Bollettino_Salesiano_197512


Bollettino_Salesiano_197512

1 Page 1

▲back to top
BOLLETTINO SALESIANO ORGANO DELLA FAMIGLIA SALESIANA
A. XCIX • N. 12 GIUGNO 197&
Spediz. in abbon. post • Gruppo 2• (70) - 2• quindicina
Vogliamo portare I Cooperatori Salesiani a diventare col/aboratorl coscienti,
Integrai/, a fianco di noi, non sotto di noi: non solo, quindi, fedeli e doclll esecutori,
ma capaci di responsabll/tà apostollche, pur sempre d'accordo e In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
CENTENARIO DELLE
MISSIONI
1975-76
CENTENARIO
delle missioni salesiane
CENTENARIO
del regolamento di Don Bosco
per i cooperatori
Solenne « Veglla di preghiera»
(tutti I Centri si uniscono ideal-
mente alla commemorazione che
si terrà a Valdocco, 1'11 novembre).
Ogni Centro programmerà Ini-
ziative atte a ridestare un nuovo
spirito missionario nei propri mem-
bri e all'esterno. (In ogni Centro
elezione del Conslgllere per le Mis-
sioni; rilancio dei laboratori con
partecipazione al Convegno delle
responsabili, 9-11 novembre '75,
della Giornata Missionaria Sale-
siana; diffusione della stampa mis-
sionaria e Iscrizione alle Pontificie
Opere Missionarie: iniziative di be-
neflclenza per le Missioni più po-
vere); Concorsi a premio tra gli
alunni delle scuole per sensibiliz-
zarli all'ideale missionario - Contatti
personali ed epistolari con i Mis-
sionari ecc.);
Cooperatori Missionari: sensibi-
lizzarsi al problema e preparare ele•
menti idonei;
CONVEGNO MONDIALE
per il Centenario del Regolamento
(Roma, 30 ott. 3 nov. 1976);
Con l'aiuto del Signore cerche-
remo di attuare il seguente PRO•
GRAMMA definito ed approvato dal
Consiglio nazionale il 18 gennaio
scorso.
TEMA DI STUDIO: «COINVOLTI
NELL'IMPEGNO PER LA GIUSTI-
ZIA»
Conferenze annuali:
" Il missionario evangelizzando
promuove la giustizia».
« Cento anni fa il più bel dono
di Don Bosco ai Cooperatori: Il
Regolamento».
Nuovo Regolamento: se ne con-
tinua lo studio e l'esperimentazione.
GIOVANI CC.: INCONTRO
EUROPEO (Roma, 2-6 nov. 1976).
PARTICOLARMENTE INDICATO PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI 61

2 Page 2

▲back to top
LE TAPPE
DEL NOSTRO
CAMMINO
RIELETTA
SUPERIORA GENERALE
In estate: Il Cooperatore non smobi-
lita. Anche in ferie, ai monti o al mare,
è al lavoro. Dà la sua testimonianza di
fede anche se fuori parrocchia; fa da fer-
mento cristiano tra le conoscenze che la
villeggiatura gli consente di fare. Anche
se con sacrificio, punta ad un Corso di
ESERCIZI, perché lo spirito abbia le sue
ferie.
1-4 novembre: GIORNATE DI ORIEN-
TAMENTO SUL TEMA: « COOPERA-
TORI MISSIONARI» (Roma).
9-11 novembre: INCONTRO DELLE
RESPONSABILI DEI LABORATORI.
11 novembre: TUTTI I CENTRI, IDEAL-
MENTE COLLEGATI CON IL SAN-
TUARIO DI MARIA AUSILIATRICE IN
TORINO, FARANNO UNA VEGLIA DI
PREGHIERA COMMEMORANDO I CEN-
TO ANNI DALLA PRIMA PARTENZA
DI MISSIONARI SALESIANI.
1976 DOPPIA RICORRENZA
CENTENARIA
DELLE MISSIONI SALESIANE
DEL REGOLAMENTO CC.
Congresso Mondiale
Roma, 30 ottobre - 3 novembre
Convegno GG.CC. d'Europa
62 _ _ _Ro_m_a,_2_-5_n_ov_e_ mb_r_ e _ _ _ _ _ ____,
Il 9 maggio scorso, alla p resenza del Rettor Maggiore
don L uigi Riccer i, delegato apostolico, e del suo Vi-
cario per le FMA, don Giuseppe Zavattaro, le capitolari
rieleggono Superi-Ora Generale dell'Istituto MADRE
ERSILIA CANTA.
Il voto concorde ricevuto è segno evidente della piena
fiducia delle Capitolari, che nella loro Madre sperimen-
tano la guida sicura, salesiana, ricca di profondi valori
umani e religios~ aperta e sensibile alle esigenze attuali.
Madre Ersilia, già nel precedente sessennio, ha dato
prova di incondizionata dedizione e d'infaticabile amore
per l'Istit uto e per le sue figlie recandosi anche - per
un incontro personale - nelle terre più lontane, affron-
tando oltre trenta viaggi apostolici in quasi tutte le Na-
zioni dell'Europa, dell'Asia, delle Americhe.
È di forte rilievo la sua prudente ma coraggiosa at-
tenzione ai segni dei tempi che, come i Fondatori, ac-
cetta e sollecita le più ardite attuazioni in campo apo-
stolico, catechistico, missionario, specialmente per ciò
che interessa la formazione e l'arricchimento interiore-
salesiano delle Suore e della gioventù.
Nello stesso giorno è stata pure rieletta Vicaria Ge-
nerale 1ltfadre Margherita Sobbrero, già preziosa colla-
boratrice della Madre Generale durante il precedente
sessennio.
Per la Madre Generale e la sua Vicaria, per tutte le
Superiore e le Suore, i Cooperatori offrono la loro fra-
terna preghiera, nella certezza di continuare ad avere
in ogni FMA un'autentica animatrice capace di comu-
nicare quei valori spirituali e quell'ansia apostolica che
costituiscono l'essenziale di una consacrazione totale a
Dio nella famiglia salesiana.
M . R.
<< Desidero affermare che le porte delle nostre case e dei
nostri cuori sono cordialmente aperte a lavorare nel campo
dei Cooperatori... >> (Madre E. CANTA).
Venticinque anni di sacerdozio, vissuti in ge-
nerosa dedizione ai giovani e ai cooperatori, sono
un fatto importante e meritano attenzione e ricono-
scenza.
Per questo la nostra preghiera e iI nostro vivissimo
augurio per Don MARIO COGLIANDRO, Segre-
tario Generale, che il 18 giugno celebra questa sua
ricorrenza.

3 Page 3

▲back to top
RISPOSTA AD UNA DOMANDA
Caro Don Buttarelli,
mi chiedi se una parrocchia affidata ai Salesiani possa
prescindere dalla componente salesiana dei Cooperatori.
Sono persuaso che no.
Sai che mi occupo delle nostre parrocchie in campo mon-
diale e leggendo la storia delle loro fondazioni ho riscon-
trato che i Vescovi, nell'affidarci le parrocchie in numero
sempre crescente, erano mossi, comunemente, non tanto
perché a corto di preti, quanto perché venivano a conoscenza
dei mirabili frutti di un nuovo stile di apostolato, che in-
contrava presso i giovani e presso il popolo. Era un clima di
simpatia che subito, anche là dove all'inizio fummo avver-
sati, rapidamente si diffondeva attorno, suscitando consensi
e facendo opinione: era un modo di fare che riusciva sim-
patico. Allora quel modo non aveva un nome, oggi lo chiame-
rebbero «carisma salesiano». Di fatto era un modo di agire
- maturato nell'esercizio di un tirocinio pratico - aperto,
cordiale, giovanile, rumoroso come piace ai giovani e al
popolo; non bigotto, ma esuberante, di assalto, ed impe-
gnato, che trascinava. Era uno stile comune a tutti i Sale-
siani e che si comunicava anche ai collaboratori che ci
aiutavano nelle attività dell'oratorio, del teatro, delle squa-
dre sportive e che sentivano l'attrattiva della pratica sacra-
mentale, l'amore a Don Bosco e a Maria.
Fatto sta che, presi in questo vortice di attività di bene.
intieri quartieri cambiarono volto.
I giovani più grandi collaboravano con noi; divenuti
grandi portavano i figli e rimanevano nelle associazioni
sempre fiorenti, perché costantemente alimentate da una
larga base. Di dirigenti allora non difettavamo, ma ne ave-
vamo un nugolo.
Poi ci fu la bancarotta dell'associazionismo ed anche noi
entrammo in crisi. Dove si erano dispersi tanti collaboratori?
E perché?
Perché di Don Bosco avevamo imparato quasi tutto, ec-
cetto il meglio e che era il suo segreto. Don Bosco, infatti,
per una scelta illuminata da Maria, e per la esperienza di
tanti abbandoni sofferti da parte dei suoi collaboratori, aveva
capito che la stabilità della sua opera era legata alla stabi-
lità dei suoi collaboratori, a lui legati da una identità di ideali
apostolici.
Per questo aveva pensato, con l'aiuto della Vergine, ai
Salesiani Interni, quelli in comunità, e a quelli esterni, gli
odierni Cooperatori. Entrambi insostituibili, nei disegni di
Dio, nel lavoro salesiano. Perché essi garantiscono la con-
tinuità dello spirito. Noi allora, t rascinati dal successo, non
ci riflettemmo e non ci occupammo di formare i dirigenti -
che Dio ci mandava numerosi - alla salesianità, al nostro
stile spirituale. Non lo trasfondemmo nei collaboratori di ieri
e fu un danno che oggi paghiamo.
Perché è un tale stile i l nostro che non può vivere senza
una cultura spirituale e umana, una preparazione e un ti-
rocinio, un'ascesi che lo porti a maturità.
Occorre, certo, esser chiamati a questo: e c'è una voca-
zio·ne anche per il Cooperatore. Lo stile, lo spirito, sono
grazia che Dio non fa mancare per i suoi disegni. Suscitare
risposte a questa grazia vuol dire aiutare il collaboratore ad
ascoltare Dio che chiama. Ed è compito dei fratelli Salesiani
compierlo consapevolmente.
Non tutti quelli che ci avvicinano hanno questa voca-
zione, essi pure ci affiancheranno nel lavoro, e ne rispette-
remo lo spirito. Ma un Salesiano che accetta la proposta
pastorale di far Chiesa, se non vuole appiattire il suo spi-
rito, quasi che Don Bosco non sia stato mai suscitato da
Dio, e mutilare la sua salesianità tradendo il dono fatto da
Dio alla sua Chiesa, sente la necessità di farsi animatore
di fratelli di ideale salesiano, per le nuove esigenze che la
storia e lo Spirito impongono.
Allora si che una parrocchia - comunque strutturata
avrà tra noi forze sufficienti per rifiorire a Dio.
Ti saluto.
Dall'Ufficio Centrala Parrocchia (Direziona Generala)
DON GUGLIELMO BONACELLI
COOPERATORI
IN UNA
PARROCCHIA
DEI SALESIANI
Potrà essere utile conoscere un'esperienza iniziata
tempo fa in una parrocchia di Roma, affidata ai Salesiani.
Il parroco, che è anche delegato del Centro Coopera-
tori, invitò i membri del Consiglio pastorale ad una
mezza giornata di ritiro. Vi presero parte con lui alcuni
Salesiani e Figlie cli M.A. che operano nella parrocchia
e un bel gruppo di laici, di cui solo alcuni erano coo-
peratori. Il ritiro si svolse attorno al tema: «La vita di
f ede, di speranza e di carità dei partecipanti al Consiglw
pastorale di una parrocchia salesia11a, trova u11a adeguata
attualizzazione 11e/lo spirito che anima l'unione dei Coo-
peratori». Animatore fu don Bonacelli, direttore della
Casa Generalizia, esperto di parrocchia e un tempo
delegato cc. Iniziò da quanto afferma il Vaticano sui
laici: la loro responsabilità nella evangelizzazione e la
possibilità di inserirsi nella conduzione di una par-
rocchia. Mise in risalto la duplice circostanza di quei
membri del Consiglio: condividono con i Salesiani la
missione apostolica; esperimentano lo spirito con cui
questi operano, che è poi quello salesiano. Anzi questi
membri attivi anch'essi lo vivono quasi senza accorger-
sene, per cui niente di più normale che tra loro s organo
vocazioni come Cooperatori. Perché non pensarci e di-
ventare «salesiani esterni>>, impegnandosi con i Sale-
siani religiosi? I vantaggi sono evidenti e non soltanto
personali (risposta ad una chiamata dall'alto, sostegno
morale perché inseriti in una grande famiglia, maggiori
mezzi di formazione...), ma anche comu11itari: più
braccia a lavorare col medesimo stile di vita.
Il discorso non cadde a vuoto. Il 24 gennaio u.s.
festa. di S. Francesco, al termine di una concelebrazione
(il delegato ispettoriale, il direttore dell'Opera (( Gerini »
e il parroco don Della Bianca), nove membri del Con-
siglio divennero cooperatori ricevendone l'attestato.
Natural.mente a questo traguardo si arrivò gradual-
mente, dopo lo studio del N. Regolamento, dopo rifles-
sioni sulla spiritualità salesiana, ecc. La parrocchia ora
sa di poter contare s u questo bel nucleo di membri del
Consiglio. Non c'è il pericolo che questo si riduca ad
essere un organismo puramente tecnico: lo spirito di
questi nuovi cc. (e degli <<anziani » che già vi lavorano)
li anima ad una serie testimonianza cristiana.
Tutto ciò, molto semplice in sé, ma ricco di prospet-
tiva, è stato già attuato con successo in alcune parrocchie
salesiane. L'esperimento non potrebbe essere esteso a
tutte le altre ?
E.D.B. Roma 63

4 Page 4

▲back to top
PREGARE PRESSO LE MEMORIE
DEI MARTIRI
VISITARE PIETRO
NELLA PERSONA DI PAOLO VI
PER RICONFERMARCI
NELLA FEDE E NEL PROPOSITO
DI CONVERSIONE:
PER QUESTO AROMA
NELL'ANNO SANTO
SABATO 10 MAGGIO, Catacombe di S. Callisto,
tra tanto verde, assemblea di preghiera.
Venuti da ogni parte d'Italia in numero di circa
2500, abbiamo pregato a l~o per le grandi in-
tenzioni dell'Anno Santo, riflettendo sulla neces-
sità di una personale riconciliuione con Dio e i
fratelli, abbiamo preso nuovo vigore meditando
sulla testimonianza dei martiri.
Poi, stretti attomo al successore di Don Bosco,
di cui ricordammo il 50° di sacerdozio, abbiamo
celebrato l'Eucarestia. Il canto diffondeva, sullo
sfondo di uno splendido crepuscolo romano, la
gioia dei cuori. L'offertorio (oltre un milione di
lire da destinarsi ad una microrealizzazione in
zona di missione, e doni tipici dalle re~ioni) signi-
ficò l'impegno di donarsi sempre piu generosa-
.mente per i fratelli.
64

5 Page 5

▲back to top
DOMENICA n MAGGIO, a S. Pietro, in più di
cinquemila, tra una folla cosmopolita eccezional-
mente ampia.
E il momento più ecclesiale del Pellegrinaggio :
ci stringiamo attorno al Vicario di Cristo per dirGli
ancora, se pur ve ne fosse bisogno, la nostra fe-
deltà; partecipiamo alla «Giornata delle Comuni-
cazioru sociali»; il nostro dono alPapa all'offertorio
(un proiettore cinematografico sonoro da 16 mm),
è significativo di questa adesione. Il Credo di que-
sto giorno è recitato con più forma e maggiore con-
sapevolezza. La « Comunione eucaristica » (dieci di
noi la ricevono dal Papa) ci mette in vera comu-
nione con tutti i fratelli di fede.
All'« Angelus» uniamo con slancio salesiano il
nostro applauso fragoroso a quello degli altri cen-
tomila.
Il Rettor Maggiore, don Raineri, don Fiora, don
Cogliandro e tanti altri salesiani sono tra noi, ve-
ramente lieti di questa primavera salesiana.
65

6 Page 6

▲back to top
COOPERATORI
SACERDOTI
UN GRUPPO
DI STUDIO
Come dare nuovo vigore
a questo settore dell'Associazione1
Como presentarlo
al cloro diocesano oggi 1
Vanno tenute in grande considerazione e diligen-
temente incoraggiate le associazioni che, in base a
statuti riconosciuti da/l'autorità ecclesiastica compe-
tente, fomentano - grazie ad un modo di vita con-
venientemente ordinato e approvato e all'aiuto fra-
terno - la santità dei sacerdoti ne/l'esercizio del loro
ministero, e mirano in tal modo al servizio di tutto
l'Ordine dei Presbiceri. (Vat. Il - PO, 8).
Dopo la promulgazione del nostro N. Reçolamento,
si è sentita la necessità di approfondire la fisionomia del
cooperatore sacerdote e studiare , 111odi per ripresentarla,
i11 forme rimun:ttte e più consone alle esigenze attuali, al
clero diocesano. A questo fine è stato costituito un
Gruppo di studio•• composto prevalentemente di sa-
cerdoti che, avendo essi stessi vissuto la vita salesiana
come cooperatori, potessero offrire, insieme ad alcuni
salesiani esperti, un apporto di idee e di suggerimenti
pratici.
Il gruppo si è riunito in un clima di vera fraternità,
dalle ore 12 del 25 aprile se. fino alle ore 13 del giorno
seguente, presso la Casa Generalizia (Roma), presenti
don Raineri, don Cogliandro, don ButtarelJi. La compo-
sizione era varia per le mansioni esercitate dai parteci-
panti, per l'età, e per la provenienza; si potrebbe ag-
giungere anche per il grado di esperienza di vita sale-
siana, più o meno intensa (tra l'altro: due erano soltanto
simpatizzanti e due erano stati già salesiani).
I sacerdoti partecipanti erano: don V. Spinelli, S. Mi-
chele (Ba) - mons. V. Ciufoli, Gubbio (Pg) - don E. Fu-
sari, Camiara (Pg) - don A. Pietrantoni, Giulia110 di
Roma (Fr) - don R. Garofoli, G1,aldo Tadino (Pg) -
don A. Silvestrelli, Rieti - don A. Santilli, Colli (Is) -
don l\\1. Randellini, Arezzo - don V. Consumi, Colle
Val d'Elsa (S,) - don L. Mattoni, Ceccano (Fr) - mons.
L. Razza, Frascati (Roma) - don P. Fuoco, Cerro (ls) -
mons. S. Fiaschitello, Noto (S1) - don S. Bellassai, Mo-
dica (Rg) - don R. Micischt, S. Apollinare (Fr) - don
P. Casati, Verona - don S. Tomassini, lsen1ia - don
M. Zanin, Pegolotte (Ve) - don A. Sacchetti, Sette-
66 frati (Fr).
Don Aubry ha svolto il tema: «L'identità del Coope-
ratore Sacerdote•• in questi punti:
1. Don Bosco non ha mai concepito la sua opera senza
l'aiuto di sacerdoti diocesani •associati•; 2. Nella
Chiesa del Vaticano Il iJ sacerdote cooperatore ha an-
cora il suo posto; 3. Che cosa apporta al sacerdote dio-
cesano il fatto di essere Cooperatore? Che cosa esige
da lui?
Don Midali ha trattato delJa ~ Spiritualità secolare del
Couperatore Sacerdote ».
Dopo una riflessione sui temi, don Buttarelli ha mo-
derato una vivace tavola rotonda sui «'/1,fodi concreti di
essere cooperatore del sacerdote diocesano •• avviata da
quattro testimo11ia11:re vissute dai presenti.
ALCUNE AFFERMAZIONI O PUNTI FERMI
SONO STATI RIMARCATI:
- I cooperatori sacerdoti sono presenti al fianco di
Don Bosco, fin dall'inizio della sua opera (MB. 3, 254;
13, 625).
- Il Coop. Sac. è un sacerdote che vuole vive.re il suo
sacerdozio salesianamente •• all'interno della famiglia
salesiana. Più esplicitamente: è un sacerdote al quale lo
Spirito Santo ha ispirato di vivere il sacerdozio nella
linea del carisma salesiano, all'interno della famiglia sa-
lesiana. Vivendo nel Carisma salesiano egli trova e segue
un modello, il sacerdote Don Bosco, e una famiglia spi-
rituale che lo accoglie. Conseguentemente avrà un par-
ticolare stile di vita sacerdotale, alcune «attenzioni• spe-
cifiche nel ministero (gioventù bisognosa, ecc.), e le-
gami particolari con la famiglia salesiana (che tra l'altro,
lo animerà e lo sosterrà spiritualmente).
- t valida e attuale ancora oggi la figura del Coop.
Sac.; per questo è da incoraggiarne la conoscenza tra il
clero diocesano anche giovane.
- Alla diocesi ed alla parrocchia verranno non pochi
vantaggi daJl'avere molti e validi CC. Sacerdoti, tra
l'altro per l'attenzione particolare che questi avranno
per la gioventù; ma anche perché diminuirà il numero
dei sacerdoti che si sentono soli e quasi smarriti...

7 Page 7

▲back to top
- Bisogna presentare in maniera chiara e completa
la figura del Coop. Sac. Soltanto così si vinceranno al-
cuni pregiudizi e cadranno le barriere che talvolta si ri-
scontrano. Soprattutto si debbono illustrare due aspetti:
chi diventa C. non fa altro che realizzare una «voca-
zione »; facendo così non sarà meno «diocesano » di
altri; sarà vero forse il contrario, perché lo spirito sale-
siano lo spingerà ad essere sempre disponibile, aperto,
desto ai bisogni della parrocchia (e perché non dirlo?
sarà anche più accetto, perché lo stile di vita appreso da
Don Bosco lo presenterà sereno, ottimista, aUegro e
sempre giovane!).
MODI CONCRETI DI ESSERE E DI AGIRE DA C.
Ne sono stati indicati non pochi. Anzitutto, assimilare
bene lo spirito di Don Bosco e viverlo intensamente in dio-
cesi. Cosi sarà anche conosciuto e questa testimonianza
susciterà altre «vocazioni ». Occorrerà però anche par-
lare di questa maniera di essere salesiani e i più indicati
sembra che siano gli stessi Cooperatori Sacerdoti, an-
ziché i Salesiani. - Suscitare o animare un Centro di CC.
nella propria parrocchia, sia pure, talvolta, con l'aiuto
di qualche salesiano. - Cura preferenziale della gwventiì,
anche attraverso l'istituzione dell'oratorio che potrà man-
tenere utili contatti con qualche oratorio salesiano (con-
seguentemente, conoscenza e attuazione del metodo edu-
cativo inse.gnato da Don Bosco). - Essere punto di in-
contro delle forze salesiane locali (amici, exallievi ed
exallieve, parenti di salesiani, ecc.). - Diffondere la de-
vozione a Don Bosco, anche come occasione e mezzo per
farne conoscere lo spirito e il messaggio educativo. -
La stessa diffusione del Bolkttino è uno dei tanti modi
di essere cooperatore nella propria parrocchia.
PROPOSTE - SUGGERIMENTI... RIMPROVERI
Urge rilanciare il settore dei cooperatori sacerdoti tra-
scurato dai salesiani in questi ultimi tempi. Bisogna
riprendere gli incontri periodici e le «Giornate salesiane i>
per il clero; mantenere contatti con i mezzi più svariati,
anche con specifiche circolari periodiche; preparare un
sussidio che serva ad illustrare la figura del Coop. Sac.;
organizzare nuovamente corsi di esercizi per cooperatori
sacerdoti e simpatizzanti. In prospettiva: non si po-
trebbe pensare ad un Istituto Secolare Sacerdotale? Se
ne sente il bisogno (magari, in fase transitoria, creare dei
gruppi di cc. sacerdoti a fianco delle comunità salesiane;
sarebbe un primo passo...).
UNA TESTIMONIANZA PER TUTTE!
<• In diocesi vivere nello spirito salesiano e avere un
contatto con la famiglia salesiana sono per me una sor-
gente di luce; vi trovo un respiro di sollievo... »(Don M.R.).
CONCLUDENDO...
DOBBIAl\\10 AGIRE. LA VIA CI È STATA IN-
DICATA; SIAMO STATI CONFERMATI, SE
PURE VE NE ERA BISOGNO, SULLA VALIDITÀ
DELL'IDEA. Al CONSIGLI ISPETTORIALI, ED
IN PARTICOLARE AI DELEGATI ISPETTO-
RIALI, SONO AFFIDATI I RISULTATI DEL
GRUPPO DI STUDIO PERCHÈ SIA RIORGANIZ-
ZATO IL SETTORE DEI COOPERATORI SA-
CERDOTI.
NB. La conferenza di don A-ubry sarà stampata e
diffusa).
LA TESTIMONIANZA
DEGLI ALTRI
(dalle varie relazioni)
Cison - Moglia110 - Pordenone - S. Do-
di Piave - Tarcento - Tolmezzo -
Trieste - Udine - Venezia (S. Giorgio)
- Vigonovo. La giornata si svolse al-
1'insegna della praticità e dello spirito
di famiglia. Don B. Martelossi, dele-
gato ispett. e Enzo Martina, coordi-
natore ispett., si ripromettono buoni
frutti dal convegno.
BRINDISI - I Cooperatori vivono
il loro impegno di apostolato inseriti
nei vari settori della parrocchia, ve-
ramente generosi nel prestarsi per
ogni occorrenza. In essi il parroco
può dire di trovare disponibilità e col-
laborazione. Ne è prova la riuscita
della «Giornata della fedeltà. al Papa
ed ai Vescovi >►, celebrata il 31 mag-
gio u.s. Preparata nei dettagli dal
Consiglio ed estesa ad ogni categoria
di persone, vide un'ampia partecipa-
zione. Alla Liturgia della Parola fece
seguito la conferenza del prof. P. Mu-
lé, cooperatore. Ricco di significato
l'ampio messaggio di fedeltà al Papa,
formulato con il contributo di più
persone e sottoscritto dai presenti.
Significativa anche la presenza, in
rappresentanza del Vescovo neo-
eletto, del Vicario Generale e diret-
tore diocesano dei cc. mons. Armando
Franco, che presiedette una solenne
Concelebrazione eucaristica. II 20
maggio precedente era stata tenuta
da don Buttarelli, con larga parteci-
pazione, la conferenza annuale.
ROMA, 25 maggio - Ben riuscito
il tradizionale «Oscar Don Bosco >>,
con premiazione dei ragazzi che si
sono distinti nella conoscenza di Don
Bosco e Domenico Savio, svoltosi con
particolare entusiasmo e solennità
presso l'istituto Sacro Cuore.
VENETO (S. Marco) - Riuscito
incontro dei Consiglieri locali e ispet-
toriali a S. Donà. di Piave il 9 marzo
us. Vi parteciparono l' ispettore don
Sartori e don Buttarelli. Presenti i
centri di Castello di G. - Chioggia -
TOSCANA - Per varie circostanze
l'associazione in Toscana è in situa-
zione di ristagno. Ma si profilano al-
l'orizzonte dei buoni segni che fanno
sperare in una rinascita dei Coopera-
tori. (Perché proprio la Toscana do-
vrebbe essere refrattaria ? Non ha an-
ch'essa un passato salesiano che me-
rita ogni riguardo?). Il via alla ri-
presa lo diede un riuscito incontro,
tenuto a Pisa i.I 27 dicembre, tra de-
legati e segretari coordinatori dei
centri. Recentemente si è svolto, e
merita una particolare attenzione, un
incontro tra giovani che operano nelle
case salesiane toscane e il gruppo
gg.cc. di Bologna. La finalità: presen-
tare loro un'ipotesi di lavoro come
gg.cc. Il gruppo di Bologna (circa 20)
ha partecipato attivamente animando
la giornata nell'Assemblea, nei gruppi
di studio, nella Liturgia, durante la
quale sei giovani hanno preso )'atte- 67

8 Page 8

▲back to top
SpediL in abbon. posiate • Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Ouindlcln•I• di Informazione e di cultur• rellgios•
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-
meriti e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: via Maria Au-
siliatrice, 32 - 10100 Torino - Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Teresio Bosco
Redattore: Armando Buttarelli
Autortu. del Trib. dJ Torino n. 403 del 18 febbraio 1949
C. C. Post.aie n. 2-1355 lntHtato a: Direzione Generale
Opere Don Boaco - Torino
C.C.P. 1-5115 lntest. Dir. Oen. Opere D. Bosco Roma
Per cambio d'Indirizzo inviare -hel' indirlno precedente
stato. I partecipanti, una ottantina,
provenivano da: Bologna, Colle Val
d'Elsa, Montecatini, Chiuina Una-
nese, Carrara, Livorno, Arezzo, Fi-
renze, Manna di Pisa, Pisa (sdb),
Pisa (Ima), Genova (Cors9 Sardegna
/ma), Pietrasanta.
Erano anche presenti: don Sco-
scini (Del. isp. Toscana), Sr. Carrai
Del. ispettr. Toscana), don Faoro
Del. isp. Liguria), Màncini Elena
~segretaria del Cons. isp. Toscano),
il Delegato di Marina di Pisa, Sr.
Maria Bianchi e altre delegate locali.
Da Roma parteciparono don Butta-
relli e due gg.cc. del Gruppo centrale.
Tra le proposte avanzate ci fu quella
di rivedersi per uno o due giorni, per
approfondire e meditare la proposta
a gg.cc.
VISPETIORIA NOVARESE ha
svolto un analogo incontro, ad Ales-
sandria il 27 aprile se., tra alcuni
gg.cc. di vari centri dell'Ispettoria ed
altri giovani vicini al nostro spirito.
Al mattino, conversazione di don
M. Lavateli.i, che ha toccato molti
punti della problematica giovanile e
Celebrazione Eucaristica, durante la
quale sono entrati nell'Associazione
due nuovi cooperatori. Dopo il pran-
zo, occasione propizia per conoscersi
meglio, la tematica si è fatta più pra-
tica, attraverso la testimonianza di
tre gg.cc. di Torino che hanno illu-
strato l'attività che svolgono a favore
di giovani di famiglie di disagiate con-
dizioni economiche. Quindi breve di-
battito, durante il quale sono stati
chiariti altri punti dell'esperienza.
Non c'è stata una vera e propria con-
clusione della giornata, eccezion fatta
per il breve pensiero di don Morino,
Delegato isp. che ha solo evidenziato
alcuni spunti offerti dagli amici di
Torino. La ~ornata voleva essere una
base di lancio, solo un seme: un pri-
mo approccio in cui gli sparsi ~.cc.
dell'Ispettoria si sono conosciuti ed
altri hanno ricevuto una prima sug-
gestione. Un momento che speriamo
abbia un seguito.
FAMIGLIA SALESIANA
GIORNATE E INCONTRI
L'Ispettoria Novarese ha svolto la
Giornata della Famiglia salesiana in
due località: a Borgomanero (NOtJara)
(9 marzo); Borço S. Martino (No-
vara) (I6 marzo), cosi da facilitare la
partecipazione di più persone.
L'Ispettoria romana ha svolto an-
ch.'essa un incontro, di una inte.ra
giornata, a Roma - S. Ct«>re, il
I6 marzo.
L'Ispett-0ria Meridional.e vi ha dato
un'importanza particolare tenendo
l'incontro con una durata di tre
giorni, e cioè dall'8 febbraio pom. al
10 seg. a Marti,,a Fra,zca (Taranto).
Contemporaneamente, e dedican-
dovi ancora più tempo (dal 7 feb-
braio sera a tutto il 10 seg.) hanno
svolto un «incontro interispettoriale t
le Ispettone S,ibalpina e Centrale a
Candia Canavese, con relazioni di
don G. Aubry e con la presenza anche
di don G. Raineri.
L' Jspettoria Verieta San Ze110 ha
svolto l'incontro a Vero11a-Saval (il
9 marzo pom. e l'intera domenica 10),
incentrando i lavori sul tema dei-
l'impegno per la Catechesi. 1A Ve-
tieta S. Marco l'aveva già svolta il
12 gennaio a Porde,u:me.
CENTENARIO DELLE MISSIONI
PER UN CONTATTO DIRETTO CON I MISSIONARI
VISITA ALLE MISSIONI SALESIANE DELL'INDIA
Fine novembre - primi dicembre 1975 - Per tutti i Cooperatori
d"Europa
Richiesta di programmi e informazioni:
Ufficio Centrale Cooperatori - Via della Pisana, 1111 - ROMA
68