imparare a crescere attraverso
lo scambio di esperienze. Dentro di me cresce la gioia di "esserci",
di lavorare e riflettere, di far parte di questo grande laboratorio. E lei
è presente, sempre. Tutti vogliono parlare di lei, di Mamma Marghe-
rita. E giusto farle festa ... tutto è partito da questa umile contadina
dei Becchi ... » (Elsa - Genova - Corso Sardegna).
Altro aspetto, oggetto della ve-
rifica, è stato il rapporto con il Mo-
vimento Giovanile Salesiano. È
un'esigenza non solo di lavoro in
comune, ma soprattutto di propo-
sta significativa che si deve aprire
a chi ha fatto un serio cammino di
spiritualità nel movimento.
In conclusione quella di Ancona
è stata una giornata ricca di stimo-
li. Occorre farne tesoro per il futu-
ro. Avanti dunque: riflessione
orante davanti a Dio, dignità ope-
rosa davanti agli uomini!
Letizia Daniele
TORINO - Subalpina
C ontinuano i momenti di aggre-
gazione dei Cooperatori della Su-
balpina nella fedeltà agli orienta-
menti del programma culturale e
formativo 1991 : evangelizzazione,
testimoniana della carità e revisio-
ne della vita dei Centri, fonte di
comunione e di animazione.
In questo spirito sono organiz-
zati incontri nella Chiesa di S.
Francesco di Sales e nella cappel-
la Pinardi: inc0ntri mensili che
hanno dei richiami in giornate di
studio e di spiritualità a Susa, Villa
S. Pietro.
Nella programmazione regiona-
le è opportuno evidenziare anche

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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interessante, vario, piacevole a
leggersi... ricco di stimoli e conte-
nuti formativi. Complimenti! È se-
gno di vitalità e di creatività.
Nel periodo in cui c'è un'inva-
sione di carta... che soffoca e non
sempre serve alla crescita cultu-
rale e cristiana, la via del Bolletti-
no in famiglia resta ancora una
strada da percorrere. Ci riporta
alla riscoperta delle cose sempli-
ci, genuine, alle cose fatte in ca-
sa.. . perché hanno il gusto della
nostra esperienza quotidiana!
TORINO - Centrale
Ge11ova. /11co11tro co11 il Co11siglio del Centro S. Domenico Savio.
un'iniziativa, che va acquistando
un valore ben preciso, con frutti
positivi non solo per i singoli ma
anche per l'associazione: sono i
pellegrinaggi che vengono orga-
nizzati o in zona, con la durata di
una giornata, o in altre zone d'Ita-
lia, con durata di vari giorni. Sono
occasioni non solo di svago ma di
interessante aggregazione, che
stimola la conoscenza e facilita il
senso di appartenenza tra gli as-
sociati. È anche questo un modo
quanto mai prezioso per animare
la vita dei Centri.
per comunicare e verificare il
cammino associativo. Un anno di
avvio per il nuovo delegato Don
Mario Cogliandro, che ha portato
nella sua Calabria il peso della
sua maturità e della ricca espe-
rienza, un anno particolare per
questa regione anche per il rinno-.
vo del Consiglio lspettoriale.
VARAZZE
CALABRIA
L eggiamo con interesse il vostro
«Cooperator-Ex», un giornalino
Q uesto era il tema degli esercizi
spirituali per giovani Cooperatori,
svoltisi a Susa il 15-17 febbraio.
Gli esercizi spirituali son da
sempre uno dei momenti caratte-
rizzanti della vita spirituale dei
giovani Cooperatori dell'Ispetto-
ria Centrale..Promossi dalla cricca
dei cooperatori di Don Zeni (l'or-
mai affermata «Comunità»), non
sono soltanto un punto fermo per
questi fedelissimi, ma vogliono
essere un motivo di crescita per
tutta l'lspettoria.
Ecco quindi che una trentina di
«giovani» (...sulla trentina) si sono
ritrovati a Susa per iniziare nel
modo migliore la loro quaresima.
Alla guida Don Enzo Baccini che
Incontrarsi per conoscersi, cono-
scersi per formarsi. È stato l'impe-
gno di questo anno associativo in
Calabria. In una regione, dove,
anche se piccola, incontrarsi non
è facile, si è cercato di organizza-
re momenti di aggregazione per
risvegliare il senso di appartenen-
za e favorire la gioia di essere
parte viva di un'associazione apo-
stolica. Interessanti in questo spi-
rito sono risultati gli incontri dei
Cooperatori giovani o con giorna-
te di spiritualità o attraverso ritiri
di fine-settimana.
Utili sono anche risultate le ini-
ziative del «Natale» e della «Pa-
squa» del Cooperatore, un'occa-
sione non solo per una riflessione
liturgica e spirituale, ma anche
Genova. Jolanda parla ai CC. di Monleone.
11 /59

2.2 Page 12

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è stato anche un prezioso tramite
per lo Spirito Santo, uno strumen-
to efficace nel metterci in contatto
con Dio.
Tra le numerose proposte di ri-
flessione, quelle riguardanti le
beatitudini (beati i miti...., beati i
puri di cuore...), sono state davve-
ro importanti perché sono andate
nel profondo, passando il livello
del superficiale discorso da salot-
to, per giungere al reale, al quoti-
diano, all'esperienza personale, al
cuore. Proprio un sano clima di
spiritualità incarnata che, allo spi-
rito tra le nuvole, contrapponeva i
piedi saldamente ancorati a terra;
se da un lato si sentiva la gioia
proveniente dal percorrere la
strada della conversione, dall'al-
tro era sempre presente la consa-
pevolezza della terribile piaga
della guerra.
Anche il nostro Ispettore, Don
Angelo Viganò, è venuto a portar-
ci gli auguri per il proficuo incon-
tro invitandoci ad utilizzare al me-
glio i momenti di silenzio - per-
ché nel silenzio nascono le grandi
scelte - e nel contempo stimolan-
do il nostro impegno nel sociale,
secondo i richiami del Rettor Mag-
giore e dei Vescovi italiani.
Ma un corso di esercizi non po-
teva terminare senza un impegno
concreto ed ecco che Don Zeni,
all'ultimo momento, è balzato in
piedi, sulle note del canto di con-
clusione, e di impegni per la Qua-
resima ne ha suggeriti ben 3
(tre)!!! Eccoli:
1. Formazione: Leggere il docu-
mento e.E.I. «Evangelizzazione e
testimonianza della carità».
2. Preghiera: uno spazio gior-
naliero «corposo» di meditazione
sulla Parola di Dio e, per chi può,
la messa quotidiana.
3. Mortificazione: una rinuncia
che costi veramente.
Roba soda, vero? Troppo?
Ognuno (anche voi che leggete)
si confronti liberamente con que-
ste proposte, ma ricordate che il
valore del cristiano si dimostra
nelle scelte coraggiose.
Paolo Chiabotto
Chieri. Casetta accoglienza S. Domenico Savio. Cooperatori cecoslovacchi e amici della
Comunità .
CHIERI
Nella Casetta di S. Domenico Savio a Chieri le esperienze di
accoglienza sono tante sempre significative per la varietà dei
gruppi che si alternano per momenti di programmazione, veri-
fica o per forti occasioni di ricarica spirituale.
Ma due famiglie di cooperatori cecoslovacchi hanno lasciato agli
amici che gestiscono la Casetta un segno profondo di ammirazio-
ne e di stima. Ascoltare le loro difficoltà, i loro racconti hanno
scioccato tutti. Tra ostacoli difficili da descrivere hanno conser-
vato forte ed integra la fede, pur vivendo in un contesto culturale
e sociale che poco spazio ha concesso alla libertà religiosa. Ed
ora erano a Torino pellegrini umili e riconoscenti a Don Bosco
per averli sostenuti in un cammino così difficile. È stata per
tutti una forte testimonianza di fede e di amore a Don Bosco.
XIV Settimana
di spiritualità
C'ero anch'io!
N ella vita personale di ciascuno
di noi ci sono esperienze che non
si possonoo dimenticare: alcune ti
segnano in modo del tutto partico-
lare, altre ti aprono orizzonti e
prospettive completamente nuo-
ve, di cui ignoravi o l'esistenza ?
la possibilità di realizzazione. E
quanto è capitato a me, giovane
cooperatore, presente ~la SETTI-
MANA DI SPIRITUALITA.
Ho risposto all'invito, pur sa-
pendo poco di questo momento di
studio, solo convinto della possi-
bilità di fare qualcosa di diverso.
Non nascondo che avevo perples-
sità. Perché io, mentre tanti altri...
avrebbero non solo meritato tale
invito, ma avrebbero offerto un
contributo più costruttivo e più
qualificato.
Ero forse più disponibile di al-
tri. Pur conoscendo poi la realtà
salesiana mi era d el tutto scono-
sciuta la visione mondiale della
nostra Famiglia Apostolica.
E così è iniziata tra dubbi, senso
di curiosità e di incertezze la mia
partecipazione a questa singolare
settimana.
E solo adesso che si è conclusa
devo dire che mi ha dato tantissi-
mo e che mi sento fortunato per
aver avuto questo grande dono.
Grazie a queste giornate ora av-
verto ancora di più la bellezza e la
ricchezza della vocazione laica sa-
lesiana.
Solo esperienze come queste ti
fanno capire cosa significa FAMI-
12/60

2.3 Page 13

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GLIA SALESIANA. E come se si
fosse aperto un orizzonte nuovo
che prima ritenevo piccolo pic-
colo.
Gaetano Romano
LADISPOLI (Roma)
i cammina nella vita associativa
migliorando anche l'organizzazio-
ne della Conferenza annuale,
come suggerito dal Sussidio. Non
un momento di aggregazione solo
per un gruppo di Cooperatori, ma
un'occasione per ritrovarsi insie-
me realtà salesiana, ecclesiale e
civile. È quanto si è cercato di
fare al Centro Cooperatori di La-
dispoli. Alla presenza del primo
cittadino del Paese e di altre auto-
revoli persone, Don L. Gallo, do- FONTANAZZO
cente presso l'Ateneo Salesiano di
Roma, ha presentato la Strenna '91
(Val di Fassa - Tn)
sulla nuova evangelizzazione e di-
mensione sociale della carità.
L ' inverno è ormai alle spalle non
Dopo un'interessante conversa- solo con il suo clima, ma anche
zione è seguito un piacevole mo- con le sue iniziative. Le «settimane
mento di fraternità. Inserito nel bianche» organizzate dall'Ufficio
contesto della riflessione salesiana Nazionale dei Cooperatori hanno
il gruppo «Giovani Così» del Cen- registrato quest'anno «il tutto
tro giovanile ha organizzato nella esaurito». Circa 170 persone tra
sala parrocchiale una rappresen- adulti, giovani e piccoli, si sono ri-
tazione teatrale dal titolo «Don Bo- trovati insieme in montagna, pro-
sco, un uomo, un prete, un santo». venienti da varie parti d'Italia, per
Che la tradizione continui... una vacanza vissuta nello spirito
nel senso del coinvolgimento di salesiano. La crescente · richiesta
sempre più persone delle strut- di partecipazione a queste espe-
ture locali.
rienze conferma la validità della
proposta. È un modo per educare,
attraverso una vacanza, a saper
stare insieme, vivendo nell'amici-
zia e nell'esperienza gioiosa della
propria fede. La vita comunitaria,
costruita sul rispetto, sullo scam-
bio di valori, su momenti significa-
tivi di preghiera e di divertimen-
to , aiuta a superare l'individuali-
smo e fa gustare la bellezza della
fraternità cristiana.
Ora il SOGGIORNO DON BO-
SCO attende... gli amici dell'esta-
te. Cinque settimane con tanti volti
noti e tanti altri nuovi!
L'appuntamento per i Coopera-
tori Dirigenti: in tanti a Fontanazzo
per la SCUOLA DI FORMAZIONE!
X ----- -- ---- -------- --- ------- -- -- -- ----- ----- ------ --- ------------ -- ---- --- -- -- -- --- X
Scheda da inviare a: UFFICIO NAZIONALE COOPERATORI SALESIANI
Via Marsala, 42 - 00185 Roma - Fax 06/446.3579
Cognome e nome del richiedente ..... _.......................................................................... ..
Domicilio ........ ........... ........... ·-··· ·········· ············ ······ ·.. ·········· ······· ··· ······ ······· .. ··· ···· ········· .. ... .
Centro CC.SS . di .......................... ............ Telefono
13 / 61

2.4 Page 14

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SCUOLA NAZIONALE DI FORMAZIONE - ANNO TERZO
Fontanazzo (Val di Fassa - Trento) 29 giugno-6 luglio 1991
È una forte esperienza formativa, un'occasione per qualificare il proprio servizio di
animazione tra i cooperatori dei Centri. È riservata ai cooperatori dirigenti e a quanti
intendono offrire la propria disponibilità per un impegno responsabile nell'Associa-
zione!
È un familiare soggiorno in clima di amicizia e di simpatica allegria... in una meravi-
gliosa valle dolomitica! ...
Tema della scuola: COOPERATORI SALESIANI E TERRITORIO, articolata in momenti
di studio, lavori di gruppo, esercizi di animazione liturgica, ricreativa ...
Guide: Don N. Palmisano, Don Alfano, Iolanda Masotti.
Note organizzative e prenotazioni: Entro e non oltre il 30 maggio.
Compilate la scheda e spedirla a: Ufficio Cooperatori Salesiani - Via Marsala, 42 -
00185 Roma
(anche via Fax 06/446.3579) - c/c n. 45256005!
Quota di soggiorno: L. 270.000. Spese organizzative a carico dell'Ufficio Nazionale . Le
prenotazioni sono valide se accompagnate dall'acconto di L. 100.000.
Sede: Soggiorno Don Bosco - Fontanazzo - Val di Fassa (Trento) - Tel 0462-76113.
Per arrivare - In treno: Scendere a Trento o a Bolzano. Prendere la corriera (autosta-
zione Corriere) direzione CANAZEI (fermata a Fontanazzo) a 150 metri avanti vicino
alla chiesetta c la casa. Se si viaggia in auto: Uscire a ORA, percorrere la Val di
Fiemme, Cavalese, Pozza, prima di arrivare a Campitello c'è Fontanazzo.
Si possono aggregare anche i familiari.
Si r icorda che non vi sono stanze singole .
N.B.: PER L'ISCRIZIONE SERVIRSI DELLA SCHEDA A PARTE.
X
Richiesta di prenotazione - PARTECIPANTI:
Cognome e nome
Grado di parentela
Richiedente
Data e luogo di nascita
ALLOGGIO in camera a:
14/62
2 letti
3 letti
4 letti

2.5 Page 15

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APPUNTI
DI UN VIAGGIO
Tre giorni ricchi di in co n-
tri, di scambi di esperienze
ma soprattutto di conoscenza
reciproca, a Genova.
H o incontrato i Coo pera-
tori di questo Centro locale,
abb iamo fatto i ns ieme un
co nsig l io, presente la M adre
D irettrice e Madre Ispettrice
e la domenica la strenna del
Rettor Maggiore estesa ad al-
tri Ce ntri.
H o avuto la g io ia di co nsta-
tare come si può lavorare
bene quando ci si sente vera-
mente accolti e inseriti in
una casa salesiana che poss ia-
mo definire nostra , perché
realmente la sentiamo ta le .
H o visto quanto bene pos-
sono fare i Cooperatori
quando sono sostenuti e sti-
mati come fratelli che hanno
la grazia di con d ividere un
grande ideale, lo stesso del
nostro fondatore .
Si lavora in casa ma anche
fuori, con la stessa passione e
amore per i più deboli, i più
indifesi, le vittime di un
mondo che non ha più tempo
né cuore per accorgersi di
loro.
La sera de l mio arrivo,
dopo un'accoglienza, oserei
di re perfetta, dopo aver in-
contrato i geni tori del la
scuo la de ll'I stituto e parlato
loro di Don Bosco educatore,
sono stata accompagnata a
Masone, un paesino a tre
quarti d'ora da Genova .
Era una serata gelida, con
un vento sferzante che sem-
brava ci penetrasse d e ntro ,
eppure al nostro arrivo ab-
biamo visto qualcuno che ci
aspettava per la strada, con
la giacca a vento nera e un
cappello di lana calcato fin
sugl i occhi, sembrava un ra-
....._.--_ - ... ,,,. __ -:. -~'"
OLTRE LA.NO:TIZIA:_
di Iolanda Masotti . :
.: •
I
Perché so no veramente
giovani , entusiaste e piene di
vog l ia di imparare e di fare.
H ann o iniziato da poco ma
gazzo, ma, scesi dal la macchi- c'è in loro tutto q uanto oc-
na , abb iamo sa lu tato . .. Suor corre per crescere e sentirsi
Aurora , una magn ifica figlia sempre più parte di una
di Maria A usili atrice, forte, gra nd e famig l ia.
sicura, che, incurante del
La sera , una bellissima cena
freddo, desiderava fa r e la sua i n cu i sono stati co i nvolti an -
bel la accog l ienza sa lesiana.
che i mariti o prossimi a di-
Nel la sala de l la parrocchia, ventarlo.
Cooperatori, ex alliev i e ami-
Dopo questo momento di
ci di ogni età insieme al Par- festa e tanta al legria, abbia -
roco ci as pett ava no.
m o parl ato a lu ngo come aiu-
Abbiamo ancora parlato di tarci ad essere sempre più in
Don Bosco in un dibatt ito v i- sintonia con il carisma del
vo, animatissimo, ricco di nostro fondatore pur nella
esperie nze , ci siamo cono- vita così diversa per ognuno
sciuti e nel lasciarli mi accor- di noi. Ma i I Cooperatore è
gevo che un pezzetto del m io tale in ogni ambiente in cui il
cuore restava con loro .
Signore lo chiama a lavora r e,
11 secondo gior no , dopo im portant e è essere ve r a-
aver visitato la bellissima Ge- mente sicuri di dare il meglio
nova ho potuto gustare un di quello che possiamo e di
pranzo specia l issimo a casa di quello che siamo.
una nostra sore l la Coopera-
11 g iorno dopo a Geno va: la
trice che insieme ad altre strenna in cui Don Davide
avevano lavorato tutta la Bacigalupo ha ricevuto I 'atte -
mattina per accogl iere la... stat o da l D e legato lspettoria-
Coordinatrice Nazionale! Ma le Don Ermanno Branchetti.
presto si sono accorte che
La sera, dopo aver cond ivi -
ero solo un a persona che, so la cena con le suore , su r i-
come loro , un giorno si era chiesta del la M adre Direttri-
innamorata di Don bosco ed ce Suor Maria Pia, ho rivolto
era bel lo ritrovarsi insieme e loro il pensiero de ll a « Buo-
par lare di tante cose sulle nanotte».
qual i condiv idevamo idee e
È stata una buonanotte tut-
tante spe r anze!
ta particolare: la famosa fa-
Nel pomer1gg10 ancora mii iarità, auspicata sempre
un'altra uscita: Monl eone, un da Don Bosco, vi regnava so -
delizioso paesi no poco di - vrana ed in quel clima è stato
stante da Genova.
bel lo e tanto semplice rive-
Anche lì, l' inconfondib ile larsi per farsi conoscere , uni-
stile sa lesia no: un' accog l ie n- co modo per farsi vo ler bene.
za fraterna, una vis ita in un
Ed è acccaduto: la mattina
grande sta bi Ii mento per la la- in treno, all'ora del pranzo,
vo r azio ne del l' ar d esia. Ho aprendo i l pacchetto de ll a co-
av uto la po ssibilità di co no- laz ione, accuratame nte pr epa-
scere tante cose e sapere che rato dalle suore della cucina,
quel lo è i l lavoro specifico ho trovato un biglietto be ll is -
de l la gente d e l lu ogo e com - simo in cui qualcuno aveva
presi i meriti del le nostre scritto: Torna presto!».
giovani cooperatrici locali.
Iolanda Masotti
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2.6 Page 16

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinata ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel 69.31. 341.
Direttore responsabile : UMBERTO DE VANNA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA - Tel. 44.50.185; 49.33.51 .
Autorizz. del Trib. d i Torino n. 403 del 16 febbraio 1949 - e .e. Po-
stale n. 2-1355 intestato a: Direzione Generale Opere Don Bosco -
Torino - e .e.P. 462002 intestato a Dir. Gen. Opere Don Bosco - Ro-
ma. - Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente.
ROSINA E GINO COSTA
La ·«nonnità»
*
GIUSErrE CROCETTI
Lo Spirito Santo
nella nostra vita
Guida pratica alla ris~orerta
delle radici della fam1gba
lDITRICl
ELLE DI Cl
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Come la Bibbia sp
dello Spirito Santo
nel ropolo eletto e
nella Chtesa e nel
EDITRIC E
ELLE DI Cl