Bollettino_Salesiano_199909


Bollettino_Salesiano_199909

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LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
VERSO IL GIUBILEO:
LA FIGLIA PREDILETTA
Parole di Maria su Dio o rivolte a Dio ne abbiamo poche.
Nemmeno nell'episodio dello smarrimento di Gesù
o sotto la croce viene documentata una sua invocazione,
uno sfogo, un sospiro femminile rivolto al Padre.
2 \\)
N on è una
svista de-
gli evangel isti,
è una lezione
calcolata. Per
Maria, la pa-
rola a Dio e
la risposta
di Dio, vici-
na e interpre-
tabile , è Gesù. Per Lui e
nello Spirito, lei raggiunge il Signore
con il pensiero e la vita, lo ascolta e
lo invoca.
Maria mai chiama Dio suo Padre,
né se stessa Figlia di Dio . Non glie-
lo consentiva la tradizione religiosa
del suo popolo. Ma poi il "Padre"
non era stato svelato. Maria è parte
di questa rivelazione , come prima
destinataria ed interprete in solidale
unione con Gesù, come in tutte le
vicende del Figlio.
penda nel volto e ornata di gioielli sì incontaminata dal male, libera da
da attirare lo sguardo e provocare brutture e da egoismo . Maria era al-
gioia ed ammirazione.
lora solo nel pensiero del Padre.
Nel momento in cui la chiamava alla
O La paternità di Dio nei
vita, Dio Padre l'ha amata co-
confronti di Maria ha ma-
PA!IP'-. me una figlia attesa e predi-
nifestazioni singolari . Nel
letta. A ragione la Chiesa
momento del concepi-
canta: "La figlia del re è
mento , in previsione del-
tutta splendore , gemme
la nascita di Gesù Dio la
e tessuto d'oro è il suo
vuole libera da ogni mac-
vestito" (Salm 5,45) .
chia di peccato : completa co-
L'annunciazione avvie-
me persona, aperta, senza
ne quando Maria è ra-
ostacoli o zone oscure a
gazza nubile. È da
quanto Dio vuole e
questo momento che
sa comunicare ,
il Vangelo ne
I Madre
Addolorata
(Kenia).
O Le immagini più numerose del-
la Madonna sono, senza paragone,
quelle che la presentano come Ma-
dre. La missione ricevuta nell'Annun -
ciazione ha sottolineato fortemente
la maternità. E questa è senz'altro il
centro . In previsione di essa e attor-
no ad essa vengono ricamati i privi-
legi , i racconti e i simboli.
Eppure l'icona della "Figlia" ha uno
sviluppo nella Scrittura e nella con-
templazione di Maria che la Liturgia
propone. Questa per cantare l'amo-
re di Dio Padre verso Maria, fa uso
entusiasta di testi come : "Ascolta, Fi-
glia, guarda, porgi l'orecchio ; dimen-
tica il tuo popolo e la casa di tuo
padre .. . Al re piacerà la tua bellez-
za" (Salm 44). O altri che la presen-
tano come una giovane che si avvia
alle nozze con vestiti raggianti , stu -
ns SETTEMBRE 1999

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da notizie. Tra il concepimento e l'an-
nunciazione, Maria diventa respon-
sabile della sua vita, valuta un pro-
getto di matrimo.nio, è interlocutrice
e controparte di Dio nella sua inte-
riorità e nella vita ordinaria. È il mo-
mento della "missione". Anche per
Lei dunque la paternità di Dio non è
solo gioielli o privilegi , ma chiamata
a partecipare al suo amore per il
mondo. E anche lei come Gesù di-
mostra che è figl ia accogliendo la
volontà del Signore.
La missione comincia con la
visita alla cugina Elisabetta . Nel -
l'incontro sgorga il Magnificat da una
potente sorgente interiore. Nemme-
no in esso Dio è ch iamato Padre né
Maria si dà altro appellativo che
quello di serva. Si rivolge però a Dio
esaltando la sua opera nella crea-
zione, riconoscendo la su a determi-
nazione per la salvezza dell 'uomo,
ringraziandolo per lo sguardo di ge-
nerosa misericordia che ha indiriz-
zato alla sua persona. L'anim a si
riempie di gioia, di ringraziamento,
di benedizione. E il segno di un rap-
porto di vicendevole benevolenza e
comun icazione.
Nell'adempim ento della missione va
maturando un tratto del tutto singo-
lare: Maria partecipa in forma insoli-
ta alla paternità di Dio. Il Padre e lei
hanno un figl io in comune : Gesù.
Certamente con due generazioni di-
verse. Dio genera il Figlio dall'eter-
nità e nella divinità. Maria genera la
stessa persona all 'umanità e nel
tempo. Ma è sempre Lui , lo stesso
Figlio, generato dal Padre e cono-
sciuto da noi .
Il punto culminante di questa
parteci pazione è la croce. Nem-
meno qui si accenna ad una rivela-
zione, una voce interiore di Dio a
Maria o viceversa. La voce, la paro-
la, la rive_lazione è il Figlio presente.
Maria partecipa nell'offerta del Pa-
dre che dà il Figlio per il mondo. In-
contra e prega Dio, coinvolgendosi
negli avvenimenti salvifici che il Pa-
dre ha disposto per gli uomini . Per
questa assimilazione al volere, ai
progetti , all 'amore del Padre verso
Gesù e verso il mondo, per la sua
partecipazione all a paternità divina,
Maria rappresenta per noi il volto
"materno" di Dio. E ci riesce molto
bene !
Settembre 1999
A nno CXXIII
Numero 8
In coperti na:
Giovani:
speran ze o interrogativi?
Branco o gruppo?
Senza identi tà
o ben catalogabili ?
''Generazione inesistente"
o volont.à emergenti?
Il dibattito continua.
(foto Cipria110 De Marie)
12 MISSIONI
La dannazione dei diamanti
14 COPERTINA
L'adolescenza lza rotto gli argini
18 SOCIETÀ
L' acida pioggia delle bombe
23 INSERTO/GIUBILEO
Santo Stefano Rotondo
28 CALAMITÀ NATURALI
La polvere e la speranza
36 ON UNE
Un goal per la vita
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE:
G IANCAR LO MAN IERI
Red azione: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
di GIANCARLO MANIERI
di VITO ORLANDO
di GIANCARLO PANICO
di NATALE MAFFIOLI
di MARIA ANTONIA CHINELLO
di LUCIA PIEROZZI
RUBRICHE
2 Il Hellor Maggiore - 4 11 pw1l0 giovani - 6 Lettere - 8 lii Italia & nel mondo - 11 Lettera ai giovani
- 17 /'rima l'agina - 21 Box - 22 Zo om - 27 Il doctor J. - 30 Libri - 32 Com e Don Bosco
- 34 Carta di Comunione - 35 Scheda 5 - 38 Sport Salesiano - 40 Cultura salesiana - 42 I nostri
morti - 43 Fume/lo - 46 J nostri Santi - 47 In prim o pia110/Foc 11s
Collaboratori : Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Gattoni -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Brun o Ferrero -
Sergio Giord ani - Bruna Grassini - Natale Maffioli -
Jean-Françoi s Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Bertene
Diffu sione: Giuseppe Cerò (Roma)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua ollre 10 milioni di copie)
in : Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Au stria - Belgio (in fiammingo) - Boemia - Bolivia -
Brasile - Canada - Centro America (in Guatemala) - Cile -
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(in inglese, malayalam, tamil e telugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
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Portogallo - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Sri Lanka -
Stati Uniti - Thailandia Ungheria - Uruguay -
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Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
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Don Bosco in the W orld
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BS SETTEMBRE 1999

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
TEENAGER,SPECCHIO
DEL MONDO ADULTO
Sembra che si divertano gli adulti, o almeno trovino
di qualche interesse, come avviene per le specie esotiche,
a guardare con la lente d'ingrandimento il fenomeno crescente
delle bande di teenager che, specialmente
nelle grandi aree urbane, meritano qualche pagina di cronaca
per le loro bravate più o meno in regola con la legge.
-
I ragazzi più o meno di 16 anni ,
(c'è stato anche un convegno
con questo tema), vengono descritti
dagli esperti come una generazione
con pochi valori e molti feticci.
E sebbene le statistiche ufficiali dicano
che nel nostro paese siano 419 i minori
in carcere (143 condannati e 276
in attesa di giudizio) , ogni tanto
si sveglia qualche giornale che grida
al pericolo delle bande , del branco,
del gruppo dei ragazzi che rapinano,
rubano , spacciano, ricettano
e perfino uccidono o tentano di farlo.
Facendo salire la voglia di difendersi
e diffondendo dei ragazzi l'immagine
di potenziali pericoli pubblici.
O Sempre le famose cifre statistiche,
riferiscono che in tutto il paese ci sono
stati tra i minori in carcere alla fine
di febbraio '99 , 146 rapine , 121 furti ,
101 casi di droga, 22 possessi di armi,
17 omicidi , 15 estorsioni , 1Otentati
omicidi , 1O ricettazioni , 1O oltraggi
e resistenza a pubblico ufficiale,
8 lesioni, 6 sequestri di persona, 6 casi
di associazione a delinquere di stampo
mafioso , 4 guide senza patente ,
3 sfruttamento della prostituzione ,
3 associazioni a delinquere, 1 caso
di strage, 1 danneggiamento, 1 caso
di riciclaggio e 12 altre motivazioni.
Come quantità le cifre
sono modeste, ma la gamma dei delitti
che caratterizzano la malavita
degli adulti c'è tutta e non solo l'uso
sempre più frequente di rubare
un motorino in gruppo.
E quando capitano fatti che fanno
giungere all 'onore delle cronache
i ragazzi, non manca il sociologo
(o psicologo) di turno che ripete
come le famiglie siano incapaci
di trasmettere il senso delle regole :
cosa si può fare e cosa no.
Si getta l'allarme sulle baby gang
criminali , inducendo la gente alla difesa
anziché all 'accoglienza dei ragazzi .
A ben pensare, puntare i riflettori
sui ragazzi in colpa, studiarli come
fenomeni estranei alla società è un
modo forse produttivo dal punto di vista
letterario, ma scarsamente dal punto
SETTEMBRE 1999 BS
di vista di miglioramento della società.
Questi piccoli gangster, come vengono
chiamati , sono infatti lo specchio,
il prodotto di qualcosa che non funziona
o funziona poco. Sono degli indicatori
cli dove noi grandi stiamo andando
e di come potrebbe essere
il nostro futuro collettivo .
O Si riapre spesso il dibattito
sulla punibilità dei minorenni
e quando dall'America giungono
cronache agghiaccianti di stragi che
fanno i ragazzi nelle scuole con l'uso
delle armi o dei pericoli che scatenano
i ragazzi di strada, ci contentiamo
di dire che nel nostro paese ancora
ci possiamo dire fortunati di non stare
a quei livelli. Mentre è proprio in quella
direzione che si marcia a grandi passi.
Si dovrà convenire che se repressione
e carcere non impediscono ai ragazzi
di compiere a cuor leggero i peggiori
delitti di cui gli adulti sono capaci ,
la via di soluzione dovrà essere altra.
Anche perché sebbene non manchi una
certa dose di responsabilità personale
nei crimini giovanili , è altrettanto vero
che non sarà l'accanimento repressivo
a farli cambiare nella coscienza.
O Ma di fronte ai delitti dei ragazzi ,
viene di chiedersi dove e come siano
i padri e le madri. Se per caso
a loro volta essi stessi non siano rimasti
bambini , senza capacità di prendersi
alcuna responsabilità e magari giochino
a sprazzi a essere adulti.
E se ci sono - come ci sono -
questi padri e madri non cresciuti
o incerti nell'assunzione del ruolo ,
qualcosa di importante andrebbe
rivisto nei sistemi formativi.
E per prima cosa è necessario
e urgente non rassegnarsi a pensare
che un tasso di criminalità sia fisiologico
all 'equilibrio dell 'intero sistema ;
che questo sistema va difeso,
senza nulla cambiare per non mettere
a repentaglio il sistema stesso ;
che la perdizione di alcune centinaia -
domani migliaia - di giovani valga
la pena di consumarl a in nome
del benessere garantito a molti di più .
Questa sì sarebbe una iattura.
O

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Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere pen 1e-
11 ute in reda zione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
NON SI PUÒ FAR MEGLIO? so avanti, per essere anche vere i gravi problemi dei gio- e/ere al loro livello, studiare
Sono stato a Boston per lavo- l' anima della civiltà della co- vani d'oggi è l'educazione ... le loro cose (anche il rap) per
ro - ospite di un amico parro- municazione mediatica . Que- Le ripeto comunque il ringra- conoscere quello che amano ,
co - e ho visto anche le tra- sto, ovviamente, vale per tutti , ziamento e la invito a scriver- come pensano, cosa vorreb-
smissioni di cultura religiosa perché, sia detto tra parente- ci ancora: questi dibattiti so- bero? 11 vescovo mons. Bet-
del canale TV cattolico, pro- si , anche il nostro laicato cat- no utilissimi e stimolano ad tazzi non è forse andato in di-
fessionalmente ben condotto. tolico è un po' ... acciocchito . approfondire.
scoteca perché solo poteva
Tornando a Roma e aprendo O sbaglio?
trovare i giovani? Ripeto: le
canali come Telepace o simi-
suore non sono andate a im-
li , mi sono accorto della dif-
IMPARARE A CAPIRE. Ca- parare a ba/fare, ma a infor-
ferenza fondamentale: l'aria NON CONDIVIDO. Spett.le ro direttore, io comprendo le marsi cos'è questa cosa che i
tetra dei nostri programmi di direzione, bello il BS di feb- perplessità del lettore Nicola giovani amano tanto , che co-
cultura religiosa, la scarsa at- braio ma non condivido un da Venezia (BS marzo '99) sa ha di positivo, come si può
tenzione per l' arredo di stu- articolo, quello sui giovani at- circa le suore che vanno a sfruttare a fin di bene... A
dio, le voci spesso poco fo no- tratti da altri stili ... L'appar- scuola di rap [... ].Se esse pur quel convegno (cu i ero pre-
geniche o monotone, i primi tenenza è necessaria, ma certi di far sì che i giovani amino sente) non c'è stata nessuna
piani su volti poco interessanti problemi interessano gruppi quel che gli educatori propor- lezione di ballo o di canto o
e tante altre cose che prima piccoli che seguono comunità ranno loro, si mettessero in di chissà cos'altro, ma studio
non avevo notato. La prima religiose "strane" con le pro- minigonna a fare le cubiste serio, dialogo di approfondi-
impressione delle trasmissio- venienze più disparate, non i nelle discoteche, si dessero al mento , discussioni impegnate
ni di quel canale americano è giovani in genere. I giovani fumo , all ' alcool, al sesso ... per capire i giovani.
di una grande fiducia tra- hanno bisogno di una guida quali alternative si offrirebbe- La lettera su "LA CHIESA
smessa con competenza pro- cioè dei genitori , degli educa- ro ai giovani [... ]? Que l che i CHE DISASTRO" era non una
fess ionale, ma anche di gio- tori ecc. non dei guru orientali giovani vogliono vedere neg li provocazione, ma frutto di
ventù, di tradizione e nov ità o stranieri che richiedono ob- educatori è la testimonianza reiterate letture... non pro-
fuse insieme. Davvero non bedienza e sottomiss ione cie- veri tiera di quanto vorrebbero priamente scientifiche. Que-
possiamo fa re di meglio?
ca[ ... ]. E poi l' individualismo proporre, è quel "punto di ri - sto l'ho desunto dalla lettera
Pasquali (via e-mail)
di cui soffrono i giovani d 'og-
gi fa a pugni con l' asserito bi-
fe rimento" cui aggrapparsi nei
momenti bui [... ] è mostrarsi
completa che è in mio posses-
so e che non ho potuto pub-
Sl, credo proprio di sl, si può sogno di appartenenza.. . In- interessati alle loro cose, par- blicare intera. Ma fosse an-
e si deve far meglio! Anche a somma mi sembra un articolo landone, discutendone [... ]. che stata una provocazione la
me capita di tro varmi di fron- nocivo ...
La lettera seguente nello stes- cosa non cambia. Al lettore
te a canali cosiddetti cattolici
e di non esaltarmi molto , pur-
G. e P. Conegliano
so numero sulla Chiesa era
una provocazione. Il lettore
ho risposto come ho giudicato
meritassero certe sue espres-
troppo. Ebbi , una volta , I' im- Gentile "G e P" , mi scuso se forse s'aspettava un riscontro sioni (badi , non tutte ho potu-
prontitudine di farlo notare a ho ridotto la sua funga lettera esplicativo . .. e la sua risposta to scriverle!) provenienti da
un amico che conduceva un a poche righe. Ma mi sembra fa acqua da tutte le parti ...
un ormai s01passato anticle-
programma religioso su un'an- dicano l' essenziale del suo pen-
tenna privata. Mi rispose di siero. Le rispondo dicendole:
Carlo, Valenzano
ricalismo , rimasuglio del-
/' Encyclopédie ottocentesca.
star tranquillo ché ci avrebbe che il fenomeno delle "nuove Caro signore, grazie per le Peraltro non era un lettore
pensato lo Spirito Santo . .. Ho religioni" o "nuove esperienze sue osservazioni. Mi permetta del BS ma ci si era imbattuto
pensato tra me e me che lo religiose" è sempre più con- qualche puntualizzazione. Di- per caso mentre attendeva il
Spirito , che è "terremoto e fuo- sistente, non solo di piccoli re che "le suore non sono an- suo turno in un ambulatorio
co e vento", avrebbe ben sa- gruppi come dice lei, e inter- date a scuola di rap per im- medico. Anche a fui ho rispo-
puto cosa fa re di quel palin- pella educatori, genitori e tut- parare a ballare ma per im- sto personalmente , prima di
sesto, ma ho fasciato strozza- ti coloro che hanno a cuore il parare a capire" è dire uno rispondere sul BS . General-
to in gola il pensiero. Spesso, problema della gioventù; che dei punti cardini della peda- mente/accia cosl a chi mi per-
caro Pasquali, anche i prof es- uno dei bisogni fondamentali gogia salesiana. IMPARARE mette di risalire ali' indirizzo.
sionisti della Parola, la usano dei giovani di oggi è il bisogno A CAPIRE : una congrega- Non si è fatto più sentire. Non
da dilettanti e sparano giù f er- di "appartenenza" , al di là di zione di educatori o impara a so cosa significhi che la ri-
vorini senz'anima , ammantati quella naturale della famiglia: capire o è meglio che si ritiri sposta fa acqua da tutte le
di una moraletta spicciola cercano un gruppo di foro da quel che fa. Imparare a parti, visto che io non ho ri-
che induce a qualche com- scelta in cui si sentano liberi, capire non significa "mettersi sposto : gli ho solo detto di
passione niente di più. Penso non intruppati ; che un secon - in minigonna, fare le cubiste, scegliere qualche testo serio
ai grandi del pensiero cristia- do bisogno fo ndamentale è fa darsi al fumo , a11' alcool o al- e gliene ho suggerito in parti-
no, a Giustino, Agostino, Tom- "novità": i giovani si stufano la libera sessualità" ... per im- colare uno , l'enciclica papa-
maso, Bonaventura... e mi ver- subito delle cose ripetute, cer- parare a non suicidarsi, non le , visto che accusava la chie-
gogno un po' che siano stati cano sempre e in ogni modo bisogna suicidarsi!
sa di essere filo nazista. Dov'è
dissipati immensi tesori di cul- il nuovo, il diverso , lo stimo- Dice bene che fa testimonian- l'acqua ?
tura cristiana. Siamo gli uo- lante ; che un terzo bisogno è za è ciò che i giovani voglio- Le ripeto comunque tutta la
mini della "buona volontà", quello "religioso/spirituale" no. Bene: non è testimonianza mia stima. .. è sempre benve-
cieli' entusiasmo, il che è una che li aiuta a liberarsi dalla l' aver rinunciato a una fami- nuta una lettera: è segno del-
buona cosa, ma sono convin- stretta delle cose; e, ultimo, glia per un'altra forma di vi- /' attenzione che si ha per fa
to che dobbiamo fa re un pas- che l'arma vincente per riso!- ta ? Non è testimonianza scen- rivista.
SETTEMBRE 1999 BS

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APPELLI
RICORDI ED EMOZIONI.
Caro Direttore, è un sacco di
tempo che pensavo di scri ver-
le, oggi mi sono decisa . . . Il
BS mi mTiva a nome di mia
In ogni periodo dell 'anno al
Monastero di Santa Chiara
potrai 1iflettere sul tuo futu-
ro con l'aiuto di animatori
sempre a tua dispos izione.
Scrivi a: VOCATIONAL
grandi psicologi parlerebbe-
ro di "proiezione dei deside-
ri, e cose simili..." Beh, cosa
cambia ? Perché ci sono que-
sti desideri? Da dove arriva-
fi glia che non c'è più . Una ADVIRES, Monastero no, perché sono così univer-
breve malatti a se l'è portata Santa Chiara, Via lm- sali da non ammettere ecce-
via quattro anni fa a 20 anni . briani, 337 - 70052 Bisce- zioni, se non in individui ma-
Ogni volta che arri va il BS mi glie (BA) - 0338-9265092 lati?... Dentro ad ogni uomo
batte il cuore: ancora qualco- - 080.395.15.60.
c'è scritto il paradiso e non
sa con il nome di Simona . . .
Che emozione ! Siamo vissuti
in una parrocchia salesiana
[... ], e sento un po' la man-
canza di quei sacerdoti e li
ringrazio per la fede che ho
[.. .]. Leggere sul BS notizie
del tuo paese natale (sono di
Bova Marina) , ti riporta in-
dietro nel tempo, e che bei
tempi. Rin grazio il S ignore
Il lettore Giuseppe Testa
pubblica una ricerca sul
santuario di Maria SS. del-
la Catena di Riesi (CL).
Cerca immaginette/santini
della M adonna della Cate-
na e di altri santu ari maria-
ni. Prof. Giuseppe Testa,
Via Fosse, 17 - 93010
Campofranco (CL).
per sé solo, badi bene: è uno
sforzo collettivo, una vocazio-
ne; insomma è il codice gene-
tico dell'uomo che richiede il
paradiso. Se ci pensa un po'
pe1fino la guerra è in ultima
analisi lo sforzo violento, di-
storto quanto gli pare, per un
"posto", e Gesù parlava di
guerra per il "posto" definiti-
vo : "/1 Regno è per chi se lo
per quella fa nciullezza sere- Salve, mi chi amo Kristina, conquista anche con la vio-
na, almeno quella !
ho 2 1 anni, vo1Tei corri- lenza!" . Violenza, guerra... so-
16035 Rapallo CE
spondere con ragazzi/e o-
pinioni e notizie sui nostri
no le fam igerate parole che
oggi aborriamo, ma fo rse non
Gentile Signora, la sua lette- rispetti vi paesi.. . Kristina perché siamo contro, ma per-
ra ha portato una ventata di Corrù, Via Roma, 33 - ché le usiamo troppo e a
gioia profonda in redazione. 26824 Cavenago D'Adda. sproposito: lo sforzo violento
Sono stato f elice soprattutto
di leggere le sue stupende pa-
role, quelle di una mamma
che ricorda come se fosse
presente e viva la sua giovane
fig lia prematuramente scom-
parsa, una mamma addolora-
ta ma non disperata, una mam-
Sono collezionista di Tao
(croce in legno francesca-
na) . Chiunque interessato a
donarmele, o cambiarle con
qualcosa, mi scriva: Nitti
Vito, Via Parisi, 8 - 70121
Bari.
non lo indirizziamo nel modo
giusto: Cristo ha parlato di
violenza solo per il Regno!
L' uomo , le sue mani di de-
miurgo non cessano mai di
costruire nuove cose, inventa-
re sempre nuove meraviglie,
quasi a provare a prepararsi
ma piena di sentimenti di
alla meraviglia ultima, al po-
amore e di fede . Mamme con daverina ... E non mi dica che sto definitivo che corrisponde
la sua forza e fa sua tempra lei crede al mito del paradiso. al senso definitivo, alla cifra
morale ne vorremmo avere Sia onesto!
vera del suo esistere. .. Il pa-
tante, perché sono quelle che
reggono il mondo.
Odo, Padova
radiso è il senso ultimo e pri-
mo dell'uomo : è Dio, e l' uo-
Grazie per il suo attaccamen- E invece sl, se vuole che sia mo è fatto per esso/Lui!
to a Don Bosco, per il suo ri- onesto devo risponderle che
cordo di don Ma nente, ormai ci credo. Eccome! Grandi co-
in cielo, e dei salesiani e Fi- struzioni, fium i imbrigliati, CERMIS: DI CHI È LA
glie di Ma ria Ausiliatrice di cascate artificiali, dighe im- COLPA? Illustre direttore,
Bava Marina. Con tinui a vo- mense, laghi creati ex novo , certo lei sa dell a sentenza a-
lerci bene. No i ricorderemo grattacieli alti come colline: mericana sulla tragedia della
volentieri al Signore lei e la risultati incredibili: davvero funi via, tranciata di netto da
sua cara fig lia.
tutto ciò non gli dice niente? un aereo mentre era in volo di
Che cos'è tanta attività se non addestramento. Non le sto a
il tentativo, per niente ma- ripetere la storia, perché pre-
IL MITO DEL PAR ADISO. scherato, di costruirsi un pa- sumo che la conosca. Una do-
Caro Direttore, mi capita di radiso già qui. Non potrebbe manda mi rode. I militari so-
girare parecchio il mondo per essere il segno che proprio il no stati asso lti. Di chi è la
il lavoro che faccio. E vedo paradiso è la meta di ogni colpa?
grandi costruzioni dovunque, sforzo, l' unica che veramente
opere colossali, impensate fi - conti? Che al/' uomo non inte-
Rosina, La Spezia
no a un centinaio di anni fa. ressa assolutamente nient' al- Proprio non lo so, cara si-
L 'uomo lavora, lavora, lavo- tro che questa realtà? E que- gnorina... Azzardo: fo rse del
ra. Per che cosa, mi doman- sto vuol dire che dentro a cavo della fun ivia che si è in-
do? Alla fi ne tutto fi nisce in ogni uomo, a caratteri indele- terposto a ostacolare le ma-
una cassa con putrescina e ca- bili c'è scritto il paradiso. I novre del velivolo?????
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comu nicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corris pon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00 163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS SETTEMBRE 1999

1.8 Page 8

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IN ITALIA&NEL MONDO
S. CUORE, ROMA
HLOND,
2° CARDINALE
SALESIANO
La Poloni a salesian a è in fe r-
mento per commemorare la
statura pastorale e morale del
cardinale sa les iano Augusto
Hlond, primate di Poloni a, di
cui è istituito il processo per
la causa di beatificazione. Egli
ha retto la chiesa polacca ne-
g li anni diffi c ili dell ' in vasio-
ne nazista de lla sua patria. Ri-
mase fede le a Dio , alla Chie-
sa e al suo servizio di pastore
di tutti , convinto di dover es-
sere il punto di riferimento
dei suoi fede li e de l suo c lero .
In magg io un convegno di
studi e una commemorazione
uffici ale con la presenza de i
cardinali G lemp, suo succes-
sore ne ll a sede primaz iale, e
Poggi hanno chiuso l'anno ci n-
quantenario de lla sua morte.
UPS, ROMA
NOZZE D'ARGENTO
Per il 25° annive rsario del con-
fe rim ento del titolo di " Uni -
versità" ali' Ateneo sa les iano
sono state invitate varie per-
sonalità, tra cui l' allora pres i-
dente de lla Repubblica Oscar
Luigi Scalfaro e il Rettor Mag-
g iore de i sa les iani che è di di-
ritto Gran Cancelliere dell ' U-
nive rsità. Ne ll a foto l'ex Pre-
sidente a co ll oquio con Don
Juan E. Vecchi , Rettor Mag-
giore, il professo r Michele Pel-
lerey, attuale Rettor Magnifi-
co de ll ' UPS e il cardinale Pio
Laghi , ex allievo salesiano,
Pre fetto dell a Congregazione
per l' Ed ucaz ione Catto lica.
HALEDON,USA
UNA SCUOLA/GUIDA
SPECIALE
Suor Mildred Sanetti - made
in Usa - è istruttrice di scuo la
guida. Addirittura! Alla beli?
età di 79 anni . Addirittura! E
stata premiata per sei anni di se-
guito dal governo statunitense
per la sua iniziativa " Buckle-
Up, allacciare le cinture di sicu-
rezza !", una racco lta di firme
per sostenere la sicurezza sulle
strade. "Suor Mildred, dica la
verità: è proprio convinta che si
possa fare apostolato facendo
l' istruttrice di scuola guida?" .
" Perché no? Con questo mio
mestiere, un a ' parolina all'orec-
chio ' - come voleva Don Bo-
sco - è molto fac ile dirla! " . E
noi siamo sicuri che non si
tratta solo di un a parolina.
BOLOGNA, ITALIA
PERLE DONNE
IMMIGRATE
A lle donne immi grate, all e
loro esigenze di orientamen-
to, di formazione profess iona-
le e di inserim ento nel mondo
del lavoro si rivol ge il Centro
di Orientamento-lavoro Don-
ne Immi grate, un a iniziativa
avv iata dal Centro Itali ano
opere Femminili Salesiane di
Bol o g na.
L ' impeg no a favore de lle
donne, in parti co lare per que l-
le che vengo no da altri paesi,
non è nuovo. In fa tti per esse
sono stati rea li zzati , e sono
ancora in via d i realizzazione,
dei corsi di formaz ione pro-
fess ionale per addette all ' assi-
stenza dell a persona.
Il Centro intende offrire alle
donne immigrate informazio-
ni su sc uola, formazione e
mondo del lavoro, opportu-
nità di consu lenza orientativa
individua le, percorsi di orien-
tamento e formazione profes-
sionale e sostegno nella ri cer-
ca attiva del lavoro. Inoltre, si
propone come mediazione tra
le donn e che offrono la loro
di sponibilità per ass istere ma-
lati , anz iani, bambini e g li
enti , le cooperative, le fa mi-
g li e o i singo li che hanno ne-
cessità di assumere persone
per questo impiego.
SETTEMBRE 1999 BS

1.9 Page 9

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PER MAMME E PAPÀ
Ecco una proposta Elledici
Multimedia e Audiovideo
Messaggero di Sant'Antonio
rivolta a papà e mamme ,
che esercitano "il mestiere
più difficile de l mondo ",
quello di educare i figli .
Si tratta di 5 video, utili an-
che per educatori, che vo-
gliono rag ionare su casi concreti . I titoli :
1.Serve lo schiaffo? // E se litighiamo davanti ai figli ?
2.La paghetta: sì o no? // Bambini con troppi impegni?
3.Tivù Baby Sitter? // I nonni : vizi are o educare?
4.Piercing // Diete e Primi Amori.
5.Generazioni da sballo .
Editrice ELLEDICI - C.so Francia, 214 - 10090 Rivoli (TO)
e-mail : mail@elledici .org
MEN05
SPEZZANO
ALBANESE, ITALIA
RECUPERARE
LA MEMORIA
Spezzano Albanese è un pae-
se di c irca 8 mi la abi tanti, po-
sto su un altipi ano dom inante
il Mar Joni o. La cittadina è
abitata da una popolaz ione che
parla la lingua albanese e
conserva quas i integre le anti-
c he usanze, ri cordo di un pas-
sato che ha purt roppo av uto il
sapore dell a lotta e de ll a fu ga.
Le comunità albanesi in Italia
sono circa una cinquantina dis-
semi nate al sud de l Paese con
un a popo laz ione atto rn o ai
200 mi la abitanti .
La sc uo la Professionale delle
FMA ha avv iato d ue corsi al-
1'avanguardi a: "Guida Turisti
Centri Albanesi" e "Tecnico ar-
tigianato tipico tradizionale
albanese" . A li ' apertura delle
iscrizio ni si sono presentate
30 giovani a llieve . Le 15 del
corso di guida turistica sono
state abilitate a soddisfare la
dom and a di servizi da parte di
turi sti, appassionati e studi osi,
a esse re di suppo rto a lavori
d i ri cerca, catalogazione, con-
servazione del patrimonio c ul-
tu rale e materi ale del posto . Il
corso di Tecnico Artigianato
Tipico Albanese ha qualifi ca-
to 15 g iovani do nne al di sot-
to de i 30 anni ad apprende re
le tecnic he per la realizzazio-
ne di tutte le componenti del
costume di gala, il famoso
"L/ambadhor", la confez ione
di parame nt i sacri, la cono-
scenza de ll e icone e mosaici
bi za ntin i, pe r il recupero e ri -
proposta di oggetti , utensili e
g ioc hi del quotid iano, orm ai
cad uti in disuso.
ILa busta commemorativa delle Poste Vaticane
presenta il ritratto di papa Pio IX,
cardinale Mastai Ferretti che, non avendo
potuto celebrare il Giubileo alla scadenza normale
del 1850, volle indire, nonostante le grandi difficoltà
politiche del momento, quello del 1875.
UN GIUBILEO ANOMALO
I GRANDI AVVENIMENTI PRIMA DEL 1875.
1848 Moti rivoluzionari , esilio del papa a Gaeta.
1849 Iniziano i 138 giorni della Repubblica Romana.
1870 Presa di Roma, fine dello Stato Pontificio.
1871 Roma capitale d'Italia.
LA QUESTIONE ROMANA
L'anno giubilare 1850 cadeva nel pieno dei moti rivo-
luzionari. Fuggito prima a Gaeta e poi a Portici il Pa-
pa poté tornare a Roma solo nell'aprile. Inutile parlare
di Giubileo che non fu nemmeno indetto. Il Pontefice
concesse solo un'indulgenza straordinaria "in forma
di Giubileo". La storia successiva non è meno dram-
matica .. . Culminerà nel '70 con la fine del potere
temporale. Guerre e rivoluzioni stavano cambiando il
volto d'Europa e d'America.
NONOSTANTE TUTTO
Pio IX volle nel 1875 celebrare l'Anno Santo, nono-
stante la grave frattura creatasi con lo Stato Italiano,
e la sua "prigionia" in Vaticano. Lo indisse dunque il
14 dicembre 1874 con una bolla dai toni drammatici
e volle estenderlo a tutto il mondo cattolico, iscriven-
dolo come il 21 ° della storia cristiana. L'11 febbraio
1875 a S. Pietro, presenti solo clero e cardinali, il
Pontefice inaugurò l'anno giubilare in modo un po'
anomalo, senza l'apertura delle Porte Sante.
UN ANNO A PORTE CHIUSE
Fu ovviamente un anno in tono minore, senza grandi
pellegrinaggi, benché non mancassero alcune pre-
senze di spicco, come quella della regina di Svezia,
e alcuni gruppi di pellegrini francesi e tedeschi. La
novità fu che iniziarono proprio da allora i pellegri-
naggi organizzati delle diocesi.
BS SETTEMBRE 1999

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS de! sett~mbre 189? r_iporta la notizia della posa
de_lla prima pietra dell'istituto salesiano di Ancona
e zl prospetto in china d{ come avrebbe dovuto
essere la nuova opera. E un articolo da "La Patria"
giornale cattolico di Ancona nel n° 4-5 di agosto 1899.
Dopo una lunga introduzione sui salesiani e la loro
opera, il giornale passa a descrivere la funzione ...
TORINO, ITALIA
LA PRIMA PIETRA AD ANCONA
[.. .] Fino alle 14 notavasi nel corso Carlo Alberto un ' a-
nimazione insolita. Lo spazio ove dovrà sorgere la chie-
sa, era stato circoscritto da un alto steccato adorno di fe-
stoni di lauro e stendardi , bandiere e orifiamme. Di con-
tro alle casette che esistono sul terreno era stato innalzato
u~ palc_o ~e! Capito_lo della Cattedrale e un trono per l'E-
m111ent1ss1mo Cardmal Vescovo: a sinistra del palco, in
fondo al recinto un padiglione per la musica e cantori
deH'lstitut~ Buon _Pastore [. . .]. Alle 17,30 giungeva S.
Emmen~a Il Cardmal Manara, accompagnato [. .. ] dai
Diretton delle Case salesiane di Jesi, Macerata e Gualdo
Tadi;11o [. .. ].Erano ad attenderlo il solerte Can. Ragnini,
Presidente della Commissione per I'erigendo Istituto e il
bravo paIToco del Crocifisso don Soccetti [.. .].
Preceduto dal Clero il Cardinale si reca sul posto ove
deve essere murata la pietra. Il segretario Can. Giova-
gnoli legge la pergamena, che, rinchiusa in un cilindro di
latta deve essere murata dentro la pietra[ . .. ].
L 'eg~egio ing~gnere Ci1illi impartisce gli ordini e la pie-
tra viene dagh operai collocata a posto [.. .]. Abbiamo
udito molti abitanti del Piano San Lazzaro rallegrarsi
?ella buona ventura loro capitata, e far voti per la pronta
maugurazione dell'Ospizio. A loro ci associamo noi
pure,_augurandoci, mercé l'Opera Salesiana, tempi m1-
ghon pel nostro popolo, per la diletta Ancona.
IDENTITÀ
E DIFFERENZA
VI edizione di questa magni-
fica "festa" torinese. In un
mondo sempre più lacerato da
divisioni e malato di partico-
larismo (un tempo lo chi ama-
vamo campan ilismo) va se-
gnalata questa iniziativa così
peculiare che, viaggiando nel-
la diversità delle varie cultu-
re, ne ricerca i motivi comuni
per non far morire il sogno e
rinfocolare la speranza di uni-
tà tra popoli, razze, culture di-
verse per rendere il pianeta
teJTa di tutti , la com unità u-
mana più fraterna e solidale,
le città più vivibili . Ben 150
stand illustreranno i vari a-
spetti del tema. La grande ma-
nifestazio ne che comprende
più giorni di attività diverse, è
aperta agli ent i no profit, tra i
quali, vogliamo ricordarlo, so-
no annoverate tutte le associa-
zioni salesiane e gli oratori.
UN'IDEA
"TREMENDA"
Tremenda è un'agenda,
ideata da Don Mazzi .un
diario destinato a studen-
ti, insegnanti e genitori
che da settembre 1999
arriva a settembre 2000 .
È un 'agenda "impegna-
ta ", com e dovrebbero
esserlo tutte le agende,
che snocciola messaggi
di uomini che hanno
detto o scritto qualcosa
di significativ.o per i loro
simili: Sepulveda, Gibran,
H. de Balzac, Gianni
Rodari, e perfino Rena-
to Zero e lo stesso don
Mazzi. È da vedere , an-
zi da usare!
Tel. 02/668.03.4666
Fax : 02/668.00.583
FIANARANTSOA,
MADAGASCAR
UN GRANDE
GIORNO
Più di tremila fedeli si sono
riuniti nella chiesa di San
Giovanni Bosco a Fianarant-
soa per l'ordinazione di Fa-
bien, Luk e Sarira, i primi tre
sacerdoti salesiani malgasci. I
salesiani in Madagascar pro-
vengono da 5 diverse ispetto-
rie, ma ormai il seme gettato
quasi vent 'anni fa comincia a
dare i primi frutti , la congre-
gazione salesiana si colora di
" malgascio" e presto i figli di
quella terra potranno essere i
responsabili primi della loro
evangelizzazione. Il sogno di
Don Bosco sull 'asse Valpa-
raiso-Pechino continua ad av-
verarsi: "Ti abbi amo aspettato
tanto, ora sei qui e non ti la-
sceremo più partire".
SETTEMBRE 1999 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Carissimo/a,
Molti non lo sanno: è più fa-
cile conversare viagg iando
che stando in casa . Pochi
luogh i al mondo sono ricc hi
di battute, conf idenze, con-
versazion i quanto l'abita-
colo di una vettura sempre
SETTEMBRE 1999
Non 5i può non ricordare un awenimento
eccezionale che ha illuminato Il mege di maggio:
la beatificazione di un campione di umiltà
che la gente chiamava familiarmente Padre Pio,
e pio egli era di nome e di fatto.
La 5ua fegta è fi55ata il 26 di que5to me5e.
più simile a un ufficio. Non è
LA GENTE CO domenica; non è festa,
come mai tanti pullman?
L'A14 è l'autostrada de i
TI R - rispondo all'altezza
d i Pescara in direzione S.
ACHIA
PAD
Severo - e dei Gran Turi-
corrisponde ad una f issa.
Chi può occupare il 4 otto-
bre il posto di San Fran-
cesco, il 13 giugno quel lo
smo. I primi va nno a Nord
di S. Antonio e il 3 1 gen-
per scar icare le merci, i
naio quello di Don Bosco?
secondi verso Sud, a San
Padre Pio andrà ad ag-
Giovanni Rotondo, veri TIR
giungersi a questo elenco
di preghiera.
ed occuperà la casella del
26 eettem!,re, finora di
La gente va da Padre Pio
San Cosma e Damiano, la
come andasse da un pa-
data della morte - a 8 1
rente, da un familiare. Lo sente suo, vicino. Forse gli anni - è per la chiesa "dies natalis", aggiungo con -
assomiglia anche. Gua i a chi lo tocca . Giù le mani da vinto. Padre Pio è universale, è di tutti.
Padre Pio. La storia di questi anni ha detto questo.
La gente è così - fa eco ch i mi è accanto. Vox popu- La gente che soffre ha fatto eoeta al suo confes-
li, vox Dei. Sai cosa ti dico? Insiste accelerando im- sional e, al la sua parola e al suo consiglio. Tutta la
pressioni e sensazion i. Padre Pio batterà il primato vita del Padre cappuccino è stata un sostare ai
di presenze e passaggi. Per un po' di tempo San piedi del la Croce. Questo è e resta il segreto dell'im-
Giovanni Rotondo supererà tutti i santuari per patto gente/Padre Pio. La gente non cerca solo le
numero di pellegrini: Lourdes, Loreto dovranno pren- stimmate, le estasi del santo, ma Gesù che perdo-
derne atto.
na e che si fa cibo e bevanda. Il miracol o più grande
Quando si è in vena di previsioni non si finisce di di Padre Pio è di aver donato a milion i di persone la
essere provocatori, è sempre il mio vic in o a tenere il certezza della presenza di Dio. Questo è fascino.
filo del discorso.
"Rallenta ... siamo arrivati", mi interrompe il docile
asco lt a t o r e .
tanta la eua popola-
Non mi avesse dato sulla
rità che la gente conti-
voce sarei uscito al casel-
nuerà a chiamarlo Padre
lo di Foggia e non a quello
Pio, solo così, nonostante
di San Severo e allora . ..
sia beato e trf qualche
addio San Giovanni Roton-
tempo santo. E la sorte
do. "Se non stai attento
che è toccata a Don
scambi un casello con un
6oec;o e che toccherà a
altro". Lasciami l'u ltima
Madre Teresa. I suoi pove-
battuta: Per com'è la gen-
ri la chiameranno sempre
te oggi, così complessa e
"Madre" anche se nel l'e -
ansiosa, il frate cappucci-
len co de ll e sante il s uo
no ha già scritto la pri ma
nome si affiancherà a
pagina del nu ovo millennio.
Santa Teresina e a Santa
Ci ha detto oggi quello che
Teresa la grande.
dobbiamo capire domani.
C'è di più. Nel calendario
La conversione resta il
sono trenta o quaranta i
traguardo di ogni uomo
santi che hanno un posto
che vuole incontrare Dio.
fisso, mai intercambiabile
Ciao.
con altri . In gergo sportivo
Carlo Terraneo
BS SETTEMBRE 1999

2.2 Page 12

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Don Alberto Mengon, salesiano, inviato come missionario in
t
LA DANNAZIONE
DEI DIAMANTI
di Giancarlo Manieri
L'oratorio di Lungi con il direttore polacco don Woiychek.
L ungi è una cittadina del.la dio-
cesi di Makeni in Sierra Leo-
ne. .. A Lungi esiste l' unica
parrocchia dell'intera di.oces i rima-
sta in piedi dopo il ciclone dei ribel-
li . Perché in Africa trovi ribelli co-
me nei nostri mercati trovi noccioli-
ne. Ogni nazione ha la sua razione:
ribelli per ragioni etniche, per ragio-
ni religiose, per fame, per vendet-
ta ... ma soprattutto ribelli "coman-
dati". Le grandi nazioni occidentali
si contendono a suon di cannonate -
sparate da altri naturalmente, cioè
da mercenari - l'influenza su questa
sventurata nazione. Non andate a ri-
cercare il perché nel confuso calde-
rone dell 'etnia, o della religione, o
dei diritti umani o della democra-
zia .. . dovete essere molto più pro-
saici, dovete guardare in terra, anzi
sotto terra! Il segreto sta lì, la vera
ragione dell'infinita carneficina in
Sierra Leone sono i diamanti.
Poco più di 70 mila kmq di super-
ficie, poco meno di quattro milioni
e mezzo di abitanti, e stato perma-
nente di guerra. Il che aggiunge
sventura a sventura se si pensa che
la speranza di vita per gli uomini
raggiunge appena i 44 anni e per le
donne non arriva ai 50.
Il problema dei salesiani, manco a
dirlo, sono i giovani. La loro situa-
zione è a dir poco drammatica: im-
provvise razzie di ribelli nelle scuole
prelevano a forza i bambini per farli
soldato ... Se sopravvivono diventa-
no "ragazzi di strada", abbruttiti, in-
duriti e quasi impermeabili a ogni
forma di educazione.
UN CRISTIANESIMO
GIOVANE
La Sierra Leone è una nazione
cristiana giovanissima, tant'è che la
prima persona convertita è ancora
viva; si tratta di una donna che ha
una settantina d'anni ... pressappo-
co! Non si può pretendere la pigno-
lesca precisione occidentale: po-
chi tengono il conto della propria
età: hanno altri problemi cui pensa-
re e l'anagrafe è l' ultima cosa: ave-
SETTEMBRE 1999 BS
Continuano a scoppiare
guerre nel mondo,
e anzi sembrano
intensificarsi man mano
che s'avvicina il 2000.
In Sierra Leone per
esempio. Lì si combatte
non per l'etnia
o per la religione,
ma per i diamanti.
La povertà è retaggio
della gran maggioranza
degli abitanti,
iladgiaumerarnat.i..ddi pz. otucthtzi.s.,simi,
re settanta o settantacinque anni non
cambia nulla, tanto a cinquant'anni
si è già vecchi e a 75 ci si arriva
"col contagocce". L'alimentazione è
ben grama, a base di frutta e verdu-
ra... ma quello che non ruba la
gente se lo mangiano gli insetti.
A Lungi i salesiani sono arrivati
nel 1986. Ora c'è un a scuola agraria
dove si insegna la coltiv azione di
ortaggi (legumi, patate africane ... ),
di riso e l'allevamento di animali
(gal line, maiali, ecc.).
UNA SCUOLA SPECIALE
È una scuol a speciale quella di
Lungi, in cui tutto ciò che si racco-
glie è in mano agli studenti che

2.3 Page 13

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Sierra Leone, racconta ...
sono i gestori del terreno e dei suoi
prodotti. Coltivano, raccolgono, or-
ganizzano la vendita e si trasforma-
no in venditori ambulanti di uova,
galline, pomodori, patate, cocomeri,
melanzane, peperoni ... e sono anco-
ra loro a spartirsi i proventi, dopo
aver assolto i debiti contratti con la
missione che generalmente anticipa
i denari per le sementi, i concimi, il
mangime, ecc.
Il giorno del World Food Day la
scuola salesiana autogestita dagli
studenti mette in mostra i suoi pro-
dotti ma anche le sue attrezzature
come la pompa a pedale per attinge-
re acqua. Quest'anno ha ricevuto i
massimi riconoscimenti e onori.
LA DONNA E LA CASA
In Sierra Leone è la donna a sop-
portare il peso della casa, ad accudi-
re ai figli e anche al marito che, o
non esiste o va e viene come un pel-
legrino: non avverte la responsabi-
lità di avere una famiglia, sparge
figli dove gli capita e non si sente in
obbligo di mantenerli. La sua occu-
pazione è... non avere occupazione,
per cui spesso bighellona qua e là, o
staziona sotto il mango in attesa di
qualche ingaggio a giornata per po-
chi soldi . Oppure va a pesca o si dà
all ' agricoltura o ... alla macchia, di-
ventando un ribelle. E questa è la
cosa più facile e redditizia. C'è an-
che da dire che si accontenta di
poco: quando ha racimolato una
tazza di riso al giorno, necessaria
per la sopravvivenza, si ferma.
La missione si dà da fare per dare
lavoro e dignità alla donna. Molto
richiesti e frequentati sono i suoi
corsi di cucito e dattilografia. Sono
in auge insegnamenti che da noi
sono ormai solo un ricordo romanti-
co, come i corsi per imparare a fare
il sapone - avete letto bene! Anche i
corsi di tintoria sono in auge. Dalla
scuola della missione escono le
stoffe dipinte a motivi geometrici,
tipici della Sierra Leone.
IL MATRIMONIO
Ma qualcosa non quadra... In 50
anni di vita la parrocchia di Lungi
non ha celebrato più di 50 matrimo-
ni. Non solo perché la cerimonia è
costosa ma anche e soprattutto per-
ché gli uomini non vogliono essere
legati a una sola donna... Vige una
mentalità particolare. Noi per dimo-
strare che siamo benestanti o ricchi,
abbiamo più macchine, quello che
dà lo status di ricchezza sono le mo-
gli . Tantissimi ragazzi conoscono la
madre e le vogliono bene ma non
hanno la più pallida idea di chi pos-
sa essere il padre. L' idea di famiglia
monolitica non fa parte della cultu-
ra. II matrimonio si contrae con una
semplice richiesta ufficiale da parte
dell'uomo alla famiglia riunita della
futura sposa, richiesta accompagna-
ta da doni soprattutto in danaro e da
altri simbolici, come l'immancabile
cola segno in quasi tutta l 'Africa di
amicizia, accoglienza, accettazione
di un contratto, ecc.
LE STRADE
Gli abitanti della Sierra Leone non
hanno mai visto una strada asfalta-
ta... Le vie di comunicazione che
esistono sono più fossi che strade:
nella stagione delle piogge si tra-
sformano in corsi d'acqua, per cui è
meglio andare a piedi , fai prima e
non rischi di sfasciare del tutto la
macchina, che è già sfasciata per
conto suo. La vettura più nuova ha
almeno vent'anni sul groppone, par-
don, sulle lamiere, e li dimostra tut-
ti. Difficile come da noi trovare le
Roll Roys incappare in una macchi-
na decente. Comunque anche se
avessi un fuoristrada a trazione inte-
grale, quando piove non riusciresti a
superare i cinque ali' ora.
LA RELIGIONE
La religione cristiana è minorita-
ria, rappresentando appena il 10%
della popolazione, ma attira di più
che non la religione islamica che
raggiunge il 60%. Il restante 30% è
ancora animista. Facile vedere sgoz-
zare animali. Gli animisti seppelli-
scono ancora i loro defunti non più
tardi di due ore dopo che sono mor-
ti: il feretro avvolto in un semplice
lenzuolo viene collocato nella tom-
ba scavata sul terreno , protetto con
un tetto di frasche e ricoperto di ter-
ra. II demonio vive nell 'oceano. Non
è facile insegnare ai ragazzi a nuo-
tare e far capire ai fedeli che non
c'è alcun demonio nell ' acqua.
Una piaga della Sierra Leone, co-
me del resto di quasi tutta l'Africa,
è il furto . Non è raro trovare nelle
case un bastoncino con una bandie-
rina bianca che non è segno di resa
ma avviso al ladro: "Se rubi Dio ti
punirà". La cosa non pare molto ef-
ficace, purtroppo! Più efficaci sono
le punizioni inflitte dai derubati se
riescono a mettere le mani sui ladri.
Non di rado vengono messi alla
pubblica gogna e lasciati agli insulti
più feroci della gente.
O
ES SETTEMBRE 1999

2.4 Page 14

▲back to top
La difficoltà di assumere lo status di adulti nei giovani di oggi
L' episodica attenzione dei
mezzi di informazione por-
IL "PLURIVERSO"
,
ta a forzare immagini e ti-
toli di fronte ai quali il lettore, so-
prattutto quello un po' addentro ai
problemi, o gli stessi giovani che si
Le prospettive di attenzione e di
conoscenza della realtà dei giovani
possono essere, in realtà, diverse e
ciascuna legittimamente evidenzia
sentonçi bistrattati, reagiscono con aspetti, caratteristiche, tratti che aiu-
forza. E stato il caso, per esempio di tano a comporre le tessere del mo-
un giovane di Catania che riteneva saico, ma hanno difficoltà a far
"un gratuito insulto alla realtà" la emergere lineamenti precisi. È di-
definizione di "generazione inesi- ventato mmai un luogo comune
stente" proposta da Eugenio Scalfa,- parlare del mondo giovanile come
ri (Espresso, 8 ottobre 1998). E di realtà complessa e differenziata,
stata anche la mia personale reazio- in cui emerge sempre più chiara-
ne quando ho trovato utilizzato il mente la radicale individualità di
termine "branco", unito a mentalità, ogni vissuto. Anche quando si pen- vani li", e cercare di individuare le
logica di comportamento riferite sa di poter evidenziare tratti caratte- caratteristiche che ne evidenziano le
alle aggregazioni spontanee di ado- rizzanti si parla comunque non di differenze. Certamente il pensare ai
lescenti, soprattutto di periferie ur- "universo" ma di "pluriverso" gio- contesti sociali e ambientali, alle re-
bane. Se bisogna fare uso di termi- vanile, perché le caratteristiche di lazioni, alle esperienze e alle possi-
nologie animalesche per parlare dei gruppi particolari di giovani non bilità di vita dei giovani non può
giovani vuol dire proprio che abbia- possono divenire teoriche generaliz- che dare ragione a chi pensa a
mo messo in soffitta la nostra capa- zazioni. Bisogna riconoscere l'esi- "mondi giovanili" diversi. D'altra
cità umana di interessarci di loro.
stenza di una varietà di "mondi gio- parte, l'accentuazione delle diffe-
SETTEMBRE 1999 BS

2.5 Page 15

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è un problema. Da risolvere.
' I giovani fanno notizia
... ognz. tanto.
La distrazione della
società nei loro confronti
e il poco peso che essi
hanno nelle scelte a ogni
livello si ricava anche
dal fatto che essi fanno
notizia solo quando
diventano protagonisti
o vittime difatti eclatanti
e spesso sconcertanti,
che hanno grande
rilevanza sui media.
A lunghi silenzi
si alternano ondate
informative che
si traducono in intere
pagine di giornali
e lunghi articoli su ogni
tipo di rivista.
renze nell ' attuale società globaliz-
zata non può non riflettersi anche
nella realtà giovanile.
Non volendo fare una trattazione
teorica dell 'attuale realtà giovanile,
fermo l'attenzione su alcuni aspetti
che meglio possono aiutare a capire
il vissuto dei giovani dai 15 ai 25
anni. Questa è la fascia di età di ri-
ferimento delle ricerche, anche se
ormai si tende ad estendere l'atten-
zione fino ai 30 anni.
SPAZIO ALLE IMMAGINI
Un 'immagine sfocata e a volte
contraddittoria quella che gli adole-
scenti hanno di se stessi. Vivono in-
fatti accarezzando sogni che mai
riescono a trasformare in progetti
più nel mondo virtuale che in quello
reale. D'altra parte come potrebbero
tradurre i sogni in progetti concreti
non avendo piena consapevolezza
di sé, di quello che sono e che vo-
gliono diventare? La loro vita quoti-
diana si dipana senza grandi tensio-
ni , eppure si mostrano scontenti e
critici nei confronti della società; in-
soddisfatti dei genitori e vittime del-
le tensioni familiari ma anche biso-
gnosi del "guscio" domestico dentro
cui nascondersi; segnati dalla di-
sgregazione familiare, ma proiettati
verso un 'esperienza familiare futura
diversa. Hanno, quindi, una visione
negativa della società degli adulti,
da cui si sentono lontani, e sono
piuttosto pessimisti nei confronti del
futuro. Amano farsi notare e soffro-
no anche molto per non essere in
grado di salvaguardare la propria
immagine. La mancanza di punti di
riferimento fa soffrire di solitudine
un buon numero di essi (il 30% se-
condo la ricerca Asper) e non pochi
accarezzano fantasie suicide (15%,
secondo la stessa ricerca). Il disagio
psichico è molto accentuato e una
metà del campione si dice teso,
stressato, depresso, insoddisfatto.
Anche gli adulti non possono ave-
re la pretesa di mettere bene a fuoco
la realtà attuale degli adolescenti,
perché qualcosa sfugge e costringe
a rimettere in discussione i linea-
ss SETTEMBRE 1999

2.6 Page 16

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che li fa sentire un po ' persi, come
in un supermercato.
PIÙ DISORIENTAMENTO
CHE ORIENTAMENTO
menti individuati. Gli adulti, tutta-
via, devono soprattutto verificare se
hanno occhiali adeguati per cogliere
la realtà mutevole degli adolescenti
e le loro contraddizioni.
LA FAMIGLIA LUNGA
Desiderio di autonomia e nuove
dipendenze sono due elementi in
contraddizione nell'esperienza gio-
vanile attuale. Con l'avanzare del-
l'età cresce sempre più il desiderio
di autonomia e indipendenza affetti-
va ed economica dei giovani, ma è
anche sconcertante il dato che evi-
denzia la loro permanenza nella fa-
miglia d'origine fin verso i 30 anni:
addirittura il 41,1 %. Una percentua-
le che pone l'Italia ai primi posti nel
fenomeno della cosiddetta famiglia
lunga. I motivi sono individuabili
nella mancan7a di lavoro, e nella
difficoltà di tro are casa, ma spesso
si tratta di scelte di vita, forse anche
calcolate, perché "a diventare adulti
sono solo guai": bisogna assumere
responsabilità pesanti, rinunciare ai
comodi della casa paterna, accollar-
si impegni, grattacapi, farsi carico
dei figli ...
Insomma prevale l'individualismo,
si è ripiegati sul privato, centrati
sulla propria soggettività che trova
spazio di realizzazione nel lavoro e
negli affetti, ma imprigiona e impe-
disce di compiere il salto generazio-
nale, di assumere ruolo e responsa-
bilità di adulti. La situazione attuale
dei giovani è certamente condizio-
nata dalla realtà socioculturale e da
un insieme di limiti e incertezze per
il futuro, e di sfiducia nelle istituzio-
ni e nella società. Tutto questo invece
di provocare tensioni al cambiamen-
to , proteste, intraprendenza, spinge
a soluzioni individuali, a ripiegarsi
su se stessi e accucciarsi nel "nido
domestico" che si caratterizza sem-
pre più per la sua tolleranza, la li-
SETTEMBRE 1999 BS
bertà di manovra, una sufficiente au-
tonomia, un complice atteggiamen-
to dei genitori per non rischiare di
perdere qualcosa che gli appartiene.
LA GENERAZIONE
"FAI DA TE!"
Finora abbiamo sottolineato mol-
to di più gli aspetti problematici del-
la realtà giovanile attuale. Può an-
che non far piacere, ma lo si dice
onnai da anni che i giovani vivono
una situazione di disagio e non si
può far finta di non accorgersene.
Ultimamente viene sempre più
valorizzata un'altra prospettiva, nel-
1' analisi della realtà giovanile, che
chiama in causa gli adulti. Appare
sempre più chiaramente che il gio-
vane, nella società attuale è "in ba-
lia di se stesso", deve arrangiarsi se-
condo la logica del "fai da te" nelle
sue scelte di vita, senza poter conta-
re sul ruolo propositivo e di guida
degli adulti. Raccattano quello che
possono dal senso comune, quando
la vita li aiuta a trovare un senso
nelle cose; seguono più spesso le
mode; diventano grandi tra di loro,
quasi che bastasse specchiarsi per
avere conferme sul proprio status.
Gli adulti da parte loro hanno fat-
to l'insana scelta di voler consegna-
re ai giovani una società "eticamen-
te neutra", in cui non esiste una mo-
rale condivisa, non vengono propo-
sti valori e ideali comuni. "Ciascu-
no sceglie come crede", questo è il
punto di mTivo di una generazione
che ha vissuto l'ubriacatura radicale
e l 'annullamento di ogni riferimento
ideologico e che l'ha portata a un'e-
strema incertezza su di sé e a rinun-
ciare alle sue responsabilità nei con-
fronti delle nuove generazioni. Con-
segnata ai giovani come espressione
della massima libertà e autonomia,
questa regola , in verità, li pone di
fronte a un eccesso di possibilità
Questa situazione ha fatto conclu-
dere al sociologo Donati, al termine
della ricerca "Giovani e generazio-
ni", che il mondo giovanile attuale
per un terzo è orientato positiva-
mente. Quelli che hanno un ' appar-
tenenza religiosa, o fanno esperien-
za di gruppo, o mantengono relazio-
ni propositive e stimolanti , sanno
collocarsi nel loro tempo, ricono-
scono di avere un passato ma sono
proiettati verso il futuro ; sanno im-
pegnarsi per gli altri, sono capaci di
aprirsi alla solidarietà, non sfuggo-
no impegni e responsabilità. Gli al-
tri, secondo Donati, sono piuttosto
disorientati perché non trovano
adulti che si propongano in modo
significativo, spazi in cui speri-
mentare relazioni che aprano alla
solidarietà; si trovano insomma in
un deserto educativo che non può
certo facilitare scelte forti per matu-
rare in tutte le direzioni. Non pochi
vivono senza alcuna capacità di an-
nodare il passato al futuro ed esauri-
scono la loro esperienza in un pre-
sente che accresce incertezze e disagi.
RICUCIRE I RAPPORTI
È fuor di dubbio che gli adulti
non riescano a mettere a fuoco la
realtà giovanile e che i giovani sono
disorientati nel cammino di crescita.
Un punto focale di attenzione per
capire la situazione è certamente il
rapporto tra le generazioni. Un rap-
porto che veda gli uni consapevoli
dei compiti e capaci di svolgerli in
modo significativo e gli altri che
maturino gradualmente la propria
identità generazionale e assumano a
loro volta le responsabilità nei con-
fronti delle generazioni successive.
La situazione attuale rischia di far
vivere giovani e adulti distratti ri -
spetto al cambio epocale che le ri-
voluzioni tecnologiche stanno rea-
lizzando nelle relazioni , nelle men-
talità e nei riferimenti della vita.
Vito Orlando

2.7 Page 17

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PRIMA PAGINA
Serena Manoni
119 aprile 1999 è morto il
cardinale Raul Silva Hen-
riquez. Novantunenne . Il
più famoso e amato dei
vescovi cileni, passato alla
storia del suo paese e del
suo popolo . Il governo ha
proclamato per lui cinque
giorni di lutto nazionale.
Ha regalato al suo paese il
meglio di sé.
L'uomo. Figlio di conta-
dini , di animo semplice,
chiaro, schietto, aveva in -
corporato la sapie nza del-
l'uomo della terra. Non sa-
peva mentire, cercava sem-
pre il rapporto corretto , a-
micale e sincero con tutti ,
ricchi e poveri , governanti
e barboni, anziani e bam-
bini . Fu un difensore dei
deboli . Ricevette ben tre
volte il premio "diritti uma-
ni", nel 1971 dal congresso
israelita latino-americano ;
nel 1978 dalle Nazioni Uni-
te, nel 1979 dalla "Fonda-
zione Kreysky" di Vienna .
Il periodo della dittatura lo
vide strenuo difensore dei
diritti umani e della riconci -
liazione nazionale. Ben no-
ve università nel mondo gli
hanno conferito il Dottorato
"Honoris Causa".
LUTTO PER
UN GRANDE
Il vescovo . Fu un pastore amato dal popolo e ri-
spettato dai potenti. Appena terminato il Concilio
Vaticano Il organ izzò un Sin odo in cui più di 500
furono i partecipanti ; tra loro , novità assoluta, non
pochi laici. Come vescovo realizzò la Riforma
Agraria (INPROA) delle proprietà di Curia; creò un
istituto per l'edilizia popolare (I NVICA) che costruiva
al ritmo di 3000 abitazioni l'anno per i poveri ; fondò
un villagg io per i ragazzi in situazione irregolare
(SOS) ; parlò a una moltitudine di detenuti allo
stadio nazionale nel 1973, come "rappresentante di
una Chiesa che è serva di tutti e specialmente di
quelli che soffrono " chiedendo di servirli senza
domandarsi chi siano né quali siano le loro cre-
denze o posizioni politiche. Offrì l'episcopio e si offrì
mediatore tra le opposte fazioni nei tempi più cala-
mitosi della storia del suo paese . Fondò la Caritas
cilena ...
Il salesiano . Amò Don Bosco come pochi . A lui
edificò e dedicò un tempio nazionale. Mai dimenticò
la sua provenienza reli-
giosa. Fondò un centro in-
ternazionale salesiano di
studi teologici , e una uni-
versità prestigiosa che poi
volle donare allo stato. A-
mò i ragazzi e i giovani fi-
no alla fine . Li voleva sani ,
santi , preparati . Per loro
fondò un liceo e diede for-
te impulso alle scuole pro-
fessionali. Ritiratosi , se-
condo i canoni , dopo il 75
anni , scelse di tornare a
fare il viceparroco e di oc-
cuparsi dei giovani.
Il cileno . Bastano le
sue parole a fotografarlo
come cileno . "Ho amato
intensamente il mio Paese.
È un Paese splendido nel-
la sua geografia e nella
sua storia. Bello per le sue
montagne e i suoi mari,
ma molto più bello per la
sua gente. Il popolo cileno
è un popolo molto nobile,
molto generoso, molto lea-
le". "Dobbiamo lottare tutti
perch é nel Cile ognuno
abbia ciò che gli è dovuto.
Solo con la Giustizia e con
la Verità può esistere la
reale grandezza di un
popolo ".
o
BS SETTEMBRE 1999

2.8 Page 18

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Il secondo millennio finisce all'insegna della guerra e di grandi
I
L'ACIDA PIOGGIA ~J~-,
DELLE BOMBE
di Giancarlo Panico
In Kosovo è scoppiata
la guerra, poi la pace:
restano le macerie,
gli odi, i morti,
gli sfollati, i profughi...
La storia non è quella
raccontata dai testi di
scuola, "La storia siamo
noi", canta De Gregari,
"quando si tratta
di scegliere e di andare...
la storia entra dentro
le case, le brucia... ".
P arole forti che ci riportano ad
eventi cui nessuno ha potuto o
voluto sottrarsi, immagini di
brutalità e di odio che chiudono,
ahimè "in bruttezza" il millennio.
Situazioni che hanno scosso e coin-
volto, inserendosi violentemente nel-
1' immaginario collettivo, dove si
sono impresse interminabili file di
profughi, gli sguardi allucinati, i
SETTEMBRE 1999 BS
volti segnati dal dolore, i piedi san-
guin anti , la disperazione nel cuo-
re ... e il destino tremendo dei fug-
giaschi: "Se ci fermiamo ci ammaz-
zano". Chi si è fermato, stremato
dall a fa tica e dall a sofferenza, è sta-
to derubato , violentato o ammazzato
senza pietà, co n odio sc ientifico!
Ottantamila i profughi in camm ino
verso la libertà. Poi altri venti, cin-
quanta, cento , duecento, quattrocen-
tomi la e oltre .. . Identificati con nu-
meri durante il passaggio alla fron-
tiera, ancora un a volta numeri e non
persone. Alla fine di maggio 740
mil a deportati ... e in più fosse co-
muni , stupri di massa, torture irrife-
ribili, a testimoniare il grado di ci-
viltà raggiunto dopo duemila anni
di cristianesimo!

2.9 Page 19

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tensioni sullo scacchiere mondiale.
BAMBINI GIÀ VECCHI
I bambini sono improvvisamente
invecchiati, le donne hanno perso la
speranza, gli uomini il coraggio.
Persone senza più dignità, che urla-
no col silenzio il dramma di ogni
guerra: nessuno è più libero, nessu-
no è davvero libero! Magra consola-
zione la condanna venuta dal tribu-
nale internazionale al leader serbo
per crimini contro l'umanità. Lui
non è stato l'unico responsabile, le
ragioni non sono solo etniche,
solo politiche, né solo religiose,
solo storiche .. . Un miscuglio inim-
maginabile di concause ha innesca-
to la miccia che la sonnacchiosa e
strabica politica europea non ha sa-
puto prevenire. •·
y
\\. A- G,VY</<A
FINITA ~
Il
SAAANNO
R,/(1)5,fRlJlil
poNT/,
,.,IwA2srr:f~...,,.,
< ~,,
r, '
RJSD~i<Pi'- ,..,2ANJ-JE- I HOlllì
che sono d ¼ccordo a non usare la
violenza p'.ci- risolvere le differen-
1..
..
ze". M~ la guerra non sente rag10m.
I
Così li hanno chiamati, con un in-
sipido eufemismo ... e li hanno pre-
sentati come inevitabili: qualche
bomba intelligente che sbaglia
traiettoria. . . Sbagliano gli uomini,
figurarsi le macchine! Però solo di
questi errori - pardon - effetti colla-
terali , si è parlato, non della tratta
dei minori che ha ripreso vigore e
BS SETTEMBRE 1999

2.10 Page 20

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Protagonisti , ass ieme a salesiani e
FMA, i giovani , gli ex-allievi, i coo-
peratori , dimostrando che l'unione
fa l'efficacia!
CAMPI STRAPIENI
L'emergenza Kosovo si è sv ilup-
sono mosse ognuna per sé, ma in- pata di pari passo con l'evoluzione
sieme per un intervento mirato. I ri- dell a situazione nei paesi coinvolti
sultati sono stati immediati . Tutto il.1 dalla follia dell a guerra e con le
mondo ha guardato e applaudito[! reali es igenze e necessità dei profu-
l'intervento itali ano.
ghi e dei volontari che operavano
rigu adagnato impunità, del traffi co
di organi e di corpi umani reiniziato
alla grande; non di nuove schi av itù
indotte dalla guerra, non di crimina-
lità comune paurosamente li evitata,
di mafia rinvigorita, di strozzinag-
gio ringalluzzito, di miliardi di dol-
lari fagocitati dal mostro ferrigno
dell a guerra a scapito di aiuti uma-
nitari già destinati a popoli che
muoiono ammazzati da quell e altre
feroci guerre che sono la fame, le
mal attie, le devastazioni naturali ... f
EFFEn'I COLl:ATERALI 3:
nei vari campi . La prima fase, parti-
ta ass ieme all 'esodo verso l'Alba-
1
SALESIANI~ PRIMA
ni a, ha visto a soli 5 giorni dall a
istituzione della mi ssione Arcobale-
LINEA
11 J
.r
no la costru zione del primo campo a
, Ili , Tirana reali zzato con la collabora-
.ALtavol<1-,.di 1avoro d~l gçrVeQ10 è zione del govern o itali ano e la Pro-
f~:1ri stat'o ch.iamat0 iJ VIS , Volontariato tez ione Civile, pronto dall '8 aprile
In!er~aiV>~~le Salesiano I ~ '
ad accogliere 700 profughi .. . ma ne
pnm1 glor/il t delVemer eHza s1 e m- ha alloggiati più di mille. Una ten-
staurato un _canale privilegiato Ro- , dopoli è stata allestita nell 'area sale-
ma/YIS/i spettoria salesiana Meri- siana del campo sporti vo e nell a
~ion_al e. _D~I ~r~e~_,diLNapoli è par-il zona dove sorgerà la nu ova chiesa
t1to 11 pnm0 appelfo per l 'emergen- sales iana, gestita da sales iani , suore
za gue 1ra Ghe coinvolgev 1• sales ia- e volontari.
nj presenti in Koso'{à a Pris · a, in 111 /. Contemporaneamente è partita la
'i
EFFEn'I COLLATERA'L,I 2
C'è solo un appiglio positiv
tanto marasma. L'emergenza,h
Moo eneg1@ a -Podgotic~, in lba- ~ampagna di sensibili zzaz ione per
nia , Tirah'a e Scutari. Do o poche la ~accolta di aiuti umanitari . Nelle
ore tt!ttta l1'Italia era a conosc.:enza del- càse salesiane di Napoli "Don Bo-
l 'im e'~"ng' diretto dj_~alesi~.ì,11i, Figlie sco", Bari e Soverato, sono sorti i
, di , NJ,ari#: ì\\UsiTiatriéé ..e -v-,1s J 1el]a . ,centri di raccolta, di scatolame, ve-
stretto i governi (non tutti! ) a._ are granae crepa um anitaria ap1er asi nei stiti, an itari e medi ci nali , richiesti
appello al volontari:dto, a ohiam
aldarl.t qNel gioco solidal~'1s'i è in- -- er ris ondere1alle prime necessità
in causa la associazioni umanitarie sei:itb ' a:nche· Giovani Ori-z½o~ti, -la- dei profughi . Al centro di ~ ma ac-
del
J1pta,e--s·e-.
.:.-. lb\\Uofa-
·rrn'f
j,
vistdnascere .
-....
-
I
..,.- .-•.
i I -
- 1-
la Mi'8sion r.c.ab.a'ff{nò. Sei stato
" - - C©glienz,t"-istitùilo ll. Tinnira SOJÌO se-
,-
guite oi le dis.p_o_ni.bjlit' delle case
coinv
appelli a;1la solidarietà I
t?_ -
1
di Scutari che hanno ospit'ato ~iLt di
attra
V e la Radìp di stato, , -:~a_1is,Bosta:n_èp -~ l ' ~!atta a!W'!-?e? \\ 300 profughi. Le FMA haL~no ) nvia-
hai
Il' isti
di una I re.;- Dopo pochi g1or1,1rsono ifliziat1 1 to anche und suora psicologa ...
Uni
hai
· ccolte ; ad? , rivarei gli ahli ' no rieìnEit¾ Hanno capito Jubito che c'<er~ da ri-
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ii quella che , "" Anc I- · .,a 1aie RJini, is;,ta
ic uoi aQie'vi in AlbatjEk'ti I osdwai ii' fav'dro
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to a Ro ,- 10~h portat ' d "e~:m-
v
~ he a
pos
me di
ha id
1.~ In artico arè il prnsident "<de la
zione uomini prepara 1per correrJ
te racco!
one i
CEi~ visitanèlo 11 centro "15o Bos "
in aiuto dei nostri vicini di casa.t g:r~n e oratono, non per gioca
di 1firana ha apprezzato il lavoro e
Mai nel passato l'Amministrazione passare il tempo ma al lavoro
a.noor di più l'apertura della prima
centrale si era rivolta in modo co~5 ~qualcosa di importante, per la pac , se ola per circa 250 bambini rifugiati
esplicito e massiccio al mondo de ' Quando la Missione Arcobaleno no con insegnanti e preside Kosovari .
volontariato , ma oggi il terzo setto- riu sciva a far giungere gli aiuti ai Ora, a pace firmata, non ci si può
re, le ONG, le organizzazioni uma- campi profughi , i salesiani hanno fermare perché, purtroppo, e lo stia-
nitarie sono una realtà consolidata. preso l' iniziativ a di recapitare diret- mo vedendo il " brutto" della guerra
Un altro piccolo miraco lo è avvenu- tamente il frutto della solidarietà de- non finisce con la pace.
to: le diverse organizzazioni non si gli itali ani .
Giancarlo Panico
SETTEBRE 1999 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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:.~\\Q)©••lA••l- - - - - - - - - - -
BREVISSIME DAL MONDO
GUATEMALA . 200.000 vi- fondazione di Roma. Erano
sitatori quest 'anno alla XII presenti F. De Klerk (Suda-
Fiera Cattolica Internaziona- frica) , Rigoberta Menchù
le, cui partecipano parroc- (Guatemala), Shimon Peres
chie, congregazioni, semi- (Israele), J. Hume e D. Trim-
nari, movimenti, comunità. ble (Ulster) e M. Gorbachov,
Fondazioni, gruppi prove- (Russia) l'organizzatore del-
nienti da Stati Uniti, Messi- l'incontro. Ricevuti dal Pa-
co, El Salvador, Honduras, pa hanno ribadito le ragioni
Costa Rica, Panama, Argen- deUa pace contro ogni guerra.
tina, Cile, Brasile, Colom-
bia, Spagna e, naturalmente,
Guatemala.
GERUSALEMME . La San-
ta Sede ha chiesto al governo
israeliano di poter esporre a
CITTÀ DEL VATICANO . Roma, in occa ione del Giu-
La filmoteca vaticana, conte- bileo del 2000, lo scafo di
nente più di seimila pellicole una barca risalente all 'epoca
di grandissimo spessore cul- di Cristo (misure m 4 per 2),
turale, a cominciare dal pri- rinvenuto nel 1986 nel Mare
mo rullo dei fratelli Lumière, di Galilea (il famoso Lago di
è aperta a studiosi e ricerca- Genezareth evangelico), che
tori di ogni parte del mondo. gli abitanti del luogo hanno
La filmoteca è anche dotata subito battezzato " barca di
di una moderna sala di proie- Gesù". Il Dipartimento del-
zione, quella in cui il Papa le Antichità ha preso in con-
ha visto, presente Benigni, siderazione la domanda che
il film "La vita è bella".
tuttavia ha suscitato non po-
PORTO NOVO, BENIN. che opposizioni.
Nella grotta di Arigbo, un TEGUCIGALPA . I cattolici
luogo già meta di pellegri- europei hanno raccolto più
naggi, sta sorgendo il più di 50 milioni di dollari per la
grande santuario mariano ricostruzione dei paesi rasi
dell 'Africa: "Notre Dame al suolo daUa furia dell'ura-
d'Arigbo", che sarà gemel- gano denominato "Mitch",
lato con S. Maria Maggiore che ha seminato morte e di-
a Roma. La chiesa potrà struzione in vastissime zone
contenere 3000 persone nel- del Centro America.
la navata maggiore e altre
mille nelle due navate late-
rali; il presbiterio avrà posto
per 50 concelebranti. L ' al-
tezza del! 'edificio raggiun-
gerà i 47 metri.
COREA DEL SUD. La com-
missione episcopale sudco-
reana ha compilato una lista
dei martiri cristiani in questo
secolo uccisi in Corea. Così
divisi: 162 coreani, 29 tede-
RIO DE JANEIRO . Per la schi, 13 francesi, 6 americani,
prima volta quest'anno 2 belgi . Inoltre 14 laici, 3 ve-
25.000 giovani cattolici di scovi, 578 missionari sia lai-
Rio, animati dal cardinale ci che preti diocesani che ap-
Aranjo Sales, hanno avuto partenenti a diverse congre-
il coraggio di organizzare gazioni o ordini religiosi.
un carnevale alternativo a
quello ufficiale, il più famo-
so al mondo. E sono stati
rad icali, perché mentre da
una parte si ballava dall 'al-
tra si pregava...
VATICANO . Bella iniziati-
va della Santa Sede che ha
indetto una "Giornata senza
fumo " per tutti i cattolici e
gli uomini di buona volontà
- come ormai è solita fare -
ROMA . Per la prima vo lta esortando a devolvere a fa-
si è tenuto in Campidoglio vore dei malati di AIDS i
l' incontro dei "Premi Nobel soldi risparmiati con quel
per la Pace" in occasione sacrificio. La giornata si è
del 2752° anniversario della celebrata a fine maggio.
ROMA, UNIVERSITÀ
URBANI AN A
GIUBILEO DEL 2000
Fioriscono iniziative sempre
più numerose e qualificate
per preparare il più grande
evento religioso del secolo
che investe il mondo intero.
Certamente mai nella storia
l'organi zzazione di un Anno
Santo ha mobilitato tante ri-
sorse, mosso tanti vo lontari
(sono circa 100.000 ordinari e
altri 100.000 per i grandi ra-
duni di massa), tante nazioni ,
e la partecipazione come pel-
legrini di un così elevato nu-
mero di persone (le previsioni
parlano di più di 30 milioni di
presenze) . Innumerevoli le ini-
ziative per accogl ierli degna-
mente da parte delle più di-
sparate organizzazioni sia re-
ligiose che laiche.
C'è anche il premio giornali-
stico internazionale "Insie-
me verso il Giubileo" che
l'Università Urbaniana, in ac-
cordo col Senato della Re-
pubblica, la Commissione Eu-
ropea, il Comune di Roma, ha
approntato. Il fine è procla-
mare 25 " messaggeri del Giu-
bileo", giornalisti della carta
stampata, della Radio e della
TV, che racconteranno il loro
incontro con la storia, l'arte,
la cultu ra ripercorrendo cin-
que famosi itinerari battuti
dagli antichi pellegrini nella
loro marcia verso i luoghi dei
grandi appuntamenti giubila-
ri: la via Francigena, la via
Romea, la strada dell 'Ambra ,
la via Petrina e il Cammino di
Santiago.
El
ROMA
IL VIS PER IL KOSOVO
Il Vis (Volontariato Interna-
zionale Salesiano) si è attiva-
to per alleviare le immani sof-
fere nze di profughi della tra-
gedia dei Balcani (Cfr. anche
articolo a pag. 18). Nell'am-
bito della Missione Arcobale-
no del Governo Italiano e del
CIAU (Coordinamento Italia-
no Aiuti Umanitari) che han-
no lanciato la campagna " i kit
dell 'arcobaleno". il Vis si è as-
sunto l'onere di due fasi, quel-
la dei kit/scolastici (L. 50.000
per uno zainetto contenente
tutto l'occorrente per un anno
scolastico: quaderni, penne,
matite, colori, ecc.) per 150
bambini profughi (vedi foto),
e quella del kit/g iocattoli, a
offerta libera, per dare ai bim-
bi più piccoli ciò che devono
avere di diritto: un po ' di li-
bertà di g iocare, per crescere
senza l' incubo dei giorni in-
fa usti del loro esi lio.
BS SETTEMBRE 1999

3.2 Page 22

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ZARAGOZA, SPAGNA.
Il Rettor Maggiore don
Juan Vecchi visita per la
prima volta come Supe-
riore Generale le scuole
professionali salesiane
della città della Madon-
na del Pilar. È passato
nelle varie classi, e nel
"Centro di Càlculo Don
Bosco" dove ha trovato il
tempo di fermarsi a dialo-
gare con gli alunni e la
Comunità Educativa.
ARGENTINA. Il Segreta-
riato Pastorale del Sud-
america (Argentina, Cile ,
Uruguay, Paraguay) si è
riunito per affrontare i
problemi di pastorale e-
ducativa in vista del nuo-
vo millennio. Non sono
pochi gli interrogativi che
richiedono una risposta:
fare pastorale in un mon-
do sempre più laicizzato
pone l'urgenza di nuove
strategie e contenuti
adeguati.
MADRID, SPAGNA. La
Madre Generale delle
Figlie di Maria Ausilia-
trice, in visita nella capi-
tale spagnola, è stata
intervistata da José Luis
Gago, giornalista della
catena radiofonica CO-
PE, per il programma a
grande diffusione "Lo
specchio dell'attualità".
20 minuti in cui si è par-
lato del senso della mis-
sione salesiana nel mon-
do di oggi.
LUBIANA, SLOVENIA.
Le ispettorie di Slovenia,
Croazia, Slovacchia e
Cechia hanno partecipa-
to alla tre giorni di Co-
municazione Sociale. Gli
intervenuti hanno analiz-
zato le grandi sfide della
realtà comunicativa del
prossimo secolo. Gior-
nate intense che hanno
mostrato tutta la preoc-
cupazione degli educa-
tori per adeguare le
strategie ai temp i che
verranno.
MONDO. Il mondo sem-
bra aver paurosamente
assottigliato la riserva di
civiltà che sola può ga-
rantire un futuro all'inte-
ra umanità. Quest'ultimo
spicchio di secolo sem-
bra confermare le più ca-
!astrofiche previsioni
millenariste: l'Europa,
l'Asia, l'Africa, l'America
Latina ... praticamente
nessun continente è im-
mune dalla follia, e dal
suo carico di inenarrabili
miserie.
SETTEMBRE 1999 BS
~
LIMA, PERÙ . Suor Mari-
vì è una dinamica inse-
gnante F.M.A. cui è affi -
dato il compito di prepa-
rare il gruppo dei giovani
incaricati del palinsesto
giovanile "Escape". As-
sieme a Vicente Santilli ,
direttore del BS peru -
viano, seguono i lavori
del programma che offre
reportage e interviste
sulla cultura, la fede , l'e-
ducaz ione e altri temi
giovani.

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
Sul Celio, uno dei sette fatidici colli di Roma antica,
al posto di una caserma, detta Castra Peregrinorum,
luogo di raccolta e smistamento per
le legioni di passaggio, fornita di un tempietto a Mitra,
per la venerazione dei soldati, venne eretta
sotto papa Simplicio, regnante l'ultimo imperatore
Romolo Augustolo, una strana costruzione,
impostata su tre cerchi concentrici con iscritta ~
nella circonferenza maggiore una croce greca.
Si tratta di SANTO STEFANO ROTONDO.
•••••••••••••••••••••
ITINERARIO
VERSO ...
L'IMMAGINE DELLA ·
GERUSALEMME NUOVA
•••••••
di Natale Maffioli
Se mai vi è stata costruzione sacra che abbia espresso nella sua struttura
i concetti più alti e reconditi nascosti nelle visioni profetiche,
questa è la chiesa di Santo Stefano Rotondo.
Il nome dice subito una peculiarità di questo edificio: è a pianta centrale,
ossia la linea del suo perimetro esterno è un cerchio perfetto;
ed è meritatamente famosa perché è stata la più grande chiesa
circolare del mondo.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 1999 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
brani di parete e rimasugli di
struttura antica si sono salvati es-
sendo inglobati in organismi di
servizio.
UNA BASILICA ORIGINALE
La decorazione della chiesa era
formidabile, quasi sfarzosa: tavo-
lette e tondi di porfido; fogliami,
grappoli d'uva di stucco e tarsie
di marmi pregiati ornavano le pa-
reti. Gli interventi di decorazione
risalivano a papa Giovanni I (523-
526) e a papa Felice IV (526-530).
Il cuore della basilica con al centro l'altare circoscritto da 22 colonne di granito.
Lo spazio circo lare centra le era
coperto da una travatura ad ele-
Le condizioni in cui si trova
attualmente la basilica non
sono quelle originarie: nel
do anello, entro il quale si radu-
nava l' assemblea. Da questo spa-
zio si dipartivano otto ambienti:
menti paralleli, mentre l'anello tra
i due giri di colonne, presentava
una tifica copertura a travi radia-
1453, papa Nicolò V Parentuc- quelli delimitati verso l' interno da li; su diametro della porzione
celli, di Sarzana, eliminò l'anello quattro co lonne continuavano la centrale, forse per dare stabilità
esterno, ridotto in pessime condi- funzione di luogo riservato all ' as- al la struttura resa debole a causa
•••
zioni dall'incuria, riducendo di semblea, gli altri aperti verso l'in- dell'ampiezza, oppure per il desi-
25 metri il diametro dell'edificio. terno dalle cinque colonne, svol- derio di dare un orientamento
La costruzione di Santo Stefano gevano la funzione di luogo di immediatamente percepibile al-
iniziò sotto il pontificato di papa accoglienza per i fedeli. Tutte le l'edificio, all'epoca di Innocenzo
Simplicio (468-483) per accoglie- colonne erano di spoglio, cioè pro- Il (1130-1143) furono inserite le
re i resti del santo protomartire; venienti da edifici antichi ormai due altissime colonne, con capi-
le re liqui e erano state scoperte al- in rovina; per portarle tutte all o telli corinzi, che, ancor oggi, so-
cuni anni prima, nel 415, a Geru- stesso livello, si scelsero basi di stengono tre arcate (quella me-
sa lemme. La struttura originaria diversa altezza. L'intervento di pa- diana assai più ampia) sulle quali
era delle più curiose. Partendo pa Parentuccelli ha eliminato la si appoggiano le travi del tetto.
dal cuore dell'edificio, un giro di gran parte di questi ultimi am - Appunto per la sua comp lessità
ventidue colonne di granito, sor- bienti, delimitando lo spazio sa- e diversità rispetto al la tradiziona-
montate da splendidi capite lli io- cro al secondo giro di colonne; le tipologia delle basiliche paleo-
nici di differente età e fattura, de- dico la gran parte perché alcuni cristiane, per secoli le origini del-
finiva lo spazio riservato all ' altare
e ai ce lebranti. Su di esse gravava
un architrave continuo, da cui si
inna lzava la muratura cilindrica
del tiburio. L'alta parete cilindrica
era ravvivata da ventidue finestre
centinate (in seguito alcune sono
state chiuse, altre ravvivate con
bifore marmoree di gusto rinasci-
mentale, messe in opera durante i
restauri di papa Nicolò V), una in
•••••••••••••••••••
corrispondenza di ogni spazio tra
le colonne.
IL SECONDO ANELLO
Attorno al vano centrale, una
teoria di trentasei colonne di
marmo e di granito, sempre con
capitelli ionici, divise alternativa-
mente ogni quattro e ogni cinque
da un pilastro, formava il secon-
Parte nord/orientale:
il pavimento marmoreo del V secolo.
La veduta del tamburo centrale
con travatura ad elementi paralleli.
• • SETTEMBRE 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••,
Parte del grande deambulatorio che forma la basilica,
con la copertura a travi radiali.
Le tre arcate centrali sulle quali poggiano le travi del tetto.
la chiesa sono state ritenute paga- compiuti da papa Adriano (772 - cappella di S. Stefano d' Ungheria
ne; di volta in volta l'edifi cio fu 795) che aveva arricchito· il cen- con un interessante sepolcro de-
definito come tempio di Fauno o tro del l'edificio con una schola gli inizi del 1500.
di Marte oppure di Claudio e an- cantorum.
che come Mace llum Magnum Ne- La basi Iica di Santo Stefano Ro-
ronianum, trasformato, nel IV se- tondo non ha facciata; si entra GLI AFFRESCHI
colo, in chiesa cristiana. Gli scavi per un accesso fuori asse, prece- DEI MARTIRI
archeologici condotti alcuni anni duto da un portico con colonne;
or sono sull'area del sacro edifi- a sinistra appena entrati si vede la Nel 1582 Nicolò Circignani, det-
cio, hanno dimostrato non solo cosiddetta cattedra di S. Gregorio to il Pomarancio e Antonio Tem-
l' infondatezza di queste tradizio- Magno, un sedil~ marmoreo di età pesta decorarono le pareti tra le
ni, ma l'es istenza di una caserma imperiale a cui sono stati scal- colonne dell 'anello oramai dive-
militare (il Castra Peregrina ) e di pell ati sia i braccioli che il dossa- nuto periferico con le Scene del
a. un mitreo (11-111 secolo C.): luo- le. Subito dopo si incontra una Martirologio, 34 affreschi (in gran
go destinato ai culti del dio orien- cappella impi antata in uno degli parte conservati) che rappresenta-
tale Mitra.
ambienti scampati alla ridu zione vano con vivace, e anche un po-
quattrocentesca; la piccola absi- co truculento, realismo le atrocità
de è decorata con mosaici raffi- inflitte ai martiri cristiani. Quan-
TRA RESTAURI
guranti Cristo sovrapposto alla do fu ornata, la chiesa era occu-
E ACCOMODAMENTI
croce gemmata, fra i santi Primo pata dal noviziato dei gesuiti e
e Felici ano, le reliquie dei quali raccoglieva i giovani che, divenuti
Quelli di Nicolò V non erano sono qui conservate dopo esservi religiosi , si sarebbero recati in
stati i primi restauri alla chiesa; state trasferite dal la catacomba quelle contrade d' Europa che ave-
accomodamenti erano già stati sulla via Nomentana. Poi vi è la vano accolto le idee di Martin
Lutero. La meditazione sulle sce-
ne di martirio doveva renderli
consapevoli del non facile com-
pito che li attendeva e di tutti i ri-
schi che correvano durante una
simile missione, compreso il mar-
tirio. Il Pomarancio e il Tempesta
decorarono anche il recinto otta-
gono che si trova al centro della
bas ilica con scene tratte dalle Sto-
rie di Santo Stefano; La strage
degli innocenti e La Madonna
Addolorata.
Uno dei preziosi affreschi dedicati ai martiri del cristianesimo
(Pomarancio, sec. XVI).
LA LETTURA SIMBOLICA
La chiesa, nel suo stato di inte-
grità, offriva la possibilità di una
fettura simbolica a più livelli e
con risultati diversi. La figura del-
la pianta, a cerchi concentrici de-
finiti dalle colonne, si presta alla
sovrapposizione di figure che su-
, • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 1999 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Due piante prospettiche della basilica.
I Uno dei molti schemi simbolici
sottesi alla pianta della basilica.
GLOSSARIO
Nei secoli passati quando si progettava un edificio civile , pubblico o privato ,
si tenevano presenti le funzioni che doveva assolvere , tutt'al più, per la
forma esteriore si guardava a una architettura famosa, ritenuta esemplare.
Per gli edifici sacri , invece, era quasi d'obbligo il riferimento ad alcune tipolo-
gie, consolidate dalla tradizione , che erano nate per le ragioni più diverse e
si erano sviluppate in forza dell'utilizzo e delle esigenze liturgiche. Le pecu -
Rappresenta la geometria
della Gerusalemme Celeste.
bito evidenziano il legame dei sin-
goli elementi . Innanzi tutto la fo r-
ma dei tre anelIi concentrici: iI
cerchi o, figura senza ini zio
fin e, è simbolo di perfezione. La
••••••••••
liarità di queste chiese sono immediatamente verificabili in pianta. Ci sono relazione però non si ferma al la
chiese a croce greca, a croce latina e a croce commissa ; a pianta centrale, a sempli ce struttura; altre fi gure le
navata unica o a tre /cinque navate.
posson o essere sovrapposte ed
Nella chiesa a croce greca le quattro navate che si dipartono dal centro, so-
vente sormontato da una cupola, sono di lunghezza uguale. Uno dei rari
esempi si trova a Prato, Santa Maria delle Carceri, progettata da Giuliano da
Sangallo (1445-1516). Benché sia stato considerato dagli architetti come il
offrono la chi ave di interp retazio-
ne di significati nascosti . Co ll e-
gando tra loro, con segmenti idea-
più classico da mettere in atto per una chiesa, sono pochi gli edifici costruiti
seguendo questo modello. Il primo progetto della nuova basilica di San Pie-
ri , i pi Iastri del seconao anello si
otti ene un ottagono: è questo un
tro, disegnato da Donato Bramante (1444-1514), prevedeva una costruzione chi aro ri ferim ento all ' edi ficio di
a croce greca; la soluzione fu lodata dal grande Michelangelo (1475-1564) e Sa n Giova nni ad Fontes, l' antico
da lui stesso adottata quando fu incaricato di seguire i lavori della basilica, batti stero dell a bas ili ca patri arca-
ma, quando si trattò di terminare l'edifico (allora l'architetto era Carlo Mader- le lateranense. Non so no mancati
no 1556-1629), per ragioni pratiche si scelse la croce latina, dove il braccio deg li studi os i che hann o letto
principale è più lungo di quello trasversale (detto transetto) . San Pietro è uno
degli esemplari più riusciti. Molte delle chiese più antiche avevano la pianta
nena fo rm a integra dell a bas ili ca
un tentativo di riprodurre l' imma-
a croce commissa (meglio conosciuta come tau): la navata principale si in- gin e dell a Geru sa lemm e Ce leste
nesta sul transetto senza superarlo ; un esempio tipico era la basilica costanti- così come viene descritta nel
niana di San Pietro.
Uno degli edifici a pianta centrale (circolare o poligonale) lo abbiamo appe-
na descritto, Roma conserva un altro capolavoro del genere : il tempietto di
San Pietro in Montorio di Bramante. Questa tipologia è tipica dei battisteri :
li bro dell 'Apoca li sse; oppure nel-
le dimensioni dell a bas ili ca e nel
loro ra pporto un chi aro riferim en-
famoso è quello a pianta circolare di Pisa; a pianta poligonale sono il batti- to all a agostini ana Città di Di o;
stero annesso alla basilica lateranense e quello di Firenze dedicato a san ed è per qu esto motivo che all a
Giovanni; alcuni sono polilobati come i battisteri di Biella o di Albenga.
pi anta dell a chi esa sono state ac-
Un esempio di edificio sacro a navata unica che ha fatto scuola è la chiesa costate de lle imm agini tratte da l
del Gesù a Roma, costruita nella seconda metà del 1500 su disegni del Vi- repertori o iconografico paleocri -
gnola e di G. Della Porta. A cinque navate sono le basiliche lateranense e stiano che rappresenta no Cri sto
di San Paolo fuori le Mura; a tre navate le chiese di Santa Sabina, Santa risorto e glori oso.
Prassede, Santa Maria in Cosmedin .
Natale Maffioli
SETTEMBRE 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
MISSIONE IMPOSSIBILE
SA4AJNOI'"
}
)
'=----~-
--q
STIA-NO f./0/..,
<< e é!-ro dottor J. , in 20 anni di
msegnamento la scuola
non ha cessato di trasformarsi a
colpi di riforme e, di decreto in de-
uguaglianza di risultati . In nome
dello spreco di risorse: la ripetenza
costa cara alla collettività e si
dimostra inefficace dal punto di vi-
f=TODI
A./JO,..
OLI ELEMENrl
Bill DI wrro
,
'il.JSét;tJA/.1HJFO!
ONO
RMé.,,
.
. --.·
~- ❖\\; ~
creto, il compito dell 'insegnante è sta pedagogico . In nome dello svi-
~
~
diventato sempre più difficile, se luppo socio/economico : oggi si ha
non addirittura impossibile. Così co- bisogno di mano d'opera qualifica-
mincio a sentire la tentazione dello
scoraggiamento. La litania che si
ripete da sempre è quella della
"riuscita " per tutti. I professori non
domandano di meglio, ma la cosa
è realistica? Le aspettative sono
sempre più grandi, sia da parte dei
ta. Così , il mito della riuscita s'è da-
to una legittimità, vergogna a chi la
rimetterà in causa (ma lei ha il co-
raggio di farlo).
Stante la congiuntura attuale
del mercato dell'occupazione, i
imprenditori non si privano di dare
lezioni e suggerimenti per gestire in
modo manageriale la scuola o la
classe . .. Bisogna prendere le di-
stanze da questi discorsi: la scuola
non è fatta per adattarsi alle impre-
se o al mercato, essa al contrario
genitori che da parte delle imprese,
le quali pretendono un personale
sempre più qualificato. Mi doman-
do: che bisogna farne di quelli che
non riescono? Se l'alunno è "con-
genitori sanno bene che per essere
assunti i loro figli dovranno avere
conoscenze e competenze maggio-
ri di altri . Sanno che la corsa alla
selezione comincia prestissimo : bi-
deve opporsi alle falle del sistema
e preparare alla distanza i cambia-
menti necessari per liberare l'eco-
nomia dai suoi stessi demoni.
dannato " a riuscire, cosa bisogna sogna distinguersi , emergere. Se la Quanto all'insuccesso , biso-
fare per evitare il fallimento? La laurea in ingegneria ha più valore gna riconoscere che è una dimen-
non riuscita dell'alunno segna il fal- delle altre , è perché è rara ; se è sione della vita. Non si può essere
limento del professore! Quali stra- rara è perché pochi riescono a fare sempre vincenti , ma nemmeno
tegie mettere in atto per riuscire? questi studi e ancora meno arri- sempre perdenti! L'importante è
Ecco senza dubbio una delle cause vano alla fine. Questa selezione scoprire come si possa evitare il
dello stato d 'animo imbronciato di trova la sua legittimità nel modello fallimento , quali siano le risorse
molti professori: si sentono intrap- economico : su un mercato total- personali di ciascuno . Ma evitare il
polati! Non è che sia necessario, in mente libero vinca il migliore! Dun- fallimento non è solo frutto degli
certo senso, riabilitare il fallimento? que , il valore commerciale d'una sforzi individuali, dipende anche
(Adriano , Forlì)
riuscita scolastica individuale si dall'aiuto che gli altri sono disposti
misura dal numero di fall imenti che a dare. I professori lo sanno bene ,
Caro professore, gli insegnanti vi- si producono attorno a questa riu- tant'è che non cessano di inventare
vono situazioni paradossali : quello scita. In fondo più un insegnamento nuove strategie per quelli che sono
che la società e i genitori esigono produce insuccessi, più è... valido! più in difficoltà. Si è un buon pro-
da loro è spesso contraddittorio. Ma i professori devono assicurare fessore quando si sa offrire agli
Pertanto gli interrogativi che essi si la riuscita per tutti , e garantire agli alunni tutte le facilitazioni possibili.
pongono sono legittimi , benché poi alunni la possibilità di accedere a Si diventa un insegnante creativo
non arrivino a denunciare il sistema un livello superiore , il che avviene quando si è costretti ad affrontare
che li mette nell 'i mpossibilità di per selezione , come nel mondo ripetuti fallimenti . Il merito di un pro-
esercitare il loro mestiere.
economico .
fessore non è quello di arraffare i
La scuola deve far riuscire tutti gli
primi posti dell'albo d'oro , ma di
alunni. Questo principio s'impone in La pressione esercitata con- condurre ciascuno a far un passo
nome delle rivendicazioni democra- temporaneamente su alunni e in- in più .
tiche : uguaglianza di possibilità, segnanti è fortissima . Questo sti-
mola a sviluppare Bisogna riconoscere che il co-
GUI ?l!..EPARIA NO
I NOSTRI ALUNNI
A UNA BR.llLAAITf3
CAR.RJf:RA,,,
sempre nuov!:) risor-
se e nuove strategie
creative. Ma quando
è troppo è troppo, e
si rischia l'effetto
sto dell'insuccesso scolastico è
enorme . Ma non c'è scelta: è ne-
cessario educare alla pazienza di
fronte agli insuccessi. Certo non è
facile in una società che focalizza
contrario . Il modello la sua attenzione sulle prodezze
economico basato individuali (sportive o scientifiche)
sulla competizione è dei suoi membri . Alla logica del
spesso inumano, ma mondo economico che impone la
è quello che s'impo- redditività, l'efficacia, l'insegnante
ne e contamina il deve preferire la logica della fecon-
pensiero in tutti i dità. Ma ha bisogno che i genitori
campi. D'altronde gli siano dalla sua parte.
BS SETTEMBRE 1999

3.8 Page 28

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LEALAPOSLPVEERRAEN,ZA di
Maria
Antonia
Aprire
Chine/lo
gli
occhi
sulla
reattà
del
mondo vuoi dire scoprire Che
pslAdanldisHasadUUneaorniiciaoimnPnoolsèrcngmvMl"inoeaceadeiomiMvrgnanednrtanma,iiiiidapovuoaorrnticoqbgteopenicimraecnuatergrcaadrdrh.aitaesaihsAoaoàoaadl"d,UndilvreuetloepaicademiananlGvsohaNtlolqitaittlasaeseelplueoriuulsi,stcraCraeaaltatalsaooeevalrttefc/nra,terevfuetnosatiaiedmragercgrgtsorgineselauocaoio.pnneleahaaetl.eerre
Idpsdettttbueeootemuoio,marcllr,ilvciatsamep1opiinadtsmsrormsteaaiaideo,pmhslbfdiuviipataisdnneloelacazeoiaetcn.czrasresslnhteloadcreUrda.n,teodtnooiolnaiFipmzegrzasietlivruqpdtuietr'aooimeutaanmdgaus,vnlroiinJsarseeaitmetaiae'ennilnu'dce,d'oottrpd.heoieatnqsaia.aeglouetnrlcnpaNJadanahootgaeneoreamrsnttodeonsoliaeleecoenflolairoldnètsoild"rmpliese'eaoeHctopsitrqegcagtsitopousaaaiemltsccnnoeirattooaoàee------

3.9 Page 29

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ovunque c'è bisogno di speranza.
A Tegucigalpa (Hond uras), i cam-
pi sono grandi capannoni che accol-
gono le persone e le famiglie dan-
neggiate dal disastro. Per molti si
tratta ancora di attendere le abita-
zioni promesse dallo Stato con i
fondi dell ' aiuto internazionale.
Nel campo " Villa Olimpica", la
gente si è organizzata in gruppi fa-
miliari. La solidarietà è grande: la
perdita di cose e persone care ha ac-
comunato uomini e donne, anziani e
giovani. In questa che è la capitale
del paese, si fa fatica a ritrovare pun-
ti di riferimento che appartengono
al "prima", niente è rimasto come
nel passato. L' intera città è stata
stravolta dalle acque.
La Casa Maria Auxiliadora delle
FMA, ha aperto gli ambienti per
permettere ad una scuola elementa-
re di continuare a funzionare. Per le
suore, ora che è terminata I'emer-
genza, rimane la sfida di un impe-
gno formativo ed educativo degli
adulti, dei giovani, degli adolescen-
ti. Ci si chiede: cosa fare per aiutarli
nella promozione umana, nella dife-
sa dei loro diritti , nella ricerca di la-
voro, di casa, di stabi lità per tutti?
A Managua (Nicaragua), il campo
"Nueva vida", è situato a Ciudad
Sandino, poco fuori della capitale. È
un nuovo quartiere per le famiglie
che non possiedono più nulla. Sono
1.500 le persone a cui lo Stato ha
già destinato un teJTeno per l'abita-
zione. Sono già pronte la conduttu-
ra dell'acqua e l'impianto della lu -
ce. Si conosce già il luogo in cui ci
sarà la scuola. Qui le suore sono
presenti con l'animazione e la pa-
storale giovanile.
UN PREMIO
INTERNAZIONALE
Di fronte alla realtà lasciata dal-
!' uragano Mitch, i giovani volontari
cli Madreselva si sono attivati e au-
totassati. Il risultato di quest'opera-
zione è stato un 'comedor i11fantil' a
Tegucigalpa dove finalmente i più
piccoli possono trovare cibo e conti-
nuare a vivere.
Un famoso rotocalco spagnolo ha
asseanato ali ' Associazione di volon-
taria~o, con sede a Madrid, il 1° pre-
mio internazionale di solidarietà. Da
circa tre anni, le FMA di Tegucigal-
pa hanno deciso di usare le au le del
collegio che rimanevano vuote nel
pomeriggio per fare scuola a circa
80 bimbe provenienti dal quartiere pe-
riferico di Suyapa, una realtà povera
e violenta dove l'uragano ha portato
ancora maggior fame e disperazione.
Le suore dicono che dopo il disa-
stro del Mitch le ragazze non sape-
vano più ridere. Rimanevano taci-
turne sia in classe che in cortile. Ar-
rivavano senza mangiare e tornava-
no a casa per la notte andando a
dormire senza aver messo nulla sot-
to i denti. Per questo rimaneva loro
difficile memorizzare la tabellina
ciel tre o la li sta dei diritti umani che
le insegnanti scrivevano sull a lava-
gna della c lasse.
Hanno così deciso di chiedere aiu-
to a Madreselva e lo staff organizza-
tivo, i giovani volontari ce l'hanno
fatta: oltre alla costruzione dell'am-
biente per far mangiare i bambini,
hanno vinto un concorso di solid a-
rietà indetto dal rotocalco spagno lo
Telva. Quando le suore hanno chie-
sto aiuto a Madreselva non hanno
sollecitato libri , quaderni, maestri o
professori per fare scuola. Desidera-
vano solo riso e fagioli perché le ra-
gazze di Suyapa potessero mangiare
almeno una volta al giorno, ma tutti
i giorni della settimana.
Hanno chiesto pure un aiuto psi-
cologico per liberarle dall'angoscia
dell'uragano. Infatti lo scarso rendi-
mento scolastico di queste alunne
non è dovuto a pigrizia o a ritardi
mentali. Semplicemente sono mal-
nutrite e il loro cervello procede al
rallentatore. Basta avere un po' cli
pazienza e soprattutto aiutarle a nu-
trirsi e l'esito è assicurato.
QUALE DIGNITÀ?
Suor Janette è preoccupata: il ter-
mine delle lezioni della scuola per
le vacanze estive segna sempre una
tappa dolorosa. Le ragazze, soprat-
tutto quelle degli ultimi ~nni, torne-
ranno al la propria casa. E già in ca-
lendario che si faranno il ragazzo e
diventeranno madri. E poi vende-
ranno tortillas lungo la strada dal
mattino all a sera. li loro uomo non
le abbandonerà, ma le picchierà, se-
condo l'uso di ogni maschio della
zona. Avranno fig li e forse, se sa-
ranno fortunati, potranno affittare
una baracca, avere un piccolo pezzo
di terreno e guadagnare qualche sol-
do per mandare al collegio i bambi-
ni. Così potranno garantire lo studio
in un ambiente pulito dove si man-
gia tutti i giorni.
Maria Victoria è molto impegnata
nel fare i compiti vicino ad un albe-
ro mentre attende l'autobus. Non
può farli a casa perché sua madre è
pazza e un giorno ha tentato di ucci-
dere suo padre con un coltello. La
mamma di Maria Victoria la picchia
molto e a volte la maltratta per stra-
da in modo da umiliarla davanti a
tutti. Qualcuno le chiede: "Cosa stai
studiando?" Risponde: "I diritti u-
mani che sono molti e le suore dico-
no che valgono per tutti, bambini e
adulti". Victoria preferisce quello
della dignità ed è molto contenta
quando suor Carmen afferma che
tutte le persone - e quindi anche
loro - ragazze a rischio del barrio di
Suyapa, hanno dignità.
BS SETTEMBRE 1999

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
t
ANTONIO "1. SICARI
A Sj,~TI NELLA
'S , d11r,7,ul,; a1111CJ di V,z
CARI T
IICt'lllO de' Paoli
DIRE DIO Al GIOVANI
FEDE E RAGIONE
Meditazioni per educatori Opposizione,
LA CROCIATA
DEI RAGAZZI
di Juan Edmundo Vecchi composizione?
di Giacomo Vittorio Paolozzi
ELLEDICI , Leumann (To) , Mauro Mantovani - Scaria SEI, Torino, 1999
1999
Thuruthiyil - Mario Toso
pp. 120
pp. 140
(a cura di)
LAS, Roma, 1999
Questo piacevole romanzo
Ricchezza del mistero trini- pp. 358
. . tario , luoghi e modalità del-
l'annuncio , riflessioni sul :
-.
invita i ragazzi alla lettura
"criticamente storica", evo-
cando un episodio del se-
SANTI NELLA CARITÀ
Figli, discepoli, amici
di Vincenzo de' Paoli
mistero di Dio Trinità come
"vissuto concreto "; il tutto
approfondito alla luce della
condizione giovanile , gui-
dato da criteri educativi, e
secondo una struttura tri-
partita : attraverso Cristo/
Fede e ragione
Opposizione, composizione?
condo conflitto mondiale
vissuto in Polonia. Il tema
è semplice ma l'effetto è
suggestivo : una schiera di
ragazzi di paesi diversi, su-
perstiti a un distruttivo
bombardamento, fugge al-
di Antonio M. Sicari
nello Spirito/ verso il Pa-
la ricerca di un luogo dove
Jaca Book, Milano, 1999 dre. Su queste prospettive
attendere in pace la fine
pp.230
si basano le riflessioni of-
ferte agli educatori dei gio-
della guerra.
L'autore intende evocare la
Ancora oggi diverse co-
munità cristiane si richia-
mano alla spiritualità di
San Vincenzo de' Paoli ,
vani in questo volume ,
scritto dal Rettor Maggiore
dei salesiani.
guerra mondiale di mezzo
secolo fa descrivendo un
episodio che, attraverso
l'avventura dei ragazzi , in-
che fu "un genio della
carità", mobilitando in si-
nergia di comunione uo-
mini e donne, consacrati
e laici, ricchi e poveri. Poi-
ché la carità è visibile
nell'Incarnazione di Ge-
, il suo linguaggio rive-
ste un'immediatezza uni-
versale. Diventa vero che
il "servire è regnare", se
le opere del santo hanno
sfidato il logorio della
storia.
Santi nella carità sono
stati coloro che hanno
esaltato con la vita e le
opere la figura del Re-
segna a condannare l'as-
Questo ampio saggio costi- surda filosofia che porta a
tuisce il frutto di una rifles- ritenere giustificato l'uso
sione e di un confronto a della violenza armata e ad
più voci, e si inserisce nel esaltare il mantenimento
dibattito "laico" sul rapporto della pace nel mondo. Il li-
scienza e fede , interpre- bro non intende assoluta-
tando ed approfondendo i mente narrare vicende bel-
motivi dell'Enciclica "Fides licose di adulti , che ha por-
et Ratio". Il testo spazia su tato inutilmente a tante sof-
vari fronti, dalla teologia ferenze umane , ma vuole
alla catechesi, dalla filoso- esaltare il comportamento
fia alla scienza, dalla patri- e i sentimenti dei ragazzi
stica alle considerazioni che non portano distintivi e
sull 'odierno panorama cul- non si fregiano di etiche
turale , affrontando anche particolari.
temi come il pluralismo e il
dentore, nell 'atteggia-
mento della misericordia.
Le interpretazioni stori-
che della carità riportate
in questo volume non so-
no poche e toccano santi
particolarmente vicini
alla spiritualità salesiana.
L'autore, oltre a Vincen-
zo de' Paoli, Luisa de Ma-
rillac , Caterina Labouré,
Anna Serton, Federico
Ozanan , presenta anche
Pier Giorgio Frassati ,
Francesco di Sales, Giu-
seppe Gottolengo, Don
Bosco, Luigi Orione.
Riflettere sul Principio, sul-
la Storia, sulla Coscienza
nel segno dell 'Amore di-
venta uno dei nodi della
spiritualità del nuovo mil-
lennio. Un mistero di fede
che, se approfondito, si fa
operativo . Si configura
infatti come un processo di
crescita che ha luogo nel
soggetto in conformità alle
risposte che egli da, in for-
ma consapevole e libera, a
proposte sul senso , sui
valori, sulla qualità della
vita.
dialogo interreligioso . I di-
versi contributi convergono
in un quadro d'insieme che
presenta il rapporto fede/ra-
gion e nell 'attuale cultura
come reale e conflittuale ,
offrendo risposte agli inter-
rogativi che ne emergono.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttam ente alle rispetti ve
Editrici.
SETTEMBRE 1999 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Per imparare
a leggere criticamente
di Carla Romano
Paoline, Milano, 1999
pp.200
IL VANGELO
UNA BELLA
NOTIZIA PER LA VITA
di Riccardo Tonelli
Queriniana, Brescia, 1999
pp. 88
IL VIDEO TENTATORE
Come la TV
induce alla trasgressione
di Guido Vignelli
SOS Ragazzi , Roma, 1998
pp. 168
Carla Rmn:mo
Il libroforum
Per imp:mtrt
:i kgger~· cri1ic:11neme
La mentalità scientifica o-
dierna e la cultura elettro-
nica del XXI secolo ci pon-
gono degli interrogativi di
fondo: c'è ancora posto
per il libro? Il libro ha anco-
ra da lanciare messaggi a
ragazzi , giovani e adulti?
Può esistere educazione
ad una lettura diversa, più
attiva, responsabile e criti-
ca, per stimolare ed accre-
scere efficacemente il con-
fronto con i valori?
Una risposta viene offerta
in questo "libroforum" che
costituisce la condivisione
di una lettura condotta con
analisi personale e critica.
Lo scopo è quello di acqui-
sire la capacità di porsi di
fronte a un testo con atteg-
gi amento attivo, critico,
partecipe , per aiutare ad
esercitarsi al confronto in-
terpersonale e di gruppo, e
agli strumenti "critici " che
portano all 'acquisizione di
una libertà di pensiero, che
fortifica la personalità e
rende protagonisti della
propria esistenza.
Il genere letterario della
"Lettera" è una modalità
concreta di comunicazione
con i giovani. Essi sono in-
vitati a riscoprire nel Van-
gelo quella "bella notizia"
che li può rendere protago-
nisti della loro storia e che
non è una delle tante bat-
tute pubblicitarie, per smer-
ciare le cose più inutili con
la promessa che è sempre
la stessa ... felicità , gioia,
avventure a lieto fine su
spiagge da favola.
Il "Vangelo" è proprio una
"bella notizia", perché è l'u-
nico "libro" che usa come
titolo non qualcosa che
faccia riferimento al suo
contenuto, ma l'effetto che
dovrebbe produrre la sua
lettura, perché mette da-
vanti la strada su cui trova-
re le risposte che ciascuno
si deve dare nel profondo
della propria esperienza. Il
testo si propone di aiutare i
giovani ad arrivare ad una
conclusione seria, attraver-
so la scoperta personaliz-
zata del Vangelo.
,
Questo saggio intende de-
nunci are le tecniche e i
motivi che sono alla base
della programmazione te-
levisiva, che aggredisce gli
spettatori con una strate-
gia propagandistica che
usa tecniche persuasive
per influenzare le tenden-
ze più basse dello spetta-
to re , manipolandone la
sensibilità. E una TV domi-
nata da "sesso , sangue e
stupidità".
I .R.
Guido VigneUi
IL VIDEO
TENTATORE
Come la tivù induce
alla trasgressione
$1J$R119aui
I "minori" vengono indotti a
cercare la felicità nel sod-
disfacimento degli istinti e
nel rifiuto di ogni senso di
responsabilità , a vivere
dominati da sensualità e
aggressività, che sono
mentalità immorali e talvol-
ta diventano criminali. Le
ricerche scientifiche su cui
si basano le riflessioni del
testo servono a fornire il
quadro della situazione,
che può stimolare una rea-
zione e suggerire una via
di soluzione , solo se la
realtà viene valutata alla
luce della morale cristiana
e del Magistero ecclesiasti-
co in materia.
invito
alla
ricerca
IUt'IUdoJo:i;t dcl la,oro 'CÌtnlUko
....._
UNIVERSO
UNIVERSITÀ
di Michela Aveta
Ivana Barberini
Digamma, Roma, 1999
pp. 448
INVITO ALLA RICERCA
José M. Prellezo
Jesus M. Garcìa
(a cura di)
LAS, Roma, 1999
pp. 330
Il primo dei due volumi
offre una mappa ricca di
coordinate per attraver-
sare senza timore quello
spazio tentacolare e pie-
no di novità che è il mon-
do universitario. Si tratta
di uno strumento agile e
completo per chiunque
voglia intraprendere, pro-
segui re e cambiare il
proprio percorso di studi ;
un amico che accompa-
gna lo studente alla sco-
perta di tutto quello che
c'è da sapere ...
Il secondo si offre come
un manuale per le tappe
salienti del curricolo sco-
lastico ed accademico: i
primi incontri col linguag-
gio universitario, i pre-
supposti del lavoro scien-
tifico, la conoscenza e
l'utilizzo dei sussidi di
ricerca (biblioteche, ar-
chivi, centri di documen-
tazione, servizi informati-
ci) per dare forma a tesi
di laurea, o dissertazioni
di dottorato di ricerca.
BS SETTEMBRE 1999

4.2 Page 32

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrero
LA ••CARTA''
DELLA FAMIGLIA
Uno dei motti più utili nella vita è quello del falegname:
"Misura due volte perché si può tagliare una volta sola".
È la saggezza di chi impara a pensare prima di agire.
Il pilota dell'aereo prima di decollare ha un piano di volo
che comporta una meta e una rotta ...
La famiglia non può essere una
nave in balia delle correnti e
dei venti, dei valori e delle tenden -
ze in voga nella società, ma un'im-
barcazione saldamente guidata ver-
so una meta da un equipaggio cor-
responsabile e concorde.
Lo strumento migliore per arrivare a
una cultura familiare comune è for-
mulare una "carta" della famiglia. Si
tratta di riprendere la metafora del-
l'aereo: la creazione di una "carta"
familiare dona a tutti una destina-
zione e una bussola. Per arrivarci
si può passare attraverso
tre tappe.
1. Ricercare le aspi-
razioni e le attese di
ciascuno.
Esaminando con at-
tenzione le diffi-
coltà che incontrano molte coppie
sposate , si constata che perlopiù
provengono da attese differenti sul
ruolo di ciascuno e sono esacerba-
te dalle divergenze sul modo di af-
frontare i problemi . Un marito può
pensare che tocca alla moglie ge-
stire il bilancio familiare , perché co-
sì faceva sua madre. Ma la moglie,
che ha avuto un esempio diverso
dal proprio padre, è sicura che toc-
ca al marito prendersi questa re -
sponsabilità. Ognuno se la prende
con l'altro e così un piccolo proble-
ma diventa una fonte continua di
irritazione, equivoci e litigi .
È importante che ogni coppia di-
scuta con calma e seriamente
le attese, il ruolo , il modo di ri-
solvere i problemi , i valori, la
visione di
ciascuno ,
per arrivare alla messa in comune
delle "missioni", cioè degli opiettivi
e del modo di raggiungerli. E que-
sto che fa la forza della famiglia :
superare il "tu" e l"'io", per creare un
modo nuovo, più elevato, di vedere
la vita : il "noi". Il modo più semplice
è partire da alcune domande. Tutti i
membri della famiglia devono sfor-
zarsi di rispondere. Dopo qualche
incertezza, vi accorgerete che ne
può nascere un momento di grande
soddisfazione reciproca, soprattutto
se il momento della discussione è
stato scelto con cura.
Qual è /'obiettivo della nostra fami-
glia? Quale tipo di famiglia voglia -
mo essere? Qual è la nostra mis-
sione? Che atmosfera vogliamo?
Come sarà il nostro rapporto con
gli altri? Quali le priorità? Quali so-
no le responsabilità di ognuno? Se-
condo quali principi vogliamo vive-
re? Chi sono i nostri eroi? Che cosa
ci piace in loro? Che cosa vorrem-
mo riprodurre nella nostra famiglia?
Che dono possiamo fare , come
famiglia, alla società e alla Chiesa?
Che posto riserviamo a Dio? Come
ci comporteremo quando sorgeran-
no divergenze?
Probabilmente si otterranno rispo-
ste variamente assortite. È essen-
ziale ricordare che ognuno appar-
tiene alla famiglia a pieno titolo. Le
opinioni di ciascuno sono importan-
ti . Il parere dell'altro non va giudica-
to, ma rispettato . Dal probabile guaz-
zabuglio delle risposte occorre con
pazienza estrarre idee e valori che
siano veramente condivisi , ricor-
dando sempre che una "carta" fa-
miliare enuncia delle possibilità,
non dei limiti. Idee e propositi devo-
no essere gerarchi zzati: in testa
vanno collocati i più importanti , quel-
li veramente irrinunciabil i.
2. Scrivere la "carta ".
La "carta" deve poi essere scritta.
Non è necessario che sia un docu-
mento lungo e complicato. Può
ridursi ad una sola frase o ad un
motto . Può essere un 'immagine o
un simbolo. Può essere impaginata
al computer o ricamata a punto cro-
ce su un centrino . Dipende dalla
creatività e dalla fantasia. Esprime-
re per scritto o simbolicamente la
missione familiare si rivelerà il mez-
zo migliore per imprimerla nel cuo-
re e nella mente.

4.3 Page 33

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il genitore
di Marianna Pacucci
PUÒ ESISTERE
UN REGOLAMENTO
PER GLI AFFETTI?
Ecco un esempio di "carta" che cam-
peggia in una cucina, dall'aria mol-
to "frequentata":
"La nostra famiglia sarà un 'oasi di
pace, gioia, benessere e felicità per
noi, i nostri amici e quelli che invite-
remo. Vogliamo esprimere l'amore
che sentiamo gli uni per gli altri,
avere una vera confidenza, essere
onesti, sforzarci di comprenderci,
rispettarci e aiutarci in qualunque
circostanza, soprattutto in quelle
più difficili. Ognuno si impegnerà a
creare un 'atmosfera sana, organiz-
zata e piacevole. Sceglieremo con
cura ciò che mangeremo, leggere-
mo, guarderemo e faremo in casa.
Discuteremo con pazienza le diffi-
coltà e risolveremo insieme i pro-
blemi. Pregheremo insieme tutti i
giorni". Seguono le firme dei geni-
tori e dei figli , comprese le impronte
digitali di "pappina" il più piccolo.
Abbiamo già troppe leggi, contratti e regolamenti da rispettare:
e sappiamo bene che, quanto più si moltiplicano queste cose,
tanto più lievitano gli atteggiamenti di insofferenza
e i comportamenti trasgressivi. Allora?
3. Fare riferimento alla "carta".
La "carta" della famiglia non è l'av-
venimento di un giorno, una specie
di gioco, che dura un po ' e poi si
dimentica. Se i genitori lo vogliono,
può diventare come la Costituzione
per lo Stato : una forma di autorità
morale . Riferirsi ad essa rinforza
l'autorevolezza dei genitori e crea ,
anche nei figli , una visione del
mondo e un'idea di valori condivisi
e consapevoli.
Il segreto per ottenere una vera ef-
ficacia è fare in modo che ognuno
si senta l'autore della "carta" e la
consideri quindi una sua scelta, un
suo impegno.
Una famiglia decise di collocare ac-
canto alla porta d'ingresso una for-
mella di ceramica, sulla quale ave-
va fatto incidere: "In questa casa
regnano l'amore e la dedizione".
Entrando ed uscendo di casa, tutti i
membri della famiglia ricordavano
così che tipo di famiglia avevano
deciso di essere.
O
D al regolamento di condominio
al codice della strada, tutto do-
vrebbe servire ad orientare la no-
stra vita, ma di fatto produce una
burocratizzazione delle relazioni
umane che accresce il disimpegno
etico e la conflittualità reciproca.
Anche la strada intrapresa da molte
istituzioni si è rivelata inefficiente:
'le carte dei servizi' sono nate per
creare trasparenza e condivisione,
ma paradossalmente hanno accre-
sciuto la logica dell'utenza, secon-
do la quale si è spinti a sentirsi con-
troparte di qualcun altro, si è pronti
a riconoscere i diritti più che i dove-
ri e comunque portati a maturare
una mentalità di delega piuttosto
che di corresponsabilità.
Nella vita familiare, poi, una
' carta' deputata a regolamentare le
relazioni affettive mi fa quasi im-
pressione : se abbiamo bisogno di
fissare un codice di aspettative e
disponibilità reciproche, vuol dire
proprio che non abbiamo capito
niente dell'amore!
Come si fa a mettere per iscritto i
sentimenti e i gesti che dicono il
bene che si prova per l'altro?
A cosa serve dedicare tanta atten-
zione ai fatti , quando ciò che vera-
mente conta sono quei dinamismi
che rendono possibile il continuo
approssimarsi l'uno all'altro?
È pensabile , anche solo ipotetica-
mente, che si possano radio-
grafare una volta per tutte l'invoca-
zione di felicità presente negli altri ,
la disponibilità a crescere insieme,
il sentirsi felici perché si è donato
qualcosa che rende felici i nostri
cari?
BS SETTEMBRE 1999

4.4 Page 34

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Barelli
Le mie obiezioni sono moti-
vate, ma sento che non funzio-
nano . La famiglia in cui non ser-
vono regole e regolamenti è ciò
che mi porto nel cuore come de-
siderio e nostalgia ; ma purtroppo
essa è molto poco presente sul
piano dell'esperienza. La realtà è
che riella mia famiglia , ma credo
in tutte, le attese individuali supe-
rano di molto le disponibilità reci-
proche; di fatto, il rischio di esse-
re solo la somma di spinte contra-
stanti è sempre in agguato.
C'è effettivamente bisogno di uno
strumento educativo che respon-
sabilizzi ciascuno e lo renda at-
tento alle esigenze comuni ; un
po' tutti - e non solo i figli adole-
scenti - abbiamo bisogno di usci-
re dal nostro egocentrismo e fare
spazio ai bisogni altrui . Inoltre
vengono meno, spesso , i gesti
capaci di esprimere concreta-
mente la fedeltà ad un progetto e
ad una storia comune ; le stesse
differenze soggettive , che poten-
zialmente rappresentano una ric-
chezza , finiscono col diventare
immotivatamente un principio ge-
rarchico che ci nega la possibilità
di pensare ad una 'par condicio'
delle esigenze dei genitori e dei
figli, del marito e della moglie.
Il 'già' che abbiamo realiz-
zato con il nostro amore uccide
la tensione verso il 'non ancora' e
ci impigrisce, ci spinge a vivere di
rendita accontentandoci di una
affettività mediocre.
Penso a tutte queste cose, che
mortificano la mia giusta e sana
voglia di famiglia. Sperimento
sulla mia pelle la distanza fra
l'ideale e la realtà degli affetti che
ho scelto di costruire e che mi
chiedono ogni giorno di rimanere
con tutte le forze ancorata ad un
impegno che dura per tutta la
vita. E a questo punto dico, sia
pure con un po ' di vergogna : una
carta della famiglia? Si , grazie. O
SETTEMBRE 1999 BS
INSIEME
Il cap. IV della CARTA DI COMUNIONE
"Formazione a una fraternità attiva" ci
porta a considerare il valore determinante
della comunione che interagisce fra i
membri e i gruppi della Famiglia Salesiana.
O "Insieme" è l'obiettivo di Don
Bosco che all 'inizio della sua opera
pastorale cerca collaboratori non
comunque , ma capaci di fare pro-
prio il carisma che lo rapporta al
mondo dei giovani. La professione
religiosa dei salesiani e delle Figlie
di Maria Ausiliatrice e la promessa
dei cooperatori e degli aderenti agli
altri gruppi della Famiglia diventano
impegni di consacrazione persona-
le e contemporaneamente catena
che unisce le persone, i loro doni e
il loro donarsi .
O "Insieme" è la ricchezza sor-
prendente della Famiglia Salesiana
per la quale la fusione in "un cuor
solo e un'anima sola" rafforza la te-
stimonianza e l'annuncio dell'amore
di Dio in cui giovani e adulti realiz-
zano la loro vita. Lo Spirito pone
nei credenti la presenza di questo
Amore maiuscolo senza il quale non
è possibile l'amore del prossimo.
L'Amore di Dio è indispensabile per
operare: lo Spirito unisce uomini e
donne nel loro slancio missionario.
O Il "fare", che è stato emble-
matico della dinamicità di Don Bo-
sco, è orientato e ritmato dallo Spi-
rito . Don Bosco è uomo di lavoro
sodo , non si risparmia e dice che il
salesiano muore sulla breccia e
riposa in paradiso . È però la consa-
crazione , fondamento di tutto l'agire
pastorale , con il suo richiamo co-
stante allo Spirito , a dare il tono al-
la missionarietà. Pertanto le comu-
nità della Famiglia Salesiana, in cui
convergono consacrati e laici, sono
vivificate e orientate dall 'Amore di
Dio rivelato in Gesù e ne respirano
lo Spirito che crea comunione nella
missione.
O

4.5 Page 35

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SCHEDA CINQUE
Fabio Sandroni
P resentiamo la quinta e
ultima scheda dell'ex-
IMMA(i
figli soli . Le uniche pre-
senze maschili significative
cursus su alcune pellicole
sono spesso modelli in-
che possono essere utiliz-
quietanti che assumono il
zate per una riflessione sul
ruolo di riferimento. L'as-
tema dell'anno .
LA STRUGGENTE
NOSTALGIA
DI UN PADRE
LE,. ~~
1e :
senza del Padre restituisce
un mondo claustrofobico
con scarse speranze di re-
denzione.
L'ALBERO DELLE PERE
di Francesca Archibugi (98)
ARMAGEDDON
di Miclilarl Bay (98)
relazioni ud
i rwlessi Siddharta è un quindicen-
ne con una famiglia molto
Una pellicola commerciale,
anomala : ha una madre
ma efficace per studenti
tossicodipendente ed irre-
delle superiori . Sullo sfondo di una inverosim ile vi- sponsabile e due padri molto diversi tra loro , ma
cenda di fantascienza - la sopravvivenza dell'intero nessuno in grado di fargli da riferimento . In assenza
pianeta è minacciata dalla prevista collisione con un di figure significative , il giovane protagonista è
gigantesco asteroide - si sviluppa la tempestosa re- costretto ad assumersi responsabilità più grandi di
lazione tra un padre, sua figlia ed il giovane fidanza- lui ... Il film conduce ad una stimolante provocazio-
to di lei, protagonisti di un estremo tentativo di de- ne, presentando un mondo di adulti immaturi e trop-
viare la traiettoria del corpo celeste. Molti gli stereo- po presi dalla propria "libertà" per farsi carico della
tipi , ma efficace il messaggio finale : il sacrificio del responsabilità dei propri ruoli familiari.
padre restituisce il futuro all 'umanità e alla sua
famiglia . Una riflessione molto simile può essere
ricavata anche per un 'altra spettacolare pellicola
catastrofista: "INDEPENDENCE DAY" di Roland
Emmerich (96) . La storia di un padre alle prese con
il proprio riscatto nel sacrificio estremo è però solo
un elemento secondario di un film che incrocia
molte vicende e personaggi alla ricerca di una ten-
BLADE RUNNER di Ridley Scott (82)
Un cult di fantascienza: la storia di un gruppo di cy-
borg alla ricerca delle proprie origini 'umane". ~a pos-
sibilità per l'uomo di essere creatore é:li vita si scontra
con la nec~ssità di assumere la paten ità della ~ropria
creatura. E la storia di un qualcosa che scopre di
essere un qualcuno. Struggente e disperato. Bello.
sione emotiva accattivante.
FRANKENSTEIN DI MARY SHELLEY
DEEP IMPACT di Mimi Reder (98)
Molto simile ad ARMAGEDDON (entrambi sono ispi-
rati ad uno stesso racconto) , ma con un differente
punto di vista : qui il conflitto padre-figlia si risolve
solo nel momento estremo, a sottolineare quali sono
i legami più importanti di tutta la vita. Anche in que-
sto caso appare evidente che interessa molto di più
coinvolgere emotivamente lo spettatore ed indurre
commozione più che riflessione.
di Kenneth Branagh (94)
Trasposizione assai fedele del celeberrimo rnmanzo
gotico di Mary Shelley, il film ci riporta i drammatici
scenari di una grande storia, critica verso il positivi-
smo e il sogno di onnipotenza dell'uomo nel suo far-
si creatore . Sul tema creatore-éreatura twtte le in-
quietudini genetiche ... Padre è colL;Ji che dà il nome,
l'identità, i valori , il senso ... Senz questo la figura
della creatura resta deforme e mostruosa.
LA FIGLIA DI UN SOLDATO NON PIANGE MAI
di James lvory (98)
Tratto dall 'omon imo roman zo di Kaylie Jones , in
parte autobiografico, narra le vicende di una famiglia
americana a Parigi tra gli aflni '60 e '70. Vi emergo-
no tematiche interessanti quali il rapporto padre -
figlia e genitori - figli adottivi.
UN MONDO SENZA PADRI,
UN MONDO SENZA LUCE
CLOCKERS di Spike Lee (95)
In un quartiere-ghetto di New York per i giovani
sembra non esserci futuro , se non quello di divenire
spacciatori. Mancano quasi del tutto le figure pater-
ne e tutte le famiglie appaiono formate da donne e
I PADRI SBAGLIATI
THE CONFESSION di David Jones (98)
Un padre è quasi un dio per il proprio figlio . Quando
si scopre impotente di fronte alla morte di questi , il
rischio è che si creda un dio vendicatore, per punire
la negligenza di chi ha causato la morte del figlio ...
ma come uomo, poi, non può che condannare se stes-
so. Provocatoria e tragica la riflessione .
THE SNAPPER
di Stephen Frears (93)
Storia di una famiglia irlandese : una delle figlie resta
incinta ma non vuole rivelare l'identità del padre del
piccolo: i pettegolezzi divampano taglienti. Un altro
film sull 'immagine del padre al negativo.
O
BS SETTEMBRE 1999

4.6 Page 36

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UNGOAL
PERLA VITA
di Lucia Piero2:zi
Il volontariato non demorde, anzi
aumenta le sue fila, raccogliendo
adesioni soprattutto presso
i giovani, ma non solo. E i giovani
sono pieni di fantasia come pochi.
Ne inventano sempre qualcuna per
aiutare gli altri, e non hanno paura
di scomodare le istituzioni, o le
società che sembrano inavvicinabili.
Com'è capitato a un gruppo
di volontari del VIS...
Prima di tutto, chi siete ?
Un gruppo di volontari con alle spalle una esperienza
estiva di formazione al volontariato in Angola. ab-
biamo toccato con mano le urgenze di quel popolo :
mica televisioni , frigoriferi, telefonini o quant'altro , ma
un tetto, il pane , il lavoro , i servizi più fondamentali.
Chi vi ha inviato ?
Il VIS , "Volontariato Internazionale per lo Sviluppo",
una ONG cioè una "Organizzazione Non Governativa"
della famiglia salesiana che è impegnata in progetti di
sviluppo nei paesi più poveri del mondo. Così abbiamo
avuto l'opportunità di vedere con i nostri occhi una
realtà che ci ha colpito profondamente lasciando un
segno indelebile in ognuno di noi.
SETTEMBRE 1999 BS

4.7 Page 37

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E questo è stato il motivo che ci ha spinti a cercare,
una volta rientrati in Italia, le strade per dare voce al
grido di dolore che abbiamo sentito dal popolo angola-
no ... Quel grido è diventato il nostro.
Per prima cosa abbiamo pensato che bisognasse
creare un ponte con quella disgraziata nazione , coi
bambini angolani che hanno diritto a essere come i
nostri bambini, ma non possono .. . L'impresa è stata
facilitata dalla presenza sul posto di Anna e Daniele
due volontari. Tramite loro abbiamo dato vita ad un
giornalino: "O Pensador" che insieme al giornalino
curato dai giovani angolani "Pastasciutta" (forse
perché per loro la pastasciutta è solo un desiderio ,
non una realtà) aggiorna sugli eventi accaduti dalla
nostra partenza in avanti.
E che cosa vi ha suggerito questo scambio di notizie
tra "O Pensador" e "Pastasciutta "?
Di chiedere sostegno a strutture pubbliche , come ad
esempio le scuole, creando anche gemellaggi tra i
bambini angolani e italiani. L'interesse e la solidarietà
dimostrati alla vista dei filmati e al racconto delle
nostre esperienze personali ci hanno dimostrato che
stavamo percorrendo la strada giusta.
Del resto anche quest'anno al VIS un nuovo gruppo si
sta preparando per tornare laggiù. Ma non è tutto qui .
Da tempo coltivavamo un'altra grande ambizione ...
Sarebbe?
Lo dico? Quella di arrivare in TV e far conoscere
qualcosa dell'Angola a un pubblico più vasto. Ci sem-
brava un 'impresa impossibile . Ma .. . ha visto gli stri-
scioni apparsi il 4 maggio su RAI TRE con su scritto
"UN GOAL PER L'ANGOLA"? Vuol dire che in TV ci
siamo arrivati , eccome! L'idea è stata un po ' pazzq,
ma ha funzionato . Altro che se ha funzionato? E
andata così: a uno di noi, Italo, è venuto in mente di
chiedere qualche maglietta e qualche pallone per i
bambini angolani ...
E a chi l'avete chiesto?
Beh , a "Tuttosport ". Sorpresa! Quelli non solo hanno
accettato ma hanno impegnato addirittura la squadra
del Torino in una partita per l'Angola. La dirigenza
granata ha accettato volentieri perché ... quale migliore
commemorazione della disgrazia di Superga avvenuta
50 anni fa che l'offrire alle sfortunate popolazioni
d'Angola l'incasso della partita commemorativa?
Ah, ecco, adesso capisco la storia dello striscione...
, è stata una grande emozione quella di poter legge-
re sul grande striscione apparso in tutti gli schermi
televisivi italiani, la scritta "Calcio d'Angola calcio di
vita", un'emozione divenuta tristezza e rabbia quando
il pensiero è tornato a quella terra lontana, abbando -
nata ad un destino crudele, dove la parola vita è pura
utopia. Perché di vita non si può parlare, sa, se non si
hanno cibo, casa, lavoro ...
Così con la grande scritta hanno cominciato a scorrer-
ci davanti "le immagini " di un altro modo di vivere:
quelle delle strade di terra rossa, dell'immondizia e de-
Noti personaggi alla manifestazione per l'Angola.
gli escrementi sparsi ovunque, quelle di bimbi seminu-
di malnutriti e maltrattati , quelle di una guerra fratricida
che continua a mietere vittime. Abbiamo rivisto i volti
dignitosi delle persone, i sorrisi generosi che riescono
ad illuminare anche la povertà ed il degrado circostanti.
È stato in quel momento che abbiamo immaginato
rappresentati su quello striscione allo stadio tutti i po-
veri dell'Ango la finalmente con un loro posto ed una
loro dignità.
Che significato date a questo avvenimento?
Il progetto "Un goal per l'Angola" serve a ricordarci
che quel popolo anche se privo del necessario alla
sopravvivenza è però ricco di gioia di vivere e può
insegnarci le cose più semplici e grandi : come si fa a
sorridere, giocare, sperare, vivere nonostante l'indi-
genza. La radice di quel sorriso sfugge alla nostra
comprensione di uomini sazi ; credo vada ricercata
nella grande fede in Dio , ne hanno anche per noi! , e
nella speranza che prima o poi qualcosa cambierà.
Lo scopo del progetto , del resto, è quello di creare
strutture indispensabili , anche sportive. Sappiamo be-
ne che gioco e sport sono supporti fondamentali alla
crescita e all 'educazione. E giacché ci sono , mi faccia
dire un'altra cosa... Vada anche lei a navigare in Inter-
net , e provi ad aprire la pagina Web situata in
www .lumbelumbe.com/ troverà tutto di noi ... Chissà
che non venga in mente anche a lei di mettere mano
al portafoglio ...
Ahi, ahi!, cominciamo con la solita propaganda!
Mi faccia finire : parlavo del "portafoglio del cuore ",
perché gli suggerisca qualche buon proposito !
O
BS SETTEMBRE 1999

4.8 Page 38

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Valencia festeggia in questo anno 1999 l 00 anni di presenza
... X GIOCHI ~
Dal 6 al 11 aprile la PGS
si è concentrata
INTERNAZIONALI nella bella città capitale
della "Comunidad ~
Valenciana" che
........
DELLA GIOVENTU festeggiava i 100 anni
di presenza salesiana
SALESIANA nella città. Organizzate
--
o da una équipe
di 31 persone, supportate
\\NTEI~
J11"entud
da oltre 200 volontari,
le manifestazioni hanno
~
visto la partecipazione
-
record di più di 1200 ~
atleti provenienti
VALENCI da 15 diverse nazioni.
6 al 11 de Abril de Un caleidoscopio
di attività ha esaltato
ancora una volta ~
- C----J
lo stile salesiano . . . . . .
e il suo originale
modo di fare educazione.
I giochi sono una cosa seria. I " riti " ci sono tutti
a cominciare dall'accensione della fiaccola olimpica,
una cerimonia che si configura un po' come
la liturgia laica delle manifestazioni sportive ufficiali.
Le cerimonie vengono eseguite con serietà e dignità
dai giovani. .. Esse non sono una scimmiottatura
di quelle olimpiche... ma elemento qualificante,
segno di adesione a una tradizione che viene da lontano.
--
~- -
111 grande teatro dell'Università di Cheste ha offerto
alla variegata kermesse dei giochi il suo spazio
attrezzato per le manifestazioni di massa:
l'apertura, gli spettacoli, le conferenze... La PGS infatti,
come associazione sportiva/educativa,
non ha bisogno solo di campi da gioco per le sue attività.
SETTEMBRE 1999 BS
Alcuni dei massimi responsabili salesiani della PGS
s'incontrano nel cortile del " Collegio Don Bosco"
di Valencia, sede di alcune gare dei Giochi
e della cerimonia di chiusura. Da sinistra: don Alfonso
Francia, direttore del Bollettino Salesiano spagnolo;
don Dalmazio Maggi, delegato nazionale e vicepresidente
delle PGS; don Gino Borgogno, segretario generale della
PGS europea; suor Giuliana Cabras, tesoriera generale
della PGS europea; e il fotografo del BS spagnolo.

4.9 Page 39

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salesiana. A Valencia si sono svolti i...
Nonsolosport! Essendo una associazione educativa
la PGS non restringe i suoi interessi alle competizioni
sportive. Essa è anche convivenza, festa, cultura,
scambio amicale... A Valencia i pigiessini
hanno potuto assistere tra l'altro alla festa in costume
" Mores y Cristianos" , rievocazione storica,
accompagnata dal ritmo frenetico dei tamburi,
che ha riproposto uno dei periodi più epici della Spagna.
La celebrazione liturgica viva, gioiosa, giovanile,
partecipata è uno dei punti-forza del metodo PGS,
che mira a insegnare che fede e sport possono
e devono convivere, perché non si può vivere la propria
vita a compartimenti stagni, al contrario è necessario
armonizzare le varie esigenze che la riempiono.
Il tempo delle gare è stato vissuto intensamente
dai ragazzi/e, Essi sanno dare il meglio di sé per arrivare
alla vittoria. E proprio questa elevata capacità di
sacrificio che diventa altamente educativa: concentrarsi,
seguire le regole, non barare, accettare le decisioni
arbitrali, ubbidire al mister, sono valori validi anche
e soprattutto fuori campo, nel grande gioco della vita.
Prima della partita. Lo scambio di doni e cortesie
reciproche deve avere un riscontro sia durante
che dopo il match: gli atleti comprendono che in realtà
non esistono avversari. Una gara non è mai
una battaglia: non possono venire meno il rispetto,
la cordialità, l'amicizia ; chi hai di fronte è uno come te
che non vuole e cui non devi fare del male, che
non dovrai odiare se ti batte, né disprezzare se vinci ...
Un gruppo di pigiessini in visita alla " Città della
Scienza " . A riprova dell'apertura mentale dello sport PGS
che vuole allargare gli orizzonti per includere tutto
ciò che serve alla crescita umana e cristiana del giovane.
Resta vero anche per lo sport il principio formulato
dallo stesso Don Bosco "fare onesti cittadini
e buoni cristiani" .
I Il grande messaggio lanciato dai X Giochi PGS
è stato quello della pace e dell'amicizia.
E amicizia vera, sincera, totale auguriamo agli atleti PGS
in ogni loro incontro, sempre.
BS SETTEMBRE 1999

4.10 Page 40

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.•••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
La rassegna delle presenze culturalmente qualificate presenta
!L'UNIONE
.FALA
Nasce a Gravellona Toce
in Val d'Ossola -
sulla sponda piemontese
del lago Maggiore -
da un gruppo musicale,
ma la sua vera passione
di Alberto Danieletto
è il teatro dialettale.
Ha una squadra
di animatori e tecnici
pronta a dare una mano
anche ad altri enti locali,
perché... "il bene è
diffusivo". Tra i progetti
in fase di realizzazione:
aprire al pubblico
l'attività di Cineforum
e la creazione di una sala
multimediale
all'avanguardia per
introdurre nuovi spazi
e metodi pedagogici.
Profonda l' attenzione alla matura-
zione del gruppo e alla proposta dei
valo ri di un credo giovane e autenti-
co, radicato nel quotid iano ed atten-
to alle sfide dell ' ogg i: soprattutto
ne ll a scelta de lle temati che e nell a
scrittu ra dei testi .
DIALErro,
CHE PASSIONE
U na chi acchierata con gli ani-
matori del CGS Arcoba leno
ci fa capire qualco a di più
del loro cinecircolo.
"Una quindicina di anni fa, fra
amici dell 'O ratorio era nato il grup-
po Facciamo Festa. Si cantava e
suonava sul! 'onda del fa moso grup-
po americano Viva la Gente. Poi...
hanno scoperto il Gen Rosso (li
hanno voluti incontrare, que lli del
Gen, stringendo amicizia con uno
dei componenti de l g ruppo legato aJ
Movimento dei Focolari): così il re-
pertorio è cambiato.
È nel 1991 che nasce il CGS di
Grave ll ona: due esperienze di verse
maturate neg li anni precedenti tro-
vano nella rea ltà salesiana il loro
punto di incontro. A quell a musica-
le, appena accennata, si aggiunge
quella tutta teatrale delle ex allieve
delle FMA: la confl uenza è quell a
di due corsi d ' acqua che s'i ncontra-
no per formare una real tà più im -
portante. Una qu arantina i soci, un
arcobaleno le età, per testim oni are
attraverso il ling uaggio immedi ato e
coinvolgente dell o spettacolo il mes-
saggio di Don Bosco.
È la corrente teatrale che ben pre-
sto prende il sopravvento, dando vi-
ta all a compagni a TNT - Teatro
Nuov i Talenti - che all estisce spet-
taco li di teatro di alettale sempre più
impegnativi , fi no al debutto de l '96
e all ' indubb io successo riscosso nel-
l' ambito de ll 'Ottobre Culturale pro-
mosso dalla Pro Loco.
L' uso de l di aletto trova la sua ra-
gion d 'essere nell 'es igenza tanto
sentita ultimamente di riscoprire e
valori zzare la ricca cultura locale
cad uta in obli o, soprattutto tra i gio-
vani e di ritrovare le trad izioni di un
paese che altrimenti ri schi a di per-
SETTEMBRE 1999 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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1• ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
stavolta il CGS Arcobaleno.
dere la propria identità, anzi di ri-
dursi ad un inquinato incrocio stra-
dale nel bel mezzo del Verbano-
Cusio-Ossola o, peggio, al nome del-
1'ultimo casello autostradale indica-
to nella segnaletica della recente
Voltri-Sempione.
Le difficoltà di portare in scena il
dialetto sono tante, soprattutto per
gli attori più giovani che non lo co-
noscono affatto. "Nelle ultime rap-
presentazioni - ci ha confidato Gigi,
regista del TNT - abbiamo momen-
taneamente accantonato il dialetto
per perfezionarci in recitazione e
scenegg iatura. Ma è nostra intenzio-
ne riproporlo in un prossimo futuro".
TECNICI OFFRONSI
Grazie ali' autofinanziamento, il
CGS gravellonese può finalmente
disporre di impianti e attrezzature
audio-v ideo-luci di elevato livello,
ma soprattutto di animatori e tecnici
preparati , che sanno dare alle diver-
~e manifestazioni un tocco di qualità.
E per questo che la squadra CGS è
spesso chi amata a collaborare con i
diversi enti cittadini , a cominciare
dalla Pro Loco, dall 'Oratorio e dal-
l'Asilo. Una testimonianza concreta
di professionalità e servizio.
Le iniziative non mancano e sa-
rebbero di più se a Gravellona ci fos-
se un teatro: attualmente si sopperi-
sce con la palestra delle scuole me-
die e ogni volta vanno approntati
palco e impianti. Il sogno è quello
di unire gli sforzi di tutti per realiz-
zare almeno un auditorium.
IL LAVORO CON L'ASILO
E I PROGETTI
NEL CASSETTO
Stretto è il legame con la scuola
materna sales iana, ani ma e sede del
CGS, luogo d 'i ncontro e di proget-
tazione. C'è un 'ottima collaborazio-
ne e condivisione di finalità educati-
ve, soprattutto nel lavoro per le nuo-
ve generazioni che, a partire dai più
piccoli , attraverso le famiglie, coin-
voJge l'intera comunità locale.
E qu anto avviene esplicitamente
in occasione delle manifestazioni di
magg iore richiamo, consolidates i in
paese e divenute ormai appunta-
menti obbligati , come la sfi lata di
Carnevale, lo spettacolo di Primave-
ra dei genitori e la Festa di fine an-
no scolastico.
Questo è oggi il CGS ARCOBA-
LENO, ma altri progetti sono pronti
a decollare: il primo è il desiderio di
estendere al pubblico l' attività di ci-
neforum, per ora circoscritta ai soli
soci. La proiezione di film nell'am-
bito di recenti manifestazioni ha la-
sciato intuire che in paese c'è spa-
zio per percorrere anche questa via
di comunicazione.
L'altro sogno è l'allestimento nei
locali dell 'Asilo di una sala multi-
mediale a disposizione anche dei
bambini e delle maestre, attrezzata
di hardware e software speciali, im-
pianti hi-fi, registrazione e proiezio-
ne video, mixer.. . per produrre au-
diovisivi e per sperimentare metodi
pedagogici basati sull'immagine.
I responsabili del CGS Arcobale-
no ci vorrebbero raccontare tante
altre cose del loro gruppo, ma poi
aggiungono che raccontarle non
basta: per capirle bisogna sperimen-
tarle dal vivo, per questo per farsi
conoscere chiedono ai nuovi soci di
" ... dare una mano"; una mano in
più serve, eccome! " ... E poi, l'u-
nione fa la forza".
D
••• •••••••• ••• ••••• •• •••••• •••••••• ••••••• • • • • • • • •• • • • • • • • • • • • • • • • •• • • • • •
•••••••••••
BS SETTEMBRE 1999

5.2 Page 42

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r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Fo1mule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
«. .. lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire... , (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi , per scopi
missionari e per l'educazione
cri stian a.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« .. . annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
SETTEMBRE 1999 BS
I NOSTRI MORTI
ROTA sac. Pietro, salesiano ,
t Torino Crocetta il 30/03/1999 a 73 anni.
Una lunga malattia lo ha costretto al ~alva-
rio di undici anni di dialisi che sopporto con
paziente rassegnazione. Affascinai_~ dalla
figura di Don Bosco, che era stato p1u volte
al suo paese natio , Lu Monferrato , d1ven_ne
salesiano il 16 agosto 1942. Era suo vivo
desiderio di andare subito in missione, ma
sua vera missione fu l'oratorio praticamen-
te per tutta la vita. Sempre presente tra .i
suoi ragazzi nei cortili , nelle assoc1az1oni '.
nei gruppi , nelle funzioni_ rel igio_se._Ira gli
oratoriani è vissuto tra gli oratoriani e mor-
to. Una grande folla di loro, passati e attua-
li si è stretta attorno alle sue spoglie mor-
t~li : con lui è morto il loro punto di riferi-
mento , un pezzo di storia importante dell'o-
ratorio della Crocetta. Tutti lo ricordano
con profondo rimpianto e lo pre~a_no di
continuare dal cielo la sua opera d1 diretto-
re dell 'oratorio.
MANIERI sig . Alfredo,
papà di un salesiano ,
.
t Corinaldo (AN) il 17/05/1999 a 88 anni .
Uomo dal forte carattere, ha amato la fami -
glia e il lavoro sopra ogni cosa, esempio a
figli e nipoti di rettitudine e onestà a volte
perfino dura e quasi scontrosa. Perduti due
figli , ha accettato con comprens1b1le sacrifi-
cio che l'unico maschio rimastogli donasse
la sua vita a Don Bosco e diventasse sa-
cerdote . Ha amato i nipoti come fossero fi-
gli. Un incidente gli ha riservato trent'anni
di calvario che ha stoicamente accettato,
senza mai smettere di amare la vita, di in-
teressarsi a mille cose, di discutere su mil-
le problemi , di praticare innumerevoli hob-
by , che gli hanno reso meno pesante la
giornata e alleviato la sofferenza. Nella for-
zata inattività ha riscoperto 11 valore della
preghiera: una lunga _fi_la di parenti , amici '.
compagni d'arme e d1 1ntenz1oni particolari
lo tenevano per lungo tempo, soprattutto la
notte, impegnato a pregare.
FENYÒ sac. Vendei , salesiano,
t Roma Pisana il 25/01 /1999 a 72 anni .
L'umiltà, la disponibilità, la mite2;za, la pa-
zienza sono state le note costanti della sua
vita. Ha sempre sopportato con pazienza
invidiabile i non pochi malanni che hanno
caratterizzato la sua salute, senza mai la-
mentarsi. Lineare la sua vita. Dalla sua Un-
gheria fu inviato in Italia per studiare e in
Italia restò date anche le dolorose vicende
che dovette subire la sua patria. Così incar-
dinato prima nella ispettoria romana verrà
nel 1965 chiamato a lavorare nella Casa
Generalizia : sarà per 25 anni solerte_ e
puntuale archivista prima a Valdocco poi a
Roma : un lavoro umile, silenzioso ma pre-
ziosissimo di cui se ne godono tuttora i frut-
ti. Cortese nel tratto , delicato verso i con-
fratelli , disponibile al servizio , don Fenio
lascia nel cuore di tutti il rimpianto d1 un
uomo buono e di un confratello esemplare.
VAULA sac. Stefano, salesiano ,
t Torino il 19/04/1998 a 92 anni.
Competenza, chiarezza , precisione, ordi_-
ne, queste le doti che unite alla s1gnonl1ta
del tratto fanno di don Stefano un uomo e
un salesiano come pochi. Buonumore , se-
renità , gioia erano i doni che regalava _co~
la sua presenza. Ha vissuto la semplic1ta
delle persone grandi. Fu un uomo di cuore
sempre pronto a accogliere , servire, bene-
ficare: non poche persone furono legate a
lui da amicizia e ammirazione . Molto del
suo apostolato lo svolse nella scuola quale
insegnante e molti ex alunni ricordano la
sua valentia , il suo entusiasmo , la sua
chiarezza. Fu direttore di comunità attento
ai bisogni dei confratelli , sensibile alle loro
sofferenze , pronto ad aiutarli nelle d1ffl-
coltà. Nel ministero sacerdotale fu zelante
predicatore , confessore disponibile _e fede-
le , attento e profondo direttore d1 spmto.
BUCCELLA sac. Pasquale, salesiano,
t Castellammare di Stabia
il 21 /05/1999 a 88 anni.
Uomo mite e generoso, ha realizzato il suo
progetto vocazionale con estrema, riserva-
tezza e con edificante d1sponib11ita. 11 suo
curricolo ministeriale è stato segnato da un
abbinamento a lui congeniale : catechista,
cioè direttore spirituale, e confessore. E
proprio nel confessionale - nelle nostre ca-
se e presso il santuario della Beata Ver-
gine di Pompei - ha manifestato "la sua
paternità spirituale nel modo più _pi_eno" al
servizio dei fratelli. Sessanta anni d1 sacer-
dozio e sessantanove di vita religiosa sale-
siana sono la testimonianza viva della sua
fedeltà a Cristo e a Don Bosco.
È bello tramon
dal mondo, ~ers
affinche in
si possa ri~or
•I
PESCUMA sac. Arnaldo , salesiano ,
t Bari il 16/05/1999 a 68 anni.
Sacerdote di solida preparazione culturale,
teologica e salesiana, dai modi riservati e
-; discreti , ma capace di rapportarsi co_n tutti
e di offrire indicazioni e prospettive d1 solu-
zione ai ragazzi e agli adulti_in diff_icolt~.
Apprezzato docente di lettere 1n van 1st1tut1,
ha profuso gli ultimi 30 anni della su_e ener-
gie a Bari , nonostante la salute cagionevo-
le e l'insorgere d1 un male 1ncurab1le che
ne ha minato le forze . Ha offerto con sere-
na consapevolezza le sue sqfferenze per
le vocazioni e per l'ispettoria. E ritornato al-
la Casa del Padre - segno di gioiosa spe-
ranza per noi - nel giorno dell'Ascensione
del Signore.

5.3 Page 43

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I nizfamo con questo mese di
settembre la storia a fumetti
di un ' altra grande figura del-
la parabola salesiana: quella della
cofondatrice, assieme a Don Bo-
sco, delle Figlie di Maria Ausilia-
trice, santa Maria Domenica Maz-
zarello. Scrive M. Pia Giudici:
Lei, la prima,
come capo cordata.. .
Perché ha battuto
i giusti sentieri su cui il Sole di Dio
dà forza a tutti i "sì"
che occorrono
se si vuole esser.e cristiani veri.
Restiamo convinti che offrire ai
lettori l'esempio di una vita dona-
ta vuol dire offrire il meglio che si
possa desiderare per essere perso-
ne/capolavoro, quali ci sogna il
Creatore.
i esto di qinQ. Lubich
lii st"f~i9~i di Giorgio Trevisan
lettedbg"Ht l!orenzo·Lazzarin
r1
SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO

5.4 Page 44

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A Q:lSC/1\\t<l DELLA "VALPONASGA",A Gt.lASI UN'0/?4 0 1 .sr,e,::,.oA
DA MORNESE, NEL MONFERfi:470 ... QUESTA STORIA INCOMINCIA
VERSO LA META' DEL 1800-
ZARELLO:
L/OL I ...ua.R/A E '
~LIELO DICO SEM-
PRE : SE CONTINUI
COSI' NON TROVERO'
PILI ' LAVORANTI PER
LE MIE VIGNE. TE-
MONO DI SFIGURA-
RE ...
MARIAMAZ
PESTAR/NO , !.
RITUALE, E '
SE, E ALLOR-<1
UN V/07TOLO
TROVAR.
'ETTORE
DA A10RNE
DI CORSA
FANO, PE
ACERDOTE.
CO NON
ONSO
f.JDO
NA .
M4RIA , LASC!A70 .S '5TEFANO ,
STA PER RIPRENDERE
LA ~DE7TA CI-IE SALf;. VERSO
<'ASA ; MA QUESTO
SIGNIFICA C/.IE L 'INDOMANI
MA7TINA DOVR-4' ASTENERSI
DALLA COMUNIONE...
SETTEMBRE 1999 BS

5.5 Page 45

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L.D.C.
HA C!A' CORSO TAN70, CORRER4'ANCORA . ALTRI C/.1/LOMETRI E'
Cllll.DA1ETRI, SU E CILI' PER LE COLLINE, VERSO UN A l ~ PAESE=...
MARi4 E'GIUNTA T~FELATA ALLA C4NON!CA
DI UN'ALTRA PARROCcJ./IA.
IL PARROCO 1-JA OSPITI
A CENA,CARAlA MIA
RAGAZZA, E NON SI
PUO' DISTURE3ARLO .
IL CUORE IN FESTA RITMA LA LUN
DEL RITORNO ALLA "VALPONASCA.".
L'ALTRO,MARIA E'SEMPREPIU'A
OMBRE DELLA NOTTE et/ESCENDE.
Cl-// BRILLANO DI FELIC/7:4' : POC/.IE
E,ANCORA PRIMA DELL'ALBA,SI RI
CAMMINO PER SCENDERE, COME:
ALL 'APPUNTAMEN
'
NELLA C.1-/IESA
RNESE.
BS SETTEMBRE 1999

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
questa volta le cose andarono
diversamente. Al quarto mese
cominciai ad accusare dei torti
r DITA
DA AMPUTARE
esprimere pubblicamente ricono-
scenza a Don Bosco per i nume-
rosi e mirabili modi con i quali ci
dolori. Dopo due ricoveri in cui
fui sottoposta a delicate cure
per salvaguardare la creatura
che portavo in seno e dopo
atroci sofferenze da parte mia, è
nata Maria Claudia. Il nostro
grazie va al caro san Domeni-
co Savio di cui ho portato l'abi-
tino senza mai distaccarmene.
Maria Cristina Fa/Iucca,
Palermo
Ebbi un grave incidente sul la-
voro ferendomi la mano con la
sega elettrica. Fui trasportato
urgentemente al Pronto Soccor-
so dove i medici dopo avermi
operato mi dissero che succes-
sivamente sarebbe stato neces-
sario amputare due dita. lo pre-
gai tanto san Giovanni Bosco
perché ciò non avvenisse. Dopo
dieci o dodici giorni mi comuni -
è stato vicino e ci ha aiutato.
C. C. , Varese
r DAVANTI ALLA
SUA STATUA
Nell'estate del 1993, venne dia-
gnosticata a mio marito all'età di
64 anni una grave malattia, in
fase già molto avanzata, tanto
da far ritenere inutile ai medici un
intervento chirurgico. Mi rivolsi ,
allora, con viva fede a Mamma
Margherita insieme a mio mari-
to. Ci recammo a Castelnuovo
Don Bosco, dove rinnovai le mie
preghiere davanti alla statua di
Mamma Margherita. Da allora
mio marito , sia pure sostenuto
da un'adeguata terapia farma-
cologica, ha potuto beneficiare
di progressivi miglioramenti. La
sua malattia, infatti , è regredita
ed oggi gode di buone condizio-
ni di salute. Di tutto ciò sono
grata a Mamma Margherita.
r L'HANNO
PREGATO
IN TANTI
Mio nipotino Simone ha compiu-
to otto mesi ed è un bellissimo
bimbo sano : di questo sono e
sarò sempre riconoscente a san
Domenico Savio . A Lui l'ho af-
fidato da quando la mamma,
mia figlia , ne era in attesa: dal
primo esame del sangue risultò
affetta da toxoplasmosi. I peri-
co li di malformazioni erano molti
ma anche i genitori , sicuri del-
l'aiuto del Santo , hanno saputo
affrontare i rischi con fiducia . In
tanti L'hanno pregato e la grazia
è stata totale. Grazie , san Do-
menico Savio, anche per l'aiuto
che hai sempre dato alle mam-
me ed a ogni bimbo nato nella
nostra numerosa famiglia.
Maria Grazia Martinacci, Torino
carono che andava tutto bene e
che non era più necessaria
l'amputazione.
Enzo Ancona, Putignano (Bari)
r Cl È SEMBRATO
UN MIRACOLO
Sono una signora di 33 anni. Al-
l'età di 22 mi fu diagnosticato un
ovaio policistico. I medici non
azzardavano ipotesi sul futuro.
Da due anni sono sposata. Na-
turalmente c'è stato subito il de-
siderio di un figlio . Ma la strada
si è dimostrata molto difficile:
pellegrinaggi da un ospedale
all 'altro , cure , speranze , delu-
sioni. Recentemente mi fu rega-
lato l'abitino di san Domenico
Savio . Non molto tempo dopo ,
in occasione di un esame di
ecografia , appresi la sospirata
notizia di essere in attesa. Ci è
sembrato un miracolo. I medici
anz i prevedono che saranno
due gemelli. Son trascorsi tre
r C'ERA UN GRANDE
SCORAMENTO
Ero tanto in ambascia nel vede-
re mio figlio intristire ogni giorno
di più: non riusci va ad inserirsi
per un lavoro redditizio , solo
esperienze in ditte che sfruttava-
no il suo lavoro senza pagargli il
dovuto. Per lui e per noi c'era
un grande scoramento. L' ho
tanto raccomandato a san Gio-
vanni Bosco e ora tutto è av-
viato per una soluzione positiva.
L. G., Torino
r SERENITÀ
E MATERNITÀ
Essendomi sposata non più gio-
vanissima, sembrava ormai non
più possibile avere un figlio che
tanto desideravamo. Sono ricor-
N.F., Torino
mesi ed io ho già motivo per rin- sa ad un intervento chirurgico ,
r FA MIGLIOijARE
LA QUALITA
DELLA VITA
graziare san Domenico Savio
nella dolce speranza che egli mi
assista sino alla fine.
Ivana Remonato,
S. Bonifacio (VR)
anche se i medici mi avevano
avvertita che le probabilità di un
es ito positivo sarebbero state
molto limitate. Subentrò in me
un periodo di forte depressione.
Fu in quel tempo che il sacerdo-
r Prego ogni giorno per la canoniz-
zazione di Mamma Margherita,
una splendida figura che mi aiuta
a migliorare la qualità della vita.
IN TEMPO BREVE
r UNADIMORA
RICOSTRUITA
te che ci aveva uniti in matrimo-
nio , venuto a conoscenza della
situazione, ci portò un abitino di
san Domenico Savio. lo co-
minciai subito a pregarlo e ritro-
Ho esperimentato recentemente
la sua valida intercessione per-
ché dopo una decisiva visita
medica per mio marito ne è
seguito un risultato positivo . A
Lei il mio ringraziamento mentre
continuo ad invocarla con fiducia.
L. C. V.
r DOPO ATROCI
SOFFERENZE
Dopo due gravidanze bellissime
e serene e la nascita di Davide
e Giorgio, mi accorsi di aspetta-
Mio nipote Antonio, in seguito ad
un incidente sul lavoro , ha avuto
un trauma cranico. Trasportato
all'ospedale di Padova, è stato
sottoposto ad operazione chirur-
gica e poi a terapia intensiva in
rianimazione . Tutti noi familiari
abbiamo affidato il caso a Maria
Ausiliatrice. A noi si sono ag-
giunte le preghiere della mia va-
sta comunità rel igiosa . In un
tempo relativamente breve mio
nipote ha ripreso conoscenza, è
andato man mano migliorando ,
tanto da poter riprendere le sue
attività fisiche e intellettuali.
Un paio di anni fa, un violento
nubifragio abbattutosi su lla zo-
na, determinava il crollo della a-
bitazione che i miei genitori ave-
vano appena acquistato e com-
pletamente ristrutturata grazie
ad una vita di lavoro e di sacrifi-
ci. Dopo i comprensibili momen-
ti di disperazione per avere
perso in pochi istanti tutti i nostri
beni , ci rivolgemmo a Don Bo-
sco nella speranza che per sua
intercessione , potessimo essere
aiutati a trova re i mezzi neces-
sari per rico struire ciò che era
stato distrutto .
Da qualche mese siamo tornati
vai tanta serenità interiore . A
questa si aggiunse la gioia della
maternità. Infatti alcuni mesi
dopo , in modo del tutto inaspet-
tato, io mi trovai in attesa di una
bambina che poi è realmente
nata, sana, bellissima, vivace.
Chiara Camo/etto Sepertino,
Savigliano (CN)
Per la pubblicazione non si
tiene conro delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
re un terzo bambino . lo e mio
marito ne fummo felicissimi. Ma
Suor Teresa Fassino FMA, nella nostra dimora completa- l'indicazione del nome.
Torino mente ricostruita ed ora vogliamo
SETTEMBRE 1999 8S

5.7 Page 47

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CYRIL Aigbadon
AMBROSE Onyekachukwu
I due primi teologi
della Nigeria salesiana.
Sono stati a Torino per un "bagno"
salesiano ai luoghi di Don Bosco,
a Perugia per un mese di italiano,
ai campi scuola per un contatto
coi giovani. Sono già tornati
in Tanzania a continuare la teologia.
Come è nata la vostra vocazione?
A.: Ho conosciuto un salesiano che veniva nella mia parrocchia a
celebrare, poi si fermava a giocare coi ragazzi. Mi ha incuriosito e im-
pressionato. Sono andato a vedere dove abitava a Onitsha, mi ci sono
fermato un po' di tempo ... ed eccomi qua.
C.: Un viaggio del gruppo giovanile agostiniano della mia parroc-
chia a Ondo mi ha fatto conoscere i salesiani , il loro modo di lavorare,
i loro laboratori. Ho voluto leggere libri su Don Bosco, e ... mi sono
innamorato di lui!
Come trovate l'Italia, rispetto alla vostra patria?
C.: Avevo sentito di gente che non prega, non va in chiesa. .. A Tori-
no ho visto il contrario: una processione immensa, messe tutti i giorni a
tutte le ore ... In quanto a mentalità i giovani sono dappertutto quasi
uguali: stessi sogni e desideri ...
A.: Confermo. Anch 'io sono stato colpito dalla devozione delle
persone .. .
Ma qualche differenza e' è... Quale la più vistosa?
C.: Beh, ecco: qui i giovani hanno un diverso modo di concepire il
tempo, hanno sempre molta fretta. Poi c'è molta vita notturna. La
notte per noi è notte ...
A.: Ammiro come le cose sono organizzate, precise, ben incasellate.
Da noi c'è più caos. Qui poi c più attenzione ai bambini e agli han-
dicappati. Le strutture sociali sono molto più avanzate che da noi: qui
tutti guadagnano, spendono, pagano Je tasse e vedono i frutti di quello
che pagano . .. Da noi pochi sono ricchi e molti poverissimi.
Quali progetti avete p er il futuro ?
A .: Voglio capire cosa fare per aiutare i giovani del mio popolo, per-
ciò, finita la teologia, mi piacerebbe fare psicologia.
C.: Voglio capire bene la spiritualità salesiana, per tradurla per i
miei connazionali. Dopo la teologia vorrei fare spiritualità o comuni-
cazione .. .
Qual è il problema più urgente della vostra terra ?
C.: La democrazia. Pare sia arrivata: abbiamo finalmente un presi-
dente cristiano. C'è da ricostruire tutto e c'è da educare alla legalità e
all 'onestà.
Vorreste ancora dire qualcosa ?
A.: Sì, qui abbiamo capito quello che i nostri salesiani hanno lascia-
to. Sono esempi molto buoni per noi. Vorremmo essere come loro.
I promotori della "Va SET-
TIMANA INTERNAZIO-
NALE SENZA TELEVI-
SIONE" hanno divulgato
la poesia di un bimbo che
ci sembra significativa.
PREGHIERA
DI UN BIMBO
DI FINE SECOLO
Signore,
trasformami
in un televisore.
Perché i miei genitori
si prendano cura di me,
come curano il televisore.
Perché mia mamma
mi segua
con la medesima
attenzione
con cui segue
la telenovela.
E mio padre
si interessi a me
come s'interessa
ai comizi del partito.
Signore, per favore,
lascia che sia
un televisore,
anche solo
per un giorno,
ti prego!
BS SETTEMBRE 1999

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
UNA SCUOLA PER AMICA
di Maria Antonia Chine/lo
La St. John Bosco High School di Liverpool.
NUOVE TECNOLOGIE E ANTICHE PAURE
di Mario Scudu
Ciò che inquieta l'uomo contemporaneo .
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INSERTO:
BASILICHE GIUBILARI
di Natale Maffioli
La basilica di S. Maria in Trastevere.
I NUMERI DELLA VERGOGNA
di Silvano Stracca
Il Giubileo e il debito pubblico internazionale .