Bollettino_Salesiano_194211


Bollettino_Salesiano_194211

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1.1 Page 1

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ln05-$C<tulo olle dlapoatzionl nùnl,.tcrlali per In Hmlt,n:lonc della cerrn l'cdh:lone ltalh1n11 so•tHulficc le altre cdl:r;lonf c.,tcrc.
Bollettino
1> l' P.J> I 7. I J .\\ 1-: <.. I., .Il l 1 I l' I I.
ano
Spedi,z. in abbollllDUIDto .11oslllle Gruppo 3•

1.2 Page 2

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PERIODICO MEN-
!'lLE PER I COO-
PE..~1\\TORl DELLE
OPERE E l\\llSSl01'1
DI 010 I.IOSCO
BOllET~flNO
Si\\lESJJ\\NO
Anno LXVr :-1 1 I
X" NOVEMBRE
i:942 • XXJ
111 o,r,q11l0 nlle disj)<>sòr:io11/ 111i1tisteriali per la li111itn:io11, della rnrla, l'Mìzio11~ ita/ia11a so.itillli.,u lt 11/Jn• trlieio11i e,tere.
SOMl'\\IIARIO: GU Oratori Salesiani. lo famiglia•• Dalle nostre Missioni: Assam, Cina, India. Lituania, Thailandia.
Lettera di D. Giulivo Necrologio.• Tesoro spJrirnale. - Crociata ml5$lona.rla
Gli Oratori Salesi a ni
Sta omai per chiudersi /'Anno Centenario
dell'inizio dell'Opera degli Oratori Salesiani
(1841 - 8 dicembre - 1941). E poiche abbiamo
dom,to sacrificarne la celebra:::ione uj]iciafe
- rimandata a tempi migHori - pensiamo
di far cosa gradita ai 11ostri Cooperatori ri-
le1Ja11do le caratten·stiche di questa prov'l'Ùla
istituzioue, d1e dallo spirito e dallo :::elo di
S. (;iova1111i Bosco trasse la forma ed il se-
greto di apostolato universalmente riconò-
sciuto.
Anche perchè s1 è acuito i11 qt1esti tempi
l'interesse del mondo cattolico; e la stessa
Azione Cattolica 11e trae motivi di ispira-
done e di applicazione. D'altra parte, la
simpatia del mondo 11011 cattolico è pure m1'e-
loquente dùnostrazione della att11alità del
problema e del valore delle risorse che accre-
ditanl' l'Oratorio Salesiano ben definito dal
Card. Salotti il << capolm;oro di Don Bosco·•>.
È noto_ che il Santo fu del tutto originale
11ell'idea:::io11e e 11ella organizzazione d1 q11e-
st'opera sua. La ù,i::::iò per moto spo11t011eo
del .mo zelo sacerdotale, ispirato da Dio. ·e
la portò all'affermazione ed olla fioritura,
assai prima che egli 1.·enisse a conosc<:111:a delle
istit11::io11i similari esistenti in /.,ombardia ed
111 altre parti d'Italia e dell'estero. li Signore
poi ne benedùse così ev.•identemente l'attua-
:::ione, che ancor O((gi essa presenta gli ele-
menti più geniali e più pratici per la cura
della cristiana educa::;ionc della /i{iOVentu
fuori della scuola. Ed i frutti raccolti i11
1111 secolo nelle più S'l'ariate nazioni, fra
temperamenti ed ambienti disparatissimi, co-
stituiscono u11 ti'tolo di c,•edito del!'o,Dera e
del SLsfrmtt che tutt, sono w grado di ap-
prez:;;are. L'analisi oggetti?,•a é spassio11ata
11e coglie subito i tratti provviden:::iali, meu-
tre Don Bosco balza come alllesig11a110 so-
prattutto in questo campo. Il Signore, ne ha
fatto - come fu ben detto - il <1 tipo·della
santità apostolica contemporanea>>. Chi p<:1·-
ta11to voglia realmente concorrere alla cri-
stiana ed-ucazio11e della giove11tù, e integrare
o supplire l'opera della scuola coll'opera de-
gli Oratori, che attinge alle fonh· del 111i-
11istero pastorale della cura d'a11i111t, tro-
,;,.erà nell'esperienza del Santo l'orientamento
di quel!'apostolato che ha blsog110 di rag-
giungere la massima efficacia per rispondere
alle · esigen::::e dei tempi.
Ogni secolo ha i suoi santi. Ed ogni 111is-
.fio11e della Chiesa ha di tempo in tempo da
Dio i suoi aggiomatori, dotati delle rùorse
necessarie e proi·viden:::iali. Don Bosco con-
tinua dal 'Cielo ad ispirare tutti coloro che
con rettitudine di intm:::ione, con amore delle
anime e -preocc11pa:::iMe del bene della so-
cietcì, si sacrificano generosamente per la
saggia ed1tca;:;io11e della gioventù.
r·ediamo quindi quali si0110 le carattu,-
stiche degli Oratori Salesiani e l'impronta
speciale che S. Gioi·am,i Bosco diede a questa
salutare istitu:::-iune.
Ci viene a proposito il primo •1,1olw11e degli
Annali della Società Salesiana (1), edito per
la fausta ricorrenza, il quale ha w1 capitelo
esauriente sufi'argommio.
(1) Sac. Et cF.;s;m lnnA: .-1.mwh ,Mia Societa
S,,/esium1, Volum<: I. - S. E. I. - L. !io.

1.3 Page 3

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Idea e scopo.
Come Don Bosco non introdusse ndla
Chiesa la dimzione di Maria .\\m,ili:itrice,
m:1 ,·e la tro,·ò già esistente e la n.;sc sotto
nuove forme assai popolare, così non in-
,cntò l'Oratorio fcstirn, ma lo prese co-
m'era prima di lui e ne operò una vera
trasformazione. Oratori si dicevano antica-
mente scuole dmrn:nicali di <lnttrina cri-
f..tiana istitujtl' per i ~im·anctti in alcune città
d'Italia. Pi::cquc a Don Bo~co la <lcnomi-
nazione, pcrchè rispondeva al suo ideale.
Oratorio signific,l luogo di orazione, cd
t•gli intendeva :ippunto Ji dare all'opera
l'impronta della preghiera, tcnnine i-in-
1ctico che riassume tullo quello che ndla
Chiesa &-rvc a portare le anime a Dio.
Tn taJ senso partecipano della preghiera
anche i divertim1.nti, in quanto sono mezzi
per affezionan; i cuori giovanili ;tgli eser-
cizi di pietà e di religione.
li Santo dum1uc studiò tutti i regolamenti
e.li Oratori chi: potè aYere tra m.ino, ma vi
applicò di suo due modificazioni. Gli Ora-
tori esistenti riunivano la gio, entù soltanto
in una data orn della domenica, dove al
mattino e <loYe nel pomerig~io; J;:li Oratori
di Don Bosco imt..ce doVt!\\ ano intratte-
nerli dalle prime alle ultime ore di tutti
i giorni fe:.ti, i, who appena l'inccrvallo del
mezzodi per il pranzo. Ecco pcrchè ,1I nome
puro e stmplice q~li aggiunse l\\:pitcto di
festi, i. Inoltre t1uclli antichi erano esclu-
sivamente parrncchiali, i suoi al contrario
dovevano aeCOJ!licre ragazzi di qualunque
parrocchia. Entrambe le inn0\\11Zioni an-
Òa\\'ano incontro a bisogni nuovi, portati
dal cambiare dd ttmpi. :'\\ci secoli anteriori
:e famiglie cristiane cura,·ano direttamente
l'cd11caz1onc religiosa della prole s1:1 con
l'esempio <lomcsti1.:u che con l'a, viaria alla
chiesa; ma il nembo della rivoluzione fran-
cese, ripercotl:ndosi anche sulle nostre terre,
se non a,·e,·a rotto nei paesi di campagna
le buone tradizioni, a,·cva però nei grandi
centri mo<l1ficato profondamente il vi,·ere,
massime con rifo1 mc sociali che, spcz;.o.ando
vecchie consuetudini, turbarcmo l'nrmonia
regnata furn allora nel dominio tiella fede,
sicchè ne \\'cnncro lìbandamenti molteplici
in fatto di itlcc religiose e di pratiche del
- 162
culto. A poco a poco tanta giovcntLl si
avyczzò a non onorare più il sacerdote
come ministro di Dio, ma a riguardarlo
come uomo per lo meno imponuno, diser-
tando le funzioni sacre t: i catechismi.
Orbene i rmno,·cllati Oratori rcagiv;mo
contro simili tendcnxe, attirando i g10v:111i
con svariati allettamenti per avYicinarli al
prete, anima di tali atlunanze, e in lai
modo condurli alla ;\\lcs::.a, alla prcJica,
alla dottrina, ai sacramt;nti. Quel santifi-
cart: così l'intero giorno <ld Signore di-
venta\\ a il , ero toccnsana contro il gran
male dell'indifferenza religiosa e l'oblio ùc1
doveri cristiani.
Primo compito.
li primo teatro dell'operosità oratoriana
<li Oun Bosco fu, com'( noto, la citt:\\ ùi
'l'orino. Nella metropoli piemontese cre-
sceva sempre più numerosa una gioventù
che non corn>sceva la sua parrocchia, spesso
.mzi ignora\\.a perfino d'averne una e per-
ciò sfuggiva alle cure dei pastori ù'anime.
Queste pecorelle randagie Don Bosco chia-
mava a raccolta, come in lieti e ben guar-
dati ovili, ne' suoi Oratori durante tutto
il giorno più sacro e più pericoloso della
settimana. Pericoli dell'ozio, pericoli delle
cattive compagnie, pericoli di non onesti
ritrovi. !\\ell'Oratorio t:gli Li dive rt1v.1, li
istrui\\a nelle verità della fede, Ii faceva
pregare e li ve<l.e,·a dt;porre a poco a poco
la nativa selvatichezza, prendere amore
al lavoro e risvegliare non di rado in seno
al1e loro famiglie operaie il sentimento
religioso da lungo tempo assopito. Erano
le Lrasformazioni di fiere in a~clli, mo-
strategli nei Sogni.
.
Tre classi cli soggetti popola,rono da prin-
cipio l'Oratorio fcstirn d i Valdocco e poi
anche gli altri tre di Porta Nuova, di Van-
chiglia e d i Borgo H. Salvario. Ragani
abbanùonau a se stessi e scorraz;,.anti per
le vie e per le piazze, senza scuola, senza
occupazione, senza H>fontà d'imparare e
di lavorare; giovani che, assaggiato già il
carcac, sarchbero andati di male in peg-
gio, se avessero continuato a non trovare
chi si <lesse pensiero della loro condotta
morale; garzoncelli muratori ed artieri, ve-
nuti dal di fuori e sperduti nella c:ipitale,

1.4 Page 4

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che in c;.uel periodo d'ingrandimenti of-
friva abbondante mano d'opera e dove
quei lavoratori in erba erano esposti, spe-
ciahneute nei dl festivi, a gravi pericoli
e a dimenticare in breve i più elemen-
tari obbUghi del cristiano, praticati già in
famiglia. Data la qualità cli questi frequ·en-
tatori, Don Bosco chiamava a ragione l'Ora-
torio festivo la parrocchia dei fanciulli ab-
bandonati.
S u cc es s o.
Non è qui il luogo di cercare com'egli
riuscisse ad amalgamare senza inconve-
nienti categorie d'individui così disparate:
qualche cenno lo faremo più avanti. Piut-
to&to è bello rileggere a tanta distan7,a di
piccolo Oratorio sotto l'invocazione del
gran Vescovo di Ginevra, S. Francesco di
Sales ( J). Egli In cercato di attirarvi quei
poveri giovani, che dapprim'.l trovavansi
negletti e derelitti; nel semplice e mode-
sto Oratorio egli distribuisce loro quella
istruzione, che sopra tutte le altre disci-
pline è sola necessaria, l'istruzione reli-
giosa; egli li accostuma a praticare i loro
doveri, ad esercitare il vero culto di Dio,
a convivere amichevolmente e socievol-•
mente l'uno coll'altro. Accanto all'Oratorio
si trovano scuole, in cui s'insegnano a
quella gioventù i primi elementi delle let-
tere e del calcolo; vi è pure l'accennato
recinto, in cu.i i giovanetti nei giorni fe-
stivi e nelle ore di ricreazione si sollevano
-
l ~ACCOMANDIAMO caldamente ai nostri Cooperatori di indicarci con solle-
citudine le variazioni di indirizzo e di respingerci eventualmente le copie superflue.
La scarsezza d1 carta ci obbliga a limitare le copie al puro necessario. In questi
mesi l'invio del Bo 11 etti ~o ha dovuto subire notevoli ritardi. Le garanzie dateci
pel r1forn1mento di carta ci fanno sperare d1 poter esse1·e più puntuali in avvenire.
tempo un documento del 18+9, che con-
sacra alla storia un:i tcstimoniaaza inso-
spettabile sia per l'autorità di chi la rende,
sia per la tacita conferma del gran pubblico,
dinanzi a cui la rende. Scriveva quell'~umo
nel numero 40 dell'Anrumia il March. Gu-
stavo <li Cavour, fratello dell'insigne sta-
tista Camillo: ~ Nel più povero dei sob-
borghi di questa metropoli sorge da qual-
che aiu,o una di quelle opere, di cui lo
spirito cattolico è sorgente inesausta. Un
zelante Sacerdote ansioso del bene delle
anime si è consacrato iutieramcnte al pie-
toso ufficio di strappare al vizio, all'ozio e
all'ignoranza il gran numero di fanciulli,
i quali abitanti in quei dintorni, per le
strettezze o l'incuria dei genitori, cresce-
vano purtroppo sprovvisti di religiosa e
civile coltura. Questo ecclesiastico, che ha
nome Don Bosco, prese a pigione alcune
casucce ed un piccolo recinto, si è recato
ad abitare in quel sito e vi ha aperto un
con giuochi innocui e con innocenti tra-
stulli, passando quel tempo nell'onesta al-
legria, che tanto giova alla sanità del corpo
e della mente, e specialmente in quella
tenera età. 1n mezzo ad essi trovasi ognora
Don Bosco, il quale è costantemente ad
essi m1estro, compagno, esemplare ed
amico. Tutti quei ragaz1..i, i più dei quali
sarebbero cresciuti nell'fonavia e nel vi-
zio s'incamminano alla virtù ed al lavoro.
Infatti il loro zelante precettore ed amico
cerca per essi con tutto impegno qualche
onesto artiere che consenta di aoccttarl i
presso di a tirocinio dell'arte sua; e
l'essere un ragazzo proposto da Don Bo-
sco, come un suo alunno, presenta ai pa-
droni di bottega una guarentigia di mora-
lità, che li rende facili ad accoglierlo presso
di loro, onde avviarlo nell'esercizio della
(1) L'ava patema dei due Cavour er3 pronipote
di S. Francesco di S11les.
-

1.5 Page 5

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.,._,
·--
--""~ ""'- - ....... -
.· ___
To r I n o - L'Oratorio modello "E. Agnelli ": facciata della chiesa e di parte del fabbricato.
propria professione. Cosi da quel semen-
zaio di onesti operai escono ogni anno in
buon numero adolescenti, che sono in caso
di provvedere ai proprii bisogni, e che
conservernnno, gio"a sperarlo, nel lungo
decorso della loro ,·ita l'abito di quella
moralità, a cui i loro teneri anni sonn in-
formati )>. Questi benefici sociali dell'Ora-
Tqrino - Oratorio ".E. AgncUl": una lczlonc di Religione.

1.6 Page 6

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T o r i no - Or.11orlo "~- Agnelll ": interno della chiesa.
torio festivo di Don Bosco s'imposero tal-
mente all'attenzione e all'ammirazione dèlla
cittadinanza, che nel 1862 un altro Mar-
chese, il Di Rorà, Sindaco di Torino, in
una sua visita a Valdocco, parlando a quei
g iovani, terminò con dire: - Giovani, vo-
lete w1 giorno essere buoni cittadini ? Ob-
bedite a Don Bosco l
T o r i n o - Oratorio " E. Agnelti ": una saln di lclturn.
165

1.7 Page 7

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biamo nei nostri ar-
chivi una vecchia car-
ta, nella quale egli,
rimembrando i pri-
mordi del suo apo-
stolato, ci rivela quale
fosse la ragione che
ayeva mosso lui e che
doveva muovere altri
a concentrare i propri
sforzi nell'opera degli
Oratori festivi. Par-
lando della gioventù
de' suoi giorni, scri-
veva: <1 Questa porzio-
ne la più delicata e
Tor in o - Oralodo "E. Agnelli": uno dei giochi preferir! dai giovani.
la più preziosa dell'u-
mana società, su cui
Propositi. si fortd_ no le speranze di un felice avve-
nire, non è per se stessa di indole per-
Il Santo, mentre vedeva la copia dei versa. Tolta la trascuratezza dei genitori,
frutti che ncll'Oratorio festivo poteva co- l'ozio, l'incontro dei cattivi compagni, cui
gliere lo zelo sacerdotale, toccava pure con vanno specialmente soggetti nei giorni fe-
mano la necessità impellente di estendere stivi, riesce facilissima cosa insinuare nei
tale istruzione. In Piemonte e altrove le teneri cuori i principii di ordine, di buon
cose non sarebbero più tornate indietro costume, cli rispetto, cli religione; percbè
dalla piega che andavano prendendo. Ab- se accade talvolta che già siano guasti in
-- T66
Tor In o - Oratorio ".E. Agnelli": li teatro.

1.8 Page 8

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quella età, lo sono piuttosto per inc<tnside-
ratezza che per malizia consumata. Que-
sti giovani hann0 veramente bisogno di
una mano benefica che prenda cura di
loro, li coltivi quindi alla virtù, li allontani
dal vizio. La difficoltà consiste nel trovar
modo di radunarli, loro poter parlare, mo-
ralizzarli. Fra i mezzi atti a diffondere lo
spirito di religione nei cuori incolti ed
abbandonati, si reputano gli Oratori. Quan-
do mi sono dato a questa parte del sacro
ministero, inlesi di consacrare ogni mia
fatica alla maggior gloria di Dio ed a van-
taggio delle anime, in.tesi di adoperarmi
per fare buoni cittadini in questa terra,
perchè fossero poi un giomo degni abita.tori
del cielo. Dio mi aiuti a potere cosl con-
t:nuare fino all'ultimo respiro di mia vita>>.
E continuò realmente cosl fino al ter-
mine de' suoi giorni, se non facendo, sti-
molando a fare. .Era sua volontà esplicita
che, dovunque fossero collegi salesiani, si
aprissero Oratori festivi, ritenendo che solo
con questo mezzo si potesse foce un bene
radicale alla popolazione di un paese (1).
Li considerava inoltre come semenzai di
vocizioni ecc!esi2sticlv· (2.), e amava ricor-
d:!r.: il caso di Faenza. Quel seminario
languiva nel 1881, quando giunsero nella
città i Salesiani; quattro 2nni dopo i chie-
rici, da men che trenta, erano saliti a più
di centocinquanta, frutto diretto e indi-
retto dell'Oratorio festivo. Dico ancb.e in-
diretto, perchè vari parroci della diocesi,
animati dall'esempio dell'Oratorio cittadi-
no, ne avevano aperti nei loro paesi, con
pronti e copiosi risultati (3). Asseriva poi
avergli l'esperienza insegnato che a fare
opere durature bisognava principiare di
li (4). Ribadì nel 1885: «Veggo sempre
più yualc glorioso avvenire è preparato alla
nostra Congregazione. ]\\fa si tenga per
base che il nostro scopo principale sono
gli Oratori festivi 1>. A ben conseguire tale
scopo, egli voleva che vi si mettessero
Direttori, i quali non fossero distratti da
occupazioni nei collegi (5).
(1) ,,fem. Biogr., voi. Xl, pag. 350-1.
(2) lbid., ,·ol. XIr, pag. 37+-
(J) lbid., voi. XVIT, p~g. 598-9.
(4-) Tbid., voi. XIV, pag. 342-3.
(5) fbid., voi. XVH. pa~. 364.
A prima vista qualcuno potrebbe do-
mandare: Un Direttore d'Oratorio festivo
per lavorare un giorno de'.la settimma do-
vrà dunque stare sei giorni inoperoso? Non
si dimentichi che l'Oratorio festivo di Don
Bosco non si riduce a una pura, per quanto
laboriosa attività festiva. No, ma esso ir-
radia il suo benefico influsso anche fuori
del proprio recinto e tanto prim1 che dopo
la domenica o la festa. Il Direttore infatti
segue i suoi giovani e ora li raccomanda
per Lavoro, ora li visita infermi, e li soc-
corre indigenti, ora li ricerca sviati; poi
è sempre pronto a riceverli nel suo ufficio,
ogni volta che a lui si rivolgano per qual-
sivoglia motivo. Oltre a ciò, trascorsa la
giornata campale, egli riordina i locali e
riassetta gli artrezzi usati; rivede il regi-
stro delle frequenze, rintraccia gli assenti,
segna gl'indirizzi e i da.ti nuovi. Alla me-
desima giornata poi manda innanzi tutta
una serie ùi preparativi per catechismi e
predicazioni, non che per giuochi, cinema-
tografie, tcatrin i, accademie. Deve pu1 e
conferire con i catccb.isti e con altri suoi
aiutanti, ingegnarsi a trovare aiuti finan-
ziari, cercare cloni per premiazioni e tom-
bole, assistere il suo comitato di dame
patronesse, occuparsi delle associazioni in
adlmanze serali, tt nere znch-e opportuni
corsi di coltma religiosa o di istruzione
scolastica. Le maggiori feste liturgiche e
Ja grande festa .del patrono richiedono pre-
parazione di tridui e novene; preparazione
adeguata vogliono le Cresime e le prime
Comunioni. Infine il Direttore non può
dispensarsi dall'avvicinare autorità, inse-
gnanti, datori cli lavoro, benefattori e be-
nefattrici. Ho menzionato soltanto Le cose
di ordinaria amministrazione; ma chiun-
que viva il suo Oratorio, !>a quanti e quali
possano essere nel corso della settim'.lna
gl'inccrti del mestiere. Bisognerà dunque
che un Direttore abbia tutta la possibilità
di disporre liberamente del suo tempo.
Cosi condolto, un Oratorio festivo rin-
noverà i prodigi operati da quelli che a
Torino erano sotto l:1 dire~ionc immediata
o mediata di Don Bosco. E così appunto
abbiamo veduto dopo di lui quartieri in-
teri cambiar faccia...
- - (Continua).

1.9 Page 9

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Tor i o o - La "bandina" dell'Oratorio "E. AgnelJI '".
I N F A M I G L I A T o r i n o - Jl o r g o S. P a o 1 o - Set-
timana Catechistica.
Torino - Alla Casa Generalizia delle
Figlie di Maria Ausiliatrice.
Con semplice, ma suggesliva cerimonia, 1'8
settembre u. s. festa della Natività di :\\Iaria
SS.ma, S. E. Mons. Guerra impartì la bene-
dizione di rito ad un'artistica statua di l\\1aria
Ausiliatrice da lui donata alla Casa Generalizia
dcll'lstiruto delle Figlie di l\\Iaria Ausiliatrice.
.Facevano l:Orona a S. E. vari Superiori del
Capitolo. Attorno alla ,·eneran<la Madre Ge-
nerale ed alle Superiore del Consiglio Gene-
ralizio si erano raccolte, oltre le Suore della
Casa Generalizia e dell'annessa Scuola l\\fogi-
strale, anche quelle della Casa << Beata :\\ faria
l\\Iazzarcllo >> e rappresentanze delle altre Case
della città. La corale delle Figlie di Maria Au-
siliatrice eseguì un sc<.?lto programma musicale
di cui piacque soprattutto l:i 1• Cantata alla
1\\ladonna » dd sempre alacre nostro l\\'111 Don
G. B. Grosso, che ne diresse personalmente
l'acclamata ripetizione.
All'indirizzo di ringraziamento, S. E. rispose
esortando alla preghiera ed alla confidenza
nella \\"ergine Ausiliatrice.
168
La nostra Parrocchia <, Gesù Adolescente ì)
ha dedicato un'intera settimana alla Crociata
Catechistica indetta dal Rcttor Maggiore e
gliene ha fatto omaggio per la sua festa ono-
mastica. Dal 21 al 28 giugno u. s. ogni sera,
Don Luigi Ricaldone dal pulpito e l'avv. Co-
lombo nel salone-teatro svolsero una serie di
temi che interessarono tutta la popolazione ad
una adeguata cultura religiosa. Pratico com-
mento fu la Mostra Catechistica cui concor-
sero tutte le sezioni. Si distinsero l'Unione
l'omini di A. C. e specialmente le sezioni fem-
miniLi dirette dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Parlò in particolare aì catecl1isti ed all~ ca-
techiste il rev. dott. can. Cesario Ilorla; ali.:
mamme, Suor Emma .A.cchiappati, delle Figlie
di :\\Iaria Ausiliatrice; agli Uomini di Azione
Cattolica anche S. E. l\\lons. Coppo, che pre-
siedette diverse adunanze, e fondò un nuovo
nucleo della «Lega antiblasfemu » ch'egli va
diffondendo in Italia.
Riuscitissima la serata degli Istituti ft:mmi-
nili, in cui le Figlie di :\\1aria .\\usiliatricc die-
dero uno splendido saggio della loro attrez-
zatura ed organizzazione catechistica.
Presiedette l'adunanza del Clero lo stesso
Em.mo Card. .\\.rcivt.-scovo Maurilio Fossati, cir-

1.10 Page 10

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condato ùal nostro Rcttor Maggiore e da S. E .
:Vfons. Pinarcli. Alla relazione ufficiale del can.
Pittarelli, seguì un'animata discussione cui
portarono prezioso contributo, ohre il nostro
Direttore-Parroco, S. E. Mons. Pinardi e vc-
ncranùi Parroci della città.
Apprezzatissima la parola del 11ostro Rt:ttor
l\\foggiort: e la chiusa dell'Ero.mo Card. Arci-
,·csco,,o.
);cl pomerjggio del sabato parlò ai giovani
dt:gli Istituti ed Oratori maschili il rcv. can.
Rosso. Ogni sera, la Filodrammaticà allietò gli
intervenuti con brillanti rappresernazioni. La
vigilia di S. Pietro, poi, tutti si !!trjnsero at-
torno al rcv.mo si!c{. Don Ricaldone, al quale,
dopo la Messa e la Comunione generale, offer-
~ero i loro propositi di incremento e di infer-
\\'Oramento dell'apostolato catechistico, nel corso
di una accademia che tornò assai gradita al
l\\' Successore di S. Giovanni Bosco. Egli si
coIPpiacque, in modo speciale cli poter pn::-
miare, tra i vincitori delle gare catechistiche,
anche un bel numero di padri <li famiglia, che
diedero cosi ai giovani il più efficace stimolo
all'apprendimento della Scienza delle scienze:
Lt scienza ddla Religione.
Tor in o - Il -ventennio del labora-
torio missionario del Comitato Cen-
trale D ame-Patronesse.
.>lei 1921 il Comitato Centrale delle Dame-
Patronesse perd.:va nella Contessina Mazé de
la Rodie, chiamata dal Signore al premio
eterno, non solo una delle più affezionate Coo-
peratrici, kgata fin dai tempi di Don Bosco
all'Opera salesiana, ma l'unica che vi concor-
resse anche colla coofezir,mc di arredi sacri
per le Missioni.
Conscie ddla pron•idcnza di questa forma
di apostolato, altre Dame pensarono di rac-
cogliere l'eredità della piissima Contessina e di
dar vita ad un laboratorio missionario ehe prov-
vedesse arredi e paramenti sacri ai tigli di
Don Dosco sparsi nelle varie missioni. A questo
scopo le vice presidenti signora Mana '.\\1usso-
Croce e la contessa Elena d'Agliano si pref.cn-
tarono all'allora Rettor Maggiore Don Rinaldi
per averne l'approvazione e ne ottennero an-
che la paterna benedizione e la presenza dello
stesso successore di Don Bosco al primo ra-
duno, il J8 marzo 1922, nella sede che antor
oggi ospita il Laboratorio, presso le Fi~lie di
MOSTRA CATECHISTICA
OASI 0...1... CULTURA AELI...C.. IOSA
":..":-.
U NN
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--~-.
'l &V.
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-:
- - ,I
Tor in o
- La sezione degli Uomini di A. C. r:ella Mostu Catechistica dell'Oratorio "S. Paolo•·.
-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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:l\\laria Ausiliacricc nella casa del Patronato,
sollo lo sguardo della Consolata.
Tra h: prime collaboratrici che continuano
con abnegazione a dedit-arvi ore preziose di
lavoro, ricordiamo: la sil,\\IIOr:l -:\\1ati3 Prato Am-
brosionc, tuttora din.:ttricc, intelligente cd
alti,~.i, la contessa Maria Della Chi1.:s.1 Ilosco,
la contessa Balbiano, Donna Paola Bruno Pal-
lavicino, la Damigella Avenati, In contessa
Maria Terc:,a Camcrana, cui man mano si
aggiunsero altre patronesse abili e volonterose.
~n gin volate al Ciclo, la conk,;sa Luisa
Carnerana di Breyl e la contessa Virginia di
Cigliè di Cassine. Tulle le altre P.,troncsse
concorsero a favorire le indefesse lavoratrici,
e vi concorrono tuttora coll'impubo della Pre-
sidente del Comibto, marchc..-sa Carmen Curn-
pans di Brichant~·au Challant -:\\lar:;aglia.
Sin d;11f'i1\\izio il l:1buralorio curò la confc:-
zionc d1 arredi sacri: pianete, parnnwntali, pi-
vi:1li, ccc. procurati con offerte delle P:mo-
ne,;sc e con tcs;.uti ùi ~eta donati tb Imo con
gioia pcn,;.indo al sacro uso cui Ycn~ono de-
stinati. Subentrò però presto la prcoccupa-
1ione di aiutare il pili possibile le Missioni e
quindi di adattarsi .tllc esigenze lici missio-
nari, con paramenti leggeri e forti nello stesso
tempo. Dai paramcllli estese la cura agli al-
tari portatili, altarini portatili ed a tutti gli
accessori utili al sacro ministero. Don Rinaldi
suggeri pure gli altari-cappella dotali anche
del tabernacolo e del necessario per (;t benedi-
zione col SS.mo Sacramento.
J mii.sionari non cardurono ad t.'Sporrc altre
necessità, soprattutto per l'assistenza e la cura
dei mal.Ili, cd allora ecco il prograrnrn.i esten-
dersi al materiale farmaceutico e chirurgico, a
piccoli ambulatori, am1adietti e cassette di
pronto soccorso, t.'CC Negli ultimi anni ~• ag-
giunsero larghe offerte di pissidi, ostensori,
turiboli, messali e servizi completi di candt:1-
licri e <li suppellettile per altare.
Il Comitato Centrale prospetta anoo per
anno alle singole Patronesse con apposita cir-
colare l'clcncc, per la scelta, e si impegna a
segnare il nome dei benefattori o Jellc per-
sone loro C'àre con apposita targhetta su ogni
altarino. Specificare con dati il contributo dato
dal Lahof'.itorio nei vent'anni trascorsi vor-
rebbe dire citare delle cifre imponenti Ci li-
miteremo a ricordare che a complemento di
tanto lavoro, le Dame-Patronesse si fecero
promotrici di tre borse di studio, completate
colle loro offerte, ed in occasione dell'amplia-
mento della Basilici di .'.\\laria Ausiliatrice prov-
Yidero il tabernacolo dell'altare di S. Giovanni
- - Bosco cd una lesena di marmo.
Un'iniziàtl\\·a <li gran spc,-J fu pure I alle-
stimento di due autocappellc fatte costnirrc
appositamente cd arredare di tutto punlo nd
1926, in occasione del cinquantenario delle
l\\lis:;ioni salesiane.
L<1 zdo del passato è garanzia dcll'an-emrc.
E noi, ringranziando ancora a nome dei m1s-
sio11ari anche da queste colonne, auguriamo
di cuore costante incremento.
A g r i g e n t o - Benedizione della sta-
tua di S. Giovanni Bosco.
Il 14, 15 e 16 agosto, Agri~cnto visse giornate
d1 fervido e11tu~1.i:.mo salesiano, dimostrando
co~ì, rn modo tan~ihilc, l'attaccamento ru fil(li
di O. Bosco che da quattro anni ll\\Olgono la loro
allività in mezzo alla giovcntù cd al popolo.
l\\Io11s. Caglio, decano dei Cooperatori Su-
lcsia1ti, iniziò il triduo nella Cattedrale riccn•
mente :ìddobbalà, con la ucncdizionc tlèll.1
nuov-a statua del Santo, modellala dallo t.cul-
tore Morodcr
Dopo la l\\kssa solenne Ctlntata da un no-
vello sacerdote salesiano, segul all'Oratorio
l'apertura al pubblico della Piera dd lihro
Anche il gmmo della fellta dcli'.\\sllunta t-antò
Messa un altro sacerdote novello; e la Corale
dell'Oratorio c=,ct,rul la Missa TeDc111r1 del Perosi.
1\\ellc due sere, i giovani filodrammatici ofh:r-
scrv al pubblico una ,raziosa rapprcscntazionl.
La Domenica, celebrò il Superiore dc, PI
Liguorini; e S. E. l\\Ions. G. B. Pcruzzo, \\\\.
sl-o,•o diocesano, alle n iniziò 11 solenne Pon-
tificale, durante il quale tenne una v1br;1nte
omelia d'occasione. Gli alunni del Seminano
Vescovile svolsero magistralmente il program-
ma liturgico musicale.
'\\cl pomeriggio la magnifk·.i statua d1 D 1n
Roseo fu portala in procc;;sione per le vie tiella
città da un gn1ppo di soldati conterranei dd
Santo che si alternarono C(lÌ giovani della
Associa1ione di A. C. V'intervenne il Ca-
pitolo della Cattedrale, il Seminario e tutte le
Associazioni di .\\. C. e caritati,•e. Re~geva
la reliquia dd Santo il VicJrio Generale, seor-
tato dai nostri cinquecento giov.mi. La m.i~a
del popolo fondeva coi giovani migliaia di VOCI
osannanti, alternandosi colla handa militare lici
2cf Reggimento dcli', Assietu • o:.pite da qual-
che mese dell'Oratorio, ove condivide l'alh:-
gria dei nostri giovani.
Nell'ampio cortile gremito di gente Mons.
Sutera impartl dapprima la ·benedizione col
SS.mo Sacramento, poi anche colla Reliquia
d1 D. Bosco, suscitando nel cuore di tuttJ. fer-
vore di fede e di mi~ion sper,mze.

2.2 Page 12

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C a m p e r t o g n o - La devozione a
S. Giovanni Bosco nell'Alta Valsesia.
L'ex-allievo Gioachino Negra, riconoscente
a Don Bosco per· l'educazmnc e le grazit ri-
cevute si accordò collo zelante Arciprete Don
Cortcllini, per ricordare perpetuamente la san-
tità Oon Ilosco nella nuova decor:1zionc
della sua parrocchia di Campertogno. Regalò
quindi alla chiesa una bella vetrata in cui
b Ditta Janni di Torino riprodusse il noto
quadro del Crida.
Per la benedizione cd inauguxazione l'Ar-
ciprete fissiJ la festa patronale, 26 luglio, e
preparò personalmente la popolazione con un
triduo di predicazione in cui infervorò i par-
rocchiani alla devozionl: al Santo.
U giorno della festa fu allietato da nume-
rose SS. Comunioni e fervide preghiere.
Chiuse le solenni fun;,iuni il bacio dell.1 Re-
liquia del Santo.
Rom a - Ma n d r i o n e - Inaugura-
zione di una statua di San Giovanni
Bosco.
TI 16 agosto u. s. - nn niYersario della na-
scita di Don Boi;co il nostro Istituto del
:\\laoùrione s1 e adornato di una bella statua,
in mam10 di Carrara, raffigurame il Santo fon-
latorc, che corona i lavon fatti per la siste-
mazione della casa e dd cortile. La benedisse
~olenncmcntc il Gr. UCT. l\\Ions. Michelangelo
Rubino, alla presenza dei Direttori di varie
Case sak'l;iane viciniori, dei professi, ascritti
ed or.11,,rianì, degli alunni dello studentato
filosofie<> di S. Callisto, di rappresentanze degli
altn nostn Istituti S. Tarcisio e Pio Xl, e di
una eletta di Cooperatori cd Ex allievi, tra cui
la scu1trice prof.ssa Papini.
Dopo il discorso ufficiale tenuto <la l\\fon-
signore, dissero ancora appropriate parole di
circostanza l'Ispettore salesiano ed il Di-
rettore del nostro fatituto Sacro Cuore in
Rtma.
Sa l e r o o - Primo convegno dei Coo-
peratori Salesiani.
Il 15 agosto u. s. si tenne in Salerno il pnmo
Convegno dei Cooperatori salesiani, nella
cripta del Sacro Cuore, ~entilmente concessa
dal Parroco e gra.-iosamcnte adornata per la
circo•'tanza. La partecipa1-ionc non potc,-a es-
sere pii1 com:olantc. Presiedette 1Ions. Por-
cclii, in rappresentanza <li S. E. l\\Ions.•\\rci-
vescovo.
Prese per primo la parola il Delegato dott.
Arturo Rinaldi, il quale dichiarò di avere or-
ganizzato la riunione per C(lmmcmorare il pri-
mo centenario dclla fondazione degli Oratori
festivi salc~iani e per fare una relazione di tutta
la attività svolta a pro della erigenda Opera
Salesiana in Salerno.
Rifacendosi a pochi anni addietro, in cui
sorse l'idea della costruzione di un Istituto
Salesiano, egli fece rilcv;m: come. l'idea ri-
sponda a<l una necc::;sità sempre più urgente
per il bene della g ioventù studiosa che Sa-
lerno, q11nle centro di stud i, accoglie, e per i
numerosissimi figli del popolo che affollano le
strade scm,a una guida spirituale.
Dopo d'aver ricordato 1 ,;olenni fostcggia-
menti in onore: di San Gicwanni Bosco, che
si tennero nella monumentale cattcùrale, ne-
vocò lutto quanto ru giù fatto per la com-
pera del suolo che: ora attende solamente i
Salesiani.
Terminò esortando tutti i prescnu a con-
tinuare nella loro opera e a non scoraggiarsi
se nelle attuali contin~cnze non è possibile
soddisfare i loro desidcn pcrchè non è pos-
sibile fobbncare.
Prese quindi la parola, a nome ddl'lspct-
to•e, Don Pepe, il quale rievocò la figura di
8. Giovanni Bosco ed illu~trò l'Opera <lc~li
Oramri, assicurando che, appena terminata la
guerra vittonosamentc, la prima casa da aprirsi,
nt:I desiderio dei Superiori, sarà appuntO qucll.1
di Salerno.
Subito dopo la Filodrammatica Diocesana
della Gioventù ì\\laschile <li A. C. per com-
memorare il centenari,, tiella fondazione clc:1-
l'Oratorio offerse un riuscitissimo tratteni-
mento.
PERÙ e BOLMA
Un,1 lrttera delrlrpcltore Do11 Cogg10la, da-
tato da Lima, il 3 maggio 1942, a lw recato
le seg111 111i 11otizie:
La salute dei Salesiani, in generale, è ottima.
Nel 194 1 i: in qu~ti primi mesi del 19+2 non
hanno avuto che un ciso di malauiJ grnve
in un nostro sacerdote boliviano; ma nc:ssun
caso di morte tra i Confratelli.
Lavorano molto, forse troppo; ma in tanto
lavoro hanno la gioia di vedere che il Signore
li benedici: in moJo consolante.
Da un periodico argentino seppero della
- - trasmissione radiofonica fatta <lai Rcnor :\\lag-
17 1

2.3 Page 13

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giore ai Salesiani sparsi ovunque per il giu-
bileo episcopale del Santo Padrt:, e vi presero
parte atùva con tutti i giovani studenti, arti-
giani ccl oratoriani, i quali vollero pure offrire
la Comunione per il Sommo Pontefice, men-
tre i Sacerdoti pcl giorno giubilare si impegna-
rono a celebrare la S. Messa secondo l'inten-
zione dc.I Sa,nto Patire
L'lspcttoria, tra studenl1, ,utigiani ed ora-
tori:rni, educa circa 7000 giovani. Tutti si in-
fervorarono a concorrere con il loro obolo alla
costruzione della chiesa di Sant'Eugenio, papa
1:: marcire, in Roma.
Non si è ancora spenta la eco delle feste
cinquantenarie dell'andata dei Salesiani nd
Perù. Fotografie e grafici ci verranno u11smessi
in tempi migliori
Il 28 giugno era fissata la data di aper-
tura del nuovo collegio di Chulumani, nella
llolivia.
Gli altri collegi, sono strapieni cli alunni.
li collegio di Lima, da solo, dovette rifiutare
6oo domande di ammissione. Anche per que-
sto, venne iniziata la costruzione di un nuovo
braccio a due piani ed uno sotterraneo. La
costruzione ha rallegrato tulta la città che vi
concorre generosamente.
Le autorità sono molto deferenti; sicchè si
spera che l'Opera nostra accentui anche più
il suo sviluppo.
TASSATIVE DISPOSIZIONI
PER LA CORRISPONDENZA POSTAL[
Allo scopo di evitare che taluno 111conn 111 m-
(ra:::iom alle uorme stabìliu dnf Decreti>, rhe. 11l1rt
"I 11w11cnto recapito ciel/a ((}rrirpo11den;a, potrebbm,
cm11porwr11 sun"11011i pe,wli, 1·it,•11ù111w t,ppor/Un,>rt•
rltiam 11·e le prù1cipalt presrri:::ioni del Decreto stessa.
Per le corrispontlen7.e postali dirette in località
cld Rl'gno, dell'Africa ftnlinna e Possedimenti, è
nctato:
1) far llSO di srnt/11re effelf11(1te rnn imf11os1ri
simpatici o scri/t,1re i11visibi'li,·
2) far uso di ,·arta q1111drelttJ/t1 o c<J111111erm1fr
o d, b11s1e ca11 {udera inte,·na;
3) includere nelle corrispo11de11:::e fra11c<Jbc/li, mnr-
rlte o ço11trosseg11i 011alonhi. di qllalsias.i ge11ere, ,.,a-
lmi n in collezi,11,e, mun•i o usati;
4) 111v111re t"orrispoll(/emw, anche se dire!ta fer-
ma posta, senza l'ùulicac:ùme nomi,wlit·a del dert1•
11aJario, ad ecce:::ione di quella direi/a presso casel-
lari tenuti da persone autori:::zate rnJ1 prm.11.•edi111e111~
del /ltlimstrn defl'l11temo;
5) im,iare mrrispomlen:::a s1m:::o /'111dicazio11e del
mittenti! e del mv recapito. la/i da1i ,l,'tlcnu, u$rre
saif/1 sul ,·etro della busta per le letlé,e, o sulla
metà di sinistra dello parte rùert•a/t} al!'i11dirù:::o
per Le cartoline, none/tè su tutte le stampe, giomab,
periodici, etc.
Lit u a n i J
-
.. SaJesia.oi conv~nuti ad uo corSO di Esercizi Spiritual.I.

2.4 Page 14

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DALLE NOSTRE MISSIONI
T b a 11 a n d - Il cìmilero ca1101ico di Bang Nok Kbuek.
ASSAM
.4111atissi1110 Sig. Rettor .'lfaggiore,
noi godiamo buona salute e siamo tutti con-
tenti. l\\Ia siccome la guerra ornai non è più
tanto lontana dalle frontiere dell'As1:1am, i no-
stri Confratelli studenti di Teologia da Mawlai
devono portarsi in un altro posto a Rrungarh
nella diocesi di Ranchi.
È certo un colpo terribile per la nostra mis-
sione. Noi faremo però del nostro meglio per-
chè non abbia a soffrirne la loro formazione .
Anche in questo la Provvidenza ci ba dimo-
strato la sua protezione materna.
..\\lcuni giorni fa abbiamo avuto l'ordinazione
di sei diaconi.
La scuola industriale Don Bosco a Shillong
grazie a Dio è ancora in piena efficienza, gre-
mita di giovani; cd il lavoro è molto in ogni
laboratorio.
'\\elle singole missioni ora abbiamo il ptr-
sunale puramente indispensabile: quanto basta
per continuare il nostro apostolato almeno
ndle lince essenziali.
Sacerdoti e Suore hanno avuto occasione
di pn:>digare la carità di Cristo negli ospedali
e di allcvierc così le sofferenze di tanti profu-
ghi. Sempre fedeli agli insegnamenti di Don
Bosco, noi ccrchìamo di far del bene a tutti.
Sentiamo però tutta la gravità del colpo per
la partenza tli tanti Confratelii: abbiamo pro-
prio bisogno delle Yostrc preghiere.
Chiedendo la vostra paterna benedizione,
vi prego credermi sempre aff.mo in C. J.
lf< STEF~~o FERR~Noo
Shillo11g, 6-\\·1-1942.
1·cmn;o di Shillo11g.
CINA
Il viaggio di una le tte ra: tre anni!
Ne/l'agosto 11. s. abbiamo nc<•i·uto 11110 lettera
,çpedita dal Vicario· .ri.postolico di Shiuchuw, in
data 10 giugno 1939! Sebbene alc1111e notizie ci
sùmo pervenute in altre corrispoud,m::e, la ri-
produciamo tal quale.
l?e1.·.1110 sig. Rettor Jlaggiare,
i due ultimi bombardamenti di questa città
furono di nuovo fatali anche per noi. 11 25
maggio 1939, una bomba cadde davanti alla
nostra residenza centrale cd un'altra rlistrussc
una parte ddla casa delle Religiose indigene,
1 73

2.5 Page 15

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il cui noviziato fu Jovuto per la terza volta
tra!ip<>rtare altrov1:. li 29 dello 1,tcss1J mi;se,
ben ::.ei homhc l',tlÌdcm sulla nMlru ;\\li:.,..ionc.
La chiesa del Sacm Cuore (pro-c.ntcdrak) e
quella della S. Infanzia furono colpite diret-
tamente; l'asilo <lei vecchi, varie case secon-
darie e i due collegi ne sofferse ·o di nuovo
grandemente. Siarno co:.l anche senza chiesa!
Grazie a Dio, però, Salesiani e Suore godiamo
nncor tutti salute sufficiente e speriamo di
poter resistere 3nche ai twridi calori estivi.
\\ 'ogliate, n:v.mo Rettor 1\\faggiorc, pregare e
far pregar molto per noi, che dalla lontana
grande ed amala Cina vi salutiamo di gran
cuore.
Afi.mo in G. C.
1-B IcNAzto CANA7.m
10 giugno 1939.
Vicario Ap. d, S/11ucl1ow.
INDIA - Madras.
Da una letlcra dell'Arcivescorn di 'J\\fadras
S. t:. 111011s. Mlltltills ai S11pcrori i11 data 23
aprile 11. s. stralciamo Le seguenti uotz:::ie:
A qucll'cpoC3 13 capit.alc aveva avuto un
unico allarme aerc.:o durato circ:.'l mezz'ora.
che suscitc1 un po' di panico; poi tutto era
tornato in stato normale Per ogni <:\\•cntualità
però l'Arcivescovo rinum:io .. pn.:n<lcrsi un
po' cli sollievo durante la st.1~ion1: pii1 torrida
in clim.'\\ più mite, e rimase in Madras, man-
dando in campagna orfani e i-;uorc
Le scuole , enncro momentaneamente chiuse,
per misura da prudcn1.a.
El.sendo il Seminario nchiesto dalle auto-
rità militari, i seminat·isti furono trasferiti in
1111a villa di Ycrcau<l. Anche il C'ollq~io San
Gahriélc raccolse gli alunni in Vcllore. L'Ispet-
tore con tutta I confratelli italiani presero ~LlllZa
nclla mi=itml' cli Tirupattur. Don Maschio
invece, rimase alla dirc.:zionc del Collc~io di
Hombay. Il no,-trn l!.titulo d1 ~bn,.fal.1,, in
Birmania, fu ri~panniato dall,1 ~ucrra ·e le
persone tulle salve (1). TI suhurhio però andò
tutto in rovin.1. La <.-:ittcdrale, l\\•piscopio e
vari altri Istituti furon pn·da delle fì:unme.
Un nostro chicrko franc-e5C, \\ 'aktte, prove-
niente dalla Cina, morì di cokra, con quattro
r:t{!azzi.. Da Shillon~ i salesiani italiani si ra-
fil A cofljr,ma d1 qr,r,tn 11011;:,a In ~·a ra f'"t><r,:r~ga-
,,.011~ d, " Pror,a,:m:da /liti~ " ;,, dora 17 ,l'lttmhn n ha
rr,1Hner10 Jo .sc,:ur1ttt> cQ,,.,11mra~ione: La H.eg,o I rl(a~iQtre
,li Bmrgkok ha r,fcrilo III ft1la z+ al(oslo 11. i. q111Jn/o ugue:
Prt{rtlo Apottol,ro r<>"t~~ma c/u, gl, mundi hanno l111e-
r11m.nu distrutto l'o('tra 11uisionaria d, h111,:-rw111. n,enlT~
gl, "'"ri ~Ji(in" nsparmiaù sono proprio q,1rll, ,lrllo miJ-
-1,on~ ,a/nr'oHn •·
174
<lunnrono a I\\Iawl.ii :;otto la Jirezio1w Ji Don
\\'endramc. Diciotto di loro t:bhern d.1lle :rn-
torità il pennc~~o di continuare l'apostolato
mi~ion.urio sulle colline. :\\ella città di ì\\ladrns
i z.7 !>acerdoti dioc~n• t: 1 confratelli sak~iam
p<ltcr<lno continuare il loro lavoro come al so-
lito. J novizi dell'Ispcttoria del Nord-Lndia si
unirono agli studenti di teologia del Sud a
T1rupal\\ur. In tutti, onimo spirito e fervore
di pietà e di zelo per l.1. salvC"zza delle :mimc.
Preghiamo perchè gli avvenimenti incalzantisi
non abhiano a scemare l'apostolato della c1r-
StLllla redenzione per cui si son fatti e si con-
ti1_1uano a sostenere Lanti sacrifizi.
LITUANIA - Buone notizie.
Fi11al111mte abbiamo potulo ricn,ere m111 lrl-
terll dalla Li111a11ia.
Il Superiore del/I' Casr Salesia,ze Lituanr,
Dun Skc/tys, i11 data 27 luglio u. s. cos1 miur
al Rrttor Maggiore:
Rcv.ma Padre,
dopo lungo tempo e dopo tante viccmdc,
sento un Ycro bisog110 di scri\\·crvi qualclic ri~a
per dirvi come ci trovi.11110. :\\uualmcnk, ft'r
quanto la no,-trn amdirinnc sia molto incc113
e prc,-..1ria, rin.~r.1:r.1ando il Signore, tiriamo
avanti ancor.a d1scn:t;1mcntc. Le parrocchie
amministrate dai nostri vanno benino. And é
a \\') lèn,,i ci prepariamo pcl nuovo auno !il'O•
la,-Lico. Dopo due unni di peripczii:, ahhi,11110
potuw fare due corsi di l~rcizi spiritu.1li chi!
hanno recato a tutti gr,mde conforto
\\'i accludo le foto_grahe dei partecipanti.
Finora l:1 nostra m •mm;1 cch:stc l\\lari.1 Ausi-
hatricc ccl il nostro padre S. Gi()vann1 U()sco ci
hanno aiutato prodigiosamente. Spe1 i.uno che
non ci abbmdoneranno neppure in avv1:r11rc.:.
Ci r-accorruncliam,, cahfamcnte alle ,·ol!tre
pn:ghicn: cd imploriamo fa vastra p.:tterna be-
nedizione.
AIT.mo in G. C.
Sac. ANTONIO Sr,t•t n s.
THAILANDIA
U11 tclrgramma da Bnngkol:, in data 26 mn~-
gio u. s. firmato dul I 'icono Apostolico r d11l-
l'lspcttore d portò queste noti:::iP:
~ 8alesiani e Suore di salute bene. Confra-
telli Vicariato Rajaburi e quelli sparsi nei vi-
cari.iti di Bangkok e di Ubon \\·anno compiendo
arduo dovere. Filiali au~uri. Mons. PAS01Tt-
Don C°ASFTT..a.

2.6 Page 16

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Le ffe ra di Don G iulivo ai gi o vani.
Carissimi,
tra i mezzi di cui si si:roono i nemici ddle
anime per inquinare fu •vostrn bella giovinezza
scoro11arfa del suo più fulgido diadema, lo splen-
1lorr dl'll.a purezza, u11(1 dei più seducenti e più
potenti è quello del cinematografo.
J'uffe le proteste dellfl Chiesa e tutte le misure
prese dai go-.;emi più tìss1:1111ati non bastano ad
impedire che si offrano s0'/Je11te alla giove11tlÌ
spi tt,1coli i11deu11t1·. L ·ignoranza o la fa/sa co-
sdu1::w dei genitori concorrono spesso a favorire
i pubblici tJppalttitori di corruzione che 11011 s,mno
usare 111'ppure dei_ lll~f{liori progressi della scir11za
.ie 11011 per rovinare le anime, dimenticando il
monito degli stessi pagani che dicevano: (< Ma-
xima dchet ur puero rcvcrcntia: bisogna ·usare
ili fanciullo il massimo rispetto>>.
1:' quindi 11ecessario che vi facciate futbi voi
stessi e che 11011 'l:Ì prestiate a questi sfruttatori
delle passioni umane: rimmziate volontnriamente
ul cinematogrnfo quando 11011 siell! proprio siruri
che 11em abbia a farvi delle cattive impressioni.
E se- genitori o parenti iJ,cautami'llte si offrono
a ro11d11rvi od a pagarvi l'ingresso, dite che im-
parino a spender meglio i lorn denari ed ti Jurvi
ugali pitì 11tili e non pericolosi. Per questo io
i•i propongo di fare anche voi almeno una volta
all'u11110 la promessa che l'A. C. va proponendo
a tutti i b11011i anche in Italia e che è formulata
n~lla segue11te preghiera:
~ In nome ùcl Padre, ùcl Figliuolo, dello
Spirito Santo. Cosi sia.
»Con-apevok della mia nobiltà e dei miei
doveri di cristiano, io r iprovo le pellicole che
rarprescntano scene o affermano principii
contrari alla morale purissima dd Vangelo, e
ptrciò costituiscono un pericolo per la virtù
e per la vita cristiana.
Prom.:tto ùi non as~istere, e di procurare
che anche altri, specie se miei dipendenti, non
assistano a spettacoli dove tali pt:Uicole siano
proiettate, e comunque di non frequentare sale
cinematografiche dove si diano spettacoli
varietà.
»Contribuirò inoltre, con la preghiera e con
l'opera, a formare od pubblico la coscienza
ùel rericolo morale e sociale che gli spettacoli
suddetti rappresentano, allo scopo di ottenere
che essi non siano promossi, o non siano fre-
quentati, per il rispetto di Dio e la tutela delle
nmme ricomµaate dal Sangue di Cristo, e per
la sanità materiale e spirituale dd popolo ita-
liano.
,, l\\li aiuùno lddio e la Santa Vergine a
mantenere questa mia promessa~-
Rinnovatela mental111e11te ogni 1:0/ta che vi
accMtau (Il/a S,mta Co1111111io11e e siate fedeli.
Custodinte così fa paltl più prt•zioscl della 'lJostra
cara gun1i11e::za e vi tw1prerete a quella. f urtezza
di c11rattert' che farà di voi i migliori espo11e11ti
della società dei dommlÌ.
Vostro aJJ.1110 DoN GIULIVO.
NECROLOGIO
Salesiani defunti:
Sac. CARLANDO ()R,JZTO, da Castelletto
Monf. (Asti), t a Modena il 3-\\ m-1942 a 81 unni.
Accolto da D. Bosco all'Oratorìo di Torino nel
1875 e plA.Smnto Jul Santo fino al sacerdo;<io· nello
spimo genuin,1 dnlln Società Salesiana, tra~corsc la
suol luuga giornata ndl'inse)!:ruunento e 1\\dLa dire-
zione ,.pirituale dei J,:iovani in vari nostri Colle,:;,
lasciando ovunque l'impronta ùi una pictii e di
un,i zelo, di una fedelt:, al dovere e di una reititu-
dine di spirito, di unn olme1nizionc e di una de-
dizione :illa sua mis~ionc <ii cùucatorc che rive-
lavano la tempra della scuoi.i del santo Fondatore.
J .'nh1litì1 didattica e pcùagogic:i uli cattivarono la
stima e l'affetto dì numerosissimi nllievi; l'csem-
plani os,ervan~.a n:ligiosa, l':unmirazionc dei con-
fratelli e dei cooperatori.
Sat. PARJSI PIETRO, da S. "licolò n Trebbia
(Piaccrum), t a Shangai il 28-vrn u. s. a +7 anm.
Compiuti i suoi studi nel SL"tl'linJll'io d i Piacenza
e ordinatovi Sacerdote, scntl forte la vocazione sa-
lesiano e missionaria. Partì per la Cina nel 1923 e
fu subito c:kstinnto come parroco del distrctt9 di
YonJ? Rhon nd Vicariato Ji Shiu Chow. Em il di-
streuo più ùisag-iato dd Vicari,110, con cristiani po-
véri e sparsi in immense re1->ioni. Ma cnl suo zelo,
con sacrifizi senza numero e con carit:n vernmente
ap<:\\smlica, vi fece fiorire la vit11 cristi.ma, aumentò
,J numero dei fedd1, ow2ni,:z0 d,n,rse assocrnzior1i
di mmuo soccorso e ùi Azio11i, L'auolica, co~rrul
abbellì varie ch1c~ette. l 1ltima111cnte, era economo nel
nostro sn1Jentato ù, lfon:i Kon11. ~orprcso dall'or•
dìnc di ~fratto degli Italiani, con una settantina di
~tudcnti di teologia e filusofo d~vcttc rip.1rare a
Shnng:,.i e cercar.- allo~gio e ntlo per tante bocche.
In tanto disagio c fra tanti strapau,i lo colse 11 t1fo
che lo portò alla morte.
Ccad. PROl'ERA FR...JNCESCO, <la Mirabello
(Alèssandrin), t ivi l'1-v111-1942 a 8-1 anni.
L,1 pietà e la laboriosità tli:-lln sua \\ ìta esemplare
lo fecero accu(llierc, gi:i vedovo ed U\\-:t112nlO nellli
anni, nella Società Salcsinna, O\\'C l'um,It:\\ e l'amore
:il Signore uccentuarono i mcroviglio,,i progressi del-
l'anima sua rtcll,1 via della perfezione rdij'Ìosa ùil-
fondendo l'cdifica,:1onc di un santo.
Cootf, PF.ROTTO FliUCH. d.1 VillPr Pota (To-
t rino), a 13oi,otà (Colombia) il 23-v-1942 a 64 anni
Pio e l.1h,,rio~o Confratdlo, fonnato al vero spi-
1 75

2.7 Page 17

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rito <li Don Busco, lu unu hencdizione per.le nostre
( 'ase dtlla Colombia in cui spese le rr ir.tllllri energie
della ~ua , 1ta ,.1k-.i11n:1.
r.,,,,,,. Z.·1.\\ IX LISO, da C'am,no ùt C, ,Jroip<)
t {L"dtneJ, 3 Pu:,~,-.ii;co(Torino) il 9-tX-l!HZ ., 33 anni.
Clt. IA.\\'Oll'SKI IG \\"A.ZIO, da llulin (~lnra-
' 10). t a Pios~a~co (Tonno) il 30-n11-1c,.p a 27 :mnt.
<:uad. HOS7. l\\f,\\-0 PAVCIUZ!O, d,1 Santhià
/\\'ercellt), t a l'tos~n~co (Tonno) ti 2~-11- 1 1.µ a
33 anni.
Cooperatori defunti:
Coln1111. I.:, r:111 PROSPERO R,l?'"I'U, t a
1 ·orino il 7-1x u. s.
Ex-nllie,·o <l,d Collcuio di L.nn-10, crehhl· con un
oflc,tto ai suoi c.:Jucmori ed una ninc.:r,1zione per
S. Giovanni Bosco eh, lo le,.-u-onu tutro l,1 ntn ulla
l-am1ulia Sall-s1ana. Sej?Tctnrio alla PtO\\ inda per
;10 .lnlll, rifulse per rettitudine di ~p1rito e fedeltà
nl don:re che pii m<:ritarono ,·ari incarichi di fi-
ducia. Zclanl(• Co<lp.•rntore presU1,·n 1:) ·,u,1 collaho-
1Minne alle no,.trc ani:i:iati,•e, spcciolm1·n1c nella 1>r-
an11ìztaz.ione tll•1-?li 1""-nllicvi, con fervido cordialità.
.lfo11s. VJNCE.\\"ZO FOJJJ, t od On·ieto ì1 12-
v111 u. s.
Sacerdote p10 e porroco zelante pn,J111ò le sue
be-Ile dou d1 mt·nte c Ji cuore nella cur.1 ddle nnime.
Dm:uore diocesano dc, Cooperatori, orir.inizzò e
diffuse la Pm Llnionc infcnornndnl11 colla Jivozione
n ;\\!aria Ausil,atrice cd n S. Giovanni Bosco.
. IZ7.0l.l\\il COS'f. l\\'TE, t o Roona (\\'i,.ntal,
il Z I -\\ I U. S. a 73 Ull!li
1.-n·l·lll.- cristi:mo zd.111tiss1mo membro tlrllc
A~,o,;iaT.ioni ili .-\\.. C tu bent'dèlto da.I :--11:nor< roll.i
\\ oct7.ionc ùi un fi1:d10 ;illll Società :;:ile,-i.ina.
JH.-lRl.-1 BRJZGl!ì.\\'P., i a K1un3s (Litu,llliml
il 2•\\'111 u. ,. a 66 .111111.
Anrm, elc:ttu. passò tutt,t In sun vrtu nelln pr,·•
2hier11 e nel lavoro, tdke di offrire un fisdw 1111.1
~m:ictu S11lesiona.
Altrj Cooperatorj defunti:
Alln1s Pictru, Casttld~lfwo (Cuneo) - Alkum D.
Gwc1111n, Gallico (:,-:0\\:ora) - Bello Doown1ca,
Srorrmw (I.ecce) • D1,1>:111111 .\\nnibnk, Cmtd1111m,.
d. Soblii11111 (Arezzo) - <.:ust.111tm1 D. Ermc11t•itiltl11,
Cvi/alto (t.:dine) - Cuq-11u<l Gim. Batm,ta. nr11m,u
(.\\u,tn) - Dc Benin Ynlcmìno, S. Su/mm d1 (.'111fu,,
(Ucllun,,l - Dolce .-\\nn,t. Fit1mt! - Duchlfll \\lnria,
<:mtdlm, •,1 /\\'ar,:-.t;') - Frattin Prof Giu"<.'p('c, \\f,..
dr11t1 - Ci1mba Emaha in I Jhunu, Vinri.ei (•.\\,ti) •
Ci.indolfn Corradi C.1tcri11·1. S. u1;:::;oro Rcrtlr Clm•
pcrml - Loc.1stro Russi> :\\urJ.(Ìil, Bro11ft: (C:n.111iul
- i\\l1~trorigu An~lo, l/111im11<1 (Vicenzo) - :\\1011.1
Lu,,:i-ia, Brwia (Como) - l\\iicoloù, Benvenuru, Sr/1111
(\\'iccn,~1) - Qbt,rt D. Domenico, Forno Cnnm, ,,
(Tonno) • P;1cchionì D . l-'mnce~co, Se1111n Lod1~111,,.,
(i\\l1lono) - Pinnia , l.irin, J·;11acidro (Cal,!liarì)
Porrini Giuso:ppe, C,N,rtift' Sn11pi01u, (\\'are~\\•) •
Rnctnn 1\\rnelia, Cah:::::mw (S11,·onal - Ros~i ,\\uni.
Roma - Spadu Teresa, I ·;R,mlt! '1 (Alcss.) -Toma~111
Antonio, S. Gini•a1111ì tfi C:nwrw {Udine).
r 1.VCEX7,. 1 B 1/W.,-IRELLO. nota L)A·rnr o-Da
\\'1SALI.ES, -t Bova, il :u-nu u. <;.
Prima fra le Coopcmtrici salesi.mc dr lfova, che
o,p,1:1 da qWlranwquattro anru 1 Fiwlt dt Don Bn,c:o.
rbhc:- per loro le cure Ji una mamma. Attiva sempre
e mdustriosa, senza trascurare I di>Hri d1 fami1:lia.
cfolln quale fu l!Scmph1r.- educatri~. SèPP<· proÙ11t".ire
111 sua carità at pon,rì con spirito c,•anf(clico. An1ava
1lonarsi e far del hen1• colln cordiulitil c11ratlt•l"JSIÌca
dell'anima cnlabrcNt·. Il Sii.norc tu hcncù,ssc colla
,oc:1;:ione di un:1 ddl,· ~ue figlie all'h1ituto ddle
F11?ht di ~hria Au<11lmtricc.
.l!C:ZJO fll.1.\\CJ;SC.:O, t II Frm,simto Po il
zi-~·111 u. s. n ;S .m111.
L\\>mo di sm110IJrc: rcttìtudme IQTk 1,·mpra di
l:!\\'umtore c:ris11nno, p:1drc .:sempl3r<', , i~~.., c morì
scrc11rune<11k, lido di 11n•r d11to ll Don 13o~co il ~uo
primol!entto Dnn Gius~•ppe.
DOLCE A.VS.I, t a Fiume, il 5-vu u. s.
Dunr..J di gran fede e di cari1:; 1:,·ncro.;1, passò
I l sua ,-ira lx:ncficnndo i P°' "ri " 1 h1so1,.,w,1. Pn-
1ro11cssa dl'll'Omrorio, \\'i prndii,.,.,-a tuu,• le 511,. cure
con affetto mal<'rnn. Ebbt cm D10 I., i:c az,a di ~op-
run·tare con t·ro1c,1 m%cgna.1.ionc e p11?.icn1.:1 cdifi-
l';1111e le JunJJhe sofftrt•n-11: che l.1 prl·p:miruno 111
,-:mn premio del C-ido. La d1rnnom a \\lariu ,\\u,i-
ha1rice ed 3 ::;, (;j,l\\nnni Bosco inl.-r,ornrono la su.i
r,ctii eù il suo zelo \\'entmente 1umnirab1li.
TESORO SPIR ITU ALE
I Coo1wrarori che. co11/t's~a/l t r"1111micnt1, ,,sitnno
una chiesa o pubblu:a atppclln (i Relìl(iosi e lt· R1·•
hi:iosc, la loro cappella pm,11:1) e quivi prei:anu :..·-
cc•nJu l'intenzione del Sommo Pontefice po~~uno
acquistort·:
L'CNDULCEN2A PLENARIA
1) ,d J.(1orno m cu, dtmnu il nome alla Pia { ·11ir111r
dr1 C.:ooJ>uatori.
z) ~cl 11iomo in cui per la prìrna \\'Olta si co11,,1cra110
al !:forro Cuou di Grm.
3) Tutte le \\'Olre che per otto giorni continui ,11-
11,ndono 111d1 Esercizi sp1rìtu111i.
4) !11 f111llt<J di morte se, cn11fcssn1 , e comun,c:111, o
t1lmt•no contrili, mvochcrunno dl\\'otnmcntc 11
Sa,rn.s,mo :'.:\\omc di Gtsù, colln bocca, se po-
tranno, uJ a.ln1,mo col cuore.
Or::-.1 M~SI'~
1) In un i;iiomo dd m,,,... n 1010 sccltu.
::l li 11i•,rno in cui fanno l'F.urri::w ,lr/"1 IJ11011fl 1w,rte.
J) Il 1,tinrno in cui p.irt1·<·1pa1111 .,Ila Cc111{nt•n::,1 111ru-
.,ilr su h.•~mn.a.
'\\:n Mbr- DI :'.'.o,T,1 JHII ,\\'.'.l'lll::
Il giorno ;:1 • Prescnta1.innt· J, :\\laria SS.
Il J.(i,1mo 22 - S. Ccc:1liu
-
Con r,t.lhlC'HO dt:11'.Autorit.a Etth:.s11ttttca, • Uri. Crafichc: ~- E.1., t.:uno H.ra:nu :'\\lat1:hcnta, 17
01tt1tore responsabile: O. G U I O O F.\\\\' I~ I \\""' Cunol,.nan. 1.2 - Torino 1100