Bollettino_Salesiano_199812


Bollettino_Salesiano_199812

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~Me:'nas1i;l.e';i/-iiAtvn~nrto.
2CcXomXImI o-
nr.
20/
11
C legge
662/
96
Spedizione nr. 11 /1998
Autorizz, Oirez. Prov. P.T. - 35100 Padova - C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE DEL
GIUBILEO/I MARTIRI
Il giorno di Pasqua di quest'anno 1998, nel messaggio al mondo,
il Papa ha associato in un unico ricordo i testimoni
evangelici della Risurrezione e i martiri del nostro tempo.
Una delle iniziative per il giubileo è il martirologio del secolo XXV,
cioè il catalogo di coloro che dal 1900 fino ai nostri giorni
furono uccisi per la fede.
I Sinodi del-
l'Africa, del-
1'America e
dell'Asia han-
no annove-
rato il mar-
tirio e la
memoria
dei martiri
tra i punti più
importanti della vita cristia-
na odierna e della nuova evangeliz-
zazione. Della vita e non solo della
storia cristiana! I martiri non sono
solo "glorie" o "esempi", ma rivela-
zione vivace di una dimensione del-
l'essere cristiano: la testimonianza
di Cristo e della vera vita.
O Martirio, nel significato origi-
nale del termine, indicava la depo-
sizione di un teste, per iscritto e
sotto giuramento, con valore di pro-
va: dunque il massimo di credibilità,
di garanzia di verità, che si poteva
chiedere .
Il Vangelo applica la parola a Gesù
che rende testimonianza del l"adre
e della vita vera con la parola e le
opere; ma soprattutto con la pas-
sione e la morte. Egli è il testimo-
ne, il martire per eccellenza. ·
La applica poi a coloro che raccon-
tarono la risurrezione di Gesù o,
successivamente, la annunciavano.
Ciò comportava esposizione al falli-
mento ed alla derisione e anche ri-
schio di morte come si verificò già
all'inizio della Chiesa col martirio di
Santo Stefano.
"Vi porteranno nei tribunali ... e vi
tortureranno ... " sarete miei testimo-
ni di fronte a loro e di fronte ai paga-
ni ... Non preoccupatevi di quel che
dovrete dire e di come dirlo. Non sa-
rete voi a parlare , ma sarà lo Spirito
del Padre vostro che parlerà in voi"
(Mt 10 17-18.20). Presto e per sem-
pre nella storia, martirio prese il sen-
so di offerta della vita, attraverso una
morte cruenta, a testimonianza del-
la fede . Il martire non si difendeva
con argomenti per dimostrare la sua
innocenza di fronte a quello di cui ve-
niva accusato . Anzi approfittava per
parlare di Gesù , dichiarava quanto
la fede in Cristo fosse importante
per lui , confessava la sua apparte-
nenza al gruppo cristiano. Aveva
persino il coraggio di esortare giudi-
ci e carnefici a ricredersi e rinsavire .
O Oggi si uccide ancora per la
fede. Ne sono prova i sette monaci
dell'Algeria e tanti altri religiosi, reli-
giose e laici, caduti dove imperver-
sano integralismo o forme magiche
di religiosità. Altri morirono e muoio-
no nell'esercizio della carità o nello
sforzo di riconciliazione durante con-
flitti etnici , guerre civili !3 situazioni di
insicurezza generale. E più frequen-
te però una ragione "umana", legata
profondamente alla fede. Così i re-
gimi ideologici del secolo XX fecero
stragi di credenti , cattolici, protestan-
ti, ortodossi sotto l'accusa di opposi-
zione al bene del popolo, di sovver-
sione, di favoreggiamento dei nemi-
ci dello Stato. Non domandavano
nemmeno se l'accusato volesse ri-
nunciare alla fede . Lo eliminavano
senza processo. Sovente lo diffama-
O Lo stesso Gesù associa questa
confessione dei suoi di~cepoli ad
una assistenza dello Spirito Santo.
DICEMBRE 1998 BS

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vano attraverso stampa e inscena-
vano tribunali fantocci.
È interessante vedere come si
avvera la parola di Gesù : delle
montature accusatorie ci siamo di-
menticati. Di quello che i martiri
hanno proclamato con la loro soffe-
renza e col loro silenzio ci ricordia-
mo e beneficiamo : il valore della vi-
ta, la dignità della persona chiamata
alla comunione con Dio e alla re-
sponsabilità di fronte a Lui , la libertà
di coscienza, la critica contro tragi-
che deviazioni come il razzismo,
l'integralismo, il potere assoluto del-
lo stato, la discriminazione, lo sfrut-
tamento dei poveri.
Si dice che nessuna causa
vada avanti senza i suoi martiri ,
senza cioè coloro che ci credono
fino a dare la vita per essa. La fede
comporta sempre una certa violen-
za. Gesù insegna che alla vita piena
si arriva attraverso la morte. Egli
giunse alla gloria attraverso la pas-
sione. Chi vuole la corona, dice San
Paolo, deve sostenere la lotta e chi
vuole il traguardo deve agguantare
la corsa; e allenarsi con sacrificio.
Oggi questo pensiero non ci è mol-
to congeniale . C'è un dono dello
Spirito Santo che ce lo fa capire e
assumere: la fortezza. Tutti ne ab-
biamo bisogno. Forse nessuno vor-
ucciderci a motivo della nostra
fede . Ma c'è tutta una concezione
cristiana dell'esistenza da soste-
nere e scelte di vita che richiedono
lucidità e resistenza. E ci sono cir-
costanze personali , malattie, situa-
zioni di famiglia e di lavoro , che
esigono un saldo ancoraggio nella
speranza.
Essere martire è una vocazio-
ne. Lo Spirito , non il giudice o il car-
nefice, fa i martiri, cioè i grandi testi-
moni. E come ogni vocazione espri-
me una dimensione dell'esistenza
cristiana che è comune a tutti.
A Roma il ricordo dei martiri è fami-
liare. Lo tengono vivo molte chiese ,
ma soprattutto le catacombe che
riportano alle condizioni precarie
della comunità cristiana in tempi di
persecuzione e alle vicende in cui
si videro coinvolti singoli cristiani
per accuse che riguardavano la lo-
ro religione o la lealtà all 'impero.
Dicembre 1998
Anno CXXII
Numero 11
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
In copertina:
Tempi di magra . . .
morale per lo sport.
Che cosa tramanderemo
ai nostri figli ?
DIRETTORE :
GIANCARLO MANI ERI
Redazione: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
12 EDITORIA
Gridatelo dai tetti
16 SPORT
Lo sport dopato
18 CENTENARI
NC,EL"
di GIANCARLO MANIERI
di LUCA SORRENTINO
Polonia 100
di SERENA MANONI
20 MISSIONI
Cesare dai capelli rossi
26 ATTUALITÀ
'
'1"
"
EH"
di ANGELO BOTTA
È Natale tutto l'anno o... ?
di ANNA MARIANI
32 ON UNE
Euroforum
l.'J\\ ì.'.'•l11
· T' ·~ ndi GIANCARLO MANIERI
38 STORIA NOSTRA
Don Giuseppe Con{ertinz-:~ 'CKI WFUW TAAR-.oRETAN di PÀSOÙALE LIBERATORE
' , k.t e, L~NJJA GE~Ul',R--KALA CHRIST0UGF:NA"
0 '\\J A
I NAI'AL I.AHNINGU NA.«J MET' "
RUBRICHE
1tu1t11n11113~ f;A'T'f'lQ
p f'l'J:i' BUON ANNO"""""""
2 li R ettor Maggiore - 4 li puifto giov'iz,J :: 6 Lelléf~ n s' ,t j tal fa, &'_ ,~eÌi n~i,,do - 11 Zoom
- 15 Box - 23 Osservatorio - ìi 'iyg_tglç_ i~ ;,~~iéd' -Jl29' i~(leaZ a( ,;;o~~!~ '3'()efrjbri - 34 Come
Don Bosco - 36 Carta di Comunfrme - ".1. 71/ Cdoctor- J. ~- r41J t/ 111òstri.Santf '..;;4ilK[ nostri morti
- 43 Don Bosco a fumetti - 46 Solidarietà - -47 In primo piano/Foc,ìs- A,<.,
',
~.
l
t..
·;,:s-L.::"
n .,. · ,11
xxxxx
XMXX
~xxxx
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Gattoni - Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Margherita Dal Lago - Serdu - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto - Angelo Montonati - Giuseppe Morante -
Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Giuseppe Corò (Roma)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 1O milioni di copie)
in: Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
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BS DICEMBRE 1998

1.4 Page 4

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
BILL GATES
E I SUOI NIPOTINI
Vola sulle ali del successo l'immagine di Bill Gates
che scrittori cortigiani definiscono
"il ragazzo che ha cambiato il mondo" con i suoi microsoft.
I n Italia è stato accolto come
un uomo che conta davvero molto:
coccolato da politici , stampa
e imprenditori . Nel rapporto
delle Nazioni Unite sullo sviluppo ,
non appare apertamente il suo nome,
ma deve essere certamente
compreso tra quei 375 miliardari che
condizionano l'economia mondiale e
decidono dove spingere il futuro
di sei miliardi di uomini e donn e
meno fortunati (non sempre e non
necessariamente meno bravi ) di loro.
O Ai giornali del nostro paese ,
quest'uomo dal patrimonio personale
di 95.000 miliardi di lire, ha dipinto
un futuro roseo per l'impiego
dei giovani . "Vedo il futuro ,
è un sogno meraviglioso".
Ma forse parlava di sé immaginando
dietro l'angolo "un mondo migliore".
Negli stessi giorni , infatti , andava
in libreria un 'antipatica ricerca di un
sociologo quotato, Luciano Gallino,
dove si sostiene a chiare lettere
che si profila nel nostro paese
un futuro in cui soltanto il 20% della
popolazione attiva avrà un posto ben
retribuito : tutti gli altri saranno precari
o sottopagati o senza impiego.
Insomma la poco allegra prospettiva
di una società con i quattro quinti allo
sbaragl io che rischia, a dir poco -
secondo l'antipatico sociologo , agli
antipodi dei vaticini di Bill Gates -
di andare in pezzi .
O Il grande Bill ragiona di robot e di
sofisticati congegni computeristici in
un quadro in cui le masse di persone
sono semplicemente consumatori .
I giovani - oggi definiti da qualcuno
incautamente i nipotini di Bill Gates ,
senza tuttavia poter sperare neppure
una briciola della sua stratosferica
eredità miliardaria - sentono
il pericolo di doversi sottoporre
a una pesante mutazione genetica
per sopravvivere .
I mutanti che affollano le storie
avveniristiche dei fumetti alla Nathan
Never, potrebbero forse rappresentare
con una certa dose di verosimiglianza,
DICEMBRE 1998 BS
la condizione dei giovani del futuro ,
alle prese con la sfid a di restare
umani senza trasformarsi in umanoidi
e semplici contenitori di microprocessori
che altri guidano , usano e gettano.
O Diventa duro per tutti , se non
si vuole barare giocando al grande
abbraccio dell'illusione sentimentale
e del rifugio nel branco, annunciare
a questi giovani i cieli nuovi e la terra
nuova dell'Apocalisse. Dove non
ci sta né morte né lutto, né l'obbligo
di piegarsi al giogo dei micr.osoft
per non diventare spazzatura sociale.
O Se una crescita economica
0n potrà produrre, per sé,
una muova occupazione poiché
a natura sociale della produzione
e dell'accumulazione sta cambiando
in term ini assolutamer:ite muovi
ispetto al passato, ci si d ve
ch iede e quale vangelo annunciare
a quella generazione di mezzo -
i giovani di oggi precisamente - che
sono nati troppo tardi per godere del
benessere ormai sfumato e troppo
presto per far parte dei futuri paradisi
della società informatica matura.
O Una cosa è certa: mai come ora
i giovani devono essere resi coscienti
di dover contare sulle proprie forze ,
senza rassegnarsi passivamente
a un destino che a prima vista
sembra ineluttabile.
E gli adulti , che contino poco o tanto
nell 'influire sull'avvenire del mondo,
dovrebbero avere il pudore
di decidere, nel campo politico ,
economico e bioetico , non partendo
da propri interessi immediati
o a breve , ma lasciandosi interpellare
da questa vasta umanità che rischia
di andare al la deriva.
O Nel decidere quale mondo domani,
i giovani dovrebbero poter contare
di più . Ma non basta chiederlo,
se essi stessi , tornando a impegnarsi
in politiche solidali, non siano in
grado di affermare il primato
dell 'uomo e della donna, in una Terra
guarita dalle ferite del profitto.

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o

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-
IL BS NON L'HO CHIESTO
IO. Egregio signor direttore,
sono spiacente di doverle co-
municare di non voler più ri-
cevere il Bollettino Salesiano.
Le ragioni sono tante, prim a
centinaia di missionari in pri-
ma lin ea a difendere indigeni
e foreste, e... meninos de rua.
3. Noi comunque rispettiamo
tutti. Leggiamo anche ciò che
scrivono quelli che non pen-
fra tutte iI distacco verso la sano come noi, per imparare ,
religione cattolica e il fatto di per criticare ad occhi aperti,
non averlo richiesto io. Mi ha per allargare gli orizzonti...
abbonato una suora, quando Cerchiamo di non avere pre-
ancora andavo alle medie, tra giudizi, né pre-comprensioni,
l'altro senza chiedermi il per- cerchiamo di essere appunto
messo . Comunque potrei con- "catrolici" cioè universali.
tinuare a gettarlo nella pattu- Grazie comunque per l' one-
miera come ho sempre fatto, stà dimostrata nel'avere av1.1-
senza nemmeno aprirlo, ma to il coraggio cli scri verci.
ultimamente ho pre o una co- Apprezziamo il gesto anche
scienza ecologica .. . penso al- se non possiamo confrontare
l'albero che il Bollettino è e le idee , e le auguriamo dav-
preferi sco non ri ceverlo che
buttarlo. Magari questo non
salverà nulla, ma nel mio pic-
colo ci provo ...
vero una vita di successo, se-
condo i suoi migliori desideri
e aspirazioni.
L'ABBONAMENTO
ANNUALE costo so/o f:. 30.000
(gennaio 1999 · gennaio 2000/, pogabili su/ ccp n 247106,
intestato a: Mondo Erre · ELLEDICI · 10096 LEUMANN TO
Monia , Imola DIRE SEMPRE LA VERITÀ? Informazioni e richiesta di copie mggia: Tel. : O11-95.52.111
,;,n:1•tl3JMlw·uéitl;ttt@I ~, Gentile Signorina, ho prov- Caro Bollettino, intanto colgo
veduto ad annullare il suo in- l'occasione per congratularmi
dirizzo, com'è suo insindaca- con voi, perché mi date modo
Fax: 011-95.72.900 E-mail : mail@elledici.org
bile desiderio . Se mi consen- di riflettere; e arrivo subito al
te, esprim o qualche veloce dunque. Volevo esporre una
opinione.
mia breve rifless ione per ve- è arrabattarsi, strisciare, vi- quinamento diventa tale che
1. Non disapprovi la suora dere se è condivisibile. Mi vere nel sospetto, tirare a cam- tutta la società ne resta para-
che si è permessa di offrirle il sono accorta (ho 28 anni) che pare, sbarcare il lunario... lizzata... C'è bisogno di ri-
BS senza chiederle il permes- purtroppo ci sono situazioni insomma non vivere in pie- cordare tangentopoli, e la lun-
so. Certo l'ha fa tto a fin di
bene. Vede, io resto intima-
mente convinto che non per
fare il bene ma per fare il
male bisognerebbe chiedere il
permesso! Pare che a questo
che non sempre possono esse-
re chiarite... Delle volte cioè
nei rapporti (magari tra fratel-
li) non sempre si può dire la
verità ... devi per fo rza diven-
tare un ' ipocrita, a fin di bene,
nezza. Cristo per la verità ha
dato il sangue .
E tuttavia so che per la pace
in casa , per non urtare la su-
scettibilità pericolosa di qual-
cuno, per non dover affronta-
ga sequela di situazioni abor-
tive che ha creato?
Quanto poi al tacere che a
volte è meglio che parlare,
potrebbe anche essere vero.
Tacere indubbiamente non si-
mondo si siano invertite le ma sempre ipocrita. La verità re situazioni insostenibili, per gnifica essere ipocrita, può
parti. E questo è un po' triste.
2. Mi suscita qualche perples-
sità il fatto di non cestinare la
rivista per rispetto al'albero
che il BS porrebbe essere... A
potrebbe far male. Insomma
spesso tacere è meglio che
parl are .
Riccarda, Cinisello
11011 mettere in difficoltà al-
tri... spesso uno si tro va co-
stretto a dire "quello che non
è", a far finta di credere in
ciò che sa essere in vece falso,
invece significare astenersi
dal dire la propria opinione
proprio per non essere ipo-
crita . Ma è un altro discorso.
me sarebbe venuto in mente
di non cestinarla per rispetto
alle person e che ci si dedica-
no, che si sforzano di scrivere
cose per il bene degli altri,
denunciano le violenze e i vio-
lenti, lo sji·uttamento e gli
sfruttatori, scrivono di pace,
di giustizia , di ecologia; che
amano la natura quanto e fo r-
Gentile Signora/ina "Non
sempre si può dire la verità" ?
È una affermazione che mi
"stride" un po', dentro, anche
se (o forse "soprattutto per-
ché") come uomo ben a con -
tatto per mestiere con le realtà
vive di ogni giorno , non riesco
a darle torto fino in fondo. Ma
faccio alcune considerazioni:
a far finta di non vedere, di
non sentire.. . a fa r finta , in-
somma! Una non-vita.
Come salvarsi? Tacere? Non
so se tacere valga phì che
parlare. Certamente in termi-
ni assoluti no. E allora la ~fi-
da è ancora una volta I' edu-
cazione : educare alla verirà ,
al sacrifico per essa, alla
OROSCOPI: SONO VERI?
Egregio Direttore, ho 54 anni ,
4 figli , uno sposato; tutti
maggiorenni e tutti buoni fi-
gli. Ho vissuto con serenità la
perdita di mia moglie, forte
della fede ricevuta alla sc uola
di Don Bosco. Generalmente
non credo agli oroscopi ma
se phì di lei e non vogliono
violentar/a; che amano gli a-
nimali fino a discutere di eti-
ca a loro riguardo (Confro nti
BS di ottobre pag. 32 "A ni-
mali al vaglio de/l' etica" ); che
promuovono la cura scrupo-
losa della natura: abbiamo
voglio prima cli tutto asserire
che la verità andrebbe sem-
pre detta, costi quello che
costi. La verità è l'anima del
mondo, il respiro della vita.
Vivere tra buio e luce, cam-
minare sul "bagnasciuga" del-
la vita è non essere se stessi,
lealtà, alla chiarezza, al/' one-
stà ... Sono sotto gli occhi di
tutti le conseguenze di una
educazione alla fu rbizia , alla
menzogna, alla non verità , al
"fatti i fatti tuoi", al "fai fin -
ta di niente" ... U per Il ci si
salva ma a lungo andare I' in-
leggendo in un settimanale
quello di questo mese credo
abbia fatto centro: turba la
mia serenità la mancanza di
una persona accanto a me, per
cui sono sempre ansioso e
scontento. Ho cercato un 'altra
compagna, ma si rifiutano per
DICEMBRE 1998 BS

1.7 Page 7

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APPELLI.
via dei fi gli [... ] Sento che la
mia fede in certi momenti va-
cilla, eppure sono cri stiano .. .
Abele, Lecce
Caro signor Abele, intanto mi
permetto subito di esclamare
"Magari tutti!", nel senso che
sarebbe u.n quasi-miracolo se
tutti i padri di famiglia potes-
sero affermare quanto lei af -
f erma a proposito dei suoi
.figli .
Lei non crede "generalmen-
te" agli oroscopi. lo non ci ho
"mai" creduto né ho inten-
zione di cominciare mai a
crederci... La fede in Dio mi
basta e avanza . Il fa tto poi
che u.n oroscopo centri u.n su.o
problema, non dimostra la
veridicità del vaticinio, sem-
mai co'1ferma la tesi che tali
"prof ezie" han.no un caratte-
re cosl generalista che non si
può non azzeccarci più di una
volta. Ci pensi un attimo:
nella su.a condizione si trova-
no quasi tutti i vedovi, le ve-
dove, i single e molti altri an-
cora .. . centinaia di migliaia!
La f ede sostiene la vita del-
/' uomo per quanto attiene al
suo destino primo ed ultimo:
il "da dove" arri va e il "do-
Ciao a tutti. Mi chi amo
Ezio e ho 2 1 anni. Vorrei
corrispondere con coeta-
nei/e: adoro lo scambio di
opinioni e il dialogo, ap-
prezzo la critica, amo il
confronto. Se sei interessa-
to/a scrivi a Coco Ezio,
Via Ten. Scuteri, 49/51 -
95019 Zafferana Etnea
(CT) .
Ciao, sono Valerio, 27 anni.
Mi piacerebbe corrispon-
dere con ragazzi/e d'Eu-
ropa. Ho una malattia ge-
netica che chiamano " X-
Fragile", ma non mi impe-
disce di ragionare e tanto
meno di scrivere. Valerio
Bonanni, Via Ciro Berti-
ni, 66 - 55048 Torre del
Lago Puccini.
ve" si fe rmerà ; l' arco che si
snoda tra questi due tempi,
cioè il "verso dove" . il tempo
della vita terrena è in mano
alla libertà, alla capacità , al-
lo spirito di iniziativa, e -
perché no? - alla .fì1rbizia ai
ciascuno.. . (Gesiì pensava -
se interpreto bene il Vangelo
- che bisognasse essere furbi
almeno tanto quanto i figli
delle tenebre) . Il "verso do-
ve" è il tempo della libertà,
della volontà, del/' impegno,
della direzione da imprimere
al proprio quotidiano andare.
Perciò lasci perdere i giochi-
ni più o meno cabalistici in-
ventati dal!' uomo per surro-
gare la mancanza di f ede, e
continui alacremente e capar-
biamente a cercare. .. Tro-
verà , non può non trovare.
INDIGNAZIONE. Una genti-
le lettrice "non terrona né po-
lentona, ma lombarda puro
sangue, anzi Bergamasca" che,
se abbi amo interpretato bene
il nome si chiama Vera, ci
scrive la sua indi gnazione per
certe lettere un po' razziste,
affermando nel suo ultimo
paragrafo: "¾i di spi ace di fi -
nire la mia non più breve vita
con simili prospettive in giro.
Io penso sempre alle poesie
più belle che mai siano state
scritte sulla Milano degli anni
40, dove io vivevo piccola.
Quelle di un siciliano che vi-
veva da noi, Salvatore Quasi-
modo. Ne accludo qualcuna.
Può pubblicarla come con-
travv e le no ? "
Vo lentieri , signora.
Milano: agosto '43
Invano cerchi tra la polvere,
povera mano,
la città è morta .
È morta:
s'è udito l'ultimo rombo
Sul cuore del Naviglio.
E l'usignolo
È caduto dall' antenna,
alta sul convento,
dove canta va prima
del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti,
cosl rossi, cosl gonfi:
lasciateli nella terra
delle loro case :
la città è morta, è morta.
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere per-
venute in. redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12 .556
E-mail : biesse@sdb.org
BS DICEMBRE 1998

1.8 Page 8

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IN ITALIA&NEL MONDO
AMAZZONIA,
BRASILE
PROGETTO SALUTE
SUL RIO MADEIRA
L'ispettoria missionaria del-
1'Amazzonia e il Vis interna-
zionale stanno ultimando un
progetto comune di salute a
favore dei numerosi villaggi
di caboclos lungo il Rio Ma-
deira, raggiungibili solo per via
fluviale. Un'impresa: 30.000
abitanti in 76 villaggi sparpa-
gliati lungo il fiume in mezzo
alla foresta per circa 53.000
PEMBA, MOZAMBICO
DONNE
CON LE ANTENNE
Adelaide, exallieva salesiana,
si rivolge alle suore: "Voglia-
mo promuoverci , chiediamo
di poter imparare a leggere,
scrivere, desideriamo studia-
re" . Da due anni Adelaide (l'
a destra in piedi) e suor Li-
duina Maciel coordinano la
chilometri quadrati di costa. Il
mezzo è una barca (nella fo-
to), attrezzata come unità sa-
nitaria mobile , che · in ogni
viaggio percorre circa 1000
chilomet1i fluvi ali. È intitol a-
ta a P. Goes, il salesiano che
per primo entrò in contatto
con la sconosciuta popolazio-
ne primitiva degli Yanomami
e diretta attualmente da Anna
Gravina, volontaria Vis in A-
mazzonia da 4 anni . Il proget-
to non è solo assistenza medi-
ca, ma istruzione per form are
alcuni operatori sanitari per
ogni villaggio. Il progetto ha
termine alla fin e del 1999.
scuola di alfabetizzazione e
promozione della donna di
Pemba. Le allieve sono ormai
più di 500 divise in corsi di
diverso livello. Dalla grande
tettoia degli inizi, dove con i
bimbi sulle spalle, chine ver-
so terra imparavano i primi
rudimenti agli attuali ambien-
ti concessi addirittura dalla
polizia locale, con i corsi ri-
conosciuti dal Ministero del-
1'Educazione.
BONN, GERMANIA
IL SACRO
COMMERCIO
Nella società secolarizzata e
consumista europea si rico1Te
sempre più frequentemente ai
simboli più sacri del cri stia-
nesimo per la pubblicità com-
merci aie e perfino politica. Il
partito tedesco dei verdi per
esempio ha diffuso un mani-
festo contro il ministro catto-
lico bavarese dell ' interno: sot-
to l'immagine di Ciisto è scrit-
to: "Beckstein deporterebbe
anche Gesù Cristo", per ma-
nifestare la propria indigna-
zione contro la legge anti-im-
migrazione approvata dal par-
tito di ispirazione cristiana ba-
varese. Ecco invece (foto) co-
sa si trova su una rivista in-
glese di moda ... Propaganda
di Maria Ausiliatrice? Nem-
meno per sogno ... è solo un ' i-
dea di D&G Dolce e Gabbana,
che alla modica cifra di 435 $
(q uasi 800.000 lire) offre que-
sto abito ... E Moschino ricor-
re a una corona del rosario
come collana sulle sue felpe!
Ci pare un po' eccess ivo.
DICEMBRE 1998 BS
NAPOLI
UNGREST
PARTICOLARE
Nell 'ambito dell '"Estate-ragaz-
zi '98", che ha visto impegnati
più di 200 a ragazzi/e del
Centro Sociale Don Bosco, la
compagnia aerea Air One ha
offerto 20 posti gratis per una
gita culturale Napoli/Milano/
Napoli. Grande segno di sti-
ma per questi fig li del popolo
spesso emarginati. Nella mag-
gioranza degli oratori l'estate-
ragazzi prevede non solo gio-
chi ma viaggi culturali , escur-
sioni, visite guidate .. . e atti -
vità a tema. Quello del Don
Bosco aveva per titolo "Pi-
nocchio, il burattino che di-
venta uomo : un programma
di vita". Insomma, nulla che
non sia educativo.

1.9 Page 9

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ITALIA-ANGOLA
VOLONTARIATO
ESTIVO
Il VI S (I' associazione salesia-
na di volontariato) ha orga-
nizzato come ogni anno "va-
canze di lavoro" per giovani
volontari. Due gruppi accom-
pagnati rispettivamente da
don Ferdinando Colombo e
don Giovanni Molinari hanno
prestato servizio in Angola, in
prima linea, a contato con i
poveri, il sole, la pioggia, la
malari a.. . e la guerra. Pensare
a un 'estate in luoghi dove di
bello c'è solo il panorama,
quando è bello, mentre tutto il
resto costituisce una sfida
giornaliera anche al buon sen-
so, ci vuole non poco corag-
gio. Ma i giovani sono da
sempre portati a sfide impos-
sibili, a misurare sul campo l a
propria fede, speranza e ca-
rità, a mettere in crisi com-
portamenti e abitudini. Non
tutti hanno l 'audacia di sce-
gliere un agosto di duro impe-
gno per gli altri tra i più dise-
redati. Quelli della foto I'qan-
no fatto.
DAMASCO, SIRIA
TAGLIO E CUCITO
Nella foto alcune delle 70 gio-
vani che frequentano la scuo-
la di tagli o e cucito, tenuta
dalle Figl ie di Maria A usil ia-
trice e promossa dall 'A mba-
sciata italiana, freq uentata da
musulmane e cristiane senza
disti nzione. In Giordania, Si-
ri a, L ibano, Egitto, I sraele le
FMA gestiscono sette scuole
professionali di questo tipo
con circa 250 alunne. Helio-
polis (Egitto) rilascia diplomi
riconosciuti dal M inistero del-
l 'Educazione; A mman (Gior-
dani a) ha conferito 398 diplo-
mi validi. L e differenze di
cultura e religione non incri-
nano la serietà dell a scuola e
l 'armoni a tra insegnanti e at-
lieve. AJ contrario, fanno lie-
vitare l ' impegno, creano nuo-
ve stupende amicizie, arric-
chiscono i partec ipanti . Ric-
chi di diversità si diventa an-
che più ricchi di va lori.
MEN013
I La busta commemorativa delle Poste Vaticane
reca l'effigie di papa Urbano VIII ,
(cardinale Maffeo Barberinl di Firenze),
che indisse il Giubileo nel maggio del 1624
con la Bolla "Omnes gentes plaudite manibus".
IL GIUBILEO TRA DUE FUOCHI
GRANDI AVVENIMENTI SOTTO URBANO VIII
1618-1648 La guerra dei Trent'anni
1620-1630 Repressione in Valtellina, guerra contro gli
Ugonotti, invasione del Piemonte, peste dei lanziche-
necchi ...
La Chiesa attraversava un periodo particolarmente
delicato con l'intera Europa in fiamme: il problema delle
eresie ; la dura opposizione protestanti/cattolici e Rifor-
ma/controriforma; la peste scoppiata appena prima del
Giubileo nel sud Italia e dopo nel nord ; la lotta infinita
tra Spagna e Francia, quella tra stati italiani , quella tra
leghe diverse, quella con l'impero asburgico, le mire del
cardinal Richelieu ... Ma anche l'esagerato nepotismo
papale, la sua politica altalenante, il processo a Galilei. ..
il Papa tuttavia non rinuncia all'anno giubilare .
Alle preoccupazioni descritte si assommarono i proble-
mi di ogni giubileo : la questione dell'accoglienza, del -
l'allogg io, della viabilità, dell'ordine pubblico ... Roma,
riconosciuta capitale spirituale del mondo, non poteva
n0n presentarsi all'altezza della sua fama . Così il
pontefice fece approntare appartamenti in Vaticano per
i vescovi stranieri, i nobili e i principi; ristrutturò ospe-
dali , ospizi, seminari , colleg i per i pellegrin i, restaurò
chiese, vie , fontane , palazzi. ..
Spirito sensibile all'arte, si circondò di maestri come
Bernini, Maderno, Sacchi, che esaltarono la Roma ba-
rocca: basti citare il famoso baldacchino bronzeo in
San Pietro e la gloria del Bernini. Pensò anche alla
difesa: bastioni rinforzati , nuovi cannoni. .. Per alcune
di queste opere il papa smantellò le grandi travi di
bronzo del Pantheon (Quod non fecerunt barbari fece-
runt Barberim) .
Concesse, per la prima volta , ad anziani , handicap-
pati, malati le stesse indulgenze e benefici spirituali
degli altri pellegrini . Vietò a tutti di portare armi "essen-
do molto conveniente che nell 'anno del Santo Giubileo
la città di Roma si mantenghi purgata da ogni violenza
e iniquizia". Durante il giubileo fu canonizzata santa
Elisabetta di Portogallo e beatificati Andrea Avellino
e Felice da Cantalice.
BS DICEMBRE 1998

1.10 Page 10

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l00annifa
Dal Bollettino del dicembre di 100 anni fa trascrÌJ!iamo
alcuni stralci del resoconto che monsignor Costamagna
inviò a don Michele Rua, primo successore di Don Bosco,
sulle missioni della Bolivia.
MANAZARY,
MADAGASCAR
gia . "Ci sarà il sole", profeti z-
zava suor Antoni a all a gente,
accorsa numerosi ssima per
dare una mano, perché ciò
L'ORATORIO
che si andava a inaugurare era
HA UN ANNO
per loro. Ma tutti paventava-
no il maltempo: poca pioggia
Esattamente un anno fa, do- bastava a trasformare tutto in
menica 2 1 dicembre 1997 , in un mare di fango. Ebbe ragio-
una splendida giornata di ne l'improvvi sata profetessa
sole, garantita dalle profezie che l' indomani ebbe la gioi a
di suor Anto ni a, veni va inau- di assistere all ' assalto dell a
gurato a Manazary l' Oratorio gente per due ore di messa e
Don Bosco, de ll e FMA. Puli- la grande festa dell ' inaugura-
zie, addobbi, cartelloni, ban- zione. A un anno di distanza
dierine e ... minaccia di piog- l' oratori o gode ottima sa lute.
"Tutta la settimana di Pasqua l' impiegammo a conferire
la S. Cresima. Più di 5000 furono quelli che la ricevettero
nella nostra chiesa [...].Verso le 8 di sera del 5 maggio
in quella che la gente usciva dal così detto Mese di
Maria ecco che i due campanoni e le altre 24 (dico venti-
quattro) campane della torre della Metropolitana rompo-
no il maestoso silenzio della notte ... E dai 18 campanili
di Sucre uscì di botto un tale concerto che pareva che il
cielo si fosse aperto allora allora per riversare le sue gra-
zie sulla capitale della Bolivia. Era arrivato il Breve pon-
tifico per la nomina di monsignor Taborga a 33° arcive-
scovo di Sucre[ ...].
Il dì appresso, camminato per ben quattr'ore al chiaror
della luna fra dirupate montagne, arrivammo sul far del
giorno al terribile monte che chiamano Jnfi ernillo. Com-
posi tosto un 'arietta alle seguenti strofe :
Angel de mi guarda ,
dulce compaftfa ,
no me desampares
de noche ni de dia .
E cantarellandola più col core che coll a voce arrivai in-
colume all'altra falda della scoscesa e pericolosissima
montagna[ ... ].
Il dì appresso guadagnammo la vetta del Libichuco .. .
Potemmo contemplare colà una cosa curiosa assai. Tutta
quella vetta era coperta di piccoli mucchi di pietre, alcu-
ne a fonn a di casettine a mo ' di quelle che fanno i nostri
bimbi , ripiene di escrementi secchi di mule. Mi si disse
che gli Indii ciò preparano perché nei tempi nevosi pos-
sano i viaggiatori trovar di che far fuoco e scaldarsi
sopra quella montagna spietata.
Nel punto culminante del monte e proprio allato al sen-
tiero vedemmo un enorme mucchio di pietre (apacheta)
tutto cosparso di cocca masticata .. . per un resto di su-
perstizione i poveri Indii , che per ingannare la fame van
masticando da mane a sera foglie di cocca, colà arrivati
gettano su ll ' apacheta il boccone masticato come per la-
sciare nel luogo ogni stanchezza e propiziarne gli spiriti
dominanti ...
DICEMBRE 1998 BS
LUANDA, ANGOLA
15 ANNI DOPO
A ottobre è stato festegg iato a
Luanda il quindicesimo an ni-
versario di presenza della
FMA, con un motivo in più di
gioia per un altro trag uardo
raggiunto: il riconoscimento
ufficiale del Centro Formazio-
ne Professionale Don Bosco
di Kakuako. Dopo le devasta-
zioni dell a guerra, che ridusse
la popolazione da 250 a 90
mila abitanti, è stato creato un
progetto di alfabetizzaz ione
per le ragazze povere, e/o or-
fane, un progetto scolastico e
per il lavoro a favore delle
giovani in difficoltà.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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BRONTE - CATANIA.
Trovarsi per commemo-
rare un cinquantesimo è
cosa comune ... riunirsi
per festeggiare i 50 anni
della prima elementare è
certamente meno comu-
ne . È ciò che ha fatto
una prima elementare di
cinquant 'anni fa per e-
sprimere il proprio grazie
alla ex maestra di allora,
suor Irene Bongiovan ni ,
FMA. Una giornata all 'in-
segna dell 'amicizia e
della riconoscenza.
FORTALEZA - BRASI-
LE. Dove la siccità e la
fam e non perdonano .
Suor Petronilla, FMA, 52
anni di missione, parla di
famiglie (vedi foto) co-
strette a fuggire dalle
campagne aride . Trova-
no le suore sempre pron-
te all 'accoglienza e ad
offrire un po' di cibo che
loro stesse devono ele-
mosinare. Molti scavano
con la sola zappa e
quando trovano acqua ...
è salata.
QUITO - EQUADOR .
Alcun i professori del
"Colegio Don Bosco de
La Tola ", membri del
"Club di Andini smo", du-
rante un'escursione nella
"Lagunas del Mojanda",
mostrano la bandiera. Il
collegio ha attività multi-
formi : scuole elementari,
scuola secondaria di 1°
e grado , centro di ac-
coglienza (Hospederfa)
per campesinos, CFP ,
Chiesa pubblica , ora-
torio festivo .
MELBOURNE - AU -
STRALIA. L'As sociazio-
ne Stampa Cattolica ha
concesso tre riconosci-
menti e relativi premi al
Bollettino Salesiano
per i suoi articoli educa-
tivi , allo stesso per il
supplemento vocaziona-
le, che ha dato nuovo
impulso alle vocazioni ,
al sito web per la miglio-
re impostazione grafica.
Il direttore del B. S. Fr.
Frank Freeman ha ritira-
to i premi.
LOCRI - ITALIA. La Fa-
miglia Salesiana della
Locride (salesiane obla-
te del Sacro Cuore ,
Cooperatori , exallievi) ,
ha vissuto la 4° edizione
del campo-scuola estivo,
in cui si studiano ternati-
che spirituali e pastorali
che aiuteranno il cam-
mino del nuovo anno di
attività e sproneranno la
collaborazione tra con-
sacrati e laici per una ef-
ficace azione pastorale
in vista del lii millennio.
LUSAKNMAKENI - ZAM-
BIA. Da anni si organiz-
za il "festival Don Bo-
sco", in coincidenza con
la sua festa. Quest'anno
le piogge l'hanno fatto
slittare a maggio , per la
festa di Domenico Sa-
via : giochi , danze, canti,
musica, recitazione ... Le
attività tipiche salesiane .
Suggestivo il tema: "Vie-
ni , e riempi la tua giorna-
ta! ". E sono venuti nu -
merosissimi i giovani ,
con solito entusiasmo .
BS DICEMBRE 1998

2.2 Page 12

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ELLEDICI editrice e Centro Catechistico: un modo salesiano di
GRIDATELO DAI
di Giancarlo Manieri
TI...
Gridare certe idee in
un mondo in cui le idee,
quelle solide, vitali,
sono diventate rare come
le pepite nei nostri fiumi,
è un 'impresa titanica
che l'editrice salesiana
ELLEDICI
e il Centro Catechistico
hanno accettato.
Oggi i tetti sono
le paraboliche,
le antenne, i satelliti e...
Internet, ma pure riviste,
testi, libri,
sussidi cartacei, sonori
e multimediali.
T re parole tre possono caratte-
rizzare la ELLEDICI: evan-
gelizzazione, catechesi, edu-
cazione. Qualche impallinato della
precisione potrebbe osservare che in
realtà il trinomio è un binomio: e-
vangelizzazione e catechesi, perché
la terza parola caratterizzante, edu-
cazione, più che un ambito rappre-
senta la via maestra che l'editrice
percorre sulla via del sistema pre-
ELLEDI
Il palazzo sede della ELLEDICI,
a Rivoli, visto dall'interno.
ventivo: evangelizzare educando.
La cosa non è di poco conto: indica
la provenienza, la matrice della EL-
LEDICI: non fredda evangeli zza-
zione cattedratico insegnamento
ma attiva e, in certo senso, emotiva
partecipazione, personale coinvo lgi-
mento, vitale narrazione attraverso
strumenti editoriali avvincenti e in-
sieme carichi di valori.
CHIAMATA A ... CORREO
Con i suoi prodotti editoriali la
ELLEDICI stimola operatori pasto-
rali, genitori, catechisti, animatori,
educatori ... si rivolge ai responsabi-
li primi dell'educazione religiosa e
dell 'evangelizzazione, li stimola, li
rifornisce di idee e di strumenti, di
libri, riviste, cd didattici e musicali,
videocassette e poster, sussidi e dia-
La produzione ELLEDICI:
libri, riviste, multimedia.
DICEMBRE 1998 8S

2.3 Page 13

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evangelizzare. Come voleva Don Bosco.
positive, dizionari e opuscoli: li pre-
para, li convince a cogliere quello
che manca per vivere una vita col
più vasto orizzonte possibile, che è
quello che comprende Dio.
E scrive per educatori e ragazzi,
per professori e gente comune, per
genitori e figli, per vescovi, preti e
laici. Ha insomma accettato la sfida
più ardua ed esaltante dei tempi mo-
derni, quella cli preparare una serie
di pubblicazioni in una società che
legge sempre meno e usa altri stru-
menti per catturare attenzione da
preadolescenti, adolescenti e giova-
ni. Dice loro che non è il caso di
camminare "senza peso" le vie della
vita: la vera sfida è quella di viag-
giare carichi come muli . .. carichi di
valori. E se nelle grandi librerie alla
moda non si trovano i prodotti che
scavano l'intimo, che sfogliano le
pagine di quel volume misterioso
che si chiama coscienza, niente pau-
ra: "Ci sono da noi!" . Così trovi li-
bri di meditazione e preghiera, edi-
zioni diverse della Bibbia, testi di
commento alla Parola, di pedagogia
e di religione, raccolte di giochi,
biografie di santi, dizionari di pasto-
rale giovanile, di catechetica, di
omiletica, di educazione, di comu-
nicazione, floppy disk per testi inte-
rattivi, cd-rom educativi e musicali,
sussidi per l'animazione liturgica...
pazzesco! Ma la sfida è: "Misurati
con questi pesi, perché alla fine ti
accorgerai di pesare tu stesso di
più". E sarai in piena "forma"...
come Pantani al tour de France ...
I nostri nonni affetmavano, sicuri
di sé, che qualche sonora sculaccia-
ta era un toccasana per l'educazio-
ne. La ELLEDICI propone al posto
della sana sculacciata 12 riviste, tra
cui Mondo Erre per ragazzi, Dimen-
sioni Nuove per giovani, Catechesi
e Dossier catechista, Insegnare Reli-
gione e L'ora di religione: spazia a
tutto campo con 13 punti vendita -
la cabala non c'entra! - in collega-
mento anche con altre sei librerie
salesiane, le cosiddette LES.
DAL GENIO
DI DON BOSCO
Viene da lontano la ELLEDICI:
dal tifo di Don Bosco per l'editoria.
No, non è stato lui a fondarla , ma
certo l'ha desiderata, preparata, i-
spirata. Da parte sua ha cominciato
a pubblicare bibbie, catechismi, li-
bri per la riflessione e la preghiera
dei giovani , musiche e testi di canti
liturgici; e ancora vite di santi, rac-
conti morali, storie edificanti ... Dei
1174 titoli degli scritti a stampa del
Santo dei giovani la stragrande mag-
gioranza è di carattere religioso,
morale e catechistico.
Don Bosco pensava i suoi scritti
come brogliaccio di un progetto au-
L'interno della nuova libreria
"Don Bosco" a Roma.
dace che la sua mente sognava ad
occhi aperti e che ha lasciato in ere-
dità ai suoi figli, perché lo trasfor-
massero in realtà. La ELLEDICI fa
certamente parte di questo sogno,
ormai concretamente attuato. Del
resto chi si accollò l'onere di mette-
re in bella la brutta copia, che poi
brutta non era proprio per niente, fu
uno dei suoi successori, don Rical-
done che nel 1939 fondò l'Ufficio
Catechistico Centrale Salesiano. Fu
il primo passo verso l 'editrice, una
provvidenza per la Chiesa italiana;
una mobilitazione di intelligenze e
di penne per la catechesi e l 'inse-
gnamento della religione. Spinti
forse dal quel detto, mai smentito
dalla realtà, che un "ministro della
Regina Vittoria in visita ali 'orato-
rio" si lasciò sfuggire, più sconcer-
tato che meravigliato, di fronte al
perfetto silenzio di circa 500 giovi-
netti che riempivano una enorme
sala studio, con un solo assistente:
"Avete ragione, avete ragione: o re-
ligione o bastone". Il compassato
lord si convinse, e non era ancora
l'era degli hooligans, di ciò di cui
purtroppo i nostri modernissimi ge-
nitori non sembrano più così con-
Elaborazione delle immagini
al computer.
BS DICEMBRE 1998

2.4 Page 14

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cui siamo andati dicendo. . . Oggi
ancora sperimentazioni, gruppi di
studio, laboratori di ricerca audaci
progettazioni pastorali, traduzioni,
analisi di esperienze catechistiche in
collaborazione con l'UPS (Univer-
sità Pontificia Salesiana) ed altre
università ecclesiastiche. Non meno
di tremila esperti sono nati da que-
sto impegno sul campo più delicato
e difficile della Chiesa, quello indi-
cato da Gesù stesso: "Andate in tut-
to il mondo ...".
"Il salone del libro" di Torino: lo stand della ELLEDICI.
vinti, che l'istruzione religiosa deve se al futuro papa Pio XI proprio ri-
essere scopo primario di ogni istitu- · ferendosi alla stampa, alla comuni-
zione educativa, quindi anche della cazione sociale.
famiglia, altrimenti bastano molto
meno di 500 giovinetti a inscenare
una sarabanda tale da far scappare a UN "PALLINO"
gambe levate genitori, professori, DI DON BOSCO
educatori, assistenti e quant'altri e a
mettere sottosopra un intero fabbri- Don Bosco cominciò l'oratorio
cato, scuola o oratorio che sia.
avendo dentro un "pallino", quello
della catechesi e dell 'educazione (il
ACCELERAZIONE
famoso e sorprendente sistema pre-
ventivo). Fu il suo cruccio di prete,
MODERNA
la sua preoccupazione di pastore.
Don Ricaldone, suo quinto succes-
L'editrice come azienda usa i sore, con gesto profetico, fondò, co-
mezzi più moderni per camminare me dicemmo, il Centro Catechistico
anzi correre coi tempi: si serve di un Salesiano (CCS) e nel 1941 gli af-
centro di elaborazione computeriz- fiancò una editrice, la ELLEDICI,
zata delle immagini, di una proget- mentre lanciava una "campagna ca-
tazione grafica ali' altezza della sua techistica" che ebbe il suo culmine
fama, di un sistema informativo con il " 1° Congresso Catechistico
globale e di Internet, ovviamente. I Internazionale" nell'ormai lontano
tempi non sono più placidi come un 1950.
tempo, e il fiatone può sorprendere i Un vigoroso impulso ricevette l'e-
vecchi come anche i giovani, ma la ditrice dal Concilio Vaticano II: nac-
direzione è segnata: congressi, con- que la stagione dei convegni naziona-
ferenze, mostre, fiere del libro, siti li "Amici di Catechesi", che permise-
web, e-mail: l'era della carta stam- ro l'approfondimento delle temati-
pata viene trascinata in quella tele- che, l'affinamento dei mezzi, l'avan-
matica. La ELLEDICI non vuol zamento della riflessione, l'aggiorna-
perdere il treno; del resto questo era mento della pastorale catechistica.
il desiderio esplicito di don Bosco Oggi testi di ogni tipo, sussidi
che, la famosa frase sulla volontà di multimediali diversi, e presto i si-
voler essere ali' avanguardia, la dis- stemi digitali, assieme a tutto ciò di
o,cEMBRE 1998 BS
I MAGNIFICI CENTO
Nel cuore del CCS e della LDC
sono a servizio della Chiesa specia-
listi in varie discipline (Bibbia, li-
turgia, catechesi, pastorale, spiritua-
lità, pedagogia, animazione, multi-
media, progettazione e fotografia,
grafica ... ), nomi che si sono con-
quistati un indiscusso prestigio in
ambito italiano e internazionale,
scrittori i cui libri sono stati tradotti
in altre lingue. Il contatto collabora-
tivo con università civili ed eccle-
siastiche e numerosi centri diocesa-
ni assieme a giornalisti ben noti ga-
rantisce la qualità.
Un centinaio di persone, i salesia-
ni e i laici impegnati nell'opera, cer-
cano di "gridare dai tetti" e, anche
più in su, dalle antenne e dai satelliti
la Parola, navigando virtualmente,
ma efficacemente in quel mare mi-
sterioso che va sotto il nome di In-
ternet, superpopolato di naviganti -
internauti li chiamano - e di ogni
specie di flora e fauna.
In quel mare si trova anche il sito
della ELLEDICI. Di una cosa si può
essere sicuri: il solitario internauta
che si imbattesse in questa piccola
riserva non dovrà temere alcun peri-
colo, è garantito che non avrà inci-
denti, non dovrà stare attento ai se-
gnali né rispondere con pietose e/o
stridenti bugie alla domanda di rito:
"Sei adulto? Se sì, click here, clicca
qui, se no go back, torna indietro ...".
Puoi avventurarti tra i prodotti a
testa alta, sicuro di non fare cattivi
incontri.
A meno che trovare Dio in Inter-
net sia un cattivo incontro!!!
Giancarlo Manieri

2.5 Page 15

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GUWAHATI, INDIA
PREMIO
ALL 'ARCIVESCOVO
L'arcivescovo salesiano Tho-
mas Menamparampil, di Gu-
hawati , è stato ins ignito del
premio umanitario "Life Time
Achievement Humanitarian Ha-
ward" dalla Fondazione Padre
Aurelio Maschio, Bombay, per
i suoi sforzi nel costruire pace
e riconciliazione, così come
per i suoi servizi umanitari
nei distretti Kokrajhar e Bon-
gaigaon dell 'Assam Occiden-
tale durante i conflitti etni c i.
L 'arcivescovo Menamparam-
pil ha giocato un ruolo chiave
nel lanciare il forum ec ume-
nico chiamato "Inter Church
VENEZIA
CITAZIONE
DI MARIA AUSILIATRICE
Nell 'analisi storico-araldica per
lo stemma, gonfalone, ban-
diera e sigillo della Provincia
di Venezia, voluta da Mass i-
mo Cacciari compare anche
Peace Mission" ("Missione di
Pace tra le Chiese")che ha
mobilitato il loro sosteg no e
ha lanciato sforzi di ri solu zio-
ne e di pace. L'intervento e i
servi zi de lla Chiesa sono stati
apprezzati dal Governo del-
1'Assam e dalla Commissione
dei Diritti Umani. Il premio è
stato presentato ali ' arcivesco-
vo Menamparampil durante
una funzione a Bombay il 9
settembre, in occasione del se-
condo anniversario della mor-
te di Padre Aurelio Maschio.
L'arcivescovo Menamparam-
pil è stato anche riconfermato
Consultore della Sacra Con-
g regaz ione per l'Evangelizza-
zione dei Popoli. L ' incarico
durerà cinque anni. Il cardinal
Josef Tomko nella sua lettera
di riconferma ha scritto: " ben
consapevole della sua compe-
tenza, specialmente nel cam-
po de ll' evan gel izzazione, sono
sicuro che sua Eccellenza
sarà in grado di offrire un 'in-
calcolabile collaborazione a
questo Dicastero a favore
della causa missionari a". L 'ar-
c ivescovo Menamparampil ha
reso servi zio come segretario
speciale ne l Sinodo de i Ve-
scovi de ll ' Asia, recentemente
concluso. Egli è inoltre un
membro dell ' équipe di Ve-
scov i incaricati di visitare i
seminari in India.
la desc ri zione meticolosa del
quadro del Lorenzone, voluto
da Don Bosco, proprio perché
tra i num erosiss imi personag-
gi che attorniano l'Aiuto dei
Cristiani c'è anche "San Mar-
co Evangelista" seduto sul
leone accovacciato, suo sim-
bolo perso nale, mentre scrive
il Van gelo; trattas i di una del-
le più belle rappresentazioni
de l nostro (di Venezia n.d .r.)
evangelista. La descrizione
del quadro è minuziosa, pro-
prio come s ' addice ad un e-
sperto di araldica, quale è
Giorgio Aldrighetti , exallievo
e cooperatore salesiano di
Chioggia, cui il s indaco di
Ve nezia ha conferito l' incari-
co di definire compiutamente
gli e mbl emi araldici de lla cit-
lagunare.
CHENNAI, INDIA
UN UFFICIO
PER LO SVILUPPO
Padre Tarcisius Ratn aswamy
sdb, direttore del SURABI -
sorgente in lingua Tamil - il
cui acrostico (Salesian Urban
and Rural Advancement Ba-
king Institute), svela l'orga-
ni zzazione benefica da lui
stesso fondata, un ufficio per
lo sviluppo e il sostegno dei
centri urbani e rurali . Nella
foto è attorniato da bambini,
figli di genitori ammalati di
AFFI - MAGAZZINI NICO
L'1%: UNA MAGNIFICA
INIZIATIVA
È a carattere mondiale. Si
tratta di una iniziativa che
consiste nel devo lvere in pro-
getti di solidarie tà l' uno pe r
cento del corrispettivo dei
consumi . Il progetto, che ha
per protagoniste le imprese
che operano a contatto del
consumatore finale, è stato
presentato nella sede dell ' U-
NESCO a Parigi.
Il meccanismo su cui si basa
"un per cento" è semplice:
lebbra. Da tem po il dinamico
sales iano è impegnato nella
costruzione delle "AMBU IL-
LAM", "case dell'amore", do-
ve i ragazzi di srrada , nume-
rosissimi nelle grandi e medie
città dell 'lndia, possono tro-
vare ospitalità, assistenza, i-
stru zione scolastica e catechi-
stica, infine, impara re un me-
sti ere. Sostiene don Tarcisius
una fondazione italiana, l'Apis,
(vedi BS di settembre, pag.
48) che attraverso varie ini-
ziative cerca di dare una ma-
no all'infaticabile mi ssionario.
un ' impresa decide di co nce-
dere uno sconto dell ' 1% a
tutti i c lie nti che intendono
aderire a una ini ziativa di so-
lid ari età concreta e doc ume n-
tata. Il cliente che sceglie di
destinare all'opera il suo scon-
to compila, all'atto dell 'ac-
quisto, una ca rtolin a con la
quale di chiara di voler desti-
nare lo sconto a favore del
progetto proposto. L ' impresa
accantona le oblazioni in un
conto corrente bancario appo-
s itame nte istituito che verrà
periodicamente trasmesso ai
destinatari. Un Comitato mon-
diale di garanzia vigila s ui
trasferimenti dei fondi e con-
trolla i versamenti. Le impre-
se che accettano l' ini ziativa
ricevono la des ignaz ione del-
1'opera da attuare co i loro
"sconti ".
La Nico - calzature di Affi
(Verona) accantona l' l % per
completare le strutture del-
1'Opera Salesiana di Maha-
janga, in Madagascar: un vil-
laggio-impresa per offrire op-
portunità di lavoro ai g iovani
malgasc i.
BS DICEMBRE 1998

2.6 Page 16

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Lo sport, anche lui è sotto tiro ... sospetti, inchieste, interrogatori.
DMRE
PlllUN
di Luca Sorrentino
"Il doping è l'effetto
di una mentalità sportiva
che vuole a tutti i costi
la vittoria e il risultato.
Oggi lo sport è in mano
all'economia, è sfruttato,
commercializzato,
carico di finalità che
non gli appartengono.
È necessaria una nuova
cultura sportiva",
dice il fondatore delle
Polisportive Giovanili
Salesiane
don Gino Borgogno.
L' ultima in ordine di tempo è
forse Michelle Smith, un'ir-
landese che ad Atlanta ha
stupito tutti, vinc~ndo nel nuoto tre
medaglie d'oro. E stata squalificata
per aver manipolato il test antido-
ping. Una carriera chiusa, dal mo-
mento che Michelle, 29 anni, potrà
tornare in piscina solo quando ne
avrà 33. Gli atleti dopati non si con-
tano più. Ed è difficile superare il
fastidio e la diffidenza anche quan-
do il ricorso riabilita l'atleta.
Lo scandalo è scoppiato in grande
al Giro di Francia, seguito quest'e-
state dalle polemiche aperte dalle
dichiarazioni di Zeman, che ha lan-
ciato l'allarme sul mondo del cal-
cio. Qualcuno gli ha dato ragione,
gli addetti ai lavori si sono ribellati,
accusandolo d 'ingenuità, o addirit-
tura di "far saltare un sistema"
(Moggi, sic). Ma indignarsi e solle-
vare qualche coperchio potrà servire
a qualcosa? "Ci sarà sempre il do-
o,cEMBRE 1998 BS
ping", ha detto fatalisticamente Ver- "Il ciclismo è certo una faticaccia,
bruggen, presidente del ciclismo un impegno per molti giorni e per
mondiale, "così come ci sarà sem- molte ore di seguito. Bisogna co-
pre il crimine". E Gian Paolo Or- munque che prima di tutto si preci-
mezzano: "Il mondo dello sport d'é- sino meglio le sostanze che sono
lite, quello delle grosse fatiche o co- proibite, perché anche i medici insi-
munque della tensione sempre mas- nuano che di fronte a certi sforzi no-
sima, si divide molto semplicemente tevoli, non ordinari, il sostegno al-
fra drogati furbi e dopati ingenui, 1' organisnJO possa anche essere giu-
fra dopati bene protetti, chimicamen- stificato. E •evidente che il sostegno
te o legalmente, e dopati senza vali- non deve ess_ere nocivo".
do scudo scientifico e burocratico".
Parliamo di tutto questo con don
Gino Borgogno, un protagonista del- DILETTANTI COME CAVIE
lo sport. Salesiano di Don Bosco, ha
fondato le Polisportive Giovanili Nei giorni caldi dell ' inchiest
Salesiane (PGS), che oggi sono di- man, Francesco Moser t
ventate una realtà considerevole, as- bile che dei giovan·
sociando 1300 società sportive con · trattati come " ·
110 mila tesserati.
corse minori" .Al1:1ff'l/._.,.;
Cosa pensi, d ·
scoppiato al
"A par
provvis
della p
pre che
sto pro
avanti i
guità, di
connivenz
faccia chi
guadagna-
e ne spendono
. si somministrare
l' Epo e que e diavolerie degli or-
moni della crescita, è stato scritto.
Tu che ne dici?
a in'
o, onnai conta solo ot-
sultati, qualunque sia il
prezzo da pagare". Lo stesso Zeman
diceva a Pierangelo Sapegno che lo
intervistava per La Stampa: "Io
penso che il pericolo sia maggiore
per i dilettanti. Io ne ho visti tanti

2.7 Page 17

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È caduto un altro mito.
morti in palestra. I professionisti so-
no controllati, con-ono meno rischi.
Conosco nuotatrici della Ddr che so-
no diventate uomini, ne conosco che
hanno par · o bambini deformi".
della sua crescita. Ripeto, dal punto
di vista morale è un problema che
dev'essere affrontato subito; dal
punto di vista farmaceutico va stu-
diato per stabilire quali sono le so-
dovremmo offrire lo sport come e-
sperienza di socializzazione di base.
Ma per fare questo bisogna far nasce-
re una nuova cultura sportiva, non
{ondata sull'a1rnganza e la rivalità.
stanze che possono aiutare e quelle E questo il senso di una sana compe-
le condi- che danneggiano".
tizione. Se l'agonismo è visto come
vi
pato non
confronto con un altro per ottenere
'
leale e necessario ogni anno abbatte- un risultato positivo e con mezzi le-
re i record, oltre ogni limite umano: citi, non è condannabile, perché è
.
.
e c. u
ersione, la utile che un ragazzo prenda coscien-
supt
·itto Aldo za delle sue capacità e le esprima al
. à italia.- .
meglio anche nei confronti degli
·o
una men- altri. Perché l'altro mi aiuta a misu-
dire: 'Arriv
nto, se t
a tutti i rare me stesso. Se non mi confronto,
•. vùoi •proseg
· , devi
. E tutto non so nemmeno quel che valgo io".
percorrere q
ò se
. tuna , quale
()fa u
In Italia la pratica sportiva è au-
tempo e ·
smo; I i ~ e,. B · poi è l'eco- mentata ? Tutto sommato, i giovani
7 · no : che domina lo sport: è diven- italiani sono degli sportivi?
f pubblicità, spettacolo. Lo sport · "La pratica sportiva in Italia è au-
e sfruttato, commercializzato. Per mentata, perché è diventata una mo-
ario, morale,
questo è segnato da violenza, fanati- . da, una mentalità. Ha influito anche
1a sportiva. Nel sen
e smi, divismo. E uno sport carico di nel modo di vestire. E poi chi non
port dopato stravolge i risultati finalità che non hanno nulla a che dà due calci al pallone? Ma è au-
gazzi non sono più in competi- vedere con_lo sport".
mentata la pratica occasionale, par-
zione parallela. Che a Seoul sia
ziale, non quella continuativa. C'è
stato squalificato Johnson o che si
metta sotto accusa la squadra della
QUALE SPORT
un calo di professionalità. D'altra
parte è normale che un giovane non
Festina m ' interessa più o meno. Ma PER I GIOVANI
venire a sapere che certe sostanze
·se la senta di sottomettersi a un pro-
fessionismo esasperato, all'eccesso
circolano tra i ragazzini nelle pale- Ma è proponibile uno sport per di allenamento. Che a 15 anni, e an-
stre, questo mi preoccupa. Ricorda- tutti i giovani, senza competizioni e che prima, ti si chiedano quattro ore
te? Dietro certe prestazioni straordi- senza risultati ? Uno sport che non di allenamento al giorno, è assurdo.
narie delle ragazze cinesi c'era l'in-
tervento per fermare il loro sviluppo
fisico, perché restassero leggere. In
questi casi si tratta di uno sport a di-
spetto della persona, non a servizio
sia "gonfiato" e selettivo ?
incredibile, ma spesso anche al-
i' oratorio lo sport lo fa solo 'la squa-
dra' e gli altri vengono esclusi, per
mille motivi. Almeno ai più giovarti
Se lo sport non è più divertimento e
piacere, se diventa lavoro, impegno
massificante e monotono, è normale
che con l'arrivo di altri interessi i
giovani abbandonino".
D
BS DICEMBRE 1998

2.8 Page 18

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Una realtà viva la congregazione salesiana in Polonia, che ha
POLONIA 100
di Serena Manoni
Nei refettori
di aspirantati e collegi
salesiani di 35/40 anni
fa, pieni di giovani
"interni", non c'era
"caciara ", si mangiava
Omaggio delle bambine di Oswif~cim agli ospiti della celebrazione centrale,
''enel giugno 1998.
ominciammo allora a
voler bene ai polacchi ,
GLI INIZI
sc rive un antico colle- Entrarono in Polonia giusto cen-
gia le, popolo di eroi che amava la to anni fa, nel 1898, inviati da don
libertà sopra ogni cosa e Dio sopra Rua, primo successore di Don Bo-
la libertà". Prima che con le vicende sco, quando la congregazione, a die-
politiche degli ul timi anni i polacchi ci anni dalla morte del fo ndatore,
entrarono nell ' immaginario de i ra- era in piena fio ritura. Li aveva pre-
gazzi dei colleg i salesiani come " i ceduti la prima biografia di Don
ascoltando la lettura
di un "buon libro",
un romanzo che a volte
riusciva a catturare
talmente l'attenzione che
la vicenda interessava
più che il parlare.
"I falciatori della morte",
di Alexandre de la
falc iatori della morte" , manipolo di
coraggiosi che non si piegò mai all o
straniero, fino all a definitiva libera-
Bosco in polacco nel 1884 e il Bol-
lettino salesiano "Wiadomosci Sa-
!ezjanskie" nel 1887 , distribuito su-
Mothe, editrice SEI,
era uno dei pezzi forti.
zione, quando le note vicende di No- bito in 25.000 esemplari. In qualche Raccontava l'eroismo
va Huta, Solid arnosé, Lech Walysa,
Popieluszko e papa Wojty!a li fece-
ro balzare agli onori dell a cronaca
dei polacchi che non
volevano cedere
mo ndi a le .
Emersero allora anche i salesiani ,
che da anni mmai nella semiclande-
all'invasore
e si difendevano con
stinità lavoravano e lottavano per la
i falcioni da fieno contro
libertà di espress ione, di culto, di
insegnamento... In effetti nonostan-
te i divers i regimi cui vennero sotto-
I..,
posti, tutti molto poco teneri con
Chiesa e preti , i salesiani ri usc irono
a costruire chiese e collegi, a impar-
cavalli e sciabole
cosacche: le grandi lame
nate per l'erba e il grano
mietevano all'occorrenza
tire l'insegnamento religioso, a fo n-
garretti e teste...
dare scuole soprattutto tecn iche, a
erigere, incred ibi le a dirsi, sem inari
e noviziati per le vocazioni.. .
DICEMBRE 1998 BS

2.9 Page 19

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superato tutti gli ostacoli.
La banda del collegio di Oswi~cim.
modo prepararono il terreno assie-
me ad incontri personali di polacchi
con Don Bosco, di studenti di quel-
la nazione nei collegi salesiani pie-
montesi (nel 1894 Lombriasco di-
venne casa polacca!), e delle prime
vocazioni autoctone, a cominciare
dal 1878. Tant'è che il don Rua poté
servirsi di tre salesiani polacchi per
iniziare l'opera. Furono don Franci-
szek Trawinski e i chierici Stani-
slaw Zdebel e Marcin Dolata.
OSWl(CIM
La storia fortunata dei figli di
Don Bosco inizia da una città sfor-
tunata, la tristemente nota Oswi~-
cim , allora cittadella della Galizia
sotto l'impero austriaco, poi campo
di sterminio nazista. Vi aiTivarono
quando ancora la Polonia non esiste-
va nelle carte geografiche d ' E uropa,
fagocitata da tre potenti stati, Au-
stria, Prussia e Russia: a ognuna un
pezzo, autentica torta per i potenti.
E interessante notare che i polacchi
non persero mai la loro identità.
I salesiani iniziarono in sordina
con l'entusiasmo dei neofiti. I guai
bussarono presto alla porta. Già nel
1903 si annunciarono i prodromi
del più grande sconvolgimento della
storia moderna con la fondazione
del partito operaio russo di Lenin, i
cui membri si chiameranno bolsce-
vichi; due anni dopo Odessa sarà il
palcoscenico per la prova generale
della rivoluzione, col noto ammuti-
namento dell 'equipaggio della co-
razzata Potemkin. Subito dopo na-
sceranno i soviet che nel 1917 sca-
teneranno la grande rivoluzione di
cui la Polonia sarà ancora una volta
vittima... Sballottata dalla Russia
alla Germania ancora alla Russia, in
una girandola infernale di sempre
nuovi padroni. Eppure nessun pro-
cesso né quello di germanizzazione
né quello di russificazione poté scal-
fire l' identità polacca.
API INDUSTRIOSE
Sotto ogni dominazione i sale-
siani continuarono il loro lavoro e
la loro lenta ma costante espansio-
ne. Dopo Oswiycim, subito si pensò
a una casa di noviziato , Daszawa
(1905); poi Przemysl (1907) , il fu-
turo cardinale don August Hlond ne
fu il fondatore e primo direttore; poi
Krakow (1911), Rozanystok (1919),
Lqd (1921) che l'occupazione nazi-
sta trasformerà nel 1940 in prigione
per sacerdoti; quindi Lodi (1922),
Czerwinsk (1923), e via via tutte le
altre, fino ali 'ultima, ancora una
casa di formazione, un teologato ,
nel 1996 a Lodi... fino alle attuali
90 presenze. Molte case sorsero dal
1945 in poi, proprio quando la Po-
lonia cadde sotto il duro regime so-
vietico, a riprova che nulla riuscì a
fennare il cai-isma di Don Bosco.
Così come nulla fe1mò i polacchi: la
salda tradizione cattolica non fu
scardinata nemmeno dalla organiz-
zatissima e massificante forza rossa.
I salesiani dunque continuarono la
loro espansione sotto Lenin, Stalin e
tutti gli altri . Nel 1919 c'era già una
ispettoiia polacca, comprendente an-
che la Iugoslavia, guidata da un
ispettore italiano, don Tirone; ma
l' ispettoria austro-ungarico-gern1a-
nica era guidata da un polacco, don
August Hlond primo direttore di Pr-
zemysl. Gi.à nel 1922 venne eretta
una ispettoria polacca ind ipendente.
CENTO ANNI
Un centenario sofferto quello po-
lacco, ma proprio per questo più
bello, dove fatti di eroismo s'intrec-
ciano a episodi di oscura n01malità.
Una n01malità dura, asfissiante, che
vedeva i salesiani lottai·e ogni giorno
per il pane e la libertà. Sparsi un po'
ovunque dal Baltico ai Carpazi sep-
pero vivere facendo solo cose ordi-
narie, ma nel modo salesiano, cioè
straordinario.
Raggiunti dalle Figlie di Maria
Ausiliatrice nel 1922, il seme è
cresciuto rigoglioso: un cardinale,
avviato agli altari, due vescovi , e
una congregazione fiorentissima:
sei ispettorie si dividono il vasto
territorio, due delle Figlie di Maria
A usiliatrice con più di cinquanta
presenze, e quattro dei salesiani con
le già ricordate 90 presenze. Una
rete: la rete di Don Bosco che con-
tinua a coprire questa terra difficile
ma feconda.
dove maggiori sono le diffi-
coltà maggiore sarà la fioritura.
Credo sia da tener presente questo
effato , che Don Bosco esprimeva
con più contadinesco eloquio: "L'o-
ratorio di San Francesco di Sales
nacque dalle bastonate, crebbe sotto
le bastonate!" ... quasi ad ammonire
che se non ci fossero state sarebbe
cresciuto di meno. Alla Polonia non
sono mancati confratelli da altare, e
l'attesa del riconoscimento ufficiale
è grande. Il Rettor Maggiore ha vo-
luto essere presente proprio a
Oswiycim, dove un monumento al
santo dei giovani ricorderà ai posteri
questo primo tormentato secolo di
storia, scritta dai salesiani nella
te1Ta de "I falciatori della morte". O
BS DICEMBRE 1998

2.10 Page 20

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La storia di don Rondini e di Crespa in un libro di Silvia
CESARE
DAI CAPELLI
ROSSI
di Angelo Botta
"Avrò avuto due anni, non mi trovavano
più. Era piovuto molto e dietro la casa
si era formato un laghetto.
Si mettono tutti a cercarmi.
Alla fine scorgono una cosa rossa
al centro del laghetto. Era la mia testa.
Quella volta sono serviti a qualcosa
i miei capelli rossi!".
I 1 fatto successe in Patagonia pa-
recchi anni fa; adesso la testa è
bianca, e, in occasione del 502
anniversario di sacerdozio del pro-
prietario, è apparso un libro: " Mi-
rando al futuro" . Il sottotitolo in
I Padre Rondini dirige i suoi ragazzi
che lavorano alla demolizione
di un vecchio fabbricato.
DICEMBRE 1998 BS
italiano suona così: Storia del!' az io-
ne evangelizzatrice, educativa e so-
ciale dei salesiani a Villa Regina . In
poco meno di 200 pagine Silvia
Laura Zanini presenta la straordina-
ria storia di don Cesare Rondini e di
ORESPA, l'Organi zzazione di Scuo-
le Parrocchiali che riassume e conti-
nua la fatica evangeli zzatrice, soc ia-
le e cu lturale del grande iniziatore.
LE MARCHE,
TERRA DEGLI AVI
La stori a si apre nelle Marche do-
ve un ragazzo, che ne l 1903 tentava
di imparare il mesti ere del ciabatti-
no nella bottega di suo padre, un be l
giorno si stancò de ll a vecchia scar-
pa che stava cercando di rimettere
in sesto e, sbattendol a a terra, sbot-
tò: "Vado in Argentina! ". E ci andò
sul serio . Da Buenos Aires si sp inse
al sud , fin nella Patago ni a, dove
trovò lavoro, raggranellò i so ldi ne-
cessari per affittare della terra da
curare in proprio. Poi sposò un ' otti -
ma ragazza, figlia di immi grati ita-
liani, che gli regalò ben 14 fig li . Ce-
sare, nato il 9 febbraio 1919, fu il
terzo .
Non era un a vita facile. Il papà
usciva prima dell'alba con l'aratro
tirato da otto cavalli. Alle 8 del mat-
tino tornava per la colazione, men-
tre la mamm a cambiava i cavalli .
Nuovo rientro a mezzogiorno e poi
via, fino ali 'ora di cena. " Quante
volte - ricorda don Cesare - abbia-
mo visto il papà sull 'aratro, con i
baffi duri come un manubrio di bi-
cicletta per la gelata! Così, con il
so lo aiuto dell a m amm a, arava 300
ettari di terra, senza disattendere gli
altri lavori dell a campagna".
DAL BARROCCIO
AL SACERDOZIO
Passavano ogni tanto di dei preti
in un barrocci no , cui la gente dava
l'aristocratico nome di sulky... in
casa Rondini c'era sempre un piatto
per loro. Così si stabilì il primo con-
tatto. Alla fine il ragazzo dai capelli
rossi diventò salesiano. E fu messo
subito al lavoro, naturalmente.
Prima organizzò una squadra di

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Laura Zanini.
... Si dà il fieno alle vacche nella stalla.
Giovani apprendisti panettieri intenti al loro lavoro.
Un ciabattino ripara gratis le scarpe
dei ragazzi di Orespa.
Volontari nel laboratorio di cucito riparano gli indumenti
degli ospiti.
ginnastica. Scrive: "Abbiamo fatto
colpo con la ginnastica. La festa di
chiusura dell ' anno fu epocale. Qual-
cheduno disse che avevo sbagliato
mestiere". Poi fu la volta di una
squadra ciclistica, novità assoluta
che causò non poco stupore nella
zona. E dire che lui , il chierico Ron-
dini, non sapeva manco andare in
bici. Imparò dopo.
Ordinato sacerdote, fu promosso
alla moto per ragioni di ministero.
Innumerevoli le cadute. Una gli ca-
pitò mentre, sui binari che si snoda-
vano in parallelo alla strada fango-
sa, passava il treno. Il macchinista,
impressionato da quel prete dalla
testa rossa finito rovinosamente a
gambe all ' aria, bloccò tutto e 110~1 si
mosse fin quando non lo ebbe visto
alzarsi rimontare in sella e ripartire.
Poi v;nne la banda, che circolava
anche nei paesi vicini. La gente di-
ceva: "La banda? Ma che festa è?".
"Siamo noi la festa", rispondevano
don Cesare e i suoi.
QUATTRO ANNI,
SIGNORE!
"C 'è l'abitudine di chiedere gra-
zie specifiche nell ' ordinazione sa-
cerdotale. Io chiesi al Signore di po-
ter lavorare senza problemi per quat-
tro anni, perché la salute non mi of-
friva troppe garanzie. Il Signore ha
superato la richiesta, i quattro anni
si sono ripetuti più di dodici volte e
ho lavorato a fondo".
Il suo campo fu la Patagonia: Ba-
hfa Bianca prima, Villa Regin~ dal
1959 ad oggi. Qui si tratta~a d1 _un_a
" parrocchia": ventimila ab1tant1 d1-
stribuiti tra il centro e i vari paesini
di quella pampa argentina che non
finisce mai. Lo preoccuparono subi-
to l'insufficienza delle due scuole
elementari in funzione , la mancanza
di assistenza sanitaria, l'abuso del-
I'alcool. Decise di darsi da fare. "Le
cose difficili - dice - si incomincia-
no come si può. Poi, con il nostro
sforzo e l'aiuto di Dio, si cerca di
portarle a termine".
Caratteristica del "sistema Rondi-
ni" è il coinvolgimento dei parroc-
chiani, rivelatisi incredibilmente aper-
ti e generosi . Il libro citato descrive
il succedersi ininterrotto di persone
per dare il loro apporto, chi in modo
saltuario , chi addirittura p e r tutta \\a
vita. Cooperatori di Dio nel senso
pieno dell a parola. "Mi dicevano:
'Cosa pensa di fare con questa gen-
te? Non riuscirà mai a rigenerarla'.
BS DICEMBRE 1998

3.2 Page 22

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Padre Rondini fà lezione,
nonostante i suoi ottanta anni suonati.
- C'è sempre lavoro per tutti. . . e si fanno solo cose utili.
Io rispondevo: 'Se non sarà nella
prima generazione, sarà nella secon-
da, ma prima o poi questa gente cam-
bierà'. E successe nella prima ge~
nerazione. Un cambio spettacolare".
"Gli ho tirato pietre - racconta un
adulto oggi - avrò avuto sei anni ,
non sapevo chi fosse, perché non
avevo mai visto un prete ... C'era
quella bestia rara e gli tiravo pietre.
Poi ho incominciato a volergli bene".
OPERE DI MISERICORDIA
Scuole per ragazzi e ragazze, cap-
pelle, centri di assistenza. sanitari~
per piccoli e grandi, corsi dove s1
impara un mestiere... Rispe~tand?
le precedenze: "Dio non patisce 11
freddo, quindi abbiamo dato la pre~
cedenza alla casa-nido . .. Quando s1
educa una bambina si educa una fa-
miglia.. . All'ombra della scuola si
formano i quartieri, all'ombra delle
cappelle si formano le comunit~ cr~-
stiane. .. Bisogna rendere agile il
processo delle adozioni, c~e posso-
no risolvere il problema d1 un bam-
bino, di una mamma giovane, di un
matrimonio ... Generalmente si fan-
no scuole brutte, che non invitano
certo a studiare. Io dico che la scuo-
la deve essere il posto più bello,
perché il ragazzo ha il diritto di tro-
vare, almeno lì, quello che non tro-
va a casa. Se ci sono ampiezza, co-
modità, pulizia, andrà a scuola con
piacere. . . Ci deve essere il refetto-
rio di passaggio, o chiamatelo come
volete: alJ 'ora di pranzo le porte
sono aperte: chi vuole entra e trova
da mangiare... ".
DICEMBRE 1998 BS
SIMPATICI
prietario che si metteva a scavare in
INCONVENIENTI
terra con le mani come un dispera-
to: aveva sotterrato la lattina dei
Sono alcuni dei principi fonda-
mentali che hanno retto un 'azione
tenace e molteplice, realizzata insie-
me ai laici, tanti, alle cui mani poco
a poco l'ha affidata. ~ono ai:r~va~e
anche le Figlie di Mana Aus1hatn-
soldi proprio lì. E il suo sollievo
quando li ha trovati. La collab~ra~
zione delle autorità: "Voi fate d1ec1
volte più di noi. Quanto sarebbe co-
stato al governo fare una scuola co-
me questa!".
ce e le suore Francescane: così .1 ' o-
pe~a è andata avanti. Non senza in-
convenienti.
CONTINUERÒ
Come quando il risotto servito ai A LAVORARE
ragazzi in una festa riuscì_ così_ bu~-
no, che diversi hanno nemp1to 11
piatto per sette volte. Don Rondini
rischiò il linciaggio dai genitori fu-
ribondi a causa di un improvviso
imperversare di indigestioni. ~i v?l-
le il medico per calmare gh u01 e
curare gli altri. O come quando ci fu
persecuzione da part~ del gove~n?,
con salesiani arrestati e condotti m
prigione.
Nel frattempo le vecchie borgate si
sono trasfo1mate, ne sono· sorte nuo-
ve e la popolazione è aumentata. Il
numeroso gruppo di immigrati vide
la riconversione dell 'Antartide, e del
loro settore, diventato non soltanto
vivibile ma addirittura bello. Conti-
nuarono gli incontri popolari con sa-
pore di festa per il lavoro comune. .
Tutti ricordano lo spettacolo d1
lunghe file di giovani che andavano
al fiume a prendere l 'acqua per fare
flaremddaolta~
e tra loro - facesse
don Rondini con il
caldo o
secchio
anche lui. Vecchie baracche, che do-
vevano far posto a una costruzione
degna, tirate giù con allegria rumo-
·
Nel 1992, ripresosi ·da una grave
malattia, don Rondini dovette cam-
biare radicalmente stile di attività e
i dirigenti dei vari settori di Orespa
dovettero· ass umerne la responsabi-
lità decisiva. il momento di la-
sciare il posto ad altri - aveva affer-
mato tempo prima, all'arrivo di un
nuovo parroco - perché i tempi
sono diversi e urgono sistemi nuovi.
Da parte mia ho dato tutto al servi-
zio della parrocchia, senza m~tt_ere
da parte niente per me. Ho pnv,le-
giato il campo dell'educazione. No_n
mi allontanerò dall'ambiente, conti-
nuerò a lavorare".
C da credergli. Agli inizi, in una
delle sue memorabili cadute dalla
moto - era a terra praticamente in-
cosciente - un soccorritore gli sus-
surrò: "Don Rondini, quasi se ne va
in paradiso". "Il più tardi possibile",
lo udì rispondere.
Intanto sia lui che Orespa guarda-
no il futuro e, con i piccoli e i grandi
di Villa Regina, possono continuare
aripetere: "Siamo noi la festa ".
rosa. Interrotta dall 'arrivo del pro-
Angelo Botta

3.3 Page 23

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OSSERVATORIO
Adriano Gelmini
Una lunga storia.
Questo splendido fiore cre-
sce spontaneo in Messico ;
era uno di quelli che veni-
vano offerti nelle cerimonie
ufficiali al mitico Monte-
zuma, indiscusso padre-
padrone degli Aztechi .
Fu l'ambasciatore Robert
Poisset che , abbagliato
dalla sua bellezza, volle
portarlo negli USA, donde
poi passò in Europa col
nome dello scopritore. Ep-
pure la bella pianta, della
famiglia delle Euforbiacee,
è velenosa.
La leggenda della stella.
Una leggenda messicana
racconta di una bimba,
tanto buona quanto pove-
ra , che non aveva fiori da
portare a Gesù nel prese-
pio ... Quelli più belli , di
serra, erano fuori portata
delle sue inesistenti riser-
ve .. . e nei campi , data la
stagione , non c'erano altri
fiori. Titubante raccolse
allora un rametto di foglie
verd i che crescevano al
riparo di un muretto, le
nascose sotto il velo e,
FUOCO
vergognosa di poter offrire
solo foglie , quando venne
il suo turno , si accostò al
SULLA NEVE
Bambinello e allungò tre-
mando il suo dono senza
nemmeno avere il corag -
La STELLA DI NATALE
o Poinsettia pulcherrima.
gio di guardarlo . Sentì
sussurrare dietro di sé: "Guardate che bei fiori porta
Consuelo", "Sì , sono eccezionali! ". Credeva la pren-
dessero in giro , così abbassava ancor più la testa ,
sempre più timorosa della brutta figura .. . E quando
si decise a gettare un 'occhiata, per poco non sven-
ne : stava deponendo davanti al presepio incredibili
fiori d'un rosso luminoso ... molto più delle sue guan-
ce. Lanciò uno sguardo riconoscente al Bimbo divino.
Oltre la leggenda.
La Poinsettia è una delle piante sospinte a fiorire
quando i giorni diventano più corti e le notti si allun-
gano . Una fioritura invernale che trova il suo cu lmine
nel solstizio d'inverno . Stella di Natale! Curioso: la
bellezza, la figura, la decoratività non sono legate al
fiore , piuttosto modesto, ma alle foglie , eleganti, colo-
ratissime , che sembrano i petali di un grande fiore .
Stella perché le foglie superiori possono assumere
una disposizione stellata, come quelle rappresentate.
Fino al simbolo.
Spesso la stella è a quat-
tro punte ... bussola per
orientarsi, indica i quattro
punti cardinali, le strade a
disposizio e dell'uomo per
realizzar i come tale e
arrivare I Dio-Bambino
meta di : wtte le strade,
realizzazione di tutti i de-
sideri . Altre volte ' ._a cin -
que punte: stella del sa-
pere, della c nosceriza.
Invita a stucr~r , capire ,
scoprire ... E ando è a
sei punte è la t"J>II~ di Da-
vide, il grande rè d'Israe-
le, dalla cui disc~endenza
sarebbe nato il M ssia.
La stella è sorge te di lu-
ce, buca le tenebre, indi -
ca il cammino , at:ibellisce
il cielo . Diventa R\\J nto si-
curo di riferimento , avvia
verso la meta. Upa stella
ha ispirato i magi , li ha
spinti a mettersi ,in viag-
gio, li ha orientatr verso la
grotta.
Maria stella del mattino.
Ella è la vera stella, colei
che ha orientato Gesù-uo-
mo nella sua infanzia. Egli
era a lei sottomesso. Stel-
la Odighitria, (che indica
la strada) , che abbraccia
e adora Colui che ha ge-
nerato nel suo ventre.
BS DICEMBRE 1998

3.4 Page 24

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La nascita di Cristo
occupa un posto di rilievo
nell'ambito della musica
religiosa: nel corso
dei secoli sono sorti
e si sono sviluppati alcuni
generi sull'argomento.
Risulta quindi interessante
conoscere la loro storia,
limitandoci a paesi quali
Italia, Spagna, Francia
ed Inghilterra, dove queste
forme di devozione
hanno raggiunto
la massima espressione.
In ITALIA i prodromi della musica na-
tali zia risalgono al 1200, quando si diffu-
se un genere poetico di argomento reli -
gioso, l'a lauda , dove il latino era sostitui-
to dalla' lingua volgare . Dalla letteratura al
canto il passo fu breve , se è opinione dif-
fusa che uria delle laude più note, il Canti-
co delle creature di san Francesco, pre-
vedeva anche una parte musicale, anda-
ta purtroppo perduta. Fra gli argomenti ai
quali il genere attingeva vi era anche il
Natale, e diversi esempi sono contenuti
in una raccolta del Xlii secolo che va sot-
to il nome di Laudario di Cortona. Ma il
genere che più si è radicato nella nostra
tradizione è quello detto pastorale, nato
per sottolineare che i primi ad accorrere
alla grqtta nella notte santa furono i pa-
stori. L'avvenimento viene rievocato an-
cora oggi , benché in forma minore rispet-
to al passato , dai pastori che con le loro
zampogne giungono nelle nostre città ,
dove eseguono le musiche di Natale. La
più nota di tutte , Tu scendi dalle stelle, si
deve alla ·vena artistica di sant'Alfonso
Maria de' Liguori che curò pure la versio-
ne dialettale intitolata Quanno nascette
Ninna, e, sullo stesso argomento, com-
pose Fermarono i cieli, uno dei primi
esempi di ninna nanna natalizia.
Fra il XV e il XVIII secolo troviamo nella
SPAGNA il villancico che , tradotto lette-
ralmente , significa il "canto degli abitanti
del villaggio". Di chiara origine popolare ,
come la lauda, differiva da essa per i testi
e le musiche molto più elaborati , ed an-
che perché gli argomenti trattati, almeno
inizialmente, toccavano tanto il sacro
quando il profano. Il genere raggiunse il
suo massimo fulgore quando fu accolto
nella liturgia e i suoi testi si concentraro-
no sul Natale. Ma dal 1765, anno in cu i
DICEMBRE 1998 BS
I Presepip su barche
di Cesenatico (FO).
Statue .a grandezza
natural~, mobili
e ogget}i veri.

3.5 Page 25

▲back to top
rI
nelle chiese spagnole vennero ;vietati i
canti non in latino , subì un ll:lntò•e pro-
gressivo declino . Esistono numerose rac-
colte di vil/ancicos, tra le quali ricordiamo
il Cancionero de Palacio (XV seéolo) e il
Cancionero de Upsala (XVI secolo) , men-
tre fra gli autori si segnalano J=nèina, De
Anchieta e Soler.
'
In FRANCIA nel Xli secolo era tradi-
zione riunirsi , il 25 dicembre, attorno al
focolare domestico e intonare canzonci-
ne che esaltavano l'avvenimento. Chia-
mate noels, dal latino natalis, esse rap-
presentarono l'unico genere che , fin ·dal-
l'inizio, fu rivolto esclusivamente al Nata-
le. In un primo momento i testi eranp a-
dattati su motivi religiosi preesistenti , e,
quando si era a corto di ispirazione, si
adoperavano anche motivi profani , usan-
do la tecn ica del travestimento spirituale
(per intenderci è come se oggi cantassi-
mo Astro del ciel, su una musica di Jova-
notti) . Ad evitare simili spiacevoli incon-
ven ienti , molti compositori si dedicarono
alla creazione di noels originali. Tra essi
vanno ricordati Martin e Bonnet nel '·500
e Ou Carroy nel '600. Progressivamènte
il genere diminuì nell'interesse, modificò
le caratteristiche iniziali e il termine rima-
se a indicare una composizione natalizia
per organo. A quest'ultimo periodo ap-
partengono i brani composti da Lepegue,
Guilmant e Tournemire.
'
E chiudiamo questa breve rassegna
con l'INGHILTERRA dove , nel medioevo,
ha origine il caro/. Il vocabolo deriva dal
francese carole, una danza rituale che
soleva essere accompagnata da canti ,
molto in voga tra il Xli e il XIV secolo. Se
l'orig ine è accertata, più complesso ap-
pare districarsi tra le varie forme di un
genere presente in tutti i ceti e contraddi-
stinto da testi latini e in volgare , talpra
anche profani . Ciò che a noi interessa è
comunque il filone religioso , che presenta
notevoli affinità con la lauda. Prova ne
sia che una delle prime raccolte di carols
in latino fu 1curata da un vescovo france-
scano. Successivam ente, in seguito alla
scissione della Chiesa anglica,na da quel-
la di Roma, i testi si restrinsero al solo ar-
gomento natalizio. Gradualmente i caro/s
persero di importanza e la loro diffusione
fu relegata agli strati sociali meno ab-
bienti, dove circolavano su foglietti volanti
passati di mano in mano. Nel nostro se-
colo numerosi autori fra i quali Britten e
Rutter cercarono , senza molta fortuna, di
riportarli in auge. Contemporaneamente,
però, il genere si prese una meritata ri-
vincita nei paesi d'oltreoceano di influen-
za britannica, divenendo parte integrante
della loro tradizione , al punto che ancora
oggi , a seguito della diffusione della lin-
gua inglese nel mondo, caro/ è divenuto
sinonimo di canto natalizio.
'
Marco Del Vaglio
I Presepi~ in piazza di Abadia
di Osimo (AN). Statue a grandezza
naturale, oggetti veri.
BS DICEMBRE 1998

3.6 Page 26

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Natale tempo di regali... Le vittime innocenti (!) sono i bambini,
NATALE NELLO SPOT
di Anna Mariani
Il Natale è stato aggredito dalla pubblicità
(ed espropriato del suo contenuto profondo),
per accaparrarsi il mondo dei piccoli,
pronti a trasformare ogni messaggio
in desiderio di acquisto.
{}
Così l'utopia di ogni pubblicitario
sempre più spesso diventa realtà.
Esperti lanciano a più riprese l'allarme:
in Italia i bambini assorbono
in media 1500 spot al mese e sembrano
essere diventati
una fetta allettante del "pubblico"
della pubblicità.
I n questione non è la qualità del-
lo spot che generalmente è at-
traente, fatto bene, colorato, sem-
plice e dinamico, confezionato ap-
positamente per un pubblico infanti-
le, con ritmi e andamento da cartone
o da favola. Il vero problema è un
altro: la pubblicità può rendere i
bambini capricciosi. I pubblicitari li
usano come "assistenti alle vendite"
perché li sanno (e li rendono) capaci
di rompere le resistenze all'acquisto
dei propri genitori.
Ma i bambini possono essere desti-
o,cEMBRE 1998 BS
natari di campagne pubblicitarie? È
giusto che siano trattati come poten-
ziali acquirenti quando i veri "com-
pratori" sono i genitori? C spazio
per una riflessione educativa su che
cosa, come e qu ando comprare, op-
pure per un genitore diventa sempre
più difficile resistere alle urla e ai
ritornelli di "me Io compri, mam-
ma?" o "lo voglio anch 'io, papà!" .
I pubblicitari usano il mondo del-
1'infanzia come prezioso veicolo
d'acquisto e i genitori sembrano vi-
vere in un universo parallelo: i bam-

3.7 Page 27

▲back to top
possibilmente ricchi.
bini sono in possesso di una impres-
sionante quantità di informazioni
che a loro sfugge. Il grande super-
market di giocattoli, caramelle, tute,
diari è oggetto delle conoscenze e
dei desideri dei loro figli. La pres-
sione che i fanciulli esercitano su
padri e madri è altissima. Quelli che
resistono lo fanno o perché spinti da
una scala di valori e da una buona
dose di autodisciplina o perché im-
possibilitati a soddisfare le richieste.
IN PROFONDITÀ
La neotelevisione non offre soltan-
to un'alternanza tra spot e cartoons,
ma addirittura uno spettacolo voluto
e organizzato a scopi pubblicitari.
Stabilire il confine tra questi due
generi di programmi diventa sempre
più difficile: i personaggi dei carto-
ni - bambole, pupazzi, giochi, ecc. -
sono commercializzati e la diffusio-
ne delle storie è contemporaneamen-
te una promozione pubblicitaria.
Molti gli interrogativi: quant'è e
com'è la pubblicità rivolta ai bam-
bini? Quanto di pregiudizio o di
realtà si cela dietro le quinte di que-
sto accattivante palcoscenico, dove
nessun attore recita a caso, ma tutti
sono diretti da una attenta regia?
Con quale frequenza la pubblicità si
rivolge ai bambini? Che cosa recla-
mizza e in che modo? quali le stra-
tegie? quali i valori? Permane iden-
tica tutto l' anno o assume forme,
caratteristiche e concentrazioni mas-
sicce in particolari periodi?
STRATEGIE AGGRESSIVE
Gli spot e i messaggi promoziona-
li, come attraenti vetrine destinate ai
bambini, presentano un articolo "spe-
ciale" tutto per loro: il giocattolo.
Esso appare non come un singolo
prodotto, ma come un puzzle: è
completo solo quando tutti i pezzi
sono "rnsieme". Per far questo biso-
gna acquistarli tutti. Le aziende più
che fabbricare prodotti sembrano
produrre "grandi-piccoli consuma-
tori". L' industria multinazionale del
giocattolo è così ricca da organizza-
re, progettare e produrre serie com-
plete di film, albi, fumetti, adesivi,
oggetti di cancelleria, centrati sul-
l'immagine di personaggi-bambolot-
ti, dotati di ricchi e costosi accesso-
ri. È così strategica da lanciare sul
mercato linee di abbigliamento ca-
ratterizzate da marchi e rappresenta-
zioni dei giocattoli. Il motore com-
merciale funziona perché i giocattoli
e i prodotti hanno dietro di sé, oltre
al sostegno della pubblicità, quello
dei cartoons: le avventure viste in
televisione suggeriscono immediata-
mente delle immagini alla fantasia.
BAMBINI COME
"CAVALLO DI TROIA"
I giocattoli per bambini, in fatto
di costi non sono alla loro portata: i
fanciulli non li comprano, li chiedo-
no, anzi li pretendono. Il destinata-
rio di tali spot è sia il fanciullo che
il genitore: la strategia comunicati-
va usata è adatta ad un pubblico di
fanciulli ma i costi dicono chiara-
mente che i referenti sono gli adulti.
I pubblicitari considerano i picco-
li come "un mezzo" nelle loro ma-
ni: essi stimolano il loro appetito
consumistico, creano e alimentano i
loro desideri perché possano solle-
citare i propri genitori all' acqui-
sto .. . I fanciulli sono per i pubblici-
tari anche "un fine": sollecitare l'ap-
petito consumistico dei bambini è in
qualche modo alimentare quello del
futuro consumatore, che non si ac-
contenterà di oggetti comuni, ma
cercherà prodotti sempre più presti-
giosi ed efficienti.
LA PUBBLICITÀ
VEICOLA STEREOTIPI
Gli spot sono affollati da fanciulli
e preadolescenti, mini-testimonial
che non solo presentano i prodotti,
ma raccontano storie irreali e ribadi-
scono stereotipi sessuali tradiziona-
ns DICEMBRE 1998

3.8 Page 28

▲back to top
li . Bambini e ragazze appa iono so-
gnanti, tra abiti vaporosi di tulle
rosa, bambole da accudire, trucchi e
gioielli a loro uso e consumo.
Bambini e ragazzi, invece, si ,pre-
sentano forti e guerrieri, incoraggiati
ad assumere modelli di rife rimento
in cui competizione e coraggio viri-
le sono le .doti indispensabili per
crescere e diventare "ve,i" uomini.
Tra i personaggi, oltre ai bambini
sono presenti anche uomini e donn~
per lo più nel ruolo di padre e
madre. Del papà vengono sottoli-
neate la forza, il coragg io , la P.ass io-
ne per le macchine potenti. È raro
che il papà si prenda cura del neo-
nato e gli di a da mangiare. L' imm a-
gine dell a mamma è quell a tradi zio-
nale: si prende cura dei figli e della
casa. Scarsa è la presenza dell 'an-
ziano, una figura ritenuta " poco sti-
mol ante" dalle logiche del mercato,
perché considerata "consum atore a
breve term ine".
TRA SOGNO E REALTÀ
La pubblic ità è una fiaba moderna
che narra sempre la stessa sto ria, è
affo llata dab0 1i stess i personaobobi> e
presenta una speciale bacchetta ma-
gioia e sofferenza, di soddisfazioni
e rinunce,. di divertimento e impe-
gno. Le ~,a?e moderne, i messaggi
commerciali, hanno poco da inse-
gnare e molto da vendere.
LA SFIDA
gica: l'azione dell 'acquisto . Posse- La pubblic ità è " il paese delle me-
dere l'oggetto des iderato significa raviglie", da sempre nell ' immaoina-
avere a ?isposizione prodotti magici rio dei bambini. I pubblicitari h~nno
dalle ottime prestaz ioni .
un merito forse , quello di dare a
Per le bambine ci sono bambole questo mondo un volto. Le favole
"vere": mangiano, dormono, pi an- moderne danno vita a un mondo
gono, parl ano , hanno le stesse es i- · fantastico, popo lato da eroi potenti
genze dei bambini , ma non fanno e anc.he costosi. Ma in questo "pae-
capric.c i. Modelle e principesse vi- se de i ba locchi " manca un elemento
! vono 111 un mondo fa ntastico, in cui essenziale: la merav igli a.
domin a il rosa, in palazzi con molti
b~mbini non sanno più merav i-
accessori e tante comod ità e indos- gliarsi, appesantiti dalle molte cose
sano abiti vari opinti e dorm ono in che hanno, precise nell a manifattura
letti di tulle. Ai bambini si offrono e nella tecnologia, ma puri souvenir
macchine " ti gri superpotenti" che che è sufficiente possedere anche se
fa nno capriole da capooiro si lan- non si sanno usare, e si mettono da
ci. ano
.
111
s fid e
.imposs ibilbi
c h' e
h a nn o
parte per paura di sc iuparli.
un ~111ico vincitore: co lui che poss ie-
de Il prodotto. Ero i fa ntastic i, sem-
pre all ' attacc~, sempre trionfatori,
NELLO SPOT...
sempre perfett1.
NON DELLO SPOT
La pubblicità è un mondo dove
non si è mai tri sti .. . e mai "veri e
vivi" . Niente sentimenti , passioni ,
coinvolgimenti emotivi ; non c'è tri-
stez~a, ma neanche felicità, non c'è
apatia, ma neanche interesse e im-
pegno. Si gioca in sieme, ma non ci
si guard a in facc ia, perché l'atten-
zione è tutta attorno al "giocattolo
meraviglioso". L'adulto, accanto al
fa nciullo, sembra essere più bambi-
no di lui. Tutto fun ziona: bambole,
macchine, personaggi fa nno esatta-
mente ciò che viene loro richiesto,
senza fast idi os i imprevisti. Gli uni ci
va lori che contano sono l'euforia il
divertimento, il sogno .
'
La pubblicità fa credere che tutti
siano sani , ricchi , vittori os i, fe lici.
Ma_la vita i.nsegna che non è sempre
cosi: non s1 sta sempre bene, rton si
hanno sempre tanti soldi e non si è
sempre contenti.
Ai bambini la pubblic ità dice bu-
gie e racconta favole che non hanno
nessuna morale. Fa credere che
basta avere un giocattolo per essere
i più forti, insegna che contano solo
quelli che vincono sempre. Ma la
Non bastano le leggi per garantire
i bambini , è necessari o che qualcu-
no vigili perché siano applicate.
Non ci si può fidare de lle emittenti
che hanno venduto non solo i loro
programmi , ma gli stess i bambini ai
pubblicitari .
si pu ò ignorare la filosofia
propri a dei messaggi pubblicitari ...
Si può certamente concedere un
giocattolo pubblicizzato, ma è ne-
cessario co ltivare nel fa nciullo la
capacità di merav igliarsi e di sentirsi
importante non per ciò che possie-
de, ma per quello che è.
~ necessari? riconsegnare ai pic-
co li uno spazio per giocare, un mo-
do per sognare una realtà più vera
fa tta di miti e di eroi che hann~
qu alcosa da dire e non so lo qualco-
sa da vendere, una marcia in più per
crescere nella fiducia, nella speran-
za, nell ' impegno.
La fe lic ità non si compra con
degli oggetti, si conquista giorno do-
po giorno e si assapora nella misura
in cui .si è capaci di stupirsi e di go-
dere d1 tutto. Soprattutto a Natale.
vita è fatta di vittorie e sconfitte, di
Anna Mariani

3.9 Page 29

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LETTERA Al GIOVANI
Cariss imo/a,
I miei occh i scorrono in-
tensamente sulle r ighe di
9a una lettera tempo su l
mio tavolo. E arrivata da
molto lontano.
"Tu nella vita puoi scegliere
il bene o il male. lo ho scelto
la bontà, la strada che mi
ha fatto percorrere 5000
km. Per incontrare bambini
cui dare dignità oltre che
presenza e bisogno.
Ho scelto l'Africa [ .. .]. Mi
sembra di essere nata
proprio lì.
Non rinnego il mio piccolo
paese, la mia cara Italia. I
ricordi danno forza alla
mia scelta e concretezza
ai miei sentimenti. Ho
una gran voglia di vivere e
certamente amo di più
chi ho lasciato, ma ... so
che darsi, offrirsi è il ve -
ro significato che voglio
dare alla mia vita. Ecco
perché ho scelto quello
che ho scelto. Spero
continuerai ad aiutarmi
a essere buona con
tutti e sempre. Ciao" .
Cosa significa bontà,
essere buono? Il Na-
t ale mi aiuta a pene-
trare f ino in fondo il
DICEMBRE COME BONTÀ.
Il mese di Natale non può non richiamare
questa virtù essenziale.
C'è un bisogno infinito di bontà,
non di "volémose bene",
ma quella bontà robusta che cambia
la vita agli individui.
E
DEL
DON B. di
AMARE Il
PRDss1110
VUOL t>JR.i3
CONSI P8RARLO
Plt/ VICINO
sost a ntivo bontà, l'a g-
gettivo buono.
Attorno alla bontà co me
vi rt ù posso costruire un
presepio. L'amore, la mitez-
za, la benevolenza, la toll e-
ran za, la gioia, sono i frutti
che lo Spirito fa riflu ire nella
bontà fatta persona : il
bimbo Gesù in mezzo a noi.
La bontà apparti ene a ll'uo-
mo c he non la osten t a, a l
))
bambino che non la pretende,
a l giovane che interag isce
senza essere riva le, co nf lit-
tuale, competitivo.
Il corredo della bontà è la
moderazione, la modestia, la
DI re ..5TE~50
'-
do lcezza, la semplicità, l'u-
miltà, l'ingenu ità. La bontà
non è "buon ismo". Non ha
niente a che fare con le mezze
misure, con la remiss ività fuori
posto. una vi rtù tutta d'un
))
pezzo. E la virtù di chi sa per-
dere alcune cose per vincere la
partita del dono di sé, di ch i va,
ve nde quel lo che ha per darlo ai poveri, di ch i lascia
casa, patria e affetti per portare l'Amore oltre ogn i
confine.
È una virtù sociale la bontà, pe rché ti collq_ca su l
crina le di chi ti sta di fronte come prossimo. E il do-
no che Don Bosco ha fatto ai giovani, san Fran-
cesco ai poveri, Madre Teresa ai moribondi e te rmi -
na li, Giovanni Paolo Il agli uomini del nostro tempo.
Ciao. Ti auguro un bel cesto di bontà.
Arrivederc i all'anno nuovo, e, a proposito, aug uri!
Carlo Terra neo
BS DICEMBRE 1998

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
LA CAMERA ALTA
Romanzo
di Ferruccio Parazzoli
Ed . Mondadori,
Milano 1998
pp. 336, lire 32.000
"La verità non è dimo-
strabile. Forse può sol-
tanto essere racconta-
ta". Potrebbe essere la
sintesi del messaggio
di questo romanzo che
descrive un itinerario di
ricerca alla scoperta del-
1e fonti del cristianesi -
mo. Le tappe vanno dal-
1'instabilità dell'acqua
(crociera), all 'orizzonte
perduto delle sabbie
(deserto); da un involu-
cro asettico della moto-
nave da crociera, a
una Terrasanta segna-
ta dagli scontri delle
religioni e offuscata dal-
la civiltà dei consumi.
L'itinerario porta alla
scoperta di un messag-
gio pluralistico del cri-
stianesimo primitivo, in-
concepibile per chiun-
que sia cresciuto , con
fede o indifferenza, nel-
l'ordine monolitico della
Chiesa. Ma forse , sotto
una crosta formicolante
si nasconde quella ve-
rità che molti fuggono e
alcuni vanno vanamen-
te cercando .
~ ~ ~ LA "VER.
DIRITTI
QUALE URAZIONE?
uMANITA
1NCULT
UN "MAGNIFICAT" PER PACE, GIUSTIZIA,
LA NUOVA
IL TERZO MILLENNIO
SALVAGUARDIA
COLONIZZAZIONE
Dimensione
DEL CREATO
35 testimonianze
antropologica del cantico di Carlo Nanni (a cura di) , sugli inganni
di Sabino Palumbieri
LAS, Roma 1998
della globalizzazione
Paoline , Milano 1998
pp. 94, lire 15.000
di Davide Demichelis (et alii)
pp. 202, lire 20 .000
Baldini & Castaldi ,
Milano 1998
La riflessione (di taglio an-
tropologico) evidenzia il
NenniC.lbulA.,
Saucrl Sdwtcrt
pp. 400 , lire 18.000
profilo rivoluzionario del
Il libro , frutto di collabora-
Magnificat, che qui assur-
zione tra uomini di cultura
ge a criterio di interpreta-
di fama internazionale, in-
zione dei diritti fondamen-
.,,,..,
tende portare un contribu-
tali dell 'uomo. L'autore ri-
CartoNonni
to di conoscenza nella in-
balta la logica dei potenti
tricata lettura dei fatti e
e assume la prospettiva
degli avvenimenti che ca-
evangelica che mette l'uo-
ratterizzano lo scenario
mo al primo posto , oltre o-
dei rapporti tra il Nord e il
gni altro interesse o schie-
Sud del Mondo , contro le
ramento di razza , lingua ,
nuove forme di colonizza-
cultura, religione .
zione che tengono schiave
Las • Roma
intere popolazioni del mon-
do più povero .
Si tratta di un grosso sfor-
SA BINO P,\\ LUMl,IIERI
Un «Magnificat»
per il Terzo Millennio
Dimensione rmtropolog ica del can tico
Tra i Diritti Umani primeg-
gia, nella coscienza con-
temporanea , il diritto alla
vita, alla buona qualità del-
l'esistenza individuale e co-
munitaria, ad uno sviluppo
equo , ad un ecoambiente
sano e aperto , ad un futu-
ro di pace. Tali istanze so-
no viste in una prospettiva
pedagogica che si ispira
zo per strappare il Sud del
mondo da una condanna
pregiudiziale. È una impre-
sa generosa vissuta tra er-
rori ed illusioni , tra piccoli
risultati e grandi conquiste ,
per capire che cosa sta
succedendo in questa illu-
soria logica del cosiddetto
"villaggio globale".
all'ideale universalistico del-
le grandi religioni (e del cri-
stianesimo in particolare) .
In realtà, tali diritti costitui -
scono non solo un grande
Il capovolgimento pirami - obiettivo della politica in-
dale , proclamato dal canti- ternazionale o il fine su-
co e pienamente vissuto premo di un'azione educa-
da Maria di Nazareth , fon - tiva, ma assumono oggi
da la speranza cristiana anche il linguaggio di base
contro ogni scetticismo , dell 'intercultura, costituen-
mettendo in luce un cam- done la piattaforma comu-
mino possibile lungo i tor- nicativa, il codice espres-
nanti del Terzo Millennio , sivo ed interpretativo. Ne
per una umanità disposta risulta l'importanza di ri-
a partecipare alla chia- pensarli ed attuarli politica-
mata universale della lode . mente , culturalmente , civil-
mente , educativamente.
DICEMBRE 1998 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ OGGI?
~ FAMILIARe ' ~ARLEGPIAURBAILzJgNE
SACERDOTI
COME I NOSTRI PADRI
di Enrico Dal Cavolo
Rogate, Roma 1998
pp. 78, lire 12.000
Fnrko 0:11 t.uole
SACERDOTI COME
I NOSTRI PADRI
La Chiesa ha sempre rivis-
suto la formazione al mini-
stero del sacerdote , im-
postandola sulla pagina
del vangelo riportata nelle
riflessioni iniziali della "Pa-
stores dabo vobis" : "Gesù
salì sul monte , chiamò a
sé quelli che volle, ed essi
andarono da lui".
Il testo riporta nel loro
quadro storico le testimo-
nianze patristiche sulla for-
mazione sacerdotale , at-
traverso uno sguardo illu-
minante che permette di
usufruire di un 'antica e-
sperienza in materia di mi-
nisteri , tanto più valida in
quanto ha permesso alla
Chiesa di consolidarsi , di
crescere e di espandersi ,
mediante l'opera formativa
ri servata ai candidati al
presbiterato e ai sacerdoti
stessi.
NON S I FA VEND ITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttamente al le rispettive
Editrici.
CATECUMENATO:
L'AVVENTURA
DELLA FEDE
Itinerario per giovani
e adulti che iniziano
una riflessione cristiana
Service National
du Catecumenat
LDC, Leumann (To) 1998
pp. 270 , lire 27.000
In un tempo in cui , anche
nella nostra cultura, la fe-
de non è più molto signifi-
cativa per la vita di tanti
battezzati, il catecumenato
(e cioè il modo come fare i
cristiani) sta tornando in
auge. Esso è un tempo
particolare della vita in cui
degli adulti vogliono ap-
profondi re la loro fede e
prepararsi a ricevere (e ri-
vivere) i sacramenti dell 'i-
niziazione cristiana: Batte-
simo , Cresima, Eucaristia.
Il libro si offre come aiuto
per gli accompagnatori dei
catecumeni. Non descrive
un metodo di catechesi né
appare come sintesi fonda-
mentale della fede . Ma la
sua intenzione è quella di
offrire temi sui quali i ca-
tecumeni per lo più si in -
terrogano e che sono i pas-
saggi obbligati in una rifles-
sione cristiana . Ciascuno
di essi è accompagnato da
una scheda pedagogica.
..,
..,
l.'.a~uentuRa bella Febe
ltinerorio
~.J'r"'
che iniziano
unorillo,sione
c:riJtiono
DIO Cl AMA. LA STORIA
DELLA SALVEZZA
Guida ai genitori per la
catechesi ai propri figli
di Stefano Pagazzi
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 156, lire 15.000
STEF A N O P AGAZZI
LJ1
L" STOR IA DELLA SALVE ZZA
Guldunl gtnltorl
1wrlllC1JtrchtJlo/proprifisfl
Nella catechesi dei ragazzi
si consolida il principio che
i genitori sono i primi edu-
catori della fede dei figli ,
accompagnandoli nel cam-
mino di maturazione cri-
stiana. Ma che cosa pos-
sono essi specificamente
realizzare? Non devono so-
stituire certamente i cate-
chisti , ma sono invitati a
collaborare , sostenendone
l'impegno. In questo sen-
so , il libro descrive una
proposta di realizzazione in
famiglia di un 'azione com -
plementare di catechesi.
Possono assumersi il com-
pito di rivelare ai figli il se-
greto della vita, raccontan-
do e commentando con
essi la storia meravigliosa
dell 'amore di Dio per noi ,
la storia della salvezza. Il
testo ne spiega il metodo
ed offre materiali per la
riflessione e l'azione edu -
cativa e pastorale.
GIUBILEO DELL'ANNO
2000: E DOPO?
Scelte pastorali
per fare del giubileo
un punto di non ritorno
di Gino Moro
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 126, lire 14.000
Domandarsi , come fa que-
sto libro , che cosa succe-
derà dopo il Giubileo quan-
do ancora non lo abbiamo
vissuto , potrà sembrare
strano , o sarà interpretato
diversamente, a seconda
della sensibilità di chi leg-
ge . Però tale provocazione
potrà aiutare a vedere il
presente nel futuro , e poi
tornare al presente carichi
di quella prospettiva, per
viverlo meglio.
Alcuni passi biblici ispirano
l'autore a precorrere i tem-
pi : cosa dovrebbe essere
avvenuto alla fine del 2000,
perché l'inizio del terzo mil-
lennio sia benedetto e la
vita delle nostre chiese ne
sia irreversibilmente segna-
ta? Siamo ancora in tem-
po per decidere eventuali
ritocchi al cammino attua-
le, per riscoprire quegli e-
lementi che aiutano a vi -
vere pastoralmente insie-
me il presente che può ri -
generare il futuro di Dio.
BS DICEMBRE 1998

4.2 Page 32

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WLI;t/E-'euRoFoRuM ,98 -
LA SPERANZA
Nelle Fiandre a Hechte/
' 1000 giovani
1_a_co_n_fr_on-to_div_: _~i_; _c_en-te_n_ar-ioj
NON EMORTA diGiancarloManieri
Chi è stato il primo a dire:
dove andremo a finire?
Abbiamo una risposta ...
contro tutti quei "profeti di sventura"
i quali hanno dimenticato
che sopra lo smog e le nubi il sole
continua imperterrito a risplendere.
A Hechtel, in Belgio , dove giusto cent'anni fa Don
Bosco piantò le sue tende, quasi mille giovani si
sono ritrovati per... piantare le loro . Un grande accam-
pamento promiscuo: non c'erano solo belgi , ma tede-
schi e olandesi , russi e polacchi , francesi e albanesi ,
ungheresi e austriaci , spagnoli e irlandesi , bosniaci e
croati, e, dulcis in fundo , fiamminghi e valloni , arrivati
con tutti i mezzi , alcuni così scassati che saresti stato
più propenso a giurare su un miracolo a uno storpio
che sulla possibilità che quei ferrivecchi potessero
muoversi senza perdere i pezzi.
UN TEMPO PER OGNI COSA
Un campo, una kermesse, una festa ... all'insegna del
biblico Qoelet. È stata la prima piacevole novità. Al
campo ti avvertivano : c'è un tempo per cantare, un
tempo per gridare, un tempo per pregare, un tempo
per imparare, un tempo per discutere, un tempo per.. .
sognare. Insomma i giovani non si sono dati convegno
per ammazzare il tempo ma per valorizzarlo , metterlo
a profitto , riempirlo di umanità e di senso. Hanno
trovato ad attenderli circa trecento attività diverse.
È bello quando un giovane sceglie di mettersi in viag-
o,c EMBRE 1998 BS
gio per visitare i capolavori dell'uomo ... ma è sublime
quando lo fa unicamente per andare verso l'uomo ;
indescrivibile poi quando si mette assieme a un altro
per "cambiare le cose", quando insieme si scoprono
Chiesa, capace di illuminare il futuro ; e quando voglio-
no rid isegnare i propri comportamenti , assumere re -
sponsabilità politiche ; decidere di abitare la pace e la
solidarietà.
UN GRANDE FORMICAIO
Proprio per attuare questo programma, nella grande
piana di Hechtel potevi contemplare una coloratissima
gioventù indaffarata, come in un grande formicaio : al-
cuni impegnati in sport diversi , altri in creazioni arti -
stiche ; chi in pratiche culturali , chi in lunghe e tran-
quille conversazioni. .. Gruppi in mountain-bike, o in

4.3 Page 33

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seguitissime lezioni di botanica per scoprire le proprie-
tà delle piante medicinali ; molti in ascolto teso di testi-
monianze toccanti di vita spirituale, o in conversazioni
politiche e/o sociali, altri ancora in audizioni musicali ...
Portare gli scolari a visitare la mostra di un artista, si
sa, è oggigiorno impresa epica, ma a Hechtel c'era
la fila per visitare l'esposizione di Siro Lopez , salesia-
no spagnolo , che illustrava con le sue creazioni i diritti
negati del fanciullo , denunciava la dittatura delle im-
magini , l'insostenibile oppressione del denaro , l'ecces-
so di news gonfiate che riempiono il mondo da un polo
all 'altro .
DI TUTTO PER TUTTI
Potevi trovare esempi di allarmante solidarietà e/o di
straordinaria normalità : il giovane che vive fino in fon -
do il vangelo , la famiglia di cooperatori salesiani che
ha adottato cinque altri figli benché avessero già i loro,
il papà disposto a giocare per ore col proprio bambino,
ciclisti pronti a recapitare messaggi in ogni angolo
della tendopoli , inservienti vigili e attenti ad ogni ne-
cessità, volontari della croce rossa e del servizio medi-
co, operatori ecologici. .. Tutta un'organizzazione capil-
lare che ha permesso a più di mille persone di vivere
senza traumi giornate decisamente particolari che da-
vano più importanza, finalmente , ai contenuti che alle
comodità .
La tenda grande accoglieva all 'alba e al tramonto l'as-
semblea degli ospiti e degli ospitanti per la preghiera
comune : occorreva "caricarsi" per la giornata. A sera
l'en plain si ricomponeva per ringraziare il cielo delle
esperienze vissute: le attività, gli incontri , i dibattiti , i
giochi , gli approfondimenti. .. In momenti particolari ciò
che fa da collante è la preghièra, magari impreziosita
dal canto , abbellita da coreografie , incorniciata da
musiche : braccia levate , mani che battono , piedi che
danzano ...
UN TOCCO DI CLASSE
L'incontro ecumenico ha portato sulla scena una deci-
na di religioni diverse e una dichiarazione comune. La
giornata dedicata alla politica ha visto i giovani ricevuti
dal Parlamento Europeo, cui hanno indirizzato un mes-
saggio in più lingue . Il presidente Gil Delgado, guarda
caso exallievo salesiano, non è riuscito a nascondere
la commozione.
La giornata della musica ha accolto un megaconcerto
di giovanissimi che hanno rinunciato , incredibile a dir-
si, al rock woostokiano, suonando, con rara maestria,
Beethoven , Dvorak, Verdi e molti altri che tra i giovani,
generalmente, non riscuotono un tifo da stadio ... La
folla degl i ascoltatori non è riuscita a trattenersi e ad
un certo punto si è messa a danzare le seriose com-
posizioni come se fossero pezzi da discoteca: genialità
giovanili!
Un successo oltre ogni previsione: tre anni di prepara-
zione non sono andati sprecati. Ora è tempo di semi -
na. Il carisma di Don Bosco si è adattato alle diversità,
si è insomma inculturato ... È questo il vero successo,
il business di Hechtel.
BS DICEMBRE 1998

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
QUELLO
CHE Cl INSEGNANO
I BAMBINI
Gesù chiamò un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
"Vi assicuro che se non cambiate, e non diventate come bambini
non entrerete nel regno di Dio". Frase difficile da prendere
alla lettera, soprattutto da chi è quotidianamente esasperato
dalla convivenza con tiranni in formato ridotto.
I bambini hanno davvero qualcosa da insegnarci?
11mestiere di genitore può essere
una condanna alla schiavitù e
alla nevrosi o un viaggio entusia-
smante. Uno degli elementi che fa
la differenza è la disponibilità a im-
parare. Di solito i genitori pensano
a ciò che possono insegnare ai fi-
gli ; forse , una volta tanto , devono
ch iedersi che cosa possono impa-
rare da loro .
Il mestiere di genitore non è un
estenuante fioccare di attività e in-
terventi pratici , è un cammino spiri -
tuale : un susseguirs i di esperienze
che svelano , poco a poco , il senso
profondo della vita e della persona.
E in questo cammino si è spesso
condotti da manine sporche di nu-
tella che hanno appena rovinato in
modo irrimediabile il nuovo costoso
maglione di cachemire. Sono loro i
più vicini alle sorgenti della vita.
Fare i genitori è scuola in cui si ap-
prende più di quanto si riesca ad
insegnare. A patto, naturalmente, di
volerlo fare. Sarà facile scoprire che
guardare i figli è meg lio che guar-
dare la televisione . Ecco alcune
delle cose che ci possono insegna-
re i figli .
L'attenzione. "Guarda, papà!". I bim-
bi desiderano la presenza dei geni-
tori. Non un semplice "essere " ma
un'attenzione totale, indivisa, senza
giudizi. Una presenza che riscalda,
che fa diventare importante, fa sen-
tire di valere . Essere presen te si-
gnifica essere disponibile : sono qui
per te. Un'attenzione pura, che non
invade e non dirige, ma è intensa-
mente presente e basta. Noi sfio-
riamo tutti , non siamo più attenti al-
le persone , neanche a quelle che
amiamo .
La trasparente innocenza . "Per
me è come intravedere un
tesoro da tempo perdu-
to ", scrive Piero Fer-
rucci. "Da bambino ,
come tutti , ero inno-
cente. Poi , come tutti,
ho perso l'innocenza,
e mi sono calato nel
mondo umano dei compromessi , dei
calcol i, delle abitudini e degl i ste-
reotipi. Ogni cosa si è tinta di grigio.
Ora, accanto ai miei bambini , sono
riammesso , ogni tanto , per qualche
attimo , nella stanza dei tesori, dove
posso di nuovo stupirmi , dove la
vita scorre senza tempo , la colpa e
la vergogna sono sconosciute , e
tutto è nuovo e scintillante. Questa
occasione per riscoprire l'ineffabile
è per me un magnifico dono". Il
mondo degli adulti è un mondo di
finzioni , convenien ze sociali , com-
promessi . I bambini vedono le cose
come sono . Nella fiaba di Andersen
è un bimbo che esclama "Il re è
nudo!". Come sono capaci di squil-
lare a voce alta, aprendo la porta al
c9-pufficio del papà venuto in visita:
"E arrivato il grande scocciatore!".
La crescita permanente. I figli "co-
stringono" i genitori a conoscersi a
fondo. Hanno uno straordinario ta-
lento nel disintegrare i ruoli e arri-
vare alla carne viva. Si può mentire
a una moglie o a un marito con
qualche speranza di successo :
mentire a un bambino è impossibi-
le. I fi gli apprendono per osmosi e i
loro comportamen_ti rispecch iano
quelli dei genitori. E difficile per un
papà correggere un bambino che
ha improvvise esplosioni di collera
"fotocopia" delle sue. I bambini av-
vertono le emozioni con intensità e
sensibilità maggiori delle nostre e
le manifestano con assoluta spon-
taneità. La loro fiducia in mamma e
papà è totale. Questo provoca nei
genitori una forte crescita del senso
di responsabi lità e la necessità di
una sempre magg iore capacità di
autocontrollo . Anche la mente dei
genitori è stimolata. Ogni giorno la
vita con i bambini li pone di fronte a
scelte, a sfide, a problemi e difficol-
tà. In ogni momento essi sono co-
stretti a sviluppare prontezza di spi-
rito , intelligenza del cuore , inventiva.
Il rispetto e la pazienza . I figli
reali non sono mai simili a quelli
sognati e aspettati. Si ribellano alle
aspettative che impediscono loro di
crescere secondo le leggi interne
del loro essere . Hanno un loro
ritmo , un loro progetto interno, incli-
nazioni originali. Nel mondo degli
adulti troppo spesso ci diciamo
come dobbiamo essere, imponiamo

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
I PICCOLI
NOSTRI MAESTRI
Come mamma, considerando la tenacia con cui dimenticano
le richieste scontate riguardanti il loro comportamento in casa
e la perseveranza nel fare cose inutili o dannose
per la loro crescita, mi viene da dire che l'unica cosa
che i bambini insegnano ai genitori è ... la pazienza.
ciò che dobbiamo fare, stiliamo
programmi , dettiamo condiz ion i,
formuliamo giudizi e ricatti. La
tendenza a manipolare i figli può
trasformare la vita familiare in una
specie di ossessione. Tutti co-
nosciamo bambini per i quali suo-
nare il violino è una tortura, giocare
al pallone un incubo , danzare una
condanna ai lavori forzati. Con mite
ostinazione reclamano quel rispet-
to , quello spazio , quel riconosci-
mento che è dovuto a ogn i perso-
na. E che è così spesso calpestato.
L'amore . I bimbi sono grandi pro-
vocatori d'amore : dalle componenti
di base (disponibilità, fiducia, accet-
tazione , apprezz amento , gratuità,
capacità di sdrammatizzare) , pas-
sando attraverso un 'ampia gamma
di manifestazioni esterne (sorrider-
si, toccarsi , abbracciarsi, farsi le
coccole ... ). I figli influenzano anche
il rapporto di coppia. I bambini vo-
gliono che i genitori si amino. Sen-
tono con tutto il loro essere il rap-
porto tra i genitori . Se quel rapporto
è inquinato , i veleni circolano nel
loro organismo e li riempiono di an -
sia e incertezze.
La felicità e gratitudine per la
vita . I figli sono l'i nvestimento più
importante nel campo della realiz-
zazione e della felicità personale .
Sono un compito , talora arduo, ma
anche una benedizione . La vita con
i figli può essere una faticaccia, ma
quale profonda fel icità può gene-
rare una manina che si affida con
tutta la fiducia del mondo alla ma-
nona di papà?
O
M a questo tipo di pazienza non
è un valore. Potrebbe essere
tolleranza che nel tempo degenera
in complicità e così diventa una for-
ma di irresponsabilità educativa.
Non credo neppure che i bambini ci
insegnino la semplicità o la purez-
za; la mia esperienza di mamma e
di insegnante mi dice che spesso i
ragazzini di oggi sono complicati e
contorti: sollecitati continuamente
da tante suggestioni volgari , impa-
rano senza quasi accorgersene
modi di pensare, linguaggi .. . da far
rabbrividire , e certo non mancano
di curiosità maliziose , che si mani-
festano sempre più precocemente .
Stento anche a convincermi
che dall'infanzia provengano va-
lori di autenticità, disponibilità, ami-
cizia col diverso , solidarietà con
quanti vivono forme di povertà. An-
che se mi piacerebbe negarlo , molti
bambini assomigliano in modo im-
pressionante ai genitori: il nostro
comportamento li ha abituati a in-
dossare maschere di ogni tipo , si
comportano in modo esasperata-
mente competitivo e talvolta violen-
to , sono narcisisti e aggressivi se
costretti a condividere situazioni di
carenza affettiva e formativa.
Eppure sono convinta di aver
appreso molte cose dai miei figli
e sono felice di essere loro mam -
ma, nonostante questo "mestiere"
assomigli spesso a una strada in
salita con poche possibilità di soste
ristoratrici. I miei ragazzi infatti non
sono migliori di tanti loro coetanei:
non mi risparmiano amarezze e
delusioni. .. Quel che mi avvilisce
tante volte è il dover constatare
che nonostante l'affetto e l'atten -
zione educativa, essi spesso asso-
migliano a bambini che si sono
misurati con errori e omissioni di
ogni tipo.
Eppure non credo di aver fal-
lito. Proprio su questo piano i miei
figli mi insegnano un sacco di cose.
BS DICEMBRE 1998

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
Prima di tutto a non arrendermi.
Mai! Fra quel che si semina e
quel che si raccoglie intervengono
tanti condizionamenti , positivi e
negativi , che ho imparato a rico-
noscere e affrontare. Chiudersi
nelle quattro mura di casa non
facilita affatto il mio compito di
mamma, anzi lo rende più
precario, ma questa è la sfida che
come genitore so di dover affron-
tare .
Mi hanno insegnato condivi-
sione e solidarietà più che giu-
dizi e pregiudizi: questa conver-
sione di mentalità segna il pas -
saggio dalla cultura dell " ormai '
(ormai è fatta ... ), a quella del
'non ancora' (c'è sempre qualco-
sa da insegnare e da imparare).
Riuscire a cambiare su questo
piano consente di praticare l'arte
della speranza in famiglia, in uffi-
cio, a scuola.
Mi hanno fatto capire che
non è giusto essere la fotoco-
pia di un'altra persona . La vo-
glia di ragazzi costruiti a nostra
immagine e somigl ianza è pur-
troppo un evento diffuso nella no-
stra realtà culturale, ma credo sia
una tentazione che va respinta
con tuffi i mezzi di cui noi poveri
genitori disponiamo. Una conte -
stazione , in particolare, ritengo
che sia fortemente salutare per la
mia generazione : ci siamo impe-
gnati fino allo spasimo per sazia-
re la fame dei nostri bambini , of-
frendo non solo il necessario ma
ancor più il superfluo ; loro invece
almeno qualche volta ci ricordano
che dovremmo investire altret-
tante energie perché abbiano una
fame diversa, che nessun pane o
giocattolo o altro oggetto può sa-
ziare . Per imparare qualcosa dai
ragazzi, dobbiamo imparare a
non soffocare questa invocazione
sommessa.
DICEMBRE 1998 BS
BASTA CHE
SIATE GIOVANI
L'articolo 21 è l'articolo del carisma,
della missione che impegna non solo
i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice,
ma tutta la famiglia salesiana:
i giovani sono la nostra ragion d'essere.
Articolo 21: "La missione giova- attuare un progetto di promozione
nile popolare".
umana e cristiana.
"I giovani sono la nostra vo-
cazione" . La famigl ia salesiana
non può non far sua questa chia-
mata. Se dovesse dimenticarsene
segnerebbe la sua fine . I giovani so-
no "tutto" per Don Bosco , la cui vita
si muove tra la fedeltà a un manda-
to , legato a un sogno profetico, e i
giovani più esposti e fragili , in una
parola "poveri". Essi sono la ragio-
ne dell 'esserci di salesiani , Figlie di
Maria Ausiliatrice e tutta la numero-
sa famiglia laicale ad essi collegata.
Don Bosco i giovani non li a-
spetta, li va a cercare . Nello stes-
so tempo apre la porta a tutti quelli
che bussano e... si consegna loro:
dona intelligenza, affetti , lavoro,
beni. Le nostre comunità sono per
lo più calate nelle zone più popolari
delle città, in luoghi dove vive gen-
te umanamente e spiritualmente
meno garantita, alveari che sempre
più rischiano la ghettizzazione .
oratori , scuole e parrocchie , coin-
volgendo laici e fam iglie, devono
Era difficile allora, lo è anche
adesso. La società mostra rughe di
vecchiezza: sempre più sbiadisce
l'immagine cristiana. Questa è la
sfida e i giovani sono il nostro ri -
schio , mentre noi rappresentiamo
per loro l'apertura di un varco per
la ricerca di senso . Questo in fondo
ha sognato Don Bosco , su questo
ha giocato la sua vita, questa l'ere-
dità che ci ha lasciato .
La gratuità è il nostro distin-
tivo . Nel linguaggio evangelico si
chiama carità; confratelli , consorelle
e laici , non siamo educatori-anima-
tori per otto ore al giorno , lavoriamo
senza orologio alla mano o cartel -
lini da timbrare; la consegna è "da-
re la vita". La consacrazione che
coinvolge i membri della famiglia
salesiana è un 'offerta d'amore al
Padre a fondo perduto . Per noi
questa consacrazione passa attra-
verso l'amore ai giovani più "pove -
ri ", anche di anima.

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
DATEMI UNA MANO,
PER FAVORE
<< C aro doctor J., ho tre figli,
due maschi e una femmi-
na. Ho scelto di essere una casa-
linga per star loro vicina; tuttavia
per arrivare alla fine del mese
accetto qualche lavoro di contabilità
a domicilio. A volte sono intasata
dalle faccende domestiche. Mio
marito e i due maschi nemmeno si
accorgono che avrei piacere che mi
dessero una mano, e questo è diffi-
cile da digerire ... Mia figlia Anna
quando c da fare con vari pretesti
si dilegua. Per un verso sono con-
tenta che sfruttino il tempo per se
stessi e si prendano la loro auto -
nomia, ma per un altro verso mi
sento frustrata: non è così che
immaginavo la famiglia . Mi sento
sola e impotente. Come fare per-
ché se ne accorgano? (Anna Maria
B, Lecce) .
Cara Anna Maria,
prima di tutto è necessario ch e lei
chiarifichi attese e desideri che
spesso possono risultare confusi e
contraddittori . Da quel che capisco ,
lei fa il massimo per la famiglia e
ciò potrebbe essere dovuto al desi-
derio di rispondere all 'immagine tra-
dizionale della "mamma perfetta"
che si fa carico di tutto il lavoro do-
mestico senza lamentarsi e chie-
dere niente. Ma questo è troppo ; lei
è chiamata a spartire un po ' di re-
sponsabilità. Dovrebbe perciò pre-
cisare bisogni e aspettative , ed
esprimerli con chiarezza a suo ma-
rito e ai suo i figli . Noi agiamo so -
vente come se l'amore dovesse far
indovinare le nostre necessità e
attese . Così si rischia di attendere
a lungo : l'amore non dà il dono del-
la profezia . Non giochiamo agli
indovinelli , diciamo chiaramente
quanto desideriamo.
Oggi le famiglie vogliono essere
democratiche, non fanno più piove-
re ordini sui figli . L'uguaglianza
vantata come un nuovo modo di
relazionarsi in famiglia, gioca larga-
mente in loro favore: il più delle vol-
te sono i genitori che favoriscono
questo stato di cose , concedendo
loro l'apparecchiatura Hi-Fi , la mac-
china , e perfino i propri vestiti . Se
si interrogano i mariti o gli adole -
scenti , essi sono , nella maggior
parte del casi , per la spartizione dei
compiti in famiglia ... Ma poi lascia-
no volentieri la responsabilità mag -
giore alla mamma che è in prima li-
nea, e dagli altri può attendersi
tuttalpiù un aiuto occasionale.
Bisogna riconoscere che le taca
cende domestiche sono ancora
spartite in maniera molto disuguale
nelle famig lie, anche quando i due
genitori lavorano tutti e due . Le
donne spesso devono sostenere di
volta in volta un vero combatti -
mento per vedere questi compiti e-
quamente distribuiti. Non è forse
vero che lei stessa istintivamente
conta più su sua figlia Anna e la
sollecita più spesso, visto che la no -
mina a parte , lasciando nell 'ombra
suo marito e gli altri due maschi?
Perché i genitori hanno timore di
domandare? Per paura di vedere i
figli scuotere la
testa? O di sen -
tirsi rispondere
che non è il mo-
mento (non è
mai il momento).
che sono noiosi?
Per paura dei
conflitti? Può es-
sere che questo
risvegli il ricordo
delle "reprimen-
de" di quando
erano piccoli , e delle "corvées" che
erano costretti a fare.. . e forse
hanno invidia di essere meno
esigenti ...
Quando le attese non sono espres-
se con chiarezza , ci si espone ad
essere malcapiti e a sentimenti di
frustrazione . Le cose che si voglio-
no bisogna saperle esigere . Non
"Non è che qualcuno vuole andare
a comprare del pane?", ma "Ades-
so ti chiedo di portar via la spazza-
tura". Perché non organizzare un
consiglio familiare? Sarebbe l'occa-
sione di definire e ripartire i compiti
di ciascuno .
Ecco comunque qualche consi -
glio per andare avanti :
Preparate il terreno stabilendo la
confidenza e la neutralità e dan-
do garanzie di uguaglianza, affin-
ché non ci siano dei perdenti.
Fate un accertamento , parlando
in prima persona, e vegliate a un
buon mutuo ascolto.
Durante la concertazione , che cia-
scuno proponga le sue soluzioni ,
senza giudizi di merito . Poi si va-
luterà se sono pratici e realistici.
Per essere sicuri che non si di-
mentichi tutto troppo in fretta , si
può fare un cartellone piazzato
ben in vista.
È anche utile prevedere le san -
zioni in caso di negligenza e pre-
vedere una verifica dopo qualche
settimana, per aggiustare i punti
insoddisfacenti .
E non bi sogna dimenticare di rin -
graziare per i servizi resi e congra-
tularsi per ciò che è andato bene .
E se , per fortuna , lei riuscirà ad
arrivare alla spartizione dei compiti ,
non ceda mai a tentazioni di questo
tipo: "Sarebbe stato meglio che
l'avessi fatto io !. .. "Bisognerebbe ri-
cominciare tutto da capo"...
o
BS DICEMBRE 1998

4.8 Page 38

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Nel Centenario della nascita di don Giuseppe Convertini,
L'UOMO DAVANTI
AL QUALE OGNI
PORTA SI APRIVA
di Pasquale Liberatore
Dai trulli della Puglia
alla terra del Bengala.
Si fece tutto a tutti:
modello della più
genuina inculturazione.
Diamo seguito al veloce
intervento fatto sulla
nostra rivista nel numero
di aprile per presentare
quest'uomo poliedrico,
che ha lasciato segni
indelebili della sua
presenza, della sua
attività apostolica
e della sua santità.
Il trullo natale di Francesco Convertini a Locorotondo.
DICEMBRE 1998 BS
A veva messo la firma per re-
stare nella Guardia di Finan-
za, il giovane Francesco
Convertini ed ora si trovava a Tori-
no come attendente di un capitano.
Un giorno era fuori caserma per
commissioni, con una borsa piena
di documenti importanti. In un mo-
mento di distrazione, gliela rubaro-
no. Era cosa da disperarsi! Cosa
fare? "Vado a chiederlo alla Madon-
na - pensò - Lei mi dirà dove cer-
carla". Entrò in una chiesa e la Ma-
donna gli suggerì di andare a Biella.
- Dov Biella? - chiese in giro. Gli
indicarono la direzione e come fare.
Partì. Alla stazione di Biella scese,
e proprio lì, nella sala d'aspetto,
trovò il ladruncolo che dormiva con
a fianco ... la sua borsa.
LA SUA STRADA
Piena di simili "fioretti" è la vita
di quest'umile salesiano di cui ricor-
diamo quest'anno il centenario della
nascita. Era nato infatti il 28 agosto
1898 a Locorotondo di Bari in con-
trada "Papariello", in uno di quei
trulli che sono la caratteristica abita-

4.9 Page 39

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missionario in Krishnagar.
zione delle Puglie. Fu vita poveris-
sima la sua, olfano di padre a tre
mesi e di madre a 11 anni. Vita du-
ra, a servizio notte e giorno, per 12
mesi all'anno. Ma vita sana e religio-
samente robusta. A 19 anni conobbe
anche la guen-a: combatté infatti sul
Piave. Poi andò prigioniero in Polo-
nia dove, ammalatosi di meningite,
poco mancò che morisse. Ritornò al
suo paese. Era tempo ormai di met-
tere su famiglia e si fidanzò con una
brava ragazza, Palmira. Per accu-
mulare qualcosa in vista del matri-
monio, entrò in Fi nanza. Fu a Trie-
ste, a Pola, e infine a Torino.
Qui, per via di un confessore sale-
siano, il celebre don Amadei, entrò
nell'orbita di Don Bosco. Lasciò la
fidanzata di cui era tanto innamora-
to e si innamorò delle Missioni. Ed
eccolo, il nostro contadino dalla vita
spartana, far ingresso nel grande
aspirantato missionario di Ivrea per
iniziare i suoi studi . Aveva 25 amù.
NON ERA TAGLIATO
PER LA METAFISICA
Gli studi furono il suo tormento.
Sempre: dai primi anni delle ele-
mentari alla teologia, dall'ortografia
alla sintassi latina. In una lettera del
1975 si legge: "Ricevetti il pacco,
pero per strada l'anno ali' egerito.
Deo grazias". Un giorno gli si chie-
se perché scrivesse sulla busta "ita-
lia" con la minuscola. Rispose che
non si ricordava la maiuscola. Ma
più forte di qualsiasi difficoltà sco-
lastica fu la passione per la sua vo-
Il Vescovo e vari superiori religiosi in visita alla missione.
cazione. Fece l'impossibile: usufruì
di ogni minuto di tempo; spesso
nelle ricreazioni, si chiudeva nei ga-
binetti per ripassare la lezione; riu-
scì a farsi dare - con la scusa che
dormiva poco - l'incarico di accen-
dere la stufa al mattino, per cui si
alzava alle quattro e si metteva a
studiare. Ma i risultati furono sem-
pre molto modesti. I superiori do-
vettero chiudere un occhio davanti
allo scarso rendimento scolastico di
questo giovane adulto che però sot-
to la povertà del suo bagaglio intel-
lettuale, nascondeva il fuoco di una
santità non comune.
IN MISSIONE
Terminata la prima fase degli
studi, fu destinato all ' India. A Shil-
long (Assam) fece il noviziato e gli
studi di filosofia. Aveva ormai 37
anni quando lo ordinarono prete.
Dall 'Assam fu inviato in quel Kri-
shnagar che sarà la sua seconda pa-
tria fino alla morte. Si consacrò alla
sua missione con tutte le sue ener-
gie. Da buon salesiano seppe innan-
zitutto farsi amare. Si conquistò fa-
cilmente la simpatia dei bambini,
davanti ai quali egli poteva essere
veramente se stesso, senza alcuna
maschera. Dai bambini ai genitori il
passo, come si sa, è breve.
Quest'uomo dal cuore semplice
ha saputo trovarsi a suo agio con la
gente semplice. Era di facile rappor-
to umano. Prefe1iva canuninare a
piedi, invece che andare a cavallo,
per avere maggior occasione di con-
versare. E quando viaggiava a caval-
lo, vi faceva montare il cateclùsta e
lui proseguiva a piedi con la roba
addosso. Fu un grande camminato-
re. Intraprendeva viaggi anche nel tar-
do pomeriggio e per domùre si si-
stemava per terra in un luogo qual-
siasi. Una volta an-ivò a casa di
notte. Per non disturbare nessuno,
entrò in chiesa e si addonnentò sopra
una stuoia con un mattone per cusci-
no: così lo trovò un confratello che
era partito di buon mattino. Un gior-
no uscì in questa confidenza con un
suo amico: "Non ho mai donnito a
letto; quando ero in salute per le vie.
Un po' di festa a monsignor Morrow in visita.
Il rettor maggiore don Ziggiotti a colloquio
con don Francesco e un bravo avvocato di Krishnagar.
BS DICEMBRE 1998

4.10 Page 40

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E IL CIELO
ACCONDISCENDEVA
- Panorama di Locorotondo.
Famiglie e campi mi erano di ospita-
lità". Se ne accorgevano i suoi paren-
ti, nelle rare visite in Italia, perché
trovavano il suo letto sempre intatto.
"Era un martire per le tremende
austerità che si imponeva - afferma
un testimone oculare -. Mangiava
una o due volte la settimana e poi
non prendeva più niente, saltava il
tè, saltava tutto". Eppure ... Eppure
un giorno che si trovava in famiglia
in Italia, alcuni suoi parenti l'aveva-
no invitato a pranzo e avevano pre-
parato dei conigli, dimenticando che
era venerdì. Quando se ne accorsero
era ormai troppo tardi. Immaginarsi
la loro pena! Che fare? Ma quando
il buon missionario àrrivò, toglien-
doli subito da ogni imbarazzo, dis-
se: " State tranquilli. Mo ' li battez-
ziamo come pesci e ce li mangia-
mo" . Solo lui, il grande digiunatore,
poteva dare questa preziosa lezione
di libertà interiore.
Per non chiedere una seconda ve-
ste, indossò sempre l 'unica sua ve-
ste nera, nonostante il caldo irresi-
stibile. Durante la malattia, ebbe a
lamentarsi con i superiori perché
veniva curato in una clinica dove, a
DICEMBRE 1998 BS
suo parere, si spendeva troppo. Pre-
dilesse i poveri per i quali si espro-
priava di tutto. Si privava del cibo,
della biancheria, delle scarpe... Ad
una povera ammalata di tubercolosi
regalò il suo materasso. "Diceva che
aveva freddo - riferisce un testimo-
ne - e allora gli davo un cappotto. Il
giorno dopo il cappotto era sparito.
Gliene davo un altro, stessa fine".
GLI SI APRIVANO
TUTTE LE PORTE
Quest'uomo culturalmente così mo-
desto, s'impone oggi·a noi come un
modello di inculturazione. Non riu-
scì mai ad imparare bene il bengale-
se, ma si fece bengalese al 100%.
Era uno di loro e tale lo sentivano
tutti, al punto che - privilegio ben
raro - poteva inoltrarsi nella parte
interna delle abitazioni indù, dove a
nessuno straniero era permesso en-
trare. Rispettoso anche dei loro idoli
- passando davanti al "Pandal" si
toglieva il cappello in segno di ri-
spetto - ha ottenuto non poche con-
versioni. Sin da quando era chieri-
co, poiché i suoi compagni non riu-
scivano ad operare alcuna conver-
sione nell'arco di un anno, afferma-
vano: "Per noi è un vero mistero! ".
Era invece il premio alla sua umiltà:
"Bùttati nel lavoro e non aver paura
dei fiaschi - disse un giorno ad un
sacerdote novello - . Io ho fatto non
dei fiaschi ma delle botti! E forse
per questo si è potuto fare un po ' di
bene".
Aveva riservato a sé i non cristia-
ni. "Ai cristiani c'è già chi ci pen-
sa", diceva. In Krishnagar i non cri-
stiani erano quasi tutti indù e furono
questi i suoi destinatari preferiti. I
battesimi da lui somministrati non si
contano, anche perché ... non sempre
riportati nei registri parrocchiali, per
dei timori da lui ritenuti legittimi!
Non sono pochi gli eventi straor-
dinari attribuiti a quest'umile mis-
sionario. Sembra che abbia ridato la
vita ad un ragazzo morto. Racconta-
no di una tigre, che già aveva fatto
strage di non poche persone, ubbidi-
re al suo comando di mettersi da
parte per lasciar passare il suo Si-
gnore. Si narra di varie guarigioni
da lui operate. La stessa fama lo ac-
compagnò anche nelle sue visite in
Italia: al suo paese nativo implorò
ed ottenne una pioggia inut,ilmente
attesa da molto tempo. A Valdocco,
ad una donna che mai si era potuta
inginocchiare, disse con molta natu-
ralezza: "Inginocchiati, per la bene-
. dizione di Maria Ausiliatrice", ed
ella s' inginocchiò. Questo fu Father
Francis, il missionario umanamente
meno dotato ma a cui il cielo stesso
si piegava.
"MADRE MIA IO NON TI
HO MAI DISPIACIUTO...
. .. perciò ora aiutami tu". Furono
le sue ultime parole pronunciate sul
letto di morte. Non ti ho mai dispia-
ciuto! Uno squarcio inaspettato da
cui è possibile scorgere il grado di
trasparenza interiore e di corrispon-
denza alla grazia. La sua fu una vita
tutta divorata dallo zelo per le ani-
me, tanto da farlo esclamare: "Che
gioia poter lasciare per qualche gior-
no ancora il Paradiso, per aiutare
Gesù nel lavoro della Redenzione".
Aveva desiderato diventare terra
indiana. Per questo affrettò il suo ri-
torno dall 'Italia, quando s'accorse
dell'approssimarsi della morte. E
morì dov'era vissuto, tra i suoi po-
veri. Dai trulli di Locorotondo alle
zolle del Bengala, in un ininterrotto
cammino di dedizione e di parteci-
pazione piena.
A vent'anni dalla sua morte, si è
introdotta la Causa di Beatificazio-
ne e Canonizzazione. Il Processo è
attualmente in corso. Vanno a de-
porre confratelli e umile gente, cri-
stiani e . .. indù.
- Prima Comunione alla nipotina.
Pasquale Liberatore

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
TORNÒ AD ESSERE
QUELLA DI PRIMA
Sento il dovere di esprimere
pubblicamente il mio più vivo
ringraziamento al Signore
per aver conservato mia
mamma fino alla bella età di
95 an ni e di averle co ncesso
una morte serena, illumi nata
dalla speranza cristiana del-
l'incontro con Dio. Avendo lei
letto la vita di suor Eusebia
Palomino , provò una pro-
fonda simpatia per questa
religiosa semplice e buona,
per cui nei momenti più diffi-
cili della sua lunga malattia
quando i dolori sem bravano
veramente insopportabili , ne
invocava l'intercessione, rica-
vandone sempre rassegna-
zione e conforto. Attribuisco
all 'intercessione di questa
Venerabile, invocata da me
e da mia sorella, la liberazio-
ne piena di mia madre da
uno stato di allucinazione , e-
stremamente pietoso per lei
e per i suoi cari , che la rende-
va irriconoscibile .. . lei sem-
pre cosciente e padro na di
se stessa! Quando questa
situazione sembrava ormai
irreversibile cadde improvvi-
samente in un sonno profon-
do per ore. Svegliatasi , con
meraviglia di tutti ritornò ad
essere quale era sempre
stata, comp letamente lucida
e padrona di se stessa; e
così co ntinuò per i giorni che
ancora visse , nonostante i
forti dolori che provava .
Don Giuseppe Groppo,
Roma
r 1:-A SUA IMMAGINE
E AL POSTO
D'ONORE
Sento che è un dovere, ma an-
che un'esigenza del cuore, ren-
dere pubblica una grazia, otte-
nuta mediante l'intercessione di
Don Bosco. La sera del 31 gen-
naio 1997, mio fratello Piero ven-
ne ricoverato d'urgenza all'o-
spedale di Ghilarza (OR), a cau-
sa di una bronco-polmonite , ini-
zialmente non riconosciuta. Le
sue condizioni apparvero subito
molto gravi , per cui fu necessario
il trasferimento immediato all'o-
spedale di Oristano, attrezzato
per le cure del caso. Fu sottopo-
sto a terapia intensiva: secondo
i medici il paziente era gravissi-
mo. Trovandomi lontana, pur
essendo continuamente aggior-
nata di notizie, mi rivolsi a Don
Bosco e subito sentii dentro di
me la certezza della sua inter-
cessione. Dopo qualche giorno,
trascorso tra trepidazioni e spe-
ranze umanamente sempre più
deboli, decisi di partire, per vive-
re insieme ai miei familiari quel-
le ore di angoscia. All 'ospedale
mi fu concesso per pochi istanti
di vedere mio fratello attraverso
il vetro. Capii subito che soltan-
to un miracolo poteva salvarlo e
r
LEI ÈUN
DISASTRO!
allora più che mai , insieme ai
ma don Ceria aggiunse : "Danne
una dimostrazione pratica". In
ve rità non avevo mai fatto un
lavoro simile , però avevo parte-
cipato varie volte a portare i
petali dei fiori per preparare i
quadri . Con alcuni compagni
raccogliemmo i fiori nella nostra
campagna; con pazienza e
attenzione dividemmo i petali
secondo i colori e componem-
mo il quadro : sullo sfondo rosso
di papaveri , nella metà superio-
miei cari , alle suore e a tutta la Nel mese di ottobre del 1970, a re , spiccava un agnello a gran-
comunità parrocchiale, lo affidai
a Don Bosco con tutte le forze.
Nei brevi istanti in cui a ognuno
di noi veniva concesso di entra-
re in sala di rianimazione , non
mancavamo di accostare alle
sue labbra e sulla sua persona,
la reliquia del santo. Date le
condizio ni molto gravi , sempre
confermate dai medici che lo
seguivano con affettuosa com-
petenza, non sapevamo se per-
Latina, ebbi il primo infarto , se-
guito da vari altri negli anni suc-
cessivi. Uno mi colpì il 29 mag-
gi o 1990 , mentre iniziavo la
celebrazione della messa. Il 2
giugno avrei dovuto festeggiare
il cinquantesimo di ordinazione.
Fui curato al "S. Eugenio" di Ro-
ma. Verso la metà del mese mi
fecero la coronarografia. Tutto
bene. Ma, verso le ore 16,00 di
quel giorno accusai un forte
dezza naturale; dal suo cuore
sgorgava sangue raccolto in un
calice . Semplice ma significati-
vo . Don Rinaldi ne rimase sod-
disfatto e pochi giorni dopo mi
inviò "La filotea del Sacro Cuo-
re " di don Giu lio Barberis ed
una immagine della Madonna
nel cui verso era scritto : "Maria
Ausiliatrice e il Beato Don Bo-
sco benedicano il chierico Gio-
vanni Fagiolo , perché possa
cepisse la nostra presenza; inol-
tre , incombeva il pericolo che il
cuore cedesse da un momento
all'altro . Oppure, se ci fosse sta-
to un risveglio, come sarebbero
state le sue facoltà intellettive ,
dolore al petto. Feci appena in
tempo ad avvertire l'infermie-
re .. . e mi ritrovai di nuovo in
camera di rianimazione . I con-
fratelli avevano saputo dell 'e-
stremo pericolo della mia condi-
corrispondere alla sua vocazio-
ne . In Corde Jesu don F. Rinal-
di". Trascorsero molti anni e io
passai per molte case della con-
gregazione. Dell'immagine e del
volume persi ogni traccia. Ebbe-
dal momento che per qualche
istante il sangue non aveva irro-
rato il cervello? Trascorremmo
così diciannove giorni nell'ango-
scia e nella fiduciosa preghiera,
finché una sera, giunti all'ospe-
dale , un medico si fece incontro
a mia cognata , annunziando
che il marito sì era svegliato e,
inspiegabilmente , non aveva più
bisogno delle apparecchiature
sino allora indispensabi li per te-
nerlo in vita. Queste infatti era-
no già state rimosse . Una sola
realtà ci apparve in quei mo-
menti: Don Bosco aveva ~ispo-
sto alle nostre preghiere. E tra-
scorso più di un anno da quei
giorni terribil i; mio fratello sta
bene, ha ripreso il suo lavoro e
vive nella consapevolezza di
essere stato oggetto di un mira-
colo per intercessio ne di Don
Bosco ; continua a portare la sua
reliquia e la sua immagine è al
posto d'onore in casa. Come
promisi , voglio ripetergli pubbli-
camente il mio "grazie" attraver-
so questo Bollettino , perché tutti
coloro che ne hanno bisogno
ricorrano fiduciosi a Lui , a cui
Dio ha dato "un cuore grande
come le sabbie del mare"
zione. Nei mesi seguenti subii
altri due infarti. Uno a Frascati ,
ove mi trovavo per un po' di
convalescenza, e anche qui non
sfuggii l'ospedalizzazione. Il se-
condo a Ferentino : subito dopo
la mezzanotte, avvertii un forte
dolore al petto, non calmato ,
come al solito, dalle pillole di
"Carvasin". Scattò l'allarme.
Un 'ambulanza mi portò prima
all'ospedale locale poi a quello
di Frosinone. seppi che do-
vevo rassegnarmi ad un even-
tuale intervento chirurgico. Tor-
nato a Roma, il professor Nigri ,
cardiologo , dopo un 'accurata
visita, l'esame dei nastri degli
elettrocardiogrammi e lo studio
delle cartelle cliniche rilasciate
dai vari ospedali ove ero stato
ricoverato , sentenziò : "Lei è un
disastro"! Non mi impressionai.
Risposi semp licemente: "G io-
chiamo il tutto per tutto. Decida
quello che si deve fare". Rima-
nemmo d'accordo per l'interven-
to . I miei confratelli si meravi-
gliavano della tranquillità con la
quale gestivo la questione, ma
c'era una spiegazione.
Pochi mesi prima , il 29 aprile
'90 , era stato beatificato don
ne pochi giorni prima della bea-
tificazione , per caso , in mezzo
ad un libretto la ritrovai. Mi com-
mossi : don Rinaldi mi vuole aiu-
tare, dissi a me stesso . Non
pensai in che cosa, perché in
quei giorni stavo bene e svolge-
vo tranquillamente il mio lavoro.
Poi , alla fine di maggio, avven-
ne quel che ho detto sopra. Nei
vari ospedali io pensavo a don
Rinaldi e gli parlavo con confi-
denza: "lo le feci un favore. Lei
ne fu contento. Non le pare che
ci debba essere un contraccam-
bio ?" . Fui operato il 18 ottobre
del 1990. Mi dissero che aveva-
no messo 5 by-pass in 8 ore e
15 minuti. Non ebbi alcuna sof-
ferenza , né prima dopo l'o-
perazione tanto che, appena
ripresi conoscenza, domandai
quando mi avrebbero operato.
Due giorni dopo venne in came-
ra un dottore in camice bianco.
Mi disse: "Sono il chirurgo che
l'ha operata. Sono venuto a rin-
graziarla". Meravigliato gli rispo-
si: "Sono io che debbo ringra-
ziare lei , professore!". "No, pre-
cisò lui , la debbo ringraziare per-
ché mi ha fatto eseguire l'opera-
zione come è scritta sui libri .
Sr. Giulia Tronza, FMA, Roma
Filippo Rinaldi. A lui , nel lonta-
no giugno 1931, ebbi la fortuna
Non ho incontrato alcu na dif-
ficoltà : in seguito faccia le cure
di fare un favore . Ero al novizia- prescritte e non avrà più infarti".
to di "Villa Maglia", a Chieri. Don Sono passati più di sei anni e le
Rinaldi venne in visita con don parole del chirurgo non hanno
Ceria, già direttore di Genzano, avuto smentita. Dopo ogni con-
mia città natale. Fu lui a presen- trollo, mi sento dire : "Perfetto!".
tarmi al superiore che disse : "Tu Sono grato al beato Filippo Ri-
che sei di Genzano, mi sapresti naldi per la protezione elargitami.
spiegare che cosa è l'infiora-
Sac. Giovanni Fagiolo, S08,
ta?". Gli diedi una spiegazione,
Roma
BS DICEMBRE 1998

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informàzioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
«.. . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire ... , (oppure)
l'immobile sito in... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi , per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
«... annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
forrriazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB . Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
DICEMBRE 1998 BS
I NOSTRI MORTI
MICHELINI Fabrizio , exallievo ,
t Portorecanati (MC) 1'11 /08/1998 a 67 anni.
Considerò l'oratorio la sua seconda fami-
glia, il luogo ideale per sé e per i figli, l'am-
biente inimitabile , capace di dare risposta
alle sue più profonde esigenze di giovane
in cerca di certezze e di grazia. All 'oratorio
imparò ad essere impegnato, ad amare la
vita e il Signore della vita. Vi passò giovi-
nezza e maturità... Vi trovò amicizia e con-
divisione , e la possibilità di esternare le
sue notevoli doti di generosità e rettitudine.
All 'oratorio pregava, giocava, recitava, ani-
mava. Fu un leader benvoluto e stimato ,
allegro e intraprendente. Sua cattedra pre-
ferita fu .il teatro che amò anche da adulto
e da padre di famig lia , inculcandone la
passione a figli e amici , che accorrevano a
vederlo e applaudirlo, sicuro che fosse
palestra di vera formazione. Amò Don
Bosco come pochi.
FRASCONI sac. Armando, salesiano ,
t Civitanova Alta (MC)
il 24/08/1998 a 84 anni.
È stato uno di quei salesiani che ha fatto
del suo servizio di assistente-educatore-
insegnante il pane quotidiano: 24 ore su 24
coi giovani in studio, in refettorio, in cortile,
in camera, in chiesa, a passeggio ... Onni-
presente , pronto a intervenire, ammonire,
premiare. Robusto lavoratore , anzi "sgob-
bone", secondo la definizione di alcuni , era
sempre disponibile e attento , burbero solo
all 'apparenza. Carattere quasi roccioso
come le sue belle montagne d'Abruzzo, è
stato uno che ha tirato "la carretta" finché
le forze lo hanno retto. Poi ha portato sere-
namente la croce fino al congedo da noi.
DALCERRI sr. Lina,
Figlia di Maria Ausil iatrice,
t Nizza Monferrato (AT) ,
il 20/08/1998 a 96 anni.
Ha portato un soffio di alta spiritualità, con
la nota caratteristica di chi ha attinto la
salesianità al contatto diretto con le sorel le
della prima ora. Sesta di tredici figli, imparò
l'arte di superare se stessa nell 'attenzione
agli altri , di cogliere e custodire i valori che
segnavano l'ambiente familiare. Fu inse-
gnante e assistente in diverse case d'Italia.
Accostò la figura di santa Maria Domenica
Mazzarello e ne diventò una delle biografe
più attente e fedeli. Quando nel 1954, fu
deliberato di fondare un Istituto Superiore
di Pedagogia e Scienze religiose a lei fu
affidato il compito di curarne l'impostazione
e l'organizzazione. Suor Lina lavorò con
passione ed entusiasmo a quella che, con
l'evolversi dei tempi, sarebbe divenuta l'at-
tuale Pontificia Facoltà di Scienze dell'Edu-
cazione "Auxilium", di Rom a. Visse accan-
to a tre superiore generali con presenza
vigile e discreta, di cui seppe testimoniare
e scrivere. Trascorse gli ultimi anni a Niz-
za. Qui offriva per la Chiesa e per l'Istituto
"perché - come diceva - il carisma di Don
Bosco e madre Mazzarello possa avere
una vitalità sempre nuova e il volto di una
fedeltà che non ignora l'eroismo dei primi
tempi ".
MAGGIO sac. Stefano, salesiano ,
t Palermo il 19/08/1998 a 85 anni.
Entrò dai salesiani a 17 anni e divenne sa-
cerdote allo scoppio della 2' grande guer-
ra. All 'Università Gregoriana frequentò la
facoltà di Storia Ecclesiastica e dal '43 fu
insegnante dei teologi sfollati da Torino. Si
specializzò poi in Archeologia Cristiana
che insegnò fino al '56. Nel '51 conobbe
l'associazione delle "Zelatrici " iniziata dal
beato Filippo Rinaldi; si interessò per la
sua ripresa e sviluppo, e nel '55 fu nomina-
to delegato per l'associazione , che diven-
terà l'istituto seco lare "Vo lontarie di Don
Bosco". Dal '62 ne fu l'assistente centrale ,
contribuendo a farlo conoscere, a diffonder-
lo e dagli stabilità. Nel '77 tornò ad inse-
gnare Archeologia Cristiana all 'Università
Pontificia Salesiana. Ammalatosi , fu curato
amorevolmente dalle Figlie dei Sacri Cuori
di Don Variara. Il Signore l'ha ch iamato
mentre era in famiglia presso il fratello .
ZAPPULLA sac. Salvatore, salesiano,
+ Civitanova Alta (MC)
il 23/08/1998 a 84 anni .
Ha vissuto concentrato sul lavoro e sulla
preghiera. Ha continuato a sognare il suo
confessionale nella casa di riposo dove
l'obbedienza l'aveva destinato: voleva sen-
tirsi utile , "guadagnarsi il pane". Arrivato al
sacerdozio , a 32 anni suonati , scrisse:
"Ora sono l'uomo più felice del mondo". De-
dicò 30 anni della sua vita alle parrocchie,
soprattutto nel servizio delle confessio ni ,
per le quali era apprezzato e ricercato. Uo-
mo di pace, amava la tranquillità e contri-
buiva a crearla. Uomo di preghiera, il rosa-
rio scorreva continuamente tra le sue dita.
Uomo di lettura aveva il gusto di tenersi ag-
giornato. Fu un amante della natura, degli
animali , dei fiori , del giardino.
VASINO Davide, cooperatore ,
t Vercelli il 05/06/1998.
Uomo retto e cristiano dalla grande fede ,
dai semplici e convinti ideali: Ch iesa, fami-
glia, lavoro. Considerò un'autentica grazia
l'aver potuto donare a Dio e all'Istituto delle
Figlie di Maria Au siliatrice la sua Giusep-
pina. La pazienza nella sofferenza fu sua
compagna nei lunghi anni di cecità. Mai un
lamento, non una concessione anche legit-
tima a se stesso: era diventato sofferenza
e preghiera. Devotissimo del S. Cuore ,
meritò di essere chiamato proprio nel 1°
venerdì del mese. Coltivò sempre assieme
a quella del Figlio anche la devozione alla
Madre , a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco
che amava teneramente.
---=---i
È bello tramontar~
dal mondo verso ~10
affinché in Lui
si possa risorgerei .
(S. Ignazio di Antioclua)

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZI/ 1O
T. Bosco, A. Gattia
voNBOSCJ,,
AfUNE11•
QUESTA NOTTE DOQ-
M I RAI QUI IN CUCINA,
DOMANI TI PORTO DA
UN BUON PADRONE
IN UNA BORGATA
VICINA. POI
VEDREMO.
EauELL' EPISODIO' PI<
M
L.D.C.
/f1AGGIO 1847. DON BO!::JCO
HA AFFITTATO TUTTA LA
CA!:>A PINAQDI. E' SERA,
PIOVE A CATINELLE.
QUALCUNO BU!=>SA ALLA
PORTA.
ZI CHE A
NON SA
E ANDAR
ll<E. CH
ESTE SE
Ef.JDESSI
DALLA
!::>IA . FACCI
RATORE,
N HO ANC
OVATO LA
O FREDD
E. IL
PRIM O
ORFANO
CI-IE
ENTRA
NELLA CASA
DI DON
BO'bCO.
DIVENTE-
RANNO
MIGLIAIA.
BS DICEMBRE 1998

5.4 Page 44

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fL SECONDO, DON BO!:JCO L' IN·
CONrRO' IN VIALE ~N MA!>·
ei1MO. PIANGEVA.
f L TE!i!ZO E' GIU!>EPPE BUZZET·
TI, IL MURA.TORINO DI CARONNO,
E ' DON BO~CO AD INVITAlc'LO.
UNA MATTINA DON BOSCO EN-
TRA DA UN BARBIERE. 'bi AV-
VICINA UN PICCOLO GARZONE
COL PENNELLO PER IN'::IAPO·
NARLO.
DICEMBRE 1998 BS
PER QUEI
PRIM I
RAGAZZI,
DON BO'::ICO
Tl<'ASFOQMA
DUE 'lJTANZE
VICINE IN
DORMITORIO.
OTTO LETTI,
UN CROCIFl'lJSO
E UN'IMMA-
G INE DELLA
MADONN4,
UN CAl<!TELLO
CON LA
SCRITTA :
" DIO TI VEDE•:

5.5 Page 45

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NEL FEBBl?AIO -MAf<!ZO DEL 1840 LE PRINCIPALI
CITTA' EU.?OPEE SONO AVVOLTE DALLE
FIAMME DELLA RIVOLUZIONE. PARIGI ,
VIENNA, BEl<LINO, BUDAPEST, VENE ·
ZIA , MILANO. f:lULLE SARQICATE 'bi .
BATTONO FIANCO A FIANCO IL LIBERA-
LE ( CHE VUOLE ABBATTEl:?E IL RE AS·
SOLUTO), IL PATl<IOTA (CHE VUOLE
L'INDIPENDENZA DALLO f:lTRAN I Ek?O),
L'OPE/i?AIO ( CHE SI BATTE CONTRO I
PADf:?ONI CHE LO FANNO LAVORARE
1.4 ORE AL GIORNO).
L.D.C.
fL -,. MARZO DELLO ':>TESSO
ANNO A TOf<!INO , CARLO
ALBE t;;>TO Fl/2MA LO ':>TATUTO.
CE!:>':>A IL POTERE ASSO -
LUTO DEL RE. COMINCIA
IL REGIME PAl<!LAMENTA-
RE. IL PIEMONTE AVREB-
BE BISOGNO DI UN LUNGO
TEMPO DI PACE ...
ANcHE I RAGA ZZI A TOl21NO 12ESPl/2ANO
LA G U E l<!l<A, N E I PQATI INTORNO A VAL-
DOCC O S I A CCENDONO VEQE BATTAGLIE
T'1A LE' B A NDE " DI VANCHIGLIA , BOQGO DO-
RA , POf2 TA SUSA , RAGA ZZOTTI A/2MATI DI
13A!:>TONI, COLTELLI, PIETl<E, SE LE DANNO
DI SA N TA !<AGIONÈ . DON BO~O QICORDAVA
CON A MAREZZA: "Q UELLE SFIDE NON FI-
N IVANO M Al,"'. .-- T7"\\'- --..,........--rn"""'""""'
INVECE IL 18 MAQZO
M ILANO INSORGE CON-
TRO G LI A USTf<!IACI .E
CHIEDE AIUTO AL PIE-
MONTE . LA FOLLA PER
LE f:7TRADE GQIOA :" GUEQ-
RA ! GUE RRA / ", IL 23
MARZO CARLO ALBE/i?TO
DICHIAl<!A LA GUEl<!RA E
A CA-PO DI 60 MILA UO-
MINI PAl<TE PER IL
F/i?ONTE INNAL Z ANDO IL
TRICOLORE ITALIANO.
BS DICEMBRE 1998

5.6 Page 46

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GUIDA ALLE
ASSOCIAZIONI
GIOVANILI
SALESIANE
SOLIDARIETÀ
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
Borse missionarie da
L.100.000
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
Tel. 06/44.70.35.06
Tel. 06/57.43.855
e-mail: gpussino@pcn.net
GIOVANI
COOPERATORI
Tel. 06/446.09.45
e-mail : exfedita@rm .nettuno.it
GIOVANI
EXALLIEVI
Tel. 06/446.85.22
e-mai l: exfedita@rm .nettuno.it
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Tel. 06/49.40.522
e-mail: cnos-npg@rm.nettuno .it
MISSIONI
E VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS : 06/513.02.53
VIDES : 06/57.50.048
e-mail : vis@volinl.it
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE (CGS)
Tel. 06/44.70.01 .45
e-mail: mspreafico@pcn.net
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
e-mail: cnos-npg@rm.nettuno.it
TURISMO
GIOVANILE
SALESIANO (TGS)
Tel. 06/44.60.946
e-mail : cnos-npg@rm.nettuno.it
DICEMBRE 1998 BS
Sacro Cuore di Gesù , Maria
Ausiliatrice, Santi Salesiani, per
grazia ricevuta e in suffrag io di
papà Gerard o, a c ura di Mu-
suraca Marta Luisa. L. 2.000.000.
Maria Ausiliatrice, per prote-
z ione , a c ura di Lo Mon aco
Concetta. L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco a ringraz iamento e prote-
zione, a cura di M ass imo e Li-
di a. L. 500.000.
Maria Ausiliatrice, in memoria
dei miei genitori , a cura di B.G.
L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e Santi Sa-
lesiani , inv ocando protezione,
salute, tranquillità e in suffrag io
dei defunti, a c ura di G. e C.F.
L. 300.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Padre Pio e Padre Leopoldo in
ringraziamento, a cura di "sorel-
le di Trento" . L. 300.000.
Don Pietro Chiesa, in me mo-
ri a, a c ura di Cautero Giannino.
L. 300.000.
Sacro Cuore di Gesù , Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, Mam-
ma Margherita e Santi Sale-
siani , a c ura di De Vi vo Vin -
cenza. L. 300.000.
Giovani Missionari, a cura di don
Minarini Tarcisio. L. 300.000.
Beato Michele Rua , per prote-
zione, a cura di B.M . L. 250.000.
Maria Ausiliatrice, per ringrazia-
mento, a cura di G.O. L. 200.000.
Don Rinaldi , ring raziando pe r
grazia ri cev uta, a c ura di N.N.
L. 200.000.
Santa Famiglia di Nazareth , a
cura di N.N. L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e Santi Sa-
lesiani in ringraziamento e pro-
tezione, a cura N.N. L. 200.000.
Suor Eusebia Palomino, a cura
di Gandini Angela. L. 200.000.
Maria Ausiliatrice , a c ura di
Mongiovi Rosa. L. 150.000.
HANNO SEGNALATO
GRAZIE
Antonietta Landoni.
Per intercessione
di M aria Au siliatrice.
Rr.E.
Per protezi one stradale.
Don Samuele Vosti, per prote-
zi one, a cura di fa mi glia Lanini
- Maria Ausiliatrice e Santi
Salesiani, a c ura di N.N. - Ma-
ria Ausiliatrice, San Giovanni
Bosco, a cura di Fumagalli Nilla
- Maria Ausiliatrice, San Gio-
vanni Bosco , a c ura di Calo ni
Santini Lina. - Maria Ausilia-
trice, a cura di Juliano Giovan-
na, S . Pietro in Guarano - Ma-
ria Ausiliatrice, Don Bosco, in
suffrag io di R osa e Rosari o Ra-
pi sard a, a c ura di Abbo Al es -
sandro - Maria Ausiliatrice,
pe r prote zio ne, a cura di C ima
Angiolina - Maria Ausiliatri-
ce, Don Bosco, in suffragio dei
defunti , a c ura di N .N . - San
Giuseppe e Santi Salesiani, a
cura di Dal Pane Adri ana - Don
Luigi Zavattaro e don France-
sco Meotto in memori a di Giu-
seppe Musso, a c ura di exalliev i
- Don Luigi Zavattaro e qon
Francesco Meotto, in memoria
di don Alci ati , a cura di N.N. -
San Giovanni Bosco, Suor Pa-
lomini e Venerabile Komorek,
a cura di Da l Pane Ad riana -
San Domenico Savio, perché
protegga Lu ca, Marco, Davide,
a c ura di Ce rato Claudi a - Ma-
ria Ausiliatrice, a cura di Man-
zell a Rita - Maria Ausiliatrice,
Don Bosco, San Domenico Sa-
vio , a cura di Graziali Rita -
San Domenico Savio, a cu ra di
Mucciolo Mari a - Maria Ausi-
liatrice , Don Bosco , San Do-
menico Savio , a suffrag io di
Angelo Fernando, a cura di Mas-
sa Fern ando Eli ana - Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, a suf-
fragio di Cosetta Cara, a cura di
Buccelli Neva - Maria Ausilia-
trice, a suffragio di Feriuli Fi-
lippo, a cura di Fami g lia Gi tti -
Maria Ausiliatrice, a suffragio
di Nurato M . N icolina, a c ura di
C urcio Maria - Sacro Cuore di
Gesù, Maria Ausiliatrice, Do-
menico Savio, a cura di N.N. -
Maria Ausiliatrice, San Gio-
vanni Bosco, a cura di Rossetti
Francesca - Maria Ausiliatrice,
pe r protez ione, a c ura di Del-
1' Aglio e fi glia - Sacro Cuore
di Gesù , Maria Ausiliatrice ,
Santi Salesiani in suffrag io di
Eve rardo S co tti , a c ura de ll a
mog li e Mari a - Maria Ausilia-
trice e San Giovanni Bosco,
per ringraziamento, a cura di
Veroni Mari a.

5.7 Page 47

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Don Giovanni Battista Bosco
Direttore generale del CCS
(Centro Catechistico Salesiano)
e della LDC (Libreria Dottrina
Cristiana) già segretario generale
della CISI (Conferenza lspettorie
Italiane), e già direttore della
comunità nazionale CNOS
e CsPG (Centro Nazionale
di Pastorale Giovanile) .
Sacerdote e manager... Certamente tiene più alla prima qualifica:
quflla è la sua vera vocazione. Come è nata?
E stato l' incontro con un coadiutore, il maestro Giovanni Zanovello
(Cfr. BS aprile '98 n.d.r.). Egli ha saputo suscitare in me attenzione alla
chiamata del Signore. Era un salesiano tutto d 'un pezzo che sapeva con-
dividere con noi i momenti di gioia come quelli di sofferenza. Mi ha affa-
scinato e conquistato la totalità della sua dedizione.
Oggi, come vive la sua vocazione per i giovani, trovandosi ad essere
responsabile di una grande editrice?
Mi sento più salesiano che mai... destinato a un settore che era caro a
Don Bosco come poche altre cose: quello della comunicazione e specifi-
camente della comunicazione catechistica e religiosa, vero ideale del
Santo di cui porto nome e cognome! Proprio su questo terreno egli diceva
di voler essere sempre all'avanguardia. Così oggi, secondando i tempi e
il suo desiderio, cerchiamo di usare i linguaggi che i giovani prediligono,
con la stessa sua audacia. La multimedialità è ormai parte integrante del
nostro progetto editoriale.
Ancora una volta, insomma, "con Don Bosco e coi tempi".
Proprio così.
Non per nulla anche lei si chiama don Bosco, come ci ricordava pro-
prio adesso!
Sì, ci scherzano in molti, ma io rispondo sempre di sentirmi "fuori qua-
dro": non sono, purtroppo, il Don Bosco che si trova ritratto nei nostri
ambienti, anche se è un piacere e un onore chiamarsi come lui, e un
sogno mai dimenticato "essere" come lui.
Com'è arrivata questa nomina così delicata e importante?
Come tutte le obbedienze. E ho accettato come vanno accettate le ob-
bedienze: con coraggio, confidando nell'aiuto di Dio e... ad occhi aperti,
sapendo bene che quello che mi aspettava non sarebbe stato semplice
facile, anzi avrebbe costituito una autentica sfida: traghettare una edi-
trice così nota e importante per l'educazione, l'evangelizzazione e la ca-
techesi verso il III millennio.
Il suo sogno?
II mio sogno è una speranza: che 1'Italia, soprattutto quella salesiana,
senta davvero la significatività di quest 'opera splendida, fiore all'occhiel-
lo della congregazione, ma a servizio di tutta la Chiesa. Vero è che i
tempi correnti, incerti e complessi, esigono un rilancio di immagine, di
professionalità, di competenza, di creatività, di organizzazione .. . E ho
anche un altro sogno: che l 'editrice sappia dare soprattutto ai giovani le
risposte giuste per il XXI secolo.
Risposte ai giovani in che senso?
L'editrice è ai primi posti, come produzione di testi di catechesi, di reli-
gione, di spiritualità giovanile e sta usando le tecniche più moderne.
Come ricordavo poco fa il settore multimediale è ormai uno dei punti
forza dell 'editrice ... e sta rischiando anche qualcosa, ma questo non ci
spaventa. Del resto Don Bosco, quello in quadro, è uno per cui vale la
pena rischiare.
O
UNA MANCIATA
DI RISO
Una delle iniziative più coin-
volgenti della parrocchia è stata
sicuramente quella della "mancia-
ta di riso". In occasione della
giornata della pace siamo andati
di porta in porta, nelle case di
Chiari, a offrire una manciata di
riso a chi sicuramente aveva nel
frigo ben di più; mentre offrivamo
quel pugno di riso invitavamo a
mangiare per un giorno ciò di cui
si nutrono le famiglie nei paesi
poveri: un interrogativo sul-
1'ingiusta disuguaglianza che ci
separa da loro. Molte porte non si
sono aperte; alcuni ci hanno
ascoltato; pochi ci hanno fatto
entrare per un approfondimento.
Digiunando, ciascuno ha avuto
modo di riflettere e di interrogar-
si circa il suo stile di vita. L 'e-
sperienza tranciante è stato il
confronto tra ciò che diciamo e
ciò che facciamo. Quel giorno
un'anziana signora ci ha accolto
in casa e ci ha detto: "Sono sola,
depressa e senza speranza". Non
era povera di soldi la Gabri, era
povera d'amore, e soffriva. Cer-
to avrei potuto dirle della soffe-
renza accettata e vinta da Cristo
in croce, della consolazione che
si può trovare nella preghiera,
del fatto che c'è sempre gente
che sta peggio di lei ... Invece
non le ho detto niente, sono tor-
nato semplicemente a trovarla.
Sono tornato perché un giorno,
digiuno, al freddo, ho cammina-
to per le vie di Chiari a offrire
una manciata di riso, e ho capito
che senza assumerci anche solo
una manciata di responsabilità,
sarebbe meglio starcene a casa in
silenzio.
Massimiliano Frigoli
BS DICEMBRE 1998

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
DUE ALI PER VOLARE
di Silvano Stracca
L'ultima enciclica di Giovanni Paolo Il.
.;
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IL FASCINO DELLA NOTTE
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di Manuela Robazza
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I giovani d'oggi prediligono la notte al giorno .
I
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E.
IL MILLENARISMO
SULLO SCHERMO
di Fabio Sandroni
Cinema: specch io dei timori
del nostro tempo.
I
LE CHIESE DEL GIUBILEO
di Natale Maffioli
San Giovanni in Laterano.