Bollettino_Salesiano_198618


Bollettino_Salesiano_198618

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4 NOTE SPIRITUALI
don Viganò ci parla
6 BREVISSIME
10 VITA SALESIANA
Per I Salesiani del Salvador il terremoto conti•
nua
servizio redazionale
Il recente terremoto del Salvador ha reso inagibili
molte strutture delle tante presenze salesiane in
San Salvador. Il BS sollecita la solidarietà di tutti.
12 VITA ECCLESIALE
Pace e sviluppo camminano insieme nella soli•
darietà
di Gaetano Nanetti e Angelo Paoluzi
Il tema della prossima giornata mondiale della pa-
ce viene presentato alla luce del ventesimo anni-
versario della Populorum Progressio e dell'incon-
tro di preghiera fra diverse religioni tenuto ad Assi-
si il 27 ottobre.
18 PROTAGONISTI
Promozione mariana nella famiglia salesiana
di Silvano Stracca
Conversazione con don Domenico Bertetto sulla
devozione mariana nella Famiglia salesiana.
In copertina:
Giovani ad Assisi
(Foto Marzi)
(Servizio a pag. 2)
1 DICEMBRE 1986
ANNO 110
NUMERO18
20 REPORTAGE
Sulla collina di Ondo aspettando qualcuno
di Giuseppe Costa
Si conclude parlando di Onda la serie di articoli
dedicati alla Nigeria.
26 COMUNICAZIONI SOCIALI
Presenza salesiana nei 90 anni di stampa
cattolica a Bologna
di G. N.
L'85° anniversario della nascita del «Santuario
del S. Cuore• è stata l'occasione per una mostra
sulla stampa cattolica a Bologna. Siamo andati a
visitarla.
29 COMUNICAZIONI SOCIALI
la testa fra le nuvole
di Pierdante Giordano
Il «fumetto• sembra destinato a nuovi successi
specialmente fra i lettori più giovani.
33 STORIA SALESIANA
Alle porte di un anniversario
di Marco Saba
Il 14 maggio del 1887 a Roma veniva consacrata
la Basilica del S. Cuore: fu l'ultima significatìva
realizzazione di san Giovanni Bosco. Nell' imme-
diata vigilia del centenario BS ricorda l'avveni-
mento con questo primo articolo.
RUBRICHE
Scriveteci, 3 - Pigy di Del Vaglio, 6 - la lettera di
Nino Barraco, 7 libri & Altro, 24-25 - I nostri san-
ti, 36-37 - I nostri morti, 38 - Solidarietà, 39.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Rivista tondata da san Giovanni Bosco
nel 1877
Quindicinale di Informazione e cultura
religiosa edito dalla Congregazione
S,ilesiana di San Giovanni Bosco.
INDIRIZZO
Via della Pisana 1111 Casella post. 9092
- 00163 Roma-Aurelio Tel. 06/69.31 .341.
Conto corr. post. n. 46.20.02 intestato a
Direzione Generale Opere Don Bosco,
Roma.
DIRETTORE RESPONSABILE
GIUSEPPE COSTA
Redazione: Giuliana Accornero - Marco
Bongioanni Eugenio Fizzotti - Gaetano Na-
netti - Angelo Paoluzl • Cosimo Semeraro.
Archivio: Guido Cantoni
Diffusione: Arnaldo Montecchio
Fotocomposizione, Impaginazione è stam-
pa: Stabilimento Grafico SEI - Torino
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403
del 16.2.1949
IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA
Il primo di ogni mese (undici numeri,
eccetto agosto) per tutti.
Il 15 del mese per i Cooperatori Sale-
siani.
Collaborazione: la Direzione invita a man-
dare notizie e foto riguardanti la Famiglia
Salesiana, e s'impegna a pubblicarle secon-
do il loro Interesse generale e la disponibili-
di spazio.
Edizione di metà mese. A cura dell'Ufficio
Nazionale Cooperatori (Alfano, Rinald ini) -
Via Marsala 42 - 00185 Roma • Tel. (06)
49,50.185,
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in 39 edizioni naziona-
li e 18 lingue diverse (tiratura annua oltre 10
milioni di copie) in: Antille (a Santo Domin-
go) - Ar9entina - Australia Austria Bel-
gio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile Ca-
nada - Centro America (in Guatemala) • Cl-
le - Cina (a Hong Kong) - Colombia - Ecua-
dor Filippine Francia - Germania Giap•
pone - India (in Inglese, malayalam, tamil e
telugu) - Irlanda e Gran Bretagna Italia
Jugoslavia (In croato e In sloveno) - Korea
del Sud Lituania (edito a Roma) • Malta
Messico - Olanda Paraguay Perù - Po•
tonia - Portogallo Spagna Stati Uniti
Thailandia - Uruguay - Venezuela - Zaire
DIFFUSIONE
Il BS è dono-omaggio di Don Bosco a chi
lo richiede.
Copie arretrate o di propaganda: a richie-
sta, nei limiti del possibile,
Cambio di indirizzo: comunicare anche l'in-
dirizzo vecchio.

1.3 Page 3

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- - - -- - - - ---sB-
Un po' della m ia vita
Caro Bollettino, oggi giorno del mio
cinquantesimo compleanno mi sono
fermata, ho lasciato da parte le fac-
cende di casa e ho preso la penna per
dirti grazie e raccontarti un po' della
mia vita.
Sono nata in un paesino vicino al Col-
le Don Bosco e fin da piccolina ho avu-
to la fortuna prima di sfogliarti e poi di
leggerti (eri l'unica rivista in casa no-
stra). Mi ricordo che mia madre ti leg-
geva e poi additandomi le piccole
chiesette e l' istituto allora in costruzio-
ne mi raccontava che là era nato un
prete chiamato Don Bosco, che suo
nonno aveva conosciuto personal-
mente quando con i suoi ragazzi veni-
va al Colle per la festa della B.V. del
Rosario.
Crescendo poi tra le tue pagine ho co-
nosciuto I tuoi Santi e mi sono subito
affezionata a loro in modo particolare
a san Domenico Savio (che non ho
mai pregato invano).
Mi sono sposata e tu mi hai seguita.
Come vedi la mia vita è stata tutta in
tua compagnia e spero faranno altret-
tanto i miei figli già allìevi salesiani.
Grazie, grazie con tutto il cuore.
Lettera ffrmarà
Torino
Cara Signora, siamo noi a doverLa rin-
e graziare per l'attenzione con cui ci se-
gue. La forza del Bollettino l'affetto
dei suoi lettori. Molti auguri a Lei: che
per il 100° compleanno possa scriver-
ci ancora cosi/
Alla ventenne di La Spezia
Scrivo in risposta alla lettera di una
mia coetanea di La Spezia, pubblicata
sul BS del 1° maggio 1986.
«Cara amica, se mi leggi sappi che le
difficoltà o le delusioni non sono pre-
rogative della vecchiaia. Anch'io ho
dubbi e, a volte, come te, un senso di
disperazione e scoraggiamento. Quel-
lo che ti posso dire è solo il mio modo
di superarli, le risposte che trovo nella
voglia di cambiare il mondo, di render-
lo giusto, fraterno, non inquinato, pa-
cifico, nel mio interesse per il W.W.F. ,
Pax Christi, MANITESE, nel tentativo
di impegnare l'estate in campi di lavo-
ro per il 3° mondo, marce per la pace
e l'ecologia, nella voglia di conoscere
amici e gruppi con cui lavorare per
questo nella tua città.
Insomma se vuoi scambiare quattro
chiacchiere, sentire idee, speranze,
conoscere i tentativi di un'altra
22enne questo è il mio indirizzo:
Sandra Martelli, Via A. del Castagno. 19
500S8 Empoli (FI)
P.S. Colgo l'occasione per congratu-
larmi col BS, che ritengo un ottimo in-
formatore e un mezzo al servizio di tut-
ti per scambiare idee, notizie, consigli,
esperienze personali con tanta gente.
L'e spressione "terzo mondo» cl
fa male al cuore
Leggendo la rubrica «scriveteci» mi
sono incoraggiato anch' io a scrivere
su un tema che sta molto a cuore ai
popoli orientali ed anche a moltissima
gente dell'occidente.
Nei numeri di giugno e luglio del Bol-
lettino ho letto qualcosa di bello ed in-
coraggiante circa l'entusiasmo per il
cosiddetto «Terzo Mondo•.
Scusi, signor direttore, se debbo dire
che questa espressione «terzo mon-
do,. ci fa male al cuore. Può darsi che
sia stato ideato pensando ad una ca-
tegoria economica dei popoli e così si
è fatta una classifica «economica».
In un mondo che vuol unirsi ogni gior-
no più nell'amore a Dio e all'uomo,
questa non mi sembra un'espressione
adeguata.
lddio ha creato un mondo e Gesù dis-
se: «andate per tutto il mondo».
Dove l'Amore non ha fatto distinzione
forse noi non siamo autorizzati a farle.
Non sarebbe possibile che noi salesia-
ni lavorassimo «salesianamente» ad
aiutare e cancellare questa espressio-
ne non tanto bella e possibilmente so-
stituirla con un'altra, ad esempio «I
FRATELLI CHE Cl ASPETTANO»?
Non ho la pretesa di innovare nulla ma
se fosse possibile vorrei portare una
scintilla di amore di Dio nello stile «sa-
lesiano» a questo mondo che ha biso-
gno di amore e di unità. (Versus
unum).
P. Jose Bosch, s.d.b.
Don Bosco Tecl1nical lnslitute
P.O Box 399-MCP0
Makat,-Metro Manila-3117 - Phl/1ppines
Caro padre Bosch, posso assicurarLa
che lettori e redattori del Bollettino
nell'espressione «terzo mondo» non
mettono categorie "econom;che e ma-
teriali», ma almeno, la sua stessa scin-
tilla d'amore di Dio. Lei tocca un pro-
blema che va oltre i limiti delle nostre
possibilità. È il problema piu ampio e
complesso dell'informazione dai paesi
e poveri gestita dai paesi ricchi; il pro-
blema dei linguaggi e delle culture do-
minanti, che non danno «voce» ai piu
deboli.
Nel nostro piccolo facciamo il possibi-
le per essere ..voce» di quest'ultimi.
Non ho capito Il significato
Sul BS n. 13 e.a. tra le «brevissime»
sono rimasto molto sorpreso nel leg-
gere la notizia del ricordo con grande
simpatia dell'ex presidente Pertini
Sandro, per i salesiani del collegio di
Varazze che frequentò negli anni gio-
vanili.
Veramente mi riesco molto difficile ca-
pire il ricordo di un uomo il quale non
perde la minima occasione di procla-
marsi ateo convinto e felice.
Questo ricordo, quale contributo può
dare a tutti i lettori del BS e in partico-
lare ai giovani?...
Salvatore Libranti Via G. Branell, 77
se. e lnt 1
00153 ROMA
Non concordo
... Non concordo con la «brevissima»
di pag. 6 del numero di settembre:
Sandro Pertini ricorda con simpatia i
Salesiani di Varazze.
Anche se ostenta l'amicizia e si di-
chiara amico di Sua Santità Giovanni
Paolo Il, sappiamo tutti chi è e non lo
nega: un ateo-materialista. E non en-
tro in argomento....
Don. Cap. Giovanni Di Cecca
Via Poggio dei Mari, 29
80129 Napoli
Posso assicurare i due gentili lettori
che nemmeno noi siamo d 'accordo
con l'ateismo militante o no che sia.
Non possiamo tuttavia non prendere
atto di quanto di positivo e di buono ci
sia negli uomini fedeli all'insegnamen-
to di papa Giovanni XXIII di guardare
alle cose che uniscono piu che a quel-
le che dividono. L'ex Presidente della
Repubblica italiana on.le aw. Sandro
Pertini pur potendolo tare non ha mai
ignorato d'essere stato alla scuola di
Don Bosco. Non vi sembrerebbe stra-
no, cari amici, che l 'ignorasse proprio
il Bollettino Salesiano?

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4 · 1 DICEMBRE 1986
Don Viganò
ci parla
INSIEME VERSO 1!88
COME VASTO
MOVIMENTO
DI ccMISSIONARI
DEI GIOVANlu
Nella imminenza delle celebra-
zioni centenarie della morte di
Don Bosco l'annuale e tradi-
zionale strenna del Rettor
Maggiore invita la Famiglia
Salesiana ad un rinnovato im-
pegno di comunione e di mis-
sione tra i giovani.
L'anno 87 sarà un tempo di intensa preparazione
aUe celebrazioni centenarie della morte di Don Bosco.
I vari Gruppi della Famiglia Salesiana «insieme», si
dedicheranno a testimoniare che il carisma del Fonda-
tore è vivo e attuale.
in particolare: i Salesiani, le Figlie di Maria Ausilia-
trice e i Cooperatori, fondati direttamente dal Santo,
hanno visto approvato dalla Sede Apostolica, in que-
sti anni, il testo rielaborato delle loro Costituzioni
(FMA-1982; SDB-1984) e del loro Regolamento di vi-
ta apostolica (Coop-1986). Vogliono essere più degni
del Fondatore interiorizzandone i valori e traducen-
doli in vita vissuta come espressione di fedeltà dinami-
ca in cammino verso il Terzo millennio.
Anche gli altri Gruppi respirano un'atmosfera di ri-
lancio dello spirito salesiano e della sua missione.
- La Strenna intende sottolineare l'aspetto più di-
namico di tale clima di ritorno alle fonti.
Si ispira alla felice espressione dell' articolo 5 delle

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1 DICEMBRE 1986 5
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Costituzioni SDB: «da Don Bosco trae origine un va-
sto Movimento di persone che, in vari modi, operano
per la salvezza della gioventù».
«Movimento>> significa originariamente l'atto o
l'effetto del muovere e del muoversi; non, quindi, sta-
ticità e atteggiamento di arrivati. Si dice che il calcio è
un «gioco di movimento»: richiede intelligenza, crea-
tività, allenamento e resistenza. Al contrario, si dice di
un quadro che è «mancante di movimento» quando
non suggerisce nessun dinamismo. Ma questa è solo
una prima interpretazione generica da precisare.
In realtà, nel nostro caso, si tratta di «Movimento
ecclesiale»: ossia di un dinamismo proveniente (quan-
do è autentico) da una presenza speciale dello Spirito
Santo. La «Evangelii Nuntiandi» ha riconosciuto che
con il Concilio e dopo di esso «noi stiamo vivendo
nella Chiesa un momento privilegiato dello Spirito»
(EN 75). Infatti, diversi «Movimenti» sorti in questi
anni si dimostrano ponatori, ciascuno a suo modo, di
un rinnovamento spirituale e apostolico che dà specia-
le rilievo all'autenticità cristiana nel mondo. Sono ca-
ratterizzati da alcune idee-/orza e da uno spirito co-
mune che fanno da elementi aggreganti. Esigono un
senso d'appartenenza sincera e continuamente rinno-
vata. Lasciano sufficiente spazio di libertà, sotto lo
stimolo di una forte esperienza di fede. Non sono am-
bienti di riJugio, ma centri di irradiazione e di fer-
mento.
- Il Carisma di Don Bosco, che è un dono del Si-
gnore alla sua Chiesa, è stato la sorgente ed è l'anima
di un vasto Movimento di persone. U primo impulso
è venuto dallo Spirito Santo con la materna interces-
sione di Maria. È nato e si è esteso più in là di ognuno
dei Gruppi che compongono la Famiglia Salesiana.
È un Movimento spirituale e apostolico di base, che
opera e cresce soprattutto intorno ai centri salesiani
locali. È dedito a una sua propria missione giovanile
e popolare. Sgorga da una carità pastorale sintetizzata
nel motto «da mihi animas, cetera tolle». li criterio
permanente di discernimento e di rinnovamento della
sua azione è quello della prima esperienza oratoriana
di Don Bosco a Valdocco: esperienza di «casa che ac-
coglie, di parrocchia che evangelizza, di scuola cbe av-
via alla vita, di cortile per incontrarsi da amici e vivere
in allegria».
È un Movimento di persone. Esse vi aderiscono vi-
talmente prima ancora che formalmente; il loro senso
d'appartenenza può essere segnato inizialmente da
semplice simpatia e da volontà di promozione umana,
ma cresce e si esprime in un ideale comune provenien-
te dall'Alto e collaudato con la prassi del Sistema Pre-
ventivo. L'appartenenza libera e operativa dei singoli
incide formativamente sui ·1oro atteggiamenti perso-
nali e sulla loro coscienza sociale ed ecclesiale.
- Nel Movimento salesiano le persone diventano,
secondo la felice espressione del Papa Giovanni Paolo
Il all'ultima Assembl.ea mondiale dei Salesiani, degli
attivi «missionari dei giovani».
Nutrono, infatti, una particolare predilezione per la
gioventù nella sua odierna condizione esistenziale,
hanno una costante preoccupazione educativa e cerca-
no d'intervenire con sempre maggior competenza nei
molteplici problemi di tipo familiare, scolastico, ludi-
co, sociale, culturale, lavorativo, politico, morale ed
ecclesiale che la interpellano.
- Affinché tale Movimento cresca con vitalità è in-
dispensabile che vibri sempre al suo centro una genui-
na sintonia con lo.Spirito Santo. La superficialità spi-
rituale ne provocherebbe la paralisi.
Alla cura di questo dinamismo centrale sono desti-
nate soprattutto le persone «consacrate» di alcuni
Gruppi della Famiglia Salesiana: per animare, servire,
orientare, rivedere e rinnovare. La loro preghiera, la
loro testimonianza, il loro ardore apostolico, la loro
inventiva pastorale, la loro fraternità e comunione so-
no come la linfa che vigore al tutto.
- Per preparare bene 1'88 la Famiglia Salesiana è
impegnata a rilanciare questo Movimento di persone
con un'aggiornata «spiritualità giovanile e laicale» se-
condo Lo stile della scuola di «santità di popolo» ini-
ziata da Don Bosco, il grande Amico ed Educatore
della gioventù bisognosa.
Maria, Madre della Chiesa, ci aiuti ad approfondire
ed a praticare questa Strenna tanto stimolante!

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6 · I DICEMBRE 1986
ITALIA
Si è svolta a Rimini
l'Assemblea delle
Polisportive Giovanili
Salesiane
S i è svolta a Rimini dal
20 aJ 21 settembre
I986 la quinta
Assemblea Nazionale delle
Polisportive Giovanili
Salesiani. Ad essa banno
partecipato oltre
quaurocento delegati in
rappresentanza di
polisportive e comitati sparsi
in ruu'Italia.
Alla presenza dei
rappresentanti del CNOS
nella persona del suo
presidente don Rizzini, del
CIOFS, nella persona di
suor Vera Vorlovà nonché di
altre aULorità sportive del
CONI e delle Federazioni, i
partecipanti all'assemblea
hanno rinnovato lo Statuto
della loro associazione
adeguandolo ulteriormente
alle esigenze dell'attuale
momento sociale.
Un particolare contributo
alla rinessione è stato dato
dal sociologo don Giancarlo
Milanesi con la relazione:
«La proposta culturale-
formativa PGS per una
presenza significativa sul
territorio».
A conclusione dei lavori il
presidente nazionale prof.
Bracco ha annunciato che
rutte le manifestazioru
nazionali PGS del L988,
anno centenario della morte
di San Giovanni Bosco, si
svolgeranno a Torino.
I Nella foto:
L'Assemblea PGS a
Rimini
Si è svolio a Pordenone iJ vicepresidenLi il dott. Renzo
XXVHJ Consiglio Nazionale Romor, il dou. Antonino
EX
Cubeta e l'uruversitario
Antonio Raimondi. Ai
O rganizzato
quest'anno dalla
Federazione
giovani Apicella, Barbero,
Monguzzi e Santonocito poi
è stato dato il compito di
lspettoriale Venela-S. Marco rappresentare in presidenza i
si è svo.lto a Pordenone il loro coetanei.
28° Consiglio nazionale degli Come ormai tradizione i
exallievi salesiaru d'Italia. lavori del Consiglio
L'appuntamento - dal 4 al Nazionale sono stati
7 settembre 1986 - era
preceduti da una settimana
molto atteso sia per il
turistica che ba consentito a
particolare momento che
135 partecipanti di
amaversa l'Associazione sia apprezzare l'ospitalità e le
perché bisognava rinnovare capacità organiuative degli
le cariche associative.
exallievi dell'fspettoria
Ai lavori del Consiglio
veneta S. Marco.
hanno partecipato anche don
Luigi Bosoni superiore
generale regionale per
l'Italia., il delegato
SPAGNA
confederale don Charles
Cini, ed altre autorità.
Un «sh> a Don Bosco
Durante i lavori del
ricordando la sua visita
Consiglio sono state
apportate alcune modifiche
al regolamento
dell'Associazione dando
N ell'ambilo delle
manifestazioni
centenarie della
negli orgaru direttivi un
visita di Don Bosco alla città
significativo spazio ai
spagnola di Barcellona
giovani exallievi.
salesiani e Figlie di Maria
L'Associazione poi ha
Ausiliatrice hanno rinnovato
rinnovato il gruppo dei suoi al Santo dei giovani il loro
dirigenti centrali
«sì».
riconfermando solLanto il Nei giorni 6 e 7 luglio 1986
presidente nazionale uscente dodici giovani salesiani
dottor Walter Sudanese. Al
dottore Sudanese - cui
vanno gli augurj del
Bollettino Salesiano - sono
stati affiancali come
I Nella foto:
SaJeslanl e Flglle di
Maria Auslllatrlce a
Martln.COdolar
hanno concluso la
preparazione alla
Professione perpetua assieme
alle Figlie di Maria
Ausiliatrice; erano presenti
anche le Suore che nel corso
del 1986 hanno celebrato il
loro 25° o 50° anruversario
di professione. li gruppo,
proveniente da tutte le
_ispeuorie spagnole, ha
voluto fissare l'avvenimento
proprio ai piedi del grande
albero che vide don Bosco a
Marti-Codolar. «Todo un
recuerdo y todo un
simbolo», hanno
commentato.
GUATEMALA
Don Viganò Incontra il
Presidente del Guatemala
N el corso della sua
visita in Italia, il
presidente della
Repubblica del Guatemala
Marco Vinicio Cerezo
Arevalo ha voluto
incontrarsi anche con il
reuor maggiore dei salesiani
don Egidio Viganò.
L'incontro, caratterizzato da
molta simpatia e cordialità è
avvenuto sabato 18 ottobre
1986 al Grand Hotel di
Roma dove il Presidente è
stato ospite con l'intera
Delegazione guatemalteca
per tutta la durata del
soggiorno romano.
Ll presidente Cerezo ba
ricordato a don Viganò
d'essere stato allievo
dell'Istituto Don Bosco della
capitale del Suo Paese ed ba
assicurato il Superiore
generale di portare sempre

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- - - - - - - - - - -s/1-
1 DICEMBRE 1986 7
a lettera di Nino Barraco
TI CAPISCO
FRATELLO MIO
Nella foto: un
momento dell'incontro
nel cuore gli insegnamenti
cristiani appresi alla scuola
di Don Bosco.
«Don Bosco e i Salesiani -
ha detto il quarantatreenne
presidente - presso la
famiglia Cerezo sono e
saranno sempre di casa».
Don Viganò da parte sua ba
assicurato al Presidente il
ricordo della sua preghiera
dandogli, anche in risposta
ad un cordiale invito
rivoltogli da Cerezo,
l'arrivederci in Guatemala
allorché il Rettor Maggiore
con alcuni membri del
Consiglio generalizio
compirà la cosiddetta «visita
d'insieme» all'Ispettoria
centroamericana.
ITALIA
La Casa Madre di Valdocco
e il Colle fanno toilette
' ormai imminente
ricorrenza del
L centenario della
morte di Don Bosco
(1888-1988) ha attivato una
serie di iniziative e di lavori
che si moltiplicano man
mano che ci si avvicina
all'avvenimento.
l pellegrini che nell'anno
centenario andranno a
Torino pottanno ad esempio
rivedere nel suo splendore
dorato la Statua
dell'Immacolata che Don
Bosco collocò sulla cupola
della Basilica di Maria
BRASILE
Figlio battezza i genitori
I 1 giovane sacerdote
salesiano Evaristo Higa
ha avuto il singolare
«privilegio» di generare alla
vita della fede i suoi stessi
genitori, i giapponesi Pietro
e Monica Higa.
La cerimonia è avvenuta
nella parrocchia lituana di
Vila Zelina a San Paulo
recentemente affidata ai
Salesiani. I genitori di don
Evaristo abitano proprio
accanto alla chiesa dove il
figlio ha potuto dire ai suoi
genitori le stesse parole di
san Paolo: «Voi siete figli
miei perché io vi ho generati
in Cristo».
I Nella foto:
I lavori di Indoratura
sulla cupola di Maria
Ausiliatrice a Torino
Carissimo,
non si arriva mai sufficientemente preparati alla malat-
tia.
Sì, siamo accanto a chi soffre, ne condividiamo sincera-
mente il dolore, ne portiamo ancheil peso, e però attraver-
sare di persona la sofferenza, il buio, la prova, è una cosa
diversa. Sopranutto, quando questa prova è la sofferenza
più grande, la povertà più grande, la malattia.
E cosi sono arrivato anch'io impreparato.
Ho sempre creduto che Dio è Padre, un Padre che ama
i figli, che si fa uccidere per i figli, che vive per i figli. Pe-
rò, quando mi sono trovato, di persona, in ospedale, sullo
strapiombo del dolore, ho capito come sia difficile vivere
in piena trasfigurazione di fede.
Ho sempre creduto che siamo tutti il Corpo di Cristo,
che, come Cristo, passiamo tutti dalla croce, che, in Cri-
sto, partecipiamo tutti al giorno della Resurrezione.
Ho sempre creduto che è lo Spirito stesso, padre de.i po-
veri, datore di ogni bene, consolatore perfetto, che implo-
ra per noi con gemiti inenarrabili.
E però, quando arriva il momento in cui devi testimo-
niare quello che hai creduto, è come se tutto ti crollasse
addosso. Sguarniti, scoperti, senza clifesa. Con gli occhi
sbarrati dalla paura. Dovremmo credere ancora di più.
Credere che l'amore di Dio è il primo a soffrire per noi,
che Egli previene la nostra preghiera, che mai le sue mani
sono vuote. Dovremmo, addirittura, per non farlo preoc-
cupare ... nascondergli i nostri guai. Ed invece, eccoci là,
alla deriva, a supplicare un Dio «da commuovere».
Ma lo Spirito ha la sua ora. Quella giusta. Per farci ca-
pire tante cose. La verità del dolore. li mistero del dolore.
Chi ha detto che Cristo ci ha redento nel dolore? Cristo
ci ha redento nell'amore con cui ha preso su di sé il dolore.
n che diverso. E come!
t l'amore che conta. li dolore, in se stesso, non è un be-
ne. Noi siamo fatti per la felicità, non per il dolore. Ed è
l'amore il bene che diventa il mistero del dolore che salva,
che ci fa vivere da risorti.
Se ami, se ami molto, se ami di più di quello che soffri,
allora è miracolo, davvero miracolo.
Non si passa indenni dalle avversità della vita. L'impor-
tante è amare. Perché nel nostro dolore, nel dolore accan-
to, nel dolore del mondo non restiamo crocifissi (ti capi-
sco, fratello mio). Ma sappiamo sempre sperare, sempre
lottare, sempre credere che è resurrezione sulla terra.
Ogni giorno.
Nino Barraco

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8 · I DICEMBRE 1986
Ausiliatrice nel 1867. Ma il
luogo dove fervono
maggiormente i lavori è
certamente il Colle di
Castelnuovo dove sono in
allestimento ben due musei
- quello missionario e
quello contadino - una
tendopoli con relativi servizi;
un grande porticato di
collegamento fra il Tempio
dedicato al Santo e l'edificio
del Museo missionario che
ospita anche un grande
salone-mensa.
Un lavoro particolannente
delicato è quello del restauro
e del sostegno della casetta
comunemente detta di don
Bosco. Proprio vicino a
questa, la ruspa ha messo in
luce il forno che fu usato dal
fratello Giuseppe.
I Nella foto:
Il •forno di Giuseppe•
al Colle Don Bosco
AUSTRIA
Una nuova casa per la
gioventù di Vienna
' 11 ottobre 1986 la
Famiglia salesiana
L austriaca ba
salutato con gioia
l'inaugurazione della nuova
casa ispettoriale e di un
annesso centro di cultura e
di spiritualità giovanile che
verrà animato da una équipe
di tre salesiani e di due Figlie
di Maria Ausiliatrice.
Alla cerimonia di
inaugurazione sono stati
presenti l'arcivescovo della
città monsignor Herrnann
Groer nonché il vice sindaco
di Vienna Erbard Busek.
mondo d'oggi ha tanto
bisogno di persone sante.
Come Domenico Savio i
giovani d'oggi si faranno
santi sotto la guida di
Maria».
Il nuovo complesso opera
PICtV ci,; DELVAxl\\O
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«~)I
I Nelle foto:
alcuni momenti della
manifestazione
11 Consiglio generalizio era
rappresentato dal
responsabile della pastorale
giovanile don Juan Vecchi e
dall'economo generale don
Omero Paron. Al gran
còmpleto, naturalmente la
Famiglia Salesiana austriaca
guidata dall'ispettore di
Vienna don Josef Keler e
dall'ispettrice suor lngeborg
Hefel. Presenti anche
l'ispettore italiano di
Mogliano Veneto don
Zuppini e quelli di
Ljubljana, di Zagabria e
dell'Ungheria.
Benedicendo i Jocalj
l'arcivescovo Groer ha detto:
«Metto quest'opera sorto la
protezione della Madonna. Il
dell'architetto Josef Oeymer,
oltre le strutture necessarie
per l'animazione della
dinamica ispettoria austriaca
possiede aule per conferenze,
un grande salone teatro, una
cappella, diverse stanze per
ospitare oltre cento giovani e
impianti sportivi.
«Con quest'opera nuova -
ha scritto in un messaggio il
presidente della Repubblica
austriaca Dr. Kurt Waldheim
- i salesiani mostrano una
carità praticata. 1 Salesiani
offrono un aiuto fraterno
per i giovani negli anni
difficili della loro ricerca del
senso della vita».
L'inaugurazione del
complesso ha avuto un
primo momento di festa - il
2 ottobre - con
l'inaugurazione e la
benedizione della Casa

1.9 Page 9

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- - -- - - - - - -s8
ispettoriale da parte del
vescovo ausiliare di Vienna
monsignor Kràtzl ed uno
successivo - il 18 ottobre -
alla presenza di 400 giovani.
MALTA
Un francobollo ricorda il
cooperatore salesiano
Alfonso Galea
I I cooperatore salesiano
Alfonso Galea è stato
ricordato con un
francobollo dalle Poste della
Repubblica cli Malta come
filantropo d'interesse
nazionale.
U Galea - del quale il BS
ha parlato nel fascicolo di
settembre 1986 - è nato nel
1861 ed è morto nel 1941
dopo aver attivato numerose
iniziative di assistenza e
beneficenza. Alla sua azione
si deve la presenza salesiana
nell'isola di Malta.
INDIA
Un catechismo per i bambini
indiani
P articolare successo
editoriale ha avuto
ali'inizio dell'estate
1986 il catechismo per
bambini «I love Jesus» ediro
dal Centro Catechistico
Salesiano di Calcutta in
India e curato da don
Luciano Colussi. li
catechismo finalizzato ai
bambini fino ai sette anni è
stato presentato il IO maggio
1986 dallo stesso arcivescovo
della città monsignor Henry
I Nella foto:
don Colussl e
l'arcivescovo di
Calcutta
apprezzamenti di critica e di
mercato.
Buona parte di questa
attività è stata resa possibile
D'Souza D.D.
grazie all'aiuto dei cattolici
In quell'occasione il Prestùe svizzeri che hanno destinato
ha voluto dire parole
a queste realizzazioni parte
d'incoraggiamento e di
della loro campagna
stima.
«Sacrificio Quaresimale».
<<L'eccellenza delle
produzioni - ha deuo - ci
fa pensare al Centro Don
Bosco come al miglior centro
OLANDA
di audio-visivi catechistici
dell'India». Il volume - ad Don Viganò consegna le
esso si accompagna una
guida per i genitori - è
stato pubblicato in quattro
lingue-inglese, hindi,
bang_alese e assamese - e ne
Costituzioni in neelandese
' occasione del 40°
anniversario della
L fondazione
sono state distribuite ben
del!'ispettoria salesiana
ventimila copie.
d'Olanda e la consegna delle
L'elemento caratterizzante costituzioni salesiane in
del volume è la fotografia lingua neelandese sono state
realizzata interamente su
al centro della visita che don
soggetto indiano. Tutta
Egidio Viganò ha compiuto
l'India ne è rappresentata: dal 23 al 26 ottobre 1986 ai
bambini e scene di città e salesiani d'Olanda e del
villaggi dal Nord al Sud,
Belgio Nord.
dalle tribù aborigine del
Ben ottanta salesiani
centro o delle montagne del olandesi - l'ispettoria ne ha
Nord-Est alle popolazioni 96 - venerdì 24 ottobre si
antichissime delle pianure sono così' riuniti nella loro
gangetiche, da Goa a
Bombay a Delhi e Calcutta.
È probabilmente questo il
segreto del successo del
volume.
Ma questo non è l'unìco
successo del Don Bosco
Catechetical Centre di
Calcutta: un'audiocassetta
con canti tribali curati dal
coadiutore salesiano Joseph
Kandulna e una
videocassetta di don C.M.
Paul sull'ultima visita del
Papa a Calcutta stanno
riscuotendo lusinghieri
1 DICEMBRE 1986 · 9
casa ispettoriale a Ceusden e
hanno ricevuto le
Costituzioni dal Rettor
Maggiore.
L'incontro - ci ha
dichiarato don Viganò al suo
ritorno - è stato molto
bello ed è stato
caratterizzato da molta
amicizia e fraternità.
Nella stessa circostanza il
Rettor Maggiore ha avuto
modo anche di visitare una
mostra su « Don Bosco e la
liberazione» preparata dal
coadiutore signor Jan
Ryven.
Successivamente don Viganò
si è recato nel Belgio Nord
dove nella Casa di
formazione di Houd-
Heverlee ha ripetuto la
cerimonia incontrandovi,
domenica 26 ottobre, ben
180 salesiani dei 240 che
compongono l'intera
ispettoria.
Nelle foto:
Don Viganò consegna
un esemplare delle
costituzioni
all'ispettore olandese
don Andrè Asma e
mentre, accompagnato
dal coadiutore Jan
Ryven visita la mostra.

1.10 Page 10

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_ VITA SALESIANA_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
10 · I DICEMBRE 1986
San Salvador
LA ..-.gE l21.
~ ~ S .,..,. --,.._
.1.~ .r"fL 60 Ctvs.
fiAFICACAl()T
~
PIIU,IIO Dll'll!OMMO MAl!AMO()IIS
LOS_HES_CATES
PER I SALESIANI
DEL SALVADOR
IL TERREMOTO
CONTINUA
Quali danni ha
procurato il terremoto
del 10 ottobre alle
opere salesiane?
Quali le prospettive?
Einvito del
Rettor Maggiore alla
solidarietà e
al coraggio.
Millequattrocemo mor-
ti, decine di migliaia di feriti, 250
mila senza letto, due miliardi di dol-
lari di danni: è il pre220 finale del-
l'ennesimo terremoto che ha colpito
sconvolgendolo il 10 ottobre San
Salvador.
A due mesi dal disastro anche per
i salesiani è tempo di bilanci. Dicia-
mo subito che il bilancio in vite
umane è positivo nel senso che ci ha
comunicato don Oscar Rodriguez
ispettore vicario di San Salvador tra
Salesiani.
Figlie di Maria Ausiliatrice e
Cooperatori non si lamentano mor-
ti. Molti invece sono stati i morti fra
i genitori e i familiari degli allievi
delle nostre scuole.
Il Salvador è una nazione di 21
tnila Kmq con cinque mmoni di abi-
tanti. Il terremoto ha ulteriormente
aggravaw una situazione già preca-
ria per la situazione socio-politica.
Le conseguenze più immediate ed
ancora di più quelle a lungo termine
saranno dunque molto serie.
I Salesiani e le Figlie di Maria Au-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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' - - - - - - - - - - - - - - -sll
siliatrice sono present, 1n quesco
Paese in misura massiccia. Salesia-
no è l'arcivescovo della capitale
monsignor Rivera Damas, e salesia-
no è il nuovo vescovo di Santana
monsignor Di Pietro.
Le strutture dell'opera salesiana,
nel suo complesso, sono state dan-
neggiate in maniera grave e tale da
pregiudicare per anni lo sviluppo
della medesima.
Ma ecco un primo resoconto del-
la situazione che raccomandiamo
alla solidarietà di tutti.
L'Istituto Rinaldi posto sulla col-
lina della Capitale e centro della pa-
storale vocazionale dell' lspettoria è
stato dichiarato inagibile.
L'edificio dovrà essere demolito.
li Collegio Don Bosco, fiore al-
l'occhiello della presenza salesiana
salvadoregna con circa duemila al-
lievi alla periferia della città è stato
evacuato e avrà bisogno di essere
rafforzato.
L'istituto tecnico Ricaldone,
scuola professionale con 800 allievi,
centro giovanile, chiesa pubblica
dovrà essere in massima parte de-
molito. Anche i macchinari sono
andati perduti ed in particolare
quelli deJ laboratorio di elettronica.
Anche la Parrocchia Santuario di
Maria Ausiliatrice tanto cara ai sal-
vadoregni ha subito gravissimi
danni.
La stessa Casa ispettoriale in par-
te è inagibile.
Danni inferiori hanno subito tut-
te le altre opere.
Si tratta come si vede di un pano-
rama non troppo roseo che deve fa-
re scattare la nostra solidarietà. La
Famiglia Salesiana è ancora tutta
concentrata nell'organizzare comi-
tati di assistenza e di aiuto in tutti i
modi: visite, censimenti, distribu-
zione di viveri e di abiti. Più di tre-
Ecco cosa resta di un grande
laboratorio di elettronica
I DICEMBRE 1986 11
I L 'Ingresso all'Istituto •Don
Rlcaldone• subito dopo Il
terremoto
cento giovani delle nostre organiz-
zazioni sono tutt'ora impegnati in
tale servizio.
Riferendo sulla situazione al Ret-
tor Maggiore, don Oscar Rodriguez
ha fra l'altro detto:
«Si potrebbero raccontare molti
miracoli che dimostrano potente-
mente la specialissima protezione di
Dio, della Vergine del nostro Padre
Don Bosco nella dolorosa tragedia.
Ringraziamo delle preghiere e
dell'appoggio morale in quest'ora
di dolore. Speriamo che la solidarie-
di tutta la Famiglia salesiana ci
venga in aiuto affinché, con la rico-
struzione delle nostre opere la pre-
senza dei figli di Don Bosco conti-
nui ad essere un chiaro segno di ser-
vizio fraterno a questo popolo sof-
ferente».
Il Rettor Maggiore don Egidio
Viganò non ha fallo mancare una
prima, pronta risposta.
Ora l'appello che ci giunge da San
Salvador è nelle nostre mani.

2.2 Page 12

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__VITA ECCLESIALE_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ __ _ __
12 · l DICEMBRE 1986
Giornata mondiale della pace
PACE E SVILUPPO
CAMMINANO INSIEME
NELLA SOLIDARIETÀ
Il tema della prossima
Giornata nel ventesimo
anniversario della
«Popolorum Progressio».
La ventesima Giornata
mondiale della pace 1987 aprirà
l'anno in cui ricorre il ventesimo an-
niversario della Enciclica «Populo-
rum Progressio». Singolare coinci-
denza, che associa, in una corri-
spondenza temporale, una iniziati-
va profetica e una Enciclica entram-
be legate al nome di Paolo Vl.
Per sottolineare la coincidenza,
Giovanni Paolo II ha assegnato alla
prossima «Giornata» - il 1° gen-
naio 1987 - il tema «Sviluppo e so-
lidarietà: chiavi della pace». La
scelta sta a indicare che negli ultimi
venti anni si è rafforzata la consape-
volezza dello stretto rapporto fra la
pace e lo sviluppo. Al raggiungi-
mento di questo risultato, grande è
stato il contributo dello stesso Pao-
lo VI, il Pontefice che ha donato al
mondo una grande rivelazione:
«sviluppo è il nome nuovo della pa-
ce». La frase parve a molti uno slo~
gan ad effetto, non tutti riuscirono
ad afferrarne la profonda verità, in-
tuita invece con lucidità da colui che
si presentò alla ribalta delle Nazioni
Unite come Capo della Chiesa

2.3 Page 13

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- - - - - - -- --
~
I Giovanni Paolo Il nell'incontro di
Assisi del 27 ottobre 1986
(Le foto di questo servizio sono di
Franco Marzi - Roma)
r DICEMBRE 1986 13
«esperta in umanità». Le acqum-
zioni successive, scaturite dalle pro-
fonde trasformazioni del mondo in
questi ultimi anni, sono riuscite a
togliere ogni residuo dubbio, alme-
no a chi sia esente da pregiudizi: pa-
ce e sviluppo camminano insieme.
Oggi, Giovanni Paolo lI coglie Ja
solare chiarezza di questo vincolo, e
fa compiere ad esso un ulteriore
passo avanti: associa pace e svilup-
po a solidarietà. Ciò suona come un
richiamo ai popoli e alle singole per-
sone perché si sentano impegnati su
entrambi i fronti, quello della pace
e quello dello sviluppo, in spirito di
solidarietà. Solidarietà significa in-
fatti condivisione, sforzo unificante
per ottenere di cancellare la guerra
- soprattutto la terrificante guerra
della nostra epoca - e di favorire la
cooperazione per lo sviluppo. Non
culliamoci nell'illusione che sia un
impegno di poco conto. Solidarietà,
condivisione valgono niente se non
sono vissute in prima persona, se si
restringono alla delega ad altri. Cia-
scun uomo deve essere disposto a
«dare». Ciò è tanto più vero per un
cristiano, che dal Vangelo trae la
certezza che il vero valore non sta
tanto nel «possedere», quanto nel
«dare» a chi ha più bisogno. Né è
pensabile ottenere che la solidarietà
in direzione della pace e dello svi-
luppo si espanda in virtù di procedi-
menti forzosi. È indispensabile un
ampio consenso, occorre raggiunge-
re la formazione di una coscienza
della solidarietà.
Ormai lo sappiamo tutti. Gli spa-
ventosi ordigni di morte sono accu-
mulati negli arsenali militari in
quantità mostruosa. C'è solo di-
scordanza sul numero di volte che il
genere umano potrebbe essere an-
nientato dalla potenza esplosiva di
quelle armi. C'è chi dice lO volte,
chi 20, chi arriva addirittura a 50.
Ecco dove giunge l'umana stoltez-
za. Già una potenzialità doppia di
distruzione dell'umanità sarebbe
sufficiente per chiedersi che cosa ci
stiano a fare tutte quelle armi in
più, dato che l'umanità, nonostante
i più diabolici piani, non può essere
distrutta che una sola volta.
Se poi li si riguarda in riferimento
allo sviluppo dei Paesi poveri, que-
gli arsenali stracolmi di armi sono
un aulentico scandalo. Pensate: in
sole tre ore il mondo spende in armi
e in forze armate il denaro assegna-
to all'Organizzazione mondiale del-
la sanità per la lotta contro il vaio-
lo; io cinque ore, i fondi che l'UNI-
CEF - l'Organizzazione dell'ONU
per l'infanzia - destina ogni anno
ai bambini bisognosi di tutto il
mondo; e in mezza giornata, quan-
to basterebbe a eliminare la malaria
e le malattie endemiche in 66 Paesi.

2.4 Page 14

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14 · I DICEMBRE 1986
Qualche altra cifra? Eccola: iJ co-
sto di soli 27 missili a medio raggio
è pari ai fondi necessari per compe-
rare macchine agricole in quantità
sufficiente a permettere ai Paesi più
poveri di raggiungere in quattro an-
ni l'autosufficienza alimentare. li
prezzo di un sottomarino nucleare
sarebbe sufficiente a debellare l'a-
nalfabetismo sulla terra. E baste-
rebbe rinunciare a uno solo di essi
per costruire 400 mila case per due
milioni di persone.
Lo scandalo non sta tanto nelle
spese per la difesa. Il nostro è un
mondo che non è ancora riuscito,
purtroppo, ad affidarsi a un mecca-
nismo di reciproca sicurezza valido
per tutti, sulla base di una pace uni-
versalmente accettata. Di qui la rea-
listica necessità di provvedere alla
difesa dei singoli Paesi. Il vero scan-
dalo sta nella corsa sfrenata a chi
accumula più armi, una specie di
forsennato esibizionismo che spinge
tutti a volersi mettere nella condi-
zione di dire «il mio arsenale è più
fornito del tuo».
È una febbre che travolge
spesso per deteriore spirito di imita-
zione - gli stessi Paesi in via di svi-
luppo, i quali destinano una fetta
non trascurabile delle loro pur ma-
gre risorse all'acquisto di armi, al
potenziamento degli eserciti. Ciò
che, naturalmente, fa la felicità di
chi queste armi vende, Jegalmeme o
illegalmente. Il risultato finale è che
nel Terzo Mondo le spese militari
sono aumentate di cinque volte dal
1950. Peggio ancora: a fronte di un
soldato ogni 250 abitanti, c'è un
medico ogni 3.700. E poiché gli uo-
mini in divisa non sono abilitati a
guarire gli ammalati, nel Terzo
Mondo si muore più facilmente che
altrove.
Al di di questi aspetti aberran-
ti, la disparità di condizione fra
mondo industrializzato e mondo in
via di sviluppo nasconde più di una
pericolosa insidia per la pace. Il
Terzo Mondo, proprio per la debo-
lezza delle sue strutture politiche ed
economiche, è riguardato, almeno
in molte delle sue aree, come ambita
zona di influenza - se non addirit-
tura di «conquista» - dalle mag-
giori potenze mondiali. Gli scontri
che così spesso agitano molte regio-
ni dell'Africa, del Medio Oriente,
del sud-est asiatico sono altrettanti
potenziali focolai di controversie
fra le superpotenze. La stessa po-
vertà di tanti popoli è motivo di co-
stante preoccupazione, per le forme
di violenza che da essa, frutto del-
l'ingiustizia, possono derivare.
In definitiva, lo sviluppo favori-
sce la pace riducendo i focolai di
tensione, ma solo con la pace e la
solidale collaborazione di tutti i po-
poli si può garantire lo sviluppo. La
combinazione sviluppo e solidarietà
in funzione della pace si dispiega in
vari campi e in molte direzioni. Si
pensi ai rifugiati, a questa ormai
enorme massa di esseri umani sradi-
cati dalla propria terra a causa di
guerre, persecuzioni, calamità natu-
rali, e a quale atto di pace sarebbe
favorirne il ritorno alle loro case; si
pensi al debito pubblico di tanti
Paesi in via di svlluppo, autentico

2.5 Page 15

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-----------#-
1 DICEMBRE 1986 15
LE BARRIERE
DELLA PACE
Ancora una Immagine dello
storico Incontro di Assisi
laccio al collo della loro crescita, e
al valore che assumerebbe una equa
soluzione del problema in un qua-
dro di solidarietà. Si pensi ancora
alle cause profonde di tanti fenome-
ni terroristici.
Ma sarebbe un errore, un grave
errore pensare che tutto ciò possa
trovare soluzione solo per volontà
dei governi. Ogni singolo uomo è
chiamato in causa, non solo per la
partecipazione all'impegno colletti-
vo rivolto a indurre gli Stati a muo-
versi nella direzione giusta, ma an-
che per ciò che singolarmente cia-
scuno può fare, poco o molto che
sia, intervenendo sui propri modi di
vita e manifestando solidarietà pie-
na a quanti sono impegnati in prima
linea, missionari, volontari, uomini
di buona volontà.
Gaetano Nanetti
«Poiché le guerre na-
scono nell'animo degli uomini, nel-
l'animo degli uomini devono essere
costruite le barriere della pace».
Questa frase, contenuta nella di-
chiarazione preliminare al docu-
mento di costituzione dell'Unesco
- l'organismo delle Nazioni Unite
per la cultura e l'istruzione -, è
una buona traccia per cogliere il va-
lore del grande evento di Assisi del
27 ottobre scorso, nella giornata di
preghiera per la pace invocata da
Giovanni Paolo II.
Invocata, non convocata. I rap-
presentanti di settanta religioni, cri-
stiane e non cristiane, si sono ritro-
vati nella città di San Francesco ri-
spondendo alJ'invito fraterno del
Papa che aveva Lanciato l'idea di
questa giornata il 25 gennaio scorso
da San Paolo in Roma, ne aveva
precisato la data ali'Angelus del 6
aprile e completato il significato il 4
ottobre da Lione con l'appello ai re-
sponsabili di ogni paese affinché,
almeno in quel giorno, ovunque si
deponessero le armi.
Il confronto non è stato. fatto ma
era presente nell'animo di tutti,
protagonisti e spettatori (la televi-
sione ha diffuso le immagini del-
1'avvenimento in trentasei paesi,
con un pubblico potenziale di oltre
mezzo miliardo di persone), un pa-
ragone con quanto era avvenuto ap-
pena poche settimane prima a
Reykjavick, in Islanda, dove i due
superpotenti di questa terra, il pre-
sidente degli Stati Uniti Ronald
Reagan e il primo segretario del
Partito comunista dell'Unione So-
vietica Mikbail Gorbaciov, si erano
lasciati nel dissenso e nel fallimento
di un incontro sino alla vigilia atte-
so con tante speranze. La preghiera
unisce, gli interessi dividono.
Sarà forse necessario ricordare
che il 1986 era stato proclamato
«anno della pace» dalle Nazioni
Unite. Forse pochi se ne sono accor-
ti considerando gli oltre centoses-
santa focolai di tensione, fra guerre
vere e proprie, conflitti non dichia-
rati e guerriglie civili che affligono il
pianeta. Pochi i tentativi di media-
zione, e tutti falliti. Nessuna corag-
giosa assunzione di responsabilità,
nessuna ricerca, appunto dentro il
cuore dell'uomo, di una pace diver-
sa dalla non-guerra. Soltanto l'ini-
ziativa del Papa, e la risposta inco-
raggiante dei suoi interlocutori. 11
27 ottobre, oltre alla preghiera co-
mune di tanti uomini di buona vo-
lontà, in molte parti del mondo si è
osservata la tregua; le eccezioni pos-
sono solamente indurre a tristezza.
L'incontro di Assisi si configura
dunque nella doppia coerenza che
anima la Chiesa del nostro tempo:
l'affermazione della pace come va-
lore assoluto; la validità del cammi-
no ecumenico. Su queste due strade
si procede, particolarmente dopo il
Concilio Vaticano II, con sempre
maggiore consapevolezza, anche
umilmente riconoscendo che non
sempre i comportamenti storici si
sono ispirati ai principi del Vange-
lo. Ma è altrettanto doveroso am-
mettere che la lettura compiuta dal-
la Chiesa attorno agli avvenimenti
della nostra storia ha valore di testi-
monianza, in modo particolare per
quanto riguarda la pace.
Non a caso dal 1968 il l O gennaio
di ogni anno è dedicato alla celebra-

2.6 Page 16

▲back to top
16 · I DICEMBRE 1986
zione della «Giornata della Pace»,
con un messaggio destinato alle co-
scienze di tutti, cristiani o no; non a
caso c'è, in questa insistenza ormai
ventennale, una logica che vuole tu-
telare l'uomo nella sua integralità cli
corpo e di spirito. I messaggi che
Paolo Vl prima, Giovanni Paolo Il
in seguito hanno indirizzato ai cuori
e alle intelligenze per esortare alla
pace resteranno fra i più alti docu-
menti di questo secolo.
La XX Giornata, che si celebrerà
il 1° gennaio 1987, ha come tema:
«Sviluppo e solidarietà: chiavi della
pace». Ri~hiama altri titoli: «Se
vuoi la pace lavora per la giustizia»
(1972), «La pace nasce da un cuore
nuovo» (1985), «La pace è valore
senza frontiere. Nord-Sud, Est-
Ovest: una sola pace» (1986), in
una continuità di attenzione a tutto
l'uomo che trae alimento non sol-
tanto dalla filosofia perenne della
Chiesa attorno alla persona, ma an-
che da altri grancli atti del Magiste-
ro come l'Enciclica «Populorum
Progressio» - Lo sviluppo dei po-
poli -, della promulgazione della
quale si celebreranno i vent'anni
nello stesso 1987.
La preghiera cli Assisi è in diretto
rapporto con la sotlecitudine «per
ogni uomo e per tutto l'uomo», se-
condo la celebre espressione di Pa-
pa Montini, perché guarda alla sua
crescita materiale assieme a quella
morale. E se «Ogni uomo è mio fra-
tello>> - come recita il titolo di
un'altra Giornata-, è chiaro che il
problema dello sviluppo condiziona
l'affermarsi della pace e sollecita le
società, le comunità e l'inclividuo a
un continuo aggiornamento per far
fronte alle altrettanto continue sfide
emergenti da mutamenti di concli-
zioni sociologiche, antropologiche
ed educative, nonché dal perfezio-
namento delle tecnologie e degli
strumenti di dominio sulla natura.
Nessuno si illuda - questo vuol
dire il messaggio per la Giornata
della Pace del 1987, questo voleva
dire vent'anni fa la «Populorum
La basilica di San Francesco
d'Assisi

2.7 Page 17

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- - - - - - - - - - -# -
Progressio» - di crescere e far cre-
scere senza solidarietà. È un dovere
che «riguarda in primo luogo i più
favoriti. I loro obblighi sono radi-
cati nella fraternità umana e so-
prannaturale e si presentano sotto
un triplice aspetto: dovere di solida-
rietà, cioè l'aiuto che le nazioni ric-
che devono prestare ai paesi in via
di sviluppo; dovere di giustizia so-
ciale, cioè il ricomponimento in ter-
mini più corretti delle relazioni
commerciali difettose tra popoli
forti e popoli deboli; dovere di cari-
tà universale, cioè la promozione di
un mondo più umano per tutti, un
mondo nel quale tutti abbiamo
qualcosa da dare e da ricevere, sen-
za che iJ progresso degli uni costitui-
sca un ostacolo allo sviluppo degli
altri» («Populorum Progressio»,
n. 44).
La lunga citazione è funzionale al
discorso che stiamo facendo e al te-
ma della XX Giornata. Giovanni
Paolo Il ritorna ancora una volta
sull'argomento perché, evidente-
mente, poco è cambiato da quando
Paolo VI rivolgeva al mondo il pro-
prio ammonimento circa i rischi che
l'ingiustizia potesse far correre alla
pace. Del resto l'attuale Pontefice
ha proclamato con forza nel mes-
saggio dell'anno scorso che «può
esserci una pace soltanto»; che
«una situazione di pace,' nel pieno
senso del suo valore, non può coesi-
stere con l'ingiustizia»; che essa <<è
perduta a causa delle divisioni so-
ciali, che aizzano i ricchi contro i
poveri tra gli stati e dentro gli stati»
(sottolineiamo l'espressione «i ric-
chi contro i poveri»). E dice ancora
il Papa: «Come valore, la pace è
messa continuamente in pericolo da
interessi consolidati, da divergenti
ed opposte interpretazioni e perfino
da astute manipolazioni fatte a ser-
Rappresentanti di religioni non
cristiane ad Assisi
1 DICEMBRE 1986 17
vizio di ideologie e dì sistemi politi-
ci, che hanno come ultimo scopo il
dominio».
Giovanni Paolo Il, parlando del-
la pace, aveva detto in San Paolo al
momento di lanciare l'idea dell'in-
contro di preghiera che si sarebbe
poi realizzato in Assisi: «Nessun es-
sere che creda in Dio può restare in-
differente a un problema che tocca
cosi intimamente il presente e il fu-
turo dell'umanità. È necessario per-
ciò che ciascuno si mobiliti per reca-
re iJ proprio contributo>>. Tutti
quindi siamo tenuti, nel giorno che
la Chiesa ha deciso di dedicare a
una intensa riflessione e a una co-
mune preghiera sul tema, a cercare
nello sviluppo e nella solidarietà le
chiavi della pace perché quella ri-
flessione e quella preghiera diventi-
no patrimonio spirituale e compor-
tamento concreto del popolo di
Dio.
Angelo Paoluzi

2.8 Page 18

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_ PROTAGONISTI - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
18 · 1 DICEMBRE. 1986
PROMOZIONE
MARIANA
NELLA FAMIGLIA
SALESIANA
Filo diretto con don Domenico
Bertetto, professore di
Mariologia all'Università
pontificia salesiana e segretario
dell~ccademia Mariana
Salesiana.
Quali sono le principali
ripercussioni che la promozione
mariana del Concilio Vaticano II ha
avuto nella Famiglia salesiana?
La Famiglia salesiana è sempre
stata saldamente ancorata nella de-
vozione mariana, perché, come ri-
conosceva San Giovanni Bosco, la
Madonna «ha fatto tutto», ossia è
la Fondatrice e Patrona dell'Opera
Salesiana, che Ella ha voluto per
provvedere all'educazione cristiana
della gioventù.
Il Vaticano ll ha fatto però senti-
re il suo influsso benefico, accolto
dal Rettor Maggiore, don Egidio
Viganò, già teologo esperto al Con-
cilio. Egli, fin dalla sua prima lette-
ra circolare del 25 marzo 1978, che
porta il significativo titolo «Maria
rinnova la famiglia salesiana di don
Bosco», ha fatto risuonare l'invito
evangelico di <<prendere la Madon-
na in casa», richiamando chiara-
mente i vincoli che ci legano a Ma-
ria e ne ha rilanciato la devozione,
appellandosi al carisma mariano di
don Bosco e tracciando pratici
orientamenti di formazione dottri-
nale, di impegno devozionale, di vi-
tale inserimento ecclesiale soprat-
tutto a beneficio della gioventù e dei
ceti popolari, e di intensificata cura
vocazionale.
E quali le più significative attua-
zioni dell'orientamento mariano
promosso dal Rettor Maggiore?
La sua lettera circolare mariana è
stata oggetto di studio nella Setti-
mana mariana di spiritualità, tenu-
tasi dal 22 al 27 gennaio 1979 nella
casa generalizia di Roma, che ha
condotto alla formulazione del
«Piano di animazione mariana del-
la Famiglia salesiana», proposto
come direttiva di azione solidale a
tutti i membri della Famiglia sale-
siana, negli atti del Consiglio Supe-
riore, aprile-giugno 1980.
Questo piano contempla anzitut-
to la «formazione dottrinale»: illu-
minare e guidare La mente alla scuo-
la del magistero mariano del Vatica-
no Il, dell'Esortazione «Marialis
cultus)> di Paolo VI, e accrescendo
altresl una conoscenza competente
del «carisma mariano salesiano».
Per questo sono particolarmente
impegnati l'Università Pontificia
Salesiana, l'Accademia mariana sa-
lesiana, e tutti i centri di studio sale-
siani, per offire a tutti I'utilizzazio-
ne di questi sussidi scientifici e di si-
cura volgarizzazione.
Viene poi il settore del «culto e
della pietà mariani>>, favoriti anzi-
tutto dal Centro mariano salesiano
di Torino, che ha cura del Santua-
rio-Basilica di Maria Ausiliatrice, e
per mezzo del periodico «Maria
Ausiliatrice» sostiene l' Arciconfra-
ternita dei devoti di Maria Ausilia-
trice, fondata da don Bosco, e favo-
risce il culto liturgico e devozionale
mariano in tutte le chiese e cappelle
salesiane del mondo, da ritenersi
come filiali del Santuario mariano
di Valdocco nel procurare la «gloria
di Maria» in tutto il mondo.
La promozione della pietà maria-
na deve permeare tutta la vita e atti-
vità salesiana, inserendola sempre
più in ogni Chiesa locale, soprattut-
to a servizio dei giovani e dei ceti po-
polari, per favorirne la promozione
umana e cristiana, e farne «buoni
cristiani e onesti cittadini» secondo
il programma di don Bosco.
Einfine Maria, avendoci dato «la
Vocazione che ha salvato il mondo,
Gesù Cristo», ci sostiene nell'inten-
sificare con urgenza la pastorale vo-
cazionale per incrementare le nostre
opere a vantaggio della gioventù.
Può riassumerci in breve i motivi
che sostengono quest'animazione

2.9 Page 19

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- - - - - - - - - - -5'1-
mariana della Famiglia salesiana?
Ce li presenta ancora il Rettor
Maggiore nella circolare citata. La
Famiglia salesiana è profondamente
mariana quanto all'origine, allo svi-
luppo e quanto al metodo di evan-
gelizzazione e di educazione cristia-
na della gioventù: il metodo preven-
tivo, suggerito a don Bosco da Ma-
ria SS., in ripetuti interventi.
«La devozione all'Ausiliatrice -
scrive il Rettor Maggiore - è un ele-
mento imprescindibile del nostro ca-
risma: ne permea la fisionomia e ne
vitalizza le componenti. Senza una
sana vitalità della devozione maria-
na, la nostra spiritualità ne risenti-
rebbe in vigore e in fecondità; men-
tre, la cura opportuna di un profon-
do rilancio mariano farà rinverdire
tutta la vocazione salesiana».
Ne segue che tutta la Famiglia sa-
lesiana in tutti i suoi membri ha bi-
sogno di essere solidale nel rilancio
mariano per sentirsi rinnovata.
Come ha accolto la Famiglia sale-
siana l'affidamento della Chiesa e
del mondo alla Madonna, fatto ri-
petutamente dal Papa e rinnovato il
25 marzo 1984?
Con piena ed entusiastica adesio-
ne, come è suo impegno di accoglie-
re tutte le iniziative del Papa. Per
questo il Rettor Maggiore, all'inizio
del Capitolo generale 22, il 14 gen-
naio 1984, ha affidato a Maria Au-
siliatrice Madre della Chiesa tutta la
famiglia salesiana, con invito a tutti
i membri di rinnovare tale affida-
mento e di viverlo in tutte le sue esi-
genze.
Che incidenza ha la devozione
sulla pastorale giovanile?
Una incidenza essenziale e inso-
stituibile. Maria è «la prima cristia-
na», modello e aiuto, madre spiri-
tuale della vita cristiana del giovane
per condurlo a Gesù Cristo e alla
pratica del suo Vangelo. L'esempio
di san Giovanni Bosco edùcatore in-
segna anche oggi.
Ci vuol dire qualcosa dell'Acca-
demia mariana salesiana?
È sorta per volontà del Rettor
Maggiore, don Pietro Ricaldone, in
seno al Pontificio Ateneo Salesia-
no, in margine al primo Congresso
mariologico internazionale, conclu-
sosi il 1 novembre 1950 con la defi-
nizione del dogma dell'Assunzione
corporea gloriosa di Maria al cielo.
Ha lo scopo di «promuovere tra i
membri della Famiglia salesiana gli
studi scientifici mariani e fomentare
1 DICEMBRE 1986 19
praticamente la devozione a Maria
SS., specie sotto il titolo di Auxi-
lium Christianorum, seguendo gli
esempi di S. Giovanni Bosco».
Frutto deIJ'attività dell'Accade-
mia mariana salesiana sono la «col-
lana degli atti», che comprende già
22 volumi, editi dalla LAS di Ro-
ma, la partecipazione attiva ai Con-
gressi mariologici internazionali, la
Sessione plenaria annuale, presie-
duta dal Rettor Maggiore, e qual-
siasi iniziativa atta a favorire la de-
vozione mariana sul piano ecclesiale
e salesiano. L'Accademia ha pure
un suo bollettino di collegamento,
dal titolo «Maria Ausiliatrice Ma-
dre della Chiesa», che riferisce sulle
sue iniziative e collega i membri, e i
superiori maggiori, gli ispettori e le
ispettrici salesiane nella promozione
del culto mariano.
Che cos'è il corso mariano per
corrispondenza?
È un'attività dell'Accademia ma-
riana salesiana, aperta ai confratelli
d'Italia ed estesa pure ai Coopera-
tori e alle Cooperatrici, con un pro-
gramma triennale mariano, per gui-
darli nell'approfondimento della
dottrina mariana, attraverso saggi
scritti, che sono ordinati al conse-
guimento di un diploma, rilasciato
dall'Accademia e che qualifica an-
che in ordine alla catechesi e all'a-
postolato mariani.
Quali sono le prossime mete ma-
riane della Famiglia salesiana?
Soprattutto la preparazione del
centenario della morte di don Bo-
sco, sempre vivo anche nel suo cari-
sma mariano, coltivato dai suoi figli
e figlie. Per questo l'Accademia
mariana salesiana prepara una ricca
e qualificata partecipazione al Con-
gresso marfologico internazionale
di Kevlaer, in Germania, che si terrà
nel settembre 1987 ed avrà come te-
ma: «Il culto mariano nel secolo de-
cimo nono».
Ci canta in cuore la certezza che,
attuando le indicazioni del Rettor
Maggiore sull'animazione mariana,
assisteremo ad un rinnovamento
dell'intera famiglia salesiana con
abbondante rifiorire di vocazioni -
come già si costata in parecchie
lspettorie - e con copiosi frut ti nel-
la pastorale giovanile salesiana.
a cura di
Silvano Stracca

2.10 Page 20

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_REPORTAGE,_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
20 · 1 DICEMBRE 1986
Nigeria
AsPETTANDO QUALCUNO
SULLA COLLINA DI ONDO
La terza ed ultima tappa del
viaggio in Nigeria. Una città
antica al centro della cultura
yuruba. L'aiuto dell'ispettoria
di Novara e degli italiani di
Lagos.
Se Akure è una città an-
cor giovane e comunque in crescita,
Ondo, l'antica capitale del distret-
to, ha un aspetto sonnacchioso.
U fatto poi che le sue case e le
molte baracche sono sparse come
una manciata di riso su un terreno
caratterizzato da colline e pianori,
fa si che la città pur essendo popola-
ta da oltre duecento mila abitanti
appaia come un insieme di villaggi
rurali.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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- - -- - - - -- -- sB-
I DICEMBRE 1986 21
I A sinistra: mercato per le vie di
Ondo, a destra: in processione
nei dintorni della chiesa
(foto Scalabrino) e sotto: lungo la
strada
Eppure Ondo può vantare un pe-
digree di tutto rispetto. I suoi abi-
tanti yoruba - dediti al commercio
e all'agricoltura - possono rifarsi
al leggendario Oduduwa i cui fig]j e
rupoti fondarono, attorno al mille
avanti Cristo, regni.
La vicina città di Ife poi, dalla
cultura locale, è considerata città
sacra: qui, dicono i Nigeriani, è in-
cominciato a vivere il mondo.
In ogni caso Ondo è oggi una cit-
tà contraddittoria dove, lungo una
strada è possibile trovare splenrudi
palazzotti coloniali, negozietti con
insegne luminose da luna park uni-
tamente al macabro spettacolo di
decine di cani e gatti - ci è sembra-
to ili vedere anche questi - uccisi e
appesi ad un albero per clùssà quale
rito propiziatorio e liberatorio.
La collocazione geografica di On-
do, ancora, ne fa una città strategi-
ca: si trova infatti a metà strada del-
l'autostrada Lagos-Benin ed a me-
no di un' ora da Ibadan, città tipica-
mente africana.
I Salesiani dal 31 gennaio 1986
hanno «ufficialmente» preso pos-
sesso di una collina ili Ondo inaugu-
randovi tre blocchi ili costruzione:
un salone-chiesa, la residenza per la
comunità dei religiosi, l'officina-
labo ratorio.
Come sono giunti a questa
tappa?
«Siamo arrivati in Nigeria - rac-
conta don Italo Spagnolo dell'lspet-
toria di Novara alla quale èaffidata
questa missione - il 26 settembre
del 1982. Con me c'era anche il sale-
siano coadiutore Giovanni P atruc-
co e dopo qualche mese giunse an-
che don Gabriele Wade.
L'approccio con l'ambiente è sta-
to graduale: il primo anno se ne an-

3.2 Page 22

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22 · I DICEMBRE 1986
studiando la lingua e facendo
qualche esperienza pastorale in
compagnia dei Padri Bianchi e dei
Missionari S.M.A. che ci hanno ac-
colti molto fraternamente. Poi c'è
stata, sempre a Ondo, l'esperienza
di St. Patrik, una parrocchia già co-
struita ed avviata dove abbiamo po-
tuto assumerci le nostre autentiche
prime responsabilità pastorali; ora
eccoci su questa collina».
Che i Salesiani di Ondo siano
soddisfarti per quanto hanno realiz-
zato fin'ora è ben visibile. E poi, chi
potrebbe loro non dar ragione dopo
aver visto cambiare il volto di que-
sta collina?
«Qui - riprende ancora don Ita-
lo - la Provvidenza ha inventato
una delle sue infinite vie inviandoci
con gli aiuti dell'lspettoria di Nova-
ra anche quelli degli italiani che la-
vorano a Lagos e in Nigeria: ci han-
no aiutato in mille modi. L'anno
scorso ad esempio - l'intero rica-
vato della festa annuale organizzata
dall'Ambasciata è stato devoluto
per la nostra missione. Non è stato
poco».
Il «Don Bosco center» nel suo
complesso è come un grande om-
brello alla cui ombra è possibile tro-
vare i catechismi parrocchiali e le
proiezioni cinematografiche come
l'officina meccanica ed il tutto in un
Don Italo Spagnolo amministra
un battesimo
Caratteristica costruzione a
Ondo
ambiente aperto dove adulti, giova-
ni e ragazzi formano un tutt'uno
con i missionari.
Collaboratore di don Italo a On-
do è don Gabriele Wade, un salesia-
no argentino d'origine irlandese,
deJl'lspettoria di La Plata. Don Ga-
briele, cinquantottenne, posseden-
do una buona conoscenza dell'in-
glese sin dall'inizio ha potuto dedi-
carsi ad attività pastorali affiancan-
dosi ai preti nigeriani.
«Essere accanto ad un prete nige-
riano è una esperienza bella. Egli ti
dice molte cose ma un poco alla
volta.
Ascoltarlo è come bere un bic-
chiere di whisky».
Problemi per i salesiani di Ondo?
Non ne mancano. Eppure nei vol-
ti dei tre religiosi incontrati c'è tan-
ta serenità.
Merito della loro semplicità di
spirHo e della loro fede. Certa-
mente.
Merito anche dell'Ispettoria di
Novara che è stata ed è loro molto
vicina non soltanto con la persona
dell'ex ispettore don Piero Scala-

3.3 Page 23

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- - - - - - - - - - -sB·-
brino ma anche del salesiano coa-
diutore signor Vincenzo Diana che
in due riprese ha dato una mano
determinante per il montaggio del
laboratorio di meccanica trasci-
nandosi dietro in questo servizio
due istruttori laici di Vigliano Biel-
lese e una professoressa di scuola
media.
«Del resto sin dall'inizio - rac-
conta ancora don Spagnolo - è sta-
ta una scelta di tutta l'Ispettoria.
Noi poi ci 'siamo sempre preoccupa-
ti di "comunicare" informando il
centro ispettoriaJe delle nostre atti-
vità. Da qui le informazioni vengo-
no girate alla Famiglia Salesiana
che in tal modo conoscendoci di-
venta sempre più partecipe di una
esperienza comune».
Ora che, dopo peripezie varie,
tomi, fresatrici, saldatrice, trapani
e taglierina sono montate la speran-
za di tutti è che a Ondo possa presto
giungere qualche.altro salesiano, re-
ligioso o volontario laico non im-
porta, capace di far marciare queste
macchine a pieno regime.
I DICEMBRE 1986 · 23
Centinaia di ragazzi l'accoglie-
ranno con gli stessi occhi di meravi-
glia con cui hanno visto crescere
sulla collina questa casa di Don Bo-
sco tutta per loro. Qualcuno di essi
poi, a cuore aperto, sorridendo e
anche in buon italiano gli dirà: ciao,
benvenuto a Ondo!
Giuseppe Costa
3. Fine
(I precedenù due arùcoli
sono apparsi nei fascicoli
ollobre e novembre 1986)
GIOVANNI PATRUCCO
E IL MALE AFRICANO
Il signor Giovanni Patrucco è un salesiano coadiutore. Quasi ses-
santenne, si trova a Ondo da quattro anni. Prima ha lavorato nell'i-
spettoria di Novara.
Che differenza trova fra il lavoro che faceva in Italia e il lavoro
che fa in Nigeria?
Qui si lavora con più facilità dal punto di vista umano perché la
gente è più disponibile ad ascoltarti.
Che lavoro svolge a Ondo?
Un po' di tutto. Vado in giro per le campagne a proiettare films re-
ligiosi e corro in officina ad aggiustare attrezzi. Così come vado al
mercato e coltivo verdure.
· Ha mai invitato qualche suo confratello italiano a venire a darle
una mano?
L'ho detto a qualcuno ma probabilmente non se l'è sentita. Qui
la vita, sa, è troppo dura e se non c'è una disponibilità di fondo ben
difficilmente si lascia l'Italia.
Per la lingua come ha fatto?
Ho tribolato un poco ma ormai riesco a comunicare bene con la
gente.
Quando ha comunicato ai suoi parenti e amici la decisione che
sarebbe andato in Africa cosa Le hanno detto?
Erano tutti dispiaciuti ma adesso sono contenti perché vedono
quel che si fa.
Secondo lei chi viene a lavorare qui che tipo di preparazione de-
ve avere?
Deve saper fare bene il suo mestiere e conoscere bene almeno
l'inglese.
Cosa le piacerebbe saper fare che non fa?
Suonare. Quando chiesi di poter imparare mi fu risposto che in
campagna la musica non serve.
Lei cosa si sente: un eroe o un grande missionario?
Non mi sento niente. Vorrei soltanto sapere molto di più per poter
dare di più. La mia formazione è quella di un sessantenne. Quando
dissi al superiore delle missioni del tempo che per l'officina ci vole-
va un giovane mi rispose: ewiva l'Africa.
Ma lei, signor Giovanni, /ascerebbe l'Africa?
Non tornerei volentieri in Italia. Qui sto bene. C'è qualcosa che ti
attrae dentro e ti dà gioia.

3.4 Page 24

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24 · 1 DICEMBRE 1986
I
ANDREW KNOWLES
Alla scoperta della fede, Elle
DiCi, Leumann, pp. 128, L.
8.000
CHRIS WRIGHT.
Guida facile alla Bibbia, Leu-
mann, 1986, pp. 128, L. 8.000
cl regali altri libri come frutto
della sua fatica tesa a coniugare
le nuove tecnologie con l'educa-
zione e l'insegnamento.
dunque che non manca di trat-
teggiare sul suo sfondo gli avve-
nimenti nazionali che la con-
traddistinsero fin dal primo Ri -
sorgimento.
Carlo Alberto - ricorda l'Au-
tore citando Massimo D' Aze-
glio, «era un mistero; e, per
Questa collana «Plccole Gui-
de ElleDICi• è decisamente bel-
la. Anche se tradotte da edizioni
straniere - le editrici italiane
specie quelle cattoliche sembra-
no affette da una vera e propria
esteromania che alla distanza fi-
nisce con il far sparire nel tempo
esperienze e ricerche che pure
sarebbe utile conoscere del-
l'ambiente italiano - queste
edizioni sono molto utili come
strumento di lavoro per chi deve
affrontare quotidianamente il
problema del linguaggio religio-
so con l'uomo contemporaneo.
SI tratta di volumi incisivi e
graficamente curati.
I
PAOLO PINTO
Carlo Alberto il Savoia amleti•
co. Camunia editrice Milano
1986, pp. 322 L. 32.000.
Ecerto che questo volume del
giornalista Paolo Pinto - è ca-
spettive che apre sul futuro. Le
pagine qui riunite raccolgono di-
versi interventi fatti nel passato
poservizio •cultura• de •Il PO-
POLO• e caporedattore della ri-
vista •Fiera• si legge d'un fiato
riconciliandoci perfino con una
quindicennio in questo immen-
so settore, per rispondere a invi-
ti rivolti dapprima al Rettore del-
l' lnstitut Catholique Parigi, e poi
al Presidente esecutivo del Pon-
Casa, quella Savoia, che in que-
sto ventennio ha fatto di tutto
per non farsi ulteriormente rim-
piangersi.
Il volume - scritto con stile
tificio Consiglio per la cultura...• rapido ed Incisivo - è un ritratto
Bastano queste parole della
prefazione al volume per rende-
re conto della utilità di questa
raccolta fatta dal Cardinale Paul
Poupard attuale presidente ese-
inedito e rivelatore del re di Sar-
degna nato a Torino nel 1798 e
morto in esilio ad Oporto nel
1849.
Una straordinaria biografia
cutivo del Consiglio Pontificio,
per la Cultura. Suddiviso in
quattordici capitoli il libro, in
pratica, finisce con l'affrontare
quanto la sua condotta posterio-
re sia stata esplicita rimarrà lor•
se in parte un mistero anche per
la storia• .
Ma è stato cosl per li perso-
naggio oppure per il cumulo di
passioni e di pregiudizi che l'ac-
compagnarono? Carlo Pinto
I
un po' tutti I problemi del rap-
porto chiesa-cultura, chiesa-
mondo, evangelizzazione cri-
stiana-promozione umana.
A prima vista potrebbe essere
SEGN9SETTE
indirizzato a operatori impegnati
in questo settore ma in realtà le
Iconnessioni fra questi temi e
l'attuale vita del cristiano non-
ché lo stesso stile dell'Autore ne
fanno un volume utile a chiun-
que si occupi seriamente del-
l'uomo e dei suoi problemi.
SEGNO SETTE è il settimanale promosso dal-
1'Azione Cattolica Italiana, diretto da Raffaele
Cananzi ed Angelo Bertani.
Molto semplice nella veste editoriale conta col•
laboratori di rilievo e tratta tutti gli argomenti di
attualità religiosa, culturale e civile. Gli articoli
sono brevi ed essenziali, adatti anche a chi ha
poco tempo da dedicare alla lettura.
Sulla linea del Concilio Vaticano IL SEGNO
FELICE BONGIORNO
_SETTE è impegnato a costruire la comunione
nella Chiesa e il dialogo col mondo contempora-
Una guida al tuo persona!,
neo.
Scuola salesiana del libro,
Catania 1986 pp. 56
L'amicizia, la franchezza e la libertà sono il suo
stile, garantito anche dalla autosufficienza eco-
Ecco un libretto nato nell'e-
nomica che SEGNO SETTE ha raggiunto fin dal
sercizio quotidiano dell'inse-
primo anno di gestione.
gnamento e perciò dotato di due
PAUL POUPARD
Chiesa e culture, Orientamenti
per una pastorale dell'intelligen-
za, Vita e Pensiero, MIiano
1986, pp. 228, L. 2.000.
«Chiesa e culture: l' accosta-
elementi: la brevità e la serietà
scientifica. Non è poco in un
momento in cui da più parti sul-
l'onda del mercato che tira si
fanno riversare sul povero letto-
re disorientato centinaia di titoli
sull'informatica e la telematica.
SEGNO SETTE è un settimanale estremamente
economico: l'abbonamento annuo costa 27.000
lire (ridotto a 22.000 per i soci dell'ACI) da ver•
sare sul conto corrente postale numero 894006
intestato a: AVE - Via Aurelia 481 • 00165 Roma.
Allo stesso indirizzo si possono chiedere copie
mento di queste due parole è L'auspicio è che l'Autore dì
portatore di una ricchezza estre- questa pubblicazione direttore
in saggio.
ma, tanto per la storia bimillena- di un centro di calcolo e ormai
ria che evoca, quanto per pro- da anni insegnante nel settore

3.5 Page 25

▲back to top
-----------5'1-
I DICEMBRE 1986 25
cerca di dare una risposta, per
altro riuscendovi egregiamente
a questo e ad altri interrogativi
sul re che un po' tutti gli italiani
Imparano a conoscere sin dalla
scuola elementare. Di questa fi-
gura •amletica• Paolo Pinto rap-
presenta magistralmente, come
in una vera e propria tragedia
shakespeariana, le vicissitudini
dinastiche e le strategie belli-
che, gli eroismi e le codardie, la
gentilezza e l'aggressività, il
realismo politico e il misticismo
religioso.
nile•, Il contributo dell'anima-
zione alla pastorale giovanile•,
•Collaborare nella comunità at-
torno ad un progetto•, Il corag-
gio di ripartire dagli ultimi•,
•Verso un modello di pastorale
giovanile: l'obiettivo•, •Verso un
modello di pastorale giovanile: Il
metodo•, L'operatore di pasto-
rale giovanile come animatore•,
•Una pastorale giovanile per la
vita e la speranza•.
AA.VV.
GUIDO GIUGNI
che ci piacerebbe far conoscere
a tutti i lettori a dimostrazione dì
una poesia soffusa di velata ma-
linconia e di certa speranza per
cui già prima di presentare i
suoi versi Pistellato con S. Ago-
stino declama: «Canta e cammi-
nai / senza smarrirti, / senza in-
dietreggiare, I senza fermar-
ti. I Canta e cammina!•.
L' approccio alla poesia di don
Rino è fatto di sentimenti e valo-
ri umani sul quali mai viene me-
no - non è il sacerdote l' uomo
della speranza? - l'intensa lu-
minosità dell'eternità di Dio; i
versi hanno un sapore ungaret-
tiano e comunque è una poesia
moderna che denota una solida
preparazione letteraria nell'Au-
tore che si è laureato con una
tesi su Clemente Rebora.
Lasciando in ogni caso ad al•
tri giudizi più approfonditi ci pa-
re che la poesia di Rino Pistella-
to si faccia gustare e soprattutto
parla e comunica facendo vibra-
re Il sentimento.
Chi, ad esempio, non awerte
la Intima liricità di questa •Atte-
sa•: Corre il mio cuore I verso
l'Eterno I trattenuto solo/ da un
fragile I battito I di tempo. / E lo
nutre I di gioia/ la speranza• ?
RICCARDO TONELLI
Pastorale giovanile e anima-
zione, ElleDiCi Leumann (TO)
pp. 126 L. 10.000.
Quanti nella chiesa si occupa-
no di giovani conoscono certa-
mente don Riccardo Tonelli e il
suo ormai ventennale impegno
di ricerca nell'ambito della pa-
storale giovanile.
Questo •quaderno• che fa parte
di una collana ElleDiCi destina-
ta all'animazione dei gruppi e
curata dal Centro Salesiano Pa-
storale Giovanile, è una sintesi
rapida di quanto Tonelli in que-
sti anni è andato ricercando e
maturando come proposta di
metodologia pastorale a servizio
del messaggio evar:igelico e del
mondo giovanile. E la duplice
fedeltà all'uomo e a Dio quindi
che nel metodo pastorale del
Tonelli si fa capacità di incarna-
zione tra i giovani dando ai gio-
vani come ricorda lo stesso To-
nelli citando Il rinnovamento del-
la catechesi «un' apertura ai pro-
pri problemi, una risposta alle
proprie domande, un allarga-
mento ai propri valori ed insie-
me una soddisfazione alle pro-
prie aspirazioni•. Il volume pre-
sentato si articola in dieci capi-
toli che significamente hanno i
seguenti titoli:
•l'incarnazione come criterio
della pastorale• , la pastorale
giovanile tra problemi e prospet-
tive•, •L'educazione è una cosa
seria anche in pastorale giova-
I
Il corpo e il movimento nel
processo educativo della per-
sona, SEI Torino 1986 pp. 316
L. 18.000.
Quanti si occupano di educa-
zione non necessariamente fisi-
ca potranno utilmente leggere
questo volume destinato soprat-
tutto agli insegnanti. Partendo
dal presupposto che l'uomo è
una unità psicotisocomotoria il
professore Giugni - autore di
altre pubblicazioni presso la
stessa Editrice - offre notevoli
spunti di riflessione sul ruolo
che il corpo ed il suo linguaggio
- il movimento - possono
esercitare nel processo di for-
mazione dei giovani. Pur essen-
do un libro destinato alla scuola
riteniamo che questo di Giugni
può essere utile a quanti e sono
molti sono interessati allo stes-
so fenomeno sportivo visto non
come esaltazione collettiva e
spettacolare di massa ma come
esercizio quotidiano della pro-
pria motricità e perciò come
educazione.
RINO PISTELLATO
Il cuore giovane, G.E.T., Re-
bellato Editore 1986 Torre di
Mosto (VE), pp. 71 L. 10.000.
Chi ha detto che per essere
sacerdoti bisogna essere un po'
poeti in parte ha detto una ve-
rità.
in don Rino Plstellato, sacer-
dote salesiano - è direttore a
Borgomanero - poi questa af-
fermazione è talmente vera che
don Rino può essere considera-
to finissimo poeta. Ne sono te-
stimoni le sue liriche pubblicate
in •Salterio per un giorno di le-
sta•, Rebellato editore 1982 e
più recentemente quest' ultimo
volume.
«Un cielo già stanco I porta
questo labirinto di giorni. / E tu
te ne vai su nuvole gri-
gie,/ mentre passa alla moviola
dei miei pensieri / Il cuore gio•
vane...•
Ecco alcuni dei molti versi
ANCHE NOI SIAMO LETTI
DALL'ECO DELLA STAMPA
Quanti nostri articoli sono arrivati nelle mani di
papi, presidenti della Repubblica, managers di
multinazionali? L'ECO DELLA STAMPA man-
tiene il segreto. Tuttavia sappiamo che oltre
50.000 numeri di quotidiani e periodici vari, dal
rotocalco alla rivista tecnica, vengono letti an-
nualmente dal personale dell' ECO DELLA
STAMPA, di Milano, per documentare settima-
nalmente migliaia di loro abbonati. Infatti, chi
potrebbe leggere, oltre gli ottanta giornali quoti•
diani, altri 150 periodici ogni giorno (dal settima-
nale politico illustrato al quindicinale di agricol-
tura, dal mensile economico al bimestrale lette-
rario, al trimestrale tecnico, al semestrale scien-
tifico, alla stampa per ragazzi, ecc.) per sapere
ciò che si scrive, in Italia, a proposito di un de-
terminato nome o argomento?
Questo lavoro viene effettuato, da oltre 80 anni,
da L 'ECO DELLA STAMPA, specialmente nel-
l' interesse di piccole, medie e grandi industrie,
oltre che di istituti scientifici, associazioni di ca-
tegoria, banche, enti turistici, impresari teatrali,
case <liscografiche e cinematografiche, editori
di libri e periodici, fra i quali anche il nostro.
Questo nostro periodico, infatti, viene regolar-
mente e puntualmente inviato, in molte copie a
L'.ECO DELLA STAMPA, per essere letto e rita-
gliato, articolo per articolo, al fine di rilanciare in
tutta Italia e all'estero i nostri punti di vista e
consentire sia ai colleghi delle quattromila e più
testate in rapporto con «L'ECO» sia alle altre mi-
gliaia di abbonati che L'ECO DELLA STAMPA
conta nei suoi schedari, di documentarsi su
quanto noi pubblichiamo, dall'articolo a firma
del direttore al comunicato stampa inviatoci da
uno studio di relazioni pubbliche di Milano o di
Roma.
(n.d.r.) L'ECO DELLA STAMPA - Via Compa-
gnoni 28
20129 Milano• Telef. (02) 710181-7423333

3.6 Page 26

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_COMUNICAZIONI SOCIAL.__ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _
26 · 1 DICEMBRE 1986
Gli 85 anni del <<Santuario del S. Cuore»
PRESENZA SALESIANA
NEI 90 ANNI
DI STAMPA CATTOLICA
A BOLOGNA
ISTITUTO SALESIANO BOLOGNA
CENTRO CULTURALE «CARD. G. LERCARO» BOLOGNA
lnGCl&lbat',1:ruic
B1bhowca parroccll,ale •Marisa Montanan, di S. Mana degli Alemanni
Cassa Rurale ed Att,glana S Sisto - BolQgna
Il mensile del santuario
del Sacro Cuore
nacque nel 1901,
sostenuto dal
Cardinale Svampa,
grande ammiratore di
Don Bosco.
'.lOI'" pi,,1ror1n.0Y1
ORDIN.E DEI GIORNALISTI DELL'EMILIA•ROMAGNA
CENTRO EMILIA-ROMAGNA PER LA STORIA DEL GIORNALISMO
UCSI • UNIONE CATTOLICA STAMPA ITALIANA· SEZIONE EMILIA-ROMAGNA
ASPREA ASSOCIAZIONE ADDETTI STAMPA E PUBBLICHE RELAZION E.R.
Bologna,CINEMA GALLIERA, via Matteotti, 25
dal 31 agosto al 21 settembre 1986
,o 01an di :1p rtum Fenal1 c'.tallc- 17.30 autt l9.30
Fer,lov, dall• nl~, , ~ da/I~ I 1.ilO alle 1~:lO
n~ , n, IJ.tt ~1 .i ;,B 1,11
Lt fftll&lr"J-VUf,ll ~ vt:1.1t.d.s
p,., '> n \\.1Jf\\1tO C..:u l~r111U -C:.1nJ n: L.,.•,riuo
pom11,.~1 S Dunn110 '1111 G [)(Jl\\111no.. I i..k»ooJl\\11 fq,~1,,rc S Dnn.UO).
CASSA RURALE ED ARTIGIANA S. StsTO· BOLOGNA
11
I
l~
'
~-llt vu N Mhdll,l\\lt lit, t Bulnqn,, 101 ~ 1034U
AlJ••U:t.Jl.l 11 l \\Il I l'11uutl11IIO .l2 (quur U Il PUaullU} 8o)(1(JILI LUl 502.031
Bologna - Il XX secolo
si era affacciato da poco. L'Europa
si cullava nel clima idilliaco della
«belle époque», felicemente ignara
del disastro che le sarebbe piombato
addosso con la rovinosa guerra
mondiale (per non parlare di quel-
l'altra immane carneficina, appena
vent'anni dopo la prima). Quasi co-
me richiamo ai veri valori dello spi-
rito in un'epoca che si vantava di es-
sere allegra e spensierata, nacque,
all'ombra delle Due Torri, «Il seco-
lo del Sacro Cuore di Gesù», la pri-
ma pubblicazione salesiana di Bolo-
gna.
Testata forse un po' impegnativa
se rapportata al modesto formato e
alla dimessa veste tipografica del
periodo, ma di alto significato se vi-
sta come indic~ione di un itinera-
rio spirituale. Se il secolo XX, il se-
colo che si approssima ormai alla
sua conclusione, fosse veramente
stato «di Gesù», segno di pace fra
gli uomini, l'umanità si sarebbe ri-
sparmiati atroci lutti e spaventose
rovine.

3.7 Page 27

▲back to top
-----------5'1-
1 DICEMBRE 1986 · 27
Il mensile salesiano aveva trovato
un fervente sostenitore: il cardinale
Domenico Svampa, in quegli anni,
posti a cavallo fra i due secoli, arci-
vescovo di Bologna. Grande ammi-
ratore di don Bosco, di cui fu uno
dei primi cooperatori, Svampa per-
seguiva il disegno di fare del capo-
luogo emiliano un centro di diffu-
sione del suo insegnamento e di de-
vozione al «sacratissimo Cuore di
Gesù». Il primo numero del perio-
dico porta la data del 14 giugno
1901 - 85 anni fa - lo stesso gior-
no in cui fu posta la prima pietra del
tempio dedicato al Cuore di Gesù,
destinato a diventare uno dei più
noti santuari salesiani.
Proprio nei locali di accesso al ci-
nema «Galliera», annesso alla chle-
sa, i visitatori hanno potuto vedere
nelle scorse settimane le prime copie
di quel mensile, esposte alla mostra
dedicata ai 90 anni della stampa cat-
tolica bolognese.
«II secolo del sacro Cuore di Ge-
sù», che si stampava allora nella ti-
pografia arcivescovile, era stato te-
TUTTI I DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO 11°
nuto a battesimo dal cardinale
Svampa, che in un messàggio pub-
blicato il giorno di Pentecoste del
190l , ne auspicava la larga diffusio-
ne «in tutte le comunità, in tutti i
collegi, in tutte le parrocchie, in tut-
te le buone famiglie». Una diffusio-
ne a tappeto, insomma, nella con-
vinzione, espressa dallo stesso Por-
porato, che esso offrisse una lettura
«vantaggiosa al bene spirituale di
molti». E fu ancora Svampa a se-
gnalare «Il secolo» a due Papi,
Leone XIII e Pio X, ricevendone
da entrambi significativi apprezza-
menti.
<<11 Secolo del sacro Cuore di Ge-
sù» è giunto puntualmente ai suoi
lettori fino ad oggi, anche se nel
1931 ha cambiato testata per assu-
mere quella attuale de «Il Santuario
del Sacro Cuore». Si deve a un sa-
cerdote, che, fino alla sua morte av-
venuta nel 1968, ha rappresentato a
Bologna una specie di istituzione,
don Antonio Gavinelli, il rinnovato
impulso dato al giornale, che si è via
via ammodernato nella veste tipo-
grafica e ha ottenuto di allargare
l'area di diffusione fino a raggiun-
gere le attuali 11 Omila copie, spedite
in tutti i Continenti.

3.8 Page 28

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28 · 1 DICEMBRE 1986
':.!.., ''\\
.~
~
01
... \\ Iz:.
~
Ai temi cli spiritualità, il mensile
associa la trattazione di tematiche
di attualità, spesso in stretto colle-
gamento con te missioni salesiane
alle quali fa giungere la solidarietà
morale e materiale dei suoi letterati.
Oggi è cliretto da don Rodolfo Co-
gliati, che tuttavia è in procinto di
lasciare l'incarico a don Guido Zaf-
feretti, attuale direttore dell'Istituto
salesiano di Modena.
Anche per quanto riguarda la se-
de cli stampa del periodico, ci fu un
cambiamento, con l'abbandono
della tipografia arcivescovile per
quella creata nell'ambito della scuo-
la grafica salesiana, una delle più
antiche - risate al 19JO- e apprez-
zate di Bologna.
Essa è solo una delle istituzioni
cbe formano l'opera salesiana di
Bologna, oggi affidata alla direzio-
ne del dott. Gianmatteo Facchini.
La scuola nacque assieme ad altri
corsi professionali, in seguito ab-
bandonati perché ormai... fuori
moda, come quello per sarti, o quel-
lo, pure rinomatissimo, per rilega-
tori cli libri. In compenso si sono
potenziati altri corsi, come quello
Il cardinale Biffi,
arcivescovo di
Bologna, in visita
alla mostra
meccanico, oltre alla scuola media,
al centro e all'istituto di formazione
professionale, che contano diverse
centinaia di allievi. Il tutto all'om-
bra della parrocchia salesiana del
Sacro Cuore - di cui è parroco don
Giuseppe Boldetti - che vede pre-
senti e attivi i vari settori d'iniziati-
va salesiana.
La scelta del Santuario del Sacro
Cuore come sede della mostra è sta-
ta naturalmente influenzata dal rap-
porto privilegiato che don Bosco
ebbe sempre con la stampa, e que-
sto spiega anche come la rassegna
sia stata posta sotto l'egida dell'Isti-
tuto salesiano di Bologna, oltre cbe
del Centro culturale «Cardinale
Giacomo Lercaro». Ma si deve ai
due curatori, Roberto Zalambani
- un appassionato ricercatore e
collezionista di tutto ciò che odora
di carta stampata - e Matteo Ros-
sini, se i visitatori della mostra han-
no potuto avere un quadro comple-
to, e forse inatteso per ampiezza e
varietà, della multiforme attività
pubblicistica dei cattolici bolognesi.
Naturalmente, un posto di ri-
guardo è stato assegnato al quoti-
diano «L'avvenire d'Italia», nato a
Bologna come «L'Avvenjre» nel
1896 e ritornato alla primitiva testa-
ta nel 1968 con il trasferimento a
Milano, la sua fusione con «L'Ita-
lia» e la cliffusione su scala naziona-
le (il quotidiano cattolico celebra
dunque quest'anno i suoi 90 anni di
vita). Una gloriosa testata, che ha
condotto memorabili battaglie, sia
all'epoca del predominio liberal-
massone in Italia nei primi decenni
del secolo, sia negli anni dell'occu-
pazione nazista (tanto da essere au-
torizzato, quasi unico fra i quoti-
diani italiani, dal Comitato di libe-
razione nazionale a riprendere le
pubblicazioni, dopo il 25 aprile
1945, con la stessa testata).
Le pagfoe dell'«Avvenire d'lta-
lia» esposte alla mostra hanno com-
mosso un ex direttore del giornale,
Raimondo Manzini, che ha presen-
ziato alla cerimonia inaugurale. E
non solo lui, perché anche il sotto-
scritto, che in quel quotidiano ha
mosso i primi passi di giornalista
(per poi «tradire», sia pure parzial-
mente, la carta stampata per il pic-
colo schermo televisivo), ha ritrova-
to immagini e personaggi di tempi
lontani, ma di grande vitalità.
Accanto al quotidiano, le mille
facce della stampa cattolica bolo-
gnese, con «pezzi» rari e forse uni-
ci, di pubblicazioni grandi e piccole,
dal «Mulo», che si opponeva al-
l'anticlericale «L'asino», alla «Do-
menica» per le famiglie, rivale cat-
tolica della «Domenica del Corrie-
re», dal «Fiordaliso», organo degli
scout, al «Risveglio», a «L'Unio-
ne», a «L'ancora» e tanti altri, fino
ai numerosi bollettini parrocchiali.
L'interessante, istruttivo sguardo
al passato, ha consentito ai cattolici
bolognesi - ma è una riflessione
che dovrebbe riguardare tutti i cat-
tolici italiani - di guardare alJ'oggi
e cli chiedersi quanto la stampa cat-
tolica abbia perduto nel tempo in
forza di penetrazione. Lo ha sottoli-
neato lo stesso arcivescovo cli Bolo-
gna, cardinale Giacomo Biffi,
quando ha detto che dalla rassegna
bolognese emerge una precisa indi-
cazione e cioè «che bfaogna lavora-
re di più per fare in modo che il con-
fronto non risulti troppo poco lu-
singhiero per noi».
G. N.

3.9 Page 29

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-91_ _ COMUNICAZIONI SOCIALl_ _ _ _ _ __ __ _ _ _
Il fumetto
1 DICEMBRE 1986 29
LA TESTA
TRA
LE NUVOLE
Un fenomeno che interessa
sempre più quanti hanno a cuore
l'educazione dei ragazzi. Tra la
colluvie dell'attuale produzione
non tutto è negativo.
Baloon, nuvola, Jumet-
to. Tre parole per indicare la stessa
realtà: quel piccolo spazio riempito
di parole che caratterizza gran parte
della letteratura che ha come target
bambini e giovanissimi. Ma dire
«fumetto» è dire qualcosa di frivo-
lo e volgare che merita disattenzio-
ne se non disprezzo e l'aristocrazia
letteraria l'ha sempre considerata
come sciatto sottoprodotto della co-
municazione di massa. «Masscult>>
li chiama Dwight MacDonald, stu-
dioso americano di mass-media,
elencandoli tra i materiali deteriori
della cultura «popolare» come il
rock 'n roll e i telefilm, esemplari
insigni di emotività viscerale e di
espressività gastronomica, lontani
da ogni capacità di intelligenza.
Nel giudizio di molti, fumetti, te-
lequiz e riviste pornografiche cado-
no infelicemente sullo stesso infimo
piano. Ma qualcosa è cambiato in
questi ultimi anni. Pullulano studi
critici sul fumetto, si moltiplicano

3.10 Page 30

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30 · t DICEMBRE 1986
VUOI
RICEVERE
Il BOLLETTINO
SALESIANO?
Dal lontano 1877
questa rivista viene
inviata gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Scrivi subito il tuo
indirizzo a:
Il Bollettino Salesiano
Diffusione
Casella Postale 9092
00163 ROMA
collane di comics, rientrano sul
mercato le raccolt~ delle prime
strips a prezzi vertiginosi, ammicca-
no dalle edicole nuove testate con
intenti espliciti di cultura e di arte,
le università sfornano ponderose
analisi sulla letteratura dell'immagi-
ne disegnata, i vari «Tango» e «Sa-
tyricon» provocano accaniti dibat-
titi tra politici, sociologi e massme-
diologi e si allarga a macchia d'olio
la smania di Festival e di Mostre sul
fumetto e sui suoi parenti più pros-
simi: il cinema d'animazione e l'il-
lustrazione. Perché questo insolito
fervore attorno a una materia pre-
cedentemente tanto ignorata? Non
è solo per devozionismo commemo-
rati.vo, anche se 1'86 registra una cu-
riosa concentrazione di memorabili
ricorrenze: 20 anni precisi dalla
scomparsa di Walt Disney, il più
noto creatore del bestiario fumetti-
stico e dei cartoons; il 90° anniver-
sario della nascita ufficiale del «fu-
metto» moderno con l'apparizione
domenicale dell'orecchiuto YEL-
LOW .KID nel suo sgargiante cami-
cione giallo; la colossale impresa
editoriale Mondadori per celebrare i
50 anni, compiuti di fresco, dell'im-
mortale TopoHno; i gloriosi 50 anni
della Warner Bros, la più agguerrita
concorrente di Disney; la Ventesima
solenne edizione della più prestigio-
sa rassegna internazionale dei co-
mics, il «Salone di Lucca». E, for-
se, si potrebbe continuare. Il rumo-
re attorno a queste ricorrenze e l'ac-
cresciuta consapevolezza del potere
di opinione che l'immagine esercita
a livello di massa hanno spinto ad
una maggiore attenzione critica le
istituzioni culturali, i manipolatori
d'opinione e le agenzie educative.
Basterebbe dare una rapida occhia-
ta alle statistiche per rendersi conto
dell'entità del fenomeno. Recentis-
simi dati dell'ISTAT (publicati in
questo mese di dicembre e relativi
all'annata 1985) segnalano la pre-
senza in Italia di 110.293.000 copie
di periodici per bambini e ragazzi e
1.154.000 copie di periodici umori-
stici, con un notevolissimo incre-
mento nella diffusione rispetto al
1984. Con il numero delle copie è
anche aumentato il numero delle te-
state in edicola o per abbonamento:
69 periodici per bambini e ragazzi,
15 periodici umoristici. Senza con-
:ONSUMA1VN\\ .ES r

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
-----------~-
I fumettì delle
pagine 29-30-31
sono tratti da: AA.
VV. • I diritti umani
pubblicato da
( Comic Art
e Amnesty
lnternational
1 DICEMBRE 1986 · 31
tare quelli che vengono elencati sot-
to la voce «divertimenti, giochi»
(357 testate con 507.155.000 copie
diffuse), anch'essi ricchissimi di il-
lustrazioni o di narrazioni a fumet-
ti. Il numero dei lettori è quindi no-
tevolissimo. Si tratta di una capilla-
re ed estesa «scuola di massa», sot-
tilmente gestita dalla spessa presen-
za dell'«immagine innocente», co-
me la chiama Gino Frezza, studioso
di questa materia.
L'irascibile papero e i suoi turbo-
lenti nipoti, i petulanti Cip Ciop,
l'imperturbabile Phantom, l'im-
marcescibile Mandrake, l'irrepren-
sibile Pecos Bill, il tormentato
Charlie Brown e l'incalcolabile
schiera di antropomorfici animalet-
ti che riempiono lo zoo degli albi
umoristici o gli emblematici perso-
naggi dellestrips e vignette che sem-
pre più invadono la stampa per
adulti avranno o no un'incidenza
sui propri appassionati cultori?
In genere quando si legge una sto-
ria, non solo resta impresso nella
mente quanto è accaduto, ma anche
il modo di pensare e di comportarsi
dei protagonisti, le loro scelte e i lo-
ro valori che, dagli avvenimenti
narrati, vengono puniti o premiati.
Queste immagini accattivanti e di
immediata comunicativa tendono a
trasmettere la visione del mondo di
chi le crea e le disegna. Impossibile
tracciare un panorama della produ-
zione fumettistica in relazione alla
variegata ideologia che sottende. È
però interessante notare come, negli
ultimi anni, il fumetto ha rivestito
sempre più esplicitamente l'irre-
quietezza del pubblico giovanile.
Dal '68 l'immagine disegnata ha ac-
centuato l'impegno sociopolitico,
portando ad un'esplosione molto
marcata di pubblicazioni che, negli
anni '70, esprimevano la rottura
con la società e i suoi valori. Si sono
accentuati i temi della violenza quo-
tidiana, dell'inquitudine esistenzia-
le, della sessualità, scardinando alla
radice valori tradizionali e spingen-
do confusamente verso l'utopia e il
sogno. Un crescendo di interesse ha
caratterizzato anche questo primo
lustro degli anni '80 con l'apparire
di nuove testate e di nuovi perso-
naggi. La proliferazione dei fumet-
ti, tuttavia, non ha trovato altret-
tanta ricchezza nel definirne il ruo-

4.2 Page 32

▲back to top
32 · I DICEMBRE 1986
lo. Anzi, è si accentuata la fram-
mentazione ideologica, l'insicurez-
za, la ricerca affannosa e contorta
di punti cli riferimento documenta-
bili nella varietà estrema di stili, cli
racconti, di tematiche e di pubblica-
zioni. E l'alluvione di espressività
grafica sarebbe ancora più dilagan-
te se il mercato editoriale ne offrisse
la possibilità (basti pensare ai clan
cli appassionati che pubblicano in
proprio o alla colluvie cli «giornali-
ni» o «notiziario» scolastici).
Nell'editoria rampante del fumet-
to, in continua espansione, alcuni
elementi sembrano emergere e ca-
ratterizzare la recente produzione:
l'esasperazione e brutalizzazione
della sessualità, l'enfatizzazione del
I «Yellow Kid» fu pubblicato nel
1895 e può considerarsi la prima
forma di fumetto
potere del denaro e della ricchezza,
la liberazione sregolata dell'aggres-
sività e della violenza, l'insofferen-
za di un ordine morale, di una qual-
siasi regola di vita, di un'etica pub-
blica o privata, la frenetica rincorsa
alle occasioni di piacere, la mitizza-
zione del successo e della« fortuna»
per una vita gaudente sorda e indif-
ferente ad ogni problema. E anche
quando una «morale» sembra at-
traversare la trama di un racconto,
si avverte l'ama{o sapore della reto-
rica e della falsità (come è nel caso
di alcune testate uscite in edicola in
questi mesi).
Forse aveva ragione Edgar Morin
quando, qualche anno fa in un suo
famoso saggio dal titolo «L'indu-
stria culturale» scriveva: «Dalla va-
canza dei grandi valori, nasce il va-
lore delle vacanze». E interpretava
l'esasperata ricerca di divertimento,
cli spettacolo e di evasione come la
conferma di uno smarrimento dei
grandi sistemi di valore (lo Stato, la
religione, la famiglia). Per Morin,
l'esplodere della domanda di gioco-
spettacolo denuncia la decadenza di
una società in cui si sono sbriciolate
le grancli trascendenze. « In questo
senso - conclude l'acuto studioso
francese - il tessuto dell'indivuali-
smo moderno è di fatto nichilista a
partire dal momento in cui nulla
viene a giustificare l'individuo se
non la felicità personale». Come
opposizione, spesso inconsapevole,
al nichilismo nasce l'humour, che si
può esprimere in versioni disparate:
la satira, l'umorismo assurdo, l'e-
vasione divertita, la rozza distrazio-
ne. Questo può spiegare il prevalere
dell'aspetto umoristico e divertito
(anche nei toni del sarcasmo e della
parola) che i fumetti attualmente
presentano.
Nel confuso e spesso torbido arci-
pelago delle «nuvole comunicanti»
cercano un loro spazio significativo
anche fumetti a finalità educativa.
Encomiabili esempi sono offerti da
Il Giornalino, La Giostra, Mondo
Erre, Primavera, 11 Messaggero dei
ragazzi ... per citare alcuni titoli.
Cosi alcuni editori cattolici hanno
intrapreso programmi editoriali
molto impegnativi con adattamento
di testi biblici, di esperienze signifi-
cative di Santi e cli proposte di cate-
chesi al linguaggio immediato e co-
municativo del fumetto. È doveroso
segnalare, sul fronte non confessio-
nale, la lodevole iniziativa dell'edi-
trice Comic An; con il patrocinio cli
A.mnesty Intemational, ha diffuso
un volume cli fumetti che illustrano,
con la penna di autorevoli disegna-
tori, vari articoli della Dichiarazio-
ne dei Diritti dell'uomo. Inutile dire
che si tratta di coraggiose iniziative
da incoraggiare e imitare.
Pierdante Giordano

4.3 Page 33

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# _ _ STORIA SALESIANA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
I DICEMBRE 1986 33
ALLE PORTE
DI UN ANNIVERSARIO
La Basilica
del Sacro Cuore
in Roma
fu consacrata
il 14 maggio
1887.
L avetta
dei Colli di Roma
li colleEsquilino è il punto più al-
to della Roma imperiale; la statua
dorata del Sacro Cuore è il punto
più alto dell'Esquilino. Su questa
vetta arrivò D. Bosco poco più di
cento anni fa, dopo venti anni di pe-
regrinazioni e di umiliazioni, di spe-
ranze e di delusioni, per fondare la
sua prima opera nel cuore del mon-
do cattolico.
Una terra carica di
storia
La via Marsala che da meno di un
secolo scorre lungo tutta la stazione
Termini, era il VALLUM del]e mu-
ra Serviane e per molto tempo, pri-
ma della costruzione delle mura Au-
reliane, era stata usata come fossa
comune per tutti i giustiziati, per i
poveri, per i peregrini, per coloro
che non potevano avere una sepol-
tura decente. Chi riscattò la zona fu
Mecenate, il potente mm1stro di
Augusto che ottenne questa parte
malfamata e selvaggia fuori le mura
e ne fece la zona più bella e ricercata
di Roma, col costruirvi la sua splen-
dida villa in mezzo a meravigliosi
giardini. Mecenate ne fece la culla
della poesia e dell'arte, costruendo
le ville per i più grandi poeti e artisti
di Roma.
Caduta la potenza di Roma si im-
padronì del colle una selva intricata
ed inospitale fino alla riscoperta
della zona in periodo rinascimentale
specie per opera del cardinale Felice

4.4 Page 34

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34 · 1 DICEMBRE 1986
Peretti, il futuro Sisto V, che vi co-
strul una splendida villa con dei fa-
volosi giardini. Diventò il belvedere
di Roma e dal colle della giustizia,
una montagna di terra che per i la-
vori delle terme di Diocleziano ave-
vano coperto le mura serviane, si
dominava tutta Roma.
R oma capitale
si trovò la sgradita sorpresa di galle-
rie aperte dai romani per estrarre la
pozzolana, per cui in alcuni punti si
dovette scendere a 18 metri di pro-
fondità. Questi lavori inghiottirono
in un baleno tutti i fondi raccolti e si
restò con le fondamenta appena ini-
ziate ed una grande delusione in tut-
ti, specialmente in Leone Xill che
aveva preso tanto a cuore quest'o-
pera.
L'Esquilino djventa, dopo la pre-
sa di Roma, un grande cantiere che
deve dare alla capitale d'Italia i mi-
nisteri e le abitazioni per il persona-
le; la popolazione aumenta in un
batter d'occhio, il servizio religioso
diventa insufficiente e si pensò subi-
to a costruire una chiesa che potesse
andare incontro alle nuove esi-
genze.
Pio IX aveva da poco proclamato
S. Giuseppe patrono universale del-
la Chiesa e non si vide occasione mi-
gliore di questo nuovo quartiere per
erigergli una chiesa in Roma.
Si cambiò parere nell'ondata di
fervore che investì tutta l'Italia per
la consacrazione delle diocesi al S.
Cuore.
Roma non poteva restare assente
anzi, per la sua posizione di centro
della cattoHcità doveva erigere al
Sacro Cuore il tempio universale' in
suo onore. Promotore entusiasta di
questa idea fu il Barnabita padre
Antonio Maresca a cui si deve in
buona parte l'espandersi della devo-
zione al S. Cuore in Italia.
Bosco e Roma,
molte promesse,
moltissime delusioni
Don Bosco non appena pensò al-
la fondazione della congregazione
salesiana ebbe sempre il desiderio di
fondare una sua opera a Roma.
Molte proposte, molte offerte,
molti promotori e grandi personali-
tà offrirono a D. Bosco la possibili-
tà di creare un'opera a Roma, ma
non riuscì maj a condurre a termine
E ntusiasmi e delusioni
Si istituì subito una commissione,
si raccolsero i fondi con una colletta
in tutto l'orbe cattolico e si mise la
prima pietra il giorno di S. Gioac-
chino, onomastico di Leone XIII
che era succeduto da appena un an-
no al grande Pio IX; era il 16 agosto
1879.
Su 1500 mq di terreno doveva
sorgere il nuovo tempio che venne
iniziato con molto entusiasmo e che
entro tre anni doveva essere com-
piuto. Negli scavi delle fondamenta

4.5 Page 35

▲back to top
-----------#-
una sola proposta persino con tanto
di contratto firmato e di cauzione
versata. Questa altalena durò più di
venti anni.
Intanto Don Bosco si era attenda-
to nei castelli ·romani aspettando
l'ora propizia per scendere a Roma.
Albano, Ariccia, Magliano Sabina,
Ceccano furono solo punti di avvi-
cinamento alla capitale.
La prima dimora romana dei sa-
lesiani fu una camera al primo pia-
no dell'ospedale S. Spirito dove di-
morò per circa sei mesi D. Giuseppe
Scapini che era stato scelto da D.
Bosco come direttore spirituale del
Concettini. Anche questo sì rivelò
un attendamento da nomadi perché
le tende furono spostate ai piedi del
campidoglio in un alloggio di cin-
que camerette date a D. Bosco dalle
suore di S. Francesca Romana per
un debito non estinto e condonato
da D. Bosco. Anche qui la terra non
era adatta per mettere radici; ci vo-
leva la terra dell'equilibrio perchéla
sua opera più colossale potesse at-
tecchire, fiorire e fruttificare.
I Una rara foto della Basilica in
costruzione e alcune immagini
attuali
La mia opera più
colossale...
Annegata nella delusione più pro-
fonda, la costruzione della chiesa,
progettata come tempio mondiale
della devozione al S. Cuore, era so-
lo una serie di trincee molto profon-
de ai cui bordi era cresciuta l'erba;
un cantiere abbandonato, recintato
da un assito di legno sconnesso,
senza futuro.
Leone XIII era molto rattristato
per questo insuccesso così grave
tanto più che i protestanti prolifica-
vano nella zona con uomini e mezzi.
li cardinale Alirnonda, arcivesco-
vo di Torino, nel sentire le accorate
preoccupazioni del papa per la chie-
sa del S. Cuore suggerì la soluzione
del problema: D. Bosco.
- Ma è anziano, malato, con
molte costruzioni in mano e con
molti problemi finanziari ...
- Basta che il papa esprima un
suo desiderio e sarà fatto. Ci furono
delle trattative con il cardinal Vica-
rio ma D. Bosco prese tempo, dopo
tutte le delusioni avute, ed attese la
chiamata del papa a cui rispose con
entusiasmo proponendo subito di
fare a fianco alla chiesa un grande
ospizio per 500 giovani provenienti
da ogni paese e nazione.
..Ma è stata un osso
duro!
Le difficoltà cominciarono in ca-
sa. I membri del capitolo superiore
bocciarono l'impresa con una scon-
certante unanimità: D. Bosco sfo-
derò tutta la sua pazienza e santità e
alla seconda votazione ottenne sette
voti su sette.
Il via era stato dato ma la chiesa a
giudizio di D. Bosco era piccola, il
terreno era molto poco... e si decise
seduta stante di aggiungere 29 metri
ad una chiesa che era stata progetta-
ta per 35 metri di lunghezza. Furo-
no immediatamente comprati 5000
mq di terreno ed il tutto fu presen-
tato al Cardinale vicario che morti-
1 DICEMBRE 1986 · 35
ficato dall'insuccesso precedente fu
atterrito da questa temerarietà di D.
Bosco e non cedette se non per le in-
sistenze delJ'architetto dei sacri pa-
lazzi che era lo stesso che aveva pro-
gettato la chiesa del Sacro Cuore.
Cominciarono i lavori ma anche i
guai; l'impresario non voleva il
cambio di gestione, l'architetto
sembrava essere daUa parte dell'im-
presario, ci fu uno sciopero di mesi
degli scalpellini, l'impresa aveva
chiesto cifre enormi per ritirarsi e
D. Bosco pur di mantenere gli impe-
gni assunti sacrificò dei soldi che
per giustizia non avrebbe dovuto
dare.
Si riavviarono i lavori, ma i soldi
non bastavano mai per cui il santo,
già molto stanco e malato andò a
chiedere l'elemosina in Francia ed
in Spagna per ben due volte, sotto-
ponendosi ad enormi sacrifici.
Cesare Balbo si fece promotore di
un voto nazionale per costruire la
facciata della chiesa e per togliere a
Leone XIII l'onere che si era preso
di pensare lui a trovare i fondi per
questa parte della chiesa Ma anche
il voto nazionale, anche se portò la
belJa somma di 170.000 lire, non co-
prì la spesa intera tanto che delle
quattro statue progettate per la fac-
ciata ne esistono tuttora solo due.
I protestanti pubblicizzavano a
gran voce la bancarotta di D. Bosco
e diedero per certa la notizia che si
fosse rifugiato in America. L'am-
ministrazione di D. Dalmazzo, pri-
mo parroco e procuratore generale
della congregazione era abbastanza
disordinata, sia per l'indole poetica
delJ'incaricato e sia anche per le
moltissime cose che aveva da fare,
comunque tutto questo accentuava
le preoccupazioni di D. Bosco per-
ché i soldi non bastavano mai.
All'inizio del 1887 si scrisse a D.
Dalmazzo che D. Bosco voleva che
la chiesa si consacrasse a maggio di
quell'anno ed il parroco rispose: ma
quale chiesa? Tanto erano indietro i
lavori D. Bosco insistè personal-
mente ed il cantiere si popolò di ben
250 operai che lavorarono in con-
temporanea ed il 14 maggio di quel-
l'anno D. Bosco con D. Rua assi-
stettero alla solenne consacrazione
della chiesa anche se in non poche
parti doveva essere completata do-
po la morte del santo.
Marco Saba

4.6 Page 36

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36 r DICEMBRE t!/86
I NOSTRI
SANTI
DUE GRANDI AMICI
D esidero rendere pubblico
il mio ringraziamento a
Maria Ausiliatrice e a Don Bo-
sco, che ho imparato ad amare
nel corso della scuola salesia-
na, che in molte occasioni ml
sono venuti Incontro per aiutar-
mi a risolvere vari problemi.
Ogni giorno che passa mi ac-
corgo di avere sempre questi
due Grandi Amici pronti a darmi
una spinta per superare la salita
delle difficoltà.
Gennaro Porcaro - Roma
ERO IN MACCHINA
11 13 novembre ultimo scor-
so, ero in macchina con mio
lìglio, quando un'altra macchina
ci venne contro e urtò proprio
dalla parte dove ero io, entrando
dentro. lo Invocai Maria Ausilia•
trice di cui sono devota, chia-
mandola, come faccio sempre,
•Mammina Santa•; credevo dì
non potermi più muovere e Inve-
ce riuscii ad alzarmi e volevo
tornare a casa. Mi consigliarono
manico Savio affinché la proteg-
gesse; e noi l' abbiamo fatto.
Orbene dopo una degenza
ospedaliera di 4 mesi e aver su-
bito un intervento chirurgico alla
testa, la nostra Carmen è ritor-
nata a casa per la gioia nostra e
tutti quanti ìn famiglia.
Per parte nostra appena la
bambina potrà affrontare il viag-
gio verremo a Torino sulla tom-
ba di San Domenico Savio e co-
si ringraziarlo.
Famiglia Ciocca
Trezzo sull'Adda (Ml)
però di andare all'ospedale, do-
FEBBRE E PERITONITE
ve mi riscontrarono la frattura di
ben dieci costole. Mio figlio in-
vece rimase Incolume. Ora sono
Q ualche mese fa, mia figlia
ha dovuto subire d'ur-
completamente guarita e voglio
dire grazie alla Madonna anche
UN TUMORE
genza un intervento per perito-
nite: dopo l'operazione la febbe
non passava malgrado dosi
massicce di antibiotici che la ra-
gazza cominciava a non tollera-
re. Fiduciosa mi sono rivolta a
S. Domenico Savio e a Maria
Ausiliatrice, ho messo sul cusci-
no l'abitino del Santo e In breve
tempo la febbre è scesa. Ora vo-
glio ringraziare pubblicamente
S attraverso le pagine del Bolletti-
no Salesiano.
~no un ex-allievo e vorrei
nngraz,are pubblicamen-
Lettera firmata te per una grazia concessami.
Mia moglie colpita da un tumore
veniva sottoposta a un delicato
intervento chirurgico. Grazie a
Dio e alla Vergine Ausiliatrice
UN ESAME E UNA
SITUAZIONE DIFFICILE
ora sta bene e non ha bisogno
nemmeno di alcuna terapia ma
solo di periodici controlli.
S la SS. Vergine e Domenico Sa-
vio.
ono un' exallieva e deside-
ro ringraziare pubblica-
Abele De Pasca - Lecce
Antonietta T. De Francesco mente Maria Ausiliatrice per l'e-
Roma sito positivo di un esame che mi
dava notevole preoccupazione.
In questo momento mi trovo GRAVI EMORRAGIE
in una situazione molto difficile DOPO IL PARTO
e prego fervidamente la Mam-
NON TROVAVA LAVORO
S ono una madre di fami-
glia; ho un figlio con venti-
due anni, diplomato e non trova-
va lavoro. Quante domande ha
fatto, ma purtroppo accompa-
gnate da grandi delusioni.
Ero disperata, come buona
credente del Santo Vangelo che
dice •bussate vi sarà aperto;
chiedete vi sarà dato•, con fer-
vore mi sono rivolta alla Divina
Prowldenza.
Oggi, con mia grande gioia,
mio figlio ha trovato un Impiego
ed è contento. Di tutto cuore so-
no a ringraziare Maria Ausiliatri-
ce che mi ha esaudita.
ma Celeste perché intervenga
in mio aiuto e faccia ritrovare la
serenità a me e alla mia fami-
glia.
Invio distinti saluti e Vi prego
di non pubblicare Il mio nome.
Lettera firmata
LA PICCOLA CARMEN
È TORNATA A CASA
e i trovavamo di fronte ad
un caso estremamente
disperato riguardante la salute
della nostra bambina di soli 2
mesi.
S ono un'ex-allieva delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice.
Nel febbraio di quest'anno e
precisamente il 12, giorno delle
ceneri, sì sparse la voce In pae-
se che una mamma giovanissi-
ma, dopo aver dato alla luce un
bambino, versava in gravissime
condizioni: infatti dopo Il parto,
aveva continue emorragie e non
riceveva il sangue che le veniva
dato.
Ml ricordai di Sr. Eusebia e la
pregai dicendole: - Pensaci tu,
guarda che M Grazia è madre
di due bimbi. Giorni dopo, mi re-
cai all'ospedale e portai a
M. Grazia il depliant di Sr. Euse-
bia, dicendole: - Ho pregato,
per te, questa nostra suora ed
Lettera firmata Del conoscenti ci hanno con- ho promesso che avrei reso no-
Borgo San Da/mazzo (CN) sigliato di rivolgerci a San Do- ta la grazia. - M. Grazia ml rin-
graziò, tenne il depliant con
l'immagine di Sr. Eusebia. Dopo
una settimana, quando sembra-
va che tutto fosse ristabilito, tro-
vai una sorella di M. Grazia in
lacrime che ml disse che era
nuovamente peggiorata e dispe-
ravano di salvarla.
Allora, a voce alta, mentre
passeggiavo con una mia ami-
ca, dissi: - Ora, Sr. Eusebia,
voglio vedere quello che sai fa-
re! - La mia amica mi fece no-
OPERAZIONE AL CUORE
e on infinita riconoscenza
dico grazie a M. Mazza-
rello per la cui intercessione ho
superato la difficile prova di
un'operazione al cuore. Poiché
era l'anno centenario della sua
morte la pregai che mi pagasse
la festa• ridonandomi un po' di
salute. Ora a distanza di quattro
anni, nell'ultimo controllo il dot-
tore ha detto: •è una cosa mera-
vigliosa! Il suo cuore funziona
meglio di quello di una persona
sanai•.
Sr. Giulia Ciane/osi - Novara
UN CASO DI MENINGITE
S ono una exallieva delle Fi-
glie di M. Ausiliatrice. De-
sidero proprio comunicare una
grazia particolare ricevuta da
S. Domenico Savio.
Espongo brevemente di che
cosa si tratta: Un giovane di 14
anni, Tony, frequentante il 1°
anno di ragioneria, improwisa-
mente è stato colpito da una
febbre altissima. Ricoverato in
clinica e successivamente all'O-
spedale Caldarelli di Napoli si è
diagnosticato •caso di meningi-
te•. Per una successiva com-
parsa di grosse macchie sul cor-
po è stato necessario il traspor-
to all'Ospedale •Cotugno• di
Napoli specializzato per malat-
tie infettive. Ogni cura sembra-
va inutile e si era ormai certi che
non c'era via di scampo. Solo Il
•Santo dei Giovani• S. Domeni-
co Savio avrebbe potuto pren-
dersi a cuore la cosa. Mi ag-
grappai con fede alla preghiera
ed iniziai una novena di fuoco al

4.7 Page 37

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1 DICEMBRE 1986 · 37
piccolo grande Santo. Ero sicu-
ra che mi avrebbe esaudito.
Pregai senza interruzione e con
vera fede. E Domenico Savio
ancora una volta non ha deluso
le mie speranze. Al quinto gior-
no della novena la febbre inco-
minciò a scendere, le macchie a
diminuire e a poco a poco le co-
se andarono sempre più miglio-
rando. Ora il ragazzo è tornato a
casa e va gradatamente ripren-
dendosi.
Anastasia Ambrosia
Ottaviano (NA)
LA VITA IN PERICOLO
PER LE USTIONI
I n un gravissimo incidente
sul lavoro, mio genero
Osvaldo Arlandini riportò ustioni
talmente gravi che ne misero a
repentaglio la vita. Lo affidam-
mo subito a Maria Ausiliatrice
né cessammo mai di invocarla
nei momenti più critici della sua
lunga degenza all'ospedale. E
venne la sospiratissima grazia
che, come per promessa, vor-
remmo pubblicata sul Bollettino.
Luigina Erba - Lu Monf.to (AL)
ESAMI RIUSCITI
P er il buon esito degli esa-
mi dei miei nipoti ho pre-
gato il nostro amatissimo don
Bosco e tutto è andato bene.
Una Nonna
MOMENTO PARTICOLARE
S ono una ragazza di 19 an-
ni e desidero sia reso pub-
blico il grazie che devo a tutti i
Santi Salesiani per il loro conti-
nuo aiuto in molte circostanze
della mia vita e per quello elargi-
to a mio fratello in un momento
molto particolare.
Continuo fiduciosa nella pre-
ghiera implorando protezione
per tutta la mia famiglia.
Toro M.A. - (CT)
DUE GRAZIE
DA D. BOSCO
D a due anni mio zio sacer-
dote era affetto da una
grave forma di mal di reni. Du-
rante le vacanze natalizie si è
dovuto sottoporre ad un delicato
e urgente intervento chirurgico.
Allergico ad alcune terapie c'era
molta preoccupazione per la
buona riuscita dell'intervento.
Ci rivolgemmo a D. Bosco e tut-
to andò bene.
Nella scorsa primavera io mi
ammalai di un grave deperimen-
to organico. Colpita da continuo
vomito e singhiozzo stentavo a
reagire alle cure mediche. Mi ri-
volsi ancora una volta a D. Bo-
sco e anche questa volta non ha
mancato di ascoltarmi.
Con enorme riconoscenza.
Jenny G. - Torino
IN RICORDO
DI DOMENICO SAVIO
S ono un giovane di quattor-
dici anni e porto il nome di
Domenico Savio.
Quest'anno all'lstltuto Tecni-
co per il Turismo «Marco Polo•
di Palermo ho avuto per ins&-
gnante di Religione, un sacer-
dote salesiano, Don Natale Zuc-
caro, che un giorno ha presen-
tato in classe il Bollettino Sal&-
slano,· mettendo ìn evidenza le
varie interessanti rubriche del
periodico mensile e tra l'altro ci
ha invitato a leggere le relazioni
di grazie ricevute per interces-
sione dei Santi Salesiani.
Mi ha colpito la foto di Dome-
nico Savio e mi sono ricordato
che portavo il Suo nome per
grazia ricevuta al momento del-
la nascita. Tornato a casa ho vo-
luto conoscere i particolari; ec-
coli:
Alcuni giorni prima del parto;
era awenuta la disinfestazione
della casa colonica, dove abita-
vamo. Mia mamma, passando
sulla veranda, tra l'altro priva di
recinzione, scivola malamente a
terra, a motivo del disinfettante,
rotolando poi nella sottostante
vigna. Perde i sensi; viene rico-
verata d'urgenza in ospedale. I
medici che la visitano sono una-
nimi nell'affermare che la vita
del nascituro era gravemente
compromessa e invitano i miei
genitori a non farsi delle illu-
sioni.
Una ostetrica dell'ospedale
pone al collo di mia mamma una
medaglietta di Domenico Savio,
il santo delle culle, invitandola
ad avere tanta fede nel suo pa-
trocinio. Lo stato di salute di mia
mamma intanto continua a peg-
giorare, destando viva preoccu-
pazione nei medici che l'assi-
stevano. Poi improwisamente i
dolori scomparvero e mia madre
contro ogni speranza riacquista
le forze e dà alla luce un bel ma-
schietto sano e vegeto come un
pesce.
Era il 3 settembre 1967. Sono
passati quattordici anni per co-
noscere un po' meglio Domeni-
co Savio e per capire che la mia
vita la devo a Lui. Ho voluto rac•
contare ai compagni della mia
classe la più bella storia della
mia vita e riconoscente prego di
pubblicarne la grazia.
Riso Domenico - Palermo
Cl HANNO SEGNALATO
GRAZIE
Balma Maria
Basello A. Maria
Barlocco Luigi
Belsito Emma
Boasso Lucia
Boccheselda
Boggio Luigi
Bologna Rosaria
Bonacossa Giuseppe
Bonafede Lucrezia
Bongiorno L. Ignazia
Bonomi Imelda
Borlenghi Luciana
Bovio Maria
Brandine Giuseppina
Cabiddu Barbara
Cadé Giovannina
Cali Ignazio
Cappe Maurizio
Carapelli Iva
Carelli Giulia
Carusone Luigi
Caviglioli Giuseppina
Cieri Giovanni
Ciscato Graziano
Columba Benedetto
Comuzzi Iolanda
Cona Maria
Conti Lavinia
Costan.zo Calogero
De Colle Maria
De Giovanni Vincenzo
Dellarole Giuseppe
Delli Anna Nardin
De Stefano Maria
Di Leonardo Michele
Dogliotti Lucia
Falco Tranquilla
Gaburri Orsola
Gatti Maria
Gaudissand Maria
Inguanti Francesca
Lazzarin Maddalena
Mannea Salvatore
Marcato Maria
Marcone Anita
Marinelli Flora
Montonati Maria
Menaglio Bernardo
Mirano Luigia
Panarello Francesca
Parodi Gio Batta
Pedretti Anna
Perrotta Salvatore
Porru Emanuela
Piccolo Rita
Pulce Saveria
Rastelli Luisa
Rinaldi R. Rosina
Rocca Cecilia
Santandrea M. Teresa
Scalia Giuseppa
Siracusa Sebastiana
Stantero Genoveffa
Testa Annunziata
Testa Clara
Torre Bartolomeo
Treppiedi Francesca
Turco Rosaria
Vallarino Maria
Vassallo Rosalia
Venturoli Maria
Villella Giovanna
Vinciguerra Anna
Viviano Zita
Zamparelli Linda

4.8 Page 38

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38 · 7 DICEMBRE 1986
I NOSTRI
MORTI
ADELE PALMIERI ARCAMONE, t
Castellammare di Stabia (NA)
25/6/1986
Sin dal primo giorno dell'arrivo dei
Salesiani a Torre Annunziata (NA)
per iniziare un aspirantato e un ora-
torio, mamma Adele conobbe Don
Bosco e rimase entusiasta del clima
salesiano.
«Come sarebbe bello avere un fi-
glio da dare a Don Bosco!•.
Con questo sentlmenio iniziò la
sua vita di sposa e il Signore esaudl
Il suo desiderio con la vocazione sa-
lesiana del primo dei tre figil, O. An-
tonio.
Mamma Adele si trovò in casa un
pezzo dell"oratorio di Don Bosco con
i tre figli oratoriani, e visse con gioia
e generosità la sua vocazione di
Cooperatrice. Curò con l'esempio e
la parola la crescita del figli e li alutò
a scoprire e seguire la propria voca-
zione awlandofi all'azione apostolica
e s'impegnò In tutte le forme di apo-
stolato che l'Unione locale veniva
promuovendo.
SALATA ROSALIA, ved. MAG.A-
ROTTO, cooperatrice t Pernumia
(PD} a 87 anni
Ha lasciato in quanti la conobbero
un profondo senso di Dio, espresso
nel lavoro di casa, alimentato dalla
quotidiana preghiera, dalla frequen-
za ai Sacramenti, con la partecipa-
zione alla vita parrocchiale, come
iscritta ali'Azione Cattolica, ai Coo-
peratori Salesiani ed ai Terziari Fran-
cescani. Amava il Papa, il Vescovo,
la Chiesa e la vita, prodigandosi per
la crescita dei 1O figli, lieta dell'offer-
ta al Signore di 5 di essi; 2 sacerdoti,
3 suore, di cui una missionaria (mae-
stra delle Novizie in Costa-Rica). Ot-
timista e aperta al prossimo, partico-
larmente verso quello più bisognoso
di a.luto. Era solita sottolineare gli
aspetti positivi delle persone e degli
awanimenti, dimenticando difetti e
torti. Il suo ultimo gesto di generosi-
tà: una parte della pensione, appena
ricevuta, per l'imminente ordinazio-
ne sacerdotale dal nipote Germano e
l'altra parte per il matrimonio dellani-
pote Monica (•lo non ci sarò alla vo-
stra festa, ma ecco il mio regalo• -
cosi disse).
Sapeva condividere giole e più an- I malati furono i privilegiati della
cora dolori e lutti, animando alla spe- sua amicizia; negli incontri a quat-
ranza e fiducia in Dio e nel suoi santi tr'occhi, come nei pellegrinaggi a
patroni, che spesso invocava: I'Ausì- Lourdes e a Loreto dell'Unitalsl egli
liatrice e Immacolata di Lourdes, era motlvo di gioia e garanzia di sicu-
S. Antonio, don Bosco, padre Leo- rezza.
poldo ed ultimamente Il suo predilet- Ma Il raggio della sua disponibilità
to: Domenico Savio. Ricordava con si estese a tutta la Famiglia Salesia-
nostalgia gli esercizi spirituali a Mon- na, che amò e servi con generosa
1eortone e le feste della Famiglia Sa• dedizione.
lesianal
RON sac. ORESTE, salesiano t
Viareggio a 73 anni
Personalità solida ed equilibrata
pareva non facesse nessun sforzo
per andar d'accordo con tutti.
Abitualmente sereno portava
avanti una notevole mole di lavoro
con metodo, costanza e perfetto do·
minio anche delle situazioni più Intri-
cate.
La diligenza e la passione che po-
se nel suo incarico di economo ispet-
toriale per tanti anni lo resero un
esperto, da più parti consultato, sia
in Congregazione, sia da Istituti ma-
schili e femminili.
Sempre affabile e disponibile,
pronto al consiglio saggio e illumina-
to, traeva queste ricchezze dalla sua
profonda vita interiore alimentata da
una pietà eucaristica e mariana dav-
vero esemplare.
LANCIONI, sac. LANCINO, salesia-
no t Samplerdarena (GE) a 69 anni
Sorretto e conquistato, lui orfano,
dalla paternità esperimentata In te•
nera età in un collegio salesiano,
scelse di stare per sempre con Don
Bosco.
Le malattie, che nel corso della vi-
ta segnarono in profondità la sua sa-
lute, non compromisero la sua labo-
riosità. né la fedeltà al suo dovere di
salesiano e di sacerdote.
Delicato e discreto, generosamen-
te ser~izievoie, ha saputo farsi dono
a quanti lo hanno incontrato, lascian-
do in essi Il ricordo dell'amico buono
e fidato.
LAZZARIN sac, PIETRO, salesiano
t Monteortone-Abano (PO) a 75 anni
CENCINI sac. GINO, salesiano t
Viareggio a 53 anni
Da autentico figlio di Don Bosco fu
un seminatore di allegria, che gli
guadagnava I cuori di quanti, giovani
e adulti, avevano la sorte di Incon-
trarlo.
Chiunque si trovasse In diHicoltà,
trovava In lui un ascolto attento, una
condivisione fraterna e un Interessa-
mento fattivo.
Quasi una specie di magnetlsmo
gli attirava le persone: ogni iniziale ti-
tubanza veniva spazzata via dalla
forza d'urto della sua straripante
umanità.
Una vita tutta spesa In diverse ca-
se e mansioni salesiane nel Trive-
neto.
Nato a Cartura (PO) nel 1910 da
una famiglia tipicamente veneta con
molto lavoro, molti figli, molta pre•
ghiera, a 18 anni, ormai maturo con
un lavoro In mano, entra nell'aspiran•
lato di Trento.
Dopo Il periodo formativo passato
nelle case di Foglizzo (TO), Venezia,
Schio, fu ordinato sacerdote a Mon-
teortone nel 1940 nel pieno della s&-
conda guerra mondiale. Sacerdote e
buon amministratore, offri le sue doti
mente e di cuore nella Parrocchia-
Oratorio di Trieste, Albarè e Mon•
teortone. Innamorato della natura e
dei monti, trovava tempo per prepa-
rare con garbo interessanti docu-
mentari per gli ospiti della nostra ca-
sa di cure termali •Mamma Marghe-
rita• di Monteortone. Era un modo
garbato per entrare nel cuore delle
persone ed elevare Il loro animo a
Dio. Fu sempre ed ovunque salesia-
no, entusiasta della vita, amante del
lavoro, della sana allegria, ottimista e
sereno sino alla fine della vita.
Il suo funerale fu una vera dimo-
strazione di simpatia e di riconoscen-
za di confratelli, amici, medici, alber•
gatori, gente semplice che avevano
visto in lui un vero figlio di don Bo-
sco.
CARBONE slg. MICHELE, Salesia-
no Coadiutore, t Bari a 89 anni
Il Signore gli ha concesso una lun-
ga vita, che egli ha speso al servizio
della Congregazione.
Valente maestro legatore, ha for-
mato generazioni intere di giovani al
mestiere e alla vita. Sue caratteristi-
che: la gioia e l'ottimismo. Amava O.
Bosco con cuore di fanciullo e a
quanti awicinava sapeva dire la sua
parolina efficace, densa di sana alle-
gria, ma profonda di senso cristiano.
ERDO EISENUT sac. FRANCESCO,
salesiano t Varazze a 92 annl
Era il Patriarca dell'lspettorla.
A trent'anni, Don Francesco, ma-
turo per l'esperienzadell'università e
della guerra, ricevette l'abito eccle-
siastico dal Servo di Dio don Filippo
Rlnaldi in visita In Ungheria. Fu con-
sacrato sacerdote a Torino e vìsse la
sua lunga missione di evangelizzato-
re, di oonfessore e di Insegnante, in
Cina, Giappone, Palestina e To-
scana.
Era di carattere forte come la sua
tempra fisica. Fu un uomo di raccolta
vita interiore e di profonda devozione
mariana. Scelse - e fu segno em-
blematico di fedeltà al S. Fondatore
- di farsi chiamare ERDO-BOSCO,
quando In quella parte della sua pa-
tria dovettero cambiare cognome.
Nei suoi occhi, limpidi di eterno
giovane, rimase sempre visibile la di-
sponibilità a voler bene e a lasciarsi
voler bene.
A quanti hanno chiesto Informazioni, annunciamo che LA DIRE·
ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede In ROMA, rico-
nosciuta giuridicamente con D.P. del 2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, avente perso-
nalilà giuridica per Decreto 13-1-1924 n. 22, possono legalmente ri-
cevere Legati ed Eredita.
Formule valide sono:
- se si !ratta d'un legato: • ... lascio alla Direzione Generale Ope-
re Don Bosco con sede in Roma (oppure all'Istituto Salesiano per
le missioni con sede In Torino) a titolo di legato la somma di lire...,
(oppure) l'immobile sito in... per gli scopi perseguiti dall'Ente, e parti-
colarmente per l'esercizio del cullo, per la formazione del Clero e
dei Religiosi, per scopi missionari e per l'educazione cristiana.
- se si tratta invece di nominare erede di ogni sostanza l'uno
o l'altro del due Enti su Indicati:
...annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomi-
no mo erede universale la Direzione Generale Opere Don Bosco con
sede In Roma (oppure l'Istituto Sales/ano per le Missioni con sede
in Torino) lasciando ad esso quanto ml appartiene a qualsiasi titolo,
per gli scopi perseguiti dall'Ente, e particolarmente per l'esercizio del
culto, per la formazione del Clero e del Religiosi, per scopi missiona-
ri e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)

4.9 Page 39

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SOLIDARIETÀ
borse di stuclo
per giovani Missionari
pervenute
alla Direzione
Opere Don Bosco
1 DICEMBRE 1986 39
Borsa: S. Cuore di Gesù, Maria Au-
siliatrice, Domenico Savio e Sr.
Eusebia, in ringraziamento per la
promozione della nipotina, a cura di
una nonna, L. 1.000.000
Borsa: Santa Maria del Cammino,
perché la Vergine guidi Il cammino
dei nostri ragazzi, a cura di N.N.,
L. 1.000.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e s. Gio-
vanni Bosco, invocando grazia e
protezione, a cura di T.A. ,
L. 1.000.000
Borsa: Maria Auslllatrlce e Santi
Salesiani, In ringraziamento e Invo-
cando ancora aiuto In un momento
difficile, a cura di N.N., L. 1.000.000
Borsa: Maria Auslllatrlce e Don Bo-
sco, in ringraziamento e chiedendo
aiuto e protezione, a cura di Cec-
chetto T, Anna. VI, L. 1.000.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco e Domenico Savio, in ringrazia-
mento e per protezione della fami-
glia, a cura di Elisabetta Troncattl,
L. 950.000
Borsa: Maria Auslllatrlce e S. Gio-
vanni Bosco, in memoria e suffragio
del genitori di · Antonelli Concetta,
L. 300.000
Borsa: in memoria di Mario Gualenl,
a cura di Guatenl Rina, BG,
L. 250.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco. proteggeteci sempre,
a cura dì Musuraca Cecilia, Roccella
Jonica, AC, L 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Mons. Verslglla e Don Carava-
rlo, a cura di Nicolettl Aw. Giovanni
e Bonina, CT, L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco e Don Rua, per ottenere grazia,
a cura di M.G.P., Torino, L. 200.000
Borsa: Gesù Sacramentato e Maria
Ausiliatrice, In ringraziamento e In·
vacando sempre protezione, a cura
di A.P., L. 200.000
Borse Missionarie
da L. 100.000
Borsa: Maria Auslllatrlce, a cura di
Usai Giovanni, Terralba, OR
Borsa: Gesù Sacramentato, Maria
Ausiliatrice, Santi Salesiani, per
impetrare grazie, a cura di Viberti-
Cerri, La Morra, CN
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, per protezione, a cura di Vaute-
ro Elìo
Borsa: Papa Giovanni, in ringrazia-
mento per Il 90° compleanno della
Mamma, a cura delle Famiglie Mar-
chisio e Rufatto, Chieri, TO
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, in memoria e suffragio
di Carlo e Maria Camerano, a cura
dei nipoti
Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi
Salesiani, fn ringraziamento e invo-
cando ancora grazie, a cura di Tina e
Monica, L. 500.000
Borsa: S. Giovanni Bosco, in rin-
graziamento e implorando protezio-
ne, a cura di AB., Lanzo Tor.,
L. 500.000
Borsa: S. Giovanni Bosco, in rin-
graziamento per il posto di lavoro ot-
tenuto dal nipote Guido, a cura della
zia Laura, L. 500.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, par ottenere grazia. a
cura di Pinta Guglielmo. Carmagno-
la, TO, L. 500.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo-
5':0, in ringraziamento e Invocando
aiuto e protezione, a cura di R.M.M.,
L. 500.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, ringra-
ziando e invocando protezione, a cu-
ra di A. Tavernili, L 500.000
Borsa: S. Giovanni Bosco, in suffra-
gio del fratello Don Roberto e della
sorelle. Maria, a cura di Sardelli An•
na, Pagani, SA, L. 300.000
Borsa: Ma.ria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Domenico Savio, in ringrazia-
mento, a cura di A.A., L. 300.000
Borsa: Maria Auslllatrice e S. Gio-
vanni Bosco, ringre.ziando e invo-
cando grazie, a cura di B.M.G.,
L. 300.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Domenico Savio, In ringrazia-
mento e per protezione per I nipotini
Daniele e Nicolò, a cura di Longo Ca-
terina, Bosconero, TO, L 200.000
Borsa: Maria Auslllatrlce e Santi
Salesiani, implorando aiuto e prote-
zione in vita e in morte, a cura di Car-
rella Luigi, SA, L. 200.000
Borsa: in memoria di Don Giacomo
Sarti e del padre Giuseppe Dante, a
cura di D. SIivano Sarti, L. 200.000
Borsa: Gesù Sacramentato, Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, Imploran-
do protezione per giovani missionari,
a cura del Laboratorio •Mamma Mar-
gherita• di Verona, L. 200.000
Borsa: In memoria e suffragio di Ne-
gri Mario, a cura della moglie e della
figlia Cristina, L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. Gio-
vanni Bosco, per ringraziamento e
invocando protezione sulla famiglia,
a cura di A.C., L. 200.000
Borsa: In suffragio del salesiano D.
Ettore Mariotro e per grazie ricevute,
a cura della sorella Lina, L. 150.000
Borsa: Maria Auslllatrlce e Don Bo-
sco, per ringraziamento e protezio-
ne, a cura di Donato G. Paolo,
L 150.000
Borsa: Don Bosco, a suffragio del
miei defunti, a cura di N.N.,
L. 150.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, per la salute nella fa-
miglia. a cura di Manavella Maria Ire-
ne, CN
Borsa: S. Giovanni Bosco, a cura di
Giachino Maria, Torino
Borsa: Maria Auslllatrtce e S. Glo•
vannt Bosco, a cura di Alifredi E.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. Gio-
vanni Bosco, In suffragio di mio ma-
rito MarloPeroglio, a cura di P.L., To-
rino
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. Gio-
vanni Bosco, in ringraziamento e In-
vocando protezione, a cura di N.C.,
Imperia
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Don Rinaldi, ringraziando e in-
vocando protezione per I figli, a cura
di P.A.. Torino
Borsa: Maria Auslllatrice e S. Gio-
vanni Bosco, perché ci aiutino, a cu-
ra di Bottino Adele e Angela, Ales-
sandria
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, In ringraziamento, a
cura di A.B.
Borsa: S. Sebastiano e Tutti I San-
ti, pergrazia ricevuta, a cura di Nizza
Salvatore, Avola, SA
Borsa: Maria Auslllatrlce. ringra-
ziando e Invocando protezione, a cu-
ra di N.N.
Borsa: Madonna del Rosario di
Pompei e Don Rua, In memoria del
miei defunti, a cura di Rossello Ric-
cardo, Torino
Borsa: Don Bosco e Papa Giovan-
ni, Invocando protezione per marito
e famiglia, a cura di C.A.
Borsa: Don Bosco. a cura di Stra-
diotto Olga, Riese S. Oio X, TV
Borsa: Maria Ausiliatrice, Santi Sa-
lesiani, proteggete la mia famiglia, a
cura di Quattrini Giorgio, Trento
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, in ringraziamento e per prote-
zione, a cura di Salile Bianca, L'A·
qulla
Borsa: Maria Ausiliatrice, perprote-
zione della famiglia, a cura del Dr.
Umberto Cagianelll
Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi
Salesiani, in memoria e suffragio
della sorella Nicolina e per la salvez-
za dei miei cari, a cura di Montuori V.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, in ringraziamento e In-
vocando protezione, a cura di Simo-
na e Sabrina
Borsa: S. Domenico Savio, proteg-
gete me e Imiei cari, piccoli e grandi,
a cura di Deidda Giuseppina, CA
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di
Totaro Antonietta, Messina
Borsa: S. Domenico Savio, a cura
di Nasi Giovanni, Centallo, CN
Borsa: In memoria del fratello Luigi,
nel/'11 anniversario della sua mor-
re, a cura di Sutera Mascall Gaetana,
EN
Borsa: Maria Auslllatrlce e Don Bo-
sco. invocando protezione e un lavo-
ro per i nipoti, a cura di Lantrit Nives,
Udine
Borsa: Marta Auslllatrice, in ringra-
ziamento e invocando grazia e prote-
zione sulla famiglia, a cura di Soldati
Dovo Anna, Torino
Borsa: Cuore di Gesù, confidiamo
in Te, in suffragio di Mario e Dante e
delle anime purganti, a cura di Pia
Rebora
Borsa: Beato M. Rua, in ringrazia-
mento, a cura di Santi Rita, Aorero,
CN
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Do-
menico Savio, Invocando pace in fa-
miglia e protezione, a cura di Musi
Maria, Salerno

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Spedlz. in abbon. postale • Gruppo 2° (70) 1• quindicina
Per conoscere
come era Il mondo
della Bibbia
nelle epoche
in cui fu scritta
pag. 240
L. 32.000