Bollettino_Salesiano_197210


Bollettino_Salesiano_197210

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BOLLETTINO
Vogliamo portare i Cooperatori Salesiani
a diventare collaboratori coscienti,
integrali, a fianco di noi, non sotto di noi:
non solo, quindi, fedeli e docili esecutori,
ma capaci di responsabilità apostoliche,
pur sempre d'accordo e In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
Spedizione in abbonamento postale Gruppo 2° (70) - 2 quindicina.
SALESIANO
EDIZIONE PER I DIRIGENTI
A. XCVI. N. 10 • MAGGIO 1972 DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO• VIA M . AUSILIATRICE, 32• TEL. 48.29.24
QUALCOSA SI MUOVE
NEL SENSO GIUSTO
« Come vanno i Cooperatori in
Italia? Siete in crisi anche voi
come tante altre associazioni? E
i giovani si foseriscono bene tra
i Cooperatori?».
Queste domande i dirigenti della
nostra Associazione se le sentono
fare spesso.
Tentiamo di dare qualche rispo-
sta che, ovviamente, sarà incom-
pleta e non del tutto a fuoco.
I Cooperatori stanno attraver-
sando un momento che si po-
trebbe definire bello e costruttivo,
anche se sofferto, perchè è fatto
di chiarificazione, di presa di
coscienza, di maggiore assunzione
di impegni. Essi stanno abban-
donando un certo qualunquismo
e, ricercando la propria identità,
si avvicinano maggiormente alle
origini.
Alcuni aspetti del momento lo
confermano:
l'idea di essere coinvolti nella
comune missione salesiana si fa
strada;
conseguentemente si sta accen-
tuando il servizio ai giovani (le
iniziative a livello di gruppi e di
singoli, sempre in aumento, lo
dimostrano) ;
• tutto ciò comporta la necessità di
qualificarsi; e per questo si studia
di più Don Bosco, si approfondisce
la conoscenza del suo_spirito e
del sistema preventivo;
• non si fa ghetto, ma si respira
aria aperta, senza preclusioni;
all'orizzonte appare una buona
prospettiva che sa di nuovo: il
ramo dei Giovani Cooperatori.
Una spinta in avanti a vivere
questo bel momento l'hanno data
le parole del Capitolo generale, ed
ora i cooperatori attendono al
varco i Capitoli ispettoriali.
Parallelamente a quanto sopra
si è attuata l'importante opera-
zione « Verifica-rilevamento dei
Cooperatori coscienti ed impe-
gnati », i cui risultati saranno
resi noti nel prossimo giugno.
Non è stata una verifica burocra-
tica, tutt'altro, ma un veder chiaro
nell'Associazione (chi, quanti, co-
me siamo?). E ciò ha comportato
necessariamente . una caduta di
rami secchi e di foglie sterili.
Ma chi non sa che l'albero potato
dà più frutti ? Tutto bene allora ?
Affatto. Ogni medaglia ha il suo
rovescio, che per noi vuol dire
lentezza nei tempi di attuazione,
incomprensione là dove meno te
l'aspetti, diminuzione degli iscrit-
ti, il perdurare, in alcune sacche
di resistenza, della sfiducia verso
questa geniale e attualissima for-
mula apostolica.
Ma andiamo avanti ugualmente,
con fiducia.
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SFOGLIANDO
LA CORRISPONDENZA
Don V. Colombara fu delegato ispettoriale per molti
anni. Attualmente è a Pietrasanta e riflette sui CC.
«.•. intanto congratulazioni per il progressivo sviluppo
dei cooperatori, specialmmte giO'lJa11i. Ora senta una
idea che mi frulla da anni in capo: ricordo che spesso i
cooperatori d'impegno mi dicevano: "Che dobbiamo fare?"
È vero, Don Bosco cento anni fa diceva: "Unitevi pel
bene, specie per la gioventù (catechismi, vocazioni, mis-
sioni, stampa, moralità...)". Ma oggi, dopo il Vaticano Il
e vista la carenza dei preti, non direbbe anche: ''Coope-
ratori: oggi a voi affidiamo oratori quotidiani diurni
(per chi può), e serali (per chi è libero). Oratori salesiani
e oratori presso i parroci che vi desiderino"? Che bel la-
voro per tutti!... •> ".
Che risposta dare? È quanto si va dicendo da tempo,
e in parte, si fa già. Il problema è anche u n altro,
caro don Colombara; essere cooperatore è bello e fa
felici, ma non sempre è facile, perche impegna. E i
giovani, checché se ne dica, nell'area dell'impegno du-
raturo non abbondano come in quello dell'~ oggi sl,
domani vedremo... »!
Dall'Istituto F.MA di Genova, corso Sardegna, è
partita una circolare indirizzata «ai salesiani coopera-
tori» di quel centro, e, con il programma annuale
stampato, reca l'invito ad un tr iduo di p reparazione
alla Pasqua affinché la Famiglia salesiana che i bellis-
simi messaggi dei Cooperatori e dei capi:tolari hanno
riaffermata una... sia pronta a risorgere con Gesù Ri-
sorto. È firmata: La Comunità delle FMA di corso
Sardegna.
Se veramente le comunità religiose dei salesiani e
delle FMA prenderanno coscienza che i cooperatori
sono elemento essenziale della famiglia unica di Don
Bosco, e faranno propri gli interessi dei cooperatori,
allora il traguardo più lontano sarà raggiunto.
li Ritiro mensile è come il perno di una_ruota. Se
è solido garantisce il movimento. D ue ciclostilati da
Ragusa, a fuma del delegato don G. Donzelli (e perché
non del consiglio ?), mostrano che quando si vuole si
può. Vogliamo leggerne un brano?
Il prossimo 28 dicembre in un'adunanza plenaria dei
due Centri, faremo il nostro ritiro di fine d'anno. Ecco
l'itinerario del nostro incontro con il Sig,iore:
Ore r6 (nel salone dello studio al piano):
Conferenza sul Sistema preventivo di Don Bosco, detta
dalla Cooperatrice Giuseppina Runza. Seguirà una di-
scussione, cui parteciperanno il nostro Direttore do11
B iuso e il prof. don Garofalo.
Ore r6, 45 - Breve intervallo.
Ore 17 - Esame di coscienza.
Ore 17,30 - Meditazione tanuta dal sig. Direttore
Ore 18 - Confessio,ii.
58 Ore r8,30 - Celebrazione dell'Eucaristia.
UNA RICORRENZA
CHE NON DEVE
PASSARE SOTTO SILENZIO
Cinquant'anni di sacerdozio di don Guido Favini,
Segretario Generale dell'Associazione.
L'11 giugno tutti i Cooperatori si stringeranno
spiritualmente attorno al f esteggiato e si uni-
ranno alla Messa d'Oro che celebrerà nel Sa n-
tuario di Maria Ausiliatrice a Torino.
L' Associazione presenta a don Favini i suoi mi-
gliori auguri ed esprime tutta la sua riconoscenza
per il lungo e assiduo lavoro svolto tra i Coo-
peratori.
UN RIVERENTE SALUTO
E UN GRAZIE SINCERO
Don Pietro Zerbino ha lasciato la direzione de l
Bollettino Salesiano. ~ con vivo rammarico che
è stata appresa la notizia, d'altra parte non de l
tutto improvvisa. La salute, fattasi precaria par-
t icola rmente in questi ultimi tempi, con speciale
attinenza alla vista, non gli consentiva più oltre
un impegno di non lieve mole, fatto di scadenze
periodiche, di rapporti epistolari intensi, di con-
tatti assidui con quella realtà umana e salesiana
del mondo che il Bollettino voleva presentare
agli oltre quattrocentomila lettori.
In un cambio di guardia di questo genere cosa
dire a don Zerbino?
Che i Cooperatori gli debbono molto e che quindi
lo ringraziano di cuore, poiché, essendo il Bol-
lettino mezzo insos tituibile per la loro formazione,
i Cooperatori sanno quanto ricevono da esso, e
come non possono farne a meno.
Ricordiamo bene come don Zerbino ha pre so la
direzione del periodico tanto caro a Don Bos co,
nelle due edizioni, quando s i iniziò la riorganizza-
zione dell'Associazione. Attraverso i suoi articoli,
mai firmati ma facilmente riconoscibili, e gli ha
sostenuto l'idea genuina del Cooperatore, ha in-
coraggiato i Centri, presentato modelli, sempre
preoccupato che non si falsasse il volto vero del
Cooperatore e lo spirito di Don Bosco non fosse
s ofisticato o comunque alterato. E ci ha dato un
periodico ricco, vario, gustoso, che si faceva d e -
siderare. Lo testimonia la frequente corrispon-
denza dei lettori e il loro plauso, nonché le espres-
sioni di gioia dei missionari lontani, felici quando
ricevevano il periodico amico.
Grazie, quindi, caro don Zerbino. Non la dimen-
ticheremo facilme nte, tanto più che sappiamo
che lei sarà egualmente con noi.
E per ora soltanto un << benvenuto a don Teresio
Bosco». Egli era già della famiglia del Bollettino
ed è noto ai Cooperatori per i suoi servizi a largo
res piro.
Gli auguriamo di assicurare al Bollettino un pro-
seguimento degno del passato.
Don A. Buttarelli

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NON PERDERE L'OCCASJONE
I CAPITOLI
ISPETTORIALI SALESIANI:
" Punto focale
di rinnovamento ,,
La frase è ripresa dagli Atti del
Capitolo Generale Speciale (p. 529),
ed è quanto mai indovinata. Cosa si-
gnifica mettere a fuoco un'immagine?
Farla apparire nitida, ben definita e
quindi visibile.
Conclusi i lavori del Capitolo Ge-
nerale i salesiani mettono a fuoco,
sul piano ispettoriale, la situazione
dell'Ispettoria, con i suoi problemi,
i suoi interessi, i suoi settori opera-
tivi ...
La luce che illumina è la «parola»
del Capitolo Generale; l'obiettivo
attraverso cui essa passa è la capa-
cità e la volontà di rinnovarsi dei
Salesiani.
Grande avvenimento, quindi, un
Capitolo ispettoriaJe, perché è esso
che attua o meno, in pratica, il rin-
novamento. Questo spiega il fervore
di iniziative, di incontri, di sondaggi
che vi è un po' ovunque: tra qualche
mese infatti inizieranno i vari Capi-
toli io tutta l'area salesiana.
Un appello ai Salesiani. Cam-
bio di mentalità
I Cooperatori saranno oggetto di
attenta riflessione, con conseguente
presa di posizione, da parte dei Sa-
lesiani interessati. Ma << ci vuole un
cambio radicale di mentalità a tutti
i livelli 1>, è scritto nella dichiara-
zione capitolare ai Salesiani a pro-
posito dei CC. E cambio di mentalità
vuol dire <<conversione».
È questo che noi cooperatori chie-
diamo a voi, cari salesiani, pronti
ovviamente a fare la nostra buona
parte di << conversione i>, perché ne
abbiamo bisogno anche noi. In que-
sto tempo di preparazione, occorre
un vero dialogo voi-noi e viceversa.
Se è vero che la famigli.a è una,
consultateci, invitateci, informateci! Il
vantaggio saFà reciproco. Soprattutto,
mostrate a fatti che sapete recepire
il Capitolo Generale speciale, per-
ché la delusione delle nostre attese sa-
rebbe fatale per tutti.
Un « discorsetto » chiaro a Ge-
nova
Fu fatto in occasione di una gior-
nata dì studio per i direttori della
lspettoria, in preparazione al Ca-
pitolo. Riguarda i cooperatori e gli
exallievi. Lo riportiamo volentieri
perché ci sembra concreto e assai
pertinente, riprendendolo da una cir-
colare del delegato ispettoriale don
G. Giusto. Pur rispecchiando in al-
cuni punti la particolare situazione
locale, essa agita problemi di vivo
interesse.
Il questionario in preparazione al
Capitolo ispettoriale pone una serie
di domande anche sullo stato attuale
dei cooperatori ed exaJlievi. Rile-
vare la situazione puo essere inte-
ressante, ma l'essenziale è «prospet-
tare >> alla luce delle indicazioni del
Capitolo Generale speciale (vedi Atti,
Famiglia salesiana oggi, nn. 151-177;
1 cooperatori, documento 1-8, on. 727-
745; L'azione salesiana per gli exal-
lievi, documento 19, nn. 746-758).
Tutto resterà sul piano delle belle
ipotesi, se il discorso non diventerà
nella concretezza della realtà salesiana
ed ecclesiale un'onesta presa di co-
scienza ed una s·eria volontà opera-
tiva.
È proprio il momento giusto per
accantonare definitivamente quei pre-
giudizi e quelle diffidenze che fa-
cilmente si incontrano, da anni,
appena si apre l'argomento << coope-
ratori-exallievi ~-
Pur mantenendo fino all'esauri-
mento, con rispetto, la tradizione
del convegno annuale degli exallievi
e delle due conferenze annuali ai
co<;>peratori, su programmazione mi-
nima per la massa, è definitiva la
scelta nuova e diversa di un lavoro
per i salesiani e di impegno per
cooperatori ed exallìevi, presentata
del Concilio Vaticano II e dal nostro
Capitolo Generale speciale.
Su questa impostazione, facciamo
alcune indicazioni:
Differente è la posizione dei coo-
peratori e degli exallievi: l'azione sa-
lesiana deve tenerne conto.
Per tutti, ma in modo preciso ai
primi, dev'essere dato << spazio vi-
tale » dentro le opere e più che tutto
nella << famiglia ll salesiana.
La <• casa •> salesiana è centro di
vita spirituale, di formazione ecclesiale
e sociale, e di proposte per impegni
ed esperienze.
È una pia illusione il lavoro per
e con i cooperatorì ed exallievi, se
la intera comunita salesiana non viene
investita e responsabilizzata nella
mentalità e nell'azione; come è il-
lusione se dentro ai << centri n non
vive un delegato ben preparato ed
efficiente.
È richiesto uno «spazio fisico •>
dentro la casa salesiana, specie per
e fare agire i consigli e le presidenze;
ma soprattutto necessaria la «con-
dizione•> per la maturazione perso-
nale e per la · comunione con i sale-
siani negli impegni che comporta
la vocazione popolare e giovanile,
specie per i cooperatori, nello spirito
e nella missione di Don Bosco.
• Pur mantenendo i legami naturali
di unione (senza impacci burocra-
tici) pensiamo che i cooperatori deb-
bano vivere nella comum:tà ispetto-
riale, che per omogeneità e imme-
diatezza, li porta ad essere concreta-
mente impegnati in un lavoro pre-
ciso e a raggiungere il necessario
inserimento nella chiesa locale.
Nelle comunità grandi e piccole,
attuali e possibili, il gruppetto dei
laici sarà veramente in comunione
con i salesiani e per loro potrà es-
sere di verifica e di completezza nello
spirito e nell'azione.
Proposta: fare per salesiani e laici
dell'ispettoria, un rninicorso di al-
meno due giorni, per riflettere su
questo discorso e iniziare finalmente
a scoprir e e realizzare. Maestro po-
trebbe essere P. Aubry. (Sono a di-
sposizione le sette conferenze te-
nute da P. Aubry nelle giornate di
studio per cooperatori a Grottafer-
rata, 9-r3 febbraio).
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REPARIAMOCI ALLA BEATIFICAZIONE DI DON RUA-
DON RUA
E I COOPERATORI
SALESIANI
Do11 Guido Favi11i, Segretario
Ge11erale dell'Associazione, ha pre-
parato per il Bollettino Dirigenti
tre articoli che servira11110 a farei
conoscere quale grande parte ebbe
il primo successore di Don Bosco
nella storia dei Cooperatori.
Si sa che Don Bosco scelse
Michele Rua allo sboccio dell'a-
dolescenza per farsene il miglior
collaboratore. Glielo accennò col
gesto delle mani: - F11cciarno
a metà? -. E seppe plasmarselo
così bene, che Don Ceri.a non
esitò a definire Don Rua il
<• capolavoro di Don Bosco».
A lui fece anche le sue più
intime confidenze. E Don Rua
comprese Don Bosco più di qua-
lunque altro salesiano. Anche
per quanto riguarda i Coopera-
tori Salesiani. Basterebbe ricor-
dare quanto Don Rua depose
al Processo della causa di Bea-
tificazione. (Don Ceria lo ri-
porta a p. 630 del volume X II I
delle << Memorie Biografiche•>):
«11 Servo di Dio Don Mi-
chele Rua, che vide con i propri
occhi ed aiutò da pari suo il
sorgere della istituzione, nei Pro-
cessi canonici espose gli inten-
dimenti del Beato Padre nel
crearla ed organizzarla. Tre cose
disse aver egli avuto di mira: di
soddisfare anzitutto a un dovere
di riconoscenza verso i bene-
fattori delle sue opere, procu-
rando loro la partecipazione a
tutti i vantaggi spirituali della
Pia Società Salesiana; poi di
animare tutti alla perseveranza
nel beneficare le sue opere e di"
procurare sempre nuovi bene-
fattori; infine di unire i suoi
benefattori e le sue bene/attrici,
costitueruw come altrettanti ausi-
liari del proprio parroco e, per
mezzo di lui, ausi.liari del pro-
prio Vescovo e quindi altrettanti
figli devoti al supremo Capo della
Chiesa. Il triplice scopo è stato
raggiunto come il fatto lumi-
nosamente dimostra >> (Positio
super virtutibus: Summ., Ili,
§§ 652,-653).
Con questa coscienza, Don Rua
seguì l'organizzazione della dire-
zione generale, le pratiche di
iscrizione, la propa~anda ini-
ziale, le convocazioni o confe-
renze annuali nell'oratorio di
Torino, Casa-madre, poi nella
chiesa di S. Giovanni Evange-
lista, l'invio del Bollettino Sale-
siano e del Regolamento che
da principio serviva pure da
documento di iscrizione, con
una pagina riservata ai dati ana-
grafici. Egli figura come D i-
rettore di un Oratorio avviato
a Chieri nella parrocchia di
S. Giorgio da alcuni sacerdoti
del clero secolare e regolare
locali, considerati come Coope-
ratori Salesiani; ma per breve
tempo, perché questi lo lascia-
rono cadere mentre si organiz-
zava un Oratorio femminile, che
fu poi affidato alle Figlie di Maria
Ausiliatrice, con direttore spi-
rituale Don Bonetti.
Negli ultimi anni della vita
di Don Bosco, suppll più volte
il Santo per le conferenze an-
nuali, quando il fondatore era
impossibilitato.
Fatto Vicario Generale nel
1885, e poi Rettor Maggiore, si
prese la Pia Unione partico-
larmente a cuore, ne curò l'or-
ganizzazione centrale e capil-
lare, e ne promosse l'incremento
coi Convegni di Direttori Dio-
cesani e Decurioni e coi primi
grandiosi congressi di Bologna,
Buenos Ajres, Torino, Milano,
Lima e Santiago di Cile negli
anni 1895 - r900 - 1903 - 1906
- 1909.
Per un buon decennio segui
personalmente il movimento, fa-
cendosi coadiuvare dallo zelan-
tissimo Don Stefano Trione,
che fu il primo Segretario Gene-
rale.-
Cominciò col definire i com-
piti dei Salesiani, trattandone nei
Capitoli Generali e coordinan-
done le deliberazioni in 37 arti-
coli, nel 1904, al X Capitolo
Generale.
Contemporaneamente perfe-
zionava i quadri dei dirigenti se-
colari, pregando i Vescovi d'Ita-
lia a nominare il Direttore Dio-
cesano nelle diocesi in cui i
Cooperatori erano abbastanza nu~
merosj, anzi ad affiancarvi un
Condirettore dove non bastasse
un solo· ecclesiastico a questo
ufficio. Promosse quindi il II Con-
vegno dei Direttori Diocesani e
dei Decurioni, che si tenne a
Valsalice nel 1893, dal mattino
del 12 alla sera del 13 settembre.
Si conserva ancora nell'Ar-
chivio Capitolare Salesiano l'e-
lenco dei partecipanti da 26 Dio-
cesi, (riprodotto nel volumetto
<• il Cammino di una grande idea 1)
tra le pagg. 96-97). Il foglio
poligrafato reca il titolo:
Capitolo Generale dei Direttori
Diocesani della Pia Unione dei
Cooperatori Salesiani - Valsalice
- Torino 12-13 Settembre 1893.
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Le diocesi sono elencate in
quest'ordine, coi nomi dei ri-
spettivi Direttori: Fossano -
Mondovl - Saluzzo - Tortona -
Vercelli - Novara - Vigevano -
Milano - Cremona - Lodi -
Mantova - Pavia - Venezia -
Chioggia - Feltre - Portogruaro
- Treviso - Udine - Gorizia -
Verona - Vicenza - Schio -
Ceneda - Modena - Reggio
Emilia - Ferrara - Borgo S. Don-
nino (oggi Fidenza) - Fonta-
nellato.
Alcuni dei Direttori furono più
tardi elevati all'episcopato, come
Mons. Morganti, Mons. Pelliz-
zari, Mons. Bignami. La dio-
cesi di Tortona era rappresen-
tata dal eh. Luigi Orione, oro
candidato alla gloria degli altari.
Frutto del convegno fu la
compilazione di un Manuale Teo-
rico-Pratico pci Direttori e De-
curioni della Pia Unione, fatto
pubblicare da Don Rua nel
mese di dicembre dello stesso
anno dalla Tipografia dell'Ora-
torio, con la data del 1894.
Val la spesa, credo, riprodurre
la prefazione fatta personal-
mente da lui:
~ Benemeriti Cooperatori,
Era già desiderio del nostro
carissimo Don Bosco, che ve-
nisse compilato un Jl Manuale
Teorico-Pratico» pei Decurioni e
Direttori della Pia Associazione
od Unione dei Cooperatori e
Cooperatrici Salesiane. Tale la-
voro era pure desiderato viva-
mente da me, Lanto più dopo le
molte istanze fattemi da parecchi
nostri amici di somministrare
una guida sul modo di coope-
rare alle O.Pere Salesiane. Ren-
dendosi poi ogni dì più oppor-
tuno, per lo sviluppo straordi-
nario che lddio concede alla
suddetta Unione, mi parve di
non doverne più oltre diffe-
rire la compilazione. Eccovi per-
tanto il Manuale, che dedico e
raccomando a voi.
In altre edizioni potrà essere
ampliato e migliorato: per ora
graditelo qual è, nella sua umile
semplicità.
l n questo regolamento trove-
rete: ,) II Regolamento e quanto
riguarda la organizzazione ed il
regime dell'Associazione; 2) vari
articoli morali, diretti a spiegar
lo spirito ed il campo di azione
raccomandato ai Cooperatori ed
alle Cooperatrici Salesiane; 3) al-
cuni sunti o brani di conferenze
salesiane, che sono come l'anima
e la vita dell'Associazione. In-
fine, sotto forma di appendice,
troverete pure altri opportuni
documenti. In quest'opuscolo
vedrete, per cosl dire, trasfuso lo
spirito di Don Bosco, anzi in
molte parti ne riconoscerete per-
fin lo stile e le sue stesse parole.
Conosco l'affetto e la venerazione
che nutrite per quell'Uomo di
Dio; mi parve perciò pregio del-
l'opera che nel fare questa com-
pilazione si divesse riprodurvi
i pensieri da lui stesso tracciati.
Abbiate quindi questo libro come
una memoria di Don Bosco
stesso; fatene argomento di let-
tura e di pascolo spirituale, per
animarvi sempre pii, nel santo
zelo del bene e nella costante
cooperazione coi Salesiani a pro-
seguire cd ampliare le Opere
benefiche, che la Divina Prov-
videnza assegnava a Don Bosco
e alla Pia Società di San Fran-
cesco di Sales da lui fondata.
Godo rammentarvi che nel-
l'aiutarci in questo campo vastis-
simo di azione lasciatoci da
Don Bosco, potrete partecipare
a molti spirituali vantaggi, e go-
dere delle numerose indulgenze
che SS. il Papa Pio IX, di sempre
cara memoria, degnavasi con-
cedere ai çooperatori Salesll!ni
con appostlo Breve, come eta-
scuno pub \\'edere nel propriò
Diploma intitolato: Cooperatori
Salesiani, osrio un modo pratico
p~r_giavar~ a_l buon costume ed alla
c1v1le soct.eta...
Il Signore l ddio, ricco di
grazie e di benedizioni, spanda
copiosi i suoi celesti favori sopra
tutti coloro ·che prestano l'opera
per guadagnare anime a Gesù
Salvatore, fare del bene olla pè-
ricola11te giooentù, preparare buoni
cristiani alla Chiesa, onesti cit-
tadini alla civile soci.età, e così
tutti possiamo divenire un giorno
fortunati abitatori del Cielo.
Così sia.
Torino, 8 dicembre 1893.
SAC. MICHELE RUA
Non è ben prec1Sato se nella
stessa circostanza, oppure dopo
il convegno, Don Rua abbia
chiesto all'allora Direttore Dio-
cesano dei Cooperatori milanesi,
Mons. Pasquale Morganti, la
compilazione di un Ma,male di
pietà per tutti i Cooperatori. Il
fatto è che Mons. l\\lorganti fini
di comporlo nel 1904 e la prima
edizione comparve nel 1905.
Nello stesso anno, Don Rua
fece pure stampare un opuscolo
per i Salesiani con le delibera-
zioni dei Capitoli Generali tenuti
dopo la morte di Don Bosco,
per uniformare la direzione della
Pia Unione e stimolare i Direttori
e gli Ispettori salesiani a cu-
rarla organicamente col massimo
impegno... (Con1inua)
DON GUIDO FAVINI
"E: uscito in questi giorni:
J. AUBRY, « LO SPIRJTO SALESIANO» · Lineamenti
pp. 171 - L . 750
Richiederlo agli uffici ispettoriali o a quello nazionale
(viale Salesiani, 9-00175 ROMA).
Testo indispensabile per una formazione specifica sa-
lesiana.
Utilissimo per meditazione, lettura spirituale e "giornate
di-studio" sull' argomento. Ottimo sussidio per gli eser-
cizi spirituali dei Cooperatori.
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COOPERATORI AMMALATI E VECCHI
NON DIMENTICHIAMOLI
Sono i privilegiati dell'amore del Padre, perché membra
inferme e impedite.
Ogni centro ha certamente il suo cooperatore
infermo o comunque impedito a vivere la vita di gruppo.
I centri più consistenti ne annoverano più di uno.
In queste pagine vogliamo ricordare quelle (( perle
preziose•>, quelle << membra privilegiate•>, quei &atelli
e sorelle carissimi, che, dopo aver dato il meglio di se
stessi alla vita apostolica del centro, oggi sono forzata-
mente assenti dagli incontri mensili e da ogni atti-
vità. Vogliamo esprimere solidarietà, amore, ricono-
scenza per l'esempio datoci nel tempo della loro validità
fisica e per quello che continuano a darci oggi nella
cristiana e gioiosa rassegnazione al divin volere.
Siamo certamente persuasi che la loro è una coopera-
zione squisita e insostituibile; che essi, vivendo la
loro parte di passione come membra del Corpo mistico,
di Cristo paziente, arricchiscono il Centro e la Chiesa,
sono fonte di grazie che si riversano sl.Ù cooperatori
impegnati in tante iniziative. Questi si sentono cosi
sostenuti dalla preghiera dei fratelli malati, e così Marta
e Maria si integrano meravigliosamente, dando ampia
lode a Dio.
Questa nostra convinzione deve però manifestarsi
all'esterno: deve essere una testimonianza per i malati
e i vecchi e per i cooperatori tutti del centro.
Cade malato qualche cooperatore? Se ne dia notizia
nel primo ritiro mensile e si innalzino pre~hiere al
Signore per ltù. Non si mancherà poi di v1sitare il
malato informandolo anche della vita del centro; cosl
egli non si sentirà isolato dalla sua famiglia spi.rituale.
In certi casi sarà necessaria non tanto la visita di ca-
rattere convenzionale ed affettivo, quanto una assi-
stenza vera e propria, magari a turno, forse con un
intervento economico (e persino con la donazione di
sangue) offerto con discrezione.
Nelle ricorrenze più significative, come le feste na-
talizie e pasquali, quanto non sarà gradita la visita in
gruppo, con un dono che esprima l'amore dei fratelli
del centro partecipanti alla sofferenza del malato.
Un discorso a parte bisogna fare a proposito della
visita al malato. Come la si deve fare perché riesca
allo scopo? C'è tutta un'arte e un contenuto da tener
presenti. Non si va solo per tener compagnia, per te-
nere alto il morale del malato, scopi nobili senz'altro.
Si deve puntare ben più su. Bisogna educare a ~ saper
essere ammalati>> e a vivere come tali, a saper fare l'espe-
rienza di quel momento del mistero pasquale che ri-
sponde al nome dì Passione, passaggio obbligato per la
resurrezione. C'è da aiutare l'altro a comprendere il
privilegio di essere malato e la ricchezza di grazia che
può fruttare, per la Chiesa intera, la malattia vissuta
cristianamente e non tanto e solo sopportata.
Così facendo aiuteremo i nostri cooperatori ad es-
sere dei malati sereni, gioiosi, alla don Andrea Beltrami
62 Né guarire, né morire, ma vivere per soffrire!... >>).
Allo scopo potrà essere utile offrire qualche buon libro
che tratti dell'argomento.1
Non si dovrà mancare poi di informare la Comunità
della casa salesiana. Don Bosco ne ha fatto menzione
esplicita nel Regolamento dei Cooperatori. Clie gioiello
di delicarezza quell'articolo! Rileggiamolo:
« Quando un confratello divenisse ammalato, se ne dia
tosto avviso al Superiore. Esso darà ordine che siano in-
nalzate a Dio particolari preghiere per lui >>.
Vogliamo tornare un po' alla scuola di Don
Bosco ? Era proverbiale la sua premura verso le per-
sone inferme: nell'esortare alla carità univa sempre
tra loro le categorie di persone più bisognose. << Il fon-
damento della tua buona riuscita parrocchiale è: aver
cura dei fanciulli, assistere agli ammalati, voler bene ai
vecchi ,1 (Al sacerdote don Perino, exallicvo dell'Oratorio).
Un sacerdote, don Calandra, nominato parroco di
una parrocchia particolarmente difficile, chiese al Santo
coi:isiglio per svolgere bene la sua missione .
<< Fermare i fanciulli per via, accarezzarli, mandare
un saluto per mezzo di essi ai parenti: chiamar col
nome di padre e di madre i vecchi, salutarli per il primo,
chiedere notizie della loro sanità; assiduità e interesse
nel visitare gli infermi, procurare le cose più necessarie a
chi fosse povero >>. Egli seguì i dettami di Don Bosco
e subito divenne l'idolo dei suoi parrocchiani.
E ancora: <• •.. Alle persone attempate basta tollerare
i disagi della vecchiaia per amor di Dio; alle persone
malaticce basta sopportare Lranquillmnente per amor di
Dio i propri incomodi e conformarli al parere del me-
dico o dei parenti in ispirito di obbedienza>).
Tra le Norme generali per i Decurùmi dei Cooperaton·
aveva inserito questa:
~ Se qualche cooperatore cade ammalato, il Decurione,
informatone, lo visiterà caritatevolmente e gli sommini-
strerà tutti quegli aiuti, consigli ed assistenza, che al
medesimo Decurione saramw compatibili. Avvenendone
la morte, inviterà i soci locali a pregare per l'a11ima di
lui, e ne darà avviso alla Direzione in Torino, perchi
sia inscritto tra i defunti, e si facciano per l'anima di lui
le preghiere ed i suffragi prescritti dal nostro Regola-
mento >). (Memorie Biografiche, voi. XVI, p. 482).
li dìscorso potrebbe qui allargarsi ai cooperatori
molto vecchi, o immobilizzati per sempre in un letto
o che non hanno più possibilità di uscire di casa.
Anche per loro ogni attenzione e ogni premura, sì
che non si sentano dimenticati.
Una domanda ora ai delegati e all'incaricato della
Segreteria: sapete con esattezza quanti sono i coopera-
tori del vostro centro ammalti o impediti per vecchiaia ?
Li visitate periodicamente? Ne date notizia agli altri
cooperatori ?
Qualche volta è accaduto di sentire risposte come
questa quando si chiedevano notizie di qualche coo-
peratrice che era stata nel passato assai benemerita
nella vit a del centro: « Non la si vede più. Ormai ab-
biamo perso i contatti perché è ammalata. Non pos-
siamo più fare affidamento su di lei perché è vecchia... •>.
(continua noi/a pag. a fianco)

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IMPORTANTE
COMUNICATO
Con la fine del prossimo settembre
per decisione del Consiglio nazionale
cessano dall'incarico
tutti i Consigli, ispettoriali e locali d'Italia.
Entro il 15 novembre successivo
Dovranno essere riformati,
per elezione,
i nuovi Consigli.
Poichè la scelta dei nuovi consiglieri
è una cosa impegnativa e seria,
sarà bene illustrare meglio,
fin da ora,
la figura e gli impegni
di chi sarà chiamato a maggiori responsabilità.
Circa i modi di procedere
al rinnovo del Consiglio locale,
si possono seguire le norme
che il centro stesso si darà
salvaguardando sempre il criterio elettivo.
Per i Consigli ispettoriali
si eseguiranno le indicazioni del Consiglio nazionale.
A UDINE PER IL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE
(i7 settembre)
I cooperatori avranno due possibilità di
parteciparvi con la nostra associazione:
Formula A: Aggregarsi al gruppo orga-
nizzato dal rispettivo consiglio ispettoriale,
seguendone tutto il programma; For-
mula B: aggregarsi al « gruppo nazionale »
(nel caso che non sarà organizzato quello
ispettoriale. Per questa formula si tenga
presente che le località di raccolta saranno
Roma e Padova, e le giornate da impie-
gare saranno dal 16 al 19 settembre, viag-
gio com~,reso. Il programma prevede an- ·
che la visita ad alcune località di parti-
colare interesse della zona, e sarà pubbli-
cato al più presto. Il tempo utile per
l'accettazione delle domande è fino al
30 luglio, e anche dopo ma limitatamente
alle disponibilità.
Per tutti i gruppi: la giornata del i7 set-
tembre (chiusura del Congresso) sarà im-
piegata per intero nell'Assemblea dei
cooperatori (mattino, ore 9,30) e nella
solenne Liturgia Eucaristica nella piazza
Priqio Maggio di Udine (pomeriggio).
Cosa denotano simili espressioni ? Un errore assai
grave di impostazione e scarsa o nulla chiarezza di
idee. Il cooperatore è e resta sempre tale anche se non
può «venire». F orse che il Salesiano o la Figlia di
Maria Ausiliatrice che sono malati e non partecipano
più alla vita della loro comui:iità, per questo .ce~ano
cli essere quello che sono ? Anzi attorno a loro s1 strmge
sempre più la comunità che li considera sempre presenti.
Non ci ha insegnato cosl Don Bosco ? Spirito di fami-
glia: e nelle famiglie veramente cristiane il malato non
è forse al vertice delle attenzioni di tutti ? Lo sia dunque
anche nei nostri centri.
E qui viene spontaneo pensare ai Giovani Coopera-
tori, i quali, come .gli altri giovani dei gruppi impegnati,
usano molto visitare ospedali, case di cura e simili.
Perché non prendere a cuore anche i nostri CC. in-
fermi? Sarebbe un "segno'' cli quello spirito di fa-
miglia che non ammette steccati o barriere.
r. Indicatissima per persone ammalate la pubblicazione
uscita recentemente a cura della Elle Di Ci (Torino Leumann)
- R. TENTORI, J'! Me la Sua gioia, pagine di conforto per
ammalati. - L . 500 - pp. r31, 1972.
63

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Spediz. in abbon. postale • Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
SI pubblica Il del mese per I Cooperatori Salesiani; il 15
del mese per i Dirigenti dei Cooperatori
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene--
fattori e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: via Maria Au-
siliatrice, 32 - 10100 Torino - Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Don Pietro Zerbino
Autorizz. del T rib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
Per Inviare offerte servirsi del c . c . Postale n. Z-1355
inte stato a: Direz. Generale Opere Don Bosco Torino
Per cambio d'Indirizzo inviare anche l'Indirizzo precedente
SUSSIDI
Problemi
dell'uomo
Diapositive per incontro di rifles-
sione audiovisivi Elle Di Ci -
10096 Torino-Leumam1
La serie «Problemi dell'uomo•>
è un sussidio per incontri « at-
tivi 1> di riflessione, catechesi e
preghiera.
Ideata anzitutto per un'utiliz-
zazione in gruppi giovanili, si
presta anche a incontri di adulti.
II sussidio presenta queste ca-
ratteristiche:
Il materiale è messo in ven-
d!ta in cartelle di 9 diapositive
ciascuna.
Ogni cartella offre elementi suf-
ficienti per una riflessione comu-
nitaria (che pub maturare in ca-
techesi e preghiera) su uno spe-
cifico problema umano.
La cartella è accompagnata da
un.a scheda che contiene un'es-
senziale messa a punto del pro-
blema, in vista di una maggiore
sensibilizzazione del gruppo, e al-
cune domande che servono di
stimolo e di guida alla conversa-
zione.
A mano a mano che la serie
andrà completandosi, sarà possi-
bile ai gruppi affrontare gli stessi
e altri problemi, «montando•> in
maniera originale un materiale il-
lustrativo abbondante, vario, at-
tuale.
A serie ultimata, ~scirà inoltre
un fascicolo contenente proposte
di altri argomenti, indici per ma-
teria e suggerimenti sul mon-
taggio audiovisivo, come sussidio
concreto per una comoda ed ef-
ficace utilizzazione di tutto il ma-
teriale.
la serie intera - che risulterà
di alcune centinaia di diapositive-
tiene presenti queste quattro gran-
di aree:
L'uomo, problema a se stesso.
Le cose, in funzione della per-
sona.
Gli altri (dall'incomunicabilità
al dialogo).
D io (per uno sviluppo senza
preclusioni).
Prezzo di ogni cartella di 9 dia-
positive con scheda (commento e
questionario): L. 1000.
Si prevede l'uscita dell'intera
serie (un centinaio di cartelle,
pari a 900 diapositive) entro la-
fine del r972 o i primi mesi del
1973. Il ritmo di pubblicazione
sarà quello di 10-20 cartelle ogni
2 -3 mesi.
Le prima 12 cartelle della serie
sono uscite per la Quaresima 1972.
Per il centenario dell'Istituto
delle figlie
di Maria Ausiliatrice
NOVITÀ: la redazione sussidi
F.M.A. ha preparato:
serie di cartoline, di immagùii, di
5 francobolli, di stampe e foto,
a colori e in bi411co e nero, mani-
f esti con· l'effigie di Maria A1tsilia-
trice
Per informazioni: 00139 - Roma -
Via deU'Ateneo Salesiano, 81
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