Bollettino_Salesiano_199101cooperatori


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ANNO 115 - N. 2 • 2" QUINDICINA 15 GENNAIO 1991
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
r
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
SINODO 90

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GENNAIO 1991
Ripensando a Don Bosco!
S GIO VANNI BOSCO
PADR E E MAESTRO
D iDon Bosco sappiamo tutto:
abbiamo letto la sua biografia,
visto i film, approfondito con-
cetti e metodi. Siamo stati at-
tratti dalla sua figura, convinti
del suo modello di vita, incantati
dai suoi «sogni».
Un maestro così straordina-
rio, non si può fare a meno,
come nelle buone scuole, di imi-
tarlo .
Poche parole, molti fatti. Ma,
ai fatti, Don Bosco, univa la Pa-
rola, tenendo sempre aperto un
contatto diretto con il Cielo.
È quanto sembra ripeterci in
ogni occasione in cui si sfoglia-
no, le pagine della sua vita.
Come nello stile di Don Bo-
sco possiamo rifarci al simboli-
smo che ha caratterizzato i
suoi «sogni».
Quando ci si inerpica sugli
stretti sentieri della spiritualità,
inevitabilmente si incontrano
dei «tralicci» per l'alta tensione;
che danno vita ed energia per
un cammino di sicuro orienta-
mento di fede . Sono quelli a cui
tutte le persone consacrate han-
no agganciato il filo conduttore
della propria esperienza voca-
2
zionale: la povertà, la castità e
l'obbedienza.
Cosa possono suggerire a noi
cooperaori queste tre dimen-
sioni?
Nella nostra Famiglia Salesia-
na, i religiosi sacerdoti .e coadiu-
tori, e le religiose sono tenute ad
osservarle nel pieno rispetto del-
la Regola e sotto il vincolo del
voto. Nulla vieta anche alla ter-
za forza della Congregazione di
farle proprie e di viverle nel-
1'accezione della pura fonte
evangelica.
Nello stemma dei Cooperatori
salesiani, figura una frase: «Da
mihi animas». Manca un «coete-
ra talle» che completa lo storico
detto di Don Bosco. Il «dammi
le anime» è di facile compren-
sione, anche se di strenua fatica
apostolica per la sua attuazione.
Il «toglimi il resto» è la disponi-
bilità dichiarata e insieme un
stacolo, un handicap più arduo
e più duro alla già difficile ope-
razione di semina o di mietitura.
Cosa può significare per un coo-
peratore la povertà, quel «resto»
così incisivo del motto bosconia-
no? È questo, motivo di rifles-
sione personale in cui ~iascuno
può individuare i punti deboli
della propria fragilità. Si spazia
dal poco interesse per le esigen-
ze altrui, dettato da una subdola
forma di pregiudizio, alla giusta
quantificazione e finalizzazione
del «superfluo»; dalla dignità
delle risorse messe a disposi-
zione all'incredibile spreco del-
le cose più varie, a volte anche
del pane.
D itutti i santi si dice: santo, santa
o semplicemente san. Di San Giovanni
Bosco si dice comunemente soltanto
Don Bosco. Questa confidenza, questo
amore filiale verso un uomo che è sta-
to canonicamente definito «padre e
maestro della gioventù», ci porta a
considerarlo essenzialmente un amico.
Un uomo che ha trattato da uomini
i giovani dell'Italia nascente, in una
Torino alle soglie dell'industrializza-
zione e in una penisola ricca di ragaz-
zi-operai a pieno ritmo di lavoro nero.
Ha praticato tutti gli ambienti e
frequentato le persone più disparate.
Molti si vantavano . di esser(! suoi
amici: nobili, politici, industrialotti,
re, papi e tantissima gente di ogni
condizione sociale.
Per tutti aveva una parola, un in-
coraggiamento, un monito, un con-
siglio e, non di rado, anche qualche
avvertimento.
Al suo messaggio essenziale «ba-
sta che siate giovani perché io vi
ami», aggiungeva un suggerimento
fondamentale: «Non basta amare i
giovani, ma essi devono capire di
essere amati».
Il fiore dei popoli, le speranze del-
l'umanità sono i giovani. Su questo
concordano tutti; tutti fanno inviti,
ammiccamenti, pressioni. Ad essi si
rivolge ancora Don Bosco quando
gli gridano «scendi per le strade,
scendi ancora, insieme a te cammi-
neremo cantando». Ad essi è affidato
l'avvenire per un mondo migliore
anche se lo vogliono vestito con
jeans e scarpe da tennis, mentre
ascoltano musica rock. Ciò che di
negativo fanno è spesso suggerimen-
to e costrizione di chi giovane non è
più. Il segreto è nell'imparare a par-
lare con loro usando anche un lin-
guaggio che potrebbe sembrare fuori
da certi schemi precostituiti e che
forse sarà il linguaggio di domani.

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Dimensione oggi molto travi-
sata è quella della «castità».
Si marcia spesso al limite del
lecito .
Si è derisi per prese di posizio-
ne contro comportamenti che il
mondo ormai accetta come mo-
mento di crescita individuale,
come valore esperienziale per la
formazione e la conoscenza del-
l'uomo e della donna. Per non
parlare dei continui bombarda-
menti istigatori dei mezzi di co-
municazione sociale che si tra-
sformano così in dissociazione
comunicativa.
È questo un tasto molto debo-
le e di facile noncuranza, sotto-
valutato da una buona parte dei Attigliano (Temi). Inaugurazione del monumento a Don Bosco, voluto dal parroco
credenti.
Don Bruno e dai fedeli.
Commentando un famoso
«sogno», Don Bosco spiegò: «Il Si potrebbe obiettare. Intanto dedicano al buon andamento del
90% dei giovani che precipitano al Vangelo, la cui aderenza è già Centro e all'attuazione delle li-
nell'inferno, hanno colpe che si irta di difficoltà.
nee di orientamento.
riferiscono al sesto e al nono co- Come battezzati, ai Pastori; L'esposizione condensata di
mandamento. Il restante 10% ci favorendo sempre l'unità, so- questi concetti non può reggere
va, ma non senza essere inciam- prattutto all'interno della Chiesa il confronto con la vita di tutti i
pato in queste trappole».
locale, anche se può costare giorni se non è supportata da
Oggi i continui richiami da qualcosa al nostro egoismo, al quell'insegnamento che ha fatto
parte del Magistero della Chiesa, nostro orgoglio, al nostro modo della salesianità un terreno fer-
come i documenti sull'etica ses- di vedere le cose, all'efficienti- tilissimo dove giganteggiano le
suale o sulla dignità della donna, smo e a quell'immersione nel querce di una solida spirituali-
sono oggetto di ironiche chiac- sociale che talvolta ha condizio- tà: l'Eucarestia e la devozione
chierate e di insulsi giudizi e nato alcune scelte, sostenute più mariana.
preconcetti. Molto spesso si de- dalla necessità di fare comunque Non dimentichiamo, infine,
manda alla coscienza l'ingrato qualcosa che da reale bisogno di che oggetto degli sforzi pastorali
compito di stabilire il grado di servizio.
e di impegno personale sono
sopportabilità della temperatura Poi per quel che ci riguarda sempre i giovani «poveri e ab-
interiore, tralasciando quelle come associazione e come ap- bandonati» in tutti i sensi e che
sane regole di comportamento partenenza alla Famiglia Sale- essi hanno bisogno di vedere e
suggerite dagli insegnamenti siana, l'adoperarsi con ogni di sentire un calore che fa della
preziosi di milenni di saggezza e mezzo per camminare in sinto- vera amicizia l'alta tensione dei
di esperienza.
nia con i fratelli maggiori e con tralicci dell'Amore.
Obbedienza, e a chi?
le persone che con sacrificio si
Pompeo Santorelli
«Quando io incontro una difficoltà, sia pure delle più grandi, faccio come colui che, an-
dando per la strada ad un punto la trova sbarrata da un grosso macigno. Se non posso le-
varlo, ci monto sopra o per un sentiero più lungo vi giro attorno. Oppure lasciata imper-
fetta l'impresa incominciata, per non perdere inutilmente il tempo in aspettare, dò subito
mano ~d altro. Non perdo però mai di vista l'opera primitiva interrotta. Intanto, col tem-
po le nespole maturano, gli uomini mutano e le difficoltà s'appianano». (Don Bosco).
3

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SINODO 90
dal «messaggio finale al mondo»
F ratelli e sorelle in Cristo!
prossimarsi del terzo millennio
Da venticinque anni la cele-
brazione del Sinodo segna il
cammino della chiesa e riflette
le gioie e le speranze degli uomi-
ni tutti in particolare del Popolo
di Dio. Incoraggiati dalla co-
stante presenza del Santo Padre
Giovanni Paolo Il, noi padri di
questo Sinodo del 1990 abbia-
della storia cristiana. Dio è con
noi nel nostro lavoro e nelle no-
stre famiglie, nei nostri successi
e nelle nostre contrarietà. La
mano soccorritrice di Dio è
sempre pronta per coloro che
desiderano prendere e stabilire
un rapporto di amicizia con
Lui.
mo riflettuto sulla formazione Attraverso il Battesimo, reli-
dei sacerdoti nelle circostanze at- giosi e laici condividiamo il sa-
tuali, sulla scia del Concilio Va- cerdozio comune di Gesù Cri-
ticano II.
sto. Insieme, e solamente insie-
Nella preghiera, nella rifles- me, possiamo fare molte cose
sione e nelle comunicazioni re- per la crescita del Regno di Dio
ciproche abbiamo pensato a voi nella nostra società. Voi avete
carissimi fedeli laici e laiche ai bisogno dei vostri sacerdoti. I
quali è stato dedicato l'ultimo sacerdoti e i seminaristi hanno
Sinodo, come pure a voi diaco- bisogno del vostro amore e del
ni, a voi persone consacrate ed vostro sostegno. Lavoriamo in-
a tutti voi che esercitate un ser- sieme per arricchire il Corpo di
vizio nelle comunità cristiane. Cristo al servizio di tutti e spe-
In particolare al nostro cuore cialmente dei poveri.
eravate presenti voi sacerdoti Siamo confrontati con sfide e
che insieme con noi Vescovi sie- difficoltà, quali l'indifferenza
te in Cristo Pastore immagine e religiosa, il materialismo, la po-
cooperatori in mezzo al Popolo vertà e l'ingiustizia, un crescen-
di Dio e per esso.
te fossato tra nazioni e classi so-
ciali ricche e povere, difficoltà
Al FEDELI LAICI
familiari, il peso del debito. Ma
ringraziamo Dio per le benedi-
zioni che ha riversato sul mon-
Ora ci rivolgiamo a voi fedeli do che amiamo, ·grazie al pro.~
cristiani che vivete nelle mnu- gresso della scienza e della tec-
merevoli comunità cattoliche nologia, la diffusione dell'edu-
sparse nel mondo.
cazione, il miglioramento della
Siamo discepoli di Gesù Cri- sanità, le possibilità di comuni-
sto, Signore e Salvatore. Lui ri- . cazioni, il diffondersi della de-
mane la luce del mondo all'ap- mocrazia.
4
Viviamo in un'epoca di spe-
ranza di crescita generale anche
se non universale nella Chiesa.
Non possiamo dimenticare di
ringraziare Dio per il numero di
candidati al sacerdozio che nel
mondo è cresciuto del cinquan-
tatrè per cento durante gli ulti-
mi tredici anni. Preghiamo in
modo speciale per le chiese di
quelle aree che non conoscono
tale ripresa.
Ringraziamo i genitori di sa-
cerdoti e seminaristi e tutti co-
loro che li sostengono nella loro
vita e nel loro lavoro.
AI GIOVANI
Rivolgiamo infine una parola
a voi giovani, che siete la spe-
ranza della chiesa. Conosciamo
la vostra generosità e disponibi-
lità. Per questo vi invitiamo a
riflettere con noi sulla vocazio-
ne al sacerdozio. La vocazione è
una chiamata divina, un dono
che Dio propone a quei giovani
nei quali confida che imiteran-
no Cristo nel servire gli uomini.
Basandosi sulla nostra espe-
rienza personale, vi possiamo
assicurare che vale la pena met-
tere a disposizione la propria
vita e tutte le proprie forze
come sacerdoti al servizio del
Popolo di Dio. Malgrado tutte

1.5 Page 5

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Testimonianze
le difficoltà, una tale vita vi da-
rà sempre soddisfazioni e gioie.
Gesù ce l'ha detto: Chi perde
la propria vita per me la guada-
gnerà .
La Chiesa e il mondo hanno
bisogno di sacerdoti pronti a
servire Dio nel sacerd6zio. Ma
abbiamo fiducia, cari fratelli,
che, con l'aiuto di Dio, voi ri-
sponderete con un sì generoso.
Negli interventi al Sinodo ab-
biamo ascoltato con gioia che
in alcuni paesi il numero delle
vocazioni sacerdotali è elevato;
mentre in altri si soffre di una
crescente mancanza di sacerdo-
ti. Sembra che alcuni giovani
non osino impegnarsi per tutta
la vita, che abbiano paura di ri-
nunciare alla possibilità di spo-
sarsi e fondare una famiglia, ac-
cettando la vocazione sacerdo-
tale e scegliendo una vita guida-
ta dai consigli evangelici di po-
vertà, castità, obbedienza.
Ma il sacerdote deve essere li-
bero dai vincoli matrimoniali e
familiari, dalla dipendenza del
possesso, dalla vita comoda e
dal desiderio di poter determi-
nare da solo la propria vita. È
un ideale elevato, per il quale
anche ai nostri giorni molti gio-
vani hanno dato un luminoso
esempio fino al martirio.
Chiediamo a voi giovani, ed
alle nostre comunità di pregare
con noi affinché il padrone del-
la messe mandi operai alla sua
messe. Tutto il popolo di Dio
ha bis,ogno di sacerdoti. Per
questo ci auguriamo che i vostri
familiari, i vostri amici e le vo-
stre comunità capiscano ciò che
significa la chiamata al sacerdo-
zio, vi accompagnino e vi aiuti-
no in questa via.
QUANDO IL SIGNORE CHIAMA
un figlio prete!
<<L a vocazione di vostro figlio
cambierà la vostra vita!». Con queste
parole un sacerdote incoraggiava noi
genitori perplessi e forse anche un po'
sconvolti nel giorno che un nostro fi-
glio entrava al noviziato salesiano.
Ritornare indietro oggi con la mente
e con il cuore per raccontare quel «mo-
mento particolare» non è semplice.
E infatti la nostra famiglia, con due
figli maschi, uno laureando e l'altro
alla conclusione degli studi di liceo,
viveva un periodo indubbiamente fe-
lice. Ma da quando il più piccolo ci
aveva annunciato di voler diventare
salesiano, nella famiglia non si respi-
rava la solita aria di serenità.
La nostra reazione era stata pacata
e rispettosa, coerenti con la promes-
sa di voler «rispettare comunque le
scelte dei figli motivate e responsabi-
li». Ma dentro ci portavamo tanta
amarezza. Alle vivaci contestazioni
del fratello rispose un giorno con
toni garbati in atteggiamento di at-
tenta considerazione sino alla ferma
dichiarazione che mise fine alla di-
scussione: «Papà, invece di fare un
anno di naja, farò un anno di novizia-
to; poi deciderò, con le persone che
mi sapranno guidare, cosa fare».
La vita quotidiana proseguì e le sca-
denze trovarono il figliuolo preparato.
All'altare Maggiore di M.A. presentò
insieme ad altri la domanda per il no-
viziato. Non sapevamo se sperare che
non fosse vero o che qualcosa di gran-
de stesse per maturare per tutta la fa-
miglia. La nostra in verità non fu una
reazione di rifiuto, ma di sgomento,
per la paura di «perdere» una persona
cara senza ricevere nulla.
Arrivò la maturità classica a pieni
voti. Si avvicinava la data dell'in-
gresso al noviziato. C'erano da fare
dei preparativi. La mamma si diede
da fare per la biancheria con tante
etichette e non furono poco le cose
bagnate da calde lacrime.
E venne l'anno di noviziato. Si anda-
va e si ritornava a casa sempre incerti
tra un profondo senso di solitudine e
tanti interrogativi. La nostra vita era
realmente cambiata, ma, almeno per
ora, in peggio. Tanti lunghi silenzi e
tanto vuoto, misto a sofferenza. E tutto
in contrasto con gli atteggiamenti
gioiosi del figliuolo, dell'ambiente sere-
no e tranquillo in cui viveva.
E ci si domandava spesso come po-
tesse adattarsi a una vita diversa, pri-
va di tante «comodità», di tanta «liber-
tà» lasciata a casa, con un'altra segna-
ta dalle cose modeste del vivere di oggi
per un giovane. Sentivamo che qualco-
sa si era spezzato, come l'armonia del-
la sua chitarra, la sua presenza festosa
e allegra. E non riuscivamo ancora «a
capire» cosa potesse cambiare ancora
nella nostra vita.
Seguirono notti insonni. E venne il
momento della professione. E lenta-
mente il Signore ci ha fatto capire.
Con questa sofferenza ha voluto che ci
rendessimo conto della sua «Bontà»,
per aver lasciato crescere nella nostra
famiglia quel suo «chiamato», sempre
pronto e disponibile, appassionato
amico dei ragazzi, come amico carissi-
mo del suo fratello maggiore, attento e
caro al cuore dei suoi genitori.
Ed ora, che il tempo è trascorso,
che gli interrogativi hanno trovato
una loro risposta, la nostra vita è ve-
ramente cambiata. Quel dolore ina-
spettato, a volte insopportabile, as-
surdo e senza logica umana, ha ripor-
tato una luce e una serenità che non
è facile descrivere.
Il tempo e le preghiere hanno cica-
trizzato le ferite. Dio affanna, ma
consola anche. Noi l'abbiamo speri-
mentato. E così il primogenito si è
laureato e il fratello è prossimo a sa-
lire i gradini dell'altare. Solo ora riu-
sciamo a capire che Dio ci ha fatto un
gran dono: ci ha condotto per mano
attraverso l'amarezza e il buio fitto a
godere una gioia unica che solo ora,
alla vigilia della consacrazione di
quelle mani del caro figliuolo, ma an-
che nostre mani, pregustiamo in tut-
ta la sua limpidezza.
Volesse il Buon Dio, per interces-
sione della Vergine Ausiliatrice e di
Don Bosco, sostenere i genitori chia-
mati, come noi, a capire che è bello
questo dono e che la vita realmente
cambia, con una presenza più viva di
Gesù nella famiglia.
Una mamma e un papà
felici e riconoscenti!
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1.6 Page 6

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Messaggio del XIX
Capitolo Generale
delle FMA
alle Cooperatrici
e ai Cooperatori
R adunate per il XIX Capitolo
Generale, vi sentiamo presenti,
Cooperatrici e Cooperatori Sale-
siani, e vi facciamo partecipi delle
nostre riflessioni, poiché vi sap-
piamo sorelle e fratelli, membri
della stessa famiglia, «portatori
della comune vocazione e corre-
sponsabili della vitalità dello stes-
so progetto di Don Bosco nel
mondo».
Proprio per rinnovare la vitali-
tà del progetto salesiano, lascian-
doci guidare con attenta docilità
dallo Spirito Santo, ci siamo in-
trattenute sull'educazione delle
giovani donne, che nella Famiglia
Salesiana ci appartiene in modo
specifico.
Guardando a Maria, la Donna
del «Magnificat», vediamo profi-
!arsi l'immagine della donna nuo-
va, ca pace di affermare la propria
identità più vera, di offrire il pro-
prio «indispensabile contributo
all'edificazione della Chiesa e allo
sviluppo della società».
In questo continuo riferimento
riscopriamo un altro impegno
che compete particolarmente a
noi, Figlie di Maria Ausiliatrice,
nella Famiglia Salesiana, ossia il
compito di approfondire la spiri-
0
tualità mariana, di diffondere la
devozione all'Ausiliatrice m
modo autentico ed operativo.
Il «Magnificat» è il canto della
donna totalmente aperta a Dio,
che conserva in sé la Parola Vi-
vente, ne esalta la grandezza e la
comunica; il canto di Colei che·
visita l'indigente, che si ferma so-
lidale nella casa di Elisabetta fino
al cessare del bisogno.
Fissando questo modello, nel
prossimo sessennio, intendiamo
muovere i passi nel campo del-
l'educazione delle giovani donne.
La «Donna del Magnificat»,
oggi, può vestire il sari indiano,
non si distingue per il colore della
pelle, vive nei grattacieli di New
York e si adatta a mille altre si-
tuazioni. Benché ispirato all'uni-
co modello Maria, il volto con-
creto della donna di oggi dell'im-
mediato futuro, assumerà tratti
diversi nei vari contesti del vasto
mondo in cui viviamo.
Per questo i piani operativi di
una educazione così incarnata
non sono facili , in gran parte le
vie sono ancora inesplorate, ma
noi sentiamo che appartenere alla
Famiglia Salesiana è una ricchez-
za incalcolabile: il nostro carisma
è ormai radicato in tutti i conti-
nenti, sotto tutti i cieli ed ha una
forza creativa imprevedibile, per-
ché orienta, al raggiungimento
dell'unico obiettivo, tante energie!
Ci sentiamo dunque incorag-
giate, anche perché voi ci restate
accanto. Voi, laici associati, im-
pegnati nella Chiesa a vivere la
vostra vocazione di madri e pa-
dri, di donne e uomini immersi
nel mondo di tutti, responsabili
insieme della vita delle famiglie,
intenti a creare situazioni di one-
Roma. Casa generalizia (19-9-1990).
In salone nel giorno di apertura del Capi-
tolo Generale XIX.
6

1.7 Page 7

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stà e di giustizia, di solidarietà nei
luoghi di lavoro, nelle strutture
sociali, economiche e politiche.
Voi, che, in tutte queste situa-
zioni, in forza del comune cari-
sma salesiano, offrite il vostro
contributo all'educazione dei gio-
vani e ora, lo speriamo, in parti-
colare delle giovani.
Apertura ufficiale del capitolo Generale
XIX in salone teatro.
Parla il signor Paolo Santoni, coordina-
tore generale dei Cooperatori Salesiani.
La vostra presenza di laici, di
donne e uomini che affermano un
nuovo modo di essere «profeti, re
e sacerdoti» nel popolo di Dio,
sarà per i giovani testimonianza
di come spendere la vita in ma-
niera degna di Figli di Dio .
In questo senso sono partico-
larmente significativi e coinvol-
genti l'esempio e il servizio dei
più giovani tra voi.
Le nostre comunità di donne
consacrate, rese più aperte e soli-
dali, grazie a un nuovo stile di
vita povero, essenziale ed acco-
gliente, offriranno alle giovani la
possibilità di intravvedere una
particolare modalità di essere
donne disponibili a tutti i fratelli,
per servire in loro il Cristo amato
di amore preferenziale, in vista
del regno .
Con voi, Cooperatrici e Coo-
peratori, desideriamo soprattutto
condividere l'impegno di solida-
rietà, che si attua in varie dire-
z1om.
Vogliamo stare accanto ai gio-
vani più poveri, senza escludere
gli emarginati, semplificando lo
stile della nostra vita per rivolger-
ci in libertà alle multiformi po-
vertà vecchie e nuove del nostro
mondo.
Intendiamo incidere sulle strut-
ture ingiuste del vivere civile, in
particolare attraverso l'educazio-
ne sociopolitica dei giovani .
Abbiamo ferma speranza di
potere e sapere condividere le an-
sie educative con le molte agenzie
che si dedicano ai giovani e alle
giovani nel contesto sociale ed ec-
clesiale.
Per tutti questi «buoni proposi-
ti» potete intuire quanto contia-
mo su di voi, specialmente quan-
do siete i genitori, i maestri, gli
animatori, gli imprenditori, i ca-
techisti, gli evangelizzatori degli
stessi giovani a cui noi ci sentia-
mo inviate nel nome di Maria
Ausiliatrice.
E per la vostra disponibilità a
camminare con noi vi ringrazia-
mo!
Tutti insieme chiediamo a Ma-
ria, a Don Bosco, a Madre Maz-
zarello di continuarci l'assistenza
e l'intercessione, perché lo Spirito
Santo, dopo averci donato la sua
luce, ci conceda ancora la sua
forza corroborante per questo
nostro compito urgente di Nuova
Evangelizzazione.
«Ogni individuo ha il gra-
ve dovere di formare la pro-
pria coscienza alla luce della
verità obiettiva, la cui cono-
scenza non è negata ad alcu-
no. Rivendicare per se stessi
il diritto di agire secondo la
propria coscienza, senza ri-
conoscere, al tempo stesso,
il dovere di cercare di con-
formarla alla verità e alla
legge inscritta nei nostri
cuori da Dio stesso, vuol
dire in realtà far prevalere
la propria limitata opinione.
Ciò e ben lungi dal costitui-
re un valido contributo alla
causa della pace nel mondo.
Al contrario, la verità va
perseguita appassionata-
mente e vissuta al meglio
delle proprie capacità. Que-
sta sincera ricerca della ve-
rità porta non solo a rispet-
tare la ricerca degli altri,
ma anche al desiderio di ri-
cercare insieme.
Nell'importante compito
di formazione della coscien-
za, la famiglia riveste un
ruolo primario. È grave do-
vere dei genitori aiutare i
propri figli, fin dalla più te-
nera età, a cercare la verità
ed a vivere in conformità ad
essa a cercare il bene e a
promuoverlo.
La formazione della co-
scienza resta compromessa,
se manca una profonda edu-
cazione religiosa. Come può
un giovane capire appieno le
esigenze della dignità, a Dio
creatore? A questo riguardo,
il ruolo della famiglia, della
Chiesa cattolica, delle Co-
munità cristiane e delle al-
tre istituzioni religiose resta
primordiale, e lo Stato, con-
formemente alle norme e
alle Dichiarazioni interna-
zionali, deve assicurare e fa-
cilitare i loro diritti in que-
sto campo. A loro volta, la
famiglia e le Comunità reli-
giose debbono avvalorare e
approfondire sempre di più
il loro impegno per la perso-
na umana e i suoi valori
obiettivi ►>.
(Dal messaggio del Papa per la
giornata mondiale della Pace)
7

1.8 Page 8

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Roma. Partecipanti Giornate di studio.
1. GRAVI CARENZE, PUR NEL-
LA CRESCITA ASSOCIATIVA
GIORNATE DI STUDIO La coordinatrice nazionale ha co-
raggiosamente denunciato una serie
di carenze che hanno fatto seriamen-
te riflettere i presenti.
Sisono svolte a Roma-Pisana tra il
1-4 novembre le giornate di studio per
delegati/e, coordinatoti ispettoriali.
Un'esperienza ormai collaudata
dagli anni e che va sempre più rive-
landosi preziosa e indispensabile per
la formazione degli animatori princi-
pali dell'associazione.
Anche l'aver uniti religiosi e laici ad
affrontare terni e problematiche comu-
ni sembra favorire non solo la comu-
nione ma anche la condivisione di sen-
sibilità e stimoli che dovranno nel cor-
so dell'anno essere pane quotidiano
nell'animazione dell'associazione.
Tema: L'ANIMAZIONE DELL'AS-
SOCIAZIONE NELLA STRUTTURA
l
LOCALE, IL CENTRO! VERIFICA E
PROSPETTIVE!
Un argomento di estrema impor-
tanza in un momento di rinnovamen-
to della vita associativa sia sul piano
dei contenuti che su quello organiz-
zativo. Appare chiaro a tutti che oc-
corre ora passare da una fase di ricer-
ca di principi ed orientamenti a quel-
la di applicazione. E su questo si è
tentato di riflettere in questi giorni .
Interessanti e arricchenti i temi
trattati dai vari relatori.
Alcune considerazioni, da tenere
presenti, alla luce della relazione della
coordinatrice nazionale e dalle rifles-
sioni emerse nel corso delle riunioni:
In particolare
- molti/e delegati/e non sono suf-
ficientemente preparati e aggiornati,
hanno poco tempo per un compito
così prezioso.
Sono poche le ispettorie che orga-
nizzano tempi e occasioni significati-
ve per «parlare, discutere» della asso-
ciazione dei Cooperatori sia con di-
rettori, direttrici , che con gli stessi
delegati/e. O se si fa qualcosa, in
modo dispersivo . Non mancano nei
vari progetti anche precisi orienta-
menti, ma la pratica è tutt'altra cosa.
- L'immagine dei Centri è attual-
mente lungi dall'essere quanto richiede
il Regolamento, «nucleo fondamenta-
Roma. I coordinatori ispettoriali al... lavoro!
8
Roma. Durante i lavori ... di corridoio!

1.9 Page 9

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le». I Cooperatori sono spesso ai mar-
gini delle attenzioni della vita dell'ope-
ra salesiana. Tanti, tantissimi laici sono
impegnati nelle più svariate attività
apostoliche, ma per nulla sensibilizzati
alla vocazione laica salesiana.
- Il grave problema del dopo-
promessa. Non sono pochi quelli che
tuttavia fanno la Promessa, ma sono
anche tanti che si allontanano dalla
vita associativa.
- Quasi tutti i Centri d'Italia non
hanno una sede idonea per impostare
una segreteria, un ufficio che orienti
e permetta di seguire la vita degli as-
sociati. Può sembrare un'esigenza su-
perflua, ma invece l'esperienza di
questi anni ci ha confermato quanto
sia indispensabile avere a livello loca-
le e ispettoriale un intelligente e fun-
zionale centro di informazione e di
collegamento.
Le relazioni di Don Vecchi, di Don
Martinelli e di Don Fedrigotti hanno
sottolineato quanto sia ancora neces-
saria la conoscenza e lo studio del
Regolamento di Vita Apostolica e
l'aggiornamento costante pastorale-
didattico; hanno richiamato l'atten-
zione alle sensibilità della «nuova
evangelizzazione», l'urgenza di ac-
quisire competenza nella spiritualità
laica salesiana.
Ricca di contenuti anche le due co-
municazioni offerte da Sr. Maria
Collino e da Don Alfano. In partico-
lare Sr. Collino ha presentato un pre-
zioso contributo di analisi del cam-
mino fatto dall' Istituto delle FMA
nei confronti dell'Associazione dei
Cooperatori. Cooperatores ne ha già
trattato ampiamente.
Non sono mancati incontri per
gruppi: tutti hanno espresso consen-
si positivi per le giornate di studio
vissute insieme.
Roma-Pisana. Le delegate ispettoriali F.MA. presenti alle «Giornate di studio».
Roma-Pisana. La lezione del nuovo Consigliere per la famiglia Salesiana, Don Anto-
nio Martinelli.
Nella prospettiva dell'esigenza della formazione sono stati già confermati per il prossimo anno i due momenti
forti di formazione:
1. SCUOLA DI FORMAZIONE NAZIONALE (3° ANNO)
FONTALAZZO (VAL DI FASSA), 29 giugno-6 luglio 1991, per animatori dei centri. Tema dell'anno:
«Presenza dei cooperatori salesiani nel territorio sociale ed ecclesiale».
2. GIORNATE DI STUDIO PER DELEGATI/E COORDINATOTI ISPETTORIALI ROMA-PISANA,
1-4 novembre 1991. Tema dell'anno!
I partecipanti alle GIORNATE DI STUDIO hanno anche auspicato un coinvolgimento di tutti gli organismi
competenti, perché a livello locale venga sostenuta la «CAMPAGNA SUL CENTRO». Siamo in molti a
contare su questo aiuto.
N.B. - Per mancanza di spazio non è possibile pubblicare le quattro relazioni. Qualora qualcuno fosse interessato si possono
richiedere a/l'Ufficio Nazionale.
9

1.10 Page 10

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IGS ·
e.
COOPEBATOBI
E'
questo un progetto portato avanti da una equipe composta da ben sei
persone: due sacerdoti, Don Riccardo e Don Maurizio, due suore, suor Rita e
suor Roberta, ed una coppia di cooperatori, Antonello e Tiziana, sposati.
Il fine, quello di aiutare circa 35 tra ragazzi e ragazze a capire cosa fare
della propria vita.
Ci si ritrova per un sabato ed una domenica, a Fiuggi presso un conven-
to di francescani, una volta al mese.
Appena arrivati si sistemano le valigie, e poi si comincia con estrema
puntualità. Infatti le cose da fare sono tante e tutte molto impegnative.
S'incomincia il sabato verso le 18,00 con un momento di condivisione;
ognuno cerca di fare comunità con il resto del gruppo, raccontando come è
andato il mese trascorso soprattutto per ciò che riguarda il suo cammino di
preghiera e di vita cristiana. Si segue con la preghiera comunitaria dei vespri; i
salmi che ancora una volta trasformano le gioie, le sofferenze, le difficoltà di
ognuno di noi in una unica preghiera di lode a Dio.
La cena, fissata per le otto, magistralmente preparata dal signor Angelo,
si trasforma in un bellissimo momento seguito da un po' di festa tutti insieme:
giochi, canti, bans!
La serata prosegue con l'adorazione di Gesù Eucarestia: per mezz'ora
tutti insieme, poi fin quando si vuole. Si conclude così il primo giorno.
La domenica la sveglia è fissata alle ore 7,30 per esser pronti alle 8,00
per la preghiera delle lodi mattutine. Poi la colazione e subito, alle 9,00 il la-
voro personale; tramite domande e griglie si cerca di sondare la propria per-
sonalità nei suoi vari aspetti: preghiera, affettività, coerenza, capacità di re-
sponsabilità e fiducia, capacità di profondità e verità...
Il tutto è seguito dalla «Lectio Divina» e da un'ora e mezza di deserto,
con la possibilità di confessarsi o di parlare con qualcuno dei responsabili.
Tutto culmina con la Messa; dopo il pranzo l'ultimo momento di condivisione
per raccontarci come è andata e poi via cli corsa al treno che riparte per Roma.
Raccontato così sembra un noioso week-end tascorso in maniera diversa
dal solito; non è affatto così! È stupendo vedere l'entusiasmo e la voglia di
condividere che ognuno porta con sè; l'impegno che si mette nel vivere ogni
momento con profondità e serietà.
Tanta voglia di crescere e di capire quello che il Signore vuole dalla no-
stra vita; tutte le nostre forze, pensieri, ed azioni mirate, per due giorni inten-
samente, e poi per tutto il mese, ad una più profonda e completa compren-
sione dei suoi progetti su di noi. Non è stupendo tutto questo?
Il momento apprezzato dalla maggior parte di noi? L'adorazione eucari-
stica! L'ultima volta si è rimasti svegli fino alle due di notte per stare con Lui,
l'unico per il quale vale la pena rimanere svegli così a lungo.
Giorgio
10
UN ANNO
PER IL TUO
FUTURO
L'esperienza
del Lazio
È UN ANNO CHE
TI REGALI PER
CONOSCERTI
MEGLIO ,
PER IMPARARE
A PREGARE,
PER UN SERIO
DISCERNIMENTO
SUL TUO FUTURO,
CON 7 MOMENTI
DI VERIFICA
A Montevirginio - Fiuggi
20-21 Ottobre
17-18 Novembre
15-16 Dicembre
19-20 Gennaio
Tel. (0775) 506.670
Appuntamento del sabato: Ore 15,00
S. Cuore - Via Marsala, 42 - Roma
16-17 Febbraio
16-17 Marzo
20-21 Aprile
Tel. (06) 902.7167
Appuntamento del sabato: Ore 15,00
S. Cuore - Via Marsala, 42 - Roma

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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VENETO - MESTRE
Il Centro Ispettoriale dei
Cooperatori si è trasferito nel-
la nuova sede dell'Ispettoria:
da Mogliano a Mestre.
Veste nuova con tanta voglia
di impegno e di animazione da
parte di tutti .
Un segno di questo impegno
si è notato in un interessante
incontro di Consiglio Ispetto-
riale avvenuto il 17 novembre
a Conegliano, presente il de-
legato nazionale Don Alfano
Alfonso e alcuni coordinatori
locali .
La verifica fatta alla luce del
Sussidio annuale, ha fatto
emergE::re che lo spirito e lo
stile di servizio è vivo in tutti.
Occorre coraggio e non ce-
dere alle varie difficoltà legate
alla vita e ai problemi comuni
di ogni giorno.
Positivo anche il primo in-
contro di Formazione per Coo-
peratori Giovani di domenica
18 a Mestre.
Il mettere insieme aspiranti
e cooperatori sembra una buo-
na formula. È più facile la co-
municazione dei principi unita
a quella esperienziale. È un
cammino biennale che non
mancherà di dare frutti buoni .
natori regionali, impegnati a
lavorare insieme e a doversi
confrontare costantemente su-
gli orientamenti da seguire.
Buona la partecipazione, ar-
ricchenti i contenuti delle rela-
zioni. Si è avvertito in tutti i
presenti l'attenzione alla for-
mazione, da privilegiare sia a
livello personale, come re-
sponsabili, che a livello di
Cooperatori dei Centri, aiutati
in questa sensibilità dalla rela-
zione di Don Giraudo.
Ampio spazio si è dato an-
che alla revisione della realtà
associativa, confrontata con gli
stimoli del Sussidio annuale,
presentato da Don Alfano .
GENOVA
Domenica 25, nonostante
l'inclemenza del tempo, sono
stati veramente in tanti a inter-
venire alla prima giornata di
Formazione per Cooperatori.
Un 'iniziativa lanciata dal Con-
siglio Ispettoriale della Liguria
per aiutare i Cooperatori dei
Centri a vivere la propria vo-
cazione laica salesiana con
maggiore entusiasmo e soste-
nere il senso di appartenenza
all'Associazione. È un impe-
gno anche per sensibilizzare
gli associati alla campagna an-
nuale sul Centro.
È stata una giornata ricca di
riflessioni e in tutti si è notata
la disponibilità a rivedere la
vita associativa alla luce delle
cose ascoltate.
Hanno guidato i lavori Don
Alfano, il delegato ispettoriale
Don Ermanno e il coordinatore
regionale Fabio.
In particolare si è auspicato
di avere maggiore presenza
nelle strutture locali degli ani-
matori ispettoriali.
TOSCANA
Sono ripresi m Toscana gli
incontri formativi zonali, gui-
dati dai responsabili regionali
dell'Associazione .
Tema di questi incontri:
«L'educazione dei giovani alia
fede».
PIEMONTE - SUSA
Anche a livello locale non
più scuola delegati ma giorna-
te di studio aperte anche ai
coordinatori ispettoriali! È la
formula confermata in Piemon-
te, tra le tre Ispettorie Centra-
le, Novarese e Subalpina nei
giorni 23, 24, 25 novembre.
La formula nazionale portata
nelle ispettorie si va mostran-
do efficace per la presenza
congiunta di delegati/e coordi- Bardolino. Pellegrinaggio organizzato dai Cooperatori a Barbana di Grado.
11

2.2 Page 12

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Le lezioni sono tenute dal
nuovo Ispettore, Don Gianni
Mazzali.
Gli incontri sono tenuti per
zone, per facilitare la parteci-
pazione di tutti i Cooperatori.
Il primo incontro si è svolto
a Firenze.
Tappa importante per i Coo-
peratori della Toscana è anche
il rinnovo del Consiglio Ispet-
toriale. Un rinnovo non facile,
anche per alcune difficoltà a
coinvolgere in questo servizio
cooperatori disponibili.
PARMA
Il 28 ottobre si è avuto a Par-
ma l'incontro annuale dei coo-
peratori dell'Emilia, un appun-
tamento ormai abituale per ri-
lanciare il programma associa-
tivo e per rafforzare l'unione
tra i Cooperatori dei Centri.
Due i momenti significativi:
la relazione del Consiglio
Ispettoriale , guid8.ta dal dele-
gato, dalla delegata e dal
coordinatore ispettoriale e la
relazione della Coordinatrice
Ispettoriale Iolanda Masotti, se-
guite da dibattito.
Dopo il momento eucaristi-
co, particolarmente sentito per
la presenza del nuovo delega-
to regionale, Don Rino Germa-
ni , e la consumazione dei pasti
al «sacco», al pomeriggio .. .le
esperienze a confronto. Dal
racconto delle cose vissute,
dalle difficoltà che si incontra-
no, emergono anche gli orien-
tamenti per avviare con mag-
giore chiarezza ed entusiasmo
il nuovo anno.
ROMA
Si va consolidando il tradi-
zionale AUGURIO NATALIZIO
tra i Cooperatori del Lazio,
che nel pomeriggio di sabato
12
;.itt,--,.,,,.
Tortona (Alessandria). La gioia di una Promessa!...
Tortona. Il Centro durante un momento di preghiera.
22 novembre si sono riuniti
insieme per riflettere insieme
sul Messaggio natalizio, pre-
gare insieme e ... fare festa in-
sieme.
Auguri e dolci si sono ..
sprecati! Sprecati non pro-
prio: erano poi tanti e anche
per gli amici del Centro Ac-
coglienza.
Il tutto allietato dalla pre-
senza di tanti amici.
Il Sig. Ispettore, Don Spera ,
ha guidato la riflessione sul
senso del Natale.
IVREA
Domenica 18 novembre (cor-
rente anno) la famigerata Fami-
glia Salesiana si è riunita ad
Ivrea per il consueto appunta-
mento annuo: la castagnata!
La giornata è incominciata
con una breve presentazione
di Don Egidio, seguita a ruota
da un video (per i più grandi)
sulla vita della comunità di
Taizé.
Dopo «un estenuante» mo-
mento di riflessione personale

2.3 Page 13

▲back to top
su INTERIORITÀ E VITA, ci to la esperta guida musicale l'umiltà, quella calma e quell'ot-
siamo ritrovati in gruppo per del sanganese Giangi, è la ce- timismo che lo caratterizzano ci
un lungo e partecipato dibatti- lebrazione della Santa Messa, hanno fatto meditare e prende-
to: tutti volevano dire la loro! con una intenzione particolare re decisioni di vita.
Gli animatori a malapena riu- per Don Marcello: l'abbiamo Ai neo-cooperatori auguria-
scivano a tenere a bada l'esu- sentito vicino a noi e sicura- mo un sentito e concreto impe-
berante discussione: le provo- mente rimarrà sempre nei no- gno. Salesiano è bello!!!
cazioni giungevano ovunque, stri cuori.
ma era ormai ora di pranzo ed A Messa finita non poteva
Chiara
i nostri eroi corsero a rifocil- mancare la tanto attesa casta-
larsi. E anche in questa occa- gnata dove, mangiando e be- CAGLIARI
sione Domenico si è distinto: vendo, ci siamo proposti di ri-
ecco che spudoratamente vederci al prossimo incontro.
Circa due anni fa, ricevetti la
estrae dalla sua borsa un «pin-
Stefania e Simona proposta di partecipare ad un
tone» di vino dal quale tutti (i
corso di formazione per aspi-
più baratti) attingono e placa- TORTONA (Alessandria) ranti Cooperatori salesiani.
no la loro inestinguibile sete.
L'idea mi piacque subito,
Nel pomeriggio il «malva- La giornata del 24 maggio è poiché mi pareva il modo mi-
gliore per approfondire la rnia
conoscenza sulla spiritualità
salesiana.
Frequentando il corso, ho
capito che la scelta di diventa-
re Cooperatore Salesiano era
naturale evoluzione della mia
formazione umana e cristiana,
iniziata tanti anni prima, quan-
do entrai come alunno di pri-
ma media nell'Istituto di viale
1 Frà Ignazio in Cagliari. Potevo
~ entrare a far parte, a pieno ti-
tolo, di quella Famiglia Salesia-
na, nella quale avevo trascorso
anni belli ed importanti.
Roma-Prenestino. «Nuove Promesse» al Borgo Don Bosco.
Il primo «tentativo» di diven-
tare Cooperatore è «andato
gio» Lela ha pensato bene di
giocare a calcio: ragazze e ani-
matori contro ragazzi. Purtrop-
po qualcuno non aveva ancora
capito con chi era in squadra
(vero Roberto?) ... ma si sa che
gli obiettori sono un po' tardi a
capire ... (ndr: provate voi ad
essere marcati in modo violen-
to da siffatte delicatissime pul-
zelle... che di più erano nella
vostra stessa squadra!) Si sa i
risultati erano prevedibili: 3 a
2 per le mitiche girls.
Dopo il grande gioco, il mo-
stata «travolgente» non solo
per la solennità di Maria Ausi-
liatrice ma anche per cinque
nuove promesse di Coopera-
tori Salesiani: Don Maurizio
(futuro Sacerdote), Paolo (rice-
catore universitario) e le bra-
vissime catechiste Piera, Pi-
nuccia e Luciana.
La Santa Messa è stata cele-
brata dal Sacerdote Cooperato-
re Salesiano Don Romeo Gar-
della, che all 'omelia ha parlato
del nuovo Beato Don Filippo Ri-
naldi. Quella sua continua unio-
buco», a causa di una varicella
intempestiva e fastidiosa.
Ma l'evento è stato solo ri-
mandato di un mese. Il 20 giu-
gno di quest'anno, nella «mia»
cappella di viale Frà Ignazio,
ho fatto la mia promessa, con
la quale mi sono impegnato a
vivere per restituire ad altri
ragazzi ciò che ho ricevuto
dalla Famiglia Salesiana.
In questo mio impegno mi
sostengano e mi guidino il Si-
gnore, Maria Ausiliatrice, Don
Bosco.
Giuseppe Zoccheddu
mento forte della giornata, sot- ne con Dio, quella bontà, quel-
13

2.4 Page 14

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GLADIO E... PULCINELLA
Si è t anto parlato e scr itto di
«Gladio» . Una valanga di noti-
zie di commenti da lasciare
perplesso anche il più atte nto
lettore del le cro nach e quoti-
di ane. E quando poi ci si ritrova
tra la gente comune, quella del
cosiddetto feriale, «casa e lavo-
ro», non fa meraviglia l'interro-
gativo inq uie ntante «Ma chi
l'ha v isto?».
E la gente educat a agli intri-
ghi e imbrogli di PIOVRA ME-
MORIA tira subito le sue con-
clusio ni .
G ladio! Chi è costui? Quale
altro personaggio esce dal ci Iin-
d ro di una cultura po litica in-
dec ifrabil e?
Curiose e interessanti le con-
versaz ioni colte tra la ge n-
te del la strada o su i posti di la-
voro.
Qualcuno abbozza arg ute ri-
sposte, ma poco CO()vincenti e
con I so liti lu oghi comuni.
Qualche altro si ap pell a all a ne-
cessità di avere dei segreti mili-
tari per la difesa comune.
Segreto? E in che senso, per-
ché?
È un segreto, che prim a o poi
tutti sanno. È come quel segre-
to lì, qu ello di Pulcin ell a.
Ma forse la sto ri a di Gladio
ha qualcosa di più 1n comune
con Pulcinella che il semp li ce
segret o!
11 «MIO CENTRO»
Si par la di campagna su l Cen-
tro: qu an do si dice «cam pagna»
si pensa subito a quell e militari
st udiate sui libri di stor ia o an-
che a quelle pubblicitarie, per
lanc iare un prodotto o per lan-
ciare un personaggio politico o
artist ico.
Nel nostro caso sembra in ve-
ce prendere i l termine nel suo
va lore comune di campagna-
terra, pensare alla sem ina, alla
OLTRE LA NOTIZIA
di ADAL F.
fatica dei contadini, al raccolto,
ai frutti.
È un ' immagine più cara rap-
portata a quella di Centro,
dove solo una sapi ente semina
e una costante cura del la terra
assicura un felice raccolto .
Si è r ichi amato tra l'altro,
l'u rgenza di una segreteria, di
uno schedario locale agg iornato
deg li associati.
I tentativi di crescere anc he
in questa dimensione non tar-
dano a fars i se nt ire.
Provate infatti a richiedere a
un Centro (almeno ieri era co-
!) un elenco dei Coope r ato ri e
ne avrete pe r tutti i gusti .
- UN ELENCO CH ILOME-
TRICO, dove perennità e lon-
gevi t à di persone ass icu ran o un
consistente numero di associa-
ti. Peccato che questo elenco
spesso crea confusione per la
coesistenza di presenti, assenti,
passati e... t rapassati ;
- UN MIC RO ELENCO di
persone , accompagnate dalla
do lente noticina: so no i so li ri-
mast i, degli altri non sappiamo
nulla, o si so no trasfer iti, o non
si fan no mai vede re. A ltri son o
morti.
E l'atteg giam ento e lo spirito
del Bu on Pastore è messo paci-
ficamente da parte.
- N on c'è elenco, lo stiamo
aggiornando . E da anni arriva
puntual e la so li ta ri sposta.
Manca un a segreteria, non
ab biam o ufficio : nessuno se ne
occupa.
Ma c'è anche chi si rinnova!
Prend et e nota! Si legge in una
relazione annuale di un Cent ro.
Nel nostro Centro sono pas-
sati in dieci ann i... Frequentan-
to abitualmente l'assoc iazio-
ne... Sono presen ti so lo occa-
sionai mente ... Riu sc iamo a co-
municare con contatti tel efo n1-
ci, epistolari e vis ite a domi cil io
con Cooperatori lontani ... Fre-
quentano iI Centro Cooperato-
ri aspiranti ...
Abbiamo anche chiesto ai no-
stri Cooperatori lo stato d i
famiglia per avere un quadro
più completo e farci presenti
anche con piccoli segni di co-
munione con gli altri membr i
della famig l ia.
Esag erato? È so lo vog li a di vi-
vere bene insie me!
SARÀ QUEL SARÀ ...
LA FAMIGLIA
Un Sinodo è sempre un avve-
nimento significati vo: un mo-
mento forte di Chi esa. Seg uirlo
con inte resse, accompagnando i
partecipanti co n la preghiera, è
un dovere di ogn i cr isti ano . E
adesso che si è concluso l'u lti-
mo, viene spontan eo ch ieder si,
come da più parti si è scritto e
sotto lineato: quale sarà i l prete
del Du emil a? Sarà il prete com-
puterizzato, come apparso in
qualche vignetta? Sarà il prete
dai vo lti più eccentrici? Ci sa-
ranno più pret i o ancora meno
preti di oggi?
Sarà quel che Dio vorrà, ha
sagg iamente se ntenziato la vec-
chietta del negozio di tessuti. E
questo è vero , come ricca di si-
gnificato la descrizione che ne
ha fatto il sinodo.
Ed è anche vera, altrettanto
profonda, quell a ind icata da una
tavola rotonda: il prete del
Duemila sarà quello che la fam i-
glia cristiana saprà esprimere .
Ritorna in mente l'amara
constatazione di tantissim e fa-
miglie di oggi, che al solo appa-
rire in un proprio figlio un se-
gno di vocazione, ne restano
scoss i, al pari di una disgrazia
piovuta da ch issà dove ! Ed an-
che questo è vero! Che non lo
sia almeno nel Du emi la.
Adal Funs
14

2.5 Page 15

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INSIEME
............................
E
ORGANIZZATI
Commento
alla lezione
//::/·:·~jjr},,:,~~~(((j -::::::: 4~us51p10 TPiKÀrir(/ 1rof•:•:•:•:•::::::
.·.·.·.·.·X=•.~.:.(.~.:.!..; ~...·.·.·-:•:•:-:•
•:•:•:•:•:•:•:••••••• ::'
.:.-.:.-:.-.:.-.:.-.:...:..:.-.:.-.:.-.:.-.:.-.:.<:;:! :.:.
·.·.·.·.·.•.•·:>:
:::::::::::::::::::::::::: (·=·,:){ : :)\\
.:•:••·::::::::,,::::::=:::=::::::::-••::::::-.
~ :~.-....../l.
5,4/ {/,{f
\\:\\:\\:\\:\\
.... .
quarta
del sussidio
annuale
visto
e meditato
da POPPY
l!l!l!l!l!l!ll!l!l!l!l!l!~ ' "~~i/§~~i"1·\\1~,~ ~ -- ..·..·..·..·..·..·..·..·..·..·..·..·..· . .....__
~)~
,,,,. _ .,_,.(.
\\)))))fi .; _/~~~~ -
:·~·:·:·:J
::-:•::-:-:•::•:-:•:-:• --- - - -
♦:♦:♦:♦:♦:♦:-:.:-:-:-:♦:-: -- --- ~ -
~~~ .:•..:•..:•..:•..:.
\\ \\ \\ \\ { / l -~~~y1i~;,
~ ·:~.l_i:•·:~l::::.l.l::l::
: : : ::: : : : : : : : : : : :::::: ::: C,0~ f,05CO
ff .\\:}. :.::.::.::.::).::.::f.::.::{.::.:(::~:~ :(:::~ :.::0:~ 0::~:::.:.:.::.:.::.::.::.::.::.::.::.::.::.::.::.::.::.::.:::.:.:.:.::.::.:~:~.::.:~:.:~:.::~.::~.::.::~:.:::.:.:~.::..:::.::.::.::.::.:::.
«In ogni tempo si gi udicò necessaria l'unione tra i buoni per giovar-
si vicendevol mente nel fare il bene e tener lontano il male... LE FOR-
ZE DEBO LI QUANDO SONO UNITE, DIVENTANO FORTI» (rdb 1).
ESSERE LEG ATO AL CENTRO È SEGNO DI FEDELTÀ ALLA PRO-
PR IA PROMESSA!
Nell 'attuale situ az io ne sociale l'apostolo-associato si presenta
come la manie ra più effica ce di apostolato.
Occorre trova re tempi e mezzi per «stare insieme» e questo richi e-
de un 'organizzazi one, anche se flessibile e adattabile, della vit a
del Ce ntro.
15

2.6 Page 16

▲back to top
o
·=o
t-
w
Cf)
o
~
~
(.9
eo :
(1)
E
:o
<"n'
Spediz. in abbon. postale - Grup po 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinata ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel 69.31. 341.
Direttore responsabile : GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA - Tel. 44.50.185; 49.33.51.
Autorizz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949 - e.e. Po-
stale n. 2-1355 intestato a: Direzione Generale Opere Don Bosco -
Torino - C.C.P. 462002 intestato a Dir. Gen. Opere Don Bosco - Ro-
ma. - Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente.
LUCIANO CIAN
Donna: persona
creativa e singolare
Cristiani tra femminismo
e antlfemrninismo,
Giovanni Paolo Il
e la dignità della donna
EDITRICE
ELLE DI Cl
16
chi dice donna...
« F emminile» è la donna che
mette insieme coraggio, tenerezza
e un pizzico di follia. «Femminile»
è la donna che sa essere sponta-
neamente se stessa; conforme alla
natura e al suo perpetuarsi.
Sembra assai difficile essere
donna ed avere il senso della
propria femminilità, che è sensi-
bilità e capacità di adattamento.
Secondo alcuni essere donna è
solo essere o un'oca o una gran
dama. Secondo altri, per fortuna,
è coscienza di sé, disponibilità,
gioia di vivere e di dare la vita.
La «femminilità» è oggi in crisi
perché è in crisi il senso di esse-
re «umani», di essere «persona»
creativa e singolare.