Bollettino_Salesiano_193611


Bollettino_Salesiano_193611

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ANNO LX NUMERO 11
1° Novembre
1936 xv
SPEOl,IONE IN ABBO·
NAMENTO POSTALE

1.2 Page 2

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BOLLETTINO PERIODICO MEN-
Anno LX - N. 11
SILE PER I COO-
NOVEMBRE
S A L E S I A N O PERATORI OF,LL.E
OPERE E MJSSIONl
x936 - XV
Spedizione in
01 S. GIO. DOSCO
abbonnmento postale
SOMMARIO: L'ampliamento del Santuario di M. A. - Suft"rarhlamo I nostri MorLI. - Sotto la cupola dell'Ausi-
liatrice. - Dalle nosLre case. - Leuera cli Don Giulivo al glovanJ. - Dalle nostre Miss.Ioni: Mano Grosso (Bra-
"llc) - Mlyazaki (Giappone). - Grazie anrlbuite all'intercessione di M. A. e di S. Glo. Bosco. • Necrologio.
L'ampliamento del Santuario
di Maria Ausiliatrice.
Dati e fotografie ill1'stran.o mens1."lmente l'in-
cremento e lo wiluppo dei lavori di ampliame11to
del nostro caro sàntuario che non tJede l'ora di
poter accogliere com;(mimtemente i divoti della
Vergine Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.
Grazie a Dio ed alla carità dei nostri Cooperatori,
siamo già al tetto, confortati da tm duplice ple-
biscito di affettuosa corrispo11denza ali'appello del
Rettor Maggiore: la sottoscrizione per le colo1111e
e la sottoscrizione per le lesene. Ambedue si so11
chiuse in pochi mesi facendoci sperare la conti-
nU{L.;-ione del generoso concorso di tutti per le
spese ulteriori di cui esse luumo coperto solo
una minima parte.
Mentre pertanto ri11graziamo tutti e singoli i
caritatevoli sottoscrittori, assi.curandoli delle no-
stre preghiere, ci raccomandiamo nuovame11te
agli altri nostri Cooperatori perchè non ci ab-
bando11ino e ci soccorrano nella misura del pos-
sibile.
Indicheremo quanto prima altre particolari ini-
ziative. Intanto la mole dei lavori lascia facil-
mente comprendere le ingenti somme delle spese
generali che richiedo110 il concorso di tlltti, ed a
tutti noi ora doma11diamo qualche elemosina per
la casa di Dio.
Ci incoraggia l'esempio del nostro santo Fon-
datore Don Bosco il quale visse mmdu:arulo la
carità dei buoni e col silo sacr_ijùio meritò dal
Signore le piu ampie benedizioni. Di questigiorni
abbiamo letto nel voi. XV delle Memorie Bio-
grafiche un episodio quanto mai eloquente.
Nell'aprile del 1881 Don Bosco si era recato a
San Remo per u11a conferenza, mm,mziata cinque
giorni prima con una circolare a quei « benemeriti
cittadini».
Erano venuti a mancare i mezzi per la conti-
1mazione dei lavori nella vicina Vallecrosia; a
fine di raccogliere Sllssidi aveva costituito tm co-
mitato di trentasei fra signuri e si..rJnore sanre-
mesi, disposti a questuare _presso le persone cari-
tatevoli di loro co11oscenza. Essi fecero anche la
propaganda per attirare gente ad ascoltare il
Santo, e se ne toccarono con mano gli effetti. [11
quella staziane climatica e babieare i protestanti
avevano se1ninatp a larga mano l'irulifferenza
religiosa; eppure non solo la chiesa di San Siro,
ma anche la piazza era piena di gente desiderosa
di udire Don Bosco.
Il teologo Margotti, che era di San Remo e co-
nosceva la ma città, ebbe a dire che l'aver tirato
tanta ge11te alla ma predica i11 una popola:ione
così fredda per le pratiche religiose gli sembrava
uno dei piùgrandi miracoli operati da Don Bosco.
Sul finire della conferenza il Sa11to di'.sse che
avrebbe egli stesso fatto il giro per la questua e
poi prosegui: - Voi vi meraviglierete forse nel
vedere un prete a girare per la chiesa con la
borsa in mano; ma quando guardo il Crocifisso
e penso a quanto ha fatto Gesù per la nostra
salvezza, prendo volentieri in mano la borsa
e vado a chiedere per amor suo la limosina.
- Raggranellò così ottocento lire. (V. voi. cit.,
pag. 143).
Per l'ampliamento del Santuario di 'Maria
Ausiliatrice t'.l Successore di Don Bosco vi stende
la mano come faceva il Santo. Cari Cooperatori,
siate generosi.
- - 249

1.3 Page 3

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Suffraghiamo i nostri Morti
Vincolo santo.
La festa d'Ognissanti e la Ccmunemarazione di
tutti i fedeli defunti ci richiamano uno dei dogmi
più consolanti di nostra santa Religione, il
dogma della Comu11ione dei Santi. È verità di
fede, e la professiamo esplicitamente nel Credo,
che Nostro Signore Gesù Cristo, fondando la
Chiesa, ha creato un vincolo soprannaturale
che ne lega tutti i membri fra loro, vivi e de-
funti, e fa sl che pl\\l'tecipino tutti agli stessi
interessi ed agli stessi beni spirituali. Grazie
a questo vincolo, tutti i fedeli della Chiesa
militante, uniti fra loro dalla stessa fede, dagli
stcs$i sacramenti, dallo stesso sacrifìzio, pos-
sono aiutarsi a vicenda con le preghiere, coi
meriti e colle buone opere; e possono comuni-
care cogli eletti della Chiesa_trionfante_ in Para-
ci?è_ diso e colle anime sofferenti della Chiesa pur-
gante in Purgatorio. Possono
invocare (
Santi del Cielo e farsene degli mtercesson
presso Dio, incaricandoli di offrirgli le loro
preghiere e di ottenere loro gli aiuti di cui
abbisognano; possono aiutare le anime del
Purgatorio mitigandone le pene e abbrevian-
done la durata.
Ineffabile potere, che tanti cristiani deplo-
rcvolmente trascurano, senza riflettere alle sof-
ferenze indescrivibili delle anime purganti alle
quali son pur legati da vincoli di sangue, di
gratitudine o di carità. In questo mese di
novembre, tutto consacrato dalla Chiesa, dopo
la rapida visione della gloria dei Santi, alla
pietà verso i defunti, ravviviamo pertanto la
coscienza della grande realtà del dogma che
abbiamo ricordato e dell'immenso potere che
ci conferisce in virtù dei meriti della passione
e morte del divin Salvatore.
E, poichè sono a nostra disposizione tanti
mezzi per suffragare le anime purganti, siamo
generosi con esse, pensando che un giorno, e
forse molto presto, avremo ancor noi bisogno
della stessa carità.
Sofferenze inaudite.
Noi non possiamo farci un'idea adeguata delle
pene del Purgatorio. Sappiamo ch'esse soffrono
una duplice pena: la pena del danno, che consiste
nella privazione della vista di Dio, la quale, seb-
benemitigata dalla speranza, è la massima pena
che una creatura possa patire; e la pena del
semo, che, secondo la maggioranza dei teologi,
- - sarebbe la stessa dell'inferno, tolta l'eternità ela
250
disperazione. Qualche cosa adunque che non
trova alcun paragone adeguato nelle pene di
questo mondo, anche le più atroci, e che supera
all'infinito ogni nostra immaginazione. Nume-
rose rivelazioni, accreditate dalla Chiesa, fanno
raccapriccio alla descrizione dei tormenti del
Purgatorio. Eppure è certo che sono soltanto
sensibili rappresentazioni d'una realtà sopran-
naturale infinitamente più spaventosa. Non per
nulla la Chiesa moltiplica i suffragi e prodiga
tutti i suoi tesori spirituali a vantaggio delle
anime sofferenti, sviluppando un culto commo-
vente di pietà cristiana in loro favore. Essa sa
bene che i conti della vita si regolano con
Colui che è misericordia infinita fino all'ora
della morte, e giustizia perfetta ed infinita
dall'ora in cui la morte fissa le sorti delle crea-
ture per l'eternità. Sa che in Cielo non entra
neo di colpa: che i debiti con Dio van saldati
fino all'ultimo centesimo (lVlATI., V, 26): che
se è vero che vi sono peccati che non ottengono
remissione nè in questo mondo nè nell'altro
{MATI'., XII, 32), ci sono dei fedeli che si sal-
vano passando per il fuoco (J Car., III, 15):
che quindi «è cosa santa e salutare il pregare
per i morti, perchè vengano assolti dai loro
peccati» (Il Libro dei. Maccabei, XII, 43-46).
Ond'è che, imitando l'Apostolo S. Paolo, che
pregaYa il Signore a far grazia al defunto Onesi-
foro per tanti servigi che gli aveva reso a Roma
ed a Efeso (Il Tim., I , 16-18), sprona i fedeli
con tutte le sue forze a suffragare le povere
anime, facendosi eco, colla liturgia e colla
predicazione, delle loro grida di dolore e di
soccorso.
Preghiere ed indu lgenze.
Essa poi non celebra mai la santa Messa
senza fare un ricordo speciale per tutti i defunti.
Noi troviamo questo ricordo in tutte le litur-
gie, fin dal secolo III. S. GioYanni Criso-
stomo lo fa anzi risalire ai tempi apostolici
Nella sua OmPlia ad Antioch. dice chiaramente:
Non è senza fondamento che gli Apostoli stabili-
rono di pregare per i morti nel tempo in cui si
compiono i sacrosanti misteri. E nella Divùi.a
Liturgia dello stesso S. Giovanni Crisostomo
leggiamo, subito dopo la Consacrazione, questo
bel memento dei morti: A11cor Ti offriamo questo
culto razionale per i defunti tzella Fede, primo-
ge11i1ori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, pre-
dicatori, evangelisti, martin', confessori, conti-
nenti, e per ogni spirito consumato nella Fede.

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Torino. • Un e,-uppo della spedizione niisslonarla, partito a inctà scltemùre.
- To.r.loo • Oratorio. • S . Ein. U Card. Boetto benedice superiori ed alunni.
-

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La liturgia romana usa queste parole:
Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e
delle tue seroe che ci hanno preceduto col segno
della fe<k e dormono il sonno della pace. E, data
facoltà al celebrante di nominare chi crede in
particolare, continua: Ad essi, o Signore, ed
a tutti quelli che ripos01w in Cristo noi ti suppl,-
chiamo di conce<kre il luogo <kl refrigen·o, della
luce e della pace. Per il metksimo Gesrì. Cristo,
Signor ,wstro. Così sia.
Il breve spazio di cui disponiamo non c,
consente neppur di elencare le numerose pra-
tiche, preghiere e divozioni, approvate, favo-
rite e raccomandate dalla Chiesa a suffragio dei
defunti. Ottimi manuali le offrono alla portata
di tutti e noi rimandiamo senz'altro ad essi.
Ricordiamo piuttosto l'abbondanza delle in-
dulgenze che vi sono annesse. li cuore ma-
terno della Chiesa s'abbandona in questo ad
una vera prodigalità. Quante preghiere, quante
giaculatorie indulgenziate I Pare che i Sommi
Pontefici abbiano fatto a gara per favorire le
povere anime coi preziosi tesori. Preziosissi-
ma l'indulgmza plniaria totil's q,1otit's , del 2
novembre, concessa da Pio X il 25 giugno i:914
per la commemorazione annuale di tutti i fe-
deli defunti. Ln si può lucrare dal me:rzogiorno
della festa d'Ognissanti fino alla mezzanotte del
giomo z, og11i volta che si visita ,ma chiesa od
oratorio puhblico o semipubblico pregando se-
condo l'intenzione del S. Padre. Le condizioni
sono note: 1) Confessiom e Comuni.one (1);
2) flisita di ,ma chiesa od oratorio pubblico o
mmpuhblico; 3) recita di 6 Pater, Ave, Gloria
per ogni visita. Per distinguere una visitadal-
l'altra basta uscire e rientrare in chiesa anche
immediatamente.
delle anime purgantil Ma, fra tutti, efficacis-
simo e potentissimo è senza dubbio il santo
sacrificio della Messa che noi possiamo appli-
care a tutti i fedeli defunti.
La Chiesa, nel Concilio di Trento - Ses-
sione XXII, capo II - sciogliendo ogni
controversia in proposito, insegna chiaramente
che noi possiamo offrire il divin Sacrificio
pro defunctis, nondum ad plenum purgatis, per
i defunti non del tutto purificati, e dichiara:
j uxta tradition'èm Apostolorum, secondo la tra-
dizione degli Apostoli. Sappiamo infatti dalla
storia che fin dai primi secoli la Chiesa, non
solo permise, ma favorl e disciplinò la celebra-
zione della S. Messa pei defunti fin sulle loro
tombe. Quest'uso, tradizionale già ai tempi di
sant'l gnazio di Antiochia e di san Policarpo,
era così diffuso e così caro alla pietà dei fedeli,
che occorse non poca fatica all'autorità eccle-
siastica quando, per evitare alcuni abusi, sta-
bill che il santo Sacrificio si potesse celebrare
soltanto sulle tombe dei Martiri. Ma continuò
intanto a permettere la celebrazione in suf-
fragio dei defunti su altari convenienti, ordi-
nando successivamente la sacra liturgia alla
massima facilitazione di questo piissimo culto.
Nel messale noi troviamo oggi delle Messe
speciali , elaborate accuratamente attraverso i
secoli, per la commemorazione di lutti i fedeli
defunti, il 2 novembre; pel giorno della morte
e della sepoltura di un fedele; pcl giorno ten:o,
settimo, trigesimo e annive111arìo. Abbiamo
infine una Mcs~ quotidiana, che ln Chiesa
pennette in quasi tutti i giorni feriali o festivi
di rito semplice o semidoppio secondo le .ru-
briche, e bellissime orazioni particolari per le
diverse categorie d i defunti.
La Santa Messa.
Quanti mezzi adunque a nostra disposizione
per sollevare, mitigare ed abbreviare le pene
(1) Secondo il canone 931 del Codice di Diritto
Canonico b:l$ta per tutte le indulgen:te la confessione
fatta entro gh otto giorni precedenti, e la comunione
fattn la vigilia del giorno in cui ai fa la pratica alla
quole è annessa l'indulgenza.
Anzi i fedeli che ai sogliono acçostarc ol sacra-
mento della Penitcn%ll almeno due volte al mese, o
comunicarsi quotidianamente con rett.i intenzione e
in istato di grazia (anche se le lasciano un giorno o
due per settimana) possono acquistare tutte le indul-
genze plenarie, senza ripetere la confe59fone attuale,
tntnne che abbiano qualche altro le!(ittimo impedi-
mento. Fanno solo eccezione le indulgenze dei Giu-
-bilei.
:::::::
L'indulto di Benedetto XV.
Notissimo ornai il benefico indulto del Santo
Padre Benedetto XV che, durante l'immane
guerra europea, estese a tutto il mondo il
privilegio concesso già da Benedetto XIV agli
Stati di Spagna. Per esso, ogni sacerdote pub
celebrare tre Messe il giorno dei .Morti, 2 no-
vembre: una secondo l'intenzione particolare
del celebrante, l'altra per rutti i fedeli defunti,
e la terza secondo l'intenzione del Papa, per
supplire ad un cumulo di antichi pii legati i
cui fondi vennero incamerati dai governi sov-
versivi, privando cosl i sacerdoti del minimo
reddito necessario al sostentamento.
Basterebbe questa prodigalità della Chiesa
per farci apprezzare il valore dell'applicazione
delle Messe a suffragio dei fedeli defunti ed
animarci a farne celebrare quante più possiamo.

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Efficacia dell'applicazione
della Santa Messa.
Ma chi non sa che nella santa Messa noi of-
friamo realmente all'eterno Padre la Vittima
divina immacolata, Nostro Signor Gesù Cristo,
vivo e vero sotto le speci del pane e del vino
consacrati, pel miracolo e il mistero ineffabile
della transustanziazione ? E allora, come non
comprendere che noi non abbiamo nulla di
più caro, di più prezioso, di più efficace da
offrire per le povere anime ? San Gregorio
Magno dice addirittura che Dio condona
senz'altro la pena ai defunti pei quali si celebra
la santa Messa e si prega in modo speciale.
S. Girolamo asserisce che « per ogni Messa
celebrata escono dal purgatorio parecchie anime
liberate ». Sant'Agostino nel De cura mortuorum
dice che col Sacrificio del Corpo di Cristo noi
possiamo dare ai defunti il massimo aiuto:
m~mum juvari Sacrificio Corporis Christi. E
l'angelico dottor san Tommaso concorda ap-
pieno insegnando che nella Chiesa 1,011 e'è
mezzo migliore del Sacrificio della 1\\1/essa per
suffragare le anime del Purgatorio. Ond'è che
santa Monica, morendo, raccomandava una
unica cosa al figlio Agostino: di ricordarsi di lei
nella santa Messa. E Sant'Agostino per 30 anni
continuò a celebrare per lei nell'anniversario,
mentre la ricordava ogni giorno nella S. Messa.
Tra le tante rivelazioni abbiamo nella vita del
Beato Enrico Susone che, avendo questi pro-
messo ad un amico religioso di pregare molto
per lui dopo la sua morte, un bel giorno il de-
funto gli apparve e gli disse: « Non mi bastano
le preghiere, son le Messe che mi abbisognano.
Soltanto il Sangue di Cristo può estinguere le
fiamme che mi divorano ». Per questo san Bene-
detto nella regola dei suoi monaci dispose che
si celebrino trenta Messe subito dopo la morte
di ciascuno di essi, ed ingiunse, con delicatis-
simo pensiero, che il vitto che il defunto
avrebbe dovuto ricevere nei trenta giorni se
fosse sopravvissuto venga distribuito ai poveri
per suffragio di chi è morto in pace (Louvl!T,
Il Ptirgatorio). Cosl hanno fatto più o meno tutti
i santi Fondatori, fino a S. Giovanni Bosco il
quale, oltre ai suffragi pei soci, ha stabilito la
celebrazione di 10 messe pel padre e per la
madre di ogni salesiano defunto, cd ha im-
posto a tutti i suoi sacerdoti salesiani e coo-
peratori l'applicazione di una Messa all'anno
pei Cooperatori defunti. (Regol. Vll, 4; pag. 29).
1n tempi di maggior fede, sull'esempio e gli
insegaamenti dei Padri e Dottori della Chiesa,
i cristiani erano assai più solleciti nel procurare
ai poveri morti questo divino sollievo. Lo spi-
rito pagano dei nostri giorni ha affievolito in-
vece sventuratamente questo senso di pietà
cristiana. Tutta la preoccupazione dei super-
stiti è nell'arricchire le tombe, nel far sfoggio
di .fiori, nel curare la solennità esteriore del
corteo funebre. Senza riflettere che questa
pompa non giova proprio nulla all'anima del-
l'infelice: giova solo all'orgoglio di chi soprav-
vive, a consumare le sostanze dei morti. Ah,
non sia questo lo spirito nostro: modesti e
religiosi i nostri funerali; prodighiamo il de-
naro nel far celebrare delle sante Messe.
Con una modesta elemos ina...
Non ci spaventi la modesta elemosina che
si domanda: è una miseria rispetto al valore
infi.n_jto del Sacrificio, che nessuna moneta
potrà mai pagare. È un semplice contributo al
sostentamento del clero e delle opere pie di
carità cristiana.
Quanti giovani, anche tra i cristiani, sciu-
pano in un giorno in sigarette più dell'elemo-
sina d'una santa Messa l Quante famiglie spre-
cano in un solo spettacolo cinematografico più
che non si richieda per la celebrazione d'una
santa Messa I Oh, quanto meno ci vorrebbe
per accelerare all'anima del papà o della
mamma, del fratello o della sorella, dello
sposo, della sposa, di un congiunto, un be-
nefattore, di un amico, la felicità eterna con
qualche Messa di suffragio! Facciamocene
uno scrupolo. Si tratta cli un dovere di giu-
stizia o di carità. Noi raccogliamo i sudori,
forse il sangue dei nostri parenti, benefattori
od amici: davanti a Dio noi contraiamo l'ob-
bligo sacrosanto di affrettare ad essi la gloria
del Cielo al più presto possibile, e non dispo-
niamo cli meu:o migliore e più efficace.
Che se vi sono, come realmente vi sono, tanti
poveri, i quali non dispongono neppure del-
l'equivalente per la modesta elemosina, non si
esige l'eroismo di san Pier Damiani che si
privava <)el cibo per suffragare l'anima dei
genitori. Se non la possono far applicare,
possono almeno assistere alla santa Messa.
Se poi sono disoccupati, possono ascoltarne
anche parecchie. Le ascoltino pertanto devota-
mente, facciano anche la santa Comunione, ed
offrano, insieme col santo Sacrificio cui assi-
stono, le pene e le sofferenze della loro povertà.
L 'onnipotenza cli Dio saprà supplire alla loro
indigenza.
Del resto, per favorire anche i meno abbienti,
la Chiesa ha approvato delle Opere Pie che assi-
curano l'applicazione cumulativa del santo sa-
crificio della Messa per più persone. Le sod-
- - disfazioni del sacrificio del Corpo e del San-
2 53

1.7 Page 7

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gue di Cristo sono infinite, sicchè le anime vi
possono attingere abbondantemente anche at-
t raverso a questa forma di applicazione cumu-
lativa. Chi non conosce, per esempio, la
Pia Ope ra del Sacro Cuore?
Nrlln Basilica dr/ S. CU1Jre di GrslÌ in Roma
al Castro Pretorio ~ rrt>fla la Pia Opera del
Sacro Cuore di Gesù per La celebrazione in
perpetuo di sei Messe quotidiane, secondo l'in-
ten::ione di chi offre una lira italiana per una
sola volta.
Ouesw sa,iù Jlrsu sollo celebrafl', d11e al-
l'aÌtare dr/ Sacro Cuore di Gesù, due a qutllo
di Maria SS. Ausiliatrice l' due a q11rffo di San
Giuseppe.
Col versare una sola volta l'elemosina di
una lira l'offere,ite ha diiitto di fon11,11e l'1,iten-
::;io1u- per tutte le sei .\\lesse, e per tutte lepre-
gliirrr ed altre pii' opere che n fan110 11ella cl,iesa
e nell'Ospi::rio a1111esso, cosl a prllj)rio, come a
va,1/ar:gio de' suoi cari, vi,1i o defunti.
Ciascuno può co11 eg110l elemosina inscrivere
qual.situi persona anche a su.a insaputa.
La Pia Opera ha due centri: uno a Roma (121)
pre1so il Rettore della Basilica del Sacro Cuore
di Gesù, Via Marsala, 42; l'altro a Torino (109)
presso il Rertor .Maggiore dei Salesiani, Via
Cottole11go, 32.
Altari privilegiati.
J\\1olti forse non conoscono un indulto singo-
lare: la pietà macema per le anime purganti, Ja
comprensione e la pena dei loro indescrivibili
dolori, l'ansia di affrettare loro la felicità del
Cielo ha spinto la Chiesa ad un'altra forma di
suffragio: quello dell'altare prit•ilegioto, tem-
poraneo o perpetuo, locale, personale o m:Sto.
Yalendosi delle inesauribili risorse del potere
confcnto da Cristo, di aprire o chiudere le
porte del Cielo (G10., XX, 23) e di applicare le
soddisfazioni di N. S. Gesù Cristo, della Ma-
donna e dei Santi che fonnano il cosi detto «Te-
soro della Chiesa ••, ai vivi per modo <li assolu-
zione, ai morti per motlo suffragio, la Chiesa
ha annes.,;o un'i11d11/gm::a plniaria a determi-
nali altat i, che percib si chiamano privilegiati.
Questi altari sono indicati nelle chiese da una
apposita iscrizione altare privifegitlt11m, ove è
pure segnato il tempo della durata del privi-
lcqio: per sempre o per un dato numero di
anni. In "inù di questo privilegio, ad ogrù.
J1essa elie si celebro o questi altari, fi,icht soJIO
pn'viltf!iati, è a1111essa 1111'i11dulge11zo p/e,iaria, la
quale viene applicata all',mima del defunto o
dt•lla def1mta per cui si celebra la santa Messa.
- - Privilegio preziosissimo in cui la Chiesa ga-
2 54
reggia col Signore per liberare le povere anime.
Nostro S ignor Gesù Cristo si offre personal-
mente al Pad re nel santo Sacrificio cd inter-
cede coll'applicazione dei meriti della sua pas-
sione e morte; la Chiesa spalanca tutto il suo
tesoro 11 concedendo l'indulgenza plenaria.
L'effetto di questa indul~enza è naturalmente
subordinato al giudizio di Dio; ma per sè, in-
tanto, offre tutto quello che può la Chiesa
perchè un'anima possa dal Purgatorio volare
in Paradiso.
I:: evidente il ,·antaggio di far celebrare !\\lesse
a questi altari.
I sacerdoti salesiani, come altri religiosi
e sacerdoti in particolare, hanno non solo molti
altt,ri privilegiati focali (per cui qualunque
Messa celebrata a questi altari pei defunti, da
qualunque sacerdote, ha annessa l'indulgenza
plenaria suddetta), ma hanno anche l'indulto
dell'altare pri1.•ilegiato perso11ale: per cui quo-
l1111q11e salesia110, qua11do celebra a qualunque
altare di questo mondo per 1m'a11ima del pur-
gatori.o, lucra f'ir1du/ge,i::a plenart.'a fl favore
drll'tmima stessa. Tutti i sacerdoti in gene-
rale l'hanno solo per il giorno dei moni,
2 no,•embre; noi lo abbiamo tutti i giorni.
E non occorre che celebriamo messa da morto,
basta che applichiamo la Messa per un'anima
del purgatorio. J n Maria Ausiliatrice poi ed
in altre nostre chiese principali abbiamo pure
degli a/fan· privilegiati gregoriani ad instar del-
l'altare di S. Gregorio al :\\Ionte Celio: privi-
legio che dal 1912 non si concede pii1.
I nostri Cooperatori sanno quindi che,
quando ci affidano la celebrazione di una
Messa per una persona defw1ta, noi le pos-
siamo luc.r>re sempre anche l'in<lul~enza ple-
naria. Nè occorre aumentare l'c'emosina or-
dinaria delle l\\lcsse, essendo proibito espressa-
mente dal canone 918 del Codice di Diritto
Canonico. Basta l'elemosina ordinaria. Chi tut-
tavia può dare qualcosa di più, sa bene quanto
g ravi siano i nostri oneri e le no!ll re stret-
tezze. Sentiam.o anzi i l bisogno di racco-
.mandare caldame nte l'invio di ele mosine
per l'applicazione di s ante Messe, pere.h.è
scarseggiamo. Abbiamo tanti sacerdoti che
celebrano se.nza impegni di intenzione. Impe-
g nateli voi per i vostri cari. Cosi moltipli-
cherete i frutti della carità. Perchè mentre
procurate il sollievo alle anime del pur~atorio,
ci date i mezzi materiali per mantcmere tanti
po,·eri figlioli e sviluppare tante nostre opere.
Per la celebrazione di Sante M esse
inviare l'elemosina, specificando le intenzioni,
al Rettor Maggiore dei Salesiani, Via Cotto-
Jengo, 32, Torino, 109.

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SOTTO LA CUPOLA
DELL' AUSILIATRICE
Ai primi di settembre l'Oratorio ha ripreso
gran parte della sua vita interna, col ritorno
degli alunni artigiani che hanno affollato scuole
e laboratori in numero di trecento e cinquanta.
L'affiuen2a dei pellegrini si è intensificata
fin dal giorno 2, coll'imponente pellegrinaggio
di 500 giovani delle associazioni femminili di
Azione Cattolica, Fleurs de lys, dell'Ovest della
Francia. Presiedeva il pellegrinaggio S. E.
Mons. Pasquet, vescovo di Séeg, che celebrò
all'altar maggiore. Lo stesso giorno convennero
a Valdocco 130 pellegrini Maltesi e 4-2 da Corte
Nova (Bergamo). Ospiti graditissimi, sebbene
per rapide soste, nella prima settimana, le LL.
EE. Mons. Rossi, vescovo di Asti, Mons. Nic-
colini, vescovo di Assisi, Mons. Cattaneo arci-
vescovo tit. di Palmira. Notevoli: il giorno 6,
il pellegrinaggio della Schola ca11torum della Pre-
positurale di S. Martino di Milano; il giorno 13,
120 Dopnlavoristi della Ditta L.E.S.A. di Mi-
lano; il giorno q, quello degli.ilmis de St. Fran-
çois de Sales di Strasburgo: un centinaio, guidati
da P. Florentin, Cappuccino che celebrò all'al-
tare della Madonna. Lo stesso giorno, visita di
S. E. Mons. Seracco, vescovo di Fossano con
alcuni sacerdoti della diocesi di Chiavari. Il 19,
celebrò all'altare del Santo S. E. Mons. O'Reilly
vescovo di Swanton (Stati Uniti); giunse quindi
un bel gruppo di Universitari Cattolici della
diocesi di Cremona per una giornata cli ritiro
spirituale nella cappella Pinardi. Il giorno 22,
visita di S. E. Mons. Besson, vescovo cii Lo-
sanna, Ginevra e Friburgo, con una ventina di
pellegrini Svizzeri; pellegrinaggio di parroc-
chiani d.i Cerreto d'Asti. li 23, pellegrinaggio
dei Giornalisti Cattolici Francesi, diretti a
Roma per il Congresso Internazionale. Ascolta-
rono la S. Messa nella cappella Pinardi.
Il 27, visita di S. E. Mons. Alfonso Carinci,
Segretario della Sacra Congregazione dei Riti,
che celebrò all'altare del Santo e trascorse
qualche ora con noi, graditissimo.
La visita di Sua EJD.. Rev.ma
il Card. Boetto.
Lo slesso giorno, verno le 10, l'ambita sor-
presa di S. Em. Rev.ma il signor Card. Pietro
Boetto, della Compagnia di Gesù. I giovani
artigiani non poterono trovarsi subito a fargli
festa, perchè raccolti in quell'ora per la Messa
cantata nella basilica. Ma, mentre Sua Emi-
nenza, accompagnata dal rev.mo P. Cavriani
Sondrio. Il quadro dl S. Glo. Bosco
per la chle5a di S. Rocco. (Crida).
e dal suo Segretario, veniva accolto con affet-
tuosa venerazione dal Rettor Maggiore e dai
Superiori che l'accompagnarono nella visita
dell'Oratorio, la funzione volse al termine ed
i giovani accorsero ad improvvisare una di
quelle calorose dimostrazioni, che sono una
simpatica tradizione della Casa-madre. Al
suono della banda e cogli evviva dissero al-
l'Eminentissimo P rincipe tutta la loro gioia e
filiale devozione. E Sua Eminenza li ringraziò
paternamente esortandoli ad approfittare lar-
gamente dell'educazione salesiana impartita
nella Casa-madre ove aleggia cosi vivo lo spi-
rito del santo Fondatore. Ad un cenno del
Rettor Maggiore, si prostrarono quindi tutti
nell'ampio cortile per riceverne la benedizione,
che l'Eminentissimo impartl di gran cuore,
auspicio dei celesti favori pel nuovo anno sco-
lastico-professionale.
Tutta la giornata, fu un gran concorso di
pellegrini. Tra i pellegrinaggi in comitiva, tro-
viamo registrato un groppo di 60 pellegrini da
Biella. Il 28, 52 pellegrini dall'Oratorio S. Luigi
- - di Lodi guidati dal direttore D. Savarè, che
2 55

1.9 Page 9

▲back to top
celebrò ali'altare dell'Ausiliatrice, ed altri pel-
legrini da Sacconago, con sacer<ioti e chierici
che cantarono Messa solenne in rito ambro-
siano.
Partenze di Missionari.
Affrettati i preparativi, quasi due terzi dei
Salesiani destinati alle Missioni od alle Case di
formazione delle nazioru extraeuropee, presero
congedo dal Rettor Maggiore e dai confratelli
nel corso del mese, ricevendo il santo Croci-
fisso dal Successore di S. Giovanni Bosco,
nell'intimità di suggestive funzioru, nella cap-
pella Pinardi e nella cappelletta del Santo. Un
primo stuolo, il 3 settembre, veruva diretto al-
l'India nord e sud, alla Cina e al Siam; altri:
il 6 settembre, per l'Australia; il 9, per gli Stati
Un.iti; il rn, per Cuba; il 16, per l'Equatore,
Cile, Perù, Palestina; il 24, pel Rio Negro
Matto Grosso, Colombia, Argentina, Patagonia.
Contemporaneamente partivano 15 Figlie di
Maria Ausil,iatrice pel Sud-America: tutti ac-
compagnati dalle nostre preghiere e dai più
fervidi voti.
L'annuale funzione di addio.
L'annuale funzione di addio si svolse però
ugualmente colla tradizionale solennità, per gli
altri, la prima domenica di ottobre. Vi parteci-
parono tutti i missionari, sacerdoti, chierici,
coadiutori e Figlie di Maria Ausiliatrice che
poterono ritardare la partenza. TI Rettor Mag-
gior,e celebrò la Messa della Comunione gene-
rale, e Don Tornq~ist, direttore della Casa di
Bombay, cantò la Messa solenne. Prestò ser-
vizio la cantoria parrocchiale con ottime ese-
cuzioni. Nel pomeriggio, dopo il canto del
Magnificat, sall il pergamo Don Siro Righetto,
della missione del Krisnhagar, che rivolse af-
fettuose parole d'occasione ai partenti, richia-
mando la folla dei Cooperatori e dei giovani al
grande problema dell'azione e della coopera-
zione missionaria.
_
Quindi S. E. Mons. Coppo imparrl la bene-
dizione eucaristica, e procedette alla cerimonia
di addio benedicendo ed imponendo il Croci-
fisso ai singoli missionari, che passarono tosto
all'abbraccio del Rertor Maggiore e dei Supe-
riori del Capitolo. A sera gli alunni interni stu-
denti ed artigiani festeggiarono i partenti con
un riuscitissimo trattenimento nel salone teatro.
Altre vittime accertate ne lle strag i dei
sovversivi di Spagna.
Nel mese di settembre giunsero altre dolo-
rose notizie dalla Spagna, che ci hanno dato
- - come certa la morte dei nostri confratelli di
Ronda, massacrati dai sovversivi prima dell'in-
gresso delle truppe nazionali, del direttore della
Casa di Valenza e di quello di Sarria. Coi 15
già annunciati dal Rettor Maggiore nella sua
lettera del x5 agosto, sarebbero pertanto 22 i
Salesiani e 2 le Figlie di Maria Ausiliatrice
vittime della barbarie sovversiva di cui finora
abbiamo certezza. Ignoriamo la sorte di tutti
quelli che sono in carcere o sbandati nelle zone
desolate dall'anarchia.
Continuiamo a pregare, per affrettare dal
Signore l'ora della pace e il trionfo della giu-
stizia e della fede.
I lavori di ampliamento.
Nel mese di settembre, ultimate le armature
dei pilastri e dei solai, sopra la sagrestia, i depo-
siti e le tribune, si attese al getto del calcestruzzo
per un complessivo di 800 mq. Vi si impiega-
rono 250 quintali di ferro e 750 quintali di ce-
mento. Contemporaneamente si avviò la pre-
parazione dell'armatura del cornicione, delle
incavallature del tetto, della soletta portante la
copertura con lastre di pietra.
DALLE NOSTRE CASE
AQUILA. - La visita dell'E.m..ino. Cardi-
nale Tedeschini.
Il 22 settembre u. se. Sua Eminenza il Car-
dinale Federico T edeschini, si degnava di
visitare l'Opera Salesiana di Don Bosco in
Aquila e di celebrare la S. Messa della Comu-
nione generale. La chiesa, gremitissima, fu in-
capace ad accogliere tutti i Cooperatori ed
amici, molti dei quali dovettero rimanersene
fuori in attesa di vedere ed acclamare l'Em.mo
Principe all'uscita. La loro venerazione potè
però trovare soddisfazione al solenne rice-
vimento seguito nel salone-teatro, alla pre-
senza delle autorità religiose, civili, militari e
delle D ame Patronesse dell'Opera Salesiana.
Dopo il canto delle Acclamationes, Cuori esul-
tanti e Sul mio labaro, diretto dall'autore Don
Antolisei, il direttore Don Lazzaroni, con pa-
rola vibrante di commozione, porse il saluto
ufficiale all'illustre Porporato, ricordando le
benemerenze del compianto fratelJo del Car-
dinale che primo sognò un'Opera Salesiana in
Aquila, realizzata poi dalla di lui degna con-
sorte Donna Assunta Visca, vedova Tedeschini.
Ringraziò quindi anche gli altri benefattori
che cooperarono per la buona riuscita dell'O-
pera, primo fra tutti l'on. Serena, già Podestà
di Aquila. In .fine gli alunni artigian.i offersero

1.10 Page 10

▲back to top
al Cardinale un anistico cofanetto intarsiato,
di mirabile fattura, la vita di Don Bosco, le-
gata a fregio d'oro, e un berretto cardinalizio.
Quando Sua Eminenza accennò a ringraziare,
le autorità e i numerosi convenuti si levarono ,n
piedi. Sua Eminenza ricordb l'opera del com-
pianto suo fratello che reiteratamente aveva
fatto premure anche a lui pcrchè lo aiutasse
nell'opera benefica che, purtroppo, non pote
vedere attuata. Ringraziò e abbracciò I'Arc1-
vcscovo diocesano S. E. l\\Ions. l\\lanuclli e
benedisse tutti i figli di Don Bosco " sempre
presenti dove ci sono anime da redimere e da
salvareIl. Una bened.izione speciale die<lc infine
alle Dame Patronesse dell'Opera Salesiana con a
capo la Signora di S. E. il Prefetto Zattera.
Dopo la visita ai locali ed ai laboratori, Sua
Eminenza, ossequiata dall'Arcivescovo, dal Pa-
triarca Mons. Vicentini, dal Prefetto, dal Po-
destà, dal Procuratore Generale, dal Generale
dd Presidio, dal Preside della Provincia e da
cune le altre autorità, lasciò l'Opera Salesiana
tra le acclamazioni festanti dei piccoli che face-
vano ala al suo passaggio.
SONDRIO. - Inaugurazione dei restauri
della Chiesa di S. Rocco e dell'aJtare di
S. Giovanni Bosco.
Il 18 seltembre u. se. Sondrio ha vissuto una
giornata di care emozioni e di gioconda festa
inaugurando solennemente i restauri della
chiesa di S. Rocco e l'altare <li S. Giovanni
Bosco, omaggio degli ex-allievi, cittadini, Coo-
peratori ed allievi al Direttore del nostro Isti-
tuto Don Lorenzo Saluzzo, in occasione della
su::t Messa d'Oro.
Le sacre funzioni, iniziatesi colla consacra-
zione dell'altare del Santo e dell'altar mag-
giore, compiute rispclti,·amente dall'Ecc.mo
Vescovo diocesano l\\Ions. :\\lacchi e <lai Ye-
sco,o salesiano Mons. Coppo, culminarono
nella Messa giubilare col nobilissimo discorso
d'occasione dello stesso Vescovo diocesano,
alla presenza di autorità e rappresentanze e di
immensa folla, per chiudersi nel pomeriggio
con un discorso di S. E. :\\Ions. Coppo e la
trina eucaristica benedizione.
Unanime l'ammirazione pei lavori compiuti
con fine senso d'arte.
L'altare del Santo in marmi policromi, su
disegno dcll'ing. Zanchetta, arricchito del
quadro del Crida s'intona magnificamente a
tutta la decorazione della cappella affrescata dai
pittori Zappettini della Scuola cc Beato Ange-
lico n. Dono carissimo, l'altar maggiore, offerto
dai soldati reduci vittoriosi dall'Africa Orien-
tale Italiana, opera dei marmisti Danz.i-Co-
mana di Viggiù.
Gli stucchi dell'ancona dell'altare maggio1e
sono stati ritoccati da Somaini. Apprczzatis-
l'onno. • L'ultimo lll'UP.PO della spedizione missionaria,
:::::::.
257
---

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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simo il restauro della pala Vallorsiana, com-
piuto dal Pelliccioli di "Milano. Bene intonati
anche il servizio di candelieri e la porticina del
tabernacol<> dell'altare del Santo, della ditta
Politi. La sobria decorazione delle pareti, colla
nuova illuminazJ()ne a fori dalla volla in legno
e col pavimento in un corretto e semplice di-
segno, danno all'ambiente un tono di freschezza
candida e di pietà.
La fosta è st'1ta allietata da una specialissima
benedizione del Santo Padre il quale si è de-
gnato di inviare al Direttore un pre-/,ioso auto-
grafo d'augurio e felicitazione.
Lettera di Don Giulivo ai giovani.
Cm timi,
n 10 ,d,,11110 I .-irCWTt't"1 il pr,mo ct11tmorio dt41a IIIOl'le
drl e,,J~tw, fi,iro ti matnflatit:o Amlrm Jl,f'. Amf>M~, 1tato a
Poli>mù-11,• (LiOflr) il 22 11n11tt1io 1775 morto a Maniglia
d,, appunto il 10 gi«,tno 1k36. T.a 1ua fama ; lrsrata 111prnttruto
alla uoria d,,ll',lrttrodi11a,,rua fonc • t ~ 1tid ,tudia.ndo
o rtmlirr,t, fra. quald« 0'1110. li mo 11omc fu asnmto ad
ù1dit:art /'1111itd d, rorrrntr tkttri<a (~mpitre) rhr •·al~ un
det·imo drl/"unit.d •l~ttro,nagnetira auoluto,· 1'11nitd di
quantitd ,li corrartt1 f>U I• batttrie di acoumd<Jtori (11mplre-
ora): ,/ 1tr1lr,mometro di (licco/11 rrsirtni:.a di fari/, m.n-
ntggio di, ~etft dr l,ggwt immttli111amtnrr l'i11tarntò
di rorrt11U d1 un rirr11tlfl i• ampbt , rhe clrimna appwr.ro
ampèromttro; la c11n·a drll',lr11ro,,,ng,1etr, curva di
Ampèrc; la ltgge cltr ri r1f,riut all'm-io11e rllr 1i ue,-
n"ta f ra i ••11goli tll"mntti di du, rOrTrnti tlt'tlriche,
l~l?JIC ùi Ampèrc; la rt1tòla ,kilt torrr11ti mabili, r~gola di
Ampèrc; eçc. A quatafama egli; f!Ìunto pn,} 10(0 ntl 1820,
mmdon dappri,,,a tuuo applic.ato allo dtimiu, ed all a
filosofia. Ma ,:i ; 11umto con "" lampo d i gl!.11io che /ttt
sba/.ordire, p,,chi gian11' do(IO che AMJtO tbbe ritHWIO m•anti
o/l'Accadnnia delle srirn:., di P anÌ/i lt celtlwi u ~ •
di Olrstttlt. C"11 rapidità julminu. ,gli i11tul , r,rosprtt,}
t com11nlc6 alla stata Acradmria la 1ua uoria riu, ridru:t
,I mapetismo all'dtttro<li11amia.,r,dopo appena n"nqur amti
di riurrh,, di cui 1olo Arago Ma:t:rt:tll pot<trono t"1111Jar•
lt di(ficolttl, dit!de la sua teoria r.omplrta t definiti,,amente
dimOJtrata Mi fmomcni, nelle leggi t 11,i t:alt:oli, tanto ella
og11i, dopo ormai tm suolo di P,Of!a, 11011 ha 1uhl10 1mtntilà,
111 ritocclu ultrrio, i. Tanta p,0,,1,11::a fu Jtn::a dubbio
frullo dtl mo gario: n,a andtc dtl 111a alll'ffmllmto alle
Rrandi ricçrcl1t1 ed ai prnfondi stud,. b)lifu infarti uno srinr-
:,iato quanto mai pretore, autodidatt(I ed univwsal~. A 9
anni, pri111a ancora di ronoscwe le rifre. /0<111:a caleoli
astrusi co11 muolini •• mala10, con ~::::etti d , bi."otto;
a 11 ann, - e fu l'unira net11ura rhe lo por16 f>OÌ aJ una
ti.olmta ,.,iri rd.igit»n •- prue a lr111lerr l'mcirloptdia di
D'AlfflllHrt r Diderot, , mli t <ilum, ,·,. folio, r la rittnne
tanto da po1,-,{a. ridir• anrora cìnf/1/Jlnt'anni doflO, quasi a
mmwrio. A 12 mmi artrora, già p,,.dron, drll'alqrbro , dtlla
g.,_mia tl,mmtau (lo 1114/nia dti no•tri lùti...). auimill,
il calcolo differmziaJ, a,Jle op,,, fatine di Eulero " di
lkrnmnlli, a 1-4 ahhoa::6 u11a wrria linl(Uislka u1tivLnale
con rd11tn~1 11rammatira vocabolario; a 18 si diede allo
Jludia di,llo /lfeccanira A nalitim di Lagrm,ge; dni 18 ai
:u D1fni 1'ingolf6 ,,,,1 lalim, e ntlfa botanica; scriue poi
prvu e po,1Ù!, poemi , tragzdu e madrigali in /ranrue,
i11 itali0'1o, ;,. Ialino e in gru.o; a 18 mmi, pubNiro il suo
primo lar.<iro di maumati.r.a ndla ttoria del giOt'o di cui,
t olto Lapta,,, i più grandi matanntiri del ttmpo llentot'01fo
a capir qualro•a. Studi/J a fo11do l'apolognica, In storia,
l'a,gai, la •oou,gia, in quut'ultinu, diL'fflt4 , I forti! da
; , , , ~ i colla 1uuo Cucir, in lllfQ dìsau:,lon• rimasta
ultbr• ndla u,stiht;rione degli usai orgar,i;,::.oJi L'ultima
- - sua pubb/ica::io,,. fr, ,m fort" lavoro di filo,ofio
111J~na11i. di feù:a a.t Co/1,gio di F'ranci.o., f11 mmtbro
delle socinò reali di lAndra, Edintburgo, Comhridge,
Berlino, Stocrofma, Bru:ntln... raggfu,,gendo ntl campo drlla
1<in,:ra un.a 11loria immortale.
Risolta la crisi relil[io,a, scate11alogl, dal utturimw
drll'Enridop«lit1 cui ho t1ccenno10, a 28 anni, ro11 11na
ro,,jeswne g,,,,.,nle, egli ,iorquistò tuttt I, com:in:rio11i dr/la
ma rwl(lnr fanriulle;r:a. t fu eattol,'ro praticante eon un
f"'-''"' ,,,,.,,,la.r,. Quanu t·oltt, du,arr,11do d,/1,. sttr xra,u/j
uup"'i. ,011 Prdrrùo Oz"'ram, orpitt III rasa ruo a Pllril(i
nel primo an110 di Unit•~nitò, gli pr,11dn-a la lei/ti fr<J Z.
mnm " te lh 1tri11get1u al rrwre •1da11111111/t> fra k l<JJ1rime:
sia,,,,, Quanto~ mai!f'and~ Jddio, O::anam, ,1110,110 ; mai',:rande
lddio; r ""i, rnmr
al h11io di umo.1 •. li irio,.,,,, rhe
I'arcols, ,,, ca10, offmtd('flli l'appnrtaml'nto Rii dus,:
l'oi fou il magro nei lfWrrti comanilllli, lo facrfo 1rr11pre
anrl,'io •· R qual /11 l'wso':IÌ011<' di O:rm,am, q1,andn 11n<J sera
tntraLO ntlln rltiesa di S. Ste/tmo al /1l011te, uorse ,·n tln
tllllfO/o Ampere tulto aJsorto in prrgl11C'ra alla pr1tu112a di
Dio!...
Non 4«um1to altro ~ timore di "'""- tToppo J1111go.
\\la mi piarq,u- ricltin1t1un i la fix11ra di quato gra11de
uimziaJo rattoli,o ,apmtt11tto per fan i trarre trr pre::iosi
i11rrgna:mcuti.•
1) che la ve111 sc1en1.o cnnserve cd •ccri,sce la n0stra
fede, e nnn la dinruiige <.-Ome fa la ralM scienu;
1) thc il più gran pericnlo della vostra età ~ la ltttura
di libri attivr;
3) che 81.' volete riuscire nella v,ia, occorre chl' vi ap•
plichiau, coo molto ardore agli studi, non dimenuc:ando
eh,; la prima e- In più 1o:randc delle acien:te ~ la •cìenu
dc-Ila Rl:Jjgione. Imitali' Ampbe e ,·i immortalrrtfc' ,-fm,.
nro p,I tempo r per l'teUr1dttl. Coi miglmrì nug11r1
t·o,.tro aff,mo
Oo~ Gn, t.1vo.
FESTE DI DON BOSCO
U a11 parol• al corrispondenti.
Continuano a giungerci d'ogni parte re-
lazioni di reste ad onore di San Giovanni
Bosco; ma nell'unpOS.sibilità di soddisfare
all'aspettazione d egli organizzatori e dei
divoti per scarsità di spazio, le passiamo
- come abbiamo già detto - all' archivio,
donde verranno tratte quando si potrà cu-
rare la compilazione di un progettato vo-
lume sulla glorificazio ne d e l nostro Santo.
Ce n e vogliano pertanto scusare i n ostri
ben.emeriti Cooperatori ai q uali tanto d ob-
bùuno per la riuscita trionfale nelle varie
città e paesi, e quanti non fossero an c or
stati soddisfatti dal " Bolle ttino ", ci man-
dino sollecitamente la c.ro112ca delle reste
cele brati v e della canonizzazione.
Per le reste annua U, quando non vi sia
l'inaugura.zio.ne di qualche opera nuova,
meritevole di segnala.zio.ne, basta la pub-
blicazione su.i periodici loca.li. Il "Bollet-
tino " vi deve per forza rinunziare, con1e fa
già per le feste tradizionali di S. Francesco
di Sales e di Maria SS. Ausiliatrice.

2.2 Page 12

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,_
MATTO GROSSO (Brasile).
vorrebbe indicare l'Arara (una specie di papa-
gallo) e t1aia vuol dir fiume. Quindi Fiume delle
Sulle tracce de lle nostre vittiine...
Araras. Difatti questi uccelli dalla lunga coda
e dalle penne variopinte passano e ripassano
L'anno scorso il 11ostro Do11 Colbacchini, coi sempre accoppiati da una all'altra sponda del
confratelli Carie Miotti e PaoÙJ Petron:relli fu fiume, come sovrani, e possono benissimo indi-
i11caricalo dai Superiori dr rifare il cammino care l'origine del nome. Le acque del fiume che
percorso dagli indimenticabili Don Fuclzs e Dan si stendono da 800 a 1000 e più metri di lar-
Sacilotti per raggiungere i Chavantes e tentarne ghezza, scorrono soavi tra spiagge di sabbia
l'roangelizzazio11e. I nostri Cooperatori ricordano bianca e fine, oltre le quali si delinea la bassa
come questi f11rono barbaramente massacrati.
spondn e la verde ed oscura zona del bosco che
Non sarà quindi privo di interesse il seguire glt l'accompagna. Lo spirito erra per le immense
appunti di viaggio di D. Colbacdzini per farsi solitudini, l'immaginazione vola fantastica per
un'idea della difficoltà dell'impresa che attende le infinite regioni inesplorate e misteriose che
ancora una soluzione. Ricostruiamo f edelme11te. si schiudono innanzi per strappare l'oscuro
impenetrabile velo che si stende inesorabile su
Il h.tngo viaggio dalle Colonie dei Bororos, quell'immenso regno di fiere e di feroci sel-
a Registro di Araguaia e poi per le acque del vaggi. Di questo maestoso fiume, delle sue gran-
fiume omonimo, fino oltre la sua confluenza diose e magnifiche lagune, dei suoi affluenti e
col Rio das Mortes (circa mille chilometri di particolarmente del suo maggior tributario il
percorso) fu pieno di peripezie. Navigare per Rio das Mortes, molto e molto resta ancora
I'Araguaia è quanto vi può esser di bello e avvolto dalla fitta bruma del mistero.
suggestivo e nello stesso tempo di impressio- Nel lungo percorso, con giornate e giornate di
nante. Lo scenario che si svolge dispiega tutta penoso viaggio, i missionari ebbero la consola-
la grandezza e la maestà della natura nel suo zione di portare un p1>' di conforto spirituale ai
vergine splendore, essendo il Rio Araguaia rari abitanti sparsi per quella vastissima zona.
forse il più ricco di bellezze naturali. Con un Poveri cristiani, facevano pena! TI sacerdote lo
corso di circa 4000 chilometri, attraversa da vedono poche volte e risentono già del pericolo
Sud a Nord la parte centrale del Brasile, in protestante! Occorre moltiplicare il numero dei
una posizione geografica di privilegio. I sel- missionari per salvar la fede e diffonderla in
vaggi Carajàs, che lo abitano ab immemorabili, un territorio immenso, a distanze che richie-
lo chiamano Berocari che vorrebbe dire« grande dono giornate e settimane di viaggio per tra-
fiume>>. Ma l'etimologia forse più esatta, si sportarsi da un punto all'altro. I nostri visita-
troverebbe nella lingua Tupl: Ara-uaia. Ara
- - rono i pochi selvaggi Carajàs sparsi in piccoli
2 59

2.3 Page 13

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Sessanta lesene di marmtpre2
LA SOTTOSCRIZIONE È COMPIUTA:
Sort,tu: 1011« d, dui tfuplicati:
20. Tori110. Uruone Ex-Allievi interni Casa
MaJre.
34 - l'illa Moglia (Chìt:ri). Parenti ed amici
degli Ascritti Salesiani.
Conti11utuione:
38. Gmova-Voltn·. F. C. V. G. l\\
39. GfflOfJa-Voltri. F. C. V. G. l\\
40. Frascati. Convitto Villa Sora.
41. Bolog11n. ~elio Fortunato.
-
260
- Tor.ano. Santuario di Maria Auslllatrlce. • Stato _eenaalo del lavori in s,,uembre. • In ,

2.4 Page 14

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rost
· Veduca della soloua di una delle tribune.
42. Castelgandolfo. C. R.
43. Kotmas (Lituania) Cooperatori sales.
44. Nizza-Mare. Patronage St Pierre.
45. Rdkospalota. L'Opera SaJesiana del-
1'Ungheria.
46. Aosta. Vierio Luigi Isidoro.
47. Lima (Perù). Cooperatori e Coopera-
trici salesiane.
48. Moglitmo Veneto. Istituto Astori.
49. Caracas (Venezuela). Cooperatori e
Cooperatrici salesiane.
50. Gorizia. Cooperatori e Cooperatrici sa-
lesiane.
51. Graz::mto 1'-1onferrato. Severina Calvi e
J\\10 Cav. Giovanni coniugi Cerruti.
52. Gra:::::01w 1l1onferrato. Cerruti Angio-
lina, Maestra elementare.
53. Sant;ago (Chile) Opera salesiana.
54. Santiago (Chile}. Le Figlie di Maria
Ausiliatrice.
55. Sale (Alessandria). Famiglia Adorno
:Viaria Vd. GogQi.
56. S. Paolo (Brasile). Cooperatori sales.
57. S. Paolo (Brasile). Cooperatrici saJes.
58. S. Paolo (Brasile). Ispcttoria :\\I. Aus.
59. S. Paolo (Brasile). Lyceu Coraçao de
Jesus.
-- 60. Marcoria (Mantova) Caccia Barbara.
:::: 261

2.5 Page 15

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gruppi lungo le spiagge del fiume. Al loro ar- Tapirapè, non era luogo adatto al fine che ave-
rivo i poveretti correvano incontro festosi, of- vano inteso. Don Colbacchini rivide la loro
frendo pesce e frutta o piccole cose in segno di capanna deserta ed ornai cadente. Cogli altri
amicizia, domandando con insistenza tabacco, due confratelli egli si fermò più di quindici
farina di mandioca, dolci e tutto ciò che vede- giorni per sistemare varie cose e fare i neces-
vano ...
sari preparativi pel viaggio ulteriore fino al
Rio das Mortes. Giornate tristi e penose assai.
POVERI CARAJÀS. - Poveri Carajàs! Deluse le loro speranze di trovarvi buon numero
Il loro numero si va riducendo di giorno di Carajàs, fin dal primo arrivo, si trovarono
in giorno. Decimati dalle febbri e da tante completamente isolati, lontani da tutti e da
malattie importate dai contatti coi civilizzati, tutto. TI clima torrido, oltre i 40°, tutti i giorni,
vanno scomparendo. L'organismo del figlio il tormento continuo, incessante di nuvole di
della selva, lungi daU'essere immune, presenta mascherini di tutte le specie di giorno, e zan-
troppo scarsa resistenza per la sufficiente zare implacabili di notte li fecero soffrire non
difesa dai microbi e dalle infezioni. A questo poco.
si ·deve probabilmente attribufre l'elevata Il giornQ I agosto 1935, partirono da Mato
mortalità dei poveri selvaggi, come avviene Verde e diressero la prora verso il Rio das
anche fra i Bororos. È un fatto constatato che Mortes, in cui entrarono il giorno seguente,
la proporzione di mortalità tra gli aborigeni primovenerdl del mese, sacro al Cuore di Gesù.
è tanto maggiore, quanto maggiore è il lor.> Un'onda di commozione li invase al toccare le
contatto e quanto maggiori sono le loro rela- prime acque del fiume, e ricordando con af-
zioni coi civilizzati. Si dice che, circa 50 anni fetto i confratelli sacrificati e morti per le anime
fa, la tribù dei Carajàs, nell'estensione di tutto derelitte dei figli di quelle foreste, innalzarono
I'Araguai.t, contasse più di 10 mila anime. Ora, al Cielo una preghiera, mentre le Lagrime sol-
ne avrà più o meno due mila!... Nel tratto del cavano le loro ciglia. Rinnovarono a Dio l'of-
Rio Araguaia che appartiene alla nostra Pre- ferta delle loro fatiche e sacrifici e della stessa
lazia, da Registro alla foce del Rio Tapirapè, vita, e, rinvigoriti nello spirito, col cuore com-
nel 1915, sparsi in varii villaggi, si potevano mosso per la missione ricevuta, intonarono una
contare più di due mila Carajàs; nel 1927 non lode a Maria SS. L'eco portava e ripeteva per
arrivavano a mille; ora sono appena un centi- quelle rive boscose, sulle acque silenziose, il
naio e questo esiguo numero è sparso in una canto del loro cuore, il Nome Santo di Maria!
zona fluviale di oltre 900 chilometri! Attual-
mente i Carajàs si vanno raccogliendo verso il
Nord e si concentrano lungo il basso corso del-
1'Araguaia, ove incontrano le cure amorose dei
Padri Domenicani che da molti anni evangeliz-
zano con zelo apostolico l'immenso territorio
del basso Araguaia
LE ORIGINI DEL RIO DAS MORTES.
- Le origini del Rio das Mortes sono tuttora
avvolte nel mistero. Venne scoperto e navi-
gato, forse, verso La fine del 1600 o al principio
del 1700, dai primi esploratori, gli eroici Ban-
deirantes, che, spinti dalla febbre deU'oro, in
epiche e tragiche giornate di incredibili fa-
MATO VERDE. - Prima meta dei nostri tiche, si erano avventurati veI$O l'ignoto. E da
mis$ionari, sceso il Rio Araguaia, era giungere ad questi impavidi ed audaci Bandeirantes, che
un luogo chiamato Mato Verde, prossimo alla colla passione dell'avventura ed il fascino del
foce del Rio Tapirapè, distante più di 900 chilo- mistero tessevano la loro vita, ebbe il triste e
metri da Registro di Araguaia, sulla riva si- malau$Urato nome di Mortes. Vittime e morti
nistra del fiume, ancora abitato da nume- innumeri segnarono infatti i passi della pene-
rosi gruppi di Carajàs. Quivi D. Sacilotti e trazione di quelle foreste, e le acque del Rio 'SÌ
D. Fuchs avevano iniziato la loro prima resi- tinsero di sangue! Si conoscono però finalmente
denza e costruita una povera capanna, pen- Le sue sorgenti. n Rio das Mortes nasce nel-
sando che fosse un buon punto di appoggio per l'altipiano centrale, nei pressi di Cuyabà. Col
la missione del Rio das Mortes ed anche per nome di Rio Manso corre e precipita verso il
l'evangeli7.zazione dei Carajàs di quei dintorni. NE., gettando le sue acque spumeggianti, di
]larbaramente trucidati nel Rio das Mortes, non pietra iri pietra, di salto in salto, fin presso
tornarono più a Mato Verde e cosi non ebbero l'Araguaia, suo emulo, cui corre parallelo in
la triste disillusione di constatare che per fat- direzione Nord, per unirglisi infine, dopo un
tori diversi, e più per essersi i Carajàs ritirati da corso di oltre due mila chilometri. Porta al-
quei luoghi per unirsi ai loro compagni dei 1'Araguaia il maggior volum~ di acque, e forse
,..
--- - villaggi siti più in basso, al Nord, oltre il fiume
è ancor più grande di quello; ma. siccome vi

2.6 Page 16

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entra formando un gran delta, diviso e sud-
diviso in canali e lagune, percje tutta la bellezza
e la grandiosità di una foce maestosa. Risalen-
dolo dalla foce, bastano poche ore di na\\•iga-
zione, per raggiungere il suo corso regolare,
che l'impressione della sovrana grandiosità
del fiume. La vasta distesa delle sue acque
profonde e chiare, le sue spiagge di bianchis-
sima sabbia splendenti al folgorio del sole, le
cupe foreste che ne orlano le sponde e tingono
del loro verde cupo le acque tremule: tutto il
panorama ha un fascino incantevole!
LA PRIJIA NOTTE SUL RIO DAS
AIORTES !... - Dopo 5 o 6 ore d1 navigazione,
percorsi circa 25 chilometri, prossimi al tra-
monto e alla rapida discesa della notte, i missio-
nari cercarono un luogo adatto all'accampa-
mento. Approdarono quindi ad un'esteaa spiag-
gia di bianca sabbia, e a pochi passi dal fiume,
ad un cento metri dalla foresta, si prepararono
a passar la notte. Prima però fecero una capa-
tina nel bosco in cerca di buona legna pel
fuoco, che, in piena zona selvaggia. deve ar-
dere tutta la notte per precauzione. Per dormire,
ciulle spiagge dcll'Araguaia, come su quelle del
Rio das ì\\fortes nei mesi di secca, da maggio a
settembre, c'è poco da fare: il letto è la bianca
distesa della sabbia, che è S<>ffice e tiepida
come un matoras..'lo; il tetto è il bel ciclo sereno
e stellato, e l'Angelo custode il compagno fe-
dele! Dopo un'allegra conversazione, rivolta a
Dio una preghiera per la buona notte, ciascuno
si stese tranquilla.mente a dormire. Ma gli
occhi di D. Colbacchini s'indugiarono a con-
templare il quadro di quell'accampamento, in
quella notte oscura, a pochi passi dalla nera
foresta, sull'orlo delle cupe acque del fiume,
quanto mai sug~cstivo... Il fuoco mandava i
suoi bagliori vermigli che si sperdevano per le
candide sabbie e si riflettevano tremuli sulle
acque... Sdraiati qua e là, chi più, chi meno
vicino al fuoco, i compagni dormivano in
placido sonno, ma egli vegliava. A quando
a quando il profondo silenzio della notte era
rotto dallo stridente melanconico grido di
qualche uccello notturno e il leggero fruscio
delle foglie della foresta mosse da un dolce
vento. Tutto ern calmo e sereno: pareva che cielo
e terra si dessero il bacio di pace proprio là,
dove tutto nascondeva insidia e morte!... Il
pensiero del missi,onario errava per quelle
spiagge, per quei boschi e per quelle acque
rivedendo nell'immaginazione le care sembianze
dei confratelli caduti, che, forse, in· quello
stesso luogo e sulla stessa sabbio nvevano ripo-
sato le stanche membra... Ora egli con altri
O. Colboechlnl
fralclli, pieni di speranza e di entusiasmo, si
accingeva coraggioso e fidente in Dio, alla
suprema loLta contro l'incogniw della foresta,
i pericoli e le! insidie del fiume, rifacendo quel
viaggio per portare il bacio di pace, l'amplesso
dell'amore ai feroci figli di quelle selve, per
estendervi il Regno di Cristo ed unire tutte
quelle anime a Gesù Salvatore.
DUE PUNTI FOSFORESCENTI... -
Assorto in questi pensieri, non badava al
fuoco che si stava spegnendo... A rari inter-
valli guizzava come un lampo una piccola fiam-
mella, che diradava per un attimo le nere om-
bre della notte, gettando poi lutlo in più pro-
fonde tenebre. Ma ad uno di questi sprazzi di
languidn luce, ecco splendere a poca diatanza,
sulle acque oscure, due punti luminosi, fosfore-
scenti. D. Colbacchini balzò a sedere osser-
vando attentamente... Un nuovo improvviso
ravvivarsi del fuoco, cd ecco i punti luminosi
più vivi di prima ed assai più vicini e, non solo
due, ma altri due e altri due ancora... Avve:zzo
alle incogtiite che possono sorprendere ad ogni
istante in quelle solitudini inesplorate, ove
occorre diffidar di tutto ed esser sempre pronti
- - ad ogni evento, gli occhi fissi nelle tenebre,

2.7 Page 17

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I calmaoJ uccisi Lirati a secco presso l'atteodamento del missionari.
-
An.che il terzo coccodrillo agonizzante catturato.
:::::::

2.8 Page 18

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nella direzione di quelle luci misteriose, Don allontanare gli altri, che, per tutta la notte,
Colbacchini balzò in piedi, per gettare un po' tentarono di sorprendere i missionari ritor-
di legna sul fuoco ed aumentar la luce; ma nando all'attacco, senza permettere loro di
non avea dato un passo che, tra le oscure ombre chiudere un occhio... Ai primi albori i terribili
della notte ed il bianco riflesso della sabbia, caimani stavano ancora in agguato, sebbene
scorse un corpo lungo e nero strisciare rapido due di essi giacessero inerti colla pancia in aria
verso uno dei nostri, che, ignaro del pericolo, arenati presso la spiaggia... Colpiti dalle pal-
dormiva saporitamente. Intuito il pericolo, af- lottole essi erano morti, ma un terzo, ferito
ferrò il fucile, mandò un gridb e fece fuoco... gravemente, mostrava la sua sega di avorio in
Il mostro, già a un passo dalla vittima, cho si atto di sfida. I missionari vollero metterli a
era scelta, diede un rapido giro su se stesso e secco, tutti e tre, i morti ed anche il vivo. Non
con un colpo furioso di coda, che fece volare senza fatica e grande precauzione, perchè il
sabbia ed oggetti che stavano là vicino, si preci- vivo reagiva furiosamente, trascinarono sulla
pitò con un gran tonfo in acqua. Il grido e più sabbia gli implacabili nemici. I due morti
il colpo di fucile nel cupo silenzio della notte, misuravano circa quattro metri di lunghezza;
fece alzar di scatto tutti i compagni. Gettarono il ferito, che non si dava pace per la prigionia
legna sul fuoco, ravvivarono la fiamma: un e si dimenava furiosamente, non ostante avesse
terribile e mostruoso coccodrillo jacarè, aveva il cranio sfracellato da una pallottola, ne misu-
tentato di fare un buon boccone!... Grande e rava più di quattro!...
continuo è il pericolo di questi terribili anfibi:
insidiano per ore ed ore la vittima e quando I MOSQUITOS. -Quando s1 nm1sero in
riescono ad afferrarla, la stringono fra i denti viaggio, il sole dardeggiava. Risalendo il fiume,
delle formidabili mandibole, si immergono la navigazione doveva procedere lentamente
con essa nelle acque del fiume e nel fondo oscuro per vincere la corrente delle acque che in alcuni
se la divorano tranquillamente!... Manco a punti è assai violenta. La sinuosità del fiume
dirlo, il sonno scomparve istintivamente. Ac- offriva ad ogni curva un nuovo magnifico
coccolati intorno al fuoco, cominciaròno i scenario colla distesa delle acque e la foresta
commenti, ridendo e scherzando, per cacciar sempre in fiore; ma il pensiero correva altrove,
f
l'impressione dell'avventura che per poco non ai poveri selvaggi che vi si internavano sfug-
si risolse in tragedia... I cani intanto, eccitati gendo a tutte le ricerche della carità.
ed irrequieti, a quando a quando avanzavano Anche il secondo giorno di viaggio volse al
furiosi verso il fiume... Gli occhi del missio- termine ed avvistata una bella ed ampia spiag-
nario non si stancavano di fissarsi nella massa gia, si disposero a pernottare. Cena frugale, poi
oscura dell'acqua per scoprire, al rubro riflesso legna sul fuoco, un'ultima preghiera e... in
del fuoco, qualche segno di nuovi movimenti: pace con Dio...
era sicuro che quei terribili mostri non si Ma avevano fatti i conti senza l'oste...
sarebbero dati per vinti e sarebbero usciti Se in tutto il viaggio avevàno già sofferto
nuovamente all'attacco. Difatti, dopo poco il flagello dei mosquitos, cli tutte le specie
tempo, ecco i piccoli occhi di quei sauri brillar e famiglie possibili d.i moscherini e di zan-
nuovamente al riflesso del fuoco, nel tenebroso zare, la seconda notte fu un vero tormento,
sfondo del fiume: due... quattro... sei... otto... fu un martirio. La musica indefinita, i pun-
in semicerchio: si movevano lenti e si avvicina- giglioni incessanti di quegli implacabili ed
vano... "Attenti! - gridò allora ai compagni, insopportabili insetti, non lasciano requie,
che se ne stavano vicino al fuoco, - attenti, causando una sofferenza indicibile che dà tale
le bestie ritornano e non c'è da scherzare». eccitazione nervosa da non permettere il sonno
Tutti presero le armi e si misero in difesa. neppure quando si è affranti da morire. Solo
I caimani avanzavano solc.1.ndo leggermente le immergendosi nel denso ed acre fumo che si
acque proprio verso di loro. Due confratelli si sprigiona dal legno marcio e dalle foglie gettate
accostarono alla sponda del fiume e, preso di sul fuoco, si riesce a trovare un po' di sollievo.
mira uno di quei rettili, che s'avvicinava più Ma come respirare? Non si resiste; la pagano
degli altri, fecero fuoco ... Colpito, forse, quel- i pove_!:i polmoni: viene la tosse; non c'è altro
l'animale feroce, con un balzo terribile, si spro- mezzo; bisogna gettarsi all'aria libera sfidando
fondò nell'acqua sconvolgendo tutto. Il rim- nuovamente tutte le miriadi sanguinarie di ogni
bombo dei colpi di fucile, trasportato dall'eco specie di zanzare... Cosl la durarono i nostri
per quelle solitudini, l'abbaiare furioso dei cani, fin dopo mezza notte. Alzatasi allora una fresca
la viva fiamma del fuoco che diradava le spesse brezzolina, le zanzare finalmente se nè anda-
tenebre, non valsero tuttavia ad intimorire ed
- - rono lasciando un po' di tregua. Speravano di

2.9 Page 19

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poter finalmente dormire un po' tranquilli; ma
dopo il tormento delle zanzare, ecco anche in
quella zona i coccodrilli... Dovettero quindi star
all'erta, cani e fuoco ben acceso, fucile pronto
persalvarsi dalle loro sorprese... Come Dio volle
spuntò alfine la stella mattutina... Era il 4 ago-
sto, domenica. Preparato il piccolo altare por-
tatile, che nello iitesso Rio da.s Mortes ave,·a
servito tante volte agli altri nostri Missionari,
su cui anzi D. Fuchs e D. Sacilotti avevano
celebrato l'ultima S. 'Messa, tutto il personale
assistette al santo Sacrificio celebrato da Don
Colbacchini.
(ConliTlua).
Non possono esser valutate nella loro entità,
nel loro svolgimento, nel risultato cui dànno
luogo, se non da coloro che, da lungo tempo sul
posto, vivono la \\'ita dell'ambiente. Per noi
tali caratteristiche sono intimamente legate alla
vita di questo gran popolo, di cui forse non si
è ancor ben compreso lo spirito e la sua posi-
zione nel mondo. È alla luce di queste conside-
razioni che bisogna valutare i risultati del la-
voro della propagazione della Fede cattolica in
Giappone. Pochi i Missionari; scarso ancora il
Clero indigeno-perfetto in ge11eresuo, in quanto
deve soddisfare alle esigenze della vita sociale,
familiare, scolastica, industriale e commerciale,
Rio das Mor1u. L'attendamen10 del tniSSionari. Su lln spooda
opposta si distingue Il rwno del fuoco npplccato dal ChavantH.
MIYAZAKI (Giappone).
Amatissimo Padre,
Come annualmente le rondini tornano al
nido, nella ricorrenza dell'annuale resoconto, è
bello tornare al nido di Don Ilosco e, per le
sue mani, amato Padre, presentare ali'Ausilia-
trice il modesto, molto modesto risultato del
nostro la\\'oro annuale. La rassegna a base di
cifre, pur non potendo essere che circoscritta
nel limite dei formulari, dice qualche cosa.
Non foss'altro, è conforto e incitamento al
Missionario; è stimolo al benefattore che vede
qualche risultato della sua carità; è impulso
alle cristianità che vedono, sia pur lentamente,
crescere le loro fila.
Ognè Missione presenta caratteristiche sue
- - proprie, e specialissime le presenta il Giappone.
266
civile, militare e politica: il che signjfica fatto
con signorilità e perfezione dell'ultima ora <lei
mezzi necessari-; un popolo che si accresce di
un milione annuale cli abitanti. Occorre un
attrezzamento speciale, che non si può improv-
visare. Se non è difficile dare dei Battesimi, è
difficile dare dei Battesimi che valgano alla
costruzione della Chie$a cattolica in questo
grande Impero. Difficile la propaganda di-
retta; non meno difficile nei risultati quelJa
indiretta; indispensabile il lavoro nelle opere di
carità sociale, comprese da rutti; ancor più
urgente la formazione del Clero e personale
indigeno.
Alla stregua di questi criteri, legga, amato
Padre, leggano i nostri fratelli, allievi, benefat-
tori e amici della Missione, il seguente spec-
chietto riassuntivo:

2.10 Page 20

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Stato della Missione dal luglio 1935
al 4 giugno 1936.
I. CENNI STORICI.
La Missione indipendente di Miyazaki,
smembrata dalla Diocesi di Nagasaki e poi di
Fukuoka, fu eretta con Breve Apostolico 29
marzo -i928 e affidata ai Salesiani di Don Bosco.
Con Breve Apostolico del 28 gennaio 1935 fu
eretta in Prefetrura Apostolica. Abbraccia le
due Prefetture civili di Mivazaki e Oita con
una superficie di 16.072,175°kmq. e una popo-
lazione di r.826.639 ab. (censimento 1935).
IJ. PERSONE CHE LAVORANO NEL Tl!RRITORJO.
Sacerdoti salesiani
9
Chierici nel triennio
2
~di~ri
3
Figlie di Maria Ausiliatrice
16
Catechisti
7
Maestri
17
Medici a serv. miss.
2
Aide-brévetés .
I
Figlie della carità (indig.)
24
III. POPOLAZIONE AL 30 GIUGNO 1936.
Cattolici indigeni
Cattolici stranieri
Religior>i varie
Pagani
Catecumeni
1 .3 6 t
30
1.500
. 1.822.645
103
IV. DIVISIONI ECCLE$J.ASTICHE ED EDIPICI SACRI.
Distretti
7
Stazioni primarie
6
Stazioni secondarie
5
Edifici sacri
9
V. OPERE.
Seminario indigeno
»
» di T okyo
o
» di Tokyo · .
Asili d' Infanzia
Opera S. Infanzia
Orfanotrofi .
Ospizio per vecchi
Tipografia S. Maria
Libreria cattolica
Scuole serali
Dispensario medicinali .
Scuole domenicali e Oratorii
Scuole Aspiranti Catechistesse
Confraternite religiose Laiche
Assoc. laiche di carità e Azione cattolica
I - alunni latino
filosofia
» teologia
4- »
2-
"
3-
\\)
I
ricoverati
I - (Ospizio di Miyazaki)
r
2- alunni
I - (in 6 mesi) consulti
Il -
alunni
r - alunne
18 - soci complessivi
18 - soci complessivi
53
7
l
172
25
103
30
40
150
1.880
tr
900
600
I Di,ue:ni o staz.
C attolic,
1 935
Poro. di Miyazaki:
r. Miyazaki
2. Miyakonojo
3. Takanahe
4. Tano
Pruv. di Oita:
5. Oita
6. Beppu
7. Nakatsu
624
69
102
122
144
98
87
1.246
VI. AMM1N1STRAZIONl.
Battesimi non in
1U'ticulo mortis
I adulti infanti
lmmi,1r.
Defunti
Emi11r
18 31
55 25
4-1
6
I
8
I
3
l
3
32
I
15
-
10
25
J
8
26
3
11
29
-
-
I
22
26
2
I
2
8
2
9
63 I 79 134 53 104
Cattolici
indigenì
nel 1936
Matrimoni
IMI fede.li misti
664
80
122
148
146
114
87
1.361
8-
--
-
-
-3
'2
I
--
2-
12 j 4 I
Battesimi in articulo mortis
54 S. Cresime
Comunioni pasquali registrate
777 Esercizi spirituali
Comunioni dj devozione
88.595
:::::::
-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Tokio -Mikawajima. - lntemo del dispensario Car.m.accullco
Oltre al perfezionamento e consolidamento,
che si è cercato di dare alle opere esistenti, con
la grazia di Dio e con l'aiuto dei benefattori,
e si potuto realizzare qualche nuova opera, che
speriamo produrrà ottimi frutti. Già gliene
parlai a lungo in altre relazioni e riassumo
brevemente.
1) Ampliamento dell'Ospizio dì Miyazaki
(reparto Orfanotrofio e Asilo lnfanzfa), che ha
reso possibile di elevare a II5 il numero dei
ricoverati.
2) Nello stesso Ospizio, la nuov_a Tipografia
S. Maria. Non pensi alla rotativa della S.E.I.:
è una piccola macchina a mano, coll'indispen-
sabile per iniziare qualche pubblicazione. Già si
pubblica una rivista in 10.000 copie mensili,
destinata ai pagani, e che si propone di far cono-
scere e stimare la Religione cattolica, illustrando
sia le opere di carità esistenti in Missione, sia
i principi evangelici che le ispirano. È intito-
lata Ai ni ikiru (Vivere nella carità). La piccola
rudimentale tipografia pubblica pure Voci lon-
tane, ben note agli amici dell'Ospizio e della
Missione salesiana giapponese. L 'infaticabile
Don Cavoli, coadiuvato da Don Liviabella (che
sa anche trasformarsi in compositore e proto),
sono l'anima di questa nuova attività che già
- - preannunzia i Vangeli in lingua popolare, con
note del nostro Don Marega, e anche i Foglietti
settimanali di istruzione catechistica. Ah, potes-
simo inondare i.I Giappone di stampa buona!
Nella nostra Missione mensilmente si distri-
buiscono, generalmente ai pagani, 1500 copie
del Giornale cattolico, 500 del Bollettino Sale-
siano in giapponese, e si possono valutare ad
oltre 50.000 i foglietti di propaganda distribuiti
sistematicamente. I lettori del BollPttino cono-
scono già il modo di propaganda del nostro
Don Lucioni al riguardo.
3) Dispensariogratuito di medicinali per am-
malati poveri e visite a domicilio a Miyakonojo.
4) Opera della S. 111/a:nzia presso le Figlie
di Maria Ausiliatrice a Beppu (30 ricoverati).
5) Per assicurare l'avvenire delle opere dal
punto di vista materiale, si è fatto acquisto, a
titolo di esperimento, dì piccoli appezzamenti
di terreni coltivabili.
Mentre da un lato si tenta di dar forte im-
pulso alle opere sociali di carità, si cerca dal-
l'altro di accrescere sempre più le vocazioni indi-
gene. IJ o.ostro piccolo Seminario di _Miyazaki
ha elevato in quest'anno a 53 il numero degli
inscritti, e il Rettore Don Caro insiste continua-
mente sulla necessità dell'ampli_amento delle
camerate; ma il povero Prefetto Apostolico
deve conf~are la propria impotenza per asso-

3.2 Page 22

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Iuta mancanza di mezzi. Vorrei che Lei sen-
tisse le insistenze del buon Don Dumeez per
il suo collegietto e del bravo Don Cecchetti
per il suo... futuro Asilo d'Infanzia!... Mah!
E il solito ritornello del povero Superiore della
Missione...
Non le dispiaccia di dare uno sguardo al
lavoro che vanno compiendo i suoi :figliuoli
nella capitale, a Tokyo. Anche quei cari con-
fratelli, emulando lo zelo apostolico di cui sono
animati i Missionari, si prodigano per le opere
che hanno tra mano. Il caro Don Taoguy si
esaurisce con spirito di sacrificio immenso
nella cura dei suoi 10 novizi e degli studenti di
filosofia e teol.ogia nel Noviziato e Studentato
salesiano del S. Cuore a Tok-yo. Sono le opere
che dobbiamo considerare come la pupilla
della Congregazione e a cui sono fissi, insieme
col Gran Seminario regionale, le menti e i
cuori di noi tutti. Sono 30 promettenti speranze,
fra giapponesi e stranieri, su cui invoco da lei,
·amato Padre, e da tutti, speciali benedizioni e
preghiere.
Don Matgiaria è in attività febbrile per l'ap-
provazione governativa della Scuola Profes-
sionale Don Bosco (Sezione tipografi e sarti)
che, oltre il numero di aUievi aumentato (25)
vede coronato di lieto successo il lavoro di
apostolato dei confratelli con promettenti Bat-
tesimi e con un fiorente Oratorio festivo.
E finalmente, nella parrocchia di Mika-
wajima, Don Escursell si è slanciato in un se-
guito di opere educativo-sociali (Esploratori,
Dispensario, Giardino d'Infanzia, Associazioni
cattoliche, maschile e femminile) a favore della
popolazione povera della zona, mentre continua
l'impulso dato dal compianto Don Piacenza
all'Oratorio, con la frequenza quotidiana di 250
allievi, che passano le migliaia nelle solennità.
I 52 Battesimi, amministrati nell'anno, le di-
cano pure il lavoro che si cei:ca di fare anche
nel campo dell'apostolato missionario parroc-
chiale. Pensi amato Padre, che per queste
grandi opere, a Tokyo, tre soli sacerdoti, coa-
diuvati da pochi chierici e coadiutori, lavora,no
intensamente... Pensi al numero esiguo dei
Missionari della Prefettura... e ci venga al più
presto in aiuto nelle forme possibili. Noi
diciamo: grazie al Signore, che ci ha per-
messo di compiere, per la Sua gloria e ·per
la salvezza delle anime, anche quest'anno
questo lavoro; e grazie ai Superiori, ai confra-
telli, ai benefattori e agli amici cbe, con la loro
preghiera, col consiglio, coll'incoraggiamento e
con i mezzi, ci hanno sempre aiutato. Per tutti,
la nostra preghiera e l'offerta dei sacrifici quoti-
diani. Da parte di Dio, la ricompensa a tempo
opportuno. Bisognosi di tutto e di tutti, non
venga meno la vostra generosa carità.
Ci benedica tutti, amatissimo Padre, e specie
il Suo affezionatissimo
Miyazaki, 15 luglio 1936.
Mons. VINCENZO CIMATTr
Prefetto Apostolico di Miyazaki.
Tokio -Mlkawajlma. • I blmbl a refezlone.
-
-

3.3 Page 23

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GRAZIE
a ttrib uit.e all'intercessione di
MARIA SANTISSIMA AUSILlATRICE
e di San G iovannj Bosco.
Racromar1d1amo vit'amnrte m l(ra::,ah, nei casi di
gu.ar1idor1e, di ~pecijicart! sempre brne la malattia e le
cirro1ta11~tt p11} imf>(Jrtar1ti., e di srg11arr rl1iartm1rnu
la propria firma. No11 si publ,/ira110 111r,·srrnlmt11lt! le
rcltv1iom· di f,!ro,:,itt ammimt!, n firmati' ro!le srmplici
ini:s.inh.
Sal,•o prr ,mrarolo. - Il 16 g1u1.,rno 1935, mio
COl{t\\.110 Bt,8co Felice di Chieri, cade~11 da unn moto-
cicletta, produc<'ndosi In foururn della ba~ cranica,
con emomil(in inicmn. Portato all'osp~-<lale 1.h Chieri,
in imminente pttÌC'Olo di nta, ll'h fu amministr.11:a
l'Estrema Unzione. Il dortore curante, Comm. Pro-
fessor Giucinto Giordano, non nasco~e 111 l(ravità del
caso. A cono~cenza della grave disl{raz1a che gettava
nella costemn,1ione mia sorello, gio\\',1ne Nposu, uni-
tamente nlln fomiglia e alle mie con~orelll', implorai
l'aiuto di '1nri11 SS.ma interponendo anche l'inter-
cessione di S. G. Bosco. Dopo 20 1ltom1 nei quali
l'infermo rimase ~empre fuori dei ,wns,, Don Bosco
Santo e l\\.faria Ausilìatnce ci ottennero la 1?111Z;a
sospirnta: il po\\'ero paziente riacquistò la \\'ira
Alla distllnza di quattro mesi egli è pienamente
ristàbilito rn salute e I inwazin con noi i celesti
Protenori, implorando ancora lu loro IIS$ibtenm, per
In pncific:a ~olu,1ione d'un nffnrè che lo riguarda.
Trrri110, 29-11-935.
Ruor RostNA S1ve11A, F'. M. A.
Guanto da lt'phum,a, ~frit~. ,/rahett. - Il z6
aprile ultimo ~corso, festa di Don Bo~cn, m1 mettevo
a letto dc,,tituito di sensi. Il medico chiamato giudicò
,.,...vissimo 1I m,o caso e chiese un con~uho di nitre
medici, clic c-onfcrmnrono tutti la 1rnwit1' delle mie
condizioni. Il 28 dello stesso mese ripresi I sensi e,
con,cio del mio ~rnto, chiesi i Sacramenti dell'Euca-
ristia e dell'Estremo Unzione. Ricevuti 1Sncrumenti,
si nolò un Rcnsibile miglioramento, mn di bre\\·e
durata, po1chè peg,:iioroi pre.~to ripe1u111mente pre-
occupando tanto i miei e i medici che fecero venire
dal pa- min mndrc e l'altra mia sorella. Dalle fre-
qucnd nMlis1, risultava sempre più p,onunciata la
septiccmia, colla nefrite e il diabete. :\\la 11 23 mag~io,
,·igilia della \\ladonnn di Don Bosco, rutto scomparve.
La grn,1111 \\'Cnne 111'impro\\'v1!'(). lo entrai in convale-
scenza fra lo stu1)ort- dd medico curnn1e e degJi nitri
medici che lo avevano coadiuvnto. Il medico curonte
mi disse: Professore, lei è guarito; mo guardi che
ogni spcrnnw umana era perdut,i •.
A me e a runi quelli che B\\'evnnn se11uito ,I con;o
della mio malatt111 ha fatto però ancor ma,tl(iore im-
pressione la con,nlescen:za che fu brc\\'ir,..~ma e com-
ple!ll. 1'\\ulla ornai risento dei tanti e terribili mali
riscontrati do1 medici nelle varie analisi. Da tre mesi
sono perfouomcnte w.ianto e da due me$i mi sent0
più sano e fi~icamer,te più forte di pnma.
Riconoscente a Dio ed all'intercessione della Ver-
- - gìne Ausiliatrice e di Don Bosco, mando questa
tenue offerta per le Opere Sale!u:tne con la pregh1erll
di puhblicare la grazia nel Eo{letrino.
Palermo, 19 agosto 1936-XIV.
Prof. Rt~\\LDO C,\\TALOO e.,; allin·o.
Guamo dn f'k'tJriu. - Qucst'in\\'erno, il mio unico
fodio lii :nnrnalò di pleurite e$•udam'll con disturbi
c:1rdinci molto preoccupanti. :\\falgTado le cure del
medico e l'opera del chirur~o che dovette praticare
due volte In toracentesi, mto fi,silio non acccnna,'3 11
~nrirc. J\\li rivolsi allora fiducioso a Moria Ausilia-
trice e a S. G. Bosco promeltendo di pubblicare la
grazio sul Bolletti110 qualoro mio figlio nvesse otte-
nuro la gu:irii:cione.
Dopo due me~i e JllCZ7.0 mio figlio em gus.riro com-
plctnmcn11: cd io riconoscente n M Ausiliatrice e a
S. G. no~co ,.c,ol,ro il voto e pubblico la l{Tazia mentre
in",o un'nffcma per le Opere di San G. &11co.
Catm,ia, z agosto 1936
AGATISA CALTAlllAl'.0 GRASSI.
La .lladmma e D. Bosco 1111 /ran110 a,r,fato. - Era
già In seconda volta che una mnlnnia infettiva sor-
prendevo il mio debole corpo.
La pmnn mira mi obbligò n tenere il Letto per se,
mes, circa e mi riebbi solo dopo UM lung-.i convnle-
scenz.n. Ricomparve poi ver,:o I pnmi di mairgio del
corrente unno e, data la mia età di 76 llnni, e lo mia
deholezza, il medico curante non mi da,-a più spe-
ran7.a tli guarigione.
Alloro io cercai altri medici, rifiurai qualsiasi medi-
ci1111 e mi collocaì sotto il monto dell'Ausiliou-ice e
sollo In protcz10ne di S. Giovnnni Bosco.
Medici e medicine salutari I Jn pothi giorni tutto
scompurve e io sono rimasta qui guarita a lodare e
a rin~ruzinre i miei celesti Protettori ai quali pro-
testo perenne riconoscen7,a im·1ando un'offerta per
le Opere !--alesiane.
Trn•ilflio, Casci11a SS. Redentore.
D0,10 CAROLl'.'<A
St·tm/1.rc scant[mrate. - Circostan1.e impreviste
avevnno tolto una occupazione sicura al cnpo della
nostra fomiR'lio che si vedevo onn,1i impossibilitato
a provvedere al mantenimento delln moglie e di unu
fodia di pochi mesi, anche perchè un difetto fis1co
gli impedisce i larnri manuali. Pieni di timore per
l'avvenire, ma anche pieni d1 !ipcran7.u nella potente
ìntcrcesllione di Don Bosco ci demmo a far no,·ene
su novene a :\\foria Ausiliatrice ed al no~tro Santo,
promettendo un'offerta per l'umplinmento del San.
ruuno. Oncnu1a la sospirat,ssuna J:(r.12111, con grande
riconosccnzi, ndempiamo allu promC'ssn farta.
Torino, Luglio 1936.
Fumil(lia Pm1r-:o.
G11arrto da e11reroco/itt'. - Nel mese di aprile u. s.
fu, pr<:SO tla terribili sofferenze gn!\\trichc che mi im-
pedhimo lo dii;:1.-srione e qumd1 la nu1rizinne. Quasi
nulb stppero dirmi i medici che nnn mi prescrissero
alcun medicamenro efficace. lc, ullon1 decisi cli non
prendere neppure i calmanti 1nd1cat1m1. che del resto
non mi giovavano affarto. Ricori.i solmnro fiducioso
a S. Giov. Dosco. Applicai una sua reliquin che fece
cessure subito le sofferenze acute; in fine poi della

3.4 Page 24

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terza ntivcna al SS. Sacramento e alla S. Vergine
Ausiliatrice per intercessione del Santo, guarii com-
pletamente dalla forte enterocolite.
Secondo la promessa unisco la mia quota mensile
di Cooperatore Salesiano.
Portiri, 21 agosto 1936-XIV.
RICCARDO SIRACUSA.
Guarita da bronco-polmo,iite. - Lo nostra Gian-
nino, nel febbraio u. s. affetto da bronco-polmonite
ed infiammazione intestinale con febbre altiRsima,
fu per parec:chi giorni in condizioni qunq1 di~perate.
Lo stesso medico curnnte nnn aveva più fidudn. Fm
In più viva trepidazione, ci rivolgemmo onaosciaci
ol caro ~unto O. Bosco, perchè ci volesse otteneie
dal Sil!n<>rc lo RlUtriiricmc della nostro fil!lin.
[I teru, 11inmo della novena, la bambina, verso
mezzanotte l!Ullrdando vt'~o il ~offitto aprl ali occhi e
RTidò: ,, Starò sempre huonu, ~i. starò sempre buona!•.
Da qui.'! momento incominci/) il miglioramento ed
in pochi ~iorni tornò vi~1,o ed ollegra come prima.
Con animo !(nito Mooh•iamo il nostro voto ed uniamo
un'offerta per l'ampliamento del rempio di :i\\1. Ausi-
liatrice.
Sassari, 18-8-36.
Famiglia BBRu....CIJIIR.
Dtte provi! dell'interccs.no11r. di S. Gio. Bosro. -
TI mio bambino Carlo, di appena tre mesi, fu col-
pico da gnl\\'e malore che i dottori ident16airono in
t!rnia. Con piena fiducia ricol"'li a S. Gic,. Bo~co, e
dopo unu no,·eno scomparve oi;cni pericolo.
Minacciando di nuovo dapo parecchio tempo la
stessa malattia, ricorsi nuovamente con vivo fede al
caro Santo, e D. Bosco, protettore dei bombini,
veglib nnçorn sul mio a.n1tic,letto. Da J)M«chi mesi
il mio bambino continua a godere ottima ,salute.
Con lct più vh-a ricono~c;cnza
Fnliutto, Settembre r936.
M.ARtA PARIZIA in PANSA.
lt,noçcn::a rironosriwa. - Denunziato per truffa,
per intcrc~9ione d1 S. G. 8o$CO mio protettore ed
avvocato, la m,a innocenza è stnr.n ampiamente nCO•
nosciu12 con ~entenza del Giudice Istruttore che di-
chiarò non doversi procedere a carico mio per non
avere commesso la trufti asorittami.
Che la mi~ericordia di Dio perdoni i miei peccati
come io ho perdonato ai miei detrattori.
Ln:orrro, 4 aprile 1936-X[V.
SERRI Gmsm>ra.
Guan"to da w, grave mnl d'Of'chi. - JI 24 luglio
u. s. fui improvvisamente colpito da un leJ:(gero nrros-
samento all'occhio sinistro. Sulle prime non ci badai
1W11ri, e m1 l1m1tai a fare degli impacchi di acido bo-
rico, senza ottenere alcun miglioramento. Anzi in
due giorni, l'occhio s'andò aggrnvando Ulnto che la
mattina del giorno 27 non vedevo più. l mioi spa-
venlllt1 chiamurono il dottore che mi consigliò di
recarmi da uno specialista.
Fui 1mml-diatumente lro~pormto all'Ospedale
Oftalmico, O\\'C il Prof. Conado, ossenato l'occhio
attentamente, djchiarò trattar111 d1 una congiuntivite
acura con ulcera corneulc. Non si può imlTlllginare
lo spnvento dei miei. Jncominciarono subito preghiere
al Santo Don Bosco e al Ven. Domenico Savio per
ottenere dal Signore la mia RWU-Ìgione ed anch,
quesra volta il loro intervento è smto quanto mai effi ~
cace. l\\tentre nei primi due giorni c'era un ltMlO n-
serbo a pronunziarsi sulla mia gu11ri1?ione, il ten:o
giorno fui dictunrnco fuori pericolo. On quel mo-
mento l'occhio andò sempre migliornndo ed on1 sono
completamente guarito.
Riconoscente sono venuto a fare In S. Comunione
all'nlrare di l\\Iarin Auqilintrice.
Torino, 1.1 Sem:mbre 1936-XIV.
t ,lfTlll PLAcroo.
G,umta dlle ,,oltf' da San Gim.•a11111 nasco. - N el
giuRTto del 193 1, cnu~n uno sfor7A, mi si formò una
ptal'(B nella caviglin del piede ~inistro con gravi so(fo.
rcnze. In fine luglio invocai con fede il potente aiuto
di Don Bosco chiedendo.gli In guaril(Ìone pel 9 Bl?<l!<to
e proprio la sera del giorno fissato rrovni In piaga mira-
colnsnmcnte cicntrizzatn I
Nel giugno u, s., percorrendo un sentiero $()()Sceso,
col piede desrro diedi un forte colpo all'antica ferita
che iii riaperse cau'IOndomi gravi dolori e preoccu-
paz1oni. Fatto nuovo e fiducioso noorso al nostro
Santo fui esauditR e guarita proprio il giorno q
n11osto. Riconoscentissima bo inviato offerta per le
Opere S.nlesiane.
Ghuma-Prgli, ~6-Vltl-1936.
CAVALLO CLEM.H:-."TL'H.
Per intercessione del Ven. D. Savio.
Pr()trttgt1 i Jl,fissim1ari. - Accompairnavo il R.mo
Sig. Don Giorgio fit"riè, Visitatore ,traordinado. alle
rc!lidcnze della Mi~~ione Salesiana tra i Ki•'llros
dc:ll'F.quntore. Con una settimana cammino giun-
gemmo a Gualaqui7.a e là ci npos11mmo per due
gìorni, quindi, soliti a cavallo, ci diriRemmo verso la
res1dem:a di Limbn. A circa metà stroda le via mula~
tiern corre fra due scoscese pareti di montagne: in
quel punto acaidde che il mio CI\\VBllo, avendo
spiccato un salto per sorpassare un lf1'0SSO macìgno
e non essendovi riuscito, mi sbalzò riverso sulla
stretta mulattiera cd e.1~0 mi rotolb sopra.
11Sig. Don Seriè che mi seguiva II pochi metri, ol
vedere fa scena rubbrividl, e, sec!IO prontamente di
canllo, con l'aiuto delle due guide riu.'ICI ad estrarmi
di ~otto ìl cnvnllo che immobile gravava con tutto il
suo pc~o sulla mia persona. Avrei dovuto avere peste
le ()!l53, essere in condirioni pietose per In violen1.a
della caduta aggravata dnl peso delln bestia: cosi
•forse pensarono i miei sah"lltori. Im•!.-cc io sperimen-
tando l'efficace protezione del Ven. Domenico Savio
alla quale aveva affitl1110 i nostri ving~, mi riJll:mi
quasi incolume, salvo un acuro dolore intestinale
che pur altro non mi impedl di continuare il mio
viaitijio e scomparve alcuni giorni dopo senza medi-
cine di sorta.
li Superiore, testimonio oculare del fatto, m1
esortò a rendere pubblica la grazia ricevuta per
inter(l(."lllione del Ven. Domenico Savio, ripetendomi
- più volte che essa aveva del prodigio.o. Egli che al
271

3.5 Page 25

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Santuario di Maria Ausiliatrice e a q uello di Lou rdes
aveva pur conosciuto grazie prod igiose, m i assicu-
rava che la mia era uno dei più gran di miracoli che
fiducia del Sommo Pontefice colla cura intelligente dd la
basilica di San Pietro cui crebbe splendore con ingen11
restauri. Devotissino di Don Bosco, diresse con partico-
lare affetto i lavorl per l'alJcsrin,enro della basilica alla so-
avesse visto.
lenne funzione della Canoniull:,;ionc.
Ritornando un altro giorno dalla resid enza cli Macas,
per un incidente imprevisto, ruzzolai al suolo tro-
scinorovi dalla caduta del cavallo. La bestia nell'im-
peto dello sforzo per rialzarsi stava per piantarmi
in corpo le due zampe anteriori, mentr'io per lo
stordimento e per l'incomoda posizione non era riu -
scito in tempo a scostarmi. Già mi sembrava di
esser vittima, quando il cavallo si fermò immobile
in quella posizione per alcuni istanti fissandomi con
occhi di compassione quasi per dirmi: muoviti o ti
schiaccio! Quei brevi i$tanti furono la mia salvez7,a;
mi lasciai rotolare giù per alcuni metri del peodlo...
Il ca,·allo s i rizzò, ed anch'io poco dopo l'imitai,
sen7,3 aver riportato nelln caduta nessuna ferita.
Can. FRANCESCO GUALA t a Massarano il 1
aprile u. s.
Ex allievo dell'Oratorio fu il primo parroco di Castel-
lerto Cervio e per 50 anni resse la p!lrrocchia con ammira-
bile pietà e zelo pasconde.
Nosrro buon Cooperatore si ricordò delle Opere Sa-
lesiene anche in punto di morte.
BERARDO MARIA, nata ROSTAGNO, t a Saluzzo
il 19 agosto u. s. n 70 anni di età.
Madre veramente cristiana, vi~se dj preghiera, di
sacrifici e di lavoro. Tutta dedita al bene della fomig!In,
sempre rassegnat <1 alla volontA di Dio, sostenne da forre
le bufere più tremt'nde, confidando nella Vergine Ausi-
liatrice alla quale consacrò con gioia una su.a fiqlìola.
SURACI LUTGit a Torino il 22-1x- u. s . a 64 au.nj
di età. Confortò la sua vita laboriosa con una fervida
devozione a S. G. Bosco, lieto di offrirgli il fig!Io Antonio
per la Sncietà Salesiana.
Savio Domenico aveva aggiunto al primo un se-
condo prodigio, per rendere più viva e più fiduciosa
la mia speranza nelln sun protezione.
C,ienca, 26 marzo 1936.
l sIDORO FORMAGGIO
1'\\1_issio11ario Salesi(l110.
AlTBERTJ ROSA da Vinovo. Sor&lla del nostrn
D. Giovanni M. Aliberti, lspertore delle Ca,e Salesiane
delle Terre Magellaniche, passò tutta la sua vira nella
pietà, nel lavoro e nella sofferenza. Zelante Cooperatrice
Salesiana, fu delle prime ad accogliere l'iniziariva delle
Rors:t,: Missinnnrie, pron,osse le vocazioni religiose sa-
lesiane, il culto di Maria Aasiliarrice in paese. e predi-
lesse le Missiom Salesiane delle Terre Magcllaniche,
pr ovvedendole generosamente di sacri aHedi.
NECROLOGIO
]',ULANI GISELDA t a Sesto al Reghena il ro giugno
u. s. Fu unn delle prime e più zelanti nostre Cooperatrici.
Più volte nll'nnno inviava la sua offerta a Maria Ausilia-
trice e si privò anche di rurto il suo oro unendolo a quello
della sorella per le Opere Salesiane.
Salesiani defunti:
GMSSI Don GIUSEPPE, sac. da Nizza Monferrato
(Asn"), t a Lombriasco (Torino) il 2-0<-1 936 a 73 anni di
età.
A zs anni senti la vocazionè salesiana e si consacrò
al Signore con uno spirito di abnegazione e di sacrificio
che non scemò più in rutto il corBO dello sua vita umile e
laboriosa. La mor~e lo sorprese all'improvviso mentre
rubava ancora le ore al sonno in studi utiU al sacro mi-
m is t e r o .
(BCraAsiMle)P, tOaSS.MPAauIlAo
GIORGIO,
(Brasile) il 23
chier ico
-vm-1 936
da Pimu
o 23 anni
hr
di
Don
6Hppo
EUGENTO
(Agrigento)
Rt
OCALBEkTO Arciprete di Cas1ro-
improvvisamente il 10-1x-u. s.
Nella parrocchia, che resse per olrre un rrenrennio,
lascia grato ricordo di virtù sacerdotali e di attivilà pasto-
rale.
Zelante e generoso duurione salesiano, fondò una
borsa missionar ia, stabili e propagò il culto di Maria
Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco.
Volle che una novella, graziosa chiesa, sorta in Castro-
filippo, avesse carnrtere salesiano destinando due altari
a Maria Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco, e riserban•
done altri due ni futuri sancì salesillili il ven. Domenico
Savio e don Michele Rua.
età.
LANDONI Don BERNARDO, sac. da Castellanza
(Vare,e), t a Lima (Perù) il 24-v1-1936 a 54 anni di età.
Parti ancor chierico per l'Equatore e trascorse quasi
tutta la sua vita nelle RepubbBche dcll'Aml!.rica Latina,
lasciando particolare impronta della sua attività, del suo
zelo e del suo ortimo spirito organizzatore nel Perù
nella dire-.<ione della Casa di .Piura e ddla Scuola Agricola
di Puno e nella cura delle anime della parrocchia di
Magdalena del Mar.
Cooperatori defunti:
S. E. Rev.nu Mons. LUIGI PE LL IZZO, Arcivescovo
titolace di Damiata.
Si spense in Faedia (Udine), suo pa"l!e natio, il 14
agosto u. s. a 76 anni di età. Professore e Rettore del Se-
minario diocesano, poi Vescovo di Padova ed in6ne
St.1,<rcturio Economo della Reverenda Fabbrica di San
Pietro, si distinse per lo zelo illuminato ed il genio co-
struttore ed organizzatore, lasciando ovunque traccie
imponenri della 1Jua attività e previdenza, della sua ine-
Altri Cooperatori defunti:
Li raccomandiamo tuUi caldamMle ai fraterni s11f!raili
d,g/i iscritti alla Pia Unione e p r~sentiamo ai Congfonli
le più 1wtilt: condoglianze.
Alberico Maria, Romano Canm;eM (Aona) - Attenasio
Suor M. Addolorata, Favara (Agrigento) - Bnrolotta
Corrado, Avola (Siracusa) - Bertinetti Caterina, Ri1•arow
Ca11Q'l·ese (Torino) - Boero Anna Moggio, S. lVficluile
d'Asti (Asci) - Brignolo Giuseppe, Corsione (Asti) - Cane
Giovanni, Ver,ttria Reale, (Torino) - Cnntamessa C lemente,
Govone (Cuneo) - Carugo Giuseppe, Bre,cia - Comj
Margherita, Pontida (Ilergam.o) - Dalla Costa Felice,
Tret/o (Vicen,:a) - Funti Erminia, Vado (Bologna) -
Fedt-rle Don Giovanni, Tretto (Vicenza) - Fos.,aù Bias-
sonni Rosa, lvfom:a (Milano) - Garbin Ciprinno, lolitt,
1ft. (U. S. A.) - Giraudi Valentino, Parabiago (Milano) -
Giuggiolini Antonia, Roma - Knntlus Anna, Vl!J'UIVitto
(Gorizia) - Lìzioli Lujgi, Villa. Lesa (Novara) - Meined
Margherita, Pevuagno (Cuneo) - Mellè Eugenio ved.
Rean, S. Jl.tarcel (Aosta) - Odello Giuseppina, Mathi
sauribale, industrfosa carità. Putore intrepido e vigilante, (Torino) - Perego Franceaco, l\\lon::a (Mìlano) - Perotto
fu vero angelo della diocesi nel periodo della grande Margherita, Su.sa (Torino) - PoH Silvia, Bot1ici110 (Lucca)
guerra e neU' immediato dopoguerra, confortando, soste- - Renzi Francesco, Pe1aro - Romano Battista, Ciroulco
nendo, soccorrendo ed aiutando clero, popolo e soldati (Como) - Schettino Prof. Antonio, Mararea (Potenza) -
- - nelle ore più trepide ed angosciose. Rispose quindj alla Son Giuseppe, Torino - Turiccia Teresa, .Mathi(Tort.no).
Lon p ernu:uo u~d AflforiU b!cle-•fb]jlic4J. - OireUore re.apounblle.1 0 . GUIDO PA VIN I
Tarino - TIJ>otlrd• clen. Soclell lldUrlce lnlerauloule, Cono Regina Mu11herlta, 17 1,