Bollettino_Salesiano_196810


Bollettino_Salesiano_196810

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Noi non. ai fermiamo mal;
vi è sempre cosa che incalza. cosa.••
Da.l momento ohe noi ai fermassimo,
la nostra. Opera.
comincerebbe a deperire
OOllil' B0800
BOLLETTINO
SALESIANO
Spedizione In 1bbonamen10 pos1al@ • Gruppo 2 2• quindicina
EDIZIONE PER I DIRIGENTI
A. XCII. N. 10 , 16 MAGGIO 1968. DIREZIONE GENERALE: 10100 TORINO, VIA MARIA AUSILIATRICE, 32. TELEFONO 41..29..24
L,estate ~~calda,, dei Cooperatori
Estate = smobilitazione, o estate = maggiore impegno 7
Una scelta bisogna farla tra le due equazioni.
Chi non è tentato di orientarsi sulla prima 7 e di motivi per fare cosl ve ne sono molti. La "fuga"
dalle città e le ferie ai monti e al mare non consentono una regolarità nei Ritiri mensili, nelle
adunanze di Consiglio, e lo svolgimento delle normali attività.
Eppure bisognerà resistere alla tentazione.
Una pausa nell'apostolato, una smobilitazione proprio nel periodo in cui c'è più bisogno di te-
stimoniare Cristo e la nostra fede in Lui sarebbe un controsenso.
Se pensassimo ad esempio soltanto a due aspetti del periodo estivo: i giovani spesso abban-
donati. o quasi, a se stessi; e gli adulti lanciati ad un divertimento, che piuttosto si dovrebbe
chiamare pervertimento, sentiremmo senz'altro il bisogno di darci di più agli altri, sia pure in
forme adatte alla vita e all'ambiente estivo.
Darci di più e più generosamente:
a) nell'apostolato di presenza, personale, di contatto. nelle mille e mille circostanze che le nostre
ferie ci presentano;
b) nell'apostolato organizzato e da organizzare.
Quante belle iniziative sono già programmate dagli Uffici lspettoriali I
Ricordiamo almeno:
I Corsi di Esercizi (circa 60 in tutta Italia, quest'anno).
I Corsi di orientamento vocazionale, o campi-scuola, per ragazzi.
Difesa della pubblica moralità.
Consiglieri e Zelatori partecipino di persona ai primi, awiino i ragazzi che ne sono idonei ai
secondi, e non dimentichino di lavorare e far lavorare tutti i Cooperatori in quella « difesa del
buon costume» che, secondo il nostro Fondatore, deve essere lo scopo della nostra Associazione.
Questo numero richiama prevalentemente l'attenzione sul settore "Gioventù", nel
quale i Cooperatori debbono lavorare con sempre maggiore dedizione e competenza
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ACQUA
VIVA
Più vocazioni sacerdotali per
custodire e diffondere la fede
Noi pensiamo che vi siano oggi
anime forti, capaci di " udire ciò
che lo Spirito Santo dice alla
Chiesa» (cfr. Apoc. 2, 7) e il No-
stro messaggio è a loro principal-
mente rivolto. Ma non solo a loro;
lo rivolgiamo alle Famiglie cristiane,
per le quali è sacrificio, si, ma
quanto meritorio, quanto onori-
fico I, contribuire all'offerta di un
loro figlio, d'una loro figlia, alla
Chiesa, a Cristo.
E lo rivolgiamo altresl ai Pastori
d'anime e agli Educatori, affinchè
sappiano scoprire, sorreggere, gui-
dare le vocazioni nascenti nei cuori
giovanili.
E alle persone gia esperte della
vita e pensose delle realtà supreme
anche lo rivolgiamo: le vocazioni
adulte sono oggi una speranza
nuova per la Chiesa, che ne com-
prende il valore, ne assiste la psi-
cologia, ne apprezza il contributo.
E infine a tutto il Popolo di Dio
chiediamo di riflettere sul grande
problema delle vocazioni, facendo
nostro /'ammonimento del Con-
cilio che dice: "Il dovere di dare
incremento alle vocazioni... spetta
a tutta la comunita cristiana». Ad
essa perciò Noi chiediamo quel
concorso spirituale e morale che
offre l'ambiente sociologico favo-
revole al fiorire delle vocazioni, e
che è dato " anzitutto con una vita
pienamente cristiana», e con "la
fervente preghiera,, (Decr. Opta-
tam totius, n. 2).
PAOLO VI
(dal Messaggio pontificio per la V Giornata
per le vocazioni sacerdotali - 2.8 aprile u. s.)
"Il lavoro del raccoglitore di
spighe non è complicato. Nella sua
semplicita richiede soltanto cuore
aperto e pronto, intuito e discre-
zione, zelo e sincero amore di Dio.
Basta seguire il solco, che è come
dire la traccia della Provvidenza:
scoprire un segno, rispettare un se-
greto, riscaldare un'idea, cogliendo
il momento giusto per indirizzare,
consigliare, reggere con mano leg-
gera e ferma nei momenti di crisi
e di tentazione JJ.
GIOVANNI XXIII
(al I Congresso Nazionale Italiano delle
62. vocazioni ecclesiastiche)
Indulgenze
per
i
Cooperatori
A suo tempo notificammo che era in corso la revisione delle
indulgenze concesse alla nostra Associazione, prevista dalla
costituzione apostolica t Indulgentiarum Doctrina » del 10 gen-
naio 1967.
Ora possiamo comunicare che la S. Penitenzieria - compiuta
la revisione - ha concesso l'Indulgenza ple11aria alle solite
condizioni per quegli associati che avranno emesso o rinnovato,
almeno privatamente, la promessa di osservare fedelmente gli
statuti dell'Associazione, nei seguenti giorni:
Nel giomo della Iscri.zione; nelle feste di Maria SS. Ausiliatrice,
di S. Giovanni Bosco, di S. FrOJ1cesco di Sales, di S. Domenico
Savio, dell'Immacolata Concezione di Maria SS., di S. Giuseppe
sposo della Vergine Madre di Dio, di S. Maria Mazzarello.
I Cooperatori approfitteranno senz'altro di questo tesoro
spirituale che la Madre Chiesa mette a loro disposizione.
A noi però interessa molto sottolineare l'elemento nuovo
introdotto nella disciplina delle indulgenze. Oltre, infatti,
alle «consuete condizioni », ne viene ora messa un'altra: il
Cooperatore che intende lucrare l'indulgenza deve «emettere >>
(se si tratta del giorno in cui si iscrive) o «rinnovare», almeno in
privato, lo promessa di osserflare fedelmente il Regolamento la-
sciatoci dal Fondatore. Questo elemento comporterà un duplice
vantaggio: richiamare gli iscritti agli impegni presi (e quindi a
meglio conoscere il Regolamento per meglio tradurlo in pratica);
esigere maggiore consapevolezza di ciò che s ignifica aggrega-
zione in chi entra nella Terza Famiglia.
Il prossimo 24 maggio sarà la prima occasione nella quale
Cooperatori potranno lucrare l'indulgenza plenaria secondo
la nuova disciplina. Ma sarà anche il momento più opportuno
per rinnovare la promessa di fedeltà allo spirito e alla sostanza
di quelle che Don Bosco più volte chiama le REGOLE dei
Cooperatori.

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CORSI DI ORIENTAMENTO
Una formula nuova per il risveglio
della coscienza vocazionale dei giovani
1. I Corsi di Orientamento sono organizzati come
iniziativa pastorale, sviluppata su quella degli am-
bienti educativi, da cui provengono i ragazzi impe-
gnati nella loro educazione e orientamento alla vita.
z. Alcuni di questi ragazzi provengono dalle co-
munità giovanili delle Opere salesiane, altri giun-
gono ai corsi per interessamento e per iniziativa dei
Consigli dei Centri Cooperatori, e in modo partico-
lare di capaci e attivi Zelatori e Zelatrici Vocazioni e
qualificati Cooperatori e Cooperatrici, insegnanti e
assistenti di Opere Giovanili.
3. Questi corsi sono strutturati e programmati
per guidare dei ragazzi - fanciulli, adolescenti e
giovani - a riconoscere e accettare, nel modo e
nella misura adatti e proporzionati alla loro età, il
valore della loro vocazione umana e cristiana, come
sviluppo della vocazione battesimale, in funzione
personale e sociale.
4. I corsi sono, dunque, un tempo forte ed un
luogo privilegiato per aiutare i ragazzi a verificare e
confermare idoneità e disponibilità generica, anche
senza esprimere un interesse specifico, per una vo-
cazione "sacra" nella Chiesa.
5. I corsi, comunque, non sono unidirezionali,
perché l'intenzione e il desiderio degli educatori di
scoprire e incoraggiare ragazzi con segni e germi
di una vocazione sacra, non contraddicono a una
formula di Corsi di Orientamento per la preparazione
alla vita.
6.. Cosl i corsi non si prefiggono soltanto di af-
frontare problemi di orientamento scolastico-profes-
sionale, ma specialmente di orientamento personali-
stico, vocazionale, in una accezione totale degli ele-
menti umani e divini della persona del ragazzo, e
della preparazione al suo inserimento nella società,
pér accettarne delle responsabilità e svolgerne dei
compiti, secondo la propria personale vocazione.
7. Per questo l'invito ai Corsi è riservato a quei
ragazzi nei quali si possa cogliere un certo grado
di sensibilità, di preparazione, di orientamento rea-
lizzato negli ambienti educativi da cui proviene: fa-
miglia, scuola, catechesi, associazioni, comunità
parrocchiale...; e un certo grado di idoneità: salute
fisica, equilibrio psichico, capacità intellettuale,
forza morale, vivacità spirituale; e disponibilità obla-
tiva, fondata su valori, motivazioni, interessi umani
e religiosi, che rivelino elementi di predisposizione
all'adesione al piano di Dio, qualunque esso sia.
8. È opportuno riconoscere che diversa è la sen-
sibilità e la preparazione - il grado di orienta-
mento - di ragazzi provenienti dalle comunità par-
rocchiali, dai nostri oratori e dai nostri collegi, come
esterni e come interni; perciò è conveniente predi-
sporre Corsi specifici e formule diverse, che per i
giovani provenienti dalle nostre comunità giovanili
devono essere più impegnate e allo stesso tempo
più possibiliste, rispettando e sollecitando le respon-
sabilità e i compiti dei loro educatori.
9. Il Corso di Orientamento, come programma,
applica una pastorale di studio, di osservazione e di
ascolto, per entrare in onda con lo sforzo che il ra -
gazzo fa di configurare un progetto di esistenza, che
corrisponda ad una proiezione reale di un suo "io"
ideale, sul piano della natura e della soprannatura.
Il corso verifica l'idoneità del giovane, nei suoi
elementi umani, attraverso interventi psicodiagno-
stici ed educativi; e conferma la disponibilità del gio-
vane, illuminando e stimolando il suo impegno cri-
stiano, riconoscendo e accettando la mozione so-
prannaturale della grazia f ino anche a una voca-
zione sacra: con tutto l'ambiente, come comunità
cristiana; con le persone degli adulti, che traducono
l'ansia apostolica e allo stesso tempo la gioia pa-
squale; con una appropriata presentazione delle vo-
cazioni ~mpegnate nella Chiesa, in rapporto al pro-
prio sviluppo personale e sociale; alla propria santi-
ficazione, al servizio del prossimo, all'amore di Dio.
La presentazione, che segue l'esperienza di vita
comunitaria e religiosa, nella grazia, è realizzabile e
valida per tutto il gruppo; invece il colloquio per-
sonale, con ciascuno dei ragazzi, in due o tre ri-
prese, è più rispettoso det piano di Dio e della li-
bertà di adesione del ragazzo; e più efficace a co-
gliere gli elementi morali e spirituali, la mentalità di
fede del ragazzo; le preferenze e le intenzioni per
l'avvenire; gli elementi della "sua" vocazione, sul
piano della natura, sul piano della Fede.
DON GIUSEPPE CLEMENTEL S.D.B.
promotore nazionale vocazioni 63

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I Cooperatori Salesiani
e l'Opera delle vocazioni
Riportiamo qui appresso una rela,zio11e tenuta dal delegato is-petto-
riale don Pietro Ceresa, in un recente conveg110 di promotori
di vocazioni.
L'attività svolta in Emilia stiuwli le altre regioni ad operare con
pari slancio.
D<m Bosco ha dato ai Cooperatori come apostolato
(( raccomandato i>, quell.o delle Vocazioni allo stato eccle-
siastico e religioso.
Il Santo intendeva i due apostolati fondamentali:
La cura delle Vocazioni che eventtwlmente sboccias-
sero nel seno delle famiglie stesse dei Cooperatori;
L'aiuto apostolico a Vocazioni che, vicino o lontano,
potessero essere raggiunte dai Cooperatori.
Lavorando in qttesto apostolato i Cooperatori Salesiani,
riuniti in ((centri» o isolati, realizza1w la parte più espres-
siva della loro vocazione << salesiana».
fl mpremo bene dei giovani è il loro inserimento nel
posto che a ognuno il Signore riserva 11ella Chiesa: e chi
è chiamato al sacerdozio ed alla vita consacrata deve essere
ai1ttato a raggiungere quel particolare posto nel Popolo
di Dio.
I giovani, oggi più che in altri tempi, hanno bisogno di
Sacerdoti particolarmente deputati e adatti alla loro guida:
ecco perciò l'importanza delle vocazioni alla vi.la salesiana.
Breve panorama del lavoro svolto
e che stanno svolgendo
i Cooperatori Salesiani in Emilia
L'Emilia, anche in questo campo, è certamente la regione
italiana che presenta le maggiori difficoltà. Presentare perciò
quello che i Cooperatori hanno fatto in questo campo, può
servire di incoraggiamento.
Per la sensibilizzazione al problema:
Servì molto la campagna annuale del 1962, che fu una delle
più sentite e delle più seguite in Emilia, data la situazione pre-
caria di molte Diocesi in questo campo. Ma da allora il pro-
blema è diventato più evidente e angoscioso, e l'impegno è
sempre continuato.
In tutti i corsi di Esercizi, nei Ritiri minimi e giornate di
spiritualità e in ogni incontro il Delegato lspettoriale, essendo
anche coordinatore delle attività vocazionali dei vari Promotori,
ha sempre tenuto vivo il p roblema, che oggi, con quello delle
Jli1Iissioni, è il più , sentito•·
Per la parte spirituale:
Nei centri principali mensilmente si svolge una giornata cli
preghiere pro , vocazioni i, generalmente al primo giovedl
del mese, e in uno (Berceto) ogni giovedì si fa un'Ora di Ado-
ra.zione per questo scopo. Si approfitta delle seguenti circo-
stanze per far pregare per le vocazioni (il Delegato Ispettoriale
manda in antecedenza ai Centri il materiale relativo):
Ottavario , pro unione dei Cristiani• (18-:25 gennaio).
64 Settimana dell'Ispettoria (febbraio).
Giornata mondiale delle Vocazioni (domenica del Buon
Pastore).
Inoltre i Cooperatori sono invitati a essere sempre in prima
linea per le iniziative vocazionali a raggio diocesano e par-
rocchinle.
Per la parte organizzativa ed esteriore:
Il lavoro si svolge a vari livelli e settori:
I Promotori (uno eccettuato) sono anche Delegati Coope-
ratori ed Exallievi.
Tra i Cooperatori:
Due Consiglieri del Consiglio lspettoriale lavorano in questo
campo (una signorina nel campo delle offerte, un maestro
nel campo relativo agli insegnanti).
In ogni Consiglio locale vi sono (o si stanno mettendo) degli
Incaàcati per varie iniziative: raccolta di offerte, distribu-
zione dei questionarj, segnalazioni varie relative ai campi
scuola ecc.
Cosi pure fra i gruppi costituiti da Zelatori e Zelatrici.
f1I alcuni settori:
a) Si sensibilizzano Sacerdoti diocesani che sono Cooperaton',
&allievi o simpatizzami.
LI Delegato lspettoriale e i Promotori e ogni centro hanno
l'elenco cli questi sacerdoti, i quali sono stati di valido aiuto:
nel mandare buoni elementi ai Campi-scuola;
nell'.applicazione del Questionario «Alla scoperta del mio
af.Jt}enire •.;
nel fornire elementi idonei per le case di Formazione all'Apo-
stolato di Castel de' Britti e Montechiarugolo.
b) Insegnanti (Cooperatori, Exallievi e Amici);
Frequenti riunioni a Bologna, Ferrara e Reggio Emilia;
Hanno lavorato nella applicazione del questionario;
Hanno segnalato qualche elemento per i Campi-scuola e per
il pre-aspirantato.
e) Nei centri dei Cooperatori:
Due Cooperatrici cli Bologna hanno il «loro Chierico (mensil-
mente mandano all'Ispettore la loro offerta);
I Centri di Bologna, Parma e Ferrara provvedono al manteni-
mento di un Aspirante Salesiano;
Regolare raccolta cli offerte per i Salesiani, le F. M. A. e il
Seminario.
Molto utile e valido è stato l'aver associato i due ideali: Vocazioni
e Missioni.
Da questa esperienza dell'Emilia è facile trarre elementi
per tutta una impostazione cli lavoro vocazionale tenendo
conto che ogni Regione e Tspettoria ha le sue speciali carat-
teristiche.
Si tengano presenti questi principi basilari:
Lavorare per Ia Chiesa prima, e per la Congregazione in
quanto parte della Chiesa.
Mai nulla senza l'assenso ed il consenso dei Sacerdoti re-
sponsabili delle zone dove si lavora.
Organizzare i Cooperatori a livello dirigenziale, a livello
di categorie; e sensibilizzare, pazientemente e insistente-
mente, servendoci cli ogni occasione, al problema.
Incominciare, senza pretendere di fare tutto in una volta
e alla perfezione. A poco a poco si impara e si sceglie quanto
cli meglio suggerisce l'esperienza.
Mai scoraggiarsi degli scarsi risultati, almeno iniziali.

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AMICI
DI DOMENICO SAVIO
Rilancio del Movimento
<< Forse si sarà meravigliato di questo nostro lungo
silenzio e si sarà domandato: il Movimento degli
Amici di Domenico Savio ha cessato di esistere?
Oppure si sono completamente dimenticati di me?
Nè l'uno nè l'altro. Vogliamo rilanciare il Movi-
mento: per questo c'è stata una pausa di ripensa-
mento,,.
Cosi in una comunicazione del Movimento Amici
di Domenico Savio ai soci e agli animatori del
Movimento.
Questa notizia non può non rallegrare i Coopera-
tori e tra di essi particolarmente gli Insegnanti, i
quali hanno affiancato e sostenuto in passato gli
Amici di Domenico Savio.
Dunque si tratta di un rilancio che, per sortire gli
effetti desiderati, deve necessariamente avere validi
animatori, i quali «sono adulti impegnati (sacerdoti,
religiosi o religiose, dirigenti laici, catechisti, inse-
gnanti, cooperatori, exallievi, appartenenti a movi-
menti di apostolato) che con la loro presenza e te-
stimonianza, seguono, coordinano, animano un
gruppo di Amici di Domenico Savio».
Esortiamo allora Zelatori e Consiglieri incaricati
dei settori Gioventù e Insegnanti a voler meglio co-
noscere il Movimento, a propagandarlo e a soste-
nerlo.
Per ora, in attesa di poter divulgare il nuovo Re-
golamento A.D.S. (attualmente in fase di studio),
ci accontentiamo di dare qualche semplice notizia
su chi sono gli Amici di Domenico Savio, quali fi-
nalità si propongono, che impegni hanno.
«Gli A.D.S. raccolgono ragazzi e ragazze dai 7
ai 14 anni». Essi, come il loro modello e ispira-
tore, «vogliono testimoniare che il modo più con-
creto di essere dei ragazzi cristiani impegnati, è
quello di compiere bene - sempre e dappertutto -
il proprio dovere».
Stringendo un patto «di amicizia con Domenico
Savio, si mettono più in un clima particolare di im-
pegno spirituale che in un'organizzazione».
Vi si possono inserire «anche ragazzi e ragazze
che appartengono ad altre associazioni, nelle quali
vivranno e opereranno con lo spirito di Domenico
Savio».
Ma per essere ragazzi cristiani impegnati do-
vranno curare la propria formazione con l'istruzione
religiosa, la lettura amorosa del Vangelo e della
Sacra Scrittura; praticheranno la frequente Confes-
sione e Comunione, nonchè la preghiera personale.
Non dovrà mancare l'apostolato, fatto in maniera
anche modesta e proporzionata alle proprie possi-
bilità e alle circostanze della loro vita, cosi come ap-
punto era solito fare Domenico Savio.
Dunque il Movimento A.D.S. è una strada aperta
a chi desidera dare alla società ed alla Chiesa una
gioventù sana, gioiosa, pura, impegnata.
Per eventuali altre informazioni circa il Movimento
e le modalità per organizzarlo nel proprio ambiente,
si prenda contatto con il Centro Salesiano di Pasto-
rale Giovanile, Viale dei Salesiani 9, 00175 Roma,
o con l'Incaricato lspettoriale degli A.D.S., o con il
proprio Delegato.
1let,, 14- 9',(W.en,tù,
dei, ~,t,Utti, '}i,OMt,i,
« Alla sci.ola del Beato Don Bosco, crebbe,
aL s110 esempio soprattutto, in rapida ma
breve corsa, questa vita di adolescente,
che a 15 anni doveva chiudersi; questa
vita del piccolo, an.v del grande gigante
dello spirito: a 15 anni! A quindici anni
una vera e propria perfezione di vita cri-
stiana, e con quelle caratteristiche che
bisognavano a noi, ai nostri giorni, per
poterle presentare alla gioventù dei nostri
giorni, perchè è una vita cristiana, una
perfezione di vita cristiana sostanzialmente
fatta, per ridurla alle sue linee caratteri-
stiche di purezza, di pietà, di apostolato».
PIO XI
il 9 luglio 1933, proclamando
Venerabile Domenico Savio
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Possibilità nuove
di forrnazione
giovanile
Spesso si formulano sui giovani giudizi negativi:
individui buoni a nulla, incapaci di ideali autentici,
ricercatori del comodo e dell'interessato, e talvolta dagli
stessi psicologi e pedagogisti vengono definiti giovani
«non più giovanili», cioè incapaci di slancio, di ricerca,
di autenticità.
Se tutto questo è vero in una certa misura, prima di
formulare giudizi a priori, dovremmo conoscere pro-
fondamente la psicologia del giovane, e dovremmo cono-
scere in quale tessuto storico, sociale, economico il
dinamismo psicologico del giovane nasce, cresce, si
muove, agisce. E, dopo tale studio, cercare i metodi
per ritrovare i nostri giovani, i quali sono capaci di custo-
dire in se stessi, sotto l'aspetto mascherato di capelloni,
di medaglioni, di chiasso estroso, un desiderio estremo
di essenzialità, di verità, di bellezza... Giovani che,
se convinti, sono capaci di seguirci, e, perchè no, di
lanciarsi alle più alte mete della generosità.
Prova di tutto questo sono le reali testimonianze
di Fede, di generosità eroica, di carità fraterna veramente
cristiana di molti giovani, che fanno restare titubanti
gli adulti... <1 Eccezioni 1>, si dice; ma l' eccezione in questo
caso più che confermare la regola, è il segno di una
realtà esistente: sotto una gioventù ritenuta troppo piatta
e comoda c'è invece <<chi» aspetta solo verità genuine,
e testimonianza concreta per potersi lanciare.
Approfondire qui in una pagina La natura del giovane
sotto l'aspetto psicologico e sociale, (e per giovane
intendiamo l'adolescente e il giovane adulto, dai 16 ai
30 anni circa) è cosa pressochè impossibile.
Possiamo solo accennare alle sue esigenze primarie,
esigenze troppo spesso ridotte con superficialità unica-
mente a quelle erotiche.
Con le necessarie diversità psicologiche e sessuali, il
giovane, sempre, ma oggi più che mai, scopre il valore
della sua persona, La sua autonomia, scopre se stesso,
gli altri, la società, il mondo intero, scopre Dio, e tenta
di impostare i suoi diversi ruoli; e tutto questo in un
contesto socio-culturale dove in modo travolgente si
verificano: la nascita di un'era tecnica, che sorge rivolu-
zionando i dati del mondo fisico; l'organizzazione della
vita in società; le relazioni umane; i sistemi di comuni-
cazione; il pluralismo ideologico.
Cosa resta da fare all'educatore di fronte a una tale
_66 gioventù, e a un tale travolgente contesto sociale ?
Autenticare i valori nuovi
a) Bisog11a aiutare i giovani ad integrare l'aspetto
quantitativo della creazione con l'aspetto qualitativo. La
materia, fondamento quotidiano delle loro esperienze
e del loro lavoro, può essere rapportata a Djo che l'ha
creata e stabilita in un suo piano di redenzione.
b) I giovani hanno bisogno di autenticare la vera
efficacia delle cose e delle persone, il vero sviluppo del-
l'uomo e dei popoli, si chiedono ciò che ha loro dato la
famiglia, la Chiesa, la società, e questo con autentica
sincerità. La costituzione conciliare «Gaudium et spes » e
l'enciclica «Populornm progressio » indicano come si pos-
sono autenticare questi valori di efficacia e di sviluppo.
c) Altro valore positivo: fa ricerca.. Oggi la ricerca
piace, non solo quella scientifica sui libri, o quella a
tipo inchiesta o indagine, ma soprattutto quella perso-
nale. I giovani hanno bisogno di essere addestrati a una
seria ricerca genuùzarrumte cristiana.
Restaurare valori essenziali
Questi valori sono fondamentalmente la persona e la
comunità, ma in questi valori di base dovrebbero essere
rianimati particolarmente: la libertà, la fede, l'amore.
Portare i giovani ad una mentalità di fede
In questo punto rientra non soltanto tutto il problema
metodologico, ma anche la formazione dei gruppi nella
loro dinamica, che assumono fonnc e modalità diverse
a seconda del tessuto sociale-economico nel quale sor-
gono.
Non entriamo qui nel vivo del problema. Per ora
interessa affermare che non basta raggruppare i giovani,
non basta smuovere le acque con un convegno; questo è
indispensabile, ma è solo l'inizio; è necessario partire
di Il, ma, mediante l'educatore, la formazione dei leaders
e la revisione di vita, dare gradualmente ai giovani una
mentalità di Fede.
Ho accennato alla «revisione di vita ». Credo sia il
sistema più moderno, più cristiano, più autentico per
una vera penetrazione, a livello psicologico e spirituale
dei principi di Fede, nei nostri giovani.
Un piano di lavoro a tipo (< revisione di vita» po-
trebbe essere cosi concepito:
a) Revisione di vita sulla parola scritturistica, in-
:ontri, gruppi di studio...
b) Sia basata su tatti» religiosi eseguiti con solennità,
gravità, convinzione (far sentire al giovane che egli è
Chiesa nella sua vita liturgica).
c) Revisione e vita liturgica che porti all'azione pra-
tica cristiana (il giovane vuole non solo <!sentire)> ma
«fare•> il cristianesimo).
Sono poche parole per un problema ampio, profondo,
vitale; ma possono servire ad aprire orizzonti di appro-
fondimento, di studio, di lavoro, e a far sentire più
intensamente la propria responsabilità di educatori.
Gabriella Gaude11zi

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Vi ricordiamo ...
Il tema della seconda conferenza
annuale (che si consiglia per il periodo
maggio-giugno) è: « La devozione al-
l'Ausiliatrice, sostegno e difesa della
nostra fede».
Svolta l'importante assemblea. si mandi
tempestivamente la relazione in duplice
copia al Delegato lspettoriale e l'offerta
direttamente a Torino.
I Consiglieri per la pubblica mora-
lità, in vista dell'estate ormai prossima.
definiscano un sia pure modesto pro-
gramma d'azione da svolgersi special -
mente nelle località balneari o comunque
turistiche. Porteremo poi a conoscenza
dei vari Centri le attività svolte.
11 29 giugno prossimo si chiuderà
l'Anno della Fede. In quest'ultimo scor-
cio dell'importante Anno di studio e ap-
profondimento, sarà bene fare un bi -
lancio sulla campagna annuale (che si
è fatto 7 cosa si poteva fare di più? che
si può fare ancora per riparare alle la-
cune?).
« Il Telespettatore», periodico del-
l'A.I.A.R.T., annuncia il prossimo inizio
della rubrica televisiva « Europa
giovane», seguito ideale della fortunata
rubrica «Giovani» dell'anno scorso. c he
andrà in onda in tredici puntate a partire
dal prossimo mese di giugno. Sarà inte-
ressante seguire la rubrica non da sem-
plici e passivi spettatori, bensl attiva-
mente, utilizzando le trasmissioni come
occasione di arricchimento e di dialo_go
nel periodo delle ferie.
• Il Convegno annuale Delegati
lspettoriali sarà tenuto quest'anno a
Caselette (Torino) nei giorni 26- 27-
28 maggio. Temi di studio: Ramo giova-
nile - Apostolato giovanile dei Coopera-
tori. Per l'importante incontro i Delegati
domandano preghiere ai loro più validi
collaboratori.
Troppe copie del Bollettino (nelle
due edizioni) tornano indietro respinte al
m ittente, perchè riguardano persone che
a detta dei portalettere sono o scono-
sciute o decedute o con indirizzo incom-
pleto. I Consiglieri delle segreterie vo-
gliano aggiornare gli indirizzi, facendo le
comunicazioni e le correzioni del caso
direttamente all'Amministrazione del Bol-
lettino. Si alleggerirà così il peso che
grava sull'Economato Generale per la
stampa e la spedizione delle quasi
400.000 copie del Bollettino.
A Faenza si è svolta, il 1O marzo, con
numerosi partecipanti, una Giornata or-
ganizzati va per Consiglieri e Dele-
gati, preparata dal Delegato lspettoriale
don Pietro Gar bin. presente anche don
Giuseppe Ferri.
Tre incontri per Educatori si sono
svolti a Torre Annunziata, Salerno e Na-
poli, a iniziativa dei Cooperatori e del
Centro di Pastorale Giovanile della Re-
gione Campana. li tema: La fede nei
giovani fu trattato da don Ivo Paltrinieri.
Giornata Salesiana della Fede, a
Roma, indetta per Cooperatori, Exallievi,
parrocchie dell'lspettoria Romana. Una
vera folla di circa 1200 partecipanti emise
la professione di fede all'altare della
Cattedra di S. Pietro, dopo aver assistito
alla M essa celebrata all'altare di S. Pio X.
Sempre a iniziativa dell' Ufficio lspetto-
riale per ìl Lazio si è tenuta il 1° maggio
la rr Primavera Salesiana - seconda edi-
zione», un interessante incontro dei
Gruppi Giovanili della Regione. Uno dei
risultati della giornata fu il lancio di un
«Soggiorno formativo 11 per giovani Coo-
peratoriche si terrà nella prossima estate a
Bormio in Valfurva, in due tempi: 1-8 agosto
(Cooperatrici) - 8-16 agosto (Cooperatori).
Rappresentanze di giovani Coo-
peratori hanno partecipato a Firenze e
ad Assisi a due importanti convegni: il
primo indetto dalla Federazione Orga-
nismi Laicato Missionario (FOLM), nei
giorni 23-24 marzo, il secondo dalla Fe-
derazione Nazionale Exallievi Don Bosco
per i gruppi giovanili d'Italia (26-
28 aprile). Del primo ci ripromettiamo di
parlare prossimamente.
Il Convegno dei Parroci dell' lspet-
t oria Adriatica (Loreto 4-5 marzo)
ha formulato, fra le altre, la seguente
conclusione, che siamo lieti di riportare:
«I Parroci propongono di prepararsi nu-
clei di laici responsabili quali dirigenti, e
individuano nella "Cooperazione Sale-
siana" una vera scuola alla ascetica e alla
pratica de/l'apostolato. Si orientano perciò
a inviare i foro dirigenti più capaci a tale
"Scuola di Apostolato" di cui si sentono
personalmente, come Salesiani gli au-
tentici maestri».
A Rapallo il 31 marzo scorso riusci-
tissimo convegno giovanile per la Li-
guria, premessa per la creazione dei
centri giovanili in quella regione.
SENSIBILIZZIAMOCI Al PROBLEMI MISSIONARI!
Dopo la prima esperienza fatta l'anno passato con la visita alle Missioni
dell'lnaia (esperienza valutata come positiva sotto tutti gli aspetti dai Su-
periori Salesiani nonchè dai Vescovi e Missionari visitati), i Cooperatori
'organizzano per la prossima estate il
Secondo "Viaggio Apostolico" nelle Missioni
La mèta scelta è il Nord e il Nord- Est del Brasile, la zona dove più acuti
sono i problemi del cosiddetto terzo mondo.
L'itinerario prevede di raggiungere le seguenti località : Recife (Pernambuco),
Belém (Parà), Manàus (Amazonas), con visita ad alcune residenze mis-
sionarie interne dell'Amazonia. Motivi logistici consentiranno di visitare
San Paolo e Rio de Janeiro. città dai grandi interrogativi socio-economici.
Durata: 20 giorni: viaggio in aereo, pullman e battello.
Periodo: settembre prossimo.
«Vorrei dirlo a tanti altri, giovani e non giovani: andate pure voi, fate sa-
crifici, mettete da parte il denaro per sostenere le spese, come ho fatto
io... A ndate a vedere I Tornerete cambiati I >>.
Cosi scrisse uno dei partecipanti al viaggio in India.
L'invito è rivolto particolarmente a coloro che sono aperti a nuovi oriz-
zonti apostolici e più sensibili al problema missionario, in particolare ai
giovani. agli insegnanti, ai medici, a coloro che zelano le vocazioni e si
interessano di problemi missionari.
Per informazioni: rivolgersi all'Ufficio Nazionale Cooperatori
Viale dei Salesiani, 9 - 00175 ROMA
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