Bollettino_Salesiano_199910


Bollettino_Salesiano_199910

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
VERSO IL GIUBILEO:
GUARDATE I FIORI
Il senso della Provvidenza è connaturale alla fede.
"Crede in Dio colui che crede che tutte le cose di questo mondo
sono da Lui governate e guidate. Colui invece che pensa
che tutto accada per caso non crede che ci sia un solo Dio"1•
E una riflessione di san Tommaso d'Aquino.
esù affer-
mò lo
stesso : "Os-
servate i fiori
dei campi :
non lavora-
no e non si
fanno vesti-
ti ... eppure
io vi assicuro
che nemmeno Salomone,
con tutta la sua ricchezza, ha avuto
un vestito più bello ... Perciò non
state in ansia nel cercare che cosa
mangerete o che cosa berrete"2•
D La Provvidenza dice una cosa
importante su Dio: che Egli ama
quello che ha creato. Lo ha amato
prima di crearlo come la madre ama
il bambino che porta in seno ; l'ama
creandolo e l'amerà per sempre.
Contiene anche un'idea del mondo .
Esso ubbidisce ad un disegno: è
stato fatto da un "ingegnere", piutto-
sto che da uno stregone. È evidente
in esso il principio di "finalità": ogni
movimento ha una ragione. A cia-
scuna azione corrispondono molte
possibili reazioni. E dopo ciascuna
reazione si aprono infinite possibilità
di movimenti in nuove direzioni.
mente sulla pianura. La legge della
pendenza lo porta verso la foce . Il
tempo non torna indietro e l'acqua
non risale la china. All 'uomo tocca,
alla luce della Parola di Dio, cono-
scere le leggi del progredire della
storia, approfittare della sua ener-
gia, evitare gli scogli , sfruttare i salti.
Essa però ha un senso.
O Vita umana, creato, storia so-
no pure oggi paternamente segui-
ti da Dio. In noi il pensiero della
Provvidenza si affaccia meno pron-
tamente. Siamo diventati religiosa-
mente cauti. Ci sembra di conosce-
re le cause dell'abbondanza e della
carestia, del lampo e della pioggia,
della fertilità e della desertificazione.
Si aggiunge la constatazione che al-
cuni fenomeni indominabili si rivol-
gono contro l'uomo . Il male, soprat-
tutto quello che cade sugli /nnocen -
ti, sfida la rag ionevolezza. E questo
lo scandalo che spinge alcuni alla
negazione dell'esistenza di Dio.
Si legge nel Catechismo della Chie-
sa Cattolica: "Non c'è un punto del
messaggio cristiano che non sia, per
un certo verso, una risposta al pro-
blema del male"3• La risposta com-
pleta la danno , infatti , coralmente la
dottrina della fede , le esperienze di
vita, il senso cristiano , la coscienza
del peccato, la consapevolezza del
nostro destino, la meditazione della
vita e della morte di Gesù Cristo .
D Per ciò i credenti, piuttosto che
perdersi in una discussione infi-
nita sul male, "tagliano" i nodi della
matassa : considerano i grandi beni
della vita, della libertà, della apertu-
ra della mente alla conoscenza di
Dio e della chiamata alla comunione
con Lu i. Sono convinti che la crea-
zione , lanciata da Dio con un atto
gratuito di amore, è "in stato di cam-
D La Provvidenza dice qualche
cosa anche della storia umana.
Essa non va alla deriva, anche se
prende l'andatura della libertà del-
l'uomo . È come un fiume . Può por-
tare molta acqua in qualche tratto e
in qualcun altro mancarne, racco-
gliere degli affluenti oppure dare ori-
gine a defluenti ; contaminarsi e ri-
pulirsi , sommergersi sotto terra e
riapparire ; allargarsi e contrarsi , but-
tarsi in un canyon o scorrere lenta-
orroaRE 1999 ns

1.3 Page 3

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mino", incompiuta e corrisponde agli
uomini portarla, insieme al Padre ,
verso il suo compimento. Conside-
rano questa responsabilità una gra-
zia che li chiama ad agire, a diven-
tare collaboratori di Dio.
O Sono certi poi che Dio guida
tutto verso il bene di coloro che lo
riconoscono e lo amano : supera
dunque la malizia degli uomini pro-
prio con qualcuna delle mille uscite
possibili che un avvenimento uma-
no consente . I cristiani hanno come
chiave di lettura il caso di Gesù .
Portato alla morte ingiustamente e
trattato crudelmente quasi fosse un
malfattore, viene ad essere salvez-
za, luce e risurrezione per tutti colo-
ro che credono in Lui .
O C'è dunque un mistero ; ma
tutte le frecce indicano che è un mi -
stero di bontà e non di disimpegno
da parte di Dio. Di buon senso è la
risposta di un giovane : "Non so co-
me è Dio, ma credo in Lui. Non
può essere che buono. Non so co-
me opera la Provvidenza in ogni ca-
so particolare ; ma so che posso fi-
darmi . La esercita mio Padre".
o
Opuscula Theologica, voi. Il, Marietti, Tori no
1954, pag. 154.
2 Cllc 12, 22-31.
3 ccc 309.
Ottobre 1999
Anno CXXIII
N umero 9
In copert ina :
Per qualche mese
l' att enzione
si è concent rata
sul Kosovo ma c·erano
co nt em po ran ea m ente
situ azioni peggiori...
in Angola per esempio.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultu ra religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE :
G IANCARLO MAN IERI
Redazi one: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
12 GIUBILEO
I numeri della vergogna
16 SOCIETÀ
Tra nuove tecnologie e antiche paure
18 COPERTINA
Mo lti Kosovo fanno un'A ngola
23 INSERTO
Santa Maria in Trastevere
28 FMA
Una scuola per amica
36 ON UNE
Quando Mao andava di moda
38 STORIA CRISTIANA
Fede e ferro sulla via
di SILVANO STRACCA
di MARIO SCUOU
di GIANCARLO MANIERI
di NATALE MAFFIOLI
di MARIA ANTONIA CHINELLO
di SERENA MANONI
di GIOVANNI ERIMAN
RUBRICHE
2 li Rei/or Maggiore - 4 li puuto gio vani - 6 Lei/ere - 8 ili Italia & nel mondo - 11 Calendario -
14 Prima Pagina - 15 Lei/era aigio""ui - 20 Box - 21 A1111ii•ersari - 22 Zoom - 27 Il doctor J. -
30 Libri - 32 Come D 0 11 Bosco - 34 Carta di Com unione - 35 I nostri morti - 40 Cultura salesiana -
42 I nostri Santi - 43 Maria Mau.are/lo a fum e/li - 46 Solidarietà - 47 In primo piano/Focus
Collaboratori: Teresia Bosco - Angelo Bolla -
Severino Cagnin - Ernesto Cationi -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Brun a Grassini - Natale Maffioli -
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi
Carla Morse lli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Bertone
Di ffusione: Giuseppe Corò (Roma)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie)
in: Anti lle (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
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(in inglese, malayalam , tamil e telugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
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Stati Uniti - Thailandia - Ungheria - Uruguay -
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Edizione Cooperatori. A cura dell'Utticio Nazionale
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 - 00185 Rom a -
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Regi strazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p. a. - Padova
Don Bosco in the W orld
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Opere Don Bosco, Roma.
BS OTTOBRE 1999

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
SE LA LOI IA TRA LE GE
È UN PRETESTO SOCIAL -
Il ricordo dei morti suicidi giovani a cavallo dell'estate,
quando si aprivano le pagelle e si stavano avviando i primi esami
di maturità nuova serie, ora è un poco sbiadito,
ma resta viva e calda, con la finanziaria, la questione
allora aspramente discussa tra governo e sindacati: riequilibrare
la spesa pubblica, levando agli anziani per dare ai giovani.
A nche il ministro del tesoro brandiva
quest'argomento , sostenendo che
una spia del disagio giovanile ,
non più rappresentato dai partiti
e dai sindacati tradizionali ,
si era accesa con l'affermazione della
Bonino alle elezioni europee. Con una
lista che chiedeva forti cambiamenti
per gli occupati di una certa età.
O Il ministro Amato dimenticava
di aggiungere che il successo
della Bonino era anche dovuto
ai 24 miliardi spesi per la sua
campagna elettorale , solo 3 in meno
di quelli spesi dai DS . Un po' tantino
per essere una lista di base .
Ma, come al solito , la demagogia
non aiuta a cogliere i problemi.
Tanto è vero che pur di mettere le mani
sulla nuova riforma delle pensioni ,
chiesta a gran voce dai vincoli finanziari
europei , si è tornati a dire che i giovani
vogliono garanzie e dunque occorre
ridurle ai già garantiti.
In quello stesso periodo, alcuni
settimanali pubblicavano la lista
dei redditi annuali di oltre 250 top
manager: tutti dai 600 milioni in su ,
parecchi oltre i tre miliardi. Come i
calciatori famosi ... Un discorso strano :
la fiera dei miliardi per alcuni mentre
per altri si chiede , ripetutamente
e sempre più infastiditi, la cassa
integrazione, la mobilità, il contenimento
dei salari. Ai metalmeccanici
si concedevano 84 mila lire di aumento
con il nuovo sudato contratto .
Si fatica a capire cosa ci azzecchino
i giovani con tutta questa fretta
di liquidare lo stato sociale in Italia.
Si dice per dare loro lavoro e futuro.
E i giovani più sprovveduti magari
anche ci credono . In loro nome
si brandisce la leva del conflitto
intergenerazionale , dipingendo
gli adulti , specie se anziani , come
mostri predatori del loro futuro incerto.
Senza pensare che a livello strutturale
le politiche per i giovani prevedono
certamente un peggioramento
di garanzie e di opportunità rispetto
al passato. Contratti a termine e bassi
salari. Salvo eccezioni , quella dei top
manager naturalmente. E poi l'ideologia
OTTOBRE 1999 BS
che "assicurarsi" privatamente con fondi
pensioni o investimenti assicurativi,
è bello e fa tendenza.
Si esalta la mobilità come necessaria
per lo sviluppo delle aziende.
Ma non si dice che, comunque,
i profitti delle medesime non sono
diminuiti a causa dei salari e che
i ricchi, con il sistema che si vuole fare
accettare , diventano sempre più ricchi
e i precari sempre più precari.
O Sarebbe molto più onesto dire
che non sono i giovani che si hanno
a cuore , quanto piuttosto la quadratura
del cerchio di un sistema economico
che mal sopporta la solidarietà,
salvo a pensarla alla vecchia maniera,
ossia come elemosina,
come spartizione di briciole tra una
grande massa di concorrenti. Alla faccia
del principio di uguaglianza...
O Forse i giovani penseranno anche
altro, rispetto a quello che dicono le
inchieste non sempre disinteressate.
La loro generosità non pensa a far
pagare ai propri padri le loro incertezze
economiche. Non sono certo i salariati
o quanti percepiscono medi stipendi
o medie pensioni (dopo anni di lavoro
che li hanno consumati anzitempo)
a sbarrare la strada alle garanzie
per i giovani.
Non esiste un pensiero dei giovani
in quanto massa anonima. Ogni giovane
si va facendo proprie convinzioni ,
anche in base alla formazione
~ agli stimoli culturali che capta.
E facile servirsi di loro che - la storia
insegna - sono più vittime che
carnefici. E apprendono dal mondo che
respirano . Ci vorrebbe più prudenza
nei dibattiti politici ed economici
a parlare in nome dei giovani.
E soprattutto onestà intel lettuale.
Se non si fa abbastanza per
umanizzare la vecchiaia, non si capisce
perché si debba credere che si farà
abbastanza per i giovani. E viceversa.
Gli uomini e le donne restano persone
sempre, da giovani e da vecchi.
Non può essere l'età a discriminare
i loro diritti o a ridurre la loro dignità.

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ECLISSI DEL SACRO . Caro so la propri a fam iglia [... ]. Gli imboscati ci sono da tu tte papaveri: amo anche la mar-
D iretto re, ho letto di eclissi Vog lio precisare che all a pe- le parti. I' imponanre è offrire gherita e la violetta, il fi orda -
de l sacro nella soc ietà moder- ri fe ria de l mio paese es iste ai giovani l' occasione di per- liso e la begonia, il gladiolo e
na e a scuola il professore ha una caserma mili tare, i ragaz- cepire l'importanza della loro la petunia... E mi darebbe il
confermato la cosa attraverso zi che la occupano che svol- scelta di obiezione e la possi- voltastomaco incontrare polli
l' auto ri tà di Max Webe r e gono il tradizionale servizio bilità di rendern e testimo- in tutti i recessi: mi piacciono
altri, per cui la Chiesa si m ilitare sono fe lic i quando nian za svolgendo un servizio il riccio e il colibrì, il nibbio
avvia a scomparire, si torna al possono trascorrere ' un paio che non deve necessariamen- e l' erm ellino, il cigno e la
reale, a dare spazio all ' uomo, d 'ore ' in libera usc ita [... ]. te essere 'di ji-ontiera' come fmfa lla e pe,.fino la zanza-
la cosa è certa come la mate- Q uei giovani che hanno scel- quelli da lei portati ad esem- ra ' . .. Caro dottore, gli affon-
matica . . .
to di fare gli obiettori, certa- pio. Pensi al ruolo degli o- di sapienziali di ogni cultura
Lelfera firmata
mente approfittano de ll a si-
tuazione e sfruttano una legge
biettori in un Comune: po-
trebbero organizzare sragioni
costituiscono una riserva di
saggezza senza la quale il
La cosa è certa come la mate- fa tta per i 'fu rbi' [... ]. L'o- teatrali, musicali, estate ra- mondo sarebbe destinato alla
matica , cioè è un 'opinione! biettore av in futuro anche i gazzi, attività di promozione morte per inedia. .. culturale.
Caro amico che non vuoi es- benefic i di legge e fregherà sportiva e ricreativa , incontri Più ci penso e piLì non riesco
sere citato non so perché, pri- que lli che han no svo lto il ser- per la ciNadinan za su temi vi- a fàr e a meno delle fila stroc-
ma di tutto sacro e Chiesa vizio mili tare vero e proprio, cini alla scelta della non vio- che piene di sapienza spiccio-
non coincidono, poi alle resi che per premio si vedon o pas- len:a. . . animando così il ter- la della mia vecchia mamma.
di Weber contrappongo quel- sare avanti in un eventua le ritorio. Si potrebbe persino È nella diversità che devo
le di un altro grande della concorso il ' bel obiettore' . fonda re dei centri di studio trovare il mio naturale habi-
storia delle religioni e del sa- Evv iva ! In chiusura di questo per ipotizzare tecniche di di- tat, la terra è il regno del di-
cro, Mi rcea Eliade. Ti tra- mio sfogo debbo riconoscere f esa non violenta in caso di verso e vorrei che lo restasse:
scrivo quanto dice in proposi- che c i sono dei ragazzi che guerra a cui educare i civili.. . non mi piacciono i cloni, vo-
to e spero che basti a re e al svo lgono il servizio dell 'o- e di idee ce ne sarebbero ve- glio essere demiurgo del mio
ruo prof essore, se non altro biettore in tutta cosc ienza e ram ente tante al!re.
destino.. . voglio brillare di
perché non sia così sicuro di che credono ve ramente in
di versità per f are più bello e
quello che dice. "Il reale per que llo che hanno sce lto di
vivibile, e ricco il mondo. Ri-
eccellenza è il sacro, poiché fa re presso istituti psichiau·i- SONO STUFO. Caro Diretto- fiuto il gran pollaio!
solo il sacro è in modo asso- ci, d i disabili , ricoveri per an- re , sono vecchi o e stufo di vi-
luto, agisce efjicacemellle, crea ziani , ecc.
efa durare le cose (da "Il mito
del/' etemo ritorn o") . In un
vere in un mondo sempre più
Carlo, Aulla
paese, in cui però non c i si
capisce l'un l'altro. Quando
APPELLI
Sono emigrato in Bras ile,
altro dei suoi scritti, "Sacro e Caro S ignore, le faccio ri- vedo la TV sate llitare che mio nato a Pescara. Colleziono
prof ano" , lo stesso autore af- spondere dall 'autore dell' arti- fig lio ha vo luto installare, de- schede telefoniche, bolli,
ferma che il sacro trascende colo, già o.cl.e. col qua le con- vo accontentarm i delle fi gure banconote vecchie. Chi ha
questo mondo, ma si manife- cordo. Se pensiamo di poter tanto que ll o che dicono non voglia di corrispondere e
sta in esso e di conseguenza comprendere la scelta da pro- lo capisco, a d ispetto dei miei scambi are cose colleziona-
lo sanr1jì'ca e lo rende reale. f eta della 110 11 violen::a di 1111 anni cli francese. Troppo di- bili, scriva a Bartolo Zini,
A opinione si co111rappone o- obiettore con la logica del/' u- versi siamo. Coltivo un ' uto- C.P. 2396 - Porto Alegre
pinione... Come 1•edi la sicu- tilitcì , non ce la f aremo mai. pia: sarebbe davvero bell o che (RS) - 90001.970 - Brasile.
mera di alcuni non ha ragion
d 'esse re .
·
QUESTI IMBOSCATI O.d.C.
Caro BS , ho letto con gra nde
di sgusto e ripeto ' DISGU-
STO ' l'articolo sug li obiettor i
Chi lo capirebbe un martire
nella logica del consumisrno?
Certam ente non tuffi gli obiet-
tori sono 'martiri', ma servire
la patria è far e qualche cosa
di utile per essa e non stare
male per. .. niente. Spesso que-
sta è la logica che si riscon-
si riusc isse a e liminare tutte le
differenze che c i separano:
avere tutt i la stessa lingua, la
stessa cul tura, la stessa patri a,
come d iceva Mc Luhan, lo
stesso governo, magari lo stes-
so sentire. " Libertà vo ' cercan-
do", di cev a Dante, io " ugua-
Sa lve, mi chi amo Massimo
e ho 20 anni , vo rrei corri-
spondere con ragazzi/e per
scambi o di opinioni e noti-
zie. Massimo Sabia, V.le
Firenze, 10 - 10090 Rivoli
(TO).
d i co c ienza e la rispetti va tra in coloro che enfà tizza no,
legge. Chi ti scrive è un citta- come fos sero dei j,n i, discipli-
di no che ha servito la Patri a na, regole, orari , dormire
secondo i dettami de ll a Costi- · lontani da casa , mangiare la
tuzione . ..
sbobba della cucina, ecc . Ma
Ne l mi o paese g li obiettori clj rutto questo agli italiani a co-
cosc ienza vengono a svo lgere sa serve? No n è cen o colpa
il servizio presso uffic i comu- dei giovani se lo Stato non è
glianza vo ' cercando! " [. .. ].
Non ne convenite anche vo i?
Doli . Conce /lo, Trap ani
Nossignore, noi non ne con-
veniamo. Caro dottore, il me-
ticciato culturale non mi pia-
ce . A pan e che quando Mc
Sono un de tenuto di 37
anni . Vorre i alleviare la
mia tristezza e soli tudine
corrispondendo con qual-
cuno. Romeo Paolo, Casa
Circondariale - 88100 Sia-
no (C Z).
na li . Il servizio viene svo lto
dura nte l' orari o cli lavoro de i
d ipendenti comuna li, da lle
7,00 alle 13 ,00, dopo di che,
sc iolte le righe, tu tt i in li bera
usc ita fi no al matti no dopo,
passando il tempo libero pres-
ancora riuscito a valorizzare
le sue risorse; bisogna però
prendere atto che adesso, do-
po 26 anni di silen:io, è staia
j àlla una legge che è il pre-
supposto per la necessaria di-
sciplina del servizio civile.
Luhan parlava di " villaggio
globale" non credo intendes-
se quello che intende lei, io
aborrisco l' omologazione 10 -
raliz:ante . A me piace la di-
versità, non voglio un mondo
in cui nei prati crescano solo
Sono un giovane che desi-
dera corrisponde re con ra-
gazzi/e. Vito Ventura, Via
Arco Faele Giusto, 1 -
70021 Acquaviva delle
Fonti (BA).
ormaRE 1999 BS

1.7 Page 7

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crediamo più nemmeno noi,
chissà! Voglio dire che noi
adulti non siamo pÌI.Ì dei mo-
delli probabilmente, perché
non viviamo più sulla nostra
pelle quello che diciamo e
crediamo. Sl, i giovani non si
ispirano piiì ai Domenico
Savio, Luigi Gonzaga , Laura
Vicufia, o sant'Agnese , perché
costoro sono proprio fuori
moda; ma si sono creati altri
modelli ... un po' meno "ca-
sti", un po' meno fedeli, un
po' meno poveri, un po' meno
sensibili (eccetto al tinnire de i
quattrini) , un po' meno devoti ,
un po' meno credenti, un po'
meno altruisti, un po' meno
umili, un po' meno miti, un
po' meno. .. Insomma, cara
signora , i nostri ragazz i sono
forse un po' piiì poveri.
Ho l'impressione che siamo
in una società omologata ...
COM.E: T'È \\/.G,-JL.JTO 1"1 M.GIJT.G DI TIRAR F L.JORI
Q L.J.GL. \\/.GCCHIO GA IO FRA IJC.GGCAIJO ?
verso il basso , una società
senza qualità, o, diciamo me-
glio , con qualità discutibili'
Insomma anche oggi si muore
CHE SUCCEDE AI GIOVA- spesso anche genitori e pa- ammazzati come Maria Go-
NI? Signor Direttore, penso renti) presentano una società retti, o sant' Agnese, la mate-
che lei abbia seguito la storia opulenta da sfruttare, paradi- ria è sempre quella, ma ho
delle due ragazze che uccido- si artificiali da conquisrare , e l'impressione che i motivi sia-
no la loro compagna, dell 'al- libertà assoluta da esigere... no opposti. In una società in
tra studentessa ammazzata dal per sé: "Ognuno per Dio cui turto è possibile, tutto per-
suo ragazzo, di quella che per tutti", si dice, sentenzian- messo, in cui tutti i mestieri
butta il fig lio indesiderato nel do. A chi spetta l'arduo com- hanno pari dignità , quello di
cassonetto, delle migliaia che pito di insegnare che colle- Monica Rizzo come quello di
abortiscono per non avere zionare fidanzati non è come suor Ninna/a . .. che preten-
grane, e di quell i e quelle che collezionare francobolli? E.. . diamo ? Di chi la colpa ? Dei
dicono che l'ideale della loro come fanno i ragazzi ad attin- giovani? Ho i miei dubbi. An-
vita è il night, il sesso, magari gere valori dove non ci sono? zi le dirò che più ci penso e
condito, qualche volta, con Dove vanno a cercarli ? Cara ' pùì i dubbi aumentano. Qual
qualche pasticca di extasy ... signora, si compra ciò che si è l'intercalare più usato per
e della gran maggioranza d i trova più facilmente, e in com-, salutare chi si allontana da ca-
ragazzi e ragazze che passa mercio oggi si trovano a buon'. sa , per qualsiasi cosa (vacan-
con disinvoltura da un fidan- mercaro profilattici, pastic-' za di studio, escursione , ricer-
zato all'altro: fuori uno sotto che, piercing, tatuaggi , nighr; ca ecc.)? È "Ciao, divertiti!" .
un altro!... Sono agitata da discoteche, macchine, ninnoli, Assomiglia a un lasciapas-
mille timori: i mie i fig li non e affini, frutti fac ili di una, sare universale, un passe par
hanno più modelli ? Di che cultura che spinge a sfruttare , tout. È stupido chi non lo
valori si nutrono?
l'attimo , e afferma che la vita prende alla le/tera . A me di-
Lamy, Pordenone
è tua, solo tua , di nessun al-
tro, e spinge a pensare a se
cevano: "Ciao, comportati
bene!". E sapevo bene cosa
Si nutrono dei valori che pre- stessi, solo a se stessi,fregan- ! intendessero .
sentiamo loro, cara signora . dosene (scusi!) degli altri. Fi-
Ne conosce molte di famiglie gli e prigionieri di una civiltà
che insegnano a pregare ai
loro figli? Di quelle che inse-
gnano l' alrruismo , il sacrifi-
cio, I' onesrà, la fedeltà ... la
pudicizia (non sanno più nem-
meno cosa sia!). I mezzi di
comunicazione (ma troppo
" usa e getta" .
Quanto ai modelli, i ragazzi
ne hanno, eccome! Solo che
non sono più quelli di un tem-
po, forse perché ci manca a .
noi adulti la forza di presen-
tarli, o forse perché non ci
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutre le letrere perve-
nute in redaz ione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra cor ris pon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail : biesse@sdb.org
BS OTTOBRE 1999

1.8 Page 8

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IN ITALIA&NEL MONDO
LEON, SPAGNA
UN RITO
ANTICHISSIMO
CITTÀ DEL VATICANO
UN GRANDE
AVVENIMENTO
È in programma dal 24 al 29
ottobre l' incontro dei leader
reli giosi di varie tradizioni e
confessioni: cristiani , giudei,
musulmani, buddisti , ecc. Ri -
fletteranno insieme sulle sfide
che il III millennio porrà ai
credenti di tutte le fed i. Si
parlerà di collaborazione, di
sinergie, di testimonianza.
L ' incontro si pone in conti -
nuità con quello di Assisi di
13 anni fa. Sarà alla fine del-
l'incontro stilata una dichiara-
zione conclusiva, dopo un pel-
legrinaggio nell a città di San
Francesco il 27 ottobre. Il 28
ciascuno dei partecipanti, tor-
nato in Vaticano, pregherà se-
condo la propria tradi zione
reli giosa in luoghi diversi ap-
prontati nella città del Papa.
Una cerimonia in piazza San
Pietro chiuderà l' incontro.
La Famiglia Salesiana de ll ' i-
spettoria di Le6n ha celebrato
l' anno gi ubilare compostela-
no (detto Xacobeo) con un
grande pellegrinaggio al se-
polcro dell ' apostolo Gi aco-
mo, cui hanno partecipato più
di mille persone. I pellegrini
(alunni e genitori , insegnanti ,
cooperatori, exalliev i e sale-
siani) sono stati accolti nel
santuari o con l' anti chiss imo
rito dell ' incensazione: un enor-
me turibo lo, appeso con una
lunga corda al soffitto , co l
suo mov imento ondulatorio
profumava l'intero santuario.
Questa particol are cerimonia
era motivata dal fatto che gli
antichi devoti giungevano al
santuario, dopo massacranti
viaggi a piedi , che potevano
durare anche mesi, lace ri, su-
dici, e soprattutto maleodo-
ranti ... L'incenso profumato
servi va a nascondere e rende-
re sopportabili g li odori "ani -
mali " che le mig li aia di per-
sone ammassate all' interno
della chi esa di ffo ndevano at-
torno. La foto testimoni a il
suggesti vo momento di que-
sto rito , dopo l'arri vo dei pel-
legrini , oggi, ovv iamente con
significato . . . più sp irituale.
TOKYO, GIAPPONE
VISITA
DELL'IMPERATORE
Accompagnato dall ' imperatri-
ce, Akihito, l' imperatore del
Giappone, ha visitato nell 'a-
prile scorso la scuola materna
salesiana di Tokyo Arakawa.
È tradizione che ogni anno i
sovrani, in occasione della
Festa del Bambino, visitino
una scuo la matern a. Quest'an-
no è stata scelta que ll a tenuta
dai sales iani . Per quasi due
ore gli illustri ospiti si sono
intrattenuti molto famiJiaimen-
te con la comunità religiosa,
gli insegnanti e i bambini e
hanno es presso tutta la loro
gratitudine per quanto è stato
fatto da oltre 60 anni e viene
ancora fatto dai figli di Don
Bosco, in favore de i bambini
di uno de i quartieri più poveri
della grande metropoli.
BELO ORIZONTE,
BRASILE
PASTORALE
MISSIONARIA
"Casa Dom Bosco" è un 'ope-
ra per " ragazzi di strada"
sorta nel bairro Ipiranga. Ac-
coglie adolescenti a rischio,
con alle spalle situ azioni dif-
ficili e una famiglia .. . inesi-
stente, e cerca di ridare loro
dignità e forza di ricominc ia-
re. Il recupero e il reinserì-
mento dei ragazzi più di sgra-
ziati tra i disgraziati è uno
degli apostolati più difficili , a
causa della storia che ciascu-
no di loro si porta dentro; ma
per ciò stesso e certamente
anche tra i più meritori. Sono
stati proprio i " ragazzi di stra-
da" che hanno accolto con
una bell issima danza di ben-
venuto (Cfr. foto) i partec i-
panti al "Convegno di pasto-
rale mi ss ionari a in contesto
afroamericano", che si è tenu-
to a Belo Orizonte lo scorso
aprile.
OTTOBRE 1999 BS

1.9 Page 9

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çOMl'AC r-: IA 'J EATRALE
~ooN BOSCO·
/2"' RASSEGNA
TEATRALE
PER I GIOVANI
1999
RASSEGNA
TEATRALE
Continuano le attività cultura-
li ed ed ucative negli oratori
d 'Italia, attraverso i tanti grup-
pi di impegno che si sono for-
mati pressoché in tutte le
realtà dei centri g iovanili. A l-
cune sono di notevole spesso-
re, come la "Rassegna Teatra-
le" organizzata dall 'oratori o
S. Luigi di S. Cata ldo, in Sici-
lia, giunta ormai all a XII edi-
zione. Non bi sogna mai di-
CONCORSO
La Società Italiana d i Psi-
cologia della Religione in-
dice il 3° PREMIO G.
MILANESI per una TESI
DI LA UREA in Psicologia
della religione, aperto a
tutti coloro che si sono
laureati dal 1 giugno 1998
al 31 luglio 2000 presso
un.a qualsiasi università
italiana o facoltà ecclesia-
stica. Le domande con
l'indicazione delle genera-
lità del concorrente, la
certificazione di laurea e
due copie della tesi vanno
spedite a Società Italiana
di Psicologia della Reli-
gione, Via Verdi, 30 -
21100 Varese, entro e non
oltre l' 1 agosto 2000. Per
informazioni: Dott.ssa M.
Teresa Rossi, via Roma,
41 - 20010 Bernate Ticino
(Ml) - Tel/Fax 02.9754877.
menticare quanto diceva Don
Bosco: " Il teatro è scuola di
mora lità, di buon vivere so-
cia le e, ta lora, di santità" (MB
12, 135) .
E questo è tutto dire. Nella
fo to il programma de lla rasse-
gna cataldese.
LODZ, POLONIA
EVANGELIZZARE
RECITANDO
Un gru ppo di c irca 50 g iovan i
appartenenti al Movimento
Sales iano per l'Evangelizza-
zione (SA RUEL) ha prepara-
to un musical intito lato
UCIEKINIER. Si tratta dell a
traspos izione scenica della pa-
rabola del padre misericordio-
so (Le. I 5, 11 ss), contestua-
lizzata all 'odierna condizione
giovanile in cui , se è vero che
es iste un allontana mento dei
g iovani dai valori tradizionali
e dunqu e da Dio, è altrettanto
vero che esiste anche il movi-
mento contrario que ll o del " ri-
torn o a casa" . È un modo ti pi-
camente sales iano di fa re
evangeli zzazione attraverso il
teatro . Il lavoro ha fatto il g iro
de ll a Polonia, ov unque acco l-
to con gra nde simpatia e ma-
nifestazioni d i apprezzamento.
Migliaia di persone l' hanno
visto e apprezzato. Alcune sce-
ne partico larmente suggestive
sono state presentate anc he
da ll a telev isione pubblica.
MEN04
ILa busta commemorativa delle Poste Vaticane
presenta il ritratto di papa Leone Xlii,
cardinale Gioacchino Pecci, il quale indice
il ventiduesimo Giubileo della storia cristiana,
che si celebra per la p~ima volta in una Chiesa priva
del potere temporale. E dunque, quello del 1900,
IL GIUBILEO DELLA NUOVA ERA
AVVENIMENTI MEMORABILI
1898 Assassinio dell 'imperatrice Sissi , moglie di
Francesco Giuseppe .
1900 Assassinio Umberto I di Savoia per mano del-
l'anarchico Bresci .
1901 Muore la Regina Vittoria d'Inghilterra.
1902 In Francia il governo Combes sopprime gli or-
dini religiosi incamerandone i beni .
Leone Xlii fu certamente un grande: vasta la dottrina
(ha scritto ben 51 encicliche) aperto e sensibile ai problemi
sociali (Cfr. la storica Enciclica Rerum Novarum), rispetto-
so del nuovo assetto e delle leggi dello stato italiano, in-
tento alla "cristianizzazione della vita moderna e alla mo-
dernizzazione della vita cristiana" (Schmidlin). Il suo gran-
de equilibrio gli procurò simpatia e stima generale. L'orga-
nizzazione dell'Anno Santo fu affidata a un Comitato In-
ternazionale sorto a Bologna. Il Papa sottolineò più volte
il carattere unicamente religioso dell 'evento giubilare.
Lo stato italiano aderì all'iniziativa del Pontefice: re
Umberto I nel discorso della corona del 15 settembre
1899 accennò al Giubileo e all 'intenzione di fare il possi-
bile perché si svolgesse nel migliore dei modi. L'apertura
della Porta Santa venne celebrata con eccezionale so-
lennità dal novantenne Papa al canto del Jubilate Dea
del Palestrina, diretto dal giovane M0 Lorenzo Perosi. Il
passaggio del secolo venne solennizzato per ordine del
Papa con la messa di mezzanotte e l'esposizione del
SS. in tutte le chiese del mondo.
Ricominciò lo straordinario afflusso dei pellegrini
nella città ex papale e ora capitale del Regno d'Italia. Le
cronache parlano di quasi 600 mila, tra gli altri Giovanni
Pascoli e Antonio Fogazzaro. Vennero celebrati grandi
congressi: quello internazionale di archeologia cristiana,
quello nazionale della Gioventù Cattolica, quello degli
Universitari . Solo due avvenimenti turbarono l'anno: l'uc-
cisione del Re e una piena del Tevere che causò l'enne-
sima inondazione della città, recando ai pellegrini non
pochi disagi . Durante l'anno giubilare vennero canoniz-
zati Giovanni Battista de la Salle e Rita da Cascia .
BS OTTOBRE 1999

1.10 Page 10

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l00annf fa
Un articolo alla pagina marcata 269
del BS dell'ottobre 1899 relaziona della visita
compiuta dal Governatore della Palestina
all'Orfanotrofio di Betlemme,
accompagnandolo con l'illustrazione seguente.
Ne trascriviamo un brano che ci sembra significativo.
Questo cattolico Orfanotrofio, fondato 35 anni fa dal
Can. Antonio Belloni , lo scorso fe bbraio venne visitato
da S .E. T aufik-Bey, nuovo Governatore della Palestina. I
sacrifiz i sostenuti dal venerando fond atore degli Orfano-
trofi di Betlemme, di Cremisan di Beitgemal e di Naza-
ret son noti a tutti; e da lungo tempo egli, per il suo di -
sinteresse e per la sua saggezza, si cattivò le simpatie di
tutti. Il bene della gioventù povera e abbandonata, cui
egli consacrò la sua vita, è per D. Belloni il titolo speciale
per cui viene additato alla riconoscenza di quanti hanno
a cuore il benessere morale e materiale della Palestina.
S.E. T aufik, volendo vedere da vicino quest' opera tanto
meritoria, annun ziò la sua visita per il 13 febbraio, terzo
giorno delle feste che si celebrano presso i Turchi aJJ a
fine del Ramadan.
Il Governatore arrivò verso le ore 10 del mattino, accom-
pagnato da un aiutante di campo e da alcuni ufficiali, fu
ricevuto dalle autorità locali. D. Belloni, circondato dai
suoi giovanetti, l' attendeva alle porte dell 'Istituto. Men-
tre la banda dell 'Orfanotrofio suona una marcia, si grida:
" Viva il Sultano! Viva Taufik-Bey! [.. .]
S.E si degnò di accettare di assidersi alla modesta mensa
salesiana, e dopo visitò tutta la Casa, i laboratori, le clas-
si, i dormitori, domandando particol ari informazioni dei
progressi dell ' Opera, dei suoi bisogni, delle sue risorse e
del metodo d 'educazione. Essendo di carnevale, il dor-
mitorio degli adulti era stato trasfo1mato in teatrino e i
nostri orfa nelli rappresentarono una bella commedia in
francese con vari intermezzi d 'opere italiane. Inutile fare
qualcosa in arabo poiché il Pasci à comprende solo il
francese e il turco.
OTTOBRE 1999 BS
sAo BERNARDO
DO CAMPO, BRASILE
TEAT RO
IN PERIFERIA
Suor [racema Schoeps, brasi-
liana, abita in una strada che è
punto di collegamento tra due
comuni : Sao Bern ard o do
Campo e Di adema, J]ell ' Hin-
terl and d i Sao Paulo. E sempre
zeppa cli ragazz i che chi edono
denaro agli auti sti fe rmi a l se-
maforo. La casa de ll e suore è
punto di sosta obbli gatoria
per chi desidera bere. Suor
Iracema anim a un gruppo d i
preado lescenti , maschi e fe m-
mine, che hanno chiesto di
imparare teatro e pittura. Un
g iovane professore 1'a iuta. I
piccoli studenti arri vano in
massa: ali ' ini zio nessuna con-
centrazione, ma poi, poco a
poco, av viene la trasfo rma-
zione. Con questa proposta e-
ducativa si tenta d i estin guere
la vio lenza ne ll ' ambito fa mi -
liare e nel quartiere a partire
sia dal rispetto e dall a valoriz-
zazione de ll a cul tura popo lare
sia da ll e ansie e sogni repressi
di questi g iovani ss imi esc lusi.
L 'atti vità teatra le sta aiutando
a portare all a luce attitudini di
tenerezza, affetto, dialogo, con-
divisione, cooperazione, gioia.
L ' incontro con le fa miglie nel-
le lo ro case sta portando a
un ' organi zzazione deg li abi -
tanti per conqui stare alcuni d i-
ritti pubblici che fa vo riscano
la vita nel quartiere e abbatta-
no la soglia dell a povertà.
GENOVA, ITALIA
UN GIOCO SERIO
La scuola medi a delle FMA
di Genova ha co invo lto in una
magnifica ini ziati va altre 8
scuole statali della ci ttà. I ra-
gazzi hanno fo rmato consigli
di circoscrizione per studiare
i problemi de i loro quartieri.
Po i hanno racco lto mozioni e
interpe ll anze, hanno e letto al-
cuni "consig li eri comunali ",
più " un sindaco" con relativi
" assessori ", hanno simulato la
"Sala del Consigli o Comuna-
le", e invitato sind aco e asses-
sori , que lli ve ri , ad ass istere
al dibatt ito . Pres iedeva un a-
lunno di seconda medi a. I
mini consigli eri si sono pro-
dotti ne ll a presentazio ne di
mozioni e interpe ll anze non
così , a caso, ma tu tto docu-
mentato e prec iso: mancanza
di spazi verdi, carenza di strut-
ture sportive, cli spazi aggre-
gati vi, degrado dei beni arti -
sti ci... L'esperi enza si è con-
cl usa il 29 magg io con un
grande g ioco a premi che sono
andati a coloro che hanno pre-
sentato le soluzioni pi ù percor-
ribili ai problemi avanzati dai
mini consigli di circoscrizione.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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CALENDARIO
7 Ottobre, Beata Vergine del Rosario
Adriano Gelmini
Dianthus è parola che de-
riva dal greco e significa
"fiore di Zeus ", fiore divi-
no . Un mito che ne scolpi-
sce la storia. Racconta co-
me Diana, capricciosa dea
della caccia, si innamorò
un giorno di un bel pastore :
una infatuazione tanto folle
quanto passeggera. Qual-
che tempo dopo infatti l'a-
more si era già dileguato
anzi si era addirittura tra-
sformato in odio .. . Diana e-
videntemente amava più le
prede del suo arco che
quelle del suo cuore . L'odio
aumentò fino a diventare
furia omicida, e un brutto
giorno al malcapitato pa-
store la rabbiosa dea strap-
pò gli occhi, gettandoli sul
ciglio della strada. Ma Zeus
si commosse a tanto scem-
pio e li fece rivivere trasfor-
mandoli in fiori , i garofani
appunto .
Una leggenda cristiana in-
vece afferma che i garofani
nacquero sul Calvario.
Essi non sono altro che le
lacrime di Maria sparse sot-
to il patibolo del figlio cro-
cifisso . Là dove quelle la-
crime di mamma cadevano
spuntavano bianchi garofa-
ni profumati.
Un'altra storia cristiana
narra che furono i crociati
che presero parte alla infe-
lice spedizione di Luigi IX
di Francia a portarli in Eu-
ropa. Tra le truppe che a-
vevano posto l'assedio a
Tunisi era improvvisamente
scoppiata la peste che fa-
ceva strage di combattenti ,
gettando nella disperazione
il santo re . Una notte egli
fece un sogno in cui il Si-
gnore gli indicava con insi-
stenza i magnifici fiori che
crescevano davanti alla sua
tenda. Erano i garofani . La
mattina egli ebbe l'ispira-
zione di farli raccogliere per
farne delle tisane. Si dice
LACRIME
PREZIOSE
IL GAROFANO
O DIANTHUS CARYOPHYLLUS.
che molti dei soldJ i guari-
rono. Da allora si prepara-
no col garofa o (costituenti
at e medicine.
Si ra
Princi
~ che , pri-
gionie
ar · inale Maz-
zarino
I permesso di
coltivare 9arofani e di farne
tma es 0sizione che ... lo
salv
prigione. Infatti
si f .
con
ia che il furbo
ò con i garQ_fani
· di
colori in esposi-
n
cì a indicare ai
c1 l'ubicazione della
ione .
er Dante è simbolo di
coraggio e di eroismo ...
Per altri di libertà. Alcuni
maestri di spirito parlano
del garofano come fiore di
Maria che ci libera dalla
peste più pericolosa, quella
del male.
Ella non strappa gli occhi
come la dea pagana, ma fa
il contrario : li rende più lim-
pidi e belli, più adatti a ve-
dere l'azzurro del cielo ...
Ella sa trasformare le la-
crime in fiore bianco, in ga-
rofano profumato gradito a
Dio.
BS OTTOBRE 1999

2.2 Page 12

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Più si avvicina il Giubileo e più si parla di riduzione del debito
I NUMERI DELLA
VERGOGNA
di Silvano Stracca
L' "alto ve1tice" era stato con-
vocato da "Jubilee 2000",
il mov imento che ha rac-
colto gli appelli di Giovanni Paolo
II e chiede ai paes i industriali zzati
la cancellazione del debito delle na-
zioni più povere della Terra, indi-
spensabile per affrancarle dal circo-
lo vizioso del sottosv iluppo e della
miseria. Tra i 50 mil a c'era anche
Bono, il leggendario leader degli
U2, il celebre gruppo rock irl ande-
se, che spiegava le rag ioni del suo
impegno: "Ho aderito all 'appell o di
Jubilee 2000, perché non potevo re-
stare indifferente alle parole del Pa-
pa e alta Bibbia, che ricorda come il
Giubileo era indetto per liberare gli
schiav i e cancellare i debiti".
E toccava proprio a Bono , mentre
le TV mandavano in onda la scena
in tutto il mondo , consegnare al
cancelliere tedesco la petizione che
invocava un colpo di spugna sui de-
biti entro il 2000 e un sacco di pla-
sti ca che conteneva oltre 17 milioni
di finne, raccolte dalla "coalition"
in più d i cento paesi.
UN PRIMO SÌ
Per una vo lta le attese non sono
andate del tutto deluse. I capi di
stato e di governo del G7 hanno in-
fatti rinunciato a reclamare 70 mi-
li ardi di doll ari, pari a circa 130
mila miliardi di lire, di prestiti a suo
tempo accordati ai paesi del III
mondo . L'Italia si fa carico della
cancellazione del debito per un am-
montare di quasi tremila mili ardi. La
vendita del 10% delle riserve auree
del Fondo Monetario In ternazionale
conco rrerà al successo dell 'opera-
zione. A beneficiarne 36 nazioni.
" Non basta, ha commentato Bo-
no, il nostro obiettivo è di convince-
orroaRE 1999 ns
Ez.nramnaogginw. priaùnzdai 5g0w. vmainlaz.,,
venuti da tutti i paesi
europei, dal Canada,
dagli USA a formare
una "catena umana"
lunga otto km
per le strade di Colonia,
dove il 19 giugno erano
convenuti Clinton, Blair,
Chirac, Schoeder e gli
altri grandi del mondo.
re i politici ad andare fi no in fo ndo.
Il debito è come l'Everest: non c'è
onore a scalare metà della monta-
gna, bisogna arrivare in cima". Al
rock-singer irlandese faceva eco il
veterano delle campagne per il III
Mondo, Bob Geldof, anche lui rock-
star, con un semplice calcolo: per
abolire per sempre il problema debi-
to "basterebbe che gli americani
versassero du e cents al giorno per
un anno".
NUMERI PER PENSARE
La decisione di Coloni a è, dun-
que, solo un inizio. La Caritas Inter-
nationalis si è appellata fmmalmen-
te al G8, che incl ude anche la Rus-
sia, chi edendo che le otto più potenti
economie del mondo cancellino l'im-
pagabile debito dei paesi più poveri
entro il 2000. La strada purtroppo
appare ancora lunga .. . Bisognereb-
be cancellare almeno 200 mili ardi
di dollari per offrire un a vera chan-
ce di sviluppo ai paes i strangolati
dal debito e soprattutto dagli inte-
ressi sul debito. Il totale dei debiti
dovuti dalle 52 nazioni più povere
del pianeta ai paesi ricchi ammonta
a oltre 370 miliardi di dollari , il che
corrisponde, per intenderci, a 700
mila miliardi di lire. Questo signifi-
ca che, nonostante la decisione del
G7 , la maggior parte di quelle na-
zioni sarà ancora costretta a spende-
re più per pagare gli interessi sul de-
bito che per costruire scuole e ospe-
dali. Un cancro nelle viscere di tanti
paesi. Emblematico il caso del Bra-
sile. Nel 1994 il debito estero am-
montava a 146 miliardi di dollari.
Quattro anni dopo saliva a 235 mi-
liardi . Il dato più curioso è che, sol-
tanto tra il 1989 e il 1997, il Bras ile
ha sborsato, a titolo di interessi e
amm ortamenti, 2 16 miliardi di d0l-
lari. Ossia il paese doveva 115 mi-

2.3 Page 13

▲back to top
dei paesi poveri.
li ardi ne l 1989, ne ha già pagati
216, ma continua ad avere un debito
di 235 mili ardi! Solo l'anno scorso,
a titolo di interess i, ha pagato I'e-
quivalente del bilancio annua le del
Ministero della Sanità.
Oggi ogn i brasili an_o che nasc~
deve circa 1300 dollan , senza che 1
soldi prestati al paese abbiano ridot-
to la povertà. In America Latin a, i~
Africa, in Asia i campesinos, gl1
operai delle catene di montaggio,
oli abitanti delle bidonville non
hanno mai contratto prestiti. Però a
sostenere gli oneri dell a restituzione
sono proprio questi di seredati e no_n
le banche che hann o concesso catti -
vi prestiti , né le élite politiche, eco-
nomi che, militari che spesso si sono
arricchite trasferendo i soldi ali' e-
stero e depredando le risorse dei
loro paesi.
GLI INTERVENTI
DI PAPA WOJTYtA
A quas i vent 'anni dall 'esplosione
dell a cri si (1982), il problema del
debito è tuttora uno dei maggiori e
irrisolti sulla scena internazionale. Il
primo documento organico della
Chiesa sul tema, è del 1987: "Il pa-
oamento del debito non può essere
~ttenuto al prezzo del fallimento
dell 'economia di un paese e nessun
ooverno può moralmente es igere da
ò
.
..
un popol o delle privaz10111 mcompa-
tibili con la di gnità della persona".
Da allora si sono susseguiti i pro-
nunciamenti, fino all a proposta forte
contenuta nell a "Tertio Millennio
Adveniente", ove, ricordando il si-
gnificato sociale che i giubilei a~e-
vano nell ' Antico Testamento, GLO-
vanni Paolo II scrive: "I cristi ani
dovranno fa rsi voce di tutti i poveri
del mondo, proponendo il Giubileo
come un tempo opportuno per pen-
sare, tra l'altro, a una consistente ri-
duzione, se non pro prio a l totale
condono del debito internaz ionale".
Nella recente esortaz ione sull a
Chi esa in America, Papa Wojtyfa
chiede ai rappresentanti del I Mon-
do e ai responsabil i de ll a Banca
Mondi ale e del Fondo Moneta.rio
Internazionale, di cercare non so lo
" vie di soluzione" ma soprattutto
" norm ative che impediscano il ripe-
tersi di simili situazioni in occasio-
ne di prestiti futuri". A giu dizi~ del
Papa, sarebbe opportuno che a livel-
lo più ampio possibile "esperti in
economia e in questione monetarie
procedessero a un 'analisi critica del~
l' ordine economi co mondiale, nei
suoi aspetti positivi e negativi , così
da correggere l'ordine attuale e pr~-
ponessero un siste1:1a con mec~am-
smi in grado di ass icurare lo sv ilup-
po integrale e solidale delle persone
e dei popoli".
TRE OBIETTIVI
Sollecitata dai pronunciamenti del
Papa, ma anche dalle numerose pro-
poste e iniziative di di verse realtà
eccles iali, la Chiesa italiana ha deci-
so di fare appell o a tutte le com uni
cristi ane e agli uomini di buona vo-
lontà per un impegno comune. La
"can1paITT1a", che tenninerà nel 2001,
è stata :vviata con la costi tuzione di
un apposito comitato ec-
cles iale. Sarà la prim a
tappa di una succes-
siva e progress iva diffusione nelle
diocesi , i tituti e movimenti, e di un
prooramm a di animazione e promo-
zioi e che caratterizzerà l'Anno San-
to. Tre ol i obiettivi. Inn anzitutto una
vasta e òcapill are az ione di info rma-
zione e sensibili zzazione di base,
per rendere comprensibile la. com-
plessità del problema, delle d ~verse
responsabilità storiche e attuali, del-
le conseouenze sulle popolazioni
più pove~e e de ll e possi bili _v ie di
soluzione alla luce dell a dottnna so-
ciale de lla Chiesa.
Il secondo obiettivo è un 'azione di
sollecitazione e di pressione sui re-
sponsabili politici, affinché il gover-
no prenda iniziative concrete per la
remissione del debito. I crediti dell 'I-
talia sono quantitativamente signifi-
cativi . È infatti al quinto posto nella
classifica dei paesi creditori. E i de-
biti complessivi del Sud del mondo
verso il nostro paese ammontano a
poco meno di 6 1 m ila miliardi. .
L' ultimo obietti vo è il gesto sim-
bolico di riduzione del debito estero
di uno dei paesi più poveri che sia
particolarmente indebitato con l'Ita-
lia. La Chi esa si propone di "com-
pera.re" una qu ota di ? ebito di .u~
paese per trasformarl o m progetti d1
sviluppo. Per la scelta del paese c'è
ancora tempo di decidere, anche se
ci si orienta verso quelli afric ani .
Per il progetto, che si realiz~er~ nel
2001 , c'è già l ' in teresse de1 smda-
cati: i lavoratori potrebbero offrire
un ' ora del proprio lavoro com ' è av-
venuto in altre occasioni.
Quella del Giubileo dell 'anno 2000
potrebbe davvero di ventare un ' oc-
casione irripetibil e. Non deve dun-
que andar perduta. Dovrà segnare
una svolta radicale per l' estinzione
del debito e per scongiurare la repli-
ca di quanto avvenuto negli ultimi
decenni . Anche se il Giubileo degli
oppressi non potrà comunque finire
in un anno.
D
BS OTTOBRE 1999

2.4 Page 14

▲back to top
PRIMA PAGINA
Redazionale
ambiti di intervento , peral-
tro già in sperimentazione
da più parti , per esempio:
scs-CNOS
..
Fcdcr:11.ion.: Servizi Civili e SCK:wh
SEMINARIO NAZIONALE
Centri diurni, come nuova
modalità di oratorio .
Case Famiglia, come nuo-
va modalità di collegi e
istituti.
rulIBl®IBil
@
~IID®l1~IBWfill
Formazione Professiona-
le, come scuola privile-
giata per il disagio.
Iniziative per immigrati,
sempre più numerosi e
bisognosi.
,ruovi luogfti
.
per una quaUficattLJJTOP0Sta educahVll
Interventi sulla strada, i
veri "abbandonati" di oggi,
come nuova espressione
CON 11 PATROCINIO rn~u .' ASSl!..'iSORA11) ,\\\\.\\.E.
1~U.;.ICIIE SOCIALI DFI Cm.1l!NE D1 ROM-'
dell'impegno carismatico
di incontrare i giovani là
.. Non /,t1, •l a dllltllY i _qù11•,11'.i
,11't'tlrl'( rht (,,,•i ,1t11!t11w ,Ji ,•.1,,trl' g;'::/:o
6-7 MAGG IO 1999
ISTITUTO S. CUORE
V1A MARSALA , 42
ROMA
IL FUTURO
PRESENTE
dove si trovano .
Una forte istanza e-
spressa dalla assemblea è
stata quella della sempre
maggiore qualificazione de-
gli operatori . Non è più suf-
L'interrogativo, di fon-
do, se lo sono posti i 160
Di fronte ai cambiamenti strutturali
e istituzionali, e di fronte al mondo
dei minori e degli adolescenti
ficiente la buona volontà e
la conoscenza empirica dei
problemi e delle situazioni
per poter operare con frutto
operatori (38 salesiani , 15
Figlie di Maria Ausiliatrice ,
e ben 97 laici) che si sono
riuniti per un seminario na-
in così rapida evoluzione, la pedagogia
preventiva e la prassi educativa
vigente sono adeguate?
in mezzo ai nuovi "poveri e
abbandonati". Gli interventi
educativi e pastorali hanno
bisogno di coniugare effi -
zionale su "Minori e Adole-
cienza ed efficacia e, so-
scenti: tra disagio e normalità " del 6/7 maggio scorso, prattutto, di diventare significativi .
organizzato dalla SCS (Servizi Civili e Sociali) a Roma.
Una interessante intuizione, conseguente al di-
Con coraggio e profezia si è parlato di nuovi battito , è emersa durante i lavori , quella di elaborare
una "Carta di qualità". Il
lungo e appassionato di-
battito ha evidenziato l'ur-
genza tutta salesiana di
stare con i giovani, cammi-
nare insieme a loro accom-
pagnando il loro cammino
con la nostra assistenza
educativa. Senza forzatura
il rich iamo alle parole di
Don Bosco : "Non basta
amare i giovani, occorre
che essi si accorgano di
essere amati": difficile se
non impossibile che i gio-
vani s'accorgano che qual-
cuno li ama se questo
qualcuno vive lontano, li at-
tende e non li cerca.
OTTOBRE 1999 BS

2.5 Page 15

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LETTERA Al GIOVANI
Cariss ima/o,
Cosa posso dirti che tu
già non sappia? Tengo fra
le mie carte una lettera
scritta il 4 ottobre di al-
cuni anni fa e non spedita .
Quanto ti scrivevo allora
calza a pennello anche
OTTOBRE 1999
Il mese è aperto e riempito
dalla formidabile figura del "poverello di Aeelesl"
5AN FRANCESCO
un uomo umile e grande
ohe ha meritato
la nomina di 5anto Patrono d'Italia.
dono il cJ ore prigioniero,
o t t e nebra t o .
La se co ntla tenebra ri -
guarda il male che intac-
ca il cuo.r.:!:! c;!i tutti. La ca-
tastrofe è la perdizione, la
sa lvezza è il se nso della
oggi. Avevi una gran vog lia
vita. "Vai, Francesco, re-
di cambiare il mondo. An -
dare in missione, fare
un 'esper ienza in Afr ica
era più di un sogno. Eri tu
che sentivi la vita come
vocazione, tu a credere
più a ll'amore che all'odio,
UNA ABITARE IL 3° Ml
NON
LENNIO:
h'..
staura la mia casa." Per-
ché mi dici che "se ci fos-
se qui Fran ces co non ci
sarebbero guerre, vio len-
ze'?". Perché ti tiri fuori'?
Franc esco, co me ognuno
di noi, restaura la casa di
più all'uomo ch e al nem ico,
Dio vincendo il ma le, risco-
più al diritto che al sopru-
prendo la paternità di Dio,
so, più al fratello che all 'e-
la fraternità in Cristo, il
straneo, più al do no che
senso del la Ch iesa, un
al la violenza. Sei ancora
modo nuovo di leggere il
tu che ogg i mi dici di es-
creato e la vita in termini
sere incerto, in s icuro, in-
di armonia e fraternità.
deciso, in fuga.
La terza tenebra è quan-
Dici di essere cambiato .
do tu ign ori il cammin o
Non avevi le ali allora e
da intraprendere. La do-
non sei un paralitico ogg i:
manda resta sempre
non sei cambiato. I tuoi
quella: cosa devo fare per
interrogativi sono rimasti
essere me stesso, per vi-
senza risposta, ieri e ogg i.
vere pienamente il mistero
La paura è diventata fu-
della sa lvezza, la vittoria
ga . Da chi scappi, Fran ce-
de ll'amore, della grazia,
sco'? Cosa ti fa paura'?
della riconc ili azione'? Un
Perché in te la so litudine è
solo co ns igli o, piccolo e
sofferenza, inqui etudin e'?
pove r o: non se i solo; da
Ti spedisco ogg i il pensie-
solo non cambierai il mon-
ro di allora, giorno di S.
do, tanto meno te stesso;
Fra ncesco tuo onomasti-
nessun uom o è un' iso la;
co. Se vuoi capire la vita,
l'uomo diventa uomo quan-
ammira S. Fran cesco che muore cantando: " Lauda- do decide di donarsi, di consumars i per l'altro.
to si', mi Signore, per sora nostra morte corporale".
Il ca ntico di frate sole nasce dalla cecità del sa nto. L'intelligenza del cuore non t i
I suoi occh i spenti vedono il cielo, il fu oco, le stelle, il rende fugg itivo, non t i porta
sole e la luna. Il seco lo Xli non è "il secolo del fuoco e lontano, non ti fa evitare l'uo-
del ferro", ma del fratello, dell'abbraccio col lebbro- mo, ma te lo fa incontrare,
so, del lupo ammansito. La povertà rende ricco il servire, amare come frate ll o.
mondo, l'amore di Gesù riempie la vita . La sua pre- La casa cade a pezzi se non
ghiera, alla vigilia delle stimmate, oscilla tra un "Chi ascolt i la voce di Gesù. Il
sei tu, dolce Signore!" e un lamento interiore comu- crocifisso non fa paura,
ne a tutti, a te, a me: "Chi sono io, se rvo inutile e non manda in frantumi
miserabile'?". "Le tenebre de lo core mio" sono di la nostra vita. Ti fa dire:
Francesco, ma anche tue.
"Tu sei uomo, sei buono,
sei la bellezza e la man-
La prima tenebra riguarda la nostra identità, il suetud ine, se i la nostra
nostro io. Non sapere di essere l'immagine di Dio, dolcezza infinita".
essere cieco della propria dignità e grandezza ren-
Ciao. Carlo Terraneo
BS OTTOBRE 1999

2.6 Page 16

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soc,EiÀ .- .;;
Computer sempre più aweniristici e paure sempre più ancestrali. ..
TRA NUOVE TECNOLOGIE
EANTICHE PAURE
E ppure siamo circondati da
tecnolog ie sempre pi ù sofisti-
cate che, teo ricamente, do-
vrebbero costituire la migli or garan-
zi a di protezione in tutti i campi.
Ma non è così. Oltre all a paura e al-
1' ansia procurate dal comportamen-
to dell ' uomo, siamo affetti da un al-
tro tipo di sgomento che nessuno
può controll are, fatti che sono anco-
ra al di là de lle più sofisti cate tecno-
logie: alluvioni devastanti, tifo ni che,
ironia de ll a sorte, maltrattano la na-
zione più tecnologicamente avanza-
ta del mondo seminando lutti e rovi-
ne, terremoti , eruzioni , effetto ser-
ra . .. e la paura del! ' ignoto celeste:
Deep impact insegna. E ancora: la
paura di virus incattu rabili , il panico
di. . . essere clonati , l' allarme della
manipolazione genetica, e la vecchia,
terribile, ultim a, intollerabile, defi-
nitiv a paura, quella di " morire !".
Per contro la nostra è per eccel-
lenza la oc ietà affl uente, tecnotro-
ni ca, dove la microelettronica è re-
gin a. L a soc ietà dell e meravi gli e in-
orroaRE 1999 ns
fo rm ati che. La vita q uotidiana pro-
fess ionale, familiare è sempre mag-
giormente popolata di nuov i inquili-
ni: effic ienti e costos i aggeggi e let-
tronici: il cellul are, il videotelefono,
la telev isione satellitare, il videore-
gistratore, cd/rom, il masterizzato-
re . . . e sta arrivando di gran carriera
l'era de lla di gitali zzazione ... Inva-
sione pac ifica ma inesorabile.
Non è un bel leggere,
quando si legge di furti,
scippi, rapine, violenze,
estorsioni, malversazioni,
teppismo negli stadi
e sui treni fino
all'omicidio colposo,
omicidi, stupri, stragi
nelle scuole, cibi alla
diossina, mucca pazza,
coniglio ammalato,
maiale contagiato, pollo
infettato, Coca Cola al
veleno... Poi il Kossovo,
il Sudan, la Sierra
Leone, l'Angola,
la Colombia ...
C'è chi profetizza che
col millennio morirà
anche la speranza.
LA COMPUTER AGE
Il computer è la vera superstar di
questa nu ova era . Si stanno studian-
do macchine sempre più intelligenti ,
con all a base de i ' microcip neurali '
modell ati sul cerve llo um ano . Dal
matri moni o tra info rmatica e teleco-
municazioni nasce la telematica,
con la pos ibil ità di comuni care in

2.7 Page 17

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Questi due poli della vita.
tempo reale e di accedere alle ban-
che dati disponibili per tutti attraver-
so le autostrade informatiche (Video
on line, ISDN, IUNET, Interbusi-
ness, Infobahn, ecc.). Una domina
su tutte: INTERNET, la madre di
tutte le reti informatiche che ormai
fascia il mondo intero, anche le più ,_.11!!!111.,..
sperdute isole, e le foreste!
E perciò l'uomo dovrebbe sentirsi
più sicuro, meno ansioso, meno pe- un'esortazione a vincere la paura
rennemente in guardia ... confortato nell 'attuale situazione mondiale, sia
anche da Kant che più di un secolo in Oriente che in Occidente, tanto al
fa scriveva che con il progresso "a Nord quanto al Sud ... Non abbiate
poco a poco diminuirà la violen- paura di tutto ciò che l ' uomo ha
za ... e aumenterà l'obbedienza ver- creato. . . non abbiate paura di voi
so le leggi! ". Col "senno di poi" si stessi!".
potrebbe dire che il vecchio filosofo Quando le urlò al mondo queste
era un illuminista poco illuminato ... parole, era influenzato dalla situa-
certamente non fu un profeta.
zione politico militare del momen-
to: la guen-a fredda, l'insanabile con-
ABBIAMO
flittualità capitalismo/comunismo, la
contrapposizione dei blocchi Patto
ANCORA PAURA
Nato e Patto di Varsavia, e, sullo
Se non poss iamo dar ragione a
Kant, dobbiamo darla tuttavia a uno
dei suoi discepoli, a quell 'Erich
Fromm, psicologo del profondo,
che scriveva senza mezzi termini:
"L'uomo ha paura perché è impasta-
to di paura. Per questo fa paura".
Sembra infatti che la società odierna
stia diventando sempre meno convi-
viale e sempre più conflittuale. "Il
sfondo, il pericolo dell 'olocausto
nucleare. L'era è cambiata e lui
stesso ha contribuito a far virare la
storia. Ma sullo sfondo c ancora,
corposa, incombente, la paura, sem-
pre uguale a se stessa, sempre im-
perturbabilmente presente .. . La ali-
mentano i disastri ecologici, i disa-
stri umanitari, i disastri alimenta-
ri... e la perenne avidità dell'uomo!
dominatore degli spazi si presenta
come dominato dalla paura - scrive PERCHÉ?
Sabino Palumbieri - la paura è da
sempre stata la compagna dell ' uo-
mo. Oggi sta diventando la sua so-
stanza... Oggi l'uomo è paura... e
la paura dell'uomo d ' oggi si chiama
Ci si sono provati in tanti a dare
una spiegazione. Preferiamo, ancora
una volta, la disanima del Papa:
"Tutte le conquiste finora raggiunte
fobantropia paura dell'uomo per e progettate dalla tecnica per il futu-
l ' uomo" .
ro vanno d'accordo col progresso
morale e spirituale dell'uomo?"; in-
UNO CHE HA CAPITO
somma lo rendono più sicuro, più
solidale, più felice? Evitiamo di ri-
TU11O
spondere, perché la domanda è così
retorica, così scontata che non ha
Questo Papa polacco sembra aver bisogno di alcuna forzatura. Dice
capito tutto sulla paura dell'uomo ancora il papa: "Crescono davvero
contemporaneo. Iniziò il suo ponti- negli uomini, fra gli uomini , l 'amo-
ficato con un grido ripreso da tutte re sociale, il rispetto dei diritti altrui
le televi sioni del mondo: "Non ab- - per ogni uomo, nazione, popolo -
biate paura! ". Poi indicava, da papa, o, al contrario, crescono gli egoismi
la via per superarla: "Aprite le porte di varie dimensioni, i nazionalismi
a Cristo". Lui stesso spiegherà nel esasperati .. . la tendenza a dominare
libro intervista Varcare le soglie gli altri al di là dei propri legittimi
della speranza che "era un 'esorta- diritti e meriti, e la tendenza a sfrut-
zione rivolta a tutti gli uomini, tare tutto il progresso materiale e
tecnico-produttivo allo scopo di do-
minare sugli altri?".
Insomma il vecchio Papa, che ha
continuato solitario a mettere in
guardia il mondo dai facili entusia-
smi tecnologici, sembra voler riba-
dire ogni volta che non c vera ci-
viltà se il cammino dell ' uomo è
solo contrassegnato dalla crescita
tecnologica ... Bill Gates non ci darà
la felicità, tutt' al più aumenterà le
nostre paure...
IL PROGRESSO PIÙ VERO
E se è vero quello che asseriva il
don Abbondio manzoniano, che uno
il coraggio non se lo può dare, è
pure vero che almeno una smossa se
la può dare per diventare più maturo
spiritualmente, più cosciente della
dignità della sua umanità, più re-
sponsabile e aperto verso gli altri ,
più disponibile a dare aiuto. Inutile
nasconderselo: ciò che manca al-
l'uomo tanto progredito è ... il pro-
gresso! Non quello tecnologico, è
ovvio, di quello ce n'è a iosa e c'è
da augurarsi che non ci sommerga.
Manca il progresso spirituale. Men-
tre tutto il resto è andato avanti lo
spirito dell ' uomo sembra sia regre-
dito verso .l' età dei trogloditi! ... Bi-
sogna che recuperi il terreno perdu-
to , bisogna che acceleri, che si
ponga di nuovo in riga. Se l'uomo
non si dà una smossa in questo
senso, la degenerazione sociale già
in atto accelererà e le conseguenze
saranno imprevedibili e impondera-
bili .. . Forse il vecchio papa non ha
torto. Da parte sua il sociologo De
Rita scrive: " ... ci si può salvare sol-
tanto uscendo da se stessi, tornando
a guardare gli altri e ad andare verso
gli altri, convincendosi che l' iden-
tità non sta in se stessi ma nel rap-
porto con il prossimo".
o
BS OTTOBRE 1999

2.8 Page 18

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L'Angola sembra una nazione in demolizione. Solo missionari
MOLTI KOSOVO di Giancarlo Manieri
FANNO UN'ANGOLA
ALLARME! Quando
la guerra si cronicizza,
nessuno più s'accorge
che c'è la guerra.
Così tra l'indifferenza
del mondo si consuma
una tragedia umanitaria
che ha fatto milioni
di vittime tra profughi
e morti, e l'Angola, terra
ricca dell'Africa sub
sahariana sta lentamente
morendo sotto il peso
delle bombe
e dell'indifferenza
generale.
U na mostruosità balza subito
all ' occhio in Angola: solo il
10% del terreno coltivabile
può essere utilizzato per l'agricoltu-
ra o l'industria. Il perché denuncia
ancora una volta l'imbecillità del-
l'animale uomo, quando dimentica
di essere anche uomo oltre che ani-
male: quaranta anni di guerra hanno
seminato circa 12 milioni di mine
su un milione e duecentomila kmq
di superficie, per una popolazione
di 11 milioni di abitanti .. . E c'è da
piangere, perché quasi la metà di
essi ha meno di 14 anni. Facile e
tragico tirare le conclusioni: gli
adulti che mancano, sono morti. Per
la guerra o per la fame.
GUERRA
SEMPRE GUERRA
La gue1Ta non è cominciata ieri, si
trascina dal 1961 l ' anno in cui è
scoppiata la lotta per l'indipenden-
orroaRE 1999 ns
za. Poi, ottenutala nel 1975, è conti-
nuata tra le fazioni per la conquista
del potere. Non è ancora terminata:
è diventato il pane quotidiano. La
grande maggioranza della popola-
zione non sa come sia fatta la pace,
non l'ha mai conosciuta, dunque è
parola vuota, e, probabilmente, non
interessa: le cose che non si cono-
QUALCHE DATO
PER CAPIRE MEGLIO
Angola:
Superficie:
1.746 .700 kmq
Popolazione:
11.000.000 abitanti ('97)
Fazioni in lotta:
MPLA-PT / UNITA
Mortalità infantile:
138,9 per mille
Religione:
65% cattolici, 20% protestanti
10% animisti
'
Debito estero:
11 mila milioni di dollari USA
scono interessano poco o niente e
tutt'al più fanno parte dell ' arma-
mentario dei sogni. Il che denuncia,
se ce ne fosse ancora bisogno, che
la colonizzazione è stata la più
grave calamità della storia umana:
uno sfruttamento cieco che non ha
saputo portare un briciolo di civiltà,
non ha preparato al domani, ha solo

2.9 Page 19

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alimentano ancora la speranza ...
sfruttato. Finita la tragedia della di-
pendenza è cominciata la tragedia
dell ' indipendenza: due fazioni in
lotta per il potere, il movente che le
contrappone è economico più che
ideologico. Ogni tregua è stata re-
golarmente interrotta, ogni accordo
stracciato.
LA NUOVA STRATEGIA
In Angola hanno inventato una
nuova strategia: non più occupare il
territorio nemico perdendo vite pre-
ziose, ma semplicemente spingere
le popolazioni ad abbandonare le
proprie case e a rifugiarsi nelle ri-
spettive capitali provinciali, presso
amici o parenti a occupare in dieci
stanze per due, o ammassati in ba-
raccopoli indegne dei cani randa-
gi ... Kuito , Malange, Humabo sono
diventate città fantasma: abbando-
nate dalle popolazioni e Tidotte a
cumuli maleodoranti di macerie,
con nuovi inquilini i serpenti, le be-
stie selvatiche, le zanzare e qualche
vecchio e/o bambino istupiditi dalla
paura. Le campagne circostanti in-
selvatichiscono. Non è raro udire
qualche mina antiuomo detonare
ancora: le vittime sono animali, per-
ché gli uomini non frequentano più
quei luoghi maledetti.
LA FAME
La situazione alimentare è sem-
plicemente catastrofica: a Kuito
muoiono di fame circa dieci persone
al giorno: bambini e vecchi che non
hanno avuto la forza di abbandonare
la città, o non hanno trovato un luo-
go dove fuggire . La città di Lwena,
capitale della provincia di Mox ico,
dove i salesiani lavorano dal 1981,
da sette anni a questa parte viene
alimentata solo via aerea. Ed è for-
tunata, perché molte altre local ità
non sono raggiungibili nemmeno
per aereo, perché la guerriglia spara
su qualunque velivolo, civile o mili-
tare che sia. Eppure il paese non è
povero: terre feraci, mare pescoso,
sottosuolo ricchissimo di diamanti,
rame, manganese, petrolio... Ma
tutto va a finanziare la guerra, mo-
loch onnivoro: 800 mila barili di pe-
trolio al giorno alimentano le mac-
chine invece che le persone; e si
tratta solo di macchine di morte. Le
sue enormi possibilità di sv iluppo
sono mortificate dalla richiesta di
elemosina internazionale per. .. con-
tinuare a morire.
GLI SFOLLATI
Gli sfollati in Ango la sono oggi
un milione e 600 mila: possiedono
solo gli stracci che portano addosso,
qualche pentola trovata chissà dove,
qualche pannocchia per sopravvive-
re ... e tanta disperazione in corpo,
in mancanza d 'altro! La degradazio-
ne raggiunge gli ultimi gradu1i della
dignità. Un regalo della guerra è
anche il tasso più alto di mortalità
infantile. Una delle più belle città
dell'Africa , Luanda, è diventata in-
vivibile. La mosca Tzé-tzé debellata
circa 30 anni fa ha fatto di nuovo il
suo ingresso trionfale e contribuisce
da par suo allo sfacelo generale. La
giornata passa come quella delle
fiere: in giro a cercare acqua o cibo.
L'acqua in Angola è più cara della
benzina. La gente comune si trova
in un dilemma: o morire o rubare.
Questo impasto perverso costituisce
terreno fertile per la criminalità.
I SALESIANI
I salesiani, presenti in nove opere,
cercano con tutti i mezzi di fare
qualcosa ... qualche goccia d'acqua
nel deserto. Le loro scuole profes-
sionali sono zeppe, come le parroc-
chie, gli oratori soprattutto quelli
"volanti". Nel quartiere Lixeira, che
vuol dire immondezzaio, dove vivo-
no 700 mila persone, quando si
sente per le vie maleodoranti il ri-
chiamo lumbe lumbe , la risposta
lumbe è quasi corale e salesiani e
FMA radunano così 5/600 ragazzi-
ne/i nei campi sporchi e polverosi e,
finché non ce la fanno più per la
stanchezza, Ii intrattengono a gioca-
re, a studiare, a insegnare cucito . ..
In un paese in cui le leggi non
hanno significato anche le regole
del gioco possono contribuire a far
conoscere e apprezzare i valori ... Il
Volontariato internazionale Salesia-
no si dà d 'attorno per non dimenti-
care l'Angola. Anche quest'anno ha
spedito una ventina di volontari a
regala.re le loro vacanze agli sfortu-
nati angolani. La situazione comun-
que è eloquentemente descritta da
un giovane sfollato nella pairncchia
salesiana di S. Paolo a Luanda: "Pa-
dre , io entrerò nella vostra casa: ho
fame ... Porterò via quello di cui ho
bisogno: ho fame. Questo, padre,
non è rubare; Dio ha creato l'uni-
verso perché tutti gli uomini potes-
sero vivere, anch'io!".
BS OTTOBRE 1999

2.10 Page 20

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BREVISSIME DAL MONDO
VATICANO . Per la Giorna- turo promette povertà e
ta Mondiale per le vocazio- ansie". Forte, come sempre
ni l'Agenzia Zenit ha forni- il grido del Papa, che ha
to alcune cifre significative parlato del "coraggio della
che qui riportiamo, arroton- riconciliazione . .. Se vinco-
dandole per difetto.
no l'odio e la violenza, è
Sacerdoti diocesani nel mon- sconfitto l'uomo!".
do: 263.600; Sacerdoti reli-
giosi: 140.600; Religiosi non GERUSALEMME. Il gover-
sacerdoti: 58.000; Suore: no israeliano vuole ricreare
820.000; Membri istituti se- a fini turistici, per i previsti
colari: 31.000; Diaconi per- pellegrini dell ' anno giubila-
manenti: 24.000; Vocazioni re, il miracolo di Gesù che
candidati in Africa: 18.000; cammina sulle acque. A Ca-
Canditati in Nord/America: farnao verrà immerso nel
5.400; Candidati in Sud/ lago, a un centimetro sotto
America: 18.000; Candidati il pelo dell 'acqua, un ponte
in Centro/America: 9.500; galleggiante, invisibile dalla
Candidati in Asia: 25.000; spiaggia, senza sponde o
Candidati in Europa: 28.500; corrimano, capace di acco-
Candidati in Oceania: 800. gliere per una breve passeg-
La nazione col maggior nu- giata a pelo d'acqua una
mero di candidati al sacerdo- cinquantina di persone per
zio è l' India con circa 10.000 volta. La cosa non ha certo
seminaristi .
entusiasmato la comunità
cattolica!
ANCONA. Più di 30 mila
persone si sono riversate MONDO . La tratta delle
nella città più vicina al con- donne, dei bambini e dei ra-
flitto dei Balcani, Ancona, gazzi continua imperterrita,
che celebrava il millenario organizzata non più da na-
della Cattedrale di S. Ciria- zioni schiaviste, ma dalla
co. Presenti anche alcuni "mala".
giovani croati e bosniaci in Ogni anno l'impressionante
rappresentanza di tutti quelli numero di circa 400.000
che a causa del conflitto persone sono ridotte in
balcanico non hanno potuto schiavitù. Il fatturato di que-
partecipare. Una lettera di sto squallido commercio si
un gruppo di giovani iugo- aggira sui 4000 milioni di
slavi impediti di partecipare dollari l'anno, una cifra in-
all'evento, è stata recapitata credibile! E il totale degli
ai giovani di Ancona, foto- schiavi nel mondo d'oggi
grafando una situazione di- raggiunge i 200 milioni di
sperante: "Il presente ci of- donne e bambini, secondo
fre paura e sofferenze. Il fu- un rapporto dell 'ONU.
ARAN.JUEZ, BOLIVIA
VINCERE
LA SCOMMESSA
DELL 'EDUCAZIONE
La scuola "Domenico Savio"
di Aranjuez è stata aperta nel
1984. Vi erano, allora, solo
due aule per accogliere i bam-
bini più piccoli che, per la di-
stanza, non potevano raggiun-
gere il centro di Sucre, la vi-
cina cittadina. L'idea era ve-
nuta a Padre Carlos Longo,
salesiano, e alle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice. Nel 1986 i sa-
lesiani affidano completamen-
te la direzione della scuol a
alle suore che, dal 1974, lavo-
rano a Sucre con opere di ca-
rattere educativo. Con il tra-
scorrere del tempo, il campo
di apostolato si amplia e sor-
gono il Centro promozionale,
il dispensario, la biblioteca e
il campo sportivo, il primo
nella zona. Anche i destinata-
ri "cambiano": non sono più
solo i bambini più piccoli , ma
le famig lie dei villaggi all'in-
torno. Ma l'intraprendenza del-
le suore non conosce sosta.
Osservando le condizioni di
vita della gente, si avvia una
azione pubblica per la costru-
zione del ponte sul fiume
Quirpinchaca, si migliorano
le abitazioni di 180 famiglie,
si installano le condutture del-
l'acqua in tutte le case, si
aprono strade e si costruisce il
sistema fognario.
In tal modo mig liora la qua-
lità di vita dei bambini e dei
loro genitori. La direttrice del
Centro è suor Amaya Raz-
quin , che dirige, attualmente,
483 alunni , tra maschi e fem-
mine, nell'età della scuol a ma-
terna e dell'obbligo. Gli abi-
tanti di Aranjuez sono per la
maggioranza contadini con
un 'alta percentuale di analfa-
betismo, famiglie numerose
con una media di 6 figli,
senza la sicurezza di un lavo-
ro. Le suore, per far fronte a
questa situazione di emer-
genza e di ri schio, hanno i-
naugurato da poco l'Unità Te-
cnica Educativa Domenico
Savio. La proposta educativa
è rivo lta in particolare a quei
giovani che, per vari motivi ,
hanno abbandonato la scuola:
Nel Centro vi è l'offerta di la-
boratori di carpenteria, mec-
canica, cosmesi, cucina, elet-
tricità, ceramica artistica, ta-
glio e confezione, tessitura a
macchina e a mano, segreteria
amministrativa, informativa.
CITTÀ DEL VATICANO Bosco inviò a Pio IX il 21
giugno 1871 in occasione del
EPISTOLARIO
25° del suo pontificato: "Uniti
DI DON BOSCO
indissolubilmente a questa Cat-
Il direttore dell ' istituto storico tedra di verità e al cuor Vo-
salesiano prof. Francesco Mot- stro [. ..] non possiamo fare a
to consegna al Papa, in occa- meno di innalzare a Dio in
sione del suo 79° complean- questo giorno un cantico di
no, l'edizione critica dell'Epi- ringraziamento per averVi
stolario di Don Bosco.
conservato tanti anni ali'a-
Come dedica D. Motto ha more degli affezionati Vostri
usato il seguente passo di una figli [. ..] ed a gloria della
lettera di auguri che Don Chiesa".
OTTOBRE 1999 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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ANNIVERSARI
Redazionale
L' istituto Don Bosco al
"Bom Retiro " di San
Paolo del Brasile chiude in
questo mese di ottobre le
celebrazioni commemora-
tive per gli 80 anni della
sua presenza dinamica ed
efficace che spazia in tutta
l'area della grande metro-
poli. "Bom Retiro" si chia-
ma il bairro dove sorge il
collegio : non sappiamo se
sia uno scherzo della Prov-
videnza, una di quelle
squisitezze di cui non t'ac-
corgi , finché un giorno di
colpo ti viene come un'illu-
minazione e percepisci ciò
che ti era sempre sfuggito.
Così il collegio del "Bom
Retiro", cioè del "Buon Ri-
fugio", della " Protezione
Garantita", dell '"Alloggio Si-
curo" si è dimostrato per-
fettamente consequenziale
al nome del quartiere dove
sorge , e una autentica
manna per l'intera città,
una provvidenza per i ra-
gazzi e giovani a rischio ,
un appoggio sicuro per le
famigl ie in difficoltà.
In effetti elencare le inizia-
tive umanitarie, culturali e
IL CARNET DEL caritative del collegio del
"Bom Retiro" è impresa
··aoM RETIRO'' quasi improba. A parte i
" Corsi Professionali" di
ogni tipo (dattilografia, tele-
fonia, informatica, metrologia, tornitura, elettricità e
innumerevoli altri che vengono tenuti anche al po -
merigg io), il Collegio offre se rvizi di alta qualità ,
come:
Il progetto "Vita Migliore" per ragazzi dai 7 ai 14
anni che appronta corsi di cucito , falegnameria, ma
anche recitazione, e perfino arti marziali afrobrasi-
liane ; il tutto finalizzato a migliorare lo standard di
vita dei ragazzi dei bairro .
Il progetto "Attesa d'impiego", per gli ex alunni:
mentre ci si attiva per trovare un posto di lavoro, si
continuano a frequentare corsi per affinare la pro-
pria preparazione e fare esperienze occasionali di
lavoro.
Il progetto "Appoggio e Assistenza ai Ragazzi di
Strada". Essi vengono ospitati e assistiti da perso-
nale specializzato che li aiuta a superare la fase
difficile della loro vita e a orientarsi verso scelte di
qualità, avviandoli verso strutture specifiche di for-
mazione e reinserimento .
Il progetto "Ospitalità
Temporanea", per giova-
ni a rischio fino a 18
anni, vittime del lavoro
nero, dell'abbandono e/o
di maltrattamenti. Nel
collegio trovano assisten-
za medica e psicolog ica
oltre a possibilità di stu-
dio e formazione .
Il "Consultorio Odontolo-
gico", tenuto da personale
qualificato, per prevenire
le numerosissime malat-
tie dell'apparato orale.
Il gruppo di lavoro "Don
Bosco per la Comunica-
zione", che elabora men-
silmente informazioni e
tiene contatti con i canali
dell'informazione ufficia-
le, per cogliere immedia-
tamente le opportunità che
si presentano sul merca-
to del lavoro.
li gruppo "Aiuto per le
Famiglie" che si preoc-
cupa delle famiglie con
più basso potere di ac-
quisto, fornendo l'aiuto im-
mediato, anche attraver-
so pacchi-dono e varia
assistenza.
Un carnet pieno di iniziati-
ve, come si vede, che han-
no fatto del Collegio un
punto di riferimento per mi-
gliaia di persone.
BS OTTOBRE 1999

3.2 Page 22

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VALDOCCO , TORINO.
Il Rettor Maggiore dei
salesiani, don Juan Vec-
chi , presso il Centro Sa-
lesiano di Documenta-
zione Storica e Popolare
Mariana visita la mostra
"I Miracoli Eucaristici ",
allestita nella cripta della
basilica di Maria Ausilia-
trice. Grande l'interesse
suscitato tra la gente,
sia per la qualità del ma-
teri aIe in esposizione
che per la perfetta orga-
nizzazione , competenza
e precisione espositiva,
degne davvero di un
grande museo.
BELO ORIZONTE, BRA-
SI LE . Pasqua 1999 .
Processione della Paro-
la e intronizzazione del
Vangelo . Una cerimonia
piena di suggestione ,
solennità e mistero . Il
corteo , solenne e auste-
ro, era aperto da accoliti
recanti un grande cesto.
Giunti all'altare della Pa-
rola il cesto è stato sco-
perchiato e, tra la com-
mozione e lo stupore, ne
è uscito un fanciullo re-
cante il Libro della Paro-
la. Il senso era chiaro :
"Se non diventerete co-
me bambini non entrere-
te nel Regno dei Cieli ... ".
SHILLONG, INDIA. Il Ret-
tor Maggiore alla Festa
Giovani delle ispettorie
di Guwahati e Dimapu r.
Una festa tipica sale-
siana, fatta cioè di gioia
e divertimento ma anche
d'impegno, espresso da
un meeting sulla situa-
zione giovanile del Nord-
est dell'India. Quasi set-
temila i partecipanti che
hanno allietato l'incontro
con suoni , canti , danze,
note tipiche di folklore, e
con dibattiti culturali. A
don Vecchi è stato rega-
lato lo "shawf' , il manto
tipico del luogo, quasi a
volerlo assumere come
loro cittadino.
BELO ORIZONTE, BRA-
SILE. Sabato Santo 1999.
I salesiani della parroc-
chia "Cristo Luce dei Po-
poli" hanno una cappel-
lania a Los Arturos, pres-
so uno dei quartieri po-
polari della grande città,
abitato quasi esclusiva-
mente da afroamericani.
Nella foto la cerimonia
del fuoco all 'inizio della
veglia pasquale. L'abito
liturgico di Fr. Dario Fer-
reira Silva, sdb, è un per-
fetto esempio di incul-
turazione, ispirato ai tes-
suti e alle forme della tra-
dizione afroamericana.
GUWAHATI , INDIA. I
boy scout del collegio
Don Bosco di Guwahati ,
perfettamente schierati
com loro costume, ac-
colgono salutando il Ret-
tor Maggiore in visita. La
foto mostra il momento
dell'entrata nella grande
scuola salesiana , di
2700 alunni animati solo
da cinque salesiani ... La
perfetta sincronia dei mo-
vimenti , la compostezza,
la serietà dei ragazzi, il
silenzio devono aver sor-
preso il Superiore , abi-
tuato alla so lita festosa
confusione che caratte-
rizza generalmente gli
incontri coi ragazzi.
OTTOBRE 1999 BS
SANTIAGO DEL CILE.
Dal 27 dicembre a 5
gennaio '99 si è svolto in
Cile, in una magnifica lo-
calità chiamata Picar-
qufn, a circa 60 km dalla
capitale , il 19° Jamboree
Mondiale Scout , con la
partecipazione di 33 mi-
la giovani provenienti da
ogni parte del mondo .
Molti anche i gruppi
scout provenienti da o-
pere salesiane. Tra i re-
sponsabili dell 'animazio-
ne religiosa del raduno
anche il salesiano don
Tarcisio Lufs Brasi! Mar-
tins , proveniente dall 'i-
spettoria di Porto Alegre.

3.3 Page 23

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• • • • • • • • • • • • • • • La nostra stazione giubilare fa tappa in una basilica •••••••••••••••••••••
particolare, legata alla storia del quartiere in cui è sorta.
Si tratta del quartiere Trastevere, antico porto fluviale
di Roma, punto di incontro di persone, lingue, culture,
tradizioni differenti e di diversissima condizione sociale.
A protezione di questa umanità è stata eretta
la prima chiesa romana dedicata alla Vergine,
Santa Maria in Trastevere, costruita sul luogo
••••••••••••••••••••••
dove, secondo la tradizione, scaturì una fonte
miracolosa di olio, e perciò detta...
ITINERARIO ,
VERSO···
LA BASILICA FONS OLEI
di Natale Maffioli
Le origini di un edificio importante hanno i loro perché,
••••••••
e quando non sono così evidenti da essere immediatamente comprensibili,
si ricorre alla leggenda. Per giustificare la scelta del luogo
su cui è fondata la basilica di Santa Maria in Trastevere ·
si fa memoria di un prodigio accaduto nel 38 a.e. quando,
••
proprio sul luogo dove ora si innalza, sarebbe scaturita una sorgente
di olio minerale; interpretata poi come profezia della nascita di Gesù:
l'unto del Signore.
•••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS OTTOBRE 1999 • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
nestre dell 'abside, è occupata dal-
la raffigu raz ione del mistico Agnel-
lo circondato da dod ici pecore
co n un chi aro riferimento a Cristo
e ai dodici aposto li; agli estremi
le rappresentazioni sin tetiche di
due città: Geru sa lemme e Roma.
Nel catino abs idale, le fig ure del
Redentore e di sua Madre sed ute
sul tron'o occupa no la parte cen-
tra le de lla scena, all a loro sin istra
i santi Pietro, Cornelio, Giulio e
Ca lepodio; alla destra i santi Ca l-
listo I e Lorenzo e papa In nocen-
zo 11 , il ri costruttore dell 'edificio;
sop ra tutti domina un variopinto
e decoratissimo padiglione. La
scena è grand iosa, al ce ntro del
mosaico campeggia la figura de l
Cristo, seduto in corri spondenza
del mistico Agnello, a ril evare la
sua preminenza; co n la sin istra
regge un li bro aperto dove (in la-
ti no) sta scritto: "Vieni mia eletta
e ti farò sedere sul mio trono";
con la destra abbraccia la madre
sua, Maria, abbigliata come un' im-
peratric~ bizantina, perché a lei
la ch iesa è dedicata.
La decoraz ion e abs idale fu ar-
ricchita · di nuove scene ve rso il
129 1. Il pittore Pietro Cava llini, su
comm issione di Bertoldo Stefane-
schi, decorò gli spazi tra le fine-
stre e le pareti viciniori co n le
Storie della Vergine. Sopra la cat-
ted ra papa le, if p ittore approntò
- Abside della basilica: mosaici del Xli secolo.
.1
Stando all a trad izione, le ori- UNO SGUARDO
gin i della basilica di Santa ALL'INTERNO
Maria in Trastevere sono da
ravvisare nell a fondaz ione d i un L'edificio sorse grandioso a tre
luogo di culto vo luto da papa navate, divise da una dup li ce fi la
Callisto I (22 1-227) e trasformato di 22 co lonne di granito egiziano
in basilica al tempo di Giulio I di differenti d imensioni, ma tutte
(34 1-352 ); pertanto fu la prima portate al medes imo livello di im-
chiesa di Roma in asso luto. L'edi- posta della trabeazione dalle basi
un tondo con la Madonna e il
Bambino venerati dal comm itten-
te, lo Stefaneschi (la sua fig ura è
co rredata di dedica e stemma di
fam igli a), presentato dagli aposto-
1i Pietro e Pao lo. Due grifi di mar-
mo, che fungono da braccioli ,
racchi udono 1'e legante seggio e-
piscopale, la catted ra su cu i si
siede il papa nelle fu nzio ni più
sign ificative della basilica.
fic io p rimiti vo fu rimaneggiato marmoree, alcune dell e qua li fi -
durante il pontificato di Adriano I nemente sco lpite. I capi telli, co- LA FACCIATA
(772-795) e abbe llito da Leone lii rin zi e ionici sostengono una cor-
(795-816). Nel 1140, però, era nice a mensole, fatta co n fram- Lungo i secoli, l'edificio fu più
ta lmente mal ridotto da non ri- menti proveni enti da ed ifici ro- vo lte ri strutturato, ma no nostante
ch iedere restauri , ma una rico- mani. Papa Innocenzo fece pure i rimaneggiamenti , ha mantenuto
struzione dalle fondamenta. L'im- decorare co n raffinati mosaici la tutto il suo fasc ino primitivo. La
•••••••••••
.presa fu promossa da papa Inno-
ce nzo Il (1130-1143) che dispose
si usassero i materiali di spogl io
provenienti dalle imponenti rovi-
ne delle terme di Ca raca ll a.
ca lotta dell'abside e le pareti che
la f iancheggiano; su queste sono
raffigurati i profeti Geremia e Isa ia
e i simbo li dei quattro eva nge li sti.
Una fasc ia, che corre sop ra le fi-
semplice facc iata de l Xli seco lo
fu abbel lita nel seguente da mo-
saici (forse restaurati da P. Cava l-
1ini ) co ll ocati ne l coro namento in-
clinato, appena sotto il timpano:
• • • OTTOBRE 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ,

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
sco, purtroppo amp iamente rifat-
to nel seco lo scorso, si rim ane
quasi stupefatti per l'e lega nte ta-
bernacolo marmoreo con doratu-
re: è lavoro della seconda metà
del 1400 firmato da Mino del Rea -
me. Procedendo sotto la navata
di destra, la terza cappe ll a con-
serva uno splendido croc ifisso li-
gneo del XV seco lo. Anche il tran-
setto, come la navata media na, è
coperto da un ricchissimo soffitto
a cassetton i, opera del XVI seco-
lo; all a testa si trova il grande mo-
numento del card. Armellini, pre-
gevo le lavoro del 1524 dello
scultore Michelangelo Senese.
Gesù in trono
(catino absidale, Xli secolo).
Maria in trono
(ca tino absidale, Xlii secolo).
L'abside è affia ncata dal co ro
d'inverno, con st~li esegu iti su
disegno del Dom_f ni chino, l'a lta-
al centro siede la Madonna in bel la tela con l'Assunta che sta re sul fondo cons€rva l' immagine
trono con il bambino e dieci figu- nel mezzo. Gli affreschi dell'arco miracolosa della·Madonna di Stra-
re femminili, cinque per lato, com- trionfale, invece, sono un lavoro da Cupa.
pletano la solen ne sfilata. Il porti- de l seco lo scorso (1870) e sono L'altare magg iore si trova sotto
co in travertino è recente, fu co- opera del pittore L. Cochetti.
quattro co lonne anti che di porfi-
struito da Carlo Fontana nei primi
do; il baldacchino è stato in gran
anni del 1700 per volere di papa
parte rifatto nel seco lo scorso dal-
Clemente Xl. Il soffitto della basi- I TESORI DELLA BASILICA
lica, a lacunari intagliati e dorati,
1'architetto Virginio Vespignani,
mentre il bel ca ndelabro pasqua-
fu realizzato su disegno de l Do- Appe na entrati in ch iesa e am- le tortile è opera dei marmisti ro-
meni chi no, che dipinse anche la mirato il bel pavimento cosmate- mani Cos mati . Sull'alto basamen-
•••••••
•••••••••••
Interno della basilica.
Adorazione dei Magi (mosaico del Cavallini, Xlii secolo).
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS OTTOBRE 1999 • •

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••••
••••
••••
••••
•••••••••••••••••••••••••••••
teressante è la prima, opera dell 'ar-
chi tetto Antonio Gh erardi (1680).
La decoraz ione tutta è di isp ira -
zione borromini ana; la cupola è
un pezzo di bravura: una ca mi cia
intern a, sorretta da quattro ange li ,
••••••••••••••••••••••••••••
orm ai maturo. Usc iti dall a basili-
ca si pu ò sostare sotto il vasto
portico, ammirare gli stipiti dell e
porte di età imperi ale, i sarcofagi,
le lastre tombali, le transenne e i
pezz i di lapide e di orn ament i
•••••••••••••••••••
crea un intenso gioco di luci e marmorei di ogni epoca che co-
ombre con un ri sultato di fasto e pron o letteralmente le tre paret i.
••••••
Pio IV al Concilio di Trento
(affresco di P. Cati, XVI secolo).
di meravi gli a tipi co di un barocco
Natale Maffioli
GLOSSARIO
Tutte le nostre chiese , alcune più altre meno, hanno decorazioni di vario ti -
po : stucchi , marmi , mosaici e dipinti ad affresco , su tavola o su tela. Ogni al-
tare è dedicato ad un patrono (un santo o la Madonna) raffigurato in un di-
pinto o con una statua; non solo , spesso nelle chiese più antiche anche le
pareti e le volte sono arricchite da raffigurazioni con scene tratte dall'Antico o
dal Nuovo Testamento , oppure dalle vite dei santi . Le tecniche di esecuzione
sono le più varie : i dipinti possono essere su TELA o su TAVOLA, eseguiti
ad AFFRESCO oppure a MOSAICO, ma non sempre si riesce a distinguere
quale procedura tecnica è stata adottata, anche perché non sempre si sanno
distinguere a dovere. Ma andiamo con ordine : prima di parlare di tele o tavole
o di pareti dipinte è bene parlare del mosaico.
Il MOSAICO è un modo di decorare molto antico e si presta per conservare
intatti nei secoli le figure e i colori . Questa prerogativa è dovuta al fatto che il
Angeli (affresco di A. Ciampelli,
XVII secolo).
mosaico è composto da tanti piccoli pezzi di marmo o pasta vetrosa, chia-
mati tessere , tagliati in modo da essere posti l'uno accanto all'altro a formare
una figura. Da vicino le tessere colorate paiono messe a casaccio e le figure
to a destra dell 'a lta re è indi cato il
luogo dove, secondo la tradi zio-
ne, nel 38 a. C. sgorgò per una
giorn ata la fa mosa sorgente di
oli o (un afflu sso di petro li o?).
risultano frammentarie , incomprensibili, ma da lontano tutto cambia e l'appa-
rente disordine dà origine a sfumature delicate e crea immagini nitide e com-
patte. Sono tante le tipologie di mosaico : da quelli dove le tessere sono facil-
mente distinguibili (Cfr. il sacello di S. Zenone in Santa Prassede), a quelli,
tanto raffinati da sembrare delle pitture , di San Pietro in Vaticano . Per inciso :
nella basilica pietrina non ci sono né affreschi , né tele e neppure tavole, tutte
le decorazioni delle cupole e delle volte , le pale dei numerosi altari, tutto è a
ALCUNE CAPPELLE
mosaico .
La pittura ad AFFRESCO consiste nella stesura dei colori sull'intonaco an -
Su l versa nte opposto al coro si
trova la cappell a Altemps, pri nc i-
pi di Ga llese, ri cca di affreschi e
di stu cchi ; mentre l'a rchitettura è
di M artin o Longhi il Vecchi o
(1584-1 585), le pittu re sono attri-
buite a Pasquale Cati da Jes i
(1588). Sull'altare de ll a cappe ll a
trova posto la Ma donna della Cle-
m enza, un a pittura su tavola del
Xlii seco lo, venerata da casa Al-
temps. Af pena fuori dei ca nce lli
si trova i monumento funebre di
Roberto Altemps, morto prematu -
ramente nel 1586.
Sull a parte di fo ndo di questa
pa rte del transetto, un tabern aco-
lo goti co è affiancato dai monu-
menti sepolcra li del Ca rd . Fili ppo
d'Alençon morto nel 13 97 e del
ca rd . Pi etro Stefa neschi , quest' ul-
t imo opera di Paolo Romano.
cora fresco di una parete . Il muro viene preparato con un rinzaffo tatto di cal -
cina grassa e sabbia, in un secondo momento si stende l'arriccio lasciando
la superficie leggermente scabrosa, su questa si traccia a pennello un dise-
gno indicativo delle proporzioni delle figure utilizzando una terra rossa, diluita
in acqua, che proviene da Sinope nel Ponto , per questo il disegno si chiama
sinopia. Si stende poi una malta più fine (detta scialbo) e su questa si traccia
il disegno con l'ausilio del cartone (il modello definitivo dell 'opera, fatto su
carta spessa, è ricalcato con una punta acuminata) o dello spolvero (i con-
torni del disegno definitivo sono bucherellati , su questi si passa un tampone
impregnato di polvere di carbone che , passando per i fori, lascia una traccia
sull 'i ntonaco); il pittore dipinge poi utilizzando colori fatti di terre macinate di-
luite in acqua ; asciugando , pigmenti e intonaco si legano profondamente. Al
termine della giornata l'artista asporta l'intonaco non dipinto, di modo che a
distanza di secoli noi possiamo calcolare in quante "giornate" ha re alizzato la
sua opera.
Le tecniche della pittura su TAVOLA e su tela sono abbastanza simili. Nel
primo caso su una tavola di legno, sovente fatta di più pezzi tenuti insieme
con incastri a coda di rondine per bloccarne la deformazione, si stende una
preparazione fatta di colla e di gesso, su questa, lisciata a dovere, si esegue
il disegno e si dipinge a tempera.
La TELA invece è tesa su un telaio (la tensione è regolata da cunei posti
negli angoli sul retro) , è preparata con le stesse modalità della tavola, per
non far apparire troppo evidenti le asperità della trama del tessuto , poi si
Sull a navata di sinistra si affac- traccia il disegno e si dipinge a tempera oppure con colori ad olio.
ciano diverse cappell e, la più in-
• • O TTOBRE 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
,i /A6L-ELN'I/NTOIZRIIONON~
HANNO ACCET-
TATO TANTO
VOLE!vTIERl ~
o
of.E71V,,, -
LA IRRAGIONEVOLEZZA
'.~ ".."'·
NELL'ETÀ
'/
DELLA RAGIONE
e aro dottor J., sono una religio-
sa in pensione, ma faccio an-
cora dei servizi nella mia scuola,
nel Centro di Documentazione e in
Biblioteca. Sono preoccupata per-
ché molti giovani, e anche giova-
nissimi (13/ 14 anni) mi chiedono
libri dell'orrore, racconti di mostri, di
vampiri, di zombi, e volumi di Ste-
phen King, tutte storie che fanno
paura . Una ragazzina mi ha pre -
sentato un libro che se la prende
con le mamme : una visione del
tutto negativa, quasi raccapriccian -
te. E so, perché me lo raccontano,
che guardano film dell'orrore che si
scambiano in videocassetta. Da do-
ve viene questa infatuazione? Che
cosa cercano e cosa possono tro-
vare in questi racconti morbosi?
Perché mai non sono attirati dalla
bellezza? Mi sembra un fenomeno
nuovo e questo mi preoccupa. (Suor
Domenica, Ivrea)
Cara sorella,
veramente il fenomeno non è nuo-
vo. Il successo dei libri di Stephen
King e dei film dell'orrore non è di
ieri . Titoli come "Poltergeist" o
"L'Esorcista" non sono più tanto re-
centi e hanno fatto molti passaggi
sul piccolo schermo. In musica ab-
biamo conosciuto dei complessi fa-
mosi che coltivavano atmosfere
morbose e giocavano col satani-
smo, la stregoneria e simili. In real-
tà non ci si trova di fronte a un re-
vival , ma a un ringiovanimento del
pubblico : come in molti campi, quel-
lo che sembrava riservato agli adul-
ti si è diffuso prima tra i diciottenni
poi tra i sedicenni, fino a interessa-
re , ora, i preadolescenti. Insomma
le iniziazioni avvengono sempre più
presto .
Si tratta di pubblicazioni pseu-
do/letterarie, e questo è un primo
elemento di individuazione. Di fron-
te a una cultura classica dominante
veicolata principalmente dalla scuo-
la, questa letteratura assume i con-
torni di una controcultura, più libe-
ra , meno codificata, meno ampol-
losa, meno rigida, che fa spazio al-
la fantasia, all'immaginazione, e non
pone alcun limite . La scuola svi -
luppa una cultura razionale molto
pregnante , che dà ai giovani l'im-
pressione di una dittatura intellet-
tuale . Si può dunque pensare che
alcuni sottolineino così la loro oppo-
sizione, si lascino attrarre in una re-
gione dove possano impunemente
abdicare a ogni spirito critico.
La controcultura sembra esse-
re la bandiera di molti adolescen-
ti ; ma si esprime attraverso prati -
che fortemente diversificate. Per gli
uni saranno i graffiti (scrittura so-
vente indecifrabile che però segue
regole precise) , o i murales (veri af-
freschi dipinti sui muri) , per gli altri
saranno certi generi musicali, o il
gusto del feuilleton , o i fumetti (ce
ne sono per tutti i gusti), per altri an-
cora i film e/o i racconti dell'orrore.
Demoni, mostri e creature spa-
ventose sono sempre esistite nel-
l'immaginario popolare , i racconti
mitologici ne sono pieni. Ma è pos-
sibile che certe epoche o certe cri-
si , siano più propizie al loro svilup-
po. Così la letteratura, divenuta clas-
sica, dei dracula, dei lupi mannari,
dei frankenstein si è sviluppata pa-
rallelamente all 'aumento dello spiri-
to scientifico, un po' come un anti-
doto .. . come se l'irrazionale, sem-
pre di più respinto dalla ragione ,
prendesse la sua rivincita ... come
se , compresso in un campo sem -
pre più stretto , trovata una breccia,
esplodesse con maggior violenza,
e in modo spettacolare . Non si è
forse constatato che è a Silicon
Valley , il freddo regno dell'informa-
tica, che si trovano gli adepti più
numerosi dei giochi di ruolo?
Nell'universo fantastico, noi ci
evolviamo ai margini del reale e
dell 'irreale , del bene e del male.
Quello che coesiste nella nostra te-
sta e che noi eliminiamo in pieno
giorno dalla razionalità, risorge ogni
volta che le barriere della coscien-
za si indeboliscono. I muri del quo-
tidiano si screpolano ; i codici sociali
vengono trasgrediti . Il genere fanta-
scientifico non si diverte forse a
contraddire le leggi del reale e la
ragione scientifica? La serie X-file ,
per esempio , riguardo alla natura
del mondo afferma una menzogna
generalizzata da parte delle auto-
rità costituite.
Il genere fantascientifico non
si accontenta di contraddire la
scienza : esso permette anche di
situarsi al di fuori della morale e
delle ideologie. Si può rimettere in
questione tutto , compresi i più af-
fermati valori della società. In que-
sto senso, è esplorazione di nuovi
codici e a volte boccata d'ossigeno
quando la costrizione morale si fa
opprimente. Sotto il pretesto della
fantasia , si può prendersela con
l'ambiente familiare che è iperpro-
tettivo o un po ' troppo perbene . I
tabù possono essere messi in diffi-
coltà, compreso l'omicidio.
È vero però che tutti i racconti
fantascientifici non si attaccano
principalmente agli aspetti macabri ,
bizzarri o terrificanti della realtà.
Altre complicità sono in gioco che
converrà esplorare una prossima
volta. Ma non si può negare che
questa letteratura o queste imma-
gini siano uno dei luoghi dove i gio-
vani esplorano delle domande
fondamentali che hanno a che fare
con la metafisica. E tutto questo,
ahimè , non è senza qualità, biso-
gna riconoscerlo .
O
BS OTTOBRE 1999

3.8 Page 28

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La scuola può davvero essere palestra di educazione e di
UNASCUOLA
PERAMICA
di Maria Antonia Chinello
Elizabeth Puree[[ è nata
in Irlanda e dal 1965
ha deciso di dedicare
la sua vita al Signore.
Dal 1997 si trova a
Liverpool (Gran Bretagna)
ed è guida spirituale
della "St. John Bosco
High School".
Come un "giocoliere"
divide il suo tempo
tra l'ascolto delle giovani
e l'animazione
di un 'associazione
di volontariato.
L'abbiamo intervistata
per sorprenderci del suo
amore per i giovani,
come Don Bosco.
,,T ipiace la scuola?". A
questa domanda le gio-
vani della St. fohn Bo-
sco High Schoo/ di Liverpool , città
famosa per la squadra di ca lcio, la
musica dei Beatles e l'humor della
sua gente, rispondono sottolineando
che l'esperienza vissuta nelle aule
scolastiche è parte integrante della
vita, spazio di crescita e non paren-
tesi noiosa. Aggirarsi per i coITidoi
è come fare il giro del mondo: la
multiculturalità è di casa in questa
scuola che accoglie ragazze dagli 11
ai 18 anni. Una recente ispezione
governativa ha evidenziato I'eccel-
lenza dell'ambiente educativo, e un
riconoscimento pubblico è venuto
dal Direttore dell 'Educazione che,
con orgoglio, afferma che la scuola
è "il ri sultato di una magnifica col-
laborazione tra le suore FMA e
l'Ufficio dell'Educazione".
OTTOBRE 1999 BS
Essa offre percorsi didattici d' a-
vanguardia, e strumenti moderni per
affrontare il passaggio di secolo.
Particolaimente curato è l'approccio
alle nuove tecnologie. Intervistando
le alunne sulla loro esperienza, e-
merge la valutazione positiva delle
relazioni con le docenti e il clima di
coinvolgimento nelle attività didat-
tiche ed extradidattiche. L'offerta
educativa della scuola prevede uno
spazio di ascolto e di incontro libe-
ro, un vero e proprio accompagna-
mento personalizzato delle giovani.
ELIZABETH
L'ufficio di Elizabeth è tra gli am-
bienti maggiormente frequentati: le
ragazze sanno che qui possono tro-
vare ascolto, confronto, dialogo.
Elizabeth non è solo l'amica, ma
anche una risorsa per alunne, do-
centi e famiglie che, dovendo fron-
teggiare la mancanza di lavoro e
una vita in cond izioni disagiate, tra-
scurano o delegano alla scuola l'e-
ducazione delle figlie.
Com'è organizzata la tua giornata ?
Lavoro come guida spirituale alla
St. f ohn Bosco High Schoo/ tre gior-
ni all a settimana, dalle 8.00 all e
15.00. La mia giornata è vai·ia, ma
buona parte del tempo la dedico agli
incontri personali con le ragazze
che mi avvicinano per pai·larmi
della loro vita, dei problemi, dei
successi e degli smacchi. Visito le
famiglie in caso di lutto, o malattia,
ma spesso per sostenere i genitori
nel compito educativo. Organizzo
per le varie classi i giorni di ritiro
annuali , paite integrante del program-
ma di educazione religiosa della
scuola, che mira a svi luppare attitu-
dini positive e comportamenti che
riflettano i valori cristiani e salesiani.
Che studi hai conipiuto per diven-
tare "cappellano scolastico" ?
In Gran Bretagna si tengono corsi
specializzati per cappellani della
scuola e i Vescovi hanno pubblicato
un documento, in cui sono riportati
criteri e linee di riferimento per tale
ruolo. Sono in continuo aggiorna-
mento. Nella diocesi di Liverpool
c'è una persona responsabile che or-
ganizza incontri periodici per i cap-
pellani scolastici. Qui, oltre allo
scambio di esperienze, ci si con-
fronta sulle problematiche e si ap-
profondiscono temi di spirituali tà,
teologia, pastorale.
Perché hai accettato un tale im-
pegno?
Semplicemente mi è stato chiesto,
e ho detto sì. Come salesiana sento
che il sistema preventivo si conci lia
alla perfezione con questo ruolo.
L'esperienza di questi anni mi ha ar-

3.9 Page 29

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vita. Dipende da come la si fa.
L'alfabeto di Elizabeth me li vonesti.
. , e sono e non co .
Accetta i giovam cosi comhe siano loro a venire da te.
Cerca
l
.
i,
non
as.pettare.acscuno
per
nome . .
ChW:ma c1 mandare a dire.
Invita piuttosto c~e. re li altri.
Coinvolgili nell an~ta ._gche a loro piace.
Fatti
trovare
l'
a
dove
'saolni oineoignnci1t0empo.
Incoraggi
rli mai.
.,
Non ab~andona lla responsabihta.
Provoca
al
dono
,
l1
a
'
1mpegno , a
h c'è in ogni
persona
.
Scopri il buono c e
Sii p~es.ente. i nuovo giorno.
. . meravigliati per ogn
Sorprenditi e Sorridi, sempre. .alcosa per loro.
. l' ando prepari qu
Chiedigli con~ig io qu l'incontro personale.
Trova il tempo per
ricchita, perché il rapporto con gli
altri fa crescere. Credo in quello che
faccio e ho fiducia nei giovani. La
nostra scuola è situata in una zona
povera di Liverpool e i giovani han-
no veramente bisogno di sostegno ,
ascolto, guida. La guida spirituale
ha un "compito" immenso che va
ben oltre le ore di sc uola. La scuola
mi dà libertà di movimento e io
sono a disposizione anche dei do-
centi per cercare insieme il bene
delle ragazze.
Come si raccorda la tua figura
professionale ali' interno del proget-
to educativo della scuola?
Il mio ruolo è riconosciuto e ri-
spettato. Sono a conoscenza del
progetto educativo e delle varie pro-
grammazioni. Da parte mia, perio-
dicamente informo lo staff della
scuola sulle iniziative e gli obiettivi
che mi propongo. Non c ancora
un'équipe costituita. Un sacerdote
viene una volta alla settimana e con
lui mi confronto. Sono in collega-
mento con la preside, e con il re-
sponsabile dell'educazione religiosa.
Le giovani accolgono l'aiuto che
viene offerto loro con il tuo servizio?
Certo. La scuola è grande e non è
possibile conoscere tutte, cerco di
fare del mio meglio. Anche se è una
scuola cattolica, la maggioranza
delle ragazze non frequenta la chie-
sa con regolarità e non fa riferimen-
to a una religiosità solida. Don Bo-
sco mi insegna che bisogna partire
da dove sono e procedere lentamen-
te, facendo appello alla bontà, alla
generos ità, ali' attenzione, al meglio
e al buono che hanno dentro. Cerco
di ai utarle a pregare con la vita e
nella loro vita.
Per me è importante "essere tra le
giovani", perciò cerco di trascorrere
tutto il tempo, compreso quello del
pranzo, con loro, informalmente, e
questo costruisce amicizia e fiducia
che sono essenziali per il mio lavo-
ro. Il rapporto personale resta il mo-
mento privilegiato per la confidenza
ed è atteso con ... impazienza.
Quali sono i problemi su cui si
confi·ontano le giovani?
Le famiglie in difficoltà sono in
aumento. Separazioni, divorzi , rot-
ture generano insicurezza, incostan-
za. Le ragazze sono combattute tra
papà e mamma e la mancanza di se-
renità in famiglia si trasferisce a
scuola. Il condizionamento del grup-
po è determinante riguardo al sesso,
alla droga, al fumo . .. Il desiderio di
crescere "forti" e di far fronte agli
imprevisti della vita urge dentro di
loro .
Quali sogni e speranze ritrovi più
frequenti nel dialogo con le ragazze?
Vogliono essere contro la violen-
za; cercano il dialogo con la fami-
glia e il mondo degli adulti; deside-
rano essere accettate per quello che
sono e non per ciò che di loro appa-
re; sognano molti amici e credono
nella verità; tifano per la pace ed
esigono rispetto.
Avrai programmazioni persona-
lizzate per il tuo servizio ai giovani.
Quali sono i nucleifondamentali at-
torno ai quali lavori?
Molto tempo è riservato ali ' incon-
tro personale e a stabilire un pro-
gramma di vita per ciascuna. Ma ci
sono comunque aree che ritengo im-
portanti e che tengo presenti quando
preparo le ini ziative, i momenti di
preghiera, le giornate di ritiro: ri-
spetto della persona, confidenza, e
puntare al positivo.
IJS OTTOBRE 1999

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
SCUOLA CATTOLICA
IN ITALIA
Primo rapporto
Centro Studi
per la Scuola Cattolica
(a cura di)
Ed . La Scuola,
Brescia 1999
pp. 352
"Nel pluralismo culturale
e scolastico la scuola
cattolica diventa espe -
rienza di maturazione
della stessa coscienza
civile, perché non difen-
de privilegi , ma promuo-
ve diritti ampi e univer-
sali , educa all 'uso cor-
retto dei mezzi demo-
cratici , forma i cittadini a
scelte di libertà e di rea-
le promozione umana e
sociale del nostro Pae-
se" (CEI) . Il problema in-
teressa tutti i temi e i sog-
getti della scuola cattoli-
ca : genitori e figli ; finali -
tà e contenuti ... Il volu -
me presenta il primo rap-
porto sulla "Scuola Cat-
tolica", valutandone l'at-
tualità, riportando i risul-
tati di un primo censi-
mento, presentandone
la situazione nel cammi-
no delle riforme scolasti -
che , inserendola nel pro-
getto culturale della Chie-
sa italiana. Offre così un
suo contributo al dibatti-
to in corso sulla parità.
OTTOBRE 1999 BS
~
~~~SfBILE
LETTERA
AL DUCA DI NORFOLK
Coscienza e libertà
di John Henry Newman
Edizioni Paoline,
Milano 1999
pp.456
La lettera riporta la contro-
v ers ia sul problema del
rapporto tra coscienza e
libertà. È "il più bell 'omag-
gio reso da Newman alla
Chiesa, cui ha consacrato
la vita intera. È il testo più
completo che egli abbia
scritto sulla Chiesa" (B .D.
Dupuy) . Esprime l'insoppri -
mibile desiderio di verità
che lo fa avventurare con
audacia alla ricerca del Cri-
sto vivente . Newman ri -
sponde a Gladstone , che
aveva pubblicamente affer-
mato la non libertà di co -
scienza dei cattolici dopo
la proclamazione dell'infal-
libilità del Papa. Afferma :
"La coscienza è l'originario
vicario di Cristo . È profetica
nelle sue informazioni , so -
vrana nella sua perento-
rietà, sacerdotale nelle sue
benedizioni e nei suoi ana-
temi ; e se mai potesse ve-
nir meno nella Chiesa l'eter-
no sacerdozio , nella co -
scienza rimarrebbe il prin -
cipio sacerdotale ed essa
ne avrebbe il dominio".
.fo/.;11 /--le111_J• Ne11'1mlll
LETTERA
AL DUCA
DI TQRFOLK
Col(ieu~, t libt,tìt
CATECHISTI OGGI
Note di catechetica,
psicopedagogia
e didattica
per la pastorale evolutiva
di Giuseppe Cionchi
LDC , Leumann(To) 1999
pp. 344
G il:JSEPPE GiONCHI
eESSERE
CATECHISTI
CATECHISTI
OGGI
Note di
co tec hetico,
psicopedagogia
e didattico
~fi.~f'~~~j~
In ogn i parrocchia con l'ini -
zio dell'anno catechistico si
verifica sempre la difficoltà
da parte dei catechisti di
assolvere ad un compito
delicato e urgente. Questo
manuale didattico-operati-
vo li potrebbe aiutare, sin-
golarmente o in gruppo , a
interpretare e attualizzare
gli itinerari promossi dai
catechismi , offrire una pi-
sta per l'auto-formazione ,
e stimoli per la preparazio-
ne degli incontri .
L'opera è un valido stru-
mento di lavoro che può
rendere i catechisti più ca-
paci di un servizio efficace
in un campo così importan-
te per la vita della Chiesa:
acquisire una nuova men-
talità nella catechesi , assi-
milare le caratteristiche del -
la persona matura da un
punto di vista religioso , ser-
vi rsi di nuove prospettive
per una educazione globa-
le, offrire strumenti didattici
per un incontro di cateche-
si partecipato, attivo, effica-
ce , gratificante .
AMO DUNQUE SONO
Presupposti antropologici
della civiltà dell'amore
di Sabino Palumbieri
Edizioni Paoline,
Milano 1999
pp. 274
L'amore è una riserva sa-
cra di energia, come il san-
gue stesso dell'evoluzione
spirituale , l'energia dello
spirito in parallelo all'ener-
gia del cosmo . Da sempre
per l'uomo l'amore è desi-
derio e mistero. Il saggio del
noto autore invita a riflet-
tere sull 'amore scavando
nei dinamismi della co-
scienza. Oggi , più che mai ,
il tema si colloca di fatto fra
analfabetismo e scettici-
smo , perché si presume di
conoscerne i codici essen-
ziali , ed invece si assiste
alla sfiducia totale dell'atti-
tudine umana ad amare . In
tale confusione di valori il
saggio intende fare chia-
rezza, passando dal "cogi -
to ergo sum " di Cartesio al-
l"'amo ergo sum " di Mou-
nier, riflettendo anche sulla
valenza storico-sociale dei
filosofi della relazione in-
terpersonale . L'io/tu per un
noi più ampio deve diven-
tare il referente per un'eco-
nomia e una politica a mi-
sura umana.
SABINO
PALUMBIERI
AMO
DUNQlJE
SONO
Presupposti antropologici
della civiltà dell'am ore

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~ E IL PLUR
~ sroRJCE H À
IO NON Ml VERGOGNO
DEL VANGELO
Dieci provocazioni
per la vita quotidiana
del cristiano comune
di Luigi Accattali
EDB, Bologna 1999
pp. 11 O
mioi.nveorngogno
del Vangelo
DIECI
PROVOCAZIONI
PER LA VITA
QUOTIDIANA
OEL CRISTIANO
CO MUNE
ool]
L'autore propone dieci pro-
vocazioni in vista di una
uscita cristiana allo scoper-
to della propria vita: come
organizzare la casa e la
giornata; come realizzare
un rapporto libero con il
lavoro e il denaro , i media
e la vacanza; come vivere
la relazione di coppia e di
famiglia, il tempo libero e
la domenica in modo che
si veda la nostra fede . Con
esempi vissuti e col lin-
guaggio secolare , si de-
scrive una proposta libera
e fedele per il cristiano del
terzo millennio. Si tratta del-
la possibile applicazione
dei consigli evangelici nella
nostra epoca, per la quale
non vi sarà profezia se non
tornerà a farsi profetica la
vita del cristiano comune.
In realtà, la nostra epoca
presenta dei vantagg i per
la vita cristiana: uno di essi
è la libertà di presentarsi
come credenti senza che
si provochi un rigetto .
PADRE PIO COSÌ
PREGAVA E INSEGNAVA
A PREGARE
di Alessandro da Ripabottoni
Ed . Paoline, Milano 1999
pp. 174
Ogni cristiano , se vuole es-
sere veramente tale , è chia-
mato a dare alla propria
esistenza un orientamento
di fondo attraverso la pre-
ghiera, perché Dio tocca
ciascuno nel profondo del-
la coscienza . Chi prega è
un mendico che bussa alla
misericordia di Dio : se sei
umile preghi ; se non sei
umile reciti preghiere. For-
se oggi nella Chiesa si di-
cono preghiere ma non si
insegna ad assumere at-
teggiamenti di preghiera.
Padre Pio è dichiarato bea-
to dal Papa non solo per le
sue virtù taumaturgiche,
scientificamente provate,
ma specialmente perché
può essere per tutti i cri-
stiani un modello di vita
spirituale e di preghiera.
~ - - m ~ d i tiamo- - ~
con
Pa dre Pio
PADRE PIO
COSÌ PREGAVA
E INSEGNAVA
A PREGARE
di Ak=nJro ~ Ri~h,.moni
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA . I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dir ett ament e all e ri spettive
Editrici.
BARTOLO LONGO
IN DIALOGO CON
DON BOSCO E DON RUA
(1885 e 1892-93)
di Pio Del Pezzo
Pontificio Santuario ,
Pompei 1999
pp. 190
,u:s,ic,;1,u,:v~ ,.,,1111<J 1.1),r.n 11:1: r,y ,wm /IF011 ,ru 1tUJC 1rn.1
r fff.J.U f'lf:r~ ..n JIFllDr.lrlll~/1 1'01/rl l
Bartolo Longo
i11 <l iaJo~u l'On
Don Bosco e Don Ilna
(llllla r 1892-03)
POSTIFIClll'ì.ANTUARIOO!f'11\\\\rl l ltn
Spulciando negli archivi .. .
l'autore scopre una serie di
relazioni fra personaggi
che hanno inciso nel socia-
le (Bartolo Longo e don Mi-
chele Rua) per una provvi-
denziale convergenza . Es-
sa si impernia sulla singo-
lare relazione di tipo molto
familiare e sulle implicanze
che essa comporta, tenen-
do presente che ambedue
oggi sono stati dichiarati
"Beati" dalla Chiesa. Viene
nel testo evidenziata la lo-
ro capacità di ispirati co -
struttori di significative real-
tà che, pur radicate sulla
terra, svettano tuttavia ver-
so il cielo . Bartolo Longo,
teso nello sviluppo di una
mirabile Opera, che si con-
figura come una autentica
rivoluzione della carità e
rinnovata diffusione del cul-
to alla Vergine . Don Rua,
impegnato a continuare,
consolidare ed espandere,
nell 'assoluta fedeltà al fon-
datore, la straordinaria O-
pera di Don Bosco .
S. AGOSTINO
La polemica
antimanichea.
Il problema del male
Dario Trapé (a cura di)
RES Editrice, Milano 1998
pp. 850
Il volume presenta le opere
antimanichee di Sant'Ago-
stino, approfondendo il pro-
blema del male e della sua
soluzione con le polemiche
che il santo filosofo ha
condotto contro gli eretici,
tra problemi di ortodossia e
cattive interpretazioni filo-
sofiche. Si presenta dap-
prima la dottrina dei mani-
chei che predicavano una
religione universale con
una dottrina di due Princi-
pi: il Dio buono e il Dio cat-
tivo, per cui il mondo risul-
ta inesorabilmente compo-
sto di bene e di male . Su
questa terra il male trionfa
sul bene ed anche Dio è
stato succube del male.
Per Agostino, invece, tutto
ciò che esiste, in quanto
esiste, è buono . Dio è il
principio che crea e con la
creazione spiegata razio-
nalmente risponde a tutti i
problemi posti dai Mani-
chei . La creazione prova
che Dio è il sommo bene
ed esclude il principio del
male . Nessun dualismo: il
mondo non è satanico per
natura.
S. AGOSTINO
LA POLEMI CA ANTI M ANI CHEA
fracu?iornl o, 0,'\\FIO TRAPE o3."
IL PR0BLEMA DEL MALE
flES EOlllllCE
~ll t.Arl0
BS OTTOBRE 1999

4.2 Page 32

▲back to top
- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrero
GELOSIA TRA FRATELLI
"Mamma, quand'è che riportiamo il fratellino all'ospedale?"
sbotta un bambino con aria scocciata, gelando il clima familiare.
"Mia figlia ha tentato di soffocare il fratellino con un cuscino ... "
confessa una giovane madre spaventatissima. Ma un ometto alto
un soldo di cacio ammette spavaldo: "lo ho la macchinetta
sui denti e mio fratello una benda su un occhio. Quando stiamo
insieme, all'asilo, siamo una forza: facciamo paura a tutti ... ".
11 sottosistema familiare formato
dai figli , spesso sottovalutato , è
uno spazio fondamentale in cui i
bambini imparano molti degli ele-
menti basilari della vita con gli altri.
La famiglia allargata , con più figli ,
però fa paura: "Sta per nascere il
mio secondo figlio e mi spaventa
affrontare la gelosia del primo ; io
da piccola ne ho sofferto tanto ... ",
riconosce una mamma. La gelosia
tra fratelli , con il suo corteo di litigi ,
ripicche , dispetti , lacrime , regres -
sioni , chiusure, aggressioni, preoc-
cupa ed esaspera i genitori . Che
cosa pensarne?
Non esiste una strategia sicura
per evitare la gelosia. E un senti -
mento "forte" ed è inevitabile che e-
sista. Per risparmiare inutili soffe-
renze ai bambini , è importante che
i genitori "accompagnino" la gelosia
e permettano ai bimbi di esprimerla
senza drammi e senza giudizio mo-
raie . Un bambino è capace di tutto
per evitare sofferenze insostenibili :
si ammala, regredisce , si caccia nei
pericoli ... Occorre dare al bambino
i mezzi per sostenere una situazio-
ne di rivalità che può essere molto
pesante. Per questo i genitori devono
mettere in atto alcuni accorgimenti .
Dare a ciascuno un posto nella
famiglia . La famiglia è una costel-
lazione in cui tutte le stelle sono
importanti e nessuno occupa il po-
sto centrale . Alcuni bambini sono
terribilmente gelosi solo perché era-
no abituati a considerarsi piccoli
tiranni assoluti. È utile continuare
ad offrire al bambino esperienze
positive e gratificanti , che non lo
facciano sentire messo da parte e
gli diano la possibilità di constatare
che si può ricevere affetto anche in
forme diverse . Non si deve sovrac-
La gelosia è un sentimento natu-
rale. Tutti coloro che amano prova-
no questo sentimento che nasce
dalla voglia di "possedere " total-
mente ciò che si ama. Nessuno è
"cattivo " solo perché è geloso : è
solo uno che non ha ancora impara-
to ad amare bene. Chi non è capa-
ce di amore non dimostra nemme-
no gelosia. I fratelli devono affron -
tare, talvolta in tenera età, una pro-
va tremenda: dividere lo stesso pa-
pà e la stessa mamma. È un senti-
mento che nasce presto: il primo di
cui i bambini sono gelosi è il padre.
E i papà di fresca nomina conosco-
no bene le punte di gelosia nei
confronti del bebè che monopolizza
la mamma. Ci sono anche genitori
gelosi dei figli .. .
La gelosia è una tappa della cre-
scita da superare. Esistono adulti
che sono rimasti in panne per quan-
to riguarda la gelosia : bloccati a
livello infantile , la man ifestano in
modo imbarazzante e talvolta dram-
matico. Il bambino deve essere aiu-
tato ad uscire dalla trappola delle
relazion i esclusive.
OTTOBRE 1999 BS

4.3 Page 33

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il genitore
di Marianna Pacucci
MAMMA, MA TU A CHI
VUOI PIÙ BENE?
Forse nella nostra famiglia non siamo particolarmente afflitti
dal problema delle piccole o grandi gelosie: da questo punto
di vista i nostri ragazzi sono abbastanza amabili. Al massimo,
nello svolgimento delle occupazioni quotidiane si stabilisce
un po' di sana competizione senza violare le regole del gioco
o mancare di rispetto al proprio antagonista. Questa fortuna
che ci risparmia le scenate, credo sia dovuta a vari fattori.
caricare di responsabilità il primo-
genito , né perdonare tutto al più
piccolo. Mai usare frasi del tipo :
"Ced i, tu se i più grande " perch é
l'essere grandi sembrerebbe solo
una fregatura . Nelle fam igl ie con
tre figl i, la pos izione del figlio di
mezzo è la più difficile, perché non
ha i vantaggi del primo figlio né
quelli del più piccolo . Mai chiudere i
bambini in un ruolo : il piagnone , il
distratto , il bugiardo , lo studioso ...
Può essere molto pericoloso .
Evitare la tentazione di allevare i
figli "insieme". Ogn i bambino ha
la sua natura, le sue aspettative , il
suo ritmo e il suo modo di essere.
Non esistono i bambin i al plurale,
ogni bambino è prezioso al singola-
re. I genitori devono in tutti i modi
resistere alla tentazione di fare
paragoni. Ogni bambino ha il diritto
di sentirsi differente e amato nelle
sue differenze . Il compleanno , che
segna una data importante della
storia personale di ciascuno , è l'oc-
casione per dimostrarglielo . Le diffe-
renze vanno valorizzate e tutti han-
no diritto , in certi momenti, all 'at-
tenzione totale di mamma e papà.
In caso di litigi, o accesa rivalità,
è importante stabilire delle rego-
le. La prima può essere molto sem-
plice : non si è obbligati ad amarsi o
a giocare insieme , ma tutti sono
obbligati a rispettarsi, sempre e co-
munque. \\ bambini devono Ìf:'para-
re ad applicare le norme d1 base
della convivenza.
O
In primo luogo, devo confessare
che la nostra è una famiglia per
tanti versi 'perdente': non ci appar-
tengono la rincorsa al successo , il
voler avere qualcosa a tutti i costi ,
la disponibilità ad emergere sugli
altri. La nostra esistenza è fatta di
affetti, di lavoro, di impegni di vario
tipo con gli altri e per gli altri ; vivia-
mo in fretta come tante altre fami -
glie, ma la direzione di marcia e il
senso della meta ci portano da
tutt'altra parte rispetto ai valori che
la società ci propone . Soprattutto ,
siamo convinti che condividere il
cammino valga quanto raggiungere
un obiettivo.
Questa consapevolezza i figl i l'han-
no in qualche modo assimilata sin
dai tempi del biberon e quindi sono
cresciuti nella certezza che ciò che
uno è vada al di di quello che fa
e che ha ; non hanno dunque biso-
gno - o almeno non lo hanno di-
mostrato tinora - di recuperare el~-
menti di grati ficazio~~ in cambio
del loro impegno quot1d1ano .
E
Oltre al clima che hanno re-
spirato in casa, credo che i nostri
figli siano stati preservati dalla gelo-
sia grazie ad una particolare impo-
stazione della nostra relazione edu-
cativa , che ha puntato su alcuni
elementi semplici ma importanti.
Sin da piccoli abbiamo soste-
nuto con loro che il nostro affet-
to è fatto di varie qualità, che non
possono essere rendicontate at-
traverso la contabilizzazione del
dare e dell'avere: fra persone che
si vogliono bene la regola princi-
pale è il senso della gratuità. Chi
sente il bisogno di chiedere , di ri-
vendicare, di esigere, si allontana
progressivamente e irreversibil-
mente dalla fonte originaria del-
l'amore.
È stato anche relativamente ta-
cile far capire ai ragazzi che la
nostra sollecitudine si manifesta
in torm e d ive r se pe r c h é si_ r _a_p -
porta a esigenze e . poss 1b~l1tà
personali che sono d1fferenz1ate
BS OTTOBRE 1999

4.4 Page 34

▲back to top
quanto più sono autentiche .
Ciascuno dei figli viene soste-
nuto e accontentato nei suoi bi-
sogni , se sono reali e validi ; ma
non deve mai lasciarsi prendere
dalla tentaz ione di confrontare
ciò che riceve con quanto ottie-
ne l'altro fratello/sorella. L'amo-
re vero non punta a un 'equità
distributiva, ma alla personaliz-
zazione dell a relazione affettiva
nel dono della vita ; da questo
punto di vista , non ci dispiace
affatto essere genitori "ingiusti".
Anche le diverse forme di
"bravura " personale in cui i
due figli si cimentano e di cui
spesso danno valide prove ven-
gono accuratamente valorizzate
all 'interno della famiglia, ma non
ci passa neppure per la testa di
compararle . Li sollecitiamo a fa-
re meglio che possono in ogni
impegno, ma il risultato finale
non ci interessa troppo : la lode
riguarda l'intensità dello sforzo,
non la prestazione in se stessa.
I
Allo stesso modo siamo attenti
nel valutare errori e difetti per
correggerli , piuttosto che per
farne occasione di umiliazione.
Infine, credo che siamo riu-
sciti, soprattutto nelle fasi
della crescita in cui può preva-
lere l'egocentrismo, a far si che
i figli comprendessero e apprez-
zassero l'idea che nessuno tie-
ne per sé quel che possiede o
realizza ; nessun talento natu-
rale , nessuna ricchezza interiore
rimangono tali se non vengono
generosamente condivisi con gli
altri e utilizzati per il bene del
prossimo .
Alessandra e Claudio hanno
ormai imparato che non serve a
nulla chiedere : "A chi di noi due
vuoi più bene? ". Sono abbastan -
za furbi da comprendere che la
soluzione ai problemi della vita
non viene dalle risposte che uno
ottiene , ma dal modo in cui egli
stesso formula le sue domande di
senso. Peraltro sono rassicurati
dal fatto di avere una mamma ex-
tralarge , che può offrire quotidia-
namente a ciascuno di loro una
razione abbondante di affetto e di
attenzione e, quando serve , un
goloso e 'bilanciato ' dessert di
c occole .
O
OTTOBRE 1999 B S
CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
FECONDITA'
L'articolo 30 affonda la riflessione
sul Gruppo e sulla sua fecondità:
sta infatti crescendo attorno al carisma
una grande famiglia, che va esprimendo,
per sfaccettature diversificate,
la ricchezza insita nelle intuizioni
e nella vita di Don Bosco.
Articolo 30: "La conoscenza e
l'apprezzamento dell 'indole pro-
pria di ogni Gruppo".
D La scelta dei giovani , specie
abbandonati e in difficoltà, accolti e
accompagnati con la metodologia
preventiva (ragione, religione , amo-
revolezza) , è il paradigma per ogni
progetto di pastorale giovanile intra-
preso sull 'onda lunga che Don Bo-
sco ha lasciato come testamento ai
suoi figli. Da qui prende piede e si
allarga un nuovo sviluppo, originato
dalla genialità e dall'esperienza vis-
suta concretamente dal nostro san-
to a Valdocco e nelle opere a cui
successivamente ha messo mano,
per espandersi in una originalità che
chiama ad altrettanta originalità.
D Oltre ai salesiani , alle Figlie di
Maria Ausiliatrice e ai cooperato-
ri , che sono il nucleo originario alla
cui fondazione Don Bosco dedicò
tempo , energie e impegno formati -
vo , sorgerà più tard i una costella-
zione di altri gruppi , tutti in stretta
connessione con il carisma del fon -
datore . Sono i giochi di fantasia del -
lo Spirito che trova una risposta ad
hoc a tutte le sfumature del carisma.
Ancora vivente Don Bosco, na-
sce l'Associazione dei Devoti di
Maria Ausiliatrice che tiene vivo il
costante riferimento alla "Signora
del sogno", come anche l' Unione
degli exallievi, testimonianza evi-
dente della grande presa emotiva
di Don Bosco , ma anche dell 'effi -
cacia della sua pedagogia e della
qualità del suo insegnamento . Que-
sti primi movimenti attorno alla sua
fondazione ne testimoniano la pro-
digiosa fecondità.
Il Rettor Maggiore dei salesia-
ni è il garante della fedeltà a que-
sto carisma e presiede alla comuni-
cazione e alla comunione fra i grup-
pi e la congregazione . Egli opera
affinché la conoscenza di questo
esistente ricco e articolato, che nel
tempo va affermandosi , non sia so-
lo fonte di soddisfazione per la fe -
condità cre scente dello spirito di
Don Bosco, ma anche forza nuova
per entrare nel mondo dei giovani .
D

4.5 Page 35

▲back to top
I NOSTRI MORTI
GOTTARDELLO sig. Mario, salesiano ,
t Castelfranco Veneto il 28/04/1999
a 68 anni.
Una vita dedicata a Don Bosco, al lavoro,
ai giovani. In questo trinomio si può riassu-
mere l'intera esistenza del signor Mario. A
Don Bosco ha conseg nato tutto se stesso,
i tesori del suo cuore buono, della sua in-
te lli genza vivace ; l'ha amato e seguito
sempre con la massima seren ità e deter-
min azione . Al lavoro si è applicato con
intelligenza creativa ed energia: abilissimo
maestro tipografo , è stato responsabile
della sezione tipografica del Pio Xl a
Roma, direttore tecnico della prestigiosa ti-
pografia vaticana dell 'Osservatore Roma-
no, maestro apprezzato in quella del Colle
Don Bosco, e, infine, fondatore della scuo-
la grafica di Gatchina (San Pietroburgo) in
Russia. Ai giovani ha dato il cuore. Non si
è mai risparmiato , fino all'ultimo . Su lla sua
bara gli ultimi suoi allievi , forse i più amati ,
quelli di Gatchina, hanno posto un'opera
da loro stampata, frutto del suo insegna-
mento: un catechismo in lingua russa con ,
in copertina, un volto di Cristo formato dal
volto di tanti giovani.
DAVÒ sig . Giuseppe, exal lievo,
t Asti il 08/05/1999 a 88 anni.
Per oltre sessant'anni ha stampato manife-
sti , giornal i, volantini , biglietti. Fu la sua
arte e la sua passione , iniziata da quando
aveva appena 13 anni e mai più lasciata:
la ragione della sua vita. Collezionava tutto
ciò che usciva dalle tipografie : volantini ,
locandine , manifesti , giornali locali . Nel
1958 gli era s\\ata conferita la medaglia
d'oro "FEDELTA AL LAVORO". Dal lontano
1939 iniziò a frequentare i salesiani cui
restò sempre legato . Teneva molto al suo
diploma di exallievo. Negli anni 60 colla-
borò alla formazione e alla cura del gruppo
dei ministranti della parrocchia S. Martino:
un bell'esempio di co llaborazione nell"edu-
cazione . Sereno, generoso, attaccato al la-
voro e alla famiglia, buon padre e impareg-
giabile maestro nella sua professione , è
tornato alla easa del Padre accanto al la
moglie Luigia che lo ha preceduto di 33
anni.
SAVINO sig . Antonio , salesiano,
t Roma il 31 /03/1999 a 93 anni.
PARLAVECCHIO Giovanna,
cooperatrice ,
t Marsala (TP) il 18/02/1999 a 73 anni.
Durante la sua esistenza fu sempre vici na
con la preghiera e l'attività a Don Bosco e
ai salesiani , prima nell 'oratorio femminile ,
poi in parrocchia. Per 16 anni fu segretaria
del l' Ufficio Parrocchiale . Lavorò nell 'Unio-
ne Cooperatori e nel Laboratorio Mamma
Margherita, con grande zelo ed entusia-
smo. Maria Ausiliatrice , Don Bosco e Do-
menico Savio furono sempre i suoi modelli
di vita e i suoi veri amici. Semplice ed umi-
le, manifestò sempre grande attaccamento
al le opere salesiane e ai figli di San Gio-
vanni Bosco .
MION sac. Giacomo , salesiano ,
t Torino il 2/10/1998 a 86 anni.
Don Giacomo è un nome da ricordare. Fu
un uomo di grande cultura, e di grande
ingegno , e un grande pastore di anime ,
amico dei suoi giovani allievi e delle loro
famiglie . Per quaranta anni a Lombriasco
plasmò migliaia di giovani e avvicinò altret-
tante famiglie . La lunga malattia lo ha pro-
strato nel fisico ma non ha scalfito la sua
grandezza d'animo e la sua serenità esem-
plare . Quaranta anni di fedeltà scritti nel li-
bro della vita come nel cuore e nella me-
moria di confratelli , ex alunni , e famiglie.
Lascia come eredità un profondo amore
alla vita con tutte le sue più svariate sfu-
mature , che possono andare dal mettersi
gene ro samente al servizio dei giovan i
come formatore e insegnante , al seguire
con interesse una partita di calcio ; dal colti-
vare profonde amicizie , esprimendo grati -
tudine anche per i più piccoli lavori ricevuti ,
alla laboriosità co stante e intelligente in
svariati campi , alla preghiera semplice ,
sentita e prolungata. Ringraziamo 11 Signo-
re che ce l'ha dato.
Il signor Savino è morto carico di anni e di
meriti . Fu un uomo giusto , un coadiutore
disponibile , sacrificato , scrupoloso. La sua
vita fu certamente un esercizio di fiducia in
Dio e di affetto per gli altri , che ha servito
in umiltà e mitezza. Due comunità soprat-
tutto godettero della sua presenza discreta
ed efficace: il S. Cuore e il Pio Xl. Eccel-
lente tipografo, amò la sua arte come amò
Don Bosco . L'aveva presa come un apo-
stolato e ci metteva tutto se stesso, era
convinto che si potesse evangelizzare
sempre e comunque, che qualunque me-
stiere potesse essere "sacerdotale", cioè
adatto per diffondere la Paro la. Aveva
inventato un oratorio particolare , dove rac-
coglieva tutte le sere per farli giocare quell i
che non avrebbero mai varcato la soglia
dell'oratorio istituzionale. A loro riservava
la sua esortazione di "buona notte" e qual-
che "parolina" all'orecchio , alla Don Bosco.
E proprio questi ragazzi difficili divennero i
suoi più ricordati exallievi. Di lui un confra-
tello ha detto: "Il signor Savino è stato un
Domenico Savio cresciuto fino a 92 anni!"
È bello tramontar~
dal mondo verso ~10
affinché in Lui
si possa risorgere / .
(S . Ignazio di A11tiocl11a)
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni , annunci amo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d 'un legato:
« .. . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco , con sede in
Roma (oppure all'Istitu.to
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire ... , (oppure)
l'immobile sito in .. . per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cri stiana .
E
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati :
«... annullo ogni mia
precedente di sposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(lu.ogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
BS OTTOBRE 1999

4.6 Page 36

▲back to top
L/;1/E
QUANDO MAO ?
r,,
ANDAVA
DIMODA
di Serena Manoni
Come ha conosciuto i Salesiani?
Sono nato a Shanghai nel 1919, in una famiglia nume-
rosa e molto religiosa. Sono andato a scuola dai Gesui-
ti . Mio fratello maggiore cominciò a lavorare come inse-
gnante presso la scuola salesiana di Shanghai . Verso i
14 anni io volevo studiare, diventare prete, ma i miei
genitori volevano che andassi a lavorare. Ho insistito e
pregato ... Dopo un mese il direttore accettò mio fratello
come aspirante, e qualche tempo dopo anche me.
Con l'arrivo dei comunisti che cosa è cambiato?
I comunisti presero il controllo di Shanghai nel maggio
del 1950. lo fui ordinato il 29 giugno . Mi fu dato l'incari-
co di assistente degli aspiranti. Verso la fine dell 'anno
cominciarono i problemi ...
Che tipo di problemi?
I comunisti volevano che tutti i cristiani , soprattutto i
preti , facessero pubblica rinuncia di obbedienza al
Papa. Organizzavano incontri per "cambiare mentalità"
- così li ch iamavano - e convincere la gente a lasciare
la Chiesa di Roma. lo non sono mai andato a quegli
incontri , e cominciai a ricevere minacce.
Cosa facevano gli altri confratelli?
Le valigie! Tutti i missionari stranieri dovettero lasciare
Shanghai . lo rimasi l'unico prete responsabile della
scuola.
OTTOBRE 1999 BS
L'ho incontrato quasi per caso,
giovane inserito in maniera
invidiabile nei suoi BO anni, la gerla
carica soprattutto di preghiera e di
ricordi. Fermo nelle sue convinzioni,
tranquillo in mezzo alle peripezie
che i tempi gli avevano riservato,
restio a parlare. Ho insistito
anche quando aveva detto che no,
non voleva rispondere.
Poi, all'improvviso, si è deciso...
Perché venne arrestato?
L'accusa era di lavorare per gli stranieri , nem ici del
popolo, ecc. Mi fecero un processo pubblico, di fronte a
tutti gli studenti , ma a dire il vero non avevano molte
accuse da muovermi , perché ero un prete giovane, e
praticamente non avevo ancora cominciato a lavorare.
L'accusa principale era di obbedire agli stran ieri ,
soprattutto al Papa , e di non osservare la dottrina
"socialista".
Lei come reagì?
Cominciai ad usare una tattica che non ho più cambiato
per 40 anni : non rispondevo , non parlavo, pregavo e
basta. Mi dicevano : "Dicci cosa pensi! ", io tacevo , e
chiedevo a Dio di starmi vicino .
Quale fu la reazione dei cristiani, degli insegnanti,
degli studenti?
Molti erano buoni cristiani , ma la paura era tanta, e
nessuno osò difendermi. Altri credevano veramente
che il comunismo fosse buono .
E poi?
Mi dissero che il mio modo di pensare era profonda-
mente sbagliato, e dovevo andare in un "campo di lavo-

4.7 Page 37

▲back to top
ro" per cambiare mentalità. In cinese quel tipo di puni-
zione si chiamava infatti "campo per la rieducazione
attraverso il lavoro".
Per quanto tempo?
All 'inizio doveva essere per soli tre anni , ma, appena
terminati mi dissero che ancora non ero cambiato , e
non potevano lasciarmi andare .. . Così ho trascorso più
di 35 anni nel campo!
Più di 35 anni... È una vita! Come era la situazione
nel campo di lavoro?
Eravamo divisi in gruppi di 12, con un capogruppo e un
vice che prendevano ordini dai comunisti. Il cibo era
poco, il lavoro molto .
Che tipo di lavoro?
Lavoravamo in campagna ; 9-1 O ore al giorno, e d'esta-
te , quando c'era il raccolto, anche 15/16.
Come era la relazione con gli altri detenuti?
lo non parlavo con nessuno , primo perché potevano
tradirmi , e secondo perché non c'era niente di cui parla-
re. Molti si lamentavano e inveivano ; io decisi di fare
come Gesù davanti a Pilato , tacere!
Non ha davvero mai parlato?
Beh, una volta sì, quando mi chiesero: "Credi ancora in
Dio o hai cambiato idea?". Ho risposto : "Certo che ci
credo! ". Non ho detto altro. Un giorno qualcuno rubò
qualcosa, mi dissero: "Tu sei un prete, digli che rubare
è sbagliato". Non dissi niente .
Era dura?
Ero un caratteraccio, mi infiammavo facilmente , ma al
campo ho imparato a non dire niente . Pregavo conti-
nuamente.
Sempre senza parlare?
. Nel campo la gente si fidava di me, perché dicevano
'tanto quello non parla'. Mi ricordo il giorno in cui mi
sussurrarono: "Mao è morto , Mao è morto!".
Quando venne rilasciato?
Dopo l'avvento di Deng Xiao Ping fu introdotta una leg-
ge che permetteva ai detenuti dei campi di lavoro di
"andare in pensione" dopo i 65 anni. lo uscii nel 1985 o
'86 , non ricordo bene .
E cosa fece?
Tornai alla vecchia casa della mia famiglia. Dove pote-
vo andare? I salesiani non c'erano più! Cominciai di
nuovo a dir messa tutti i giorni. Un giorno la polizia arri-
va e mi dice: "Cosa fai? Sei appena uscito da un cam-
po di lavoro e dici messa? ". "Prete è il mio lavoro,
cos'altro posso fare?". Fui portato alla stazione di poli -
zia, ma ormai ero vecchio. "Cosa posso fare? - dissi -
Sono un prete, che altro lavoro posso trovare per man-
tenermi?". Mi lasciarono andare. Ma qualche tempo do-
po vennero di nuovo , per cinque o sei volte. Ogni volta
dicevo : "Sono vecchio , sono da buttare , lasciatemi in
pace , cosa volete ancora da me?".
Qualche ricordo particolare?
Un giorno ci fu nella regione una terribile alluvione. Re-
stammo senza cibo per tre giorni . Quando un po' di riso
arrivò , le guardie mi dissero: "Tu puoi aspettare un gior-
no in più , perché non hai ancora cambiato mentalità".
Ricordo anche che quando dovevamo portare carichi
pesanti io camminavo molto lentamente, per non dover
fare tanti giri ...
Come ha fatto a resistere tanto a lungo nel campo?
Non facevo altro che pregare. Durante il tempo di ripo-
so gli altri chiacchieravano , io dicevo il rosario . Durante
il lavoro nei campi lo stesso. Un giorno i miei compagni
mi dicono : "Ma cosa te ne stai sempre da solo, vieni a
giocare a carte con noi , sei giovane, cosa borbotti tutto
il tempo?". Dicevo il rosario . Un giorno i comunisti mi
dicono : "Dai , cosa ci vuole? Rinnega la tua religione ed
esci subito! ". Dio mi dava forza , sa come?
Come?
Mi metteva in testa questo pensiero: se rinnego la fede ,
Dio non mi vuole più , la mia famiglia non mi vuole più , i
salesiani non mi vogliono più . Solo i comunisti mi vo-
gliono ... che bel guadagno!
Eravate in tanti nel campo?
Tantissimi , e i campi di lavoro erano ovunque. lo stesso
sono stato in tre campi diversi .
E adesso la situazione come è?
.. . Se spegni il registratore te lo dico!
o
BS OTTOBRE 1999

4.8 Page 38

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Difensori dei pellegrini, quando viaggiare era rischioso: i cavalieri
FEDE EFERRO
SULLA VIA
di Giovanni Eriman
"Dieu le volt!", Dio lo vuole! Il grido
riempì le contrade d'Europa proprio sul
finire del secolo XI e servì a radunare
un grande esercito per
strappare Gerusalemme,
la Città Santa, all'orda
di pastori/guerrieri, chiamati
turk (forza) per la loro forza
selvaggia, che nel 1078
l'avevano occupata.
I'
'
'
..'~. ·.
~- \\·.~\\1.~
-~'t-
ft
O ggi gli strateghi della guerra
non avrebbero scommesso
una lira sulla capacità di
quell ' armata "raffazzonata" che sul
finire del secolo XI marciava contro
i turchi. Pochi i professionisti della
guerra, molti i contadini, i rifiuti
della società, i poveri spinti più dal
miraggio della ricchezze che dalle
idealità religiose; numerosi anche
quelli che fuggivano la peste, la ca-
restia, le inondazioni, i briganti.
Animati, almeno alcuni, da autenti-
co spirito religioso ma da nessuna
tecnica di guerra si mossero agli or-
OTTOBRE 1999 8S
dini di un frate, Pierre l'Ermite e di
un cavaliere di Borgogna, Gualtie-
ro-senza-averi ... che è tutto dire!
Furono massacrati. Ovviamente. Ma
dietro di loro un 'armata vera, guida-
ta da Goffredo di Buglione, arrivò
sotto le mura di Gerusalemme e la
strappò ai turchi. Poi, in gran parte,
gli eserciti rientrarono nelle rispetti-
ve nazioni.
ALLORA NACQUERO...
Fu allora che un nobile cavaliere,
Ugo di Pagani, e otto compagni
d'arme giurarono di rimanere a di-
fendere i pellegrini che si recavano
a visitare il sepolcro di Cristo. Si
chiamarono "Poveri Cavalieri di
Cristo". Monaci , un po' particolari ,
ispirati alla regola agostiniana, con
un a peculiarità: assieme al breviario
avevano la spada. Erano nati i mo-
naci guerrieri, che riempiranno la
storia per circa 200 anni.
A Baldovino Il, re di Gerusalem-
me dopo Goffredo, non sfuggì I' im-
portanza che potevano assumere
quei religiosi di nuovo stile nel si-
stema di difesa mediorientale, dal
momento che aveva a disposizione
solo poche centinaia di cavalieri e
poche migliaia di fanti per difendere
un territorio circondato da nemici.
Così li favorì in ogni modo, rega-
lando loro il suo stesso palazzo, sul-
la spianata del tempio, la moschea
di AI-Aqsa. E i " Poveri Cavalieri di
Cristo" divennero "Cavalieri del
Tempio", i famosi e temuti Templa-
ri, che armarono di fede il loro spi-
rito e di ferro il loro corpo. La loro
forza furono la rapidità, la discipli-
na ferrea, la coesione resa visibile
dall'uniforme.
NOCCIOLO DURO
DELLA CRISTIANITÀ
Dopo un secolo erano oltre 15.000,
sparsi in 9000 case conventuali. Di-
venuti quasi leggenda col loro gran-
de mantello bianco rossocrociato,
costituirono il punto di forza della

4.9 Page 39

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del Tempio.
presenza cristiana nelle terre della
reden zione, ma si sparsero in tutto
le nazioni cristiane, senza venire me-
~o al_la _loro regola. Punteggiarono
111fatt1 d1 castelli le strade percorse
dai pellegrini; la loro presenza co-
stituiva la miglior garanzia per chi
voleva compiere il suo viaggio preoc-
cupandosi dell 'anima senza doversi
preocc upare della propria pelle. Fu-
rono gli unici guerrieri che fecero la
guerra a tempo pieno! Il binomio
programmatico poteva essere "guer-
ra e preghiera". Oggi farebbe accap-
ponare la pelle, ma rapportato ai
tempi era certamente quanto di me-
glio si potesse sperare.
I re, i signori , la gente semplice
erano soddisfatti del loro servizio:
le donazioni (danaro, terre, chiese,
rendite ... ) fioccarono da tutte le
parti e in breve l 'ordine divenne
uno dei più ricchi e potenti della cri-
stianità. Tanto da potersi permettere
di fare prestiti perfino ai re. Questo
potere e questa ricchezza furono an-
che la loro sventura. Il declino co-
minciò probabilmente dalla sconfit-
ta di Acri nel 1291. Fiaccati nell 'or-
goglio e indeboliti politicamente, di-
vennero bersagl io di critiche, ritor-
sioni, calunnie, e dell'avidità degli
avidi! Le arpie non sono mai man-
cate in nessun luogo e in nessuna
occasione.
Gerusalemme, spianata del tempio.
La moschea "El Aqsa", antica sede dei Cavalieri Templari.
LA SVENTURA
SI CHIAMAVA FILIPPO
La loro fine fu decretata da Filip-
po il Bello che il 13 ottobre del
1307 fece arrestare tutti i templari
di Francia. Una bene orchestrata
campagna diffamatoria li accusò ...
di tutto! Vennero alla luce, probabil-
mente ad arte, le cose più turpi e in-
credibili. E può anche essere che Fi-
lippo credesse almeno a una parte
delle accuse, che però solo sotto tor-
tura furono confermate da alcuni ca-
val ieri. In Francia li sterminò il ro-
go, la spada o la corda del boia, ma
anche la Bolla di Clemente V che
sciolse l'ordine a 200 anni dalla sua
nascita, non sine cordis amaritudine
et dolore, non senza grande amarez-
za, forse perché non era del tutto
convinto di quel che faceva.
Il Gran Maestro Jacques de Mo-
lay finì sul rogo con più di 50 con-
fratelli, protestando a gran voce la
sua innocenza. Il processo fu forse
più politico che altro, e la ragione,
secondo Alain Demurger, va ricer-
cata nell 'affermazione dello stato
laico di fronte al potere pontifico
che i templari, facendo riferimento
al solo Papa, incarnavano.
L'ordine non sparì. Pare che uno
dei templari di Francia, Jean Mare
de Larmeny riuscisse a fuggire, por-
tando con sé la "Carta dei Poteri"
consegnatagli poco prima dallo stes-
so Gran Maestro, che assicurava la
sopravvivenza legale dell'ordine. Del
resto nelle altre nazioni essi conti-
nuarono la loro vita, senza essere
troppo molestati e la Bolla papale
non fu applicata. Già nel 1340 l' or-
dine col Gran Maestro Armand de
Braque era di nuovo a Parigi.
Passata la bufera, a più riprese i
templari tentarono di farsi ricono-
scere dalla Santa Sede. Verso la
metà del 1800 la pressione fu parti-
colarmente forte, ma ancora una
volta Roma resistette, nonostante
che i templari potessero esibire te-
stimonianze documentali che perfi-
no un papa aveva aderito all'ordine,
Innocenzo III. L'ostacolo quasi in-
sormontabile per il riconoscimento
era (ed è?) probabilmente la condi-
zione posta dalla Santa Sede che
l'ordine fosse composto esclusiva-
mente da membri di "religione cat-
tolica, apostolica, romana", il che
voleva dire l'allontanamento dei ca-
valieri inglesi, svizzeri, tedeschi,
svedesi ecc. che di religione cattoli-
ca non erano.
Il progredire dell 'ecumenismo può
oggi giocare a loro favore. Essi giu-
rano di essere ancora utili alla Chie-
sa. I pellegrini giubilari e no sono
difesi e assistiti da altre organizza-
zioni soprattutto da un altro clima
civile, da un'altra cultura, ma il
ruolo dei templari è di testimonian-
za, di carità, di servizio, di opere di
bene ovunque ci sia bisogno.
BS OTTOBRE 1999

4.10 Page 40

▲back to top
............................•..............•..•.................. ,
È la volta del club "Amici del Cinema" il CGS che ha sede a
IL CINEMA ELQ
A CINQUE
STELLE
•••• •••• •
di Giancarlo Giraud e Luigi Edoardo Torre
Attivo dal '76 grazie
alla passione e al
•••••••••••••
carisma di don Gianni
D'Alessandro, lo spazio
d'essai del Cinema Don
Bosco ha svolto un ruolo
sempre più importante.
Il Cineclub è stato
' I ••••
segnalato da CIAK
e da L'ESPRESSO per la
qualità del lavoro svolto.
I
Missing Film Festival 1997.
Presentazione del libro di Mario Sesti "Tutto il cinema di Pietro Germi ".
A destra Mario Sesti, a sinistra Aldo Viganò (critico cinematografico).
circolo culturale, che avvicini i gio-
vani alla cosiddetta settima arte e
contemporaneamente proponga loro
e inecircolo dall'identità squi-
:
sitamente cinematografica e
"cinefila", il Club Amici del
to ed alla loro formazione persona-
le. La qualità del lavoro è stata pre-
miata nel 1988 dalla rivista "Ciak",
una valida occasione di partecipa-
zione e riflessione. Con questo spi-
rito, infatti, il cinecircolo ha costi-
tuito con altri tre cineclub del capo-
Cinema ha vivacizzato con la sala che ha inserito il Club Amici del Ci- luogo ligure il circuito cinematogra-
Don Bosco il territorio di Sampier- nema tra i locali a cinque stelle, e dal fico "Many Movies", che fornisce
darena e del Ponente genovese, spe- settimanale "L'Espresso", che, nel un 'unica "card" per accedere a più
cialmente dopo la chiusura di diverse riprendere la notizia, ha sottolineato sale; lo spettatore ha così a disposi-
sale industriali. Un gruppo di giovani come nelle periferie delle grandi zione una ricca rete di informazioni
ha curato la ristrutturazione e l'am- città possano esistere sale-modello. e proposte cinematografiche.
modernamento del cinema introdu-
Di qui l'ideazione delle manife-
cendo attrezzature e tecnologie sofi-
stazioni a tema che hanno caratte-
: sticate ed intensificando le attività e OLTRE LO SCHERMO
rizzato l'attività del Club Amici del
le iniziative. Così, le proiezioni sono
Cinema in questi anni: la riproposta
: arrivate a coprire l'intera settimana L'identità del Don Bosco, tuttavia, de "La settimana della Critica" (pre-
: e il cartellone ha via via assunto la non si ferma alla sola proiezione, sentata a Venezia nel ' 90 e nel '92),
: particolare caratteristica dell 'integra- ma cerca continuamente una vasta "L'Europa incontra il Cinema", "Feb-
zione tra programmazione commer- gamma di attività complementari, co- bre gialla" e "Dylan Dog", appunta-
: ciale di intrattenimento e proposta me l'organizzazione di mostre, in- menti dedicati ai gialli, horror e fan-
: più impegnata ed esclusiva, quella contri e dibattiti , rassegne di corto- tasy della stagione. Poi, nel ' 94,
: di un cinema a forte connotazione metraggi e video. Tutto ciò in linea "Lavoro, non lavoro, senza lavoro",
: culturale ed educativa che viene con il filo conduttore che anima gli una sintetica ma significativa carrel-
presentato principalmente ai giovani intenti del cinecircolo genovese, os- lata sui modi e sui toni con cui il ci-
: come contributo al loro arricchimen- sia la presentazione della sala come nema ha raccontato il rapporto tra
OTTOBRE 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Genova Sampierdarena.
Proiezione mattutina di film per le scuole.
l'uomo e il lavoro, realizzata in col- cinefili
nella
Premiazione dei vincitori del Concorso Video 1998
per le scuole "Filmo anch'io".
stesura di recensioni, muovere riflessioni sul mondo
in •••
laborazione con l'Assessorato alla commenti o semplici suggerimenti cui viviamo e sulle forme artistiche
Cultura della Provincia di Genova e sulle colonne di "Filmbusters News", che lo rappresentano.
il Gruppo Ligure Critici Cinemato- bollettino della manifestazione.
Nel corso degli anni, il Missing si
grafici (SNNCI).
Oltre alla programmazione per ra- è anche rivelato una "festa" per chi
gazzi della domenica pomeriggio si ama e segue il cinema, in particola-
LA PROPOSTA
sono intensificate in questi ultimi re per i giovani, che dimostrano di
anni le matinées per le scuole di seguire quest'arte con entusiasmo e
Al RAGAZZI
ogni ordine e grado e si sono orga- passione. Molto netta, poi, è dive-
nizzati corsi di formazione e aggior- nuta la connotazione culturale della
Da sempre il Cineclub ha conside- namento per gli insegnanti, in colla- manifestazione, che circuita i film
rato il cinema per ragazzi una prio- borazione con l'IRRSAE e I' Agi- in tutta la regione e diviene, così,
rità del suo progetto culturale e ad scuola. Così, recentemente è aiTiva- palcoscenico ideale per dibattiti e
essa ha dedicato un intenso lavoro. to anche il riconoscimento ufficiale convegni di esperti, critici, giornali-
In questa direzione "Filmbusters - di questa peculiarità, cioè l'inseri- sti cinematografici ed esercenti.
Il cineclub per ragazzi" riveste una mento del Cinema Don Bosco di
particolare importanza; nata nel '95 Sampierdarena nel circuito interna-
in collaborazione con la biblioteca zionale "Euro Kids Network", un ' i- DAL CINECIRCOLO
"De Amicis" del Comune di Geno- niziativa ideata dal Programma ME- A "ZELIG"
va, l'iniziativa offre al pubblico dei DIA dell'Unione Europea allo scopo
bambini e dei ragazzi una selezione di consolidare e sviluppare l'offerta I risultati soddisfacenti raggiunti
mirata di opere cinematografiche di di "cinema al cinema" per ragazzi e grazie alla seria formazione , che ha
successo e d'autore, scelte tra i clas- in particolare per incoraggiare l'in- trasformato il nucleo originario di
sici o le più recenti produzioni, fino contro del pubblico più giovane con appassionati in una squadra di ani-
ai capolavori meno conosciuti. I le cinematografie europee.
matori culturali e di seri "professio-
giovani spettatori, muniti di tessera
nisti" del settore, hanno incoraggia-
personale, schede filmografiche e
rivista possono sbizzarrirsi da veri MISSING FILM FESTIVAL
to, nel ' 91, la costituzione di "Ze-
lig", una cooperativa di produzione
LO SCHERMO PERDUTO e servizi culturali che gestisce oggi
sei sale, organizza mostre e rassegne
Un programma fitto e vario, con nel campo dello spettacolo, corsi di
una cinquantina di proiezioni gra- formazione e specializzazione.
tuite proposte nell'arco di circa die- La cooperativa si è dotata anche
ci giorni, una sezione riservata agli di una biblioteca cinematografica e
autori italiani, specie alle opere pri- di una videoteca, entrambe a dispo-
me, una informativa dedicata ai film sizione del pubblico, che può servir-
stranieri e altre iniziative collaterali, sene, incontrandosi anche per pre-
compresa una giuria di giovani spet- sentazioni di libri o di iniziative cul-
tatori che segnala i film più graditi: turali specifiche. Così un'esperienza
nel '98 la manifestazion~ è giunta giovanile di volontariato culturale,
alla sua settima edizione. E un festi- può diventare occasione di forma- :
val che nasce dalla convinzione pro- zione, pre-avviamento al lavoro e
fonda della necessità di far conosce- proposta di una scelta professionale :
re un tipo di cinema in grado di per il futuro.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
O:
BS OTTOBRE 1999

5.2 Page 42

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
Mamma Margherita.
L'ANGELO
DELLA BORGATA
Trovandomi alla vigilia di un
delicato intervento chirurgi-
co , ho implorato l'aiuto di
Mamma Margherita che in
vita fu detta "l'angelo della
borgata" per il suo impegno
verso i malati. Il suo aiuto
non mi è mancato . Tutto è
andato meglio del previsto e,
a distanza di cinque mesi,
posso dire di essere in
buona salute. Spero con
questa mia testimonianza di
contribuire alla devozione
verso Mamma Margherita.
M. L., Torino
r CONOSCIUTA
PER CASO
Due mesi fa ebbi modo di pren-
dere visione del Bollettino Sale-
siano a cui non sono ancora ab-
bonato e rimasi colpito da una
relazione di grazia attribuita al-
l'intercessione di Mamma Mar-
gherita. Trovandomi in difficoltà
nella mia condizione di universi-
tario ho voluto anch'io ricorrere
alla sua intercessione affidando
a lei tutte le mie preoccupazioni.
L'esito è stato quanto mai positi-
vo e ne do volentieri testimonian-
za , perché anche altri in simili
condizioni possano avere fidu-
cia in lei.
S. T. , Cagliari
r TRALAVITA
E LA MORTE
La nostra Valentina di cinque
anni fu ricoverata nell'ospedale
di Ivrea per una varicella e poi
trasferita a un ospedale di Tori-
no per un improvviso aggrava-
mento della malattia. Restò in
coma , in sala di rian imazione ,
per otto giorni tra la vita e la mor-
te con febbre altissima. Tolta
dalla rianimazione fu messa in
camera sterile dove trascorse
altri 48 giorni. I medici parlava-
no di un virus molto raro. Noi e
tutta la comunità di Vestignè e
di Caravino , abbiamo sempre
pregato Maria Ausiliatrice e
san Giovanni Bosco. Ora la
bambina è a casa, guarita.
Fornero Ettore, Vestignè (To)
r CONTUTTA
LA NOSTRA FEDE
Mio fratello exallievo salesiano
fu ricoverato in ospedale per un
difetto di respirazione e per un
infarto in atto. Fu sottoposto ad
ossigeno-terapia (18 ore su 24).
Qualche mese dopo si verificò
un altro episodio molto più com-
plesso : un serio intervento alla
vescica che per le sue condizio-
ni respiratorie fu estremamente
difficile. Noi lo abbiamo affidato
con tutte le forze della nostra
fede , a san Giovanni Bosco e
all 'Ausiliatrice. Recentemente
trasportato a Torino è stato sot-
toposto ancora ad un intervento
che però è stato superato felice-
mente . Ora pur sottoponendosi
alle terapie del caso sta recupe-
rando molto. Noi continuiamo a
sperare nella protezione di Don
Bosco .
Rita Amoroso, Napoli
r A SEGUITO DI UN
PELLEGRINAGGIO
Da tempo io e mio marito atten-
devamo inutilmente un figlio. Ci
siamo rivolti con fede a san
Giovanni Bosco e san Dome-
nico Savio. Ci siamo anche re-
cati a Valdocco e a Colle Don Bo-
sco per consegnare questa no-
stra implorazione. A seguito di
quel pellegrinaggio, ecco la gra-
zia. Il periodo dell 'attesa però
non fu privo di difficoltà. Rico-
verata in ospedale e costretta al-
l'immobilità per parecchio tempo.
Più volte i medici hanno temuto
per la mia salute e per quella
del nostro bambino. Ma sempre
confidando nell'aiuto di Don Bo-
sco e Domenico Savio ci è stata
donata la gioia di un bellissimo
bambino , sano e vivace , che
oggi compie quindi ci giorni.
F. e A. T., Genova
r IN ATTEGGIAMENTO
RASSICURANTE
Mio figlio di 23 anni aveva gros-
si problemi di salute. Le analisi
risultavano sempre più preoccu-
panti. In vista di un ricovero che
ormai se mbrava necessario si
sottopose ancora una volta ad
analisi. lo ero molto preoccupa-
ta e mi misi a pregare san Gio-
vanni Bosco . L'ho anche so-
gnato in un atteggiamento tanto
rassicu rante da lasciarmi molto
serena per il futuro di mio figlio.
In realtà quando alcuni giorni do-
po , andai a ritirare i risultati del-
le analisi, la situazione era in-
spiegabilmente cambiata perché
tutto era tornato ai valori normali.
Rossetto Lucia,
Bagnolo P.te (To)
r ÈTORNATA
LA PACE
In seguito alla perdita del lavo-
ro , un nostro fratello , stava at-
traversando un periodo molto dif-
ficile con risvolti negativi sia sul-
la famiglia, sia sulla sua stessa
salute . Allora io e un altro mio
fratello sacerdote abbiamo pre-
gato notte e giorno san Giovan-
ni Bosco perché si potesse tro-
vare una soluzione. In realtà do-
po poco più di un anno abbiamo
avuto la gioia di vedere esaudite
le nostre preghiere. E col lavoro
è tornata la pace.
B. e S. T. , Catania
r ANGOSCIOSI
INTERROGATIVI
Un anno fa , durante un accerta-
mento, fatto a mia figlia di quat-
tro anni , prima di essere sottopo-
sta ad intervento chirurgico, le
fu riscontrata "un'ombra nei pol-
moni". Una innocua ghiandola o
qualcosa di peggio? Nel dubbio
i medici ordinarono una TAC an-
che se non c'era urgenza. Tra-
scorsero quattro mesi di ango-
sciosi interrogativi durante i quali
io affidai la mia bambina a san
Domenico Savio di cui mi pro-
curai l'abitino e feci anche varie
novene. Il ri sultato della TAC fu
buono . In noi è rimasta tanta ri-
conoscenza verso il piccolo no-
stro protettore.
Lusi Giuseppina,
Tornareccio (Chieti)
r L'AFFIDAI A LUI
La mia gravidanza arrivò ina-
spettata dopo una stagione fati-
cosa. Ne fui felice , ma iniziaro-
no subito anche i problemi. Ci
furono vari ricoveri in ospedale
e preoccupazioni a non finire.
L'unica cosa che mi tranquilliz-
zava era il battito del suo cuori-
cino che i medici controllavano
periodicamente . Affidai la mia
creatura a san Domenico Sa-
vio. Indossai sempre il suo abi-
tino . Il parto non fu facile. Ma
tutto fu ricompensato dall 'emo-
zione provata quando vidi la mia
Valentina. Ne rendo grazie a
Domenico Savio.
P.B. e C.S. , Lecco
r ERADATO
PER SPACCIATO
Alcuni mesi fa , mio fratello ver-
sava in gravi condizioni di salute
e si temeva per lui. Pensai allo-
ra di rivolgermi alla venerabile
Eusebia Palomino. Insieme ad
una mia amica recitai il Rosario
delle sante piaghe. Il fratello mi-
gliorò ma poco dopo ebbe un
grave infarto . Ormai i medici lo
davano per spacciato. Ma io con-
tinuai a pregare suor Eusebia
perché mi esaudisse fino in fon-
do. Ora mio fratello vive, anche
se con funzionalità ridotta.
L. P. , Roma
r CON RISULTATO
POSITIVO
Desidero ringraziare Maria Au-
siliatrice per avermi aiutata in
due delicate circostanze. Mi fu
diagnosticato un nodulo al seno
destro da togliere al più presto.
Ciò che in realtà feci , con risulta-
to molto positivo. Dopo un mese
si rese necessaria un'operazio-
ne alla colicisti. Furono suffi-
cienti cinque giorni di ospedale.
Sia nell'uno che nell 'altro caso
mi sono messa sotto la prote-
zione di Maria Ausiliatrice che
qui ringrazio pubblicamente.
Bertone Barbara,
Foglizzo (Torino)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
OTTOBRE 1999 BS

5.3 Page 43

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SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO
a lumetti
I MAZZARELLO
NON POSSIEDO -
N O UN OROLDGIO
E MARIA , CJ/E
TALVOLTA
DO0/1/: VESTITA
PER CDRRE:RE PIL)
IN FRETTA ALLA
.ME55A , LASC/A LA
"VALPONASCA"G/,f;
E 'ANCORA N07TE.
E'CONLEI lA SO-
RELLA FHICINA .
L.D.C.
G. Lubich, G. Trevisan
VAMO
A\\111:E ·
ILI '
PER
ALLORA,PRIMA DI se
A MORNESE PER LA
.t11ES5A, MARIA .MA
RELLD RAGGIUNGE
UN POZZO A Dl/;"CI
MINUTI 01 STR4DA
DALIA CASCINA ...
... CON VENTICINQUE LITRI
D'ACG/UA ASSICUR-4
IL R IFORNI.MEN70 ALLA R:1.MIGL/,<.,
Al.MENO FINO AL SUOR/ TO!?NO
DALLA Cl-I/ESA .
BS OTTOBRE 1999

5.4 Page 44

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. --------------------=
LE 5TAG/CWI 5 1
.SU.SSEGL/0\\-0 A l LE
STACIONIE ~RIA
LAVOR4 COL fflDRE
A VANCARE,Z4P -
PARE G SARCI-I/A l{E
LA TERli?A , A FAl -
CIAR L 'l:RBA.,POTA-
RG LE VITl,Li=CARE
I TRA.LC/, VENDG/11-
MIARE, CON UNA
SVELTEZZA, UNA
PERIZIA E UNA
RE.5/STENZA
INCREDIBILI ...
elA I DUE BRACCIA DI /=!::ARO,
FIGLIOLA, ED E' FATICA
STARTI ALLA PARI
Cl-li PARLA = sl 'E.'ANCELA MA cc:AGN O ,
ABBASTANZA. R I CCA DA POTER STUDIA RE
E PIENA DI SLA NCIO RELIGIOSO .
CON L'APPROVAZIONE DI DON PASTOR/NO ,
ANGELA 1-/A Cli?FA70 L'UNIONE DELLE
F I GLIE D I /11ARIA IMMACOLATA , C UI h'A
ADERI TO S U B I TO ANCI-IE LA N OSTf?.<'I
MARIA MAZZARELLO. COSI ' IL SUO
FERVORE PERL 'EUC4RISTIA , LA SUA
PASSIONE PER GE5U' CROCI FISSO
7ROVANO NELLA VERGINE IMMA COLATA
IL MODELLO P IU 'AFFASCINANTE PER
ESPRIMERE TUTTA LA LORO C4RI01 '
D 'AMORE.
E MARIA , Q UANDO PUO' SCENDERE
IN PAESE", POR TA OGNI VOLTA COL
SUO ES&#PI O D I Vl7'A UNA VENTATA
D I ENTUSIASMO FIG4 LE ALTRE
RAGAZZINE
PECCATO CJIE ABITI T,4N70 LONT,d,NO ...
M'A UN G IORNO, SU ALLA "VALP0NA5Cà.",
SUCCEDEUN ~7lillCCIO
PROVVIDENZIALE_.
lf1ENTRE TUTTA LA P4A'f/Cl/A E' AL LAVORO NEI VIGNETI, / LADRI ENTRL1NO
IN AZI O N E N.
OTTOBRE 1999 JJS

5.5 Page 45

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L.D.C.
SE7TE CEN70 LIRE (D'All~), TU7TI I R/Sf34R/HI DI ANNI DI Fi4TI -
Cl-lt;; , S ONO SPARITI . ~...,-- ---0=--- -
'
~ .-rr-N'l~I
COS/'PERA1ARIA DA
UN MALE NASCE' U N
BENE
IN PAESE POTRA'
RECARSI PIU'
F,A.C/l.MENTE
IN Cl-ll/;;SA .
LA FAMICLIA
MAZZARELLO
PRENDE
DIMORA
A l110RNE5E,
NELLA
CONTl?<1DA
DELLA
VALGELATA .
r
~~\\\\1~1V/IÌ\\\\
~,~\\~\\\\~
BS OTTOBRE 1999

5.6 Page 46

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GUIDA ALLE
ASSOCIAZIONI
GIOVANILI
SALESIANE
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
Tel. 06/44.70.35.06
Tel. 06/57.43.855
e-mail: gpussino@pcn .net
GIOVANI
COOPERATORI
Tel. 06/446.09.45
e-mail : exfedita@rm .nettuno.it
GIOVANI
EXALLIEVI
Tel. 06/446.85.22
e-mail: exfedita@rm.nettuno.it
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Tel. 06/49.40 .522
e-mail: cnos-npg@rm .nettuno.it
MISSIONI
E VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS : 06/513.02.53
VIDES : 06/57.50.048
e-mail: vis@volint.it
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE (CGS)
Tel. 06/44.70.01 .45
e-mail : mspreafico@pcn .net
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
e-mail: cnos-npg@rm .nettuno.it
TURISMO
GIOVANILE
SALESIANO (TGS)
Tel. 06/44.60 .946
e-mail: cnos-npg@rm .nettuno.it
EMARGINAZIONE
E DISAGIO
GIOVANILE (SCS)
Tel. 06/49.40.522
e-mail : cnos-npg@rm .nettuno.it
OTTOBRE 1999 BS
SOLIDARIETA'
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
liatrice, Don Bosco , a cura di Do-
nato G iampao lo, Co ll oredo di Prato
- Borsa Missionaria , a cura di 0-
lovino Ebe e Umberto, Rivarolo
Canavese - Borsa Missionar ia , a
cura cli Lelaschi E lena, Voghera -
Borsa Missionari a, in suffrag io di
Stefanone Giacinto e Maria, a cura
di Stefanone Emilia, Caravaggio -
Sa n Domencio Savio , a cura di
Muzz i Domenica - Borsa Missio-
naria, a cura di Zeni G iuseppe , Te-
sero (TN) - Borsa Missionaria , in
memoria di Casagrande Michelina,
a cura di Ongar Osvaldo, Macerata
- Sacro Cuore di Gesù , Mar ia
Ausiliatrice, Don Bosco , a cura di
Interi V incenzo, Chiaramonte Gu lfi
(RG) - Maria Ansiliatrice , in suf-
fragio di Leanza N unziatina, a cura
di Can tare ll a Ma ri o, Biancavi ll a
(CT) - Sacro Cuore di Gesù e
Sa nti Salesiani, a cura cl i Dal Pane
Mons. Vincenzo Cimatti, in suffra- Borsa Missionaria , in suffragio di Adri ana, Faenza - Ma ria Ausilia-
gio di Renzo Ceccoli, a cura de lla Remigio e defunta, a cura cli N.N. trice e Don Bosco , in suffrag io di
Parrocch ia San Bartolomeo, Repub- L. 200.000.
Mario Zigarell a, a cura di Mataraz-
blica di San Marino . L. 1.000.000. Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a zo Zigarell a Velia, Vall e Ponti ce lli
Maria Ausiliatrice e Don Bosco , cura cli Zerbo Maria, Bronte (CT). (AV) - Santa Teresa del Bambin
per grazia ricev uta, a cura di Bel- L. 200.000.
Gesù e Papa Giova nni , a cura d i
trame Augusta, Casale Monferrato. Borsa Missionaria, a cura di Rove- Santi s i M ar ia . M e ss in a - Maria
L. 1.000.000.
cla Giovanni, Broni (PV). L. 200.000. Ausiliatrice, Don Bosco e Sa nti
Borsa Missionaria , in memoria di Maria Ausili atrice e Santi Sale- Salesiani , a cura cli Fantoni Barto-
Riccarda Sture lli , a cura di Rocca siani , a c ura di Brioschi don Giu- lomeo - Don Bosco, a cura di No-
Rizzi. L. 650.000.
seppe, Trevig lio. L. 250. 000.
cera Franca, L atin a - Borsa Mis-
Monsignor Oreste Marengo , a Borsa Missionaria , a cura di Bxi sionaria, per graz ia ricevuta, a cura
cura di Lombardo Rosaria, Catania. Gianpi etro, Chieri. L. 200.000.
di Pedrazzini Lui gi, Paull o (MI) -
L. 500.000.
San Giovanni Bosco, in memoria di Borsa Missionaria, a cura di Cor-
Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a Luigi e Giuseppe, cura di Ba llaira radi Laura, Castelnovo (RE) - San
cura di Forno Cesare , Chiusano Margherita, Bra (CN). L. 200.000. Giovanni Bosco, a cura d i Dal Pa-
d'Asti. L. 500.000.
Maria Ausiliatrice , San Giovanni ne Adriana , Faenza - Don Bosco ,
Maria A usil iatr ice, a cura de ll a Bosco e Santi Salesiani , a cura di Domenico Savio, in memoria d i
fam iglia Alessandria di Bra (CN). Mancini Pecchioli Lucia, Genova. Anzo la Domenica, a cura cl i Anzola
L. 500.000.
L. 150.000.
Wa lter, Settim o Torinese - Borsa
Maria A usiliatrice , per graz ia Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a Missionaria, in memori a di Torn ei
ricevuta, c ura cli Zanon Gemma, c ura cli Bernardi Ester, Pi ove ne Enri co, a cura di Tornei Paolo Em i-
Tesero (T N) . L. 500.000.
Rocchette (V I). L. 130.000.
lio , Viareggio (LU) - P. Mantova-
Borsa Missionaria , in m e moria San Domenico Sav io , a c ura di ni (I ndia), a cura di Cavanna G iu-
del prof. Prata e Moglie, a cura cli Borzi Agata, Catania. L. 125. 000. sepp ina , Mu la ne (AL ) - Maria
Rigano Maria, Santa Teresa di Ri va
Ausiliatrice, San Domenico Sa-
(ME). L. 400.000.
Beato Michele Rua, a cura cli Span-
Borse missionarie da
dri Dolores, Bindo (LC). L. 300.000. L.100.000
vio , a cura d i Bertog li o Renata e
Carlo, Biell a - Maria Ausiliatrice,
San Giova nni Bosco , Sa n Dome-
Don Pietro Chiesa, a cura di Cau-
nico Savio, a cura di Vittone Anna,
tero Gi a nnino , Codroipo (U D ). Maria Ausiliatrice , San Giovanni Gass ino Torinese - Borsa Missio-
L. 300.000.
Bosco , San Domenico Savio , a naria, a cura di Sette Luigina, Vi l-
Don Bosco, in memoria cli A urora cura di Broda Pierina, Castel letto lagrande (NU) - Maria Ausiliatri-
e Rocco , a cura di Lioy Maria, Ve- Monferrato (AL ) - Maria Ausil ia- ce , Don Bosco , in memoria d i
nosa (PZ). L. 300.000.
trice, Don Bosco , in memoria d i mamma Pia, a cura di M aroso Van-
Borsa Missionaria , a cura di Brevio Giuseppe, a cura di Egitto Apoll o- da, Vicenza - Borsa Missionaria,
Mario, Ronco Biellese. L. 500.000. nia, Misterbianco (CT ) - Maria per grazia ri cevuta, a cura di Viola
Maria Ausiliatrice, San Giuseppe Ausiliatrice e San Domenico Sa- Ro sa, S. Vincent (AO) - Sacro
e Santi Salesian i, per graz ia ri- vio, a cura di Barolo Carla, Rivalta . Cuore di Gesù , Maria Ausili atri-
cev uta, a cura di Naretto Matilde. B. (AL) - San Giovanni Bosco, a ce , Sa nti Sa lesiani , a cura di Pio-
L. 300.000.
cura di Omegna Martinuzz i Anto- vano Maria Giu sepp ina , Do g li ani
Borsa Missionaria , a cura di Sanna nia, Castelnuovo Don Bosco - Sa- (CN) - Borsa Missionaria, a cura
Salvatore, Bonorva (SS) . L. 250.000. cro Cuore di Gesù , Maria Ausi - di Argilli Riccardo, Piombino (PI)
Maria Ausiliatrice e Don Bosco , liatrice, Santi Salesia ni , a cura di - Borsa Missionaria , a cura di Fu-
in suffrag io di Rosa e Rosario, a Bertarini Ce rri Maria, Morbegno m aga ll i Nill a, Cernusco sul Navi-
cura di Abbo A lessandro ed E leo- (SO) - Maria Ausiliatrice e Don glio (MI) - Borsa Missionaria, in
nora, Imperia. L. 200.000.
Bosco, in suffrag io di Rosa e Rosa- memo ria di Biral Pietro , a cura cli
Beato Filippo Rinalcli , a c ura cli rio Rapisarda, a cura di Arbo A les- Biral Lin a , Meo lo (VE) - Borsa
B ucc i Gianna, Roma. L. 200.000. sandro ed Enri ca, Imperia - Maria Missionaria, in memoria de ll a fa-
Monsignor Roberto Ch lai , a cura Ausiliatrice , San Giovan ni Bosco, mig li a Uretenar, a cura cli Uretenar
d i Confidati Sergio, Gualdo Tacli- San Domenico Sav io , Mamma Francesca, Trieste - Borsa Missio-
no. L. 200.000.
Ma rgherita , a c u ra di Ba locco naria, a c ura di Gaetti Ernesto, La-
Borsa Missionaria , a cura dell a fa- Franca , Acq ui Terme - Borsa Mis- ma Macogno (MO) - Borsa Mis -
mig lia Ba i G ianpiero e Benedicen- sionaria, a cura di Mensitieri Gior- s ion a ri a, a cura d i Daglia De icida
ti , Ch ieri (TO). L. 200 000.
gio e Ivana, Latina - Maria Ausi- Anna, Caste lnuovo Sc ri via (AL).

5.7 Page 47

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I Suor lbtissam Kassis.
Figlia di Maria Ausiliatrice, siriana,
responsabile delle comunità
religiose di Egitto , Siria, Giordania,
Israele e Libano .
Come hai conosciuto le suore salesiane?
Sono nata in Siria a circa 100 km da Damasco dove le FMA avevano
due presenze, l 'ospedale italiano e la scuola italiana. Incontrai le suore
durante una visita a una mia cugina che stava con loro. Mi colpirono
la loro gioia e la loro affabilità.
Secondo te il carisma salesiano può contribuire al processo di pace
in Medio Oriente?
Credo che lo spirito di famiglia, l'accoglienza, l' amorevolezza siano
elementi indispensabili per la pace. Vivere e insegnare queste cose si-
gnifica lavorare per la pace.
A che punto è il dialogo interreligioso? Sarà efficace?
Distinguo diversi livelli. A livello individuale e familiare è facile tro-
vare persone e famiglie, appaitenenti a diverse fedi religiose, amiche e
solidali tra loro: si accettano, collaborano, hanno rispetto gli uni per gli
altri. Un secondo canale di relazione è la scuola frequentata da molti
non cristiani che, liberi da pregiudizi, accolgono con stima i valori che
comunichiamo. Un terzo livello è quello istituzionale, l'incontro tra re-
sponsabili e studiosi delle religioni presenti nei nostri territori. E qui, mi
sembra, il dialogo è più difficoltoso e non porta i frutti sperati: estremi-
smo e fanatismo continuano a dominare in molti settori della società.
Quali sono i sogni e le aspettative dei giovani musulmani ?
Essi sono consapevoli di vivere in terre ricche di cultura, di storia e
di autentici valori, ma si rendono conto che tutto questo non gli appar-
tiene, perché il potere è in mano a pochi e non esiste libertà di pensiero
e di coscienza. In questo settore c'è un po' di invidia per i coetanei oc-
cidentali. La nostra speranza, soprattutto ri guardo a quelli che fre-
quentano le nostre scuole, è che siamo in grado domani di instaurare
una società di mutua convivenza tra religioni e popoli. .
La maggioranza dei vostri alunni sono musulmani. Perché questa
scelta ?
Le nostre scuole sono molto ricercate, anche perché sanno che non
facciamo proselitismo e perciò non siamo una minaccia. Peraltro sti-
mano la serietà dell'insegnamento e l'impostazione educativa. Accol-
gono positivamente i discorsi sui valori umani e soprattutto sono am-
mirati dalla nostra donazione a tempo pieno per i loro figli.
Cosa vi spinge ad andare avanti, nonostante le difficoltà ?
Una certezza ci anima e ci incoraggia: "Non temere, piccolo gregge,
io sono con voi!".
O
FOCU9
Ho ricevuto in questo me-
se non poche lettere che
descrivono situazioni di
difficoltà e disagio. Molti
confessano di essere in cri-
si, di vivere imbronciati
contro tutto e contro tutti.
E una ragazza scrive che il
mondo è coperto di nubi,
perché manca il sole del
sorriso ... Nella sua lettera
c'era il bigliettino seguen-
te, che offro a chi ha anco-
ra voglia di un sorriso.
PER SORRIDERE
Signore,
ho imparato una cosa:
più crescono i sorrisi,
meno sorgono le crisi.
Allora fa'
che ridano
i dentisti e gli avvocati,
tutti i preti e tutti i frati;
i papà e i professori
con le mamme e i dottori.
Mafa', mio buon Dio,
che rida pure io,
per ricordare a tutti
che ridi pure TU
dal tuo cielo, di lassù.
L'AMORE
-tUtto spera •••
S.P,C,,.01Cor'3,"I
BS OTTOBRE 1999

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CALENDARIO 2000
di Giancarlo Manieri
Sulle orme di Paolo per evangelizzare il lii millennio.
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di Silvano Stracca
Un Papa instancabile pellegrino.
IL DON BOSCO RINNOVATO
di Natale Mattia/i
Il Santuario del Colle ha la veste nuova.