Bollettino_Salesiano_197310


Bollettino_Salesiano_197310

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
BOLLETTINO
Vogliamo portar• I Cooperatori S a/11slanl
a diventare collaboratori coscienti,
Integrai/, a fianco t!I noi, non sotto di noi:
non solo, quindi, f11del/ e docili esecutori,
ma capaci di r11sponsabllità apostof/cbe,
pur sempre d 'accordo In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
Spedizione in abbonamento postale Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
SALESIANO
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI
A. XCVII. N . 10-12 MAGGIO-GIUG NO 1973 • DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO • VIA M. AUSILIATRICE, 32, TEL. 48.29.24
PROGRAMMA 1973-74
(Approvato dal Consiglio Nazionale in data 1° maggio 1973)
TEMA DI STUDIO: « Perché
cresca la Chiesa locale ».
Sei lezioni di J. Aubry, ar-
ricchite da testimonianze, do-
cumentazioni e modelli di in-
tervento. Uno settima lezione
su: « Consiglio Pastorale, stru-
mento d'apostolato » di Pino
Scabini (scopo: favorire un'am-
pia disponibilità a incremen-
tare i consigli pastorali).
Temi delle due conferenze an-
nuali:
1. FAMIGLIA STilBILE: GA-
RANZIA DI PROGRESSO E
DI CIVILTÀ (in vista del Re-
ferendum sul divorzio).
2. <VOCAZIONI', PROBLEMA
DELLA CHIESA, PROBLEMA
NOSTRO (in linea con la
Strenna del Rettor Maggiore).
In armonia con il tema, at-
tueremo due iniziative: studio
della situazione della nostra
diocesi e parrocchia (vi po-
tremo dedicare due incontrimen-
sili); incontro di conoscenza-
amicizia con rappresentanze di
altri organismi di apostolato,
con il vescovo, parroci, religiosi
ecc. della zona.
(La nostra presenza nell'at-
tuazione del piano pastorale
della CE[ « Evangelizzazione e
Sacramenti » mostrerà fino a
che punto è efficace lo studio
del tema scelto).
ATTIVITA E MOMENTI
ASSOCIATIVI
Studio della bozza del NUOVO
REGOLAMENTO.
Ci sensibilizzeremo all'attua-
zione della STRENNA 1974
(prevista sul tema vocazioni).
In ogni centro promuoveremo
la GIORNATA DELLA FA-
MIGLIA SALESIANA, invi-
tando i vari gruppi interes-
sati (stile originale; momenti
della giornata: liturgia comu-
nitaria - messa in comune
delle rispettive situazioni -
incontro di amicizia - pranzo
- scambio di drni...).
I più disponibili partecipe-
ranno alle GIORNATE DI
STUDIOSULSISTEMA EDU-
CATIVO DI DON BOSCO,
organizzate, a livello nazio-
nale, sul modello di quelle già
e.ffettuate sullo Spirito sale-
siano (scopo: sensibilizzare
maggiormente l'associazione
ali'apprendimento dell'arte
educativa e pubblicazione di
un sussidio pedagogico adatto
alle diverse situazioni di vita
dei CC.) (16 marzo pom.
20 seguente).
ASSEMBLEA NAZIONALE
(2 novembre sera, 4 seg.).
CONSIGLIO NAZIONALE
(data da stabilire).
GIOVANI COOPERATORI:
TRE INCONTRI a carattere
interregionale (centro - nord -
sud - date da definire. Fina-
lità: verifica della realtà GG.
CC. e approfondimento del-
l'impegno apostolico nelle dif-
ferenti situazioni italiane).
PARTECIPAZIONE AL CON-
CILIO DEI GIOVANI
(TAIZE').
41

1.2 Page 2

▲back to top
.
CALENDARIO
LITURGICO
DELLA FAMIGLIA
SALESIANA
Ti interesserà senz'altro corw-
scere le date nelle quali commemo-
riamo i nostri Santi. Eccole :
GENNAIO
24 San Francesco di Sales, ve-
scovo e dottore, titolare.
31 San Giovanni Bosco, fonda-
tore.
FEBBRAIO
1 Commemorazione dei Salesiani
religiosi e dei Cooperatori de-
funti.
MAGGIO
6 San Domenico Savio.
I 3 Santa Maria Domenica Maz-
zarello, vergine, fondatrice del-
l'Istituto delle Figlie di Maria
Ausiliatrice.
24 Beata Vergine Maria, Ausilia-
trice dei Cristiani, patrona prin-
cipale.
GIUGNO
23 San Giuseppe Cafasso sacer-
dote, cooperatore salesiano.
AGOSTO
21 San Pio X, papa, cooperatore.
OTTOBRE
29 Beato Michele Rua, sacerdote.
GIUGNO, MESE DI NUMEROSI ONOMASTICI
21 , S. Luigi - Il Rettor M aggiore e don Luigi Fiora
24, S. Giovanni B. - Il nostro Direttore generale don Raineri
42

1.3 Page 3

▲back to top
MOTIVI
Tu sta' davanti a Dio per il
popolo, e presenta le questioni
a Dio. A loro spiegherai i de-
creti e le leggi; farai loro cono-
DI ..
scere la via per la quale devono
camminare e le opere che de-
vono compiere. E invece sce-
glierai tra tutto il popolo degli
uomini di valore, che temono
Dio, uomini veritieri, che odia-
RIFLESSIONE no la venalità, e li costituirai
sopra di loro come capi di
migliaia, capi di centinaia, capi
di cinquantine e capi di decine.
Essi dovranno giudicare il po-
polo in ogni circostanza; quando
vi sarà un affare di importanza,
lo sottoporranno a te, mentre
giudicheranno essi stessi ogni
affare minore. Cosi ti allegge-
DEDICATO
AI DELEGATI
« ... avvenne che Mosè se-
dette a giudicare il popolo, e il
popolo si trattenne presso Mosè
dalla mattina fino alla sera.
Allora Ietro, visto tutto quello
che faceva per il popolo, gli
disse: "Che modo è questo di
comportarsi verso il popolo che
Quando hanno qualche que-
stione, vengono da me e io
giudico le vertenze tra l'uno e
l'altro, e faccio conoscere i de-
creti di Dio e le sue leggi".
Il suocero di Mosè gli disse:
"Non va bene quello che fai I
Finirai per soccombere sia tu
che il popolo che è con te,
perché il compito è troppo pe-
rirai di dosso il peso, ed essi
lo porteranno con te. Se tu fai
questa cosa, e se Dio te la co-
manda, potrai resistere, e anche
questo popolo arriverà in pace
alla sua meta».
Mosè ascoltò la voce del suo
suocero e fece tutto ciò che
quello aveva suggerito. Mosè
dunque scelse degli uomini di
valore tra tutto Israele e li co-
sta presso di te dalla mattina sante per te; tu non puoi atten- stitul alla testa del popolo come
alla sera ?". Mosè disse al suo dervi da solo. Ora ascolta la capi di migliaia, capi di cen-
suocero: "Perchéil popolo viene mia voce: ti voglio dare un tinaia, capi di cinquantine e
da me per consultare Dio. consiglio e che Dio sia con te ! capi di decine. (Esodo 18, 13-24).
Un restauro
che s'impone
« ... Noi scenderemo privata-
mente ora in San Pietro per
venerare l'incomparabile itn-
magine della "Pietà" di Miche-
langelo, felicemente restaurata.
Vogliamo dare a questo no-
stro umile e semplice atto di
devozione un significato au-
gurale e simbolico: come è
stato riparato con espertissima
cura il folle oltraggio a questo
capolavoro dell'arte, cosi au-
spichiamo che sia restaurata
negli animi degli uomini del
nostro tempo la figura ideale
di Maria, capolavoro della gra-
zia, perché itnmacolata Madre
di Cristo nella carne... ».
(PAOLO VI, 25 mano) 43

1.4 Page 4

▲back to top
PROGETTO
DINUOVO
REGOLAMENTO
L'associazione è chiamata ad
espr imersi in mater ia.
Un nuovo regolamento
Ci è assolutamente necessario.
Non deve venire meno al pen-
siero di Don Bosco, m.a deve an-
che essere fedele alle attese dei
tempi che viviamo.
Nella elaborazione del regola-
mento i cooperatori sono tutti
coinvolti. Chi se ne disinteressa
viene meno, con il suo disim-
pegno, ad un dovere specifico.
In pratica che cosa debbono fare
i singoli cooperatori e i centri?
Ce lo ha scritto chiaramente il
Direttore generale Don Raineri
nella lettera che accompagna il
« progetto » presentato al Con-
siglio nazionale italiano, il 1° màg-
gio scorso, ed inviato in questi
~iorni a tutti i consigli.
Di questa importante lettera
riportiamo ora i passi più signi-
ficativi e necessari a conoscersi.
DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO
Roma, Via della Pisana, Itll
Carissimi,
Roma, 24 aprile 1973
il << Progetto di nuovo Regolamento >)
dei Cooperatori Salesiani voluto dal
Capitolo Generale J90 e dal Capitolo
Generale Speciale 20° è «sintesi del
Regolamento di Don Bosco e dell'at-
tuale visione del laico nella Chiesa >>
(C. G. S., n. 736), e tiene co11to dei
documenti salesiani di cento anni di
storia dei Cooperatori.
I. IL PROGETTO E LA SUA
REALIZZAZIONE
In base alle osservazioni pervenute
dai Consigli dopo la circolare del
2,5 gennaio 1973 e a quelle emerse
nella riunione del 7- 8 aprile, l'iter
venne modificato in modo da rendere
più rapida la redazione del nuovo
regolamento.
Questo «progetto ~ è stato redatto,
come da mandato della commissione
tecnica da un comitato ristretto com-
posto dai Sigg. Giannantonio e Laz-
zara Consiglieri Nazionali dei CC.
d'Italia, da ti.on Midali e don Na-
tali esperti, nei giorni 19-20 aprile.
L'elabora;rione del « progetto di nuovo re•
golamento» e 11ter che seguirà nei prossimi
a nni, furono presi in esame da una com•
missione, presieduta dal D irettore generale
don Rainari, alla quale parteciparono ele-
menti delle varie componenti la famiglia
aalealena. (Nelle foto: I lavori della com•
missione presso la Casa genereli;ria di Ro-
ma nel giorni 7-8 aprile se.).
L
44

1.5 Page 5

▲back to top
TORTONA (Alessandria) (da una
relazione)
• 18 febbraio 1973. Il centro Coo-
peratori di Tortona celebra la fun-
zione dell'impegno di sette nuove
Cooperatrici giovani provenienti dalle
file delle Exallieve. L'orario è quello
di ogni terza domenica del mese:
ore 16 S. Messa, seguita da fra-
terno incontro e da caffè e biscotti.
Oggi però vi è una novità: la Li-
turgia eucaristica è celebrata nella
sala delle adunanze e ci trova rac-
colte intorno allo stesso tavolo presso
il quale ci raduniamo mensilmente
per le nostre discussioni e per la
nostra programmazione.
Mentre ci scambiamo i saluti,
Don Cesare Morino, Delegato Ispet-
toriale, indossa i sacri paramenti.
Siede quindi fra noi e ci spiega che
sta per iniziare la liturgia eucaristica
e, " ... come Gesù mandò due dei
suoi apostoli a preparare per man-
giare la Pasqua", egli dà l'incarico
a due giovani Cooperatrici di prepa-
rare la mensa. Fra l'attenzione di
tutte viene distesa sulla tavola una
candida tovaglia, si portano due
candele, un mazzo di fiori. Viene
intonato il canto: "Al tuo santo
altar" che in questa circostanza as-
sume un significato più palese: siamo
infatti vicinissime all'altare, proprio
come si è vicine alla tavola pronta
per celebrare una grande festa in
farniglia. Altre brevi parole del Ce-
lebrante dispongono l'assemblea al
raccoglimento, favorito dal carattere
intimo della Celebrazione.
Una delle neo-cooperatrici legge
le letture del giorno scandendo le
Così va bene -
non è solo
una cer1mon1a
parole del profeta Isaia: "Non ri-
cordatevi più delle cose passate...
ecco faccio una cosa nuova; essa
già germoglia, non ve ne accor-
gete?".
In ogni cuore sorge spontanea la
risposta: "Ce ne accorgiamo"; in-
fatti sta germogliando fra noi quasi
una nuova vita, portata dall'impegno
delle giovani che ci stanno dinanzi.
All'Omelia, prendendo spunto dalla
2• Lettera ai Corinti 1, 18-22 " ... In
Gesù vi è stato il - Si -" il Ce-
lebrante commenta il delle giovani
Cooperatrici, un si ~eneroso all'im-
pegno di essere cristiane autentiche.
La Santa Comunione è fatta sotto
le due specie. Al termine della Messa
viene distribuito l'attestato di ap-
partenenza ali'Associazione.
La cerimonia si conclude con la
spiegazione delle brevi pagine del
regolamento inserite nello stesso at-
testato. Il canto conclusivo: "Resta
con noi, Signore, ... ti porteremo ai
nostri fratelli - ti porteremo lungo
le strade", viene a rinnovare la pro-
messa e l'impegno di apostolato.
Il festoso applauso delle ~5 Coope-
ratrici e di due Cooperaton presenti,
dà il "Benvenute nella nostra Unione"
alle giovani Cooperatrici le quali si
dichiarano completamente felici. Due
tornano subito in parrocchia presso
la quale prestano la loro opera di
apostolato per l'assistenza nella "casa
del giovane". Anche le altre sono
pienamente inserite in settori di apo-
stolato: altre due lavorano in gruppi
giovanili parrocchiali, portando in
essi lo spirito di Don Bosco; una
è infermiera in un reparto di bam-
bini e mentre cura il corpo, non tra-
scura la formazione spirituale. Altre
due, Fulvia e Lia, impiegate presso
ditte cittadine, rendono una valida
testimonianza fra il gruppo giovanile
delle Exallieve dal quale, ci augu-
riamo, possano uscire altre giovani
Cooperatrici &.
NON
PERDIAMO
DI
VISTA
IL
PROBLEMA
COMITATO NAZIONALE PER
IL «REFERENDUM>> SUL DI-
VORZIO
Roma, JI marzo r973
Il Presidente
Caro Don Buttarelli,
grazie per la Sua del 29 maTzo
e per l'accluso volumetto Aborto,
problema d'oggi che mi sembra
particolannente efficace.
Volentieri ne parleremo.
Io sono molto impegnato a par-
lare sull'aborto nelle varie città
italiane e ovunque ho conferma che
l'on. Fortuna... ci ha fatto un
grande favore, perché ha aperto gli
occhi a molti che erano incerti sul
problema del divorzio.
Ricordando la generosa colla-
borazione Sua e di tutti i Coope-
ratori Salesiani - nella certezza
che continueremo a lavorare in-
sieme per la difesa dei valori della
famiglia, - La saluto con tanta
viva cordialità.
GABRIO LOMBARDI
Rev. Don ARMANDO BUTTARELLI
Cooperatori Salesiani
Viale dei Salesiani
00175 ROMA
51

1.6 Page 6

▲back to top
VITA
DELL'ASSOCIAZIONE
ISPETTORIA ADRIATICA - Tre
incontri tra Consiglieri ispettoriali
e Consigli locali hanno consentito
un << prezioso contatto per cono-
scersi reciprocamente e stabilire
una prima intesa ideale e opera-
tiva». Si sono svolti a Terni, Lo-
reto, Faenza, nei giorni 1 e 15
aprile, e il 6 maggio.
LAZIO - Giornata di spzntua-
lità salesiana - 8 aprile I973· Ade-
rendo all'invito diramato dall'Uf-
ficio lspettorale dei Cooperatori
e degli Exallievi del Lazio, si sono
riuniti a Frascati oltre 130 fra
Cooperatori e Cooperatrici, Exal-
lievi e familiari per un incontro
di spiritualità. Il tema generale
era dettato nel programma con
le parole: «Nel compiere la mis-
sione al seguito di Cristo, tro-
viamo la via della nostra san-
tità >).
Una relazione-base sullo spirito
salesiano svolta da Don Giovanni
Scarampi e una ricca serie di te-
stimonianze di vita salesiana, pre-
sentate da membri delle varie
componenti la famiglia, hanno dato
sostanza all'originale giornata. Lo
spirito di famiglia che ha regnato
al massimo grado ha fatto della
giornata un'esperienza di vita più
che un tempo di studio.
Ancora una volta si è realizzato
l'Oscar Don Bosco, la simpa-
tica competizione che da anni si
ripete allo scopo di diffondere
52 tra i ragazzi la conoscenza di
Don Bosco e, conseguentemente,
l'amore ai suoi ideali.
Quest'anno la manifestazione si
è svolta il 6 maggio presso l'isti-
tuto S. Cuore, in Roma, organiz-
zata da cooperatrici insegnanti ed
ha interessato alcune centinaia di
ragazzi delle scuole medie ed ele-
mentari statali.
ISPETTORIA NOVARESE - Un
frutto della volontà di dialogare,
di conoscersi reciprocamente e so-
prattutto di agire corresponsabil-
mente, è la Consulta istituita re-
centemente e di cui trascriviamo
la Bozza di Regolamento.
«Consulta Ispettoriale della Pasto-
rale degli adulti
Bozza di Regolamento
La Consulta P. A. vuole essere
un organo di servizio ed uno
strumento per corresponsabiliz-
zare maggiormente gli operatori
nei diversi settori dell;i Famiglia
salesiana nella conduzione della
stessa.
Finalità della C.P.A. sono:
l'approfondimento della natura
e dei problemi dei diversi settori:
cooperatori - exallievi - parroc-
chie - missioni ;
.
la propulsione apostolica di essi
nello spirito e nel sistema di
Don Bosco;
il coordinamento e lo scambio
di esperienze tra le varie comunità
locali.
I Compiti d.elle C.P.A. sono:
lo studio dei modi adeguati per
l'attuazione del programma an-
nuale;
la preparazione di sussidi for-
mativi ed organizzativi;
l'organizzazione a livello ispet-
toriale di iniziative già program-
mate: celebrazioni, convegni e si-
mili;
i rapporti con la stampa in ge-
nere e con gli altri strumenti della
comunicazione sociale nella fra-
terna collaborazione salesiana.
Durata:
I membri delle C.P.A. nmar-
ranno in carica tre anni.
Vita e funzionamento :
La C.P.A. si riunisce in seduta
plenaria alcune volte all'anno in
data e con l'ordine del giorno
concordati dal delegato ispetto-
riale della pastorale degli adulti >>.
(Ci si consenta una precisazione:
I Cooperatori sono piuttosto arte-
fici e protagonisti di pastoral.e edu-
cativa, anziché oggetto...).
VENETO-VERONA - Raduno re-
gionale dirigenti del Trentino-Alto
Adige. Di domenica 4 marzo presso
l'istituto salesiano di Trento si riu-
nirono i dirigenti dei cooperatori
trentini. Scopo: esame delle atti-
vità zonali in atto e prospettive
future. Presiedette l'assemblea il
vicario ispettoriale D. G. Zanella.

1.7 Page 7

▲back to top
Il cooperatore
i I Salesiani chiamati a questa
missìone dovranno prima cli tutto
approfondire l'ascolto e la conoscenza
salesiano
delle masse operaie, dei loro pro-
blemi, ansie e aspirazioni, delle cause
del loro atteggiamento nei confronti
della Chiesa e della fede. Seguendo
è presente tra la
le direttive delle Chiese locali, cer-
cheranno di costituire comunità ec-
clesiali con modalità nuove e criteri
rispondenti alle condizioni sociali e
gioventù lavoratrice;
religiose dei lavoratori. Base indi-
spensabile sarà la formazione di un
laicato missionarw aperto a quanto
vi è di cristiano nell'ideale di fra-
risponde alle sue
ternità e di fierezza operaia, e impe-
gnato a rendere, operando nell'am-
biente cli lavoro, tutta la forza inno-
attese; contribuisce
vatrice e di liberazione presente nel
messaggio evangelico» (cfr. C. G. S.,
p. 26o n. 413).
Nelle prime file di questo laicato
missionario stanno senza dubbio i
alla realizzazione
Cooperatori Salesiani. Il documento
n. 18 che contiene la dichiarazione
del Capitolo Speciale ai Cooperatori,
di una società
occupandosi dci campi del loro la-
voro nella comune missione sale-
siana, «missione giovanile popolare »,
ribadisce l'impegno nei settori e nei
più giusta
problemi in cui si trova socialmente
e spiritualmente più bisognosa la
gioventù cli oggi », ~ l'impegno per
la giustizia nel mondo» (C. G. S.,
P· 499 n. 736).
t Bisogna trovarsi sempre dove
c'è un male da impedire od un
bene da promuovere. Ed è appunto
il carattere laicale della maggior
parte dei Cooperatori che permette
di assicurare, in qualsiasi luogo,
una efficace presenza cristiana oggi
più che mai necessaria... i> nell'am-
I
Il documento n. 1 del XX Capi-
tolo Generale Speciale « I Salesiani
cli Don Bosco nella Chiesa », ricorda
che i destinatari. primari della mis-
sione dei Salesiani sono i giovani,
e, tra loro, eriorità assoluta va ai
giovani _eoven, abbandonati e peri-
colanti (Don Bosco diceva: «I più
poveri e abbandonati*)- Il riferi-
mento è ad ogni sorta di povertà:
economica, sociale, culturale, affet-
tiva, morale, spirituale. Il pensiero
corre subito alla situazione tragica
dei giovani del Terzo Mondo, ma
anche a quelli del cosiddetto Quarto
Mondo, la gioventù proletaria e sot-
toproletaria delle bidonvilles alla pe-
riferia delle grancli città (cfr. Atti
Capitolo Generale Salesia,io, p. 36
s.n. 47-48).
Il C. G. S. indica: «I giovani del
ceto popolare che si avviano al la-
voro ». Sono quei giovani che, anche
se non vivono in condizioni di mi-
seria, appartengono ai ceti popolari
meno fortunati, gli apprendisti e i
giovani operai delle città e delle
campagne (cfr. C. G. S., p. 38
n. 49).
Il dovere dei Salesiani di essere
presenti tra i lavoratori risulta dal
documento n. 5: «L'azione pastorale
e di testimonianza tra i lavoratori è
uno degli impeini che caratterizzano
la nostra vocazione di servizio delle
classi più bisognose» (C. G. S.,
p. 259 n. 413); e dal documento
n. 1: «La nostra missione ~iovanile
e popolare implica un'attenzione per
la realtà sociale e storica del mondo
operaio; lo sforzo cli scoprire i suoi
valori educativi, umani ed evangelici;
la preoccupazione di collaborare coi
movimenti dediti alla evangelizza-
zione di questo ambiente, non tra-
scurando che il valore principale a
cui dobbiamo tendere è che i po-
veri stessi prendano responsabilmente
in mano la loro promozione umana
e cristiana i> (cfr., p. 58 n. 74).
bito delle opere salesiane e altrove
(C. G. S., p. 494 n. 731).
Anche la C.E.I. (Commissione
Episcopale Italiana, nov. 1970) riaf-
ferma che «la pastorale del lavoro
è opera congiunta di tutta la Chiesa
nel quadro di una pastorale orga-
nica », e ciò significa appunto che
anche i laici hanno il diritto e i l
dovere cli assumersi delle responsa-
bilità apostoliche nel mondo del la-
•voro, sia in ordine alla evangelizza-
zione, che all'animazione cristiana
dell'ordine temporale.
È un segno dei tempi » cogliere
l'urgenza cli aiutare i giovani lavora-
tori, oppressi dalla fabbrica con le
sue imposizioni, talora non espresse
ma quantomai autoritarie e condi-
zionanti, cli fronte alla fragilità di
persone in via cli formazione o co-
munque bruscamente sconvolte da
una mentalità inattesa, non prepa-
rati a coglierne le insidie e a misu-
rarne gli errori.
47

1.8 Page 8

▲back to top
II
Come incontrarsi
coi giovani lavoratori ?
Bisogna cercarli negli stessi am-
bienti cli lavoro, cercarli ovunque,
sulle vie, alla stazione, sui mezzi
di trasporto. L'amore insegna tante
industrie. Essere sempre pronti a
dire una parola di conforto, ad eva-
dere una richiesta di aiuto. Aggan-
ciare rapporti anche con le loro fa-
miglie. Tenere rapporti con il cap-
pellano di fabbrica, con le religiose
dedite ali'assistenza, con le assi-
stenti sociali dei patronati dei lavo-
ratori. In parrocchia possono essere
costituiti «Gruppi di Giovani Lavo-
ratori »; essi possono svolgere atti-
V1tà caritative per dare aiuti mate-
riali e spirituali specialmente ai com-
pagni di lavoro, per partecipare alle
loro gioie come ai loro dolori (lutti,
malattie, incidenti...). È importan-
tissimo stimolare l'intervento attivo
dei giovani lavoratori, autentici come
operai e come cristiani, far loro rea-
lizzare la testimonianza nella carità
cristiana. Incoraggiare l'adesione dei
giovani ai movimenti giovanili operai,
in particolare a quello dell'Azione
Cattolica, vera scuola di apostolato,
·che assicura loro una solida prepara-
zione dottrinale e consente loro la
possibilità di riunioni comunitarie,
con scambio di esperienza, difficoltà,
riuscite...
Sarà molto opportuno organizzare
corsi di formazione per coloro che
si dedicano all'apostolato nel mondo
del lavoro; il programma dovrà con-
templare la formazione dottrinale,
pastorale, spirituale, con elementi cli
pedagogia, sociologia, metodologia,
diritto, tecnica sindacale.
III
Che cosa vogliono
i giovani lavoratori ?
Vogliono vivere <<personalmente»,
al di delle forme tradizionali, dei
modelli ufficiali che sono loro pre-
sentati, come responsabili di. una
esperienza nuova che sia tutta loro.
Vogliono provare l'efficacia della loro
azione, sensibili alle grandi cause per
la costruzione di un mondo migliore.
Vogliono essere creatori del proprio
destino. L'educatore ha l'esigenza di
trovare e far accettare alla loro vita
la presenza di forze liberatrici. I gio-
vani hanno bisogno di appoggi sicuri;
vogliono trovare negli adulti, negli
48 educatori dei testimoni e delle guide.
Lo studio serio del temi di fondo cha cl ri-
guardano è la condlz.ione essenziale par
assere vari salesiani. Par questo si molti-
plicano gli Incontri formativi a la giornata
di studio. (Nella foto: A Cassano, Bari,
convegno dal consigli locali dalla Puglia,
13-14 gennaio se.).
I giovani amano la verità e la
giustizia: vogliono battersi per una
società più giusta e più umana.
IV
E cosi veniamo all'ultima parte
del nostro tema: il _e.roblema della
giustizia. Abbiamo già ricordato l'af-
fermazione del doc. n. r8 del C. S.
circa «l'impegno del Cooperatore
Salesiano per la giustizia nel mondo >>
da attuarsi «opportunamente e nelle
diverse forme politicamente e social-
mente possibili>>. Leggiamo ora quan-
to è scritto nel documento n. 1
sullo stesso argomento: « Uno dei
problemi più scottanti del nostro
mondo è quello del sottosviluppo c
della disuguaglianza fra gli uomini...
Esiste lo scandalo di una crescente
opposizione tra paesi e classi del-
l'abbondanza e paesi e classi della
miseria... Quali le conseguenze per
la Chiesa di oggi ? un più deciso
atteggiamento evangelico a favore
dei poveri: «il rifiuto di tutto ciò
che sarebbe un compromesso con
qualsiasi forma di ingiustizia so-
ciale l)j il dovere positivo di destare
la coscienza di fronte al dramma
delJa miseria e alle esigenze della
giustizia sociale del Vangelo e della
Chiesa... Tutto questo deve far vi-
brare intensamente una congrega-
zione che si indirizza con priorità
ai giovani più poveri (e agli adulti
del ceto popolare) in vista di un
aiuto spirituale e corporale & (cfr.
C. G. S., p. 25-26 n. 32).
E ancora: «Nello spirito delle beaa
titudini i Salesiani si impegnano in
un'azione inte11same11te educativa che
testùrwni e promuova la giustizia nel
monda>>.
L'agire con la giustizia e il parte-
cipare alla trasformazione del mondo
ci appaiono chiaramente come la
dimensione costitutiva della predi-
cazione del Vangelo, cioè della mis-
sione della Chiesa per la redenzione
del genere umano e la liberazione
da ogni stato oppressivo.
Uno dei segni dei tempi è la presa
di coscienza, soprattutto da parte
dei giovani, dell'ingiustizia che im-
pedisse l' equilibrio della società e
la realizzazione di una totale libe-
razione dell'uomo. Il sottosviluppo,
l'analfabetismo, la miseria e la fame
nel mondo sono oggi di tale am-
piezza e gravità che non è sufficiente
un soccorso immediato, ma occorre
agire sulle cause profonde di tale
situazione. Si tratta infatti di strut-
ture che spesso ostacolano grave-
mente o addirittura impediscono l'es-
senza del Vangelo predicato e vis-
suto: non permettono ai poveri e agli
oppressi di scoprire in loro l'imma-
gine di Dio, né di credere che il
Regno sia arrivato in questo mondo,
né di avviarsi verso il cammino della
salvezza integrale. Sono dunque strut-
ture di peccato... In tale situazione,
qual'è il compito dei salesiani che
il Cristo manda fra i giovani soprat-
tutto i più poveri e a quali condizioni
la loro azione rimarrà apostolica e
salesiana?
Don Bosco distingueva un doppio
impegno possibile sulle strutture so-
ciali: a) un impegno dell'orizzonte
ampio, dove la Politica (con la P
maiuscola) è << la politica del Pater
Noster >>; questa è inerente alla evan-
gelizzazione cristiana intimamente
connessa con la promozione integrale
della persona umana; qui i salesiani
operano principalmente con il loro
compito educativo; b) una visione
più ristretta, limitata entro le pro-
spettive dei partiti politici, dalla
quale Don Bosco volle assolutamente
l'astensione sua e dei suoi figli.
La nostra risposta oggi nella Linea
dell'impegno per la giustizia nel
mondo si pone in un contesto cultu-
rale nuovo: non viene sollecitata da
motivi contingenti di fazioni poli-

1.9 Page 9

▲back to top
tiche e di ideologie del momento,
ma dalle esigenze che pone oggi al-
l'educatore cristiano la formazione
integrale del «perfetto cristiano e
dell'onesto cittadino ~: sono la Chiesa
e il mondo che ci chiedono di for-
mare uomini capaci di portare la
giustizia nel mondo denso di gravi
problemi» (C. G. S., pp. 53-54
n. 67).
li documento prosegue (p. 55)
parlando dell'azione intensamente
educativa che dev'essere compiuta
verso i giovani e verso gli adulti re-
sponsabili della liberazione dei poveri.
1) «Verso i giovani ai quali siano
mandati. La nostra collaborazione per
lo sviluppo è principalmente l'educa-
zione, la qualificazione e la forma-
zione degli uomini che sono i fattori
principali dello sviluppo. La nostra
prima responsabilità concerne la mas-
sa di giovani che hanno bisogno di
una educazione aperta e completa:
comprensione dell'attualità sociale,
conoscenza della dottrina della Chiesa,
formazione alla responsabilità civica
.sociale e politica, iniziazione ad un
impegno progressivo di servizio con-
creto. La nostra azione educativa si
innesterà cosi nella realtà circostante
suscitando cristiani impegnati per la
liberazione dei loro fratelli.
Come Don Bosco siamo partico-
larmente sensibili ai bisogni di coloro
che rimangono emar~inati dalla so-
cietà perché analfabet1. Collaboriamo
con gli organismi Nazionali e In-
temazionali che promuovono tra i
poveri l'educazione di base e la
alfabetizzazione, affinché questi no-
stri fratelli emarginati possano li-
berarsi dalla schiavitù dell'ignoranza
e partecipare alla vita socio-culturale ,1
(C. G. S., p. 55 n. 69).
2) «Verso gli adulti impegnati per
la giustizia... Stimolare all'impegno
per la giustizia... È nostro dovere
approfondire la dottrina sociale per
renderli capaci di un compito cosl
delicato•> (C. G. S., p. 55 n. 69).
Cm1cludendo il nostro discorso sul
mondo del lavoro giovanile come non
ricordare che Don Bosco fu un pio-
niere in questo campo? Tutta la
sua vita fu dedicata al lavoro. Il
suo apporto alla soluzione della
«questione sociale>> fu notevolissimo.
Il lavoro come mezzo di educazione
popolare fu una delle sue più felici
intuizioni e realizzazioni; le sue case
divennero un luogo di naturale ri-
trovo degli operai.
Don Bosco ha dato prova di una
carità operosa che mirava alla pro-
mozione totale della gioventù lavo-
ratrice: spirituale, culturale, econo-
mica, sociale. Tale amore umano e
cristiano si tradusse in diverse ini-
ziative tendenti ad assicurare ai suoi
giovani il pane materiale, il lavoro,
l'alloggio; nell'opera di difesa contro
i mali fisici e morali: la sua Società
di Mutuo Soccorso contro le ma-
lattie e la disoccupazione è un primo
esempio di assicurazione sociale. I
suoi «Contratti di lavoro 1> a tutela
dei giovani operai ce lo presentano
come un sindacalista ante litterarn.
Le sue scuole serali, le sue scuole
professionali - oggi diffuse in tutto
il mondo - sono l'opera di un
precursore nel campo dell'orienta-
mento, della formazione, della qua-
lificazione professionale. Il Papa
Pio XII nel decreto con cui, nel
1958, proclamava S. Giovanni Bosco
Patrono degli apprendisti, così si
esprimeva: «Don Bosco, messosi
all'avanguardia del progresso, formò
innumerevoli schiere di giovani per
vari mestieri, educandoli all'onestà
e santità della vita >>.
Nella scia del Fondatore il suo
successore Don Ricceri in una re-
cente lettera scrive: «Educhiamo i
giovani alla socialità 1>, proponendo
tutta una serie di compiti per la
loro formazione sociale.
Nel settore dei lavoratori dipendenti
dal mondo industriale è impegnata
la parte più giovane della nostra
popolazione: in esso si sta svolgendo
la massima tensione della moderna
convivenza, emergono i più gravi
problemi interessanti la dignità e la
salvezza dell'uomo, sussistono le mag-
giori sofferenze, i disagi, i pericoli
di ordine materiale e morale. In
questo settore si vengono determi-
nando le sorti della civiltà futura:
in esso i figli di Don Bosco non
possono essere assenti.
DOTT. LUIGI SARCHELETTI
Consigliere nazionale • Verona 49

1.10 Page 10

▲back to top
LAICATO MISSIONARIO
GIOVANE COOPERATORE:
prendi nota
ti può interessare
· Il Cooperatore che aspira ad
un impegno di laicato missio-
nario si preparerà attraverso
un corso qualificato, che pre-
vede un programma concor-
dato tra Terra Nuova e Asso-
ciazione Cooperatori, e sarà
svolto con la collaborazione dei
due organismi, ciascuno per
la parte specifica che gli com-
pete.
Il corso prevede le seguenti
fasi:
r) Una SETTIMANA DI
ORIENTAMENTO, a Roma,
a cui possono partecipare
ançhe i giovani çhe non sono
in grado di partire subito
dopo il corso, ma negli anni
successivi.
z) Un periodo di ulteriore ri-
flessione personale da tra-
scorrere nella propria re-
sidenza.
3) CORSO RESIDENZIALE
(prima parte), un mese circa,
a Roma.
4) Sperimentazione e ricerca
personale (negli ambienti di
provenienza: 3-4 mesi) nella
quale ognuno realizza un'at-
tività promozionale nel pro-
50 prio paese o quartiere.
5) CORSO RESIDENZIALE
(seconda parte), un mese, a
Roma (riservata ai giovani
che hanno già deciso il pro-
prio servizio) per lo studio
dei progetti di intervento e
dei presidi di destinazione.
CHI VI PUO' PARTECIPARE?
• ragazzi, ragazze e coppie di
coniugi cooperatori salesiani
che intendono assumere, in
uno dei paesi del Terzo
Mondo, un impegno di col-
laborazione che escluda ogni
prospettiva di carriera e di
lucro.
• che abbiano coml?iuto i zo
anni;
• siano in buone condizioni
psicofisiche e idonei a svol-
gere un lavoro richiesto in
paesi del T. Mondo;
siano disponibili ad una per-
manenza ali'estero di almeno
zanni;
• siano liberi da impegni (la-
voro, studio) che impedi-
scano l'ininterrotta frequenza
a tempo pieno (intera gior-
nata), nei periodi previsti dal
programma (settimana di
orientamento, fasi residen-
ziali);
• non abbiano eventuali sca-
denze militari anteriori ad
un anno circa dall'inizio della
prima fase residenziale.
QUOTA
Nelle fasi residenziali, cia-
scun corsista contribuisce alle
spese di vitto, alloggio, docenti,
documentazione, segreteria,
ecc,, nella misura di L. 1000
quotidiane.
Le spese di viaggio per il
paese di destinazione non sono
a carico del volontario.
(Qualora vi fosse fondatà dif-
ficoltà a versare la quota, l'as-
sociazione Cooperatori esami-
nerà la possibilità di interve-
nire a favore del corsista).
L'inizio del nostro Corso è
pre'Oisto per il mese di ottobre
prossimo (saranno precisate
date e modalità).

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
Lo si i11via ora a.i Consigli Nazionali
e Tspettoriali che 1WVranno far per-
venire il loro parere e Le loro osser-
va::io11i non oltre La fine di novem-
b re 1973 onde una apposita commis-
sio11e composta da cooperatori scelti
tra quelH i11dicaJi dai Conngli, da
esperti e rapprese11tanti della Fa-
miglia Salesiana le possa esaminare
nel mese di dicembre e redigere un
g Regolamento Provvisorio •> da pro-
porre, dopo l'esame del Consiglio Stt-
che ne deve tener conto nel redigere il
suo studio per la Commissione cen-
trale del regolamento; la seconda da
imnare, e per conoscenza e documen-
tazione alla medesima commissione
centrale, La quale gradirà anche le
osservazioni e i co,itributi di singoli
cooperatori e dei consigli locali.
Per quanto è possibile nell'esprimere
voti e osservazioni si usino schede di
eguale formato (cfr. 1/.fac-simife * in
30 allegato).
e che oggi, forse in modo diverso,
ma con fedelttl dinamica sostanziale
si passano realizzare a bene della
Chiesa e della nostra Famiglia.
Se si lavorerà co,i impegno il
Nuovo Regolamento diverrà opera co-
rale di moltissimi Cooperatori e membri
della Famiglia Salesiana; si otJrà
occasio11e di strutturare e far fun....-io-
11~re gli _org_a,ii intermedi dell'Associa-
:.ione; si diffonderà largamente la co-
11oscem:a del ~ proçetto primigenio di
D~,z Bosco~ .e s1 creerà i11fi11e un
cl11na prop1zw a celebrare con il
dovuto rilievo, il centenario del Re-
golamento dei Cooperatori (1876-1976),
port~do a ter,!1i,ie uno degli adempi-
men// del Cap,tolo Generale Speciale
rlte 11el clima di rilanci.o defla Fa-
,r!,:rtlia Salesia,ia, idea portante del
rnmovamento (cfr. Don Ricceri, pre-
sentazione degli Atti del C. G. S.),
110n mancherà di portare frutti fe-
rondi di spirito e di opere 11ella Coope-
razione Salesiana.
Dev.mo
DON GIOVANNI RAINERI
Da quanto sopra consegue un
pressante INVITO a tutti i centri
e ai Consigli ispettoriali, affinché
svolgano il lavoro che loro si
chiede, rispettando le fasi e le
scadenze che qui di seguito rie-
piloghiamo:
M esi g iugn o-settembre:
I Consigli locali esaminino in
seduta straordinaria il pro;etto,
e inviino le loro osservazioni e le
loro proposte al consiglio ispett<r
periore e l'apprQ'Oazione del Rettor
J.l-Iaggiore, ;,, occasione della festa di
Don Bosco, perché sia esperimentato
L'esame del progetto è una ottima
occosi'one per intere,ssare anche le co-
munità salesiane e delle F.1\\1.A. e
riale competente. Inter essino an-
ch e il maggior numero possibile
di cooperatori.
durante gli o,mi 197-1-197~. L'esperi- gli altri gruppi della Famiglia Sale-
mento servirà a raccogliere mdicazioni siana a questa istituzione cosi cara
Entro il 15 ottobre:
e co11tribuli per La redazione, in occa- a Dot1 Bosco. ÙJ studio è un motivo I Consigli ispettoriali compile-
sione de/centenario dei Regolamenti per farfare un passo avanti ai Centri ranno una r elazione in due copie
Cooperatori, nel 1976, di un testo da già esistenti e ben strutturati ma da inviare al Consig lio nazionale
presentare alla Santa Sede per la anche per stimolare la costituzione dei e, per conoscenza, alla Conunis-
apprOfJazione definitiva come 11u0f/o Consigli a 11,tti i livelli e per diffon- sione centrale (Roma, Via della
regolamento dei Cooperatori, che verrà dere le prospettive di rinnovammto Pisana, un).
promulgato dal Retto, Maggiore per dell'Associazione.
Voti e osservazioni siano ripor-
u,i conveniente periodo di esperimento. Per qua,ito rig11arda i legami che tati su schede del formato uguale
uniscono i Cooperatori alla Congrega- al fac-simile allegato al progetto.
2. LO STUDIO DEL PROGETTO
zione e La «giusta autonomia•, si
tenga conto d,lla volontà di Don
L'assemblea nazionale elaber
1 Co11sigli Nazionali e ispettoriali Bosco e cioè dello specialissimo vin- rerà la sua relazione nella riu-
diffondono progetto e allegati i,i modo colo di unità e di comunione co11 essi nione del 2-4 novembre.
ché anche i Consigli Locali e singoli a cui egli ha pe,uato dura11te il pe-
Cooperatori lo possano studiare ed riodo, di oltre trenta mmi di tentativi Il Consiglio nazionale elaborerà
esprimere giudizi e osservazioni che di aprire• attraverso essi, alla Chiesa la s ua relazione.
im;ieranno al Consiglio i'spetton·ale. e alla società la ricchezza di un ca-
Tenendo conto di tali contributi, questi risma che lo Spirito Santo gli aveva Il 31 g ennaio 1974 : il Reuor
studierà a ma volta il progetto e affidato per tutto il popolo di Dio. Magg iore em anerà il Re golam.ento
compilerà una relazione ili dite copie; é'ermw nel suo pensiero delle a11tici- provvisorio, da esperimentare nei
la prima per il consiglio nazio,iale pazioni allora 11011 potute realizzare due anni segu enti.
45

2.2 Page 12

▲back to top
LA RIUNIONE
DEL CONSIGLIO
NAZIONALE
Come-perché
Casa Generalizia a Roma, Via della
Pisana, ne.i giorni 29 aprile sera,
30, e maggio.
All'ordine del giorno figurano questi
punti, svolti con buona disponibi-
lità di tempo: Esame della Bozza di
programma 1973-74; Esame dei con-
tenuti e della forma del sussidio che
sta per essere dato alle stampe, sul
nuovo tema di studio «Per la cre-
scita della Chiesa locale »; Presenta-
zione del «progetto di nuovo Regola-
mento »; ele;;sione dei membri della
Giunta esecutiva.
In bilancio : interesse vivo e buona
partecipazione ai lavori; liturgia ben
curata; clima familiare e caldo, ormai
consueto tra noi. La conferenza di
Mons. Pino Scabini, delegato della
Cei per la Consulta generale del-
l'apostolato dei laici, è il pezzo forte
e sostanzioso della riunione. Il tema
è: «Consigli pastorali, strumento di
apostolato». La partecipazione ai la-
vori di Don Raineri, Don Fiora,
Don Archenti, Don Midali... fa ve-
ramente piacere e ci convince ancora
più dell'interesse che nutrono per i
nostri problemi. Le visite del neo-
eletto Presidente nazionale degli ex-
àllievi di Don Bosco, avv. Nicola
Ciancio, e del delegato nazionale
Don Arcadio Vacalebre portano una
nota veramente costruttiva, preludio
a maggiore reciproca collaborazione.
Una nota del tutto negativa: as-
senza e silenzio di non pochi consi-
glieri nazionali.
Parteciparono: Denti (Emilia)
Sarcheletti (Veneto, Verona) - Naso
(Emilia) - Bina (Novarese) - Bel-
locchi (Sicilia) - Attanasio (Cam-
pania) - Missaglia (Campania) -
Piatto (Romagna) - Basso (Romagna)
- Marchitelli (Lazio) - I membri
della Giunta: Giannantonio, Costan-
tini, Lazzara, Costantini, Montano,
AJbert, Onofri, Marchitelli. Inoltre
Tamburrini (vdb), le Delegate ispet-
toriali: Suor Tosi, Suor Giannan-
tonio, Suor Pironti, e Suor Maria
Rampini: I Delegati ispettoriali Don
Stappazzon e Don Tannini, e il
Delegato nazionale Don Buttarelli.
Consigli
locali
1n azione
suscitare il senso del dooere e della
solidarietà anche a questo proposito).
È uscita la seco11da ristampa del-
l'opuscolo Aborto problema d'oggi
(dnquemila copie), che ha incontrato
buona accoglienza tra i cooperatori.
Diffonderlo largamente vuol dire di-
fendere una causa giusta e essere apo-
stoli della stampa buona.
I Corsi di Esercizi Spirituali
stanno per inizi.are. La propaganda
va intensificata e i partecipanti con-
venientemente preparati. Non basta,
infatti, «iscriversi... » E tu consiglure,
vai quest'anno agli esercizi? ( Un so11-
daggio fatto in qualche ispettoria .,,w-
stra che i consiçlieri. non sono sempre
tra i più assidui agli esercizi.!).
Prima di salutarsi per le meritate
46 ferie estive è necessario fissare La
riunione di ripresa e definire i .,,wdi
per studiare il «progetto di nuovo
regolamento ». Il tuo consiglio ha
fissato le date a questo scopo?
n segretario prO'V'Veda ad inviare
al.l'ufficio nazionale la relazione della
seconda conferenza annuale e al-
l'ufficio centrale la relativa offerta
(questa troppo spesso viene omessa
per .,,wtivi non validi. Bisogna saper
Il 29 giugno, a Roma, incontro...
semispontmuio per giooani CC. che
desiderano studiare i problemi del lai-
cato missionario e preparare il Corso
di formazione previsto per ottobre.
Si chiede appoggio all'iniziativa che
vuole essere frutto della Strenna e di
una rinnooata com.'enza missionaria.
Domande per i «Campi di lavoro
e di animazione cristiana»: solleci-
tarne l'invio vuol dire aiutare gli
organizzatori a funzionare meglio.

2.3 Page 13

▲back to top
Il delegato ispettoriale D. G. Bu-
SATO riferì sul convegno della
Famiglia Salesiana riunitasi a fine
gennaio a Roma. Ai fini organiz-
zativi ricordò inoltre l'importanza
di rendere efficienti i consigli lo-
cali e zonali e insistette sugli in-
contri con maestri e genitori per
sensibilizzarli alla educazione e
all'orientamento dei giovani.
Furono poi indicate le date
delle attività estive degli esercizi
e dei campi di lavoro.
Tra le varie iniziative fu sotto-
lineata l'attività svolta dal «Labo-
fatorio Mamma Margherita >> di
Rovereto a favore delle missioni
e di famiglie bisognose.
Alla fine del Convegno, consta-
tando il crescente dilagare della
pornografia, che tanto danno com-
pie particolarmente tra la gio-
ventù, si approvò una mozione
I giovani amano rincontrarsi. t certamente
utlle a piacevole. A condiziona che non si
indulga a superficialità a vuoto discutere.
(Nella foto: Napoli: gruppi di GG. CC.
dalla Campania In una ben rlu.scita Gior-
nata di splritualità salesiana, svolta il
25 marzo scorso).
di protesta da trasmettere alle au-
torità responsabili e da pubblicare
sui giornali.
I CC. hanno partecipato ad una
<< due giorni di riflessione sulla
vocazione salesiana nel mondo di
oggi», organizzata dall'ispettoria
per tutte le componenti della Fa-
miglia Salesiana, nei giorni 17-19
maggio, a Monteortone (Padova).
I lavori hanno avuto come mo-
menti forti due relazioni di Don
Aubry e i gruppi di studio. Il
clima di vera famiglia, un desi-
derio grande di conoscersi di più
e collaborare ampiamente~ hanno
caratterizzato l'interessante in-
contro.
ISPETTORIA MERIDIONALE,
NAPOLI - I Giovani CC. hanno
voluto «continuare a rassodare la
loro amicizia e collaborazione con
~a g!"crnaf-a di spirttualità e co-
sc1ent1Zzaz1one salesiana>).
11 25 marzo in numero di oltre
80, provenienti da vari centri
della Campania, hanno discusso il
tema: «C01nl! il cooperatore sente
e vive il Cristo nello spirito di
Don Bosco » che era stato presen-
tato da Don Buttarelli. Liturgia
e gruppi di studio sono stati i
momenti forti della giornata.
EMILIA-REGGIO (S. Caterina).
- In occasione della prima as-
semblea annuale i partecipanti
hanno mostrato la loro adesione
alla Strenna del Rettor Maggiore
raccogliendo, seduta stante, la som-
ma per una borsa di studio per
le missioni.
GENOVA (C.so Sardegna). - Il
centro ha accolto, per la prima
volta, un gruppo di neo-coopera-
trici giovani che hanno fatto la
loro offerta proprio nel giorno
dedicato all'Ausiliatrice, il 24
maggio.
VERIFICA - L'hanno completata
i centri di Latina (sdb) - Chieri
- Torino (fma) - Regina Marghe-
rita - Torino (fma).
53

2.4 Page 14

▲back to top
Il cooperatore
salesiano:
«laico del
Continuazione
Vaticano II»
II
famiglie; poscia nelle nostre par-
rocchie, città e villaggi e in ogni
Il Cooperatore:
luogo, diportiamoci come altrettanti.
apostolo dei giovani
Apostoli del Signore; e dove c'è un
male da impedire, un bene da pro-
Il XX Capitolo Generale Speciale muovere, potendo, troviamoci sem-
vede la specificità dell'apostolato sa- pre ,; e Volete fare una cosa buona?:
lesiano nella dimensione giovanile; educate la gioventù; volete fare una
in effetti così lo definisce:
cosa santa ?: educate la gioventù; vo-
t Vero salesiano nel mondo, cioè, lete fare una cosa divina?: educate
un cristiano che realizza la propria la gioventù (M. B., 13, 630).
vocazione alla santità impegnandosi Il nostro Padre aveva l'arditezza
in una missione giovaoile e popo- dei Padri nella fede:
lare secondo lo spirito di S. G. Bosco, «Nelle cose che tornano a van-
al servizio della Chiesa Locale ed in taggio della pericolante gioventù io
comunione con la Congregazione Sa- corro avanti fino alla temerità t (z1).
lesiana ~-
Lo scopo che fissa alla Pia Unione
Ciò vien confermato dal Concilio è questo:
Vaticano quando chiede agli adulti e Adoperarsi con ogni mezzo pos-
che comunichino con i giovani in rap- sibile per cooperare aJla salvezza dei
porto di amicizia, e ricordando loro loro fratelli e in particolar modo
che t la vocazione cristiana è per alla gioventù• (M. B., r5, 500).
natura sua vocazione all'apostolato• Vediamo in questa ansia antici-
(A. A., 2, 3, 12).
pata la richiesta pressante del Con-
Don Bosco, il cui zelo sacerdotale cilio quando chiede ai laici una spe-
si compendia nel suo stemma « Da ciale cura della gioventù, e più an-
mihi animas », mette anche lo zelo cora quando sprona i giovani a • di-
della sua Congregazione· in questa venire i primi cd immediati apostoli
dinamica di salvezza di una gioventù dei giovani esercitando da loro stessi
pericolante ad ogni Livello, di una t'apostolato fra di loro (A. A., 15).
gioventù povera di ogni povertà.
A questo riguardo, Don Bosco
Sul Bolletti,io Salesiano, gennaio voleva ascritti come Cooperatori i
18781 due anni dopo l'approvazione giovani ..:he finivano il ginnasio, a
della Pia Unione, Don Bosco scri- condizione che avessero 16 anni,
veva ai Cooperatori :
onestà di vita, prestigio da cattolici,
e La moltitudine dei credenti, ci docilità al Magistero. Con ciò in-
dicono gli Atti degli Apostoli, era tendeva avviare il giovane all'apo-
un cuor solo ed un'anirna sola. stolato attivo, convogliando sin dai
Uniti in tal modo essi salvarono il primi anni tutta la volontà e Ja virtù
mondo; bramando di giovare ad dei nuovi apostoli.
altri, cominciamo, se occorre, dal- Esigeva da loro soltanto quella
54
l'ordinare noi medesimi, e le nostre maturità sufficiente che permettesse

2.5 Page 15

▲back to top
loro di avere • ferma volontà di con-
formarsi alle regole proposte t (Reg.
del 1874).
Il Concilio chiede l'unione delle
forze cattoliche per l'opera aposto-
lica (A. A., 8); non diversamente La
pensava Don Bosco quando scriveva:
Se in ogni tempo fu giudicata
utile l'unione tra i buoni cristiani
per promuovere e sostenere il bene,
per impedire e distruggere il male,
oggidl è necessario ed indispensa-
bile t (Boli. Sal., gennaio 1878).
Il Concilio insiste sull'insegnamento
della dottrina, adoperando la stampa,
la radio, la televisione (A. A., 6);
in Don Bosco questo è stato iJ suo
pensiero assillante, lui che scrisse
tanto e tanto fece scrivere per la
gioventù ed il popolo; questo del-
l'insegnamento, della catechesi è stato
sempre il movente dell'agire della
Congregazione sin dal primo abbozzo,
e questo anche il fine della Pia
Unione dei Cooperatori Salesiani.
Scriveva Don Bosco: Alle arti
ingannatrici della malignità contrap-
poniamo le industrie amorose della
carità nostra: stampe a stampe,
scuole a scuole, collegi a collegi •
(M. B., 13, 617).
Non direbbe forse oggi Don Bosco,
contrapponiamo: televisione a tele-
visione, spettacoli a spettacoli, di-
vertimenti a divertimenti?
Il Concilio è chiaro anche m
questo(/. M., 12, 14).
Formazione spirituale
del Cooperatore
• Nella Chiesa tutti sono chiamati
alla santità... t chiaro dunque che
tutti i fedeli di qualsiasi stato o
grado sono chiamati alla pienezza
della vita cristiana (Concilio, L. G.,
39, 40).
Ed aggiunge: «La fecondità del-
l'apostolato dei h.ici dipende dalla loro
vitale unione con Cristo• (A. A., 4).
Don Bosco, uomo essenzialista,
seb~ne volesse una pietà semplice,
schietta, essenziale, propria di ogni
buon cristiano, sapeva che i cristiani
buoni non maturano in un autentico
impegno apostolico se non vivono
in ispirito di preghiera, preghiera
vitalmente vissuta.
Questa preghiera ha per Don
Bosco i suoi tempi forti: ritiro men-
s~e; ~ualc~e . giorno di esercizi spi-
ntuali poss1b1lmente ogni anno; sa-
cramenti il più frequentemente pos-
sibile (v. Reg. del 1876). A mante-
nersi saldi nella fede ed a crescere
uniti nel fervore apostolico esortava
alla lettura formativa e di medita-
zione; la frequenza dei sacramenti;
divozione vertebrata all'Eucaristia,
alla Madonna, al Papa.
Ciò viene richiesto anche dal
Concilio nella • Apostolicam Actuo-
s itatem (3; 4).
Non soltanto i religiosi sono te-
nuti a Cqnsigli evangelici ma ogni
cristiano, in modi diversi a seconda
delle situazioni; il Cooperatore, dun-
que, vive realmente lo spirito di
Castità, Obbedienza e Povertà, rea-
lizzando queste virtù in forza della
professione battesimale; le stesse che
il religioso professa nella sua consa-
crazione.
Don Bosco, vuole per i suoi Coo-
peratori questa vita secondo il Van-
gelo e le sue • beatitudini •• questa
professione cristiana che li rende
veramente liberi dalla schiavitù del
denaro, del potere e della sensualità;
in effetti Don Bosco, ne !secondo
abbozzo delle Regole della Pia Unione
del 1875 chiede per il Cooperatore:
esattezza nei doveri del proprio
stato; modestia e frugalità; della per-
sona e della suppellettile; frugalità
della mensa; castigatezza nei discorsi.
Ma tutto ciò lo voleva, Don Bosco,
condito di salesiano ottimismo e
gioia. Questo grande segreto del cri-
stiano, è caratteristica e contrassegno
dello zelo secondo Dio; il Concilio,
nel decreto suJl'Apostolato Laicale
al numero 4 esorta l'apostolo a lavo-
rare con gioia : I laici progredi-
scano nel cammino della santità con
spirito deciso e gioioso, procurando
di superare le difficoltà con prudente
pazienza•·
Lo avevano vitalmente imparato
dal Santo che sorrideva sempre,
anche quando era immerso nell'ango-
scia dei debiti e delle contraddizioni;
Domenico Savio diceva con Don
Bosco: «Noi facciamo consistere la
santità nell'essere sempre contenti•·
Ma questa gioia non è ingenua,
ma radicata nella fiducia nel Dio
Padre provvidente per ognuno e per
tutta la Chiesa; Don Bosco ne era
certo e fermamente ripeteva: • Non
temere, Dio è con la Chiesa in tutti
i giorni fino alfa fine dei secoli:
tocca ai cattivi tremare dinanzi ai
buoni e non ai buoni dinanzi ai
cattivi• (M. B., 4, 482).
Concludendo
Don Bosco ha saputo sensibiliz-
zare il laico alle necessità della
Chiesa in un mondo ostile, liberale.
Sebbene è vero che. non poteva
esprimere in termini e categorie
moderne l'autonomia della missione
apostolica del cristiano, tuttavia ha
visto chiaramente ed ha prospettato
con travolgente impegno e coerenza
la radicale vocazione del laico cri-
stiano.
Questa profetica visione del laico,
fece esclamare al testé defunto Car-
dinale Cento, presidente allora delle
commissioni conciliari per l'Aposto-
lato dei Laici: • La " Apostolicam
Actuositatem " è la canonizzazione
delle idee di Don Bosco sull'Aposto-
lato Laicale t.1
Questo apostolato era, per Don
Bosco, la manifestazione operativa
della fede, il che espressava cosi:
L'opera dei Cooperatori è fatta per
scuotere dal languore nel quale giac-
ciono tanti cristiani e diffondere
l'energia della carità. Più la miscre-
de02a va crescendo e più i Coope-
ratori alzeranno luminosa la fiaccola
della loro fede operativa• (M. B.,
18, 161).
La cooperazione laicale richiesta
dalla Chiesa del Vaticano II ( 16g
volte usa il Concilio questo termine)
si trova dai Cooperatori Salesiani
come in casa propria.
Cooperazione è parola d'ordine che
la Congregazione Salesiana più con-
sapevole della sua vocazione della
Chiesa, dopo il Capitolo Generale
Speciale, ha fatto sua con rinnovato
entusiasmo: drappelli di laici pre-
parati partono per le Missioni stra-
niere; nascono i gruppi di Gio-
vani Cooperatori• come quello che
l'anno scorso ha ricevuto a Vienna
il premio intitolato a A.l..BERT
ScHWEJTZER •; nasce il movimento
di giovani volontari Terra Nuova t,
sorge il gruppo femminile • Volon-
tarie di Don Bosco •·
Don Bosco che tanto lavorò pre-
parando il Concilio Vaticano I, ha
presagito il Vaticano II; in effetti:
la Chiesa trova nel Cooperatore Sa-
lesiano il laico nuovo nei tempi
nuovi.
r . Cani, CEl'<'TO, Prd'u. a FARINI, I - . , .
rotori sol#lion, di Don BoJ(;O.
55

2.6 Page 16

▲back to top
Spediz. in abbon. postale Gruppo 2" (70) 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Si pubblica Il 1• del mese per la Famiglia Sa/Bsiana; il 15
del mBss per i DirigBnti dBi Cooperatori
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-
meriti e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: via Maria Au-
siliatrice, 32 - 10100 Torino - Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Teresio Bosco
Redazione: Armando Buttarelli
Autorln. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
Pe r inviare offerte servirsi del C. C. Postale n. 2-1355
intestato a: Dlrez.. Generale Opere Don Bosco . Torino
Percambio d'Indirizzo Inviare -hel'lndiriuoprecedente
UISIID
Olle
ffllSSIODI
DOll'IDDID
per il cinquantenario
delle missioni salesiane
in Assam.
Conoscere da vicino le missioni e i loro problemi,
vivere per alcuni giorni con le nuove generazioni
della Chiesa, pregare insieme a loro e arricchirsi
della loro fresca e viva fede, andare alla scuola
dell'eroismo dei missionari e, tornati, stabilire un
ponte di intensa collaborazione, questo lo scopo
del viaggio, che ripete, migliorandole ancora, le
precedenti esperienze del genere.
Dal 1O al 27 novembre (aereo)
Itinerario: ROMA - BENARES - KATMANDU (Nepal) -
CALCUTTA {opere di Madre Teresa) - SHILLONG
(Assam) - MADRAS (opere di Padre Mantovani) -
BOMBAY - ROMA.
Iscrizioni e informazioni: Cooperatori salesiani - Viale dei
Salesiani, 9 - 00175 ROMA.
• Un modo nuovo di conoscere le miss ioni.
Contatti diretti e spontanei con la gente e
missionari.
Liturgie comunitarie e tavole rotonde su pro-
blemi di fede.
Domenica Luise
TU SEI LA MIA SETE
LES - Libreria Editrice Salesiana •
Via Marsala, 40 - ROMA - pa-
gine 230 · L. 1400 - 1973.
56
Una raccolta di poesie su temi di fede che esce
fuori dell'ordinario - Attualità dei temi, vivacità
di presentazione e originalità di espressione, ne
fanno un'operetta che val la pena di acquistare e
leggere.