Bollettino_Salesiano_195910


Bollettino_Salesiano_195910

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Noi non ci fermiamo mal;
vi è sempre cosa che incalza cosa...
Dal momento
che noi ci fermassimo,
la nostra Opera comincerebbe
a deperire
DON BOSCO
ANNO LXXXJII · N. 10
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI
DIREZIONE GENERALE: TORINO 714 VIA MARIA AUSILIATRICE 32 •. TELE.E'. 2.2-117
il <Qo,,~g,10 pa,la!
Quelli tra i Dirigenti che ha.nno potuio partecipcrre al nostro Convegno romCl1lo e hanno assi-
stito al primo atto solenne - la S. Messa nella maestà della Ba.~ilica, ili S. Pietro, presenti
4000 Cooperatori - e poi a tutto lo svolgersi del Convegno, hanno toccato con mano che il
lavoro di questi anni non è stato vano: i Dirigenti e i loro Collaboratori possono s1mtamerue
rallegrarsene. Ad essi e a quanti hanno dato il loro apporto di preghiera e di sacrificio per
l'incremento della Pia Unione, il plau,so e il grazie del venerato Rettor Maggiore, espre.,;sione
di quello del nostro Santo Fondatore.
I fruiti dell'opera paziente di organizzazione si sono constatati sopratt'Ulto nellrt presenza
massiccia e. disciplinata dei Cooperatori a tutte le manifestazioni, presenza che ha edifu:ato,
impressionato e inserito magnificamente i Cooperatori nelle trionfali giornate romaiie.
Siamo un piccolo esercito di apostoli organizzato, che va àcqiiistando terreno secondo le pre-
visioni di Don Bosco e rendendosi sempre più atto alle sante battaglie per la estensione del
Regno di Dio.
La partecipazione devotissima dei Cooperatori alle Messe celebrate irt S. Pietro, nel tempio di
S. G. Bosco e al S1;1cro Cuore, ha pure dato risalto ad un altro aspetto dell'ideale ,,agheggiaw
cla Don Bosco, che volle fare dei suoi Cooperatori anzitutto dei cristilini ferventi: ne fu.rono
prova le numerose Comu.nioni offerte per il Papa e il fervore delle preghiere e dei canti che
hanno echeggiato sotto le volte delle chiese salesiane e del massùno Tempio.
Altra simpatica caratteristica, dei rtostri Cooperatori - com'è risaputo - è ti,n sentito e forte
amore a. Don Bosco, che ne fa altrettanti Salesiani nel mondo, come li ha ideati e v(>luti Lui.
Il Co1wegno romano ne fu una novella eloquentissima conferma. Essi parteciparono al gaudio
delle celebrazioni romane come membri di famiglia; sentiva.rw che l'onore e la gioia dei Sale-
siani erano il loro onore e la loro gioia, e noi li abbiamo visti aggirarsi nel grande Tempio di
Don Bosco prima, e poi per i cortili e gli edifici dell'immerisa Casa Salesiana di Ponte .Mam-
molo con commossa mera·viglia e con parole di profoncla intima compiacenza, come se si trat-
tasse di realizzazioni proprie.
Questo vivo se,iso della paternità di Don Bosco fa dei Cooperatori altrettanti fratelli che ¼,,"nO-
rano le barriere delle nazioni. Durante il Con·vegno si son visti fraternizzare non soltanto i
(con/Jlu,a a pag. zoo)
impegno del mese
F,w conoscere il CONVEG~O DI ROMA
illttstrarne le concfosion-i e i voU
specie in occasione della 211 CONF'ERENZA ANNUALE
205

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La Chiesa eil lavoro nel ~ledio Ev
Spunti per
la Conlerenza
mensile
PREMEl>SA. - Ci occuperemo, in questa con- a Dio, la. nobiltà ciel lavoro non di!lùegnnto ma
Yersnzione, dell'opera benefku compiuì n ùaHa nmalo dall'uomo, In vanit:\\ della riochezz,i.
C'hiesr~ a fo ,•ore del Ju;voro o dei lavora Lori iu
«L'unione del lavoro con la preghiera costi-
quel periodo storico, detto Jfedioe1·0, chtt i suoi tuisce l'aspetto nuovo del monaehe!:!imo l;ene-
a,vvc1·sari si aconnisoouo n -presentnre sotto le dettino e la mgione principale della sua impor-
tinte più fosche appunto per il 1:1uo carattere tanza civile. .Anche i mo11aci orientali, nel deserto,
rosi profondamente e cost integralmente cri- lavoravano; ma il 1.a,voro era concepito come
1:1tfa110. Del vas1 o e <•om11leJ1110 1>rnblema,, pel'ò, rir.mpit,ivo nei momeut,i liberi dall'orc11p1i~ione
ci lirnitert'rno n ml'ttt're in evidenza. i:oltanlo the era una sola, la preghiera. Benedetto, invece,
dtte as_pelli, che toono le due più cnralteristiche e concopii,;ce il lavoro come un dm:ere (U;ca11tr, al/u
pitl nofo benemerenze della, Chiesa medievale i,reghiera, fiiccht, il lavoro viene imposto e rego-
nei riguardi del lavoro, operate mediante il ~fo- lato uell"oracio qnot.idiauo come viene imposta
na<'l1e;.imo e le C',0rporazio11i di nrti e mesLfori. C' regolata Jn, progluera. Ora et lahora, il motto
IA 11 "\\lonu('heshno
henellet.Lino, è ttlUlbolo delJ'1Ulione ùell'nmano
ron il divino, c1ell'attivilà con la contemplazione,
e roppreaeula la sintesi di quelJe energie che
hanno lentamente inl'ivilito i barbari e prepn-
Possiamo dire che la lortu intrapresa tlnl Cri- rato l'avvento della nuova civiltà e socie!,!\\ me-
stianesimo e dalla, Chiesa per la riabilitazione ecl dioevale e ruodem11, o (1<' . :\\io11o!'IT).
elevnzione del lavoro, non l1a wai conosciuLo
A nessuno sfuggirà il ,·aloro immenso c·he unn
tregua, nè la ciono1:1cerà. Dopo averlo riabililufo simile impostazione ebbe per la cle1Ja,z,iono u11w,nn,
di fronie n1 generale dispreuo in t·ui ern tenuto e religiQsa tlel lavoro. Si tratta, infatti, anzilntto,
nel mondo pagano, la. Chiei;n dovr:ì aucora ele- di un lavoro {e lavoro manuale) esteso 11er re-
varlo e f(llrlo amM·r df), quelle popola,zioui bnr- go1.a fl t1UJ/i'. i monaci, anche i,e provenienti dalle
bariche, che sarebbero state natnralmonte por- più di~parate condizioni sociali: schiavi (che però
tale a fuggirlo, trovando più comodo vi-vere rLi con la professione ruonasLicii diverùvano sen-
rapine e di guerra.
z'altro 1ibPri) e uomini libe1·i, poveri e ricchi,
Sarà appunto il compito del Mm1achesi1110, po1ml:llli ed ari11locratfoi, come alti magistrati,
specie cli quello occitlentak, o benedettino, desb-i- senatori o non rnre volte anche pdnoipi e sovrani
nato a divenire nei se<"oli un fenomeno di primaria (si ricordino, a<l e,;ompio, Rnr(lbi11, re d1>i Lon-
____ ____ _____ _______ _ importaniia anche sociale e civile, e il cui ter-
reno favorovolo al ,:mo gcrmogli111·0 è costiI uilo
dai concetti fondam1>nlali dello intuizione cri-
stiana della vita: l_'ug..uaglhtnza <li tutti da.v_an.ti
gobarrli, e Carloruauno, re dei Franchi). Si può
icnmnginiu-o il llauefico influl:lflo momle su tut;t,n,
In i;oeietà, ,lato cl1e lo spettacolo inauùilo ,li
mà.ru aristocraticho i_n_ca.llite uel d1,ro lavoro quo-
IL CONVEGNO PARLA! (co1111'm1a::tfortn da Pllfl, 205)
Coopt•ratori delle diverse regioni d"Itolia, ma anche quelli il"Europa e di altre parti del mondo.
rhe si sono subito sentiti fratelli trn frotelli.
Fu tmcoro notato rlte anche in questo Convegno i Cooperatori t•ollero essere, come semprr, co11-
rreti. Lo dicono le co11cl1isioni, e i 1·oti dcll'11ssemblea. rhe si possono riassumere così:
T:Esèrcizio della Buona Morte e la Confert•nza niènsile sono sorgente indispen,yabile di
spirito salesiano: quindi si tengano in 111/IÌ i rr11tri e se 11e zeli la frequenza.
Gli Esercizi Spirituali alimentano la fiamma del ferrore e dell'apostolaJo; quindi i Coope•
ratori ri partecipino anche a costo di gravi sacrifici. Si formula percil> l'augurio che, con
l'aiuto di Cooperatori forniti dulia Prot·l.'iclen:a i me::i, sorgc,rro presto 11elle singole I.speuorie
l'use per Rsercizi Spiritiwli'..
I Cooperatori sono stati particolarmente impegnati nei tre settori che caratterizzano il loro
11postolato: a) istruzione, fonnazione religiosa e morale delfo gioventù, specialmente di quella
più bisognoso; b) apostolato della stampa; c) apostolato delle voca:sioni.
Il Bollettino del giugno tratterà diffusamente di questo Convegno che, riuscitissimo, lw par-
lato al cuore di q,.w,ui vi hanno partecipato e continuerà a por/are at1ra1-erso lo zelo clei nostri
Dirigenti, i quali 11011 si lasceranno sfuggire occasione, specie quella della 2a Corrfere11:a ar1-
11uale, per dilatame e prolungarne i frutti.
%00

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tidiano era ben più e1oquenle di qualsiasi predica.
La Regola benedetiina, da ottobre a Pasqua.
prescrive ogni giorno ben sette ore di la-voro pro·
tutti i monaci.
Ed è un lavoro, in secondo luogo, a cui il mo-
naco rimano obbligato indipendentemente da
interesse, lucro o bisogno, -per il solo motivo
che la Regola vuole oosì: dunque, lavoro fain-
terrotto e fecondo . I monaci quincli coltivano
campi, dissodano, disboscano, argiuano fiumi,
risanano paludi, r iacq1ùstano alla cultura e ai
bisogni degli uomini sempre nuovi territori. Con-
temporaneamente altri monaci attendono ad altri
lavori, come gli amanuensi por la trascrizione
<lei codici a1ttiohi (sacri e profani), i muratori,
i falegnami. i fabbri, i calzolai, i sarti, tintori,
i conciatori di pelli, ecc. Sono sempre essi, in-
fatti, ohe costruiscono il loro monastero, la loro
chiesa, Je case dei coloni, le mui-a di difesa, i
ponti, le strade; così come sono sempre loro che
producono tutti gli oggetti di uso eomnne per
la ca.sa, _per il vestito, per il lavoro, per sè e per
le popolazioni ,lei ilintorni, Je quali, in conse-
guenza dello sviluppo economico e sociale dei
monastori, vi si concentnwo perchè vi trovano
sicurezza, tranquillità,, protezione, lavoro. Quanti
centri abital,i oclierni, nella vecchia Europa cri-
stiana, sorsero a:ppunto così, accanto a gloriosi
monasteri! In tal modo, l'abate, oltl'e ad essere
capo e pa,dre dei monaci, diventava pure pa•
llroue - ma sempre padre - di una fitta schiera
di coloni, di 1:ìttavoli, di servi e anche <li schiavi,
i quali tutti però preferivano essere legati ad
un monastero, anzichè acl 1m. padrone laico. Si
pensi che lo forme più vantaggiose <li contratti
di lavoro agricolo nacqu(lrO e prosperarono p1·esso
i monasteri.
TI lavoro dei mou11oi, in.flue, verriva aù as,.u-
mere un carattere sacro, in quanto era divenuto,
oltre e più. che mezzo d:i sostentazione e stru-
mento di espiazione, un vero mezzo d·i sant,ift.
cM:ione, di perfezionamento spìrit,iale, sullo stesso
piano della pregbiera, a.ss11rgendo così q uasi
alla dignità di sacramento! E un ta,le carattere,
dietro l'esempio dei mona<>i, facilmente si estese
a t-utti i la.voratori, anche oltre le cinte dei mo-
nasteri, divenendo patrimonio comune dello spi-
rito cristiano. Ciò spiega, come la. Chiesa ,tbbia
potuto, attraverso i secoli, elevare ai supremi
onori degli altari un ,~ì gwn numero di umili
lavoratori cli ogni categoria,, religiosi o semplici
cristiani del secolo.
rt
lirr1
Conquistata la libertà del lavoL'O ell elevatolo
nella, stima dei popoli, bisognava ga.ra,ntire questa
s ua l ibertà e :nobiltà, ai;;sicurare il suo avvenire,
dargli forza, ol tre ohe eoonomica, anohe sociale
e politica. E fu t1uesto il compito egregiamente
as.solto dalla Chiesa, mefliante quell'altra s1i:1,
gloriosa istituzione, che llomina e illnmina tuth,
il centro del Medioevo e che va, sotto i l nome
di Oor11oraz,io111i, di Arti e jlfestieri. ~ Nate al-
l'ombra dei monasteri ohe possono considemrsi
come la loro culla,, cresciute sotto la protezione
del pa.i,tora-le del Vescovo, le Corporn.iifmi pro-
movevano il bene comune degli associati, cioè
i loro interessi politici, sociali, eoonomici e mo-
rali. La fede ne era l'anima; il sentimento reli-
gioso informava gli atti élella vita privata dei
membri e le loro mutue relazioni; i regolamenti
erano ispirati da concetti cristiani; la carità vi
aleggiava benefica e rendeva comuni lo gioie
e le pene~ (On1)0JfE).
Le Arti o Corporazioni medievali erano asso-
cia?.ioni p rofessionali, 1·istùta.nti da, a?.ienlle o
individui elle esercitavrrno una medesima arte
o professione. Per cil,11,rne aloirne. si ricordano
quelle dei falegnami, dei muratori, Uei lanaioli,
dei commercianti, dei medici e speziali, degli
avvocati, e tanto altre. Il loro scopo era, di tu-
-
engo ad esprimere il mio vivo coinpiaci-
mçnto per i progressi organizzativi com-
piuti dalla Pia Unione e per gli abbondanti
frutti spirituali da essa raccolti nel cr1mpo
del'apostolato cattolico, e più ancora in quello
della vita cristiana dei singoli iscritti.
CARD. BENEDETTO ALOISI MASELLA
:11l'Asscmbl•• Generale del Convi!~no di H.omo
telare e promuovere gl'interessi dell'arte - o
quindi anche dei singoli associaLi sia cil/'in -
terno dell'arte stessa, eliminando la concorrenza.
assicurando le materie prime, garanten<lo hl,
q,rnntità e la qualità del prodotto, secondo la,
capacità delle varie aziende e le richieste dei
diversi mercati; sia all'esterno, tanto nei rap-
porti con le altre arti, quantò nei rapporti con
le aut-0rìtà. cittadine e con gli stranieri, i,ia nella
citl,à come all'estero.
A differenza però degli odierni sindacati, che
si esa11risco110 nel promuovere e rivendicarn gli
interessi di eiuattere economico degli affiliati,
l'arte medievale si interessava iii tntta la vita
dei suoi membri: · c.urava la, formazione morale.
civile e religiosa, olLre che professiorutle, di essi;
,;i preoccupava di fissaJ·e un equo LratLamento,
la, durata del lavoro (era proibito il h.voro noL-
t;nrno e quello festivo, e il lavoro cloveva oessa,re
a mezzogiorno del sabato), nonchè i rapporti
tra lavoratori e maestri (rapporti di carattere
spiccatamente personale e familiare); provve-
deva a conceùere sussidi 1,\\deguati in taso di
malattia, di infortuni, di necessità, estemlendo
l'assist.enza anche alle vedove e agli orfani ùegli
iseriLti.
Og11i A1·Lo, poi, avevç1 una pròpria, gentl'uhla.
con a capo il console, detto a.uehe reU.oro o ca-
pitano, coadiuvalo d:l ttlliciali min.ori, elotti tutti
ogni anno; ave,•a pure un proprio gonfalone,
così come aveva 01·llinaTiamonte uu Santo pro-
tettore, proprie feste, e sovente anche un proprio
palazzo e nna propria chiesa. C'ostituivn, iJlsomma
come una famiglia minore nella grande famiglia,
(con tinua a pagina seguen te)
'207

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esempi
Convegni Zelatori della PUGLIA
,\\ Lecce si nururono nell'Oro-
torio • Don Bosco • 28 Zelatori e
Z elatrici ronprcsentanli delle linio-
m di Gallipoli, Carmìnno, Cori-
J,tliano d'Otrunto, Brindisi, Lecce.
Dopo 1:t S. , r=~n dialo(!llta e
la medirn::1onc predicaw dal Dele-
gato R.:gion.ile Don Pktro Pasqua-
ricllo, ~i ebbe la primn lezione,
renuro dal Direttore di Lecce
D on Tu~cano Carmcl<l, che parlò
sull'apostolato dei laici organizzeu
c l'ora cht: volge. Se~uì una esau-
riente discussione sull'or1,tomento
e sul pro!'.(rmnma annuale di apo-
stolato della Pia Umnne.
:---el pon,çriggio Don Pasqua-
rieUo tenne la secondn lezione: & ,
Zelatrice, u,llabormriu in ogm· atti-
v,tà della f>tt1. Umnne.
La discussione che segul diede
ai presenti utili schiarimenti sulla
attività. degli Zelatori e delle Z1il11-
trici nel campo organizzativo e
formativo.
Con lo stesso progrnmma si tennc
il convegno Zelatrici ncr le Unioni
dclln provincia di Taranto, presso
l'Istituto delle Fii:?lic di i\\lano
A.usi li1micc.
Intervenncro una tn•ntina di Zc-
lamc, ddle Unioni di Tarimto,
Fragagnnno, Carosino, Sava, Mar-
tina Francl\\; era presente anche In
Dclejlata lspettoriale per l'Italia
meridionale Suor Roso Ales~i.
La rrim11 rela7.Ìone fu sull'.4po-
stolatn de, laici, prendendo a baso
il discor.io di Pio X Il al secondo
Congresso mondiale dçll'npostolato
dei laici.
A Bari si tenne il terzo Convegno
Zelatrici dello Remonc ed alle ~in-
ter..-enute parlò ;, mattino sulla
necessità dell' apostolato Don l\\!erta
Giovanni, Mlcsiano polacco, con
accenni sullo situazione religioSII
in Polonia.
TI s1g. Direttore dell'Istiruto,
Don ~icola -Xannola, diede il ben-
venuto nlle Zelatrici con un pen-
siero introduttivo.
Al po1neriggio le intervenute vi-
sitarono il J;tnndioso lhtituto e am-
mirarono il gran teulro inaugurato
in quei giorni.
La giornata di studio fu presie-
d uta dal Delegato Regionale e ter-
minò con la nenedizionc Eucan-
stica e col desiderio comune di
avere periodicamente tali giornate
d, studio, per un IIIIR•ornamcnto
adeguato sulla attività upostol1ca
della Pin Unione.
Convegno di Ze latori Salesiani
a SONDRIO
Domenica, 5 ap rile 1959, presso
l' Istituto Salesiano di Snndrio, si
è s,·olto il primo Corwcf?DO deRh
Zelaton Salesiani della \\'altellino,
sotto l:1 presidenza ùcl Delegato
T,;pettnrinle, assistito dnl Diretto re
Don Vasco Tassino.ti e da Don Ago-
stino Archcmti.
Vi parteciparono in numero
di 33.
Alle ore 9,30 nell;i cappella delle
Figlie di M. A. Don Archcnti cc-
(conlinuazlone da pa11l na precedente)
ohe na la città, il ~ comune~, 11.ppunto, qttasi
una gr11111lE1 • romuuilà •·
All'interno di Ol?lli azienda. gli operai i.~crirti
costìltLivano o.nt1 i;pecie di gnnri·1,ia tlt>I la1•oro,
divisn in tre gru.cli: opprenrli8H, ;;oai o com -
pagni, e mttesti·i. m i appre11tlillfi erano giovani,
spe.~,,o della ste,;s,i famiglia,, rhe imporovano
il mf'slierc. attrn,cr:10 un tirorinio assni lungo e
:scrio, prt1,aso 1111 matl,;t.ro, il quali' li teneva ,;empre
con i>,Ò, li 110.rveglinvn, li e<luca,vn con pn!ema
Rollecit:udìnl.'; i soci o compc1!)1ti erano opo1·ai
perfetti, colleghi di ugual griulo c·ol m11est ro. i
quali parlecipa\\•ano ugua.lm<>nto agli utili e pote-
Yono, voleudo, aprire essi st<•~si hollego r ilh·en-
ta,re, ron questo ,mlo, mae.slTi; i 1nae11lri, infine,
erano i p111froni e cn.pi della bott.eg!J. o ttzim)ùa,,
ti dovt>vnno di~tinituersi Jler qllnlità religio:;e,
momli li trl'niche, ri<'onm,dute da appo!lite giurie.
Su t11t to que,-to intenso 11t1h;are di l:woro e
di vita v11,dlava, snmpre materna, ln. Chiesa, con
la. hH·c- ri~clii.arutl'it•o 1lella ijlln 11' ;1l~ e ,ltllln s ua
doth fon 111 amoro, c-ou la forza 1rnrificante della
Rnn mor11le nlt.issima, ron lii potenza sugge"Uvn
delln sna lit 11r1,.ria e !lelle xuè fC!'te; con quel i<H•J
1;pirito profondamente "opr:mnaturah>, insom111(l,
c·l1e rinn.ivn tutti i mt'mbri nel culto (~i i:i!'ortlino
lo Confra/crnite, che ~ono più volte 1ill'origi11e
delle Corpora,zioni stei:;sc), t'he animarn. a lla so-
lidarietà tra(crna, alle opere di as11i11lenz1J soc·ittll",
e a1I nna ,·oncezione ilei lavoro e dclln vita eco.
nomica. bllNlln ~ulln. dignità dell'uomo, sulla giu-
st izirt, suJJn c·uritlt.
C'OXCLUSIOSg. - È liii fntto cho il periodo
più florido ùelln no,-tra sto.ria com,uiale coin-
ri,e con il {ll!tiodo di massimo splendore, reli-
gioso e polilit·o, ùclla Chiesa. Cmli che ben n.
mgione l'immortale L11one X IT1, il T'apn <loi
lnvoratori, potè afferm11n1 e scrivere clic la Cl.tie.~n,
tlestinata. a procurare agli nomini In feliciti\\ ciel
cido, rooa tali e tanti ,•antaggi nn<·he nel!'or-
dine lempomle, che pitL e maggiori non potreb-
bero esseri",, RO fos$e <lellt,ina.ta direttamente a
procurare la felicità dellu terra.

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lebrò la S. Messa, durante la quale
Don Vìgnato rivolse brevi parole
di circostanza.
Servita la colazione, si passò
nella sala • l'vlamma Margherita •
per l'adunanza.
li sig. Direttore sottolineò la
l'importanza del Convegno, inteso
a immettere nuovi elementi at-
tivi nei quadri della Pia U niooe in
Valtellina e darle più robw,ta strut-
tura.
Dopo aver portato il saluto per-
sonale e quello dei Superiori,
Don Vignato hll letto ai Convenuti
il messaggio del reverendissimo si-
gnor Don Luigi Riccer:i, Direttore
Generale della P. U.; poi ha ce-
duto la parola a Don Arche:nti per
Io svolgimento del
1 TE1'M: Il Cooperatore Salesiano
nel pensiero di Don Bosco.
L'apostolo San Paolo, scrivendo
ai Corinti, dice: " Noi siamo i
Cooperatori di Dio e voi siete il
podere di Dio, la sua reggia in
costruzione n.
I chiamati da Lui a lavorare
più da vicino non sono soltanto
gli apostoli, i vescovi, i sacerdoti,
ma anche i laici che aiutano i sa-
cerdoti nell'apoi.tolato. Voi siete
dunque i cooperatori di Dio nello
spirito di San Francesco di Sales
e di San Giovanni Bosco, invitati
da Lui a collaborare nel campo
della Chiesa per la salvezza delle
anime: voi siete i Salesiani nel
mondo.
Perchè mai si vedono in tante
parti chiese erette in onore di
San Rocco ? Perchè Un tempo la
gente ricorreva con grande fiducia
a San Rocco, per difendcr:si dalla
peste, che era assai diffusa. Oggi
il nuovo San Rocco è Don Bosco,
perchè la peste dei nostri tempi
è la corruzione della gioventù.
Don Bosco, nato proprio nel giorno
di San Rocco, va prendendo il
posto di San Rocco, come letteral-
mente è avvenuto qui a Sondrio.
Noi dobbiamo lavorare nello spi-
rito di Don Bosco (siamo Coopera-
ratori SalesÌ(;mi, non Cooperatori
dei Salesiani) n bene delle anime,
persuasi che il Signore salva gli
uomini per mezzo di altri uomini.
Nel campo della s;ilvezza Egli
opera, si, ma vuole gli uomini
come Suoi cooperatori.
Don Vignato ringraziò il rela-
tore, sottolineando l'importanza di
alcuni concetti da lui svolti.
Lel-ta sul Manuale d,i ])ingenti
la pagina riguardante l'organizza-
zione della P. U., ha preso la pa-
rola la sig.na prof. Dirce Rizzi
per dare un ragguaglio dei Coope-
ratori Salesiani in Valtellina. Pre-
sentando un elenco di 86 località
in cui esistono Cooperatori Sale-
siani, ha distribuito ai singoli Ze-
latori il compito di curnme l'or-
ganizzazione e mantenerne il col-
legamento.
Don Vignato ha quindi svolto
il II TEMA: La funzione e gli im-
pegni dello Zelatore in ge11erale.
Seguì il III TEMA: Alcuni inca-
richi specifici, che fu svolto ancora
da Don Vignato.
Qui è da nota-re che le discus-
sioni riuscirono pratiche e ben ani-
mate.
Prima di chiudere, si è distri-
buito a ciascuno e quindi letto
il foglio delle Conclusioni pratiche
del convegno, che furono da tutti
pienamente condivise.
L'agape, il gruppo fotografico e
la Benedizione Eucaristica posero
ROSARNO (Reggio C.) - Dalla
relazione del lavoro compiuto
nell'anno 1958
Nello scorso anno le Cooperatrici
di Rosamo svolsero la loro attività
soprattutto ne.I campo catechistico.
Guidate dalla Direttrice e ac-
compagnate dalle Suore, nel pe-
riodo q\\Jaresimale si recarono in
periferia, nella così detta • Corea »,
a raccogliere bambini per le case
e per le strade e insegnarono loro
il Catechismo, anche all'aperto,
quando il locale offerto da una si-
gnora non bastava a contenerli
tutti. Ogni lezione di Catechismo
terminava con la recita del S. Ro-
!<ario, alla quale prendevano parte
i parenti dei bimbi.
a chiu.mra del secolo dal primo incontro di D011 Bosco
col Papa Pio IX, ci presenta convergenze talmente prov-
videnz-iali che ci stupiscono e insieme ci enfltsiasn1a110
a elevu,re ,m in110 di ringraziamento a Dio, che ta11to fece
per 11Umentate la sua gloria in terra, chiamando a lavorare
per qu.esta sua nuova Famiglia Religiosa quasi cielo e terra,
sotto la guida della Vergine Ausiliatrice: i Papi e la Santa
Sede, Cardinali e Vescovi sotto og11i cielo, Autorità civili e
benefattori senza mmiero, Cooperatori ed E,i; allievi, schiere
innumerevoli di qiova11i e di anime oranti... a 11itti questi
dobbiamo il graduale s'Viluppo delle due Congregazioni sorelle
e delle <lj)ere sorte a dilatare le tende della Chiesa dall'imo
ali'altro mar •·
rL R.f.TI'OR MAGGIOR.E l.)ON RENATO ZTCGlOTn
oll'Assemblea Generale del Convegno di Roma
termine alla memoranda giomata
fra la più viva fraternità e un
più deciso programma di aposto-
lato salesiano.
TORINO - Nuovo laboratorio
Cooperatrici
Ha trovato provvidenziale ampia
sede nell'abitazione dei benemeriti
coniugi Bia-nchi.
Numerose Cooperatrici del Cen-
tro funzionante presso l'Istituto
S. Giovanni Evangdista prestano
ogoi giovedl la lòro preziosa opera.
Gioia e vivo se-nso dj pietà si asso-
ciano alla bellezza e comodità del
locale e alla cordialità della gentile
Cooperatrice ospitante.
Jn occasione del Convegno dei
Delegati locàli dell'Jspettoria Su-
balpina, il rev.mo sig. Don Rie-
ceri e il sig. Ispettore Don Ma-
nieri', accompagnnti dal Delegato
fapcttoriale e dal Delegato locale
don Luca Pocchiola, furono lieti
di portare un cordiale saluto ai
generosi coniugi Bianchi ed alle
laboriose Cooperatrici.
Il nuovo laboratorio s'intitola a
Mamma Margherita.
Dopo Pasqua, nello stesso rione,
iniziarono il Catechismo io prepa-
razione alla prima Comunione e
Cresima ed ebbero la gioia di con-
durre a Gesù circa cento bambini.
Alla solenne funzione di chi\\Jsura
fu pre!<ente S. E. Mons. Vincenzo
De Chiara, Vescovo di l\\llileto, il
qunle celebrò la S. Messa all'aperto
e amministrò la S. Cresima.
li r3 aprile le Cooperatrici si
recarono a Seminara, in pellegri-
naggio al santuario della Madonna
dei Poveri, e in quella occasione
offriròno al Vescovo sacri lini per
le chiese povt:rc. Anche que.5to,
frutto del loro lavoro.
In numero di 30 parteciparono
agli Esercizi Spirituali aperti cd
ebbero modo di rinnovare il loro
spirito con una nuova ondata di
fervore e di Grazia.
CANNARA (Perugia) - Labo-
ratorio di beneficenza
Le Cooperatrici di Cannarn, an-
che quest'anno, dopo avèr provve-
duto ad acquistare, confezionare,
riparare molti capi di biancheria
200

6 Page 6

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per la Parrocchm, hanno pensnto,
in occasione delle feste natalizie,
a r11ccogliere e II portare un pic-
colo soccorso in generi nlimenturi
ni poveri e ammalati della zonn. ~
~tata una ,·em gara tm gli offe-
renti e le zelanti signore che, non-
curanti del freddo, non hanno con-
tnto parole e passi per confezio-
mm~ i pacchi e per rnggiungere
una ventina di famiglie dislocate
in punti disparati del pnese e ddla
campagna. Il pacco dono, conte-
nome pasta, olio, conserva, mar-
mellatn, zucchero, burro, ecc. è
stato naturalmente accompagnato
dalla parola della Fede, che sola
può lenire ogni pena, e le brove
Cooperatrici ne hanno avuto in
cambio la gioia che viene da quel
Dio che non lnscia senza ricom-
pensa neppure un bicchiere d'acqua
dato in suo nome.
PALERMO - Celebrazione del
XXV della Canoniz;z;azionc di
Don Bosco
;-.;ell'istituto Santa J\\1aria Maz-
zarello, di cui si è arricchita In città
nella 1,onn di nuo,·o sviluppo edi-
lizio della Koce, è sllltO conlfile-
morato Don Bosco nel venti-
cinque~imo della sua canoniu.a-
zione.
Dopo la Messa celebraru da
Oon Ln Rocco in suffragio della
compinnta Figlia di l\\l. A. suor
Rosa, sorella del Presidente del-
l'Assemblea Regionnle On.le Alessj,
il dou. Pier<> 1\\Inss.occo, consigliere
della Prefettura, agli intervenuti,
fra i quali il gruppo di Coope-
ratori, ha lumegg-iatA l'opero dj
San Giovanni Bosco, che si è
irradintn nel mondo c:on una espan-
sione formidabile, nttraverso una
attivì1:\\ multiforme e moderna.
Nel concludere, l'oratore af-
fermò che, come San Francesco e
Santa Caterina sono ~ririrualmente
i Patroni Primari d'ltalia, analoga-
mente San Giovanni Uosco e Santa
Maria Mazzarello, per la loro
splendida operosità creau-ice, do-
vrebbero venerarsi come • Santi
Patroni dei lovoratori del mondo•
nell'uheriorc cammino dei popoli
\\"erso il comune benessere e ver-
so Dio.
Col ringrnziamenro della Diret-
trice Suor Luisa Zingale, In con-
segnn del diploma di Cooperatore
ad alcune Personalità e In ,-isita
al complesso scolasuco compren-
dente ('erigendo Tempio
i
cui lavori sono in corso - ha
avuto termine la celt:br-.izione sale-
siana.
Nella ste~st1 sede il 4 r.:cnnaio
la Cooperatrice On. Paola Tocco
trattò il tema: La Santa Mnsa.
L'orittrice illustrò molto bene
l'unico e supremo rito sacrificale
del Cristianetiimo cattolico, cenrro
della vite lirurrdca e mistica della
Chiesa, nelle sue t're parti. Un
dono immenso nel qunle tutti pos-
sono trovare l'essenziale per t:om-
piere i propri doveri verso Dio
per mezzo di Gesù.
È seguita In distribuzione dej
diplomi di Zelatori alla &ignoro Ro-
setta Rossi, consorte del Prov..-e-
ditore agli Studi, all'On. :Mario
Cresimanno, al giudice Vincenzo
Salmeri e ad altrj Cooperatori.
'Mll,ANO - Attività del Labo-
ratorio Cooperatrici Salesiane
Il 14 marzo 1959, vigilia di
S. Cesare, onomastico del rev.mo
sig. Ispettore Don Cesare meri,
le Cooperatrici del Laboratorio
Jspettoriale • parrunt·nti sacri • di
Milano, gli hanno presentato cin-
que servizi completi per lo cele-
brazione dcll0 S. Messa loun, per
chiese po,·erc dell'hpettona.
A \\'endo fatto altrettanto il
31 gennaio u. s. nei confronti d1
S. Em. l'Arcivescovo di l\\lilano
per le chiese povere dell'Archidio-
cesi, esse hanno raggiunto così il
numero di dieci • completi~ per
:Messe lene.
Oro attendono a confe7,1onam"
altri cinque da offrire al rcv.mo
Rertor l\\1aggic,re per le Missioni
Salesiane.
Il sii:mor Ispettore hu rinuraziato
del dono e, visitando le signore nel
laboratorio, disse che aYTebbe dc-
stinnro le belle pium,tc alla nuovn
cappella degli Aspiranti Coadiutori
Salesiani, prossima ad aprirsi n
Castelleone (Cremona). :Vlonifestò
inoltre il ~uo compiacimento e l:i
sua 11Tatitudinc, distribuendp a cia-
scuno Cooperatrice copia di uno
bella imitazione di Cristo.
LATINA Zelo per la diffu-
sione della stampa buona
Ecco alcune cifrt' eloquenti:
Meridiano 12, copie 50 e 30 ab-
bonati; Con Roma, copie 200 e
70 abbonati; Gun:a11i, copie 8;
Famiglia cristia11a, copie 500 e
-10 abbonati; O rizzanti, copie 120,
Co,fi, copie r50, Carrocc10, co-
pie 50; Ciomalina, copie 30.
cliffu~ione av\\'iene a mezzo
op,.m1 personale del Dclegnto, delle
tre Zelatrici buona stamp11, di aItri
Cooperatori e Cooperatrici, con 1
loro figli e figlie.
È in atto la cumpugna per por-
tare almeno a 100 le copie d1
,\\leridia110 12.
Dalla relazione delle Coope-
ratrJc.i Salesiane del centro
NAPOLI-CAPANO
• ... Dopo la sosta estivo, du-
rante la quale molte Zelarr,ci e
Cooperatrici del nostro Cearro
hanno partecipato ai Corsi di Eser-
cizi Spiritunli tenuti a S. Agnello
di Sorrento e qui al Capano, il
23 ottobre 1958 Don Bra11hiroh
ha tenuto In prima conferenza men-
sile dell'anno, cui sono scl(Uite re-
golarmente le altre. Il numero
delle Cooperatrici intervenute è
aumentato; ciò è dovuto al fatto
che ci~cuna Zelatrice ha cercato
d intensificmre i contatti con le
Cooperatrici ciel gruppo nffidatole.
In prepani1:ione alla fes111 del-
J'Immacolnta si è svolto in questo
Centro un Corso di Esercizi Spiri-
tuali aperti per le Cooperatrici che
non a,·evano potuto partecipare o
quelli chiusi.
li Labom1orio I.iturgico ha ri-
cominciato ,\\ funzionare. lJn di-
screto numero di Coopenitrici in-
terviene puntualmente alle riu-
nioni, dur:tnte lc quali non s1
m:inc:a mni di recitare il S. Ro-
sario e di nscoltar<' la lc1tun1 e il
commento di qualche pagina spi-
rituale. Oltre che alla confezione
di indumenti sacri per le chiese
povere, quest'anno si è pro, ,•educo
alla eonfe2ione di lnvori a magliu
e di vestine per lo b,mbc più bi-
soqnose dell'Oratorio.
Tntensa l'attività per la diffusione
deltu buono $tampu, speeinlmente
per opem della ,:elatrice signo-
rina Cuomo. Funziona una riven-
dita ùi 20 copie di Men'diano 12,
di 15 copie di I'rhmzvern; inolm:
30 copie di Co11 Roma vengono
distribuite mensilmente, aYendo
cura che penetrino nell'nmbientc
filoprotesrante.
Dell'insegnamento Catechisòco
si occupa Ùl modo particolare In
zdatrice sig.na Mele Eugenia; tut-
tavia, ciascuna Cooperatrice non
manco di colti,·arè il buon seme
nel suo carnpo, si chiami esso casn,
scuola o ufficio ,.
ROMA - Attività del Cenuo
di Via Appia Nuova
Uno zelante Coopenitrice og11i
domenica, non badando nè alla
distanza, nè ai disagi della sta-
gione, si reca alln Garb!llcl\\a, alln
ptrifcria di Romn, per avvicinare
e fore il Catechismo alle fanciulle
dei carrozzoni girovaghi.
Lo scorso maggio, dopo la do-
,·uto prcpara.zion<', tre di queste
figliuole, di tredici e quindici anni,
ebbero lu gioia di accostar~i alla
Prima Comunione e di rice\\'C(I? la
Crestmu nella Cnppella delle Figlie

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di Maria Ausiliatòce di Via Appia,
dove ha sede il Centro Cooperatoò.
Due altre Cooperatrici pensa-
rono all'abito completo per la ce-
rimonia e ad un secondo abito
come dono e fecero da madrine.
Le Cooperatrici di questo Cen-
tro, più ,·olte all'anno, offrono ai
bimbi bisognosi, indumenti e cal-
zature. Alcune poi svolgono nel
popoloso quartiere opera di aposto-
lato, cercando di fare avvicinare ai
Sacramenti persone che da tempone
sono lontane. Altre si adoprano per
la diffusione della buona stampa.
NUOVI CENTRI
A ISSOGNE (Aosta)
Anche ad Issogne, piccolo paese
della Valle d'Aosta, è sorta l'Unione
dei Cooperatori Salesiani. U buon
seme e la prima domanda vennero
da una signora, che aveva parteci-
patO agli Esercizj Spirituali per
Cooperatrici tenuto ad Oropa.
La reverenda Direttrice delle
F. M. A. con l'appoggio dello ze-
lante Parroco Decurione Don Ton-
di, che vide nella Pia Unione una
promessa di bene per il paese, pre-
parò le prime iscrizioni fra gli
elementi migliori.
La consegna dei primi 14 diplomi
fu fatta in occasione della festa
di San Giovanni Bosco, il z feb-
braio 1958, dal salesiano Don Ali-
monda, che parlò diffusamente sulla
Pia Unione.
Dopo soli due mesi, il 6 apri-
le 1958, sì tenne la seconda con-
ferenza, nella quale il salesiano
Don Bechis consegnò il Diploma
ai nuovi iscri.tti, con i quali si
raggiunse il bel numero di ottanta.
Gli iscritti si impegnarono per un
attivo apostolato in favore della
santa Pasqua e del Rosario in fa-
miglia e per l'acquisto di una statun
di Maria Ausiliatrice.
Una terza conferenza dello stesso
Salesiano compleiò la trattazione.
li 17 agosto si fece un passo
avanti: la conferenza fu tenuta
nella chiesa parrocchiale ed ebbe
per argomento: ~ Mamma Marghe-
rita, educatrice saggia dei suoi
figli•. L'argomento fu poi prose-
guito nella Conferenza ciel r0 no-
vembre.
Un bilancio di questo primo
anno di vita: i Cooperatori sono
ora 91, leggono e diffondono il
Bolle/lino, sono encusiasti, gene-
rosi e attivi, partecipano quasi
tutti alle adunanze e sono di ot-
timo esempio in Parrocchia con
una buona frequenza ai Ss. Sa-
cramenti e con un attivo appoggio
alla vita parrocchiale.
Om si prepnra una più grande
feste di San Giovanni Bosco, che
vedrà l'ingresso in paese della Re-
liquia del Santo; i Cooperatori re-
clamano l'onore di provvedere il
reliquiario. Intanto s'impegnano di
zelare la frequenza della gioventù
alla Messa festivo e di aiutare le
Figlie di Maria Ausiliatrice nel-
l'Oratorio e nelle altre opere.
A SUCRE (Bolivia)
Nella città di Sucre s1 e costi-
tuita ufficialmente la Pia Unione
dei Cooperatori Salesiani con a
capo l'Ecc.mo Mons. Agostino
Aree. Vi hanno aderito anche di-
stinte persone della società. L'anno
Il 4 febbraio - in collabora-
zione con il vicino Centro di Ca-
nove - fu tenuta la prima Con-
ferenza costitutiva dal salesiano
Don N. Gilardi, che parlò de11a
Terza Famiglia Salesiana e della
Campagna annuale. Sono interve-
nuti tutti gli attuali iscritti ed altre
60 persone.
ROVERETO (Trento)
Preparata dalla tradizionale com-
mèmorazione mensile del 24 del
mese alla chiesetta della Madonna
delle Grazie, dopo un'accurata ri-
cerca dei vecchi iscricti e di nuove
adesioni, il nuovo Direttore
Don Ottorino Sartori tenne la
prima Conferenza costitutiva, trat-
tanlo, oltre il tema proposto dal
I Convegno del 195:2 coùzcise con la posa della prima
Il pietra del tempio di San Giovanni Bosco; l'attuale
coincide con la sua ùza1tgurazione. Ebbene, anche voi,
Co(Y{)eratori Salesiani, avete lavorato a costruire, a dare ,ma
solida stwttura alla vostra organizzazione, ad approfondire
e a vivere la spiritualità salesiana, a salvare col vostro
apostolato tante anime, specialmente giovanili.
Ma 11011 è finito il vostro lavoro di costruttori: vogliamo
assic11rare l'amato Superiore che questo Convegno metterà
le premesse del Tempio nuovo che vogliamo elevare al santo
Fondatore, un tempio vivente in cui ogni Cooperatore
sarà una pietra viva, anzi un costruttore attivo e generoso
per l'attuazio11e dei voti e delle risoluzioni'. che coro11eran110
questo Co11veg110.
DON LUtG! RICCERI
DtRF.TTORE GENERAI.E DEI COOPERATORI SALESIANI
all'Aosemblea del Convegno di Roina
scorso i Cooperatori hanno voluto
collocare, a ricordo del Centenario
di Lourdes, una bella statua di
Maria Ausiliatrice sul frontespizio
del Tempio a Lei dedicato; tu
benedetta dall'Ecc.mo Mons. Ar-
civescovo di Sucre. Quest'anno
hanno deciso di iniziare la bella
pratica degli Eserci~i Spirituàli.
CESUNA (Vicenza)
Nelle Case delle Figlie di M. A.
dell'Ispettoria Veneta , Angeli Cu-
stodi~ l'organizzazione della Pia
Unione fa rapidi progressi per l'in-
teressamento della RcY.ma fspet-
tricè e Direttrici; e per lo zelo della
Delegata Ispettoriale Suor Vit-
toria Contarini.
L'ultimo Centro fondato è quello
di Cesuna (Vicenza), dove le Figlie
di M. A. tengono un Asilo ed una
Scuola di lavoro; e dove è situata
la Villa Tabor per iJ corso estivo
degli Esercizi Spirituali delle Coo-
peratrici.
Bolle/Iino Dirigenti, i principali ar-
gomenti che interessano la vitalità
del nuovo Centro. Presenti circa
50 persone.
GORIZIA
Il nuovo Direttore, Don F. Bassi,
ha preso subito a cuore la costi-
tuzione del Centro Cooperatori, già
da più parti sollecitata e preparata.
Dopo un primo incontro, il
26 ottobre, con alcuni vecchiiscritti
e con simpatizzanti, il nuovo De-
legato raccolse numerose adesioni,
specialmente fra i lettori del Bol-
lettino Salesia110.
U l 5 febbraio, il Direttore tenne
la prima Conferenza costitutiva del
Centro Cooperatori.
Particolarmente commovente ed
efficace è stato l'intervento del ve-
nerando sacerdote della città che a
9+ anni ha celebrato il 70° di Messa,
Don Beniamino Bianchi, che ha
raccontato il suo incontro con Don
Bosco a Cremona a 1_; anni di età.
AU1'0RZZZAZ)0Nll DEL TRIRUNALE DJ TORINO rN DATA 16-2-1Q4Q, N. 403. - co;,, APfl\\OVAZIONE ECC"LE$1AST1CA
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I ,.;,colgei·sis~i
li Cento fa coincidere 11 concetto fondamentale deUa pcdago!!ia cli Dante con
il concetto fondnmentale del Vang!'lo: l'amore. Sta qui l'essenza del rapporto
educatore-educando, la • condizione basica~, In sostanza dell'cducozione cristiono.
La pedagogia deUa Divina Commedia ~ la stessa pedagogia del Vangelo, posta
in versi dal mu&simo poeta cristiano.
L'op~n1 è ormuì giunta alla sua 4• edizione italiana, Lo ragione della sua for-
tuna sto nel suo indiscutibil<l valore intrjnscco e nell'originalità di visuale se-
condo cui invita i lettori • studiare l'inesauribile poem:i dantesco.
SOCIETA. EDITRICE INTERNAZIONALE
Tonno 71 Corso Rcgw Mnrgh ri l ?O . o. o. p. 2 171
BOLLETTINO SALESIANO
'
PERIODICO QUINDICINALE. DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO
Direzione: via M aria Ausiliatrice, 32 - Torino Telefono 22-117
Al I O del mese: per i Cooperelori e le Cooperelrici Salesiane
Al 15 del mese: per i Dirigenti delle Pia Unione
SI invia graluilemenle. Spedizione In abbonamento postalo. Gruppo 2•
*Facciamo noto ai benemerili Cooperatori e elle benemerile Cooperatrici
che le Opere Salesiane hanno il Conio Corrente Postale con il numero 2-1355 (Torino)
sollo la denominazione: Direzione Generale Opere di Don Bosco Torino 714
Ognuno può valersene con risparmio di spe... nell'inviare le proprie oflerle,
ricorrendo all'uff,clo postale locale per il modulo relativo
*IMPORTANTE - Per correzioni d'Indirizzo si prega d'Inviare a.nche l'lndlrlzzo vecchio.
SI ringraziano I Slg. Agent postali che resplngono, con le notificazioni d'u.so, I Bollotllni non recapitati.