Bollettino_Salesiano_196511


Bollettino_Salesiano_196511

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1.2 Page 2

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IN QUESTO NUMERO:
Il nuovo Retto, Maggiore
Don l uigi Ricceri
pag. 161
" Pietro è qui "
Identificate le ossa di San Pietro
pag. 165
Che fanno i ragazzi in Colonia?
pag. 172
Da 50 anni i Missionari salesiani
lavorano nel Rio Negro
pag. 185
••WDI IN COPERTINA • Una -U. • - - - - -
faN del collegl • ....
•1etrecento ...,.:ai ffanceal, belgi, nlaetl
eia ...,.la veno Dotaenlco»

1.3 Page 3

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Don Bosco
ha il suo sesto
successore
Alle ore 12.10 del 27 aprile scorso, una nuon mano ha impugnato il timone della Congre-
gazione Salesiana. DON LUICI RtccERI, salutalo dagli applausi cordiali dei 150 capitolari
che lo avevano volut o sesto Successore di San Giovanni Bosco. In quel momento cercò inu-
tilmente di dominare la sna commozione, mentre i capitolari scavalcando il protocollo Hi
assiepavano intorno a lui per avvolgerlo in un abbraccio affettuoi:10 e per dirgli la loro gioia
« Vogliamo formare una grande famiglia >>
L'inlt>lli,8 mattinata era eominriata ai piedi dd-
l'allan-. 1•lla nuoYa chiei-a d<'ll'Atent>o romano il
R c ttor Maggiori' uscf'nLc don Ziggiotl i celebrò la
Messa per invocare l'assistenza dt•llu Spirito Santo.
Nel Vangelo les!.'e le parole cli Gesù: « Lo S pirito
Santo. che il P a d re mio manderà nel mio nomc,
egli ,i in«t'gncrà ogni c,i-a, e lullo ,i ~arà suggerito
da lui ».
Con questa certezza i capitolari pa:,~aronu nel-
l'aula magna prr la votazione. À uno a u1w 1,1iura•
remo, con la mano posata s ul Yangt>lo. tli dare il
vot o libero e segreto a quel superiore elll' g iudicas-
sero di eleggere al <'OSfll' tlO di Dio.
Don Ziggiolli aH',·a più ,olte imitalo gli ciel·
lori a orientac~i su un nome che non fo,1se il suo.
,ella prima ,01azionc 1I ..uo nome invece apr•ane
161

1.4 Page 4

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li pomeriggio del nuovo Rettor Maggiore passò
veloce tra visite e saluti. Dopo Ja cena, l'assedio
affettuoso dei confratelli si fece più intenso e si
trasformò in un'accademia improvvisata, con di-
scorsetti in tutte le lingue e con i canti dell'antico
repertorio salesiano. <<Vogliamo formare 11-na grande
famiglia - disse don Ricce.ri al termine - una
yera famiglia ». Un nuovo lm1go applall60 espresse
l'adesione convinta di tutti alle sue parole.
«La mia persona
non deve entrarci»
frequente; molti capitolari vollero rendergli così
un ultimo omaggio filiale. Al secondo scrutinio as-
segnarono la maggioranza assoluta a don Luigi Ric-
ceri. Don Ziggiotti per primo lo strinse tra le sue
braccia; un salesiano dell'India lo incoronò con una
ghirlanda di fiori secondo l'uso del suo Paese, e dal-
l'ampia gradinata dell'aula magna i capitolari can-
tarouo con slancio Don. Bosco ritorna. Don Bosco
era tor.nato tra i suoi figli, per la sesta volta, nella
persona del suo sesto successore.
Il nuovo Riittor Maggiore parlò ai Capitolari che
lo avevano eletto: « Mi han detto or ora: 'coraggio!'
- disse visibilmente commosso. - Ce ne vuole
tanto di coraggio! E forse qualcosa di più che il
coraggio. Io non so se voi possiate imma,,ainare la
somma di sentimenti che in questo momento n1i
opprime. Io vi dico che anzitutto sento il limite delle
mie possibilità: mai l'ho sentito come in questo
momento, per la sensazione chiara dei miei limiti.
Se non volessi evitare una umiliazione per voi,
prima che per me, vi farei l'elenco di tutte queste
limitazioni. Ma io sento, carissimi confratelli, caris-
simo don Ziggiotti, sempre mio Padre, che forse
fra tutti questi limiti uno non esiste: il limite della
mia dedizione, della mia obbedienza al Signore e alla
Congregazione. È per questo che credo di dover
obbedire alla volontà del buon Dio che si è mani-
festata oggi per mezzo di voi, che rappresentate la
volontà delJ'intera Congregazione (qui fu interrotto
da applausi prolungati). Sento chiara - proseguì
don Ricceri - la mia nullità, sopratlutto al con•
fronto di quelli che mi hanno preceduto... ». Il
nuovo Rettor Maggiore fece quindi l'elogio della pa-
ternità e dedizione del suo predecessore don Ziggiotti,
e gli chiese in ginocchio, insistentemente, la benedi-
zione per sè e per tutti i presenti.
In precedenza il Capitolo generale ave,,a vissuto
giornate di intensa preparazione. Si era aperto
1'8 aprile con gli Esercizi spirituau, predicati da
don Giuseppe Del Pino Gonzilez, Ispettore delle
Antille, e dal Direttore del Bollettino Salesiano.
Subito dopo, i capitolari parteciparono alla Setti-
m~a Santa nelle basiliche romane: furono col Papa
alla Via crucis nel Colosseo e alla Veglia pasq1iale
iu San Pietro.
Lunedì di Pasqua tennero la loro prima Assemblea
generale, e riunirono pure le commissioni di studio.
In tutti i giorni che precedettero l'elezione del
Rettor Maggiore, don Ziggiotti aveva calamitato
su di la premura filiale dei capitolari. Li sorprese
dolorosamente in una prima 'buonà notte' in cui
invitò a pensare a un'altra persona più giovane per
portare il peso del governo della Congregazione.
Con un'umiltà che sbalordì tutti disse: « Io sono
La vecchio ormai. e poi non ho doti di governo. Pen·
sate alla Congregazione, non a me, non a me.
mia persona non deve entrarci: Dio, Dio solo,
Don Bosco e le anime! ».
Una nuova casa
ogni quindici giorni
Chi lo conosce, sa quale tempra di lavoratore sia
don Ziggiotti. Cominciava la sua giornata alle 4,30
del matti.no. Celebrava la Messa all'altare di Don Bo-
sco e ogni sabato all'altare di Maria Ausiliatrice,
in Basilica. Alle sei faceva la meditazione col primo
turno dei confratelli. Quindi mezz'ora di preghiera,
e alle sette era già al lavoro. Una giornata pesante
la sua, che si chiudeva solo a tarda sera. Con questo
ritmo lavorò ogni anno, senza soste e senza
vacanze.
Nei quasi tredici anni in cui resse la Congrega-
zione, i Salesiani aumentarono di numero in modo
impressionante: da 16.364 passarono a 22.510. Le
162

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Don Bosco vive e opera oggi
nel suo sesto Successore come
flno a Ieri ha operato nel quinto

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Loro case salirono da 1072 a 1361. In media, un'o-
pera nuova venne inaugurata ogni quindici giorni.
Ora cbe don Ziggiotti ha lasciato il suo posto di
responsabilità, diventa il primo Rellor Maggiore
emerito della Congregazione. La sua rinuncia è una
riprova - se m.ai fosse necessaria - della ~tatura
morale e della dedizione alla Congregazione di que-
st'uomo di Dio che nell'ambiente salesiano visse
dalla verdissima età di sei te anni, dalla seconda
classe elementare, nel lontano 1899. Le sue spalle
solide e La sua tenacia gli permetteranno di lavorare
ancora per Don Bosco e per i giovani. Egli conti•
nuerà a portare ai s uoi confratelU il suo sorriso, e
a infondt>re in loro la fiducia e l'entusiasmo che non
Lo banno mai abbandonato. Questo patriarca della
Famiglia salesiana allcnùc ora, dopo averla solle-
citata, la sua 'obbedienza', come se fosse uno qua-
lunque dei 22.510 salesiani. E quale casa non sa-
rebbe felice e onorata cli accoglierlo?
Intanto don Ziggiotti ha continuato in questi
giorni a lavorare nel Capitolo Superiore, accanto ai
suoi confratelli. Il giorno 3 maggio il Capitolo ha
completato le votazioni con l'elezione degli altri
Superiori che affiancheranno il Rettor Maggiore
nel governo della Congregazione.
Risultano nel nuovo Capitolo Superiore:
Don Albino Fedrigotti, Prefetto generale (confermato);
Don Modesto Bellido, Catechista generale (in pre-
cedenza. Consigliere per le Missioni);
Don Ruggiero Pilla, Economo generale (confermato);
e i cinque Consiglieri: don Archimede Piarwzzi.
don Ernesto Giot•annini, don Guido Borra (confer-
mati); do11 Pietro Gamero, don Bernardo Tohill
( nuo·\\i eletti).
TI prossimo numero del Bollettino si soffermerà
a parlare di ciascuno di questi Superiori, nuovi e
rieletti, e fin da ora porge loro a nome della Fa-
miglia sale~iana gli auguri più belli di buon lavoro,
colmo della benedizione del Signore.
Un volitivo dalle idee chiare
e dal cuore puro
Don Luigi Ricceri ha 64 anni: è nato ]'8 mag-
gio 1901 a Mineo, Catania. A ventiquattro anni fu
ordinato sacerdote. Don Ziggiotti, allora suo Ispet-
tore in Sicilia, lo nom.iuò ancora giovanissimo di-
rettore a Palermo e poi a Messina. Svolse il suo
compito così bene che i Superiori gli affidarono la
responsabilità di una Ispettoria, la Subalpina. Erano
gli anni duri della seconda guerra mondiale e don Rie•
ceri incontrò difficoltà non comuni. Tra l'altro, nel
'44 venne coinvolLo in un triste episodio di guerra
partigiana, che ebbe come teatro un Istituto sale-
siano: fu arrestato dalle S.S. tedesche e tenuto in
prigione diversi giorni.
Nel 1953 era Ispettore della Lombardia quando
don Ziggiotti lo chiamò al Capitolo Superiore per
affidargli due importanti settori dell'attività sale-
siana: i Cooperatori e La Stampa.
Con un lavoro metodico e costante che dura
da dodici anni, don Ricceri ba dato alla Pia Unione
dei Cooperatori un impulso decisivo. Per il suo
zelo illuminalo e intraprendente, il reclutamento
dei Cooperatori è divenuto più largo e saggiamente
selezionato; la loro formazione si è fatta più pro-
fondamente cristiana e balcsiaua; l'organizzazione ha
avuto un impulso tale da meritare il piì1 ampio rico-
noscimento del XVIIl Capitolo Generale e dell'at-
tuale CapiLolo Generale XLX:. Anche l'apostolato si
è adeguato ai tempi, specialmente nei settori della
istruzione religiosa, della stampa, della moralità
e delle vocazioni.
Don Ricceri ha organizzato anche l'Ufficio stampa
salesiano e potenziato due pubblicazioni periodiche
fondate da Don Bosco. li Bolleuino Salesiano è sa-
lito a 32 edizioni nelle varie lingue nazionali, e
alla tiratura complessiva di oltre un milione di
copie. Le antiche e benemerite Letture Cattoliche
sono oggi mensili modem.i che con varie testate
escono in diversi Paesi: in Ilalia col nome di Nle-
ridillno 12, e con altri titoli in Spagna, in Brasile,
Messico e Argentina.
Un Salesiano che è vissllto molti anni accanto a
don Ricceri ha $Chizzato del nuovo· Rettor Mag-
giore un profilo garbato e argute>. Eccolo:
« Di don Ricceri si può proprio dire ciò che
don Ceria diceva cli San Giovanni Bosco: è un voli-
tivo dalle idee chiare e dal wore puro. Non saprei
trovare una vocazione piì:1 sicura e più corrisposta
della sua. Credo che egli abbia avuto da Dio anche
la vocazione a essere superiore: è nato per fare il
superiore; il Signore lo ha dotato ad laoc.
Di costituzione sana, don Ricceri conosce una
sola malattia, diventata ormai cronica: il lavoro.
Ma è la malattia professionale del Salesiano di razza.
Il lavoro di don Ricceri è essenzialmente quello
organizzativo, ossia il lavoro del vero superiore,
che predispone i piani più che fare lui direttamente.
Della Sicilia richiama alla mente l'Etna. vulcano
attivo e gigante. Anche lui è un vulcano sempre
attivo... giorno e notte.
Questa massima di Don Bosco è quella che
don Ricceri preferisce: Noi non ci fermiamo mai; vi è
sempre cosa che incalza cosa... Dal momento che noi ci
fermassimo, la nosrra opera comincerebbe a deperire ».
Nella i:irima 'buona notte' il nuovo Rettor Mag-
giore ha espresso così il programma di lavoro suo
e del Capitolo Generale: Con Don Bosco vivo, oggi,
di fronte alle esigenze del nostro tempo e alle attese
della Chiesa.
164

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Petros enl: sono due parole greche che significano: "Pietro è qui dentro". Quando
la professoressa Margherita Guarducci, dopo 14 anni di meticolose ricerche, le ha sco-
perte e decifrate, ha avuto la prova definitiva di aver identificato le ossa di San Pietro
I I r8 febbraio scorso, l'Ufficio
St:impa del Vaticano diramò que-
sta breve notizia: « J,a professo-
ressa :\\Iarghcrita GuarJucci Jel-
l'Uni\\'ersità di Roma ha fatto
om:iggio al Papa \\lc:I suo nuo\\ o
libro: Le reliq111e di Pietro sotto la
Co11/essio11e dl'llt1 Basifica T'ati-
ca11a 11.
Appena due ore dopo, il tele-
fono in casa GuarJucci comin-
ciava a squill.1rc. Le maggiori
agenzie stampa, italiane e inter-
nazionali, con chiamate urgenti
tempestavano di llornan<lc perchè
volc,·ano informazioni più estese
e più precise. Il giorno dopò tutti
i giornali ne parlarono; perfino
giornali giapponesi ebbero servizi
in prima pagina, con grossi titoli.
I.e recensioni sul libro, firmate
dai migliori studiosi <li archeo-
lo~ia, a, allarnno con la loro au-
torità le straordinarie conclusioni
a cui la professoressa Guarducci
era giunta dopo anni di paziente
lavoro. Di che si trattu\\·a dunque?
165

1.8 Page 8

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Un giornale italiano condensò
molto bene gli avvenimenti in
questo titolo: e Una notizia de-
stinata a grande risonanza: iden-
tificate le ossa di San Pietro. Gli
studiosi non hanno dubbi •>.
La notizia spiega da sola l'enor-
me interesse che ha suscitato in
tutto il mondo. P artendo infatti
da conclusioni di natura scienti-
fica, tocca da vicino la Chiesa e
la sua fede nel primato del Papa
come Vescovo d i Roma. E, prov-
videnziale coincidenza, è matu-
rata proprio quest'anno in cui,
secondo i calcoli più probabili,
cade il diciannovesimo centenario
del i\\lartirio di San Pietro.
L'interesse è vivissimo anche
per la nostra famiglia, perchè la
professoressa Guarducci, titolare
della cattedra di E pigrafia e d i
Antichità greche dell'Università
di Roma, è anche affezionata Coo-
peratrice salesiana.
UNA TOMBA
S TRANAMENTE
VUOTA
Ecco ora un quadro riassuntivo
delle ricerche fatte attorno alla
tomba di San Pietro e delle sue
reliquie.
La più antica tradizione, che si
appoggiava solidamente a testi-
monianze storiche e liturgiche di
ogni ~cnere, assicurava che l'apo-
stolo Pietro era venuto dall'oriente
a Roma; vi aveva fondato - con
la collaborazione di San Paolo -
la Chiesa, trasferendovi la sua
sede episcopale; vi era morto
durante la persecuzione di Ne-
rone, crocefisso col capo all'ingiù
negli orti ner0ffia11i sul colle Va-
ticano, ed era stato sepolto in
luogo Il vicino. Verso la fine del
secolo secondo, un prete di Roma
di nome Gaio assicurava che su
quel luogo esisteva una speciale
edicola, che testimoniava la de-
vozione verso l'Apostolo e ch'egli
chiamava con termine agonistico
e trionfale trofeo: il II trofeo di
Gaio •· Su quel trofeo, l'impera-
tore Costantino, verso il 3 t 5,
aveva iniziato la costruzione di
quella monumentale basilica a
cinque navate che aveva resistito
attraverso i secoli fino agli inizi
del 1500, quando papa Giulio Il
decise di demolirla per costruirne
una più grande e più sontuosa:
la basilica attuale, sormontata dalla
cupola di Michelangelo. Quella
basilica - assicurava la tradizio-
ne - racchiudeva nelle sue vi-
scere la tomba di San Pietro.
Su queste verità ritenute indi-
scusse per tanti secoli, era ve-
nuto a cadere a poco a poco il
veleno corrosivo del dubhio e
delle negazioni dei razionalisti, e
a nessuno dei Papi era bastato
l'animo di andare alla radice del
problema, promO\\'endo una si-
stematica esplorazione del sotto-
suolo della basilica. Tale coraggio
lo ebbe Pio XII che, appena
eleuo Papa, promosse e sostenne
le difficili ricerche. Protrattesi
per oltre un decennio, esse por-
tarono alla più luminosa conferma
dei dati offerti dall'antichissima
tradizione.
E cioè: sotto il livello dell'at-
tuale basilica, alla profondità di
parecchi metri, furono ritrovati i
resti dell'antica basilica costanti-
niana, e al di sotto di <.'ssa venne
alla luce una vasta zona cimite-
riale pagana con clementi cri-
stiani, anteriore all'imperatore Co-
stantino (morto nel 337). La zona
era attraversata, nella direzione
dell'asse centrale della basilica, da
una via romana, fiancheggiata da
ricchi mausolei gentilizi del secondo
e terzo secolo dopo Cristo. La via
andava a sfociare in una specie di
piv.zuola circondata da varie tombe
a inumazione della fine del primo
secolo, scavate nella nuda terra,
proprio nel punto che, sul piano
dcli attuale basilica, corrisponde
all'altare della << Confessione».
La disposizione e l'antichità di
quelle tombe erano tali che i
quattro Archeologi preposti agli
scavi, pensarono di essere ormai
vicini alla tomba del primo Papa.
E infatti si presentò loro, in cor-
rispondenza diretta con l'attuale
altare papale, una costruzione
quadraniolare, ornata di marmi
rari e d1 porfido, dell'età costan-
tiniana. Aperta una breccia, gli
archeologi vi scoprirono l'antico
trofeo di Gaio. Era una specie
di edicola funeraria, appo!J.giata a
un contemporaneo muro (il mur o
rosso, chiamato cosi dal colore
DON BOSCO
VISITO'
LA TOMBA
DI
SAN PIETRO
dell'intonaco) e co!itituita da due
piccole nicchie sovrapposte, divise
da una mensa di travertino sor-
retta da due colonnine di marmo.
Potè essere fissata anche l'epoca
della costruzione del muro e dcl-
i'edicola: circa l'anno 150.
Un muro, aggiunto successiva-
mente poco sopra l'edicola (il
così detto muro g), risultò co-
perto da una vera selva di graffiti,
ossia di iscriiioni incise sull'into-
naco da pii visitatori. L a professo-
ressa Guarducci, dopo due anni
di studio, riuscì a decifrarli, ri-
cavandone una se.rie di acclama-
zioni e invocazioni cristiane di
vittoria e di pace per i defunti.
Varie votte il nome di Pietro vi
appariva unito al nome di Cristo
e persino di Maria! Spesso il
nome di Pietro era scritto solo
con le due iniziali maiuscole PE;
oppure la E era attaccata alla
base della P e ne risultava un
segno a forma di chiave: ~. Al-
lusione evidente alle chiavi di
San Pietro. 1 graffiti risalgono alla
fine del terzo secolo e agli inizi
del quarto.
166

1.9 Page 9

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Net suo primo viaggio a Roma
(1858) Don Bosco dedicò « un
mese intero, senza altre distra-
zioni », a visitare l'eterna città
con i suoi principali monumenti,
sacri e profani. A San Pietro ri-
tornò tre volle. Nell'ul1i.m2, mu-
ni10 di un permesso specialissimo
di Pio IX, si altardò ore e ore a
visitare minuziosamente le Grotte
Vaticane.
Narrano le 'Memorie Biografi-
che': « In quei sotterranei, ciò che
più attraeva Don Bosco era la
memoria del Principe degli Apo-
stoli. Accompagnato da Mons. Bor-
romeo, consumò la maggior parie
di quel giorno a visitare la Con-
fessione. Poi si fece aprire la
crip1a sotterranea dove era la
tomba di San Pietro. Guardò,
esaminò ogni oggetto, ogni angolo,
le mura, le volte, il pavimento.
Quindi chiese se non vi fosse più
nulla da vedere.
Più nulla! - gli fu risposto.
- Ma proprio la tomba del
santo Apostolo, ove è?
- Qui sollo! t sita profonda-
mente sotterra, nello stesso luogo
che occupava qua.odo era in piedi
l'antica Basilica; e non fu più
aperta da molti secoli, per timore
che taluno possa tentare di spez-
zarne qualche reliquia.
- Ma io vorrei giungere fin là.
Non è possibile!
- Mi hanno detto che in qual-
che modo si potrebbe vedere.
Tutto ciò che si può far ve-
dere gliel'ho fatto vedere: il di
più è rigorosamente proibito.
Ma il Papa mi ha detto es-
sere ordine suo che nuUa mi si
tenga celato. Quando ritornerò da
lui e mi chiedesse se ho visto
tutto, mi rincrescerebbe di non
poter dire di si.
Monsignore mandò a prendere
alcune chiavi, ed apri una specie
dJ armadio. Qui vi era un foro
che scendeva sotterra. Don Bosco
guardò, ma tutto era tenebre.
- È contento? - disse il Mon-
signore.
- Non ancora: vorrei vedere.
- E come vuol fare?
- Mandi a prendere una canna
ed un cerino.
Ven.ne la canna ed il cerino,
che appiccicato sulla punta di
q~ella, venne calato giù. Ma si
spense tosto nell'aria morta. La
canna però non giungeva al fondo.
Allora fu fatta venire una seconda
canna, che aveva all'estremità un
uncino di ferro. Cosi si giunse a
toccare il coperchio della 1omba
di San Pietro. Era sepolta a sette
o 0110 metri di profondità. Bat-
tendo leggermente, il suono che
veniva su, ora indicava che l'un-
cino urtava nel ferro, ed ora nel
marmo. Ciò confermava quello
che avevano scritto gli storici an-
tichi. Don Bosco visitava tutto
con ogni diligenza per servirsene
nel correggere la vi1a da lui già
scriua di San Pietro». (M. B., V,
863-864).
Quanta gioia proverebbe oggi
Don Bosco, se potesse inginoc-
chiarsi sul suolo beoede110 che,
diciannove secoli or sono, ac-
colse - ancora sanguinante - il
corpo martoriato del primo Vi-
cario di Gesù Cristo!
Sotto l'edicola furono trovati 1
resti di una tomba terragna, stra-
namente vuota e quasi distrutta,
mentre le tombe vicine contene-
vano ancora delle ossa. Alcuni
resti di ossa umane furono ritro-
vati addosso al muro rosso, e altri
nella zona circom·icina.
Xon poteva più esserci alcun
dubbio: quella fossa, difesa dal-
l'edicola e inglobata da Costan-
tino entro la sua costruzione or-
nata di marmi preziosi e di por-
fido, era la tomba umilissima del
primo Papa!
Pio XII, nel messaggio nata-
lizio del 1950, ne diede il festoso
annunzio: • È stata veramente ri-
trovata la tomba di San Pietro:
A tale domanda la conclusione
finale dei lavori e degli studi ri-
sponde con un chiarissimo sì. La
tomba del Principe degli Apostoli
è stata ritrovata •· E il Papa pro-
seguiva: Una seconda questione,
subordinata alla prima, riguarda
le reliquie del Santo. Sono state
esse rinvenute? 1>. La risposta non
potè essere altrettanto positiva:
furono, sì, ritrovati resti di ossa
umane al margine del sepolcro,
ma come si sarebbe potuto ga-
rantirne la sicura appartenenza a
San Pietro? Restava però intatta
la realtà storica della tomba, e il
Papa poteva concludere: La gi-
gantesca cupola s' inarca esatta-
mente sul sepolcro del primo Ye-
scovo di Roma, del primo Papa:
sepolcro, in origine, umilissimo,
ma sul quale la venerazione dei
secoli posteriori, t<J11 meravìgliosa
successione di opere, eresse il mas-
simo tempio della Cristianità».
UNA CASSETTA
QUASI
.
DIMENTICATA
Rimaneva dunque aperta la se-
conda questione, riguardante le
reliquie dell'Apostolo. Erano state
veramente ritrovate? Ed ecco la
seconda pagina <li questa storia
meravigliosa.
La professoressa Gua.rducci nel
1953 iniziò il delicato lavoro di
decifrazione dei graffiti del muro g.
Notò subito, incavato nello spessore
del muro, un piccolo vano segreto,
foderato di lastrine di marmo, ma
scardinato e inspiegabilmente vuo-
to. Venne a sapere da.I sampietrino
che a,·c,,a eseguito i lavori che -
<lurantc gli scavi, mons. Ludovico
Kaas, segretario economo della
Fabbrica di San Pietro, senza dir
nulla ai quattro Archeologi aveva
fatto aprire il ripostiglio e ne
aveva asportato il contenuto. Aveva
trovato ossa umane, pezzettini di
stoffa di porpora ricoperta di fili
d'oro purissimo, frammenti di
marmo e di intonaco rosso, ossi-
cini di animali... Fece rinchiudere
tutto in una cassettina di legno e
vi aggiunse un suo bi~lietto con
le indicazioni essenziali, poi de-
pose la cassetta in un ambiente
della medesima zona di esplora-
zioni. Quella cassetta, in seguito
alla morte di mons. Kaas, era
stata dimenticata; nel 1953 il
sampietrino andò a prelevarla e
la consegnò alla professoressa
167

1.10 Page 10

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Guarducci, la quale, impegnata a
decifrare i suoi graffiti, si limitò
solo a osservarne il contenuto,
senza annettervi eccessiva impor-
tanza.
Nel 1956, per ordine di Pio X II,
vennero affidati al prof. Vene-
rando Correnti, direttore dell'Isti-
tuto di Antropologia all'Univer-
sità di Palermo, i due gruppi di
ossa che erano state ritrovate at-
torno alla tomba di San Pietro,
perchè ne facesse un accurato
esame. Cli fu pure consegnata, a
parte, la famosa cassetta.
L 'esame, minuziosissimo, si pro-
trasse per vari anni. Alla prova dei
fatti, le ossa del primo gruppo
risultarono resti di tre individui.
di cui uno quasi certamente di
sesso femminile; mentre quelle del
secondo gruppo appartenevano ad-
dirittura a quattro individui di-
versi. Non si poteva quindi indi-
viduarvi i resti di San Pietro.
Nella primavera del 1964 venne
ultimato l'esame delle ossa conte-
nute nella cassetta. Il responso
risultò sorprendente: esse costi-
tuivano circa la metà di uno sche-
letro (rappresentato in quasi tutte
le sue parti, compreso il cranio),
e appartenevano ad un unico indi-
viduo di sesso maschile, di cor-
poratura robusta, di età fra i ses-
santa e i settant'anni, di altezza
tra m. 1,64 e 1,65.
Per la professoressa Guarducci
fu una emozionante rivelazione.
I dati offerti dall'esame scienti-
fico delle ossa corrispondevano in
pieno alle caratteristiche di San
Ricostruzione plastica dell'e dl•
cola addossata al muro rosso
Pietro: corporatura robusta, al-
tezza più che normale per un_pa-
lestinese di quei tempi, età avan-
zata: una vera rarità per un'epoca
in cui, secondo i calcoli d~li
scienziati, la media della vita
umana non superava i 25-30
anni.
Non volle tuttavia farsi pren-
dere la mano dall'entusiasmo e
cominciò nuove indagini, che du-
rarono lunghi mesi, ma che alla
fine si dimostrarono prohati\\·e al
sommo.
PORPORA IMPERIALE
E ORO
FINISSI MO
Ecco il filo <lei suoi ragi?n~-
menti. Quei resti erano stati n-
trovati gelosamente nascosti entro
lo spessore del n11tro g, ricoperto
di graffiti inneggianti ali'Apostolo,
situato proprio sulla sua primitiva
fossa, che non per nulla era stata
trovata semidistrutta e vuota. Ade-
rente alle ossa, fu notata della
terra che, all'esame scientifico,
risultò la stessa della fossa sotto-
stante. Dunque quelle ossa, ri-
tenute sicuramente di San Pietro,
Costantino le aveva fatte estrarre
dalla fossa e le aveva nascoste
- all' asciutto e al sicuro - nel
vano rivestito di marmo del muro
g, ch'egli poi aveva inglobato
- con il muro rosso e il trofeo di
Gaio - entro il suo mausoleo
ricoperto di marmi rari e di
porfido.
Una nuova conferma la si può
trovare nei pezzettini di stoffa di
pura porpora imperiale rivestita
di fili d'oro finissimo : dunque, le
ossa erano di un personaggio a
cui l'imperatore non aveva tro-
vato eccessivo rendere onori re-
gali l E i frammenti dì marmo e
di intonaco rosso non fanno che
confennare che quelle ossa erano
state asportate proprio dal miste-
rioso ripostiglio addossato al muro
rosso e scheggiato nei suoi marmi
al momento della estraz-ione: il
che del resto risultava pure dal
logoro biglietto di mons. Kaas,
che ne indicava la provenienza.
E la presenza di ossicini di ani-
mali (bue, pecora, gallinaceo ecc.)
trovati frammisti alle ossa umane?
Essa in un primo momento sor-
prese e sconcertò un poco la sa-
gace indagatrice, tanto più che
analoga presenza riguardava pure
gli altri due gruppi di ossa. Alla
fine però quegli ossicini si dimo-
strarono anch'essi provvidenziali
per una conferma definitiva: la
loro presenza indicava, infatti,
che il corpo di San Pietro era
stato inumato in un terreno che,
al tempo di Nerone, era ancora
coltivato, e cioè prima di e~sere
trasformato definitivamente in vero
e proprio cimitero. Dunque, la
tomba di San Pietro risale... al-
i'epoca del suo martirio!
l\\fa un'altra prova era destinata
a porre l'ultimo suggello. Osser-
vando bene entro il vuoto riposti-
glio, la Guarducci vi aveva deci-
frato una brevissima iscrizione, in
lingua greca, con lettere tracciate
stentatamente, che tradotte in ita-
liano suonano così: Pietro è qui
dentro. Dunque, prima che il
muro dei graffiti, col suo riposti-
glio segreto e il suo prezioso con-
tenuto, venisse incluso nel monu-
mento costantiniano, una mano
si introdusse furtiva nel piccolo
vano e incise con difficoltà, sul-
l'intonaco del muro rosso che fa.
ceva da parete, Le fatidiche parole,
quasi a suggellare e tramandare ai
posteri il ricordo di quella tra-
slazione memorabile: «Pietro è qui
dentro n, parole che oggi costitui-
scono per noi come una specie
di <1 autentica >> per le reliquie
del Principe degli Apostoli.
168

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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« Venga il giorno - ha detto Paolo VI - in
PIO DI
cui si compongano non con la forza delle armi
i dissidi fra i _popoli, ma con la luce di ragione•
Yoli negoziali; e si plach.i ogni guerra e guerriglia
UN POLIPO
per dar luogo a mutue e fraterne collaborazioni
costruttive. E venga il giorno in cui le prodigiose
energie del progresso -siano impiegate a saziare
ALLO
la fame nel mondo; ... e non siano 1>iù sulla terra
le sofferenze volute e inutili dell'oppressione
politica e sociale, del razzismo promosso o
SCOGLIO
represso, della giUBta liliertà di coscienza e di
espressione conculcata e costretta ».
Il luminoso messaggio che il Papa ha rivolto
al mondo da piazza San Pietro il giorno di
Pa,qua, mentre nd Vietnam la giungla continuava a insanguinarsi, negli
Stati Uniti la tensione razziale non accennava a placarsi, la fame attanaglia
metà del genere umano e la libertà di un terzo dell'umanità è sottoposta al
controllo comunista, rivela con sempre maggior evidenza quel che il Papa è
oggi per ogni uomo di buona volontà, a presciodere dal suo Credo religioso:
la voce stessa della coscienza umana, l'espressione delle sue più nobili aspi•
razioni, l'altissima guida morale dell'umanità.
In neppure cent'anni le posizioni sono radicalmente mutate: dal clima
rovente dell'anticlericalismo settario ottocentesco che tentava di gettare
nel Tevere la salma ili Pio IX all'unanime commozione di tutto il mondo
che ha accompagnato il funerale di Giovanni· XXIII, da Garibaldi che
telegrafava « abolire le Guarentigie e il G-uarentito » alla presentazione
della Pacem in terris fatta da una personalità socialista all'O.N. O., si avverte
una evoluzione radicale nel pensiero e nella stima per il papato che, con i
viaggi di Paolo VI, ha preso contaLto diretto coi problemi più scottanti
dell'umanità di oggi.
Don Bosco ne sarebbe lieto, egli che dichiarava « sono attaccato al Papa
più di un polipo allo scoglio », che vedeva nel Papa il centro della storia
della Chiesa, che ne presagiva in profetiche visioni lotte e trionfi, che dichia-
rava sul letto di morte di aver voluto la sua Congregazione per Ja difesa
del Papa.
Don Bosco ebbe un amore vivissimo e una venerazione profonda por
il Papa in un momento storico in cui nelle stesse file cattoliche l'adesione
al Papa era molto condizionala da fattori politici e ideologici, mentre il
settarismo montava campagne di odio e di violenza.
Ai Cooperatori Salesiani oggi il Successore di don Bosco addita lo s tesso
amore con le stesse caratteristiche: una venerazione e una fedeltà che, pre-
scindendo da con~idcrazioni pm-amente umane, si radica in ciò che soprat•
tutto è il Papa: Vicario di Cristo, timoniere della Chiesa.
La vicina festa dei Ss. Pietro e Paolo con la lieta ricorrenza onomastica del
regnante Pontefice, sia una giornata in cui ogni cuore salesiano vibra, con
quello di Don Boi;co e del suo Successore, per il Vicario diCristo e per la Chiesa.
169

2.2 Page 12

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Possesso Cordinolizio del Cord. CALLORI DI
ROMA Il Rettor Maggiora don Renato Zlgglotti
firma l'atto della PrHa dl POIHHO del titolo c:ar-
dlnallzlo di San Giovanni Bosc:o al Tu1colano di
Sua Em, Il c:ard. Callori di Vlgnale
Sua Emineoza il card. FedeTico Callori di Vi•
gnale ha pre/\\o possesso domenica 25 aprile, alle
ore 17, drl 11uo TitoJo Cardinalizio di San Giovanni
Bosco al TUBcolano. La chie~a, che si trova al
ce1:1tro del popolatissimo quartiere che prende il
nome dal suo santo titolare, è slata eretta a par•
rocch.ia nel 1953 e inaugurata, aJla presenza di
Giovanni XXIII. nel maggio del 1959.
L'Eminentissimo porporato è giunto al tempio,
accompagnato da mons. Paolo Krieg, da mom. Loris
Capovilla e da mons. Tcrzariol, Cerimoniere pontificio.
Ricevuto all'ingresso del tempio dal parroco
don Luigi Pace, dopo aver baciato il Crocifisso,
e dopo e..,scre stato incensalo, il card. Callori di
Vignale ha percorso, fra due folte schiere di popolo,
tutta la lunghezza della chiesa.
Prima di prendere posto sul trono, si è soffer-
mato alcuni istanti in adorazione davanti al SS. Sa-
cramento.
Erano presenti, oltre alle due sorelle, al fratello
e ai due nipoti del cardinale, don Renato Ziggiotti,
Rettore Maggiore dei Salesiani, S. E. mons. Mar•
170

2.3 Page 13

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IGNALE oSon Giovonnl Bosco ol Tuscolono
cellina Olaechea, Arcivescovo di Valencia, S. E.
mons. Mario Nasalli Rocca di Coneliano, Maestro
di Camera di S. S., mons. Giuseppe Rossi, tutti i
membri del Capitolo Generale della Congregazione
Salesiana, rappresentanti i salesiani cU tutto il
mondo.
Dopo la lettura della Bolla di nomina, fatta da
mons. Rossi, il Rettor Maggiore, il Procuratore
Generale, l'Ispettore cU Roma, il parroco e il clero
parrocchiale,hanno prestato obbecUenza al porporato.
Ha quindi letto l'indirizzo di omaggio il Rettor
Maggiore mettendo in rilievo la particolare esul•
tanza della Congrega-Zione Salesiana per l'avvenuta
nomina cardinal izia del porporato, membro di « una
insigne famiglia che è iscritta a caratteri indele•
bili negli annali della Famiglia salesiana ». Dopo
aver elevato i sensi della piu alta riconoscenza al
Papa Paolo VI per il conferimento del titolo ear•
dinalizio a una chiesa salesiana, ha concluso espri•
mendo al cardinale la soddisfazione del popoloso
quartiere per averlo primo, longevo, splendente
anello di tanti porporati.
Ha preso la parola, quindi, l'Eminentissimo car•
dinale Callori cU Vignale, il quale, dopo aver innal-
zato un inno di gloria a Dio, ha espresso tutta la
sua riconoscenza al Sommo Pontefice e ha rinno•
vato la promessa di essergli fedele. Ha ricordato
inoltre i rapporti avuti con i salesiani, a comin•
ciare daJ venerabile don Michele .Rua.
Sua Eminenza si è commosso ricordando come
fu appunto don Rua che nel lontano 1900 fu suo
padrino di Cresima nel Collegio di Borgo San Mar-
tino. Ha ricordato anche altre figure di salesiani
da lui personalmente conosciuti e in modo parti•
colare il servo di Dio don Rinaldi e il cardinale
Giovanni Cagliero.
Rivolgendosi poi ai fedeli della parrocchia, li
ha esortati ad amare sempre la loro chiesa. Un
pensiero particolare ha indirizzato anche a quei
fedeli che non la frequentano. Il Card. Callori ha
concluso annunciando l'august.a benedizione del
Santo Padre.
Dopo il discorso, veniva intonato il Te Deutn,
eseguito dalla locale Schola cantorum.
171

2.4 Page 14

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11 parroco dd paesino in fondo alla valle. di buon
mallirio si ir~t'rpica su per lr pinete e va a visiLare
i su.oi parrocchiani provvi~ori. i ragazzi della co-
lonia alpina. , uole far,.i un'idea di ciò che fanno
quelle birbe.
Si ode i,olo il fru~cìo ~del torrente e il chiacchie-
rare degli uccelli sugli abt>ti.
- Che silenzio! - ossen-a al direttore della co-
lonia. - Peccato che i ragaz1.i oggi siano lulli in
gita.
Ma il dù:cllorc della colonia lo corregge:
- Non ,ono in gita, ~ignor parroco. Sono a
scuola.
- Capi,;co: avete fatto una retata di rimandati!
- Ci bono anche i rimandati, divisi per clu~~i e
per materie di esame. Ma abbiamo un bt>I gruppo
di ragazzi scelti, capi di a%ociazioni giovanili. in
cui cerchiamo di coltivan~ la vocazione alJ'aposto-
lato tra i compagni. E ci ~ono anche ragazzi biso-
1,.'llO~i cli calcchc~i CS$cnziale. perchè in fatto ili re•
ligionc sono...
- ... tabula rasa?
- Sì, proprio così. Li prepariamo alla Prima
Comunione. Verrà lei atl ammirliHtrarla?
- Volentieri. E dunqut• anche quas,;ù fate il
catccbiimH>?
- f.ertamcnle. Don 80,eo cominciò cosl, eon-
tinuò co,ì e fìrù co,ì. L1· colonie estive sono un'oc-
c~iooe cl"oro per realiz:1.ar1• il vero fine tli llgni
notj.ra atthità: la saht·z:r.rL ,1,·Ut> anime. oi sce-
gliamo cou cura i giovani , illeggianti; li rat~cogliamo
ÌJL gruppi il pita possibilt> omogenei dal punlo ùi
Yista non ,;olo sanitario. ma soprallullo psicologico
e spirituale. L'oculatezza n1·Warruolamcuto, la mol-
teplice programmazionc- pt·tlaj?ogica e calechi,1 ica
e l'impegno per rea.lizzarla. rlet 1:rminano un dima
di schiNtn '-ereniLà. con gramlc vantaggio lish•o e
morale tlei ragazzi. e con grnrule sollie, o rlal punlo
di vista di14t•iplinarc.
Quindi ai bocciati In scuola. e agli altri il ca•
techismo.
- L'una e l'altro a tutti, ,ignor parroco. \\ t•rlc,
ra<--.enza tolalc di ogni prcot•1·upazione <' un solli,•,u
nei primi gwrni <li vacanza. ma a lungo antlan• i-u-
scita nel raga1.z.i noia e disgusto: i ragazzi tlÌ\\ cntano
sventali. ahulic-i, indisoipliua1 i ; r impossibile olle•
nere un loro miglioramento m<>rolc, e neppure fi-.fro
172

2.5 Page 15

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Soltanto se l'animo è sereno e soddisfatto, il corpo
accetta docile le rudi cure dei monti. Se la volontà
è impegnata in qualche allività seria, allora diventa
vigile e scattante. L'ahu.lìa è invece la più grave
malattia che possa colpire un ragazzo. Sa che
a volte sono i ragazzi stessi a dirci: « Perchì· non
ci fa un po' di scuola?».
- Sembra incredibile.
- Eppure è così. I primi giorni di colonia li de-
dichiamo all'assestamento della casa; poi facciamo
sempre un po' di scuola a orario fisso. Ogni tanto
qualche bella passeggiata, che giunge graditissima
come una vacanza inaltesa, e porta tanta allegria.
- E che cosa studiano i ragazzi promossi? Ciò
che , ogliono?
- No. La scuola non viene lasciata all'arbitrio
dei ragazzi o all'estro del momelllo: finirebbe per
trasformarsi in fatica sconclusionata e in tempo
sprecato. L'argomento principale cli queste scuo-
lette è la dottrina cristiana; ma poi si mira ad ali-
mentare nei ragazzi l"amore verso la natura, e a
far maturare in loro lo spirito di osservazione:
scien:i:c naturali, biologia, geologia, astronomia, sto-
ria, letteratura e arte del luogo i11 cui si trovano;
e anche igiene, pronto soccorso, canto, disegno, re-
citazione. Il tutto proporzionato alle capacità c alla
preparazione dei ragazzi.
Il vento porla ora col profumo di resina auche
suoni confusi di una musica.
- E questo, che cos'è? - domanda il parroco
facendo conchiglia con la mano all'orecchio.
- Sono ragazzi che si preparano a una gara
musicale: ciascuno suonerà col suo strumento. Hanno
delle fisarmoniche, un violino, due chitarre, un saxo-
fon,o e qualcos'altro. Faremo an.che un. 'festival
della canzone', con esecuzione di canzoni in voga e
di canzoni composte dai ragazzi.
Diventano esigenLi i ragazzi d'oggi. Non si accon-
tentano più di un cortile e di un pallone da pren-
dere a calci...
- Vede, signor parroco, un tempo si concedeva
la parte del leone alle gare di atletica e ~ trascura-
vano quelle di cultura; noi preferiamo fare il con-
trario. a tuLLo vantaggio dei ragaz.-;i. Spc~!'O nelle
gare di atletica si mettevano in vista proprio i
tipi più brutali e meno esemplari, che acquistavano
così a poco prezzo l'ascendente sui compagni e cau-
savano storture neUa valutazioue dei veri ·valori.
E poi è facile esagerare nello sforzo fisico: capitava
che invece elci vantaggi per la salute si ottenesse
affaticamcnw e stanchezza. Noi cerchiamo di ov•
viare a qu1:,;ti pericoli, afJìancando allo sport prati-
cato con moderazione le attività culturali e inco•
raggiandole in tutti i modi.
- E so1\\o i giovani a escogitare queste attività
culturali, e a proporle?
- Sì, noi li orientiamo (da soli roncludere},hero
ben poco) e diamo la masi-ima importanza alle loro
gare culturali: composizioni in prosa e in verst. de-
clamazioni. recitazioni, dialoghi, brevi comme<liole,
canti a solo e a piccoli gruppi, esecuzioni musicali
strumentali, diseb>"IÙ, sculture in legno, costruzioni
tli giochi, di aerei. di imbarcazioni. Nel fo,~are lr
graduatorie si dà molto pe~o al giudizio dei ragazzi
stes~i. Venga a vedere, reYerendo. che cos'ha co-
struito un ragazzo: un Lornio. Vede? Ha uliliz.zato
p~zi di una bicicletla fuori w.o.
- Vedo. Ma funziona?
- Eccome! Questi pezzi degli scacchi li ha tor-
niti col suo tornio.
Un trillo dj campanello, e poco dopo i ragazzi
sciamano a grappoli dalle scuolette. Tutti hanno
tra mano qualcosa: libri, un ,tacchetto di cdlofan,
una scatoleua, un ma.-;zello di erbe.
- Che cos'hai dentro? - domanda il parroco
a w1 ragazzo che porla un barattolo di con~crva
come u110 scrigr\\o di perle.
Sono i:n~etti per la mia raccolta.
E tu. che 11e fai di quell'erba?
Sono erbe medicinali; anch'iu ne faccio raccolta.
E tu, raccogli i sassi della ..trada?
No, vengono dal torrente, e servono per il
mosaico che sto facendo all'ingresso della cappella.
Il buon parroco sgrana gli occhi.
- Vede, - gli dice il direttore della colonia -
noi affidiamo ai giovani la cura della casa, e anche
il suo abbellimento. Venga a ,edere questo bel
mosaico. fatto con i ciouoli del torrente. Ci si legge:
Adveniat regnum trwm. Anrhe questi cestini pensili
cou le piante ornamentali sono dovuti all'iniziativa
dei ragazzi.
Un ragazzino trotterella sotto un'enorme scatola
di cartone. Si ferma e dice:
Guardi che bei funghi ho trovato!
- BeUj - dice il parroco. Ma poi: - Questo
173

2.6 Page 16

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Colonie salesiane montane e marine
P,·r eomodilà rfoi noRtri Cooperatori che hanno figli da
mandare alle colonie o che vi polll!Ono indiw.zare r11ga,.ii
ilì loro oonowenza, diamo l'clrnt·o delle località alpine- e
miuhw in cui le colonie HOl"JlOno, mettendo tra par cntl'MÌ la
città •1•dt• dcll'.L;tituto SaJ,-,11,110 al qllllle rivolgeMli per l,• a-0cH-
tnzioni. l'er brevità., dovi' bR.,t11 h1 città omettiRmo l'imliriuo.
In ogni rtllW, acrivendo, non ,i ow1•Ha la pnrola Srr/,ai1111i.
Hll'};'l"l'OIUA CF::;"TRALI<:
l'<ILONI~ IIONTANII
Li. Thullo (Torino, I1tiltdo lit•
/x11111,,.ao)
.\\ya~ (lrr,n)
~t. J~r.qu,,s (Torin~, Orn1,,rfo
c,.,,,rta) fiolJPDl!O (Bollmgo).
tsl'l;'rTOIU.\\ SlTlìALl'l~.\\
t'OUISII JIOSl'lSE
l'<>~n~ (Torm<1, Ca,amudr,)
J;11traq1111 (('u11,,0, Orat.,,i,,) Lan-
,.o (f,fl1W1) l\\f•~trlere (Pm,,•r)
J't1\\·t•Mtnu (Ptr,ragn'1, r..\\') -
\\ya• ('l1ori1111, S. J>aolo t :r.:, Jlt•
ni,,,w ('tm.) • lletb~co•Ay1u,.
('1',irh1n, l'al1n/ia) l'lkmJ1mto
('/'1,rin,,, .\\IIJIUUt;><1).
l'OJ.OS!li 'lU!US••
\\'nru••· (C'h•l•lll•m)
Rimini
(Chl,rl, o,,.,orio) Al•••lo (TO·
riM. s. (/iornttni,· Toru,o, Ili•
rlitlm1tl
I.atte \\'t'nlimfgll•
(>'o:,1tu11 , s,1/u:,o) l'lllnm-
t.ro11e (Tqri"Q, S • .lfnuro),
ISl'ls'l'TOUIA XO\\'ARF~<\\F.
t'OL<ll'IF. IIOS'!'ASB
Val d' \\yn• (Orntori di /!11,rµra,
m,11a, t1/,,.111n1lriu) Ynrllllo
(l'trttlli) ,r.1..co, Ylll \\'lgCUQ
(Nm•nru).
1s1•g r·ron, \\
1,0)rtl \\llr)(l,F.)rTT,l.\\S.\\
COLCl~HP. ,-O'.\\"PA'~
\\'1·n1lro11no I l'tnifro,1no) Son-
drio (Sondrio) ÙUUO Jnt,l,·l
C.11,l•no) \\fiLrugnai:a l"t'11t••
n·M (.lfildJt<J) • l'n! St. llldlfr
C1'rn1Qlil,J - tlh1''ll di ·r~•~ro
(/'arm,1) • J,fzzano In lk1wd,•n·
(//11/ognn) ~·rust•né (f',mrrn)
l'onl<••lllt•"no ( F/,ieo t J)<tr/ll).
ttOl,UN'ff.l ltAIUNH
n-,,nr11l1•0. lìO (.lfi/nt10, <'tnrrv
, ,,,,110,,11/t).
ll.'ll'~;'l'T<JIH \\ \\.ES'l:T.\\
sAs zi-:so
l.'OtllSllr, ltOS'l'A,.g
Erl,..uo p·,runal S. Fo,,ra
(IJt/lun->J t'alead.e (Parro,r~i,
J, Rrlluno t f•n,fora.) \\la,-1,
•~11ola, llolmnlll (R&crN1Jnl l'n
<0!110 ( 1:11,) • Ohra. Y,illn.r'llu
• ('t\\\\'Hh•~J., c,.,u•(t/t.,,,A T-1.V).
1RPN1"J'OIIJA YENETA
l:!AN lCARCO
rou1s1s IUlNTASE
Auron•o (('•nl,o Jq,,11.,rialt di
•lfo,1/111M1, 7'1') • ,olgr11nde (/'nr-
drM"•) • )fndonna dclJP x~,·I,
,·,t11ata cli 1-'rlml<-rn (.lfoJ9/iano T',I
· l'lnab,·~h (rd,~,).
l'OLRSII: 'llARl~'J:
,,,,.,,~11 \\ l'nrzlo, \\lbt•ronl ( T',nnm, Al•
\\'t•nrzlo, Pntron,11>
( J',q, j,a l'a,trllo).
ISPW!'TORI A
1111 U Jt g.'1'08CANA
ro1.0111& llO~TAln> nr lln.\\TOIU
C'ol di 'lnvn o Entraqur (VaU•·
..-1.,r,u1i11 ,. Al11uio) C'o,ilo di .\\rro•
(Soronn) Gr~onry (\\'a·
mur) • f:a.rf111nana (Lm,r,10)
• D<~omltl (Firtnu) S.-.11 varie
p,,r,1.,,.,.,., (Lo, Spr.:in) T_. Yl1<--\\llle (S..,,,.
C'a•tagoo (JJo,110
S. f,nrn1w}.
c111.osu: JIIJS'l'ASE "' IS'l'Tl't'TI
C'ul di l'111Ya (Aln11fo) • Apr11.-n-
nlno J,l1111r1• (/,ti Spr:in; Pl~n-
1M1tVOI ti, )fO (C'1>llm,1<,,tfi)
l'lnno•hudlco, .\\b<,tono (Pir,n:r).
f'OLO~IJ: JIAIUSC
\\'llll• «o-l,. ( l'a/1,rrotfo) .\\IA••
,lu (.4/a.,i<>) . ,ar•u• ( l'oraur)
• JJ vonio (T.rturlll>),
J'IPt:TTORU .H>RI.\\TIC.\\
rOLOSlli 110:<1'.\\Xl:
t•..11a (Lo,.10 , Jfo,w,,./,rc,n,)
l;ol .Fiorito {Per11gio. ..-fttf"ot1a1
l'urto f'lrilan1Jra) Pollino (7'u,u)
. Ounldo Tn1Uno (<lu11/,fo 'I'ml,nr,l
• l:l••nano, Sa~soteLto (.l/11r,rnM
l'ontonnrroddll (Orto11n ,ll11rt)
l'rutl lii Tlvo, Orno i!n..o (.tqri/la)
- ).)olomlll (Oratori d,/1,1 llo111n-
p111t rirmpi,.,.i,o/a tlt/l'J,ptlf11ria)
• l'onl&OJIZZO di l'u..- <-~"'"""•
C't11/rt1 T,p,1/or,nltl li. Strfann
(R_,,,...,, , di f'•tlon e Pejo PoJJU (f'at,u,1)
l'rnl• di Canaui
Ri1111111).
C'OLOl>'lll Xàll.TS'E
Ortona (Orfani tJ El!i.~0/,I)
lUtnlnl ((),,,,o,i,m,1
l't•tlJtr(l
(pr,uo l'ddrt /Ja.nint11),
JSl't~T'l10IUA IlOM.\\NA
('1-.mn~ltvnno, T.Y (llptlforfllt1,
.-iu .l/ar,n/11 -1.2) 01'1 \\'olt,m•
dlUo, AQ (Ci<ilarttrh,n) SriOIIJ•
lu..urtilu, !'.\\ (Art,,,,.,,) I.,,.
coni. .sV ( IAUfU•ti) ~ r. ""0-
l•tnnat.aro, ('B (L,rli11u) • l'i,,
•t~«iu. SO (Rom1r1 S, r..,o,.,.)
l'e,lt-rM In Radia, IJI. (//,,ma,
/'lo X I Borio Don //<,•"")
l'rrrA ,lf l'llJl.<a f Rm11,1, (1,r,n,)
• Un·~•one,y La Trl nit<' 1111111111,
l'ltlfrillàj.
L'(l~OSI~ MARIXE
~·or,1110 (l!om11, r1p,1torr1111 r M1111•
drilll'I') : !lii) )fortlM, J,'l' (<lM·
:,,no) • Oneta (ll•nno, R111'!1'• l).,n
1/<,,rq) Yi aGD'l lnoltrè ><•I tolonte
dlurn, nrl d!ntomf JI Jtou1n.
ISl'Y.'f'fORlA
('.\\MPAXO•CALA13RA
l.'OLOSH. l<OSTASE
l!ll~l~tutno dr~U Allmrnl, R\\ ( f"i/,o
l'nt,.,,;,, ~ Slll,nw) t"nflo. X \\
(Nnpo/i, rin 1>011 //omo) l't·•II•
11111n1t1 d' .\\ur~. C'f: (7',,.,,. .I.)
f.1ulln1•, l'lll (Napoli, ,•ilt J>,m /111,
.,..,) I' . llrl~ldll, BO (ln.,rttnria)
1'orrr l\\u~glnn, ('Z (Soranlo),
COl,ll~IE lURD'Tl
<\\Qvrr•to ((',i,,rla) • Rc,lon ((',,,•
/r11 IIP,IIQriok).
l!ll'f:T'fORIA
l'l'tll,I t'SE-Ll"C'AXA
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,li <'ntnnla eco.).
17-i
non è buono, figliolo. E questo neppure. ~la sono
mezzo cattÌ\\ i! Yuoi morire a~ velenato?
Il ragazzino "i fa piccolo piccolo, ma il diretto.re
interviene:
- Eppure noi )j ahhiamo mangiali più volte,
e siamo ancora Yivi.
- La g<'nle di queste parli p<':rò non li raccoglie
- osserva il parroco. - Raccoglie solo poche specie
veramente 8icurl'
- E coNl lascia per noi tanti e tanti funghi di
altre •pecie cht> sono perfettamente commestibili e
che a , oh(•, come questi. sono una gbiolloneria!
- Già. E scommetto che voi fate le gare anche
coi funghi.
- Certo. L'anno scorso in poche ore ne abbiamo
raccolti qu11$i due qui11t.ali, tra buoni e cattivi.
- E tli,i cauivi che ne fate?
- I ragazzi imparano a conoscerli con tanta si-
curezza da non correre il rischio di prenderli per
buoni. L'insegnante di scienze è molto competente
in fatto di funghi. e ancor più prudente. Ora ab-
biamo un libro d'oro. un aùanle a colori su « I
funglii di tutti i paesi», compilato da un nostro
confratello. ·e abbiamo una copia in biblioteca,
e alcuni ragazzi lo hanno per,,onalc. Sono i ragazzi
' fanatici' dei funghi ...
- t bello tuuo questo. L'amore verso la natura
immunizza i gioYani da altre attrattive meno sane.
Lo apprendono qui questo amore alla natura, in
mezzo ai monti, e sono sicuro che lo colth-eranno
per tutta la vita.
- Vede qutlle cassettine disposte sul terrazzo?
Sono piene di funghi in via di essiccamento. Questi
sacchetti invece sono già pieni di funghi secchi.
Li porterunno a casa. e que.qt 'inverno, mangiandoli,
ricorderanno la loro villeggiatura.
- Hanno un buon profumino! - dice il parroco
col na~o lra i t-acchetti.
- Qul'!-lo , era mente viene dalla cucina qui sotto.
Rei-ti a pranzo con noi, e tro, crà un buon risotto
coi funghi.
- Grazie! Ma piace che insieme a catechismo,
scuola e gare di cultura, ci facciate slare anche un
buon risotto coi funghi. Don Bosco è proprio un
santo con i piedi in terra!
- I piedi in terra, e il cuore al cielo! - replica
il direttore aprendo una porticina. - Questa è la
nostra cappellina. C'è il Signore, e un grande quadro
dell'Ausiliatrice.
- C'è veramente tutto nella vostra colonia -
conclude il buon parroco. Poi entra in chiesa e
dice una preghierina per i suoi aimpatici parroc-
chiani provvisori.
Oro sa che cosa fanno j ragazzi della colonia al-
pina. E in cuor suo pensa: « Oh, se lutti i ragazzi
potessero p111Ssare le vacanze estive in questo modo,
come andrebbe meglio il mondo! ».

2.7 Page 17

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MILLE ETRECENTO
RAGAZZI
IN MARCIA VERSO DOMENICO
Arrivarono cantando il loro inno, Ja << Marcia Lunedì 12 aprile fu la «giornata di Domenico >>,
verso Domenico >>. Cantavano: «DaUe nostre cam- con la visita ai luoghi in cui Domenico Savio era
pagne, dalle nostre città I noi marciamo verso di vissuto. Quindici pullman li portarono a Castelnuovo
te, o Domenico. I Domenico, prendici per mano: I Don Bosco. Alle nove del mattino la popolazione
con te, nella gioia noi serviremo il Signore ,>.
aveva già invaso la piazza e i ragazzi deUe scuole
Erano mille e trecento, con una colonna di pull- medie erano schierati per accoglierli. Il sindaco e
man che non finiva più. Portavano in testa un ber- il capo della provincia li ricevettero presso il mo-
retto celeste e arancio, all'occhiello il cartellino del numento a Don Bosco. Brevi discorsi, e poi la
pellegrinaggio col volto di San Domenico Savio, e << Marcia verso Domenico ».
a tracolla borse, macchine fotografiche e tutti gli Fu davvero una marcia, a piedi, che i ragazzi
aggeggi di cui non può fare a meno l'attrezzatissima vollero fare «con i passi nei passi di Domenico •>,
gioventù moderna.
per ricordare a se stessi che il ragazzo santo quelle
Erano francesi, belg~ svizzeri, venuti dai collegi strade le aveva percorse due volte al giorno e persino
e oratori salesiani, ma anche da altrove. Da Tolosa quattro volte, mentre andava alla scuola. Alcuni
venne un gruppo di ragazzi, semplicemente perchè ragazzi, per imitare meglio Domenico, si tolsero le
la scuola statale che frequentano è intitolata a Do- scarpe e camminarono scalzi. Naturalmente canta-
menico Savio. Degli Scout di Parigi con camicetta rono il loro inno.
rossa fiammante vennero perchè anche il loro re- Le strofe dicevano: «O Domenico, I sulle colline
parto si chiama Domenico Savio. E cosi tanti altri: che ti hanno visto giocare, l sui sentieri che tu hai
una ventina di gruppi non erano «salesiani•>. C'era percorso, I noi cantiamo la nostra fede. I Prendici
poi un Vescovo, monsignor Malbois, ausiliare di per mano, Domenico >>.
Versailles. E c'erano tre africani neri come il car- Lungo la strada erano disposte otto «stazioni >>
bone e musulmani per giunta. Ma erano amici di per una breve meditazione. A ogni stazione si lesse
Domenico Savio e tanto bastò.
una frase di Domenico Savio, come: La marte ma
In un niente riempirono Valdocco di cartelli e non peccati - Bisogna che mi faccia santo, presto
segnalazioni. Misero su l'ufficio infonnazioni e sa11to... Seguiva qualche minuto di riflessione, poi
l'ufficio cambio. L'ufficio stampa viaggiava in una una lode, e ripartivano recitando il rosario.
automobile.
A 1\\fondonio visitarono l'ex tomba di Domenico
Alle ore r 5 di quella domenica 1 I aprile aprirono Savio, la sua casa, la sua chiesa e la sua scuola.
ufficialmente il loro pellegrinaggio con un tratteni- · Poi in pullman salirono ai Becchi. Pranzo al
mento alla presenza delle autorità cittadine: discorsi, sacco, nel prato dei so~ni di Don Bosco. Il Vescovo
giochi e gare.
non volle trattamenti di riguardo: prese un sacchetto
175

2.8 Page 18

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dall'alto In basso
• Dlacoral, giochi,
gare alla presenza del•
le autorità cittadine
• Notturno In piaua
Maria Au1lllatrlce: la
lotta contro Il male è
dura, ma I giovani che
si ispirano a Domeni•
co Savio, diventano
capaci di lottare e di
vincere
Un numero del trat-
tenimento nel cortili
di Valdocco
Nel teatro della Ca•
u madre si esibirono,
applaudltlsalml, anche
I profughi lituani
di provviste come i ragazzi, e pranzò sull'erba in
mezzo a loro.
Dopo la visita alla casetta di Don Bosco, assistet-
tero alla Messa nella cripta del nuovo tempio; ce-
lebrò il Vescovo e undici sacerdoti concelebrarono
con lui. I profughi lituani del collegio di Castel-
nuovo all' offertorio portarono all'altare una corona
di spine, simbolo della Chiesa del silenzio. I ra-
gazzi pellegrini, che avevano scritto le letterine a
Domenico Savio, le offrirono al Signore, con i loro
propositi e le promesse fatte.
Dopo cena a Torino si svolse in notturno un
(( Gioco scenico •>, sulla piazza davanti alla basilica
di Maria Ausiliatrice. Il grande monumento a
Don Bosco era inglobato e nascosto nello scenario.
La piazz:a era piena di sedie, ma quando lo spetta-
colo inconùnciò molta gente in fondo si accalcava
per vedere. Ci saranno state quattromila persone.
La scena era simbolica. Al centro un sole infuo-
cato rappresentava Satana. A destra un albero ca-
rico di frutti raffigurava Don Bosco e i santi ma-
turati alla sua scuola. Sulla sinistra, molte bandiere
come simbolo della fratellanza degli uonùoi.
Durante l'azione venne illuminata la statua della
IVIadonna sulla cupola del suo santuario, il sole di
Satana fu fatto rotolare via, e apparve sullo sfondo
il Don Bosco in bronzo del monumento, circondato
da piccoli cantori bianco vestiti. Negli intervalli si
esibì un organo Hammond che combinava col gioco
dei suoni un fantastico gioco di luci colorate. Al
termine, i fuochi di artificio.
Il «terna >> del gioco scenico era semplice e sug-
gestivo. La Madonna ha suscitato Don Bosco, Don
Bosco ha suscitato Domenico Savio, e Domenico
con la sua santità attira a sè e a Dio la gioventù
di tutto il mondo. La lotta contro il male è dura,
perchè oggi dappertutto si pensa solo a far denaro
e a divertirsi. Ma i giovani che si ispirano a
Domenico Savio diventano capaci di lottare e di
vmcere.
L'indomani, martedì 13, i ragazzi s1 mtratten-
nero in teatro. Al mattino scambiarono esperiem:e
e confrontarono i risultati ottenuti nei vari campi
dell'apostolato. Al pomeriggio empirono il teatro di
canti e suoni. Solisti, orchestrine, comici, macchiet-
tisti tennero il campo per tre ore. La giornata e il
pellegrinaggio si clùusero poi in Basilica, dove i
ragazzi rinnovarono il loro impegno di fedeltà a
Domenico Savio.
E partirono cantando. Questa volta dicevano:
«O Domenico, I se lungo il cammino il nostro
passo si fa pesante, I se le nuvole si addensano in
cielo, I sostieni la nostra gioia. I Verso il mondo
salvato dalla croce, I verso il Regno di Dio nostro
Padre, I noi marciamo con te, o Domenico. I Pren-
dici per mano: con te, 1 nella gioia noi serviremo
il Signore•>.
Erano mille e trecento, e dettero un magnifico
spettacolo di fede.
176

2.9 Page 19

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Un giorno dell'anno 1894 un
ragazzino di dodici anni, allievo
di prima ginnasiale nel collegio
salesiano Pio IX di Buenos Aires
in Argentina, avvertì forti dolori
al capo e vertigini. Lo condussero
in infermeria e lo misero a letto:
aveva febbre altissima.
Il medico venne una prima
volta e poi una seconda; lo scrutò
palpò e tamburellò in tutti i
modi. Gli fece ballare davanti
agli occhi un fiammifero acceso,
ma le sue pupille non reagirono.
Era 11 presente il superiore del
collegio. Il medico lo prese in
disparte e gli disse: <e E molto
grave; meningite. Forse morirà
stanotte. Conviene avvertire i pa-
renti perchè lo portino a casa i>.
LA VECCHIA BEaRJ;TTA
DI DON BO$CS)
rt medico parlò pianissimo, ma
il ragazzo sentì tutto. E decise
mentalmente che non sarebbe
morto a casa sua, ma in collegio,
assistito da un sacerdote.
I superiori mandarono a chia-
mare una carrozza per accompa-
gnarlo a casa. L'infermiere lo
aiutò a vestirsi, poi girò gli occhi
un attimo, e il ragazzo sgattaiolò
via, traballando sulle gambe mal-
ferme. Infilò il corridoio e andò
a bussare all'ufficio dell'Ispettore
salesiano. L'Ispettore era don Co-
stamagna, futuro vescovo mis-
sionario.
- Che cosa vuoi ? - gli do-
mandò.
- Voglio morire in collegio...
- farfugliò il ragazzo. Don Co-
stamagna sgranò gli occhi cre-
dendolo impazzito.
- Morire in collegio? In col-
legio si viene per vivere, e non
per morire!
- Ma il dottore ha detto che
io devo morire stanotte e mi
hanno vestito per condurmi a
casa. lo voglio morire in collegio
e assistito da un sacerdote.
Don Costamagna si commosse.
Aprì un armadio e ne cavò fuori
una berretta da sacerdote, vecchia
e logora.
Vedi questa? - gli disse. -
È la berretta di Don Bosco.
DON SERIE:
UNA VITA
PER Gli
dannato alla morte •>, improvvi-
samente sparito.
Dopo un buon quarto d'ora
don Costamagna si avvicinò al
ragazzo, gli tolse la berretta dal
capo e la ripose nell'armadio. Poi
tracciò sul ragazzo un gran segno
di croce e pronunciò la benedi-
zione di Maria ~usiliatrice.
- Tu sarai sacerdote e sale-
siano - gli disse. - Ora va'
nello studio.
li ragazzo obbedì, felice di non
dover tornare a casa. Non si ac-
corse neppure che il suo mal di
capo era scomparso.
L'indomani il medico tornò con
un altro dottore, e tutti e due
trovarono la guarigione un <e caso~
veramente straordinario.
Il ragazzo mantenne fede alla
sua promessa: divenne sacerdote
salesiano, poi direttore del collegio
in cui aveva studiato e poi, come
ispettore, sedette tante volte sulla
poltrona dov'era stato guarito. Si
chiamava Giorgio Seriè.
EX-ALLIEVI
Il ragazzo rimaneva imbambo-
lato.
- Tu vuoi bene alla Ma-
donna? - riprese don Costa-
magna.
- Sì - rispose.
- E prometti di consacrMti a
lei, per sempre?
- Sì.
- Allora sta' tranquillo. Se sei
generoso col Signore, il Signore
sarà generoso con te. - E gli
mise La berretta in testa.
Il ragazzo si accoccolò su una
poltrona, e se ne stette quieto
con la testa infilata nella berretta
di Don Bosco. Don Costamagna
si rimise a lavorare alla sua scri-
vania. La carrozza mandata a chia-
mare era giunta, l'infermiere e un
po' tutti in collegio mettevano in
aria la casa per ritrovare il «con-
RELIGfON E E B ASTON E
/1. trentun anni don Seriè era
direttore del collegio di La Plata
in Argentina, e vi rimase per
nove anni. Un fatto di allora dice
quanto gli ex allievi raccogliessero
già le fila attorno a lui.
La città di La Plata è vicina
a Ensenada, un centro industriale
con molti operai. A Ensenada,
con i massoni nelle alte sfere e i
sovvers1v1 in basso, tirava un
vento cosi cattivo per i parroci
che essi fino allora avevano pre-
ferito andare ogni sera a dormire
altrove. Da qualche tempo però
il parroco era un salesiano, che
aveva preso dimora stabile e
messo so le opere parrocchiali.
Non poteva certo andare a genio
ai massoni e ai sovversivi, i quali
decisero di rendergli la vita dif-
ficile. Sparsero contro di lui
- come dice la cronaca - una
(( nenssuna accusa >), misero in
agitazione tutti i facinorosi della
zona, poi con manifesti murali
eccitarono la popolazione e pre-
pararono scioperi e manifesta-
zioni di piazza. In particolare,
per una domenica era stata pre-
parata una dimostrazione ostile.
177

2.10 Page 20

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Don Seriè, direttore a La Plata,
pensò di convocare i suoi ex al-
lievi. Quella domenica seicento e
più giovanotti dalle spalle qua-
drate si riunirono nel cortile del
collegio. Il capo della poli;,;ia, al-
larmato, venne a parlare con don
Seriè, per far sciogliere l'assem-
bramento, ma non ci riuscl.
I seicento, ben incolonnati, usci-
rono da La Plata e puntarono su
Ensenada. Camminavano lenta-
mente, in processione, devoti e
raccolti, con il rosario in una
mano e un bastone nell'altra
mano. Entrarono in Ensenada al
momento giusto: poco prima che
gli altri cominciassero la loro
chiassata. I capoccia che avevano
montato la piazza, vista la mala
parata, mandarono tutto all'aria.
l seicento e.x allievi compirono la
loro processione, con canti e pre-
ghiere, e indisturbati se ne tor-
narono a casa loro. Da quel giorno
più nessuno recò molestia al par-
roco di Ensenada.
Don Bosco un giorno aveva
detto: • O religione, o bastone •>.
Gli cx allievi di don Seriè, col
rosario in una mano e il bastone
nell'altra, dimostrarono che reli-
gione e bastone possono anche stare
insieme. Almeno qualche volta.
LA NAVE PIÙ SALESIANA
DEL MONDO
Divenuto ispettore, don Scriè
dette tale impulso al :\\Iovimento
Ex allievi argentino da renderlo il
più affiatato e il più efficiente.
Allora i superiori lo chiamarono
al Capitolo e gli misero in mano
la Federazione l\\londialc.
Nel 1936 s'incontrò ancora con
un gruppo di ex allievi argentini,
e avvenne in un modo impre-
visto e avventuroso. La guerra
civile infuriava in Spagna; molti
salesiani spagnoli si erano dati
alla macchia per sfuggire ai t rossi •
e bisognava fare qualcosa per sal-
varli. Don Seriè si Lrovò un
posto su una nave argentina che
faceva cabotaggio tra Alicante e
Marsiglia. Si mise in borghese e
sali sulla nave. li capitano gli
disse:
- Nessuno a bordo deve sa-
pere che lei è sacerdote. Tocche-
remo dei porti che sono in mano
ai «rossi •, e i loro agenti sali-
ranno sulla nave. ~on mi metta
nei guai. Ricordi che lei è iscritto
nelle mie liste come medico d1
bordo...
- Ma, comandante, - replicò
don Seriè - io non so scrivere fa
più piccola ricetta...
- Non occorre: qui stanno
tutti bene. Stanno male solo i
marinai quando tornano dal porto
con la sbornia; ma quelli sappiamo
come cumrh: una doccia .fredda
e una notte in guardina. - Poi
aggiunse: - E niente messa, per
favore. NienLe breviario, niente
segni di religione.
Don Seriè, rassegnato, si calcò
il basco in testa e dicendo a chi
lo incontrava che soffriva mal di
mare, si rifugiò in cabina. Sfogliò
un manuale di pronto soccorso e
si fece portare la cena.
Quando fuori fu buio, usci sul
ponte a prendere un po' d'aria.
Recitò il rosario contando le «Ave »
sulle dita. Una voce alle spalle lo
fece sobbalzare.
Reverendo!
- Chi è lei?
- Sono Fior, radiotelegrafista
di bordo.
- E mi conosce?
- Anche se si vestisse da ci-
nese la riconoscerei. Lei è stato
per quattro anni il mio direttore
al collegio salesiano di Buenos
Aires! - E aggiunse che a bordo
di quella nave argentina c'erano
una quarantina di ex allievi, e
che quasi tutti lo aveYano rico-
nosciuto. Kon solo, ma lui, ra-
diotelegrafista, aveva già comuni-
cato la notizia alla sua mamma in
Argentina, via radio.
Don Seriè si sentì venir meno:
i « rossi >> avranno certamente cap-
tato quel messaggio, e se lui fosse
sceso a Lerra lo avrebbero cat-
turato.
Il giorno dopo don Seriè, cir-
condato dai suoi ex allievi, pas-
seggiava sul ponte della nave
come in un cortile salesiano. Il
suo segreto, ormai, era conosciuto
da tutti ... Ma anche stando sulla
nave riusci ad aiutare i salesiani
alla macchia. Prese contatto con
loro per mezzo del vicecomandante
della nave. Questo bravo ufficiale
rischiò molto in quelle circostanze.
Su indicazione di don Seriè, egli
rintracciava a terra i salesiani
nascosti. Essi si presentavano
agli agemi • rossi dichiarandosi
parenti del dottore di bordo e otte-
nevano l'autorizzazione di salire
a bordo per parlare con lui. Una
volta saliti, non scendevano più.
Con don Seriè, i salesiani messi
in salvo e la quarantina di ex al-
lievi a bordo, quella divenne la
nave più salesiana del mondo.
FIGURA GRANDE E CARA
Figura poliedrica quella di don
Seriè, della quale abbiamo pre-
sentato solo una faccia; ma c'è
il don Seriè direttore spirituale
d'innumerevoli anime che ripo-
nevano in lui la fiducia che si
ripone nei santi ; il don Seriè
amico degli operai, che sostenne
e difese specialmente negli anni
torbidi della guerra e del dopo-
guerra; il don Seriè tutto cuore
e premure per gli ammalati, in-
superabile nel procurare loro la
gioia degli ultimi conforti reli-
giosi; il don Seriè apostolo dei
lebbrosi, che visitò in tutti i leb-
brosari d'Europa, studiando a
fondo le loro condizioni fisiche e
morali e interessando a loro fa.
vore scienziati di fama mondiale;
il don Seriè «moto perpetuo •>,
come familiarmente lo si chia-
mava, sempre pronto a intra-
prendere viaggi lunghi e disagiati
per visitare le Opere di gran
parte del mondo salesiano come
rappresentante del Rettor Mag-
giore; e c'è soprattutto il don Seriè
sacerdote esemplare e salesiano
fedelissimo nell'imitazione del Pa-
dre, inesauribile nel parlare della
sua santità e del suo metodo edu-
cativo, come nel far rivivere
- anche in apprezzate pubblica-
zioni - le gesta dei salesiani della
prima ora e degli cx allievi delle
prime generazioni.
Ora ci ha lasciati. È morto se-
renamente la mattina del 10 aprile
alla veneranda età di 84 anni.
l\\la la sua figura resta tra le più
grandi e care della Famiglia Sa-
lesiana.
178

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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UN 'CASTELLO DI LUCE'
IN DIOCESI DI MONDOVI
Sulle ridcnli colline cuneesi, presso il
santuario della Madonna dei Boschi, non
lontano da Peveragno, l'IspeLLoria Subal-
pina ' teneva ' già una modesta casetta,
che ospitava un pre-aspirantato con 60-70
ragazzi.
Ora la casa è stata completata con la
costruzione di locali moderni: dormitori,
scuole, cappella, teatro, palestra e ariosi
cortili. Così rinnovata, può contenere 200
aspiranti alla vita salesiana, dalla 50, ele-
mentare alla sa. ginnasiale.
Il nuovo edificio fu progettato dall'ex
allievo ingegner Algostino ed eseguito dalla
dina Zumaglini e Gallina. La costruzione,
sviluppata in altezza, presenta una linea
armoniosa e giovanile. La distribuzione dei
locali è funzionale. Il numero e l'ampiezza
delle finestrature danno agilità all'Istituto
e permettono abbondanza di aria e di sole,
tanto che l'opera, con felice espressione,
è stata definita 'castello di luce'.
Il 6 aprile scorso ha avuto luogo l'inau-
gurazione. Sua Ecc. mons. Carlo Maccari,
arcivescovo di Mondovì, presen·ti il Pre-
fetto generale don Fedrigotti. l'Ispettore
e Lutti i Direttori detl'lspettoria, henedissr
la cappella e consacrò l'altar maggiore.
Durante la Santa Messa disse elevate pa-
role per illustrare l'alto significato del
~uggestivo rito liturgico.
Seguì una breve accademia con canti e
declamazioni. Espresse la gratitudine e
la gfoia di tutti l'ispettore dou Pilotto.
Concluse la mattinata celebrativa S. E.
mons. Maccari, che s'intrattenne amabil-
mente con i presenti e specialmente con i
ragazzi, lasciando in tutti le più belle
impressioni.
IL TEMPIO SUL COLLE DON BOSCO
In questa foto presentiamo la Chiesa vista dall'abside. In essa si possono vedere
i due lavori princlpall in corso: il rivestimento dalla cupola a il rivestimento In
travertino del timpano della navata destra. Il resto del lavori avviene nella chiesa
inferiore. DI essi Il plu Importante è la posa della mensa dell'alta, maggiora
179

3.2 Page 22

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" CARE FIGLIUOLE,
VI SONO MOLTO RICONOSCENTE"
HA DETTO IL PAPA
Il fervore catechistico che distingue l'Istituto delle
Fjglie di Maria Ausiliatrice 1ìn dalle sue origini e
che ha avuto particolare impulso in questi anni, ha
frut"Lato, tra l'altro, UJla iniziativa che 11i è rivelata
di grande utilità pratica. Si tratta di 'foglietti ca-
techistici' che il Centro Catechistico Internazionale
prepara in moderna presentazione di veste e di con-
tenuto e lancia settimanalmente nelle scuole c negli
oratori allo scopo di far entrare il 'verbo catechi•
stico' nelle famiglie.
Portati in casa dallo zelo sempre convincente dei
piccoli e da quello più consapevole delle alunne e
oratoriane, sono stati accolti con crescente interesse,
anche da chi se ne mostrava dapprima indifferente.
I 'foglietti catechistici' sono entrati anche negli
uffici, nei 11egozi e in alcune scuole statali, susci-
tando la stessa corrente di simpatia e di interesse.
L'apostola1 o catechistico distingue in modo par-
ticolare la Scuola del ' azareno' di Roma, che ha
a vulo una bella affermazione di primato per la
cultura religiosa al concorso 'Veritas'. nel quale
sono state premiate 30 alunne con premi diocesani
e nazionali, e alla Scuola è stata assegnata la Me-
daglia d'Oro.
Completò la soddisfazione delle insegnanti e delle
alunne la parola cli plauso del Santo Padre per le
95 catechiste della Scuola, che svolgono il loro
apostolato fil 24 parrocchie periferiche di Roma.
Le responsabili dei vari gruppi parrocchiaJi, assi-
stendo all'udillllZa del 31 marzo u. s. fil San Pietro,
ebbero la gioia di sentirsi presentare dal Santo Padre
così: « C'è un gruppo, il meno numeroso dell'Udienza
odierna, che però voglio indicare all'attem.ione di
tutti. Sono 35 figliuole dell'Istituto · Gesù Nn::areno
di Roma che fanno porte di un intergruppo catechi-
stico. Vi dirò, a loro onore, che queste brave figliuole
assistono circa 4000 bambini nei catechismi delle
parrocchie periferiche del nord-est di Roma».
E rivolto alle stesse catechiste, il Papa si de-
gnava di interrogarle amabilmente sul loro aposto-
lato, concludendo: « Care figliuole, vi sono molto ri-
conoscente. Perseverate! Portate il mio soluto e 1a mia
benedizione a rutti i, bambini e le bambine che as•
sistete ».
Dopo un tal_e riconoscimento l'entusiasmo delle
giovani catechiste llÌ è centuplicato ed è cresciu10
il fervore del loro apostolato catecl1istico.
CUNEO
L'ARTISTICA CHIESA
DI SANTA CHIARA
RESTAURATA
I Salesiani da circa qua•
rant'anni educ:ano a Cu-
neo giovani studenti nel
fiorente Convitto Clvic:o,
c:he fino al 1857 era stato
un Monastero di Suo-
re Clarisse c:on annessa
chiesa dedlc:ata a Santa
Chiara. Nella foto: Affre•
sco della c:upola sette-
centesc:a c:on la 'gloria'
di Santa Chiara di Gian-
c:arlo A liberti di Canelll
(1662-1740). I restauri (1964)
furono fatti eseguire dal
Salesiani e sono in gran
parte opera del coadiutore
..alesiano Giuseppe Colli.

3.3 Page 23

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I Salesiani
al Congresso Mariano
di Santo Domingo
Nel numero precedente
abbiamo informalo I nostri lellorl
sulla partecipazione salesiana
al Congresso Mariologico-Mariano internazionale
di Santo Domingo
s~ollosl dal 18 al 25 dello scorso marzo
Eccone ora una breve fotocronaca
1
2
Sua Em. Il Card. Ferretto con
mons. Plenteda e I Saleslanl che
parteciparono al Congresso Mario-
logico
t Una folla lmmanaa assistette al
Congreuo Ma,lano
3 Il Legato Pontlftcio al Con-
greuo, Cardinale Raul Sllva, In
preghiera
• Sua Em. li Card. Stiva visita I
rioni plò poveri di Santo Domingo
5 I cinque Sacerdoti novelli aala•
slanl ordinati durante Il Congreuo,
attorno al Cardinale Sllva
3
5

3.4 Page 24

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MEDELLIN (Colombia) • Il 28 febbraio
u.s, l'Ecc.mo mons. Tullio Botaro Sala,
zar, arcivescovo della cltt•, benediceva
la prlmapletradalla'Ciudad DonBosco',
« Questa à un'opera eccezionale - ha
detto Il Ve■covo - ed è bene che porti
11 nome di San Giovanni Bosco, apo,
stolo per eccellenza della gioventù ab,
bandonata. DHlderiamo rallegrarci di
cuore col Municipio, che ha avuto la
fellce Idea di cedere questo terreno, e
In secondo luogo con i Salesianl, verso
1 quali tutti abbiamo un gnnde debito
di riconoscenza: enl lavorano Infatti
In Medellln da cinquant'anni. Dobbiamo
sdebitarci contribuendo alla realizza,
zlone di que■t'Opera provvidenziale».
La •Città Don Bosco' di Medellin sarà
formata da un complesso di opere con
aule, laboratori, chiesa, refettori, dor•
mltorl, scuola agricola, campi sportivi,
teatro, giardini e avrà pure un 01pedale.
In un primo tempo accoglierà circa 800
ragazzi, ma quando sara complota, po,
trà oaplt.une 2000
I SALESIANI
NELL'ULTIMO TERREMOTO DEL CILE
Il 28 marzo u. i;. la regione centrale del Cile suhi,
com'è noto, un fortissimo terremoto che giunse
111 grado 11 della scala internazionale. I danni fu.
rono ingenti: circa 800 vittime e 200.000 persone
senza tetto.
I salesiani, grazie a Dio, non ebbero v ittime,
ma i danni materiali furono gravissimi: lo studen-
tato filosofico di Q11ilpu6 fu distrutto; nella scuola
agraria di Catemu crollarono i dormitori degli
allievi, rlmru,ero inabitabili le case d ei salesiani
e cadde il tetto della cappella. Nella regione col-
pita abbiamo anche una casa di cura con un
grande santuario, la cui facciata s.i separò dal resto
della costruzione, ridotta in pessime condizioni.
Subirono pure gravi danni l'1111pirantato e la scuola
agrll.l'ia di Macul. Quest'ultima dovrà essere in
gran parte demolita e ricostruita. Il tempio nazio-
nale di San Giovanni Bosco in Santiago-La Cisterna
perdette tutte le sue grandi vetrate.
Non sono ancora cinque anni che un altro ter•
remoto distruggeva i collegi di Valdivia, di Con-
cepci6n e quello di Sant'Anna di Talea, mentre
rimanevano grandemente danneggiati l'altro collegio
della stessa ciuà e quello di Linares.
In quest'ora di tanto dolore per i nostri fratelli
del Cile, la 6-ducia in Dio e il pensiero della generosità
dei nostri Benefattori li conforta e sorregge nella
dura opera di ripresa.
.Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice ebbero al-
cune case danneggiate, ma se pensano al numero
delle vittime e alle rovine che si lamentano in tutta
la zona colpita, riconoscono di aver avuto una no-
vella prova del materno aiuto di Maria Ausiliatrice.
VILLAGGIO 'DON BOSCO'
A CASELLE DI SOMMACAMPAGNA
Nella frazione Cuelle di Sommacampagna (Verona)
Il 21 marzo u. •· ebbe luogo l'Inaugurazione d el vlllagglo
•Don Bosco', che fu benedetto dall'arciprete Don Pietro
Gottardi. Sorto per Iniziativa privata, In posizione rl,
dente e comoda, comprende 32 graziose vlllette, e su
proposta del gruppo locale di ex alllevl aaleslanl, • alato
Intitolato al grande educatore della gioventù.
182

3.5 Page 25

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PIERRE FRANS LEHAEN, Vescovo
di Sakania
Il comunista negro ~fu/e/e, ntl gen-
naio dell'anno scorso, appicd, al Congo
il fuoco della rit-olta: i s"oi. uomini
con furia selva88ia portarono lo scom-
piglio e la strage nell'immenso paese.
Ecco il quadro che, a un anno e mezz{I
di distanza, presenta oggi la Chiesa in
Congo, nel racconto che ne fa il ve-
scovo salesiano di Kafub11,, mons. Pierre
Frans Lehae11.
l1 22 gennaio 1964 •roppiò la
ribellioni· nl'l Kwi.lu (1lioce"i di
Idiofa) per i!<tigazione cld comu-
nì,-ta Pil'tro Mulcle. Qu1·lla uotte
11tellSa trr mi~~ionari, Oblati di
\\fru:ia, morirono a~~a~sinnt i: fu.
rouo i primi martiri d'una nume-
ro:,& falange che nel 1964 oltre-
pas,,a,;a il centinaio. Il li aprile
un altro foc1>laio di di~orcli1ù "i
accese nt>lla t•rovincia dtl Kivu a
nord-est, e il 27 maggio l'incendio
~i propagò nel nord dl"l Katanga.
Là i ribelli vennrro fermati e
presto rica<"ciaù~ allora ~i spo-
11tarono al nord del Kh u e nella
provincia Orientale, e 1'8 ~cttem·
bre proclamarono la Repubbli<"a
Popolare Congolc:1e ron <"apitale
Staiùep·illc, presidiata da G-he-
nye.
Le con11e1tucnze òclla ribellione
furono gra,·i11sune per la Chiesa
nel Congo. Su 42 circoscrizioni
eccle~iutiche, solo 12 \\'ennero
completamente risparmiate; altre
15 furono toccate parzialmente
dall'insurreziollt'; ma 15 tra ar•
chidiocesi, diocesi e prefotture
apo!ltolicbe caddero nelle mani
dei ribelli.
Le circoBcrizioni raggiunte dal-
l'insurrezione 11i estendono per
946.000 clùlometri quadrati. os-
sia il 4-0% della superficie del
Congo e contano 4.400.000, abi-
tanti, di cui 1.450.000 cattolici.
Dove ci 11ono an<:ol'a i ribelli,
t'i-si prendono i missionari come
05taggi e unpedi.t;cono loro ogni
ministero. I..e regioni in ·\\'ia di
liberazione 110110 senza a.'ltlistenza
spirituale, percbè il peri;onale ec-
desiastico ha dovuto ahhanclonarc
quei luoghi.
Libeu.zione non signifiu affatto
occupazione e pacificazione di un
luogo o di una regione. Delle dio-
cesi intiere sorto state sfollate, ma
183

3.6 Page 26

▲back to top
questi terrilori non ..ono occupati
dalle forze dell'ordine, o !,C lo
sono, so1w ben lungi dall'essere
pacificali.
Prima del dbablro il personale
misi-ionario era numeroso e qua-
lificaLo. li clero locale, i religiosi
laici congolesi e le suore congolesi
coslituh-ano dei quadri solidi,
prezio1-i e influenti. Questo pt'rso-
nale autoctono ,:,o, ente è stato
obbligato ad abLan<lonare le re-
gioni d'origine perchè, una ~olla
liberati e allontanati i missionari
europei, i »acerdoti e i religioi,i con-
gole11i non sono più protetti con-
tro gli insorti. Moli i han dovulo
nascondersi nelfr foreste per set-
timane e me,:,i.
In alcuni cen-tri, come Stanley-
ville e Bunia, i sacerdoti. congolesi
diocesani sono restati al loro po,.Lo
anche dopo la partenza dei mis•
sionari stranieri. Sotto la prote·
zione dei militari esi,i esercii ano
il loro mirti.stero tra la popolazio1\\e,
nella miisura del po~sibile. La loro
situazione diventerebbe precaria
;e non pericolosa quando i mi·
litari dovessero nbl>andonare i
luoghi.
Que8ti immeru,i tt>rritori sono
ora pral icameule senza sacerdoti
e senza religiofli e religiose (alla
Procura delle ~li"••foni di Leopol-
d...illesi son visti pa..-.sare dal ~et-
tembrP al dicembrr 1964, 900 mit--
sionari che atumdcvano il loro
rimpatrio). Meno di 11n anno fa,
iJ pcri<onalc eccle~1astico superava
le 2000 unità: contava 70 i,acer·
doti congolesi e 760 sacerdoti
straiùcri; 70 fratelli laici nativi
e 180 i;Lrarueri, 355 suore congo-
lesi e 590 suore di congregazioni
mi5sionaric; tutto questo perso•
nale r dovuto pari ire. Sollo au•
cora osU.lJtgi dei ribelli 39 !>accr•
doti, 20 suore e 7 fratelli laici;
12 sacerdoti e 3 ~uore sono tlati
come dispersi.
Nel martirologio ~i annoverano
93 membri di Congregazion.i mil,-
sionarie. 4 sacerdoti diocesani con-
golesi e una suora congolese. Tra
i loro nomi figura mons. W iLte-
bols, ,·escovo di \\'("amba. massa-
crai o il 26 novembre.
In tutte le regioni occupate dai
ribclli le opere ospedaliere, lt> at-
tivitù sociali e le scuole sono com-
pletamente paralizzate.
A prima vi~ta i,emhrerebbe che
la ribellione sia riuscita a distrug-
gere la Chiesa in una parte del
Congo. ~la le tei.timonio.uze rac-
colte non sono cosi pessi.mii,tiche.
In molti luoghi i cristiani, riuniti
dai catechisti e dai direttori di
scuole, continuano a pre~are ogni
sera e ogni don1enica. In nume-
rose missioni gli edifìci sono staLi
CU.!:lloditi dalla popolazione e sono
rimll!lti intatti. Nelle diocesi libe-
rate e rese l>Ìcure, i mihl'ionari
che ritornano, eo,tatano tra i cri-
stiani un accresciuto fervore.
In questo in.~icme di territori
ecclesiastici più o meno provati,
che posto occupano le m1~1oni
salesiane? Esse sono raggruppate
nella diocesi di Sakania, che è ri-
mai;ta al riparo dai torbidi del-
l'iu.«urrezione. Ciò non vuol dire
che noi abbiamo conosciuto solo
pace e tranquillità. Tutt'altTo!
Il Congo raggiunse l'indipen-
denza il luglio 1960, e il Ka-
tauga ebbe in quel periodo delle
scosse terribili: prima la rivolta
militare dell"8, 9, 10 luglio 1960
(_pre1,to repressa clal governo ka-
tanghese dell'epoca); poi l'occu-
pazione del KaLanga da parte
delle- truppe dcl'ONU: avvennero
furioJ:Se e sanguino~e battaglie, che
provocarono molli disordini e
grandi distruzioru.
Unn conseguenza di quei falti
è il banditismo, da cui non lliamo
ancora liberati a tutt'oggi. Bande
di briganti continuano a operare
in certe regioni del Ka.tanga e
della nostra diocesi in particolare,
ammazzando, rubando e semi•
nando il terrore. L'insicurezza che
ne è seguita ci ha costretti a
chiudere due missioni, quella di
:\\fososlù nel luglio del '64, e quella
di Kalumbwe nel febbraio-marzo
del '65. L'ultimo missionario ha
lasciato questa sede il 6 marzo
scorso.
Ma nell'in!lieme 1e missioni sa-
le~iane non hanno mai cessato la
loro attività: ministero, scuole.
oi;pcdali e centri sociali conti-
nuano a funzionare. I nostri mis-
sionari non hanno mai cessato cli
percorrere i loro territori e di vi-
1;itare i villaggi per mantenere i
contatti con la popolazione. Se-
condo le ultime statistiche, sui
117.906 abitanti che conta la no-
stra diocesi ,,e ne sono 54.877
eauoliei e 5535 catecumeni. 1
giovani afiluiscono<Bempre più alle
nostre scuole. Mentrr all'inizio
dell'indipendenza nel 1960 erano
frequentate da 13.177 ragazzi dei
due sessi. quel!tC medesime scu_ole,
salite al numero di 176, raccolgono
in 475 locali l 7.452 allievi.
oi potremmo accettarne di
più se a-ves1;imo un maggior nu-
mero di scuole e di locali.
La rivolta del Congo fu un vero
dramma per tanti ragazzi dagli 8
ai 18 anni rimasti senza scuola.
che parteciparono al mo, imento
di ribellione e e tutlo ciò che ne
derivò: torture, assassinii, rapine.
sacrilegi ecc. TI problema della
loro rieducazione è ora uno dei
più gravi.
Per questo r\\clle dioce"i rimaste
al riparo dal cataclisma sociale,
l'opera della scuola è di prima
importanza: dobbiamo dare a tutli
i ragazzi l'occasione di istruirsi
e di ricevere un'educazione cri-
stiana. Dappertutto si costata un
immenso desiderio di impa1:are,
unn grande apertura per l'evolu-
zione sociale e un.a sincero volontà
di ricostruire il Paese e di con-
durlo per le vie della democrazia.
La Chiesa deve continuare a com-
piere la sua mis,ione di Madre e
Maestra' e a consenare la sua
posizione in. questo Paebe che ha
le dimensioni di un Conlil\\ente;
essa deve secondare questo popolo
nei suoi sforzi ~inceri di rinascita.
Purtroppo il personale lllls.5JO·
nario è insufficiente e i mezzi sono
scarsi.
184

3.7 Page 27

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L'AMAZONIA
E LE SUE RICCHEZZE
Dt>i numerosi affiucnl i dd Rio
delle Amai.zoni, ne~suno bn la
portata del Rio Negro, che untm•
dosi al Solimik, potrebhu u buon
di.ritto mantene.re il suo nome per
1utlo il bacino fluviale fino al-
l'oçeano,
Sulla sua sponda .,ini,tra. n una
duquantinn di chilometri ,lalla
foct·, ~orge Manau~, In t•apilalc
dcll'Atna1.onia. Lu prime notfaie
~toriche rimontano a tre secoli fu,
quando i Portoghesi costruirono
la fortezza di San Jo~é, dove ora
è la capitale; nel 1700 il territori,1
fu costituito in ·Capitania' con
sctle in Barcelos fino ai primi clt>l-
1'800 quando la capitalt· fu lro•
sporlata a Manaus. A mtlÙ cll'l
st•colo liC'Orso, l'Amazonia ,liwntò
Stato, il più vasto dei 22 Stati
del Brasile.
Dal punto di vista economico,
il Rio Negro fa pem;are al caucciù.
185
BRASILE
DON GUIDO BORRA
DEL CAPITOLO SUPERIORE

3.8 Page 28

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Finchè l'Hevea Brasiliensis rimase
monopolio, Manaus nell'ultimo
ventennio del secolo passato visse
Per 50 anni la decadenza si ac-
centuò con l'abbandono e il de-
serto, fìnchè verso il 1830 ven-
IL SISTEMA
IDEALE
il suo periodo aureo, in cui sor•
sero perincanto i palazzipiùsplen•
didi da far invidia a Rio de Ja•
neiro, e il Teatro, copia dell'Opera
di Parigi, sulle cui scene si succe-
devano le compagnie liriche più
rinomate del mondo.
Era quello il tempo dei fa1z:en-
deiros che accendevano il sigaro
con i biglietti da 10 milreis, si
lavavano le mani nello champagne
e ripulivano i cavalli con la birra
di Amburgo. Ma intanto la pianta
preziosa, trafugata da anni in un
vapor~ inglese, stava crescendo
nelle Indie Orientali. Allo spun-
tare del nuovo secolo essa rap•
presentava già una minaccia per
il Brasile. Quando poi nel 1910
da Ceylon sbarcarono in Europa
8000 tonnellate di caucciù, il fatto
provocò la caduta vertiginosa dei
prezzi e segnò per Manaus la fine
dei sogni dorati.
PAGINA NERA
E NEFASTA
Sotto l'aspetto religioso, il Rio
Negro deve la sua prima catechesi
ai Padri della Mercede che vi la-
vorarono per alcuni decenni. Sullo
scorcio del 1600, essi furono sosti-
tuiti dai Carmelitani, benemeriti
missionari del Rio Negro per quasi
un secolo, che consolidarono il la-
voro apostolico nei centri di
l\\foura, Caryoeiro1 Barcelos, Mo-
reira, ed estesero la catechesi an-
che al rio Uaupés, nel Tiquié,
nell'Içana, in tutto il territorio
rionegrino.
Nella storia della colonizzazione
non mancò purtroppo la pagina
nera e nefasta di Pombal: quelle
nero i Cappuccini a riprendere il
lavoro aposLolico che, assieme ai
Francescani, continuarono con
grandi sacrifici fino al 1914.
UN GRANDE
VESCOVO
Ai primi anni di queslo secolo,
con la creazione della nuova dio-
cesi di Manaus, la Provvidenza
suscitò il Pastore che segnò la
svolta decisiva per il futuro del-
l'A.m.azonia: mons. Federico Co-
sta, Vescovo di Manaus. Nel 1908
egli percorse con coraggio indo-
mito la vastissima circoscrizione,
risalendo il llio Negro fino alla
Colombia e al Venezuela. Sgo-
mento dinan.zi a tale eslen3ione,
andò a Roma per esporre al Papa,
San Pio X, il piano di staccare
dalla sua dioce$i vaste zone per
farne Prelazie e future Diocesi.
Quindi si rivolse a vari Istituti
missionari e venne a Torino per
offrire al venerabile don Rua la
nuova Prefettura Apostolica.
La Congregazione Salesiana non
poLeva ricusare, pur prevedendo
le e.normi difficoltà. Pochi mesi
dopo, da San Paolo del Brasile
partiva l'animoso mons. Lorenzo
Giordano, accompagnato dal mis-
sionario don Giovanni Balzola,
già ricco di esperienza con i Bo-
roro del !\\fato Grosso.
C'erano gravi problemi da ri-
solvere: problema religioso-mo-
rale, problema educativo, pro-
blema sanitario in una zona alta-
mente endemica, senza dimenti-
cal'e il problema alimentare. Ciò
che attrasse -fu la gioventù: con
L'unico modo efficace era di
alti.rare i gio'vani in centri, fuori
del loro mondo, dove sotto l'in-
fluenza formativa del missionario,
si sarebbero potuti lentamente pre-
parare cristiani fervorosi e buoui
cittadini. Costituito il primo cen•
tro, prepararne un secondo e così
via, conforme il bisogno, provve-
dendoli delle varie opere: cltiesa,
scuole, officina, scuola agricola,
ospedale.
Si cominciò da San Gab.riel (oggi
Uaupés), cuore della prelazia. Ba-
stò la notizia e affluirono allievi
in numero superiore alle possibi-
lità di accettarli. Il sistema edu-
cativo di Don Bosco si rivelò
ideale, come in Lutte le parti del
mondo.
Dopo San Gabriel, nel 1924 fu
la volta di Taraqua iu uno sce•
nario da presepio sulla roccia nu-
da: era la prima missione fra i
Tucanos, cui seguirono negli anni
e decenni seguenti Bai:celos, Ja-
uareté, Par1-Cachoeira, Tapuru-
quara e lçana. Attraverso sacri•
fici che solo Dio conosce, sorsero
cosi 7 grandi Centri, sparsi in
tutta la zona del Rio Negro e dei
suoi afilucnti, beneficando la mag•
gior parte della gioventù e risol-
vendo i problemi più impoctanti
della regione. Rimaneva però una
preoccupazione sulla sorte di quei
giovani che, formati nella mis-
sione, dovevano poi tornare al
loro mondo indigeno. Sarebbero
rimasti fedeli nella pratica cri-
stiana? Si organizzarono perciò
i villaggi che vennero affidati alla
cura del missionario itinerante.
Questi li visita sovente, vi co•
strnisce la cappella e la scuola do-
leggi vessatorie e anticlericali se- gli anziani, bruciati dall'alcool e tandola di maestri cristiani e con-
gnarono per il Rio Negro non dai vizi, non c'era più nulla da tinua in loco la catechesi degli
solo l'allontanamento forzato di sperare. Ma come e dove prepa• adulti.
tutti i missionari, ma anche la rare i giovani, se i 40.000 abitanti Per queste scuole nei villaggi,
fine della civiltà e del progresso, erano sparsi su 300.000 chilometri che raggiungono ormai la tren-
legati storicamente alla religione. di superficie?
tina, sono di aiuto provvidenziale
186

3.9 Page 29

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le maestre formate nell'Istituto
Magistrale delle Figlie di Maria
Ausiliatrice.
GROSSI
PROBLEMI
Poichè in ogni Centro lavorano
anche le Figlie di Maria Ausilia-
trice per l'educazione della gio•
ventù femminile, è facile calcolare
il numero delle bocche dei 12 col-
legi.
Se poi si tengono presenti le di-
stanze enormi dai centri di rifor-
nimento, apparirà evidente lo
sforzo per garantire la vitalità
delle varie missioni. Chi conosce
questi sacrifizi meglio di tutti è
il Prelato mons. Pietro Massa
che, nonostante gli 85 anni, deve
prevedere e provvedere alle ne-
cessità di tante opere.
Le frontiere non potrebbero
essere meglio difese da un eser·
cito, di quello che fanno i missio-
nari integrando nelle leggi patrie
gli Indi cui un tempo era patria
la sola foresta.. Per questo il Go-
verno del Drasile fu sempre ge•
neroso di aiuti per sostenere le
missioni. La Congregazione gli è
grata per tanto favore. Partico-
lari benemerenze si è acquislata
la F.A.B. (Forze Aeree Brasiliane)
che ogni quindici giorni fa la linea
delle missioni da l\\!anaus a Jaua-
reté, trasportando merci e mis•
sionari con un risparmio di tempo
e di denaro che i pionieri non po-
tevano immaginare. Lo stesso Mi-
nistro dell'Ae1:onautica, Edoardo
Gomes, da lunghi anni è il bene•
fattore generoso e l'amico incon•
diiionato delle missioni.
DAL SOGNO
ALLA REALTÀ
Non meno grave è il problema
del personale. I fondatori della
missione sono ormai tutti volati
al premio: per primo cadde mon-
signor Giordano, lo seguì don Bal-
zola, poi a distanza don Luigi
Pa.squal, mons. Selva, mons. José
Domitrovitch, don Angelo Cerri,
il novantenne don Tirelli, e due
meravigliosi coadiutori veterani
del Rio Negro. il sig. Fava e uJ.
timamente il sig. Valer.io.
Fra i vh.enli, ohi può ancora
contare la storia della missione
dai primordi è l'Ecc.mo mons. Gio-
vanni Marcl1esi, vescovo coadiu-
tore, che da oltre 40 anni per·
corre il Rio "N'egro e vede nei gio-
vani d'oggi i figli e i nipoti di
quei cristiani che egli battezzò
tanti anni fa. Con lui c'è ancora
un piccolo gruppo di anziani:
don Giacone, don Schncider,
don Algeti, don Tomasoni; ma
qualcuno già nelle retrovie.
Quando mons. Federico Costa
si ritirò fra i Camaldolesi a chiu-
dere la vita nella preghiera, un
sogno l'accompagnò: « Contem-
plare un giorno in Uaupés un.a
cattedrale doYe un vescovo ponli-
:fìcasse, e contare lungo il 'cauda-
loso' Rio Negro tanti fari di ci-
viltà cristiana ».
Il sogno che 40 anni fa mon-
signor Costa accarezzava, nel 1965
è una consolante e splendida re•
altà. Nessun fiume dell'Amazonia
ha i benefici che gode il Rio Negro
con tanti collegi, con tante scuole
nei villaggi, con l'assistenza ospi•
tale che offre la casa di Don Bosco.
Ben venga dunque il Giubileo
d"oro delle ~fissioni salesiane del
Rio egro!
Paeu che val...
Un dormitorio della
Mla■lone SalHl■na
del Rio Negro
187

3.10 Page 30

▲back to top
ESERCIZI SPIRITUALI
PER COOPERATORI
Prr comodi1,l dei 110,tri Cooperatori riprrianw l'e/mro
d,i corsi cho ,i wulgmmno nei pr~•imi luglio agosto,
rinnor:and.o a quanti hanno a rnorr il pr0t,rtssa dr/la
propria a11ima l'efficacia del lvro apostola10, ca/rio invito a
pancripan,i a cond1m•i 11l1ri mtmbri della Pia Unio,u,
COOPERATORI
/111m0110 Ri~lltst ( I ,rrtlli): 26-30 agosto
Calliano Eupilio (Como): 31 lu111io-3 ngosln
Ci,11n di J'olmariM (Trti:iso): 7-11 agost o
T<«ca di Carda (Veron11): 18-22 ngO•lO
Bologna-San [,1u:a: 12-15 ngo~lo
Bologna-San l ,uca: 28-31 ngu•lo
Pit1raan10 (Luuo): 1•7 &l{OSlo
r,,,,.,o-Monrerenlo: 16-20 lu1,tlio
Pocognano ,li l'ieo f::qufrtse (Napoli): 25-29 luirlio
Potognano Ji Vico &iurnst (Sopo/i): !2-16 A~o.to (per
1trnitori di ale.siaai)
Jli,co,inono di Vico Equmic (Napoli): 18-22 ngosto (per
Cooperatori r loro ,i,norr)
Ommi (Brindisi): 15- 18 luglio
N1J<'i (Bari): 5-8 agosto
Zaffuana l"tn,a (Co11111i4): 29 JtÌlll{llll•3 luglio
1'rtJpani (f:rirr): 1-5 lll!O•to
7.offemna C1nrn (Catania): 27-31 D!!O>to
COOPERATRICI
Mu::0110 Rirlll!.le ( Verrrlli): l-5 op;n•to
Mu.::~110 Bitlltlt ( f vctfli): I R-:?2 ago•to
\\1u::arw 811•1/ue (J rrrrlli): 22-21\\ a;:oslo
VaN1se-Ca.1a della Sm<IMte: 29 ngoato-2 srllembr"
Cuuno• Villa Tahor ( Virtn:a): 19-23 lu~lio
Bologna-San L11ro; 1-1- luglio
Calci (P i,11): 7-11 ago•to
.ù,ma•l\\10111trtalv: 11-1S luglio
Lort10-,\\loni,ualt: 30 llflOSl o-4 •ellt'n,btt
Fitil!8Ì (Fro,i11nne): 21'/ lriua:no-3 lu,tlio
Pacognano rii Viro F,qtiena• (Napoli): 29 g iugno-,l lup:lio
01111ni (Brintlisi): 7-U lullliD
Mor1intt Frunra (TtJramn): 27-31 lu,:lio
Poi,r,.::a: 1-4 ngo•lo
ESERCIZI DI ORIENTAMENTO
per signorine dal 18 al 25 anni circa
I il/a Cro.:ia-.\\lo$So S. Mario ( J nulli): 8-13 ogo•lo
Pacognnno di l' u,o EqrtMJ<~ (Napoli): 12-16 luirlio
Fiuggi (Froai11011e): 6-1 O lu'l'lio
Bari-lstiluto \\ 1arghtrita: !?1-25 l~lfo
188
Salvi da un grave incidente d'auto
Uscivamo in auto da Torino. l\\Icntre, nel
lungo Dora, si procede\\'a a media velocità,
un'altra auto grande e veloce, sbucando im-
provvisa da una via traversa, ci invesù da
sinistra. All'urto violento ebbi la sensazione
di chi, in slitta, parte in discesa. • Ci siamo
- pensai e dove finjremo ?... ». Dagli altri
confratelli presenti in macchina non sentii
nulla. :-;-oi, partendo, avevamo già im·ocato
l'aiuto di :\\larin Ausiliatrice. '.\\la, preoccu-
pato e conscio della nostra completa impo-
tenza, gridai: .-lur:ilium Cliristianorum!
L'auto, huuata all'ana, si rivoltò bruscamente
tre volte su se stessa. Io, intento a difendermi
la testa con le braccia, mi chiedevo: «Come
usciremo di qui?... Finiremo nella Dorai >l.
InYcce la macchina si fcrmb con un ultimo
urto. Fummo soccorsi gentilmente e ricove-
rati in ospedale. L'autista, con tre costole
rotte, l'Economo ispcrtoriale, con infranto il
braccio sinistro. Due, con buone ammacca-
ture. Ma la vira era salva. Xci pochi istanti,
così densi dì pericolo per noi, l'Ausiliatrice,
fiduciosamente invocata, ci a\\'eva salvati. Le
siamo tanto riconoscenti. E la indichiamo
come l\\Jadre premurosa a quanti incontrano
pericoli. Noi abbiamo costatato quanto è vero
ciò che Don Bosco assicura,·a: • Invocate
::\\luna Ausiliatrice e Yedrete i miracoli!~.
DON LUICI PILOTTO
1,penon:: dl-1 Salc;,.iani
In balia della corrente
:\\[i trovavo con due miei nipoti, rispettiva-
mente di 7 e 8 anni, su di un lago di mon-
tagna, e precisamente su di una zattera sulla
quale mi ero messa per divertire i bambini.
Tale zattera era ancorata alla riva. D'un tratto
la sciolsi nell'intento di far durare un attimo
soltanto la mia imprudenza. Ma la corrente
ci sospinse subito al largo. Fu un vero panico.
Non avevo remi I I bimbi piange,·ano e gri-
davano. Nessuno ci sentiva. Il lago era in-
fossato in mc1.zo alle altissime montagne della
Carnia. Eravamo del lutto soli e sicuramente
perduti, pcrchè la corrente ci sospingeva
sempre più avanti e quasi di corsa, e il lago
era molto lungo e percorso da vortici. Kon
vidi altro scampo che in\\'ocare con vi,issima

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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fede Maria Ausiliatrice e l'intercessione di
San Giovanni Bosco in nostro favore. Im-
provvisamente spuntò una persona la quale,
atterrita, andò a cercarne altre che, <lopo
manovre laboriosissime, riuscirono a trarci in
salvo. Sono riconoscente a l\\laria Ausiliatrice
e a Don Bosco, che ci hanno salvati.
ADRIANA STELLA CIOFFI
Maria Grazia (Torino) affidò a M.A. e ni Santi salesiani la
causa del fi1rlio imputalO ottenendone p,cna assoluzione.
Giovanna Zanelù (Messina) raccomandandosi a M. A.
riacquistò buona vista dopo operazione di cateratta.
Marill Rosaria Rica1no (Torino) rende grazie a !'>l.A.
perchè salvata col fi11ho m un incidente automob1listico
in cui putcvano perdere la vita.
Teresa Salono (Villare1111ia-TO) grazie a S.G.8. h~
avuto i figli salvi in un grave incidente stradalè.
Santina Mabtrello (Bolzano) con novene a !\\t.A. oucnne
un nuovo 1mp1cgo al marito Licen1.1ato da una fabbrica.
Un papà riconoscente (T,>rino) per dare 11 passo a uno
sfrenato automobilista, •porse la sua macchina sulla
china. Invocando Don Bosco porè fermarsi sull'orlo
estremo è usci re ille,o.
Giovanna Camerini Pon:I Ghetti (Faenza - Ravenna)
col cuore anirosciato prcuo i, fii;:ha malata, promi•e una
offena a S G. Bosco e a O. :\\L Rua se la bimba fos~c
i:uarita. Pienamente esaudita, soddisfa riconoscente al
suo dcb,rn.
A. C., cx allievo (Spezia) attesta che in una vertenza
tributaria non si voleva riconoscere il suo diritto. Fatta
una novena a M. A., 11 procedenc a un nuovo t:11ame,
dovr fu pienam=te ricnnnsciuta la validità delle auc
ragioni.
Sofia Napoleoni (Bagnotica - Berl(amo) colpitn da forti
dolori renali, dopo una nc)vena a M. A. e a S. G. H.,
ne fu liberata.
01 HAIIIIO PURE SEOIIALATO ORAZIE
A,iata
lasino
F.mma
Ter<-111
Agnelli Fordina Albtrtatzi Fam. • Al-
- Alle-ara :\\1■rio Altare Faustina ... Amnnfea
l\\1a.ria: • Andriichetri Reni1mino - Antclmo Andrea .. An•
1onion1 Pacini
B•lhi Tc,..a
Anna -
Baldi no
lh~nati .-\\r~•
\\nna Maria .
• Jlaiocchi Lina -
Balruotu :-.larghc-
nia - Baldo !\\luqhenta • Buon~ lntt • Ba<ilc .\\pia -
Ru1on1 BaN Gìu,epp1oa • Bella Santina Ber111maach1
Pietro • 0craue:t Giuseppe - Bernardi Carlotta • Bernocch,
Anr,:iolo
Jolanda
llertolizzio Severino •
Bi,nco Batti ■tlnn ,·cd.
Ilertolo
$Rechi -
Dina -
Bionaz
Rcrtoni
De.••Y·
lmedoine.\\tn.n-\\1a1araBonBaolegcRttoobeCrltooti-ldBe o•nnBn.\\lrlquiianavel\\dt.arTiarip• oBdiol--
Bonnor F.milu • Borchi Gina - Borghe.io Gianna . Boria
Domen,r• Teresa • llorrclli Anireln ved. Ciarlo • Bor
rione ,tari-, - Bortolotu
.\\dclaide • Ho:tio i\\1ann -
Eh-1.ra -
llotrero
8011 .\\ntonia •
Anfo■ai I,ulqina
0o~cacci
• 8rond1
Roberto e Torc•• - llrloschi Fclict • Bru,arazzi
Uuc~iantin, Luci• - 8uricchi MassillhR Rita -
Umberto -
Calrlarclla
Oomcnoco - Caldiero Roaalia - C,.lcgari• Maria Caha
'\\.t.ariana~I• - Ca1ls:ari" Giovanna • C1h1~1rone Filipp;n,
Cantore Ue-atricf! - Cantù J.ui111;a - Carare.lli Lino - Care.n.a
Renato , Gi<Jvanm - Car"oaud Onorato .. Carlino Maria -
Caronia Ltn1.1 • Casanova De l\\1an"O Evaristo - Ca111ru
Francese• •
pina • Cutri
Castelli Rou
ota Rina • C
Vittori•
o•uh An
-
ton
Castiglione Giusep-
io • Catcrnolo ~an-
tisi .-\\n~elina • Cavali, .\\u•ilia -
Pasquale • Ceppi Strada Liliana
Cavallo Carmela - Cefalo
• Cerrito '\\!aria Ch1arle
An1el• • Clull'jna Unraro Rosa
conre ~hria Stella - Cipriano
• Cluoda Arosù no • C1-
I nc,, • Caletti Rosalia
Como
Anita
Antonietta • ConRaro
• Coppo Antonietta e
G•• Conti Basil1• • Conti
VirRìnln • Corbo Caterina -
C<-irnllli Maria Co,i rru ~1arino Co1ta Antonietta .. Costa
~foria
Couulo
Coim
Sdvia
Antunio - Co,.., Fi.>ra
Crncini L<onma -
- Cozzoni
Crisrìnelli
.\\dole
Fcnardi
\\1addalena .... Cucca Francesca .. Cundari Zerbo Giu-
5eppino Oas..ud Elin - Dc•bue Mari,nna • De ..\\stis
M,chcle - De Batti ata Francesca - De BattitJta Luisa -
Del C'onto
An•onio
Guiclo Della Pi ana Vincenzo • Dell'Isola
De M1r1on Goffredo • Dc Martin Toprain
Ro■a Dczzani !\\lana Di Ma11tlio Frane,, - Di l\\f,rco
\\'incen,:<, • Di ~lauro Domenico .. Distarne. Lucit?.Ua -
Di S1efano Manno Girolama • Durando Matteo e :-.tuia .
Elia Uernardini Gian,incen1:o - F.,nanucli Rosaria .. Facci
ne-lir,tri Bernardjna ... Facdoh G,ovanru - Fantini An-
tonio Fnrina F.lcna
OIA• - Ferrando Lui Rin•
Ferracin
- Fcrrori
Giuliana - Ferramosca
Curio Fiore Vittoria •
Fiori no Rota - Fisichclla Paolo - Forqiarini Santa Franchi
Camillo e Lina - Frigf'rio \\-lariarou . Fulttnitj Rosina -
Gaml>etll .\\n1;iolin1 • Ganduno Imelda • Bamero Maria -
Garra \\laria Gatti G, na - Gano l.ya - Gav An11iob na .
Genno.ro Giacomo e Giorgio - C1:1cobbe Conte Rosa -
Gianfcrrcri O • Giudici Camilla • Gobbi Luci,ana - Go~
nrlln Dalmina - Greppi Aidu • Groppo Leonilda • Gualco
~1aria .. Gu.arinont Mariuccia .. Guan sco Rosa • Guerci
Tina
Th1eba1
Gui claL
\\"ittoria
Giovanna • Henrìtt
• lnarn,o Giuseppa •
\\'ir11inia llerbct
lnserra Vi1a • La
Bella Amico Giuseppe
La Sp1n1 Carlo e Olsa
-
-
Lasro S3,·1na • Lanzo Mimmo
Lniola Rota. Lazurin, 8,sibo
l..iambo
Mnrla ..
Adele -
Dnmenh:o - Liheni Maria
Lo Bianco rvbriA .. Lom•nno
l..orcnzi Adele - Lozza Sorelle
... Llcat1
Frane■ -
. Lu,so
CostAnzo
Lo Prc.l!=ti
Cucrina
Maglione Franca • !\\1albcr1i Giovanni :\\taldinì 01,ra -
~lanavtlla Lucia • \\.11nca Erminia .. :V1anC'otu Tersilla
~1on'tiaroui Rachele - .!\\tanim T'eotlora e Teresa - ~1archi
Faridone .-\\nna • l\\larcl:us,o Lucia :\\.larcuccio Rosa -
M•rino Giu.,tppa • MarsJiia Can~1da - Martinoli Ro-
sali11 • ~13rucco "hrul - l\\.h.rzttt1 Marghrrit"I - M•-urdo
Rino• MRtti M•rto •
Tereaina • Mc!lina
Mclita Sarino - Merli Giulia.
Giu,cppe • MIiano Arnaldo
Mesi ti
Mi-
locco Maria - Mìnchillo !'.bria -
Mirabile Giuseopina • !\\lon,aho
M,nutelln
Sah•atore
Giacomo -
- ~10nti11lio
Adele • Montor<i Rosina - :-.Ionone Giorgio -
An10rua - Mu,uraca Cecilia :S:ardon Rita
Mu11telli
!1.e11riolli
Lucia • Obert Odilla • Oliveri G .• Ortu Raimondo • Pace
Rennto • Papa Concena • Pa.rnninfo .\\ngelo • PRriai Do-
nato e Tt.rcsa - Parrinello
Maria • Patuzzo Moria vcd.
\\ntonina
Gar.111ulo
- Pascalc
Pecchioh
Cuucci
Nella -
PP!L\\iueleaid11.rr1riiiaana•-PiPPLeecturlrcuooifnaf-oi ePPOiGei.erp.e1am10-GniPL-ue,lPri-areunnTcocehclo•lìnuuPoeVorniiGtcti,ounrCliiaGraies--.tniPnoPia,ce·eor•fcnfoaePnLetilulcP,R.t1itraacair&o-i
Mori• - Pizzi Fortunarina - Pollutro Maria • Pompr.o
Lino Praga ia.11. Andrea - Privitera
Zan Ida • Radice S:11• Giulict11
Rapiaard• Fam. • l<tpoui Ro•ina
Maria - Prosdocim
R•imondo Tcrua
Riccob•ne Rosa
o
Ritllo Bernardi
Ri11hc111 Maria
Tcre. . .
- Robba
Rifero .\\nna • Rillhctti Emma -
Toron Robotll Carolina ,·ed.
Giolito - Rocchi
Ronrori Adele•
Fl<tra
Ros.i
• Roggero Fam. - Rollcri Salvatore -
l..wgi - Rota Rondallì Lui'" • Rucria
Angelo - R11b0ni
rino - Ruy Sorelle
Pia
•S
RuJroro CinnniM Ru""
alomoni ;\\malia S•nJri uw.
Quin-
Sergio
. San11ca ,\\J{Rto •
Santonoc,10 AIJia
Santagata J.anr\\11 Maria . Santi CclcttL -
Sirti Enrichetta - Sudori Bice Sa-
vino houa - Scah-"ini Frate
n1bo1io Mariella Scauola
lli - S.:anna,;no Franco •
F.rnes11 Schiattarclla M.
Sca-
Ro•
seria Schilirò- 1'unz:11 Sciavarretlo Antonina • Stlir&n-
freddo T eresina
Stirati Norma
-
-
Seppi Vanzetto Id■
Stropcni Delfinn •
Sgamm•Rli• Rosa
Tayana Eleonora •
Tardiro Valentino - Tentori Battitlina • Teppcx Luì.11ia -
Teatini
Rcarrice
Clelia - Tettamanri
• Tiraboschi Adele
Luìiiia • Tholo,on Maria
• Toscano Giuscpp,na •
Tre.sto ~1anle.n• - TrimboU Domemco • Vacca Ern1.1ni.a
ved. Conca.s Valauarntra Giuseppe e Rasali.a - \\'aUino
Engenio .. Vasta Lina - Vecchio ~1aria - Vc:ntorutzo Te--
resa -
Villo
Vercelli Angelo • Vercellon~ Liliano • Vigo
Morin vcd. Pellegatta - \\Vender Fam•
Rosy -
Zaccuri
CrianfulJ1 Mena • Zambclli Mario - Zambon Stella • Za-
nini
lftro
glia
Giovanni • Zanoni Silvia - Zappa A11n"'• - Znac-
Scamozzi
C'arolina
An11cla • Zerbino
Zimbardo Maria
Canen Maria - Zuna-
• Zurzolo Domenico.
189

4.2 Page 32

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Guarita da labirintite grave
Assistevo mia cognata Venturini Maria Gal-
lione, che in occasione della nàscita del suo
secondogenito era stata gràziata da San Do-
menico Savio, ed eccomi colpita da una forma
grave di otite acuta purulenta che minacciava
di trasformarsi in mastoidite. Le pronte cure
usatemi scongiurarono la mastoidite, ma non
evitarono una labirintite grave per cui non
potevo più reggermi in piedi. Secondo lo
specialista abbisognavo di cure e di riposo
che dovevano durare mesi e mesi. Mi rivolsi
allora con fede a San Domenico Savio e ne
inghiottii la reliquia. Ancora una volta il caro
Santo non fu sordo alle mie preghiere e mi
concesse la grazia di poter guarire. Gliene
sono rìconoscemissima.
Ftmtanìl, (Aa1i)
GALLIONE CAROLINA IN VENTURtm
Soffriva di calcoli renali
Colpita da forti dolori al fianco, mi sotto-
posi ad accenamenti radiografici. In essi fu
notata la presenza di calcoli al rene sinistro.
I dolori erano insopportabili. Mi rivolsi a
San Domenico Savio, promettendogli di of-
frire la mia collana per la sua statua, che ve-
neriamo in parrocchia, e di pubblicare la
grazia nel Bolletti110 Salesiano. Tutto si eli-
minò spontaneamente, ed ora sto benissimo.
Resto legata da commossa riconoscenza al
nostro piccolo Santo, così potente.
Co.mmorara (AC)
ANTONINA MARGAGLIOTTA
Valentina Tclli (Torino) scioglie promessa d1 nng:ruia-
mento a S.D.S. J>"r il figlio e la aua famiglia.
Claudia Cattlllo (Torino) ringnzi• S,D S. per il nipo-
tino felicemente operato di ernia.
Maria TctcSll M.aizareUo (Co$1A d1 Boaio-AL) ottenne da
S.D.S. la protn1one per sè e per la bimba Domenica.
Domclllca Demlcbclis rrorino) provata da infezione e
in.onnia, ottenne da S.O S. la IIU•rigione e una cara
creaturina.
Elicla o Vl1torlo Gollini (N'oalc-VE) già rallcgrui da lrt'
bambine, raccomandandosi 11 S.D.S. ebbero anche un
bambino.
NaUlllna Porcsllto In Rlchelto (Leum11nn-TO) pu in-
tcrceu,onc di S.D.S. ebbe la madre guarita da emor-
ragia renale.
Uberto Bardi ($arzana-SI') dkh,ara la sua viva ncono-
sccnza S.D.S. per la feliec nascita del figlio nonOJtanle
una malattia epatica dellà madre.
Conlu1I Vlllnoui (Carmaf{Tlola-TOl inviano offerta "
5.O.S. per la nascica dì una bombina in condizioni uma-
namente du,perate.
_Enzo Caldlcro (Castronuovo di Sicilia) per una ferito
riporrota in •erviùo di ordine pubblico, dovc1te 1ubirc
l'amputnionc di una gamba; profilandosi il pericolo
anche per l'altra, si raccomandò • S.D.S. e ottenne d1
sal~-ula.
Maria Puodl (Ge-Fegino} c1primc la sua riconoscenza
S.D.S. per una gru.,a oue11uta.
Frani< Ferrara e signora ( R,,.ding, Pa-USA) nngrniano
S.D.S. per la felice nascita della loro bambina nonostante
spiacevoli pronostici.
Slfnora Dell'Oro ln Corll (Ch1ltc-CO) per l'invoea1.ionc
di S.D.S. ebbe il lieto evento evitando il previsto inter-
vento dei medici.
Mariuccia Coralno (Trecatc-:s;O) ebbe una felice mater-
nità per interc«sione di S. U. Savio.
Fr.uu:o e Graz~ RansinJ (\\'urcvanu-P\\ì dopo il dnlorc
della perdita di una creatura, riebbero la gioie di un
bambino, per grazio di S. D. Savio.
Lulfl e LuJflna Cerantola (Alm•olc-TV) pii1 volle delu1i
nclln epcrania di una ramiglin, rivoltisi a S.O.S. furono
esauditi.
M.arla Ferrando (Ge-Acqu11B11.nta) con un bambtno in
difficùc s11uazione, ottenne, prcl{ando S.D.S., che tutto
si ruolvcnc bene senza operazione.
Giuseppina Do a-i in Prada.l (Concl,!li1mo-TV) ""prime
un vivo nn1traziamen10 a S.D.S. per aver avuto. in con-
diuont quasi disperate, la sua p,ccola Domenica.
Francct<::o Mulft'O (Imperia) rin11ra1.ia S.D.S. per la
.figlia divenuta madre superando gravi difficolb\\.
Mar11herlta Ivaldl (Varazie-SV) consigliò la preghiera
a S.O.S. a una giovane madre, Clhc presto si ristabill
insieme con la bambina.
Maria Mollna.rl l!useottl (Saluzzo-C:-o;) attribuisce alla
prote:cionc di S.D.S. il felice auperarnento di un dìlfi-
cilc eumc.
Giselda Deana (\\'enezia) porge infinite grazie a S.O.S.
per favore Ottenuto.
PEREGO ANGELO S . J. EPOPEA SACRA Poema In ottava rima au San Gio•
vannl Bosco. Chieri (Torino), Editrice " La Fiamma S . C.", 1965, pagine 430 Lire 2500
" Ad ogni lellore de/l'Epopea Sacra è riservata la gioia spirituale di avvicinare una delle più grandi
figure del clero cattolico, In una forma piacevole, sottesa da un vigile Impegno stl/lsUco e animata da
un sorridente afflato epico che trascorre sovente ed Insensibilmente alla notazione umoristica e all'ab-
bandono lirico".
Or. STEFANO LOMBARDI
190

4.3 Page 33

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AJ di di ogni aspettativa
Sono un missionario salesiano delle foreste
amazoniche. Già in Italia soffrivo molto per
le tonsille, che di tanto in tanto s'infiamma-
vano provocando disturbi e una febbre altis-
sima, che duravano vari giorni prostrandomi
fisicamente. Data però l'età e le condizioni
fisiche, me ne sconsigliavano l'asportazione.
Quando nel 1954 andai in missione, pen-
savo che la situazione dovesse migliorare,
trattandosi di una regione tropicale e quindi
molto calda. Invece peggiorai. La regione del
Rio Negro amazonico è, sl, calda ma c'è una
straordinaria umidità, che raggiun~e perfino i
96, 98 gradi per cento. Avvenne qU1Dd1 che nei
primi due anni mi ammalassi con forti febbri
causate dalla infiammazione delle tonsille; e
questo accadeva in media una volta ogni due
mesi. Erano quelli giorni di inazione forzata,
mentre c'era tanto da fare in una regione vasta
quanto l'Italia e che conta solo 25 sacerdoti.
Allora, pieno di fede e di confidenza in
Don Rinaldi, lo pregai che mi ottenesse dal
Signore tanta salute quanta occorreva per at-
tendere all'apostolato missionario. Ebbene,
Don RinaJdi mi esaudì in un modo cosi com-
pleto da superare ogni mia aspettativa. Negli
altri otto anni che ho passato in questa re-
gione, a cominciare dal giorno in cui invocai
Don Rinaldi, non ho più sofferto alcun di-
sturbo alle tonsille. Ringrazio perciò il Servo di
Dio e lo prego a voler continuare a intercedere
per me, perchè possa essere un missionario sa-
lesiano pieno di zelo, sulle orme dei primi me-
ravigliosi nostri missionari del Rio Negro.
Humaiùi (R,o Madeira-Amuonas. Brasi!)
DON PASQUALE M. JALONGO
Era spacciato dai medici
Ero tanto ammalato ai polmoni e spacciato
dai medici, quando mia sorella, Figlia di Maria
Ausiliatrice, mi invitò a pregare il Servo di Dio
Don Filippo Rinaldi e mi mandò l'immagine
con la reliquia e la preghiera. Cominciai a re-
citarla ogm giorno con i familiari ed ora mi
trovo completamente guarito e in grado di la-
vorare. Ringrazio il caro Servo di Dio e de-
sidero che questa grazia venga pubblicata sul
Bollettino Salesiano.
Albignm~go (Padova)
GIUSEPPE TOGNON
Vir11nla Trlncb Magclanl (Torino) comunica di aver
oncnu10 un'impo,u.ntc gr&Zla da D. F. Rinaldi.
Rosemma Vcrgnano (Tonno) avendo la mamma opcra111
di carcinoma in pericolo di v1tn da un anno all'altro,
moltiplicò le sue novene a D.F.R., ommcndolc una
guarigione completa.
Maria Mollnarl,o (Torino) mnnifcua la sua riconoscenu. a
D.F.R. ~r la J?U&ril!'ione del marito dopo infarto card,aco.
Gloria Vcrpso de Malo (Panam,,C.A.) rivol•c fuvcnn
suppliche a D.F.R. e si trovi> libera dal &uo male.
Vitlorla J>ulno (Costanzano-VC) artribuisce A D.F.R.
la sparizione di una febbre posiopèratoria.
Crltnlna Callcllno (Lemic-1'O) per in1crceuinne di
D.F.R. oucnne la guarigione della nipote e compie la
sua promusa in ricono•cenz.a.
O. L, Mos.o (Santena-TO), soggetta a forti e dolorose
coliche epatiche, guarl raccomandando,i a D. F. Rinaldi.
Maria Cino (Lecce) piena di riconoscenza porge un grazie
di cuore n O.F.R. per 11uarigionc di una peraona cara
da una fìs1ola.
AnJ1ela Maria Di Giovanni (Palermo) preoccupata per
una malattia al?li occhi ddla nipotina, nvohi,:ndos; a
D.F.R. ,copri la vera cauu e la giusta cura.
Marluctcla e Flam.l Necrl (Torino) ringnmno O.F.R. ~r
i segnalat1u1mi fa,•ori ottenuti con la sua intucession.e.
Fnnca Na(bel (Caltagironc-CT) ottenne dalla bonra
di D.F.R. che il nipo1ino, afflitto da nauftCll per 01,.'tli
cibo, incomincial!se a manll"Ìare.
Antonleua Riccio (Roma) per intercessione di D.F.R.
ouennc la 1p1trizione di aderenze alle pupille, che le
impedivano l'uso degli occhi.
Catmna ed Emilia Nlcra (S. Silveru-o CrcK.-VC) af.
Ritte da 10rdità incun,bilc, JIUllrirono ripetendo novene a
D. F. Rinpldi.
Mentre asciamo con questo numero del
nostro Bollettlno, una bella scttlera
di Cooperatori Salesiani si appresta
a partecipare al
CONGRESSO EUCARISTICO NAZIOHALE DI PISA
Essi s'Incontreranno in un fraterno conve-
gno, nel quale avranno la gioia di rendere
Il primo omaggio ufficiale della Pia Unione
al VI Suoae••ore di Don Bosco.,
Rev.mo Don Luigi Rlooerl., già
Direttore Generale della nostra terza
Famiglia. Terrà loro il discorso d'occa-
sione all'Odeon S.E. mons. Mario Longo
Dornl, Vescovo di Pistoia, e altri eccel-
lentissimi Vescovi li onoreranno con la
loro presenza e Il conforteranno con la
loro benedizione. Tutti I nostri Coope-
ratori vogliano unirsi spiritualmente al
grande omaggio eucaristico che l'Italia
offrirà a Gesù Sacramentato, memori
che l'amore all'Eucaristia è Il primo e
Il più grande tesoro che cl ha lasciato
In eredità Il nostro caro Padre Don Bosco
191

4.4 Page 34

▲back to top
PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SAtESIAIII DEFUIITI
Don OJ~ppe Luls l Gia cono t a San P•ulo del Brasile a 56 onnl.
Er11 DeleplO Nnlonalc degli Ex allievi uleti•ni del BTUile. Una
trombosi lo ~troncb mt.nire sm,·a on:anix.zando un grandio10 pclle--
11rin1ggio di Ex allie.n e di Cooperaror, a Torino, a Ro.ma e: in Terra
Santo, Era putuo Mio,ane chiuico per il llruilc. Ll aveva finito ali
atudi c. nggiunto H aactrdozio. era atato prtpo1ro .11111 orqani:tz:azion~
de11li Ex allie\\"I e po, anche dei Cooporatori uleo,ani. Il Conirrtt,o
ln1cnmericano dc,11, l,;x allJe,i del 1961 rive16 11 suo 1enoo org•niuo-
uvo e il 1uo fervido 1pirllo ulesiano offrendo alle nppreuntanu del!<
1hrc ;,la:doni • S. Paulo il modello di una Linìono Ex allievi nella ma -
1im• cflicicnzo e nella più moderna funtion11i1A, lncuran1e di sè • della •u•
salute, viveva per gli altri, Jn uno donnziont! sienerosa e senza e•clusìoni.
Don Giuseppe Blbblanl t a Mirabcllo (.\\L) • !13 anni.
Don Francesco Marcondes t • S. Paulo (Brasile) a 711 anni
Don Glorcio CaJ'rlue t a Silvani• (Brulle) a 75 anni.
Don OttadlJo de Ollvdra t • Lins (H.,.1ile) a 72 anm.
Don Angelo Mai-cbesl t a Gcno,, Quarlo a (11 anni.
Don Olovann.l Bala dul t a Rio do Janeiro (Brutle} a 60 anni
Don N~ Lima t • Rio dc Janeiro /Brullo) a 58 anni.
Don Gl-ppcBrJulo t • Monucha Lu !'\\frrccdct(c\\rg.,ntina) a 57 anni
Coad. Eugenio Ma-'lano t • Len2c (8~1110) a 75 anni
Coad. AntonJo Gama t a S. Paulu (Brasile) • 72 anni.
Coad, Giovanni Antonio Gonslllex t ad ,\\1unc16n(Paraguay) a 70 anni.
Coad. Giuseppe AnaatacJo t a Belo lloriaonte (Br..ilc) a sll onn,.
Coad, Andrea Serra 1 • Rio da, l\\lorcc• (Bruile) n 51 anni.
OOOPERATORI DEFUIITI
Can. Dott. BernM'do Granuls t a :-.u70lc (Cuneo) • $3 anni
Fu ptr 43 anni pu1orc e padre trs i fedeli di '\\;o,·ello d' \\lba. Uno
dri primi atti ,tcl ,uo min11tcro fu di ouencre le J'ì11Uc di Maria ,\\u-
1iliatrice in parrocchi11. Svolse un fecondo, cor•-'ClrÌ4»0 apo1to)ato non
,olamcntc nel campo rtli«ioao, ma anche ,n quello sociale, promo..
P••••· Le vendo forme o.uochuivo the hanno contribuito 11110 svi!uppo comu-
nitario del
auc fauchc pastorali fur1mo anche coronate do
una bt!lla fiorituro di voc•~ioni. Nel 1064 volle • rinunciare allo par-
rocchia per il bene della pa.rrocch.ia •• come ai eapruse. Fu un tlllcri•
licio grsnd~ ma •wli lo volte compiort come purilicuione del lunao
mini11cro saccrdo1alt e prcpuu,onc alla morie. Decurione dc, Coo-
pentori, era devotì.uimo deJI'Ausiliatrice t' di Don Bo,,co.
Don Mario cav exsa.tc, parroco di Breme Lomellina (Pa>'ia) t 1 ann,
,\\nirna apostolica, non riaparrnil> fa.tich,e e uerific, p,er rcn.dcrc la 1ua
parroccltia aderente alle nec.,.•ità del mom•ncn. \\'1cino olla cua p1r-
r0c.chiale C'Ostrul un \\.'llto campo aportl\\."O per avere tutti j ajo\\·ani
dcl paese sorto il suo p11temo controllo. ~ostcnn\\! le tre opere dcli~
:f'lglle di Mario Aualli•tnce elle fioriscono in (>a6e.
On. Oi.ovannl Bovettl t 'l'orino il 1s-1v-1965.
Fill'Jr• notiuima dl porl•mcnl>lre p1cmonteac e e.li apostolu apcrlo
ad 011ni anivitl carcollea e 1ociale. Con l.t au• rc1111uc.lin~ col auo di-
namismo nel bene, con ht: profcssiont aperta d,lle aue convinziona
c.riariane ua riu.acito a ere.are intorno -a •t un ehm• di simpatia che: lo
aveva meuo nella felice pos•ibilid di conqui1uni 1nnumcrcvoh b•-
ncmerenu. Anche Il F'omi ~u~ Salesiana è vivamcnre ir,ata al tom-
pi•nto Onore,·ole. per le continue pro\\.·c. dc.Ila •ua dìainteren•«• e
w;eneros• coo~ra2:.1onc.
Nicola Mondino t a 91 anni
Ln vita reUfriosa di qutato csemplarìssimo crtttlano non era una p,n
1radi1;ionc, ma una prQtic11 cosciente c.hc ~i traducevi-, in una viu dJ
rcuituWne, di one1rA, di dcdi..r.ione continuA nl proprio doverc1 cho
lrova la sua sintesi {elicc ncll 'aJicrmazion~ del parroco: , Non Lrovo
parole adeguate per capri mere la. sua. grandt7..c11 mOriilc ,. Era devo-
ri111mo di Don Bo.co, che conobbe quando ne,... ,,. anni, e don6
tre fi11Ue all'Istituto delle Figlie di Maria \\u,iliurice
Dante Vali.ero t ad Ao•t• 1 66 a:nni.
Cooperatore profonJ•menrc affcxionsro a Don B01,0 e alla aua Opera,
coalicva ogni occas,one prr mtttusi 11 contauo con l'ambiente ,aie:.
1iano, t cui attinf~\\'I entuaiumo, serenitl e aopranUtto bont!. Lavorò
indefcsnmcnte per ohrc ◄O anni presso al Con1une di Ao1ta con ret-
titudine e:d esatte,7,z• eu•mpl11ri,
j N. H. Donato Sanaone
Bella (Potenu),
\\>teni~ eletta, •nimo nohi e, profonda 1p!ritu•li1d, tutro mi•• a •cr-
vi:tìo dcl bt:nc. ~elle prO\\.'t delta vita rivclà ori1ti11no t'Ostanza e dign1-
rot• fortezza. Fu anc.hc Cooperatore fervente e dt carità multiforme.
Aless andro Sprlano t • San Sa1vo1orc :\\1onCcrraro • 81 wnni.
Le sue doti df ht>utd e, ucn~rosit:à ne fanno flmpìanA:ert 14 scompartn,
mo di esse perdurano , fruuì nell'~po1101&1to mis,,onario dtllt due
fi11liuolc, mi••ionurl• Ira •~ l'111lie d, Moria \\u,iliacricc.
Piuro Pedrl.neJII a <.:b,ari (Breuia).
Coopcr·a.ton affcz1onat1Himo a Dun Bosco <' 11Ja tua Opera, fu dt un•
ncmplariti r rrtutudine: 1ut.tera1 di una frdc Jincarc- e profonda, d,
una laborio111ti onctta e ~icrific.ata Si "P~n,~ mtntr~ le- •uc lahbra
mormora"'·ano Je h·t .lfaria del santo Ro,ario.
Luigi Ottollnl I a Puia.
\\'1ase in pieno r,delllc ia1c.simno, d1~r:nuto Hl lui più oosc,cnte e cun-
rreio dopo aver dc,noto alla Cunl!Teiruione 11 liUO unico fi,;lio don
Re.nzo. TJn vDri anni nel t1criodo e~t1vn er,t ftliiwc di contribuire col
•uo la,·oro allo &viluppo della colonia nlc1iona d, Frn,sené. Solev•
Tipcti!re: • CJ.u~llo chè (1"ciu e tuttu ~ solo per r>on !losco •.
Domenico Relnero t • F'o11ltuo Conava, • '"I •nru.
Oted,e a.Ila Carni11h" eacmp, cli profonda vir. <n<li,nn '\\;elio 5u• lunu m■-
l•tda si r,1ootr6 Cl'O«o nel dinimulare il male. cdllicondu con la aua fe,l~
e fortezza d•a.mmo. Donò • :-.111-ria Aus.ihatncc runica fi.1:li• Sr. \\malia.
Paolino Fas.soll t a Cusolno,·u (Pnia) 1 20 o.nm.
Spoao e 1>2dre di fodt robu•ta e di ,·ita ea,mplare. fu umo dcd,ro al
J,,,coro e 3lla fam,~h• '\\lilub nelle file ,ltll'.\\. C e ne fu ptc1i,lcn1c,
Pierino «:accia t • Caoolno,-o (Pni•) • 5ft anni.
Cooperatore e fcn·cnt~ amrnìruore dì Don Botto, camll e aiutò le optt't•
salesiane. Mori invo~rnndu San Cio,·anni Bofl:ço e i\\l.nria Ausilln1ricc.
Maria Angela Boscal'O ved. Polaut t Sondri., • 93 anot.
,ws Coopcrturicc e ma.n,mD da don .\\nton,o e J, don CioYB.nni, salttian11
odia lun11a vico, 1u1t, dedicato olla ramlvlia, fu e.tempio di riti•,
di lavoro. dl s:tcr1fkào e di un.a JlrlnJc taù';.:~Z• cri!ltfon3,
Maria Farronato ln Zancbetta t a 'l'orino il 13-1,·-1065.
I.a •ua devoiione a San Oionnni Bo.co I• 1cndcn oro1<>11liosa di aHtc
un nip0te salui,no Dall• fede nella Pr:w, iden:a 111,me la roru p,·r
iopport:are ctittJan1mcn1c ,I m:a.le che da anni la rnvag]ia\\"tL
Emma catderonl ved. R.andl t a 80 ann,.
Concesse all'untco fialio di f:us1 s.::Ues11UlO e mitt1oanno, anche •~ ,n
quel tempo le 1uc idee c,r.ang diverse. Il Si11norc lit premiò con 1tqui-
1itc J{razi~ t la chiamh • 11h nella r~,rn dcll1Annuncin2.ione 1n ditpO?li-
tioni di spirito u!J che til avverò in lei all'cvldeni.:n la promessa di Don
Bosco, che i parenti dc, ti'1lcsiu.ni sarebbero andati •alvi.
Marta l'crardl t • Rivorolo SAI.P
Vine la sua aiornara U!:nen, intessuta d1 pietà, di J:woro, Jj apo,rolaco.
Zclant~ Coope.ntrice, p,uo sp.arqendo attorno 'l •~ il soa,~c pro{umo
dtll"amor di Dio. ·\\ncor• ■ul leno da morte, d1\\'cnuto un altare, eb~c
per tuni una e~oruzionc e un a.rrù·ederci in P1radiso.
ALTRI OOOPERATORI DEFUIITI
Anghileri Cesare - ,\\r"i• A•iolfo - ,\\rlion l•olc1r• - Barbero A•rbo-
rin• - Barbero .\\ndr~a - Baroni TerC!I• - llft'"I Augusto - Bolli Pep-
pino • Bern11rdis Mo.rio • Ot.,rtnmio l..e!lndro - Ot!'rtolett{ Linda - Blm.1
Margherita - Bonnolinl Manna - llorclli mon,. Paolino - llorHro
don Antonio - Bri11•lll C, uuppc - Husato l\\1•ri• - Calderuro Anioni•
C•~tcllaro Luiria - C1111nco Gildo - c~r.,,,oli Francesco - Cérconh
Paolo - Cioc<ar"1h Lui11 - Coccluua \\"1nc.,nu - Comini Lucia - Oel
l'r"I'" Iolanda • Oioli Flavio - Dona11 AnRrlo - Dorc Giovann1n• •
F•noni Caterina - l'arelli Palms - Farina ~:nullo - Frantioni G,u-
cppc - Fre1u;iaro Ro.. - Fretti Bc_rnardo • Frtllt Elisabetta - Fu-
m11ai Giuteppc - Galhonc don ,\\naclc10 • G1nza Oiacomo - Ohe-
rarducei Rani•ri - Gi1nnntclli Elvira - G,nnnoni don Nicola - Cino
Valerio - GiudJCJIIIÌ M•ddaJena - Ouu,o •••· Ccoare - 1..nna•i Car-
nicla - Lagu7.ki Moria - Latini Amedeo - lllaffosrioni Giovannn -
l\\fl\\randino Taret:a • Mmrìnu Franca - M11re1t:.1.i Maria - Ma.ttatOU"lio
Adele • "lerli Luia, f11 Giuseppe - l\\tontevcrdc Paola - Mo.cardini
Oiamar,te - Moua For1un•to Nardi Carlo - Orione an·. f.m,lio •
P•Jlllnoni Franc.,.ehin1 - Paini Ouido - Parlanti Zti Clara - Puo11I
Giovanni - Pesiorari ,\\dal11iu - Pelizun l'.\\tuia - P,nu Dirce • Pic-
ciolim Bctu - Pon1i ,\\111110 - Porro Ciov•nni - Rabb,a Angda - R,bcro
Ro111 - Richard dòll, Amlio - Richcrd Enriche111 - R111osa Tcrc.. n• -
Romano Bice - Ronù11 do11. Carlo - Rosa Sanuna - Rosati Gilda - Rota
su.. \\nna - Sali1tari lllar11htrila ved. Zanru - S11i1 Sptronn • Sa.mp,ecro Gf1-
comìn1 - San1elli OorncnlCA - Santini Giulio -
ni prof. Gioacchino•
Savto ,\\lfredo - Scamp,ni C'elatina - Sc11nni Giovsnna - ScRheti,
Polrniro - S•m Ro10 vcd. Gucrr.i - Senaldi Antonle1u - Simi don An-
RCIO - Simoni don P,,olo - Tamìucei Crnscppc - Terzano Mnrin •
Te11ore Itala - Tirapani mons. Mario - Un~arctli don Pasquale - Vo-
lcn1c :\\1arcello - \\'irpiho l:;rneno - Zu1&ld1 \\'alrnce - 'l.ucchelli \\nton,u.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede In TORINO, eretto In Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può legal-
mente ricevere LegaU ed ErM/14. A d evitare poHlblll conteshulonl 11 conelgllano le •eguenU formule:
Se trattasi d'un legato: « •.• lascio all'/sl/lulo Salesiano per le Missioni con sede In Torino a titolo di legato la somma di Ure... (oppure)
l'Immobile sito In... ».
S e tratta si, Invece, di nominare e re de di ogn i ,oatanza l' lstitulo , la formula potreb be e99ere q uesta:
« ... A nnullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'lsl/luto Salesiano per le M issioni con sede In
Tot/no, Iasciando ad euo quanto ml appartiene a q ualsiasi titolo».
(luogo e data)
(firma per .steso)
192

4.5 Page 35

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CROCIATA
MISSIONARIA
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa Incompleta si effettua quando Il versamento inl•
ziale raggiunge la somma di L, 25,000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate
Borsa: Galli Pietro, defunto, in suffragio
ricordo, a cura della moglie Panighetti Maria
ved. Galli (Brescia). L. 40.000.
Borsa: Maria Ausiliatricee San Giovanni Bosco,
a cura di Bruna Cecchini (Latina). L. 45.000.
Borsa: Maria AusUJatrice, San Giovanni Bo-
sco e Don Pietro BerruU, a cura di Alberto
Arnodo (Roma). vera. L. 20.000.
Bona: Maria Ausiliatrice e San Giow1111I Bosco,
in memoria e mffragio del caro papà Dio11isio A.,
a cura deHa moglie e figli (Novara). L. 30.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San GioVllnni
Bosco, a suffragio di Eleonora Trevi.si (Como).
1° vers. L. 2-0.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Don
Rua, Don Rinald.l e Anime del Purptorio,
a cura di Giotto Maria. vers. L. 30.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Don
Rua, Don Rinald.J, imp/ora11do grazie, a
cura d! Piera Dell'Orto (Udine). L. 30.000.
Borsa:MariaAusiliatrice e SanDomenicoSavio,
a cura di Donelli Paola (Parma). L. 35.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San Domenico
Savio, pregate psr la mia bambina, a cura
di Fagetti Speranza (Milano). L. 25.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, i11 s1iffragio di Pal-
meri Fra11usca, a cura di Genco Giuseppe
(Torino) (21). 1° vers. L. 22.000,
Borsa: Maria Ausllialrlce, San Giovanni Bo-
sco e San Domenico Savio, continuata la
tJostra prouzio,.e e p. g. r. e da r. L. 35.020.
Borsa: Mater Bonl Consllll, a cura di Lo-
sanna Pietro (Torino). vers. L. 35.000.
Borsa: Puer oblatus, percM Do11 Bosco bene-
dica i miei figli, a cura di Pasquarelli Ales-
sandro (Foggia). L. 35.000.
Borsa: Papa Giovanni XXIIl, per la Chiesa, t,tJT
il Concilio e per la pace, a cura del dott. Ales-
sandro Pasquarelli (Foggia). L. 25.000.
Borsa: Attendo la grazia completa, Do11 Bosco
ottienla dall'Ausiliatrice, a cura di P. C. (M.i-
Jano). vers. L. 20.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bo-
sco, a cura di Merlo Maria (Torino). L. 35.000.
Borsa: Marla Ausiliatrice, San Giovanni Bo•
sco e San Domenico Savio, salvat• la mia
famiglia, a cura di Zecca Maria in Tomaselli
(Parma). L. 30.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, aiutateci, a cura
di Vìanelli Margherita (Torino). vcrs.
L. 30.000.
Borsa: Marla Ausillalrlce, per la nostra sai-
vezza, a cura del dott. Giuseppe Silvestro
e consorte (Bari). t O vers. L. 25.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Don
Rinald.J, continuate a prottggerci, a cura di
Fantoni Margherita ved. Ricoveri (Venezia).
L. 35.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, prega per noi (Ca-
tania), a cura dJ Randazzo-Platania Pina,
1 ° vers. L. 40.000.
Bona: Maria Aus.lllatrlce, proteggi la nostra
famiglia, a cura di Giov. ìng. Manfredi e
Ma.ria Cerisola (Cuneo). L. 30.000.
Borsa: Maria Ausillatrlce o San Giovanni
Bos.co, prouggete e benedite la 1UJstra famiglia
Ravenna (Genova) (4°). L. 40.000.
Borsa: Cuore SS. di Gesù, Maria Ausilia-
trice e San Giovanni Bosco, proteggete la
mia famiglia (t,..merica $.U.), a cura di S. C.
vers. L. 18.666.
Borsa: Don B<NICO e Don Rua, a cura del
teologo Giorgio Oderda (Carrù); dott. Pa-
nizzi Carlo 15.000. L. 45.000.
Borsa: Gesù, Marla (3•), a cura di E. T.
(Ferrara). vers. L. 30.000.
Borsa: Retina pacls, percM regnin.Jlafamigliadi
Rosalia Jl~onti (Agrigento). L. 30.000. coo:im,n,•)
Borsa: Valra Cluseppe, Abrate Rosa, Sorba Borsa: Seri& Don GiOJ"fio, , pu ,uffragio dti Borsa: Marzil-Coco Anna, ili suffragio, 11 cura
Giovanni e Trucco Lucia, in sriffragio e ri- defunti dell'offerente, a favore di una vocazione di Marzà Grazia (Catania). L. 50.000.
cordo, a cura di Vaira Matteo e Secondina adulta (Torino), a cura di N.N. L. 150.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San GiovanniBosco,
Sorba (Mondovl). L. 50.000.
Borsa: Invoco una preghiera, a cura di L.A.T. pregate seu,ndo le mie inten;:ioni, a cura di
Borsa: Maria Ausiliatrice, salva quell'anima, (Torino). L. 50.000.
Botindari Giuseppe (Campobasso). L. 50.000.
a cura di Gina Gandolfo (Savona}. L. 50.000. Borsa: Divina Provvidenza (22•), a cura di Borsa, Direttore P. T. (Torino). L. 50.000.
Borp: In suffragio della nonna, a cura di Boglione Francesco. L. 50.000.
Borsa: Don Bosco, per un tuo sacerdote (To-
Ansaldi Giovanna (Torino). L. 60.000.
Borsa: Rua don Michele, Venerabile, a cura rino), a cura di R. L. P. L. 50.000.
Borsa: Carluoni Famiglia, defunti,in suffragio, a di Ceroni Teresa (Bergamo). L. 65.000. Borsa:RinaldlDonrilippo, Servo d.J Dio,p.g.r.,
cura di Carizzoni Antonio (Milano). L. 50.000. Borsa: Maria Ausiliatrlce e San Giovanni a cura di Mirina Costanzo (Roma). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausilialrlce e don Giovanni Bosco, a protezione dtlla mia famigUa e a Borsa: San Giovanni Bosco, in memoria e
BauJsta Faccaro, a cura di N. N. L. roo.ooo. suffragio dei genitori, a cura del dott. Matteo suffragio del prof. Pietro Della Casa, vice-
I
Borsa:MariaAuslliatrlco oSanGiovannlBosco,in Petrarola (Salerno). L. 50.000.
preridente del/' Unione Do11 Bosco fra Educa-
s,effragiodeisuoi cari, a cura di N. N. L. 100.000. Borsa: Maria Ausiliatrice, suscita =lte tJoca- tori (Torino), a cura del Consiglio di Presi-
Borsa:Menaldi Giuseppe, in suffragio ericordo, a :tio11i saurdotali, a cura di M. A. (Piacenza). denza dell'Unione Don Bosco. L. 50.000.
curadella ved. M.RoccaAnna (Genova). L. 50.000. L. 50.000.
Bona: Gem, Gimeppe, Maria, pregate u-
Borsa: Artico prof. don Giuseppe e To- Borsa: Gesù, Giuseppe, Maria, pregate per condo le inten:tioni di L. A. (Milano). L. 50.000.
gnutU A., a cura di Lantieri Ferruccio (To- i defimti, a cura di M. A. (Piacenza). L. 50.000. Borsa: Maria AusUiatrl.ce, in memoria e ,uf-
rino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San Giovanni
Bosco, proteggete i Mstri morii, a cura della
famiglia MoreUi-Zarelia (Pisa). L. 50.000.
Borsa: Marzà don Nunzio, in suffragio, a
cura di Marzà Grazia (Catania). L. 50.000.
Borsa: Marzà Ell&io, in suffragio, a cura di
Marzà Grazia (Catania). L. 50.000.
fragio del pro/. Pietro Della Ca.sa, tJicepre-
ndente dell'Unione Do11 Bosco fra Educatori
(Torino), a cura del CoNiglio di Presidenza.
L. 50.000.
(OOJODVA

4.6 Page 36

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Spedizione In abbonamento po•
stale • Gruppo 20 • 1• quindicina
L. - J. LEBRET
PREGHIERE
come avvio alla ." Preghiera" ,
Traduzione e adattamento di G. Auletta e G. Barra
-Cl
Pagine 343, L. 1500
Una esperienza di preghiera che ci viene offerta
per aiutarci nel/a formulazione
c_c,
di una nostra preghiera personale,
ancorata a/le si/uazioni concrete
cua:
Dello stesso Autore
U')
cc PRINCIPI PER L'AZIONE
..-.. J
Edizione Italiana sulla IV edizione francese
a cura di Aristide Vesco , Pagine 188, L. 850
zLU:
Per i 'militanti' e g/i 'impegnati' questo volumetto,
in cui nulla vi è che non s,a stato sperimentalo,
,=.szc..:c.:.
collaudalo e anche sofferto,
polriJ diventare una preziosa guida da leggere,
rileggere e meditare a piccole dosi
Per ordinazioni rivolgersi alla
iSOCIETA EDITRICE INTERNAZIONALE
Corso Regina Margherita, 176 - Torino - C. C. Postale n. 2/171 I
- - - - - - - - - - -- - -- - - - - - - - -
BOLLETTINO SALESIANO
I Si pubb/' a il 1° del mese per i Cooperatori Salesiani
,e il 15 del mese per I Dirigenti della Pia Unione
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattori
e Amici delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione:
via Maria Ausiliatrice 32, Torino . Telefono 48.29.24
Direttore responsabile Don Pietro Zerbino
Autorizzazione del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
Per inviare offerte servirsi del conto corrente postale
n. 2-1355 intestato a:
Direzione Generale Opere Don Bosco• Torino
Per cambio d'indirizzo Inviare anche l'lndlrlno precedente
Officine Grafiche SEI • Torino