Bollettino_Salesiano_199111


Bollettino_Salesiano_199111

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2 · 1 NOVEMBRE 1991
~ il
Rivista fondata da san Giovanni Bosco nel 1877
Quindicinale di informazione e cultura relig iosa edito
dalla Congregazione Salesiana di San Giovanni Bosco.
INDIRIZZO
Via della Pisana 1111 - Ca~ella post. 9092 - 00163 Ro-
ma-Aurelio - Tel. 06/65.92 .915.
Conto corr. post. n. 46.20.02 intestato a Direzione Ge-
nerale Oper,e D'c5n Bosco, Roma.
DIRETTORE RESPONSABILE
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Margherita Dal Lago - Giancarlo De Nicolò •
Eugen io Fizzotti - Francesco Motto.
Collaboratori: Giuliana Accornero - Teresio Bosco - Paolo
del Vaglio · Monica Ferrari · Sergio Giordani - Pierdante
Giordano Antonio Mélida - Gaetano Nanetti - Maurizio
Nicita - Nicola Palmisano - Angelo Paoluzi - Cosimo
Semeraro - Silvano Stracca.
Impaginazione: Ufficio Grafico SEI
Archivio: Guido Cantoni (Roma)
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
Spedizione: Stabilimento Grafico SEI - Torino
Fotocomposizione, Stampa: ILTE - Torino
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA
* Il primo di ogni mese (undici numeri , eccetto agosto)
per tutti.
1115 del mese per i Cooperatori Salesiani.
Collaborazione: La Direzione invita a mandare notizie e
foto riguardanti la Famiglia Salesiana e s'impegna a
pubblicarle relativamente alle esigenze redazionali. Te-
sti e materiali inviati non vengono restituiti.
Edizione dì metà mese. A cura dell ' Ufficio Nazionale
Cooperatori (Alfonso Alfano) - Via Marsala 42 - 00185 Ro-
ma - Tel. (06) 44.50.185 .
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in 40 edizioni nazionali e 19 lingue
diverse (tiratura annua oltre 10 mili oni di copie) in: An-
tille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Ca-
nada - Cecoslovacchia (in slovacco) - Centro America
(in Guatemala) - Cile - Cina (a Hong Kong) - Colombia
- Ecuador - Filippine - Francia - Germania - Giappone
- India (in inglese, malayalam, tamil e telugu) - Irlanda
e Gran Bretagna - Italia - Jugoslavia (in croato e in slo-
veno) - Korèa del Sud - Lituania (edito a Roma) - Malta
- Messico - Olanda - Paraguay - Perù - Polonia - Por-
togallo - Spagna - Stati Uniti - Thailandia - Uruguay
- Venezuela - Zaire.
DIFFUSIONE
Il BS è dono-omaggio di Don Bosco a chi lo richiede .
Copie arretrate o di propaganda : a richiesta , nei limiti
del possibile .
Cambio di indirizzo: comunicare anche l'indirizzo vec-
chio.
SOMMARIO
7 SUI SENTIERI DEL TEMPO
La scuola cattolica in Italia
di Don Egidio Viganò
8 EST EUROPEO
A piccoli passi verso l'Unione Sovietica
di Umberto De Vanna
35 FAMIGLIA SALESIANA
L'Associazione..di Maria Ausiliatrice (ADMA)
servizio redazionale
36 PROBLEMI SOCIALI
Comincia dai giovani la lotta alla «piovra»
di Gaetano Nanetti
39 PASTORALE MISSIONARIA
La missione tra i Kivari non è un palo secco
di Alfredo Germani
RUBRICHE
Attualità Salesiane, 4 - Lettere, 6 - I Nostri
Morti, 42 - Solidarietà, 43
1 Novembre 1991
Anno 115
Numero 16
In copertina:
in questo numero
l'omaggio del nostro
Calendario 1992
(Foto copertina
De Marie)

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: CONTI CORRENTI POSTALI
I
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Certificato di accreditam. di un versam.to di
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1 Lire __________________________
ntestato a: : sul C/C N.
462002
intestato a:
11 Bosco
1 ROMA
1 Direzione Generale Opere Don Bosco
I Via della Pisana, 1111 - 00163 ROMA
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liiPOA'flRft: non scrrvere nelle zooa soprastante!
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(la ca'l5ale ; obbligatoria per i versamenti afa vore
di Enti e Uffici pubblici)
CANCELLATURE.
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1 NOVEMBRE 1991 3
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-== _4._1N_o_VEM-BR_E_199_1 ====--Attualità--==============;
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ITALIA
l1 centro gioventù
Don Bosco
di Buscate
A 150 anni dall'incontro che
Don Bosco ebbe con
Bartolomeo Garelli, dando
così inizio al suo lavoro tra i
giovani e all'oratorio, il don
Gesuina Locatelli parroco di
Buscate (MD in
collaborazione con la
popolazione ha fatto sorgere
il più bell'oratorio della
diocesi di Milano. Grazie
alla presenza quasi secolare
delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, Buscate ha
l'anima salesiana e la gente
chiesa è stata inaugurata da
mons. Tresoldi, vescovo di
Crema, il 24 maggio di
quest'anno, festa di Maria
Ausiliatrice. Dice il parroco:
«Era necessario un luogo di
preghiera per tirarsi un po'
in disparte a incontrare
Gesù .. .». Dietro l'altare vi
spicca una artistica vetfata
di Gian Calloni. L' Oratorio
ora è frequentato da molti
adolescenti, giovani e adulti
e testimonia che le fatiche
sopportate dal parroco e da
una popolazione generosa e
attenta alle esigenze giovanili
sta portando frutto . Anche
in questo oratorio, come ha
fatto Don Bosco nel giorno
dell'Immacolata del 1841 ,
verranno recitate molte
Ave Marie.
impara sin dalla scuola
materna ad amare Maria
Ausiliatrice e Don Bosco .
Don Gesuina, conoscendo
bene la sua popolazione,
capì che era necessario un
oratorio più grande e più
rispondente alle esigenze
giovanili. L'architetto
Francesco Guidi,
interpretando ciò che
don Gesuina aveva in cuore,
progettò su un'ampia area
due campi di calcio, una
palestra regolamentare,
ampie sale di riunione, di
lettura e di ricreazione, il
bar e una «chiesetta»
dedicata a Don Bosco. La
Avvicendamenti
Due nuovi ispettori sa-
lesiani in Italia: don
Gian Luigi Pussino è il
nuovo responsabile del-
1' lspettoria Romana,
mentre don Domenico
Rosso in Piemonte gui-
derà per i prossimi anni
l'lspettoria Centrale.
Avvicendamento anche
in alcune nuove cariche
nazionali della famiglia
Salesiana. Nuovo dele-
gato nazionale dei coo-
peratori è don Pasqua-
le Massaro. Don Ilario
Spera è il nuovo dele-
gato nazionale degli
exallievi di Don Bosco.
In Sardegna, nel set-
tembre scorso, gli exal-
lievi d'Italia hanno elet-
to il loro nuovo presi-
dente che è il dott. Ren-
zo Romor.

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----------s/J-
1 NOVEMBRE 199 1 - 5
POLONIA
i
E"'
«HO VISTO
uN
"o"''
LA NUOVA GIOVENTÙ» ~
di Luc Van Looy*
Il 14-15 agosto un milione e mezzo di giovani si sono
incontrati con Giovanni Paolo Il a Czestochowa.
Una marea di giovani che si sentivano amici senza
essersi mai conosciuti , attratti tutti dallo stesso deside-
rio di non mancare al tradizionale appuntamento con
il Papa. A gruppi di migliaia sono venuti a Czestocho-
wa da ogni parte del!a Polonia, anche dalla frontiera
russa, con un cammino di sei, otto e anche dodici gior-
ni. Gli altri sono arrivati da oltre 80 nazioni del mondo.
70.000 giovani, di cui 12.000 francesi, hanno percorso
la strada da Varsavia a Czestochowa con un pellegri-
naggio a piedi di sei giorni, accolti ovunque con gran-
de ospitalità dalla gente polacca.
Straordinario il clima che si è creato in quei giorni.
Nessuna impressione di doversi sentire «straniero» in
terra polacca, niente documenti alla mano. Una gran-
de apertura e una splendida ospitalità. L'esercito ha
messo a disposizione dei giovani sovietici le tende mi-
litari e l'amministrazione 'comunale ha disposto che
potessero viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi pub-
blici.
Giornate intense di preparazione
L'informazione mondiale ha parlato soprattutto dei
due ultimi giorni : della veglia col Papa e della Messa
del 15 agosto. Ma questi sono stati gli atti conclusivi
di un insieme di altri eventi avvenuti nei giorni prece-
denti. Anzitutto tre giorni di «forum internazionale», du-
rante i quali è stato approfondito il tema: «Abpiamo tut-
ti lo stesso Padre». Quindi altri tre giorni di catechesi
per gruppi linguistici. Per questa catechesi , tutte le
chiese della città furono destinate ai giovani. Il gruppo
italiano è stato sistemato nella cattedrale . Un ambien-
te vasto, ma che dopo un giorno si è già rivelato insuf-
ficiente e ci si è trasferiti nella piazza antistante. Canti,
preghiere, animazione, possibilità di confessarsi fino
alle 11 . Poi seguiva la conferenza. Alle 17 vi era l'in-
contro per movimenti: Focolarini , Taizé, Comunione e
Liberazione, Movimento Giovanile Salesiano, ecc. Alle
19 l' Eucarestia, davanti al santuario di Jasna Gora.
Verso le 20 iniziava la Veglia. Ogni giorno i giovani au-
mentavano di numero: dagli iniziali 200.000, l'ultima
sera ci si stringeva stretti nella piazza.
L'incontro con Giovanni Paolo Il
Per la Veglia con Papa si cominciò a entrare nella
piazza alle ore 12 (il Papa arrivava alle 18.30). Ma il
gruppo italiano di La Spezia, per esempio, era già là
alle 9 del mattino. Alle 16 è stato annunciato: «Nessu-
no si sieda, altrimenti non ci stiamo tutti». E allora tutti
in piedi fino a sera tardi. La Veglia con Giovanni Pao-
lo Il fu davvero ben preparata e seguita con grande par-
tecipazione dai giovani. Il giorno dopo c'era la Messa
col Papa: penso che almeno 500.000 abbiano dormito
nella piazza col sacco a pelo per non perdere il posto·.
Almeno 70.000 giovani provenivano dalle repubbliche
dell'Unione Sovietica e il Papa ha voluto ricordarlo .
Così come ha voluto ricordare i numerosi militari pro-
venienti dai vari paesi dell ' Est.
È stata un 'esperienza di fede incredibile e sincera,
un momento di vera trasformazione interiore per tanti.
La parola del Papa poteva essere seguita in cinque lin-
que su frequenze particolari alla radio in tutta la città,
e fu impressionante sentire ovunque i giovani dirsi col-
piti chi da una parte , chi dall'altra del suo messaggio.
Non si sa che cosa voglia lo Spirito da questa gioven-
tù, ma senza dubbio questa massa ha rappresentato
davvero una grande novità e qualcosa si è messo in
movimento.
* Consigliere generale per la pastorale giovanile

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6 · 1 NOVEMBRE 1991
ettere
SUOR PIA. «Nel numero di
settembre avete ricordato
suor Pia Alfonsi, che ha lavo-
rato per molti anni nella Casa
Generalizia salesiana. Vorrei
aggiungere al bel profilo pub-
blicato che era stata direttrice
nelle case di Macerata, di
Roma-San Callisto e negli or-
fanotrofi di Catignano e Col-
leferro. Pur essendo figlia
unica, i genitori, buoni cri-
stiani, non si opposero quan-
do a 17 anni volle diventare
Figlia di Maria Ausiliatrice.
Era solita ripetere: "Carità:
un giorno saremo giudicati
sull'amore .. ."».
Suor Anna Grassi,
Roma
LETTERA A UN ALBANE-
SE. «Caro fratello, sento il
bisogno di ringraziarti, per-
ché la tua invasione pacifica
ci ha aiutati a vivere nella giu-
sta dimensione. Ti ringrazio:
ora mi sarà molto più facile
parlare ai miei bambini del
catechismo del significato
profondo della carità . È diffi-
cile in una società opulenta e
libertina immaginare che a
due passi da casa c'è un fra-
tello che non può comprare,
mangiare, dire e pensare ciò
che desidera. Ti ringrazio per-
ché hai dato ai nostri giovani
una vera lezione di vita sulla
libertà. Ti devo ringraziare
anche per il miracolo che hai
permesso nella mia comunità.
Cooperatori, exallievi, cate-
chisti, sacerdoti, mamme e
tante persone sconosciute, go-
mito a gomito, si sono ritro-
vate insieme in una gara di
condivisione. Grazie e scusa
se non siamo stati capaci di
offrirti di più. Sarà difficile
dimenticare il tuo smarrimen-
to e la tua paura mentre ti
portavano via e tu perdevi di
nuovo la tua libertà».
Elisabetta Olivieri,
Lecce
MASSIMO . «Sono un'exal-
lieva. Ho 21 anni e la mia vita
è stata sconvolta. Il mio ra-
gazzo, Massimo, cooperatore
salesiano, un ragazzo specia-
le, pieno di gioia e di allegria,
è morto a 23 anni in un inci-
dente stradale. Gli dicevo
"grazie di esistere", "senza
di te la mia vita non ha sen-
so". E ora lui è morto e mi
chiedo cosa sarà di me senza
di lui. Sento che quel maledet-
to incidente ha fatto scompa-
rire anche quella ragazza
spensierata e felice, allegra e
chiacchierona, un po' pazza,
che non esisterà più. Da chi è
governato questo mondo?
Forse mi farebbe bene partire
per qualche tempo come mis-
sionaria/volontaria in un pae-
se del terzo mondo, in modo
da essere utile a qualcuno e
non pensare più soltanto al
mio dolore».
Lettera firmata, Acireale
Ti siamo vicini. E vorrei
chefassero i lettori a trovare
le parole giuste per aiutarti a
superare questo momento dif-
ficile.
AMICIZIA. «Ricevo il BS da
più di dieci anni . Leggo che
molte persone confessano le
loro tristezze e amarezze della
vita e si sentono rinate con
l' aiuto di Dio. Sono convinta
che anche l'amicizia e la soli-
darietà reciproca servano
molto ad alleviare i nostri
problemi. Non serve tenersi
chiusi e timorosi, magari per
paura di non essere capiti. Se
..o
G,-4Ul>IO PBZ 1h RHE
])€L COMVNI.S/110
\\..
m
dentro di noi c'è la gioia la
dobbiamo esternare anche
agli altri, perché la depressio-
ne è la più brutta delle malat-
tie e tocca le persone più sen-
sibili. Vi chiedo di pubblicare
questa lettera e sarei contenta
di ricevere notizie da chi si
trova in particolari condizioni
di difficoltà» .
Marina Regaldo Androetto,
Via Martiri della Libertà, 61
10075 Mathi (TO)
PRIMO SANTUARIO MA-
RIANO. «Ho letto sul BS di
maggio la notizia riguardante
la consacrazione del primo
santuario a Maria Ausiliatrice
in terra africana, precisamen-
te a Akure, in Nigeria. Vorrei
ricordare che a Pemba (Mo-
zambico) dal 24 maggio del
1964 esiste una bella chiesa
dedicata a Maria Ausiliatrice.
6rl:WPIO P€/2. ._
LA- LIBél<TA
~-\\.
Il vescovo non salesiano ave-
va dedicato questa chiesa alla
Madonna di Don Bosco per
ottenere la grazia di poter
avere le suore salesiane nella
città. Cosa che avvenne lo
stesso anno. Ricordo che delle
nove case che le FMA aveva-
no in Mozambico al momento
dell'indipendenza, solo que-
sta, dedicata a Maria Ausilia-
tric.e non è stata chiusa o sop-
pressa dalle autorità di allora.
Suor M. !sabei Continho,
Monte Estoril, Portogallo
Il vescovo di Ondo, mons.
Francis Alonge, che risiede a
Akure (Nigeria) ha voluto la
parrocchia-santuario in que-
sta città perché diventasse il
centro della diffusione della
devozione a Maria Ausiliatri-
ce in Nigeria. Del resto non
possiamo che rallegrarci che
ci siano altre chiese importan-
ti dedicate a Maria Ausilia-
trice.

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-----------5'1-
;=====::;;::::::::::=:=;;;;;;:=;;;;;;:=;;;;;;=:==S u i - s e n t i e r i= = = = = = = =,~=VEM=BRE=100=1•7
===============----del f'-empo,-======~~=====::::::=:::::
Don Egidio Viganò·
La scuola cattolica in Italia
La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) organizza
a Roma, per il prossimo 20-23 novembre, un Conve-
gno nazionale sulla «Presenza della Scuola cattolica in
Italia». È un evento di speranza. Non avrà un risvolto
celebrativo, bensì una prospettiva di ricerca «tutta da
scrivere»: ~ia da parte della società civile e della comu-
nità ecclesiale verso la scuola cattolica, sia da parte
Foto Fidae
della stessa scuola cattolica verso.la cultura emergente
di un'Europa nuova.
Si può considerare come parola-chiave nella temati-
ca del Convegno quella di «Presenza». È un'espres-
sione discreta, ma sfidante. Ha dei titoli a favore a tre
livelli complementari:
- la testimonianza di una storia benemerita, pur con
difetti;
- la problematica attuale: gravi difficoltà nell'ordi-
ne sociale e politico e in quello delle responsabilità pa-
storali;
- la prospettiva di futuro per una progettazione di
saggezza antropologica e di oggettività critica.
Il rinnovamento della scuola cattolica interessa
molti genitori ed allievi: sentono il bisogno oggi di
motivazioni più chiare in riferimento agli impegni cri-
stiani della nuova educazione.
Interessa anche lo Stato e la società civile, per le in-
dispensabili esigenze democratiche della libertà e della
giustizia, in rapporto alle molteplici espressioni cultu-
rali, politiche, sindacali, imprenditoriali, nelle quali la
scuola cattolica è validamente inserita.
Interessa, infine, i Pastori del Popolo di Dio, chia-
mati a considerare in concreto e con responsabilità
più attenta le complesse esigenze culturali legate alla
nuova evangelizzazione.
.
La scuola cattolica non va concepita come un ca- .
stello medioevale di difesa. Essa è chiamata ad essere
nucleo creativo che apporta una visione antropologica
di straordinaria attualità. Dopo il Concilio Vaticano II
essa si apre profeticamente sui vasti orizzonti di fon-
dazione della «cittadinanza», come esperta in umani-
tà; guarda più al futuro che al passato per un dialogo
divenuto ormai, in Europa, multirazziale multicultu-
rale e multireligioso. La qualifica di «cattolica» ricu-
pera il suo significato più autentico di sensibilità uni-
versale alla luce della fede cristiana. Non è alternativa
a nessun valore umano, tutti li illumina e li orienta
verso una convivenza di solidarietà. È attenta ai co-
siddetti «segni dei tempi», e ne sa discernere l'ambiva-
lenza. A volte questi «segni» sono rappresentati in un
evento simbolico: così fu, per esempio, la presa della
Bastiglia nella rivoluzione francese.
Oggi possiamo considerare evento-simbolo l'abbat-
timento del muro di Berlino. La caduta di questa triste
barriera proclama il tramonto di ideologie superate;
indica la nascita di una promettente comunione di po-
poli; rilancia la democrazia con dimensioni più auten-
tiche; esige il rinnovamento delle istituzioni promotri-
ci di educazione; precisa il ruolo dello Stato a difesa
della libertà dei cittadini; allo Stato, infatti, compete
- nell'ambito culturale - «garantire, proteggere,
promuovere e supplire».
Facciamo voti perché il Convegno aiuti a saper col-
locare la scuola cattolica nell'attuale fuso orario: una
scuola senza muro!

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8 - 1 NOVEMBRE 1991
di Umberto De Vanna
« Verremo in quelle terre lontane», disse Don Bosco
al principe polacco Czartoryski. Un desiderio che
si sta realizzando. Ai salesiani è stata affidata
la parrocchia dell'Immacolata al centro di Mosca.
«Con poche secche pa-
role Michail Gorbaciov ha sepolto
la Grande Utopia del XX secolo»,
aveva scritto il Corriere della Sera
venerdì 26 luglio, quando al Ple-
num di Mosca il leader del Cremli-
no aveva posto la parola fine ai set-
tant'anni di socialismo reale, liqui-
dando l'ideologia marxista-lenini-

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2.1 Page 11

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----------~-
sta: «La nostra esperienza e quella
degli altri popoli non ci danno moti-
vi di credere che l'obiettivo del co-
munismo possa essere realisticamen-
te raggiunto in un prevedibile futu -
ro», aveva detto, lasciando di stuc-
co il mondo, ma non i russi . Ma
Gorbaciov aveva fatto pensare alla
possibilità di una svolta sin dal mar-
1 NOVEMBRE 1991 9
zo dell'85, quando andò al governo senze con 29 salesiani. Dopo la
succedendo a Cernienko. Con il suo guerra le opere furono liquidate e i
fare disinvolto, sorridente, e uno salesiani sparsi o espulsi .
sguardo attento alle cose occidenta- È quanto si legge in un rapporto
li, ha portato l'Est europeo su posi- sull'Est europeo che don Augustyn
zioni che gli esperti spiegano à fati- Dziedziel, delegato del Rettor Mag-
ca, convinti che la solidità del pa-
chiderma russo potesse essere intac-
cato soltanto da un intervento di
forza dall'esterno. Il golpe della se-
conda metà di agosto ha conferma-
to che la popolazione non soltanto
condivide ampiamente le posizioni
di Gorbaciov, ma che nella sua
spinta rivoluzionaria pretende rifor-
me e mutamenti molto più radicali.
giore per i territori dell'URSS e del-
la Polonia, ha tenuto al Consiglio
generale. «Salesiani e Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice con la seconda guer-
ra mondiale persero tutte le loro
opere e furon'o espulsi o vissero in
clandestinità», racconta don Ago-
stino. «Di quelli rimasti in Lituania
sopravvivono ancora gli anziani
don Jonas Zemaitis e don Tadeusz
Hoppe».
I salesiani lituani all'estero si or-
Radici amare
ganizzarono. Dopo una permanen-
za di qualche anno a Castelnuovo
per i salesiani
d' Asti, si trasferirono a Frascati .
Qui fondarono il «Centro Lituani
In questo alternarsi di trasforma- all'Estero ». Altri lituani lavorano
zioni e di spinte autonomistiche si ancora oggi tra i loro connazionali
inserisce anche il lento cammino dei
salesiani per riconquistare le posi-
zioni perdute nelle varie repubbli-
che dell'ex impero russo . È un cam-
mino fatto di piccoli passi, ma che
sta lentamente trovando consi- .
stenza.
La prima opera salesiana per i
cattolici di rito latino era nata già '
in Brasile e in .altre nazioni e parec-
chi sono impegnati in opere missio-
narie. A Roma e a Buenos Aires
hanno fondato editrici, pubblicano
in lituano il Bollettino Salesiano e
molti libri.
Anche i salesiani ucraini all 'este-
ro aprirono piccoli seminari prima
in Francia (l'opera si trasferì in se-
guito a Castelgandolfo), e poi a Ro-
nel 1904 a Daszawa, presso Leopo- ma e a Buenos Aires . A Roma diri-
li , in Ucraina, in un territorio che gono ancora oggi una scuola-
allora apparteneva alla Polonia. Al- seminario diocesano , che ha già da-
lo scoppio della seconda guerra to molte vocazioni, anche salesiane,
mondiale in questa nazione vi erano e hanno pubblicato e inviato in
4 opere con oltre 30 salesiani polac- Ucraina molti libri, particolarmente
chi, appartenenti all'ispettoria di per i giovani.
Cracovia.
Alcuni salesiani lituani e ucraini
Nel 1924 e nel 1928 ci furono le si preparano oggi a ritornare nella
prime due opere salesiane a Vilnius loro patria.
in Lituania. Facevano parte dell ' i-
spettoria polacca (allora erano in
territorio polacco) e nel 1939 vi la-
voravano 20 salesiani . Salesiani li- Qu~l~o~a
.
tuani formatisi in Italia avevano sz e gza rzcostruzto
fondato nella loro patria tra il 1934
e il '39 altre tre opere, con 27 con- Chiediamo a don Agostino : «I
fratelli. Anche le Figlie di Maria salesiani sono presenti ogg(in terri-
Ausiliatrice avevano aperto la loro torio sovietico?» «Nelle varie repub-
prima opera a Vilnius già nel 1924 e bliche dell'URSS ci sono già oltre
nel '34 ne aprirono una seconda a quaranta salesiani e cinque novizi.
Lauròw.
Quindici provengono dalla Polonia
Il territorio dell'attuale Bielorus- e gli altri sono già vocazioni locali.
sia occidentale prima della seconda «In Lituania ci sono nove salesia-
guerra mondiale apparteneva alla ni e otto Figlie di Maria Ausiliatri-
Polonia. Su quelle terre l'ispettoria ce, con alcune novizie», dice. «Nel
di Varsavia aveva impiantato 4 pre- 1991 hanno ottenuto il riconosci-

2.2 Page 12

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10 - 1 NOVEMBRE 1991
mento giuridico da parte del gover-
no lituano e hanno avviato le prati-
che per ricuperare le opere naziona-
lizzate.
«In Bielorussia abbiamo otto sa-
lesiani e un novizio. Nove salesiani
giunti dalla Polonia hanno dato vita
a due comunità e si occupano at-
tualmente di sette parrocchie. Dalla
Polonia è entrata in Bielorussia la
prima biografia di Don Bosco in
lingua russa. Quattro giovani sono
già in noviziato in attesa di farsi sa-
lesiani.
«In Ucraina ci sono due comunità
con otto salesiani di rito cattolico e
un novizio. Si stanno preparando i
salesiani di rito greco-cattolico, ora
chiamato bizantino-ucraino, a ini-
ziare la prima loro presenza in Leo-
poli. Stanno cercando di ricuperare
la chiesa salesiana della Madonna di
Ostra Brama e le altre opere che fu-
rono nazionalizzate. Tre suore po-
lacche hanno appena aperto una lo-
ro opera a Odessa. Nel settembre
scorso sei Figlie di Maria Ausiliatri-
ce polacche hanno aperto le prime
due opere in Bielorussia e in
Ucraina.
«II primo salesiano entrato in
Georgia è un giovanissimo. Si è re-
cato a Tbilisi appena fu ordinato sa-
cerdote, nel 1987, poi fu inviato tra
i cattolici armeni. Qui nell'89 giunse
un altro salesiano. Ora si prendono
cura di 14 parrocchie di cattolici ar-
meni. In queste comunità da molti
anni sono mancati i sacerdoti e la
pratica cristiana è da ricostruire
quasi dal nulla. La liturgia è rimasta
soltanto come memoria e lontana
tradizione. Naturalmente i due sale-
siani si occupano anche dei giovani.
«Vorrei ricordare infine che nelle
nazioni in cui si ricostituiscono le
opere, nascono anche i vari gruppi
della Famiglia Salesiana. A Odessa
per esempio vi sono già 119 coope-
ratori. Le Volontarie di Don Bosco
sono presenti a piccoli gruppi ovun-
que, gli exallievi soprattutto in Li-
tuania».
Net cuore
del territorio russo
Il nuovo arcivescovo di Mosca,
mons. Tadeusz Kondrusiewicz ha
invitato i salesiani a prendersi cura
Don Agostino Dziedziel (terzo d~ _sinistr~). in Pc_>lon1_a·, con don Van Lo_oy
(primo a sinistra) e accanto a lui m cam1c1a chiara Il nuovo parroco d1
Mosca, don J6zef Zaniewski (foto Kaczmarzyk).
della parrocchia dell'Immacolata
che si trova al centro della capitale.
«Abbiamo risposto di sì», dice don
Agostino: «ed è stato nominato
parroco don J6zef Zaniewski, pro-
veniente dalla Bielorussia». Gli di-
ciamo che una voce afferma che lo
stesso Gorbaciov avrebbe sollecita-
to i salesiani ad c;1.prire una scuola
professionale a Leningrado, oggi
San Pietroburgo.
«Non è così», risponde don Ago-
stino. «Ma effettivamente i salesia-
ni italiani dell'ispettoria Veneta est
stanno valutando alcune precise ri-
chieste riguardanti opere giovanili.
A San Pietroburgo per esempio sia-
mo sollecitati a aprire una scuola
professionale con specializzazione
in grafica e informatica. La trattati-
va è in corso. A Mosca ci invitano
a fondare una scuola grafica-
tipografica che possa fare da sup-
porto all'Accademia degli scrittori
per le loro pubblicazioni. A Puskin,
presso San Pietroburgo, ci chiedo-
no una specie di "scuola sperimen-
tale'' capace di stimoli e proposte
per i giovani e anche per i professori
delle scuole sovietiche. Si tratta evi-
dentemente di proposte che rientra-
no nella nostra competenza e nella
nostra missione a favore dei giovani
e stiamo valutandole attentamente».
I salesiani in territorio sovietico
vivono oggi molto sacrificati, spes-
so in strutture di fortuna, diventan-
do praticamente i fondatori di ope-
re impegnative senza mezzi adegua-
ti. Siamo orientati a dare priorità
all'educazione dei giovani, ai centri
giovanili, ai centri catechistici, alle
nuove vocazioni e alla comunicazio-
ne sociale in funzione pastorale. La-
vorare per i giovani non è soltanto
un'attività entusiasmante, ma porta
con s~ la certezza di porre in questo
modo· le basi solide della società.
«Il lungo e duro sacrificio e l'u-
miliazione di tanti nostri fratelli co-
stretti al lavoro forzato in Siberia, a
vivere nella clandestinità o a espa-
triare, ci dà la spinta a non fermarci
proprio ora che le porte si stanno
aprendo. La Provvidenza ci ha già
mandato tante vocazioni locali pre-
parate fino a un anno fa in clande-
stinità, e anche un bel numero di sa-
lesiani venuti da altre ispettorie».
Don Bosco parlando della Polo-
nia e degli altri paesi dell'Est, dice-
va al venerabile principe Augusto
Czartoryski: «Verremo in quelle
terre lontane». Il desiderio di Don
Bosco si sta realizzando. «La Ma-
donna di Don Bosco ci apre la stra-
da», dice don Agostino, «e ci affida
proprio la parrocchia dedicata a lei
al centro di Mosca».
Umberto De Vanna

2.3 Page 13

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,..
.--------------sB-
FAMIGLIA SALESIANA
1 NOVEMBRE 1991 - 35
I!ASSOCIAZIONE
DI MARIA AUSILIATRICE
(ADMA)
Don BQsco nel gennaio
del 1869 andò a Roma soprattutto
per due motivi: per fare approvare
la Congregazione Salesiana, nata
dieci anni prima, e per ottenere in-
dulgenze per l'Associazione dei de-
voti di Maria Ausiliatrice, che vole-
va fondare nel santuario di Maria
Ausiliatrice di Valdocco.
di comunicarvi che abbiamo accolto
positivamente la richiesta per il ri-
conoscimento ufficiale di apparte-
nenza della vostra Associazione alla
Famiglia Salesiana. ·Questo ricono-
scimento viene a coronare una real-
tà già vissuta da tanti devoti iscritti
ad una Associazione iniziata da
Don Bosco stesso...».
Le origini
Identità spirituale
Don Bosco dovette attendere il
1974 per avere l'approvazione defi-
nitiva delle Costituzioni Salesiane.
Le indulgenze per l'associazione,
invece, Pio IX le concesse con un
breve il 16 marzo del 1869. Nell'a-
prile dello stesso anno mons. Ric-
ciardi, arcivescovo di Torino, con
decreto approvava l'Associazione,
che veniva confermata da Pio IX
nel 1870, dichiarandola autonoma
dall'arciconfraternita dello stesso
nome approvata a Monaco di Ba-
viera (Germania) nel 1683; e le con-
cedeva facoltà di aggregare altre as-
sociazioni consimili già esistenti o
da erigersi in- Piemonte. Mentre
Leone XIII nel 1896 darà la facoltà
di aggregare all'Arciconfraternita
primaria altre associazioni dello
stesso scopo esistenti in qualunque
chiesa o diocesi del mondo.
Scopi principali dell' Associazio-
ne sono la «venerazione a Gesù Sa-
cramentato e la devozione a Maria,
Aiuto dei cristiani», dai quali se-
guono impegni e privilegi spirituali
elencati nel regolamento scritto da
Don Bosco stesso e ora in via di rie-
laborazione secondo le disposizioni
del Concilio e del nuovo Codice di
diritto canonico. L'Associazione
crebbe e si diffuse progressivamente
con alternanze di periodi più o me-
no intensi, sino a raggiungere oggi
circa 3200 associazioni sparse in tut-
to il mondo.
Neua Famiglia Salesiana
In occasione del centenario della
morte di Don Bosco, nel luglio del
1988 fu celebrato a Valdocco il pri-
mo Congresso Internazionale del-
l'Associazione di Maria Ausiliatri-
ce. Furono presenti oltre mille asso-
ciati di 14 nazioni. Essi chiesero al
Rettor Maggiore presente al conve-
gno di riconoscere ufficialmente
l'appartenenza dell'Associazione
alla Famiglia Salesiana. La richiesta
fu esaminata dal Rettor Maggiore e
dal suo Consiglio e il 5 luglio 1989
fu emesso il decreto di tale ricono-
scimento. Scrisse il Rettor Maggiore
in quella circostanza: «Ho la gioia
L'Associazione promuove la par-
tecipazione all'azione liturgica della
Chiesa, soprattutto con la frequen-
za dei sacramenti dell'Eucarestia e
della Riconciliazione. In essi gli as-
sociati trovano la sorgente per testi-
moniare le Beatitudini nel proprio
ambiente di vita e di lavoro. L'As-
sociazione favorisce una pietà sem-
plice, attenta alle celebrazioni ma-
riane; ama la recita del rosario.
L'Associazione è fedele a Cristo e
alla sua missione di salvezza. In
particolare si preoccupa delle fami-
glie e ha cura delle vocazioni, laica-
li, religiose e ministeriali, impe-
gnandosi a condividere le gioie, le
speranze, ma anche gli ostacoli e le
sfide che emergono dal mondo at-
tuale.
Infine l'Associazione si sente uni-
ta alla Famiglia Salesiana e condivi-
de con essa l'impegno per l'educa-
zione cristiana della gioventù.
La sede dell'Associazione primaria è a To-
rino, presso il santuario-basilica di Maria
Ausiliatrice. Chi desiderasse altre notizie o
intendesse aderire all'Associazione può scri-
vere al Centro Mariano Salesiano o alla Se-
greteria ADMA, via Maria Ausiliatrice, 32 -
10152 Torino.

2.4 Page 14

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36 - 1 NOVEMBRE 1991
PROBLEMI SOCIALI
CoM1Nc1A DAI-GIOVANI
LA LOTTA ALLA «PIOVRA»
di Gaetano Nanetti
La nuova gioventù
rifiuta di chinare la testa
davanti ai violenti.
Sta nascendo una nuova
consapevolezza.
«Si può vincere»,
ha detto il Papa
al popolo di Napoli.
Per contrastare con ef-
ficacia il fenomeno droga «baste-
rebbe educare i giovani al gusto ve-
ro della vita, renderli capaci di do-
nare la gioia di vivere alle persone
che sono alla ricerca di quel surro-
gato della felicità che è appunto la
droga. Tutto, quindi, sta nella pre-
venzione». Ad esprimere con forza
questa convinzione è mons. Anto-
nio Riboldi, vescovo di Acerra. Il
suo nome è da tempo ,sinonimo di
testimonianza dell'impegno concre-
to contro la criminalità organizzata,
che sulla droga, oltre che sul racket,
sui Sequestri di persona e consimili
attività criminose ha creato la sua
smisurata potenza, sinistro coagulo
di denaro sporco e di morte.
Se la scuola funziona
Mafia, camorra, 'ndrangheta o
come si voglia chiamare la piovra
che allunga i suoi tenracoli avvol-
gendo in una morsa soffocante isti-
Foto Archivio SEI - Di Francescantonio
tuzioni, politica e larghi strati della
società, fanno affidamento soprat-
tutto sulle assenze: dello Stato, del-
la famiglia, della scuola, «Quando
in un quartiere di emarginati - dice
ancora mons . Ribaldi - hanno co-
struito una scuola con palestra e
campi da gioco, improvvisamente la
descolarizzazione è passata dal 32 al
3 per cento, la criminalità giovanile
si è ridotta. Quando invece hanno
fatto scuole "per i poveri" la desco-
larizzazione è salita».
Che cosa fanno tanti ragazzi che
non hanno alle spalle una famiglia
salda e non frequentano la scuola?
Si lasciano catturare dall'organizza-
zione criminale. Le statistiche ci di-
cono che il 47 ,5 per cento dei reati
denunciati in Italia riguarda giovani
della Campania, delle Puglie, della
Calabria e della Sicilia . Sono le
quattro regfoni in cui la condizione
dei minori è più degradata e le ri-
sposte delle istituzioni meno effica-
ci. Qui la violenza quasi la si respi-
ra, il successo lo si conquista anche
vantando gli anni trascorsi in gale-
ra. Ricorda mons. Riboldi: «Un
giovane camorrista di 23 anni mi ha
detto che ogni volta che va in carce-
re quando esce viene più onorato
dalla gente, come se avesse compiu-
to una grande impresa».
Certo, la criminalità organizzata
trova nel Sud d 'Italia un terreno
particolarmente fertile. Ma , atten-
zione, avverte padre Ennio Pintacu-

2.5 Page 15

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-----------5'1-
1 NOVEMBRE 1991 37
da, la piovra non è solo al Sud. Lo
sarebbe se la mafia fosse solo vio-
lenza fisica, omicidio. E invece la
--rrrafia---èucerca-ctei-putere,--esercitato
non solo grazie al controllo del ter-
ritorio, «ma anche con una presen-
za nelle istituzioni, perché c'è biso-
gno di connivenze, c'è bisogno di
porte aperte per trasportare droga,
Calabria, ossia del capoluogo di
quella Locride che i sequestri di per-
sona hanno reso tristemente famo-
-sa. Così ,<-calabrese» +ùiventato-si-
nonimo di mafioso, l'abitante della
Locride identificato «tout court~>
come un sequestratore. E invece -
dichiara il Vescovo - «c'è intorno
a noi tanta gente buona, laborio-
non intendono chinare la testa da-
vanti ai violenti. Troviamo le loro
lucide testimonianze in una pubbli-
-caziorre--che--esce-ora <1--cura---delF-0-
ratorio Salesiano di Andria, in pro-
vincia di Bari, la stessa comunità
che tempo addietro li ha invitati a
tenere un ciclo di conversazioni sul
tema «La Chiesa e la piovra».
Al centro, mons. Antonio Ciliberti, vescovo di Locri (Reggio Calabria);
a fianco mons. Antonio Ribaldi, con alcuni fedeli di Acerra (Napoli).
22478
armi, denaro sporco». Padre Pinta-
cuda - che a Palermo si è disposto
sulla linea del fronte nella lotta al
crimine - è lapidario: «II reale in-
treccio mafioso è uno solo: mafia,
politica, economia».
Testimoni qualificati
Se è fuorviante limitare al Mezzo-
giorno il campo di attività della pio-
vra, è non meno ingiusto emettere
giudizi di condanna nei confronti di
una intera collettività, di intere re-
gioni. Ad affermarlo è mons. Anto-
nio Ciliberti, vescovo di Locri, in
sa». Grazie al riconoscimento di
questa incontestabile realtà molti,
da ogni parte d'Italia, hanno testi-
moniato alle popolazioni sane della
Locride la «compartecipazione sof-
ferta alla nostra condizione causata
dalle difficoltà in cui ci dibat-
tiamo».
Mons. Riboldi, padre Pintacuda,
mons. Ciliberti: tre uomini di Chie-
sa che pur a diversi livelli di respon-
sabilità, seguendo proprie linee d'a-
zione pastorale, esprimendosi forse
con accenti diversificati, offrono il
loro impegno alla lotta contro la
piovra, correndo grossi rischi perso-
nali ma ottenendo di richiamare at-
torno a sé gli onesti che vogliono
opporsi al dominio criminale, che

2.6 Page 16

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38 · 1 NOVEMBRE 1991
E
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Buon compleanno, Gesù!
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21', con guida didattica. Testo e
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menti proposti dal programma per
comunicare ai ragazzi lo spirito festo-
so del Natale.
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far nascere nei bambini e fanciulli il
desiderio di festeggiare il Natale con
gioia e tanta felicità.
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ciulli di 4-8 anni.
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tà natalizie: piccolo vademecum per
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bre, vengono raccontati gli episodi
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Nando e il nipotino Carlo Alberto Ju. (oggi ha 13 anni).
Con la mafia
si può vincere
Tre cristiani chiamati da altri cri-
stiani che volevano riflettere con lo-
ro sul fenomeno della criminalità
organizzata, per conoscerlo a fon-
do, per capirlo e, attraverso questa
via, per meglio disporsi a contra-
~tarlo. Una esigenza, questa, sentita
in modo speciale da un vitalissimo
Centro di educazione giovanile qual
è l'Oratorio Salesiano di Andria,
collocato in una Regione, come sot-
tolinea amaramente il Direttore don
Mario Sangiovanni, «ormai diven-
tata la quarta Regione del Paese che
si trova a fronteggiare l'emergenza
criminalità».
Le tre testimonianze - l'annota-
zione è di Michele Palumbo nella
presentazione - sono concordi nel
sottolineare che la criminalità orga-
nizzata è da considerare il peccato
sociale più grave. «Se l'obiettivo di
ogni cristiano è la liberazione dal
peccato, le coscienze .degli uomini
debbono rendersi conto che bisogna
attuare una liberaziqne dal peccato
sociale».
C'è ancora una nota che accomu-
na le tre testimonianze: l'ottimi-
smo, nonostante tutto. Per mons.
Ciliberti è l' amore che alla fine vin-
cerà sull'odio, sulla cattiveria, sul-
l'egoismo per quanto potenti essi
siano. L'ottimismo di padre Pinta-
cuda nasce non da una fatua illusio-
ne ma dal concreto, progressivo
formarsi di una coscienza sociale, di
una coscienza di Chiesa. «Si può
sconfiggere la mafia», ha scandito a
sua volta mons. Riboldi. «ma ci
vuole l'impegno di ciascuno, un im-
pegno sorretto dalla speranza cri-
stiana».
La Chiesa ha da tempo abbando-
nato l'antico atteggiamento di in-
differenza verso la piovra, per ac-
quistare piena consapevolezza del-
1' esistenza di questa piaga. Oggi
condivide totalmente l'esortazione
del Papa al popolo di Napoli: «Evi-
tate lo scoraggiamento, si può vin-
cere».
Gaetano Nanetti

2.7 Page 17

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----------#1-
PASTORALE MISSIONARIA
1 NOVEMBRE 1991 39
LA MISSIONE TRA I KiVARI
NON E' UN PALO SECCO
di Alfredo Germani
Il difficile cammino
verso il Figlio di Dio
delle tribù Shuar e
Achuar. Il missionario,
vita dura e poche
soddisfazioni immediate.
È il prezzo che deve
pagare per una
promozione che però si
tocca con mano.
Dopo 25 anni e più di
missione, con tutti i miracoli e gli
«spropositi» che sappiamo fare noi
missionari, nel 1989 mi catapultaro-
no nella missione di Chiguaza per
curarmi l'artrosi e calmarmi un po-
co. Per 16 anni mi ero gettato a ca-
pofitto nell'impresa di fabbricare
un sistema di educazione umana e
cristiana degli shuar e degli achuar,
cosa che sopravvive ancora oggi
nelle mani degli stessi indigeni col
nome di «Tuntufnmani shuar-
achuar unufmiamu», vale a dire «Si-
stema di educazione radio!onica bi-
culturale shuar-achuarn.
Jiria di missionario
Nei tre anni in cui ero stato vica-
rio pastorale avevo poi istituito al-
meno una ventina di lettori e qual-
che accolito con il permesso espres-
so o presunto del vescovo, e avevo
Sénak. Rito del sorso di «chicha» (in shuar ccnyiamanch», parola che si usa per la cccomunione» nella messa).

2.8 Page 18

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40 - 1 NOVEMBRE 1991
visitato più volte tutte le missioni e
molte comunità native. Mi ero in-
dustriato in tut-ti i modi per pro-
muovere una liturgia shuar, una
evangelizzazione che partisse dalla
cultura del popolo, una catechesi a
base della mentalità kivara, come
era scritto in tanti libri importanti
che cercano di far capire ai missio-
nari che l'indigeno ragiona meglio
di noi, ma con una logica che non è
la nostra.
Mi impegnai tra l'altro a dar vita
a una piccola comunità di giovani
nativi con un certo desiderio di arri-
vare un giorno al sacerdozio. Ero
proprio stanco: le ginocchia non vo-
levano saperne più di piegarsi per
salire e scendere per i vari sentieri
sdrucciolevoli, e andare per selve,
attraversare corsi d'acqua col fondo
di sassi o di melma, a volte con il re-
galo terminale di una vertiginosa di-
scesa per un burrone, preludio di
una faticosissima salita uguale e
contraria _ Ancora oggi ricordo
quella passeggiata a Sunkants, per
le montagne vicino a Sucua, in cer-
ca di un passaggio verso Azogues e
Cuenca nella Sierra. Non c'era an-
cora tutta la strada che ora si ar-
rampica per la valle dell'Utunkus.
Dopo un quarto d'ora di equilibri-
smi su un traballante ponte di bam-
bu e liane, cominciai a salire. Quan-
te volte avevo già percorso quell'iti-
nerario! Conoscevo quasi ogni cur-
va, ogni tratto di fango , ogni pietra.
Meno un buco, quello in cui misi
senza accorgermi la gamba sinistra.
Fu la fine : la ritrassi slogata, dolo-
rante, senza forza. Non so come ar-
rivai al villaggetto, non so come riu-
Sucua . Ritiro spirituale degli Etsérin (ministri della Parola) .
scii a confessare quei quattro cri-
stiani di lassù . E che Messa! In bili-
co sulla gamba destra_ Eppure biso-
gnava far coraggio a quello sparuto
gregge di piccoli credenti.
Per qualche tempo continuai a vi-
sitare i villaggi, approfittando però
dell'aiuto straordinario che mi of-
friva una piccola moto YAMAHA_
Ma talvolta il problema era lo stesso
o peggiore. Si spegne il motore al
guadare un torrente, la ruota ante-
riore sprofonda nel fango, si sgon-
fia una gomma senza possibilità di
ricambio. Pazienza, si va avanti
zoppicando.
La comunità
di Chiguaza
Ora sono qui. O meglio, siamo
qui. Con un altro sacerdote, un san-
t'uomo, zoppo anche lui. Sessanta-
due anni ciascuno . E per lo meno lo
aiuto raggiungendo le comunità in-
digene vicine che costellano l' unica
strada carrozzabile, la Macas-Puyo.
Lui invece, che è parroco, cammina
ancora per fango e selva, e fa dav-
vero miracoli, coadiuvato da un
Un simbolo religioso shuar:
tre tronchi con un solo fuoco
al centro.
Peem
Flauto con
4 buchi
Giovane achuar.

2.9 Page 19

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- - - - - - -- - -- sB-
gruppo di etsérin (ministri della Pa-
rola) che prolungano ogni domeni-
ca l' attività del parroco . Seguiamo
il direttorio pastorale, riuniamo
ogni mese quel gruppo di volontero-
si e... avanti. In realtà, avanti va
lui. Io sto quasi sempre nella mis-
sione, dove c'è anche una comunità
di Figlie di Maria Ausiliatrice che
alla domenica sono impegnate an-
ch'esse con noi nei villaggi, e duran-
te la settimana insegnano taglio e
cucito a un gruppo di giovanette
shuar interne. Anch'io faccio loro
un po' di scuola, oltre a celebrare
Messa e a confessare. E il sabato
riuniamo un gruppo di adulti che
vogliono continuare gli studi con
l'educazione a distanza: la radio
spiega il testo e la riunione settima-
nale aiuta a chiarire i punti oscuri.
L'impatto
con il mondo dei k[vari
Un giorno ci venne l'idea peregri-
na di ottenere il titolo di proprietà
delle terre della Missione . Si tratta
di una necessità, per evitare furti di
terra da parte di coloni abusivi.
Non l'avessimo mai fatto! Mentre
gli incaricati misuravano il terreno e
Unt Chiwias (Chiguaza).
Mons. Teodoro Arroyo
istituisce due ministri shuar.
la suora con tre o quattro ragazze li
aiutava tagliando rami con il ma-
chete, arriva un gruppo di kivari fu-
riosi e impedisce il lavoro . «Qui è
già tutto aggiustato, ci sono i limiti
segnati, non c'è bisogno di titoli di
proprietà» . Si spiega la faccenda, ci
si lascia da amici. Ma la terra è an-
cora là, col pericolo di invasione da
parte di gente estranea.
Vado col camioncino della Mis-
sione a celebrare la Domenica delle
Palme in un villaggio. Per la strada
trovo l'accolito (regolarmente isti-
tuito) che sta venendo senza ave!
fatto la celebrazione. Che sarà? E
un caso triste. Tre anni fa gli è scap-
pata la moglie e lui ha continuato a
compiere il suo dovere, ma la gente
non Io accetta più volentieri. «Va
pure, ci penso io », gli dico . Ma lui
vuole accompagnarmi. Celebriamo
insieme, coi ragazzini e la donna
che sono venuti. Poi lui insiste per-
ché gli lasci il Santissimo, perché
vuole celebrare la Parola e distribui-
re l'Eucaristia anche nei grandi
giorni del Triduo Santo . Lo accon-
tento .
' La settimana dopo vado a ritirare
il Santissimo . Trovo tutto il viottolo
della cappella con l'erba ben taglia-
ta; entro. La pisside è là, vuota e
con il purificatoio ben posto sopra.
Hanno celebrato , si sono comunica-
ti . Mi sento un po ' meglio .
Ma qualche giorno dopo il parro-
co va a celebrare un matrimonio in
un villaggio vicino . È anche Il fune-
rale del padre dello sposo: è tutto
un mistero pasquale, dalla morte al-
la vita. E trova il nostro accolito.
Ha appena chiesto in moglie un'al-
tra donna. E vuole continuare a fa-
re l'accolito. Le cose si complicano
maledettamente. Naturalmente non
c'è niente da fare.
Sì, certe volte uno pensa che il pa-
lo secco che stavano innaffiando i
primi missionari non fiorisca anco-
ra (così aveva detto al Papa quel
santo vescovo che era mons. Co-
min, apostolo di questa gente) .
Sembra che tutto vada bene e al-
l'improvviso ti accorgi che siamo
ancora da principio. Qualche rosa
1 NOVEMBRE 1991- 41
comunque nasce. E non voglio par-
lare del progresso umano: quello è
visibile, i missionari vi hanno con-
tribuito . Ma non c'è bisogno di es-
sere cristiani per arrivare all'Uni-
versità, come sono già arrivati vari
indigeni, o per creare una struttura
organizzativa come la Federazione
Interprovinciale dei Centri Shuar e
Achuar , oggi al 28° anno di vita.
Voglio riferirmi precisamente a
quella promozione di comunità cri-
stiane - sono oggi più di cento su
trecento villaggi shuar e achuar - a
quell'avvicinamento insensibile ma
continuo della cultura indigena ai
modelli cristiani che la nuova evan-
gelizzazione inculturata, promossa
nella propria lingua shuar da mini-
stri autoctoni, va a poco a poco ot-
tenendo. Oggi la cultura indigena è
chiamata ad aprirsi a Cristo, incar-
nazione unica e irripetibile della di-
vinità, che gli indigeni già antica-
mente conoscevano in forma imper-
fetta e plurale, chiamandola Ani-
tam. Ma la tradizione ha il suo pe-
so . Un dirigente diceva la settimana
scorsa «Anitam è An1tam e ba-
sta! », dando a intendere che invece
i missionari hanno predicato un Dio
straniero, incarnatosi in Gesù, che
non avrebbe nulla a che vedere con
il popolo shuar.
Ma Gesù lavora lui . La «Re-
demptoris missio» dice che le cultu-
re indigene devono essere illuminate
dal Vangelo . In esse ci sono tanti
piccoli semi che devono diventare
pianta robusta, come quella di cui
parlava Gesù. Noi abbiamo il com-
pito di innaffiare quella pianta: ma
l'acqua viva è lui.
Il mese scorso, una ragazza, che
abbiamo battezzato nel giorno del-
l'Epifania con tutta la famiglia co-
me negli Atti degli Apo stoli,mi dice-
va: «Come mai nella Messa hai det-
to «Juka winia iydshrukete» (Que-
sto è il mio corpo) e poi invece ci in-
segni che nell'Ostia c' è Gesù e non
padre Aij' (Alfredo)? ». E siccome
le spiegavo che precisamente nella
consacrazione il celebrante presta la
voce, ma è Gesù che agisce, conclu-
se solennemente «Certo, è proprio
così ».
Don Alfredo Germani
Misi6n Salesiana
Chiguaza (lvforona-Santiago)
ECUA DOR

2.10 Page 20

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42 · 1 NOVEMBRE 1991
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
;::::-==--==--==--==--=---- ----"'Na-,si-=n=:.--:=========:-:;;
= = =Mfirti·-==--==========~
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITIITO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
«... lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco con sede in
Roma(oppure all'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire..., (oppure)
l'immobile sito in.~ per gli scopi
·perseguiti dall'Ente, e
particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
«... annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure 11stituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente per
l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari e
per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
ALBERT ing. Federico, t Lanzo il 19/6/1991 a
92 anni.
Due volte sindaco di Lanzo (Torino), l'ing. Al-
bert amò questa cittadina e le sue valli e fu ricam-
biato in stima e in generosa risposta alle sue sol-
lecitazioni e ai suoi progetti. Pur essendo un tec-
nico aveva una cultura umanistica vasta, gratifi-
cata dal confronto con gli altri e da una giovanile
e fresca curiosità intellettuale. Ebbe convinzioni
cristiane profonde, che visse nella dinamicità del-
la professione, e nella quotidianità della vita so-
ciale e familiare. Era orgoglioso di essere proni-
pote del beato Federico Albert, il santo parroco di
Lanzo. Di lui tracciò un mazzo di appunti, «Voci
di casa•, per non disperdere i ricordi. Fu un gran-
de amico e benefattore dei salesiani , dei quali eb-
be sempre generosa ammirazione, talvolta supe-
riore ai meriti.
t LAPTALO sac. Stefano, salesiano, Torino il
17/4/1991 a 76 anni.
Proveniente dalla Jugoslavia nell'immediato
dopoguerra, si inserì nella comunità della Casa
Madre di Torino-Valdocco con discrezione e ge-
nerosità. Per lunghi anni ogni domenica celebrò
·la prima messa del mattino nella Basilica di Maria
Ausiliatrice e fino all'ultimo fu fedele all'impegno
delle confessioni. Dal suo confessionale, posto
alla destra dell'altare di San Giuseppe, irradiava
conforto e incoraggiamento. Dopo tanti anni di
esilio, è stato trasportato nella sua patria, per ri-
posare accanto ai suoi genitori nel paese nativo.
ROBALDO sig. Pietro, salesiano, t Torino il
26/4/1991 a 83 anni.
Era partito giovanissimo per l' India, deciso a
servire con grande generosità il Signore e i fratelli
come missionario, ma dovette fare ritorno per
motivi di salute. Visse a Valdocco mettendo a di-
sposizione di tutti le sue doti, in particolare la co-
noscenza delle lingue. Fu un salesiano osservan-
te, arguto e versatile. Amante della musica e abi-
le organista, si gloriava per il mezzo secolo di ser-
vizio nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino.
t CAPORRO Amelia, cooperatrice, a Lanuvio il
2/12/1990 a 80 anni.
Ha dedicato la sua vita interamente agli altri, di-
videndosi tra il lavoro e i suoi doveri di madre e
moglie. li suo grande amore alla vita la aiutò a su-
perare i momenti più difficili. Seppe trasmettere
ai suoi figli e nipoti i grandi valori cristiani.
GIANFRIDDO suor Carmelina, Figlia di Maria
Ausiliatrice, t Pachino (Siracusa) il 16/4/1991 a
75 anni.
Donna prudente e saggia visse con intensità
l'amore verso Dio che la spinse a consacrare la
propria vita per il bene dei giovani. Insegnò a mol-
ti ragazzi la lingua italiana, come insegnante di
Lettere in molte case della Sicilia, e fino all'ultimo
fu vicina a quelli più poveri con lunghi pomeriggi
di doposcuola. Oltre la scuola, sr. Carmelina in-
segnò a tutti un grande senso di responsabilità e
una gentilezza straordinaria. Semplice, serena,
attiva, comunicava con forza la mitezza del
cuore.
ARENA suor Natalina, Figlia di Maria Ausiliatri-
ce, t Cavoretto (Torino) il 13/3/1991 a 94 anni.
Conobbe le Figlie di Maria Ausiliatrice frequen-
tando l'Oratorio festivo di Trino Vercellese, dopo
aver trascorso la sua fanciullezza presso le Suore
della Beata Antida. All'Oratorio si senti subito a
casa. Cominciò a respirare quell'aria di allegria e
di testimonianza che maturarono in lei la scelta
per la vita salesiana. Amò molto le giovani e per
sedici anni insegnò loro il cucito e il ricamo con
grande sensibilità, seguendo ciascuna nella pro-
pria vita spirituale. Poi, con sofferenza, accettò di
lavorare nel silenzio dei laboratori dei confratelli
salesiani. Con molta preghiera preparò così la
lunga stagione della malattia che aprì la sua vita
ad una crescente disponibilità verso il dono com-
pleto di sé al Signore.
ZARATTINI Mario, exallievo, t a Comacchio il
6/5/1991 .
È stato uno dei primi iscritti fondatori del grup-
po exallievi di Comacchio e per oltre 35 anni ha
servito fedelmente la causa salesiana nelle dure
battaglie per il ritorno dei Figli di Don Bosco nella
città. Si è distinto per serietà, onestà e attacca-
mento a Don Bosco, di cui era affezionato estima-
tore .
LUPO suor Maria, Figlia di Maria Ausiliatrice, t
Catania il 27/12/1990 a 86 anni.
Entrò tra le FMA a 27 anni, matura e professio-
nalmente preparata. Fu direttrice, ma soprattutto
un 'ottima insegnante di lettere, esigente e mater-
na, comprensiva, imparziale e formativa. Durante
la sua ultima malattia, quando le fu impossibile
alzarsi, entrò in un'atmosfera di pace profonda e
di totale adesione al volere di Dio.
VERONESE sig. Giuseppe Alberto, salesiano,
t Campo_Grande (Brasile) il 16/5/1991 a 90 anni.
Lavorò per molti anni nel Collegio Don Bosco a
Campo Grande come insegnante e infermiere.
Sempre in qualità di insegnante si trasferì poi nel-
la prelatura di Alto Araguaia. Esercitò a lungo l'at-
tività di infermiere nelle missioni salesiane tra i
Bororo e gli Xavante e, in alcuni casi, fece quasi
da medico. Aveva ricevuto un attestato di bene-
merenza dal governatore dello Stato del Malo
Grosso per il lavoro svolto nell'ospedale di Meru-
ri. Gli ultimi dieci anni li trascorse nell'aspirantato
di Campo Grande. Si distinse per l'amore all'Au-
siliatrice, a Don Bosco e alla Congregazione.
Sempre presente tra i giovani, suscitava gioia e
serenità.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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AWERTENZE
Per eseguire il versamento, il versante deve cc
sue parti, a macchina o a mano, purché con inchi<
bluastro il presente bollettino (indicando con chiar
intestazione del conto ricevente qualora già no,
stampa).
NON SONO AMMESSI BOLLETTINI RECANTI
ABRASIONI O CORREZIONI.
A tergo del certificato di accreditamento è rise
l'indicazione della causale del versamento che è ot
gamenti a favore di Enti pubblici.
La ricevuta non è valida se non porta i bolli e gli 1
zione impressi dall'Ufficio postale accettante.
La ricevuta del versamento in Conto Corrente R
in cui tale sistema di pagamento è ammesso, ha val
la somma pagata con effetto dalla data in cui il vi
eseguito.
Qualora l'utente sia titolare di un Conto Corrent,
al proprio nome può utilizzare il presente bollettin,
RO, indicando negli appositi spazi il numero del pr
di traenza(che deve essere conforme a quelladepc
viandolo al proprio CCSB in busta mod. Ch42-c l-
ii postagiro ha valore hberatorio per la somma
dalle data di addebito al conto traente.

3.2 Page 22

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CONTI CORRENTI POSTALI
Ricevuta di un versamento
o certif.to di addebitamento di l. t:::::========:::I
Lire _____________________ _
sul C/C N.
462002
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111 - 00163 ROMA
intestato a:
eseguito da _________________
residente in __________________
SPAZIO RISERVATO Al CORRENTISTI POSTALI
Titolare del C/C _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
addi _ _ _ _ _ _ _ __ _
Bollettino
o postagiro dil. t:::::====:::
Lire ________ ___
sul C/C N.
462002
Direzione Generale Opere Dc
Via della Pisana, 1111 - 0016:
eseguito da ______ _
residente in _____ _ _
SPAZIO RISERVATO Al CORRENTISTI
Titolare del C/C _ _ _ __ __
Firma
addi _ _ _ _ __ _ _ __ __
Bollo a data
Bollo lineare dell'Ufficio accettante
L'UFFICIALE POSTALE
Cartellino
del bollettario
Bollo lineare dell'Ufficio accettante
numerato
d'accettazione
L'UFF. POSTALE
pr og ress.
>000000000046

3.3 Page 23

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-----------5'1-
1 NOVEMBRE 1991 - 43
S,lidarietà
Borsa: Maria Ausiliatrice, per ringra-
ziamento e in suffragio dei genitori
Marchese Angela e Nicolò Barrano, a
cura di Barrano Salvatore, L.
2.000 .000 - Borsa: Maria Ausiliatri-
ce, in suffragio dei miei defunti, a cura
di N .N., L. 1.500.000 - Borsa: Maria
Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco, in-
vocando protezione, a cura di Lo Mo-
naco Concetta, L. 1.000.000 - Borsa:
S. Giovanni Bosco, per grazia ricevu-
ta, a cura di N.N., Asti, L. 1.000.000
- Borsa: Don Bosco, a cura di N.N.,
L. 1.000.000 - Borsa: Maria Ausilia-
trice e Don Bosco, in memoria e suf-
fragio del papà Giovanni Caset, a cura
di Beppino e Sandra, L. 750.000 -
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, in memoria e suffragio di mamma
Antonia C lemente!, a cura di Beppino
& Sandra, L. 750 .000 - Borsa: Maria
Ausiliatrice e Don Bosco, invocando
protezione e in suffragio dei defunti
Famiglia Bottazzo Mondino, a cu ra
delle Sorelle Bottazzo, L. 700.000 -
Bo rsa: Alla memoria dell'amico Sac.
Alessandro Feltrin SDB, a cura di
Marchetti Elena e Pietro, L. 500.000
- Borsa: S. Giovanni Bosco, in me-
moria di Padre Giuseppe M. Bertola,
a cura della nipote Laura, L. 500.000
- Borsa: Beato Filippo Rinaldi, rin-
graziando e invocando protezione, a
cura di Zannini Anna, L. 500.000 -
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, invocando protezione, a cu-
ra di Dezzani Natale, L. 500.000 -
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, per una buona morte, a cura
di Goitre Angela, L. 400.000 - Borsa:
Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Santi
Salesiani, per grazie ricevute, a cura d i
M.B.G.O., L. 300.000 - Borsa : Ma-
ria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco,
in suffragio del Sac. Don Vinciguerra
SDB, a cura della sorella Teresa, L.
300.000 - Borsa: Maria Ausiliatrice e
Don Bosco, in suffragio dei miei geni-
tori, a cura di Anna F.,
L. 300.000 - Borsa: Don Rua, in suf-
fragio del marito Enrico e per ringra-
ziamento e protezione delle famiglie
dei miei figli, a cura di Scolari E lisa,
L. 300.000 - Borsa: S. Domenico Sa-
vio, in ringraziamento, a cura di Vet-
torelli Renzo, L. 250.000 - Borsa: Sr.
Eusebia Palomino, a cura di Ferrari
Giuliana, L. 250.000 - Borsa: S.
Cuore, Maria Ausiliatrice, Santi Sale-
siani, per ringraziamento e protezione
della famiglia, a cura di Musuraca
Flora, L. 200.000 - Borsa: Maria Au -
siliatrice e Don Bosco, ringraziando
per favori ricevuti, a cura di Bertoluzzi
Placida, L . 200.000 - Borsa: In suf-
fragio di Morelli A lessandra, a cura di
N.N ., L . 200 .000 - Borsa: Maria Au-
siliatrice e S. Giovanni Bosco, ringra-
ziando per grazia ricevuta, a cura di
N.N., Grugliasco, L. 200.000 - Bor-
sa: Don Bosco, a cura di Fascialo Giu-
seppe, L. 200 .000- Borsa: Maria Au-
siliatrice, Don Bosco, Don Rinaldi, in-
vocando protezione in vita e in morte,
a cura di N.N., Dogliani, L. 200.000
- Borsa: Domenico Savio, invocando
protezione sul piccolo Carlo, a cura di
borse di studio
per giovani Missionari
pervenute
alla direzione
opere Don Bosco
Franzese Domenico Aneta, L. 200.000
- Borsa: Maria Ausiliatrice e Sr. Te-
resa Valsè, a cura di A .M., L. 200.000
- Borsa: Maria Ausiliatrice e Don
Bosco, a cura d i Pastorino P ierina, L.
200.000 - Borsa: Don Bosco, in suf-
fragio di G iacomo Magro e Lina Mon-
tanari, a cura di Alessandrini Giulia,
L. 200.000 - Borsa: Don Bosco, in
suffragio di mio marito e invocando
protezione, a cura di Tolazzi Ada, L.
200.000 - Borsa : Don Bosco, proteg-
gi i nostri nipoti, a cura di Coronin
Anna e Giovanni, L. 200.000 - Bor-
sa: Maria Ausiliatrice, a cura delle Ex
allieve delle Suore di Oggiona, L.
200.000 - Borsa: Don Bosco e Dome-
nico Savio, invocando protezione per
il figlio Alessio, a cura di Piccolo Flo-
ra, L. 200 .000 - Borsa: Don Pietro
Chiesa, a cura di Cautero Giannino,
L. 200.000 - Borsa: Maria Ausiliatri-
ce e Don Bosco, a cura di Giavarini
Maria B., L. 200.000 - Borsa: Maria
Ausiliatrice, a cura di Dalla Serra
Quaia G ina, L. 200.000 - Borsa: Don
Bosco, a cura di Novaglio Remo, L.
200.000 - Borsa: Edvige Carboni, in
ringraziamento per la protezione, a
cura di Accardi Caterina, L. 200.000
- Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Santi Salesiani, per protezione in
vita e in morte , a cura di N.N., L.
150.000 - Borsa: SS . Cuori di Gesù e
di Maria e Beato F. Rinaldi, a cura di
Marchesi Antonietta, L. 150.000 -
Borsa: Don Bosco, Don Rua, Don Ri-
naldi, ringraziando e invocando conti-
nua protezione, a cura di Astori Lina,
L. 120.000 .
Borse Missionarie da
L. 100.000
Borsa: in suffragio di ln vernini Eleo-
nora, a cura della figlia. - Borsa: in
memoria di Maria Carla, a cura di
N .N. - Borsa: Don Bosco, in memo-
ria del fratello Carlo, a cura di Rastelli
Carmela . - Borsa: Maria Ausiliatrice
e S. Giovanni Bosco, implorando gra-
zie, a cura di Ricatti Maria L uisa . -
Borsa: Maria Ausiliatrice, per ringra-
ziamento , a cura di Ferrara Rosa. -
Borsa: Beato Don Rinaldi e Sant i Sale-
siani, in suffragio dei defunti, a cura
di Varaldo Teresa. - Borsa: Maria
Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco, a cu-
ra di Espero Bracci. - Borsa: Maria
Ausiliatrice, per ringraziamento e pro-
tezione, a cura di C. A. - Borsa: Ma-
ria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco,
per ringraziamento, a cura della fami-
glia Minoggio . - Borsa: Maria Ausi-
liatrice e Mamma Margherita, le caris-
sime Mamme di Don Bosco, a cura di
Perrone Maria Luisa . - Borsa: Maria
Ausiliatrice e Don Bosco, implorando
protezione per il nipote G. Luca, a cu-
ra della nonna Nori. - Borsa: Don
Bosco, a cura di Zeni Giuseppe. -
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Sr. Eusebia, a cura di N .N. exall ieva.
- Borsa: Don Bosco, in memoria di
Don Agostino Dominoni, a cura di
N.N . - Borsa: Maria Ausiliatrice,
Don Bosco, Domenico Savio, invo-
cando protezione per la famiglia, a cu-
ra di Robba Rosanna. - Borsa: Maria
Ausiliatrice, Beato Don Rinaldi, a cu-
ra di M.P.F. - Borsa: S. Giovanni
Bosco, per grazia ricevuta, a cura di
N.N. - Borsa: Maria Ausiliatrice, per
grazia ricevuta e invocando protezione
per la famiglia, a cura di Bonalda
Guerino. - Borsa: Maria Ausiliatrice
e S. Giovanni Bosco, per ringrazia-
mento e protezione, a cura di N. N. -
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Domenico Savio, per ottenere una gra-
zia, a cura di N.N . - Borsa: Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, Domenico
Savio, a cu ra di Lombardo Alberto.
- Borsa: Don Giuseppe Quadrio, in
suffragio di G iorgio Merati, a cura di
Merati Bianca. - Borsa: S. Giovanni
Bosco, in memoria della prof. Maga-
telli Anna Giulia, a cura di Cornelli
Erina. - Borsa : Maria Ausiliatrice,
per ringraziamento e protezione, a cu-
ra di Sol iani Pietro. - Borsa: Santi
Salesiani, in memoria di Segaricci Oli-
.viero, a cura di Del Prete Gemma . -
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. Gio vanni
Bosco, implorando protezione sulla
famiglia e sui nipoti , a cura di A. e T.
- Borsa: S. Domenico Savio, per rin-
graziamento e protezione sulla piccola
Federica, a cura di L.A.F. - Borsa:
Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Do-
menico Savio, per l'aiuto dato a mio
figlio Renato, a cura di O.B .L. -
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Domenico Savio, invocando grazia
per una giovane, a cura della Mamma.
- Borsa: S. Domenico Savio, Beata
Laura Vicuàa, per riconoscenza, a cu-
ra di Deidda Francesca. - Borsa : in
suffragio di mia madre Maria Casella,
a cura d i Spartà Diego . - Borsa: Ma-
ria Ausiliatrice e Don Bosco, per rin-
graziamento e protezione, a cu ra di
Ferraris Cesare . - Borsa: S. Giovanni
Bosco, a cura di Montaldo Pietro. -
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di
Marino Giovanna . - Borsa: Maria
Ausiliatrice e S. Domenico Savio, a
cura di F umagalli Rosangela. - Bor-
sa: in suffragio di Arecchi Carmelo, a
cura di Arecchi Prof. Carmela . -
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, in ringraziamento, a cura di
Guatelli Angela . - Borsa: Don Bo-
sco, in ringraziamento e invocando
ancora il suo a iuto, a cura di Grassi
Andreina. - Borsa: Maria Ausiliatri-
ce, a cura di Mecchia Antonina. -
Borsa: S. Giovanni Bosco, in suffra-
gio defunti Cancello Amone, a cura di
P rezioso Angelica. - Borsa: Don Bo-
sco, a cura di Ghiani Cornelia. - Bor-
sa: Maria Ausiliatrice, a cura di Ro-
vetta Luciana. - Borsa: S. Giovanni
Bosco, in suffragio Anime del Purga-
torio , a cura di Trappa Caterina. -
Borsa: S. Giovanni Bosco, in memoria
di mio marito e dei miei cari, a cura di
Bellone Margherita. - Borsa: Maria
Ausiliatrice, a cura di Cossio Paola.
- Borsa: Maria Ausiliatrice e Don
Bosco, per ringraziamento e protezio-
ne, a cura di Leoni Al ice. - Borsa:
Don Bosco e Domenico Savio, a cura
di Fumagalli Luigi. - Borsa: Don Bo-
sco, a cura di Schiaffini Adelaide . -
Borsa : Maria Ausiliatrice, ringrazia-
mento per felice nascita di Marco, a
cura di Abruzzi Luciano. - Borsa:
Maria Ausiliatrice, a cura di Calovi
Anna. - Borsa: Maria Ausiliatrice e
S. Giovanni Bosco, a cura di N .N. -
Borsa: in memoria e suffragio defunti
famiglie Guerci-Bernasconi-Lambri, a
cura di Bernasconi Giovanni. - Bor-
sa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
Santi Salesiani, a cura di una Exallie-
va . - Borsa: Don Bosco, a cura di Ar-
gilli Riccardo . - Borsa: Don Bosco, a
cura di Melloni Marianna. - Borsa:
SS. Cuori di Gesù e Maria, a cura di
N.N. - Borsa: Maria Ausiliatrice e S.
Giovanni Bosco, in suffragio dei miei
defunti e in vocando protezione, a cura
di Manfredi Maria.

3.4 Page 24

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
TORINO FERROVIA
c7n SOCIETÀ EDITRICE
Z/ INTERNAZIONALE
corso Regina Margherita, 176
10152 Torino
Gaetano Barletta
Il figlio altrui
Realtà e dinamica dell'adozione
Manuali, pag . 184, L. 22.000
Bambini in cerca di genitori
o genitori in cerca di bambini?
La dinamica dell'adozione
è complessa e l'Autore
la descrive ponendo al centro
dell 'attenzione il bambino . La sua
esperienza fami liare passata,
rapportata alla nuova storia
familiare che è chiamato a vivere,
costituisce il nodo critico di una
difficile avventura che richiede
conoscenze e competenze
specifiche .
Gaetano Barletta
IL IO ALTRUI
Realtà e dinamica dell'adozio11e