Bollettino_Salesiano_195311


Bollettino_Salesiano_195311

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Il reclutamento dei nuovi soldati di Cristo,
per le battaglie del Regno di Dio.
Sua Eminenza il Cardinale di Torino imparte la
Cresima nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

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A. LXX:VD • N. ll
BOLLETTINO SALESIANO
1° GIUGNO 1953
" S111ii, p,,rrn/oi..." Pio XIJ acclama10 da.i Ragazzi dj Don Bosco.
Il Santo Padre alragazz
del "Borgo Don Bosco''
Nella grande Aula della Benedizione, il 19 aprile,
Domenica del Buon Pastore, convennero oltre
mille ragazzi del « Borgo Don Bosco>>. Essi vol-
lt:ro, con l'omaggio al Santo Padre, coronare le
celebrazioni del quinquennio della istituzione pro-
mossa dai figli <li Don Bosco per dare una casa,
l'educazione e l'avviamento al lavoro ai piccoli
che le vicende belliche ed altre cause avevano
ridotto a una vita di estremo bisogno e disordine
materiale e morale.
Con loro erano i superiori, i maestri d'arte,
molti familiari dei ragazzi assistiti e duecento
soci del <• Piccolo clero~ dcll'lspettoria del Lazio,
che avevano partecipato a un Concorso liturgico.
Il vivo affetto per il Vicario di Gesù Cristo
proruppe in entusiasmo filiale, vivacissimo, al-
i'arrivo del Papa, nelle acclamazioni, negli ap-
plausi irrefrenati, da tutt'una selva di braccia
giovanili, mentre la banda musicale del Borgo
intonava la Marcia trionfale del!'Antolisei, che ac-
compagnava l'ond,1 di esultanza lungo l'augusto
incedere di Pio XII, benedicente sopra la folla.
Assisu3i in trono Sua Santità, i mille ragazzi,
squillando in coro, eseguivano l'inno Sah11• Decus
1talonim dell'Antolisei, esultante ritmo latino,
limpido cd eloquente nel celebrare la missione
;Ùtissima del Romano Pontefice; e la banda e il
coro assurgevano a grandiosità unissona, in un
crescendo di toni festosi e solenni, che il Santo
Padre visibilmente seguiva con affabile com-
piacimento.
Succedeva poi un religioso silenzio; e Sua San-
tità rivolgeva l'augusta Sua Esortazione ai pic-
coli visitatori.
V i è qualche cosa di 1111-0vo oggi in questa
Aula, che ha veduto adunarsi, anche negli
ultimi giorni, tante persone di dfrerse età e co11-
dizio11i: poche ·volte però l'aria di una festosa e
irrompente primai•era è penetrata come ora i11
questa Casa del Padre comune, im•asa da 1111a
moltitudine di vi'l•aci e cari raga:;zi.
- 2QJ

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Forse y•oi m·ele rice1·uto chi sa quante rac-
co111amlazio11i di essere buoni, di nonfare chiasso,
e 1•erame11te date un magnifico esempio di ordine
e ,li disciplina. Ma Noi desideriamo di assi-
curarvi che, se non foste così numerosi, m:remmo
voluto scendere in mezzo a voi, per dimostrar·vi
anche più 111a11ifestame11te quanto il Papa vi
ama.
Abbiamo dinanzi agli occhi del Nostro spi-
rito quel che do·veva accadere ogniquah:olta i
fanciulli riuscivano a farsi largo Ira fa folla e
raggiungere Gesù. Non sarebbe esagerato l'im-
A1prossimo numero ti prezioso Messaggio
autografo che il S. Padre Pio Xli si degnò
d'inviare per il volume commemorativo del
Giubileo d'Oro dell'Incoronazione di Maria
Ausi liatrice.
maginare che se ne impadro11fom10 addirittura;
ed Egli li fasciava fare e difendeva le loro in-
temperanze, e l'audacia di coloro che li co11d11-
ce1•tmo, dai rimproveri degli Apostoli e di quanti
temevano che quei piccoli turbassero fa quiete
e provocassero il disordine. Risuonava così per
le vie della Palestina, dolce e ferma, la parola
di Gesù: (i Lasciate che i fanciulli vengano
a me•> (MARC., X, 13-14).
Vorremmo dirvi, diletti figli, ragazzi del
Borgo Don Bosco, come un tenero amore, si-
mile a quello che riempiva il Cuore divinl> di
Gesù per tutti i fa11ci11lli, aaende il Nostro e
lo fa traboccare di gioia oggi che a?.'efe voluto
allietarCi con La vostra presenza così piena
d'incanto.
Vi diamo d1111que, cari ragazzi, il Nostro
paterno benvenuto e approfittiamo dell'occasio11e
per rivolgen•i una semplice parola, desiderosi
come siamo di imitare i11 qualche modo quelle
che 'l'i direbbe Gesù, se fosse qui visibile al posto
del suo indegno Vicario in terra.
Voi certame11te ricordate - per averla udita
tante volte raao11tare - la parabola degli operai
nella vigna (MArrH., XX, 1 e segg.): <• Vi era
1111a •volta w1 padro11e di casa, il quale ebbe bi-
sogno di larnratori per la sua vigna, e 11sci di
buon mattino a cercarli. Poi tornò alle ore terza,
sesta e 11011a, e ogni •volla un gruppo di operai
si mosse per andare a lavorare. l, scito poi al-
l'ora undecima, ne tro1,ò altri che se 11e stavano
sfaccendati, e disse loro: " Perchè ,i:•e 11e state
qui lutto il giorno oziosir ". Gli risposero:
" Perrhè 11ess11110 ci ha presi ". E il padrone
soggiunse:" Andate aneli.e 11oi alla mia vigna"•>.
Questa scena e11a11gelira fa correre il Nostro
pensiero a w, an.,enimento abbastanza recente:
11110 dei fanti f alti, che frapungono, come stelle
luminose, il firmamento della Chiesa in tutta
La sua storia.
1n alcuni fra i più popolari quartieri di Roma
vi erano tanti ragazzi per la strada. Alcuni
giocavano, altri si bisticciavano e ripelevano
brulle parole e offendevano forse in molti modi
il Signore.
E 1111 giorno usci 1m sacerdote, spinto dal-
l'ansia di sah:are quegli adolescenti, e riuscì ad
andare in mezzo a loro e domandò: << Perchè
state lutto it giorno per La strada senza far
1111lla? •>. Alcuni risposero: <1 Papà Lavora, e la
111am111a non ha tempo di badare a tutti i figli:
siamo tanti!•>. Altri mormorm.'ario: << Papà e
la mamma sono in giro in cerca di qualche cosa
da mangiare: papà è disoccupato o. Qualcuno
piangendo disse: (< Non so dov'è papà, e la mia
mamma è morta». Tutti ossenY1r01w: << l 1lesszmo
ci raccoglie, nessuno ci vuole: per questo stiamo
tutto il giorno oziosi, nella strada>>.
Allora il sacerdote esclamò: << Venite, vi da-
remo una casa, cercheremo di sostituire per voi
la mamma e il babbo. Venite: abbiamo una pic-
cola chiesa, dcn:e CeslÌ, mnico dei fanciulli, 1,·i
insegnerà a di1;enire più buoni. Venite: accanto
alla chiesetta costruiremo laboratori e scuole;
a·crete maestri premurosi, che vi aiuteranno ad
essere più bravi. Venite: 11011 vi mancherà il
nutrimento; twrete le medicine necessarie; vi
3·ara11no rampi per giocare. Cosi di·l'e11terete
più forti. Venite, e faremo un ·villaggio tutto
per voi, e noi saremo i 1.•ostri amici. Lm·ore-
remo con i•o-i; studieremo con v:oi; giocheremo
con •voi; piangeremo, se fosse necessario, con voi.
Saremo 1111a gra11de famiglia, affidata alla on-
nipotenza e alla sapie11za del Padre nostro che
è nei cieli».
E i raga::::;;i, presi per mano dal sacerdote,
t111daro110: prima alrnni, poi altri, poi altri an-
cora. Oggi siete più di mille, e siamo stati in-
formati che nel Borgo Don Bosco, iu via Pre-
11esti11a, f,•i è tutto 1111 fervore di opere a '<'Ostro
vantaggio: oltre trecento alunni interni e setle-
~ 202

1.4 Page 4

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renio esterni, che 'l'i passn110 l'i11tiera giornata,
lm1orn11do, st11dìa11do, giocando. E intanto gli
i11sta11cabili relif{Ìosi Salesiani - mentre pro-
mrano, con l011/a almegaziane e f alleo, che
11011 manchi 11111/a o/ perfetto andammto del
~ Borgo>> - s, prodigano pu la i 1oslra ed11ca-
~io11e ci,z1ile, religioso e morale, alji11chè, dhie-
mlfi grandi, pnssiate essere buoni cittadini, ,,a-
lmti e cristùmi operai q11al1fìcati.
C'orrispondete, ranssimi, ge11erosame11te r leal-
mente alle loro cure.
Profittate dei rampi da giuoro, della gi1111a-
s11,a e dello spuri in genere, per essere e 111a11te-
nen•i fisiramenle sani.
Siate diligen/J nelle smole elementari, pro-
.f,•ssionali, ternirhe, e nei foborntori, per dit•e-
11ire sempre più bra11i.
Soprattutto lasciate che Gesti, servendosi del-
l'opera dei sacrrdoti e dei loro collaboraton,
t'fll,tfa forma,ul" le tiostre gim•am anime. C'erta-
me11fe è 11ecnsariu che le t•ostre membra si /or-
tijìrhino P le 1•ostre i11tellit:1111ze si s,zii/uppùw;
ma a che girn1erehhe m•ere liii orga11ir1110 w110
r forte e liii i11trllet10 tuuto I' pronto, s, poi
lu t•Qumtà Jòs~t' rallwa, u l'm1i111a fosse mortfl,
purhè pri110 ddla gra::ia dh•ina !'
La I\\'ostrc, parola si ri·volgt· ora bre1.1c111ei1tt·
a rn,, padri, madri, parenti di qunti raga::zi.
.\\oi ben co11osnamo le diljicoltà e I.e a11gmt1e,
fra le qual, spesso vi dibattete e che u'iwpt•d1-
sco,w di dedicarvi, come bramereste, direllu-
mente ai ,.1ostri figliuoli; cercate d1111q11e alme110
d, roadim:are, per quanto tii sarà possibile, il
mrerdote 11el1'1Jpera educativo. Taloo/ta - è
doloroso dirlo è acu1duto rl,e alc1111e jllmiglie
son,, giunte invece a distru1:11ere qua11/o ertl
stato costr11ito nelle animi' dl'i fanciulli 11t>I mi-
sltco raccoglimmto della det:otll cappella o nelle
,mlt scolastir/,e. ,\\oi ,:i sco11giuria1110 in flOme
del S1g1wre. abbiate ogni cura di queste gmt1<1111
,,ife, pupille degli ucc/,i Nostri, e suprnttutto
pupille de,i:li occ/11 del di,•i110 Maestro.
di Dio che è l'anima giovanile, sta ferma e po-
,,i tente la t•ostra a::ione di sah!eZ::::fl.
Sor, stancate, dill'tti figli, 111 questa pr<n1-
t1ideu~ale opera dJ redenzione e d, edurazùme.
A!,t,iate sempre 'l'ttlO di11a11::i alla ment~ l'esem-
pio luminoso del i•oslro !(rande Padre e Fo11dC1-
tore. Rllddoppiate i v1,stri sfor::;1 per moltipli-
care il numero dei raga:::::i da ·voi assisllti E
siano benedetti qua11t1 rollabora110 am voi:
quel/, che spendono le loro energie, o d,e m11
l'obolo generoso 1.•i mrttono in comli:sin11e dt s11-
perare coraggiosamente tante dilficol/1), di i,um-
tenere la t•ostra Casa, ed anzi di completarla,
a11me11tarla ed attre:::::arln, atli11cl1è risponda a
lutti i piri 11rgenti bisogni che I, presenti condi-
zioni esiioruJ per il bene fìsico e spirituale dei
t 1ostri protelli
Più volte sottolmcato da fcn·idi applausi, il
Discorso d1 Sua Santità era salutato, al termme,
da ripetute acclamazioni. I mille ascoltavano
quindi, passando di nm1111razione 111 arnmiraz1onc,
il saluto che il 8anto Padre da,·a, in sci lingue,
ai vari ~n1ppi di pellegrini, che si unirono, infine,
al festoso coro dei ragazzi nell'omaggio cnt11s1,1-
stico al Successore tl1 P1rtro, elevundo un inno
di voci e di cuon alla paterna bonta del Pastore
visihilc di tutte le anime.
CUORI IN PREGHIERA
R1cord1amo a1 nostri Cooperatori che nel
mese d1 GIUGNO - m baçe alla bella inizia-
tiva dell'ultimo Capitolo Generale - la Fa-
miglia Salesiana è invitata a raccogliersi 1n
tratcrna sohdar.età d1 preghiera per I Sale-
siani, le Figlie di Maria Ausiliatr-ice, i Coo-
peratori, gli Allievi cd Ex allievi delle se•
guenti lspettone;
f,,' mi, diletti figli Salesiam d1 Don Hosro,
abbiatevi t11ttu il ,\\'o.1tro p<1trrno rompiacime,ifo
la Nostra grntit11di11c per 111umlo avete fatto
l' r1111t1111wlt> c1 _IÌll'e a 1•a11taggio di q11rsl1 n1-
g11::~i. Ug11i t•ostm pu11111ra, ogni v:ostra aspira-
-:.umP, ogni nistra ansia, tY1i l'm•ete at·11ta
pu Gesù.
/)i fronte m /11p1, che te11lat10 di penetrart'
11ell'o·vile della Cluesa per ,ln,astare quel tempm
31 magg10-6 giugno POLACCA-SUD
7 giugno - 13 ,wgno - PORTOGHESE
1-1
- ì.O
SPAGNA-81:1 ICA
21
-27
SPAGNA-CELTICA
78
- 4 luglio - SPAGNA-TARRAG
5 luglio - 11
- UNGHERESE
,.., 2 <?3

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Corruzione organizzata
Le parole del <li,·ino Maestro: I.asciate dte i
fa11ciulli vrngmin a Jle. sono sfrontatamente
l'Ontrariate dal comunismo ateo e materialista,
che, con indegna mano"m e organinazionc a danno
ddla gioventù, <lice, con le parole e coi fatti, ai
suoi seguaci: (I Cercate che i fanciulli siano strap-
pati da Gesù C'risw ». E non solo strappati e al-
lontanati, ma rt.'!'-1 nemici, resi, al pari dei perfidi
Giudei, schiafft.'j?j!Ìaton, sputacchiatori e crm:ifis-
sori <li Lui.
La diretti,a e la tattica del comuni;.mo per
raggiungere questo fine è di sostituire l'educa-
zione morale e religiosa del cristi.m1:simo con
una (se cosl può chiamarsi) nuurn educazione
che ncutraliz.zi, anzi abolisca la prima. Quindi:
wncczionc materialistica della , ita; non p,ù pa-
rola ,ùcuna di F1:<lc, di Religione, di Sauamenti;
ateismo; guerra a Oio e a tutto ciò che lo ricorda.
I.o spirito di Satana si manifesta qui con evi-
denza; e d'infl:rn;1lc ispirazione sono quindi i
mezzi adoperati, cioc spegnimento d'ogni senso
di moralità e di pudore negli aninll giovanili,
noncuranza e disprezzo ,erso la religione, o<lio
.: 1.~,lunnia ,1:r:-0 i ministri di Uio, incitamento
ai ~acrilcgi, all\\-rnpictà, alla corni1.ion1.·.
Cellule comuniste nelle scuole.
La scuola, essendo una ùdlc principali sedi
dell'educazione giovanile, è presa particolanncnte
di mira dal comunismo, che cerca di s\\'Olgcrvi
un'attività subdola cd illecita, intenzionata d'im-
moralità e di ateismo. È di recente data una cir-
colare mandata a tutte le sezioni del partito e
della gio,entù comunista, che dice testu~lmcn1e:
, Cari cumpagm, cssmdu prussima l'apt'Tlllra ddle
sNwlt, ed essemlo ,wslra ferma i11te11zio11e di riuscire
nd urgn11i::::::are ce/111fe degli st11de11ti co11111/llst1 i11
/11t11 gli Istituti, vi preghim110 di comu11icarc1 f't'fe11ro
dt•i gim·1mi c011z1111isti della rnstra sezione che .fre-
queu/0110 le scuole medie di... (nome, cognome,
età, ahitazione, nome dcli' h,tituto che fr1..·qucn-
tano), u,u/e 11oi posswmo prmdrre con essi immediata
contatto. Per tale importante lm:()ro vi co11s~t:lwmo
di iutcressare, sia 1111 giot•11n1 della F. G. ('. I. cl1t'
1111 co111pag110 del partito. Fmterni sa/11/i,1 (3 ot-
tohrc 1952).
l\\lcsso cosi in una scuola questo callt\\'O seme,
si lascia che si sYiluppi e compia la sua opcr.1
ddctcria. Tale cellula comunista, come una mac-
chia d'olio, allarga. la su,1 mah agia inflm·nza, in-
duce i condiscepoli al di-
sprcno, all'odio, alla pcr-
version(', al rinncgamcnto
dt.1 divino.
La F. U. C. I. (Fulrm-
::.iu11e Gim:a11ik Com1111islt1
Jtalimw), cui accc.:nna la
circolare, non è p1:rò la
sola organizzazione Co•
munista rivolta alla scn•
sliani:t.zazione delle gio-
vani anime. \\.i i.· pur1:
l'Allemr:::a Gfoi'll11ile, 11
Fronte dt•lla Gùn.·wtù,
I' l ssucia:::io111' Ru,:t1:::::e
llalimu, l'Assoc-ù1~w11t· dti
l'io11irri d'Jtalu1 (,\\. P. L).
I piu buoni i p11i bra,-i. - Il Card. l.erCIU'o alln prc,mlazlone de&II alllcv,
ckllu scuole prol.,.,,,lonall Sah.'slane. Bologna.
204 -
I « Pionieri ».
È in quest'ultima, t:h(;
si l'ompic una n :nt • ~trago(·
th~gli innnLcnti •· l.'A.P.l.
ì.· infatti un:i organizza-
zione u,munista dcstinnta

1.6 Page 6

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della fanciullezza
Di fronte ai lupi, che
tentano di penetrare
nell'ovile della Chiesa
per devastare quel
tempio di Dio che è
l'anima giovanile, sia
ferma e potente la vo-
stra azione di salvezza.
IO.lit prectdnrr Allocuuone
S. S. P,o Xlii,
ai mga.zzi dai 7 ai 1+ anni. Ha la sede ~ntrale
111 l{oma, un giornale ( Voi raga::::i) e una di-
, ,sa pci bambini e un'altra per le bambine. J
l'ircoli e le sezioni dcll'U. D. I. (U11io1w Domie
Jtulia11e, altra assor.:iazione comunista) devono
r.:oslrtuire in ogni centro abitato un reparto
dcll'A. P. L Apparentemente, essa s1 prt-scnta
rnn un programma dr attività ricreati, a e :lchemi
pedagogici che riflell<>no un metodo parallelo a
quello dell'Azione Cattolica per i fonciulli.
Dice infatti, tra l'altro, il foglio ufficiale No-
l1'Jiarìo .-1. P. 1.: " ...il reparto Jeve promuovere
m11ti1111ame11te i11i-sialit•e ricrealrol' ed educative,
che f,uciano viverr a l11lli i raga::~i una vita più
bella (ecco l'insidia!), m·a11do in essi la fiducia Ùl
1111 mondo migliore ij,
ln realtà essa è una scuola d'immoralità e di
irreligione. Lo spirito del comunismo la compe-
nctra, e si sa che l'etica comunista non è che
immoralità.
Afferma L enin (Opere scelte, voi. Il, ,\\losca
1948): « N1•ghiumo quella morale c/,e la borghesiu
predica, ded11ct>11dola dai co111t1111/a111e11ti di Dio•·
E più oltre: .'Voi no11 crediamQ ;,, Dio... ,\\ oi 11e-
ghiamo tulle le morali traile da una conce::iu11e
e.~tra-11111111w, a/J'i11(11ori delle classi. Diciamo d,e
SO/IO ittg111111Q f' truffa... V11i 11011 credimNtJ 11el/u
mora!t f'lema e smascheriam11 l'i11ga11110 d, og11i
specie di favole nella morali'».
Con tali presupposti è facile immaginare (quan-
tunque Jilftcile a crc<lcrc, se non vi fossero falli
acccrtatiss,mi) quale scempio nelle anime infan-
tili e quale <leturpaz1onc <lcll'mnocenza ,en~a
compiuta con prestabilita infernale malizia da
una simile .\\.ssociazionc. :\\llorchi: nel H)SO il
giornt1lc <li Roma J/ Quotitlitmu lanciò pc! primo
Il Rettor Mag11loro l n11ueura la nuova scuolu municipale « Domenico S11vlo ,, a s. Creeorio dl Catan,a.
Pilrln l'on. Barbaro Lo Gludlc~.
- 205

1.7 Page 7

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l'allarme, i comurnst1 reagirono violentemente e
sfiùa.rono i cattolici a pro\\'are le affermazioni im-
pressionanti. li giornalista sacerdotè e scrittore
romagnolo Don Lorenzo Bedeschi racc,,lse la
sfida e partì per la Toscana, la Homagna e l'Emi-
lia per fare un'inchiesta, dalla quale risultaron 1
pi11 che fondate le accuse d'immoralità e d'irre-
ligione fatte all'A. P. I.
Il Bcdcschi ne raccolse e pubblicò le prove
in un opuscolo edito a Bologna dall'editrice
A. T3. E. S. dal titolo: Dissacrano l'ir~fanzia!
Vogliamo da questa documentata pubblicazione
riportare qualche fatto.
Immoralità dell'A. P. I.
Vicino ad Empoli, nella borgata Cerbaiola, la
sera del 21 fchhraio 1950, nella sede comunista,
vi fu un ballo scandaloso, con piccoli e grandi,
pionieri e sindacalisti, a luci spente. Il Commis-
snrio di P. S. (dott. Piero Rèndina) dovette in-
tervenire e sporgere denuncia.
Un altro ballo, tutto di danzatori minorenni,
bambini e bambine dai 4 ai 16 anni, in occasione
del tesseramento A. P. I., si svolse in quei giorni
a Castelnuovo Rangone (Modena). Non dovette
essere cosa edificante, se pur di esso fu fatta
denuncia alla pretura di Modena.
A Piacenza, nel luglio dello stesso anno, i gio-
,·ani comunisti erano invitati a un Festival <, non
mai visto,,, con la ~novità» (ripugnante a ogni
legge morale) di un «Ufficio matrimoni e divor2i $,
che avrebbe rilasciato certificati di matrimonio,
coi quali i giovani si sarebbero impegnati a «tra-
scorrere insieme (parole testuali) quattro giorni
di felicità e a lottare insieme per la difesa dellJ.
pace nel mondo o!
A un pioniere di Russi, borgo vicino a Ra-
venna, venne chiesto: «Che cosa ti illSegna111,
11el/e vostre aduna11ze? ».
,, Mi insegnaizo ad amare il popolo t rispose
pronto il bambino. Era la risposta che gli ave-
vano insegnata. Ma l'interrogante, girando l'osta-
colo, insistette: «E se fate dei peccati, che cosa
vi dicono? vi rimprovera110? ». Il ragazzo ci pensò
su un momento, poi rispose: No, a11zi sono con-
tmti se facciamo dei peccati. Spesso ci insegnano
loro». Era stata usata appositamente la parola
t peccati~. ma il bimbo aveva ben capito. Un
altro ~pioniere~. a una domanda sulle adunanze,
confessò: «Le adunanze so110 quasi sempre pro-
miscue. Poi ci conduco110 nei campi o in pi11e10 a
fare delle passeggiale, e ci lascia110 soli&.
~ In mezzo all'infanzia apista cli Pezzate, vicino
ad Empoli - afferma il Bedeschi - prende
piede tutta una sodaglia d'immoralità. Fanciulli
di 7 e bambine di 9 anni si scambiano lettere
amorose e addirittura pornografiche. La riverenza
ai lettori - continua il giornalista - m'impe-
disce di trascriverne una che fa orripilan:, Le-
nendo presente l'età del mittente e la incerta
calligrafia dello scolaretto elementare».
E tralasciamo <li riportare anche noi altre ma-
nifestazioni d'immoralità troppo ripugnanti a
qualunque animo cristiano.
Empietà e irreligione.
l\\la non possiamo tacere qualche disgustevole
fatto di empietà e di irreligione commesso da
questi disgraziati fanciulli irretiti tra i cosidctti
~Pionieri». Il loro giornalino illustrato Noi n-
ga-.::zi fa la campagna dell'empietà. In uno dei
suoi numeri, per esempio, veniva cosi spiegata
la creazione della luce. Vi era rappresentata la
caricatura di Dio Padre che si sforzava inutil-
mente di accendere una macchinetta accendisi-
gari. Ad una mossa brusca la macchinetta cadc~a
e andava in fiamme. Allora Dio poteva pronun-
ciare, con soddisfazione, il 11 Fiat lux>).
i\\fettere in caricatura le cose sacre e per i co-
munisti una logica deduzione dai principi della
loro falsa ideologia, fissati dai maggiori e più
r<>ssi papaveri del bolsce,·ismo.
Proclamarn Stalin in un discorso alla radio
nel novembre 1936: «Riteniamo ogni religioue
come il nostro massimo 11emico; perciò non si dei't'
mai parlare di tolleum:;a 'i'erso di essa, essendo ciò
contrario al nostro 11lfrmo scopo ,1.
E Lenin: <• Noi dobbiamo lottare contro fu re-
ligio11e; questo è l'abicl di tutto il materialismo.
Per questo bisogna spiegare 111ateria/isticame,tte /(I
origine della fede e della religione al/e masse. Non
si pulJ ridu"e la lotta contro la religione ad u11a
predica.zio11e ideologica astraila; bisogna Legare que-
sta lotta alla prassi concreta, tende11te a f or sc0t11-
parire le radici sociali della religione•> (Nell'art.
L'atteggiamento del partito verso la religume).
E Kalinin, già presidente dell'U. R. S. S.:
t La lotta co11tro In rf'ligiorie rapprese,ita u11
mezzo sovra11amtmte efficace e infallìbile per aprire
la via al com,mi.smo. Bi.sog111L difendere l'idea atea
e l'orga11izznzio11e dei "Semm-Dw" nelle offici11e,
nelle fabbriche, nei ca11tieri, 11e/le campagne~ (PA-
RODI, Il comuuismo si co11fessa).
L'idea atea porta alla negazione di Dio, alla
bestemmia, al sacrilegio. A ciò appunto sono in-
citati i ~ pionieri». Eccone qualche prova.
A Borgo Panigale, nella periferia di Bologna,
una bambina di anni 9, dichiara: <' lo rm gionzo
so,w a11data dai "pùmieri ", e delle bamhille mi
lwmw detlo che Gesù 110n c'era e che ci ha creato
Stalin».
A Sacca, presso l\\fodena, un pioniere si pre-
sentava un giorno al bambino Leonardi Rolando,
con 100 lire in mano, dicendogli: ~ Se 11011 vai
a J\\Jessa, te le regalo!$. Un altro pioniere mostrava
una fionda nuova al bambino Graziano Sila, di-
206 -

1.8 Page 8

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cendogli: <• Se stai 5 domeniche se11za andare a
,ìlessa, te la rcga/tJ! •>.
È nota l'orrihilc <• gara della bestemmia h che
viene fatta fare ai ragazzi dell'APJ (100 bestemmie
premiate con rno lire). E se i ragazzi non le sanno,
c'è chi le insegna loro. Lo testimonia Alfonso
Fiurini, di Dorgo Panigale, fanciullo il quale af-
ferma che, nell'adunanza dei <•pionieri» t la pn·ma
volta ci hauno falto divertire m"lto alla palla, alle
rurte, al pallone; iwvece la seconda volta ci /ia,wo
Ne sono delitti di altri tempi, ma de~li ultimi
due o Lrc anni. È purtroppo recentissimo, del
resto, lo scandalo di quella scolaresca elementru·c
che, in una momentanea assenza della maestr.i,
vide una alunna staccare dal muro il Crocifisso
e sputacchiarlo sadicamente. A tali incredibili
crimini sono educati i disgraziati fanciulli che
vcn~ono avvinti dalle spire dell'ideologia comu-
nista o che prendono contatto con la scomuni-
cata eresia.
Ci giungono da vane parli lagnanze di Cooperatori che non ricevono il
Bollettino. Noi facciamo con tutta regolarità le spedizioni. Gl'inferessati si
rivolgano prima agli uffici postali del luogo, e poi, se occorre, ci informino.
Ci furono già precedenti che provocarono qualche ispezione con relative
constatazioni e misure.
dato le caramelle e ri hamw radunali lutti e ci
lu111110 fallo imparare le bestemmie cuntrn Dio».
A Pezzate, borgata presso Empoli, il ragazzo
siciliano Filippo Rizzo, che voleva entr-are fra i
pionieri, sentì dirsi: « Come vuoi mtrare nell'rlPI
lu, che 111m sai nemmeno bestemmiare?~- E il ra-
gazzo fu fatto bestemmiare dinanzi al numeroso
gruppo <lei pionieri cli Pczzalc. Dopo di che, fu
aJIIIllCSSO.
A l\\farina di Massa, nella scuola elementare,
una maestra si vide un giorno presentare da uno
scolaretto il quaderno. Lo scolaretto aveva ter-
minato il compito. La maestra apre e trova due
pagine di bestemmie, scritte con incerta cal-
ligrafia.
O ltre tutto questo, si fa peggio ancora. Si inci-
tano dai comunisti i fanciulli dell'API a confes-
sarsi sacrilegamente, e ad accostarsi così, o dopo
di aver rotlo il digiuno, alla Comunione, per pro-
fanare poi nei modi più nefandi la sacra Ostia
ricevuta. Lo testimonia il dott. Romolo Lodo-
lett.i, che dovette, per la sua professione, venire
a conoscenza, in provincia di Verona, di fatti di
estrema gravità morale e rcl.igiosa, nel sottoporre
a visirn medica e nell'interrogare fanciulli e fan-
ciulle dell'API dagli 8 ai 13 anni. Egli affeima
che i bambini furono obbligati a fare una confes-
sione falsa e ad accostarsi quindi all'Eucaristia,
dopo <li che, nascostamente, sputare la sacra Par-
ticola sul palmo della mano e gettarla fuori tra
l".:rha o conscgnarla a degli sconosciuti.
r qui nfena sono soltanto alcuni degli orrendi
Ltt,, che, per opera degli atei militanti, cioè dei
<.:omunisti, sono stati perpetrali a danno dei
rnrpi e delle anime giovanili avvelenandone lo
~pirito c laccn<loli essi pure strunu·nti di Satana.
Mònito deJla Sacra Congregazione del S. Of-
ficio.
Ì~ da ricordare <.J.lLindi ai genitori, e agli cducJ-
tori, anzi a tutti i cattolici, il mt'rnito llclla SacrJ
Congregazione dd S. Officio dato a Roma il
28 luglio 1950, che qui riportiamo:
<< È a tutti noto come, per iniziati\\·a e sotto la
direzione dei partiti Comunisti, si sono costituite
diverse associazioai allo scopo di formare fan-
ciulli e fanciulle con princìpi e con u,ia educa-
zione materialista in contrasto mn la morale
cristiana e la religione. Ammoniamo pertanto i
fedeli che tali associ,tzioni, sotto 4ualunque nome
si mascherino, sono colpite dalle sanzioni commi-
nate <lai Decreto del S. Officio in data 1<> lu-
glio 1949 (cioe la scomunica ipso facto illcurre11da
e " riservata in modo speciale " alla Sede Apo-
stolica). Di conscgucm;a:
1) I genitori o coloro che ne tengono le
veci, i quali, contro 11 disposto del canone r3 72
del Codice di Diritto Canonico e del suddetto
Decreto del S. Officio, affidino a dette Associa-
zioni, pcrchè vengano educati, i propri figli, non
possono =cttcrsi a ricevere i Sacramenti.
2) Coloro poi che istruiscono fanciulli e fa11-
ciullc con insegnamenti contrari alla fede o alla
morale cristiana, incorrono nella :;comunica ri-
servata in modo speciale alla S. Sede.
3) Cli stessi fanc1ull1 e fanciulle, fì.nchè
fanno parte di simili associazioni, non possono
vcnir ammessi ai Sacramenti h.
La massima \\·igilanza vi dev'essere pe.-c1ò da
quanti si occupano della fanc1ullczza, pcr non
allìdarc, specie nel tempo delle vacan;r.e estive,
i propri figli o i giovinetti <l, cui si ha cura a cam-
- 20,7

1.9 Page 9

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maledire il prete, a fuggirlo
come un appestato, a minac-
ciarlo, a gridargli bestemmie:
quegli stessi fanciulli, dopo
qualche mese di Oratorio,
quando spesso so!lo diventati
agnelli, hanno cambiato aspet-
to, non hcstemmiano più, pre-
gano, frequentano il Catechi-
smo, e si affezionano al sacer-
dote. Chi ha compiuto questa
trasformazione? L'Oratorio!•>.
Se Don Bosco vivesse...
Se Don Bosco fosse presente
" r·;,.a Don Bosco!··. ti: il grido che erompe dal cuore
detta gioventù a PEDARA. allorno al Rcttor Maggiore.
ai nostri giom.i, moltiplich -
rebbc senza dubbio gli Ora-
tori, e non solo questi, ma
tutti quei mezzi - di stampa,
peggi, a colonie montane, elioterapiçhe o marine, di propaganda, d'istruzione religiosa, di voto po-
a villaggi o repubbliche di ragazzi d'ispirazione, litico, ecc. - ch'egli credesse adatti a impedire
in qualsiasi modo, comunista, anche se <.-a.muffate daglr Erodi moderni una co~l sfacciata e satanica
da nomi e da etichette a prima vist'l ingannevoli. << strage degli innocenti,>. Adoperiamoci noi, cia-
I Vescovi, pastori delle Diocesi, più d'una scuno nella propria sfera, a non permettere tanta
volta hanno messo in guardia il proprio greggl'. rovina spirituali·, tentata e troppo spesso effet-
Scriveva or non è molto l'Arcivescovo di
Vercelli nel suo Bollettino Diocesmm:
tuata dall'eresia comunista, e cerchiamo di con-
durre invece il maggior numero possibile di anime
giovanili al Cuore divino di Gesù obbedendo al
1, L' "Associazione Pionieri <l'Ttalia" - d'ispi- Suo appassionato desiderio, espresso nelle calde
razione comunista, quindi anticristiana - quella parole di T,ui: 11 Lasciate che i fa11ciulli ve11tm10
dei " Falchi rossi " e delle " Falchette ", le scuole a .Me!,►.
clandestine di mistica sovietica, sono tutte realtà
dolòrosissime, che mirano a rovinare diabolica-
mente la nostra gioventù. Chi chiude gli occhi
orservate be11e: da qtta11do l'11manittì ha
dinanzi a tali realtà e non cerca di arginarle,
effetfuato la sua progressiva apostasia da
deve fare un serio esame di coscienza sulle sue
Gesù, 1111)lti «maestri~ ha11110 preteso di so-
responsabilità. Anche se dovessimo cedere il no-
stro orto o qualche camera del nostro alloggio,
per aprir,i un Oratorio, facciamolo per amor di
Dio. Il nostro sacrificio sen'irebhe a salvare tanta
giovcntì1 >>.
Egli proponeva, come mezzo di arginamento,
l'istituzione di un Oratorio, sull'esempio di
Don Bosco.
stituirsi a Lui per istmirla e guidarla; molti
Hostruttorib si sono provati a Jomirla delle
strutture ,1ecessarie; molti «medici* si sono
adoperati a c11rarne le malaUie e le piaghe.
Ma t11tti alla fine si sono trovati dirumzi
ad u11a umanità disorientala, smarrita,
i11ferma.
• Non appena S. Gim·anni Bosco - continuava
Occorre quindi con latito maggiore pre-
l'Arcivescovo - aperse il pnmo Oratorio, dopo
mura indurre gli uomini a persuadersi fiI1a/-
qualche momento di incomprensione, ~e ne av-
me11te che «magister vester unus est, Chri-
vertì subito l'evidente necessità e si constatarono
frntti consolantissimi. Questa necessità oggi si è
fatta cosi evidente che il trascurarla vuol dire
mettersi completamente fuori di ogni possibilità
di apostolato ,1.
stus» (MATTII., XXIII, 11): un solo è il
vostro l\\tlaestro, Cristo, e che in Lui solta,1/1)
potra11n.o trQVare salvezza il mondo con le
sue strutture e gli uomini coi Loro problemi:
«non est in alio aliquo salus >l (Act., fV, 12 ):
Analogamente s1 esprimeva il Vescovo di
Reggio Emilia:
i,1 nessu11 altro è salute!
PIO XII
<• Quei cari fanciulli, specialmente della peri-
feria, ai quali i " senza-Dio " hanno insegnato a
ngli appartenenti a, Comitati Civici,
il 14 aprile 1953.
208 -

1.10 Page 10

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I COOPERATORI SALESIANI
di fronte alle elezioni
PREMESSA bcmo ri,·olgersi; e se v1 e oppos1z1one tra ciò
che insegna il Papa e gli articoli <lei giornali
A<lt:mpiamo ad un preciso obbligo verso Dio, <> le affermazioni di oratori cl.i comizi, sanno
verso la Chiesa e verso la PatrLa rivolgendo un dove stia la verità e <love si annidi l'errore.
caldo invito ai Cooperatori e aUe Cooperatrici
e Don Bosco ci meraviglioso modello anche
perchè a costo di qualunque sacrificio vogliano in quesLO.
esercitare il diritto e compiere il dovere di dare Paiono scritte oggi queste sue parole: « Non è
il loro voto la domenica 7 giugno.
più un mistero che si fa la guerra al Capo
Riassumiamo i prindpi e le 11()rme che deb- della Chiesa per distruggere, se fosse possi-
bono regolare la coscieOY.a <lei cattolici in questa bile, la Chiesa stessa... In tal guerra, che è
materia che se può parere politica, è invece nel guerra di Dio e nostra, ogni uomo è soldato;
caso attuale essenzialmente religiosa.
tutti dunque i veri cattolici si uniscano alla
li Di\\·in Redentore crei> un organo vivo, par- difesa del Romano Pontefice, ossia della Cat-
lante, infallihile per far con<>scere agli indi\\·idui tolica Chlesa ».
e alle l:ollettività la sua volontà formale e decisa.
E nel 1861 agli Italiani minacciati dall'eresia
e Quest'organo la Chiesa che, sotto l'aspetto del Don Bosco hmciava questo g rido pieno ancor
magistt:ro Jivino, è costituita csscmiialmente dal oggi <li allualit11: « Italiani, voi siete eminen-
Papa e <lai Vescovi.
temente cattolici; dichiaratevi tali anche io
Sono vere oggi come ai tempi <li :'.\\!ostro Si- questo supremo momento, e sia la vostra
gnore le parole del Vangelo: Chi ascolta voi, più gloriosa divisa: Cattolici col Papa>>.
ascolta me, e chi
non Ja caso a voi o
a riù die insegnate
11 com1111dt1le, di-
sprez za lii<'. Queste
parole, <lette aglj
Apostoli, data la
perennità della
Chiesa voluta e
predetta dal Fon-
datore, evidente-
mente sono <lirette
anche ai loro Suc-
cessori, il Papa e
1 Vescovi. Nessun
capo <li Governo,
nessun segretario
di l?artito di ieri
o di oggi può ,·an-
tare simile prero-
gativa che lo co-
stituisca maestro
<lei popoli.
Perciò i cattolici
nello sceverare, am-
mettere o ripudiare
qualche cosa tra i
dO\\·eri di coscienza
sanno a eh i deb- Sua Eminenza il Card. Schuster fra l'Oo. Bru.sasca e: ìl Direttore, neJ nostro lsthuto di Milano.
..,. 209

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Nel suo spinto profetico preride pure che i
suoi lvopcr:1tori avrebbero prolungato nei secoli
la sua missione di strenuo difensore della Chiesa
e della frdc çattolica: « I cooperatori saranno
quelli che aiuteranno a promuovere lo spi-
rito cattolico. Sarà una inia utopia, ma io
la ritengo. Più la Santa Sede sarà bersagliata,
più dai Cooperatori sarà esaltata; più la mi-
scredenza in ogni lato va crescendo e più i
cooperatori alzeranno luminosa la fiaccola
della loro fede operativa».
OBBLIGO DI VOTARE
Risulta t:\\ idcnte per chiunque \\'oglia essere
figlio ubbidi1mte della Chiesa e non indegno
cattolico.
La Chic-s.1, ben ~rendo che dal voto dipendono
i più gra,, interessi di Dio e ùella P:itri,11 primo
fra lutti la libertà per ciascuno di profc:1~.ire la
fede cattolica, ricorda ai suoi figli il gra\\'e obbligo
di dare il proprio voto. Ed I: evidente, per ,111anto
si è detto sopra, che chiunque si professa catto-
lico, ha il dovere di seguirne le direttive più volte
ripetute.
Il S. Padre Pio XII:« Tutti, uomini e donne,
di qualsiasi classe e condizione sono stretta-
mente obbligati a fare uso dei diritti politici
al servizio della buona causa.
« L'astensionismo sarebbe gravemente col-
pevole in un tempo in cui sono in giuoco i
più vitali interessi della religione e della
patrfa ».
La S. Congregazione Concistonale, organo su-
premo de/1'1 S. Sede, « in considerazione dei
pericoli ai quali sono esposti la religione e
il bene pubblico, la cui gravità esige la col-
laborazione concorde degli onesti, avverte
tutti coloro che banno diritto di voto, di
qualsiasi condizione, sesso ed età, senza al-
cuna eccezione, che essi sono in coscienza
strettamente e graveinente obbligati ~ fare
uso di quel diritto».
."Jon è vero che chi non vota non fa alcun
male: chi si astiene, in realtà vota per gli avver-
sari perchè li favorisce. Tremenda n:sponsabi-
lità per quei cattolici che restassero in casa per
non st:omodarsi, per non far fila, per riscnti-
mi:nti, per cfo·ergenze di idee.
PER CHI VOTARE
Ce lo dice il Papa: « L'aderire col voto alle
massime materialistiche - si voglia o no,
se ne abbia o no coscienza - significa diser-
tare la Chiesa, cessare di essere cattolici »
La Sacra Congregazione Concistoriale com
menta: « I Cattolici possono dare il voto sol-
tanto a quei candidati e a quelle liste di can-
didati, di cui si ha la certezza che rispette-
ranno e difenderanno l'osservanza della legge
divina e i diritti della religione e della Chiesa,
nella vita privata e pubblica ».
Quimli il huon C()(>perature ,;alesi.mo rn a
,otare con la consape\\'nleu.1 di compiere un
atto di politica, ma di quella che Don Bosco
amava chiamare la <• p11fitìcu del Pater 1111ster »,
do, e è detto: «Vcnga iI tuo Regno! 11.
TI tuo Regno, non quello dei luoi nemici e
dcglt adoratori di satana; non tiuello <li color,,
che comhauono la tua Chiesa e il tuo \\"icario.
Santa e hcncdeua politica quc:,w t:he consiste
nd preoccuparsi di conscn.1re nel nostro popolo
un clima sociale adatto al fionrc della religione
e del buon costume; santa e benedetta politic.1
che noi cattolici abbiamo non solo il diritto, ma
il dova,, di fare, anche a wsto della vita, sul-
l'esempio di innumerevoli nostri fratelli appar-
tenenti alla ~ Chiesa del Silenzio,, 1 quali sof-
frono la persecuzione, l'esilio, la morte.: :.tess.1
piuuosto che \\'cnir meno ai loro impegni con
Dio. Vadano dove vogliono i ncm1c1 di Dio,
i rinnegatori di Cristo, a portart: l,1 foro pace, la
foru giustizia sociale, il loro benessere materiale;
ma per carità non vengano nella nostra bella e
cattolica ltalia, perchè di un giardino fiorente
di opere di religione e di carit11, ne farebbero
ben pn.--sto un arido deserto.
VOTARE NON BASTA
~ neccs.'lario evitare il pericolo di cui parla
il Santo Padre nel Messaggio l'a~qualc: « Il pe-
ricolo di oggi è la stanchezza dei buoni.
Scuotete ogni torpore., riprendete l'usata
virtù».
Votare dunque non basta: e nect:SSario colfa.-
bor-are con l'a7.1one person.1lt.-, facendo mao ciò
che la nostra coscienza cristiana impone o anche
solo suggerisce di fare.
Dio per mandare ad etfcun i disegni della sua
Provvidenza nei riguardi della nostra Patria ,·uolc
la nostra cooperazione. « Nei giorni di lotta
- disse il S. Padre - il vostro posto, diletti
figli e figlie, è in prima fila, sul fronte del
combattimento. I timidi e gl'i.mboscati sono
ben vicini a divenire disertori e traditori ».
Collaborare quindi alle dipendenze del VesCO\\'O
e al fianco del proprio Parroco. Ciascuno offra
la propria collaborazione nei preparativi e nel-
l'azione campale della domenica 7 giugno, in
cui si trn\\ano impegnati i f)iil ~ran<li interessi
210 -

2.2 Page 12

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della Chiesa e della Patria e da cui dipende la
permanenza di Dio nelle nostre leggi e nella
nostra vita civile.
Collaborare come dirigenti o come propagan-
disti dell'idea cristiana o come semplici gregari:
alla vittoria sono ugualmente indispensabili i sol-
dati e gli ufficiali.
Collaborare con la diffusione di queste idee
tra parenti e conoscenti affine di persuaderli a
voler compiere il più grave dei doveri dell'ora
presente.
Cooperatori e Cooperatrici, la Chiesa attende
per la difesa della Religione e per la salvcz½a
d'Italia il contributo dell'attività di tutti coloro
che si sono uniti nel nome di S. Giovanni Bosco.
Egli lasciò scritto: « Come al tempo della vita
mortale del Salvatore gli Apostoli raccoglie-
vansi attorno a Gesù come a centro sicuro
e maestro infallibile, così noi tutti dobbiamo
schierarci intorno al degno Successore di
Pietro, intorno al grande, al coraggioso Vi-
cario di Gesù Cristo... Nè m ai alcuno dimen-
tichi che nel Sommo Pontefice sta il fonda-
mento, il centro d'ogni verità, la salvezza
del mondo. Chiunque raccoglie con lui edi-
fica fino al Cielo; chi non edifica con lui
disperde e distrugge fino all'abisso.
» Dobbiamo stringerci intorno a lui: la
nostra salvezza sta solo col Papa e per il Papa.
» Qualunque fatica è poca quando si tratta
della Chiesa e del suo Capo, il Papa >►•
RICORRIAMO CON FIDUCIA ALL'AU-
SIT,IATRICE
San Giovanni Bosco nella devota e solenne
invocazione che compose in onore di Maria Au-
siliatrice, la chiama <e grande e gloriosa difesa
della Chiesa>>. Se c'è un giorno in cui la Chiesa
ha bisogno del grande e glorioso presidio di Maria
e proprio quello delle prossime elezioni. Suppli-
chiamo dunque la nostra Madonna di prendere
la tutela speciale della Patria nostrn, come nei
momenti più importanti della vita della Chiesa.
L'Italia è la sede del Papa e il cuore pulsante di
tutta Ili Chiesa cattolica. Cli interessi della Chiesa
e del Sommo Pontefice sono gli interessi di Ma-
ria SS. Ausiliatrice del popolo cristiano. I Figli
di Don Bosco e i loro Co<>peralori che hanno già
tanto contribuito a diffondere il culto della Ver-
gine sotto il titolo di Ausiliatrice dei Cristiani
sono i pi1'1 indicati per implorare l'aiuto della
loro Madonna in un'occasione come questa, che
schiera le forze degli Italiani in una hattag-lia
per la Feùc.
Tutti perciò uniamoci come in un cuor solo
a chiedere a Maria SS. la grazia di far riuscire
le elezioni in modo che la Chiesa Cattolica e il
Sommo Pontefice siano al sicuro dai loro nemici;
e l'arma della nostra vittoria sarà ancora il S. Ro-
sario. Da molti anni la Vergine Jict: e ripete con
una insistenza impressionante che a impedire i
castighi di Dio e sommamente efficace il ricorso
a Lei, soprattutto con la recita del S. H.osario.
Le visioni cli Lourdes e di Fatima ci confermano
nella persuasione che il ricorso a Maria mn la
recita del Rosario salverà il mondo.
Alla parola della Madonna fa eco quella di
Don Bosco: « Si ravvivi la divozione del Santo
Rosario. Se nelle case, nelle scuole, nelle
fabbriche si fa risuonare il Rosario, abbiamo
fondamento a sperare che cesseranno i fla-
gelli, rifiorirà la fede, ricompariranno tra di
noi giorni di pace e di tran9umità ».
I Cooperat0ri e le Cooperatrici seguano l'invito
di Don Bosco, facciano risuonare la loro casa
della recita quotidiana <lei sanlO Rosario, e ap-
porteranno il più valido contributo alla immanca-
hilc vittoria sui nemici di Dio, vittoria che con-
serverà alla Chiesa Cattolica la libertà necessari.a
per continuare nel mondo la sua ardua ma su-
blime missione redentrice.
~
.,..,.,~..,..,,...,,...,..,...,.,...
La Dire::ìo11c delle L. C. lta ì11dello u11 Go11corso pe, w, 1•0/uml!tto de{(a Cotlrma
SQpra 11110 d, questi ar,:0111e11li: a) A1>ologetica. (Dì/era della Fede e d,dfa Dollrì,m C,ì-
slwrra). - b) Attualità. (Aw.e11ì111e111t, falli e fi,:ure del g1n,·11r,, che abbtarro partrcnlare
111/cresse per la vita cattolica). - Termine d, />rese11ra::ùme. il 30 settembre r953.
Premio. L. 50.000.
Per sd1iarime111ì rivo/geni nffa LJir~zwrre delle Lettut e Cattoltclte -
Via Cortole11go, JZ • TORINO (709).
"L~t111re Cutwlirlr," di gwg,w.
SAN GIOVANNI l.lo,«·o. - Noll~c slorlchc sul MfRI\\COLO DEL SS. SACRAMENTO avvenuto m Torino il 6 g111J:n<> 1-1-53.
-Serino t.~ pubbhcuto (1r ssmw ct""ntu a.tml. pa il qwtrlo
l'cntcua.riu Uel l\\'f1ra.colo rin·<le .u.lcsso la luce qut!-$h> l.1•
,·oretta Lii S. G iovonni Bn~co, per cura del suo qumto Suc-
1.:cssorc, crnd <·Onlc nd 190_1. per d~tderio Jd Sllnto, c!'iosO
vcni\\·n ristan1puto dal pruno Successore, d venerando Don I\\1i•
-.:hrle Run F: come Don ltua colllpfctava con nl'.or-di e rlo-
t1z1e: di Jttualità, intorno 11I grande uvvcnm1ento1 l1l Rtea.uril
ot1J.p.nar1a del !ioLU> Padre e ~1acstro, co~) io que'lta nuovu
edizione viene an,pJuuo e diluc1doto il testo prinutivo 1.:on
commt!nt1 e pro~r,lmn1i in riforìrucnlo R.lte cclcbrazimu fc-
sti•tc d1 quest'unno giuh1lnre.
..\\vn\\ qu1-nd1 jl lihrettu un 1npfit:e n,lore'. p~r il S8ntu chc
lo scri~ei per l.J tualt'rn;, -,cori,.u e apologcllc:,, .. pc1 l.J "'u.t
auualità viva t:" palpn...mlc
.- 21'1

2.3 Page 13

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DOVE GOVERNANO I SENZA-DIO
Il Superiore delrOpera Salesiana di Shanghai
narra la storia della sua png1on1a.
Drammatico arresto. conosciuto ormai in tutta la Cina. Alla mia ri-
sposta affcrmati1·a, uno di loro si precipitò su
La mia cattura avvenne nella notte del 14 set- di me ammanettandomi con le braccia dietro la
tembre 1951 alle ore 23. In quell'ora l'impn,vviso schiena e spingendomi verso uno stanzino an-
e furioso latrare <lel cane svegliava i confratelli. nesso alla camera, mentre altri, tra cui due poli-
llna cinquantina di poliziotti si intromettevano ziotte, mettevano la stanza sottosopra in cerca
nella nostm residenza entrando dalle finestre <lcl- del corpo <lei delitto. Nulla fu risparmiato: le
l'annesso Collegio, ormai nelle mani dei comu- carte sul tav0lo da lavoro, i libri nello scaffale,
njsti. Si precipitarono anzitutto nella stanza di i vestiti nell'armaùio e quanto si trovava nel
Don Cuomo, O\\'e successe un piccolo equivoco baule. Il corpo del delitto finalmente fu trovato:
dovuto al non saper essi con precisione il suo un m:muale in cinese della Legione di Jlario,
nome europeo; nel frattempo un gruppo di po- di cui più tardi trovarono altre copie nel magaz-
li1iotti faceva tacere il cane e, svegliati brusca- zino, avendone io un deposito per la distribu-
mente i servi, ordinava loro di aprire il cancello. zione, e un pacchetto dì fogli con la traduzione
Memrc io mi alzavo da lctw, irruppe violen- in cinese della dichiarazione dei Vescovi della
temente nella camera un forte gruppo di poli- Cina sulla portala delle << tre indipendenze>>. Alla
ziotti con rirnltella in pugno e, dopo avermi im- ,·ista di questi documenti, l'ufficiale che coman
posto di alzare le mani, mi interrogarono sulla <lava la squadra subito urlò: «Tutto ciò che ri-
mia identità usando il 11omc cinese, con cui sono guarda Riberi (I' Imernunzio) mettetelo in di-
sparte•>. Fu ubbidito, ma non
"""' si trovò altro; allora cercarono
di fare il mucchio più grande
mettendo sotto all'unico ma-
nuale della Legione di Maria
altri Libri tolti dallo scaffale.
~el frattempo ero stato
sciolto dalle manette, perchè
potessi completare il mio ab-
bigliamento, e comandato di
sedere al tavolino davanti al
mucchio di documenti reazio-
nari sequestrati. li fotografo si
mise in posizione; un poli-
ziotto ebbe ordine di mettersi
vicino a me per essere fotogra-
fato insieme. Questi lo fece
di malarnglia. Un altro poli-
ziotto intanto sequestrava un
mucchio di opere di apolo-
getica in cinese e tutti quei
libri che poteva dubitare trat-
Don Suppo e llon Cuom.o prese.n1ati con fisionomie truci, da veri « delinquenti u:
le loro ombre si proiettano sinistramtolt: sulla par~&e.
tassero questioni sociali. Anche
parecchi libri editi al Culle
~ 212

2.4 Page 14

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Don Bosco tbbtm> l'onore
del sequestro. Le l'Opcrtine
piii significative, per es. la
testa dell'operaio che risol\\"e
i suo, prohlemi, l'otlìcina e
similt davano :i di,ederc
che tralta\\"ano argomenti pe-
ricolosi.
lJopo circa due ore, mi fu
ordinato tli prendere qualche
abito e di pensurc al futuro
in,erno. l\\la in 4ucl disor-
dine che cosa potevo pren-
llen.· l l'rcsa dal kuo una
coperta, Jnllossai una ,cste
leggerissima e mi dichiarai
disposto ,1 seguirli, perche
abiti non riuscivo a racco-
ghe-rm· in qudl'mfcrno. Al-
lora un poliziotto prese in
guardaroba un snc<.:o crt-
clcc:ndo che fossero ahiti e lo
Fu.,wllt dt1 n~111t111ì,t1 tlllt'SI
pentì, scco consegnandomdo
poi in prigione. Er.t pieno
« G,u~lld• ~ raua! ». I due r,,i messi di fronte al... cor po del delitto
(1'ap1,ar~chio radio del collegio Don Bosco e alcuni libri)
di piccolt zanzariere e fode-
rctle di n1scini, dw servirono solo ad in'.~0111- si svolgono nella form,1 comune ai processi di
hrnrrni per tutta la prigionia fino ad I long Kong. tutto il mondo. I comunisti hann1> un loro si-
Trascinato da due guardie, di-ic1.-si le scale e stema, basato sull'inganno e la hugia. A sentir
salii su di un'auto che mi attende, ,1 fuori . Era loro per<> l'interrogatorio aHebhe per iscopo di
quella di un capo !le1.inne della polizia, chl· rapi- sah are l'imputato d,mdogli mezzo di riconosccre
damente mi condu~se .illa sezione :-ìin Cheng di I,: proprie colpe e pentirs•~ne.
fmntc al Consolato (;cnerale <l'Italia. Col11 fui
l'crchi: sci stato arrestato?
gettato in una pn~ione dove s1 trovavano l{ià
- 'fon lo so.
16 prigionieri.
- Come non lo sai? E yuo1 che il Go,crno
Vita di cella - Interrogatori.
faccia arrc:narc un ciuadino, anzi uno stn1niero,
e un prete per giunta, se non fosse colpevole di
Le vkcnde <lclll· prigioni sono su per gii1 le gravi delitti ?
solite l' non occnrre fcrman:1s1 sopra. Solo un
Certamente, se sono arrcst,1to, aHò com-
po' cli orario. Dopo la lernta. puli1.ia sommaria m-.:,;so qualche cosa du.: non va; ma d,:si<lcrcrci
e nlcuni ~irì attorno all:l cdl.e, larg;1 circJ tre slpcrlo .incr.'io per , cdcrc se rnrrispondc all.1
metri e lunga quattro e mezw; poi un po' <li \\ crità.
ripo~,,, seduti al proprio posw. Dlipo il pr mo - QucslO non enlra nel mctoJu del Governo,
pasto, incomim.:ia il primo periodo di istruzione d1 dirti pcrchi: sci stato arrestato. 'l'u stesso dcvi
fino a mcZZOJ:"iorno. :\\d pomcrigg10 altre due ire sapcc:rlo e confes,;;1rl11, se \\uni essere trattato be-
di istruzinne, pasto serale e po1 ,;1 sta seduti al nevolmente. Pensaci bene e poi confessa. Se :mrò
propno posto. A volte continua l'istruzione, u costretto a dirti io quali sono Il, tue <.:olpc, non
volte i guardiani fanno le loro esortazioni. Giunta sarà bene per te.
l'ora li-1s:1ta, ci si corica sul pa\\imcnto, più o
- '\\on unporta, preferirei s.1po;:rlo subito.
meno strl'lti a seconda <lei nt1m-.:ro ùt-gli inquilini.
'=on s1 pui>. \\ù ogni modo che cosa mi
li 15 settembre 195 1 ebbi il primo interroga- sai dire sulla Legione d1 :\\laria cht 1.-siste\\ J nella
torio. Non bisogna credere che gli intcrrog.iton tua scuola? Sappi che noi rnnusciamo tutto, e
- 213

2.5 Page 15

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che l'interrogarti non h,l per iscopo tli scoprire
la ,·t·rìtà t·ht· già possedia1110, m1 solamente di
darti il mezzo di confessare le t ue colpe, tin che
sei m tempo.
Ne ~cgui una lunga discussione per Jìmoslrarc
la ,critil, e cioè che ncll.i nostra scuola la Lc~ione
tli ì\\laria non esistc,·a, e che nella P arrocchia
t-sistc,·a inn-ce l'Az1ont• C.1110\\ic:1 con le sue ,·aric
sal"Ì ht·m·. Dom:mi li ~·hi;nnerò di nuo\\'o l' ~pero
che avr.1i g capito tuw,.
Ci furono ancora parecchie altre domande e
poi ritornai in carcere a continuare il tormento
con i l'Ompag11i di cella.
Gli interrogatori seguenti furono su per giù
gli ;.tessi, con qualche aggiunta. :\\la non an:ndo
ancor., hc:n•; appr'--s,1 l.1 procedura comunista,
non riuscho a capire piena.
mente tJUali er,mo le \\'OCI di
accusa per cui ero stato arrc-
~tuto. Solo sci mesi dopo, e
precisamente il giorno di San
Giuseppe dd 1952., m un
interrogarono sostenuto nella
,·era prigione in cui fui tra-
!.portnto nel non·mbrc 1951,
potei comprendere qualche cosa
di piì1.
Il giudizio del popolo
sovrano
L' 11 ottobre, festa ddla l\\'1a-
I':.)
tt'rnit11 di l\\fari.1 S8., insieme
con Don Cuomo, rummo og-
getto di un'azione ,·ile, quale
.jM solo i comunisti sono capaci
,li rnmp11:rc.
Fumtlu tlt, «111mnu11 tUlt!\\I
lhi:tmati separatamente, ci
Don Suppo alna iiu allievi dell'l&llluto Do n Bosco di Shangha,
contro Il iioverno d i Mao
, t:dcmmo però nei corridoi per
la prima volta dopo il nostro
,trresto. Quantunque fossimo
SC""Lioni per uomini cau olici, mad n di l:1miglia, pl)Sti l'uno cosi v1cmo all'altro da urtare, con
giovcnti1 maschile e femminile.
1 gomiti, non potemmo p.ularci; per aver ten-
Poi si passb ad altro:
tato di dire a fior di labbra un «coraggio!,,
l o nosci il tale e il tale?
mi presi una forte sgrid:ita da un soldato che
Certamente, sono nost ri allievi.
m1 au;ompagnava.
( hc dici di loro?
,\\ Oon Cuomo proposero di pigliare fotografie
C. hc ne devo dire?
dn puhblicarc, anzi di girare un film. Alle sue
..\\ppartcne\\-anO a llualchc associazione re- ,cementi proteste, risposero: '\\la se persino
trograda e antiri\\'Oluzionana?
Sou Koan-Mmg (mio nome cinese) accon~cnte,
Non so; fin che erano della scuola, no d i che cosa hai tu da protestare?». A llor,1 egli, sen-
certo; se dopn la scuola nbbiano fatto p,,rlc d i tendo che io avevo acconsentito, si persuase che
quakhe associazione, io non lo so.
non ci dovesse essere tulio tJllel male che si im-
Lppure essi dicono...
maginava e si sottomise. ,1a la cosa era bt.>n di-
Che cosa dicono?
Yersa: a mc si disse, in una conversazione durata
Diwno che tu... bsi ti odiano, sai>
due ore, e in cui si dii;scro parecchie cose interccs-
C. la: mi odiino io non lo so; m,t non mi santi, c;he si dO\\e,an,, pigliare a mc rnric foto-
odiavano prima, e non vedo ragione pcrchè mi grafie per pubblicarle sul giornale come ll\\'Cvano
debbano odiare adesso.
fatto per Riberi (Mons. Internunzio) e Jomandare
- Fppurt· t:ssi dicono d1e cu... qucst,l :1sso- al popolo che cosa intendeva fare di mc. .\\,ma
ciazmm·... insomma... -.d tu che...
la risposta del popolo attraverso \\'ari comizi <:he
- l nsomma, secondo te sono 10 che li ho si sarebbero organizzati, il Gove rno del popolo
spinu in una associazione segreta? Che ,1sso- a,·rebbe deciso la mia sorte. Difatti fui preso dai
ciazione ?
guardi~ani e condotto, cun Oon Cuomo, in una
Non h.1i mai sentito parla re della Xora? grande sala dove stava pronto il tribu nale del
l\\bi sentito qucstt> nome prima d'ora.
popolo: tre giudici, tra cui tjucllo cun cui :l\\·e,o
I. ppurc... Rene, ora ritorna in cella e pen- 3\\'Uto la lunga conversazione, e due con cui a,·e,o

2.6 Page 16

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!l;ià avuto tla fare in precede1iza, il segretario, tema che si aggira sempre sulla conoscenza delle
guardie, soltlati, impiegati della polizia, uomini, proprie colpe, sul pentimento che se ne deve
donne, ragazzi delle scuole, della gioventù co- avere, sulla bontà del Governo che non i: più
munista, tutti i rappresentanti insomma del po- come il governo precedente, sulla considerazione
polo sovrano. Su di un tavolo, a destra, tutti gli che il Governo sa tutto, può tutto, che è inutile
emblemi delle sezioni della Legione di Maria nascondere, che conviene denunciare gli altri
di tutta Shanghai, una ventina di rivoltelle e pi- prima che gli altri denuncino noi, che il denun-
stole di tutte le qualità e una montagna di libri ciare gli altri non è far loro del male, ma è invece
della Sa/esilm Press, se4uestrati nella nostra casa. il miglior modo di salvarli; che la prigione non
La cosa mi indispose alquanto perchè a!Tcrrai si deve considerare prigione, ffid un luogo di
e subito che il giudizio a cui eravamo chiamati era rieducazione, da cui si <leve uscire rifatti nello
basato sul falso; ma, pur sapendo che il loro spirito, liberi dai ceppi delle virtù antiche, quali
sistema quello di basare tutto sul falso, non po- l'onestà, la castità coniugale, la sincerità, la ca-
tevo fiatare.
rità, ccc. Gli altri prigionieri devono tutti esporre
L'entrata nd salone fu solenne: macchine fo- il proprio punto <li vista. Naturalmente bisogna
tografiche di tutti i gi,>rnali di Shanghai e mac- che questo punto <li vista si.a in linea con le idee
chine cinemntografìche ci presero in tutte le pose. nuove, altrimenti si è <• aiutati~, eiot': si è sotto-
GiW1ti dinanzi ai giudici e fatti fermare, fummo posti ad w1 fuoco <li fila di critiche, di esortazioni,
prima fotografati separatamente e poi uniti; an- <li rimproveri, che non finiscono se 11011 quando
che i giudici per un momento si tramutarono in un povero prigioniero, inebetito e affranto, cede
divi del cinema. Incominciò l'interrogatorio per e confessa o inventa le proprie colpe ingranden-
l'identificazionc dell'imputato, anche questo gi- dole magari a dismisura per renderle più credi-
rato nel film. l\\la quando, ritiratisi gli operatori, bili, ed essere cosi considerato convertito e quindi
pensavo che incominciassc il vero giudizio, ecco lasciato in pace.
che i giudici si alzano e se ne vanno, e allora E tutto questo avviene con sincerità? Questo
mi accorgo che siamo stati oggetti <li un vile è un problema. Dalla mia esperienza personale,
..
inganno.
per varie reali confessioni avute dai compagni di
Questo nella mattinata. La gavetta di riso freddo cella in certi momenti in cui la sorveglianza 11011
mi aspettava da più <li tre ore; la mangiai perchè era cosi forte, ho potuto avere prove evidenti che
non potevo respingerla, ma nel pomeriggio avevo il 90% di queste conversioni sono a fior di labbra,
la febbre. Non tutto il male vien per nuocere: ancb.e quando sono accompagnate da manifesta-
potei esimermi dal partecipare all'istruzione co- zioni che vorrebbero essere apodittiche. Bisogna
munista, approfittando <li un guardiano un po' conoscere la psicologia di questo popolo per farsi
pit1 umano che mi permise di riposare coricato un'idea esatta della situazione. Accennerè> solo
al mio posto.
ad uno, il quale concludendo una sua esortazione
In un altro interrogatorio, verso la fine di confidenziale, mi diceva: «Tu sei uno stupido
ottobre, si tentò in tutti i modi di strapparmi (scusate, lo diceva lui) non vuoi capire come
denunce a carico dei miei confratem della Casa siamo noi e fare come facciamo noi. Devi cam-
di Nantao. Fui insultato in tutti i modi più vol- biare, devi fingere anche tu. Adesso tutti lodano
gari perchè ero superiore e parroco, e con mc lo il partito comunista, anche tu dcvi fare altret-
furono i nostri superiori perchè avevano messo tanto; poi dentro di te pensa come vuoi: chi può
mc invece di mettere dei cinesi. Fui interrogato vedere il tuo interno? L'importante è riacqui-
sulle confessioni che un confratello tanti anni fa stare la libertà •·
aveva fatto presso di mc, e insistevano per sapere:
si può immaginare con quale risultato. Ma per
liberarmi dalle insistenze, dovetti montare sulle
Per i preti trattamento speciale.
furie e rispondere fuor dei denti in termini tali, Non dirò niente sul cibo. La prigione è pri-
che l'intarogatorio fu sospeso con queste parole: gione, e non si può pretendere di essere trattati
«Già, risolvere il tuo problema è molto difficile•!. come in un hòtel.
Il che, in gergo comunista, vuol dire che n•m Per i vestiti stavo molto male perchè non
avrei più goduto J ella libert;1 per un tempo i11- avevo potuto portar niente. Col caldo di un
dctcrminato.
settembre shanghaiese, che è autunno solo di
nome, i miei poveri abiti furono presto madidi
L'addottrinamento comunista. di sudore, senza poterli cambiare, con non pic-
colo tonnenw per me e per i miei compagni.
Come a\\·evano luogo le istruzioni in carcere? Ogni sabato essi potevano ricevere abiti puliti
Tutto av,•eniva trJ i prigionieri stessi. [I capo- dalle loro case. A me e a Don Cuomo questo
g11Jppo, generalmente un prigioniero più anziano conforto fu negato, anzi ai confrntelli non fu
che già s, i: arreso ;ille nuove itlcc, propone un comunicato nemmeno il luogo della nostra re-

2.7 Page 17

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d11sione. Solo pii1 tartli un giovane nostro aspi-
rante, che era stato rinchiuso nella medesima
prigione e poi rimesso in libertà, potè comuni-
care con i nostri confratelli e far sapere dove ci
trO\\avamo, avendoci egli visti nel passar davanti
alle nostre celle. Allora per un mese, cioè per il
tempo in cui rimanemmo ancora in quella pri-
gione, potemmo a\\'erc un po' di ahiti per cam-
biarci. Il 12 no\\'cmbre 1951 fummo ùi nuovo
tutti e due chiamati fuori della cella e, dopo le
varie formalità, messi su di un omnibus e spediti
alla , era prigione degli antirivoluzionari; luogo
noto, ma di natura segreta: la Ghepeu cinese.
Colà centinaia di prigionieri di ogni qualità, fra
i quali anche parecchi Missionari, sono rinchiusi
durante l'istruttoria che si deve sempre conchiu-
clere con una condanna. Quando uno deve essere
assnlm, la condanna è già scontata in preceùeni:;a,
c così si decanta in tutti i toni la giustizia del
Governo il quale - sia pure dopo <lue o tre anni -
alla fine riconosce l'innocenza del prigioniero e
lo rimette in libertà.
Colà fummo rinchiusi in celle separate. Celle
scure, sporche, molto piit piccole cli quellt: della
sezione.: di polizia. In esse si trovavano giìt dodici
prigionieri. Vi erano dei letti di legno a due piani,
l hc servivano solo per dodici prigionieri. lo do-
vetti dormire per terra, nello strettissimo spazio
che serviva per la ricreazione ( !), sul cemento
umido e sporco, senza aver modo di renderlo più
adatto a stendervi una coperta.
Dal laLO materiale continuò la vita di prigione.
li cibo non era eccessivamente ahbondante e
vario. Il risultato fu che in hreve tempo cominciai
a perdere il senso del tatto alle dita del piede
sinistro e delle mani, tanto da stentare ad ab-
bottonarmi gli abiti. Si stava seduti tutto il giorno
o sul letto di legno o per terra. Vi erano due
mezz'ore al giorno per la ricreazione: in uno
spazio di 4 metri quadrati si girava a giro tondo
in 13 individui (e si arrivò fino a 15). Le condi-
zioni cominciarono a migliorare solo verso mag-
gio e giugno 1952.
Moralmente queste prigioni davano una reali-
stica idea del paradiso sovietico: il regno delle
contraddizioni. Era proibito parlare nelle ore di
raccoglimento (dit:ci ore circa), ma il silenzio ci
veniva rinfacciato quasi servisse a nascondere chi
sa quali macchinazioni; si <lovcvano presentare
alla riunione dei compagni i propri problt:mi
politici. ma non si dovevano esporrt: le proprie
cose; era proibito render conto clc.:gli interroga-
tori ai compagni, ma bisognava consultarsi con
essi pt:r riceverne luce su ciò che era stato lrat-
I MILLE DEL BORGO RAGAZZI DI DON BOSCO DIA.Vi

2.8 Page 18

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tato negli interrogatori stc,si; si promette1'a la
m.issimJ segretezza, ma tutti potevano discutere
le proprie conf..:ssioni scritte e aiutare ( !) a farle
tali che venissero accettate. È vero che alcune
di queste contraddizioni 1·cnnero corrette in se-
guito, ma la sostanza delle medesime rimase e
sarebbe troppo lungo enumerarle tutte.
Accuse varie - Ultimi interrogatori.
Nel mar.w del 1952, dopo quattro mesi e più
che mi trovavo nella nuova prigione, e dopo sei
mesi dal mio arresto, subii un nuovo interroga-
torio in cui fìnalmente seppi due motivi del mio
.irresto; cioè mi furono fatte vedere alcune delle
Jeposizioni a mio carico. Con il loro solito si-
stema di non dir mai chiaro il loro pensiero, fui
interrogato su due giovani soldati nazionalisti
che, al tempo della caduta di Rhanghai, si erano
rifugiati una notte nella scuola, lasciandovi una
rivoltella scarica che poi spari, gettata in un ru-
scello. Poi fu la 1·olta di un giovane cattolico,
che nel 1949 mi aveva chiesto se poteva parteci-
pare alla Gioventù Comunista per spiarne l'in-
terno. Avendogli io nsposto che non poteva pren
dervi parte come cattolico, fui da lui denunciato
come se lo 11vessi spinto atl entrarvi pcr sabotaggiC>
Le due accuse non avevano fondamento al-
cuno, e se mi fossero state pn:sentate fin dall'ini-
zio, avrei potuto facilmente scagioll'llrmcne; ma
ci voleva un pretesto per rinchiude1mi, per ven-
dicarsi della forte resistenza opposta dai nostri
giovani artigiani alle false ideologie comuniste.
Il non aver voluto riconoscere un altro falso, di
aver cioè istigato i nostri alunni al sabotaggio
della scuola (sabotaggio eseguito dai giovani pro-
gressisti incitati a creare disordini per poter ac-
cusare i cattolici) mi valse di prolungare la pri-
gione fino alla fine dell'anno.
Il 30 dicembre fui sonomesso agli ultimi inter-
rogatori precedenti la sentenza, che era già pre-
parata, scritta e fìrmata in data gennaio 1953 .
Gli interrogatori furono delle pagliacciate che
non vale la pena di riferire, perchè troppo lunghi
e noiosi, essendosi ripetuti tre volte nella stessa
notte. Il 31 dicembre mi si fece firmare una di-
chiarazione che ncm mi si era maltrattato, battuto,
fatto patir la famc; che avevo risposto di mia vo-
lontà agli interrogatori, ecc. Il gennaio 1953
1
nel pomeriggio, fui chiamato per sentire il giudizio
ed ebhi la consolazione di rivedere Don Cuomo
che ebbe I..: sue vicende più varie e dolorose,
ma un po' migliori, avendo goduto un periodo
di convalescenza. Per mt: im ecc dal 12 novem-
VANTI A S. PIETRO, DOPO L'UDIENZA PONTIFICIA

2.9 Page 19

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di là per Hong Kong. Tre
giorni di viaggio, seduti vicino
senza poterci scambiare una
parola, sorvegliati <la quattro
soldati dell'esercito rosso.
La sentenza conteneva dieci
accuse che, secondo loro, erMto
provate. Notai subito che qual-
che accusa era stata cambiata.
per esempio quella riguardante
la Gioventù Comunista. Non
avendo potuto provare che
avevo spinto ad entrarvi per
sabotare, avendo anzi io pro-
vato il contrario, fui accusato
e sentenziato per aver impe-
dito di entrarvi. Cosa che io
ammetto volentieri, pcrchè i
cattolici che vi entravano erano
Fumrtti tJ1..,, commust, r111es,
Un giovane chiede a Don Suppo: « Faccio b4)ne a entrare oella Gioventù Comu..
nfsta? H. Don Suppo risponde: « Tu sei cristiano, come puoi domandare
una cosa shnile? ►>.
sospesi dai sacramenti ed era
<.plindi mio dovere di parroco
di salvaguardare le anime affi-
datemi.
bre 1951 al.l'arrivo ad Hong Kong non potei p1u
Le accuse erano le seguenti:
1) D'aver organizzato la Legione <li Maria e:
avere la minima notizia <lei miei confratelli, della
casa e nemmeno potei ricevere <la loro il più
lavorato alla sua diffusione.
z) Di aver ostacolato le firme per la cacciata
piccolo aiuto, per cui dovetti passare l'estate in
dell' [ntcrnunzio Mons. Riheri.
condizioni molto disagiate, non avendo abiti non 3) Di es.~enni opposto al movimento scismatico
solo da cambiarmi, ma neppur da vestirmi.
delle tre indipendenze.
4) Di essermi opposto alla firma in favore del
La sentenza.
Il giudizio assunse la teatralità tanto cara ai
partito comunista.
5) Di avere, per la Salesia11 Press, scritto libri
per la gioventù (da essi dichiarati nocivi).
comunisti; e dopo la lettura della sentenza, fummo
immediatamente condotti al treno per Canton e
6) Di aver invialo dei giovani aspiranti alb vita
salesiana nelle nostre Case di Hong Kong e
Macau.
7) Di aver sparlato del co-
munismo, della Gioventù
Comunista, del Governo
Comunista, della Russia So-
vietica, chiamandoli demo-
ni e derivazioni diaboliche.
8) Di aver organizzato l'As-
sociazione Xora o Aquila
Spirituale per attività clan-
destine.
9) Di aver venduto materiale
ricevuto m regalo dagli
Americani.
10) Di aver impedito l'entrata
nella Gioventù Conurnista
a parecchi giovani che mi
avevano interrogato.
Fumdtl t.-, ,011u11m11 onen
Don Supf)O da un pugno i;u..t tuvoJo e dice; u U go,•cn10 del popolo è
un governo di Jad.rl... 11 partico comunisca ù H partilo dei demoni.!... ».
218 -
Noterò soltanto che la prima
accusa è solo in parte vera; che
l'ottava e del tutto falsa: ma1
seppi che ci fosse una simile

2.10 Page 20

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organizzazione e m ogni modo m,i udii nulla di qui e di là; perciò se anche non siamo pm
dai giovani che vi erano forse iscritti, secondo indipendenti, non vuol dire niente, non è che ti
i comunisti. Rigu.mlo la nona, non credo che primo pa'l'IO per attuare il nos1 m programma~-
possa costituire reato. Ddle alttc accuse mi con- Prolungandosi la mia prigionia, ebbi occasione
fesso reo; m.,, come dissi ai giudici, non mc ne di camh1arc p.1recchi compagni di cella. Kegli
pento: era mio don;rc; e se dovessi ricominciare, ultimi tempi ai \\'cri controrirnl11zionari o reazio-
fart:i lo stesso, st·nza t1:ma di pene and1e maggiori.
La loro mentalità.
Quanti episodictti potrei raccontare che sc:n i-
nari, sia pure .1ll'acqua <li rosa, si succedettero
membri del partito comunista, oper,1i, contadini,
coloro ciol· della classe dirigwtc, il cui zelo per
il partitn nnn li aveva salvati dal pro\\'are che
rcbhero a rischìarnre la mentalità comunista e a cosa fosse la rieducazione cui tutti parlano e
ill\\lminare quelli che ancora cre<lono :1i comu- che tuni a poco a poco devono esperimentare.
nisti, perchè non li hanno mai provati I l\\Ii limi-
La vigilia di Natale, nella nostra prigione suc-
terò a due o tre, non dei più espre!.\\isivi, m .1 di cesse un gravissimo fatto che si concluse con
quelli che mi ,cngono alla mente in questo ii;tante. la fucìl.uione immediata st:nza processo di wu
L'11 ottobre 1951, nel lungo colh)l1uio che ventma di cmnuni:;ri deviazwn1sti, come li chia-
ebbi con uno dei giudici - comparso nel film mano, ma che in realtà erano comunisti che non
di cui parlai sopra - dopi> un t:SOrdio a b,1se di ,olevano 1.-sserc schiavi della Ru:;sia Sovietica.
ins1ùti, si \\'enne ad una più calma discussione
sui principi comunìsli e cattolici e sulle loro di-
Un grazie all'Ausiliatrice
vergenze. Aci un dato punto saltò fuori con uno
e a Don Rinaldi.
degli argomcnii preferiti: l'evoluzione, pc;r dirmi
che noi cattolici non crediamo all'crnluzionc,
mentre in,cce cs..'li ci Crl.-<lono. Gli risposi che
m,cce a mc l'ernluzionc non fa caldo
l\\Ii dispenso dal descrivere la gioia elci con-
fratelli, che da 16 mesi circa non sapevano nulla
<li me, al ,cdermi arri,·arc sah-o e abba:;tanza
sano, proprio quando meno se lo aspettavano.
..
freddo, che se gli faceva piacere potevo anchc
ammetterla, ma che per me il problem:1 era un
altro: cioè donde deri\\'a\\'a la prima monèra da
cui, secondo 11 sistem.1 e,olu2ionistìco, avrebbero
Rendo invece grazie alla \\"ergine .\\usili:.nnce, che
od giardino della nostra res1dcnz,t di Yangtsepoo
a Shanghai fa l.1 guardia alla rasa e non
lascia succedere nulla che non sia per il nostro
d0Vl1to derivare llltli gli esseri. Mi rispose che meglio, e al carissimo Don Rinaldi, la cui pre-
fino a quel punto non aveva ancora indagato.
Ancora a propmiito e.li evoluzione, nella nostra
scuola, il professore comunista di politica tormen-
senza mi sentii t,mtc volte vicin..1 m quei lunghi
mesi <11 prigionia.
ta\\ a i gio\\'ani anigiani affinchè cre,lt:sscro nd-
Taipti-Taimm (Formosa), 24 marzo 1953.
1'noluzione e lasc.:1as~~ro da parte Dm. I g10\\ .mi,
dopo aver battagliato un po', tinalmente gh d11
mandarono: :vi.i, d1cc1 un po'.
Sac. '.\\I tCIIFLF St1 PPO
Misrio11ario S11ltsimio.
cht: cosa ha fotto I I aeckd ?•>.
i, Chi? llaet:kcl? ~- i, ::-il, Jlae-
ckd; tu sa1 che, oltre Oarwm,
c'è anche Ilaeck,·l che propu-
gnò I'e, oluzionismo. Llu: cosa
ha fatto costui? •· • .\\h, voi
:wete studiato troppo; non m1
m1eressa sapere chi era costui ».
E la questione finì per lJUd
giorno.
Nello stesso l'Ollol11110 <lcll'1 l
ottobre 1951, 11 mio mterlotu-
tore aù un dato punto entrò
in pol.itic.:a e tr.t l'altro mi dis;e:
Sì, so che ci :-0110 ù1 4uclli
che dicono che ormai la Cin 1
non è più indipendente, che
e uno stato solo con la Russia.
Ebbene, e \\cro; e con ciò?
Noi comunisti vo~liamu fare
un solo stato in tutto il mondo; J,',,,,,,111 Jt1 rnm1111ut, "''"'
non n>gli.m,o pili le frontiere
I .. due <ll'linque_ntl" :\\SCOlhano, contriti e compunti, la loro ~n&etn,,

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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IL RETIOR
MAGGIORE
IN SICILIA
Appunti di cronaca
-),-
T \\ORMINA - Il Rcllor Maggiore,
a~cndo • descra Il Rev.mo Ardprelc
e a s inistra U Slndaeo, prt<:eduto
d ulia bandll <:111:ullna e sc1rui10 dJI
foll• di popolo, ~, ;n<vl11 nl nostro
Oratorio di Tuormln~
d iq1t111/o Suruuor,. di Do11 R11uo r1ret't'/lt ,:,à 1,,.11,.
11wrri/esr11-::wt11 r,,,po/11r, llt'llt' .wr r,nmr ,·1s1te al/~
opere mle,·iwrr d'1l!di11: '''" la Sfri/ia .1i sr~11tt/ò 111 modo,
,•11rre111111t1 ,lire, 11111(0 rw/11• t 11tusiastid1e /J(C'OJllien:u. ll
.mt11nr D,.11 Zi1Q!io111 p11r1i commosso ,. rtrn1111ru11tr dol-
/'Jsn/a. Spir1urrt1 rht /11 spll-::io """ t:i h,1w /'I'' p,rì parti-
rn/ar,.~r,ialt' no11;;:1r, prnrllrt'rl!'mo n/111e111, di nnn lrula-
ui ire 11111/a ,/"/l'r,,rn:i·1ll', u costa w1rl1e di dt'dicarci
p11recrhil' Pfll:Ìllt' in t·ari 1111111,.ri del P"rim/,rr,.
, lii •'llm·im,, 28 febbraio. - Quando il Retto r
M1gg1ore arriva a Messina, l'Ente TlJrismo di
Catania mette a sua dispos1z1one un'automobile,
che servirà per la visita a tutte le Case della Si-
cilia Giunto ad All Marina, visita il grandioso
Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Rice-
vuto 11 festoso omaggio. r1ngraz1a e I accomanda
l,1 cura delle ex a llieve, che escono numernse da
quella Scuola Magistrille.
S. 1'ere,'ia lli1•a. - Breve sosta ed entusia-
sri o ricevimento preparato dal Cav. Brunetti,
rervente Cooperatore, nella stessa ch1es,1 parroc-
chiale Bandiere, scampanio festoso, omaggio no-
reale e canti salesiani come se si fosse 1n una
~ 220
casa salesiana. Egli parla dell'educazione de, figli
e 1mparte a tutti la bened111one d1 Marra Au;i-
l1a tnce. Il Parroco interpreta. ri ngraziando, il sen-
t imento comune. Fuori della chiesa sono ad attc-n-
derlo l'Arciprete il Sindaco e il Vice Sindaco d1
7 ',mr1ui11u. - Arrivo alle 11,30. Accoglienn
trionfale Tutto rl popolo della città sfila in corteo,
aperto dalla banda cittadina. Don Ziggiott1 è cir-
condato dal c lero e dal consigl io mun icipale al
completo. Sfilano pl1re le scuole e le associazioni.
In piazza Nove Aprile la lolla sosta. 11 Rettor
MaJ;lgiore con le autorità s~le la grande sc,1le:i
della chiesa di S. Giuseppe e riceve l'omaggio
della città, rappresentata dal Sindaco. Qu1nd1 ,I
corteo pr·osegue fino Jlla Clttedrale, dove Mons.
A rciprete parla dall'altar maggiore a un,1 gran
roll.i, dicendosi orgoglioso d i essere ex allievo
e decurione dei Cooper.:itori, Il Rettor Ma~giore
esprime la sua profonda commoz,one per I' n· -
ponente accoglienza. ringrazn tutti e raccornanda
ai genitori la sapiente educazione dei figli. Segue
un ricevimento in municipio. Tutte le autorità
si ritrovano poi unite all'agape fraterna.

3.2 Page 22

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. l drMle. - Con l"om;iggio festoso dell'in-
t a città, rappresentata dal Sindaco, dal Vicario
Generale e da un folto gruppo di cooperatori,
cooperatrici. ex allievi ed ex allieve. si unisce
l'esultante saluto delle orfanelle e delle nov,zie
dei due Istituti delle Figlie d1 Maria Ausiliatrice.
Si forma quindi un i(ingo corteo d, macchine.
S, notano tra le personal ità gli On. Turnaturi e
Condorelli, Presidente Regionale degli Ex allievi.
l'imponente séguito va crescendo fino a
Più tardi il Rettor Maggiore parla in Epis'-opio
at maestri cattolici. Alle ore 11 v1s1ta la Parrocchia
e il popolarissimo Oratorio .. la Salette". Salu-
tato da migliaia e migltaia d1 persone, accompa-
gnato da un numero stragrande d ragazzi e bam-
bini che lo acclamano, arriva all'Oratorio, Segue
un vibrante benvenuto nel cortile defl'Oralorio.
Un ragazzo dal dire disinvolto, davanti all'im-
menso numero degli intervenuti. additando 1
, '11t1111i11, dove entra verso le 18 del 28 febbraio,
passando in mezzo a due fitte aie d1 popolo. Nel
cortile dell'Istituto S. Francesco d, Via Cifali il
Rettor Maggiore, circondato da autorità e perso-
nalità, assiste ad un primo omagg19 di vibrante
entusiasmo. Quindi si reca in episcopio a far
visita a S. E. l'Arcivescovo Mons. Bent1voglio,
presenti il Capitolo della Cattedrale e 11 Vice
Prefetto della città. D, là, preceduto dal piccolo
clero, fa solenne ingresso nella Cattedrale, stipata
di gente. Mons. Arcivescovo g li porge un cordia-
:
l1ssimo benvenuto ncordando le sante figure del
Card. Dusmet e d1 Don Bosco e man1festand)
tutta la sua affettuosa stima per l'Opera salesiana.
Il signor Don Z1ggiotti dal palco apposnamente
preparato ringraz,a, attribuendo ogni merito a
Don Bosco, il cu, quadro domina dall'altar mag-
giore in un trionfo d1 luci e di fiori.
Il I" marzo celebra nella Cattedrale, present,
le autorità e gran folla di cooperatori. Confuso
tra il popolo c'è anche 11 Sindaco. Prof. Domenico
Magri, Senatore dell;i Repubblica, che si accosta
alL1 Comunione co., la sua numerosa fam1cl1a
CATTEDRALE DI CATAN I A
PO••e (Sopra) S. E Mons. Benllvo•ho, Ardvn;co,•o,
Il ~n..-enu10 aJ Renor .\\1all(iore.
(S1J//o)
li Slrnor Don Zlgglo1II p:arl:a alla folla che &remi•
s.rc- Il \\.'Jl..ei.to lempio. presence J•f..cc...mo Arch~~vc,,

3.3 Page 23

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padri e l e rnad ri. es:larna: " Si amo stati noi a
p:lrtare I genitori ali Oratorio' ". Il sig. Don Zig-
g1ott, è comrnoss'.l e assicura che quella è la mani-
festazione più bella. più cara, più salesiana a cui
ha assistito fìnora Gli pare di trovarsi ne, p,-ati
d1 Valdocco ai tempi d1 Don Bosco. Il servo d1
Dio Don Rinaldi con spirito profetico aveva pi-e-
v1sto la trasformazione dell'allora povero non°
La Salette. Impartita la benedizione a tutti, tiene
conferenza e parla a oltre "100 padri d1 farn1gl,a.
Segue ricevimento da parte del Comitato S.P.l.G.A..
il più valido sostegno dell'Oratorio e della Par-
rocchia.
Ore 16: visita all'Istituto salesiano S. Filippo
Il Rettor Maggiore scende in Piazza Dante, salu-
tato dal suono della banda e da alte acclamaz1on1.
mentre gli On. Magrl e Russo lo accompagnano
fino al collegio, dove si svolge un altro solenne
ricevimento. li Rettor Maggrore ringrazia e plaude
al venerando Don Antonino Orto, u no dei pio-
nieri dell'opera salesiana in Sicilia, ed anche dei
pochiss1m1 che hanno conosciuto Don Bosco.
Addita pure nel Sen. Magrl uno dei più ill ustri
ex all ievi.
Alle 17, 15, nella Casa lspettoriale delle Figlie
d1 Maria Ausi liatrice, riceve un grandioso omaggio
musico-letterario, nel quale il Sindaco Sen. Magri
porge al Rettor Maggiore il saluto riconoscente
della città di Catania. Straordinaria l'accolla d1
autorità, cooperatori , rappresentanze della Fa-
miglia Salesiana dell'Isola, con fo lte schiere d,
ex al lievi ed ex allieve.
San Grenorio. 2 mMzo. - Ricevi mento cor-
diale. Brevi parole alla popolazione. A lle 12 si
compie una cara cerimonia. nella quale le Scuole
Comunali vengono intitolate al Beato D omenico
Savio. L'On. Barbaro Lo G iudice addita ai giovani
il Savio quale modello di volontà decisa per i
grandi ideali. Tra le autorità present i spicca
S E. il dott. St rano. Prefetto di Catania.
Alle ore 16 visita le Scuole Professionali d1
Catania-Barriera. Un fremito d1 entusiasmo per-
vade quei giovani artigiani quando vedon:i in
mezz.o a lorn il Rettor Maggiore. il quale se ne
compiace. v1sIta I laboratori e benedice tre nuove
macchine. Su bito dopo. scortato dai Sindaci d1
Pedara e di Nicolosi , parte per
Pedm·a, giungendovi alle 17. Tutta la cittadina
è in festa. Il popolo riempie la piazza della chiesa
madre; ma. poichè comInc1a a piovere, entra nel
grande t empto. Qui Don Z1gg10Ll 1 prende posto
a destra dell'altare maggiore, circondato dal le
au torità al completo. e riceve l'omaggio dì tutta
la città. Dopo, r i ngraziando commosso della
straordinaria dimostrazione, parla dell'educazione
dei figli e invi ta tutti a r itrovarsi la mattina se-
guente alla S. Messa che celebrerà per loro. Qu indi
tutta la popolazione in corteo lo accompagna
fino all 'lst1t u to.
Il 3 marzo, celebrato per il popolo di Peda.ra,
ritorna a Catania per tenere varie conferenze
e fa un discorsetlo alle 60 Suore ammalate. che
invita a considerare la malattia come un'ubb1-
d1enza inviata dal Signore. Più tardi s1 reca dagli
avvocati Lombardo. che gentilmente lo avevano
invitato al loro villino sull'Etna. affinchè potesse
trascorrere due ore di riposo dopo le fatiche
dei giorni precedenti. tra il candore delle nevi
perenni e lo splendore del sole siculo.
lla11da.z'?:o. 3 marz.o. ore 17. - È la città che
tra le case salesiane in Sic11fa vanta il pri mato
di fondazione (anno I B79) e d1 vocazioni (70 Sa-
lesiani). Il Rettor Maggiore è accol to dall'intera
c1tlà, au torità e popolo. In. un'atmosfera che si
dir ebbe di famigl ia. 13ressan te e rin no vato è l'in-
vit o che torni l 'anno prossimo per il 75° della
Casa. Incisivo il pensiero del Rettor Maggiore
ai giovani, sugger itogli d alla natu ra del suo lo
etneo e dai fenomen i del vulcano.
La mallina del 4 marzo è nuo-
vamente a Catania nell'Istituto
S. Francesco d1Sales. dove tiene
la meditazione a1 liceist1 e una
seconda alle Suore, quindi ce -
lebra, poi parla ancora a tutti.
Al momento del commiato vie-
ne a ossequiarlo il Procur·atore
della Repuublica, mentre il Vice
Prefetto lo accompagna fino a
CATANIA - JlA!UtlERA. • Ospizio S. Cuott. Il Rettor M3ggloru bened ice lo nuove
macchine nel lab oratorio della ntcecaniea.
222 ~
<'altagh-011.e., 4 marzo. -
All'arrivo gli è reso un primo
omaggio nel cortile dell'Istituto
Salesiano, presenti le autorit à
con S. E. il Vescovo Mons. Ca
pizzi, e gran numer o di citta-
dini.

3.4 Page 24

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Alle ore 16 poi il Rettor Maggiore, quando,
accompagnato dalle autorità, entra nel Politeama
cittadino, lo trova rigurgitante di g1ovent1:t. coope -
ratori e amici. Parla a nome di tutta la città il
Sindaco, che quale simbolo della gratitudine cit-
tadina, gli offre due art1st1c1 vasi, opera dell'in-
dustria artigiana locale. Al termine dell'omaggio,
il Festeggiato si alza applauditissimo e dichiara
che va passando di commozione in commozione
tra folle impressionanti d1 cooperatori, ex allievi
e am1c1, che accorrono a onorare Don Bosco
nel suo umi le successore. Chiude l'adunanza
l'Eçc.mo Mons. Capizzi, che elogia t'opera dei
Salesiani e chiede la grazia che la locate " Città
dei ragazzi " venga affidata alle loro cure. Quindi
invita il Rettor Maggiore a impartire la benedi-
zione di Maria Ausiliatrice.
iWo,liclL, 4 marzo, ore I9,25. - Al bivio di
Ragusa, S. E. il Prefetto Umberto Mondìo lo
invita a salire sulla propria macchina. Seguito dal
Sindaco di Modica e da lunga teoria di auto,
giunge dinanzi alla chiesa d1 S. Pietro. Acclamato
da folla immensa, eglI sale ali'artistico tempio,
stipato fino all'inverosimile. Nel presbitero sie-
dono le autorità civili ed ecclesiastiche al com-
pleto. Su due troni stanno il Vescovo d1 Noto
Mons. Calabretta e 11 Vescovo di Ragusa
Mons. Pennisi . Al saluto augurale rivoltogli dagli
Ecc.mi Presuli il Rettor Maggiore risponde d i-
chiarandosi commosso per quel crescendo di af-
fetto verso Don Bosco e l 'Opera sua. S1 compiace
della fede viva del popolo di Modica e invita
tutti a vigilare perchè la marea del male non
abbia a travolgere I tesori spiritual i d1 così buona
popolazione. Grande nemica è l'ignoranza reli-
giosa: bisogna preservarne la novella genera-
zione.
Segue altra filiale di mostrazione all' Istituto, da
parte degli orfanelli e del buon popolo, bramoso
di baciare le mani al Successore di Don Bosco.
Il giorno appresso, per appagare la pietà dei
fedeli, celebra nella grande chiesa di S Giorgio,
gremita d1 c1ttadin1. Prima di lasciare Modica,
riceve ancora 11 devoto saluto dall 'Istituto locate
del le Figlie di Maria Ausilratrice.
Ragu.sa, 6 marzo. - Arriva alte ore 9,45.
S, E. Mons. Penn1si assiste al grazioso omaggio
offerto al Rettor Maggiore dai bimbi del l'Asilo
e poi lo accompagna a visitare il luogo di un'eri-
genda opera giovanile, che s1 vorrebbe affidare
a1 Salesiani. In una breve corsa a Gela fa un
sopraluogo sul terreno acquistato per un nuovo
oratorio salesiano con parrocchia
R iesi. - Nella prima delle due parrocchie
affidate ivi a1 Salesiani I fedeli lo acclamano da-
vanl1 alla matrice, poi lo seguono in chiesa. Qui
il Direttore gli porge il saluto a nome di tutta
la popolazione. È presente anche S. E Mons.
A Catarella, Vescovo di Piazza Armerina. Il Ret-
tor Maggiore ringrazia e invita i padri e le madri
ad avere gran cura dei loro figli, ad 1m1tazione
di Mamma Margherita, che pensava non solo al
corpo, ma anche e soprattulto alla loro anima.
Alla rine 1mparte la benedizione di Maria Ausi-
liatrice, seguita da quella del Vescovo. Nel po-
meriggio si reca alla seconda parrocchia salesiana
della Madonna del Rosario, e poi parte per San Ca-
taldo. A Pietraperzia visita la Casa delle Figlie
di M A , sorprese e grate di tanto onore Al
tramonto arriva a
Cult,m-issettu. - Nell'Episcopio 5. E. Mons. Ja-
cono abbraccia affettuosamente il Rettor Maggiore.
Dopo il benvenuto dei Seminaristi. il veneran-
do Presule, affezionatissimo al l'Opera salesiana,
esprime la sua gioia con parole commoventi. Il
sig. Don Z 1gg,otti, accompagnato dal Vescovo e
dal Prefetto della città, passa a vedere I lavori
del l'erigenda opera salesiana.
Son Catat,to. - Con l'On. Aless1, ex presi-
dente della Regione Siciliana, e con il Sindaco
di San Cataldo, il gradito ospite fa il suo ingresso
in città alle ore 19. Si può dire che l'intera popo-
lazione si è riversata dinanzi al Municipio, dove
il Rettor Maggiore sale acclamatissimo. Dal bal-
cone del palazzo i l Sindaco presenta alla cittadi-
nanza il Successore di Don Bosco e gl i il
benvenuto. Quindi l'On. _Alessi, tra frequenti ap-
plausi, fa una superba esaltazione dell'opera sa-
lesiana. Risponde il Rettor Maggiore ringraziando
la popolazione dell'apporlo di numerose voca-
~ n mattina del 21 aprile u. s., nel Palazzo Apostolico Vaticano, alla presenza del San/o
Padre, la Sacra Co11gregazione dei R iti tenne l'aduna11zn ge11erale per il volo sulla eroicìtii
delle virtu del Servo di Dio Don MICHELE RUA. Il risultato, se, come si spera, fu
positivo, 11011 sarà reso 1tfficialmente 11010 se non dopo la prom11lgazio11e del relativo decreto
po11lijicio; il che richiederà il suo tempo. Appena il documento papale verrà pubblicalo, ci
4J-,etteremo a tradurlo e a commentar/o per i nostri le/tori.

3.5 Page 25

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zioni e invitandola a custodire il magnifico spirito cooperatori, ex all ievi, che circondano esultanti
cristiano che onora la città.
il veneralo ospite. Mons. Vescovo rinnova la
Dal Municipio un lungo corteo accompagna supplica per avere un'opera salesiana anche a
trionfalmente Don Ziggiott1 all'Oratorio Sale- Mazara.
siano. Qui nuovo ricevimento popolare, seguito
da concerto e dai fuoch i d'art1fìzio che sogliono
,llanml". - Un lungo corteggio di macchine,
distinguere le massime solennità. A stento si scortate dal la Mi lizia stradale, verso le ore 20
riesce a trattenere la folla dal seguirlo, baciargli giunge alla periferia di Marsala, prosegue per il
la mano, ottenerne un autografo, chiedergli lungomare e si porla fìno all' Istituto salesiano.
una preghiera.
illuminato al bengala e a lampadine. Il cortile si
Il 6 marzo partenza per Agrigento. Sulla v ia riempie di persone, sul palco salgono tutte le
il Sindaco di Canicattl lo ferma e invita a visitare autorità, tra le quali non volle mancare l 'onore-
la città, patria d1 numerosi sales1an1.
vole Adamo. Il Sindaco ringrazia a nome di tutta
la città. Commovente il saluto dell'orfanello, che
.Jy 1·iye11to, 6 marzo.
Prima che entri ,-appresenta I compagni. Il sig. Don Z1ggiotti af-
in città, un gruppo di macchine con le autorità ferma che la man1festaz1one di Marsala lo com-
civili ed ecclesiastiche viene a incontrarlo per muove ed esalta, e rinnova a tutti l'invito per
fargli scorta d'onore fino al l'Istituto Salesiano. A l una fattiva collaborazione nell 'educazione cri -
ricevimento ufficiale sono presenti S. E. l'Arci- stiana della gioventù. Segue nel te;ttro un affet-
vescovo Mons. Peruz:zo. a lui legato da antica tuoso omaggio degli Ex all1ev1.
am1c1zia, 11 Vescovo Ausil iare Mons. )acono, il
Prefetto della Provincia, e le altre autorità. Il
'l'mpm1i. 7 marzo, ore 10.30.
Grande
Sindaco gl, rivolge il saluto della città e annunzia folla dinanzi all 'Istit uto Salesiano. Sono ad acco-
un Decreto del Municipio che intitola una via a 2liere il Rettor Maggiore le autorità, che lo ac-
" San Giovanni Bosco ". Il Rettor Maggiore r i- compagnano nel teatro per il ricevi mento ufficiale.
sponde compiacendosi dell'affetto che Agrigento Parla a nome degli ex allievi l'On. Bruscla. Quando
porta ai Salesiani e ritorna sul suo tema preferito: Don Z1gg1otti ringraz ia, rileva il numeroso in-
la formazione cristiana della gioventù. A ll'agape tervento delle autorità militari, al le quali si com-
familiare partecipano anche le autorità. Qui, come piace di r icordare che anch'egl i ha avuto l'onore
in ogni altra città, non lama d, visitare l'Istituto di servire la Patria. Ripete anche qui che un pro-
delle Figlie d1 Maria Ausiliatrice. Alle 15 partenza b lema odierno, grave e urgente, è formare la
per Marsala, con sosta a
gioventù ai principi cristiani: " I giovani - esclama
sono la nostra gioia: educhiamoli e indir1zzia-
JJm:mn,, rkl l 'rrl/o, dove S. E. Mons. di Leo mol1 al bene". Prima di lasciare la città, è invi-
accoglie il Rettor Maggiore nell'artistico episcopio tato a visitare il celebre San tuario della Madonna
Seminaristi e giovani cantano l'inno a Don Bosco di Trapani. Al la partenza, due mil iti della polizia
Il salone delle udienze si riempie di autorità, stradale scortano la macchina del Rettor Maggiore
fino ai l im it i della
provincia; di sono
sostituiti da due al-
tri, inviati dal Pre-
fetto di Palermo. A
Monreale si fa sosta
per ordinare in cor-
teo le macchine giun-
te dalla capitale del-
l'Isola. Intanto il si-
gnor Don Z1ggiotti
v1s1ta l' imponente e
artistica Cattedrale,
accolto dalI'Arci-
prete e dal Sindaco
d1 Monreale. Quindi
una lunga sfìlata d,
oltre 130 automo-
bili entra solenne-
mente nella sede del
Governo Regionale.
AGRIGENTO. 11 Reuor Maggiore in conversazione con S. E. Mons. Peruzzo. ArcJ,,escovo.
(Co111inua)
224 -

3.6 Page 26

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MESSA D 'ORO. - n 12 aprile u. s. ricorrevH 1)
giubileo d'oro sacerdotale del Signor Don Fedele
Giraudi, che da 29 anni spende le sue migliori energie
nell'ufficio di Economo Generale della Societ.'I Sa-
lesiana.
Sebbene e11li fosse assolutamente contrario a qunl-
siAsi pubblica m~nifestazione fuori di chiesa. tuttavia,
quando nel cortile accanto alla basilica di Maria
A usiliatrice si trovò dinnanzi a una dimostrazione del-
l'intero On torio, non potè sottrarsi, tanto più che si
avvide quasi subito tranarsi di cosa che aveva il ca-
rattere di una veramente cordiHle improv,•isazione.
Alln fine, ringr<1Ziando, rievocava con calorose e ,o-
1,rite parole il suo ingresso all'Or.ttorio negli ultimi
:inni di Don Bosco e passava familiarmente in ras: e :nu
il lungo p~riodo di vil'A laboriosa qui trascorso.
San Giovanni Bosco lo conservo ancora per molto
tempo al bene della nostra Congre11azione.
+-
Messa d'Oro del/'E,·011nmo Ge11cral,. li Rev.m o Sig. D. Gi.raudi
ascolta Il biol!rafo di S. Giovanni Bosco, Don Ccria, che gli
rivolge l'au gurio giubilare vergalo s u artistica pergamen a in
cfassJco latino
IL SINDAC O DI TORINO A
VALDOCCO. - Il 16 aprile u. •·
la Famiglia salesiana rese de\\'oto
omaggio al Grand'Uff. Avv. Amedeo
Peyron, Sindaco do Tori'IO. Lo ac-
compagnavano l'On. Quurello, gli
Assessori prof.ssa Tettamaru:i, si-
gnora Sibille e sirnor Bianco, e le
consigliere dott.~ a Savio e pro-
fessoressa Schiavo.
Quando il Sindaco entrò nell'am-
pio teatro con al fianco il Retto,
Maggiore, l'imponente massa gio-
vanile, composta degli allie,·i della
Casa l\\iadre e delle rapprescnrnn;ce
di tutte le Case salesiane di "rorino,
balzò in piedi prorompendo in uno
spontaneo prolungato applauso che,
confondendosi con le note festose
della ban la, rivelò 11ll'ill11srrc ospite
quanto gradita fosse la sua visita
Dopo l'esecuzione del cJnto co-
rale con banda Viva 'I Sùuli,/1
d' Tur-in, il Rev.mo signor Don Zig-
giotti presentò nll'a,semblea l'avvo-
Otto Pe) ron quale benemerito Coo-
perato,e salesiano e luminosa figura
di cristiano e di citt. di 10 totalmente
consacrato al bene pubblico.
Si .lV\\'icendarono quindi ben nu-
triti canti corali e musiche scelte,
intramezzate da brillanti 1ecitazioni.
tra le quali destò particolare inte-
resse il brioso dialogo degli allievi
della Casa Madre. interpreti dei
sentimenti comuni di ammirazione
e di riconoscenza.
A tutti rispose con sentite espres-
sioni l'avv. Peyron, che ringraziò
specialmente il Rc1101 '.\\faggiore, a
cui si disse le11.1to da antica cor-
Jiale amicizia, e si compiacque di
sottolineare i leg.,m, esistenti m, la
, imì Ji Torino e l'Opera salesianl,
dichinrando che se T orino è ,ono-
seiutJ nel nwnùn per le sue industrie,
le sue arti e i suoi monumenti, non
lo è meno per l'Opera di Don Bosco,
lo quale - aggiunse nella sua bont~
- è faro di civiltà cristiana al mondo
intero.
BIMBI A CONVEGN O. - Il
25 aprile, nel nostro teatro di Val-
docco, con,•ennero i fanciulli catto-
lici di tutte le Diocesi piemontesi.
Alln pre<;enza di Sua Eminenza il
Cardinale Arcivescovo - che alle 10
aveva celebrato per loro la Messa
nellu basilica di Maria Ausiliatrice -
e di numerosi d,rigenn di A. C.,
i bimbi compirono una simbolico
sfilata. Ogni Diocesi presentò due
bambini recanti ,I quadro tlelL, '.\\-la-
donna patrona della diocesi e un
m~zzo di fiori, omaggio degli in-
nocenti alla Vergine M.aria. I co-
lori erano di,posti in ,nodo da for -

3.7 Page 27

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Omaggio del flovanl della Casa Madro 81 Sindoco dJ Torino .
m,11<' il t, icolotc.• dcllH ha11diera, e
111 ~filnta ,olcva si11nific:m: IJ pre•
icl11l·r.1 dei fanciulli II Maria, Castel-
lana d'Italia e Au,1llntrìce della
('hics.1 c del Par11 Su.i Em. l\\Jau.
rilio Fossati chiuse ,I cou vel{n0 con
un l'H.llèmo con,n,us~, Ua-.l·orsu.
BELGCO - Afferirun:ione mu•
sicale di un compositore sale-
i;fano a Bnu:eUe:.. l(cccntemente
al Con,en·,11oriu Hcalc d1 llru,.cllc:3,
M>ttn gh nusp1~1 dcllt1 Rcl(ma Ehsa-
hcuu dd Beli;:io e ullJ J'tesenza del-
l'l•'n· 1110 Nunzio Aru•whco l\\lon-
.i1 no, Cento, dell'Ambnsl:iutore d'l-
t11l111, d, numerose autonrù italo-
hch.!hc e cli un tolto puhblico, s1
~,olsc un gmmlio,o n,nçcrto di
gala a l,.hore delle Opere ,hsbten-
~iah Italiane dell'l>.N.,\\ .H.ì\\ I.O.
.'\\d rro1tramma liJlurav11 <·ome se.
Ju,,. cnml11 parte I.i C11r1t<1tf ,, lt1
pcr soli, coro n qu;1ttro \\'OCI miste ed
urcl1t•~tru , del nostro l\\1.o Oon V1r-
11iliu Bellone. Il testo J}Uctico, re-
J,,110 da un salesiano di liru'<ellcs,
C':irlo I>e Frcyn, i: un innu alla
~im.1 cd alla 1:iu,•111cui1 Frt'lfU,..nti
nel 1010 i.:li nu,..-nni ;o Don IJo.
~lo ~u~c:itaturt.'! d1 s,:iDvint·z.zt- purt\\
e nd grandioMJ tim,1,: J,:11., amt.,ta
si odono ,·cheggiJrc le note dell'inno
~al,•swno Cm,tiam di D1111 llusc11. l\\,lo-
ttvu per cui quesm 1.-ant.11u pntrehb,..
mtuolunw Contata Salt'siatw.
Ne, i.:iorruli della cap1t11le bdi;:o1
la cnllcu II questa composizconc 5tn•
fomco--eord(c fu un,mimcmcncc cln-
git1tiYJ
BRASCLE - Andar.ai-Rio de
Janeiro. I1 " Servizio Don Bo-
sco " .:ump,c que:st'.iru1u il •uo
quinquennio di attiv1ti1. t-: un mo-
derno ,11>o~tol11to della Stamp,1 C·.,t•
tol1cJ, la cui atln•itù è 1sp11·ot,1 e .t,.
reHu dr1,:li statuti della Pw Uniom:
dc, Coopcrutc>ri Sales111111 I In per
fine spct:ìfko d1 diffondei • I,, buon.,
smmp,, Il\\ Oll'Z7.0 al rorolo, u•:tndo
1u11i i mct.Zi ,ugi:enti du un'ordente
C.tlllÌI . l'wmuon, quindi l,1 Ju,tn•
hU1.iun.- i:1,1tl1i1a di lrhri, i:iorn.1li e
m·1ste, ,11u1,1 la crcaz1ont di h1bl,o-
l<'<:hc popolMi e non 1c11w di hut-
tcn· cussa presso I,: pcr,0111.> f,1col•
tow .,Ilo ,,·opo di :l\\'l!'rt' 1111·ur .1h-
homl~111i per porr,: un ,1111""' .1l•
l'l·ntpic1:1 e ull'ère,1a, clic.- 1,·nrnno
in h1tri i 1nodi J'1nsinuJr!\\i tl'a i 1cu:zi
l l(l'ii:no1.m1i. Ha ~UC<Ut .,.,lt lii \\ '.UIC
c,11:1 del llrnsilc.
GH)RDANIA - I Salesiani, or•
ganizzatori deU'Esposizione indu-
striale del Govcroo di Giordania
- In oc:cls1onc dl'lla loro v1s1ta al-
1'F~poi.~inne annuale, d ei la\\·ori della
Scuola Pmfc,1siouale dell'Orfanotm•
fio Cnttohco d1 Betlemme, d1rctm
de, S.ile<1wn1, , membri del Go,·c,.no
d1 (:mrd1111i,1 furono co«I bene 11n•
pressionoti dnlla dispo~1,;ionc e cle~-
sificazmn c J c, lavori, che inv1tJronn
1 due ~faccrdo11 !;;alesi.am orJ(,1nir,✓,...
tori, Dun Hi.,~ioli e D on B ref,l>1, "
prepar.ir.- l'E,Jl<>stT.ione dei Produui
Giord•nid.
Il Gm•l'1no Giortlamco J\\'tebhe
pal{nto tulle le spese, e confrr itu
loro il 1,10!0 (1f1ìcial..., d1 l·~pc:111
St1an1c1i
Qu,·~1.1 prirn.1 c,po,izionc mJu-
s.tr1a1e l" a~rieol.i venne in:tuKurut.,
3J An1111.1n d I S . I~. 11 Primo l\\11-
mstro, 1I b st11,·mbu, 195~. S1 111<"•
li.i:i:e,·a I,, scopo d, d,uc: un ,1u,11l1u
genernlc ddl'uttualc cap~ciril d, p10-
du1.iune ,il-Ila (,iurdani.,
Ai S ilcsi11n1 tu .ittidata L, ,np1111•
1e11d,:, ,1..1 lldl'or11.1niz1.J.J:ion,: 11,·ni:•
raie <Idi 1·s110,1z10ne e ,·enm· lo,u
c,,nce... w 0111p10 -,p.ulo pL:f IJ Jlrt.••
sent"JzioBC' dei l.1,·or1 di nn-cc.·..:11,it.t.
"a• f,1h.-gnmnc.·n,1, Curt.-t e: c:.11zolct1a
dt:11., lu,o ScuolJ Prole;;s1011,tl..-.
226 .....

3.8 Page 28

▲back to top
Anche il He ,olle \\'isitare l'Esposizione prima di
partire per Londra, e venne accolto chlla banda della
Scuola Professionale di Betlemme, fatta venire esprcs-
sumente. Egli ebbe parole di plau~o per il la\\'oro c.lei
Salesiani, cc.I a ricordo volle lnsciare la sua firma su
di una squudra c.li ferro, scrirta con una penna elet-
trica, la\\'Oro Ji un ullic\\"O del terzo corso di elcttro-
meccanka.
,, MACAS (Equatore). - La solenne lncoro,wzione
tiri/a P1.1rissima ,, la devota statua delJ' Immacolata
,·he risale al tempo coloniale spagnolo, richinmò in
quelle ~clve dell'Onenre Equnroriano molte illustri pcr-
sonalitìr, ITII le qunli S. E. il Nunzio Apostolico Mon-
signor Forni, che il , 5 marzo impose alla venerata
•tatua l'artistica corona d'oro e di pietre preziose, ese-
guita a Cuenca. Altra corona d'innocenza e di grazia
venne o.:Ierta alla Madonna con una bella schiera ùi
battesimi, rrn cui quelli di quaranta kivarette.
~ PrNEROLO. - U11 gruppo statuario di S. Gio-v01111i
Bosco tra i J[Ùn.1ani fu benedetto il 19 aprile nella chiesa
di S. Rocco, retta Jal Can. Galleuo, rn occasione deUn
Messa d'Oro di Mons. G. Ottonello, Diretrore Dioce-
sano dei Cooperatori, presenti il Comm. Baldassarre
in rappresentanza del Sindaco e ìl Comm. Dott. Vi-
diii, presidente Regionale degli Ex allievi. L'affetto
degli Ex allievi e dei Cooperatori ha creato da tempo
in detta chiesa un cenacolo salesiano che o,rni mese
ha cura di raccogliere gli amici di Don Bosco nell'oc-
casrone dell'Esercizio della iluona Morte.
~ LtHANO. - La s<twla italo-liba11t!se di Bt!yrouth.
Quest'unno i figli di Don Bosco hanno assunto la din,•
zione della Scuola italiana di Beyrouth, succedendo ni
benemeriti Padri Domenicani, che I~ diressero per
25 anni.
Su di un promontorio, non lungi dallM costll, in
luogo ventilato e pittoresco, s'erge l'elegante edificio
dclln Scuola Maschile l rnliana. r membri dell'Asso-
ciazione M1ss1onnria Italiana furono felic, nella scelta
del sito e nella costruzione. L'imponente facciata, il
maestoso atrio, gli ampi comdoi, le ariose aule rive-
lano un accurato e ben eseiruito disegno. L'accogliente
ed1:licio e gli ampi cortili s'affollano ogni giorno dei
214 allie, i, appartenenti al J,iceo, Scuole Medie, Com-
merciali, Elementari. Essi ormai hanno fatto amicizia
con i nuo\\'i insegnanti e supenori, pronti a dar loro le
socld1sfaz1oni che seppero dare agli ottimi Padri Do-
menicani.
~ 1\\IIEssrco. - C11 111101.·o Aspirm,1,110 dell'h1>e1toria
di Nostra 5\\{!m,ra di <J11adalt11>e e1 Coarn/rr, fu inuu~u-
rato
il
11'
n,nn~o
u.
s.
L'c<liticio
1
sebbene
non
ancnr..t
finito, risulta suflìcientc per i 27 novizi, dei quJli 16 mes-
sicani, 6 cubani. J domrnrcan, e 2 ha1tinn1. L'Ecc.mo
Mons. Gug lielmo Piani, Delegato .\\pu~tolico nel \\1es-
s1co, salesiano, celi'brò la prima i\\lessa nella nttol":J
c11ppell~ e ri\\'olsc paterne parole ai no\\'izi. l.1n gruppo
di Salesiam c di Benefattori dell'opera accorsero quel
giorno d,1lla Capitale. A~si~tet1ero pure i due lngL-gneri
che ~enerosamente dirigono i lavori. colonnello Cabml
e tenente colormdlo Ern<:l'tu de In Fucntc. l\\'Iaria Au-
siliatrrre benedice .1 profusione In rifiorente opcrn no-
stra nel Messico.
.t, ROMA. - 14 fm1cir,lfj cantori della 110.</ro Purroc-
chw dt S. 1H11r111 Lihemtnu al Testacelo, dietro pcrso-
rulle invito del Presidente In ternazionale :\\lons. Mail Jet,
parteciparono alle grondrose esecuzioni polifoniche del
IV Congresso lnrernazionale dei Pr,eii Cm1tores, tenu-
tosi recentemente a C:olonia dal 7 all'11 aprile 11. s.
cantando ingieme :1i 2000 cantori provenienti da 15 na-
zioni, sacre composizioni nel IJuomo durante il Pon-
tificale del Card. Arcivescovo. Alla presem..a delle mas-
sime autorità religiose e civili della grande città renand
si tenne pure un interessante • conce, to delle Na~ioni •
assai applaudito.
~ INDIA. - /,ti M"d<,,uw di F"tmw nelle chiese di
Ca/rulla. - Un'artistica statua della Madonna c.li Fa-
tima, benedetta dal S. Padre e panata rn India dal
Cardinale di Lisbona quando andò a Go.1 1 Legato Pon-
tifìcio per il IV centenario di S. Francesco Saverio, il
,u fcbbrnio scorso venne ullicialmente conse~rnata <lai
Console Portoghese alla cattedrale di Calcuua, .tAìdata
ai Sale51ani. La sacra immagine, opero di artigiani cli
FMimn, fu venerata in cattedrale per una settimana,
poi intraprese la visir" a 1u1tc le chiese della c11d.
L'Istituto Sale5iano per te Missioni 1.:on .s,:dc m Tonno
cretto in Ente l\\t[oTalc t.:on Dt:ércto 13 g<'n1:H1Ìo 19-:i4, n. 22.
puo li:ga1mentc rrce\\·crc Legoti cd Hr,ditfl. A<l evitare pQssi•
h1l1 ~ont~tauon, "SJ t"on~igbano le !it':MUcnti fnnnule:
S.: trauasi d'un Lrgulo: ,1 ••• Inscio all'lrtilulo SaJ.-.5iouo
per le J\\.JUs,om rr111 udr i11 TQrino a tllolo di lc)!:àlU la s.umm~
d1 !Aire... (ttppurc) l'immulnlc ,110 in... ,.
Se tratta!Ji, invece. d1 nnrninar~ erede di m;m ~ostanw
l'Istituto la formula potrebbe esser 4uesta: • .. Annullo
ogni mia prctec.lt"ntc t.lispo~i21onc t~tamt"ntaria. Nnminu
mlu cn.--ùc univcr,,.ale l'Istituto Saft's.Ùuw p~·r lt: l\\1issiuni ,011
Sede in Torino, lasciando aù esso <lU•~nto mj appartiene a
qunls1as1 titolo"·
(Luogo d,,i,,)
(Firma per ts/'10)
NOVIZIATO DI COACALCO (M<lliSlco). La bella statun del
S. Cuore che domina nel ve!!.1.ibolo. Sotto: il Rcv.mo Ispet-
tore D. Ragazzlni con ì Colonnelli De la Fuen,e e Cabrai,
de.tl•Esercito ~ssicano
- 22,7

3.9 Page 29

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La potente intercessione
di
Maria Ausiliatrice
e del suo Apostolo
AVVERTENZE
Non si pubblicano le rèlmlonl anonime,
Chi desidera la pubbllc:azlone Integra è prc,tato
di unire po,1•lbllmonu, il ccr1iflca10 modico o
un attestato del Parroco.
r r-e:g_hiamo df sc.rlvere chiaramente n om~. co--
l!nome e indlrluo.
Per e,;ritare npecWonl si sopprimono nelle re•
lazlonl l',u:cenno 31f'ofTcrta lnviata e le cspn,,..
....ioni di riconMCcinn.
Protezione manifesta. - Nel lu~lio <lei corrente
nnno do,·erti c,-scn· operato <li appcndid1c, nonostant<'
il mio fisico reso a,,-.ai debole do precedcnre morbillo
&c11u1to e.la bronchite.
Dopo alcuni l(imni, quando turto ..cmbnffn procc-
d,•rc hcne, ~i _rnanif,..,1/1 un ascesso per cui <lovenero
1mpnrm1 lo fcntn. A llUl'SIO ne s~u• un altro con un
sc,·ondu intern•nto chuurl(ÌCO più grave <li•I r,rimo
hro ormai ridolto in im110 di estremo debolezza.
Gli st~-ssi mcc.lici r~-.;cro intendere che se fosse soprav-
•·cnuto un terzo .i~ces.,o, ci sarebbe stulo poco do spe-
n1rc. Con fede \\'i\\l~,.,ma mi ri,·olsi a S. Gw,·.mni Bosco
e applicai una ,ua relìtJuiu sulla pane mnla1,1. La pro-
lC7ionc: del Sunto fu manife,,ra al s0Jln1111,1iun1tcre dd
ter✓.o uscesso, che si nwlse felicemente: 5cnzu inter-
venti, che il mio h>1co non anebbe più supportato.
Sil,w110 d'Or/w.
G I \\COMO Ph \\t-.0.
Guarisce bene da meningite. Il 16 gennaio
1•152 entrai d'uri;:..nza nell'o,,pednle di I.odi. li pro-
fossore dichiarò che la mnlnttia era p1utto~10 J.(rol\\'e;
ma non \\'olle Jm: nullu ui miei furnilinri. l'urlò in,cce
ul parroco del pncsc, nl quule disse che uvcvo la me-
n 11!,!l(C e che, nl'llu migliore delle ipotc~i, non sarei
uscita dJll'osp~dwc se non dopo quattro me.;i di cura
l'.,..~.uono alcu111 !(lom1, e io capii c:he ~1 1r.it1,1\\·.1 <l1
malattia pericolo,-,,; in quel fran1,1entc, rmocni, con
tuno 11 fon-ore" d.-ll'.in1ma, ).Iaria SS. Ausiliatrice,
supplicundola e.li fornu guarire per ncn,dirc ul mio
bambtno.
tnn me, preg,l\\uno le buone Sume di l\\1a11,1 Ausi-
liatrice, i bnmbini dell'ostio, e le ex allieve. F la euni
\\h1donn,1 ci esaudì 1~1 leblHt! mi la~ciò, ,,c,1111~1.11
appt:1110, e ,;:tomo per 111urno nui:liora1 sempre, 11110 a
completJ s:u:iriuinm:.
P<111/lo ,\\lilmteu.
G,o,·A'lNA Sn\\lUSA',O tn C111·~1u,;1.,11.
Guarito da encefalite. Il 11ost ro piccolo Cl.1u<lio
uvcvu p1•chi i.:1orn1 di ,·,tu e m.,nifesblrn inJubh, ,cicnt
d1 1.tr~, e malnttiu. Il profcsmrc che lo \\'Ì~ito ,cnt,:n,il,
la tri,te c.lial(nosi: encefalite! S'immagini la no,trJ co-
stcrnnzione al peo-,iero e.li a,·crc un bimbo che, ocl mi-
glmre Je1 casi, sarehhe ~rnto d1011mziu10 per tutta la
,11,1. Alloru mia madre, ,n unu slancio e.li fo<le, 11rc"c
il birnho tru le bnic,·ia, lo 111-.ò \\'Crso l'irnma1,1111.:
<li J\\forin Ausiliatrice e d1gs,·: «Madonna sanui, se lo
,·uoi con te, prendilo. I\\ I.i se cc lo ,•uo1 llll!ciJre, cnn-
sen-aceln sano!•· Con 11rantle rnero,u~lia del pmfe"sorc
cunmtc: e di noi tutti, I~ piccol.i creatura mcun11ncib
a migliorare ed ora, a c.lue anni di distant.il, ,. ,..,no,
corre:, purlJ, teslimom: ,i\\'t'nte della bontit <li :\\l•riJ
Austhatrice.
l.'11.,11/,im,w (Asti).
Co111u11i PIOlltNllO e Do~mNrcA FAs.-iro.
Per noi tutti fu un miracolo. - In seguito a forte
enu1rr,1i:t..1 cau~atu J.t ult·crìl p,:rfontnte. mio m-.trito
, cnm, ricu,craw J'url(cnu all'o~pedJlc in l(ntvi~,ime
,·umltz1on1 Il profe~-ure non gh J3,·.i che poch e ore
J1 ,.HJ Supplicai allora con tutw tu for.r,a Jcll:1 tlispc•
n1:w1nc M:1r1.i Ausiliat, ice du: me lo salvusse. (Juc:ll.1

3.10 Page 30

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noue la passò tra la vita e la morte, ma il mattino dopo
cominciò a migliorare fino a guarigione completa,
senza bisogno di operazione. Per noi tutti fu un mira-
colo della p-0tcnte Vergine Ausiliatrice.
Ferrara.
M.I.RIA GNUDI.
Corre a inginocchiarsi presso l'urna di Don Bo-
sco. - La mia cara mamma di anni 75 fu colpita da
broncopolmonite a focolai multipli recidivanti, prima
a destra e poi a sinistra, con versamento pleurico meta-
pneumonico. Veniva curata con amore filiale da mio
fratello prof. Benedetto e dall'illustre prof. Gigli. In
quei giorni mi trovavo a Torino e mio fratello mi in-
formò che le condizioni dell'ammalata erano gravis-
sime. Prima di partire, volli correre a inginocchiarmi
all'urna di Don Bosco pregandolo con In più viva fede
di ottenerci da Maria Ausiliatrice la guarigione della
dilem1 nostra mamma. Giunta al suo capezzale, le ap-
plicai le loro sacre immagini e pregammo con fede.
La grande gra:Gia desiderata venne con lieta comune
sorpresa.
Gaetn (Latina).
AN"IA NARDONE BALBI.
Bitnbo che precipita in cantina. - li setrembre
u. s. rnnne a trovarmi un nipotino di sei anni, il quale
entrando in casa si appoggiò a una porta che credeva
chiusa, e il) un attimo precipitò in candna dall'altezza
cli tre metri circa. lo, al vederlo cadere, subito gridai:
, :Viaria Ausiliatrice, salvatelo!•· Tutti i miei famjliari
scesero, mentre io stavo pregando e piangendo, e tro-
varono il piccolo Carlo in piedi che rideva.
Rendo pubblica anche In guarigione di un altro mio
nipotino colpito do w, improvviso malore, ottenuta
pregando S. G. Bosco e applicandogli una sua reliquia.
GtO\\/ANNA SiollllA CORI.
Quando ogni cura riesce '1(3D3... - Il nostro Nor-
berto, di un anno. venne colpito d,1 un male non ben
definito, che ~i mostrò ribelle ad ogni moderna cura.
Dopo otto giorni di sofferenze con febhre sempre su-
p~riorc u, ~o•, viste ,·ane le cure dei due medici e del
professore specialista, lo raccomandammo con fede a
I\\!aria Ausiliatrice e a S. Gin,anni Busco: subito il
bimbo migliorò in forma sensibile. ed in pochi giorni
l'Ì ristabill del rutto.
Fuglizzo.
ì\\.!AtllA e ANTONIO ALOISIO.
« Coraggio, guarirai!». Da parecchi anru ero
anun.1lata di cuore con cri~i fortissime che mi cnstrin-
gcvano a letto. Tre mesi fa po, una crisi ,·iolenta 011
tolse la parola e m'impedì di prendere cibo e liquido
riducendomi in fin di vita. Fu allora che in SO){nO \\'idi
un prete ai piedi del mio letto che mi disse: • Coraggio,
guarin11 I •· Ora sono molto miglionua e spero di gua-
rire completamente.
Rendo pure noto che un mio nipote er;1 stato colpito
da osteomielite alla gamba destra. Fatto un triduo a
Don Bosco, il male sparl.
AA:--IA BADINO ved, BARHASSO.
Trova lavoro. Lo scrivente, trovandosi a casa
disoccupato con una sola microscopica pensione di
guerra, per oltre otto anni cercò una qu,1lsias1 occupa-
zione che gli desse da vivere, ma inutilmente. Convin-
tosi a proprie spese che a nulla valevano i suoi titoli di
preferenza e qualche debole aiuto umano, \\'olle porre
ognj sua speranza nella bontà del Cuore Immacolato
di Maria, interponendo l'intercessione di S. G. Roseo.
Ed ecco che, quando meno se lo aspettava, venne chia-
mato a coprire un incarioo presso quel medesimo ente
che un anno innanzi glielo aveva malamente negato.
Se11iga/li" (Ancona).
AME.DllO RtPANfl.
Grazie di S. Maria Mazzarello
Guarite da tifo. - Una nostra allieva si ammalò
di tifo. Lo zio, che nb,rava in città, venne a prenderla
e la condusse in famiglia per le cure del CRso.
Otto giorni dopo un'altra alunna si metteva a letto
con gli stessi sintomi: un altro c.1so di tifo. Poco dopo
una terza bambino colpita dallo stesso male.
In tale dolorosa circostanza diedi una reltquia della
nostra tianta a ciascuna delle ammalate e iniziai una
novena, supplicando ,\\,ladre l\\lazzarello a liberarci da
4uella epidemiu, che un anno prima aveva causato
tanLi dolori a un altro Istituto. Ero .ingosciall.1 e ao.sai
preoccupata, pensando che avremmo dovuto chiuuere
il Collegio, aperto appena da un unno.
Il medico giunse verso le 14, diede disposizioni per
un isolamento provvisorio. Intanto entrò nell'inrer-
meria, volle misurare la temperatura alle due mterme
e, con su,1 meraviglia, le trovò entrambe senza febure.
li giorno dopo, ntornnndo per la visita. trovò le tan-
ciulle completamente guarite.
Baciando con nconoscenza la reliqu,a della nostra
Santa Madre, le chiesi che colllplctasse la graida, fa-
cendo guanre anche quella che era andata a casa.
Uue giorni dopo, telefonai per avere nottzie, e con
gioia appresi che la bambina era sfebbrata. Jnfatti tra-
scorsi otto giorni, ritornò al Collegio completamente
nstubilita.
Sa11t'A11dré (Brasile).
Suor FRANCESCA SoARES, F. :\\1. A.
L'AUSILIATRICE DELLA CHIESA E DEL PAPA Magnifico volume in formato
17,5 x 25, di olt<e 300 pagine in carta patinata con illustrazioni in nero e a
colori. L. 1000 * S. E. I. • Corso Regina Marghenta, 176 - Tonno (725).
- 229

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Guarito da ulcera duodenale perforata. - Il
signor An1-:iolino 7.ambcrlctti di Luvinate, il 17 aprile
,·eniva ricO\\•ernto d'urgen~a all'Ospedale di Circolo di
Varese per ulcera duodenale perforata. VisitJlto dal
prof. Rodolto Fumagalli, primario chirurgo, fu dichia-
rato in condizioni disperate. Fu tuttavia tentato un in•
lervento chirurgico nella speranza di salvare il paziente,
che confidava nell'intervento della nostra Santa Madre
l\\llaz,;arello. Per otto giorni ru trn la vita e la morte,
e non potè inl!'hiortire qualche sorso d'acqua se noo
il sei timo giorno. Tanto dal profe!<sore quanto d,ti me•
dici curanr, era segnalato come il R e dei malati ••
ianto era grave la sua condizione; tuttavia, con sor•
presa di tutti, l' 1 1 mal!'Jtio poteva lasciare l'Ospedale.
Si ripresentò il 5 settembre successivo per una visita
di <..ontrollo, essendo,:li s11110 detto che dopo tre mesi
anebhe dovuto suhire una seconda opera?.ionc; im•ece
11 prof. Fumagalli lo rimondnva con la seguente <lichiu-
n11.1one:
f/ signor Znm/Jerlettt Angelo, operato 11e(/'aprile cor-
rn1te a,1110, pe, pe1forazio11e di ulcera duodenale (sutura
r drenaggio), sta hen~ e, per ora, mm'"' hiwgno di nlctm
trattauumto mpplemntlare. Deve solo stare atteri/o al
dietetico.
Firmato: Dr. Fu~HGALLI.
S Mario Ma7,zarello gli continua la sua vnlida pro-
rcz1one. El{li ha riprc-so in 1>ieno il suo lavoro <li '-!inr-
ùiniere in ltna villa, situata in luogo collinoso, sema
comoditò d'irrigazione, per cui è costretto a portare
" hmccia l'acquJ necéssaria, e st,1 bene e manifesta a
tutti la sua ri.:onoscenza a lla Celeste Protettnce.
Luvùtafr.
Suor Cr,EMllNTINA TACCONI, F. M. A.
Guarigione da ulcera maligna. - Da qu,tlche
nnno soffrivo assai allo stomaco per un'ulcera malign~.
Dopo tanto tribolare, decisi di fam,i operare, anche
se le probabilità di guarire ernno scarse. Ai primi di
maggio del 1q52 entrai nella clinica Sanitas di Cuneo,
raccomandandomi a S. lvlarin Mazzarello. Per coinci-
denza provvidenziale venni operato proprio il 14 mag-
g,o, festa della Senta, alla quale rinnovai le mie ardenti
suppliche. Ed ora posso attestare che fui pienamente
C$audito perchè guarii completamente e e tutt'oggi,
28 febbraio 1953, dopo nove mesi, continuo a godere
ottima qalute.
C1111eo, 28 febhrnio 1953. Lmc, CANDI. Sa/e,im10.
Pregam.mo Madre Mazz.arello e fummo esau-
diti. - Nel maµgio u. s. accusa, fortis.simi dolori re-
na li. li medico curante disse trattarsi di colich i;. I do-
lur i s i facevano semr>rt' più forti, e nono~tanre l'impiego
de, p,ù moderni ritrovati 1.lclla mcdicmn. la situazione
appariva 1>reoccupante e il male ribelle ad ogn, cura
J>ass::irono cosi tre gmrm, dopo i quali, insieme a mia
fqlia, sùora trn le Figlie ùi .l\\1aria Ausiliatrice, iniziai
11na n-wena e applicn1 sulla parte Jolornnle un'1mm.1.-
gin~ Jella Sunta QuL'illl Sl'rn st.,ssa il n·,eJ,co di 1gno-
Sllc<'i tutt'altro male: era ormai m corso la peritonite.
Tras1 ort-,ta d'urgenza all'ospedale, fui operata e tutto
s, risolse felu:e nentc. I professori stessi affennarnno
che solo l'inw,vento sopra,1m1tu rul ·• pot<" glMrirmi in
quelle condiz1on1. Ora sto beoe e non soffro conse-
guenze. fu stess:i vengo a l SantuJriu dell'Ausili.Jt, ice
a dngmziare l\\ladre l\\l:,7,7,an•llo e u fon, la m,a offerta.
Nizza .\\lo,rjer,Mo (Asti).
HAFl'AELLA GA1
C i h (J n no se g n al a t o g a .~ i e
otte,,ute prr /'111(1:rcessione di ~\\ ,[ari<l t lur;i/rntrice e dt S Gio-
t•n111,; Borro. di S lforia !,(,,~,:(Jr~//,,, d,I B,ato Oomn,ico
Sauio degli nitri Serui ti, f)it, - o/rum /umnQ onr/i,
i11t-•i<1fr, offtrtr td rl1-11ws111t ptr u wt" Altne d, ringra~ia-
m.enJo - i sei_:11r,,1i.·
A IIJas G., ,\\mantra C:., Aniatteis O., Amisani D ., ..\\pp1110 P.,
Arc,dmconc, G., Arri D., Asti C. i\\l., Aud,sm O., 1-laldanti,
Barbero G., Barbero 1\\1., 13assi~naon R., Bcllono ·\\., Bene•
detto V., Bcrgoglio V., llemardetta :\\I., Bertold, :,;., Bmello
l\\1., Binntto M., Boggttto G., llona F., Boniillll, l'., Bor-
gonovo G .. Branchi M., Brii:-ati G., Brurnn, G., Brunetto 8 .,
l'aldaru M. R., C•nalc G., Cantone S., Carilupi \\'.. Capur-
lingua G., Carella R., Curouo ,\\., Cllrozzi T., Cattaneo e.,
Catto A., Cavallotto I., Ccrruno R., Chiabotto G., Clarn M .,
Colombo E., Conte E., Coriu S ., Comdi A., CMlli M.,
Costabcllo P., Cucco A., Dc Gior11is, Dezzani R. C., Di
l'eleo L., Ditta C .. D'On◊frio L, Famiglie: Pa;,qualc, l'a-
varino e Pianta, Faroppn C., Ferrante M., F1lìpp1 I., Fio--
rito l\\l.. Fo,;olm fratelli, Fonte S., Fornero G . Frane,schi
E ., Frances,:h1ni I., Fn~cno I\\1l., Fusi F . e , ..., Uadan1 D ..
Goido L., Gu,do .vi., Galla T., G,,l lo 8., Garcrro G .. Gau-
thi~r E.> Gennaro E., (;mJa C., C:1orgi 1\\1., G1ova111n1 H.
1
Grandiottti G., Grazio<! I.., Griffu O ., Gro<So E., C:ur,ilier-
mina M., Gu lli .'\\., Jeulia P.. j<lri C., L1c1tro E., l.ucarin, M.,
Lucclw~c Dou. F .. M•nddlo G., Mnncrn C., M•ntcllo A.,
;\\larin.,n, A., Murone L., I\\IJrtinell, C ., Menettu 1\\1. Mer-
lo IL, \\!fichelntti S., Monr, l\\l.. Mornsso. Ml)sch,nn I ,
l\\lunari .\\., Mus~o P., Ohbert, E.. Orio l\\1., f',rndlo M.,
Paru= N., Pnscuttu M.. Pasquale M. I'.. l'.uquuw F ,
Pav,olo M.. l'cr<>ttì P., Picco,w U., l'lat M. L., Plutoni E. M.,
Puliti l'., Pollio G., Possn E., Ruimondo T .. Rob,oo L.,
Ho~c:em L.. llolandì S., Rossi ;\\I. R. , Ruo Roch F.. Russo S..
S.cclu P.. Sacco T., :>anta M., Sauan M., !-;clavcr11no T.
Scovor,r V ,, !>enic, <,.. Spntu A.. Tucch,n, R., T•qlupietro U.,
Tavecch18 O., Trensann B.. Tura E., Ur,w C ., Vacch,no I..,
Vallet O, V.rndoni C., Vunn, M., Vestici> l'., Vidori \\I.,
Villan, Dott. :\\I.. Zacchero F., Zambo111 L., Zanrrntti G.
lltl.cromamlim110 cat,f.timeute alle p·re11hie re
di ruu,· i tle1·01i d, ..Unn'a .4usifratrire ~ d,' S. Gio1,mnn,' BtJ'iro
lt pnrtiro/nr, i11te11::iotU tlellt uau •,ifi pe,w,,,,.,.
AdmoJfi F., Amctsio N , .\\rpcllmo Il., lhcchctta T., 8•1-
s:rnm l'., l:lurburosso F., Uarbcris A.. Barbcns O., Bertazzo V.,
llertold, N., Bertucci V., lllcngino R., Rorionc C., l:loscl11 C.,
Umida 1., Ccrrutl T., Cattomu A., Ch,ahotto G., Clara C..
Clcrico T .. Cocciulo M., Colomho M , Colombo T., Chiara G.
Cristina, Cristino G., Cuccl11 R.. Ot 1\\1.Jrtm, A.. Dt.>pooli D,
Famiglie Gnllinnc e Podio, Fcrran~ D., Gulla T., Gallo P.,
Gambcrtu,:.lio 1\\1 e G .. Gandulfo P., Gassmn O , G,lardi A..
GilJrdi S., Grnzia (; , Grandì11c1t1 G., Gruzio,i L., Jor, C.,
Ivaldi M., Liberati G. e R., Lomhardi I., Lombardin, Z.,
l\\tnngili G .. "\\fortino D .. Maqocro G., Milancsio E., Occhicn.,
R., Orsi M ., P-,rtusa li L.. !'circuì E.. Piacentini L., l'ianra H.,
l'rcasso l\\l. Qua<lrin, M .. Quirico A., Hobolli L., Ro4~cro A.
Hom""o M. Snlvat,co C .. Siqnurio F., Soldo R.. Tnlonuct.1•
R,inen, Tcssarol M.. 'l't•pl,·11 H, Turco M., Vai,:n,no co-
n,u,:,, V,lla M. \\'m,ndn t .. Zcppc11110 I.., Zoppmi A
Q11a11do questo mmwro del Bollettino
era già i111pagi11ato, gi,mgl"l•a a, Su-
periori la notizia della morte di
DON FRANCESCO TOMASETTI
Procuratore Ge11emle della Crmgrega•
:::io11e presw la S1111ta Sede. Ne par-
leremo a miglior agio. Intanto ci preme
di raccomundarlo ai suffragi dei nostri
benevoli Cooperatori.
230 -

4.2 Page 32

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BoTSe comple1e.
Uorsa .Mll,\\l'UA /'I .l/0.\\ '>. /1. I\\ TI-' fondJ1J> d1ll'cx all,..o
Claudio I·. - lh 50.000.
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l'la11d,,. I - I.. ~o.ooo.
Hursa I '().\\J,.'/,J.I ·,,. 11/lTUfU>, fnnrl.1111 dall'cx .,11.,·o
Uaud,o . · L. 50.000.
Borsa M.·IIU.I ,li 'SJL/Aflll<'P (7~•), on ,uffr. d11 ~<111-
tor• \\1•dd•lw•. Giusrpr,· Ho,1,i, lond••• J1II• li~I•• \\',r-
a:ìnia \\lan• lh ~0.000.
Bor"' /UX ·Il IJI IJ. °FIL/l'PU Ci 1•), p. g. ri«:vu1a fondara
da l'. - I.. 50.000.
lior"3 \\I. 1l 'S/LIATRICH-S. G. llOSCU (111•), u ,ura
t.11 Anfus,1 '.\\l, I\\·n-,:,;a • ~u111ma pn:c. _15.000 - X. \\'l•rs.
20.000. J\\fn..,rnz:1;\\ <,,!-i-a 10.000 tnr. h5.ooo.
l:lnrsa S. SH/l.-1.\\'Tl.·IJ\\'O, m ,11lfi. d, l->,•ba,11ano Hon,nn,
• curo dcli• ,·ccl l\\las!<ll \\lurra (('1,nw) - Su1n111., pr.<.
l~-000 - ~. ,,-r..... 15.000 - ·rot ~o.ooo.
H,;n..1 .\\". ,;, nosco ;m aiuti< lliJ ;UflJIIJ umpr-,, fonJJtòl da
so .\\lag1:1un1 ( iiuto<arlo • L. 000.
Ror-. M. ,IIJSJ/,IATR/Cl:' f.' S. f'fU.\\'CF.SCU f>I s.,iu:s.
in ,utfr. Jd tr.1..llo ran,c·,,-.,, lonJ~1a Ja 8. A. - L. 50.coo.
Bc,r'lt ,\\/, .·H'S/f,fATRJCl:-S. <,_ BOSCO-S. '1 1/./..·I-
RELLO-/J, /{( ·✓1, fondAlo ,l,1 { T, - L. 50.000.
Hur,a Al ,lUS/1/.·ITRlrl:' H S. G. /JOSCO (82•), 111 1in-
gra2ia11wnto, fon<bta (.]u ~l\\·rt.·f;u <" Ida Sturli (Vt·nc-z111) ..
I.. 5~.000.
Horu SJG..V()flf:·, miserirQrJ,a tl1 mr, cvn,;ii11111 r pta11u,u.
u: fouda1a da ,-\\, G (Cuncol I., ~0.000.
Borea .'1. ,11l'S/l.f..JTR/Cf:-S. B<>SC() lls~•), fond•1~
dalle sordi, Z,·no (\\"cn:dhl 1>ef i l<•ro ,ttfunti - L. 100.000.
Borsa S. C ·IUI.U BOUR<J.IIFU, !ondata da llurruln111
"Carlo • I.. 50.000.
lfor,,. MilWl'HU.l l 'JT7'<HUO, ,n ,uffr., fon.l,,i., J~I
PaJre l.ui~i i\\1. - L. 50.000.
Borse da compleiare.
Bon_,, A,lfADf:I D. ALFRFT>O r,•) • cur,1 di Cukch1 Tr~-
,ano (Anu,n•J Summa rrt·, 4000 · l'.. •et .z.ooo
TtJI. liooo.
Borsa A'f'/'f,'t,,'1)(1 LA CiRALf ·I ('Ol!PLETA, D. HOSCO
OTTJt;NJ.A Dt/LL'AUSJl IA/'UICR (J") - l-iummn
prcc. 5800 • I',•""' Frnnc.·•rn 1500; l\\1. N. Hornn 5000 •
Tnt 12. .100.
Bor-..a A.\\'LJ.\\'I /), .'188/J.\\ lJJ() (C,•) Antrue ricnnn,«·nll,
1111 ,·en. 5000,
llorsa :'1.\\1,IUf:I JJ. ANGf.'LO (3•), • rnrJ d1 Zuna Italo.
SnmJN pr..:. 1,1.300 - ~. '< r,. iooo 1ì,t 15.100.
J3or<.3 lJJ:.'fUU TI D. PIFTUO 1~•) - Summa pn·,· 16.(150 -
Pruf. (linu B,rnocco JOOO - ·rvt, ,7.t,50.
Bol"a B ARONEJ"J'(J MOl•;s, OUHS11:' ALRSSA,\\,l)Jt()
/l.1ARJ:1 (l") Somma prc, 15.,00 li,dnco Rqzmn 1000,
l'h:rin F.rnl·,10 500, Baronc-llil VmCc'.n?.:n 500· CulunJr,1
S,hina 500 1'<JI. , ;.700.
&,sa BUSf{l.1./ G/0I 'A.\\.\\f, cura ddl'a albo prof.
<~. Cappdl, - So111111• pr«. ~500 Ho~II, l'au,11na ~eco
- Tot 7500.
&rsB CZ,IUUJTH'SKJ I>. A('<i/lS/'<J SERI'() 1)/ /)/()
- S(,rnm~ 1•rcc. 13.!>oo - Anu ,;mo! u•~• 500; lt.-natn 'r.-nJc
Pendula 100 "/'11t. ~4.400.
BMs,, C:Al,l'I S.-11'. PUOP. (;, 11.,l'/'1'., a rnrn J'unn pi.,
helll'f,u,riu· - Summa rrc\\:.. 22 982 -- '"ft.:n.:o,,1oa c;i,y .:oo ..
Tut. 13. 1 R1.
llor>a C,IS1Pl.LOTTf /J. /,Cl/Cii ptr sua S. .\\lu•• d'uro.
fondata d.1I Comm. Lui.:i An1rlio Sornma rrtc. 2'".SO() -
J"c,,. ~. , ...•· ~()OC, -
30.1'oo.
&r..a CJ.\\JATTI "10.\\'S. l'J.\\'CFI\\LO, ptr le :\\IH,~ion,
del (;1Aprunt, ,l CUl'll J, li,jno (,111• ,-ppe • Somm• rrei:.
14.000 - ~- Yc:r-,. 100 - Tot. 5,000.
.liorsn O. IJ()S(•'(), prolepgi noi, le .\\11.hÌom e le t ·o,·u:1<Jn, .~a
c,.1r,Jvtaf1, a curà di Palazzetti Gm-,~ppe-Antonm !';nlott 1
t 0 , t"t~•- 10.000.
Bor,.1 /)I; llfi/1.\\'ARTJ/ G. 11.-ITT., in ,uffr., a cur~ di
O. Gln,'llnni EdOllrdo - Somma J'Cl'C.', ~7.000 :-;, nrs,
IZ,000 '/'nt• .1<).000.
Borsa J>J ,\\l,IR/VO AVGJ..'J,/NA (4•), n ,ur,1 dd h~lio e
nipoti.' • 111 H.·rs. 15,000.
Borsa J>/l'/S,'I l'ROl'V. (10•1, ~ cura di lloulion,· 1-'rance-
. r,,,. .s-.:o - Sornma prcc.:. 1 t.~oo - ~- ,·cn,.. 48oo: Forni Rn~ma 100
11,. 700.
Bona /J. ROSCO AIUTA<'!, ~ cura della fam. Cormolo -
!,umrna prc:c. 1,..300 - ~. ,crs. 5000 - 1ut. 1•,.,:100.
Bor"" J>,I7.f.•I.\\'0 .'1/CJIFl.~l,\\'(;f:'/.O, Coad. ••l..,.,ano, 111
:sutlr,. •~ l·ur,, dti 1-:t:niton ,. fnn11Jiar1, (;Un1ug1 I rnthu ;\\lar-
~:h,,:nrn I>. i 0 vers. 25.000.
Bnrsu /!(}XT /\\',.J .-1,\\'/'0NIO, ,, curu di 1'11n1nnn e;;.,.,.,
( Pt'!i:&ro) - ,u \\·tr"I, 500.
Ror,-a FAC<'F\\'/J,l E.\\/.0, 111 ,ullr., a .-urn di Fa,·nn,l.,
1.,..1n, .. (C,~,u:o) - S1 n,11,.1 rrc«;. .2.0,()00 I "' nuunrna
1000 Tut, .cJ.ooo.
13,,r,-a Gl,,l(.'flJSU SEC<J.\\'f)J,\\',1 t: GJ.·IC().\\fO <;JLJ.
S/;'}'l'f:, ,n ,uttr. ~ ricordo, a cur,1 dei fidi ·\\IJ1 e !no
r\\0 cllcll1) . Summa prct. ◄0,000 :-,.:_ \\tCS. 5oc0 '/'o/ ➔~.ooo
Borsa GJ-.'SU Gli 'SEPl'f.' .\\I.IHIA ,p,ri i11 pare m11 l'oi
l'u11111111 111i11 (;i;') ,n sulfr. ,li·l Sac. prof. G. B. lnlv, -
:,,,ornIn.1 rr~•l, .10.llso .. N. \\'t·nt. 10.000: .-\\t.tnc:~ Ann,1 iooo;
Scu1t11 C•rolma I ooo - 1'01. .p .'150.
Hors;i Gl-:S(I ,\\//0 .\\JTSEUT< 'OIU>l:I (,-·), a """ ,I, C. (;,
• Somm,1 pn-c, ,:,..450 - :-:. ,·cr•. ,1000 - 1'nt. 25.,uo.
8,,,.,.,. I <>SS /JO.\\' GJACOHBI-.'. a cur,1 d, . E. (l'r..-aro),
So1n11u1 Jlft-l. 13.000 - ~- ,,.. , .. . JOOO ... 1·01. rh.ooo.
Borsa \\l.·1/lClf/-:,<,'f:: Plr.'1'HCJ. A prote~mnc Jdl■ ,ma h.1m-
bm,1 J•I" m <u,1ndia a D. Hn'<II, ,ur.. ,li l\\l (.'. ((,..•
11ov.1) • Sumrn• prct'. .10.000 • :-.. ,ers. 5000 - 'l'<i/. 35.000.
Hur•,1 i\\/;l,1/.11.·I .IUSJ/.J_,J /'RIC/•'-D, BOSCO /1\\'1'/.;I{.
CFSS<J/lF, 11 cura d1 hahdl,L i\\lartnn C. (Roma). Summ:i
prt-( :10.000 - 1'_ \\·t:rs. 10.000 - Tot 40.000.
llur,,~ \\/. ll/Sfl.lllTUICI-.-S. G. BUSCCJ-IJ. S.·11'/<J
t'tglwtr .,, ,,,,,, , mtti "-"t. • 1. ura d1 Pc:IICJ!rt11t1 ft~tfadla
(Fl'll.'~i•I-Sornmapre<' J'l-000· ~.,crs.5000- /'nt,4-4000.
Bor<a \\f. A/JSII.I.-ITR/Cr:-s. e;_ 80SCU- -/.\\/,\\Il:' l)F.L
Pl IU;A 1'CJH/U prtgut, prr ,,,,,, a cura d, lti,ulh C11to-
nna ( lmpnia) • Somma .,,..,. 10.000 • '\\. wro. 5000 •
Tot. 15.000.
Borsa !i/ AL'SILJATUJ<'R-S. G. BOSC'O, m sulTr. di
Paolin~ l<.n:,rnntl La ·1t.1rhl·r..1. ~• cuna di P1ppt•, 1:-r11nu·scn
s. ~ l;•~1•nu l..i 8. J, (;••l•nn 11'•1,rrnu), 1" ,.,.. ~000.
801"'1 \\./ ,·1/TSJI.I . ./TRJCF. 1-: G. B<>Sro J•tat,xg,t, i
mirz ,.,,,. " cura d, Duilio Firru ~atalm• ((;C'flO\\'.tl -
Htunnu prn·. .,ooo - :'\\. \\t·r"'. 1000 - TfJl. 10.000
Bor.a .\\/ .-ll'SILIATJUCH, S. G. TJOSCO, /U,\\.-IUJI,
ANfMH OHI. PI.JRGATOTUO, MALJONNA f)J l'AL-
SAUGLIO, u cura d, .\\I. (,, G. (Tonno) - 81•mm,1 prec.
20.000 • N. H:rs. 9.000 - Tt,t. ac,.ooo.
Bor<a .\\f. tll SILIATRWfi-lJ. ,_. HI.\\.-ILDJ-J>. .-l1\\'l,f.'f.O
r~,. tl.1/!IDI-.I, p,-r avete una Jiraz,a urijlClllc, o cura ti, '\\. S.
Wcrgamo) - Summa prcc. 5000 !'s. ,·en;. 25.000
,o.ooo.
B,,,,.,. .\\1:I7./.,-IUEl.LO Sfl. .\\fAHIA, ~ cura da Uruno
BcrM•~n,n ,Jj \\ (Belluno) • Sommi pr«:. 26oo. • N ,.•,..._
400; A. Vassallo f;lona 200 - 7'<,t• .1200.
Bor<a M~I/JOY\\/N.d Ptl-:T.4 IJI VALENZA. a ,ura ,h
Amdutti Gu1Ju .. Sonuna rrc:-.: 10.000 - N \\'t.:t't. 20.000
- T~t 10.000.
Bor,-a lf0,-..,/).·1/,\\/ D. !1.\\'G/,/.() padre ,.lcjlH orfani, ~
sur~ tl1 1\\1. ( ;:thdhni - S,,m11u prrc. 10.200 - 1'. nn. 1000
Griljr1l,1 l'o~u 1000; Elnru Ct•'Jlrt)IU 1000 7·,,,. 13.200.
Bo,._,. .Il• .-ll'S/Ll.·JTR.fCI, Uf."(;JS.4 a cura J, l'anova
C.:s.arc ,"' \\'t.•r~. 21.000.
!"'~""" Bor~n .\\/. -1( SJLJ.-I1R/('(,. J-: S, (i. TJOSC<>, ,,.,.,.,o .,ufoU
~ fo<,o,o,
21 , 150
.r"."\\"
,." ' 1d0i0 0G.
1ul.
(:\\!ilanu)
25.150.
-
S,>11nn,
prcc.
Bor,,1 ,\\f. .-ll'Sl/,ltl1'fUCF a""" ,lt (;_ C. (lfaril - S11rnm.1
pr«, ~0.000 - "I. :,.;_ 5000, :\\lari• Bocdud 10.000 • To-
ta!, 1s.000.
Buna M,·JTTJ.-1 f.{j/GI lJlJ.IJHSJC.:O, a cura di N. :--.
a0 \\ t>n. 211.ooo.
Bor~ MAl.lJOXADO R.·ll\\/0,\\DO (:\\l cs~ico) • 1• ,·er-
~mc:nto 2-1.255.
Bnrsn M. r1l 'SJI.l.-11'JUCl:'-S. G. BOSCO, a mffr, ,/r, mit-i
cur, mo,t, r prot~.ziuntt ,/1:.1 1111ri bm11hi11i1 a cùru ..li l\\1Rr-
~hcrih1 \\'t•<l. Oib~rti - \\.t•ui. io.ooo.
(C"111inuo)
v,• Au1oru.ta.uonc del frobunal< J1 Tormo tn J•ta 16•.l• l•H') n. i0J.
l:on .-\\pprov.&Z1onc l•:,.alc••·uu~,.
Ull. G,al, S. I:: I. - Oire110rc: 0011. U. l'urrRo :t1,.11u,,.o. • l.onJ,rcu. re,pon,.: O. lìu,oo l•AVISI 1.:ottolcngo 3, - ' l'urmo (70~1.
- 231