Bollettino_Salesiano_196210


Bollettino_Salesiano_196210

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Noi non ci fermiamo mai; vi è sempre cosa che
incalza cosa... Dal momento che noi ci fermas-
simo, la nostra Opera comincerebbe a deperire
DON BOSCO
15 MAOOIO 1982
ANNO LXXXVI • N. IO
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SAUSIANI
DIREZIONE GENERALE: TORINO 712 VIA MA.RIA AUSILIATRIOE, 32 TELEF. 48-41-17
Un invito pressante della Chiesa
Più volte abbiamo parlato della Consulta
dell'Apostolato dei Laici. Essa, com'è noto,
è l'organo cli cui l'Autorità ecclesiastica
competente si serve per la conoscenza, il
controllo, il coordinamento e il potenzia•
mento dell'apostolato organizzato dei laici,
in campo nazionale, diocesano e parrocchlale.
I Cooperatori salesiani hanno aderito con
entusiasmo all'invito di far parte della Con-
sulta non solo per la loro particolare sen-
sibilità ad ogni direttiva della Santa Sede,
ma anche per lo spirito di cattolicità e di
un.ità che costituisce l'essenza stessa della
Pia Unione e per i grandi vantaggi che ne
derivano. I problemi dell'apostolato sono
vasti e complessi. L'unirsi nello studio di
tali problemi e il collegarsi nella soluzione
di essi è di grande utilità per tutti: si uni-
scono le forze, anche se restano distinte;
si scambiano le esperienze e si coordina
]'azione, specie nei settori di apostolato che
sono comuni a varie organizzazioni.
E questo non avviene solo in campo na-
zionale, ma anche in quello diocesano e par-
rocchlale. In ogni Diocesi e Parrocchia in-
fatti l'Autorità ecclesiastica desidera che
funzioni la Consulta con riunioni plenarie
o di settore per mantenere i contatti con
i dirigenti ecclesiastici e laici delle diverse
Opere cattoliche.
Dev'essere quindi impegno dei Dirigenti
P. U. ottenere che i Cooperatori prendano
parte alla Consulta tanto in sede diocesana
quanto in quella parrocchlale. Tale parte-
cipazione è l'attuazione più concreta rlella
volontà di Don Bosco, che istituì la P. U.
per « prestare aiuto alla Chiesa, aj Vescovi,
ai Parroci », specialmente nelle attività di
apostolato proprie dei Cooperatori.
Questa nostra partecipazione dev'essere at-
tiva e cordiaJe, come suggeriva lo stesso
Pio XII quando invitava i Cooperatori a
comprendere « quali stretti rapporti siano i
loro col complesso di quelle opere che ven•
gono sostenute e promosse dal laicato cat-
tolico in aiuto alla Gerarchia secondo i
tempi, i luoghi, le circostanze ».
Così si risponde all'invito pressante della
Chlesa, che chlama tutte le forze cattoliche
a conoscersi, unirsi, sostenersi, aiutarsi vi-
cendevolmente; si risponde alle esigenze del-
l'apostolato odierno, che si potenzia nella
organizzazione, si moltiplica nello scambio
delle esperienze, si consolida nell'unione delle
forze; come fanno del resto tutte le asso-
ciazioni di ogni genere, i nemici di Dio an-
zitutto.
Il grido insistente del nostro Fondatore che
chiamava a raccolta tutti i buoni per op-
porsi in un fronte onico alle forze del male,
non poteva concretarsi e prender vita in
forma più sapiente che nella creazione della
Consulta dell'Apostolato dei Laici, la quale
ne1 nome del Papa e quindi di Dio unisce
e stringe le molte forze del bene per ren-
derle invincibili. :E ancora la parola di
Don Bosco: « Le forze anche deboli diven-
tano forti se sono riunite».
IMPEGNO DEL MESE * Disporre che il proprio Centro P. U. sia presente e prenda
parte attiva alla Consulta diocesana o parrocchiale dell'Apostolato del Laici
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s ~~ciuA
La prossim;· ;esta di ~furia Ausiliatrice
c'invita a riflettere sii di uno dei piì1 im•
port<I11ti doveri di ogni figlio e Cooperatore
di Don Bosco: la diffusione del culto di
Maria Ausiliatrice. Ecco, in proposito,
olcuTii pensieri del compianto prefetto ge•
nerale Don Berruti:
IAli per
lnb•o d u.7,.ion c
~ Coloro che Dio 118, conosciuto in antecedenza,
li ha predestinati nd essere conformi aJl'imma-
!\\
I
gine del Figlio s110~ (Rom. 8, 29). .Anzi Cristo
stesso deve «essere formato iu noi~ come il bimbo
nel grembo della madre (Gol. 4, 19) lìnchè • arri-
viamo allt1 maturità virile, alla misura dell'etl\\
« Non v'a dubbio che Don Bosco sia stato
scelto dalla Nlodonna per propagare nel
mondo lo divozione a Lei sotto il titolo di
Au.siliatrice dei Cristiani. Tutto ciii che
fece, lo fece d'accordo con la volontà della
l!:
Maestra assegnatagli dal Signore; tanto più
questo. Le c~entinaia di chiese e gli o1tre
duemila altari dedicati a Maria Ausilia- )
trice in wtto il mondo n.011 possono avere
la loro spiegazione _ e meno ancora l'a-
vrebbero le innumerevoli grazie di Maria \\
À usi·1i·atn·ce - i·n una i·poteii·ca volonta'
personale di Don Bosco.
Noi siamo gli eredi e continuatori della sua
opera. Tra i nostri compiti è compreso quello
della propagarione del culto e della divo.::iorw
a Maria Ausiliatrice. Dunque eseguiamolo.
perfetta di Cristo» (Ef. 4, 13).
.Anticonformismo è parola all'ordine del giorno.
Tutto ciò
tameuto,
cùhi e~scaondfiorrmegitoàl,a,>to,a dtli
normale, ili
una, legge
adat-
O ad
un costume yiene sistematicamente ripudiai.o. Si
tende al nuovo. al singolare, magari all'eecen-
tnco. Colui che unisce in se stoMo ciò che vi è
di più sublime. di più singolare, di più anormale
(in quanto nl di sopra ùi ogni nor.ma perchò è
Egli stesso la norma e la legge) e nello stesso
tempo di più accessi)Jile, di più vicino e di più
normalo tanto da costituirsi Via, Verità, e Vita per
tutt,i gli uomini, è Gesù Cristo. Conform:.ll'si a Lui
è nobilitarsi, è perfezionarsi, è divinizzarsi. Questo
è un cm1formis-rno •indispensabile per ogui cristiano.
[Il CUORE A CUORE CON DIO
L'atteggiamento ottuale del mondo nei ri-
guardi della Chiesa rispecchia, in propor-
zioni maggiori e peggiorate, la guerra del•
l'Islam contro il cristianesimo. ll comunismo
col suo ateismo feroce e persecritore è pe-
netrato, a differenza dell'Islam, in tutte le
na..-ioni del mondo. Senza 1m aiuto dal-
l'alto siamo incapaci di vincere l'organi.zza-
zione geniale Il ferrea, l'audacia e la potenza
sconfinata del comunismo, ideato e guidato
con avvedutezza e astuzia diaboliche. Non
vi è vi fu mai al mondo una macchina
infernale così poderosa e umanamente irre•
sistibile come il bolscevismo.
Ma la Vergine l,a già fatto sentire la sua
presenza, e la Chiesa sarà salvata da Colei
che è l'aiuto dei Cristiani.
Le Congregazioni e Ordini che ebbero ori-
gine per volontà espressa cli i\\llaria propa-
garono le loro speciali di110.zioni moriar,e
sino a estenderle in tutto il mondo. I Dome-
nicani, il Rosario; i Carmelitani, lo sca-
polare; i Mercedari, N. S. della Mercede,
il cui culto è assai esteso nella Sp0ouna e
in tu.tie le repubbliche, ispano-americane.
I Salesiani e i loro Cooperatori ovunque
ltanno diffuso e diffondono il culto e l'amore
all'Ausiliatrice. Molto si è ottenuto, ma il
nostro cuore di figli non puii ancora essere
soddisfatto. Non dobbiamo riposare fino a
che ogni chiesa abbia un altare dedicato a
Maria Ausiliatrice, ogni famiglia il suo
bel quadro della nostra Afodonna ».
La, vita cristiana, ne1 suo più vero significato
è un dialogo amoroso tra Dio e !'nomo, soprat-
tutto aL"traverso le virtù teologiche della fede,
della speranza, della carità.
La vera fede ci fa accettare una Persona, n~u
solo il suo messaggio; è ne<>essaria perciò la .fede
piena che si fa vita, la fede che ci fa mettere
Dio in ogni istante al primo posto, aJ Suo po1;to;
al centro, come un perno su cui ogui cosa e tutti
ruotano e si gerru-chizzano i valori: riccltezza,
carriera, comodità, agi, divertimenti...
Nella virtù della speran;m Dio ci promette
l'immensa ricchezza del Suo cuoro: l'atteggia-
mento cristiano è descritto da I'aolo con una
plastica immagine: quella del corridore che, di-
mentico della stl'ada percorsa e tutto proteso
verso ciò cùe vuole raggiungere, corrn le ultime
ùistnrue con gli occhi fissi allo striscione d'arrivo.
La carità è stata diffusa nei nostri cuori di;illo
Spirito So.nto • (Rom,. 6, 6). Per essa il dialogo
d'amore con Dio ci viene offerto fin d'or::i,, come
inizio e pegno della partecipazione all'eterno col-
lo'luio d'amore della SS. TriniLà. La vita di ca-
rità yerso Dio è lo sforzo continuo ùi conservare
eil accrescere la Orazia; solamente con questo
potenziale d'energia soprannn,t,urale è possibile
amare il prossimo come se stessi.. Eppure questo
è il segno che ci ha lasciato Gesù per farci di-
stinguere nel mondo come Suoi (<:nov. 13, 35);
poichè i;e non amiamo il fratello che vediamo,
come possiamo dire d'amare Dio che non ve-
diamo! Non siamo forse ùei bugiardi'/ (cfr. 1 GIOV.
4, 20). L'amore è la testimonianza più valida,
ma anche la più difficile della nostra vita cristiana.
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v o l a r e l'IGNSU /IU l'ER LA C ONFERENZA Dl GIUGNO
Volendo esprimere con un paragone la, reoltà,
della vjta cril\\t,iana poi remmo dire che la fede
è come la radice di una pianta afl'onclata nel
lerreno i11 cerea di un nutrimeuto. La speranza
Ì' simile al tro,nco ohe sostiene i rami sui quali ger-
mogliano i fiori e maturano i frutti. La Unfa, che
~aie a portare nutrimento e vita alli~ pfo,nta rap-
presenta la carità. Ogni pianta, però, ha bisogno ili
respir.11re e compie qu.e11ta funzione attraverso le
foglie che possono .raffigurare le pratiche religiose,
che si fondano sulla fede, la speranza e l'amore
da cui ricevono il loro senso e valore e senza
cui sono come fiori e foglie finte, pure apparenze.
Vi sono purtroppo 1nolti cristiani cbe rtlla do-
manda: Sei un buon cristiano,•• per i11tta ri-
sposta vi mostrano l'immagine llella :Madonna
che portano nel portafogli o quella di S. Antonio
o di S. Rita. Oppure rispondono: Si, vado a
.M:essa quando posso». ~ l'lii comunico a Pasqua».
«Sono 1m bénefàttore dell'orfanotrofio o.
.Ma basta tuLto questo? Ci vogliono, sl, la
~lessa, la Pasqua, la beneficenza, ma da, sole
non bastano al;l'atto.
Non di pratiche ed oaeervanze esteriori ò [atta
la Religione cattoli-0a, ma ili spirito e verità, che
si manifestano nelle pratiche e si nutrono con esse.
'.I] A COLLOQUIO COL PADRE
La preghiera è un diaJogo con Dio in comu-
nione d'amore e di parola attuata nel nome cli
Gesù e nell'amore dello Spirito Sunto a gloria
ùel P:1dre; è la, presa di coscienza di quell'ineffa-
bile comunione di Dio con noi e di noi con Dio
di cu.i ci ha parlato Gesù: « Se quDlcuno mi ama
sarà amato dal Padre mio e io lo amerò e mi
manifesterò a lui e verremo a lui o faremo di-
mora in lu.i» (GIOV. 14, 21-23).
Lo formule fisso delle preghiere lit1irgiclie e
comunitarie non do,ono impedirci di trasformare
la pregliiera privata in espressioni personali, sin-
('ere; 110n molle parrole, ma m.oUo amore; queslo
si. Se !!pesso il ragazzo nell'adolescenza si a.J.
lontana dalla pratica religiosa non è forse porchò
nessuno gli ha mai presentato il Cristo come
una Persona viva, un Amico sempre fedele e
buono cui confidarsi o in cui sper1uef
Il bisogno cli rinnovamento che sente la vita
religiosa attuale, seoonélo la Media/or Dei di
Pio XII, e deve conaisfore nel dare vita, compren-
sione cioè, e partecipazione al culto liturgico t .
[I] INCONTRO SACRAMENTALE CON CRISTO
Ogni uomo si incontra C()l Cristo nella Chiesa
visibile stùla terra. meglio «nego strwuenti vi-
sibili del Verbo ln<·arnato ~ come dice SAN To111-
MASO, 11arlando dei Sacra11ienti. La vita del cri-
stiano ?o partecipazione alla vita del Cri$tO per
mezzo della celebrazione e ùella recezione dei
Sacramenti.
CITES'l'ERTON ba detto: «:Mi sono fatto catto-
lico per liberarmi dai peccati». La confes~ione
è una spinta naLu.rale clol cuore e della coscienza
che porta l'uomo a buttarsi ai piedi del con-
fessore per cercare aollievo e trarne forza per
la lotta. Risultato convergente dell'umile con-
fessione da una -parte e tl'una paterna bont.>,.
dall'ultra ò la yioia che fa-0eva. esclalll11re a GtA•
coMo 111.AJ'Fl-:t: «Com'è bella la confessione! Ab-
braccerei il conf.e1-1sore tutte le volte ohe mi con-
fesso!~- Non bisogna dimenticare il secondo
aspetto ili questo sacramento: quello formativo.
Dice il Card. SIRl: «Il sacramento della Peni-
tenza è il massimo strumento, non solo per la
pu.rilicazione delle anime, ma ant'be por la loro
oducRzione». Nel confessore c'è Gesù stesso ohe
ci prende per mano per ac(lompa.gnarci al Paùre!
La santità con.sisle nella partecipazione ~empre
più perleLta alla vii.a dh·iru1; non c'è via più sicura
e diretta che attraverso l'EucarE'stia. ~ Chi mangia
me vive di me e per me•: lo ba detto Gesù!
Conclm,ionc
« Vostro figlio è molto grave. Se volete vederlo
ancorà, veniLe presto~- Questo il tenore del te-
legramma giunto durante la gneITa tlel 1915-18
a due genitori piemontesi dal lontano Trent,ino.
I due si oons11ltano; non è _possibile aoconere en-
trambi: Va' tu, - dice la mamma - io non
mi sento. Farò cuocere una bella pagnotta e
la porLerai aJ nostro raga-zzo a nome mio•·
Il papà parte e rlopo un viaggio lungo e fati-
coso giunge all'ospedale ove è ricoverato il figlio.
Che pena prova nel vedere il suo mgazzo tutto
fasciato alla tesLit, immohile, sfinito. Non vede,
ma sente e può articolare qualche parola. «Gra-
zie, babbo. E ln mam.rru1it ~- • Non b.a poluto
venir.e; lo sai, siamo poveri e poi il viaggio è
tanto lungo... )fa ti manda quesLo pll.Ile che
ha preparato per te! •·
Il !'Olùato prende quel pane, lo accarezza e
incomincia a sbocooncellru:lo. «Il pane della
mamma! Com'è saporito! t. A poco a poco ne
mangia una buona parte e comincia a senLirsi
meglio. È l'inizio della gna.rigi,one. Il pane della
mamma lo ha salvaLo.
Parlando nel giugno ùel 1864, Don Bosco
disse ai ragazzi: «Se io potessi mettere in voi
un grande amore a l\\faria e a Ges1ì Sacramentato.
quanto sarei fortunato. Vedet.e: dirò uno spropo-
sito, ma non importa; sarei disposto per ottenere
queslo a strisciare con la lingua per terra di qui
sino a Superga. .il: uno sproposito, ma io sarei di-
sposto a farlo. Lamia. lingna andrebbe a pezzi, ma.
importa nienLe; io allora avrei tanti giovani santi~-
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I IL CONSIGLIO al lavoro
Ferve in tutta Italia il lavoro di organiz-
zazione del nostro Pellegrinaggio a Roma
e a Pompei. Il numero dei partecipanti ha
superato ogni più ottimistica previsione; ma
a noi preme che il Pellegrinaggio riesca
bene e porti i frutti desiderati. A questo
fine i vari Centri P. U. hanno bisogno di
essere assistiti e aiutati dai Consiglieri ispet-
toriali e locali, i quali partico]armente in
questa circostanza debbono dimostrarsi, quali
sono, il braccio destro del proprio Delegato.
Per facilitare loro questo compito accennia-
mo qui al lavoro che essi sono chiamati a svol-
gere p_rima, durante, dopo il Pellegrinaggio.
D PRIMA.
Il nostro Pellegrinaggio non dovrà es-
sere utile solo ai fortunati che potranno
parteciparvi, ma a tutti i Cooperatori e a
tutte le Cooperatrici. A questo fìne affi-
diamo allo zelo dei Delegati e dei loro Con-
siglieri il compito di creare un clima caldo
cli fervore papale e mariano, organizzando
manifestazioni atte a far sì che il Pelle-
grinaggio di Roma e di Pompei sia il pel-
legrinaggio di tutti. Così gli animi saranno
pronti a celebrare con frutto le « Giornate
di Preghiera » indette dal Rettor Mag-
giore per i giorni del Pellegrinaggio.
Per quella data ogni Centro organizzi una
manifestazione che serva a solennizzare il
grande avvenimento e a dare ai Coopera-
tori impossibilitati di pellegrinare a Roma
il conforto di una viva partecipazione spi-
rituale alle preghiere per il Concilio. Così
il Pellegrinaggio diventerà veramente il Pel-
legrinaggio cli tutti.
fJ DURANTE
L'organizzazione, l'ordine, la disciplina sono
elementi essenziali perchè ogni numero deJ
3G
programma si svolga con piena e generale
soddisfazione dei partecipanti. I Consi-
glieri potranno portare a questo fine il più
valido contributo.
Caratteristica squisitamente salesiana è
lo spirito di famiglia, la gioia serena, la
gentilezza cordiale fatta di amabile sem-
plicità. I Consiglieri si adoperino per far
regnare sovrano questo spirito tra tutti i
pellegrini.
Una parte notevole del programma è oc-
cupata da manifestazioni religiose: rappre-
sentano il motivo essenziale del nostro Pel-
legrinaggio. La partecipazione ad ognuna di
esse sarà viva e sentita se in ogni gruppo
vi saranno Consiglieri zelanti che lavore-
ranno per ravvivare nei pellegrini la fiamma
della pietà.
Il DOPO
Ogni pellegrino porterà da Roma e da
Pompei una somma di ricchezza spirituale
che lo accompagnerà per tutta la vita. I
Consiglieri e gli Zelatori potranno, con la
preghiera, la parola, l'esempio, contril>uire
efficacemente ad accrescere questa ricchezza
spirituale a benelìcio dei fratelli.
Le giornate di Roma e di Pompei non si
esauriranno in se stesse. Per ogni pelle-
grino esse dovranno segnare una ripresa
di vita spiritllale e di attività apostolica
più intensa, più generosa, più salesiana: sarà
questo per ogni Consigliere il frutto più
prezioso della propria fatica e dello spirito
di dedizione con cui avrà contribuito alla
riuscita del Pellegrinaggio.
1;; evidente che tutto questo complesso di
attività deve essere avvivato da un. pro-
fondo spirito soprannaturale e salesiano. Al
che servirà l'impostazione soprannaturale di
tutto il lavoro organizzativo.

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ESEMPI
Convegno Decurioni del Lazio
Circostanze porticoln.ri hanno per-
messo a Roma un riuscitissimo Con·
vegno Decurioni del La.zio: la pre-
senzn del Rev.mo Rettor Maggiore e
del novello Cardinale salesiano Raul
Silva e l'attualitll del temo trattato.
Nella Basilica del Sacro Cuore il
22-3-1962, convennaro circa 50 aa-
cerdoti, i quali dopo aver cnntnlo il
Magrtifuoat, ascoltarono breve ptUoln
del Rev.mo I spettore Don Luigi Fiora.
Dopo il bacio della Reliquia del
Santo, ebbe inizio il Convegno.
Il sig. I spettore salutò i presenti,
tra cui S. E. Rev.ma Mons. Biagio
.Uudelacci, Mons. Prospcrlni, Monl!.
Lannutti (Ordinario Pnlntino), Mons.
Fagiolo e numerosi sacerdoti, alcuni
venuti anche da lontano.
Il Delegato lspettoriale Don But•
t.irelli lesse le adesioni di Ecc.mi
Vescovi, che con rammarico si dice-
vano forzatamente assenti, ricordò i
decurioni scomparsi dall'ultimo con-
vegno ed infine diede la parola a
Don Ado1fo L'Arco, i.I quale svolse
il temo: At111ali1à dcll'OratorÌQ per lo
salve-aa della giovent~. TI giovane
di oggi - affermò l'oratore - è
certamente più provveduto quru1to
al cibo, al vestire, elle comodità
dello vita, di quanto non lo fosse
ieci. lli saziato la fame del corpo,
si è fatta più lancinante quella dello
&pirito e del cuore. lJ giovane si
sente solo e 1100 amato. La famjglia,
il ca.lore dell'affetto non sempre
glielo dà. La scuoio non sempre
ijUpplisce la famiglia co:me dovrebbe
e neppure collabora con essa. Resll.l
o.llora il sacerdote, unico o provve•
dere a questi giovanetti. L'associa-
zione non può arrivare a tutti. L'ora-
torio allora è provvidenziale e di-
viene una necessitò per uno panoc•
chia. Andiamo al.lo scuola di Don
Bosco e ,alveremo i nostri gioVllll.i.
La conversazione cbe segul fu
(mimata. 1 present.i erano in massima
porte giovani sncerdol.i, che porta-
vano interessanti esperienze.
Circa il problema del personale
per l'assisteuzn, l'organizzazione, ecc.
il Delegato i~pelloriale p:re.ientò l'U-
nione Cooperatori come una solo•
zione di esso, ed inviti) i presenti a
spendere qualche iriomata per ve•
dere in. loco alcune esperienze inte-
ressonli d; cooperatori al servizfo di
llil direttore d'oratorio.
L'ispettore fece OmB.j?giO n tutti
del volume: Organizziamo l'ormorio
(Alessi, L.D.C.). Don Buttarelli foce
alc11De comunica?.ioni sui corsi di
ese.rcizi spirituali per sacerdoti Coo-
peratori; domandò la collabornzione
pe.r l'istituzione dello rivendita di
M. l2 nella propria panocchia e
presenti) il programma del pros,;imo
convegno nazionale Romo-Pomp<li.
Applauditissimo giunse il Rev.mo
Don Ziggjotti, che parlò a lungo esor-
tando allo curo dei giovani nella
scuola e nell'oratorio.
A mensa i confratelli decurioni
furono invitati ad ossidarsi con tutti
i confratelli della comunità, in post.o
centrale, e co,I ebbero modo cli sen-
tirsi veramente di un'unica famiglia.
I chierici del Pontificlo Ateneo
Sale&iano eseguirono canti folclori-
stici delle rispetti"" regioni di pro-
venienza.
Parlò il Rettor Moggiore, al quale
rispose Mons. Bruno Fagiolo, della
Sacra Congregazione dei Sacramenti.
Chiuse commosso S. Ein. il Card.
Raul Silva, che esortò i presenti u
vivere lo spirito di Don Bosco, che
ho come caratteristica quello di
amare i poveri.
Dopo il prnnz!J i convegnisti furono
nccompl\\gllOti a visitare i lavori in
corso del Pontificio Ateneo salesiono.
BOLOGNA
Giornata di Aggiornamento Sacerdotale Salesiano
Benedetta dall'E:m.mo Cardinal
Giacomo Lercaro, Arcivescovo dj
Bologna, venne preparata con l'in-
vio di nno lettera-invito o Lutti i sa•
cerdot.i dell'Archidiocesi e fu tenuta
il 28 fohhraio.
Furono oltre settanta i presenti,
tra i qunli Mous. Carlo Fortini, pro
Vicario Gçner.ole; Mons. Elio Or-
landi e Don Giuseppe Serra, Condi-
rettori diocesani dei Cooperatori,
anche in rappresentanza del Direttore
diocesano, impedito pe.r mn.latlio;
Mons. Attilio Chelli. Rettore della Ba-
silica di S. Petronio; e parecchi Vicari
foranei e Parroci di grondi prurocchie.
Presiedette il Rev.mo Don Luigi
Ri.cçeri, Direttore Generale dei Coo-
peratori, col sig. Ispettore Don Plinio
Gugiatti.
Nella cappelladell'Istituto s'iniziava
la « Giornata » con la meditazione
sul tema: San Domenico Savio, fruuo
della educa..--ione &oarJotale.
Subito dopo giungeva l'Em.mo
cw Cardinale Arcivescovo, a porgeva
il saluto l'Jspettore Don Gugiatti.
Quindi il telalorc Don Fovini svol-
geva il tema ()Oiltrale: Attu.alità dcl-
roptrra degli Oratori, secondo il pen•
•iero "gli in.segnamenti di Don Bosco.
Dovendo Suo Eminenza rec.ar,sì al
Seminario Regionale, prima dj par-
tire volle rivolgere una parola.
Espresso il suo compiocimenLo per lo
« Giornata » e per le trattazione, ne
sottolineava due punti:
Non semp:re si potrà avere n di-
sposizione quello dovizia di locali e
ili ellrezzatura che esigerebbe Ull
oratorio oggi; ma anche Don Bosco
cominciò con poco: imitiamolo.
Tu soprotllltto Don Bosco ci
è modello di inesauribile carità sa-
eetdotale, e di dedizione allo giovenLil,
anche con imm~ sacrificio perso-
nale: seguiamone le mirabili orme.
.Mentre il Cardinale parlava, ve•
niva spontnneo pensare che nncbe
lui segue le orme dcl grande Apostolo
dci giovani ospitando nel suo pa·
.lazzo arcivescovile un gruppo di
giovani bisogno•i, atudenti e operai.
Nell'intervallo i Sacerdoti esami-
narono il materiale coteclùstico della
L.D.C., esposto in una sula vicino.
Ne.Ilo cipresa della seduta il De•
legato regionnle Dou Ceresa offrl ai
convenuti umi bui,ta-omuggio con
copia del Regolamento dalla P. U.,
del Bollettino Salesi1mo, di Meridia-
no 12 e dell'Almanacco por tr,tti e il
,•olume di Don Bongiovonru Ftr•
mento crÌ3tiano.
Quindi Don Polatti, Diretto.re sale-
oiano di Ferrara, trattò il tema della
Pia Unione: origine, svilu()pi, vrui•
taggi, settori di attività.
Il signor Don lliccori chiose l'as-
semblea toccando il problema dellu
stampa, come armo ultrapotente di
apostolato cattolico.
Gli intcrvWlllti fW'ono poi invitati
a sedere alla mensa salesilllla e nel
pomeriggio continua~ouo o interes-
sarsi della mostra catechistfoo e un
gru~po visitò i laboratori-scuola.
Tra I frutti concreti si possono no•
tare: 25 sacerdoti recero domando di
iscrizione allo P. U.; 22 chiesero l'in-
vio del Bolleui110 (gli altri lo riceve-
vano già); 20 sacerdoti chiesero la
visita de.I Delegato alla loro par-
rocchio per radunitre i vecclii iscritti
alla P. U.; 9 sacerdoti chiesero una
« Domenica Salesiana » nella loro
parrocchia; 17 ,ocerdoti segnalorouo
la festa di Don Bosco celebrato in
pnrrocclùn.
a,

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Convegno Zelatori e Zelatrici Vocazioni a Torino
Fu pre5ieduto dal Rev.mo Don
Luifri Ricttri Ml signor l•ptltorc
Don Lui;,.,i Pilollo.
Scopi del convtirno: )) Sen•ihiliz-
:<ure e qunlificurc nlauni tro i migliori
Cooperatori Cooperatrici, rcr un
nrostoloto che è ~empre più ncce•·
>11ric, e uri;cntl'. 2} Portare frrrnento
di zelo pt'r lt' YOcazioni nei ~ntri
dej Cooprratori, pnrlnre dd pro•
blrmn, renliunrl' •tmtlche ini,lnth·n
in merito. 3) Impnrnre l'ortr cli il-
lnmino.rc, com irwore fencinlli e foo•
dulle che han11<1 In vocnzionl'.•. •critt n
in fronte, ma IOJlrattutto fore 01)l'ta
amYinzionr P""'"° le mammr ~ ì pupll.
Il reh:ttorc Uun Lorenzo Zncchut,
trotti) in fon1111 c•aorientt' il lrmn
della Yoca.:;ÌQrlC'; Il Dolegoto io11el•
toriale Dou lloffo lrotteggiò lo /i•
guro drllo Zda10r,i e d~llo ZdolJ'ic,i
dtllt 1 o,,a:ioni. Il •iii-nor l<pettore
invit<I n In, Ol'IU'e guardando lontano,
sen.20 u.,,pcttarsi un frutto immediato.
Seminit11no! All'ùrlzio di ogni .-ocn•
zinuri c•ò uno figaro, un fttlto, unn
parola,"" ,wcrifìcio. ~ht furono prov•
vid~o,iiuJi e dctcnnìonnli. fl llignor
Don Ricceri ,i compioet1uc del lo-
, oro fotto e della -,,olonll) dei pre-
,...nl.Ì 1!J <1ualliìcari,i e in1µe,rurusi di
prefortnr.n in <1ue,l11 aposlol1110 tanto
curo nl Ntore di Don Bo•co.
TI couvcguo lasci,, in tulli nn vho
,en,o di !IOddisfa.::iont' r fu dnto di
rù,conltnrc unn adroione di ruiin.ti
,·crnmrntt- eommovi,mr: "'ll"o che
qu""to npo•tolnto ~ •rntlttl dui nostri
Cooprrutorì e Cooporutrid, special-
mente in•cguunli.
Visita al Seminario S. Abbondio di Como
Pre-,,;o ìntl'•U col Reunn- 1M
~mùta.rio « S. \\bbondio • C,,.nn,
\\louo. Eu!(4'nio Fontana, f.onperB•
lore Enlcsiuno, il Delegato l,f>~llO·
riole Don Vignnlo ho fotto unn vi•
8ÌlU 8 qnell'lsl iLulo.
Dopo unr cc1111to con i Su,,criori
tra un dialogo fraterno di noti,Je
intomo o Don 60,00 e allo. C'.or11ttt•
i:n:zione, di cui si mootmrono J!hÌ<llli,
rh·olse la pnroln ai giovnni •crnino·
risli con uno c•>nforeoza infor111u1i v11
,uUa l'iu Unione. l.'ucendo quindi l'in•
, ito di ode-ione a coloro che har1110
,:iii compiuto i 16 auni. e per u1rt.;tQ
hm1 1Utchr ai pUrt'nti, dbLcibul o tutti
unu bello irnmn11inr di 51111 C:iovnrmi
Bosco e frot• girurc due docu 1110ntori
cl1r pforc1uero a'S511i: Trionfi di un
ru~a:,:;:o •anta e L~i Ji 1..ourdcs.
li mollino ae~ent" ttlebiv In
S. ,1e1m1, o cui fece ~eguirt' lo medi-
taziooc con richùtmi ogli i11,egno-
me11li di Don llo~co e fll(li esempi di
an Domenico Sa,io.
S'ìntrall"1mc quindi con \\loos. Rrt•
tott, con !!li aJtri :>up,-riori e io
partieolnre <'fil l)irettort' •piritualc
Mon». GoetQ1to Co.nrtelli, pure Coo-
peratori' sul,••inno, nl quale •uggerl
le oormc pratiche per 1,, nuove i•cri•
mmi dd -.cm.inamti cht• lo vorrOllllo
fatt e .-011ccrtò il modo di costituire
c.. un pict'CIIO ntro di fA<>P"rntori nel
Scrniuurio olt',MI. di c11i Mon,. Ca-
sortellr •urt, il Decurione.
Nuovo Laboratorio Cooperatrici
Do Lre unni~ ,orlo o Cm,1tllu111111ure
di Su,hia lo l'ltudenUllU 'l'tologico
Snl.,..iano lnttrnozionole. do," uu'ot•
rnnlino di rhirric-i di ,·arie 1u11inni •I
preparano al <urrrdoz:io.
Le Cooperatrici ommirnnn e be•
guono ~Clii rnl11•iB!mo l'nttivit/1 di
•111e•l'op~ro rn•l lx-Ila e p111v, ideo•
zinJe. Per l'ordinozione "1ttrdolllll'
drì , cnti-rllf' nov,-lli ••u:rnlotì il
~ruppo del lnhornlorio ba 111,.1,arato
<'a.miei pin11ctt·, rotte, tutto t'oc-,.
rorrente p~r lu eelebmzinne del
S. Saarifioio.
;JO
Oru ,lllnno racco11lir111lo fou<li
per offrire nlla c.11p11rlln ùdlu Stu-
drntato un bell'o,t.cn,orio.
A coruindore dal 111- pro"'imo
daranno inizio o tlt-llr rivtndite di
Hrruli,1110 12 con trento çopie.
:Sono 111 prepara,ione altre atti•
villi chr dovranno cnntrihuire II svol-
~tre la « r.,unpa~a drlla mo111litll •·
I.a 1trnrro•ità e la IH11\\ln delle Coo-
J>t'ralriri di questo c..nlrt> ranno "U•
l>C'r,rrr c11mlun(flle difficoltà e mct•
lere u •t'f\\izio del hene ojtni ritoglio ,li
Lcmpo e il Si,,=ore le benedice.
IN BREVE
RO\\L.\\
Il Cenlro Dunnn Stampo « Dnn
Bo•co,, di R11mu-'l'c.,,toccio luvoro
du due anni con ieclo r>er intenJ<ifìcw-<1
ntll~ fomiglie cri•tio.nc lo difTo~ione
dclla lilampo rllltolic.i. Vuolt' ri11"1'itt
o ,-incere il pttiriudi:tio, assai dìfTu,o
anche tra i rottolici, che la •t.ornpll
no•lrn non sin nllrnente nò pince•
vole. Fu pure furvionoro ooo ricca
biblioteca pnrrocchiolc bll.lle orA'uui~-
7nlll e nggfornotn, dando un ei.empio
di oltualitll e "('n•ibilitù ncll'opo•to•
lato, degno dj r•-.rre irnituto.
r.ur...L;-xO
li Centro hpeltoriule dì '1ila110
ho eoldeggiato l'upcrluro di t.ro Ltuo, i
Lnhoratori di (;oopcrntrici: crnrlln
di 8,1/ana (Corno), cii Tm·iglio (ll~r-
Co,.,, llnmo) e di Rru(lhrrio (\\fìlan<>).
li
d, R1'l11t1Dnf' per Coopero-
tori è riu•cìto 11nrhc •1nest'on1111 r,m
pieno tiOddi~fa,done. Si sono trmr te
20 Ju7Joni di rutedii~rno, ogni do·
men.iao gru alle ore 17,30 in vin Co•
panico, alle ore 21 in ,in T3onw.in.
i comincib 111 rrima ùomrnic11 di
fehlm1ìo e ti ehio-e la don1cuica
8 aprile. Volto pu volta •i di•tri•
buh-a al purtrcipnnti lo schernft ,lt•llu
lc)".io11<", t<J-il eh~, poLoxooo "'CJ{\\IÌrlu
ogoi volta con lo schema in 1110110.
Le Cooperatrici del Loboratorio
hanno offerto onche quest'annn o
l',1111 Ero. il Cordiu.tle \\fonlini rinqu~
...-rvi1,i cornplrli di 1mramenti ~acri
per le chic•e 1100, e dellit ciul\\. t;
il •eltimo 011110 o vo diventando unu
bello tradì.ione.
\\:"ICOXA
li Convegno dc!!li 2{,latori e Zr-
r.. lutrici •lOJitpn pre.ieduto dnl KÌJ.!.
Ispettore. Oon ~rhincn.riol svol,r il
tema: A1woli11) ~ nrcr1si1it d1•lla .inr111m
buona. Porto tlcl eonvegnn pns..ò
nell'e"'1JtJ.inarc le rclo.ziorù dell.- Rl•
hvtlà s,·olte nei vnri ttnlri e nr·l
dJ,cutere le iui;riutive e pro110,tr
1>er ìocrementurc tJUC5to ap,hlOl,tto.
COl\\fACCJUO
lo occa•i0lll' drllu festa ùi Snn Cin-
, ,.nni Boijeo, nr!(aniruata dai C.1np.--
mtori e dagli rx allievi dr.Lia l'Ìl tà.
con l'ìoten•eutn tll S. E. il Ve,covo
Mons. Giovanni Mocellini. 11n gruppo
delle più fef\\·cnti e fecfoli Coo11er111 ril'i,
i11viu1te dal l)elel{nto Don Ctirr•m,
~i riuni:ronn nd 1111lazzo dell' '\\. C.
J)('r costirnirc il Consiglio loenl" e
il Gruppo d.-11.- Zdatrici. Il Diret-
t11rc diocc,Jollno \\fon,. V"tto Feuoni,
ì•11irotore e nrgunìuotore della Ce,tn,
d,iuse In riunione presenuurJo ,.,.
bilo nn piccolo progrn1.ll.1Wi di lnvorc,.

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CASTRIG A O DEI G-RECI (Lecce)
Frutto immediato del convegno dei
Decurioni salesiani dcl Salen10, te•
nuto a Lecce ncllo scorso gennafo, Iu
il prop11:rito del Pnrroco di Castri•
guano dei Greci di costituire il
primo gruppo di Cooperatori snle-
s:ian.i e di fe!!teggiarc Don Bosco.
RIET[
TI Centro Cooperatori di l'licti,
che bo sede a S. Rufo, <lgni anno ce-
lebra lo fest.a di Don BosL-O cou
grande solennità facendovi precedere
uru1 novena e associandovi l'incontro
dei Cooperatori, al qunle interviene
anche il Vescovo Diocesano S. E.
Mom. Cavanna. Anima del movi-
mento è il parroco Don Adriano
Silvlllilrclli. Direttore dioèesano dei
Cooperatori.
MARTANO (Lecce)
Un nutrito gruppo di CQoperntori
e di Cooperatrici diretti dal novello
Parroco del Sunto Uosario, agi..oee
salesianumente anche &ellZ0 a, ere i
Salesjani e ogni unno onora Snn Gio-
vanni 11osco, il oni amore è ormai
radicalo nel C1JOre dei martanesi.
CATANIA
I Cooperatori del Ceni ro di ,,in
Teatro Greco, in oCClli'iOne d.clla
S. Pnsqua, hanno attuato anche
quest'anno una iniziativa che va di-
ventando tradizionale. Nel magnz•
zino di un Cooperatore salesim,o,
nelle Settimana Saotn. furono pre-
dicnLi gli Esercizi Spirit1lnli trn le
pile cli stoffa. Vi hanno partecipato
tntti i dipendenti col principale in
testo, che li hanno conclusi col pre-
cello pasquale e con una gita in
pullman, ofi'ertu dnJ titc>lere della
ditta. Hanuo pure visitato i carcernti
e i loro bambini nell'Asilo-uido, por•
tando loro doni di ogni genere, spe-
cialmente lettore sane per i detenuti.
CARLENTlNl (Sirncnsn)
Verso la 6ne di febbraio alcuni
Zelatori e Zelntrici con lavoro pa-
ziente ptesso l'anngrnfe ricavarono dai
registri i doti anagrafici di tolti i
giovani d'ambo i sessi nati dal 1947
nl 1942. Quindi di casa in casa, d:i
labomtorio in laboratorio o posto di
lavoro, sono nndoti cercandoli per
invitarli od una « 'I're giorni » or-
gonizzatn per essi. Garwr:ù cU bot·
tega, ~artine, apprendisti muratori,
commessi, ecc. ogni sera alle 16 le
rognzze, olle 19 i ragazzi, nel salone
parrocchiale della chiesa-mnd,,e hanno
goduto di serate varie e utili, chi=e
con l'« Appuntamento in Paradiso»
e con documentaci ontechirtici. Da-
toci di lavoro o impreudito~i furono
lieti di meuere a disposizione doi
Cooperatori e delle Cooperatrici sa-
lesiane la giovent11 adolescente nelle
ore pomeridiane, sgm1ciandoli dal ln-
Yoro qualche orn primo. I ragazzi
furono 140 e le ragazze 150 ogni
giorno. Ci fu anche qui qualche
prima Comunione e si mede il vin
a svilllppi apostolici, come l'in•
contro quinilicinnle per le rngazrie
apprendi.te e l'inizio di un Oratorio
alla salesiana per i ragazzi.
ALBA (Cuneo)
Tra le Oratoriane dell'Istituto
Maria Ausiliatrice di Alba, P11rroc-
clrin N. S. dello Moretta, officiai.a
da.i 1'1'. l.;iusoppini di Asti, è SlBLO
istituito un Gruppo Giovanile ili
Cooperntrici snle>liane. Le 15 gio-
vani Cooperatrici lavorano con cn•
tusiasmo fra le ragazze delle fiorenti
Associazioni dello Parrocchia: p11r
l'upostolnto della buona stampo;
per dare ogni domenica un volto
nuovo ed nuraente all"Oratorio, per
confezionare indumeoLi per lo M.i.s.-
sioni, csegniti da loro stesse o af.
fidati alle allieve della scuola INAPLL
È bello constatare quanto l'ideale
dello cooperazione sulesiana abbia
concfUÌ/lO quelle ardenti giovinezze.
PER LA BIBLIOTECHINA DEI COOPERATORI
PENSIERI. Rncoolta di scritti spirituali già pubblicati su , Città Nuova , .
Città Nuova Editrice - Roma - L. 1zoo.
Igino Giordani li definisce: , Acqua viva che, purificando il materialismo
umano, rimena di continuo l'anima alla essenzialità della fede, alla bellezza
della carità. Pensieri alti, illuminati, e pur cosl piani e semplici. Verità di
sempre: eppure arrivano alle nostre menti con tratti di novità sorprendente•.
GlUSEPPll oe LIBERO
VITA DI SAN FILIPPO NERI APOSTOLO DI ROMA
Roma Oratorio di Roma, pp. 517.
Oltre ai pregi intrinseci all'opera, c'è per i Cooperatori il vantaggio di cono-
scere e gustare una spiritualità gioiosa e... parente prossima di quella salesiana.
PER L.1
lHPES.\\ llEU11\\ \\fllilALITA
" Occorre che I cattolici dl[endnno da
i dlritli della reUglonc e del buon
costume, sollevino energiche proteste
della pubblica opinione. la cui reaz.Lone,
mos,rando qual è realmenlc li comune
senllmento. imponga aUe Autorità com..
petenti di addlvcnl:re al necessari
provvedimenti di prevenzione e dl
repressione ".
PIO Xll
Milano
Una Cooperatrice, passando ac-
canto a un'edicola, vede esposta
una figura oscena. Si rivolge al
giornalaio e dice: Se voi ritirate
questa brutta stampa e mi assi-
curate di non esporla più, io vi
prometto d i venire a compl'rare
qui ogni giorno L'Italia o. li patto
continua pacificamente da ambo
le parti. E così la Cooperatrice
ha occasione di osservare se c'è
dell'altro da censurare.
Casale Monferrato
Avendo il Segretariato Diocesano
per la Moraliti1 lamentato «ve-
dute o moralmente intollerabili of-
ferte in occasione di giostre, tiri
a segno ecc., il Segretariato Cen-
trale ha ricordato che l'art. 69
della Legge di P. S. pre~cri, e p,:r
tali ~ pubblici trattenimenti t la li-
cenza del!'Autorità locale di P. S.,
nonchè l'articolo 125 del Regola-
mento P. S. il quale pi:cscrive che
nel coru:edere la suddccta licenza
l'autorità locale di P. S. deve
vietare che si espongano oggetti
offensivi del buon costume».
Roma
In seguito alla segnalazione di
una mamma, è stato denunciato
un droghiere, il quale, oltre ai
generi propri del suo commercio,
vendeva fotografie pornografiche.
La visita dei Carabinieri del Nu-
cleo di Polizia del quartiere nel
retrobottega ha condotto alla sco-
perta addirittura di un arsenale
pomogralico.
Novara
Due interventi del Direttore del
Segretariato Moralità presso il
Capo Gabinetto della Prefettura
hanno ottenuto il ritiro di foto-
grafi.e indecenti esposte nelle ve-
trinette di cinema-teatri. Un ami-
chevole colloquio col libraio ha
condotto al risultato di togliere
dalla bacheca il volume La matta,
con figura femminile provocante.
AUTORJUAllO"'B DEI. TRIBUNALI! DI TORl"'O IN DATA 16 flillUAAIO 19-IQ, NUt,,tERO 403.
CON AJ'PROYAZION:t l'CCUlSIASTICA
DIRFrfOR~ RfSPONSADILl,: SAC, 001T. PIETRO ZUIBll'iO, YIA MARIA AUSIUA'DUCE, 3~ TORINO (7 ra) - OFFICINB GRAF!CHS ;. E. I
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Pubblicazioni dell'Accademia Mariana Salesiana
Auxllium Christlanorum
L'Ausiliatrice della Chiesa e del Papa
Relazioni commtmoratlve per il Cinqnanttnario deU'lncoronazione dì Ma:na
Awcifium Otri11io11orum, nella "oa Builic:a di Torinn {1903-17 mlljlgio 1953).
Volume in-8 cli plJC. 291 con un centinaio di illustrazioni iu nero o colmi
L. 1500
L'Immacolata Ausiliatrice
Relru:ioni ~.ommrmorotive dell'ADno Mariano. Volruno m-11 di png. 43S
coo illustrazioni L. 1700
l'Ausiliatrice nel domma e nel culto
Rel■zioni al Conl!JU80 di Mariologia interoaz:ionele. P... 160 L. 600
Atti dell'Accademia Mariana Salesiana
PIIJÌDC 207 L 1200
L'Immacolata e San Giovanni Bosco
Studio atorico-teologico di Don Bertetto ulla preaenza di \\!aria Jmm■•
colaui Aimliatrico nella vita, nello opero e o,ill'apostolnto educativo dl
San Giovanni Bosco, prereziooo di Uoo Eugcoio Ceria. Pag. vm-117 L. 700
per ordinazioni rlvolgersl •Il• SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
COIISO IIEGIHA MAIIGHIIUTA, 176 TOIIIHO C. C. ,osTJ.ll 2/171
BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI 01 SAN GIOVANNI BOSCO
Dlrez:Jone: via Maria Auslllatrlce, 32 • Torino • Telefono 48-41•17
Al 1° del mese: per I Cooperatori e le Cooperolrlcl Salesiane
Al 15 del mese: per i Dirigenti delle Pie Unione
SI Invi• gratuitamenr.. Spedizione In ebborwunenlo postale. Gruppo 2•
*Fecciemo noto ei benemeriti Cooperatori e olle benemerite Cooperatrici
che le Opere Seleslene hanno Il Conio Corrente Postale con Il numero 2-1355 (Torino)
sotto le denominez:ione: Direzione Generale Opere di Don Bosco Torino 712
Ognuno pull vele,..ne con risparmio di spe,a, nell'lnvlere le proprie o/ferie,
ricorrendo all'ulflcio postale locale per Il modulo relativo
*IMPORTANTE - Per cornzloal d'Indirizzo si prega d'Inviare anche !'Indirizzo vecchio.
SI ringraziano I Slg. Agenti postali che respingono, con la notlfleazlonl d'uso, I Bollattlnl nan recapitati.