Bollettino_Salesiano_196411


Bollettino_Salesiano_196411

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1.3 Page 3

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PER LA NOSTRA CAMPAGNA « FAMIGLIA CRISTIANA EDUCATRICE»
Il pensiero della Chiesa
S1 cade spesso. involontariau1cnte, in uno
'!baglio ili prospettiva.
Mvlti g1•ni Lori non si cri•clono responsa-
bili personalmente della prima educazione
religiosa dri _figli. on t1ogna,10 neppure di
essere loro i ruimi r.utcchi.~ti dei loro bam-
bini,
Tante mamme sono con-vinte che spetti
a Ua Chiesa csercitare questa malornità !:Spi•
rituale nei confronti d.ci loro figliuoli. Per il
fallo che la nascita del hambino alla grazia
è opera deTI'azionc rige neratrice del batte-
simo. si credouo esonerate da qualsias.i ap-
porlo religioso.
Non è questo il pensiero della Chiesa.
Quando San Paolo dico che « i/ marito è il
capo tiella sposa, come Cristo è il c<ipo de/In
Clriesa », che i mariti dev6no àmare le loro
spose come Cristo ha amalo la Chiesa e si
è sacrificalo per rssa e che « qne.sto mistero
è grande i11 rapporto a Cristo e alla Chiesa »,
ci presenta un'analogia misteriosa chr va
,1 pprofondita.
Tra l'allro afferma cliiaramcntc che nel
matrimonio le relazioni rcciprorhc tra l' uomo
,, la douna sono ad immal-{illl' òell'unionc
feconda tra Cristo r la Chiesa. Lo s tesso
principio vi ra-Le ch e anima la Chiesa, Corpo
Mistfro di Cristo, vita alla piccola c:el-
lula della Cb..iesa che è la fami~lia; e il dono
reciproco degli sposi cli~·, in forza del sacra-
mento li santifica, li dispone ad una pater-
nità che e~si a.~~umono in mùonr con Cristo
e la Chiesa. Quando i papà e lo mamme pre•
sentano il hamLino al Lattr:simo, fanno
g aranti della s ua fede. Ciò significa che c:ssì
assumono l'impeguo dì condurre a,I uno svi-
luppo p.-rfelto una realtà l!}'Ìrit ualt- che è-
già presente, sehbene ìncoMciamrnte. nel
neo battezzato.
Da più anni i l'api richiamano l' urgenza di
questa responsabilità famìlia-re. clic 8pella
ai genitori in forza elci sacramento elci ma-
trimortio, .'lenza al<:un bisogno di una mis-
$ione speciale da parte della Chiesa.
1111

1.4 Page 4

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L'A;donc Cattolica ha rimesso in luce il dell'uomo. Dio è una per:iona presente che in-
conretto del ruolo del laicato nella Chiesa. terviene nella vita e nella storia delle sue
gli Rtudi di pastorale familiare e soprattutto ereatu_re.
i lavOl'i rcaJizzati nei gruppi familiari. hanno
11Plineato w1 nuovo li1>0 di spiritualità fa-
miliare. n movinwnto catechistico, iu par- Genitori: Immagine viva di Dio
ticolare, ha sotLolineaLQ l'importanza del-
l'educazione religiosa data nei primi anni.
Per aiutare il fanciu1lo a incontrarsi
P. 1m fallo però che molti genitori sono realmente cQu Dio 11ella s ua giornata e a
ancora convinti che iJ compito della forma- crescere a una fede sempre più ,"issur·a. oc-
zione religiosa d<>i loro figli ispt>tti al prPte rorrr che i genitori aR~icurino queste tre
o al?li iu~e~nanli di reli1?;ionc; che il loro do- lappe: s11iluppare il senso di Dio e preparare
vere sia lNininato quando hanno mandato il al primo allo di fede; aiutarP il Ja11ci11llo a
fanciullo aù una ~cuoia materna cattolica situarsi 11el/'univ,,rso cri.~tirino; 1irricchire le
e poi a un rslituto rcligiogo. n problcmll conoscenze rP-ligiosP. se,·ondo l'e1i, e lo s1•il11ppo
non sarà risolto nè SI' il sacerdote a~sorhirà imellemtale.
una fonzionr. che per vocazione spetta alla
La tappa più importante i' soprattullo
famiglia. almrn1) nei pl"imi anni, nè !!C la- la prima. Non si lraLLa di una tappa che
ne, scerà <'he la fami1dia as:<olva cla sola al com•
'essere raggiw1ta una volta per i,emprr
pito dcll'eilucarione rcllgio:ia dei figli. L.11 nella v ita per poi es~ece dimenticata. Al
.soluzione sarà i1uiec1, (l'iritnvo/arP un dialogo ('Ontrario questa tappa drve formare la
per studiare insieme il modo mi~liore di rea- preocc·upazione costante di una mamma e
lizzare l',•d11cazione rPlif(i,i.w, in /nmi;(lia.
di un llapà veramente re~pon~ahili della
Oggi ì• 1>iù clw mai 11ccf'sRario 'Tuesto dia• educazione religiosa dei propri fi~li.
logo tra il sacerdote e la famiglia. T geni tori
Nel battei,imo i1 fanci1ùlo ha ricevuto
non ~ono in alcun modo 11:li au~iliari ,lei ca• il dono della fPde, ma questa r ancora in
techisri. Rssi invece sono i primi f(J/echisri genue. ocrorre l'artr rlci genitori per •villtp-
dei lorn bnmbini. Essi hanno. nella Chiesa. parc quef\\LO meravigtio~o dono rlr.Ua ~razia
la missione e In ~razia ;l i Lrasmctteri! ai f)Ì('· <li D io. Da solo il fa,wiullo si pl'rderebhe
coli tutto ,-.iò rhe 1' ll<'C<':J!lario rer il riBveglio nel moudo Yisibile 1·he lo circouda e non
e la crescita flt,lla fN1e i11fusa nel battesimo. riuscirebbe a entrare in qut•llo invi~ibile
della fede. t necessario quindi che i genitori
~i adoperino in mille modi per far fare al
Due errori da evitare
loro 6gliuolo una certa esperienza di Dio.
Si tratta d'aiutare i1 fanciullo ad aprirP gli
T )!f'OiLMi polrchhe.ro cadere facilmente occhi. a interpretare nella rreazione i se~ni
i11 un MrOrP: q-uello di prPRPnl are Dio 11 il
mm1clo rl'!i_gio;;o come un semplice og~etto
di conOS('f'll?.a. Ridurre cioì- la cono~cenza
rlella presenza di Dio.
I se,.,"71i di Dio che i J!,Pnirori <lovronno mo-
s1rare al loro hamhino denmo ns.~erP a11teritiri.
rli Dio a una formula imparata a m•·moria Essi per primi devono es,ierP 1111'immagin,·
o l'onfondere l'iuscgnamento religioso con la viva rli Dio, ossia presentarP. il\\ se stessi
pre::ient azionr di imma~ini commovenl i 1> qunlcosa <lcll'amore e della 1.1anti1.à cJj Dio.
con il rarcolllo di storielle edificanti.
Dio infatti è tenerezza e bontà; è potenza
Dfo n,m è nè ,m'imnt(ll(ille, ni½ una no- " santità; Dio è a un tempo Col 11.i che rsiJ!;e
zione. Dio P una persona c!H• il fanciullo e Colui che perdona. :i;: molto alto nel cielo,
rlPve imparare a incontrare nt>lla sua !?'ior- ma è vicinissimo. In famiglia. nei imoi ge-
nata e a riconoscere Pome Dio. Può capit~ nitori. il fanciullo dt•ve poter trovare la realtà
d11! w1 fanciullo Mppia Laul~ cose di Dio. rii quest'amore e <li (fUCSta grandezza.
ma che 11011 l'abbia mai l1~con1 rato personal-
mPnte nella sua vi La.
Vi r un secondo errore. anche questo molto Oome insegnare
frequente: c1ul'llo di voler separare J'l'duea- a familiarizzare con Dio
zione religiosa dall'educazione profana. Non
vi è un tempo rer scoprire l'n.niverso r. un
Un segno autentico della presenza di Dio
tl'mpo per scoprir!' Dio. Non vi è- che una r la prc,trhiera. Quesfincontro con Dio r impos-
~ola riv!'lazionl' e una sola presenza di Dio. sihilt' Renza raccoglimento. pace e silenzio.
Fin rlai primi anni il bambino deve capire È inclispllnsabile poter circondare il fanciullo
rùe Dio r, il Creatore del cielo e della terra, cli un certo raceoe-limento. cli un clima di
rhe Dio è presenti' nelle cose belle del mondo. Sf'renità, di 1:alma. di pace. f.: vero che la
lanto in quelle che la natura prC$enta a.d vita Ili ogiti è fr<mf'tica. Tuttavia il c()mpito
18:! oll"ni istante, quanto in quelle fatre dalla mano educati,·o impone ai j!cnirori una c1>rta ,lo~e

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La sciagura di Marsala
Il 1• maggio u. s. è stata una giornata tragica
per la Famiglia salesiana e per la città di Mar-
sala: 16 ragazzi, allievi dell'Orfanotrofio Sale-
siano, e un chierico assistente hanno perduto la
vita durante una gita sul m.are, diretti all'iso-
lotto di Mozia, che- dista appena un chilometro
dalla costa di Marsala.
Il tragico avvenimento ha com.mosso tutta
l'Italia, ma ha addolorato soprattutto la nostra
triplice Famiglia e i numerosi nostri amici.
Lo strazio delle fami_glie colpite dalla sciagura
si è ripercosso dolorosamente nel nostro cuore
e tutti abbiamo suffragato le care vittime in-
nocenti e pregato per i superstiti, specialmente
per le mamme e i papà. Al loro cuore, ferito
nei sentimenti più delicati, è stato balsamo un
pensiero di fede, che è certezza: il giorno prima
Le piccole vittime si erano preparate al grande
volo per il Cielo con l'« Esercizio della Buona
Morte»!
Nel nostro immenso dolore abbiamo avuto il
c-onforto di sentirci vicini tutti i buoni, daUe
Autorità alle più umili persone del popolo.
AJ nos tro Rettor Maggiore infatti sono giunti
da ogni parte messaggi di condoglianze e di
solidarietà nel gravissimo lutto.
Soprattutto però ci ha commosso l'augusta
partecipazione del Santo Padre Paolo VI al no-
stro grande dolore. Riportiamo da « L'Osser-
vatore Romano )) del 7 maggio:
« Agli insegnanti ed alunni dei Collegi Sale-
siani della Lombardia e dell'Emilia, accompa-
gnati dall'Ispettore di Milano don Mario Bassi,
e ai giovani dei Circoli e degli Oratori Salesiani
d'Italia, l'Augusto Pontefice, dopo aver annun-
ziato che sarebbe stato lieto di benedire, di
Ji a poco, la prima pietra della nuova casa
salesiana, dedicata a San Domenico Savio in
viale Monza, a Milano, dice che la loro pre-
senza e il loro numero - oltre doemllasette-
cento giovani - se accresce in Lui la gioia di
salutarli, suscita anche una maggiore mestizia
per la sciagura avvenuta a Marsala e durante
la quale sedici giovani di un collegio salesiano
con un loro prefetto, un chierico, sono misera-
tnente annegati in una gita sopra un braccio di
~ . dove dovevano passare lietamente la gior-
nata del maggio. Episodi tristissimi ed epi-
sodi di grande eroismo. Questa sciagura che ha
volto in tragedia la Letizia solita nelle feste sa]e-
siane, colpisce naturalmente prima di tutto le
famiglie, l'Istituzione e poi si allarga a tutta la
grande comunità, che è ormai mondiale, della
Famiglia salesiana; ad essa e alle famiglie delle
vittime va il paterno cordoglio di Sua Santità,
rattristato dal vedere sforzi cosl generosi, umili
e perseveranti per l'assistenza alla gioventù, fu-
nestati da queste sventure.
Dopo aver detto che se ci sono state delle
imprudenze si sarà concordi nel deplorarle, il
Papa aggiungeva però che si deve essere egual-
mente concordi nell'ammirare la generosità, la
tenacia, il sacrificio della famiglia di Don Bosco,
che si dedica alla educazione della gioventù e che
in questa grandissima e difficilissima impresa, è
esposta anche a dolori come quello al quale tutti
partecipano. Pertanto ripete le Sue condoglianze
e rinnova la espressione della Sua fiducia e del
Suo incoraggiamento per tutto quello che di
bene fanno i carissimi figli di Don Bosco ».
<li dominio dei propri n t>l'vi pel' permettere
al figlio l'incontro con Dic>.
Evidentemente il silenzio e iJ 1·accogu-
rnento non bastano per favorire la preghiera.
TI bambino per 8aper rispond e re a Dio nella
preghiera deYe e;;sere capace di ui!cire <la
se ~tesso, di s uperare il M IO amor proprio.
l'egoismo che lo tiene chiuso i11 sè.
Un 'educazione che coltivasse uu accen-
LUato egocentrismo sare.bòe di~al!lrOija. Al
contrario tutto ciò che contribuisce a svi-
l_uppare il senso d egli altri e la generosità,
contrihuisce a rendere il fanciullo ~empre
più rapace di familiacizziu:c con Dio.
Per tutto queslo Ol'corrc molto latto.
grande amore al Signore e al fanciullo. No11
sono tanto le parole quelle che eòucano,
quanto gli atleggiamenli pTofoudj del pap'i
e della mamma, il dialogo calcio e compren•
sivo, la te~timo11ianza co11tinua tiella pre-
senza ùi Dio in famiglia e nell'universo.
Percbt qucst'cducazionl~ po8sa reaJizzarsi
è necessario clw i genitori siano d'accordo su
quello che vogliono ot1en11re I' l\\W ntodo di
ollcuerlo. Ad essi appartiene la rcsponsa-
1,ililà dcll'amhienle cri~tiano ùa creare in
famiglia. Partendo da questa base &uà pos•
i-ibile più tardi sviluppare più a fondo la
conoscenza di Dio e incamminare il ragazr.o.
e poi 1'adolesccn1e, a dare alla propria vita
e al mondo in cui deve viverla un senso sempre
piì1 ,·risLiano.
rn:1

1.6 Page 6

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Giovanni XX III, ormai disfallo dal male, lmparle l'ultima benedizione In Plana S Pietro (23 maggio 1963'
Nel 1° anniversar io della morte di Giovanni X X III
Due 1raodiaoim~
una stessa fiamma
Un tentativo di accostamento tra Papa Giovanni XXIII e Don Bosco, a prima vista, potrebbe
apparire strano e presuntuoso. Ma, a ben riflettere, si può anche giungere alla felice costa-
tazione che queste due eminenti personalità, dalla missione tanto diversa, la Provvidenz.a
volle arricchite di parecchie doli umane, dalle quali ritraggono una somiglianza notevolis-
sima. Soltanto di alcune parleremo, e la breve trattazione sia tributo di devozione al grande
Pontefice nel primo anniversario della morte, quale grata memoria per il suo amore a
Don Bosco, e la benevolenz.a più che paterna dimostrata alla triplice Famiglia Salesiana
Papa Giovanni XXIII nel suo tcm•
pcrar.nento urnauo rii;pecchia in più punti
quello di Don Bosco. Tra il Pontefice berga-
masco e il Santo piemonte~e , i sono degli
insospettati punti di contallo, e non in cose
~cconrlarie, ma iu quali1à di primo piano.
Ambedue provenienti eia famiglie di <:on•
IM tadiui. 1n1.;;8ero daJ c·,•ppo familiare - mo-
ralmcnte sauo e prolon<lamc11Lc t·r1sllanu
le qualità più belle proprie della gente dei
canapi: la calma e lentezza del procedere,
tanLo m•ces~aria a clii doveva affrontare
grandi impr~r<e; il nativo buon senso, per
il qualP uomini e cose sono visti nella loro
rcallà, nwcliante llll fiuto naturale allo a
clistin gu1'rP ti Nllvcnic11te <laJ disdicevole;

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un grande amore al lavoro e alla fatica. A
questo si aggiunga quella prude1Y1:a che è
preveggenza degli avvenimenti prima. e poi
saggio accostamento delle persone e intel•
Ligente ricerca dri mezzi per raggiungere
il fine.
Persino enti difetti propri della gente
campagnola, cruali l'innata diffidenza e la
rc~isten1e testardaggine. vennero modi1ica1c
cla questi due figli di conLadini in elementi
di saggia prudenza e rli salda tenacia.
Questo patrimonio così ricco e pre·
zioso, ereditato dalla famiglia, si trovò af-
fidato ad un temperarncnLo tra i più dotati.
quello dei passionali. nei quali, secondo il
Le St>nnc « la storia trova. fortunatamente
o malaugurata1nente. i s uoi eroi più alti vi».
Nel caso nostro. ambedue .riuscirono una
fortuna per la storia e per l'umanità.
Sia in Don Bosco cbe in Papa Giovanni
emer~ono le migliori qualiLà del loro tt>m•
pnamenLo: la costanza. la decisione, lo spi•
rito pratico. la sincerità. il coraggio. l'arte
del governo. l'attività. la diplomazia (quella
buona). Provvidenzialmi,nte. la vivezza della
fc-<le e la pratica noica delle , irlù cristiani.'
- canonizzata nl'll'uno. e canonizzabile, lo
auspichiamo tull i. ru'U'altro
impedi-
rono cbc di questo tcmpr.ramento si svilup-
passero quegli aspetti deteriori così Lerri..6-
canti, di ('ui la storia ci 1ncse111 a non pochi
esempi.
Col proced~L·e degli anni in am-
bedue sul Lcmperameulo si afli-rmò il vero
t'arattere, per il ,·ostante impegno preso fin
rlalla giovinezza cli combatt crne le storture.
prima Cra tolte la tendenza a primeggiare e
a >'Op raffare. Qnante , olte nel suo Giornale
ch,/l'animn Papa Giovanni scrive la parola
'umiltà'! E mediante rin~istenza quotìdian'l
la tramutò in ferma con vinzione e in so·
stanza di Yita. Questa stessa parola Don Bosro
uou la scrisse sulla carta, ma la inci~e pro•
fondamente nel suo spirito.
Segrù iudubbì ili questa umihà sentila e
praticata è la ptWt>rt,à nella quale ,issero e
morirono. pur avendo a portata di mano la
ricchezza e l'opulenza: il nessun desiderio di
cariche rd onorificenze: (Don Bosco cifiula
il rardinalato e il Nwizio Roncalli. che vi
era avviato, scrive: « Quando non venisse,
a, rò qursto comr un segno di predestina•
rione e ne ringrazierò Iridio»); e. ancora,
<p1el non ilarsi importanza aJcuna, pur nella
lama che li circondava, ma, al conlrano,
diportarsi cou una semplicità f• bonomia eh<>
i $uperfioiali interpretavano comi.- ingenuitìi
e peggio: (« Don Bosco è il più gran bo-
nomo di q_uesto monilo ». ripeteva i;pe~so
cli il Santo: e mo·ns. Roncalli scriveva:
« Continuerò ad accontentarmi della mia
bonomia e sem1Jicitì1 dì S!"ntimenti. ili pa·
,ola e di tratto»).
Ma la loro era una umiltà ario::;a, si mpatica,
non scont.rosa e cbiusa. quasi fortC'zza vie•
Lata agli estrau,:i. La puhblicità eh<: Dou
Bosco faceva della i-ua opera e quindi della
sua persona ha ~candalizzato più di un par-
tigiano della umiltà nuda e assoluta. E forse
coloro che arricciarono il naso quando Papa
Giovanni faceva la propa~anrla tldlc sue•
encicliche. tor11era1mo ad arricciarlo nel sa•
pere che egli acconsenti si pubb]iras$e il
suo Giornale de/I' A,1ima. Ma il motivo è
degno dì un Santo: « Dopo la mia morte
pubblicateli pure. Potranno fare del beni•
1tllc anime clrn seni ono l'attrattiva del sa•
cerdozio ,,. della piì1 intima unione con Dio ».
Tornera E>d1ficante notare come
questi due sacerdoti, che per seguire la lor,,
vocazione avevano rinunziato alle g ioit, ùdla
paternità, si siano talmente rivestiti quella
del Padre cdeste, da sentirsi e Yenire pro•
clamati ' padri ' nel senso vero della pa·
rola, l'uno della gioventù del mondo intero
e l' altro dell'intera umanità. E tale patnnità.
dolce e accostevole. fu per ambedue l'olio
clilfm;ivo che rese collì vasto e risonante il
loro apostolalo. Quello cli Don Bm,co a lar-
ghissimo raggio, in una vita consumata per
le anime giovanili; quello di Papa (;.iovan..ui.
ampio auch'csso nei vari incarichi affi.Jati~li
dalla Santa Sede, ma fallosi largo quanlo
il moudo nei Jucvi anni di servizio ponti•
ficale. Egli divenne il piri grarulc apo11tolo
dei tempi moderni.
Le anime da lui tratte al bene sono in-
numerevoli, e strepit osc le ronversioui opc•
rate in vita e in mortc. Anzi, sopratturto
nella morte, di cui fu testimonio commosso
ed ammirato il mondo intero.
Ascoltare i lontani. ecco una bella
e straordinaria qualità, comune a Don Bosco
e a Papa Giovanni. È la cosa più. ardua
pc:r un ~accrdote. Eppure i lontani sono
spesso molto meno cattivi di quanto si perlsa.
Anch'essi h.anno un cuore scn~ibile alle fi .
nezze della bontà e é'clla carità.
Oca, tanto Don Ilo! co che Giovaruti XXICl
avevano il douo del eonv,)rsare amabile, 18;:;

1.8 Page 8

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dell'arguzia d1e illumina i volti, dei gesti Della calma sovrana e delringua-
gentili del tutto ina;,pellati, eh.- spianano le r;hilc onimismo di Don .Bosco e di Papa
grinte e apronQ i cuori. Soprattutto avevano Giovanni, come di altre belle qualità co-
l'arte, a ben pochi nota, di iaollolineare non mwlÌ ad aniheduc, basteranno tre pennel-
ciò che divide, ma quello che unisce.
late ancora.
Nel fare questo Don Bosco era W1 artista.
Prima. La decisione fermissima in am-
I tempi tristi in cui visse gli offrirono molte bedue, fin dal chiericato, per il raggiungi-
occasioni di avvicina.re gente lontana e ostile: mento di una castità tersa e luminosa. La
in basso e in alto, nelle ciLLà e nei villaggi, caatigata ~,erecondia del chierico Roncalli
pers ino tra gli uomini di ~overno e della lo portava nel 1897 al proposito di non
guardare figure « in cui
sia, anche per -poco,
violata la legge del de-
coro ». E il proposito
- !"attesta l'ultimo suo
confessore - veniva
pratkato persino nel-
l'estrema vecchiezza. Co-
me non pensare a Don
Bosco che tali finezze
consigliava ai ,:noi ra-
gazzi. ottenendone la
pratira ferma e corag-
giosa? .
Seconda. Lo spmto
di letizia di Papa Gio-
vanni. « Laeurri et be11e
facere e /asfiar cantar
/11. passere», annotava
il 7 i;ellemhre 1907. Ed
"" noto che con questo
mottu scherzoso Don Bo-
sco i-cacciava le nubi
l'ultlma, più che cordiale udlen2a di Papa Giovanni XXIII a Sua Eminenza Il Cardi-
nale Fossati, nostro amatissimo Arcivescovo, c he Quest'anno festeggia il Quaran-
tennio di Episcopato
della tristezza e delle
preocc upazioni.
'Terza. È la rcr1 ezza
tli una straor<linaria di-
pubblica amministrazione. Dovw1que egli ScèSa dello Spirito Santo a ringiovanire e
seminò simpatia per il clero e la religione. rinfervorare la Chiesa. Doll .Bosco ne ehLc
Per questo suo fare accostevole verso gli la sensazione nel 1870 in una vis ione dal-
anticleriea]i c gli scomuuicali dd suo tempo, 1' Alto, chi' rispecchia al , ivo i nostri tempi.
si ebbe le facili critiche d!'i so~tenit.ori della Giovanni XXTTI, che governò la Chiesa
per niente e-vangelica teoria del << si combatta sotto il chiaro influsso ùello SpiriLo Santo,
il peccalo fino all'estirpazione dei peccatori». intravvide ancb'e~li specie ad opera del
Altrettanto si p11ò dire di Papa Giovanni. Concilio Ecumenico questa straordinaria
Superando le diffidenze e le resistenze tlei effusione del clivino SpiriLo, nella Chiesa, e
tanti, fiduciosi. solo nella propria bontà, aprì cl' la fece invocare insistentemente: « Rin-
le braccia ai 6gli prodighi o, comunquf', se- nova. (o Spirito Santo), nella nostra epoca
parati. 10111 ani, osi ili. In quallli - anche i prodigi come di una novella Pente-
non r rcde nti - l'accostarono, la,,ciò cara coste! ».
impressione; più d' uno per il simpatico ri-
cordo di lui. morì riconcilialo con Dio. E
Due grandi anime, una sula Gamma: dar
i ponti arditi che- Pontefice degno di tal gloria a Dio e s alvare le anime.
nome, lanciò in tutte le direzioni e verso tutti Questo è il campo dei;li s piriti. dove non
i popoli della terra, verranno certamente di somiglianze si deve parlare ma di perfetta
calcati dalle gcn1i umane, messesi in cam- identità di vedute e di intl'.nti, come doveva
mino. per l'attrattiva della ,;ua bontà pa- succcclcrc a due anime, perennemente im-
terna, a raggiungere l'unico ovìle, governato merse nella luce di Dio e guidate dal tocco
IRfl daU'unico Pa8tore.
leggero del suo Spirito.

1.9 Page 9

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Difendiamo le nostre fami~lie
Lafame. la crisi dtlla ro11gwntura. il cam·ro... sfida e wm t 10/euta o.D'esa ad ogni sl'nso di
rO$IÌtuiscono problemi ,. prric:oli grol'Ì, ,~Oflt> pudori'. nncl,t di qut>llo m1111ral, rhe prati-
i•ari aspetti " ralori. per I'umariità. Al rig11ar1fo cano gli one•tt p11ll,a11i. E cosi il .,l'liso mora/,.
la st<1mpa. 111 Tf. i dibattiti e le più st1MiotP .çi oltundP, tu' 11111wrq11a, <UMirillura f11tnlmerite
formi' di propaga.,ulu i11formuno. istruiscono. si perde. con le conseguenze familiflri. sociali
,,l/arm,1110.
e religiose piì, 111•g111ire.
e·;. però un pericolo grnri,ssimo per IP IIQ•
E per la TI ? Che cosa .{Cluiumo in casa
çtrf' fflmip.lie. a11zi 1111 l'flro c1111rro maligno rlw qua11do il l'ideo presenta alla JC1miglia certi
orm<Ji ,i diffondi' sp111·e11tosumente nel/'f/tP,fl• .,peJtac:oli ? Q1111lt' rsempio i gmitor, dC11mo ai
111;,mo riro dello no.~tro ltalia , P pochi. troppo /1#,li a tale ri~uMdo? i intPn·irnr proti'·
pochi se ne preoccupano. e specialmente in· sw,tdo i11esornbilmenle dfoam,i alle offese che
1ervengo110 concrewm,ml' ed ejjicacPmentfl. Si ri vengono II Jurf' a tlomfrilio, ,,.,ibe11tlo a noi.
tratta di u,~ cancro uergog110,fo e appestante rhl' utenti, PCI/Zllllti. cerii progrnmmi ?
lm i111•aso con 11110 iII l'<ldcn;;a e violt>nz/J cli
Ultimamr11te 1111 deprttuto ,ti Ro11111. Jare11do
cui non si sa a clii nttri'b11ire maggiorm!'fllf eco all'in1erpElfo11za dei 53 parh1111e,uari de-
lt, tolpu. .\\ifa parliamo fuori di mt>tnforn. morri~i,111i, /111 rfrolto al Prrsitlr1111> del Con-
Certo. è constauuo: I' ltuliu ha o&,<ri 1111 t·rrt,o- sìslio e al '1irtis1ro dello Sptttacolo una intcr•
/l."o~o primato di spettacoli ri11ema1ogrnfici (" rogn:done prr .capue qnali pror1•edimtnti pren-
.,o/o cinematografil'i ?) tli ,ma pro,:aritò così dere per oniare C11lo srandoloso disordine.
::.1111tforC1lt1 che umilia e VJ<ll'enJa. Ari.Chi' fo che si sta ripNmdo in più epi.~odi. tli pellicolr
pres,inru:.ione e propa.p.,mcla di tali ,qpet1C1coli, rinematograjirhe passate al risto rlrlltt censura e
corno qw.>lla di ta111i prodoui, .~embm no11 sappia sut·cessivame11tl' rorula,ma1e in sedi' f!indiziaria.
fari' 11 meno di immagi11i e richiami citi' ~omi
Anr/1r il <.:011siglio Centrale Uomini tli A . C.•
1111 continuo a11e11ta10 al pttdore, alla serenità. lo scorso mar.o, Jw rit-ol10 a 11111i i parlwien•
e dfri<lmofo pure. alla l'ira puro speciolmtntt• tari un orrorato appello pl'rrh; . iri po.~10 rm
dl'i nostri giovani.
argine al difoft.C1re delle pù) ,Immuse (òrme di
Qui 11011 facciamo il proresso 11 111'~1,wo immoralità per stdr~uardart ~opra1111uo i f!Ì.O·
dl'i 1•1tri colperoli: ma roglirimo solo ricord11re vani e le fami15lie.
cl,,. rhe 11110 p11r1e di tuie rolpn dobbiamo forse <Il·
Dife,tdiamoc;1! Don Bo~co ha Jo11dato , Coope-
tribu.irrl'la noi; sì, noi ci sentiamo onP.~ti, ratori propritJ « per giovar e al buon costume».
rrl'dP11ti, rouoliri e -~f11sibili II questi problemi In pari tempo 11~fomo e suprria11w il · com•
11011 tnl'ltO pesmui e 11egatit-i di quelli ero110• plesso e 11n certo senso di rassesnazione.
miri r alimentari.
Uniamoci con qua111i altri. in o,11;ni sl'de, sen•
Risognu che i nostri looperatori. ~periul- tono il problema. collaboriamo ro11 Ol{lli ini-
mttlll' se genitori, f11Cc-i11110 "'' coraggioso esame :ia1ira al rig11arilo. fnrriamo optrCI tfi per-sua•
di coscienza al rig,wrdo.
sione prf's~o quurui possiamo. E proprio il
Clr, cosa facci11mo ptr il rinl'? Forsr dopo caso di dire: l- l'ora dell'azione. prima cl1e
<.u·er assis1ito alln santll llless11 e, chissà. ron la valanga di fango , che tra l'altro dìsonorn
fu ,ç11111" Conumio11e, for.~e o,u:he dopo 11,,i,r l'Italia nPI mondo, sommergll , ro11 le nosire
f'Ortecipato ocl una ri1mio11e di prote,sta. si .famiglie, il meglio della nostra Patria, che .,,anta
.fi11it1r1< co11 l'assist.err ~. Dio non l'oglfo, in- il prit-ileµio di essere la sede ,te/ I icario di
sitmt con i fiflliuoli. a :,pellaroli che sono 1w11 Cristo " il more tiella citoiltò ai11tia11C1.
IR7

1.10 Page 10

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IL CONGRESSO
EUCARISTICO
DI BOMBAY
C om'ì- noto, r1ue:,l ' m1uo, ,fal 28 uo,.,n uhre
a l (> ùil'embre, a, t;\\ IUoj!O 11clla cinà di Bom·
bay, ~ull:1 co~ta 11cddcn1alc drll' India. il
38·• Ct111µ-re1<;u Eu<·arisLi,;" lm(•rnazioualc.
11: la pri111tt , oli a ru~lla s toria dri Cungrcs.-i
che tale ~ulrnnr rnauifeslazione di fede cat-
Lulinr ,·ecrà lt•uula in un pae~c pn·valeutc-
nwntr pagano. Tulla l' lndia si s la preparando
n qucUr giornale·. ch e do-vran110 inciclcn,
profundarui>ntc 11;-lla s ua -.ita relig iosa P ci-
vi lt·.
Sintomatico il l'atto che molle famiglie
pagane di llomlia~- si sono offerte di ospi-
tare grat uitamentc dei pellegrini esteri. Si
allc11tlo1111 hc11 500.0U0 pellegrini da ogni parte
del inondo. I.e Filippim• lia11nn promesso
il c·unti11gi•nte più numi>ro~o d ei pae,-,i del-
l'Orionlt:. Anehc l'Africa ~arà bene rappre-
sentala. L'Europa e l'Americ·a in.,,ieran.ou
folti l,\\"TU)'f'i <li fedeli accompagnati dai loro
r a~tori. La tNza Se~siuuc dd ConC'.ilio E,·u•
int'nico, pt'r c!f,,-idcrio d1·l Saulo Padn•, sarà ultj.
mala iu Lrmpu per dar a gio a numcro~i
Padri ConC'iliari di partrripare al Cvngrcsso
Eucari1<1 ico tli Dumbay.
QuesLo 38° Congrc~l:'O segnerà cel'tame nLe
un trionfo di fr,le non solo per l"India ma
per tutto l'Or'ien1e. li Cornilalo per lo studio
e la programmaziont' ha già acclto il tema
delle giornate ,rncaristic he: « UEucorestia ~
l'Uomo 111wi·o » . .Nou poteva esser più ind!l-
viuaLo. Anche le due idee-forza d el Congrcsso
souu bene s~elte: « Egli vivrà per me» (Jo.,
6-58) e « Ordinato le vostre vite in amore >J
(EJ., 5-2).
Sarà pure un trionfo di folclore quale solo
l' India può ollì-fre. 1n tale solenne circostanza
' Madre Tndìa ' indosserà il s uo abito piì1
bello e s i ci,,gerà d ei monili piì1 preziosi.
Piì1 di mille fauciulle cattolicL.P. si stanuo
11111 pre parando a <>seguire cani i e danze sacre,
che Cor:meraouo una cornice coreografica di
hell,·zza indicibile. Uu gruppo di esse al
Cougrcs;,o Eucaris Lico di lfonaro di .Baviera
raccol se plausi 1' eon~cMi ani, <'rl'ali.
Cl1i ~c rìve rwonla il Congre!iso Entla ri-
stico Na;,.ionalc india110 Lcnutos i a Madras
nr l L937 sollo la ùir<'ziott<' ilei ~uo f!rande
Arri,·cscovo: S. E. mom. Lttig-i .Math.ias.
Più rli 60.000 focleli ,0i aw, ano pr<'iHI parli-.
Alla chiusura Pio ~ l da Roma a,·e,a in viau,
u11 ~uu v ihranlc me~•ng;.,<io.
Un particolare. l\\1cutrc il Santo Pacù·!' par-
lava, era appar~a dinanzi a i no~tri oc,•bi u11a
visioni: di wggcstiva ed indfahilc bellezza.
Si trattarn di uu gigantCilc·o quadr(I pla~ti1·0
r hc da tetra ~iung,•va a toccare la cupola
dorata d!'Jl' altar!' appo~itamc ntc co~t rui to
nel parco della rittà. La cornice d el quadru
~a fo-rmata da migliaia rli lampadine muli i-
colori che s"intrccciavano bdlamente cli,
formare la mappa dell'l11.dia. Sullo !lfon1ln
fatevauo bel risalto fanciulle f' bambini.
ciascuno vcst ito ilei proprio r o~tume nazio-
nale. rappresculanli i vari po1►0li e tribù del
so t to<·onl inente indiano. Tulla l'India era
v iva e palpitante dinanzi a no.i nella ricchezza
e vm·ie Là dei suoi popoli. nri s uoi sgargianti
co1,tnrui, nei s uoi ..erici mauLi...
DomLay. la g rande metropoli d d l'Orie nte.
la Urh.~ prima i1t I 11diis, come si legge s ul
s uo 111ernma, ~i prepara a vivere le s ue gior-
nale p hclle e 11iù .,rranJ.iosc. E anche la

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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r Vtlf:l .,.. '

2.2 Page 12

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2.3 Page 13

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Bonibay salesiana darà il suo apporto enlu•
siast ico alle grandi Assise Eucaristiche. Ai
salesiani sono state affidate t ulle le dimo•
strazioni giovanili e ginnic,b_e cli-I Congresso.
Un s alesiano è stato incaricato di prepararn
il volume fotografico dell' Tndia C_attolica.
Don Bosco è bene rappresentato in B om·
bay. I suoi figli vi si stabilirono gi.n dal 1928
per assumere la direzione cli una scuola, te-
nuta allora dal ' Padroado Portoghese'. La
scuola era piccola e si trovava in un quar-
tiere tra i più miseri della città. Ma i sale-
siani non s i perdettero d'ari.imo: si misero al
lavoro con grande cntu8iasmo. Sapevano cbc
a Bombay Don Bosco doveva trionfare. Dieci
anni dopo s i poterono finalmente sistemare
in una zona più arupia e dar iniz:io a quella
ascesa che ba veramen te del prodigioso. TI
giovani"< diri:ttore, don Aurelio Maschio, va•
gheggiava i prati di Matunga. molto simili
a quelli che Don Bosco aveva avuto llll secolo
prima a Valdocco. Senonchi- i prati di Ma-
lunga erano allora una immensa p1:1luùe con
una breve striscia cli tnrcno J>ulla strada
prin<.'ipale. Ci sarrbbe voluto un'opt'ra cido-
pir.a rii bonifica: cosa s upe riore alle forze e
ai mezzi dei poveri salesiani.
amorevole r preventiva. Sono due immensi
fabbricati n 4 piani con nel centro la stu-
penda chiesa di Maria Ausiliatrice, w1a delle
più frequentate e di"votc di Bomhay. Par-
rebbe impossib.ilc trovare uua c hiesa così
i-icea di marmi di mosaici in India. Ma
nell'Oriente le chiese devono essere belle e
ricche penhè così le vuole il po,polo, anche
se poveris5imo.
A qualche distanza tla :\\iatunga, presso
l'aeroporto internazionale, è so:rta in questi
ultinù mesi una seconda opera saleiji~na: la
' Don Bosco Teclrnical School ', per vf'nirP
inconl ro a 1111 vivo d esiderio Ilei Car<linali·
Gracias, noRLro grande ami1·0. Sarà un con-
1ribu10 efficace all'India Nuova. che ha tanto
bisogno di tecnici e cli op erai spt'ciaJizzati.
... l pellegrini di 01:,rni paese che s, reche-
ranno a Bombay per il Congresso E ur.ari·
stico, troveranno Don Bu~co che li attendi·
nei 1moi figli e nellr loro opere. Anchr ~en~.a
conoscere l'ing lese o l'indiano. basterà chr
dicano agli autisti o ai rid,sho-w11llu que~te
du.e care parole « Dou Bosco», perchè- siano
subito rompresi r invilati a salin, in veU11 ra
e portati alla casa (lei Pali n,.
Ma la Divina Provvidenza ha le 'sue vie·
che non sono quasi mai le ' nostre vie '. Si
serve di tutti). Stavolta si servì persino di
due navi cariche di esplosh-i, che un brultv
giorno erano saltate per aria nel porto d1
Bombay facendo c rollare parecchi edifici
adiacenti. Si era iu piena g uerra. Don l\\fa.
schio, italiano, si presenta con tutta disin-
voltura alle autorità militari e chiede loro
di far trasportare tutto quel materiale crol-
lato per riempire la sua palude di h en 60.000
metri quadrati. E per di più chiede che lo
facciano a loro spese. La richiesta pareva
assurda anche per il fau o che dal porto di
Rombay a Mat unga ci sono dieci buoni chi-
lometri. E ppure, dopo UJ1 sopraluogo, le au-
torità accondiscesero. Urgeva liberare il porto
da tutte <ruelle macerie.
Un'altra bella coincidenza. C'erano allora
in Bom.bay numerosi prigionieri di guerra
italiani. A loro fu affidato il compito rlel
t.ra.~porto de,I materiale ingombrante. La pa-
lude di Matunga presto divenne un immenso
l'ortile con nuruero&i campi da gioco. Ancor
oggi è il più vasto e adatto della città e i
3000 alunni dei salei;iani lo u saJlO felici per
i loro giochi e le loro ricreazioni.
Col tempo Ì! so.eta la • Don Bosco High
School ', che è una delle più rinomate della
città per la serietà degli sLuJi e la disciplina
COOPERATORI
AL CONGRESSO
EUCARISTICO
DI BOMBAY
AJ Congresso di Bombay saranno presenti
numerosi membri della nostra Terza Famiglia
dell'Estremo Oriente e delJ'India in particolare.
Il Delegato IspettoriaJe dei Cooperatori di Ma•
dras sta organizzando un pellegrinaggio di Coo-
peratori ed Ex allievi indiani, che si prevede
numeroso. Da altri Centri delJ'India partiranno
altri gruppi ed è previsto che interverranno al
Congresso anche altri Cooperatori e Coopera-
trici di Nazioni lontane.
Per quanto riguarda i Cooperatori d'Italia
rendiamo noto che l'Opera Pellegrinaggi Paolini
(Milano, via S. Sofia 7) ha organizzato un Pelle-
grinaggio Nazionale a Bom.bay, col plauso del
Comitato Permanente per i Congressi Eucari-
stici Internazionali. Si effettuerà con la « M-n
Anna C », appositamente noleggiata. La par•
lenza sarà da Genova il x::i: novembre e l'arrivo
ancora a Genova il 18 dicembre.
e C'è anche in progetto un viaggio aereo.
e Rivolgersi alle Sedi dell'Opera Italiana Pel-
legrinaggi Paolini e ai suoi Corrispondenti nelle
principali città d'Italia, nonchè alle più itn-
portanti Agenzie di viaggi.
li.li

2.4 Page 14

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Missione Cattolica Italiana
a Saint-Etienne
Q uaiulo il Car<linnle Piane, di r. m. , nel set·
tembre del 19.52. vofle redere i Tl,fJStri cnnnazio-
nnli immigrati · 11ella Loire ( Francia). chiese
do1;e si trovavo La residenza del J\\llissionario.
Era una poi•erci dimorò disadorna. nel centro
ifpffo città di Saint-F,tie,me e non ~i eb/,.
animo di farla vedere al Porporaw. Non esi-
steva 1111 centro, nidla che potesse accogliere
i rwmerosissimi itnliani eh.e giu11gevano 11
Saint-Etiem1e, proi:enienti in prevalenza dal
Meridinne d' Ttnlin.
Alla Cité de In Girnrdière, nelln periferia
della ritl{Ì, as.5embrate in baracche di il!guo.
molte famiglie italiane 1rol/ero accogliere il
Cardinale. Egli parlò da u11 podio improt•vi-
sato. s11 cui delle /,,ione donne stesero olr-11ni
poreri drappi rattoppati. Sua F,minenza .,i
tlisse lieto del/"incontro e con le .we bn11111e
mnoristirhe risollevò il morale dei molti
convenuti.
Fu allora che promise di indnre 1111 11-11oro
missionario. L11 promessa non tardò a <lfre-
H}2 Saint-Et!enne (Loi,e-France) • Partenza del bambino della Missione ltauana per le colonie estive d'Italia

2.5 Page 15

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IL TEMPIO
SUL COLLE
DON BOSCO
1n quei,ti e:iorni si sono eo-
Rlruiti i pilastri chf' dovranno
so~tt>nere i cavalcavia di rac-
cordo tra La chiesa s uperiore
r il cortile dell'iRtituto. Quan-
do. infatti, neffimpos ta:tione
ciel tempio si venne nella
determinazione di non a(l-
dossare l'edificio all'istituto.
ma di lasciarlo conveniente-
mente separato allo scopo di
favorire la circolazione. si
creò automaticamente il pro-
hfoma deD'accc11so dalia parte
dell 'absifle. ln un secondo
tempo tale prohlema venne
riso1to con la progettazione
di due ampi ror:cic.loi aerei.
che avrebbero immesso nella
chiesa superiore a fianco della
sagrestia, sul prolungamento
delle navatine laterali. Il
cortile dell'istituto infatti e
il pavimento della chiesa su-
periore s ono sullo s tesso piano
e consentono l'accordo pro-
geltato, senza dover ricor-
rere a contropartite di gra-
dini o cli piani inclinati.
Do"endo scendere nella chie-
sa inferiore, come è previsto
per la stagione invernale. la
comunità dei giovani e dci
salesiani potrà usufruire di
una comoda scala di accesso
che corre a lato dei corridoi
sopraelevali.
È anche di que$ti giorni
l'arrivo dt>J material.e che
deve ,;ervire all'allestimento
della scala in questione. Si
t'rat ta di las tre di marmo.
con le quali s'intende. non
solo rostnrire il gradino pro-
priamente detto, ma anche
proteggere il muro a cui
s'innesta, per tutta r allezza
dello zoccolo. Solo che La
pedata e l'alzata del gradiw,
sono di ' aurii;ina ' e lo zoc-
colo di ' giallo reale ', tuL(e
due di Pietrasanla. Con que-
sta scala si raggiungerannv
anche comodamente le ca-
mere di sen-izio del tempio.
destinati' agli ospiti abi-
tuali e a quelli di riii;uardo.
Una delle dut> scaJe sarà
anche affiancata claU'ascen-
sore che avrà l'incarco di
facilitare i movimenti allo
persone anziane o comunque
meno dinamiche.
AJl'eslerno, invece, si s ta
impostando il tamJ;uro della
eupol.a. Que;:ta, oJtre ai la-
vori di rifinitura e di rivesti•
mento. è l'un:ira a cui sia an·
rora concesso di camhiare in
proporzioni notevoli l'aspell o
dclJ'edi6cio. Ma di questo
avremo tempo a pai-lare.
nire realtà. li 4 dicembre 1953 giungeva dal-
/'ftalia, con un mez:::o preso a prestito, il mis-
sion,irio sale$Ìn,no don 01ta11io Gallo. D01,eva
partire per il Brasile. I S1Lperiori gli ave-
V(IIIO fatto cambiare rotw, ma lo spiriln nÙ.s·
sio11ario era ri111.asto.
Lo si vide percorrere tutte le strade della,
città e della Loire. trisitare cantieri di la,1oro.
scendere nelle miniere, confortare nelle ::qual-
lide baracche i lavoratori e le loro fnmil{lie.
Era rli11e11uto, come si espresse una, pot·era
popolana, « il nostro san~ Padre in Francia ».
I minatori italiani lo chicmwrano « il nostro
Governo». Per tutte le loro pratiche, special-
mente gli analfabt>ti, uridarano dal ' Pa,lrl' '.
Cominciò così anche il Lavoro dell'Ufficio
Sociale. Nfa si reclamava w, centro do1•e rac•
cog/i,ere i co,ma::ionali, almeno per i do11eri
religiosi e per rivedersi i,r.sieme dopo il laroro,
per godere in terre, straniera di 1m aae11tu c/11'
vibrasse del calore de/Ja patria lontana.
L'attesa non fu lunga. Nell'ottobre 1954 si
apri11a, nella cripui della cl,ie.~a dei Padri
Gesuiti, la grande .,ala del Circolo franco-
italiano. La chiesa, chè tra Le sue vaste nwru
~on contava che una deri11n di perso,ie prim11
de/In cermlll del Missionario, si vide presto
affolluta dei tanti .fiidcli, che al servizio religioso
dovettero /;en preslo attendere due 111,'.ssionari:
spesso però. anche i11 due. non potevwio soddi-
sfare le esigenze dell'assistenza spirituale ai
11wlti co,wenuti.
fl lnvoro compiuto i,, questo decennio lw
già dato ~ continua ci clare buoni fru.tti. li
Circolo richiama, tutte le domeniche, in gran
massa la n1Jstra gente. È aperto tutte le ~ere.
Le Filodrammatiche, le Sezioni di Cultura. i
Corsi d'italiano e francese. le Associazioni
italojrancesi trovano accoglienza 11elfe grandi
sale adiacenti fil Circolo. I piccoli del .Putro•
natn le i111•11do110. discipli11atame111e, nei giorni
di vacanza scolastica. Le scuole di »wsica.
di canto, Le orchestre. il cine-club. i Combnt·
tenti e Reduci, le 86:;ioni di Azione Catto-
lica atti1·a1w inten,çamenle qriesto piccola pa•
tria italiana in terrn di Fr1111cia.
Fra quale/re mese saranno accentrate tutte
le opere a,ssisten:riali per f!.li italiani 11ell'edi-
firio s1esst1 rlel Circolo frt111,·o-italia1w. Vi $O·
ranno 1mnes,çi il Sen:izio Sociale de/111 Mù;-
sione, optro11te ,,ttualmente altrove: a11cl1P le
Acli, l'Ufficio Tiiristico e 1tn Pensiormto tro·
veranno la loro sede nello .çte.~HO grandi' im•
mobile.
Con lo spirito ereditato dal Padre i Sa.le·
sia11i dissociano questo t•aslissimo ,·ampo, che
ha già dnto .frntli copio.~i 1/i vita cristiana li
t•irgulti <li otti mll t·ocazioni.
rn:1

2.6 Page 16

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Un umile
e grande
coadiutore
~~-~ salesiano
-~
I;
Al Patriarcato Latino di Gerusalemme si attende d,
iniziare quanto prima il processo informativo sulla
fama di sant/1/J e sulle virtù di Simone Srugi di
Nazarel, coadiutore salesiano
e onsunto dalla m.ùariu, il 27 novembre 1943
si spcgnc,·11 a Beitgcmal, ~1 circa 30 km. da Ge-
rusalemme, il salesiano Simone Srugi
Era nato a :-:azan•t 6i; anni prima.
Più Ji una ,•olla gh crà :;tata rirnlta in formJ
scherzosa la frase di :,,.;atanacle a Filippo: « Da
l'\\azarct può ,·enire qualcosa di buono? o. E
Simone. pur sapendo che da Kazarct un giorno
cm venuto non solo qualcosa <.li buono, ma l,1
stessa Bontà incarnatu, con aria soave rispon-
dcv.1: , f;; ,·eramcnte cosl: d,1 Nazarct è venuto
un nulla, e quel nulla sono io o.
La bellezza di questa sua risposta era tutta
nel timhro amabile e convin~o della sua voct.
Nella cripta del ' 1\\lart) rium ' <.li Santo Ste-
fano a ]3eitgemal riposano i resti mortali di Si-
mone Srugi. Sul marmo che ne ricopre la
tomba, si legge una frase semplice: • J>tJ::TATE
IJV\\1ILl'f.HE CllARIT,'1"E 1,s1c:-1s ♦• Pietà, umiltà,
caritù, unite a uno spirito di dolcezza e di pu-
re-.tza ,111gélica, furono le vinù caratteristiche
di questo fedelissimo figlio di Don Bosco.
Aveva statura media, persona gracile, voce
esile, quasi debole. Il vestito era ordinario e
pulito, sul petto portavo abitualmente un pic-
llH colo crocifisso. Aveva gli occhi neri e vivaci.
uno sguardo profon<.lo e penetrante, dominato
da un incessante controllo. 11 suo sguardo, sor-
ridente e dolce, specchiava un continuo col-
loquio con 010.
La famiglia, greco-cattolica, era povera ma
tenna nella fede. fl padre Azar, proveniente
dalla cittadina libanese di Zahlch, si era stabi-
lito a l\\azarct con altri due fratelli. A Kazaret
nacque Simone, quinto di cinque figli.
Non ave\\•a che un anno quando rimase or-
fano di padre; qualche anno dopo perdette
anche la madre. Se ne prese cura prima la so-
rella ma~~rorc, poi una zia. L'8 dicembre del
1888 entrò nell'Orfanotrofio Cattolico di Be-
ùemme, sorto per lo zelo di don -\\ntonio Bel-
Ioni, conosciuto sotto l'appcllat ivo di Ahulia-
fama, cìoè Padre degli Orfani. Questa, conle
tutte le altre opere fondate da don Relloni, passò
con lo stesso fondatore alJa Congregazione Sa-
lesiana, che ne assicurò la continuità.
'' Quel ragt1zz.o
non è rome gli cdtri ''
Mos..~o da una volontà risolutn di consacrarsi
a Dio, il 25 ugosto 1892, Simone passò al novi-
ziato sal~iano di Beitgemal. A,·cva quindici
anni. Il suo impegno fu serio, coscienzioso,

2.7 Page 17

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superiore agli anni che aveva. Lo distinsero la Simone Srugi era il Vangelo in azione. Un
clelic.atezza, la carità premurosa, lo spirito di cristianesimo che si presenta con i fatti colpisce
apostolato. Il noviziato fu coronato dalla pro- e s'impone. Per questo Rimonc oggi è più vivo
fessione, che divenne perpetua a Betlemme il che m:ii.
20 settemhre 1900.
La domanda per l'ammissione ai voti per-
petui è preceduta da quello che sarà per tutta Paziente corne Giobbe
la vita il suo saluto a quanti incontrerà, confra-
telli, parenti, amici, ragazzi, donne e uomini, L'orientamento della sua vita era decisa-
cristiani e musulmani: 1, Viva Gesù I 1>. Segue mente soprannaturale. Conoscendolo per uom<I
una frase in cui c'è tutta la sua anima: << Per di fede, molte volte si ricorse alla sua preghiera
uniformarmi in tutto alle sante Regole >>. La e alla sua fede da miracoli.
conformità alle sante Regole, gioiosa, intelli- Il direttore don Alfredo Sacchetti, un giorno
gente, amorosa, lo distinse fino alla fine, in che la Casa di Beitgemal versava in gravi stret-
modo eccezionale. Ancora prima che emettesse tezze economiche, lo chiamò a sè e gli disse:
i voti, più di uno aveva detto di lui: « Quel ra- «Signor Srugi, preghi perchè non abbiamo
gazzo fa tutto con perfezione; non è come gli neppure un soldo•>.
altri •L E oon fu davvero come gli altri per tuna Simone pre~ò, appese una borsetta alla sta-
la sua vita salesiana, durata quasi cinquan- tua di San Giuseppe, di cui era divotissimo;
t'anni, a Beitgemal, dove ebbe incarichi sva- il giorno dopo vi si trovò una buona somma di
riati. Fece il maestro di arabo, il sacrestano, denaro.
il mugnaio, il sarto, l'infermiere. In tutte le Ma le scene più commoventi erauo quando
sue occupazioni lo accompagnava la preghiera. gli portavano ammalati gravi. I parenti gli si
Ancora aspirante, veniva mandato a pom- stringevano allorno; gli uomini gli baciavano
pare l'act1ua dal pozzo. Ad ogni colpo che dava la giubba, implorando la guarigione, più che
a quella pompa a mano, una giaculatoria gli dalle sue medicine, dalla sua fede. Chiedevano
usciva dal labbro. Suo proposito: «Ad ogni che imponesse le mani sul capo dei malati. Al
giro un atto di amor di Dio per la conversione suo contatto avrebbero riacquistato la salute.
dci peccatori •>. Spesso lo si lasciava a pompare Con garbo egli sapeva invitare anche i non
acqua per ore e ore, senza interruzione. Le sue cristiani a pregare.
esili braccia resistevano come sostenute da una - Hai pregato Sitfl Manom'r - chiedeva
forza arcana: la sua unione con Dio.
accennando alla statua della Vergme collocata
~ Viva Gesù, viva Maria! ►> era il suo ritor- nel piccolo ambulatorio. - Noi vi diamo le
nello fin dalle prime ore della giornata. I con- medicine nel nome di Gesù, e voi le porgerete
tadini dei dintorni, in maggioranza di religione ai vostri malati pregando Sitti Mariam. (Sitti
musulmana, ne subivano il fascino misterioso, Mariam - Signora Maria - è il titolo con cui
~·ome di persona che comunica con Dio.
viene chiamata la Madonna in lingua araba).
Così il saluto alla Vergine risuonava anche
sulle labbra dei musulmani. Erano convinti che
Venerato
anche dai m1Ntlmani
li guariva in nome di Dio. Attesta ancora oggi
Abdel Fattah El Arag: «Quando Mu'aUem
Srugi faceva un'iniezione, diceva sempre:
• Nel nome del Guaritore ' ~-
Umiltà, rmtezza, bontà furono le qualità di- Usava tale espressione con quanti, ignorando
stintive di Simone 8rugi. Abitualmente calmo la fede cristiana, poco o nulla sapevano i_ntorno
e sorridente, si trovava a s uo agio all'ultimo a Gesù Cristo, il medico divino.
posto. li suo atteggiamento umile e dolce gli Aveva una pazienza da Giobbe.
attirava la simpatia, anzi la venerazione da Un giorno fu tale la ressa dei malati a11'am-
parte dei musulmani. Non aveva titoli tranne bulatorio che si dovette sprangare la porta.
quelli di una vita santa, ma essi lo chiamavano: Srugi lavorava medicando uno dopo l'altro,
Mu 'al/em (m:iest ro).
man mano che i malati venivano introdotti.
Un suo scolaro. Muhammad Abulaban, rac- Ed ecco, a un tratto, un gran vociare e alter-
conta: «Mu'allem S rugi trattava rntti con dol- care; poi una spinta formidabile. La porta
cezza e affabilità, specialmente i ragazzi, e non venne scardinata, e Srugi, che in quel momento
si adirava mai con nessuno. Era nostro inse- lavorava con le spalle contro la porta, venne
gnante; ci temperava le matite. Non ho tro- rovesciato faccia a terra. Ci fu chi urlò contro
vato nessuno più bravo di lui nel temperare le quei disperati, cercando di cacciarli fuori da:l
matite. Noi tutti eravamo contenti di lui. Nel- dispensario. Simone, rialzatosi da terra con il
l'insegnarci la calligrafia, guidava la nostra viso pesto, dolcemente si scosse la polvere di
mano con tanta dolcezza che neppure un padre dosso, poi disse:« Questo è il momento buono
lo avrebbe uguagliato 1>.
per dimostrare che siamo pazienti, che siamo rn:;

2.8 Page 18

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stato suo fratello. Egli sapeva
trattare tutti bene, con amabilità
e dolcezza, e tutti gli erano amici.
Sotto il cielo nessuno poteva
essere nemico di 1\\Iu'allem
Srugi 1►.
Un buon samaritano
L'ambulatorio di Beitgemal
fu la palestra quotidiana dove
da mattina a sera si prodigò
facendosi tutto a tutti. Nume-
rosissimi gli ammalati che vi si
recavano: malati colpiti da tra-
coma, sfibrati dalla malaria.
Venivano a frotte, sparuti,
rozzi, sporchi, e immancabil-
mente carichi di pulci e di pi-
docchi. C'era da provarne ri-
brezzo. Pietà ne sentì sempre
tanta per tutti, ma ribrezzo mai
per nessuno.
Anche nel più malandato e
Beitgemal (Israele) Il coadiulore salesiano Simone Srugl, pietoso sama-
ritano per I sofferenti di ogni genere
sudicio, Srugi vedeva unica-
mente il Cristo. Lo venivano a
cercare a tutte le ore. perfino
durante il pranzo; egli so-
veri cristiani e che li amiamo )}. E calmò spen~eva la sua modesta refezione per cor-
così lo sdegno di chi lo aiutava. Dovette rere in soccorso del bisol\\'noso. Lo chiama-
anche affacciarsi fuori perchè parecchi beduini vano di notte, d'estate e d'inverno, per recarsi
volevano linciare i colpevoli. Non si potevano a questo o a quel villaggio a curare un mori-
dar pace che avessero buttato a terra il loro bondo o almeno per recare al poveretto il con-
Mu'alle:m. clie essi ritenevano un santo
forto della sua presenza.
La presenza di Mu'allem Rrugi alleviava il
dolore e rendeva meno cupo il mistero della
"E1·a come una coppa di miele " morte. E tutti erano persuasi che curasse i ma-
lati più con la santità che non con le medicine.
Veniva chiamato a fare <la arbitro nei villaggi Una volta ci fu un'incursione di rivoluzio-
della zona. «Veniamo dal sig. Srugi - dice- nari, che piombarono all'improvviso a Bcitge-
vano - perchè per noi dopo Dio c'è lui, e lui mal, picchiando e malmenando i salesiani.
è un uomo tamam (giusto)». G li lasciavano i Quando comparve Srugi, il loro capoccia or-
loro sacchi di grano, senza averli pesati prima, dinò: 1< Giovanotti! (] saluto militare per
e tornando trovavano il loro grano macinato. Mu'allem Srugi. Fateglielo in segno cli rispetto
Erano corti che Mu'allem Srugi non li defrau- e di deferenza 1>.
dav~ neppme di un chicco di frumento. Tale La sua carità toccò I vertici dell'eroismo, spe-
era la fiducia in lui c-he se uno avesse pesato cialmente dopo la tragica scomparsa di ùon Ma-
il frumento a casa, e Srn~i lo avesse pesato al rio Rosin, suo direttore a BeiHiem,ù. Recatosi
mulino, era sempre Srug, che aveva ragione, alla tenuta patriarcale ùi Rafat, a mezz'ora di
perchè lui, dicevano, non può imbrogliare nes- cammino a cavallo, don Rosin al ritorno venne
suno.
assalito e ucciso a colpi di pietre. La cavallina
Un arabo musulmano ne traccia questo n- che l'aveva portaro, rientrò sola... Dopo tre
tratto: ~ Io ho conosciuto Mu'allem Srugi giorni di ricerche si venne a capo della terribile
come la palma di questa mia mano. Mio padre realtà. La polizia fece indagini e si seppe d1i
e io abbiamo arato i campi di Ileitgemal, rac- era il capo degli assa~sini.
·coho i covoni di frumento e di orzo, le lentic- Un giorno, ferito alla testa e alla spalla, pro-
crue e le ulive per tanti anni. Ilo conostiuto prio nell'ambulatorio dove Srugi lavorava in-
bene Mu'allem Srugi. Era come una coppa sieme con la direttrice delle Figlie di Maria
d, ,mele. Io sono musulmano e lui era cri- Ausiliatrice addette al dispensario, capitò il
1!16 stiano, ma mi trattava sempre come se fossi capobanda.

2.9 Page 19

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La suora lo riconobbe all' istante. E anche
Srugi. Era il momento buono per consegna.rio
in mano alla giustizia, che lo braccava, lanciata
sulle sue piste. I polizioui a cavallo erano en-
rrati nel cortile della scuola. Srugi, tranquillo,
come se nulla fosse, medicò il Ierito, lo trattò
con estrema delicatezza. A medicazione finita,
assicuratosi che nessuno vedesse, foce infilare
al disgraziato un'uscita sicura. Alla suora disse:
<t Noi siamo qui per fare solo del bene, come ha
fatto il Signore. Don Rosin è in paradiso. Gesù
in croce ha perdonato e noi dobbiamo fare al-
trettanto •>.
Perdura la fama di santità
Nella imitazione del i\\laestro visse e chiuse
la sua giornata terrena. Negli ultimi giorni di
vita soffriva una sete terribile. Premuroso, il suo
direttore don L uigi Laiolo gli disse: <, S ignor
Srugi, lei soffre tanto la sete: mando a pren-
dere del ghiaccio a Ramie». Srugi rispose rin-
graziando; ma qualche minuto dopo, ricor-
dando che era venerdì, disse: «Non mandi
più a prendere il ghiaccio. Gesù in croce ha
sofferto la sete. Lo voglio imitare~-
Quando venne la morte, il 27 novembre
del IlJ43, fu un accorrere da tutti i villaggi vi-
cini. I Muktar (sindaci o capi) musulmani di
D araban e Betnatif vollero esaJtarc l'umile sa-
lesiano dal cuore grande ~ dalla bontà senza
limiti. Più di uno disse: « E morto un santo i>.
Un musulmano si espresse a modo suo : «Pec-
éato che Mu'aUem Srugi fosse un cristiano. Se
fosse m usulmano lo faremmo uno dei nostri
santoni
Il suo ultimo Ispettore, don Giovanni Bat-
tista Canale, parlando di lui asseri: « Ho co-
nosciuto tutti i santi salesiani della prima ge-
ncra1,ione. Srugi li ha uguagliati nella pratiéa
eroica delle virtù. Per me egli è un santo, nel
vero i,enso della parola. P enso che, invocato
nelle necessità di ogni genere, potrebbe otte-
nerci grazie e miracoli. La sua santità assicura
le benedizioni del Cielo a tutta l' Ispettoria >).
Identici sentimenti nutriva m()ns. Barlassina,
Patriarca di Gerusalemme. Quando si recava a
Beitgemal, dava a tutti l'anello da baciare, ma
a Srugi dava un abbraccio. Spiegava: ~ Srugì è
un santo Mons. Carlo Radonski, vescovo
polacto in esilio, che conobbe e stimò assai
Srugi, ai salesiani di Beitgemal ripeteva: «Te-
netelo molto caro, seguitene le azioni e. racco-
gliete quanto va facendo pcrchè è un santo».
Il venerabile don Michele Rua, visitando la
casa di Beitgemal nel 1908, ebbe a dire ai sa-
lesiani: q Seguite il confratello Srugi; notate I~
sue parole e i suoi atti, giorno per giorno. E
un autentico .santo •>.
Oggi c'è chi lo invoca.
ESERCIZI SPI RITUALI
PER COOPERATORI
Per romoditàrlei nostri Cooperlllori ripetiamn
l'elenco dei corsi che si s·volgeranr10 nei p ros-
.~imi luglio e agosto, rinnovcmdo II quanJi
li11nno a cuore il p rogresso della propria
cmima e l'effic,icia del loro npostolato, c11fdo
invito a parteciparvi e ,uo11duri-i altri membri
della Pia Unione
SACERDOTI COOPERATORI
M uzzano Biellese (Vercelli): 23-29 agosto
COOPERATORI
Muzzano Biellese (Vercelli): 5.9 ag os to
M uzzano Blellese (V ercelli): 29 agosto-2 settembre
Cison di Va/marino (Treviso): 12-16 agosto
Rocca di Garda ( Verona): 20-23 agosto
Bologna 5 . L uca (per t utti): 13-16 agosto
Bologna • S. Luca (per sposati) : 29 agoato-1' sett.
Pie/rasanta (Lucca): 5•8 agosto
Loreto M ontereale: 18·22 agosto
Castelgandolfo ( per coniug i): 3-7 luglio
Fiuggi ( Frosinone): 25-29 agosto
Paes/um (Salerno): per coniugi: 28·31 luglio
Paestum (Salerno): per genitori di Sa lesiani:
5.9 agosto
Paestum (Salerno) per 1utll: 6-9 agosto
NMdò (Lecce) : 15-19 lug lio
Bari Oasi Francescana: 1-4 agosto
Soverato (Catanzaro): 26-30 a gos to
COOPERATRICI
M uuano Biellese ( Vercelli): 1.5 a g osto
Muzzano Biellese ( Vercelli): 19-23 agosto
Varese << S. A mbrogio»: 25-29 agos to
Cesuna « VIiia Tabor ~ (VloenzaJ: 6-12 luglio
Cison di Va/marino (Treviso): 26-30 agosto
Oneglla VIiia Ranixe: 26•30 agosto
Bologna • S, Luca: 2•5 Iuglio
Cale/ (Pisa): 11-12 agosto
Loreto M onter eale: 26-30 luglio
Fiuggi ( Frosinone): 28 giugno-2 luglio
Monteflolo (Rieti): 7-11 luglio
Napolì - Capano: 26-30 luglio
Oslun/ (Brindisi) . Villa Specchia: 8-12 lug lio
M.rlina franca (Taranto): 26-30 luglio
Zaflerana Etnea (Catania): 28 giugno-2 l uglio
ESERCIZI DI ORIENTAMENTO
p e r Signorine dai 18 a i 25 anni ci rca, che vogliono
a p profondire il problema della scelta del loro stato
Alberi-Vico Eque,ise (Napoli): 11-12 lu glio
Monle{iolo (Rieti): 17-22 l uglio
Bar, Istituto Margherita: 21 -26 I u glio
VIJ{a Grazia - Mosso s. Maria (VCJ : 24-29 agosto lll7

2.10 Page 20

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-:,_::::Y,, .
~~;i~>·
·: :- - -
"- ~ -------- ORIZZONTE
Sli~ESIA.NO
L'Udienza Pontificia alla Superiora Generale
delle Figlie di Maria Ausiliatrice
11 luuc<lì rn aprile u. s. Sua Santità Paolo Vl bi.~ogno di molte e salrle vocazioni.' Dor,uwd11-
rirc·\\IWa in tHlicnza prÌ\\ata la Supl'riora tene tmue al Signore; ma che siano <triinw
Generale delle Figli(· di Maria AusiliatTice, a.,setate di perfezione ,religiosa e la 1•ir11no bene
Maclre Angela Vo~pa, col suo Consiglio Ge- nel'Istituto da loro scelto ».
neralizio.
lnlratlcnuto~i ancora 9ualche momento
Quando mon,;. Loris Capovilla presentò a con la Madre, dopo averla benedetta in par•
Sua Santità la rev.ma l\\laclre Generale, e~Li ticolare, Sua Sa•1ti1.à passò neU'a11i1,'lla ~ala
l'accolse con pat,:rna bontà esrlamando: elci Tronetlo do, e l'at lendcvano Il' Superio.-c•
« Oh, le bra,ve e benemerite Figlie di Maria d,,t Consiglio Geunali:r.io. Porse paternament,,
Ausiliatrice!». E .la im-itb a i.edcr<1 accanto ail o/!'nuna la mano da 1,aciarc. mt"ntre la
a sè. La Madre, dopo avergli umiliai o l'o- Madre gliele andava preseulanùo con le loro
mag~io filiale e lle\\OLO di tutto 1'l...tit1110, siugole atl~·ihu~ioni. Scorgendo artche l'Ispet-
gli presentò in breve l'opera svolta dalle tril-P di Roma. madre Minonzio. che a\\-eva
suor,• in colJaborazione con i Pastori dc·IJa conosciuto a Milano. chici1e notizie dcli' [Hi-
Chiesa. specialment<" nt>ll'apost.olato cale· lu to di via B011\\'e,ain e delle altre (·as(' mi-
chi'itico, 01wra clt>cumeuLat a da un album lanesi. In partiC'olare s'interessò riel noviziato
di statistiche e note riassuntive. che consegnò. di Conlra tli Missaglia, ricordando la profes-
pcrs1)nalmcute al Paµa.
sione religiosa a cui Egli aveva pre,;enz:iato
Sua Santità, ossen•andonc con \\ isihill' sci anni fa. E apprendendo che (1uelle giovani
~mrpial'ruza oi,1i pagina. rispose: « ri ho suore avrchhero emesso qi1est'anno i voti
conosciuti' e appre.:::zate molto specialmellle n perpetui, aggiurtsc: « Salutatele tanto Il par-
Jlfilm10 nelfo Srnola I' 11elle t•11rie parrocchi(' ta/e loro la rnfo Be11etlizio11e ».
c/1.J milanese P dPI 1•aresollo durnrrte le 11isite
Cbiese poi alla Vicaria Geuerale la data
p11stomli. llo co11str,tcito la t·ostra 11t1it1ità ge- del prossimo Capitolo Generale e il numl'ru
nerosa fra la giot·e,uù e ho visto sempre le delle partecipanti; e sentendo che si sa-
suore Sl'rene e contente. È SPgrro che vivono rcl,lw teuulo i.n agosto, disse: « Oh. r'è tempri
bene la loro ro11sucra=ione religiosa ».
a11cora! Fatemelo poi saperP: prPgherò e vi
llingrazianclo poi llcll'olforta di paramenti manderò la mia benedirione! ».
e vasi liturgici destinali alle chjese ddla
Pa~sò lfUindi a osservare I.e varie collr·-
periferia di Roma, aggiunse: « Gradisca il zio11i tli liLri pm,entatigli: sorrisi' ili com-
dn110 ass11i bello e utile in se stesso, 11w sopra- piacimento vedendo che di una loro aJunna
tutto rome simbolo dell'ed11rnzio11e che 110/e/11
Laura Vic1tfia - è già in corso la causa
dnn• a/In f{io1•1mtlÌ, per Dio. {J••r Ce..,ì, benedetto. di beatilìcazionc: e, rallegramlosi per tutta
per /ti Chies,, ».
la stampa uscita dalla penna J,,na Figlir
'\\U'es-posiz-ìonc falla dalla n:v.ma Madre di M.. A., diiìse: « Ringrm:illtele per me, in
!!Ul lavoro c111t>chiaLico <-he, sollo la guid11 particoltire quelle che ha,mo serino sulla Chie.sfl
,lfi Ralcsiani rlrl Cent.ro Catecbis tico, è in fer- e sul Po.paio. A questi libri ilanì uno sg,wrdu
vorr in tutto l'fatiluto e posto come base 11d 1·011 piarere e intere.~se partit-ofore ».
pro~raruma rii formazione dr] per~ouale, il
Rivobe poi alcune parole all'intero Consigfio.
lflll Santo Padre osservò: « Mo per questo a11ete dicenùo: « Voglio anzitutto ri11grazi,,rvi 111011,>

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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per il lavoro che svolgete. La Chiesa 1) e-u,uenia
ili rmi: ma prima a11corn 1·/l(J per il vu;trn la-
voro, fu Chiesa vi ringruzia per ltt v1>stra t•iw
di con.~acrazione al Signore e di ricerca 1lelfo
vosira smllificazione pcrso11ule.
Grazie per quanto fate per l'educazione e
la salvez::a dcliii gio1•1'!11hì nelle swole e in ogni
r•o!ilro campo d'apostolnto. Se era gùì impor-
tante ieri que.~to C'Ompito, lo è an('!lr<I di più
oggi. Anzi, oggi è piÌt d~ffirile e gr11t•oso; costu
molto di più, però non bisogn1i scoraGgi.1trsi,
ma credere al1'11:zione di Dio nelle anime e
pensare che a11che il premio sarà più grancle.
Continuale lti vostra missione iri adesioni•
e .fedeltà allo spirito del t·ostro Fondatore San
Giovanni Bo.~ro. Pregate per me ~ per la Cllies11
11 port11te In mia benedizione <1 tutte le suorr.
da quelle che hann o delle responsabiliuì fin o
111/e ptù giovani f' 11 coloro 1·he stanno entrando
nel/' f stituto. Dite a queste che il Papa le be-
riedice firi dulie soglie rie/la vita religios(I.
perchè quando al'ranno fatto in piena libert1ì
la loro scelta, possano 1,ivere in piPne.zzr, r gioir,
la loro oblazione o/ Signore ».
infine il Santo Padre i11vi1ò le presenti
a recitare con lui un'A·r•e a Maria Am;ilia-
Lri(·e, impartì loro un'ampia h enccliziont>,
diede a ciascuna una corona del Ro:,ario.
e dopo aver henevol m<·ute po,salo per le foto-
grafie ricordo. si ritirò riuuovan<lo iJ s uo
~esto bcnedicente.
Il Cardinale Cagliero
ritorna nella sua prediletta Patagonia
.Su insistente richie,,ta dei Vescovi e ferleli
delle regioni patagoniche in Argentina, i
rest..i mortali del Cardinale Giovauni Cagliero,
l'apostolo della Pataio11ia e primo Vescovo
e Cardinale s ale~iano, 1'8 m!lJ!:giO si:on,o 80no
giunti a Buenvs Aires pl'r Cijsere tumuJati
a Vic1lma, ai piedi di Maria Ausiliatrice,
in quella d1e fu la sua calledrale come primo
Vicario Apostolico ridia Patagonia e Terra
del 1-'uoco. Nel prossimo numrro dàn•mo re- l!tt)

3.2 Page 22

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lazioue del](• trionfali accoglienze fau e dalle
autorità e dal popolo argentino aJ bFI·antle
figlio di Don Bosco.
L'Episcopato Argentino. per l'occaRione.
ha ~critlo una Pastorale collettiva, nella
quale rievoca le gesta e le benemerenze del
pioniere, del missionario, deJ diplomatico e
del porporato.
L'Em. mo Card. Antonio Caggiano, ar-
civescovo di Buenos Aires, si è riservato
l'onore del primo omaggio al grande evan-
gelizzatore clclla Pat.agouia nella cattedrale:
è r' omaggio l.iianco · dei bambini, dei ragazzi
e dei giovani.
Nella cripla del Tempio di Maria Ausilia-
trice è in programma l'incontro del Carcl.
Cagliero con Don Giuseppe Vespignani; i11
Berna( l'incontro con mons. Costamagna;
in Fortin Mercedes l' ir1coutro col giovane
servo di Dio Zeffirino Namuncurà, il figlio
del gran cacico patagone, il piissimo giova-
nel Lo che il CardinaJc aveva portato con sè
iu Italia prima di lasciare l'ArgeILtina.
Il Presidente della Hepuhhlica, <lotl. U m-
h erto lllia., presiede le celebrazioni insieme
con rEm.mo Cardinale Primate e S. E. il
Nunzio Apostolico. l ,e Forze Armatf" prc•
sentano le armi all'arriYO della salma del
grandr civilizzatore e gli reudono onori' nel
suo pas~aggio lrionfale per le cillà argentine.
Prima di lasciare Roma, dove riposava
da 38 anni, ha riceYuto l' addio estremo dalla
Famiglia Salesiana di Roma nella Basilica
del Sacro Cuore. L' aus tero rito cli s uffragio
fu officiato da Sua Ecc. mons. Cognata, sale-
siano. presenti i capi delle .Missioni Diplo-
niatiche tlella Republ,lica Argentina pres~o
la Santa Sede e prcsso la Rcpnhblica ltaJiana
con altre auLorità. Don Luigi Castano, Pro-
miratore generale dei Sale~iaui, ne rievoca, a
in sintesi toccante la fervida vita. le intre-
pide gesta e la straordinaria fedtJ Ià a Don
Bosco. Concludeva il i;acro rito Sua Em. il
Card. Benedetto Aloisi Ma.~clla. nostl'O a ma-
tiE<simo Protettore.
Il comunicato di quattro miracolati
Nel viaggio aereo dulia Bolivia a Cordobu
nel/'A rgeruina ci11q11.I' chierici salesiani del-
l'lspetloria Bolivituw, nel far rùomo allo
studentato che li ospita per i loro sttidi
teolugici. vùtggi.ava110 su di un aerP..o che
andò a sfas<:inrsi e incendiarsi ir, u11 bosru.
Solo uno rim~~e vittima del triigiro i11ride.11te.
Cli ttltri q,wttro c111rib11iscorio la loro inco-
lumità ari ar, miracolo di Maria Ausiliu-
1rice. Ecco il loro rorn"nirato:
«" Grnzie. o mio Dio! » J"ronu le prime
parolP che pron11nci11mmo più col rriore
e/re ('IJII /p labbra al cederci ancora in t•ita.
l,11 genti' ac,·or.•11 e i tecnici che ispeziona-
ro1111 i ro1tc1111i. 11011 si star,cavano di ripe-
tere: ·' È un mirarolo! "
E/Je11i11t1mente l'aere-0 su cni l'iaggiavam()
da S unto Cmz (Bolivia) a Salta (Argentina)
precipitò ;;fraceJla11dosi in un bosco tropi-
cale. appena lasciata la pista di scalo di
Yac11ib11 (Bo/foia). Abbiamo sentito con-
crveamente la mano di Dio sopra di noi.
Rotti i serbatoi dellct ben:inu, si formìi
come 11n lago ,li qtiesto liquido 1'.nfi<imnw-
bile e l'aria rimase impregnala di 1,n g11.,
irrespirabile. A pod,i passi arde11a "" 1110-
u,re.. Il fuoco ci /ia risp11rmia1il La coda
dell'aereo P più di metà della /11$0/iera ~i
,;on .fatti <L pezzi disseminandosi qna e là.
Noi cinqu4! st11denti di teolo{,fia occupa-
vamo gli ultimi posti: ancora oggi ci do-
mandiamo rame possa es.çerP rl,e siamo
vi11i in qnattro. La 1wstra buo11u /\\famma
A11siliatrice ri lw dimoMrato ancora 11nt1
volta quunto ami noi e l'Opera salesiana
in Boli11it1. È 11ero, r'Ìi stata u,na 11it1ima,
ma la Madonrrn si è scelto il mil{liore,
l'1111iro Boliuiano del r,ostro gmppo, pri-
mizia matura e carica di ta.nfe speranz~
per la 1rno11issi11ui ls1>etturi.a Boliviana.
Con l'espressione della nosrr« gratitudi1111
alla J\\tfamm/J celPste, rrn invito a clii legge
q11es1e nostre righe: " Chi vuol 11enire a
sosti/uire il compagno .;comparso? La Bo-
livù~ ri a.~peua con le braccia aperte. per-
clrìJ ha 11isogrro di molti sarerdori sa.nti e
{{en.erosi. Li Aspettiamo " ».
I QUATTRO SUPERSTITI RICONOSCENTI
200

3.3 Page 23

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Un trentennio celebrato nella t ristez za
La pers.ecl.l7.ione religio~a niii paebi sollo il
giogo comunisra, anzirhè diminuire. aurne1\\la.
Ultimamente s.i è appreso che a Kauna6 il
regime comuni~la ha trasformalo in sala da
ballo la chiesa dell'unico ~eminario lituano.
Oetla chiesa. dedicata alla SS. Trinità, nel
1938 tlaU'Arcìvescovo di Kaunas veniva
affidata ai salesiani, che vi estesero una
vasta rete di attività parrorchìali e assi-
stenziali e iniziarono toHo un oratorio. irr
breve tempo divenuto fiorentissimo.
Ma nel 1940 l'invasione r.omu11is1a passò
come una Curia devastatrice: il pt:rsoualc
venne disper~o e il direttore-parroco. don
Francesco P e Lraitis, in sc~uilo ai maltratta-
menti i<ubiti, r:oorì i_n esilio. Con la sMonda
invasione r occupazione SO\\'Ìetic-a d el Paese
11944) venne interdetta quel,iasi atth ia)
ra1ipos:i. Dopo alc uni anni si riuscì in qualchl'
moclo a riapI"ire il seminario, ma recente-
mente ne ~ono stati requisiti i locali, per cui
11uei pochi seminaris ti (23) ammessi dal
Commissario del Culto, sembra si :sianu ri-
fogiali nei locali tfrlla SS. Trfail à. Ora la
c·hici,a è ~tata tolta anche ai seminaristi.
Quest'anno ricorrono 30 anni rlalJ'cntrata
rlei figli di Don Bosco in LituaJLia. ] sale-
~iani lituani commemora110 que~ta dal a co11
tanta Irislezza, poichr. la loro opera in qoel
Paese eo~ì fedele A stata annientata.
r pochi salesiani lituani ~alrntisi dalla
tormenta continuano in qualche mr,rlo la
loro attività in favore dei conuazionali nel-
l'America del Nor,1, in alcunr rrr,nbblic-he
de] Sudamerica e altrove. In TLalia. a Ca-
stelnuovo Don Bosco. da 12 anni tcu~ono
un piccolo collegio per profughi lituani. Pur
nrlla mestizia ch·ll'c,ilio. quèRt' ann o hanno
la _!!:ioia cli vedl'rl' asntmderc l'aharc il primo
alli,wo del loro i;:tituto. divenuto ~alesiann
e bacerrtutr. L'auno i;c;orso vi ha celebralo
una delle· 11ue prime m rssc uu altro cx allievo
del collegio, che aveva ragii;iunto il sacer-
doz.io ni·J Pontifi!'io Collc~o Lituauo t1i Roma.
NUOVA CHIESA DI SAN PIO X A SAARBRUCKEN • GERMANIA
Nw Qwtrtière periferico deuo di Sant'Anlual i salesiani la\\'orano da ao anni
per la gioventù con uo pznsionato per giovani studenti e operai e con la cura
d'anime. Per lunghi anni la Popolazjone, In continuo aumento, do-vette accal-
carsi in una chiesetta di rorruna. ma nel T960 si iniziò la costruzione della
nuova grande chiesa dedicata a San l'io X, 1ilolare della nuova parrocchia.
Net m 11ggio del 196:, comfaciò a funzionare la parie centrale già completata.
Recenteme·ore nuca la modernissima cofì:u,.1z..Ionc9 compresa la torre campa-
s. naria, è stata consacrota da E. il vescovo ausiliare mons. Carlo Schmld1.
Duranle l'omelia del primo pontificale il Vescovo ricordò l'opera dei salesiani
nel 20 anni di opostolato In quel quartiere e confidò che pensava SpeSso alla
chiesa parrocchiale dJ San Pio X. speclalmenle durante i lavori del ConcWo
a Roma. Tulle le volte c he si recava a prègare sulla 1omba del Sanlo Pontefice.
rlcordftva I salesiani di Saarbrllcken e I fedell della parrocchia.
:.!01

3.4 Page 24

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Il dramma
di centomila sfollati
Una nuova diocesi nell' Assam (India) sul confini del Bhutan, lunga 600 chilometri e popolata da
25 tribù differenti, che hanno I primi contatti con la civiltà La gfungla fiorita di frutteti e di giardini.
Un episodio che fa pensare all'esodo del popolo Ebreo dall'Egitto per sfuggire alle sevizie ck!i Faraoni
A1uiamo ricevuto ,·nn gioia la 11ot1z1a
ul'll'erezione della Oioc-esi di Tezvur (Assam-
1nrlia), clrn vienf' distac..-ata eia quell11 di
Shillong. La nuova uioc-csi corupremle il
territorio a 11or1I del fiume Bramaputra.
L'annunzio mi r giunto durante La visita
pastorale a Ttmf!,lu, un distretto con 9000
cattolici, vicwo a Tezpur, ~ui confini del
Bhutan e della NEFA. dove due anni
or sono l'invasione cinese mi1Jacciava di sfo-
ciare nella pjanw:a con Ja , iolenza ùri umi
quando in piena discendono da quei monti
1:, lal'Cianùo le strellc gole. si spiegano a
ventaglio rtel piano seminando distruzione.
I monti come giganti ci ~uardano ùall'allo
e noi ci domandiamo tuttora che co.~a suc-
cede al di là delle den1 ate e scintillanti vette...
Mu il la"nro <fr•i missionari non ~i arresta.
1n questo mio viaggio ebbi In gioia di lwnedire
una delle più (;elle scuole 1lelle Figlie di l\\Iaria
AusiliaLrice i11 India e. nel distr('ltO, cinque
cappelli' in cemento armalo. Furono cinque
6riornate cli intenso lavoro di villaggio in
villaggio fra le lrihì, Uoro, Munda e Uraon,
coronale al centra cou la benedizione nuziale
di 50 copie di novelli ~posi, ~ l'ammini~lra-
zionr di 420 Cresime.
Jl parroco don Gujdo Colussi è coacliuvato
da don Peditto e da un prete diocesano.
\\'i i, anche un internato ('On 270 giovani.
I cristiani sono ferventi: amano e aiutano
fa Chfosa. Il Vcseov«> di Tezpur potrà guardare
con fiducia l'avvenire della diocesi, lunga
1•iù di 600 chilometri cou la finestra aperta
al nord verso il Tibet maestoso e la Cina.
~)2 Questu finestra rappre.~cntata dalla NEFA,
(North Easlcrn Frontier ,Agency), il tratto
montagnoso sull'Himalaia. Dal piano le col-
line s'innalzano gradualmente fino a rag-
giungere le più alle vette eternamen le r.o•
perte di nevi... La rei.,rione r ahilal a da al-
meno 25 1liffercnti tribù, che cMnineiauo a
veuirt· a contatto con la riviltà.
Quale la solu~ionc?
La loro Mcmplicità, varietà rii tipi, onestà
nat uraJe, folclore, hanno impressionato vi-
\\'arneme lutti coloro che Li visita rono nelle
incan1evoli \\'alti villaggi. li Govi'rno 11011
cimane insensibile a questo prohlcma: come
andare loro iucoul ro?
D Primo Ministro Nel,ru così scriveva:
« Il mfo amore per queste tribù ereLbe quando
imparru a conoscerle, e con l'amore venne il
rispetto pn esse. In mezzo a loro rinunciai
a ogru aria di superiorità e di superuomo...
Io non ebbi sempre idee chiare su questo
punto. ma a me sembra che dobbiamo evi-
tare due eccessi: quello di coloro che vorrcL-
hero trattare queste tribù come rarità an-
tropologiche, buone per studi seient ifiei; e
l'altro di chi vorrebbe fonderle nella massa
della 1•opolazionc iniliaua ».
Come far i;entir e che sono nostri fratelli,
e come possiamo mantenerli negU incanti
della loro vita senza privarli dei Lene6c-i
della eiviltà? Neùru dice: « Sarebbe uno
sbaglio avvicinare questi uomini con la no-
stra superbia di ChSCri superiori e imporre
loro le uo.strP idee. li nosLro comportamento

3.5 Page 25

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verso di esili 1levo r s~i-rc pieno di ri,..pctto (
p1;rchè !!Ono e1:-scri uma ni com e noi. E11iji nu-1
devono se:nlirs i umili a li o schiacciali dall 1
nostra superbia. 6: i<olo per mezzo dd r i-
s petto e d ell'amorc che questi fratr lli 1w·
tranno reagire bene a i nostri sforzi e i;vi-
lupparsi com e UD fiore che apre la coroll i
ai raggi caldi r hcnib'llÌ del sole >}.
Legif'ndo quei;Ie riflessioni. in t utta umilt 't.
io pott", o dire (lUI' 11011 r rano co~1· nuo, e p1 r
noi. E p.-nsa, o a Gesù. c hf' e~;,pnclo Fi1.diuo10
ili Di<>, la Sapi«'1)zu 1ll<'arnat11. lu S plrndo, r
della luce 1livillil, lii , C'SIÌ ddlt• uo~trl! i;em•
bianze umarll', ~i rhinmè, • .Fi.{!liO d,•ll' uomo '
f come tall' , i"'' fra {!li uonùru. porlamlo
tulle le no,-trr infrrmiLà. meno clw il Jlf>••·
ram, per rf'r\\llt·rci I ull i fi{!li rli Dio .-,I nNl1
dPI Pa.radi~o...
La giun~la è {wrica
Dalle primc 1w11di1•i df'll'Himalaia il Vr-
RC0'-0 riallra"cr><uva il Bramapulra ,ul uuo, o
mne-,Loso pont t> rli Ga11ha1 i e rair!{iun11e\\ 11
<·oJline Garo. chi• c•hiudono la \\allata al ~ud
t> separano I' \\~,am dal Pakis tan. ()ui i Ral•
listi amer icaru laHlrano ,la più di <·1·1110 turni.
f' i cattolici ~olo da 35 anni. La jet-p ,•orrc, a
lungo il pendio Ùt•II,• collini" e c'inco111rammo
con un campo di 1·ll'fnnt..i rccenlern1·11t1• cal•
turati: erano rirca 30 ci divf'rtimrrw tunlo
a osfi("n are t,:li 1·l1•fontini. Eravamo rlunqu<'
vicini alla rcgimu• che una volta Na il rt>f!IIO
ilei bambù e d.-U't,1.-fnnte.
L'accoglienlr ~•az inn,· missionariu di O a nira
con un h1·ll'tdifì,·io •cola,-tko. su cui in allo
"[iiccano a gro~~i 1·ar111 Leri le parole: l>ON
BOSCO. fu la t•rillla Iappa. Che d ifferenza
rlnlla giu:ng.la at1pra e for1e, brn nola ai primi
mi~8ionari, pi <'no cli mias mi e zomrnrc, alla
v i~ionc di nunvi edilizi 1,,or/?e11li in lllt'zzo 11
fiorenti fruu eli ,, {!inrdinil Era l'immagim•
di un'altni tra~formazionr: quella çompi111u
dal laYoro 111i,,ionarin.
li giorno dopo ,·i nrra mpicammo con la
1rep s u per le 1·oll111r , crso r interno. Il Go•
VC'rno apre strado ovunque. Quanti rieor1li!
Oon Costa diceva: <( Qui lanli anni or i-0110
m'incontrai ron una mandra di cll'fanti
Al'l valici. In questo , illaggio UD mi~sionario
fu assalito da un illlacco di malaria con
febbre altissima: r pcrchì- deli.rava, i Gnro
bcapparono c.-n'tic11dolo in-\\ aso dallo ~pi•
ri10 maligno. Him a,,1> ahhandonaLO tl11 tulli
(lt'r due giorni!... ».
I.a je,p intanto !>'inullrava velol·t• 1-ouo i
tunnel verdi. A H' mmo quattro g rarnli riu•
nioni n<'llc fon·!>L1· Coro, ov!' lotlammn il
HA COMPIUTO 98 ANNI
li 2 i IIW[qllO. frs/11 di Maria 411sifit,.
trfre. IJ011 (;iornnni J,fo:io. 1 ettm,rn
missio11urio dtlla Patagonia, l'upo~tolr,
,,,,ì tftl Clwlmt, l111 mg._/{i1mto felirl'mr11te i
98 u11111 tli ed ,, tuttora i11 frrdtln
1111frit?i 11p<1stofirn.
Pudre )111111 ~i11nse nel Chublll nel
1901 I' 11<111 fo sàò pih que./la lo1lll11111
prot·incia de/111 Patagonia. che lo onoru
tra i suoi prinripali eva11g11lizz111ori.
Quando ,,; g11111s!'. IP d1t1ì rlie oggi l'llfl•
tan-0 1111es10 nome. arN·11no due II tre
ra.s«>: ed alr11r1e, romp Camudoro Rirn•
dari11. r,011 ,~i~tl'l't1110 affatto. I r111toliri
erar,o porhissimi . q11asi tuui ern110 pro•
te.star/li. ma P,11/re Jua:n ~"Pfl" f,ir~,
benn,len• anche <111 q11esti.
Nel/ti Esp<1sizio1te M issiom1ri11 di 'l'o•
ri1111 del 1925.fu molco nmmiraw un'auto•
,:appl'llti, 1111" ,ll'lle prime: Pra 1111 do110
de/111 F I AT II q11estu 11mile e gra11d<' mis•
sionnrio. 11/ q11nlf' n11g11ri<1mo ,li r110,,.
,li ,/frpr,wrr... serolar<' e poi. ,la b11or1
I ___________ religioso qmtl ;., tli non (<'mwr~i nl
.(ero/o ' ..
\\
buon Dio. hi, accait1lo anche n.oi ,·011 1 11ri-
s tiani i;ollo lc1ule di frasche e paglia. di,;tri•
hucndo tf'nli naiu , li Comunioni I' a mmioi•
..trancio p di 1000 Crf'sime! E l'll•l, ,upc•
raudo lo :-partiuequc, discendemmo ~ull'al-
Lro vcn,aule.
"Nella staziono mii-sionaria di Bha:.:mura
<'i atlcntlcn111n ron d on S 1alll..r p ,li

3.6 Page 26

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Assam - India
Tipo carallerisllco del confini nord-orientali (NEFA)
2000 cattolici, cbe ci 1,roJigarono la più en-
tubia~tica accoglien.,,a. Era, amo proprio sulla
linea dove le colline c~sa,10 e incomincia
la pianura 11C'I Puki~Lan. E qui incominciano
le dolenLi note.
Prima deUa parl1.uone dell'india molli
Garo dalle colline discesero uclla pianura del
Bengala. e con sudore e sacrifici convertirono
terre incolte in fertili risaie. I Parlri americ>aru
della Sani a Croce li evangelizzarono co-
Slruuudo per loro chiese, scuole ed opere
l'Ol'iali. Poi nel 1947 venne la separazione del
Pakistan daU'[ndia. Un'alta barriera di Lambì,
!l'innalzava: aJ di là i Garo nel Pakistan
musulmano e al di qua in lucila i Garo delle
colline. 11 commercio fra le due zone si pa-
ralizzò di anno in anno. La vìLa dei G-aro
nel Pakistan diverllò sempre più difficile,
lìnclrr l'ora deTia tragrdia suonò...
Il dramma di centomila sfollati
Mentre noi in Bnagmara celebravamo la
festa anuualc con gioia e speran7,a_ notizie
dolorose affluivano da ogni parle. Lungo un
tralLn dì 120 chilome tri, i Garo, i:;Otlll la
protezione della notte, ahbaudouarono I.: case,
i terreni. il rarcolLo, il bi,sliamc in Pakistan,
e a piedi porlando sulle !ipalle pochi ulensili
e masserizie sfoUarono iu Judia. Era come
una marea umana che si calcola a 120.000
per:<onc, LuLLi Garo e llaj(ln. di cui 30.000
sono già cat wlici c allmerllauo ogni giorno.
Furono provvi~oriamentc alloggia,i in campi
:!O-'■ lungo il cor,;o dei fiumi, l:lotlo rifu[!i baa$i di
bambù e paglia. Il flusso di questa marea
umana ancora continua, flusso senza riflusso.
ron si lascia ogni cosa cosl facilmente se
non ci sono rngioni: il panico può consigliare
sfollamenti provvisori. ma ora nessuno vuole
ritornare. I Padri della Santa Croce non riu-
scirono a per,;uaderli a rimanere. Tutti segni
che questa povera gente SOJ.10 vittime di vio-
lenze e sopprusi. E sono le tribù più pacifiche
e semplici del mondo!
lo visitai dieci campi di sfollati. Sciami
e sciami di bambin:i accon-evano attorno a
noi salutandoci col saluto cristiano: « Jesuna
rasong » (sia lodato Gesù CrisLo). Per i fan-
ciulli. sotto quel bel sole di Dio, vicini alle
acque del lìwnc, Lullo aveva l'aria di una
festa. di una scampagnata... A frotte ci ac-
compagnlll1o attorno al campo. ovr tante
mamme con bimhi lattanti, come nelle loro
case, rontinuano a preparare i cibi, a cu-
rare i .bambini. Povere mamme! Sembrano
la personilicazione dell'amore e ùel dolore!
Sempre eroiche, sempre all'altezza deTia loro
miasiòne. Poi ci sono gli uomini, pensosi
pensosi, preoccupati per L'avvenire. Hanno
sofferto tanto cla non aver forza di ricor-
dare e narrare. E noi, con le lacrime agli
occhl, contempliamo la visione doloro/la degli
sfollati. dei senzatetto. delle vittime inno-
centi. Il Goveino ha preso tutte le misure
del momento per aiutarli. Noi ahhiamo man-
dalo molte s uore infermiere, e i missionari
cattolici girano di campo in campo. Ah-
biamo chiesto aiuto alle opere di carità del-
l'India e del mondo.
InLanto urge erigere lllla spaziosa cappella
w ognuno dei campi di sfollati; urge 1,en.sare
a ingrandire i pensionali gjà esistenti per
accogliervi i giovani che sono più avanti negli
studi percnè non debbano interromperli: 1ugc
trovare medicine, ahiti, coperl e, dana·o, per
venire in aiuto a questo •narea umana.
P erciò lancio u11 SOS a tutti i buoni
perchi- ci vengano in aiuto. Quando prossi-
mamente ritornerò a visitare quei campi,
vorrei p oter dire ai nostri buoni cattolici:
« li mondo intero /,a cor1osciuto [(I ,,ostra
miseria. non perdetevi rli coraggio, i soccorsi
(lrriva110... sono giù arrivati!».
TI ve~co,,o e i missionari sono anche giu-
stamente preoccupali della vita spirituale. Un
catecbisra degli sfollati ci diceva: « fl Padre
nel Pakis tan, prima che partissimo. ci disse:
" Anche se perdesle tutw, conservate almeno
la fede! •• Sì, noi ricorderemo quesle parole
- continuava il catechista piangendo - /.,11
fedi'! Questo ci ba.sta».
Nulla gioia come nel pianto la Chiesa si
mostra veramente Madre e Maestra.
MONS. STEFANO F•:RRANUO
11e$ru~" di Shitlo11g (Assor1,- llldia)

3.7 Page 27

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Il p,umo-
130RORO
Nel 1914 la Missione salesiana del Mato
Grosso (Brasile), due rlecem1i dòpo il suo
inizio, era erctla in Prelazia e il suo superiore
,lon Antonio Malan llt' f'ra il primo Prclato-
Vesrovo.
La ProvYi.denza ci ha concci,so CfUl"~l'anno
<li commemorare la data cinquantenaria
non solo con u.na rassegna IJanoramica degli
abbondanti frulli raccolti fra triboli e spine,
ma aneb;- éon uu frutto eccezionale: la prima
professione rdigiosa safosiana di un figlio
legittimo della vaforosa tribù <lei Bororo.
Quando, nd maggio drl 1915. S. E. mons.
Malan faceva il ><UO primo ingresso fra i
suoi cari Bororo. nella colouia drJ Sacro
Cuqre era un tripudio cfj festa: chi avrebbt'
potuto pensare che fra quei neofiti esultanti
c'erano il nonno e la nonna di un futuro
t•oacliutore salesiano? Fiore davvero singola1e
che la Provvidenza 11a fatto sbocriare in
pit·na foresta.
È nella casa di noviziato di Campo Graudc:
che il. giovane Bororo Angrfo Kaìgu emetteva
la sua proff'ssionr religiosa nella festa di
San Giovanni Bosro. Con voce commossa
ma franca e chiara. lesse la formula: gli
erano ai fiancw chw vf'nf'randi mi11sionari
clri tempi eroici della missione che. nello
!\\volgrr8i del rito, , CÙl'vano la ripetizioni·
di quello compiuto:>i per loro 60 anni ad-
dietro. quando avevauo fai to la loro pro-
fessione uellc man..i del venerabile Dou Rua.
All'11Jarire di chieRa, tutti prcsenLi cir-
concJarouo in feJata i novelli pr ofessi. Tutti
si disputavano Angelo, il primo 8alesiano
Bororo. che calmo sorrideva.
- 'l'i Renti contento? - gli fu chiesto.
- Sì. molto rontento. - E al fratello,
che era vrnuto dalla ~Iil'lsione per a!'~istere
alla festa. in disparte dirern:
- Hai veduto, Alberto. quante foste? Ri-
tornanclo alla M.issioru•. conta quanto bai
visto e di" a tutti che mi ~ento felice.
Con Don B011<·0 avra11no esultato in cielo
tanti eroi ci miRsionari e missionarie Figlie di
Maria Ausiliatrice, chr ron i loro sudori ed
anclte col san~ue, hanno irrigalo la fiorente
mi8Rionc. Di molti t' ancora viva la memoria
dello zelo e dell'attività instancabile. Nellu
vasta Prelazia ì, ricordalo il loro nome, spe-
cialmente Qe aurl'olato di bontà come quello di
mon~. Giuseppe Sel va. iJ « Vescovo buono».
E con loro avranno a.~sistiLo chi~~à quanti
Bororol Fra cli essi· i l g iovane Pierino Mo-
to_j~ba. che a\\ sorri ~o al collega Kaigu, che
potè realizzart> quella vocazione che anrh'e!!li
aveva ,fosidr.rato Lallio di raggiungrn.', ma ne
era stato impedi1 0 dalla cbia11'111ta drl Signori>.
Que!!ta primizia sale;iana, racc;olta nella
tribù dei Bororo, segna un traguardo rag-
giunto e fa presagirt> per la ~fissione un a,·
venire sempre più prospero.
DON CESA.JlE ALBISETTI
m1s,ìo11ario 11,/ Mu/lJ GrQSSII (Brn;,i/e) :!O~.

3.8 Page 28

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CONQUISTE
NEL
BENGALA
L Tigre Reale della fornRta e il leopardo
· in agguato • vanno scomparendo dalla 11ccn11
del Bengala. Le giungle impenetrabili e pc·
ricolose vengono abbattute inLen• regioni
mes"'e a coltivazione. ' uov-i villaggi sorgono
ovunq-ue con lo stabilirsi di industrie, operi'
sociali. scuole, campi sperimentali... Com-
pagnie del pct rolio penetrano nei luoghi
più remoti per fare sou,laggi: strade me-
talliche stemlono la loro rete ovunque e
ponti maesLO!,\\i si alzano sulle acque tranquille
dei grandi fiumi gangetici.
I pri_mi missionari e le ijuorc che misero
piede in questa diocesi di Kriijhnaga.r w1
secolo fa. arrivarono da Calcuua su piccole
e deboli imbarcazioni, auraversando il Golfo
del Bengala e navigando sui fiumi del delta
dt:l Gange. Colpiti da malattie infettivt- e
da febbri malariche, molti dei primi >'acercloti
e suore sacrifìearono la loro giovane esi-
stenza. Durante il primo secolo la Chiesa si
stabilì con fatica, molto debolmente e con
poche consolazioni per gli operai evangelici.
Piccole comw,ità i;i stabili.rom, nelle immense
regioni del Bengala e dell'Assarn: un piccolo
soffio di vento di persecuzione avrrbhe fallo
presto piazza pulita: tale era l'impressione.
La gente era povera, illetlerata, incapace di
sostenersi. l missionari e le suore adottarono
i primi cattolici come figli di una piccola
famiglia. r1rocurando loro educazione, lavoro,
. assistenza. casa per abitare e campi da col-
tivare.
La primitiva clioce11i l'li Krislmagar con gli
anni crebbe e si ·suddivise in nove altre dio-
24Ml cesi. La j>artizione del .Bengala avvenuta
nel 1947 le tol~e tutte le re.~idenz,· nussro-
uarie, eccetto la calletlrale e la casa vescovile.
Di cappelle in 111uralura nei villaggi non ne
rimasero più di Ire; il numero dei cauolici
~i ridusse a poche migliaia. Si dovette quindi
ricominciare da capo. E si lavorò con ardocc.
La sola enumerazione delle opere sorte negli
ultimi 12 anni è eloquente.: chie8e in mura-
1ura 24; residenze e nuove panocchie 6; nuove
l!Omunità di eatLolici 12, alle qiJali vanno
aggiunte due dozzine di villaggi Sauthal
(aborigeni) che recentemente si stabilirono
ni·lla parte uorcl della diocesi. In tutti i vil-
laggi vennero acquistati nuovi lt>rreni per
fan: posto alla chiesa, alla casa per la per-
manenza del missionario e ad WI'altra pe1
le Suore iu visita; inoltre dove era neces-
~ario, sorsero anche la scuola e il dispen-
;;ario. In ques ti nuovi acquis Li abbiam<> avulo
1nesenti futuri sviluppi e piani: i desideri e
le sprranze ilei missiou.ari non l1anno limite...
La popolazione cattolica nella diocesi si è
quarlruplic<it<l: da 3000 nel 1952, ora contiamo
12.000 fedeli.
Un'attività che ba susciLato grande am-
mirazione presso le più alte autorità dello
Stato, è l'opera di riaLililaziom: di cenlinaia
di famiglie in diversi punti della diocesi.
Nuove 'colonie' od iuLeri villaggi andarono
formandosi in queslo decennio. L'assistenza
dei missionari è stata varia a seconda delle
circostanze e delle possibilità. Abbiamo com-
peralo vasti terreni per abitazione, riven•
dendoJi in piccoli lotti a centinaia di famiglie.
Le nostre s quadre di operai passarono a co-
struire una ca,;a dopo l'altra. I lavori furono
finanziati in parte con sussidi governativi,

3.9 Page 29

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3.10 Page 30

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4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
in parte con fondi speciali della Missione o
con i risparmi delle persone interessate; da
soli a, rcbbcro poi uLO fare poco o nulla, non
riuscendo a superare le difficoltà. l nostri
due au1otra~po:rti non i.i fermano mai 1lal
porlare materiaJe cli ('.Ostruzione per aiu tan·
tanta povera genie, non esclusi liindù, nrn-
sulmani ,: protestanti. Oggi centiuaia f:i-
ruiglie, per il nos1ro aiuto ,. intert>ssamento,
banno un tolto.
l Salesiani <folla Scuola Don Bosco non
rimangono inerli. Hanno costruito una scuola
~randiosa. c he unita alla scuola primaria di-
relta dalle S uore cl-ella Carità e alle opere
per le fanciulle. desta !'-ammirazione di tuui.
(;Ji studenti interni sono piìl di mille nelle
quattro i1<liluzio11i, altrt>ttanti gli eSl('rai.
Le scuole tecniche e industriali sono all'avan-
guardia nel l<Jro ca ntpC> e çontrihuii,cono
moltissimo al progrc,sso e alla co~truzione di
nuove opere nC'll'amhito della Dio<'esi. rom•·
alla formazione della gio,.entù.
Oobhiaruo aggiungere una parola s nUa fo11-
dazionr dell'[stiluto delle Suor~ cli Maria
Immacolata, faLta dal no~Lro Vc,;covo S. E.
monti. Luigi L. R. Morrow nel 1950. Sono
già più rli 160 Suore distribuite i.n (lll ,, cai,e
reli~ioac, ijCuole t> op<•rc 1liver,:1e. Attenrlono
al lavoro nei villaggi più rt,moti u18Ìemc con
i SarerdoLi: i.I loro contriLuto in m C>ltiissim e
attività. compresi ~li oratori t'e!'ti vi e c1uoti•
diani, c-oope.ra cllica1·emente alla creazione
della vera vita cristiana nella popolaz-ion(•
rattolica ,. n11ira In hcnc,olenza l.lei non
cristiani.
La Diocesi è all'a,-anguardia nei testi di
religione e iu altre pubblicazioni bengalesi.
1wlla propaganda col cinema e lr filmine,
nella musica e canti sacri. Furono pubblicati
più di venti libri e opu~coli. La Scuola 0011
Bo~co pubblica un 1-1ior11ale mensile chr porta
notizie Rullc attivilà della Cbiesa nel mondo.
Tra i libri figurano le opere catech.istichP
di S. E. mons. ~forrow, compre>'à La miu
Fede Catwlica, che è un vero trattato cli
Teologia per laici. La ,~ita di Do11 Bo•co e
rii San Domenico Savio, L ' Tmitaz,:one di Cri-
,çto e altri libri cehgiosi s ono mollo apprei.-
zati per il contenuto e lo stile.
A llanco Jplla cattedrale di Krisbnagar
fu costruita una cappella con w10 splendido
altare, sul quale tronl'ggia il Sant i1<simo.
esposto Lutti i giorni dell'anno. Almeno due
Suore di Maria Immacolata aùorano e pr•··
gano continuamente: est>mpio e invito 111
Sua Ecc. mons. Lulgl Morrow Laravolre, salesiano
Vescovo di Kdshnagrr (India)
cattolici e ai moltissimi non cal tolici che
pas~am> a visi I are la chiesa. \\Tolti hindù
rnnangono èslatici davanti a qnclla scena
di rac,·oglimento e cli preghiera: si inchinano
t• ~i pro~trano davaati all'ali arP; talvolta
pas8ano anch'essi lungo tempo i.n un n,Uoquio
con Dio cl1e 11011 ci è dato di intendere, ma
che ci fa bene sperarr. Tali vi~ite e ~cene
sono di tulti i giorni. Benchè sia duro e difli-
ciJe il la, oro della ChieFa in Beni:tala. cloH
l'Hiuùuismo è forlemente e socialmente radi-
cato, tuttavia la , ista di queste anime 1;ht•
i.i avvicinano a l Signorn ri rincuora " ('i fo
l(Ua.rdare fiduciosi all'avvve nirt>.
Il ct1ore ci dice che verrà un giorno ancltt•
per loro in cui Gr~ù li rhiarnerì1. Questo aJ.
Lare, fedelmente e amorosamente custodito
dalle :i:elanti Suore di M'aria lmmacolata,
le quali associano alla vita alliva questa
forma di -vita conlemplathra eucaristica, ì·
una predica costante e un invito irresistibile
per i cattolici ad essere più fon-enti r pn i
non cauolici una forza ùi aLLra:i:ione verso
la fede; è'- sopratlutto il grande couforto tli
tutti c1uesti missionari. instancahili portatori
del rnessagiio tli Cristo.
PON LUIGI GOBF.:TTI
Delegato Vutouils Ji Kri,knnJ?"' (/ntl;n.RengtJla)
ASSAM -INDIA Mawtai- Shltlon. Allleve delle Figlie di Maria Auslltalrlce durante un saggio ginnico. • Faniiglia
« Kameng » sul confine del Bhutan: sono anch'essi buddisti e vestono conie I bhutanesi. • La preghiera d, un
gruppo di aspiranti buddisti In una pagoda della frontiera nord-est dell'Assam
:?Ofl

4.2 Page 32

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Salvo in un tragico incidente
Stavo percorrendo la statale Valenza-Ales-
sandria alla guida di un 1lutocarro Fiat uoo:
era il sabato 11 gennaio u. s. La strada con
varie curve ha salite e discese. Nella prima
curva mi vedo davanti un grosso autocarro: mi
sposto a destra per lasciare maggior strada Li-
bera, ma non mi accorgo che vi sono degli
spessi lastroni di ghiaccio. Il camioncino mi
slitta, portandosi con la parte anteriore tutto a
destra, mentre con la parte posteriore dà una
forte sventola alla cabina dell'autotreno. Dal-
l'urto la porticina si apre e io vengo proiettato
fuori contro le ruote del grt>sso camion, mentre
quello sul quale mi trovavo, si raddrizza, per-
mette che io rotoli dalla parte opposta della
strada e passa dietro l'autocarro andando a in-
cagliarsi in una siepe laterale. Chi assistette alla
disgrazia, pensò che io fossi in fin di vita;
invece potei subito alzarmi senza la minima
~calfittura. La Mamma celeste, che sempre
mvoco ad ogni partenza, mi ha salvato comple-
tamente, per cui io potei ripartire sano e salvo.
11/irobtllo Monf,rrou, (Akssandria) GIOVANNI PONZO
Salesinno
Salva da sicura morte
Mia figlia Maria, in seguito a uo incidente
stradale sublto nel Marocco fu ricoverata al-
l'ospedale di Casablanca mo;ente per avere ri-
~ortato la frattura d_el_la base cranica. Appena
ricevuta la tnstc_ notizia, tutti di famiglia ci ri-
volgemmo con lede a Maria Ausiliatrice e al-
l'intercessione di San Giovanni Bosco e di altri
Santi Protettori.
Dopo una diecina di giorni passati in coma
ci giunse la lieta notizia che era stata dichiarar~
fuori di pc~colo. Una vera grazia. Il migliora-
mento continua nonostante iJ sopraggiw1gere di
:.!IO una bronchite, attribuita all'infortunio,, che sta
ris?lvend~si. ço_ntinuiamo le nostre fervide pre-
ghiere e o affidiamo alla protezione costante di
Maria Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.
Ripacandido (Poten,.a)
GIOVANNI MECCA
Non subì l'operazione prevista
Mia zia soffriva da un po' di tempo di forti
emorragie. Le cure del dottore non diedero ri-
sultati i fu quindi portata d'urgenza all'ospe-
dale d1 Mondovl per essere operata di un fi.
broma. lo, piena di fiducia, la raccomandai a
Maria Ausiliatrice interponendo l'intercessione
di San Domenico Savio, e fui esaudita. Mia
zia, che per me è come la mamma, dopo otto
giorni di ospedale, venne a casa guarita, senza
essere stata sottoposta all'intervento chirurgico.
C'ome ringraziamento unisco una piccola of-
ferta.
Trinità (Cuneol
1'F.RE:SITA RlNALDJ
Guarito da pleurite purulenta
Caduto gravemente ammalato, fui v1s1tato
dal medico di famiglia, che diagnosticò trat-
tarsi di pleurite purulenta.
In seguito a ciò mi raccomandai a San Gio-
vanni Bosco, del quale sono stato sempre assai
devoto. Dopo quindici giorni di preghiere al
caro Santo e di cure, mi sentii perfettamente
guarito. 11 mio medico mi fece sottoporre ai
raggi presso il Dispensario di Nereto (Teramo)
ed il radiologo mi assicurò che ero sanissimo.
Da quel tempo non ho più avuto disturbi e
posso eseguire tutti i lavori, anche quelli pe-
santi. Attribuisco questa mia guarigione a Dio
pe_r intercession~ di S. Giovanni Bosco, al quale
mt raccomandai con tanta fiducia.
Tora,w Nuovo (Teramo)
GABRIELE DOIUA

4.3 Page 33

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Altri cuori riconoscenti
Maria FonlanJI Bergagnin (S. Stefano C,id(lre- Bèlluno)
avendo un fi~lio l{iudicato in condizioni disperate per
setticemia, lo raccomandò a S. G. 13. è a S. O. S., otte-
nendone 1a gu11rig-ione.
Rosa Capr iata (Scfacca-Aqrigento) con i familiari iniziò
novenè a M. A., a S. G. B., a O. M. Run per la salute
della mamma di 9~ anni, arnmalan di azotemia, con•
11esrione polmonare e complicazioni cardiache. Alla tena
novena lo tft"SZin venne.
Tommasina Cocco (Sanluri-Cogliari), affiìtta da acuti do-
lori all'ocC'hio sinis.tro, ottennf! la liberazione, raccoman-
dandosi a M .A. durante l'tfova2ionc dell'Ostia nella Messa,
Alfredo Blissl .Bruscluo11i (Var~•e) per la seconda volta,
a dfatnn7,a di tre anni, ottenne da M.A. e dni Santi Sale-
siani la !,'U>rigione della mamma da diabete, miocardite
ed arterio~clcrosi.
D. C. A. [Torino) con viva riconoscenza a 1\\1.A. manda
offerta pro Missioni.
Vilma Tuso (Arquntn Scrivia-Ah,ss.) offre la sua catenella
a S.G.8. per rance grazie riccvulc: e p~r una l,!Uarigionc
~c.:nza ink.rvenro chirurgico.
z. T. P. (Yorallo Sesi>t - Vercelli) invi• offerta per rin-
J{raziare S.C,8. e D. F. R. della loro ,,.lida assisten7.1
durante un 'opernz1onc chirurgie-a.
CHorgia Blanc.b.lni (S. M~ria a Colle-Lucca) nvendo poca
fiducia umana, si affidò tutta a M.A .. a S.G.B. e ai'S:mti
Salesiani durante un'operozione e nel1a conseguent~
t"rnholiu, uscendone <·nn1plctnmente sana.
Rosa e Teresa Rossi (Ovada-Aless.\\ rin11ra,lano infinita-
menre :vi.A. per segnalati favori ottenun, tra i quali la
iiuarigw,w propria e del nipotino do malattie preoccupanti.
N. N. (Casalu,rassn-Cuneo), opèrata due volt~. si Op·
pos~ n un terzo intervento, raccomundandosi con qran
fiducia a M .A.. S.G.B, e a D.F.R. con una novena
che le ottenne la piena 1tua1igione.
Enrico D'Adda (Treviglio-Berf(llmo), nlferto do me·
n1nj.,11te puru1cntn, en1 giunto alla piena inco~cicnza.
Iniziata per lui una novena a S.G.B., al quarto ~iorno lo
•1 vide fuori pericolo e in seguito completamente ri~tabilito.
Emilia Salvi In Giacomino (Perosa Af1lt•ntino -Torino)
1n qul1ttro n1esi dovette subirr' trr- operuioni, ma recan-
dosi ai piedi di M.A. e di S. G. B. • Torino. cnnsei;iut
un pieno ristahilimento in salute.
Marla Rol (Però~• Argentine-Torino) invln olft.rta per il
S1ntuari11 del C<>lle D. Bo~co per ringrot.ìare '\\1.A., S.G.B.,
S. D. S. a nome del figliuolo che ha Ortenuto lavoro.
Elda Valllni Pasqua (Torino) ringrazia di cuore S.G.R.
pèr l'ottimo risultato negli ~sami. l!<)r,set:"uito dalla figi.ili.
Onorina Montaldo (Somano-Cuneo) con preghiere a
1\\11.A. e a S.G..B. ouenn" per il fi1tlit> un aiuto evidente e
d~èisivo.
Teresa Rlmondo110 (Orbassano-Torino) pubhlicamentc
ringTa7,io M.A. e S.O.S.• per la 11uari~1one del nipotino.
O. M. (Torino), affiitta da !(rave morbo, potè l?Uarirc
con cure fatte n cta.\\ill, senza ricovero all'o~pedale. pre-
!(and() M.A. e S. D.$.
Lucia Leone (llosconero-Torino), già spedita da, san,-
tari, pregando M.A. si riehbe in mod,, do ricuperore
le for?,e per l'opernzione e la salute.
Renzo e Berta Barlsa.ni (Lui:o-Ravenna\\ con offerta
rendono pubblica le loro riconoscenza a M.A. e" S.G.R.
per la difficll,· g11arigione del lor<> fiuliuolo, vituma di
un J!TRVc incidente aucomobihsticu.
Teresa lnfantlno Ved. Lantleri (Pal&z~olo Acreidc-Sira-
eusa) ringrazia !.\\Il.A~ unitamente ad un'amica che, in
pericolo di diventare cieca, potè 001)scrvare In vista da
un occhio.
lllsa Chiesi (S. Ilario d'E:nzn - Parmn) rin1?razù, M.A.
per la p,ena zuarig:ione della mamma di novantun anni,
I• quale in uno caduta si ero fratturarn 11 femore sinistro.
Assunta Rossi (8. Pèlle!(rino in Alpe-Lucca) fece ricor~o
a M.A. e a S.O.S. insieme con una C01;'11Bl8 colpita da
paralisi, <lttcncndo la guarigione implorata. Invia offerta
in ringraziamento.
Romildo Quarcnghl (Sottochiesa- Bcr){amo) colpito da
nefrite e da parali3i multiple. si raccomandò M.A.
consct'U•ndo un but>n miglioram~nto. lnv:a offerta
per le Opere SnlcsiAne.
Viuoria Casalegno (Torino) è ricono•ceote a M.A. e n
S.G.B. per ,I felice esito di un',,pero,;1onc suhiu dalla fo?lia.
Maria Parodl (Genova-Albarnl avendo il fìl;'lio grave-
mente ammalato di febbre tifoidea e complicazioni pol-
monari. affidandolo a M.A. ,. a S.G.B., lo ,•ide guarir.-
perfettamente.
Una F.M.A. (Vallecrosia-In,pcria), colpita tla ntfritc
con complicazioni. raccomandandosi a M. A. e n D. l\\.L R..
consegul un n1i~lioramento mie dn poter cnntinuare ntl-
l'apostolaro.
Maria e Rlta Ribero (Genola-Cuneo) sono rÌCtJnosccn•
t1s~ime a M. A., a S. G. R. e a D. M. R. por la guari•
gione della mnmma dopo frnttur:ì del femore.
Vittorina Scarlone (Mirnbello Monf.-Aless.) chiede ,1
M. A. che continui la sua materna protezione su di lei
e su tutti i suoi cari.
L. F. (Torino) soddisfa la prome,;.sa fottR a M. A. thic-
dendo che la guarixionr ddle figlioccia sia complet11.
Lucia Stefanl (Carena-Trento) è ;iconoscentc per w,a
g,-andt> gruiu ricevura d11 :\\Il. A., S. G. B. e S. D. S., e ne
chiede un'altra.
Farn. Ravenna (Tf)rino) inizia un.Q hurS:1\\ m1ss1onaria ;n
ringra.zin_mcatu n 1\\1'.. A. e ai 5,rn,i :ial~iani p~r la nu-
~cita operazione agli occhi della mammn.
Centllinn Gendli (Sarteano-Siena) rende pubbliche grazie
a M. A. e a S. G. B. pèr la loro prore,,ione su di sè e
sulla famiglia.
G. C. (Balanu~ro-Torino) 01fre per una Mt.-ssa di rinitrn•
ziamento :\\1. A. per ottenere ahrn grazia.
Santina Romanello Sinatra (Carnnia) prese-ntata~, n con-
corso m:i~'1s1rale1 invocqndo \\it A ntrcnnt' dl essere
subito nominata di ruolo.
E. R. M. (Padova) dichiara di aver ottenuto da i\\l . A. e: tla
S. G. R. la guarigione di persona cal'll e implora altri favori.
Adalgisa Schepl6I (Rom11) riniirn,m ;\\I. A per aver
ridatn !Jllutc ,. fiducia lilla prnp~tt• figliuQla.
Cesarina Civera (Chil'ri-Torino) è ricon~s<>ente u .VI. A
per I'imploratn w.,angione da rn:frtte.
Giuseppina Perrica (Valguurncra-Enna) nngra>m M. A.,
S. G. B.. S. O. S. per la guarigione- i;in quas, con,pl,·to
della mamma da una ferlt> al c.1 po.
Grarlola Sllvina (Pedersano-Tren,o) chiese o M A. e
a S. G. B. la fona per $Oltopor~i a du~ operazioni per
malanni interni uhc non le avrebbero lascitlto r,iù di tlue
mesi di VHS. A opernz1oni riuscite, riebhe In sua salute.
Eugenia Maina Amisano (Torino) rende pubblica la sua
riconosc,nz,, a M. A . e ai Santi Salei,iani per la scomr•rsa
della nefrite e colite da cui era af!lina.
Eugenio Agosta (Or11ara Bormitla-Aless.) per intcrctS·
sione di M. A. e di S. G. B. n1rennc 111 buona riuscita
di una doppia operazione.
Maria Garutì (All Tttmc-~l~ssinn\\ rnccomnndnndo.si n \\ I.A
si iottopose a operazione per si11nvì1c rtcup~rnndo la ~•Iute.
Maria Celouo (S. Martino di Roccoforte-Aless.) per inter-
vento di M . A. e S. G. B. otumne la lihera>.io,w tlel
ma.rito tla un mak. gravissimn.
Aristide Ardis$0ne (Borgofranco d'Ivrea-Tonno) neo•
verato in luogo di cura, con attacchi di artrite -g:ottosn,
si rivol.se fiducioso M. A. e fu CSHllclrto,
Mario Abate (Palestro-Pa,·ia) supplirci M. ,O, per la
guari({Lone della n1oulie, ridnttu in '-'CU'ldizinni di'.'lpcrnte
da un investime nto stmdnle, e fu csnudìto.
Conlul(i Gra2ioll (Uorg(lmancrò-Novara) rauomandarono
vi-a.mente a M. A. e a '-. D. S. la lom lnmhint1 di venti
giorni operata di stenosi pilorica e ln ricbhcr,> salva~
contrnriamenre alle previsioni
2 11

4.4 Page 34

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S. DOMENICO SAVIO
Nessuno specialista aveva dato speranza
La mia bambina di dieci mesi venne colpita
da un male misterioso che minò prima l'appa-
rato respiratorio, poi quello digerente e infine
minacciava seriamente gli organi cerebrali. Fu-
rono convocati vari specialisti. Tutti fecero il
possibile, nessuno però ci diede speranza. Si
ricorse con fede all'aiuto del cielo interponendo
l'intercessione di San Domenico Savio, di cui
la himha portava l'abitino. Improvvisamente
incominciò a dar segni di ripresa e di migliora-
mento, che l'hanno portata alla più completa
guarigione. Anzi la sua salute oggi è mi~liore
di quella precedente la malattia.
Son Giorgio a Cremano (NHpoli) VrRG!NlA MADONNA
« ... tuo figlio guarirà»
Mio figlio Gior~io di anni q f1.1 ricoverato
all'ospedale di Udme, gravemente ammalato di
corea minor. Dopo alcuni giorni di degenza,
peggiorò, perdette la vista, l'uùito, la parola;
i nervi non lo reggevano più e il suo corpo era
tutto a penzoloni. Una mia amica che venne a
trovarlo. mi disse: «Abbi fiducia in San Do-
menico Savio e tuo figlio guarirà •>. Mi procurò
anche un abirino del Santo, che misi al collo
del figlio pregando fcr,orosamcnte. Subito
Giorgio cominciò a migliorare e in poco tempo
lasciò l'osptdale. Ora sta bene e lavora. Grande
sarà sempre la riconoscenza mia e di mio ma-
rito a 8an Domenico Savio.
I\\RMANOO E GIULlA 8t\\NllLLO
Maria De Dona (,'\\lapoh) r-.1cccomandando • S. O. S. un
l)amhino appeno nato, ~li 011cnne l'u~o di un braccio
che parevn rnurhl
Maria Val In Bellala (Lomc.llo • J'av1a), du1: volte mudre,
i11 sempre assiS1ita da $ O Savio.
Caterina Giordano (FootJlacllc d, Bnves-Cunen) in ap-
prensione alla terza mat1:rnità, ollontaoò ogni pcrrcolo
.:on la pre)fhiero a S. O. Savio.
Natalina Valdambrlni (Badia Alpina • Arezzo), infor-
tw,ata all'occhio sinistro. gw,rl con le çure e la preghiera
a S. D. Savio.
Coniugi Rizzo (Palermo) r1ngra1,1nno 11 Santo delle culle
21:! µer la felice n11sdt<1 della loro Anna l\\luria
Suore , Fulgida Stella, d1 Mcguro (Tokyo-Giappone)
al termine di una novena a S. D. S. 1rQvarono un hravtJ
inst,gnantc p<:r le scuolè elemcnrari.
Anna De Angelis (Ferrara) con l'uhitino di S. D. S.
pt>rtb a l<nuine una maternità l(iudicata impossihile
dai medici.
Edith lreoe Oalvit (Canodill0-Mendow-ArJ1~nunn) rin-
11"ra1.ia S. O. S. per il ricupero cli proprietà affidara a
persQnA che non vole,·a restitwrla.
Sac. Giuseppe MiceU (Serradilalco-Cnltanissetta), 1sli•
tuito un Centro Amici di D. S., ne ebbe lu prima grll1,ia
nella felice nasc.itA di una nipotina
Giuseppina Sardella (Torino) è riconoscente a S. D. S.
per- rnssisumza a una sua nipote nella ntaternità.
Famiglia Oerniohelis (Torino) ott.:nne do S. D. S. la
perfetta guarigione di un fig:liunlo casuolmente ferito
alla bocca.
Antoniellà Daniele (Monopoli-Bari) afflitta da tosse e
mol ùi cuort>, 11rtenne la !.[uariJ,!ionc dn S . D. Suvio.
Giovanni e Tersilla Brezzo ($. Stefano Roèq>-Cune<>)
rini:raziano S. O. S. per la felice npcrnzinnc sopportalll
dal figlio,
Letizia Gtmcio Caporéllo (Catania) attribuisce n S. D. S.
la g,.rnri,iio11c dd sut) bambino da broncopolmoniu,.
Amabile Boccardo (Genova-Mignan<g<tl ringrazi,, S. D. S.
per il giovane l\\1arco lrnperinle. salvato do mastoidite
dopo Lre opcrazionj; per una per~nnn riLornatu e Dio
in punto di morte; prr unn gn1..2in temporale Otlt•nu1.u.
Rina Eforo (Acqui-Alessandrill) è riconoaç«nte n S. O. S .
per pericolo di malattia scampato.
Anna Gellera Vlcardi (Melt-gnano-Milano) ha spert•
mrnt.ato l'aiuto di S . D. S. in se '-' ndln bnn,biaa umrna-
lato di ipertrofo timica,
Gemma e Angelo Brambilla attribuiscono o S D . S .
la felice nascita del piccol<) Angelo.
Pietro e Lina Slracquadanio (R,~u•al ottennero un bimbo
rirorrendo all,intcrcessione di S. O. Snvio.
Gemma e Mirto Fusta (Dronl"ro-Cuneo) riconù!-.centi in-
viano <'>fferto a S. D. S. per le fi~li110Jc Cìra~iclla e Bruna.
Vilma e Gian Ernesto Trabaldi (l'onwn.-Vcrcclli) C>t•
tennPro da S. O. S. la guarigi<me del bimbo da nLtac<:o
di n1eningo-cnccfalite.
Annunzio Plnciroli (Quarona Sesia-Vcrcelli) 1n1r~1rò
da !'i. O. S. la fdice nascita del piccolo Poolo.
N. N. (FonLancro d'Agogna-Novara) in un mnmemo di
soonforto otteneva aiuto per intcrcc•sinnc di S. O. Savio.
Adelaide Parolini n . Bignami (Ur.,,,cia) invia offerta a
S. O. S, per la felice nascita delln sua Silvia.
Egle e Teresio Caraccill (Castelletto Monf.-Aless.) ot·
tennem da S. O. S. la salute alla piccola Maria Cristina,
inferma nei primi giorni delln naseita.
Silvana Tamburini (Luino- Varese) è r,cono,iceme a
S. D. S. per la nascilll qw,si miracolosa della sua ni-
pOLina.
Lidi.a e Paolo Colombo (Trezzo Addn-M.ilanoJ 6ttrl•
bu,scono a S. D. S. In felice nascite del loro bambino
dopo due altri esiti infausti.

4.5 Page 35

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Istantaneamente il .male cessò
Nel man~o del 1962, per torri dolon aJlu spina
dorsale, fui ricoverata all'ospedale cattolico di
Tiangkok e curata da un bravo dottore francese
e dalle suore infem1iere. li male, che per molti
g'io.-ni fu refrattario a qualunttue cura, ai raggi
risultò artrosi alla spina dorsille ,,.
li dottore non tardò a darmi il verdetto: il
male era incurabile e io avrei dovuto e, 1tarl'
qualunque strapazzo e fatica.
Avendo qrnndc desiderio di prendere parte•
ajtli Esercizi Spirituali ormai prossimi. mi ri-
"o lsi con tutta la fede al \\'CllCrabilc Don Ru.1
e ne ingh1otlll la reliquia, staccata da un·im
magineua. lsL:intaneamentc il male cessò.
Sono ormai due anni e non ho più sentito
alcun disturbo. Quando ho occasione d'incon•
trarmi col dottore, egli mi ripete: « l\\Iiracolo,
miracolo! •·
Adempio questo do, ere d1 riconoscenza nel
pubblicare la grazia, affinché altri nelle loro
necessità ricorrano con fede al \\'Cn. Don Rua,
che nel mio cuso si rivelò tanto potente pn·ssn
il Signori·.
SR, fERESA MFRLO
11~//r,1, I-' .\\I . I 1n Tltai/1111./111
« Al rennine della novena, comincia.i n
udire chiaramente»
Scmo un vecchio piemontese emigrato. llo
86 anni di età e 59 di \\'ita in Argentina. Non
~o se per l'età o per mal.1ttia, ero diventato
completamente sordo e, data la mia etli, non
mi davano speranza di i,iarire. Ciò nonostante
pieno di fede, feci una no,·ena a l\\Ian.1
Ausiliatrice e al venerabile Uon Rua. Al ter-
mine delh1 novena, comincini a udire chiara-
mente quanto mi si diceva, senza bisogno che
alzassero la voce, cosa che prima non sucec-
dcva, anche se nu urlavano le cose nell'orecchio.
Cb.icdo sia pubblicata la grniia e che il Sil?tlor.:
mi dia vita per poterla leggere.
IJnulli (Ari:1·11111111)
1;.folS IO RA.Z.llit I I
Giuseppina CoMa ( lso,·erùc-(;cnovaJ affidò a
Don Rua la guarigione della sorella, che i mc
dici avrebbero voluto operare, e 1,J ottenne senza
ricorrere a interventi chiruri:tici. Ringrazi:i il
Venerabile anche per altri sc~nalati favori.
Mosconi Elvira ved. Dota (~apoli) manifosta l~
sua ,+.;ss11n:1 riconoscenza nl ven. Don Rua pe,
la guarigione di una cara nipote e per aver ri
cupcrata un.i forte somma eh<· le l'nl stata ru-
hata hcn 0110 anni prima.
Anna Arlioi, lìùuc1osa in Don Rua, che altre
,·olte l'a,·cva esaudita, gli cl11c~e la guarigione
Jella mamma 01tantenne e la ottenne in poch
!{iotni. Riconoscente, invi:1 ofTert:1 per la beati-
ficazione del \\ 'cnerabile.
Pia Vettor Fancello (S. Vito al Taglian1euto-
Udine) è grata al ven. Don Rua per la _guuri-
gione propria da un male prl'0Cc.11panre e pc,
quella di una persona a lei cara.
Nilla Grassi (Torino), avvilita e sc117,a spcram1c
umane, si ri,·olsc con tanta fede e quotidiane
preghiere al vcn. Don Ruu e ottenne la grazia
desiderata in una forma che ha del miracoloso.
Ora continùa a pregarlo perchè \\'CJ?li sulla su:.
famii?lia.
Suor Giuseppina. Tuveri F. M. A. (Roma), do-
vendo sottoporsi a operazione chirurgie., per
colicistomia si rivolse con fiducia al ven.
Don Rua. L'operazione ebbe cs1tc> felice, potè
riprendere il suo lavoro e ,go<lc tuttora huonn
sature.
Vera Bertotto Bianco (Yl>_gho .\\losso-Vercclli)
dichiara di essere stata esaudita ol{Tli volta che
si è rivolta al \\CO. Don Rua, riportandone la
convinzione che il Venerabili: non rimane tnlll
sordo alle invocazioni di chi ripone in lui la sua
fiducia.
Gabriella Sega (Trento) invia offerta per la gua-
rigione di un suo conoscente da bronchiettas1.1,
ottenuta invoc;1ntlo la ì\\ladonna e il vcn.
Don Rua.
:?t:1

4.6 Page 36

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[Èei irdeiceooiOfle del ~ewo di 23,a
DON FILIPPO RINALDI
Quella notte stessa...
Ho 20 anni. Alcuni mesi fa fui presa da una
grave forma di esaurimento nervoso. Avevo le
paure più strane: paura di stare sola, paura di
trovarmi con molta gente, paura di tutto. Ero
insomma in uno stato di abbattimento tale che
disperavo di riprendermi.
1\\fo1 nonna, che già aveva ottenuto da Don Ri-
naldi la guarigione da una forma di nevrite
acuta, mi diede la reliquia del Servo di Dio e
iniziammo la novena. Quella notte stessa mi
addormentai tranquilla come non facevo da
tempo. E man mano che proseguiva la novena,
mi sentii più in forze, mi sentii più serena e
venni a stare bene. Anzi parecchi complessi che
in precedenza mi angustiavano l'esistenza erano
spariti: mi sentivo come una persona rinata.
Tutto questo lo devo a Don Rinaldi e alla mia
devozione per lui.
Vercelli MARTA ANTONIETTA ABBIATE
Due volte dichiarata inguaribile
i miei figli: Renato, salesiano nuss10nario in
Giappone, e Carlo, che termina il suo aspiran-
tato salesiano.
Gorici::r::a (Udine)
OLINDA BOEM IN SOCOL
Definito dai medici « l'uomo del miracolo»
Mio marito, tornando dal lavoro, fu inve-
stito da un'altra macchina che ridusse la nostra
in condizioni tali da non potersi più riparare.
Lui fu salvo come per miracolo col figlio e col
genero, ma ebbe sei costole rotte e un rene
bucato. Estratto questo, i medici scopersero
una ciste nell':iltro, che cessò di funzionare.
I medici. dissero che si poteva sperare solo
più in un miracolo. Accorse mia figlia suora
con un'altra Figlia di Maria AusÌliatrice e
gli applicarono una reliquia di Don Rinaldi,
mentre io pregavo con la convinzione che sarei
stata esaudita. E la realtà è che mio marito è
tuttora vivente, definito dai medici ' l' uomo del
miracolo ' e felice di unirsi a me nel far cono-
scere la bontà e potenza d'intercessione di
Don Rinaldi.
La sottoscritta, madre di numerosa famiglia,
ammalata di grave artrite e d i ernia al disco,
aveva compromessa la spina dorsale, tanto da
non potersi ormai muovere se non curva su se
stessa, anche per causa di una sciatica acuta.
Numerose cure e visite mediche, tra dolo-
rose ingessature, due volte ricoverata all'ospe-
dale e dichiarata inguaribile: questo il doloroso
tirocinio di due lunghi anni di continua soffe-
renza. Mi fu infine consigliata una difficile ope-
razione d'esito incerto. Nel frattempo in fami-
glia e tra i conoscenti ove si preirava intensa-
mente, si accolse con fede il consiglio di rivol-
gersi al gran Servo di Dio Don Filip-po Ri-
naldi. Ed ecco che, dopo breve tempo, tutto si
risolveva in bene senza alcun intervento chi-
rurgico, con stupore dei medici curanti.
Oggi sono venuta dal Friuli a Torino come
da promessa, per ringraziare personalmente il
Servo di Dio, accostarmi ai santi Sacramenti
nella Basilica di Maria Ausiliatrice e ascoltare
la santa Me$sa celebrata accanto alla sua tomba.
Piena di riconoscenza, ho raccomandato a Don
:.?M Hinaldi tutti i miei cari e in particolare due tra
Fran/iforl (New York)
LUISA RUSSO
Maria Sol.a (Bivio Cumisna-Tormo) riconoscente al Servo
di Dio O. F. R. pe.r grazrn ricevuta. invia modesta offerta.
L. R. (Torino) è riconoscente a D. F. R. per essere gua-
riti! da lunga malattia.
Maria Bellerl (Cuneo) manifesta riconoscenza a D. F. R.
da parte sua e del marito, J?U8rito ad un occhio.
l,idlana Proto (Cropani-Catanzaro) ammalata di mandi-
bola, gunrl <;On invocazi,,ni a D. F. Rinaldi.
Suor Maria Carnevale (Tortona-AfoSB.) ripetutamente col-
pita da collassi, si riebbe presto supplicando O. F. Rinaldi.
A. Glrono (Torin<l) annunzia che suo figlio, per inter-
ces.sione di D. F. R. ba ottenuto una brillante promozione.
Sac. Carmelo Pitrolo, S.D.B. (Modica Alta - .8.agusa) col-
pito ds improvviso maJor~, fu ritenuto dal mt:ruco in
immediato pericolo di vita. Ricevuto il Sacramento
degli infermi e le cure del caso, si risvegliò e guen pr<m-
tamcntc per l'intercessione di D. F. Rlnaldi.
Filippina Sclarrinl (Cuneo) caduta in fortt: esaurimento
nervoso, rivolse fervide nove.ne a D. F. R. ottenendo
piena guarigione.
Luigi Miconi e Fam. (Ivrea-Torino) in riconoscenza n
D. 1-'. H. per graz.ia ricevuta, feq,ro un pellegrinaggio
al Santuario di M. Ausiliau:ice.
Caterina Garrone (Torino), rivolse lervidc preghiere
a D. F. R. per un bimbo gravemente ammalato e ne
ottenne la gu,tJ'igione in pochi giorni.

4.7 Page 37

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1nos1ri morti t ~
SALESIANI DEFUNTI
Don Salvatott Puddu t I Tonno ,I 3•\\'•t~ (nt Mtftrt"1o
,tt'/ pro.~JlfffO ,m,,..,-trft)
•tr•lì• Sac. Bortolo Fa dr~oul, hpettore Sd.,.,onn nell' ,\\u-
a \\felbourru:! 1 fq. anni.
Nato a Ti■mo ('fr<"nto) da pcni1:ori profondamente cri•
1han1, ronohbe I S1?eti•n, mentre &cque.nta\\:'& un con,·,uo
per profuRh• • \\11nn1, l..'imprtuione fu tale che dee,., d,
farsi sale,,1ono. Ll\\'orb ne~II Sta•i Uniti flnn 11 1OìQ, quond.-
(u inviAtp in terrn 1n.u,rr1Ji1no, dove con I.a aua a.trt\\•it1\\ •er~nM,
fnrcllincnte e •arrifìc■ttt eo(>rcrb dfi.cacf'!merHe- ilio •vi-
luppo deU'Open d; Don Roseo, che dircs•• pnn,o romt
Visitatore e po1 par ~ anni come fspettore. Don fJortola
.Fedrigon1 fu uomo di fede profonda e viuu1a, 1u"ccrn
con 1è, am.tbtlt e comprcn11ìvo con Qli aJtri. Carlilttcriaticn
I• 1u1 umiltil e scmphcllJ, <hc lo rendc,-ano amico d1 1uui,
cortae e. 1te:ntile con leo eusorid come con gli altscv,. foacN
••h anche i pib JHCcob. Amava I■ musica e pred1liR"rv• I■ mu•iCll
..cn,, che iNexnb
aq,iran,; fino all"ulhm• malauia:
le ':lrmoni,. hruraichc, 1 lut tanro care, u..no un •1mbolo
d~ le umomc!" inume dcJt'anim■ di questo drant, fl&;rho J,
Oon Bosc,.
Don Am brogio ROllSI , o Son S•lvador (Ceniro ,\\mrric•),
Don R"'uì ~ ricordato 1n h1l11 soprattutto come d1rctt(tre
dell'htiluto ~li..ionario Cudin•I Caglioro d'lvru e d<I•
l'h1huto Conti Rcb.tudcns,o in Tf'>rino. :\\Uc ginvAtti r,.dutr
aalea1ane che 1i (or m11vano alla vita f'"CliA"i0ta è mut•ion■rht
ìn essi, C0D3&crò le 1uc m.i~liori energie, prapr.lrar\\dC'> pcT
le \\1iSt1inni <;Jtleaian c mo1napoli ili 11io,inez.ze entu1-iutt che
nC' fa"orirono J■ rapicf• Aoritun Fu quindi hpcuor~ ddlc
Clll• S1tm1ne dccli Stati Un,u • M,.,.ico e pa•ò ,ih
uh1m1 anni ~I• cun ddlit arumr della Panoc:rhia ••f~!li■na
di San Salvador, dove luab, monumen!XI della •u• P"t.1
e dc1 suo ufo, un 111rand1oto tf'mpio a :\\la.ria .,\\u:11tia1nc:e...
Don Lulg.l Zepbai.no t • Mcruri (Bras,I~) • 81 anni.
Don Mario Gerbo · al C'.uro (EJtino} 7'1 anni
Don Loffnzo DeclUl'S t Hechtcl (Bcll'iol 7A anni
Don Paolo Cyranek I • Rumia (Polonia) 77 anni
Don Giova.noi Kapuna t l.odz (Polon,,.) • loQ anni
Don Enrico Wtjdhooite t • Gand (Beluio) n 67 nnnl.
Don Pletto Robles t M Madrid (Spag-nn) a 32 anni.
Don Adalberto Dell I n 7.•f•cuny (Un~hcria) • 51 •nn,.
Ch. Germano NlAo t a B01101~ (Colomb,a) a 21 onni
Coad. Antonio GrynJdewfa t Lodz (Polonia)• 72 anno
COad.EmanudePunanda +•LaVega('!. Domin~nla 501.
coad. AngeJoVerdlnclll h P \\,S1d,rtclli(,\\1'1l•nt1na)a li:••
Coa.S. Gio........,.DI Rocco t l\\lcruri fllruilc) s ~ ,nn,
COOPERATORI DEFUNTI
Don Pietro CapOIOJUO, ParrocQ di Otta\\'i3no I:"l.apoll)
L>t Qrca ◄O anm parroro di Out1viano1 svols~ un •~•ot1u,
inLcnto e ricco d, fruiti. l,o atesso F.cc.mn V-o"o
mons. Adolfo Rinni \\IOiie eu1tarlo In u.n aommouo t:lntcici
funebre.. Oecur1onc sul~iano fin d3l 1027, ~bbc. c.:urt- pRrf1 ..
,ol•rl ptr i giovnni, molti del qu111i 01nri si r.liotfrJauo110
nelle dive-rie attivitil profe·uìonali per lo apicutto ,t'n-a
cr-ii,ti11.no de.11.a vittr
lna. Domenico Chlalva t • Tonno.
t\\1rivo Comi111iere dei Cooperatori Salesioru d•II• 11,01-
r..... roria Ccnuale_. dtdicb tuna 11 1ua vita ■lres~razin c.!b
~•rilt e al trionfo della flÌU■ri1P1. Si adoperò pcrch<'
•t•rua sociale orit•niitn1a nel ""'ru:le eomplooo P IAT
(ocs~ mc,.n sollo un" luce criati:1n-., io modo chr. oltrè lllt":
nrcessid niaknaL dc-ali H•iahti. 1i p-roTI·cdeue • qut'lle
rnnrah • spirituali Il 1uo amore a Don Booc:o 11li •hm,nih
in cuon: un• ";".. p(t.tà cucari1:1lca e mariarui
Accactemlco Gr. Uff. Michele Ferluso t I P•lermn.
(°"onrtraton, e Zclat.irt delle Opere di Don llosco, d,voll••
1dn10 di ~1•ria 1-\\u11iU1tricc, benemerito apouo!o del poven
• degli ommolati r.ll 1•111orm1>, benefattore d,lle M1Hioni
S■le.sia_ne., aUa. ,'l~iha dcliii ~ua morte volle un Sru;<-trlute
11ll.leai1no che imr,11rri1110 • lui l" • turra Ja famhrk• c::br to
circonda,·a. lo 1M,ncJ,z1onc d, Mari• Au•iliatrie,.
Glusq,pe AmbirloJa t I Capuno (JJarl) • 75 ann,.
Lab<trioso. umile., m1tc, ■mb la p1tria. che sc.r-vi con itb1nnQ:
tu fi,rlio dexoro dt.Jla Ch,eta, .a. cui volle esprime.re-, o?41-
re:ndo, il suo au1can1co9"n con '• ttcita del (r,tJ~: •mb
~•ri• Oon llo,co, cui offri qcnemnmenn: due A1li11oh, un
..-scfrdote e un• f-'"'11tfi• di
Au,ilia1titt-
S.lvarore Pado"1lfto I • 1'cn:i,ornn (N■Poli).
nirigenre ortraao e 1nnanc,1bìh: nel campo &Anttftalc ~
,colAstico, spdt le <1:Ut"" tniirliori ~nergi~ 11 favotc det ln-
\\:Oratori, che aiuti'\\ e auiue.tte umor~\\-Olmtnlc, Carne
Asae,sore •11• Pubblica l•tru•ionc, •i adoperò porchè
l"edifirio 1cuhlsltco loc1lc 1;i int;to(asse n S,-n Dom('Pniro
Savio e r,~rc.ht~ In n1,nl aula \\'i fosse- un 4u1,.lro •Jt"l Sanro.
Madc,ita l"acchlllelU nata Marrellertl t • ~ud (Tr,n·o).
Allevò con profondo p,cli • qmndc •i>iriro di ucrifu:io
ot:o 6~, e fu ben <Ont•ni. di con~«lcre al fi11lio Jon R1•
naldo (OlllJi 1n Corea) la panenu per le \\li,,,oni
Prof. 8al111Jn11 Giordano + a Cirié {Torino) a 71 •nn,
Lenera,, di huan l'\\,IACO r di ricreo ~c-nnrc. ha ch.iu.a i ,ue>1
ciriorni nell■ uu 1\\,1• di Cin~. dove sostò San G,ovanns
Roseo n~ rcur-i al Collegio di Lanzo Jo,•• m•tutb lo
vocazione •I fut\\lro moM Lorenzo G1o·rdano. c"roico nin-
niere delle l\\1iuioni SalNianc noi Brulle. S, ..,olil.• detto
eh.e ave&m eretliluo dolio ,io l'ardonto 1.olo Ptr le l\\lì•-
s1onl cho In di111nsc. Per c..e l•vorb fino ali" fin" ,"Tc.ando
nnche un vtrn cenarnlo di coope..raziont. ,111~1uun1.
Concetta Man.lo In Troiano t • Gl'Aanano ("111poli).
1VJ11mm11 cttempl1rc-, 1pt>IIC t1 vitB ncJhe cu.ro. rlt:i 11uof arJ1d
r-u fiq-1i, dando lo.rn ~cmp,o d, fede vivissim•. di h1bnric,,icà
inuanc-abilt'. di c:ri1,i•n• nuef1ut%tonc in OA.ni sno,~11
lieta e onnrau di a,•e_r dato il 6aho Ratfotl• e I• f\\1tl1;
auor i\\h.nan11rla • Don Roseo.
ISola Ardhson t • Ch,n11111a (V=e~1•l a />7 anno
l..a fede • l'amo~ • Don Bo,co la reuro ard,ntc Cnopc-
r-atrice, prop1a1ndi1r1 del Bo/l~t.tino Solnia11~ e f~iirJ~
raccoglitriu: di offertt per l"Open, ~••~••"" d, Ch,ow•
O.eni mese, in pf"Ol•imid dt-1 :+ bws••,,_,. " tUUt' tc,o l'H)rfe"
l)l'r chiedere la canrà per ; li~li Don Roseo
""°' Ohuepplna GallCl'O v . cabella t ,n Alc«•ndn• 02
Donna di fede, aolidtt. 10,tcnnc .;.tmpTe- le Opctr •1.dc1·1ne
,.tillando nei •11nl fiAII lo stes•a amore pc• Dn11 R<oro,
liera di aver don;uo t11fe: Fi111iP di Mmr,o Au110111tri1;e la
nipotf' iUOr F.uatnin
Antonia CoreJJtl t Rom•.
Cooperatrice d1.1 •oh dur anni, ti spense ■ncoria tn buona
HA... dopo una vtt• vc-umtnrc- c-r11ti•na ed etttmplare. Seppe
c:ducan- tn maniera ammirevole i 411uoi fivhuoh. unn de,
quali •"',;1> ali• •·11• relìaiota tnl i f\\11li d, t)nn Bocco
Elena Buauclll t a Fn11c:at:i.
Cooperatrice d, funaa Jar•, afl'ezionauu1ma allt" opere
di Don Bl>Sl:o p,r <111 l.vorl> mdefrnaménlr, ncll"ctluarc
i ~aoi fot1iuo1i volle- collahorarori i Snleiunni dell"Ontorio
e ne oR'crs• uno • Don IJoliCO,
Marta l"ufo ved. Maurlslo Daff"our ! , \\'ornzzc.
Madre cte,nr,lnre d, n11mero•ì ni:-li, crediti> rloll• ou~ ra.
n,i"lìn di v•l~nii na,·l11•11>n I■ dc,oz,c,no Don IJ()too
rlonò al S11ntun11cuo t1n.•110 lll $nnto sul , llrìcc-o J)on Hn111co •
una parr~ dl lcrrtno, cht" n..- arricchi:11c, iJ pi~r.Y.1d"'
Ma.ria GuidJ In Plracdnl t I Tor11>no 42 ■nn,.
ru Si spense dopo •clf• 1nn1 11 &C'ute aof!ercnze:. ac,pportllte
con ,eren,1.1 ('-rt\\u.: nt)nn• d• fedt. profon,J•
1a11d11:1
.a.Jle ac.lu.n:tnxc c pr~•entc in Os:?ni ini~iati,·1
Maria Druutl Puro t • Rlvuolo (Torino).
\\1i•e- otrn1 cun ntU'rduc-&Z1ont> cri.srian■ d~ fhrh, uno d1:1
qwah ~ u.Jcsiann \\1,hto atri\\amen1~ nc:-U \\, C- flC"r mc,ltt
•nni. Una lun-.:• ,i.nffcrcnu J ■ pret>a.rò a.1 pnm10
R~ Auto.nre ve6, DI Cola t • Cuoli (Ch,ell)
~ladre C$Cmplatc, f.:'"vonte Cooper11r.ncc:1 vi-.st nd l•voro t' net
socri6cio, curando lo f•oniKlio, folico di poler due du• fi~h
Swcerdori al Si6?nòro, unn dt.'i quah neil 11 Fn ,niulia S11lcti~na
Maria Einaudi Gaudluard t a To,in"
F:m CooperRtricc d~I I A:q7 ,;;: 111 compiace.va di '-IU<'lffli aua
Anzi•nirà, d,ll1 qual• al mo,çtrb de,:iu con lo rn• •ontila
rehcriosili, t'.ttirirJi <' d~voJUonr \\.1:ilrit \\u11:ili1trire
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
\\nRclini Otta\\lo - 11•.,nati ~lat11berita - Ba1tutot11 \\r.lele
- Bcllooc G1unpp1na • Uclloru Tereu - Ricco!a O. C'orlo
tt<-r~oli F»m1i n• - Oorndrlc:t \\nn• - Coln,10 Ca,• Fran-
t"dCO - Castelli Comm. Dcante - ca~-:tlicri D'Oro ,\\ntoni,
n.,_,., o~ - C0\\'11licri Mariane, - Chcmello Luhii - Conan10 \\nn11
Aotomo - Cori/ Clotilde - D'Oro,lo Prancc•co ·
l>ormeni Rnrloo Ouct<i Anuro - Fi~ini Ma.rii\\ • F'nnranfl
Ma<l!h•rìtQ - r,•r.,.,u t\\lforJ~o - Calati Vinc~n1.1n• - Gal-
lero Cabello Giu•i,r,p/na - Chin1rdolli Domenlro - C":ro..o
Stresia Emilia - l\\11urn~ Garz.il Anna - Lim.11ti C.Hnc:omo
T...omhsrci'c, Lurin LordG Camillo Lore.n1u1ti \\ nronia
Lovazz.ano F.u,r~ruo - l.uio, r> Fr.tnceoc:o - \\h1o«h1 \\n-
1onietta - MoluHrtli \\fon1c1 Mortbmo O, Olindo - \\lana
OonM • Mattinelh r,erro • o\\lorcllo \\n~clo - Mnoch,ctu
l.orenz2 - Oro«hia G,u,epp,e - Or~n~o l\\ntonio - Or,n,ro
\\ incenzo - Orti Ortl..,.. 01u0rero Giu.epp1na - P1ntanc.TI1
t'omm .•\\wtUJJto - P..tonno C'.1t~riiu - Ro.,, \\lari• - Rul-
tinn Cecilia • Ru,110 S,hatorc - S■ba Franceco - ~accbi
Ronna - SornllcChìoll P,ulo - Sca!Abrino Vinocruo - Scal••
Ho,aria - Scmproni Corrado - Smiroldo :\\bddokn• - Torre
Giacomo \\'lii• Anlon,o - Vili• Giovonno
:?I :.

4.8 Page 38

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HCROQAIA 7flilrl!rJlfflf!tl
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
per cou-1,incinre u na Borsa occorre un 1nin i ,rw d i C,i're 10.000
Borse da completare
Borsa: S. Giovanni Bosco e Venerabile Don Michele Rua,
cura i.li Gravone Domenica (Torino) - 1• vùrS. L. 20.000.
Borsa: S. Giovanni Bosco, prella per noi!, in ru.ffragio
dei ge11itori di Una Tarson~ (Torino) - 1• vcrs. L. 20.000.
Borsa: Re prof. Luigi. tilla memoria t ;,, ringro.::ù,me1110
a ,''v/••1miliatria, S. G. Blisco t tutti i Sa,i!Ì Servi di Dio
S:i/,riani, p,r ott•ner• la g1U1rigio11, d,lla figlia Gia11na Rt
Torri (.Brescia) - 1 vers. L. 10.000.
Borsa: Maria Ausilia1ricc e S. G. Bosco, p. g. r., de Botto
Giorgio (Pavia) 1 vers. L. 10.000.
Borsa: Maria Immacolata Au&IJ!atrlce, pre11a per la salute
tli Vem ttlti Caterina , per la ma famiglia (Torino) - ve!"$.
L. i5.ooo.
Borsa: Regina Pacl&, perrhè regni 11ello famiglia di Rtisali11
.1/c1roria (Ai;riiiento) - 1 ' vers, L . 10.000.
Borsa: Macla AuslUatrlce, S. G, Bosco e S. D. Savio,
s,condo lt inrw::-ioni dello famiglia Sratti (Milano) -
1vcr-s, L-. 20.000.
Borsa: Nostra Sienora Dell'Orto, in nifjrt1;,rio e ,;cordo
rii Morci)ni Ercnlr. a curll della moglie M. G. M. (Gwova)
- l vcrs. L. 10.000.
Bots11: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, suo11do 1, i11te11-
zw11i di Nogrini Guglielmu (.Brescia) • vers. J.. 20.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e Don Giustino
De Luca (Catanzaro) - 1 vcrs. L. 10.000.
Borsa: S. Giovanni Bo•co, prot~l[gÌ il ,iipote di N. N.
(l\\.11lano) • 1" vers. L. 10.000.
Borsa: Parlagreco Famiglia, in rnffrol[IO dn loro cm, de-
/11flli, a cur~ d1 Giovanna P. (Ennu) • 1 vers, (•. 25.000.
il-Orsa: Maria Ausiliairice e S. G. Bosco, ;,, suffrat:I(> e
prote:i:ian,, a cur~ <li A. M. (Cuneo) • 1 vers. r,, 35.000.
Borsa: Rinaldl Don Filippa, a cure di Vindfora Rosmund•
(Palerrn<>) 1 vcrs. L. 10.000
Uorsa: Quadrio Don Giuseppe, i11 memt1rio; per 1m ol-
Ji.wo Afi,friona-,io Ju111aro, a cura di un ex allievo E. 1). L .
('l'orin(>) • 1• vcrs. L. 10.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bo~co, prottp~•t• lo
mia 11ipote Girardi Mtlria (Vit-en,,«), ~ cura lii Girardi
Tosca - , vi:rs, L. 10.000.
Borsa: s. Angela Merici (2•), per la /nnvfl,:11)110 d, Ufl il/I.<•
s1onario (Cuneo), cure di R. F. - 1 v~rs. L. 20.000.
Bor-sa: Rinaldl Don Filippo, Suor Ter""a Valsè Pan1el•
Uni e Anime san1e del Purgatorio, p. g. r ., n c ura d, R. R.
(Aless~ndria) • 1 vcrs. L . 10.000.
.Bona: Quadrio Don Giuseppe. it, memona , a cura d1
Cui.stoni Carlo (Torino) - , " v,rs. L. 15.000.
.Borsa: FanciulU Pia, por preghiere (Gms,ern\\ - 1• vers.
L. 40.000.
.Borsa: Clnato Don Eligio, Missionario nell'India, m ,r,f-
fmgio e ricçrdo, a cura ùi l. E.-R M - 1 ,·,r•. I.. 20.000;
L. C. 5000 T~r. L. 2,.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice. ,1·u1J11do I~ 11l11!.11Z'ioni di l li!.lllnt
S11~a,11ie-Gra11di (Como) - r" vers. L. 47.000.
Borsa: Mnrla Auslllutrlce e S. G. Bosco, p.f!. r.; i11 atlr<a di
a/tr,(;\\lfil.no), n cura d1 Gina 8tlrgOnovo - , vèrs. L. 10.000.
Borsa: Rinaldi Don Filjppo. a curn di Gravino G-iusep-
pina, ;,, su.ffro,:ù, dei gmit1Jri e implora'1do {lra,n6 spirituali
(Alessandria) · vers. L. 20.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e S. Domenico
Savio, pre;rate per lo -nostra bambino, a c ura dl N. N. (An -
con2:1.) - r ,•ers. f.,, 20.000.
Borsa: Corbellini Don Telesforo, Miss. nell'Ey11a/or•, n
·cura dj F. A.-A. 1\\.1. • , vers. L. 20.000,
Borsa: Corbeua Carlo-Alice, a cura di Corbetta Vittorio
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nia 2000; C&ruso Carlo 1000 Tot. 5.0.000. (ro111i1111a)
AUTORI7.ZA7.IONC 011L TfUBUNALE 01 romNo IN DATA 16 FF.88ÌlAJ0 r94(). NUM8RO 4 03 - CON APPROVAZIOflo;f: F.CCL~lASTICA
2 16 l>IRl'TTORP ~>:SP()NSAHILB: SAC. DOTT. Pl"11<0 URBINO. VIA MARIA A\\1811,IATIIICB. 32 'l'.OKINQ (712) - OFFICINE CIIAFICB6 ,.a.I,

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novità
PAUL CLAUDEL
CREDO DIO
a cura di Agnès du Serment
Prefazione di P. Henri de Lubac
Pagine 313 L. 1IOO
COLLANA LA SCALA DI GIACOBBE» - 6
Malgrado le apparenze, questo volume non è una
raccolta di brani scelti, ma un canto, una specie di
esposizione poetica della fede presentata In forma
accessibile a tutti, con un piano solidamente predi-
sposto che riposa sulle dodici colonne della fede
cristiana: i dodici articoli del Credo cattolico, che
Paul Claudel ha affermato con fede indistruttibile
attraverso tutta la sua opera.
In questo organico inquadramento si i nseriscono
estratti attinti da una trentina delle sue opere: e il
lungo e paziente lavoro ha voluto realizzare il voto
più caro del poeta, facendo servire direttamente la
sua opera aria « edificazione della fede 11.
Nelle lligliori libreiie e dirett1111e11te presso la -oclET EDIT CE la TER ZIONALc.
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BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO
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Al 1• del mese: per i Cooperotori e le Cooperatrici Salesiane
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Si invia gratuilamenr.
*facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatrici
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