Bollettino_Salesiano_194010


Bollettino_Salesiano_194010

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l.d1ztune r1dolt.1 .'K'coudo li! prc&Cl"1.c.1onl nun1.-.1cra:.a11.
nno LXIV n_ 10 • Pubh!it--a.zsonc men~ile
J:ll OTI'ORRE 1940-X\\'lII Spcd~ In abbo1Mmen10 11osulc • Gruppo J

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PERIOOTCO MEN-
STLE PER J COO-
PERATORI DELLE
OPERE E ll!ISSlONl
DI s. G10. nosco
BOttETTINO
SJ.\\tESIJ.\\NO
Anno LXIV - X. t'O
10 OTTOBRE
1940 XVIII
n SOMMAR I O; Ponlificio Ateneo Salesiano. - li personale dell'Oratorio. • Dalle ooslrc Missioni: Colombia,
.Equatore, Giappone, Ai;sam. • Lellera di D. Giulivo, • Necrologio. - Tesoro splrlluale. - Crociata missionaria.
Il Pontificio Ateneo Salesiano
I giornali hanno dato, a suo tempo, la no-
tizia dell'erezione in Torino del Pontificio
Ateneo Salesiano con le tre Facoltà di Teo-
logia, Diritto Canonico e Filosofia. Inaugu-
randosi, con questo mese di ottobre, il primo
anno di funzionamento, invitiamo i nostri
Cooperatori e le nostre Cooperatrici a ren-
derne, con noi, grazie al Signore ed alla bontà
paterna del Santo Padre Pio Xll, cd a prègare
perchè i nostri chierici che a'!rarrno la for-
tuna di raggiungervi i gradi accademici si
temprino a qud frrvido spirito di Don Bosco
che consentirà lord di mettere poi l'altis~irna
Scienza a servigio di tante anime.
Il Decreto Pontificio, firmato il 3 maggio u. s.
ed a noi comunicato proprio nd giorno della
festa di ]\\laria \\usiliatrice, corona gli sforzi
dei successori di Don Bosco, e specialmente
quelli dell'attuale Rettor Maggiore, per ade-
guare l'insegnamento delle discipline ecclc-
si.astiche alle direttive della Santa Sede e
soprattutto alle prescrizioni della Costituzione
Deus scientiarum Dominus del Santo Padre
Pio XI, di v. rn., la quale era non solo nn
programma, ma al tempo stesso un invito
a tutti gli Ordinari e ai Superiori delle Fami-
glie Religiose a dare nuovo e più potente im-
pulso allo studio delle discipline ecclesiastiche.
Rispondendo con filiale devozione ai desideri
di S. S. Pio XI il S ig. D. Rical<lone, appena
assunto il governo della Congregazione si ac-
cinse ad organizzare e attrezr.are nel modo
migliore, anche a costo di gravi sacrifici, gli
studentati filosofici e teologici eretti nelle varie
parti del mondo dai suoi predecessori.
lncoraggiato quindi dallo stesso Sommo
Pontefice P io X I, si propose di far sorgere a
Torino, presso l'Istituto Internazionale <• Don
Bosco ,1, a1 quale già affluivano alunni da tunt
le nazioni ov'è impiantata la Società SaltSiana,
un Ateneo Ecrlesiash·co, ove meiilio formare
gli insegnanti delle discipline ecclesiastiche
per gli studentati filosofici e teologici della
Congregazione.
Adeguata l'organizzazione degli studi e de.lit:
relative aurezzature scientifiche alle prescri-
zioni della già menzionata Costituzione, inco-
minciò ad attuarne fedelmente i programmi,
prima per le discipline teologiche, poi per le
filosofiche, poi per quelle cli Diritto Canonico.
E dopo una severa e confortante esperienza,
all'inizio del corrente 19+0, il Rettor Maggiore,
incoraggiato dal regnante Sommo Pontefice
l'io XII, presentò alla Sacra Congregazione
dei Seminari e delle Università degli Studi
formale domanda di erezione canonica del
P ontificio Ateneo Sa\\~iano con le tre Facoltà
di Teologia, Diritto Canonico, Filosofia.
TI 3 maggio il Santo Padre si degnava d1
accondiscendere alla sua domanda e firmava
il Decreto di cui trascriviamo il testo origi-
nale e diamo la traduzione italiana.
Sac-a Congregatio de Sem.inariis
et de Studiorum Universitatibus.
DECRETU~1
Quo ecclesiasticis altioribus studii.s ab.m111oru111 So-
rittatis Snncti Fra11risci Sall!sii plenius pro~-piceret
provideretque Rev.m11s PETRIJS RICALDONJ!, ei11sdem
Sorietatis Rector J!J,1.~ù1111s, probante Em.mo D. D.
.l\\fatrRILlO FOSSATI S. R. E. Cardi11nli, Arch~pi-
scopo Ta11rÌlle11Si, mi.w ab Apostalicn Sede pos/11/nvit
Sacra Congregazione dei Seminari
e deUe U nive rsità d egli Studi.
DECRETO
Allo scopo di maggiormente favorire e curare gli
studi ecclesiastici superiori degli alunni della l:fo-
cietà di S. Francesco di Sales, il Rev.mo Prnrno
RtCAl.OQNI!, Rettore l\\,laggiore della medesima Soci...-
tà, con l'approvazione dcll'Em.mo Signor iVlAuRJLIO
FOsSAH, Cardinale di S. R. Chiesa, Arcivescovo dt
219

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111 .ifogustae Ta11ri11orum Athcnocum Salesianum ra-
110111ce erigeretur cum pote.tote gradus arc-ade111irt1s
i11 S. Th.eologia, Ture Gano11ico, Pltilosophia Nmfe-
re11di.
Beatissimus Pater Pms Div. PrO'IJ. t>. P. Xll.
i11ge11ti desiderio ductus ut w,ditr ucl.esiastira lo11do.-
bilibus rncre1111mtis diriga,rtur ac propemim invale-
iront, hos preces, etiom pro sua erga mem11rata111 So-
rietatem pec11/iari benet.,olentra, benigne cxcipere di-
,:natus est.
Quapr<1ptcr San-a C,mgrega6o de Sem1mmis et
S111diorw11 Unit•ersi(atìbus, .-1ugusti PtJ11tijicis 1111-
ctoritall', Athcnacum Ecclcsiasticum Salesumum
c,1111 Facultatib11.< Theo/rJgico, illridiro-Ca11r,11ica et
P/rilosophica Augustllt! Tcmrin<1r1m, cmumiu erigit et
erectum dularat, farla ei poustatt grudus aceade-
111icos idone1s ~oc1etatis Snnctì Franc1sci Sa\\cs1i
AlWTinis i:011/eremJi secrmdum Stotult1 rit.! nppr,ibt1to;
<erv•atis teteris de jure ser1•a11J1s. C0111rariis 111111,rne
1Jlma11tìbus.
Da1w11 Romae, ex t-ledib,u S. Callisti, ,Jie J!f
111e11sis 1\\faii, in Pesto l11t,enti<111is S. Cruris, anno
Du111i11i /1,lCNfXL.
Sccretarius
s. IJ. ,:::,
ER:-tESTl'S lltiFFINT.
Praefectus
J. Card. P12ZAROO.
Torino, fece prcrnuros:i ist.=za presso la Sede Apo-
stolica che in Torino venisse canonicamente ert."tto
l'Ateneo Salesi<mo, con focolu\\ di conferire i ~radi
accademici io S.Teologia, Diritto Canonico, Filosofia.
Il Beatissimo Padre P1O, per Div. Prov. PAPA Xll,
mos.."'o d8.1 suo grande desiderio che gli studi eccle-
swstic.i siano portati a lodevoli mcrcm1:nri e più hu~
gamentc diffusi, si è degnato d1 benevolmt.'nte :,c-
cogliere tale domanda, anche in vista della sua par-
ticolare benevoluru-.a verso \\a ptl"detta Società.
Pertanto la S. Congregazione dei Seminari e ddle
l.tnivcrsità degli Studi, per autorità dell'Augusto
Pontefice, eriJl"e c::i.nonicamente e dichiara eretto in
Torino l'Ate11e<1 Ecclesiastiro Scìlesia110 con le Fa-
coltà Teologica, Giuridjco-Canonica e Filosofica,
concedendo ad esso la potestà di conferire agli stu-
denti idonei dello Società S:ùesinna i graJi accodc-
mic1, a nom1a degli Statuti debitamente approvati
e osservando quanto eh di.ritto devesi osse.rmre.•Ciò,
nonostante contrarie dispoi,izioni.
Dato a Roma, dal Palazzo di S. Callisto, il 3
maggio, solennità dcli' hwcnzione di S. Croce, nel-
l'anno d.eJ Signore 194-0.
IL Segretario
1f Prefetto
L. [· S. ERsi;sro RUFYf1''J. G. Card. PllZAROO.
Sacra Congregatio de Sem.inaciis
et de Studiorwn Un.iversitatibus.
Sacra Co11gregatio de Semi11ariis et rie S11uli,mw1
U11ivusitalib11s ltot!c Statuto Pontificii Athcnaei S,1-
lcsiani, od 11ormas Corutitutimtis Apastolicae Deus
Scientiarum Dominus accom,,data, adprobat et 111
fideli-ter ohsen:umtirr praescribit.
Romae, r.x Aedtlms Smu:ti Callisti, dte XII mmsù
Junii, am10 Domini JVICJ\\lXX.XX.
Secretorius
J,. t}< S. ERNESTl/S RUFFINI.
Pr:tefrctu~
J. Card. P1'l.2AROO.
Sacra Congregazione dei Semi.nari
e delle Università degli Studi.
La Sacra Congregazione dei Seminari e delfo
Università degli Studi approva questi Stntuti del
Po11tifirio Ateneo Sti/tsio11<J, redatti se::condo le norme
della Costituzione Apostolica Deus sci,mtiarum Do-
111i11us, e prescrive che sìeno fedelmente osservati.
Roma, dal Palazzo di S. Callisto, il t2 del mese
di giugno, nell'anno del Sigmue 1940.
Il Segretarir>
IL Prefetto
L. >I◄ S. ERNl!STO RuFFl~I. G. Card. P1zZAJU>O.
Questo solenne riconoscimento da parte
tiella Santa Sede mette la Società Salesiana
in wa<lo di preparare convenientemente i
Professori dei numerosi nostri Studentati Fi-
losofici e Teologici sparsi in tutte le parti
del mondo: prepararli presso la culla tiella
Congregazione, non solo con una soda for-
maziont: scientifica, ma anche con una effi-
cace formazione religiosa.
Gran Ca11celliere è lo stesso Rettor Mag-
giore Rev.mo Don Pietro Ricaldone.
L'Ateneo è dotato di un Museo Biblico
elci più preziosi d'Italia, dj una ricca biblio-
lcca, ùi Istituti tli biologia e di psicologia
sperimentale, di cui da.remo in seguito parti-
colareggiata descrizione.
Per sempre meglio provvedere alla cultura
ecclesiastica dei Salesiani e del clero in ge-
nere, il Sig. D. Ricaldone volle anche su-
scitarc una palestra intellettuale, fondando il
Salesianum, Rivista di cultura ecclesiastica, che
si pubblica a cura dei Professori della Scuola
Superiore Salesiana di Teologia e Filosofia cli
Torino, ora Pontijicium Athe11aeum Salesz'nnum.
Il Salesia1111m è già entrato nel suo secondo
anno di vita e promette hene per l'avvenire.
Lo scopo e l'indole cl.ella Rivista Salesiana
fu chiaramente indicato dalla stessa presenta-
zione del Rettor Maggiore: studiare i pro-
blemi teologici e filosofici, e contribuire ad illu-
minare le menti collo spirito di S. Francesco
di Sales e del Santo Fondatore Don Bosco.
Ci permettiamo di raccomandarla anche ai
Sacerdoti nostri Cooperatori pregandoli di ri-
volgersi per l'abbonam1;oto alla .Amministra-
zione: Società Editrice Internazionale, Corso
Regina Margherita, 176, Torino (Ìo9).
Abbonamento: Italia, 1:,- 30. - Estero, L. 40.
220

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Il_pérsonale dell'Oratorio
(Da/Ta circo/ore del R cffor Maggiore).
Propo~to il progetto 1dcolc dell'Oratorio (v. /Jol- 111011ica111r11!r .~i locwssero r Jossf'To trasci11alr
lettiuo dello scorso meijc) il nostro Rettor I\\ lnguiorc irres1st1bil11w11it' insieme 11ell'onda del!<J t•etttà
passa, udlo sun circolare, ud occupàrsi del pcrs<>-
nale ncccssanq, dol Direttore olle altre cam;he lì•-
snte da D. Do.,co nel suo Rcgolnmcnro. ,\\ll.l nm~·1:1
de, nostri Cooperatori m1,·n·sscrà sopratrutto quanto
ril{Uarda l'ufflcao più J..-licato ed imporrnnte che è
quello dei Cmrchiftt. :-;1r.llc1a1111> pertanto I<' pogme
in cui 11 SII(. D. Riculdonc ,11Tronrn questo grande
era comr 111w scossa ,·lttt,1ca, zm fremito del
l'anima. dlf, 1w11 so come, s, se11th:a esst·rt cu-
mu11r. Q11t·lli sano mcm1r111t d'llt1a gioia, u11zi
d'u,l(l 'l'Olt1ll<Ì pura t' <nslfl, chi' 11011 si pui; ri'-
dirt•, che, tutta penetra l'ammu e nr nffrrn /,-
fibre più npr,,çfr. Eppurr l'Ssa 11011 ha cmifr,mfll
prnblemo ,. sus.rgeriscc I cn1.-r1 pratici per In $Cdtu con qlll•lla gioia e santa i•olullà eh'10 /(mio al-
e per la forma~1one.
lnrcltè 1111 lrut·u in mr:::::o a una sel11em di
I Catechisti.
fanc111/li, che t1scolla1w trm11111illa111r11tr la sp1r-
ga::ùm, del Clltrchis11111, r/11 IJ<'t'OIIU li parolt
.V<J11 mp,,i tr<n.'arl' paml,· fmi acca11rr, p1r cogli si:1111,dì i11gen11i e s,mtmnnite ,midi e ri-
dar pruu:ipm a q11est,1 fl(l//a:::;ùme, d1 quelle sp,mdruw pHmlamcn/1 ,. 11N1t11111wtc a/11 mir
nm, colle qual,
Bosco i111;::.ia, nel f?.eg<Jla111n111J domand,·. . /1/r,ra pi,i d11 mw 1111 s<'mbra d'rssr,r
dell'Omtono Frslivo, il rnpo ft1zo della prima sim,lt a Gl'sli Cristo, 1 pl'I' me, 1 ti dic,J 11111t111zi
parte, dtr1·r parla app,1111,, dr, catecl11sll
a Dio, ,,1111, mrgli" ùm·g11111 I' il Pater, I',\\\\'e
(I U1111 delle principali 111c1Jmbeu:::e dtll'Om- l\\lari:1, il Cre<lu, il Dccalo~o, i mi~tcri <lclb
torio, t7:H dice, è quella di catcdmta; perr/Lè Fe<l.: ai fKn.eri figli dd 11mtm puJ><>lo si buono,
lo scopo pr111wr10 di qunt'Oratorw è d',strmre sì d,,cih d, 1/r campa,:ne, clw mgio11arr d1 cn.<t"
nella Dnllmw cristianu quei gun1a11elli r/1r i,·i altiss1111r ,. rt·dlare elaborull! Co11fer1·11z1• dflllr
111term•11gu110.
cattl'drt• d1•/le pri,ne bas1/icl,,, d'Italia •·
,. i ·oi, o catechisti, egli rontmua, insegnnndo
Queslr profonde e co11111,,n•enli t·1pressio11i
il Cat,r/11smn, fate 11n'opcrt1 di gran I111r1lo di- do~:rrbhno t:sser(' og_,:etto di tutta la nostra al-
nanzi ,, /)lo, ptrchi cr,opoate alla salute dr/I, te11::ir111e. Tru tu/li• le missimu lfUtlla ,lell'imr-
ain'me rt:drntr ra/ prezioso Sangue di Grsù Crt- g11nmet1l1> catrd,istirQ i d11nq1Jt· la più b1 Ilo ul
sto, 11dditcl11do i mez:::t aflt a seguire qudla 1·1a eccelw, 111mtrr d'altra pm1f' cnstitursu il 1w-
che li conduci: all'etu11a sali•ezza; u11 ltra11 1111 - slro pm111J r più ;:rure dm.•rrr. D(Jf}rebbl' pir-
rito ancora m•rrte ditumzi a1:h uomini; r ,l(li f anfo suscilflrsi 111m sa11lll gurn tra i nos/J·, sa-
udit<Jri bmedir,111110 mai semprt· le 1·ostrr pa- cerdu11, s1J/>rt1tt11lta Irti coluro clte /'11bbidirn:;11
role, co11 cui /uro addìtustr la t•ia per Ji,;:nur, dest,r1a a rrn 11:::e e discipline piti elr•1:atr e prr-
b:1011i dttadiw', utili alla pmpria f am~,:lia, t·d citì 1111 g/;11 addntrati <llla mrtmlica, per u/Jriw
alla medesima ricile SfJCÌt'là •·
alla 11m,im1f! ratechistira sm 11Pgl1 Oratori d1e
Eculs" 1m•ero la 1111ss"111e di'/ catrclusta: 11ell1• SC111Jl1 li lorn IIISl'Kname11tu ne1·nrd1b1
egli è Il co11ti11uatore dl'lla mimone stessa d, forza 1• /miro ,Irti/a lom sril'llo:::a e dagh strm
Gisù Cristo. Fu questo ii lc11:nro principale d, - titoll uaad1111u·1, i qual, alla lorn 1:oltu 1'1'rrd1-
gli :rlpustuli, caI1Ie lo è tulloru dt:i r·rscm•i, dl'i bera a irradwni d, l!tr1· s11pru1111ul11mle ar-
saurdoli e dti missionari. S1111 Sa11llltÌ l'w X ricd1iui di rnrismi cdnll.
assenscr e 11nn essero, dm·trr p,u gra1.'e, 11/. più D'ultrunde fu appunto c1>11 ,111erto 11uz:;11 du
stretto di q111·slo per t11ttr , sacerdoti ,.
Gesti ( 'rislll tmsfQml<I da capu a fondo 111 sll-
Il dolio r·d doq11e11tt• mo11signor Bo110111rlli cosJ cietà /mg1111a 1//'lh• id,,e, 111'1, Cll.ffum;, 11dll' lrggt,
parlm.:" <1 rl11wwra del ma,:11ijirn Congresso Ca- ne/11• 1.rt1l11::1a11i, 111 lutto. /~'#li ùif<,lll d1im111J
tedustico di Piacem::a dt'! quale ricorre t/lll'- i11tarno a dodici f>Ot•ai 11t1111111i, e dopo m rrt•
,.t'anno il cmq11a11fe11ario: lfo predicato 1110/te per tre m111i spiegale e srolpite le n ritù d! I
t·olte i11 twli templi, riboccm,ti di p,,polo e Ji- calechimm nella /on, lllfllle e nei fom r1u,r1,
11a11:;i a pasona_,:gi per i11,l!,1-g11r, distinti e in ~disse lùru: , Orsù, a11dt1l1', ttprtet, qua11t11 at•cte
ogni discip/111a approfoll(/tti; ho tratl<Jta ar,:tJ- udzt,J t1 lufli i popoli, e dopo di t•oi prosrgumw
menti t'ln1ali e ho •veduto .t:li uditori <lllmfi, l'opera 1•11.1/ra t ,10s/ri sucassari Ji110 al lermi111
immobili, pendere dalle mie labbra. Non poche dei tempi•· Cosi fu fatto e il mondu din1111r
oolte sn1Jh•11 ripercuotere in me stesso l'eco del/,, cnsticmo. La Chie.w, ca11ti111mt11u dell'oprra di
loro emozi(JI~: parea cliR le a11ime 11ostre ur-
Gesu Cristo e d~-gli Apostoli, nel corso dff 11-
-- 221

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coli, altro ,w1t fece che caluhizzare adattan-
dosi sapiet1te111c11le e amorerolmnite alle con-
dizioni e cli bisogni dPi popoli.
Il Vangelo e gli Atti degli Apostoli ti met-
tono dina11z1 la forma semplice, ricca di simi-
litudini tratte dal/'aml,iente, oggettiva. i·tra-
111e11te popolare, usata dal Dhino Maestro e
contùmat<l dai s11oi Discepoli. I Padri della
Chiesa, sul loro esempio, ci tramandarono veri
monumenti di sapienza catechùtica, f 011ti iue-
fauste alle quali si atti11se " si co11ti11uerà ad
alti11gere nel volgere dei tempi.
Vennero in seguito le famiglie religiose a pro-
seguirP, Ì1l aiuto del dero secolare, le nobili tra-
dizirmi apostoliche e patristiche. Oggi ancora
la Chiesa mette i11 unll 1110110 dei suoi 111Ìssio-
11ori la Croce e 11ell'altra un piccolo libro di Ca-
techismo, e li mando in mezzo ai pagani e agli
stessi selvaggi per guadagnarli a Dio e al Cielo.
Giova proclomarfo: ìl mondo 11011 fu com;ertitn
dalle sottili i11vestigazioni dei filosofi nè dalle
profonde discussioni dei teologi, ma col piccolo
Catechismo.
L'esem.pio di Don Bosco.
Riser-m11doci di par"1re più ampiamente di
Sm1 Giova,mi Bosco ,atuhista, è doveroso ri-
levare subito ch'egli è rite1111to e con ragione
come uno dei piri eminenti catechisti tra i Santi.
"-'.!!li stesso lasci& scriMp: (< l?udrmare i giovani
p,-r fare foro dèl Catechismo mi era brillato
1ulla mente fin da quando az•evt, svio cinque
armi: ciò formm'a il mio pili vii•o desidc,,io;
riì> sembravami l'unica cosa che dovessi fare
.,ulla terra >>.
/rifatti nello studio del Catednsmo e nell'i11-
segnarlo ai moi piccoli amici, r<•11de11dolo at-
lrae11te co11 racconti della Storia Sacra ed esempi
di Stmti, nonrhè con piac~cJoli dit•ertimtmli, egli
fr<J'Vava le sue deli~e.
Ai Becchi, servitorello alla liloglia, condu-
re11do e c11StodPndo il gregge al pascolo, m•e.·a
tra 111a110 il ca1'<J libriccino, In cui dottrina affi-
dava alla s1w memoria tfl/are. Ci dice Don
Le11wvne che Gio1•wminl) <• del continuo stu-
ditn•;;_ questo J>re1::ioso libretto •>, e r/Je il parroco
per ucitore i giovanetti a studiarlo, dic("[•a loro:
~ Voi sapete ben poco del Catechismo; Bosco
non solo sa recitare il Catechismo, ma lo canta ».
Studente a Chieri si adopr<J'<.'11 in tutti i modi
pnchè i giovanetti frPq11e11tassero la scuola di
Catechismo. La siguom I-alimberti racco,itm!a
nel 1889 a Do11 Bonrl:ti che il giovanetto Bo-
srn era ricercato da fJl!ime famiglie, che gli af-
fidavano i loro figlioli perchè li istruissè e so-
pralluttu li migliorasse col suo b11011 esempio.
Alla domenica, essa dic<n:a, era sempre nostro
222
commensale. Agli ultimi tocchi della campmm,
lutti ci alza?.•amo e ci metlevamo i11 na per an-
dflre in chiesa: ma Gicn:anni invece di 'Unire
con 1wi scompari•va. La prima 'l:olta una ddle
mie sorelle, la Giuseppina, sospettò che Giovanni
fosse men bul}l/0 di quello rhe .n drce'l.'ll, credendo
che non si ajfreltasse alle sacre .f11n:sio11i e f ow
ne stesse Io//t,wo; ma 11011 tardò a disingannarsi.
Gio-;;a1111i aveva fati() un giro piri l1111gt1, per
raccogline i fanciulli dispersi qua e per le
·àe, i quali pt:r 11011 andare al Catechismo si n·-
tirava110 a gi,owre e divertirsi nei luoghi più
dm•rli. 1Voi, passando pel giardino di casa alla
piazca del Duoma, giungevamo a tempo per
'l.'edere Gùn·anni Bosco già attorniato da wi
bel numero di raga::t::-.i, chr egli co11duce1Ja in
chiesa ,1.
Seminarista, approfittava di tutte le occa-
sioni, e sapl!Va farle nascere opport1mame11te,
soprattutto durante le v:aran~è, per impartir1:
fn::ùmi di Catechismo. ~ /I Ti ocrnpm.•n, egli dice
nelle we memorie, dei miei soliti giovanetti...
Pr(J'l)ai 1111 gran conforto a fare Catechismo a
molti miei compagni, che trov.1m•ansi o, sedici
t>d anche ai diciassette a1111i di età digiuni af-
fatto delle verità della Fede»: e questa missiom,
egli compì cou crescente zelo durante il tempo·
che restò 11rl seminario.
Fatto sacerdote consacrò a quest'opera le sue
migliori energie. «La mia delizia, lasciò scritto
nelle gùì citate Memorie, era fare il Catec/11~
smo ai fanciulli,>.
Giunto t1 Torino, IP visite a/IP pia!..~ze, ai sob-
borghi, agli ospedali, alle prigioni <r.'l', con il
cuore str1,1:::iata, incontrò tanti poveri gùn.ia11etti
'l•i11i111e prt<coci dRl "·izio e del delitto, a causa
specialmente della loro ignoranza religiosa. lo
spinst·ro a co11sarrarsi interamente a/ili ginvcntlÌ
e a fo11dare l'Ortliorio Fesfrvo, il cui scopo pri-
mario è appu11to l'istrw::ione religiosa.
E non pago di fare egli stesso il Catechismo
ai giovanetti, srppe attirare altri sacerdoti che
lo coadiuvassero nella 11abile impresa. F. t'ttro,
nel RegolammttJ egli dice che i rntechisti, per
qua11to si può, dovrebbero essere preti o chierici.
JUa, soggiunge subito, «perchè tra di uni •vi s011,,
molte classi, e d'altro11dr obbiluno La b11011a nn-
tura di M•ere parecchi e.semplari signori, che s:
prestano a quest'opeYa, perciò a co~toro con gra-
tit11di11e si offra una classe di catechizzandi ,>.
<< li nostro buon Padre, scrive Don Rua, seppe
cotanto nobilitare l'1rfficio di catrchi:Sta, dtl lt-
1wrs<'11e 011orati, altre i sacerdoti, i principali
fra i Nlarchesi, i Conti, i nobili di Torino. De-
gni di ricordo, il l/archese Fossati, il (:;011f1,
Balbo, il celebri' professore di Teologia all' Um-
versità Can. Jlarn,go ed "Itri 11011 pochi ,1.
I

1.6 Page 6

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-
TORINO IL MUSEO BIBLICO DEL PONTIFICIO ATENEO SALESIANO
223

1.7 Page 7

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. /11:ti, lo stesso Don Roseo, i11 uno sua memo-
ria 011tngrofa, 1:olle ricordare, a titolo di pe-
renne riro11osct11za, a!c1111i di quei suoi colla-
boratori 11e/l'inseg110111rnto della Dottrina cri-
stiana.
(' .\\'on sarà discaro, tgli .~cri,·e, a citi leggerà
q111'.fftJ fogliri, ch'io faccia qui specù1/i, me11r:io11e
d'alc1111i di quei primi nostri maestri, il cui nome
mi ri111,w,, i11delehile t1ella mente e nel wore.
Fra gli altri, .fm.,"i.·i Gioi·a,mi Coriasso, orti 111.11e-
stro faleg,wme, Ff,liri<mo l'erg11a11n, ora 11ego-
:,1anft> passam,111010, Paolo Deljìno, il quali' r
r,g,gid1 proft•.uore di cor.111 tewiro. :l questi si
aggitmwro poscia . i11to11io e Gim•a1111i J!t:ltl-
11011~, il prime> droghiere e il sl'rondo ro11fètt11-
ri1Te, Felicr e Pil!tro Ft•rrero, questi sensale e
l'altro rnmpos1tr;n:, e (,'1m•a11m Pio/ti falegname,
•Jru podro11f' di hotti>ga. Ad rssi si unirono Vit-
t1mo llagna e l.uigi Genta. I·e11i1.·1mo e:::ir111dio
a prestare la loro pe:::.11,sa roopera:ùmt ,, que-
.,ti maestrini alcuni pii sig11orr della città, fra
i quali .f11ro110 costanti i chincaglil'ri Giu.reppe
Gagliardi e Giusl'ppe Fino e l'or1fice 1·;uorio
Rit11t!r ,1.
Qnesta comnun:e11fe cm111wrazio11e nw11tre
mt:11,, i11 rilirrn la 11nbilui del rnnre rirn11osrmte
di Dm1 Busco, è a 1111 1,,mpo 11110 stupendo /,e-
;:;io11e dt qua/lto wpp1• operarP il ~.•fro ::rio. Cn•d,i
rhe 11011 andremmo errati aflcr111011do che D011
B()sro. !fpecificm1d() cni 110111i h· din•rse profn-
~·ioni dei s11u1 calerJ,isti, inte.w> apnu i 1/Qslri
mori alla più amp.ia fiducia, facmdflci 'l!edere
prntic,mumle che IJJ rarità i11d1ulr10sa sn ccr-
rarr e suscitare tm tutte le classi sociali 110111i11i
di b11Q1w volo11tn, dispr>sft a coQperarr alla
,grande opi:ro dell'i.<trn::.ùme r</h:u,.rn tiella gw-
~•p11/ù.
Ove trovare Catechisti.
t) Tra i Cooperafori.
Pio .YI, n<'lla sua H11cirlira de/l'Educazione
Cristiana, face11du,çi l'rO, come i suoi Predece.<-
sori, dr/ gndo arcoraw di Gesù (, abhondante
in verità è la messe, 1110 pod1i gli operai~: dopo
m•rr rrmstalato e lameutnffJ che purtroppo i sa-
cerdoti so,w i11sufficin1ti agli assilla11ti e cre-
rcr11ti bisogni, focf!'l.'o 1111 caldo c1ppe!lo alle
anime gtnll'rose pt>rchè 'l:olessero di'l•enire colla-
{JtJrnlriri <fficaci dei saurdoti.
Tra lr molteplici forme di coopera-::.ione di
bene r alla S(l]ve::;:;a delle a11i111e, quefla di pre-
s/llrsi in aiuto del clero per l'i11seg11a111e11to ca-
/echi.stico è ct-rta111e11te 11110 delle più belle ed
1ffit'an
l 'rge pertanto suscitare ~·ot,1:::.i.oni cnter/1isti-
che, mrt/1.mdone 111 rilir.•o la 11ecess1tà, In bel-
le::::;a, gl'inmttnsi rantaggi spirituali e soci.ali.
Silvio Pellico disse con ragione che <.< chi ass11mt
l'incarico di cateclu·sta è il migliore amico dellu
Patria e di Dio ~-
E poichè anche noi, 11pg/i Oratori, nelle par-
rocchie, nelle missioni, toccltù11110 ogni giomn
con 1110.110 l'urge11te necessit,ì di trm•are e di•
formare molti e buoni wtechisti, 1w11 vi sù1 di-
scaro ch'io mi soffermi a studiare q11Rsto impor-
tante problema.
Am:itulfo mi sia permesso di rilet•are rhe forse
nni 11011 llbhiamo ancora sapulo apprnfittare dfl-
~•11tm11e11te di duf' grandi risorse che lddio ha
mes,fo a dùposi:::io1111 nr,stra, a sussidio della no-
stra missione: 1 CQ()puatori e gli E).·-allitt:i.
Troppe rolte il Cooperatore Sa/esumo •viene
co1tsiderotn sotto l'1111iro aspettu di benf!fattore:
da Lui, pi,i che altro, si aspetta e ~·i sollecita la
cooperazione finm,zùiria. t questo 1111 grat:e er-
rore. Don Bl)scò intese la tooperazione soprat-
tutto come partecipa-.:<ione de, Cl)opnaton·, in
div:Prsa forma e misura, al nostro apostolato.
lnfafli egli i11comincia il R.Pg11lw11e11/o dei Coo-
pM"atori con qiu•ste parole: ,, In ogni tempo si
giudicò necessaria /'11J1Ìtm1, lrll i burmi per gio-
v·arsi i·irn1dl:'t•olmente 111'/ fare il bene 11 Inter
lrmtmu; il male. Così facl'f•a110, egli ro11ti1111a, i
rrislia111 de/In Chiesa p, i1111ti•.:11. i quali t1l111
vista dei pn·icoli che ogni .t:iorno loro sm:rasla-
i•cmo, ,(en;a p1111to .womentarsi, ,miti in 1111 cuor
solo ed 1111'a11ima solq, ani11un·ansi !'1111 l'altro
,, starf' saldi nella fede e pronti a superare gli
im:e.~sanli assalti da cui erano mi11acciati. Tale
pure è l'a~11,•iso datoci d(ll S~f?TtOre quando disse:
I.e forze deboli, quando sono 1111itf', diventano
forti, e se: unir cordicella presa da sola fncil-
mcntc si rompe, è assai difficil~ romperne tre
unite: <, \\'is unita fortior; funiculus triplex
difficile rumpi1ur ». Così soglim,a ezìondio farr
gli uomini 11ei loro tif]ari temporali. Dtn·ra,mr;
forse i figlioli della luce essere me110 prudenti,
che i figlioli delle t{'frebre P No cert11me11te. Noi
cristiani, egli cr111rlude, dobbiamo unirci III q111·-
sti difficili tempi, per pronwO'l•ere lo spirito di
preghiera, d, rarità, con tutti i me:::::i che la re-
ligione somministra e così rimuoon·e o almeno
mitigare quei mali, che mfffono a repe11ta.1tfw
il buon oostume -della crescente giCJVl!TJlÙ, nelfl'
rui mani sta11110 i desti111 della rii·ile società ,i.
Qrumdo poi il 11ostro Santo Fondatore passa
a fissare lo scopo dei Cooperatori Salesia11i dice
rhiara111mte clt'essi f ace11dosi.. Cl)()pemto(Ì _sa-
lrsia11i possono continuare in mezzo alle ordi-
11arie /(Jfo occupazioni, in seno alle loro J<1111iglie,
a ·vn:ere come Sf' di fatto fossero i11 Co11grega-
::.io11e .\\'el suo pP11sie,:o i CorJperatori so110 i
Salesiani che 'l.'i'/10110 in mezzo al 111011do. In-
224

1.8 Page 8

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f,,tt, q:li ag_gi1111ge che o dal S01111110 Pontefice
q1u•st'afsociuzione Ì' b1msl considerata come 1111
laz'Ordi11e dc,g!, ,wliclu, 111a co11 que:.lfl diffe-
rrnza · che in quelli si prupoueva la pcrfezitme
cr1stw11a 11cll'eserc1::10 dd/a pietti, m1 f/tre qui
si ha pn· fi11e prwripale !ti vita al/11:a ,wll'cst'T-
c1..zig del/11 caritcì v1-rso il prossimo e spuùif-
mmte t·erso la gw·,!c11/IÌ prricolantr •·
Speci.fimndo 111fi11e la forma di roopt'ru-:;Ù>ne,
dice apertame11le chi· « ai Cooperatnn saleswm·
s, propo111· f,1 st1•ssa mes.tt' d1•lla C'rmgr1-gazi1J11e
di S1111 Frtmcesc<J di St1ft-s n11 i11t1 .11do1111 tusn-
ciarsi •>. E nl 1111111ero quattrn d1 tj1testo st1•1·.w
cnpitrJ/o d1rhillra cht' /lilli dellt· formt della loro
coupera::ùmr <• i fa carità 1:erso i fa11dulli pai-
CfJlm1t1: raccoxlu·r/1, istruirli 11tllt1 Fedi, a,.,-
•1:iarh alle s1u-r1· /1mz1011i, co11siglittrli nt•1 ptn-
culi, cm1dT1d1 dm·e possono essere 1stm1t1 11dla
rt'/igiom• •: queste cose, eili dict•. so,m ,1ltta llll'Hr
dn Cm1perat11ri salesimri.
C'omt i•tdde il 11nstrr> J>adrt· 11011 pcittt•a pn•-
st:11/arc, 111 111udo più rhiaro la mismnte del Coo-
p, raturt wh·ti<11111. ossodm:do/,J esp/iritumnttc
rìlla s/1•.fsa 11Qstm 1111sslfmc. Pa q11t-Sl(1 app1t11/(J
i,, .t!lt parvi• d, pota dm: I'err,i giorm, r11i
C1mpcrt1tore sa/1 s1a11O sarti smouimo di buon cti-
s/11111O Twca a noi fare si che l'aspm1:::in11e d1·/
Padre .11 /t(ld1tra III cimsolm1te realt,ì.
/,in11t.i11dori p,r om al prohlem,1 ddl'istru-
z1m,r e formttz111111' rdit:ioso è fuor d, duhbio, e
!fJ runf, rma I'cspPric11:::a du, Ira l 11ostn Cuo-
. pa(l/ori e Il' 1/QJ/rl' G°QO/Jt ralrir1, 11m poirr111111r,
nulgerc ro11 frutto 11nr1 t·n·a rrorwta rated1ùt1r11.
i.Vaturalml'11te dmn 1mrw i11 p1·ùno luogo pm-
pm·ri, per mt'::::io dd Hollettino, dei 11rJstr, periu-
did ed Ile 11nslrt> rfrùtt', dt•llr confe-rew:::e m1111mlì,
di uerrizi spirit11ali, d1 spn:,ali riu11io11i t co11-
/,'Tt'HÌJ11, tli o/lr11Prr che i ('011p1•ratori ra/1•siani ro111-
p1a11O lu missione catechistu:o nd seno delle loro
famf~lie. Si olttrrl'bbe III tal mrxio chr la fiamma
dello zp/tJ si t1cc1·11da ,. si sl"Ìluppi pm arde11/r
11ei loro nwri, e e/t'essi si sentan/J poì spi11t1 mt111
1110110 a/l'apost1Jlato tra i .i:wvmti, accrl'srnulo
cosi nelle pm rocrl1it> e 11egli Oratori il m1111em
dei catec/11sll Oltre al bnte rhe verrehbe pro-
mosso, t' ,mcl1e qut-llO 1111 modo pratictJ dt ma-
11ifi•stare la 11mtra nco1w~ce11:::a m C'oopt•rt1tor,
e alle C0vpeTt1triri, att,r011d11l1 ad msr,riars, co11
l'opera foro p1•1·so11ale al 110.1tro apostoluto, 111et-
tendol1 cosi 11ell11 fort111mtn co11di=io11r dt ft5o-
reggiare meriti pel cielo.
2) Tra gli Ex-al/levi.
Altra grande, i·rJr-re, dirt ;111'Sauribile, sor-
gmte allo quale attingere coope,.a-::;.i,;11e di at-
ti,:it,i, specia/mn,te nel campo rntec/1istico, .10110
.::li rx-alliN.•t. Og_ei pirì che mai e dm.•M 11O.,tm
ricordt1re le paro!t· pmmmcitite sole1111 111e11te da
Don B,1sco il 17 b~J{lit1 188+: ~ lo rul mm,r di
Sales1a11i ù1tn1do signijìcal'f tutti coloro chr.
qw 11e!l'Orotcirio, f11ro110 educali 11ellt massime
dt qupsfo Santo: qui11d1, p,•1 lllf, v:oi sif'tl• tutti
Soh·sim1i ••· /)i iu/11 mfulti t'gli si c1J11~iderm·t1
r desidertn•a t·.Hert· d11a111ato Padri•.
Rastww q11Hl1 paml1 a Jìswr rl1'flra1m11fl'
la m11um e I" fi1111/ità d,gli r,-t1//1en. D011 Bo-
sco lt 'imolt pari~ 111legrm1le d1•llc1 fm,m:lm · Sa-
lesiani c,pera11ti 1111 111m1do. pro!tmgu111r11t11 1
1·1111t11wa:;io11c del/'op,,ra del Padrt ;.· p11rt qm·-
stu 1111a v·1sw1u1 ricu, 01 pm111,>sst, che d"t't> al-
liett,rr, f,11 d fJra rnlla spum1;.;<1 d, 111ag11ijin
rnccrssi. l11ft1tti /IIJi t1bb111111,, ·,·ista 1• sul11llc1111,1
og11• g,omn ro,i gium, ,/ wr_!:1·re dunmque r sn-
lupp,,rsi nel uno dt>llf' d(fferenti Unirmi, pr()--
111tlln1t1 im::.wft,:•"· Rasft aanmc1rr, trn lr ul-
lre. li que/l(l dci:li Es1•rci::1 Spirituali d1e si
d~!Jrmde 111 1111,d11 n111:;olt111te: è 1111 111mw1r11tr, rl1t'
tll"l''essert• f m.•,11·ito e p,,unzwto i11 111111 i modi.
lla. pur lodrmdo ,I g11i Jutto, dnbb,amo ri-
ronosrert• rhe, un p,,' da pl'r l11Jlo, i no.Uri l'.\\-
<1llit1•1, sp,·cia/111,.11/1 i p11ì ::;dt111/r, ci mu01.·0110,
con jilialr e co1~fflrta11t1· co11J1dl't1 a, una prc -
xhiera cl1t pàrrtbhe m•,•re talv,,/Ja sapon di
dtJ!ct rimprm: m. f t·cro, eu, Cl d1c1J110, t·oi
rt i111•1(al<• nllfl rit111i1J1lf <111111,a/e r 111 qualche
altra cirrostan~a. 11 111H/r11 cùmpito pc u 11
1110/ti, i11 troppi cast, è quello di sav,rl' da po-
rutti I qrras1 dtl lllpf't'::.zt na per 11 grt111di oc-
rtt.,ùmi: trappr, raramente, l'SSI insis/0111,. i•oi ci
i11t'tl11ft ad a.ssrJCiarci al t:nstm apost11l11/rJ •·
Anrora ultimamente in 111w StJlrrme tornuta
il prcude11/e di rma .fiori 11/e l.:111011e fi11i,:11 1/
s111J /erf.'ìdn discor$O m11 questa prl'l!,hiera:
._ Dafrc, dt'! lmiuro!
IJ011no ra(!io11l' i 1,ortn brm:i e.t-al/iP,:i, e noi
dobbiamo cump11uPrlr. D'altro11de ricordwmo clu
le ustocia:::itmi 1.·n.·011n e si n:il11ppt11111 i11 pmpor-
:1011/> delle loro attintti: 1111 nrg11111s1110 inatti'i·o, o
anche snlo poro 11pemro, fì11ùct pu 1rmgt:inirsi,
rallentare ,I r,/1110 dt·' suol mm:immti e peri,,,.
Git,nrtbhe pertm1/C1, e mnlto, alla lmn,w causa
che noi sapeu111u, 1·c1lercì dellf' pmssime fe#tt
u11te11ar1e per m.ftlltlfl.' lrt1 , 11os1ri e,·-111/1• 1·1
11110 santa (flirti. d, al/n•ilti, 1m·ila11doli soprat-
tutto ad am,riarli futltt:amenlt ,,I/a 11us/ra Crn-
ciota calecl,i~Liro. D1ss1:11111,atì in Of!IIÌ parte e.ui
O(tupmw orma, bnl/a11frmt11te tulf'1 la gm1111m
delle posi:::irmi sociali. Om d1 tutti noi ahbiam?
bm1g110, e tutti! lt /,,rn al/ ntò po.1so11O nrtrr
usufruite Ira i i:ùrro11i pi1i picc1Jli 1• piti itt110-
rc111ti ,. tm (Jllt>lli pili n·iluppalt cilr SI at..ù1110
u studi sup1 rù,ri, nel più umile OmtfJrio ,. 11ell<t
mr.1:/io allre::::::ata scuola d, reli1:ioni·
IConttnu:tJ.
225

1.9 Page 9

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COLOMBIA
11 Catechismo ai detenuti nelle carceri
di Caqueza.
Reverendissimo Padre,
Nonostante il molto' lavoro per lo sviluppo
sempre crescente del Collegio e per la scar-
sità del personale, aiutate e sostenute dallo
zelo del nostro infaticabile Parroco ;\\,lons. Josè
Ismacl 'l èllez, abbiamo consacrato con gioia
il poco tempo libero dei giorni festivi al bene
di tante povere anime, che forse sono lontane
da Dio soltanto pcrchè non lo conoscono. A
tal fine, oltre a continuare e a intensificare
l'opera dell'Oratorio e dei Catechismi in Par-
rocchia, ove accorrono circa 300 bambini, ab-
biamo aperto una scuola fc,;tiva, frequentata
da un bel numero di contadine, le quali,
mentre imparano tante cose utili per la vita
Jlresentc, hanno modo di conoscere ciò che
più importa per assicurarsi felice quella futura.
Ma la nostra opera domenicale più carat-
teristica in quest'anno è stata quella del Ca-
techismo ai detenuti nelle ,;cine Carceri. Si
tenne prima al solo gruppo di donne colpite
da lieve condanna e che, ben vigilate, veni-
vano accompagnate alla nostra Casa. 1n se-
guito, a richiesta del Direttore delle Carceri,
commosso dei risultati ottenuti, si estese a
tutti i prigionitr~ uomini e donnc, e nelle
stesse prigioni. Il catechismo operò una vera
trasformazione in mezzo a quei poveretri, che
prima imprecavano e maledivano la vita per
la libertà perduta, ed ora sopportano rassegnati
la pena delle loro colpe, ed anche, taluni, il
peso di un'ingiustiz.ia o di un errore. Essi
stessi dicono: «Prima piangevamo sempre;
ma da quando, grazie a Dio, vengono le Suore,
non piangiamo più! 11.
Un grande conforto hanno trovato nell'im-
parare a conoscere e ad amare la SS. Verg'ine
che, presentata quale ).1adrc, rifugio e conso-
latrice di tutti anche dei più miseri e svcnru-
rati, si è cattivata subito la loro fiducia e il
loro amore. Desiderando d'averne sotto gli
occhi la dolce immagine, incominciarono a
prepararle la dimora nel recinto stesso della
loro reclusione, indusrrianç!osi, col permesso
del Direttore, a costruire nel giardino delle
carceri una grotta... La grotta richiedeva na-
turalmente là statua dell'Jmmacolata di Lour-
des; ma di questa, purtroppo, erano privi.
Pensammo allora di provvederla noi, col frutto
di piccole industrie; e, avutala, si scelse il 24
giugno u. s. per... incarcerare anche la ::\\la-
donna!...
ì\\.1emori dell'cs.:mpio di Don Bosco, ci ado-
perammo per ottenere che in qmd gion,o di
festa g:li sventurati reclusi avesst·ro un po'
di sollievo e potessero venifc alla Cappella
del Collegio. Il favore ci fu concesso; e al
mattino presto tutti i nostri amici, sotto vigile
scorta, vennero tra noi per ascoltare la santa
ì\\lcssa cantata e accostarsi aJla santa Comu-
nione, che riuscì veramente generale, poichè
s())tanto due se ne astennero. Fu una scena
commovente il vedere quella schiera di uo-
mini ingin.occhiati intorno aJl'altare: molti
piangevano come bambini, mentre la fresca
voce delle alunne ca.ntava:
...T.,as que sufris en este mar de penas,
lo.t que ;-ogtiis y 11011 sentis fer,;,,•or,
'1.,enid a !\\ii, } ·o rompo ia.s cadenas,
amigo soy del pobre pecador!...
(Vai che soffrile in questo mar di pene,
'l'Oi che prPgale sem:;a alcun fervore,
'i>enite a Me, Io spez:::o /p catene,
amico so,i del povero peccatore...).
Tenninata la santa Messa, i nostri invitati
trovarono nei corridoi del Collegio le tavole
ornate a festa e pronte per un.a buona cola-
zione, e ricevettero dalle mani della Diret-
trice, a ricordo della bella giornata, corone,
medaglie e ùnmagini di Maria Ausiliatrice e
dei nostri Santi. Le educande, che ci avevano
aiutate nei preparativi, e che andavano fa-
cc:ndo capolino qua e là, si raccolsero sponta-
neamente in fondo al corridoio, per rallegrare
gli insoliti ospiti col canto di una bella lode
alla Madonna.
Jn seguito si formò il correo, aperto dalle
alunne del Collegio, alle quali tenne cliet)9
il gruppo dei detenuti, per portare, tra fiori
e drappi, la candida statua ddla Vt:rgine àlla
chiesa parrocchiale, ove Mons. Téllez la he-
ncdisse solennemente. Di ll, la singolare pro-
cessione si diresse alle prigioni, attesa dall'Al-
226

1.10 Page 10

▲back to top
..,
calde del paese, dal Direttore e impiegati del
Carcere e da altri signori che, unitisi al cor-
teo, lo seguirono fino alla grotta, assistendo
alla semplice ma suggestiva cerimonia.
i\\le.ntre gli intervenuti cantavano una lode
alla Vergine, Mons. Parroco collocò la sLatua
nel posto preparato, rivolgendo poi alcune
parole di conforto ai reclusi, ai quali additò
in Maria SS. un sicuro rifugio in ogni loro
pena. E affinchè la Vergine li prendesse parti-
colarmente sotto la sua protezione, impose a
quanti lo desiderarono - e furono quasi
tutti - lo scapolare del Carmine.
Un hreve indirizzo letto da un'alunna e
il canto di un'altra lode posero termine alla
festicciola: poi il carcere rientrò nella sua te-
tra solitudine; ma fra quelle mura rimase ce-
leste consolatrice la materna figura della Ver-
gine Santa.
Ecco, veneratissimo Padre, ciò che ha ope-
rato il Catechismo in un ambiente pur cosi
dissimile dai nostri abituali campi di lavoro!
Voglia benedire questi primi frutti raccolti,
affinchè si consolidino e si estendano a reden-
zione e salvezza di un gran numero di ani.me.
Càqueza (Colombia), giugno 19-¾o.
Dev.me Figlie di Maria Ausiliatrice
della Casa di Càgue:::a.
EQUATORE
Amatissimo sig. Don Ricaldone,
sono tornato da l\\facas cinque giorni fa.
Mi fe.nnerò a l\\Tendl-z una settimana ed .tppro-
fitLo di questa mia sosta per darle alcune nostre
notizie intorno al nostro lavoro in queste selve.
È dai primi di dicembre che sono in giro
per vedere cib che si fa, e l'assicuro che si fa
molto, quantunque da pochi e con mezzi
assai scarsi. I missionari sono pochi infatti
di numero e devono lavorare per molti, sicchè
alcuni ne soffrono nella -salute, quantunque
la loro volontà sia di ferro. E i mezzi ? Scar-
seggiano, mentre i bisogni aumentano. Ad
ogni modo, avanti sempre I
LA FESTA DELL'IMMACOLATA A
LIMON (INDAi\\'ZA). - Passai la festa del-
l'Immacolata a Limon
(Indanza). Vi anda,
nonostante il tormente
d'una forte grippe che
mi disturbò assai nel
lungo viaggio di due
giorni a cavallo sulla
fredda cordiglieria, perche quella gente mi
aveva manifestato il desiderio di una speciale
benedir.ione sulla loro colonia.
Ebbi la consolazione di vedere onorata la
nostra cara Madonna con una pietà commo-
vente. La chiesuola non bastò a contenere i
fedeli. I confessori ebbero abbondantissima
messe e le comw1ioni furono assai numerose.
Non mancò una bella rappresentazione dram-
matica ed una r iuscita accademia musico-
letteraria, per dire le glorie della Regina del
Ciclo. La sera vennero i rappresentanti delle
autorità civili e militari a chiedermi di affrettare
la fondazione di una casa delle Figlie di Maria
Ausiliatrice per l'educazione delle loro figliuole.
Un bel gruppo di selvaggi s'associò a chiedermi
la stessa cosa, percb,· le buone suore abbiano
a formare cristianamente le loro donne. Difatti
colui che era alla mia destra parlando per tutti
disse: « Vogliamo noi kivaros di Tzarambiza
(a quattro ore di marcia da Limon, sulle sponde
del Zamora) formare una colonia cristiana. Ma
le nostre donne non hanno nozioni di cristia-
nesimo; e 001 non sappiamo darle. Le buone
suore le istruiranno nella Religione e forme-
remo famiglie cristianc. Vivremo da buoni
cristiani. Faremo noi la cappella e tu dirai
ai missionari che vi celebrino con frequenza
la Santa Messa e ci predichino e c'insegnino
ad essere buoni come devono essere i cristiani.
Noi godiamo al pensare che nella nostra cap-
pella ci potremo confessare e fare la Santa
Comunione come Vl'diamo fare dai cristiam
qui a Limon ,,. Coll'intento di decidermi più
facilmente ad accontentarli mi pre..~cntarono
anche dei regali, consistenti in frutti della
loro terra. Cosa nuova, pcrchè I kivaros li
ho sempre visti a chiedere, e non mi avcvano
mai manifestato senso di generosità. Io assi-
curai tutta la mia buona volontii e li ripagai
con altri regali.
Le unisco fotografie della scuola maschili: e
della scuola femminile. Bambini e hambine
della colonia ricevono un'ottima formazione
all'ombra di S. G10vanni Bosco. Manca il
personale per una scuolctta di kìvarcttì. li
Signore ce lo mandi presto, pcrchi: questi
cari selvaggctti sentono il desiderio di Dio.
Parecchi di quei di T~ramhiza volevano fer-
marsi nella nostra missione. Uno di essi si
227

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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TORIN O IL PONTIFICIO ATENEO SALES I ANO. - Da,it1ùtraad.-rtra,,lal'_f,lwi11/,.J
Ma(lnn Sala di consultazione. - La sede d e lla Facoltà di Filosofta (lsTITIJTO •Co:-.n RU3.4Pl)L'IO
logia. - Uno scordo della biblio 1eca (Facoltà dj Ttnlogia e Dir. Ciln.) - ls1iluto d1 Bio logia: ""

2.2 Page 12

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5edc delle Facollà di Teolo1l.a e di Olrino Canonico (T~ 111 TO I ,TFll'<.UIO'< \\I l D. Bosn,). Aula
Aula 1>Colaç1IC11 dell'hlllulo dj P~lcologla spcrlmcntalc Sala di lavoro dcll'lsiltuto di Dlo-
cserclt:i,h,nl. - •~11tu10 di psicoloala •p.,.r-imentale: blbllotec11 e sala dJ l:tvor-o. - Un'11ul~.
229

2.3 Page 13

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nascose per non tornare alla sua capanna. È
una gran spina al cuore il non poter ancora
ricovèrare questi kivarctti che darebbero, come
a Macas, Mendez e Gualaquiza, ottime spe-
ranze per il futuro. I fanciulli sarehbt'ro i mi-
gliori apostoli degli adulti, perchè i Kivari
quando vedono che anche noi li amiamo ci
aprono tutto il loro cuore.
Ho dato gli ordini opportuni per preparare
la casetta per le nostre- suol'e, e sarà presto
fatta. Le huonc Superiore di Torino aderirono
con bontà squisita alla mia richiesta di per-
sonale per questa nuova fondazione, sicchè
spero che in questo stesso anno le Suore pos-
sano venire ad esercitare anche qua la loro
opera di fecondo apostolato come a Macas,
Mcndcz e Gualaquiza.
A MENDEZ. - Lasciai Limon e, dopo
una visita frettolosa a Quito e a Guayaquil
per i bisogni della missione, e specialmente
per provvedere il pane a tante bocche, mc ne
venni a Mendez. Vi arrivai dopo tre giorni
a cavallo. La strada percorsa è quella aperta
dal nostro missionafio D. Albino del Curto,
con abilità e sacrificio che gli meritarono la
stima e l'afletto di tuna la Na;,ione e che il
Governo riconobbe ufficialmente decorandolo
in modo solenne costi, nella Legazione Equa-
toriana di Romà.
Mi vollero accompagnare a l\\'Ientlez e poi
anche a Macas due personaggi distinti: il
Senatore Raffaele Arcos Diaz e il Deputato
Colonnello Umberto Alban. Ambedue rap-
presentano nelle Camere cquatorianc gli abi-
tanti di questa regione. Vl'nnero per rendersi
conto pérsonalmente dei bisogni del luogo al
fine di interessarne nella prossima riunione le
Camere. Ebbero agio di constatare il lavoro dei
Salesiani, e, con parole di sincera ammirazione,
promisero di aiutare l'opera nostra.
A Mendez abbiamo un a<:ilo per kivarelLi
ed uno per kiv:irctte. Sono una trentina i primi,
e una venLina le seconde. Abbiamo famiglie
kivare cristiane nella zona di Mendez. Si for-
marono con kivari e kivare educati ne-i due
asili. Finora queste famiglie continuano a
consolarci colla loro vita cristiana il che è ga-
ranzia per l'avvenire. La mancanza di mezzi
c1 obbliga a limitare il bene. 8isogncrcbbc
avere locali più vasti per scuole e dom1itori,
~ più, risorse per dare vitto e vestito ad un
numero maggiore. Speriamo che il Signore ci
mandi i mezzi per raccogliere tanta messe
pronta per la mietitura.
Anche il personale è in numero insufficiente.
Supplisce certo la buona volontà, ma le forze
sono limitate. Nei due asili non c'è che un
sacerdote, un chierico e quattro coadiutori:
il vecchio Pankeri, che supera l'ottantina, la-
vora ancora come se non sentisse gli anni,
e gli altri attendono ai campi, al bestiame e
ad altri lavwi. Occorrono da dicci a quindici
operai per trarre dai campi il necessario alla
vita. Abbiamo a tutt'oggi una quarantina di
ettari di terreno coltivato. Una buona parte
del terreno è destinato al pascolo del bestiame.
Ricaviamo il latte e, di tanto in tanto, la carne.
Due paia di grossi buoi servono per arare i
campi e pei trasporti: hanno trasportato anche
le travi necessarie per la costruenda chiesa di
S. Venceslao, opera voluta e sostenuta da buoni
cecoslovacchi d'Europa e d'America. Speriamo
di poterla coprire quest'anno. La si finirà poi
a poco a poco, perchè le condizioni economi•
che del mondo non permettono ora di avere
i meni all'uopo necessari.
l kivaretti pregano per i loro benefattori, il
che fa sperare che la situazione non tarderà
a migliorare.
rllustri personaggi, specie del Governo, in
grado cli valutare l'opera nostra, venuti a l\\r1en-
dez, non finivano di manifestare la loro me-
raviglia nel vedere i k.ivaretti cosi ben formati,
in grado di leggere, scrivere, cantare... Ammira-
rono specialmente la perfezione colla quale
cantarono l'inno patrio, e pubblicarono sui
giornali le loro entusiastiche impressioni.
Si è davvero percorso un buon tratto di
strada; ma vi è ancora molto da fare. Basta che
Iddio non ci lasci m:incare il suo aiuto e quello
di tante anime buone. L'asilo <lei kivaretti
ha una bella stazione idroelettrica, opera del
nostro Pankeri Oltre alla luce, proporziona
1
la for.i:a per alcune macchine del lahoratorio
di falegnameria e una preziosa pulitrice del
riso, fabbricata dalla Ditta Brusa ViLtore di
\\'crcelli. Dà pure luce ai Coloni di l\\ltmdcz.
A venti minuti dall'asilo (due km. circa) si
lrova l\\Iende?., paese di recente formazione. I
Salesiani e specialmente il nostro D. Del Curtc+
hanno aperto questa zona all'emigrazione. Ed
oggi vi è un traffico commerciate sorpren-
dente tra questa zona e quella delle Ande.
Ciò che dà più vita al commercio è l'oro che
molti ricavano dalle arene aurifere dei fiumi.
Poi vi sono i prodotti a~ricoli. Oltre a prati
artificiali pel bestiame, si coltiva largamente
la yuca, il mais, il riso, la banana ecc. ~fa
ciascuno produce ciò che gli fa bisogno. Quin4t
anche noi dobbiamo produrre il necessario
per vivere, lavorando la terra, che, grazie a
Dio, si ottiene facilmente, essendo poco po-
polate le foreste, ed è molto fertile. La spesa
230

2.4 Page 14

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però che occorre per gli operai è considerevole,
giacchè sul luogo non si trova chi lavori, e
hisogna quindi importare la mano d'opera
dalla regione andina. Senza questa mane.i d'o-
pera non si può vivere.
A i\\1endez vi è un sacerdote che attende alla
,10lonia. La chiesa è dedicata a Cristo Re. Noi
abbiamo la scuola per i figli dei coloni e le
Figlie di Maria Ausiliatrice quella per le
figliuole.
Noti, amatissimo Padre, che sono appena
tre sacerdoti così distribuiti: uno incaricato
ùei coloni cristiani ùi Mendcz e cli altre colo-
nie cristiane sparse nella estesissima zona (sette
colonie al nord: S. Giacinto, l'Assunzione,
Sant'Elcna, San Domenico, il Chontal, Paitas
e Cerro Negro; e quattro al sud: Taiusa,
Yulupaza, Chupianza e Paruca): un solo sa-
cerdote in un'estensione enoqnc, senza strade,
con pochi sentieri difficili, fiumi da guada-
re, ccc... e circa tre mila cristiani dispersi nella
selva, senza contare i kivari, pure sparsi in
un vero labirinto. Di questi è incaricato il se-
condo sacerdote D. Ghinazzi che parla bene
la difficile lingua. Egli ha la mansione di vi-
sitare i kivari già cristiani nei boschi e di chia-
mare ali'ovile di Cristo le pecorelle che an-
cora non gli appartengono. li poveretto deve
esercitare la sua carità in una zona vastissima.
Basti dire che deve viaggiare dnque giorni a
piedi su sentieri indescrivibili, per portare la
buona novella ai kivari della r<:i:!Ìone del
Yaupi, che non è la pi1'1 lontana del \\ 7icariato.
11 terzo sacerdote rimane abitualmente nel-
l'asilo e presta pure l'opera sua C'-11 sacro mi-
nistero ne-Ila cura dei cristiani di Mendez e
colonie.
Le buone Figlie di Maria Ausiliatrice, oltre
all'aiuto che prestano ai Salesiani nella cucina,
lavanderia, infermeria, ecc., si dedicano con
amore all'educazione delle kirnrctte. Hanno,
l'Ome ho detto, la scuola per le figlie dei coloni
cristiani. Le domeniche aprono l'oratorio fe-
suvo. per le ragazze, come i Salesiani fanno
per j ragazzi. Le associazioni parrocchiali
tanto degli uomini quanto delle donne danno
pure il loro da fare.
Il lavoro non manca, come vede. L'impor-
tante è che non ci manchi la benedizione ce-
les1<.: per renderlo fecondo cli gloria a Dio, e
di bt-ne a tante anime.
LA STAZIONE Di Clll1Vll\\JBTMI. -
Andando da Mendez verso i\\1acas, dopo una
giornata di strada, si arriva alla nostra slazione
di Chinimbimi. È una stazione a mezza strada
tra ì\\Jendez e Sucua. 8i trova a pochi passi
da una m.1ss1onc protestante diretta da im pa-
store che vi si è stahilito colla sua famiglia.
La lamentatissima scarsezza del personale non
ci ha permesso finora di dare in questa nostra
missione una residenza fissa al missionario.
È un centro importantissimo pei numerdsi
kivari che vi vivono e perchè è la porta d'en-
trata delle kivarie dell'Yaupi. Molte tribù
situate intorno a Chinimbimi reclamano la
presenza del missionario, anche perchè con-
tano parecchi cristiani formatisi nella mis-
sione di Mendez, che sono in pericolo o di
tornare alla barbarie o di essere conquistati
dall'eresia.
La Missione è dedicata a S. Teresina del
Bambino Gesù. Il missionario Vf si reca ogni
tanto da Mcndez. A custodire il luogo e a cu-
rare il bestiame che pascola in prati formati
apposta con erba detta 1, elefante 11 (una gra-
minacea che si riproduce f?gni quaranta giorni
o poco più) vi e un hrav'uomo. Si tratta da
30 a 4-0 capi di bestiame bovino. Sonu una
piccola base di rifornimento (carne e latte)
per la missione di Mendez.
La missione fu fondata poco più di dieci
anni fa per impedire che l'eresia s'attacchi
ai nostri kivari. Se potrò disporre presto di un
missionario che vi si stabilisca, il pericolo
diventerà assai remoto, come lo dimostra la
missione di Sucua, dove il campo ormai, grazie
a Dio, è nostro perchè a contrastare l'azione
protestante, colà pure stabilitasi da parecchi
anni, il missionario ha una residenza stabile.
Da Chinimbimi in cinque ore a cavallo s'ar-
riva a Tluambi, che è:: una colonia cristiana
(circa 400 abitanti) e di là, in un'altra ora e
mezza, si arriva a Sucua.
SUCUA. - Fu fondata dicci anni fa. Era
necessario impedire all'eresia, stahilitasi alcuni
anni prima, di toglierci le anime dei cristiani
pxovenienti dalla n.•gione andina e di far presa
sugli infedeli da evangelizzare. Oggi la colonia
è fiorente, nonostante l,1 scarsità di personale.
Un solo sacerdote deve attendere alle due
colonie di Sucua e di Huambi. TI povero Don
Torka, quantunque giù di salute, va ogni
sahato sera a H11ambi per preparare i c.·ristiani,
predicando e confessando, a santificare la
domenica. Celebra quindi di buon mattino
e poi fila a cavaUo per ascoltare le confessioni,
celebrare una seconda Santa l\\lessa e predi-
care a Sucua. Due chierici hanno cura di una
trentina di sclvaggetti interni e Ji altrettanti
figli <li coloni cristiani esterni. La scuola a
tutti si fa al mattino. Dopo pranzo i kjvareni
interni alternano il lavoro dei campi collo
231

2.5 Page 15

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studio. Cli esterni vanno a pas:;arc la sera nelle
loro case, dove aiutano i parenti nei lavori
domestici eù a~ricoli. A Sucua ebbi una bella
sorpr~. alcuni kivarctti frequentano ogni
giorno la scuola, facendo un \\'iaggio abha-
stanxa lungo, in qualit11 di esterni. Sperano
<l'a\\"cr presto la fortuna di cs:;cre ammessi
come interni nclli.l casa missionaria; ma per
ora non c'è posto nel dormitorio.
Oltre alla scuola maschile, Sucua ha pure
una scuoln fommmile <liretta da una maestra
a spese della missione. La frequentano una
trentina d1 ftgli~ <lei coloni cri'-tiani. \\"i sono
inoltre una vcntrna <li kivarettc interne guidate
con amore t'Ò ahilirà singolare da un'ottima
signorina che c,;crcita da anni quc~to apo-
stolato. L'opera sua è meravigliosamente effi-
cace Dopo qualche anno s1 \\'e<lono le kiva-
rette cosi cambiate che si direbbe non siano
mai state sclvag~ic. Oltre n lt!g~cre e scrivere
imparano I lavon domestici ru;sa1 bene C'è
da sperare che, tornando, cristi,lnaruentc for-
mate, alle loro capanne, sapranno tenere ac-
cesa la lampada della fodc e dar luce divina
ai loro t\\lri. Ogui domenica vengono alla
rujssione ùi Sucua numerMi kivari \\lcuni
hanno i loro figli o fighe alla missione, li vi-
sitano comi; sì suol fan.· nd nostri colkgi, e
poi assistono tuui come catt:cumcoi alla spie-
gazione del catcclusmo eh.: s1 fa nella loro
stessa lingua. Tornano alle loro capanne con
qualche n:galuccio che serve di stimolo a
frequentare la m1:.s1onc.
Pochi mt·si or sono ho benedetto solenne-
mente La chiesuola di Sucua deù1(.ata a S. Do-
menico. Come vedc nella foto~mfia, il t•.>tlO
è dì paglia, cioè di una palma che serve ai
kirnri per copnr~ le loro capanne. .\\ spetto
che Dio tocchi il cuore a persone c:iritatevoh
perchè mi diano i merli per coprirla con cala-
mina, o lamiera ondulata gah,mizzata La
nuova chiesetta è del mi~lior legno del luogo.
Quando i cristiani ascolrnvano la Santa l\\ fessa
in uno dei corridoi della c.u;upola del missio-
nario vi stavano a disagio. '\\otai che diventò
loro piì1 gradito il !IOggiomo a Sucua <lacchè
videro benedetta la loro chiesa; e so che alrre
famiglit: verranno a stabilirsi a Sucua, chia-
mate da quelle che vi sono già. Questa buona
gente viene volentit:n a vivere in questi boschi
perchè sanno che troveranno chi avd1 cura
dt:llc anime loro, e procurerà ai loro figli
un'educazione cristiana.
1 empo fa non vi era a Sucua (e così pure a
Huambi) che una sola famiglia di colom cri-
stiani. Oggi nelle due colonie son circa una
sessantina di famiglie. Dio ci aiuti a conser-
,...arie buone anche pcrchè ci !\\ervano, col lorn
esempio d1 \\'ita veramente cristiana, ad atti-
rare gl'infcdeli a Dio.
COllE Si SOS1'E\\'GO\\O Ql EST/
CPt-:TR.1 DI MISSJO!W~. - Il massimo
aiuto ci viene dal mondo cri,.u:mo aurav.:rsri
i nostri Cooperatori e le ben~·merite Opere
Pontificie tiella Propa~azione della Fcdl· e della
Santa Infanzia. Con questo aiuto che mi ~i
munda annualmente t: che m~ fa benedire tanto
la Provvidenza Divina pago un huon numcrQ
di operai .1g-ricoltori, provenienti dall,1 zona
andma, i quali sotto l'abile direzione dei nostri
confratelli coadiutori (una vera hened1:.wine J1
Dio) la\\'Orano i nostri campi e ci danno il pane
quotidiano. Purtroppo devo dire che I mezzi
non arrivano mai II soddi~fare a tanti l ranli
biso!{ni. Ogni ~•orno bisogna prnneJcrc il
vitto a poco meno di quattrocento pcrsonc,
e a 250 tr:l kivarcui e kivnrette ai quali doh-
hiamo anche procurare I vestiti :\\on parlo ù1
altre spese che a lei è facile in11naginare. Cio
costrin~e a stare m continuo 1.:ontauo coll 1
D1,·1na Provvidenza e a chiederle che molti-
plichi le risorse <lei nostri cari Cooperatori.
Da Sucua, in cinque ore, per un sentiero
chi! mette ,t dura prova k nos_1rc cavakaturc
a c.iusa dt:lla scosct:Sità <lei terreno, lutto pie~
tre e radici, si arnva a ;\\lac-.is.
.tl l/AC.IS. - Tutta la popol.izione era,
comt: sempre, in moto per ricen!re il \\ e,.('O\\"O;
ma yuesta volla l'cntusi.tsmo crebbe ancor
piì1 pcrchè ~i trattava di fare i t·o1wenc,•oli ai
due sullodati personaggl, mcmhn delle Cà-
mcre Legislative. I bravi signori furono com-
mos..-,i a tanta dimostr37.mne dr affetto e Ji
stima. I k1\\"arett1 e le kivarcllè dei nostri
asili, gli allievi e le allieve delle scuole dcll.1
missione si unirono alla popolazmnc per ùar
loro in forma solonne il bcavc:nùto.
Le loro imprt:ssioni sull'opera nostra le
potr:t leggere nei ritagli di giornali che le
unisco. Qualche 1.:osa le potranno dire anche
le fotografie in cui potrà \\'edere, amati~simo
Padre, il risorgere, benchè lento, della missione
che il fuoco Jistrusse due anm fa. La casetta
dei Salesiani, che era stata quasi del tutrn di-
strutta, ora è rifatta come pnma dcll'm-
cend10. Quella delle suore fu riedifa·ala su
nuo\\"o disegno. In questa nuova c-.isa v1 è la f1
farmacia e la saletta ù1 medicazione. \\"1 è pure
un comodo l.1horatorio <love imparano u cu-
cire le kivarcuc e le figlie dei coloni cristiaui.
Le kivarettc, oltre ai Larnri di cucito, attell-
dono nd imparare i lavon domestici e a for

2.6 Page 16

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c11cina. I ll>t.ali della cucina, i refettori, la
dispensa ccc si dovettero rifare. La cucina fu
fatta vcnirc <l.111:i ditta \\'ahu·cchi di \\ Iilano
e ci serve a nll•raviglia. Il locale della scuola
ma,;chilc aspetta un tetto in lamiera galva-
nizzata per sostituire l'attuale tetto di pa~lia.
La scuola femminile funzion.1 in un loc:ilc
pron·isorm d1l non puì1 durare a lungo. Si
i.t·nte assai la mancanza della nostra hdla
1 handa, distrutta complctaml'ntc dal fuoco, e
d1c tanto contribuiva all'allcj!ria s,al<!S1ana delle
nostre foste. La chiesa è in costru:tione pn:ss'a
poco !!ul hm~o dl)v'cra l(lu:lla incendiata. \\'i
t: ancora molto da fare pruna chc sta compiuta.
Spero che non dovremo sospcmh::re I lavori.
Il buon Dio non ci lascierà a mezza :.-trad:i;
l'ppure, amato Padri.', credo Chl' do, r<1 fare
un'altra \\'olta appello alla carità delle animl·
buont:. Da molto tempo pare si sia scccaw
la fonte: che in un primo tempo m'ha consol,no
c fatto sperare 3."-'lai. Ravviveremo la nostra fctfr.
Intanto contmucrù la ricostruzione della chit·sa
Jt·dicata alla , Punsima dc !\\foca:;». 11 a croce
latina, lunga m 33, larga 11, coll'altezza,
nell:i naYata centrale, di m. 9. Sarà c<>pcrta con
lamicrn zincata h,ià acl1uistata. :\\hb1amo purl'
il disegno di un bdl'ospcdak-: ma non m, pare
il caso di pensare oggi alla sua costruzione,
pcrchè temo di non poterlo condurre a tlr-
nune.•\\ttl'ndiamo la Provvidenza.
Le opere di \\lacas $000 pam;chic. Yi è la
parrocchia t.'On poco piii Ji un migliaio di tc-
dcli. Yi sono colonie di cristiani a un'ora, due,
tre di d1stnnzn dal centro. Le opere parroc-
chiali hm or~anizzatc: l'associrudonc degli
1 omini cauolici, l'Unione S. Giuseppe, il
Circolo giovanile S. G. Roseo, l'l ninne :\\ladri
di famiglia, le li~lic di Maria. Lhcuola maschile
~ frequcntat.1 da t 20 allic, i e la scuola lcmmi-
nilc da 80. \\ 1 l'oratorio fcstivn mai;chilc e
femminile. I kivarctti interni sono una cin-
quantina, e altrcttante le kiYan·ttc.
L-1 CO/,()\\"/A DI s11·1c;r,/.-l DO\\'
IJOS< O. - I mportantissim,1 la colonia di
,oli kivari al di del fiume Upano chi.' la se-
para da :\\Inca.-;. La colonia è una vera gloria.
Si fecero in passato dd tcnt:uivi per unire i
kìvari <lispcn;i e fonnarc (1uakhc villagJtin;
ma l'esito fu :-cmpre ni.'gativo. I kivari sono
sempre in guerra tra loro e per timore di ,;or-
prcse ,;vono distanti gli uni dagli altri. Con
kìvari e k,vare formati alla m1ssmm• di .'.\\Jaças
s, pote formare 11 villaggio che fu messo sotto
Li protezione del nostro Santo Fondatore e lo
si l'hiama Si\\'iglia D. Bosco•· Il fiume Upano
h.i , arie brJ<:<:1a in un letto largo circa un km.
Dura.ntc le piogge frequenti è: impossihilt·
traghettarlo in canoa; si i.• ohhligati parecchie
volte, specie nel periodo delle piogge, a lasciarl.'
la colonia senza l'a:,si,;tenza spirituale di cui
ha gran h1sogno. Fino a tre me-.i fu obhli~ato
il missionario ad abbandonare la colonia, t:nl
rwricolo di perdere i i;acrihci di tanti anni.
È proprio neces~ario dJrc.- ,t questa coloni·,
un missionario stabile. È formata da una tn·n-
tina di famiglil·, cui quc~t',lnno si u11im11u
altre quattri>. Tutto è fnmo del lavoro e tlci
,;.acrilici Jci missionari e ddlc mi~ion.1ri..-
Ji :\\Iaca~, che auendono a condurre i kh-.iri
:illa cìvtltà crm1ana. La \\'ls1tai due ,·olte. I uu,
s'accostarono ai Santi Sacrame11t1. Li vidt nelle
loro Ci.lSl'tll: e potei accertarmi cht è ancora
\\'ivo lo ~pir1to cristiano. I po\\'crini a mc t•
ali'lspctton· <."•mtinuano a l·hicderc un mi,..-
sionario permanente, e 1101 pmml'ttiamo per-
d1è la ncccs;;itil è c,·idcntc; ma ci mancano
gli operai.
Quando l'l1pano lo pcrrm·uc il missionario
va a Si\\'litlia Don Bosco tutte le dom~nichc.
E l.'On lui \\,umo ,md,c le suore. Cosi Jannn ,ti
kivari cristiani tutta l'a.,~istcn7~1 ..pirit~alc pos-
sibile nelle ore di pt:nn.mc111rl1 coll'aiuto di
dut: catcchi~ti, uno dei (p,ah i: kivaro. li ca•
lccumcnato cnnrn un buon numl·ro d'infcdcli
t.l'amho i :-:cs~i. C'è- molto bvoro. 11 personale
è ridotto a due "act:rdoti, due d1icrit-i e duc
coadiutori. Pre~o Dio Ji assistt:rc questi mie i
carissimi t·onlrJtclli :iffim·ht• non si imkholi-
:,;cano le loro lor.t.e fisiche. I >1co le fi,:;ichc,
pcrchè k mornh e religiose non le \\ cdo inde-
hulirsi mai. \\'e sia rin~nwiato lddio! Sono
sicuro che Lt~,. huon Padre. che ha un cuore
profonJaml'lllc missionario, ha compreso i
nostri hi~gni e sicurnmcnte c:i Hr:rÌ! in aiu11,
Il rS frbhraio chhc luogo a '.\\lacas la co:-1
detta • Fic-;ta jur.ida in ,mon· dcli' 1mmacolata.
:\\li scmo unito a quei can hgh11uli per rl·n<krc
più solenne l'omaggio alla \\ladonna. Oltre
un secolo fa, ~l, .1bnan11 d, \\l.11.:as, vedendo 1
loro campi ,. le Inni ca,;e ll.1~dlati da furim,is-
~1ma tcmpl·sta, corsero in chil· a ;1 pro:,trar,,i
dinanzi ali' In,magine della loro Purisima
l' promistro con g1uranu·nto a11d1c a nome dl·Ì
loro dibccndmti che, :se fosse <'cssato il Ifa•
gello, a,·rchhl'ro ogni anno ricordato il favore
ddla \\·crJtinc con una tc,-ta speciale. Tutti,
grandi e piccoli, anebhcro ,lato in quel giorno
una candela per l'altan· della :\\ladonna e una
piccola utforta pc\\ culto. Quei.ta t: la fl·st.1
~,urata II che s1 continua a celebrare ogni anno,
il 18 fcbhraio, per mantcm:rl' il voto ùet loro
pàdri.
Un'altra festa pure :;olcnniS:>ima ha luogo
2 33

2.7 Page 17

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EQUATORE
S. E. Mons. Comin co,i Kivari d.i
Sevilla Don Bosco - Coi Kivaretti
di Macas, d.i Sukua - Le Kivarette
cli Macas - Aranci di Mendez -
La scuola delle Ki-varelte a Men-
dez - Tra i coloni di lnclanza.
2 34

2.8 Page 18

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-il 5 agosto. Gli abitanti di ::\\facas ricordano ai compositori e stampatori, che ci hanno am-
con gratitudine profonda d'esser stati liberati manito tanto bene di Dio, che produrrà certo
miracolosamenl«.> dalla loro ~ Purisima •> da i suoi buoni frutli in patirntia.
una strage generale che i kivari si preparavano La scuola professionale Don Bosco, santa
a fare di tutti i cristiani. Xarra la tradiziont: fucina di questo grande apostolato di bene,
che gli assalitori si avvicinarono cautamente proprio il 24 del mese di febbraio rice,·eva
alla éhiesa, dove sapevano riuniti i fedeli, per l'approvazione governativa che la parificava
farne scempio. l 'na gran Signora, accompa- alle scuole dello stato. i;; un passo avanci che
gnata da un esercito di ~errieri armati, riempì ci fondata speranza di nuove ascensioni
di spavento i selvaggi che si diedero a preci- nella buona propaganda e di una più estesa
pitosa fuga. Da allora si celebra il 5 agosto sfera di bene per tanta gioventù operaia.
una festa in onore della potente Liberatrice. Don Margiaria può davvero esserne con-
Ed è davv1:ro consolante il vedere come ono- tento, lui che da tanù anni lavora indefessa-
rano cd amano la l\\ladonna questi buoni mente in questa sua impresa; e con lui i suoi
cristiani. \\'i furono parecchi anni, credo 25, bra\\'i collahoratori.
nei quali si lamentò l'assenza continua del ?\\on voglio accennarle all'apostolato stampa
sacerdote cattolico dii l\\Iacas. In sua ,•ece dall'inizio dd nostro larnro in Giappone a
pèr tultn quel tempo si installò un pastore tutt'oggi, nè a quanlo specificatamente si fa
protestante. Ma la divo7.ione alla Madonna in missione al riguardo; ma con una rapida
rese completamente stt'rile il lavoro dell'ere- corsa al catalogo, int rattenerc lei e i nostri
sia. Of!gi i buoni affrettano col desiderio la cari Cooperatori in questa multiforme mani-
fine della costru7jone della nuova chiesa, cd io festazione di bene, uscita dalla nostra tipo-
spero di benedirla solennemcnu:, se CO$Ì pia- grafia sotto l'egida sua. Sono già noti ai nostri
cerà al Signore, nel prossimo anno per cele- lettori il Bollett11w Salesiano e le Letture C,1t-
brarvi col massimo splendore le glorie della tolic!te in lingua giapponese. Si preferiscono
nostra carn Madre Celeste.
. naturalmente libri in collana o collezione, per-
,\\matissimo Padre, vedo che questa mia è che- obbligano ad un lavoro più costante ed
ornai troppo lunga. Mi perdoni, e preghi per intenso e forse più fruttuoso. Cosl si iniziò
la Missione e per mc che sento d'averne tanto e si continua una modesta collezione Putri-
hisogno.
stìca, un'altra Apologet.ica, un'altra per am-
Jlrnde::, 4 marzo 1940.
Suo aff. mo nel SignQre
malati con centro a f3eppu. Non manca l'ini-
zio delle collane drammatica, amena e musi-
cale. è pure iniziata la coli.ma <lei libri la-
~ DO'llE"f!CO CO)llll'I,
tini (grammatica e autori). Gli altri lihri sono
l'icario .dpostolico di _llende::: e Gualaquiza.
agiogr-.ifici, di devozione, di studio della reli-
gione (\\'angelo, Storia ecclesiastica ecc.). Sfo-
gliando il catalogo mi pare di trovarmi in un
vago giardino, dove il solerte giardiniere ha
GIAPPONE
seminato• con cura... Quali saranno i frutti?
Kon è da dubitarne: buoni, perchè il libro
Lib ri , lib r i, libri.
buono, come diceva il nostro santo Don Bo-
sco, «è uno dei tanti mezzi atti a mantenere
Rev.mo ed anwt.mo sig. D. Rù·aldu11e,
il regno del Salva1..ore in tante anime... En-
tra nelle cas.e ove non può entrare il sacerdote.,_
ho sott'occhio il catalogo, edito dalla nostra è tollerato anche dai cattivi come memoria o
tipografia salesiana di Tokyo, delle pubblica- come regalo... ~cll'ora della solitudine o della
zioni che in un decennio, come buon seme, mestizia o ùcl dolore o della noia o della ne-
abbiamo tentato di spargere in tutto il Giap- cessità di svago o dell'ansia dell'avvenire è
pone. Escludendo libri o riviste stampati per amico fedele... ,1. Oh come è perfcuamcnte
coi:i'to d'altri e i singoli volumetti della colle- vero in questi paesi non cristiani; in questo
zione delle Letture Catto!iclie, sono 1.1n 120 grande Impero on: l'opera ddla ~tampa I:
,·olumi appartenenti a varie categorie, arte alla elevata alla sua suprema potenza! Oh quando
buona propaganda stampa in terra cli missione potremo dire con Don Bosco: <• Avremo molte
cd alle fori11e della medesima secondo lo spi- tipografie! >>. Ci aiutino i nostri amici e bene-
rito salcsia[)o. Un inno di grazie al Signore fattori in quest'opera di estrema nec-:ssitit.
che ci ha procurato i mezzi allo scopo, ai ge- Giacchè sono in tema di propaganda di
nerosi e sacrificati lavoratori della penna, cd bene non le sarà discaro conoscere una forma
2 35

2.9 Page 19

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che m i segnala da Tok-yo il nostro confratello Garo-Hills sono ancora allo stato preistorico;
Don Felici.
ma con un po' di buona volontà e di pazienza,
Un suo amico giapponese può andare nelle arrivammo al.fine a Tura.
-scuole elementari per impressionare dischi per Tura e quello eh.: diremmo la capitale <lei
grammofono con canti e saluti in italiano e Garo-Hills. ~ un paesino di d ue o tre mila
giapponese, da inviarsi poi alle scuole d'Italia abitant~ ove han sede gli uffici governativi
a titolo di relazioni culturali. Per insegnare ed il governatore dei Garos, il cosidetto De-
la J ronunzia italiana fu invitato il nostro con- puty Commi.s~'ioner, che governa con pieni po-
fratello, che, cogliendo l'occasione, procura di teri di vita e di morte. Vi ba sede anche la
ammanire a quei bravi giovani qualche pen- nostra missione, eretta non senza difficoltà,
siero religioso e qualche gustoso episodio della nel 1935. Passàn<lo per quelle strade polve-
vita di Don Bosco educatore. Strano come rose, guardando quelle casucce di legno, fango
anche tra questi frugoli sia sentita con gusto e lamiera, mi tornavano alla mente quegli anni
la vita cli Don Bosco! L'udito dire acu1 pure di lotta sostenuta per entrare nel territorio
il desiderio di vedere. Già in varie scuole ele- che si voleva proibito .alla Chiesa di Cristo,
mentari di Tokyo il nostro confratello potè le angustie dei giorni di attesa, la gioia della sera
proiettare diapositive colorate della vita di Don in cui, arrivando stanco morto, dopo una
Bosco. Semi gettati a piene mani in queste marcia di 50 km, trovai fra le lettere il per-
care anime, semplici e belle... Quali frutti? messo di fabbricare chiesa e missione.
Il Signore disponga per il bene. Intanto al- Tura ha ora una bella e fervente comunità,
cuni di questi ragazzi hanno scritto al mis- il cui entusiastico benvenuto ci fece dimenti-
sionario, con qudla gentilezza che avvince fin care la stanchezza del viaggio. Ma la cosa che
dai primi incontri e che è cosi propria del più impressionò i chierici, fu la visita al ,,il-
giapponese: << Anche finito il lavoro dell'im- laggio dei lebbrosi. I lebbrosi sono assai nu-
press1one dei dischi non dimenticarti di noi>). merosi fra i Garos e l'orrore che essi ispirano
Come può il salesiano dimenticare i giovani ? al popolo è tanto, che una volta, quando si
In preparazione alla Pasqua il Signore ci scopriva che uno era affetto dalla lebbra, il
ha regalato cinque novelli sacerdoti salesiani. paese gli costruiva una casel"ta di paglia nella
Hanno compiuto la loro preparazione in Giap- foresta, ve lo conduceva, lo ubriacava e poi,
pone, e, abhastanza attrezzati, iniziano il loro chiusa La capanna, vi appiccai.a il fuoco e ve
lavoro salesiano missionario con buone atti- lo bruciava vivo.
tudini anche per la propaganda stampa, in Che spettacolo miserando, quando il sen-
cui han già dato provà con discrete pubblica- tiero, che ci aveva guidati per circa due km.
zioni. Ci conceda il Signore di essere anche attraverso la iungla, sboccò nella radura da-
in questo degni figli cd imitatori di D. Bosco. vanti alla chiesi.na del lazzaretto! Oh, le po-
Lei ci benedica, amato Pa<lre, e voglia il vere facce che ci sorridevano pietosamente!
Signore che la mia povera relazione faccia sor- Le povere gambe piagate e senza piedi! Le
gere qualche mecenate per la buona stampa povere mani che si stendevano a ricevere le
cattolica in Giappone.
caramelle che loro avevamo portato! •
3 t marzo 19+0 Su<> affmo. in G. C.
Entrammo nella cappella e, cantato l'inno
sacro, dissi loro alcune parole di conforto. Ma
l\\Tons. VtNCIL"'IZO CLMAITC
Prefetto Apostolico di J\\liya:::aki.
quando, quando verranno finalmente le suore
a Tura e potremo veramente curare questa
povera gente e far loro sentire il palpito della
carità cristiana che vede cd ama Cristo nella
persona dei più infelici di questi reietti della
società?
INDIA - ASSAM
Un a visita ai Garo-Hills.
Non ci fermammo gran chè a Tura. Visi-
' tato il paese, assistito al commovente addi()
che la popol;iz.ione volle dare a D. Zanon,
che era stato in quei giorni trasferito al di-
Amatissimo Padre,
srn:tto di Barpeta e il benvenuto ~ nuovo mis-
sionario D. Bucccri, che ora aiuterà D. Co-
nello scorso mese di gennaio mi sono re- sta ad evangeliZ?,are questa missione, il 4 gen-
cato, con alcuni chierici dello studentato, a naio partimmo per il giro di apostolato che
fare una visita alla mia vecchia e sempre cara doveva occupare tutto il nostro mese di va-
missione dei Garos. Le comunicazioni dei canze.

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Furono tre giorni di strada per arrivare al
primo villaggio cristiano. Zaino in ispalla, se-
guiti da alcuni portatori coi bagagli che non
potevamo portare noi, lasciammo la missione.
Campi di cotone, boschi folti di bambù e
maestose foreste, fiumi e torrenti, torrenti e
fiumi da guadare o da risalire: ecco le varietà
del nostro viaggio. Dove arrivavamo alla sera,
ci fermavamo. Erano paesi" pagani, di gente
primjtiva, cli cui, forse, molti non avevan mai
visto europei, e nessuno, certo, ne aveva mai
visti tanti.. Fuggi, fuggi di donne, strilli ili-
sperati di ragazzi, interminabile abbaiar di
cani; ma quanta ospitalità tra quella povera
gente! Una capanna c'era subito òffcrta, il
capo del paese, il no/una, subito si metteva a
girare per le case a raccogliere il riso per sfa-
mare noi e i portatori; e non volevan saperne
di essere pagati! Li ricompensavamo poi come
si poteva aprendo una specie di dispensario
all'aria aperta, medicando piaghe è denti gua-
sti, cw-ando mali di ventre e distribuendo chi-
nino. E poi grande sorpresa: alla sera cine-
matografo! In alcuru posti non sapevano cosa
fosse, e in un paese, vedendo un chierico che
suonava un clarino, glj corsero incontro gri-
dando: il cinematografo, il cinematografo! Ma
il nome strano non mancò mai di vuotare le
case. li mio vecchio Pathè Baby fece furori.
Esclamazioni di stupore, risate, grida mozze
di spavento e di .aspettazione, schioccare <li
lingua, accompagnavano ininterrottamente la
pellicola; e I'« ahi o finale e, dopo un istante di
silenzio, il prorompere concitato dej commenti,
ci dicevano chiaramente quanto fosse stato
gradito lo spettacolo.
Allora... due parole per spiegar loro chi era-
vamo, per cercare di mettere nelle loro povere
ml!nti un pensiero di Dio, dell'anima, e poi
a letto l A letto, intendiamoci, sul pavimento
di bambù, che rompe"Vano maledettamente le
ossa; ma gioventù, e ono o dieci ore di mar-
cia... non tardarono a conciliarci il sonno.
Arrivammo finalmente ad Asimgiri, pbese
cristiano, il sabato sera dopo aYer guadato un
numero inverosimile di torrenti e aver risa-
lito per ore il fiume Rompa, sempre nell'acqua.
I ,a gente non ci aspettàYa; ma presto il paese
fu a rumore. Accorse il catechista, il bravo
:\\mii, l'apostolo di questi luogh~ che lavora
da anni per formare le fiorenti comunità della
trihù Gara-Ganching. Cantammo, pregammo,
predicammo. A notte già alta, mentre cerca-
vamo di addormentarci suJ duro giaciglio, sen-
timmo ancora la voce di Ami] che in una ca-
panna pagana spiegava, spiegava, spiegava chi
nano i rrussionari e che cosa venivano a fare...
Andrei troppo per le lunghe, amallss1m0
Padre, se dovessi descrivere tutto il nostro
viaggio e narrare tutte le avventure che in-
contrammo. Anche avventure? E come no?
In un paese, un leopardo ammazzò un ca-
pretto a non più di venti passi da dove dor-
mivamo. I Garos se ne accorsero, jl leopardo
scappò ctl il capretto lo mangiammo noi. ln
un altro paese una torma di elefanti distrusse
una capanna assai vicino alla nostra. Ce lo
djssero al mattino dopo.
Ma per quanto lo stimolo di veder cose
nuove e del vivere la vita selvaggia mettesse
non poco entusiasmo nei miei missionari in
erba, fu altro che rese memorabile questo
mese di vacanza missionaria. Amatissimo Pa-
dre, la bontà, la semplicità, le buone disposi-
zioni di tanti pagani che non hanno mai sentito
parlare ddla nostra santa Religione l La fede di
quei poveri cristiani che vedono il missionario
una o due volte all'anno, e che pure non man-
cano mai di radunarsi alla domenica e pii1
volte alla settimana per fare le loro divo-
zioni, e che tutti, dal primo all'ultimo, si ac-
costarono con esemplare divozione e fervore
ai SS. Sacramenti. I loro canti, i loro addii,
le loro preghiere di ricordarli, di tornare
a trovarli, non si cancelleranno più dai nostri
cuori.
Amatissimo Padre, quale campo di aposto-
lato, quali speranze e, in pochj anni, quale
messe ubertosa per la Chiesa di Dio, se i mis-
sionari dei Garos fossero in più e, special-
mente, se avessero maggiori mezzi! l'. paesi
pagani a dozzine chiedono scuola, maestro,
istruzione religiosa, ed il povero missionario
piange e prega: Parvuli petù:runt pa11e111 et
non e-rat qui f rangeret eis. Quaranta miserabili
lire mensili vùrrcbbcro dire la conversione di
un paese e...non ci sono! Possono i missionari
dei Garos fare di più che sacrificare il loro
cibo ? Lo sacrificano! Li ho "Visti io coi miei
occhi...
Il 21 gennaio, ci trovammo a Karkutta,
paese in gran parte cattolico nel nord dei
Garo-Hills, per la benedizione di una gra-
ziosa cappellina. Più cli 300 cattoliei erano
convenuti dai paesi vicini e cliedero un entu-
siastico ricevimento a S. E. Mons. Ferrando.
La sera, tutti si confessarono e la mattina dopo,
alla Messa Pontificale, vi fu Comunione gene-
rale. 1 vecchi cattolici, che ricordavano le per-
secuzioni di 10 anni fa e la loro chiesa bru-
ciata dall'odio protestante, piangevano di con-
solazione.
La sera, davanti ad una folla di sette od
ottocento personè, il vecchio Pat/ze Baby si
-- 237

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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fece di nuovo onore cd i pagani e i protestanti
~an.lavano ano1uti i cattolici che, inginoc-
cluau per terra fuori della chiesa, perchè den-
tro non c'era posto, pref.{avano in coro. Il
nostro via~io finì cosi, con qu<.-sta preghiera:
AdvC'lliat rt'f(111111t tu11m!
Tornammo d.11 Garo-l l1lls col cuore e.sul-
tantc e contristato insieme. Quanto lavoro,
qwntc spcran~e. quanù bisogna I Quanto bi-
sogno di aiuto hanno i nostri missionari I Quale
opera grande e meritoria faranno coloro che
li ricorderanno!
\\'o~lia benedirli, amatissimo Padre, e in-
sieme benedica questa casa di formazione mi,,-
smn.ariu, ed il suo
Sonada, 1 2 febbraio 1 9-1-0.
atf.mo di C. J.
Sac AllCHL\\tH>F. PuNAZZI
.llissio11an·u Salesia110.
LETTERA DI DON GIULIVO Al GIO VA NI
Carissimi,
il mest di r:1ttobre rt np11rta, tra l'altro, la
festa dPi Sanlt Ar~{fr/, Curtodi; ed u, v<>rrei
rip1•1trvi le parolt di Don Bosco per wculcarvi
una gra11dr divo:;w11e al 'i:ostro .fogelu Custode.
Voi lu sapete chr la bo11tà dr/la dn'llia .wpieur:a
ha /)'»lo ul vostro fumco 1111 rl.11g1 lo d1•l Ci, lo
colla misswne di tutelare la tiostra vita, uptral'e
la twslra co11dotla, d1/mdcn:i dm pericoli del-
/'011ima e del ctJrpo. l11imt prit·1l1 t:iate lra11no
11t:11w la tioia d, godtrne la prem,za t·uibil,•;
u1111111u rl!('olt altrt ,u ha11110 erp1 m11r11tuto la
sensibile protezione. Nel 'l.'obtml' JJ delle l\\1c-
morie Biografiche le_s:}!wmo che Do11 Bosco sa-
(>l!TJa infondere 1111a grande rit•trt•11~a t·d ,m
~rande amore ali'A11gdo Custode Egli d1cn.·11
SOflenle 01 gi(JfJani: " Ravvivate la fede nella
pres\\.·nza del vostro An!!clo, che é con voi do-
\\.'unque voi siate. S. Francesca Romana se
lo ve<leva sempre davanti colle mani incro-
\\.iate sul peno e co~li occhi rivolti al ciclo;
rna per ogni suo anche più leggero manca-
mento, l',\\ngclo si copriva il volto, come per
vergogna e talora volgc:va le spalle "· E pcrchè.
a-.;essero fiducia i11 /111 11arrat•a spesso 111 storia
cli Tobia e dell'Arca11gt•lo Raffaclr, il miracolo
iei tre fa11ri11lli illesi 11ella fomarr di Babl!rJ-
11ia, t gli altri fatti tspasll dalla Sacrt1 Scrit-
tura e dalla Ston'a Ecrlesiasti.ca. Nelle pred1-
cl,e mm si slam:m·a di ricordare la 1mss1om dt
questo tem:nssimo celeste amico: 1t Fatevi buoni
- dttt"fla per dare allegrezza al vo::itro A.n-
qelo Custode. In o~ni affiizionc o disgrazia
:inchc spirituale, ricorrete ali'Angelo con piena
fiducia cd egli vi aiuterà. Quanti, trovandosi
in pc:ccato mortale, furono dal loro Angelo
scampati dalla morte perchc avc:.~ero tempo
di confessar.;j bene! Guai agli scandalosi! Gli
\\nJ?eli de(:li innocenti traditi grideranno ven-
detta al cospetto di Dio,,. A lu per tu cni gio-
t·uni, quanlt f.'olle r1peh."1·u: ~ Ricordati che lui
un Angelo per cu~to<lc, compagno ed :imico.
Se vuoi piacere a Gesù ed ,1 :\\•l.iria obhcdi::ic1
,11le ispirazioni del tuo An~do Custode In-
voca il tuo An~clo nelle tentazioni. Egli ha
p11'1 desiderio di aiutarti che tu stesso di essere
oiutato. Fatti coraggio e prega: anche il tuo
Angelo C'ustode pn.-gil per le. ;\\on ru;coltare
il demonio e non temerlo; l."lSO trema e fugge
::il cospetto del tuo Angelo. Prega il tuo .\\n-
g:do che ti vcng:a a consolare ed assislt:'rc in
punto di morte..
( 11t1 dmm mca dd 184 i, 11ell<i d11rsa di Sa11
Fra11tt'sco d1 Asm·i, distrihul ru gimHlni 1111a pa-
gellina lit t1tt eru stampata una bt I/et prt'f:luer,,
all'rlngt·lo Custodt•, dicrndo /uro: •e \\bbiate d1-
,·ozionc al vostro buon .\\m~elo. Se vi trove-
ro.:tc m qualche grave pericolo di unim,, o <li
corpo, invocatelo e<l io vi assicuro che egli , i
assister.i e vi libererà . Ora accc1ddc rlu 1111
gllr:::om· 11111ratore, pri:srnte a que.'l'<ld111w11:::a.
!at'IJrtlndr,, porlti gmrm dopo, i11 mw rasa 111
rmtru::Ì<me, s1 se11tl all'imprt>uviso 11umcllre g/1
assi de, f'071lt sollo I pìedì e caddt r,111 a/tr, dw
compagni sulla via dal ,111arlu piano. 111 quella
n·e11turt1 si r,cordò dellr parole dr/ Sa11to t
gridò: •• .d11gelo 111/fJ, a111tt1te1111 •. Questa prt>-
ghiera lo sa/rò. I)pgli altri dur, 11110 morl sul
colpo, l'altm ebbe <lppl!lm tempo a giungere al-
l'ospedllle, cltc q1//14i subito spirò. Egli ,m:eu
non ripor/<> 11,ppurt mm SCll/jìllum e riprtsr
scn-::::'altro il suo 1at!Oro. la dome/Ileo segumte,
tomaJo alla chiesa di S. Fm11cesro d'. lnisi.
racco111<ì il f alto a Do11 Bo.~co ed lii compagm
fU'll'Omtorio.
,ll,e, c,1ri: oggi i prricoli sono ll11111t11tati.
Ebberll!, 1w11 dimenticate rhe avete al fianco il
vostro . Jngelo Custode. b,vocflt.-lo co11 fiducia
e 111nnte11ètet:i degni della sua flrotr:;io11e, e po,
stati' tra11quill, c/u egli ,., mmzperà da ogm
disgrar:,a.
238

3.2 Page 22

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NECROLOGIO
Salesiani defunti:
Z.-ITTI D. DO:lll:.'.VJCO, sae, da Tran1omi di So-
pra (C'dmè), t a Campina, (Bra"il~) il :i 1-111-11140 a
;8: auni.
· Acc<)lto nell'Oratorio di Torino da O. Tio;;co. p:rrti
fitr le :\\ltssioni colla sct11m11. spedizmnc e prodiJ.(ò il suo
zdo sacerdomle e la '<Ua ~111\\·iu\\ rn vn.rie cose del Hm-
stie e dell'l1rul(uay Salvo p~r miracoln dalla camstl'ofc
d1C' u<.:c1sc ~lo,hi. J~sa~oa, sr spec1nli~zu n~ll.u cura e:
, Jircz10ne ddlc scunl~ agricole che pono n,p1dJmente ;1
mt'ravigliosa tffici~nzu e svolse un prt'Y-10~0 1tp<1,wl.111
.u,.-he fr., , niloni Fcddisoimo :Ilio spirito del Santo
fondatore, tdatìca,·a tutu c'1lla sua , ·1111 c~cmplarc.
PR!F.Rl D. LUIGI. snc. da l'"'·crA~110 (Cuneo), t
a ;\\lodena 11 16-vu- 11140 a 69 ann,.
l ·rehhc all11 •cuoia di O. Bosco; ,. lo •pmto del Santo,
at...(.;rmilato con c.ura. fece di lui uno d~, p1u ,oltl e p,U
Jpprcr.>:atl educatori della famai;:lia S:dc,1:tn:1. \\l,se la
~ua n,,n 4;omun~ c:rud17JOnc::: • .:;en 1z-10 degli nlunni dei
no:.;tti bt1tut1 fino A1th ult1m1 J.:tomi, f.:.1ccnùn Jdl'in~c...
t.mamcnro un vrru apthtolaru l.: ht: ct\\n1rlt'hl\\ a :.1lp1t:n-
tt·mtn1e c◄ 1l :,.ac ro n1inl!,1ero
PAGLIA V. f'H.A \\Ct:SCO, sa,·. do Cuv,o (Vnrc,e),
t ~ l'un1> (Peru) ol 7-V-HJ40 I\\, anni.
Tt11"'iC(lh1;" qua~, tlltt.J 11L ~un \\"lfll n:hgiosn nt.1llt (. ase
~1c.....1ouht del Ptrù, pq;digw.ndo~i nvllc piU "Ì\\'t.:lruttc nuu1-
,ri-1mu cnn vtrn sp1r1tn ~~•l~rnnn.
Z,JNFE/lR IRI Gll!SF.Pl'f':, eh. d,1 ~- Picn-o d,
I.Ptinn~o (Verona). t a Venez,u al 1b-v11-HJ40 a 29 ann,.
t" DF GJOU(;l ER\\'AXT. ro:1.d. Ju Cagliari,
~•11111
Lu"uritiu (( \\1gliari) al 30-\\ 1-1<]40 u 26 anni,
Cooperatori defunti:
t HO\\'S. COJHf. n .-11·1D SAVGUf_\\.F.7'/, n Cc-
nn\\.1 il 1•\\·111 u. s. 11 ()5 anni.
/J,rrtturt" l)j(X·es,11u, d~i Coot,ernllJri.
Canonito .\\reaùiocono ddlo Cuuedrulc, ,•rn unn ddlc
fi,:?urc prù dette dd dcro ttenove~e. Oot:tto di !itt>d;:a ,.
\\1t1Sta cultura. eh !(Ua.51\\'11 eloq1,1enza. da pt~tò profonda e
<.h zdo Hlbtanca:bilo.. c~c.rcttò w1 prezioso npostc>Jnro
ndh:r c:ur-u delle anime, rn..·l1'1n:segmm1t"nt~> e uc.·ll-u prcdt•
C'.iiz1on~. canÌ\\ nndo~, La scinia e 1'11ffi:no di tutti ro11
quella bont~ d, cuore ed umab,111-à da rrnttn ch'~11l1 isp,-
n,vw kddmt:nte a s..n Fronce.,.-o d, Sale, ed a l ll(}),lrll
~antu F1mdutorc DQn lfoHu, Uarettc,rc d10,·~'""" dti
Cooperatori, am.1\\11 c<-.rdfolme-nu.: l'Oru:ra nn!,.Lnl ,: :-.1
prtt<l111u,11 sempre. nn,hl' ,·<111 Rlll rdkin, 11 diffondere 1,d
t."'l_,iah.a.r~ lo <Qpiritu J, Uon Bosco, a ~osren(.'"n,: e ~\\ ilurpare
le ìni~iatil'c della Pin l.ìniu11c e ddlc DH1llc Patronesse,
.a ~onfonure t'd ineoraagiurt· ogni auh ih1 ...alc~iJtna. Cn.a
JoloruS;u. m11latt1a J\\t." ha strl•n,ato le forze f.J.ccndu riful-
«t:IC Rncdr riù te sue c:"mincnti virtù sacerdcttali 1.:hc ne
l0on~1.~rvn110 11'1 tncmunn C2!:t."1npiu in ht·ncùizinne-.
1/.·IDDAL/i.\\ A OPEZZO n• .llJCl/f.'f,0 \\' E, ·f· a
l"t,~ninr.tm:t il ~,~v1 u . ~- n bz .un1l1.
St,i\\ • ancndc:ndo il 6.gli,1 O. Giornnn,, nm clii> Sa-
ct·rJotc Salc,iano, pn la su• prnnu l\\lcssa <olciule 1n
pi«q<, quando il Sign11re In ehiain/J al Lido, clucd1:n-
dol,· il "'-acrificio J.IH;h~ dt que~tu. 1.·un:-.c,Ja1.jene.
Donna crtsàann.: n'ltldrt: i:scnlpla.rc, ,:1sse di !clk, t-•du-
l•mùo al bene la sua uumtrtha fa1niJ.!,liil. Conl'tordln della
C11mpagnia del Rosario. ne: fu benamata Priora ., per
parecchi unna dihircntm,11na Pres.ìdc:ntc de/I-, Donne di
,\\. (: Anima tuua Salesiana, d , otto f\\gh ne chede qunr-
trQ allo Congre;:az,one di S. G,o,·ann, IJosco.
t 1'(JR.-lZZ.·I .-IIT. ('.11". GA.SPA./V•.', il 9-rn u. s.
od R1 ;1n1t •I
Cìoùcttc, co me alunno ddl' Urntorio Salesiano, le· pa-
1f"rnr: curt" di S. C..io,"\\l.nn1 Ro!llt~o ~ ,nant~nne i,t:mprc, iva
•nnnirazion~ per l'Opera Sa.lcsiana. D . G i<1vnnni C'a-
Qlttrn, po, Cardinale: di S. R. Chic:$3, e: O. Michele Rua.
primo ~ucce~sor1;. di D . Bosco. conunuarono nd ft.\\'er
per lui t!rundtssima nffc.:-zione e Muna e n~ erano cordi'11-
1m,mrc: nn.uubu1.tì. \\fla ~unlu d1 U . .liosc.·o unparù a
pron1uovef"e e. ::ld 3jutarc le ,·oc.azioni l"i.·dcsi•stichc cù
ebbe la consolu.zion<, ih , edere pnrccch, suo, bencnc~t,
elevati allu dil(nl!à sucerdot:afo ed escrc,mrc c<>n profitto
il sacro ministtcro frn )t' popolazioni affidate allt loro
cure. \\.ls.ijh•tratn integerrin10 fece Jcl b<'ne n tutti «! h1
MIU mcn1oriu ,·ive in lk.ncdì:z:ione.
.11-1.·IRUTTER/1.-1 FA.SA.SO 1·En. 1iAROCC.:U, t
11 Ji-\\'11 u. s. ad 80 nnn1.
A1nn11rnrnu: dr ~- G1ovtmn1 Bost10 ,. di S. Cri1bcppe
lkncdcno (.;011ole11110 ne fo,nri le, opere mera , ll!ho••
'--'on ofTo.rtc: proporz1onatc- alla sua c·.ondi1,:10nc e con tr'l~
r~sunu, fen onist· prc.Rh1l.'rC ,e cbhe 1n r1rnmpcns.11
c.-~,r>iose h<'nediz1Qn1 sopra I su•l1 tigJioh t' l.1 \\·nçuro1u.:
rd1Wos~t dd 5-UO Cr·icl\\"",Ul111 Bnttl~t,,L
8/.ll\\'QlTT.\\ .\\tOl)E.!:,'TA, 1 .,J \\u,ta il J1-,·11 u. <.
lnse,:nantc dcrnc11ran•. 1srnrn la s.ua f"CdttgoJ,Ciìl nl "-l-
stenu di ~- G1ovan111 Ho,cn~ fai.:cndo J,,1re-duc.-.J.1:t011e
un ,·ero apo-.;1qla10 Fcncntt" Coor~r.atncè, nnchl' nelle
~ue di!-po~1z11~n1 tt."Stamc-nrnru.• ht nl·fìc(l lart.t1unt.:nH.: le
\\.li~~1nn, "'i31c~uuu·.
LF.RBI:\\ CJ HOS. IU. I " · .11.ll.l•' I TTI, t a Cu,al
C\\•rmdli. i1 1M-v111 u ,. u 77 .i.nn1.
Dounu di profondi scntim~nti t.:risturni. sl.·J'I\\Jtlit.t•, f'ettn,
p1( n:t deJ s.an10 r,mor dì Dio. ,·1sl\\c.: ndL:1 preuhtcru e
nel la, nro, cduc:1ndo S:I.L!~tamentt alla ptetà cJ &Ilo :i.pi-
nto cnstiuno I suo, fi~lit,h. Il S1JlUOrc- l'ulhr:tò cn11a \\ O-
caz1onc ,ft•l suo D. Pietro alh.i SocJt•tu Hal~,an,1.
Altri Cooperatori defunti:
·\\lbc.:nlnJ G1u1<l1:n7,111, Crwinal/1.1 ('-.'u,•Hrn) - Ha.:-u i z1
\\ laritt• .'-iori.jnlr (8t1rt?at1to) - Boero Cdc:..i.tinn, 1t.Jriirh -
Butta :\\!. An,:elo, S. l,11WrrJ1Ì11 (C'n1tlrnr1) • (.;rtnnugio .\\n-
tonaeua, D,·siu (:\\lilanol - t:ara.morB .\\na1.1, llltm (:'\\n-
, nra) - ( \\tt~u ozza l .dust1ntt9 f ·l•ront, Chmpll-Ont.· .\\lt"-
;;:rndro, ,1/do:::;;u 1.\\lcs,mndna) - Cun.,dum Lu,~,,. AIJrn,,
(Tru110)- Co,·u, Anto1110, fll'llt'llf//11:0.ass:ui) - Dnm1 l;10-
vJnnÌ, Tnd110 ~ Fe<ln~ott1 l:ltrnard1nc,. Tia.nw Ji .'l~ollo
fTrt:tltO) - Fc-rr-Hn Lcru,1nu. ( "ust~I S G,,wmm, (Pu1c.-t'nza\\ -
Fiorent1n1 Cuttrinu, Bor;:c; S . J.r,r, 11t:o f hrt"nlt-) - Cn\\7.zu
t'n1cr111a, Us,itJ IG,·nmttl - C,iudice HoJr:nra Alhi11:1, ,lii•
ln11() - "ttn~~~c1·1> \\l<1ns. Fl11n11lomco, U11..dinm> A/p,
S1Jllr1110 (Cu,wo l • :\\Luw,ndli j) c;,tL,epp~. C11,rnrt
( \\nconu) - \\faitlicrìnn l3:irb1m,. Rur, ~ ,Q (\\'a,_.,..J -
'\\:icJJu (;111li<> Bl!mm-dini, Ortu11 ( 'sunro) - R,o,en·
!'rato Guw1U1nn, l/t,1tl1t11t1J Alpi Sllllm11> (Cune") - iìp:1-
s_ 1.rnuolo All!<>st1110, ra,tel Gitirxw (Tema) - Tav<1larn D
:'\\.'apùlcr-nt·. n~nl'll~tto l :unno ( Co{ clW.lt) - Tromhon,
Gcnnnrt>. .<,~alerttlJ .. Vh...1anJ Don1t·ni(•f►0 Su1::::1mt1 ( I.un-i\\).
TESORO SPIRITUALE
Coort4rftton clic. o,n/n.sati r rtJ»111111ru1; ,;s1mnn unu
d1ies11 o pubhl,ca cap1,Plla (1 H~J,~,;,,si <' le ltdi1?10,r, la
1oro ctq)pclla pnvata) <1u1vi prt-.1.rano ~t1cundo 1'1ntcn•
zmnc Ud Sommo Ponte.fiu_• possono a1.:qu1h.t11re:
L'l'\\l)l LGE'\\:Z,\\ !'l.f"'\\ \\TU\\
l) ~d itiorno ul cui Wutno 11 n o ml.· ~dhl Pù1 l"nùme ,I.,
Covpfrntori.
2) !'\\cl ,1.twrno in cu, per la pnmR , ohH st tnnsa\\..rtuu,
al S:tcro Cuore di (;t,~\\J.
3) •ruue 1e , ohe che per flUQ 1.nnrni cnnu11u1 uuendono
agl1 Esercizi ~p1rnuoli.
+> l11 punl() dr' mvrtr :-.\\! , cnnft:,?>ati l" Uln1un1cnti , o .,11-
,r meno contriti , in, orhcraunn d1Y1,t-.1 rncntr. SI1nt1~-
,1mo ~Ome" dt ti~:-.u, cnila ho1:ca , li'-• p ntr.an no. od
ulmcno col éunre
OGNI Mf.,f:
1) In un 11iorno del nwse o loro ,cclt.1.
2.) (I ~torno in cui fa_nno l'l~rrchw di RumH, \\Jvrt,.
~;) 11 giorno 1n cui parh:-1.:q'latH) ulta r,,,mfera1:;<1 mu1s,le
~ulcsrn11~
'"' ~tllSI. Ili Or-lOflR~ .\\!<Clii;:
1) li gwrno ;: 1· .,,_i:a dt.'! S::,, llo,arao.
z) li l(J0tll() I r: "•terntto d, l\\lurn, ~s.
J) li 1?1orno 16: l'uriià da ~ luna SS.
2 39

3.3 Page 23

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Crociata missionaria
Borse complete.
Hor,a l'l:'SCOI I ,IIT <"<)\\/\\!. l"l.\\'CESZ<) E
JTTl \\lrlRGJII:RTT I. cnmuci
13Qr-a .'i• \\/.-1/U I JJ!,U.. I l'IICE H S. I\\ T<J\\ lO
/J I l',//)()I, 111 sulh a~w <lei Ct•nll un ..\\ntn•
11d l1 ,\\111?cln , Vugm1.1, .1 c.-ur:i <l1 \\lons. f.'uh 10
,\\nt mdlt
Borsa HOL!\\ JU/ Ll:.'D I P FETUW C:RS lRf.',
co11u11{1, a cura d1 Leda \\lnltnan (Gcnmu), .:,un~
<l:1 ,ltsprl<1z11111c I• tament.iria.
Borse da completare.
llnr,;.1 /\\!JR/ l\\'fJ n P 1Snl li.I:' I: ISIJTU 1-
.\\n 1 l. !GI, ,, cur:1 d I e ,. l'lf. :-.~hesrer An-
drumc,, S. Frane co (C1thfun11a) :-:.omma rucc.:
10.02.5 :-;UO\\J ,ersam~111, 4.000 1i,t. 14 02;,
Bcm,a I/ IR/.I .Il .';11,/.ll'Ul<:E F: S. GIUl'...J V\\I
BIJ<;(,()(.-,J "11mm11>r1·r .!7h•J,30-l·mmn
U rdh C11r11,;nano 100 \\hisem Lucio 50
1c1I. 2 'I I ').JO.
8or,a \\!ARIA I( S//.!.1'/'UIG/:', ,1 c11n1 del C,1v.
D'I 11<<1 Sdn,~1,111, - :-nmmo r"c.: 4.31~
Ti ri l't·re,a 10 - 'l',,t. 4.325.
Dor-n \\/.IDO':I.'\\· I DEI.I GR,17.IB DT r: 1-
.S I lii 110.\\ '/ H (l d,ni,) u cura di,J.(h cx-nlhc,·i
S ile 1.1111 S11111111N prt•c. S.2~; S. GiorJarlÌ
25 Lollo R 30 - ;:,,; ::,.:, 5 '/ì,t. 8,J.1.7•
Bor \\fJSTR I Sf(i\\.OU I OF.L IIOS<:HF.TTO
F s f'/:'<,'/Ll.I So111m,1 prl·c.: :=;.o<,o Scl11,il•
fii,., 30 l'ol, 5.0<)0.
Bor3ll l'l:'Dl SSl.-l J) /,( J(;/
1'omma pn c.:
b.017,8:;
C1,.>pcraton e Coopcmtric1 Salc-
~i.,ni Ji \\'oltc:1 ra 300 Brn,:1 Gcmmn 5 - Tot,
6 .l z.~.x,
Bo~, /'FRAR/JI Ul!Gl Cupitann dl-.li Alpini
- ~,mnu prcc J 355
\\H. I m1ho Pcmrc.h
nd 5 11nnl\\'<"rs,111n 500
Tut. 3.1!55.
Oon,., Jl(<; ILJ)()\\'F. D P/1~7'!<0 (1•) :--onuna
pnc. 2:;+;,30
Orilturro frmminile !>.Jle,umo
\\'ul , zo - '/ot. 2.76;,30.
Bors.-i TU .I D 111<:ITELI:' (4•) - Summa pn·c:.:
'1!75 l'oltrnrwn G. 20 S101111i11u \\l. ro
Tot <IO,
J!ors.,· .'ì C. IRI.C> Pl:·R OT/'l~.\\r.RE l,.4 PACF
Somrn.1 prcc.: 255 L,11·,11ndli .\\11gd.1, 2.000
Tnt. 2.255.
1;,,r,1 S. G!l)l .ISSI IIOSCn (;'}
prc:c.: 2 6.:S,,:> - !{,i;:olelh t{ma 10
s~,,o
l'. o!o (.•ua0 h~ 100 ~ dr l.aurum, l'<l 200
,\\1. R. 50 ::sac. C..-saro: O ,I.i .::o Tor.
3.ooM."o~
P.01 1 s. GIOI l \\'XI TIOSCO, IJ \\I. JJ 17.Z 'l-
RF.l,/,0 I. ,e,, Tt:Rl:'. I 1)1;!. n G., :r curu d
;\\ r•~iwlott1 ( ,ar l,m<ln Sornmu pr~c : .3500
:'\\uu\\·I' \\l tS:.JlnCnto I ,00
I't,/ 5.0.>0
l:ol'lìa S (ì/tJI I\\_\\J lf(}St;O, n cura eh C.
Somma pr,i;: 11.000 .?\\u)\\O ,crumc t>
10:x> - Tot. I 2.000
l.!11rsi1 S.lCR<J (;( <JR/:' f)l Gt:Si I {Ult\\ d1 '- ~-
in suffrn)!io dt'1 ~uoi o n .;ornm I pn i; .: ,oo
,:\\ UO\\ O \\ tl'Slllllcl\\10 I 000 'J l I ,;.:;oo
Uor a S.ICHC1 <.COU/~ /JI r;p~( ( (J:\\J IDO
I S 1·n1 (3•)
!'iilllllllll pn•c.: 1 1 o; 1
\\ l 1r.-
Zllll 1'1tèr1t1/I 10
Bruno l.m1du J.1 15
D
Ang<'hm L. 10 R1H:n1 Irene 200 D l upo
,\\ mclr.r 20 \\mo111111 \\ 10 '/o/, 11,33
Bnrsu ,<,". /G/W f l 'URf:' /)/ GE">tJ, \\f. Il Sf-
1.I I l'RICT· J, D UOS '()
~omm I prc
39<, Po;:1C1 \\lnnJ 15 :-.crrc11h1rn I) m
IO
Tr,t. 4::?t.
Rorsu S 11'/(J 1)()\\/E,\\f(,'() C+"l ,,,mma pac,·
12.460 D Hccnis 5 Tot. 1.2,4C,:;.
Borsn S. Gl("Sl.'PPJ::.(3•) Somma prc,c.: 18.z:,7
I u ~1111 s.o Tot, 18 2,;;.
llor~n S THRF'-.' 1 Df;/. 11 G. ( 11•1 - Somm,
pn,i;. 7.635,lio
<~ Ilo -~1oh ;\\bri11 10 -
f\\
~oo - C. ,\\. ::.ooo Tot. 1O.O45.bo.
Bor~a S. RIT, 1 D.-I G lS( I 1 - :-.omm:i pr,< :
3.21 1 - Prnlll GiusL•ppmn Io
Tot. 3•.z2J.
llor~.1 SOL.l/UJ lJ. G Il- I 1 YO u cur., <l1 :ilcum
Parrocchu1n1 d1 \\,r
Somm:r pr<'C.. <•,3-½0
- Ilocca E. 10
"lr•Jlll ;\\I 1:;
RIZZI I,. 5
- Sal11 G. 10 Rnn 'I'. 5 C,1ussm1i C. 15
llcllusclu I{. 5 C,alh A. 10 :-S:i,ru•, l\\l
10 - Hramh1lla ::\\J. 5 :,;eua C lorindo 10
7 ot 6.440
Borsa '/'RJ()\\F 1) S1A'F. l .\\'O :-iomm,1 1n,-c.:
~ .8 : j , 5 ;
(.'ou\\pagn111 S 1.uigl, t:t:on,!u1..·. 29.,,5
TtJI, l .8,7,50,
Bor..t, l 'ER,",'l<,l,l / .lf<J\\S, /,l'IG! F. /JO\\.
C IR. I VARIO <:.Jl,LIS1'()
Snmm., l'''-'~.:
11.(,78,50 - '.\\I. R. 50 Tf/t. 11 7.ill.50.
Bor..:1 l'OS Il I) S 1\\1{ 1:1 F.
somm \\ prcc :
2. 50 - Uoasso :\\fona 10 l'ozz, r rnnces
100 ;\\lari11 l'rlla III U.11111a 100 l',., \\ osti
7J Tot. ;,i.133.
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Con pttm<"\\>ò dell',\\u1on1., I <:de.>ia~llc•. • Tir,, S, E. I ., Cor,<1 Re~inJ !\\I 1r~heril,1, 1;,.
D,n11urc: rnp<>ru:ab,le: IJ, CUI O O f ,\\VIN I , \\'1s CGllolcn~o. J2 Tonan 1<11