Bollettino_Salesiano_196909


Bollettino_Salesiano_196909

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IN QUESTO NUMERO
Buio e fango nei cuori
Il sole nel cassetto
Paolo VI alle Figlie di Maria Ausiliatrice
A dieci anni dal trionfo di Don Bosco a Roma
Il Movimento "Terra Nuova"
Catechesi in famiglia
"Don Bosco, ti porto la mia porpora" (ricordo del Card. Testa)
Convegno di pastorale missionaria
Cosi si vive nella "Cidade Dom Bosco"
IN COPERTINA
Scorcio delrinterno della Basilica di San
Giovanni Bosco In Roma. Il Templo ha
un solo decennio di vita (1959-1969)
ed è gli! stato visitato da duo Papi:
Giovanni XXIII (1969) e Paolo VI (1968).
24 MAGGIO · MARIA SS. AUSILIATRICE
È il giorno in cui innumerevoli cuori da ogni
parte del mondo si danno spirituale convegno
nella sua Basilica di Valdocco, che ogni anno
per l'occasione si affolla di Cooperatori, Exallievi
e Divoti provenienti dall'Italia e dall'estero.
Cento anni fa nel nuovo Santuario si celebrava
la prima festa di Maria Ausiliatrice in forma
solennissima. l'Unità Cattolica scriveva: « È in-
credibile il concorso dei fedeli alla nuova Chiesa».
Tra le cause di questo straordinario accorrere di
devoti senza dubbio ci fu l'intervento miracoloso
della Vergine. Maria Ausiliatrice, invocata da
Don Bosco, operò vari autentici miracoli, tra i
quali la guarigione della ragazza cieca Maria
Stardero di Vinovo.
Oggi la Vergine Ausiliatrice non è meno potente
e desiderosa di aiutare i suoi figli di quanto lo
fosse un secolo fa. Occorre però la fede e l'amore
'di Don Bosco, la cui parola è sempre valida:
«Abbiate fede in Maria Ausiliatrice e vedrete
che cosa sono i miracoli».
A questa fiducia incoraggia autorevolmente il
Concilio quando. tra i titoli con cui invita a
invocare l'aiuto della Vergine, mette al secondo
posto quello di AUSILIATRICE: « la Beata Ver-
gine è invocata nella Chiesa con i titoli di A v-
vocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice»
(Cost. sulla Chiesa).

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DIO EFANGO NEI CUOR
di FERDINANDO PROSPERINI
D a quando il tristemente famoso <•rapporto >> del biologo americano Kinsey ha reso di pubblica
ragione le sfacciate confidenze - cioè le miserie morali - di cinquecento uomini e di seicento
donne in tema di esperienze sessuali, l'ossessione del sesso è esplm;a come un'atomica e ha avve-
lenato l'arte, la stampa, il cinema, la pubblicità e, in una parola, tutti i mezzi di espressione e di comu-
nicazione del pensiero, tanto che si è potuto dire recentemente, e purtroppo con aderenza alla realtà,
che << respiriamo pornografia>>.
È poco più di un anno che da queste pagine (marzo 1968) abbiamo dato l'allarme e proposta ai nostri
lettori qualche linea d'azione contro questo << dilagante e disonorante malanno>>, e la c6sa non è passata
senza qualche reazione dei « mercanti di nudo»; evidentemente avevamo colto nel segno e turbato degli
interessi.
Per la verità, avremmo voluto... turbarli di più, molto di più; ma già avvertivamo allora che la bat-
taglia, pur condotta dalla Magistratura, da molti Parlamentari, dall'Ordine dei Giornalisti e da alcune
Unioni esemplarmente attive di Cooperatori Salesiani, era « ingaggiata, non vinta>> ed era una battaglia
dura, come sempre quando si deve cozzare contro la cupidigia del denaro.
Che, a un anno di distanza, non sia ancora vinta... non c'è, purtroppo, bisogno di dimostrarlo. E
non è il caso di addormentarsi sopra qualche parziale successo.
Esemplari condanne
Però neppure i pornografi. hanno avuto sonni molto t ranquilli io questo periodo: le sanzioni penali
hanno più volte colpito i direttori responsabili delle pubblicazioni immorali e talvolta con loro sono stati
condannati anche editori, stampatori e distributori.
Per quanto la stampa non parli volentieri dei provvedimenti presi a carico dei giornalisti e quindi
le notizie siano frammentarie, di non poche sentenze di condanna pronunciate nel 1968 dai Tribunali di
Milano, Monza e Varese la zona dove fiorisce anche l'industria della pornografia) si sono potuti cono-
scere almeno gli estremi e interessano peri(?dici ben _noti alle diverse Procure della Repubblica per i nu-
merosi provvedimenti di sequestro presi a loro carico. I procedimenti giudiziari avrebbero potuto essere
alcune centinaia, ma con l'inflazione di cause dalla quale sono afflitti i Tribunali, avrebbero reso ancora
più grave quella che fu chiamata << la crisi della giustizia>>. I T ribunali si trovano costretti a àdurre in
uno vari procedimenti contro lo stesso periodico o contro diversi periodici, ma diretti dallo stes~o gior-
nalista. Tipica la condanna a due anni di reclusione e 300 mila lire di multa inflitta dal Tribunale di
Milano ad un <<tizio•>, direttore di alcune pubblicazioni periodiche, il quale era stato rinviato a giudizio
per un totale di ben 19 fascicoli, tutti a suo tempo sequestrati.
E, mentre dettavamo queste note, giungevano altre notizie interessanti: il Tribunale di 1Vlooza con-
dannava a un anno di reclusione, negandogli anche la libertà provvisoria, il direttore responsabile di
Exécutive, di cui ben 250 persone di Milano avevano denunciato un dépliant pubblicitario, degno - na-
turalmente - del periodico, il quale, dopo la condanna, ha cessato le pubblicazioni. Alla sua volta il
T ribunale di Varese ha condannato a nove mesi di reclusione la titolare (una donna!) dell'editrice del
volume Una festa erotica, ma non ha potuto colpire anche l'autore, copertosi con uno pseudonimo.
Come sono coraggiosi questi pornografi!

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Grandinata di sequestri
Un'altra voce attiva nel bilancio
della battaglia contro la pornografia
è quella dei sequestri. È il caso di
pensare che gli stessi Procuratori
della Repubblica siano nauseati di
tanta lordura nella quale sono co-
stretti a metter le mani per dovere
di ufficio. [nfatti i loro interventi
repressivi in questi ultimi tempi si
sono fatti più numerosi e soprattutto
più solleciti, in maniera da poter in-
cidere sensibilmente sulla vendita.
.Nel 1968 ben 419 volte pubblica-
zioni immorali furono colpite da
ordini di sequestro e si è trattato
quasi sempre di periodici. Alcuni
di essi erano <i periodici 1> nelle inten-
zioni dei loro editori, ma ne è uscito
un solo numero, immediatamente
raggiunto dal sequl."Stro, e la perio-
dicità si è fermata al... numero uno.
Da notarsi che spesso uno stesso
numero fu contemporaneamente col-
pito da più Procure, sicchè gli
ordini di sequestro emanati furono
complessivamente 650: un risultato
da non sottovalutare e che fa onore
alla sensibilità dei Procuratori della
Repubblica.
\\ita più ancora del numero è
interessante ed è positiva la solleci-
tudine dei provvedimenti: nel 1968
non meno di 200 furono ordinati
nello stesso giorno della denuncia e
questa presentata appena le pubblica-
zioni apparvero in vendita. Sicchè
allo stato attuale delle cose può
dirsi che quasi tutti gli stampati,
periodici o non, gravemente nega-
tivi dal punto di vista morale ven-
gono dalla '.\\Iagistraturll colpiti da
sequestro entro le 24 ore dalla loro
pubblicazione. Ne segue che, se
l'ordine fosse eseguito a dovere, non
solo elimint:rebbe gravi focolai d'in-
fezione, ma potrebbe perfino deter-
minare, per il danno della mancata
vendita, la cessazione delle pubbli-
cazioni incriminate.
Ordini dati, ma... non eseguiti
Abbiamo detto: ~ se l'ordine fosse
eseguito a dovere », cioè i"mzediata-
mente e d()'l)unque; ma se l'esecuzione
è -in rit.irdo anche solo di un giorno,
i sequestri non inciçlono sulla ven-
dita che in misura trascurabile, già
preventivata nei bilanci dei por-
nografi..
Ma, come si può chiedere questo
alle Forze dell'Ordine, che hanno
scarsi effettivi e molteplici servizi?
Come si può chiedere l'immediata e
totale esecuzione dei sequestri, se
nelle grandi città le rivendite da
2 visitare ogni giorno sono alcune cen-
tinaia? (A Roma, per esempio, sono
circa 650). Mentre... finiremo per
chiedere loro di piantonare non solo
le Banche, ma gli uffici postali, le
agenzie di assicurazione, i negozi di
preziosi, i grandi magazzini di ven-
dita, i distributori di benzina, ecc. e
di scortare i ragazzini che si recano
alla scuola o a diporto nelle ville
comunali?
Nell'attesa che le Forze dell'Or-
dine siano messe in grado di difen-
dere anche... l'ordine morale, la
consegna è ancora quella di un anno
fa: offrire loro la nostra simpatia e
la nostra cordiale e concreta soli-
darietà, vigilando sopra le rivendite
dei giornali per accertare l'eventuale
illecita esposizione cd offerta degli
stampati colpiti da sequestro e segna-
lare alla locale Autoàtà di P. S. le
infrazioni.
Esigere
provvedimenti adeguati
Ma non rinunciamo a tener desta
la pubblica opinione e, per mezzo
di essa, i pubblici poteri e i nostri
Legislatori sopra l'assoluta necessit.1
non solo di superare que1;to «punto
morto 11 della mancata o ritardata
esecuzione dei sequestri, ma di giun-
gere a una «organica legge sulla
stampa, che metta fine a questa forma
di diffusione a "basso prezzo" di
accoltellamenti, stupri, ftagtlla::ioni,
torture, furti, omicidi, rapi11e, vera e
propria esaltazione del male,>. (Così il
commento all'interpellanza Dal Can-
ton presentata nel febbraio al Senato
italiano). Se una legge, come quella
auspicata, dovrà non solo reprimere
con più gravi sanzioni, ma anche
prevenire il delitto di intaccare l'in-
tegrità psicologica e morale della
nostra gente, non farà che attuare
quanto ordina l'art. 21 ultimo comma
della Costituzione Italiana, ordine
al quale i nostri Legislatori non hanno
ancora dato un seguito. Invece... i
pornografi hanno spinto la loro
audacia fino a sollevare eccezione
contro gli stessi articoli 528 e 529 del
Codice Penale, che condannano l'o-
sceno - come è avvenuto al Tribu-
nale di i\\Ionza nella causa contro
il direttore dell'innumerevolì volte
sequestrato Meri - pretendendo
che essi siano in contrasto con la
Costituzione.
La pubblica opinione
L'interpellanza sopra accennata si
appella alla pubblica opinione. È
un fatto che questa è allarmata e
nauseata e l'eco di questa prcoccu-
pazione e di questa nausea, che
monta alla gola, è documentata nelle
numerosissime denuncie, che arri-
vano all'Autoàtà Giudiziaria, nelle
proteste sdegnate .che ospita la stampa
non legata al carro degli editori
di periodici osés, nelle fortissime
deplorazioni dei più autorevoli e
documentati interpreti della stessa
pubblica opinione: i Procuratori Ge-
nerali della Corte di Cassazione e
delle Corti di Appello in occasione
dell'apertura dell'anno giuridico.

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r
Che cosa
rimane
nell'anima
quando
si è spenta
la luce
di Dio?
Stampa Romana, organo del Sin-
dacato e dell'Ordine professionale
dei Giornalisti del Lazio, Umbria,
Abruzzo e Molise, nel numero di
gennaio-febbraio 1969 sotto i titoli
significativi: «Un monito ed un im-
pegno - Non c'è posto per i mercenari
della pomografia l>, scrive: << Spetta
all'Ordine affiancare l'azione moraliz-
zatrice della Magistratura intervenendo
a tutela della dignità professùmale ogni
volta che la legge glielo consenta.
Nelle nostre file non deve esserci
posto per mercenari senza scrupoli cui
deve essere negata ogni solidarietà da
parte di chi, come noi, considera la
nostra professione ima attività cul-
turale informativa e formativa al
servizio della comunità i>.
Indubbiamente spetta all'Ordine
salvaguardare l'onore dei giornalisti,
cancellando dall'Albo professionale
gli indegni, ma spetta «a tutti>>,
nessuno eccettuato, difendere il pre-
zioso bene sociale del buon costume.
Noi pensiamo che in ogni cate-
goria, in ogni professione, in ogni
ordine sociale e a tutti i livelli, dai
più umili ai più elevati, ci sono Coo-
peratori Salesiani, che hanno impa-
rato alla scuola di Don Bosco che
la vita vale la pena di spenderla
per salvare le anime.
Ciascuno usi delle proprie forze,
del proprio tempo, del proprio pre-
stigio, per stroncare l'indegno merci-
monio, che è scuola di pervertimento
e via a una spaventosa decadenza.
MONS. FERDINANDO PROS PERINI 3

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Il SOLE
NEL
CASSETTO
Una collana
di volumetti del Vangelo
nel giro di pochi mesi
sta per toccare
i çlue milioni di copie,
Costano solo cinquanta lire
per volumetto,
meno di un giornale o di un caffè.
L'idea è partita da
due dottoresse medico-chirurghi.
Vogliono imitare San Luca
che era medico ed evangelizzatore.
Un sacerdote salesiano
prepara i volumetti.
L'iniziativa avrebbe fatto
la gioia di Don Bosco.

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R e osta è un paese a pochi chilometri da Torino,
sulle colline. Non discosto dal lago di Avigliana.
Facciamo una visita al Centro Mater Divù1ae Gratiae.
Due dottoresse, P. e R, ci salutano: sono tutte e due
laureate in medicina e chirurgia; svolgono la loro pro-
fessione medica in un ospedale di Torino e in un loro
ambulatorio e poi diffondono il Vangelo e l'amore alla
Madonna. Accoglienti. Ci parlano con un linguaggio
moderno: << I cristiani devono conquistare la società...
Hanno purtroppo un cristianesimo da frigorifero ...
dovrebbero apparire più ridenti. Il loro biglietto .da
visita deve essere La carità: mostrarlo a tutti. Occorre
essere un segno della bontà di Dio... Parlare a tutti di
Gesù... Parlare con le parole stesse di Gesù... diffondere
il Vangelo a ogni persona.. . Non offrire acqua religiosa
inzuccherata, ma Gesù allo stato puro, come è presen-
tato nel Vangelo, con linguaggio moderno, d'asfalto...
La gente ha fame e sete della Parola di Dio.. . C'è stata
una flessione nell'amore alla Madonna... Pcrchc la si
è dimenticata ? Eppure è Lei che porta a Gesù. È Lei
che dice: ''Fate tutto quello che Gesù vi dirà"».
Le due dottoresse hanno un'aria gioviale e_ serena.
Tengono in mano i fili di un vasto movimento di dif-
fusione del Vangelo e della Parola di Dio, oltre all'amore
specifico per la Madonna. Abitano in una casa moderna,
ariosa; all'ingresso vi campeggia un magnifico dipinto
della l\\1adonna; anche i più surrealistici pittori mo-
derni non possono fare a meno di ammirarlo.
- Chi l'ha dipinta?
- Una signorina farmacista che si è chiusa in con-
vento di clausura. L'ha dipinta alla maniera del Beato
Angelico: con un pennello di luce e di preghiera.
- E voi durante il giorno.?
- Facciamo come San Luca: esercitiamo la nostra
professione ùi medici, poi evangelizziamo diffondendo
i volumetti della Collana Magnificat, preparati da un
sacerdote salesiano di Torino.
- Da quanto tempo I: iniziata la diffusione?
- Due anni e poco più.
- E quanti ne sono stati diffusi?
- Ci si avvia al traguardo dei due milioni di copie.
C'è da dire che costano soltanto cinquanta lire, il che
vuol dire meno di un caffè o di un giornale. Vi abbiamo
messo la scritta « non commerciabile >l, perchè non in-
tendiamo fare commercio; anzi siamo in pura perdita,
nonostante l'alta tiratura. Non ci si cava dalle spese se
non fosse per un intervento provvidenziale del Signore.
E qui ci raccontano e snocciolano una serie di episodi
che mostrano come il Signore intervenga all'ultimo mo-
mento con un colpo tli poker a rovesciare tutte le pre-
visioni e a liberare dalle situazioni più ingarbugliate.
<< Ne avremmo da raccontare... Difficoltà non ne man-
cano, tutt'altro. Ci siamo ispirate a Don Bosco: anche
lui era un meraviglioso propagandista del Signore. La
Storia Sacra di Don Bosco, chi non la ricorda? Un suc-
cesso popolare come pochissimi. E poi Don Bosco amava
la Parola di Dio e la viveva. 1 on parliamo poi del suo
arriore alla Madonna•>.
- Ma come avete fatto a lanciarvi in un'impresa edi-
toriale che umanamente sembrava votata al fallimento?
Non sapevate che non ci ricavavate alcun utile, nessun
profitto ? Questo è contro tutte le leggi economiche
moderne. Questo va contro le più elementari teorie della
programmazione, di Keynes o di Galbraith. Qualsiasi
uomo di affari vi avrebbe classificate da pazze, non è vero?
- Ce l'hanno detto, eccome. Ma noi ci siamo fidate
di una parola del Vangelo. Gesù chiese ai suoi discepoli
nell'ultima Cena: << Quando vi ho mandato a evangeliz-
zare vi è mancato qualcosa? >l. E i discepoli gli risposero:
«No,). E i paradossi del Vangelo continuano a sconcer-
tare tutti i ragionamenti umani anche nell'anno dello
sbarco sulla Luna r969.
Il « boom» dei Vangelini
Ci introducono in un salottino modernissimo. Ll si
può discorrere a tutto agio. In una specie di bacheca
sono allineati quattordici volumetti della serie Magnificat:
il Vangelo di San Matteo, di Sa11 Marco, di San Luca,
di San Giovanni, gli Atti degli Apostoli, Le Lettere di
San Pietro, San Paolo agli Efesini, l'Apocalisse, i Sa/mi
(tre volumetti), le Parabole di Gesù, i Mìracoli di Gesu,
l'Eucaristia 11ei Vangeli. Hanno copertine plastificate,
a quattro colori: bellissime, in massi.ma parte riprodu-
zione di opere d'arte. Li sfogliamo: carta bianchissima,
stampa elegante, leggibilità massima. Un commento
che piace e che attinge agli studi dell'esegèsi. Questi
volumetti portano l'intelligenza del lettore a contatto
diretto con la Parola di Dio, gli aprono il cuore alle ri-
sonanze della Parola divina.
Le dottoresse ci dicono: ~ Noi vogliamo mettere la
vita cristiana in presa diretta con La Bibbia, lasciando
a questo contatto biblico di realizzare da solo lo choc
purificatore. La Parola di Dio è oggi al centro dell'in-
segnamento della fede, è nel cuore della liturgia. Il
Vaticano II ha consacrato un simile rinnovamento
biblico. Occorre portare la gente al Vangelo. I.a Bibbia
più che un libro è un avvenimento: è Dio che ci parla.
E lo è ogniqualvolta il credente l'ascolta, la legge, la
medita in comunione di amore con la Chiesa e col ma-
gistero della Chiesa. Lo è ogniqualvolta la Parola di
Dio è ascoltata nello Spirito Santo, cioè quando la
comunione fraterna verifica e dilata l'ascolto di Dio >>.
E qui ci spiegano come si è verificato il boom di Vange-
lini e di volumetti. Alcune grandi fabbrich6 ne banno ac-
quistati a decine di migliaia: la Fiat, le fabbriche di
Porto Marghera, ecc. Il cardinale Urbani, per esempio,
in occasione del centenario di San Marco, ba ordinato
un'edizione speciale del Vangelo di San Marco (più
di 20.000 copie) per La sua diocesi. In alcuni seminari i
sacerdoti novelli, invece che l'immaginetta-ricordo della
loro ordinazione saccrd9tale, prefenscono dare i volu-
metti_ del Vangelo con stampata la dicitura commemora-
tiva della loro prirria messa. Così fanno i parroci nelle
benedizioni pasquali delle case, per le prime comunioni,
nelle scuole.
Un volumetto che è andato via come il pane sono le
Parabole di Gesu. Le parabole sono raccolte vangelo
per vangelo e commentate minuziosamente: in tutto
sono 72.
L'Eucaristia nei Vangeli
Una dottoressa si alza, prende in mano un volumetto
che porta il seguente titolo: L'Eucaristia nei Vangeli.
In copertina c'è la delicatissima e stupenda raffigurazione
di Leonarçlo d:,\\ Vinci: il Gesù dell'Ultima Cena.
Non ci si stanca di ammirarla.
- Il commento di questi capitoli del Vangelo che
parlano dell'Eucaristia (il sesto di San Giovanni, l'isti-
tuzione nei sinottiti, i cinque capitoli del discorso d'ad-
dio di Gesti, La cena eucaristica di Emmaus) vogliono
aiutare il lettore ad accostare il Vangelo con il dia-
gramma dello Spirito Santo, cioè con quell'apertura
massima della lente umana che solo Dio può dare.
E legge il reclamino che è scritto su un loro giorna-
letto mensile a proposito dell'Eucaristia nei Vangeli:
<! Un uomo si (z/za, a$sÌSte alla messa, fa la comunione. 5

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Tulle le ore che seguono sono bag11ate di Dio. Lavori,
mediti, parli, la grazia sacramentale imbeve la ma gior-
nata al punto che, se atiche è incline alla noia, al terrore
della solitudini', eccolo guarito per sempre. Come la luce
fin dall'alba decòra il deserto, così la piccola ostia della
messa si alza, sale, irraggia, prende possesso della creatura
che la riceve 11ella CQmu11io11e, co11 una potenza tra11quilla.
Niente impeg 11a un U0'1W quanto l'Eucaristia •· Sono pa-
role dell'accademico di Francia, Francesco Mauriac.
E subito legge un'altra citazione di Pitigrilli: «Nel
momento in cui i miei nervi comùtciauo a dif;e11ire i11cande-
sce11ti, io vedo i 350.000 sacerdoti che og11i giorno cele-
brano il sacrificio della Messa e, se chiudo gli occhi, il
mo11do si punteggia, ugni minuto secorukJ, di qualtro Ostie
che .ri /eva110 pallide nelle tenebre. E le mie sofferenze
si placano ,1.
Ci dicono anche:
- Questo volumetto spiega l'Eucaristia attingendo
direttamente nei quattro Vangeli, riferendo per disteso
i brani che ne accennano o ne parlano in maniera chia-
rissima, così che possano servire anche come testo per
letture bibliche di carattere eucaristico (quest'anno la
campagna dell'azione cattolica e dell'episcopato ita-
liano è sull'Eucaristia; e anche la strenna del Rettor
Maggiore dei Salesiani punta sull'Eucaristia).
E con un sorriso aggiungono: • Basta richiedere il vo-
lumetto al Centro Mater Divinae Gra!.iae (176 pagine,
copertina plastificata a 4 colori, con allegata l'enciclica
Mysterium fidei). li prezzo di lire 50 è un prezzo ir-
risorio, vorremmo dire gratuito, in pura perdita.
La lettera di M aria Rosa
Una dottoressa tira fuori una lettera. È di una certa
signorina 1\\laria Rosa :.\\1. di Genova, una propagandista
il numero uno» dei Vangelini. Legge: «Tutto è comin-
ciato per quei due vangelini in soprappiù. Ne erano
stati donati al personale dello stabilimento Elah e poi
ne avevamo tenuto qualcuno per coloro che erano as-
senti al momento della distribuzione. Però due van~e-
lini erano proprio avanzati; per un po' erano stati a
disposizione di chi ce li avesse chiesti e poi piano piano
ce li siamo dimenticati fino a_l giorno in cui...
Penso càpitino a tutti certe giornate nere nere in cui
sembra che tutto si coalizzi per rendere il lavoro più
difficile e pesante: dai malumori di chi dirige a quelli
del collega che pare voglia scaricare su di noi con sgarbi
e parole aspre le difficoltà personali. Proprio in una di
queste giornate particolarmente nuvolose cercavo qual-
cosa che potesse rompere il gri~ore opprimente e por-
tare una schiarita nella lunga giornata di lavoro. Avevo
aperto il cassetto della scrivania, ma in realtà non sa-
pevo neppure io che cosa vi avrei potuto trovare. Però
in quel momento non avrei avuto molta scelta; forse
avrei potuto trovare una caramella. Cosl nello spostart:
le. varie cose spuntarono i due vangelini dimenticati.
Fu una sorpresa meravigliosa. Divisi l'inattesa gioia
con una collega. Ciascuna per proprio conto aprì a
caso il libro, come per ascoltare rivolte a se stessa le
parole di Gesù, che, in quella scelta a caso della pagina,
ce le voleva forse puntualizzare come pensiero per quella
circostanza.
Al contatto della sor~ente della Luce le nubi che gra-
vavano sul cuore sparirono: avevo trovato il Sole nel
cassetto. Da allora, appena in ufficio c'era un momento
di pausa, aprivo svelta il cassetto per tuffare lo sguardo
nel mare di Luce che è il Vangelo. A dir la verità, qualche
6 volta pescai i capitoli che parlano di Croce e di Cal-
vario; ci rimanevo un po' male; non sempre mi sentivo
disposta a quelle gravi meditazioni; ne avrei volute
altre: la trasfigurazione, per esempio, La risurrezione.
Non era facile accettare quelle pagine; allora. cercavo
con una rapida manovra (direi non molto leale) di aprire
il vangelino nelle pagine dove ero certa che non si
parlava di Passione e di Croce.
Ormai sapevo che cosa avrei trovato aprendo all'inizio,
o a metà o in fondo. Perciò decisi di cambiare. Scrissi
i vari numeri dei capitoli e dei versetti su dei quadra-
tini di cartone, poi li misi dentro a una busta. Ogni
volta che voglio aprire il Vangelo pesco dalla busta due
numeri; il primo mi indica iJ capitolo, il secondo il ver-
setto. È emozionante. Anche la mia collega ne è entu-
siasta. È capitato che qualche altra collega ci vedesse
con in mano la busta a pescare i quadratini di cartone
e, dopo aver chiesto e ottenuto spiegazione di ciò che
stavamo facendo, volesse fare altrettanto. Da quel
giorno, appena abbiamo un momento di tempo, ve-
niamo per pescare il versetto, commentarlo, capire
che cosa vuole dirci Gesù: lo incontriamo a sorpresa
in quel raggio di sole che è il Vangelo nel cassetto».
Non siat e lampade spente
Grazie, :l\\laria Rosa, di questa m1z1at1va di bene t,
dicemmo alla fine. E rivolti alle dottoresse:
- Che cosa avete adesso in programma ?
Sorrisero e poi, quasi rivelando un segreto, dissero:
Un volumetto che andrà via come quello dell'Eu-
caristia.
- E cioè?
- La Madonna nei Vangeli.
--
S:veiampcerertoa.
lire 50 ?
Tutti i volumetti
sono
a
lire
50.
Una delle due dottoresse citò un'espressione di San
Luigi Grignion de Montfort: Dove c'è mollo amore e
nwlta presmza della Nladorma, si riceve molto Spirito
Santo; dove c'è poco amore e poca presenza della Madonna,
si riceve poco Spirito Santo ».
È vero. Sant'Ireneo diceva che dove c'è la Chiesa,
c'è lo Spirito Santo. La Parola di Dio non può essere
intesa che nello Spirito Santo, grazie al senso che la
Chiesa ci trasmette. i\\Ia per intendetla bisogna essere
docili allo Spirito Santo. E questo Spirito Santo spinge
la Chiesa verso gli umili, i poveri, i giovani, i miseri:
a evangelizzare i poveri, diceva Gesù. Intendere la Pa-
rola di Dio vuol dire anche oggi « passare ai pagani,
a quelli che la ignorano ))1 come faceva San Paolo.
E fare propria questa parola di Gesù per poterla tra-
smettere ai fratelli, soprattutto alle anime giovanili
che ne sono avidissime.
Uscendo ci capitò sott'occhi una copia dell'Osserva-
tore Roma1t(J di luncdl-martcdl ro-1 r marzo. Il titolo
diceva tutto: << Il dovere di ascoltare e studiare la Pa-
rola di Dio, fonte ddla Fede •· Era un discorso del
Papa nella parrocchia romana di San Pio V (il Papa
dell'Ausiliatrice). li Santo Padre commentava uno
spunto del -Vangelo e precisamente la frase di Gesù:
«Beati coloro che ascoltano la Parola del Signore
e diceva ai fedeli: *Non siate lampade spetite, 110n siate
dei cristiani ig11ora1tti; fate che 11011 vi si possa rimprotJe-
rare: "Tu non sai quello e/te credi". È importantisfimo
conoscere la Parola del Signore. La Fede nasce dall'ac-
cettazione e dall'ascoltazume della Parola del Signore.
Guardate di amare la Parola di Dio, di essere mmii,
affamati, di ,mtrfrvi di Parola di Dio, studiando il Van-
gelo,.

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(vedere o psg. 18
i nomi delle nuove e/elle)
VI ALLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
« Le vostre opere vi meritano la Nostra riconoscenza speciale e quella di tutta la Chiesa», ha
detto Paolo VI alle Figlie di Maria Ausiliatrice che partecipano al Capitolo Generale Speciale
Particolari parole di incoraggiamento e
di augurio - scriveva L'Osservatore
Romano del 27 marzo - il Papa ha
rivolto a centocinquanta Figlie di Maria
Ausiliatrice che partecipano a Roma al
loro Capitolo Generale Speciale in con-
formità alle esigenze espresse dal Con-
cilio per il rinnovamento della vita reli-
giosa. Alle rappresentanti di questa
Famiglia religiosa che conta un gran
numero di appartenenti e che è sparsa
in tutti i continenti, Paolo VI ha detto:
« ... Adesso salutiamo un gruppo
molto significativo, cioè le Madri
Capitolari dell'Istituto delle Figlie
di Maria Ausiliatrice, le Salesiane
di Don Bosco.
Ci sentiamo debitori di un partico-
lare saluto, incoraggiamento e au-
gurio a voi che partecipate al Ca-
pitolo Generale Speciale, voluto
dal Concilio Vaticano Il per il rin-
novamento della vita religiosa.
Vi accogliamo con piacere e con
compiacimento e avremmo tante
cose da dirvi...
Sappiamo come siete impegnate,
specialmente per /'educazione della
gioventù. Non possiamo fare altro
che ringraziarvi di questo in nome
di Cristo e incoraggiarvi. Voi avete
scelto una grande via, un grande
programma e un grande servizio
per la Chiesa del Signore. Siate
forti e perseveranti. La nostra be-
nedizione e il nostro incoraggia-
mento vi è assicurato, anche per-
chè Noi stessi abbiamo avuto la
fortuna di conoscere un po' da vi-
cino l'opera vostra in via Bonvesin
de la Riva, con più di mille figliole
che lo frequentano; e cosi tante
altre case e opere che veramente
vi meritano la nostra riconoscenza
speciale e certamente quella di
tutta la Chiesa, per la quale voi la-
vorate e in nome della quale, figlie
carissime, vi benediciamo JJ.
Altri pensieri aggiunse poi alla Madre
Angela Vespa, Superiora Generale eme-
rita, e alla nuova Superiora Generale,
Madre Ersilia Canta, che poterono acco-
stare personalmente Sua Santità al ter-
mine dell'Udienza Generale.
Alla Madre Angela Vespa diss.e: rr la rin-
grazio per il molto lavoro che ha fatto
nell'Istituto: per il molto lavoro che l'Isti-
tuto fa nella Chiesa: fa Chiesa le è rico-
nbscente I Ormai siete diffuse in tutto Il
mondo. Diffondete l'amore al Vicario di
Gesù Cristo. Formate le Suore allo spirito
genuino dei vostri Fondatori, per la sal-
vezza della gioventù 11.
Madre Angela, interprete della comune
commozione e devozione, disse al Santo
Padre: ff Santità. l'Istituto vuole essere
fedele a/l'insegnamento di Don Bosco,
nell'amore e nella fedeltà al Papa 11.
Il Santo Padre, visibilmente confortato,
rispose: 11 SI, s,~ siate sempre fedeli a
questa consegna I11.
7

1.10 Page 10

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ADIECI ANNI
DAL ffllONffl DI DON BOSCO
AROMA
Nel tardo pomeriggio dell'11 maggio 1959
Don Bosco, con San Pio X,
ebbe in Roma una glorificazione
che fu detta
una seconda canonizzazione, e che
lo stesso Papa Giovanni definl
«sera di commozione e di amore».
In quella occasione
il Papa si augurava che
nel nuovo complesso di opere
sone attorno al Tempio
di San Giovanni Bosco
maturassero
«fecondi frutti di bene».
Ora, a dieci anni
dalla consacrazione del Tempio,
è lecito soffermarsi
a verificare l'impegno
di presenza e di testimonianza
che ha fatto della parrocchia
romana di San Giovanni s·osco
un importante centro
di vita spirituale,
anima di un popoloso e
s popolare quartiere
San Giovanni Bosco visitava Roma per la prima
volta nel 1858, affascipato dalle memorie spirituali
della città eterna e quasi obbedendo al richiamo di un
impegno apostolico più universale e duraturo. Le sue
vistte successive furono contrassew.1atc dall'urgenza e
dall'ansia delle crescenti responsabilità che il bene della
Chiesa gli veniva affidando.
Dopo cent'anni, nel 1959 il Santo ritornava a Roma,
serenamente composto nell'urna della sua glorificazione ,
terrena, in occasione della consacrazione del Tempio a
lui dedicato nell'estrema periferia tuscolana.
A venerare le spoglie mortali del Santo era venuto
in pio peUegrinaggio Giovanni X.Xl Il, un Papa dal
cuore mite e dalle idee coraggiose, tanto simile a
Don Bosco per nascita, indole e ardore apostolico. L'av-
venimento suggellava ufficiai.mente l'impegno dei Sale-
siani a dedicarsi in quel lembo della città eterna al lavoro
apostolico cbe la vocazione popolare e l'intuizione pe-
dagogica del fondatore assegnava loro.
Ora, a dieci anni dalJa consacrazione del Tempio, è
lecito soffermarsi un poco a ,·erificare l'impegno di pre-
senza e di testimonianza cbe ha fatto della parrocchia
romana di San Giovanni Bosco un importante centro
di vita spirituale, anima di un popoloso e popolare
quartiere.
A rendere più precise le informazioni, ci serviremo
dei risultati di una recente indagine socio-religiosa
svolta nella parrocchia stessa. Oltre a delineare le di-
mensioni umane del contesto sociale in cui si inserisce
la presenza cristiana della parrocchia, la ricerca di cui

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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COSI' SI VIVE
NEllA 11CIDADE
DOM BOSC011
Se non ci si prende cura di loro,
dice Padre Ernesto, dei ragazzi
della periferia di Corumbà (Bra-
sile) è tutta una massa incande-
scente pericolosissima. Lasciata a
sé, non avendo altra alternativa se
non il vizio, sarà l'incendio di do-
mani, la forza d'urto in mano a
chi potrebbe schierarla contro la
Chiesa e ogni ordine civile. Inte-
ressandosi ad essi, ho visto che
sono giovani redimibili, e molti
ancora sani. Hanno solo addosso
molta miseria e molta fame. Aiu-
tàti, tali giovani che hanno un
istintivo senso religioso, si aprono
alla gioia della verità e della vita
cristiana.
ono le 10 di sera. Sto battendo let-
tere ai benefattori della "Cidadc
Dom l3olico". quando entra un bam-
bino.
- Che vuoi, a quest'ora? Va' a
casa, che è notte.
- Non ci vado. Vog'lio rimanere
con lei.
- Perchì:?
- Pcrchè mia mamma mi batterà.
Mia sorella ha speso il poco denaro
che avevamo e dice che sono stato io.
- Di' o tua mamma che non sei
stato tu... Se resti fuori casa, sarà
peggio. Ti cercherà e se non ti
troverà...
- La mamma non mi cerca.
- Non può essere; tuttelc mamme
cercano i 6gl.i.
- fa la mia ha detto che non
mi vuole più in casa.
- Quanti anni hai?
- Dicci.
- Dove studi?
- In nei;suna parte. Non ho maj
studiato.
- Vienj con me, andiamo in cap-
pella. Don Bosco ci dirà quello che
dobbiamo fare.
- Mo io non so pregare.
- Come? La mamma non t'in-
segna a pregare?
- Mia mamma non prega e non
va mai in chiesa.
- Qùanti siete in casa?
- Io, due fratellini, una sorella
di 12 anw, il babbo e la mamma.
- E il babbo non ti cerca?
23

2.2 Page 12

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In questi luoghi
di miseria e vizio
Don Bosco cerca i suoi monelll
per farne dei ragazzi a modo
'o. Io 1:,ono fuori di casa da
dieci giorni e fìno adeS$0 non mi ha
CPJcato.
E dove mangi? dove dormi?
- Tn casa di uua vecchia.
- Come sei andato a 6nire in
quella casa?
- Mamma e papà mi correvano
dietro per picchiarmi e quella donna
vecchia mi aprì la po_rta per na-
scondermi.
- E dove passi il giorno?
- Con altri ragazzi fuggiti di casa.
- Ti piacerebbe rimanere qui?
- Sì, perchè ci sono molli bam-
bini e anch'io potrò studiare e gio-
care con Joro.
- Fino a quando rimarrai qui?
- Fino a quando lei mi lascerà.
- Non ti pare che sia meglio chia-
mare il babbo e la mamma e chiedere
loro perdono?
- È inutile. G-ià un'altra volta una
signora li pregò di non battermi.
La mamma -promise. Ma quando mi
vide solo, mi chiuse in una stanza
e mi hattè con la cinghia del cavallo.
Guardi qui il segno.
Mi mostrò due cicatrici sulla
schiena e soggiunse: - ll babbo
quando si ubriaca spacca Lutto e ci
batte tutti, I' noi dobbiamo fuggi_re.
È questo ìl trentesimo bambino
che trova _rifugio come interno nella
24 "Cidade Dom Bosco". E ne restano
centinaia di abbandonati e girovaghi,
che non possono entrare perchè man-
cano i posti, mancano i mezzi. Che
cosa diventeranno? Sara.JmO vi.ttime
della miseria e del vizio.
Colpi di rivoltella
Era già notle alta. Avevo ce!?sato
rii scrivere e mi avviavo alla mia
cameretta ripcnBando a quanto mi
aveva detto il ragazzo fuggito da
casa, quando udii due colpi di rivol-
tella a cento metri di distanza. 'es-
suno uscì dall, rase per vedere che
cosa accadessr. Gli abitanti cli questa
periferia, veri paria, sono abituati
alle scene più tristi, rassegnati a
tutte le miserie della vita.
Pochi secondi dopo, altri tre spari,
poi di nuovo silenzio...
Il giorno dopo si seppe che un
parue di 8 figli, tutti minorenni, era
sul tavolo operatorio per l'e..~trazione
di due pallottole.
Prima della fondazione della "Ci-
dacle Dom Bosco", questo era unrione
dove si commettevano crimini di
ogni genere. Col tempo i delitti sono
andati diminuendo, tuttavia abbiamo
ancora assistito con angoscia a fat-
tacci che gli stessi selvaggi n on com-
metterebbero.
Una sera, davanti a un centinaio
di allievi usciti dalla scuola alle 21,30,
un giovane fu crivellato da centinaia
di palle di mitragliatrice, perchè
aveva ucciso a sangue freddo un
sergente di polizia. Un maci:llaio
tolRe di mezzo un alto funzionario
della Giustizia, spaccandogli la testa
contro la parete. Un. giovane della
"Cidade Doro Bosco" passando da-
vanti a un gruppo di ragazzi ubriachi,
fu fulminato da un colpo di rivoltella
nella nuca. Un nosti:o benefattore, al
fermare la macchina davanti alla
nostra casa, fu accerchiato da due
assassini prezzolati. che gli spara-
rono contro. mentre lui, in un estremo
tentativo di difesa, ebbe ancora la
forza di sparare con la propria ri•
voltella un primo e ultimo colpo a
vuoto. Pochi giorni fa la polizia.
per sbaglio, colpì un povero giova-
notto, che si ripiegò su se stesso e
cadde a terra n1orto.
Oltre questi delitti, sono innume-
revoli le coltellate che accompagnano
i litigi, le tLbriacature, le vendette. I
primi quattro anni, nelle occasioni
di maggior affiusso di popolo alla
"Cidade Dom Bosco" eravamo co-
stretti a tenere alle -porte poliziotti
pronti a intervenire nei casi cli esplo-
sione di certi temperamenti violenti
e affatto privi di ogni principio di
formazione umana e sociale.

2.3 Page 13

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--
zioni cattoliche. Di esse più di 800 appartengono a
gruppi che accanto all'attività ricreativa e sportiva
curano anche la formazione morale dei giovani; le altre
persone invece appartengono ad associazioni che mi-
rano alla formazione religiosa e culturale e alla testi-
monianza della carità. Gli oratori maschili e femmi-
nili, secondo la tradizione salesiana, sono fiorenti.
Altro elemento positivo: la presenza quali.fìcata delle
scuole - scuola materna, scuola media, scuo_la di
lavoro - tenute dai Salesiani e dalle Figlie di .Nlaria
AusiJiatrice, che offrono un fattivo contributo alla so-
luzione dei gravi problemi posti da una popolazione
scolastica che nel solo ambito della parrocchia supera
le 8.000 unità.
Nel formare alla vita cristiana tutte queste masse
giovanili che gravitano attorno alla parrocchia, si se-
guono le sapienti direttive che Papa G iovanni XXIII
diede proprio in occasione della consacrazione del Tem-
pio: Si co11tinui a instillare 11ell'animo dei gwvani,
mfoacciato da tanti pericoli, quei' gra,idi ideali sap1'er1te-
mente i,uùmati da Don Bosco - l'Eucaristia, la Ma-
donna, il Papa - che soli possono c11stodire i grandi te-
sori che essi racchiudono, e plasmarli ai futuri doveri».
"Questa bella accogliente
parrocchia", ha detto Paolo VI
Questo quadro delineato sulla base dell' indagine rea-
lizzata, presenta solo una parte dell'attività svolta;
molte sono le realtà che un'indagine non può rilevare
wQuanto accadde lorisara - scriveva L"Osservatore Romano -
ha dal port11ntoso. S11mbr6 che, insiema col Papa,
anche la Basilica e la Plana di San Pietro, Il quadro e/oli
insupuablle dal popolo che ivi suola accorrere intorno Lui,
si fosse /fasferito antro II intorno al nuovo Templo... •
e che probabilmente sono le più autentiche dal punto di
vista della religiosità interiore e dell'impegno cristiano.
Sullo slancio della Chiesa post-conciliare e sulla base
delle opere già realizzate, l'impegno dei salesiani viene
rinnovato di giorno in giorno nel senso di un appro-
fondimento e di un ammodernamento delle strutture
e dei piani di lavoro.
La presenza dei continuatori dell'opera di Don Bosco
nel quartiere cerca infatti di qualificarsi sempre più
come intervento educativo e pastorale, rivolto a creare
condizioni di una comunità umana e cristiana quale una
parrocchia può e deve essere.
Le difficoltà sono proporzionali all'ampiezza del
campo pastorale, ma esse invece di mortificare sembrano
stimolare la responsabilità e l'iniziativa dei sacerdoti e dei
laici cui è stato affidato il Tempio di Don Bosco come
centro di diffusione dc!Ja fede e della carità cristiana.
La parola di Paolo VI, venuto alla Basilica del Santo
per la celebrazione eucaristica del Corpus Domini, il
25 maggio 1967 fra una folla sterminata di fedeli, sug-
gella il lavoro compiuto ed esorta a continuarlo nello
spirito e con lo stile del Santo dei giovani: «State uniti,
consideratevi fratelli affiliati a questa bella accogliente
Parrocchia: Do,i Bosco invita, chiama con i vostri
figliuoli, tutti voi con la gioconda carità cM voi C()110scete;
egli ancora vi insegna dove derlessere il centro dello spi-
rituale e settimanale co11veg,w, la Messa, la santa i'llessa
festiva, <ÙJVe Cristo ci attende, ci istruisce, ci conforta,
ci nutre, ci fa uomini veri e forti, ci guida sul sentiero del
nostro pellegrinaggio nel tempo verso l'eterna vita». 11

2.4 Page 14

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I Jpopoli della fame i11terpella110 oggi iti
111a11iera drammatica i /'<)poli del-
l'opulenza - avverte la "Populorum
Progressio" - e la Chiesa trasale
dava11li a questp grido d'a11gosria, e
chiama ognuno a risf'<)ndere co11 amore
al proprio fratello~-
Il MOVIMENTO
Questa risposta d'amore viene oggi
soprattutto dai giovani: dai tanti che
rifiutano di contestare a parole le
ingiustizie e i soprusi, e si mettono
concretamente a servizio dei defrau-
1TERRA
dati e degli oppressi.
e Ed la ri!iposta cristiana, quella
NUOUA0su cui saremo giudicati: «Ebbi fame
L' mi deste da 11u111giare... fui pelleçrino
e mi albergaste... ero nudo e 1111 ve-
stiste•·
Inserita vitalmente in una Chiesa
cht: oggi "trasale" da,·anti alla sof-
ferenza umana, e invoca una mobili-
tazione immediata per lo sviluppo
Una realtà giovanile, aperta
dei popoli, la Congregazione Sale-
siana avverte le nuo\\'c responsabilità
ai valori della solidarietà
che oggi le derivano dalla sua mis-
sione educatrice.
umana e cristiana
Sono molti, anche tra i suoi allievi,
i giovani già impegnati in generose
offerte di servizio. Come sccondarc
la loro spinta dinamica, incoraggian-
doli, aiutandoli a superare le diffi-
coltà che si frappongono alle loro
iniziative? :Vfolti ancora gli ambienti
rimasti inerti: come raggiungere an-
che questi e animarli all'azione?
Da gueste istanze è nata "Terra
Nuova' , movimento giovanile d'im-
••,

2.5 Page 15

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pegno sociale e di testimonianza cri-
stiana.
"Terra Nuova" è quindi una
realtà giovanile, perchè espres-
sione di una sensibilità nuova, aperta
ai valori della solidarietà umana e
cristiana; perchè sono i giovani che
in essa assumono l'iniziativa, operano
le scelte, realizzano il servizio, ne ve-
rificano l'efficacia.
"Terra Nuova" è un fatto spon-
taneo : non è una formula organiz-
zativa modellata su schemi astratti:
è la risuItante di esperienze concrete,
maturate all'interno della Congrega-
zione o fuori di essa; non nasce dal-
l'alto, ma è sollecitata dallo sviluppo
ùi iniziative sociali e missionarie, rea-
lizzate da allievi salesiani o comunque
animate da salesiani.
"Terra Nuova" è serviz io co-
munitario: il Movimento opera solo
in équipes, perchè in gruppo si ma-
tura L'esperienza e si ravviva l'im-
pegno; perchè il lavoro in comune _è
più organico; soprattutto perchè 11
mondo ha bisogno di scoprire i va-
lori cristiani del volersi bene.
"Terra Nuova" è collaborazione
e interscambio: occorre aiutare i
fratelli a sapersi aiutare da soli, li-
berandosi dal bisogno dell'elemosina.
Il servizio del Movimento quindi,
più che ad assistere i bisognosi, tende
a instaurate con essi rapporti di
corresponsabilità, a promuovere la
loro iniziativa autonoma, a realizzare
forme d'interscambio in cui scom-
paia il rapporto di beneficenza e
subentri quello di aiuto reciproco.
"Terra Nuova" è maturazione
personale : vivere l'esperienza del
servizio sociale e missionario è rea-
lizzare se stessi servendo agli altri,
perchè è allargare i propri orizzonti
oltre l'utile quotidiano; è conoscere
dal vivo la sofferenza umana; è
mettere in crisi le false sicurezze e i
pregiudizi razziali, nazionalistici e
di casta; è riempire di contenuti vi-
tali la propria fede.
CHI OPERA NEL M OVIMENTO
«TERRA NUOVA»
1. I volontari. Sono i giovani e
le · ragazze che intendonQ svolgere
in patria o all'estero una o più atti-
vità di servizio sociale, con spirito
cristiano, ma senza diretta responsa-
bilità di evangelizzazione e, preferi-
bilmente, in collaborazione con gio-
vani di altre nazioni e di differente
orientamento ideologico e spirituale.
I Volontari operano in Gruppi
Comunitari di Servizio Sociale, che
sono organizzati dai responsabili lo-
cali, con l'aiuto eventuale del Centro
di Coordinamento. L'impegno per-
sonale del Volontario può rimanere
del tutto libero o essere regolato me-
diante accordo formale.
2. I laici missionari. Sono i gio-
vani e le ragazze che s'impegnano a
svolgere compiti di evangelizzazione
diretta (di regola accompagnati dal-
!' esercizio di attività professionali)
in "terra di missione" o in qualsiasi
''Chiesa locale" di altra regione o na-
zione.
Operano in Gruppi Comunitari di
Laicato Missionario, anch'essi organiz-
zati dai responsabili locali, con la
eventuale collaborazione del Centro
di Coordinamento.
Il laico Missionario si differenzia
dal Volontario, oltrechè per l'attività
d'ordine prevalentemente spirituale,
per lo specifico "mandato" che gli
viene conferito, per la stabilità del
soggiorno (almeno due anni), per la
specifica preparazione (circa un anno),
per la sede di servizio (nazione o
regione diversa dalla propria).
3. I gruppiloçali. Ogni Volontario
o L aico Missionario è normalmente
l'inviato di un gruppo giovanile, e
lo rappresenta nell'adempimento del
proprio compito. Il Gruppo Locale
assicura la continuità del rapporto
mediante lo scambio di notizie e
l'aiuto spirituale e finanziario.
4. Gli amici del movimento.
Nel vasto arco delle iniziative di
"Terra Nuova" è possibile a chiun-
que - giovane, adulto, giovanissi-
mo - offrire la propria cooperazione.
Tra le forme possibili: sensibilizza-
zione dell'opinione pubblica, contri-
buti economici, prestazioni profes-
sionali.
REQUISITI PERSONALI
Per tutti i Volontari (in patria e
all'estero), e per i Laici Missionari
operanti in patria i requisiti variano
secondo le esigenze delle singole ini-
ziative.
Il lavoro impegnativo. dei Laici
Missio11ari ali'estero esige qualità spe-
cifiche personali: età normale: r 8-3 5
anni, costituzione fisica idonea, sa-
nità psichica e morale, sufficiente
maturità umana, spirito cli servizio,
una professione per lavori generici
o per lavori qualificati.
LE ZONE D'INTERVENTO
La solidarietà con chi soffre non
ha preferenze geografiche.
L'azione del Volontario si svolge
normalmente nell'ambiente locale, ma
tende a raggiungere, con eguale ge-
nerosità, - in patria e all'estero -
altre regioni povere colpite da ca-
lamità naturali o sedi d'iniziative so-
ciali.
La testimonianza dei Laici Mis-
si.onari è destinata non soltanto alle
remote " terre cli missione", ma anche
alle "Chiese locali" nazionali ed
estere, la cui necessità pastorale è
forse oggi quella cli vivere l'esperienza
animatrice cli giovani che rivelino con
la propria vita una fede nella quale
<< le gioie e le speranze, le tristezze e le
angosce degli uomini d'oggi, dei poveri
soprattutto e di tutti coloro che sof-
frono, sono pure le gioie e le speranze,
le tristezze e le angosce dei discepoli
di Cristo>> (Gaudium et Spes, 1).
GRUPPI LOCALI
Promuovono alcune delle seguenti
attività (o altre affini): assistenza mate-
riale, scolastica, spirituale a poveri
orfani, ammalati, carcerati, emigrati,
senzatetto, vittime di calamità na-
turali; esercizio gratuito o semigra-
tuito di attività professionali; oratori
volanti; lavori in cantieri, officine, sta-
bilimenti, campi agricoli (il salario
va a beneficio di iniziative sociali
e missionarie); campi cli lavoro per
rnicrorealizzazioni (case, scuole, cap-
pelle, ospedali); iniziative per assicu-
rare lavoro durevole e condizioni di
sviluppo autonomo; collaborazione
con altri gruppi locali, nazionali o
esteri; conferenze e dibattiti su pro-
blemi sociali e di evangelizzazione;
raccolta di fondi a sostegno di at-
tività.
IL CENTRO DI COORDINAMENTO
Il Movimento "Terra Nuova" è
la realtà spontanea e dinamica di
gruppi giovanili, che in forme origi-
nali e libere decidono e realizzano
iniziative sociali e missionarie.
Ma tale disponibilità s'imbatte
inevitabilmente in ostacoli che ne
limitano spesso l'efficacia. Di qui la
necessità che una équipe di giovani e
di salesiani si dedichi ali-a missione di
"servire il servizio" dei gruppi già
impegnati, aiutandoli a superare dif-
ficoltà, a migliorare metodi, ad ap-
profondire problemi, a trasmettere
ad altri le proprie esperienze.
Sorge così in Roma il Centro di
Coordinamento del Movimento
Terra Nuova, affidato a tecnici del
servizio sociale e missionario e de-
stinato a diventare la casa comune dei
Volontari e Laici Missionari di ogni
regione, e ad accogliere fraternarµente 13

2.6 Page 16

▲back to top
gli studenti esteri residenti in Italia
e provenienti da Paesi in via di svi-
luppo.
Superata la fase d'impostazione, il
Centro di Coordinamento si propone
di offrire un repertorio di servizi
formativi, organizzativi, tecnico-pro-
fessionali, amministrativi e infor-
mativi.
LA PREPARAZIONE DEI VOLONTARI
E DEI LAICI MISSIONARI
Tra i servizi del Centro di Coordi-
namento assume parùcolare risalto la
preparazione dei giovani che chiedono
di far parte di Gruppi Comunitari di
Volontari o di Laici Missionari.
Per i Volontari e i Laici Missio-
nari operanti in patria la prepa-
razione, curata dal Centro di Coordi-
namento, si realizza normalmente in
stages, campi estivi, incontri periodici
presso la sede del medesimo Centro.
Per i Laici Missionari operanti
all'estero la preparazione si realizza
in una delle seguenti forme: 1) rm
armo (o almeno vari mesi) di convi-
venza comunitaria presso iJ "Centro
di Preparazione" in Roma, annesso
al Centro di Coordinamento; 2) in-
co1ttri periodici presso case salesiane o
altre sedi, completati da qualche mese
di convivenza comunitaria presso il
Centro di Preparazione in Roma.
Per i Volontari operanti all'e-
stero la possibilità di una prepara-
zione presso il Centro di Roma è con-
dizionata dall'evolversi deUa legi-
slazione relativa alla sostituzione del
servizio militare con il servizio civile.
La preparazione a cura del Centro di
Coordinamento si realizzerà intanto
normalmente come per i Volontari
operanti in patria.
Collaborare a un servizio sociale
e missionario non è un semplice
"gesto'' di buona volontà; è essen-
zialmente una "scelta" tra una devo-
zione inerte e una fede responsabile.
«Ciascuno esamini la su.a cosciem:a,
che ha una voce nuwa per la nostra
epoca. È egli pronto a sostenere col
suo danaro le opere e le missioni orga-
11izzals in favore dei più poveri?...
a lasciare, ove fosse necessario, il pro-
prio paese, se è giovane, per aiutare que-
sta crescita delle giovani nazimli?
(Pop. Progr., 47).
Aderire a "Terra Nuova" è espri-
mere a fatti l'attualità di Don Bosco,
che fu costruttore d'umanità consa-
crando se stesso e i salesiani e ad
ogni opera di carità spin'tuale e cor-
porale verso i giovani, specialme71te i
cw pi,ì poveri~ (Costituzioni, 1 ).
~ T11tto che è umano ci riguarda ~
(Ecclesìam Suam). E ci riguarda
soprattutto se credenti in un Dio
Padre, nel quale tutti gli uomini
sono fratelli. t È a nome di questo
'Dio s del mo Figlio Gesù che noi vi
esortiamo ad ampliare i vostri cuori
secondo le dimensioni del mondo, ad
intnuhre l'appello tki wstri fratelli,
e a mettere arditamente le vostre gio-
vani energie al loro servizio~ (Mes-
saggio del Concilio ai giovani).
Le adesioni al Movimento ..Terra
Nuova.. vengono espresse preferibil-
mente mediante schede. che si possono
chiedere al Centro di Coordinamento,
via Appia Antica 126 00179 ROMA -
Tel. 51.36.727 (sede provvisoria fino al
settembre 1969).
DUE CAMPI DI LAVORO
Per esperimentare la vita comunitaria
Per integrare la formazione umana. cristiana, salesiana
Per una testimonianza di donazione
PER
GIOVANI
COOPERATORI
LUGLIO-AGOSTO 1969
Partecipazione
Per tutti i Giovani Cooperatori e
Cooperatrici e a coloro che aspi-
rano a divenirlo (operai, studenti,
impiegati, professionisti...).
Condizioni
Età: dai 18 anni in poi
Costituzione fisica idonea
Autorizzazione scritta dei genitori
per i minorennì
Disponibilità a un lavoro non re-
munerato da sei a otto ore gior-
naliere, per almeno un turno di
20125 giorni
Disponibilità a una vita comu-
nitaria di dialogo e di servizio
Spese di viaggio a proprio carico
Domanda e quota di L. 5.000 per
ogni turno.
Lavori e impegni
Cooperatori: manovalanza e lavori
di specializzazione
Cooperatrici: assistenza alla gio-
ventù, lavori domestici (cucina,
bucato, pulizia...)
Glì uni e gli altri: gruppi di studio,
incontri comunitari, vita liturgica
con la comunità locale.
CAMPO N. 1 TALANA (Nuoro)
Costruzione di un salone per re-
fezione scolastica (assoluta ne-
cessità)
Oratorio femminile estivo - servizio
sociale - prestazioni domestiche.
CAMPO N. 2. RIESI (Caltanis-
setta)
Costruzione di alcuni elementi di
un erigendo « Centro sociale» per
la gioventù, in quartiere povero, e
di una abitazione per famiglia bi-
sognosa.
In ambedue le località: iniziative
comunitarie e di dialogo con la
gioventù del posto.
Conduzione dei campi
È affidata ai giovani stessi che
esprimono il "gruppo dei respon-
sabili".
Il campo sarà animato da un Sa-
cerdote e regolato da norme di
convivenza formulate dai giovani
stessi.
Preparazione
Personale (studio, letture)
In gruppo (incontri periodici in
sede)
"Tre giorni" immediatamente pri-
ma del turno, obbligatoria per tutti.
INFORMAZIONI
Pmsso Il proprio Centro Coopera1ori o presso il
Centro lspeuoriale Cooparatoro d, una delle 18•
guenti cl11à: Torino, Novara, MIiano. Verona,
Mogliano Veneto. Genova, Bologna, Faenza,
Firente, Loreto. Roma, Cagliari, Napoli. Soverato,
Cauin,a, Palermo.

2.7 Page 17

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Educatelo
a essere
sincero
con se stesso
Giovannino Bosco è un fanciullo con l'argento vivo addosso. Un giorno
è solo, in casa; la mamma è fuori. Gli viene il ghiribizzo di afferrare qual-
che cosa di molto alto sull'armadio; ma non ci arriva. Come fare 7 Inge-
gnoso, avvicina una sedia, ci monta sopra e si arrampica. Allunga il braccio.
Col gomito urta l'orciolo dell'olio e lo fa cadere. Patatrac: cocci e olio
sparso. Che dirà la mamma? Meglio nascondere tutto. Salta giù dalla sedia
e dà mano alla scopa per far sparire tutte le tracce. Impossibile: la mac-
chia d'olio si allarga. E allora? Nella sua coscienza esplode un dilemma:
dire o non dire 7 Essere sincero con se stesso e poi con la mamma o no?
Giovannino decide: prende un coltello, esce. attraversa l'aia, e. giunto alla
siepe di cinta, adocchia un ramo. Lo taglia netto. Poi s1 accoccola in un
canto e col coltello lo rimonda dalle fog lie e l'adorna con incisioni.
La mamma rientra. Giovannino le corre incontro:
Cia•o, mamma. Hai fatto buon viaggio 7
SI, Giovannino. E tu hai fatto il bravo 7
Oh, mamma, guarda - e le porge il ramo liscio e flessibile come una
frusta.
- Cos'hai combinato 7 - domanda la mamma.
E Giovannino subito con schiettezza e sincerità:
- Ho rotto il vaso dell'olio. To' la verga perchè tu non vada a cercarla.
Giovannino tiene la testa china. Come si fa a punire un fanciullo cosi sin -
cero 7 Mamma Margherita lo perdona.
(
Giovannino Bosco è stato sincero con la mamma perchè prima è stato
sincero con se stesso. La sincerita con se stessi non è facile. Come si fa
a stabilire se si è onesti e schietti con se stessi? Uno psicologo consiglia:
«Esaminate la capacità di saper ridere di voi stessi. Potete ridere di voi
stessi, e riderne davvero, con sincerità 7 Se è cosi, probabilmente riusci-
rete a essere sinceri con voi stessi, a non nascondervi nulla».
La sincerità con se stessi aiuta i ragazzi ad affrontare la vita con' decisione,
li aiuta a impegnarsi a fondo. Un altro psicologo dà questo consiglio.
Chiedetevi: « Qual è stato l'ultimo avvenimento significativo .della mia
vita 7 ». Una malattia 7 La morte di un genitore 7 ». Poi chiedetevi: « Mi
sono mai soffermato a rifletterci 7 Ho mai pensato che cosa volesse dire
davvero per me?)>. Se la risposta è no, è certo che voi state vivendo senza
mai riflettere; voi passate i giorni con la testa nel sacco, e non siete del
tutto sinceri con voi stessi. Avete paura di esaminarvi.
Essere sinceri con se stessi, più che una formula di successo, è un modo
di vita. La sincerità con se stessi viene anche chiamata con un'espres-
sione meravigliosa: « L'io aperto», C'è pericolo però di scoraggiarsi e di
deprimersi. La sincerità con se stessi non va confusa con la depressione.
L'autentica sincerità include una valutazione del bene e del male che alli-
gnano in noi. Si devono riconoscere i propri difetti; ma si devono anche
riconoscere le proprie capacità e possibilità di miglioramento.
La sincerità con se stessi aiuta ad accettarsi cosi come siamo, con i no-
stri limiti e debolezze; e, cosa importante, aiuta ad accettare g li altri cosi
come sono.
A una mite e timida insegnante era stata affidata una classe di ragazzi in-
disciplinati e incorreggibili. Uno specialmente, di nome Giuseppe; quat-
tordicenne, si divertiva a scatenare in scuola il finimondo. Un pomeriggio
l'insegnante lo trattenne dopo la scuola e g li chiese perché provocasse
tutto quel disordine in classe. Per un attimo luì la guardò imbronciato, poi
rispose: « Perché è cosi facile farvela». « Lo so che è cosi - disse l'in-
segnante con un sospiro. - Ho avuto sempre paura di ragani come fe e
tuttavia mi piacerebbe poterti aiutare. Non vuoi davvero che qualcuno ti
voglia bene e ti aiuti?». Con stupore dell'insegnante, il ragazzaccio crollò
e le raccontò la storia intima della sua sofferenza, povertà e solitudine.
La sincerità dell'insegnante come persona aveva tirato fuori la verità da
quel ragazzo chiuso e ribelle.
Don Bosco soleva dire: « È un laccio del demonio il non essere sinceri
e schietti con se stessi e con Dio».

2.8 Page 18

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CATECHESI
IN
FAMIGLIA
T rattando l'argomento del Fi-
gliuol prodigo con i miei bam-
hini, mia figlia di otto anni mi ha
detto: e :\\Iamma, Gesi1 ci perdona
perchè ci vuole bene, e così noi
diventiamo più buoni >1. Il mio bimbo
di sei ano.i mi ha detto: «1\\famma,
Gesù ci vuole bene più di te, perché
tu, quando facciamo i cattivi, ci
dài le botte e ci castighi, mentre
Gesù ci perdona ~-
È l'affermazione di una mamma,
convinta della necessità di integrare
in famiglia l'insegnamento catechi-
stico della scuola e della parrocchia.
Questa necessità scaturisce dal diritto-
dovere che i genitori hanno all'edu-
cazione dei figli e che il Concilio
sottolinea nella Dichiarazione sulla
Educazione cristiana: « I genitori,
poich~ hanno trusmesso fa vita ai figli,
hanno l'obbligo grai•issimo di educare la
16 prole; ttanno rrmsiderati per/auto i
primi e pri11cipali educatori di essa.
Questa loro funzione educatrice è
tanto i111p()rfa11/e che, ~·e 11umca, può
app_ena esure supplita •·
È un dirilto naturale, inalienabile,
che riguarda non solo l'educazione in
genere ma anche la formazione cri-
stiana dei fi~li, che è il vertice della
vera educazione. 11 sacramento del
matrimonio santifica l'amore dei co-
niugi e li rende strumenti deUa
Grazia nei riguardi dei figli. Altri
(sacerdoti, catechisti) si affianche-
ranno ai genitori per aiutarli, ma
essi sono i veri sacerdoti del loro
focolare, piccola cellula della Chiesa
universale.
I genitori sono così per i ngli la
prima voce della Chiesa, i primi
evangelizzatori e catechisti. Parroc-
chia e scuola completeranno l'azione
della famiglia, man mano che il
bambino cresce, ma non potranno
mai fare a meno della sua collabo-
razione.
L'esperienza dei catechisti e dei
sacerdoti attesta che l'influenza della
famiglia nell'educazione è di impor-
tanza decisiva. Un'inchiesta, con-
dotta un decennio fa in Francia, ha
portato a queste conclusioni: i gio-
vani praticanti cattolici provengono
io maggioranza dalle famiglie io
cui padre e madre sono ambedue
praticanti (64° 11) e viceversa i non
praticanti provengono <la famiglie non
praticanti o da quelle in cui solo la
madre è praticante (40"0 ) e i gio-
vani che si dichiarano atei da famiglie
in cui nessuno dei genitori è prati-
cante (67°,11).
Altre ricerche sperimentali hanno
confermato che il tipo di religiosità
dei figli rispecchia fedelmente quello
dei genitori: si tratta dell'atteggia-
mento di base verso Dio e la Chiesa

2.9 Page 19

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I genitori sono i veri
sacerdoti del loro focolare.
Perchè l'insegnamento
religioso non mette radice
nella vita dei figli.
L'esempio dei genitori
è la prima catechesi.
Anche dopo l'inserimento del
figlio nella scuola,
la famiglia resta
il fattore principale
della sua
educazione religiosa.
Risultati dell'attiva
collaborazione
di centinaia di genitori.
(amore e fiducia oppure paura;
convinzione profonda o religiosità
esteriore...) e dell'orientamento gene-
rale della vita. Per i ragazzi in parti-
colare si è notato che la continuità
della loro pratica religiosa è in cor-
relazione con la pratica del padre.
Far conoscere Gesù
prima del Catechismo
Questo influsso della famiglia ha
le sue radici nella prima infanzia,
poiché «tutto nella vita dipende dai
primi inizi >> (Pio X II).
Gu psicologi sono unanimi ncl-
1'affermare che una seria educazione
deve iniziare fin dall'infanzia, perchè
è a questa età che l'affettività del
bambino è malleabile ed è in genere
prima dei quattro anni che inter-
vengono gu choc decisivi.
Occorre quindi cominciare l'edu-
cazione religiosa del bambino sulle
ginocchia della mamma prima di
mettergli nelle mani il libro di cate-
chismo. Il canonico Boyer vede nella
trascuratezza della prima infanzia
<1 le ragioni principali della mancanza
di perseveranza dei nostri catechiz-
zancli, per i quali l'insegnamento
ulteriore non mette radici nella loro
vita e non suscita delle vere e pro-
fonde convinzioni 1>.
<• La vera conoscenza della fede e
il suo inserimento nella vita - se-
condo il P. Derely S. 1. - deve
precedere di molto l'apprendimento
mnemonico del catechismo... Biso-
gna prima far vivere e amare ciò
che i fanciulli impareranno più tardi
nelle formule del catechismo. È
necessario che al bambino si pre-
senti la storia di Gesù, prima di stu-
diare il riassunto dogmatico, che egli
amm.h-i la vita perfetta di Gesù
prima di imparare i comandamenti,
che desideri di partecipare alla vita
di Gesù prima di studiare i sacra-
menti... Ciò che si impara a memoria
sfuma molto presto, ciò che si impara
col cuore rimane ».
Si tratta in fondo di rispettare
nell'educazione i ritmi dei procussi
di crescita della vita psicologica del
fanciullo e dispensare l'insegnamento
religioso secondo lo stato di ricet-
tività di ognuno. Si rischia di com-
promettere lo sviluppo religioso del
fanciullo imponendogli prematura-
mente gli schemi degli adulti. Il
bambino in tal caso potrà ricordare
formule e definizioni, ma il suo
cervello non ne capirà nulla e la sua
emotività, non potendovisi espri-
mere, considererà la religione come
un insieme di formule prive di senso,
senza relazione con la sua vita.
La prima immagine di Dio
sono i genitori
Per favorire nel fanciullo <e l'impa-
rare col cuore 11, la più indicata è
la mamma, sia per l'intensa unione
psicologica che intercorre nella prima
infanzia tra mamma e b.ambino, sia
per la grande capacità di intuizione
materna. Uno dei suoi primi com-
piti sarà quello di svegliare il senso
religioso nel bambino. Con tatto e
con amore dovrà innestare i senti-
menti religiosi nell'animo del figlio,
utilizzando le piccole vicende della
sua vita (gioie, affetti, dolori) e la
contemplazione della natura (il meto-
do di Mamma Margherita con Gio-
vannino Bosco) e sfruttando l'inte-
resse dei piccoli per i racconti. Non
mancheranno poi circostanze parti-
colari o momenti forti, come la pre-
ghiera in famiglia, la partecipazione
con i genitori alla S. Messa, le
feste liturgiche, le situazioni diffi-
cili della vita da affrontare in chiave
cristiana (morti, malattie, incidenti...)
per insinuarvi la confidenza in Dio.
Ma sarà soprattutto la vita di
famiglia e l'esempio dei genitori che
si trasformerà in vera catechesi. Per
i bambini devono diventare familiari
le realtà e i valori fondamentali che
aprono a Dio: l'amore provvido dei
genitori verso i figli, l'amore reci-
proco dei genitori, l' umiltà orante cli
papà e mamma di fronte a Dio, la
gioia e la sicurezza del focolare, la
generosa apertura dell'intimità do-
mestica agli altri...
La prima immagine cli Dio per i
bambini sono i genitori. Il bambino
impara a conoscere Dio come per
trasparenza, attraverso i genitori.
L 'idea di Dio che il bambino si
forma è simile a quella che egli ha
di papà e mamma. Quando sentirà
chiamare Dio col nome di Padre, la
sua piccola mente farà immediato
riferimento al papà. È quindi neces-
sario che i genitori nel loro modo di
agire siano, per quanto è possibile,
degli autentici riflessi di Dio.
Forme di collaborazione
catechistica in famiglia
Anche dopo l'inserimento del fan-
ciullo nella scuola, la famigua rimane
il fattore principale delta sua educa-
zione religiosa, in quanto gli offre
l'insegnamento fondamentale e lo
inizia gradualmente alla vita eccle-
siale.
Don L. Csooka, dell'Istituto di
Catechetica del Pontificio Ateneo
Salesiano, sintetizza le forme in cui
deve esplicarsi la collaborazione ca-
techistica della famiglia così:
Creare mi ambiente favorevole alla
educazione dei fanciulli in genere,
e alla catechesi in specie, seguendo il
programma svolto in classe e gui-
dando il bambino nell'assimilare la
dottrina, nello slancio verso il Si-
gnore e nella pratica della carità.
Testimoniare la vita di fede in modo
che i vari aspetti del messaggio cri-
stiano e i temi trattati nel catechi-
smo diventino verità vissute nella
realtà quotidiana. In questo senso,
<• i coniugi cristiani sono i primi
araldi della fede ed educatori dei
loro figli; li formano alla vita cri-
stiana e apostolica con la parola e
con l'esempio>> (Decreto sull'apo-
stolato dei Laici).
Iniziare alla preghiera, intesa come
colloquio filiale col Padre, a t:ui
bisogna rispondere con amore e
sincerità, rispettandolo, adorandolo, 17

2.10 Page 20

▲back to top
ringraziandolo per tutti i suoi doni.
Tale iniziazione non deve limitarsi
all'aspetto individuale, ma compren-
dere anche l'atteggiamento comuni-
tario: La famiglia si mostri, me-
diante il mutuo affetto dei membri
e l'orazione fatta a Dio io comune,
come il santuario domestico della
Chiesa>> (idem).
foiziare ifa11ciulli alla vita ecclesiale.
L'inserimento consapevole nella vita
liturgica comunitaria suppone la co-
sci.enza di appartenervi: il fanciu fio
deve sentirsi membro effettivo della
propria famiglia per poter 1;,-sscre
introdotto efficacemente, dagli stessi
familiari, nella famiglia più numero-
sa di Dio e \\'ivere personalmente la
partecipazione liturgica e la vita
comunitaria in parrocchia.
foiziare alla condo/la morale cri-
stiana, ispirata alla legge della carità
e a motivi decisamente soprannatu-
rali, come l'amore di Dio e la nostra
figliolanza divina. La famiglia deve
testimoniare nelle varie circostanze
della vita la propria fede e l'accetta-
zione gioiosa della volontà di Dio,
per abituare il fanciullo a riflettere
sulla sua condotta quotidiana.
"Mamma, mi concedi solo
un capriccetto 7"
Non mancano ormai i buoni sus-
sidi che possono aiutare i genitori nel
non facile compito della catechesi
in famiglia.
Il Ce11tro Catechistico Salesiano di
Torino-Leumann ha diffuso in questi
anni varie pubblicazioni sull'argo-
mento.
Per la catechesi ai piccolissimi,
c'è, tra l'altro, incontro a Dio con i
fratelli di M. G. Borobio e la doppia
serie di schede Dare la vita, che
utilizzano gli avvenimenti familiari
della vita dei fanciulli per rivelare
occasionalmente un aspetto del mi-
stero cristiano.
l\\Iolto conosciuto è il testo in
preparazione alla Prima Comunione
Vieni al Padre, che recentemente è
stato arricchito di un Quaderno
attivo per il ragazzo ed è affiancato
da due Guide: una per il catechjsta
e l'altra per i genitori, che vi trovano
gli spunti per continuare, a tu per
tu, la conversazione religios.a svol-
tasi nella catechesi parrocchiale.
Per la scuola di religione nelle
classi elementari la L.D.C. ha pub-
blicato recentemente due nuove se-
rie di testi: lticontro al mio Signore, in
5 volumetti e altrettante , Guide••
che prevedono anche la collabora-
zione dei genitori; e una serie origi-
nale curata da don Ladislao Csonka,
finora in 4 volumi (il è in speri-
mentazione): Jl Padre dei Cieli ci,
ama (prima classe), ll Padre ci,
chiama (seconda), Il Signore ci salva
(terza), li Signore ci santifica (quarta).
Questi ultimi testi prevedono fa
collaborazione tra famiglia, parroc-
chia e scuola e sono stati sperimen-
tati per circa tre anni valendosi
IL NUOVO CONSIGLIO GENERALE
DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
Continuano i lavori del Capitolo Generale Speciale delle Figlie di Maria Ausi•
liatrice. Il 23 marzo scorso, alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani
don Luigi Ricceri, furono elette le Consigliere Generali. Il 2-3 febbraio le
Capitolari avevano scelto la Madre Generale nella persona della Rev.ma
Mad re Ersilia Can1a e la Vicaria in Ma dre Marghe rita Sobbrero. Ora
hanno completato I ruoli direttivi eleggendo Madre Maria J a cqueline,
Ma dre llka Perillie r, Ma dre M. Elba Bonomi, Madre Lidia Carini,
Madre Me lchlorrlna Biancardi, Ma dre Le tizia Galletti. A queste Con-
sigliere ii Capitolo Generale per corrispondere alle esigenze del crescente
sviluppo dell'Istituto, ha deciso dl aggiungere altre tre Consigliere. Sono state
elette Madre Ma ria Co rallo, Ma dre Emilia Anzani, Ma dre M. Carme n
Martin More no, rlspenivamente superiore dell"lspettoria Toscana, Veneta e
Venezuelana. Sono cosl rappresentate nel Consiglio Generale l'Italia, la
Francia, la Spagna, il Brasile, l"Argentina e gli Stati Uniti.
Economa Generale à stata elena Ma dre M . Bianca Pa tri.
Alle Madri antiche e nuove l'augurio di tutta la Famiglia Salesiana perchs
possano guidare con sicura saggezza l'Istituto nell'asso/vere gli importanti
compiti che gli stanno dinanzi in questo periodo di rinnovamento postconciliare.
18
anche (novità rilevante) dell'attiva
collaborazione di centinaia di geni-
tori che hanno inviato le loro osser-
vazioni e commenti.
Eccone alcuni, che dicono l'effi-
cacia di un insegnamento religioso
integrato dai genitori:
« La nostra figlia, attraverso la lettura
guidata, ha capito e assimilato senza
alcuna fatica nozioni che in precedenza
non era riuscita ad afferrare compiuta-
mente li.
Sono veramente soddisfatta di que-
sto metodo di insegnamento: la mia
bambina ha cambiato molto dopo che
studia il catechismo, è diventata più
obbediente per far piacere a Gesù e
spesso mì fa domande riguardo a Gesù
Bambino: come si comportava lui e
come deve comportarsi leili.
« Il Vangelo, che avevo avuto come
dono di nozze, era rimasto in un cas-
setto in tutti questi anni. Ora che devo
spiegarlo al bambino, ho avuto la possi-
bilità di conoscerlo e gustarlo... ».
« Il testo è buono, ed è anche un bel-
l'impegno per noi genitori. Ma ne ab-
biamo bisogno, perchè di solito cadiamo
nell"abitudlne e nel torpore. Questo ca-
techismo è una '"lezione·· anche per noi
genitori,.
« Lo studio della Religione, presentato
con questo metodo, permette di incul-
care nei bambini le _prime nozioni di
catechismo In maniera semplice e pia-
cevole. Il bambino non si limita a ri-
petere la sua lezioncina meccanica-
mente, ma capisce quello che studia,
e questo è molto importante li.
Chiedo a ognuna delle mie bambina
non solo di imitare Gesù, ma di essere
Gesù in ogni azione. Questo porta quasi
sempre i suoi frutti. La sera, quando cia-
scuna delle piccole racconta la sua
giornata di vita cristiana, posso ascol-
tare i loro superamenti e le loro espe-
rienze positive di amore scambievole.
Naturalmente il restare nel soprannatu-
rale è una fatica che anche i bambini
sentono: infatti un giorno Grazia, sdraian-
dosi improwisamente sulla poltrona,
disse: "'Mamma, sono stanca di far bene
tutte le cose, mi concedi solo un ca-
priccetto, uno solo poi rifaccio Gesù
Bambino l'" ».
Sono testimonianze positive che
confermano la validità e la necessità
di una seria catechesi in famiglia.
Ogni mamma e papà cristiani
dovrebbero meritarsi l'elogio che
Angelo Roncalli, il futuro Papa
Giovanni, rivolgeva a1 suoi genitori;
, Quando sono uscito di casa, verso
i dieci an11i di età, ho letto molti libri
e imparato molte cose che voi non
/)<)levate inseg1uirmi. Ma quelle poche
cose che ho appreso da voi i1I casa,
sono a11cora le piiì preziose e importanti:
esse sorreggono e danno vita e calore
alle molte altre che appresi in seg11ito,
in tanti armi di studio e di i11seg11a-
mento ».

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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. ('
RICORDO
DEL CARDINALE
GUSTAVO TESTA
u Z Il n, d,U, mio più grandi g"'zio , ioo=te dal Signo,o fu quoll,
,
decenne, affidato dai miei cari genitori ai Salesiani di Treviglio, nel lontano
ottobre 1896. La Madonna Ausiliatrice e il Santo Don Bosco fecero germogliare
la mia vocazione sacerdotale e nei nove anni di Treviglio e di Alassio 1a sosten-
nero e la confermarono >>.
Cosl scriveva il cardinale Gustavo Testa, appena elevato alla dignità cardi-
nalizia dal suo grande concittadino, maestro e amico, Papa Giovanni XXIII.
Il compianto Cardinale era nato a Boltiere (Bergamo) il 18 luglio 1886. Aveva
compiuto le ultime due classi elementari e le ginnasiali nel nostro Istituto di
Treviglio e aveva trascorso altri due anni nel Liceo di Alassio. Era stato ordinato
sacerdote nel 19ro e consacrato vescovo a Bergamo nel 1934 dal servo di Dio
"Don
Bosco
cardinale Schuster, essendo conconsacrante mons. Angelo Giuseppe Roncalli,
allora Delegato apostolico in Bulgaria. Pio XI e Pio XII l'avevano in alta consi-
derazione e gli avevano affidato delicati incarichi di carattere diplomatico in varie
Nazioni d'Europa, in Egitto e in Palestina. E Papa Giovanni il 14 dicembre 1959
li norto
lo elevava alla Sacra Porpora, eleggendolo prima Segretario e poi Prefetto della
Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale.
Nel gennaio del 1968 il Santo Padre Paolo VI, accogliendo le sue dimissioni,
dichiarava di volergli rendere «il giusto riconoscimento dovuto al servizio prestato
la mia
alla Chiesa nei molteplici incarichi, sempre delicati e gravosi •> che la Santa Sede
gli aveva affidato. <1 Tra l'altro - proseguiva Paolo VI - amiamo ricordare l'opera
tanto apprezzata da lei svolta durante il periodo difficile della guerra, quale
Delegato Apostolico al Cairo, come pure gli anni trascorsi a Gerusalemme e a
Berna, sempre come rappresentante pontificio. In tutti questi uffici alle native
1or1ora0
doti di bontà e di generosità proprie della nobile gente bergamasca, ella seppe
unire anche uno spirito di carità sacerdotale e di fedele dedizione ai superiori
interessi della Chiesa, che la resero carissima ai nostri predecessori, soprattutto
al venerato Papa Giovanni XXIII i).
19
,J

3.2 Page 22

▲back to top
Durante la sua lunga atuv1tà nelle varie m1SS10ni
diplomatiche mons. Testa dimostrò sempre grande
affetto per i salesiani, ai quali diede in ogni occasione
prove concrete della sua fattiva benevolenza.
Eletto cardinale, ebbe modo di esprimere la sua
vh·a riconoscenza a Don Bosco e ai Sak-siani nella vi-
sita che fece alla Casa madre la vigilia della festa di
:\\laria Ausiliatrice nel 1960. 1< Sono qui - disse in quella
occasione - con la porpora che mi ha dato il Papa: è
stato unicamente un suo dono e per questo sul mio
stemma ho scriuo: Sola gralia tua. :\\la dietro le mie
spalle c'è sempre stata :\\laria Ausiliatrice e Don Bosco.
Essi mi hanno /roteno, sempre accompagnato nella
mia vocazione, a essi e ai Salesiani debbo tutto quanto
sono. E per questo sono venuto volentieri a inginoc-
chiarmi davanti a Don Bosco per dirgli: « Don Bosco,
cero ti porlo qui la mia porpura: è tutto merito tuo*·
Qui un'onda di commozione gli impedì di proseguire,
mentre un caldo applauso sottolineava l'affettuoso ri-
cordo del card111ale per Don Bosco. Domani - ri-
prese il Porporato - mi vedrete con la cappa e l'ermel-
lino, un ermellino vero, prezioso. È dono degli Exal-
lie,·i al cardinale exallievo. È vero, a Roma ci sono altri
due Cardinali exallievi, ma essi banno frequentato
solo l'Oratorio festi,·o. L'ho detto loro: c:-.allievo nel
senso più pieno sono io, che ho passato con Don Bosco
nove anni... ,.
li giorno dopo, 2+ maggio, il cardinale Testa volle
accompagnare la statua della Vergine Ausiliatrice nella
grandiosa processione. Impartita la benedizione alla
massa di popolo che affollava la piazza, al suo rientro
nella sacrestia della Basilica, c1 fu chi vedendolo asciu-
garsi il volto, gli chiese: v Eminenza, soffre il caldo?».
~ No, no, - rispose - al vedere questa massa di fedeli
ad assistere con tanta devozione a queste magnifiche
funzioni, all'udire questi canti di ragazzi cosl ben pre-
parati, ci vuole il fazzoletto per asciugarsi le lacrime
che sgorgano per la commozione >l.
L'on. Giulio Andreorti, in un articolo comparso su
- L'Eco di Bergamo del 5 marzo scorso, riporta una
lettera del dicembre 1967, nella quale il compianto
Cardinale commenta\\'a un libro dell'Onorevole sulla
Roma del 1870. C'è un brano che c'interessa. Scriveva
il cardinal Testa riportando dalle sue memorie:
ic Gennaio 1907. li souoscritto, indossa la sottana
dopo nove a,mi di studio presso i Salesfoni di Tri!fl~f?liO e
di Alassio, i11izia il primo 011110 di leoloKÌfl a Sant'Apol!i-
n<Jl'e, 1rella camerata del prefetto don Ì•'ra11cesco Borgo11-
ci11i Duca. U11 pomeriggio, capofila iu <hl/a camerata che
saliva per la via della Oataria, incontrando la reale dei
carabinieri che scmdet•a, preso da quella musica e•.• dai
pemiacchi, salutai col cap[l<'llo la bandiera. Subito sentii
da dietro la fila qualche ziltio, di cui poi a casa, nel mi-
rabile sottotetto, cli fro11te a Sant'Agostino, ebbi la spiega-
zione, con 1111 sia p11r benevolo richiamo do parte del pre-
fetto:« Ma come? si saluta la bandiera italiana nella Roma
del Papa ?•>. Mi salvai protxmdo con la mia b11011a fede
che così si {aceva dai Salesia,ii. Seppi poi da Don Angelo
Ro11ealli cJ1e il rei/ore mons. Bugan'ni gli parlò bene di
me con la riserva: ~ però è un po' salesiano».
Anche in morte volle ricordarsi dei suoi Salcsìani,
memore di quanto aveva scritto dopo la sua elevazione
alla Porpora cardinalizia: o La mia gratitudine verso
i miei saggi educatori, mai nascosta nei tanti incontri
per il mondo con i loro confratelli, ora che sono cardi-
nale, si è fatta più viva che mai... ~-
La Famiglia Salesiana serberà in benedizione il ri-
cordo del cardinale Gustavo Testa, insieme con quello
dell'indimenticabile Papa Giovanni.
PER CHI AVVICINA I GIOVANI
Au_xilia, è una scuola originale per chi non può frequen-
tarne una normale.
È une scuola per corrispondenza che offre corsi gratuiti ad
ammalati e detenuti, e anche a chi vive lontano da centri
forniti di scuole. Ha circa 400 insegnanti e al1ret1anti alhevi
sparsi in tutta Italia. Venne fondala in Francia nel 1926 da
Marguerite R1vard, ammalata nel sanatorio Berk, e si pro-
pone un duplice scopo.
1. Rendere proficuo il molto tempo a disposizione di am-
malati e di detenuti, completando la loro istruzione culturale
e professionale.
2. Dare agli insegnanti la possibilità di esercitare la carità,
offrendo gratuitamente i beni intellettualì che hanno ricevuto.
L'azione degli insegnanti d1 Auxilia si svolge attraverso la
corrispondenza. Con lo scambio di lettere l'insegnante d1•
venta un po· l'amico del suo allievo e si Interessa di lui con
amore fraterno.
Gli insegnanti di Auxiiia possono impartire corsi di italiano.
matematica. lingue. contabilità, disegno. per le scuole infe-
riori e i corsi di collegamento e. se l'allievo lo desidera, pos-
sono prepararlo a sostenere esami in scuole pubbliche. In
questo modo l'insegnamento d1 Auxilia diventa un aiuto
al reinserimento dell'allievo nelle società. Infatti l'ammala10,
preparato da AuxiJia, potrà poi seguire scuole di qualifica
professionale per ex-degenti, e il detenuto po1rà venire
scelto per seguire scuole Interne nelle carceri pilota.
Per tutti gli allievi, allo scopo di incoraggiarli nello studio e
di provare la loro capacità, Auxilia organizza ogni anno
concorsi nazionali e internazionali su varie materie. Il pre-
mio è piccolo, quasi simbolico ma l'entusiasmo con cui gli
allievi partecipano è commovente.
L'anno scorso. un allievo detenuto scriveva alla Direzione:
«Sono lieto e grato per l'assegnazione del premio del con-
corso di Inglese. Faccio preghiera affinché Il detto premio
venga inviato a un mio compagno assai malato e più povero
di me. M1 permetto chiedere l'invio a lui direttamente. perchè
il regolamento carcerano non permette il passaggio di denaro
da un detenuto all'altro. Con tanta riconoscenza. C. P. ,.
La Scuola Auxilìa è ricca di possibilità anche sul piano
umano e cristiano. Per Questo la facciamo conoscere ai
Coopera1ori Salesiani. che hanno come apostolato primario
la cura della gioventù moralmente e materialmente biso-
gnosa. La Direuone di Auxllìa offre la sua opera a tutti
quei Cooperatori e leuori del Bollettino che sono in condi-
zione d, aw1cinare malati, invalidi, detenuti, e in genere
qualunque giovane che non abbia la poss1b1l1tà materiale d,
frequentare unii scuola regolare.
Chi desidera informazioni o vuole offrire la propria collaborazione può scrivere a: Aullilla - Via Palauo Reale, 1 - 20122 Milano

3.3 Page 23

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ft'
CONVEGNO
/
DI PASTORALE MISSIONARIA
Nel quadro delle celebrazioni commemorative
per il 75° del Vicariato Apostolico di Mendez,
dal 13 al 18 gennaio scorso, si tenne a Ouìto ( Ecuador}
un convegno di Pastorale missionaria
li cum, egno fu prc~icduto da mons. Fcliu1· Pintado,
, icario Apostolico, P dall"fspellore don Angelo Bolla.
Presente anch,, don Franc'.'H'O Lùconi, Delegato c1•1urale delle :'!Ji,-~ioui.
Vi preM•ro parte sal("siani, Figlie di :'lfaria Ausiliatrice,
misi,ionari appartenenti ad altri Istituti Religiosi,
personalità dd Governo, membri dell'Istituto Iudig1•ni!lta Equatoriauo,
rapprcRentuuti degli Shuuras ( Kiv ari) e dri Coloni (bianchi)
operanti entro il u•rritorio del Vicariu10,
soprattutto come maestri nelle ~cuolc.
Tra le iniziath e, intc!'e a rit•orclarc
i i 5 anni di la,·oro dei \\1is;.iouari salesiani in Ecuador,
l'incontro di Pastorale mi~~ionaria è . Hata una delle più utili.
Essa fi.,pomle ai voti di tull i
e rientra nel pieno d.eU"urgenza missionarla,
urgenza che pobtula un rinnovamento di metodi,
di sis temi e di s trategie, fermo re~tando il bOSlanziale tessuto dei
21

3.4 Page 24

▲back to top
princìpi che devono ani.mare ogni
azione evangelizzatrice.
La scelta dei temi, svolti con la
competenza di chi, prima di disser-
tare sui problemi della missione, ha
portato per anni il pondus diei et
aestus, arricchendosi di un'autentica
esperienza vissuta; le discussioni che
ne sono seguite, animate e cordiali;
il clima di un dialogo sincero e fra-
teruo, resero quelle giornate di studio
indimenticabili per tutti i parteci-
panti. Un valoroso missionario Giu-
seppino ci ha detto: « Grazie! Noi
missionari, proprio per la vita che
conduciamo, abbiamo bisogno di
queste rinfrescate salutari, di questi
tuffi benefici ».
Il tuEo e la rinfrescata ci flll'ono
davvero nell'acqua limpida e perenne
degl'insegnamenti del Vangelo e del
Decreto del Concilio Vaticano Il
Ad Gentes, concernente l'attività mis-
sionaria della Chiesa.
Il saluto di mons. Pintado e il
discorso di apertura del Pro-Vicario
don Luigi Carollo diedero ai lavori
clel convegno un inùirizzo di concre-
tezza, per cui le situazioni e i pro-
blemi che agitano la Missione oggi
furono colti nella loro realtà viva,
non staccati dall'ambiente, ma stu-
diati nel loro clima.
Trattazioni e discussioni, quindi, di
temi estremamente pratici, e perciò
stesso di scottante interesse. Si trat-
tava infatti di conoscere sempre
meglio la natura del seme, la parola
di Dio, da gettare nel solco, ma anche
quella del terreno che deve accogliere
il seme; di conoscere le proprietà del
fermento evangelico da immettere
nella massa, ma anche quelle di
questa massa umana lihera e miste-
riosa, cogliendone le caratteristiche,
le tradizioni, le aspirazioni più intime.
I partecipanti al convegno furono
~animi sui seguenti princìpi fonda-
mentali:
1. senza un'adeguata ecclesiologia
non si può cogliere la portata e la
dimensione autentica delle Missioni
nella Chiesa, per conseguenza l'ob-
bligo dell'intero Popolo di Dio nei
riguardi delle medesime. L'essenza
della Chiesa è quella essere missio-
naria. Emil Brunner ha scritto: « La
Chiesa esiste per la Missione e m e-
diante la Missione, come il fuoco
esiste bruciando. Senza la fiamma,
niente fuoco; senza la Missione, nienle
Chiesa». Non si tratta dì propaganda
e di proselitismo, ma di ubbidire
a Dio.
2. Le Missioni della Chiesa sono
sempre attuali e urgenti, perchè è
sempre attuale e lll'gente il messaggio
di salvezza che essa deve portare al
mondo. Una dopo l'altra, le genera-
zioni che si avvicendano nel tempo,
devono poter udire la proclamazione
del Vangelo.
3. Oggi più che mai l'attività mis-
sionaria reelama una vera e propria
strategia, scientificamente organiz-
zata e coordinata. Le accelerazioni
storiche portano alla variazione, e
anche all'abbandono di metodi non
più utili ed effi.caci, per un'azione evan-
gelizzatrice che più profondamente
incida s ugli uomi11 i clei nostri tempi.
Posti neUa dovuta luce i princìpi
fondamentali biblico-teologici, che
provano la "missionarietà della
Chiesa", i partecipanti a] convegno
poterono dedicare le loro giornale
allo studio degH aspetti socio-cultu-
rali della missione, agli svariati fe-
nomeni di ordine antropologico e
religioso che si intrecciano nel campo
nusswnario, e alla dinamica pasto-
rale che oggi 1o deve muovere e
fermentare.
Una serie di inchieste condotte
entro il territorio del Vicariato Apo-
stolico di Mendez, accuratamente
analizzate, permisero una oggetti\\"a
valutazione del lavoro compiuto, di
quello in atto e di quello previsto
per l'avvenire.
La storia cammina, ·uno spirito
nuovo si manifesta nella Chiesa e
nel mondo. Davanti a questo non
si può prendere l'atteggiamento de-
finito di "servilità maniaca", illu-
dendosi che nel mondo tutto sia
normale e che ogni creatura umana
sia redenta e salva, e perciò non
bisognosa di cristianesimo e di grazia,
ma neppure si può restare sordi e
indifferenti ai fremiti che 1o percor-
rono, e alle aspirazioni che lo agitano.
Per questo nel convegno s1- e pm
volte ripetuto che occorre una vera
immedesimazione nella mentalità e
nella psicologia, nelle tradizioni e
nel comportamento del popolo al
quale si vuole portare il Messaggio
di Cristo.
Questa la sintesi delle giornate del
convegno di Quito.
I partecipanti si sono augurati che
tali incontri si ripetano in tutte le
zone missionarie, al fine di aggior-
nare e revisionare il proprio lavoro,
per ricevere sempre nuova luce,
slancio e sprone, per resistere alla
usura del tempo, all'indurimento
delle abitudini che minacciano di
impedite "l'adattamento e l'aggior-
namento sano e fruttuoso", steriliz-
zando la comunicabilità stessa del
Vangelo.
Questa comunicabilità nei 75 anni
lavoro missionario n ell'Oriente
Equatoriano da parte dei missionari
salesiani c'è stata: la promozione
umana e cristiana degli Shuaras, oggi
inseriti nella loro Patria e nella
Chiesa, ne è prova eloquente. Una
promozione che è costata sudori e
sangue, sempre sorretta da una per-
severanza di sforzi e di eroismo che
ha del leggendario, realizzata da
uomini che ml\\i sostarono, sempre
sospiJlti dalla carità di Cristo.
La Mostra Culturale-Missionaria
riguardante le tribù Shuara, che il
salesiano don Siro Pellizzaro aveva
saputo ideare e realizzare, la Messa
concelebrata, per la prima volta in
idioma Shuara, da sei missionari che
lavorano nel Vicariato di Mendez,
sono state degno coronamento al
convegno.
Percorrendo la grandiosa Mos1.ra,
ascoltando la Messa e i canti diretti
da quelli che un tempo erano cono-
sciuti come "tagliatori di teste", tutti
i partecipanti al convegno potevano
convincersi che un lungo cammino era
stato percorso. Non più "tagliatori
di teste" ma "Popolo di Dio", e
"luce nel Signore, gaudio e corona"
di quanti, umili e sacrificati apostoli
del Vangelo, hanno dato la vita per
evangelizzare quel popolo.
22

3.5 Page 25

▲back to top
ci serviamo ha voluto misurnrne la vitalità religiosa per
mezzo di una rilevazione statistica riguardante la pra-
tica della messa festiva.
La parrocchia ha preceduto i parrocchiani
Anzitutto un cenno sulla situazione topografica e
demogrolicn della parrocchia. li tempio sorge al centro
del quartiere tuscolano ed è come il cuore pulsante della
grande comunità parrocchiale. l,a parrocchia si è for-
mata in condizioni di privilegio, perché ha preceduto i
parrocchiani con tutte le opere maschili e femminili.
Ad essa confluiscono tutte le strade del quartiere. Da-
vanti al wmpio si apre una grande piazza con palazzi
costruiti nello stesso stile della chiesa. Tempio, piazza
e \\'ia antistante formano un complesso armonico che
a molti richiama Piazza San Pietro.
La parrocchia è formata da una popolazione immi-
grata dal centro di Roma e dal meridione, tutta gente
avventizia che ha trovato il suo centro morale di coesione
nella parrocchia, prima ancora che nella scuola e negli
uffici. li quartiere è popolato di modesti impiegati
e di operai, che hanno nel lavoro l'unica fonte del loro
sostentamento. Una popolazione dignitosa, quindi, ma
non ricca e perciò più sensibile ai problemi spirituali.
t\\s_<;0lutamcnte eccezionali le dimensioni demografiche
della comunità parrocchiale, se si confrontano con
quelle della parrocchia ideale e se si valutano, anche
sommariamente, le difficoltà del ministero pastorale
che in questo articolo non si intendono illustrare.
Su un'area di 136 ettari sono alloggiati circa 70.000 abi-
tanti, con una densità tra le più elevate d'Italia (circa
500 abitanti per ettaro). Le abitazioni, di carattere
prevalentemente popolare, non occupano ancora tutta
l'area della parrocchia; si calcola che se gli spazi an-
cora liberi e destinati alla costruzione di case saranno
occupati con l'attuale densità demografica, la parrocchia
potrà raggjungerc gli 80.oo<>--90.000 abitanti. Tale
traguardo non è lontano se si pensa che negli ultimi
cinque anni si è avtno un incremento di circa 2.500 per-
sone all'anno. A dare un'idea ancor più precisa delle
dimensioni della comunità parrocchiale, valgano anche
queste cifre: in un anno si amministrano in media 1.300
battesimi, 1.100 cresime e prime comunioni, 320 ma-
trimeni, circa 500.000 comunioni.
In un contesto di sì vaste proporzioni assumono par-
ticolare rilievo anche le cifre che si riferiscono alla
vitalità religiosa "media", rilevata cioè dall'analisi di
un periodo "normale" di attività parrocchi;ili, In una
domenica di media frequenza il Tempio accoglie dalle
, 5.000 alle r9.000 persone, che corrispondono circa
al 30-33% della popolazione avente l'obbligo del pre-
cetto festivo; percentuale che si può considerare buona
in rapporto alla frequenza media delle grandi città ita-
liane e ancor 111,gliore in rapporto alla situazione delle
periferie urbane.
È confortante anche il fatto che In proporzione tra i
fedeli dei due sessi è equamente distribuita, mentre di
solito il numero delle donne soverchia quello degli
uomini.
9

3.6 Page 26

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Se non ci si prende cura di loro,
dice Padre Ernesto, dei ragazzi
della periferia di Corumbà (Bra-
sile) è tutta una massa incande-
scente pericolosissima. Lasciata a
sé, non avendo altra alternativa se
non il vizio, sarà l'incendio di do-
mani, la forza d'urto in mano a
chi potrebbe schierarla contro la
Chiesa e ogni ordine civile. Inte-
ressandosi ad essi, ho visto che
sono giovani redimibili, e molti
ancora sani. Hanno solo addosso
molta miseria e molta fame. Aiu-
tàti, tali giovani che hanno un
istintivo senso religioso, si aprono
alla gioia della verità e della vita
cristiana.
COSl1 SI VIVE
NEllA °CIDADE
DOM BOSC0°
I
7
ono le 10 di sera. Sto battendo let-
tere ai benefattori della "Cidade
Dom 130 co", quando entra un bam-
bino.
- Che vuoi, a quest'ora? Va' a
casa, che è notte.
- Non ci vado. Voglio rimanere
con lei.
- PercM?
- Pcrchè mia mamma mi batterà.
Mia sorella ha speso il poco denaro
che avevamo e dice che sono stato io.
- Di' a tua mamma che non sei
stato tu... Se resti fuori casa, sarà
peggio. Ti cercherà e se non ti
troverà...
- La mamma non mi cerca.
- on può essere; tutte le mamme
cercano i figli.
- Ma la mia ha detto che non
mi vuole più in casa.
- Quanti anni hai?
- Dieci.
- Dove studi?
- In neijsuna parte. Nou ho mai
studiato.
- Vieni con me, andfomo in cap-
pella. Don Bosco ci di:rà quello che
dohhiamo fare.
- Ma io non so pregare.
- Come? La mamma non t'in-
segna a pregare?
- Mia maJllJlla non prega e non
va mai in chiesa.
- Quanti icte in caFa?
- lo, due fratellini, una sorella
di 12 anni, il babbo e la mamma.
- E il babbo non ti cerca?
23

3.7 Page 27

▲back to top
In questi luoghi
di miseria e di vizio
Don Bosco cerca i suoi monelli
per farne dei ragazzi a modo
- No. Io sono fuori di casa cla
djeci giorni e fino allesso oon mi ha
cercato.
- E dove mangi? dove dormi?
- In casa di una vecchia.
- Come sei antlato a finire in
quella casa?
- Mamma e papà mi correvano
dietro per picchiarmi e quella donna
vecchia mi aprì la porta per na-
scondenni.
- E dove passi il giorno?
- Con altri ragazzi fuggiti di casa.
- Ti piacerebbe rimanerr qui?
- Sì, perchè ci sono molli bam-
bini e anch'io potrò studiare e gio-
care con loro.
- Fino a quando rimarrai qui?
- Fino a quando lei mi lascerà.
- Non ti pare che sia meglio chia-
mare il babbo e la mamma e chiedere
loro perdono?
- :I!: inutile. Già un'altra volta una
signora li pregò di non battermi.
mamma promise. Ma quando mi
vide solo, mi chiuse in una stanza
e mi battè con la cinghia del cavallo.
Guardi qui il segno.
Mi mostrò due cicatr1c1 sulla
schiena e soggiunse: - Il babbo
quando si ubriaca i,pacca tutto e ci
batte Lutti, e noi dobbiamo fuggire.
È questo il trentesimo bambino
che trova rifugio Cl)Jne interno nella
24 "Cidade Dom Bosco". E ne restano
centinaia cli abbandonati e girovaghi,
che non possono entrare perchè man-
cano i posti, mancano j mezzi. Che
cosa diventeranno? Saranno vittime
drlla miseria e del vizio.
Colpi di rivoltella
Era già notte alta. Avevo ce$sato
di scrivere e mi avviavo alla mia
cameretta ripensando a quanto mi
aveva detto il ragazzo fuggito cla
casa, quando udii due colpi di rivol-
tella a cento metri di distanza. Nes-
suno uscì ùall, ,·ase per vedere che
cosa accades~r. Gli abitanti di questa
periferia, veri paria, sono abituati
alle scene più tristi, rassegnati a
tutte le miserie della vita.
Pochi secondi dopo, altri tre spari,
poi cli nuovo silenzio...
Il giorno dopo si seppe che un
padre di 8 figli, tutti minorenni, era
sul tavolo operatorio per l'e~trazionc
di due pallottole.
Prima della fondazione della "Ci-
elade Dom Bosco", questo era un rione
dove si commettevano crimini di
ogni genere. Col tempo i delitti sono
andati diminuendo, tuttavia abbiamo
ancora assistito con angoscia a fat-
tacci che gli stessi selvaggi non com-
metterebbero.
Una sera, davanti a un centinaio
di allievi usciti dalla scuola alle 21,30,
un giovane fu crivellato da centinaia
di palle di mitragliatrice, perchè
ave,·a ucciso a san~e freddo un
sergente di polizia. Un macellaio
to]Re di mezzo un alto fu.n.zionario
deJla Giustizia, spaccandogli la testa
contro la parete. Un giovane della
"Cidaòe Doni Bosco" passando da-
vanti a un gruppo di ragazzi ubriachi,
fu fulminato da un colpo di rivoltella
ne11a nuca. Un nostro benefattore, al
fermare la macchina davanti alla
nostra casa, fu accerchiato da due
assassini prezzolati, che gli spara-
rono contro. mentre lui, in un estremo
tentativo di difesa, ebbe ancora la
forza di sparare con la propria ri-
voltella un primo e ultimo colpo a
vuoto. Pochi giorni fa la polizia,
per sbaglio, colpì un povero giova-
notto, che si ripiegò su se stesso e
cadde a terra mortQ.
Oltre questi delitti, sono innume-
revoli le coltellate che accompagnano
i litigi, le ubriacature, le vendette. I
primi quattro anni, nelle occasioni
di maggior aillusso cli popolo alla
"Cidade Dom Bosco" eravamo co-
stretti a tenere alle porte poliziotti
pronti a intervenire nei casi cli esplo-
sione di certi temperamenti violenti
e affatto privi di ogni principio di
formazione umana e -sociale.

3.8 Page 28

▲back to top
Ancora oggi perdura il pericolo
delle armi: quasi tutti ne possiedono
e alcuni le usano pcn-ino nelle f4!.\\lte
e ncl.le competizioni sportive o poli-
tiche, quando !lono eccitati dalla pa11-
sione e clall'alcool. Non sono più
di otto mesi clie il modesto autobus
della "Cidade Dom Boi.co" fu fatto
bersaglio di un colpo di rivoltella.
Provvidenzialmente ritornava alla
i\\Iissionc scarico di ragazzi. Ebbe solo
i vetri rotti dai due Lati.
Miseria nera
Nel giorno th•lla ''Festa delJ'In-
segnante", il 15 ottobre scorso, alla
"Cidade Dom Bosco" pranzarono 42
maestre del corso elementare. Erano
a tavola, quando una diede l'allarme:
c'era qualcuno sotlo la tavola! Lo
spavento divemHI compassione quan-
do videro due bambini coperti di
i.tracci, i quali aspetta, ano che ca-
dessero dalla men.,a pnzettini di
parte per mangiarli. Si guardarorto
con gli occhi lucidi in un silenzio
doloroso: fiuo a quando?... com e
mangiare in allegria quando un in-
tero popolo cerca le briciole per
sfamarsi?...
Quel giorno, come accade ogni
mese, distribuii a ogni bambino un
pacchetto <li laue in polvere. Invee<·
di correre a casa a consegnare il
latte alJa niamrua, i piì1 indugiavano
8t'tluti sui gradini, tiucchiandosi il
ditinò. Il dito i nsalivalo scende, a
nel sacchetto del latte e ne usci, a
carico del prczio"o alimento che por-
tavano alla bocca.
Verso la mi,tà t1,,1l'a11no scolastico,
iJ 30°1, dei bambini non ritorna pii,
a scuola. Spariscono e sono eanc<'l-
lali dalle dt>curic. Ch e succede? Qual-
cuno ,·iene meno per malattia, altri
per la,·oro; ma In maggioranza lascia
la scuola per motid di miseria: non
hanno da veFtirsi !" da calzani. La
loro roba è a brandelli e si vergognano
di trovarsi con gli ahri.
Lo scorso Natale circa 3500 mamme
e 5000 bambini accorsero alla "Ci-
dade Dom Boi,co". Volevano i doni
del Bambino Gesù. U 2l dicembre
una vera moltitudine aEollò il nostro
cortile. Erano mamme povere venute
da ogni parte: dalle rive del fiume,
daJ bosco, dai monti. Avevo 6.ssal'o
])Cr loro le 6 di sera. Prima di mez•
zogiorno c'erano già quasi tutte,
attorniate dai loro figlioletti. Era la
Ouesci n,gaui oggi sono
sbrindellati negli abili; domani,
se abbandonau a se stessi,
avranno anche l"anima a brandelll
stagione deJJe piogge e l'acqua che
si era riversala su di loro nel cam-
mino non le aveva trattenute dal
venire alla m1~srone. Ripartirono
dopo aver avuto un bigliet to che
dava diritto a Ticevere il piatto di
Natale: due chili di carne e un chilo
di maccheroni. IJ Natale delle fa.
miglie povere costò la vita n 45
mucche.
;\\la bisognava dare qualcosa anche
ai 5000 bambini. Dove trovare gio-
cattoli per tanta gioventù? Ogni
giorno ero a,ulato alle due stazioni
radio per incitare 111 popolazione della
città a offrire regali per i bambini
poveri. perchè il :'fatale fosse fci,la
per tutti. Il camion del]a "Banca
della Provvidenza" con la ·•Campana
della carità", che t.quillava per tutte
le ;,trade, andò raccogliendo molti
doni. Uu gruppo di giovani della
•·Cidade Dom Dosco" bussavano alle
1>orte delle case e carica,·ano il
ca1.nfon. Ricevemmo molto. ma non
a oufficienza per rendere felici 5000
bambini. Gli ultimi 2000 ebbero un
Natale roagMlino, perchè ricevet-
tero solo qualche caramella e u11
gelato.
Bisogna partire dai figli
Dove tanta miseria attanaglia
corpi e gli spiriti occorre ben altro
cl1e una scatola cli latte in polvere o
un pacco natalizio. 1!: necessaria una
soluzione cbc raggiunga il male nelle
~ue radici e provveda al risanamento
morale e materiale di quelli ch e
formeranno la l!OCietà di domani.
Cercare cli riscattare gli adulti è
un'impresa <lispf'rata. Riuscire a
cambiare la loro mentalità, ormai
solidificata, è un sogno. Bil!ogna
partire dai 6gli: essi sono ancora
malleabili. Ecco vercbè è qorta la
"Cidade Oom Bosco". che da otto
anni sta lolltUldo per cambiare volto
alla periferia tli Corlllllhà e per resti-
tuire a ton.tu migliaia di baraccati
la dignità d1 persone umane e di figli
di Dio.
Per ottenere tale scopo la "Ciel.ade
Dom Bosco" promuove una multi-
forme opera di avvicinamento di
Lutti i minorenni di amho i sessi, che
educa o rieduca col sistema di Don
Bosco, prodigando loro un'assistenza
integrale (cuhuralc, professionale, re-
ligiosa, ricrcath a, sanitaria). Si pelllla
così di stroncare nei figli il traman- 25

3.9 Page 29

▲back to top
darsi di una mentalità priva di idrali,
rassegnata alla eonclizione di una
vita infraumana.
La '•Cidade Oom Bo~co" è sorta
nell'aprile del 1961 in una delle tantf:
catapecchie che popolano la periferia
di Corumhà. presso la frontiera tra
il Brasile e la Bolivia. In mezzo a
rrucllc numero~e baracche fatte di
fango, assi, e pezzi di latta, dove è
ammassata nello squallore di una
miseria nera una popola,:;ione com•
pm,1 a di uwtirei, negri e bianchi, i
salesiani hanno tro, atn l'ambienlc
ideale per una esperienia di promo-
zionr sociali' ~ulle basi drUa Popu•
forum progrns.~io e del metodo edu•
cativo di Don Bosco.
[n Wl av,•cnire che ~i 11pera pros•
oimo, l'Oprra, oltre la r hiei,a. i rc-
fe1tori, il salone di incontri, avrà il
padiglione <lrlla gionntù per la rie-
ducazione dei numero~i pÌC('Oli vcn•
ditori ambulanti (lustrascarpe, gior-
nalai, ccc.), un internato per raga:r.zi
orfa,u o abbandonati, un comp}l'Q~Q
per l'assistenza medica, alimentare,
sociale neccssnrin per il risanamento
della zona. scuole profon,-ionali per i
rnl{azzi e i,;cuola di ec-0110,nia domi'·
sliC'a per le ragazze, un centro di
piccole industrie (tessi turn, sartoria,
falegnameria, muratura, meccanica
ecc.) per pron·edere alle neces;o.ità
più immediate. C'è anclw il progetto
di cinquanla casette per dare alloggio
temporaneo a famiglie che restereb-
bero s ul la~trico.
Quali i mezzi per tanti· opere? Tn
parte ci aiuta il Govrrno, in parte
oi boccorrono i benefattori d'Italia,
degli Stati Uniti, di San Paolo e di
Rio de Janeiro. lfa le costruzioni
procedono lentamente appunto per
ins ufficicnl!la di mezzi. E pensare che
l'urgenza di prov,,edere a quesle po•
polazioni è e•urema, pnchè tra di
c~sc serpeg~ia una pericolosa propa•
ganda sovv11rsiva.
Fino ad oggi abbiamo costru.ito un
primo edificio per l'assi1;tenza popo•
lare; un secondo (proni~orio) per
le scuole; un terzo. in fase finale. per
il salone di riunione che 11crve anchç
da chiesa. La cucina, la disp~a, i
refettori sono sistemati in baracche
provvisorie.
rn questi locali di fortuna si svolge
uua intensa al tività asbi,<Lcnziale. La
·•Cidade Dom Bosco" mantiene con•
lalto conlinuativo con quasi 2000
26 ragazzi poveri e ha contatti occasio-
Le Sentinelle o palrulhelros t,
all'encrata della C,dade Dom Bosco t
accolgono Il Vescovo di Corumb~.
mons. Ladislao Paz, salesiano
nali religiosi e caritalivi con molti
al Lri ragazzi poH:.ri della periferia.
I frequentatori della "Cidade Dom
Bosco" sono divisi in tre turni, se-
condo l'età e la scuola: al mattino
è affollata di raga~i. nel pomeriggio
di ragazze, a ~era di gioventù adulta
che lavora duraute il giorno. A tulli
viene anche di~tribuito qualche ali-
mento e ai pil, bisognosi si provve-
dono pure indumenti, ~carpe e mate-
riale scola,.tico: tutto gratis et amore
Dei.
Una città governata da ragazzi
Ogni anno, il 24 magii;io, festa tli
Maria Ausiliatrice, i ragazzi e le ra-
ga1.ze della "Cidade Oom Bosco" si
recano alle urne con la serietà di
rlcttori adulti per eJeggcrc il sindaco,
il vicesiudaco e i 9 consiglieri comu•
nidi. Davanti alle principali autorità
dcUa città òfilano i ragazzi aventi
diriuo di , 010, dai 10 ai 18 anni.
Ai seggi sono i rappresentanti dei
vari partiti: ad essi si presentano
gli elettori, dando spettacolo di ci-
vismo e di precoce maturità sociale.
Ogni partito ha pre~entato la
sch eda dei suoi candidati e il s uo
programma di azione. I partiti sono
i beguenti: 3 aprile (fondazione della
·'Cidadc Dom Bosco"); 10 maggio
(San Giuseppe Operaio); 24 maggio
(Maria Ausiliatrice); 13 gi11g110 (festa
della Città); 7 settembre (proclama•
zione della Repuhhlica <lei Brasile).
Il giorno ,;cguenle la città dei ragazzi
è in fermento. L'agitazione cresce
col progredire dello scrutinio, fino
a esplodere ncll'acclamazione degli
eletti.
La domenica seguente .ritornano
alla "Cidade Dom Bosco" le autorità
cittadiue, per assister.- alla presa di
po~sesso del nuovo go,,eruo. Nell'ul-
tima elezion(• risultò eosl composto:
un Rindaco di 17 au~ una vicesindaco
di 14 anni e 9 consiglieri comunali
dai 12 ai 16 anni. Gli eletti. accolli
dalle note clcUa banJa ùri ragazzi,
avanzano nelle loro 6am111anti divise
bianco-azzurre. Al sindaco vengono
consegnate le chiavi della città.
Quindi tutti gli eletti prestano giu•
ramento: « Prometto a Don Bosco di
dare bU()n esempi-o ai compagni, di
essere docile ai miei superiori e di
ubbidire ai miei genitori».
Come si vede, nella "Cidade Dom

3.10 Page 30

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Bosco" non spira ancor.a il vento
della contestazione.
11 nuovo governo non sta con le
mani in mano. Ogni .5ett:imana Lil
sindaco raduna il suo consiglio e a
ciascuno affida incombenze ben de-
terminate. Per m_e, solo come so1lo
con migliaia di ragazzi da asliistere,
questi minuscoli governanti sono
una autentica provvidenza. Dove
c'è una classe, nn gruppo, un gioco,
una iniziativa, c'è l'occhio vigile
ùi un ragazzo che tutti rispettano
e ascoltano perehè l'hanno eletto
loro. Ed è impressionante vedere un
ragazzetto affrontare la massa di
cento compagni, suonare uu campa-
nello, chiedere silenzio, condurre la
squadra in classe o in chiesa, guidare
le preghiere...
Queste piccole gtùde {che non sono
poi altro che i "deeur.ion.i" che aiuta-
vano Don Bosco a Valdoeeo nei primi
tempi) interessandosi al bene degli
altri, migliorano se stesSl. Il loro
apostolato si allarga fuori della "Ci-
dade Dom Bosco" e ne godono i frutti
anche le centinaia di monelli che in-
vadono quotidianamente le vie della
città. Questi, na·ti e cresciuti nel
fango morale e nella precocità di
ogni vizio, non banno la lllinima
inibizione. Nella strada si sentono a
casa loro, litigano, devastano, ven-
gono a coltelli, conoscono solo la
legge del più forte. I miei ragazzi
migliori mi aiutano ad avvicinarli,
li attraggono alla loro "Città'' e
Don Bosco li coglie col laccio soave
della sua bontà e se li lega per
sempre. Oggi molti di essi sanno
giungere le mani in preghiera e at-
teggiare le labbra a un sorriso buono.
Quando qualche personalità visita
la "Cidade Dom Bosco" non può im-
maginare ch e quei ragazzi discipli-
nati e sorridenti siano i monelli che
jnfestavano le vie della periferia e
ne rendevano ,malsicuro il transito.
ricchi invidiano i poveri
Il 2 settembre clell'anno scorso, in
un crocicchio della nostra zona si
scontrarono due auto. Una fu get-
tata sul marciapiede proprio nel mo-
mento che un povero orfano lustra-
scarpe passava di là per raggiungere
l'autobus della "Cidade Dom Bosco"
e venire a scuola. L' auto lo schiacciò
contro il muro.
Una fìnmana di ragazzi poveri lo
Dove c'è una classe, un gioco,
una iniziativa, là c'è l'occhio vigile
di un ragazzo che tuttl rispettano e
ascoltano perchè l'hanno eletto lor
;11:, Custodi pacifici e inoffensivi
dall'ordina
accompagnarono al cimitero attra-
versando la città. Il fatto suscitò
grande emozione nei cittadini. Radio,
giornali e autorità chiesero unanimi
che il transito fosse meglio discipli-
nato per evitare tante ùisgrazie.
Mentre tornavo dal funerale, pen-
sieroso e a testa bassa - e con mc
quasi 2000 ragazzi - mi venne in-
contro una commissione e mi chiese
che mettessi a ser vizio del pubblico
come guardie i miei Patrulheiros, i
miei monelli, i tradizionali perturba-
Iori dell'ordine. Il giorno dopo, 40 ra-
gazzi nella loro divisa azzurra, tutti
appartenenti alla "Cidade Dom Bo-
sco", stavano nei principali crocicchi
della città e con le loro man.i ormai
pulite, con i l oro fiselùetti, regolavano
il traffico. Erano i ragazzi poveri che
ùifendevano i ragazzi ricchi. Questi
a poco a poco deposero l'aria sprez-
zante con cui li guardavano e co-
minciarono a provare per loro quasi
un Reuso d'invidia. .Alcuni anzi dis-
sero al bahbo e alla mamma: « Vorrei
sere anch'io un PatruJ1rniro, una
Gtjardia Mirim ».
Da allora i ragazzi di Don Bosco
p.rcndono parte attiva alla vita cit-
t adina. non solo come piccole guardie
civiche, ma anche per molte altre
allività, come custodire i negozi,
fare la guardia d'onore, sfilare nelle
feste con l'esercito e la marina, .Anche
i lustrascarpe e i piccoli venditori
ambulanti hanno cambiato fisio-
nomia e si presentano al pubblico
con graziose divise.
Manine gonfie
Mi sento spesso fare clai benefat-
tori questa domanda: "Corrispon-
òono cotesti ragazzi alle vostre cure?"
Credo ebe in quanto ho detto si
possa trovare una risposta esauriente.
Ma due piccoli episodi dicono forse
più di quanto possano esprimere le
parole.
Tra i benefattori che visitano la
"Cidade Dom Bosco" ci fu uu de-
putato, che ricevette un'accoglienza
spontanea e cordiale da parte dei
ragazzi, che si erano riuniti dopo la
ricreazione.
Con lui c'era un figlioletto di 7 anni,
il quale spontanealilente mi consegnò
un anello d'oro col suo nome inciso,
perchè lo vendessi per i bambini
poveri. Quel piccolo aveva un cuore
più grande di lui.
27

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
La cosa non sfuggì ai ragazzi, che
intuirono la sincerità del gesto e
credettero all'amore fraterno di quel
'·figlio di papà".
Quando babbo e figlio rientrarono
nella macchina e si congedarono, mi
capita davanti llilO dei miei bambini,
che si sfrega le manine e mr le mostra:
« Guardi, padre Ernesto, sono gonfie
a forza di battere».
Aveva anche lui 7 anni come il
signorino e i loro cuori si erano
compresi.
Una sera, nrlla baracca dove la-
voro, entra un giovane di ] 6 rurni,
uno c:Iei primi :.raccolti nella Missione
appena iniziala.
- Cesare - gli dico a brucia-
pelo - ti piacerebbe dormire qui?
- Perchè?
- Per prenùerti cura ùei bambini
più poveri che stanno sempre con noi.
- Parlerò con la mamma.
- Sta bene. Domani ritorna ccm
La risposta della mamnrn. Ma s0110
i,icuro che la mamma ti lascer à.
- Allora verrò col mio fagotto.
- Porta tutto quello che hai. Ab-
biamo quella catapecchia cli legno
così e cosl: potrai gisLemarviLi lu
<'on sei bambini di quelli fuggiti
dalle loro case.
- Va Lt>ne. Domani può star
sicuro che verrò.
- Buona notte.
- Buona notte.
Ecco un assisten1 t' salesiano im-
provvisato, ma sicuro percJ1è Lo co-
uosco intimamente da otto a,uii.
Ho ciLato un episodio recente, ma
sono già numerosi i giovani miei col-
labora tori: sono essi che mi aiutano
a mandare avanti la baracca. Si rin•
nova ne11a periferia cli Corumbà
quanto avveniva lra i monelli di
Valdocco ai tempi di Don Bosco: il
suo metorlo jncontra anche tra i
nostri monelli: St>mhra fatto su mi-
sura per tull i i ragazzi del mondo.
Contento di avere
una madrina in Italia
Questo nos:tro piccolo mondo che
vive, cresce e fermenta col sistema
educativo cli Don Bosco, poggia su
di una hase incrollabile: la Provvi-
denza, che s'incarna in tanti nostri
Cooperatori e benefattori. Essi ve-
dono nella ''Cidade Dom Bosco" una
opera ùi eccezionale valore umano e
28 cristiano e accolgono con gioia l'in•
Veduta parziale della
e Cidade Dom Bosco» con le sue
costruzioni provvisorie
(
-vito a diventare "padrini" e "ma-
clrine" dei :i;agazzi più poveri. Questi,
alla loro volta, si sentono legati da
vincoli di amicizia profonda che non
trova ostacoli nelle distanze. Scrivono
ai loro padrini e se ricevono una
fotografia tlal padrino o dalla ma-
drina, la collocano nella baracca in
modo che tutl i la possano vertere.
Leggete questa letterina: è di un
ragazzo cli 14 anni alla sua madrina
d'Italia: « Da bambino vivevo con
papà e mamn1a. Lei lavorava in
casa scalza e povera, il papà custo•
diva il bestiame in una azienda. Papà
non ci voleva hene. Un giorno ab-
Lanclonò la mamma che io ave}'.o
2 anni. Allora la mamma si mise a
Lavorare anche sotto il sole e la
pioggia per darci da mangiare.
Quando arrivai a 9 anni. la mamma
morì e ci lasciò sol.i. Io fui portato
vicino alla città e ri:masj 4 anni come
.~chiavo, Jontauo dai m iei fratellini .
Vivevo abbandonato come an ani-
male. Nessuno m i voleva bené. Un
giorno riuscii a venire in città, dove
mi diedero ùa ,·eudere delle botti-
gliette sulla strada. Un ragazzo ebbe
compassione di me e mi portò nella
"Cidade Dom l3osco". Adesso sono
felice perchè non tornerò più alla vita
cli prima: studio e la'1"oro, contento
di avere una madrina in Italia, che
mi fa da mamma e cJ1e non mi" ab-
bandonerà pit1... ».
E non si accontentano di scrivere:
pi-egano per i loro benefattori. l\\li
capita sovente di Lrovarli a gruppetti
in cappella. Hanno imparato a pre-
gare così: « Gesù, perdonaci... ren-
<1ici più buo11i... ùà salute a Padre
Ernesto... mandagli Jci soldi... pro-
tcggj i nostri genitori... Beneclit-i le
nostre madrine... ».
La carità dei benefattori ha ript'l'-
cussioni benefiche aucbe sulle fa-
miglie. Non si l'lossono consfrvare
certe idee estremiste quando si vecle
Ja carità dei buoni varcare i conti•
ne1Hi e gli oceani, entrare in casa
propria e riversarsi sui propri figli.
I genitori rimangono pensierosi,
quando vedono degli estranei che
fa11no per le loro creature più cli
quanto non facciano essi stessi.
Si avvera così l'iùeale cli DonBosco:
preparare la bonifica morale e reli•
giosa della società di domani attra•
verso i ragazzi che ('reseono nella
società di oggi.
DON ERNESTO SASSIDA, Salesiano
Cidade Dom Bosco - Corumbà (Brasile)

4.2 Page 32

▲back to top
PER
INTERCESSIONE
DI
MARIA
AUSILIATRICE
E DEL
SUO APOSTOLO
SAN
GIOVANNI
BOSCO
CON L' AGGRAVARSI DEL MALE
LA NOSTRA PREGHIERA
DIVENNE PIÙ FIDUCIOSA
può lavorare. Per questo ringraziamo di Dia Ester - Dionchi Speri Gi11ser,pina - BionchJ
cuore
Maria Ausiliatrice,
Don
Bosco
e
suor Linda - .Bina Conta Margherita - Bisol
Onorino - Bitonto Crocìfissn - Bocca Noemi -
i nostri Santi e li preghiamo di conti- Doffn Speranza Anna - Boldi :-razzoreno - Boldi
nuarci la loro protezione.
Rma - Bollino Gerardo Domenico - Bolo~n•
Qualche anno fa, venni colpito da un
fortissimo male al piede destro, d ivenuto
Cittadella (Padova)
FAMIGLIA BROTTO ALBINO
Rosario - Bonanzinga Pina - Bonaudo Adrinna -
Boncimino S3ra - Bonelli R omano - .Donctti
Giu,;eppina - Bonfiglio Manusio e Liliana - Bon-
nero e tumefatto. Il medico mi fece ri-
CON SR. MARIA F.M.A frisco Elena - Bonrempelli Maria - Borchi 16ne •
coverare negli ospedali S. Martino in
Genova, poichè aveva diagnosticato che
Borda Rossana Gio,:anna - Borgna Mario - Borgo
Giuseppina - Bormida Pietro e Fiorina .. Boroni
Ester - Bortolini Rina - Bossone Assunta - Botindarl
ero affetto dal "morbo di Burger". A
Giusepp~ .. :Rot.tino Anna - .BQvotj Oiuseppìnn -
Genova dovetti fermarmi 40 giorni. du- CADDERO SVENUTE
rante i quali fui sottoposto a dolorosis- INTOSSICATE DAI GAS
Bovi Pia - 'Bovis Zelinda ... Bozz1no Donnmo -
Bracco M.aria - Brambilla Luisa - Bri1nmti farn.
- Bri,ttUjllio Rigano Francesca - BToggi Moria
simi esami e cure. ma tornai a casa
senza un vero miglioramento, poichè la
terapia fattami aveva avuto il solo scopo
di riattivare la circolazione del sangue.
Intanto lo stesso male passò al piede
sinistro con dolori e sofferenze da non
credere. Già fin dall'inizio della malattia
mi ero rivolto, con la mia famiglia, a
Maria Ausiliatrice, di cui siamo molto
devoti, pregandola di ottenermi la gua-
rigione, anche per il bene della famiglia.
La nostra preghiera, con l'aggravarsi del
male, divenne più insistente e fiduciosa.
Promettemmo anche di far pubblicare la
grazia e di recarci al suo santuario di
Torino, per ringraziarla. Fummo esau-
diti. Infatti presi a migliorare senza in-
tervento, i dolori lentamente cessarono
e potei riprendere a camminare e a la-
vorare normalmente. Mi sono già re-
cato a Torino a ringraziare la cara Ausi-
liatrice e ora invio questa relazione per-
chè venga pubblicata sul Bo/fettina Sa-
lesiano a perenne riconoscenza mia e
Ogni giorno raccomandiamo i nostri figli
a Maria Ausiliatrice e li affidiamo alla
sua protezione. Al suo materno inter-
vento crediamo di dovere la salvezza di
tre nostre figlie. In seguito alla rottura
di un tubo che convoglia un ingrediente
chimico nelle lavatrici del laboratorio. le
nostre Maddalena, Luigina e Agnese
caddero svenute intossicate dai gas. La
visita di una persona, in un'ora insolita,
che riteniamo avvenuta per un preciso
disegno della Divina Provvidenza, ha
fatto si che si portasse aiuto alle pove-
rette con un ammirevole e drammatico
gesto di coraggio cristiano e fossero ri-
coverate, appena in tempo, alrospedale.
Il fatto ha dello straordinario e in noi
si fa sempre. più certa la convinzione
che, date le circostanze. sia stata la
Madonna a salvarle.
A Lei il ringraziamento nostro più vivo,
anche per la vocazione religiosa nella
Famiglia Salesiana di due nostre figliole.
Teresa ... .Hruno Caterina ... Bruno Filippo - Bruno
Maria - Bruzza :~!la.njnn - Busca ~1:arfa - Bussi
AICredo - Cabibi Liborio - Cagno Pietro • Callcri
:Vl'nria - Calogero Giuseppe • Caltnl,inno CnteriJUJ
Cammarata Gìweppe ... Canciamilla Lucfa
Canicn.tti Vincenzo - Capitonio Siria - Cnposceni
Pietro - Cappa Fiorentina - Cupritmi Rt;gi1111. -
Caputo Maria - Carlt Tava Maria. - Carama,:za
Antonio - CArciolo s uor Anna .. Cardani Pie.rn -
Cardìrutle Maria - Careni Vertella Ada - Caret1:o
Scola•tica - C-ariola Marin Rosa Cariu Medda
FiJomeno. ... Casazza Barbara ... Casira,ghi Mario e
Angelo • Cassano Margherita - C..ss,itn Anna •
Castelli Olga - Castellini Beliamina - Casucci
Ros• - Catalfomo Maria - Campano Eva - Cor-
taneo Antonietta V. Ce.rizzi - Cavalieri Leonettn -
Cavallaro Francese.a - Ca,~alli Desmbrosi Franca -
Ccccanti Maria - Cecchini Valeria - Cerami
l\\.1.arin - Cereda Luciann - Cerutti M&rra - Ceschia
Alice \\t, Ger\\laSi - Cestino Giuseppina - Cetrone
Mario - Cetti lmcldt - Cherubini Rosina - Chio-
brando Mar!(hedta - Ch,nntore Teresa - Chilà
Etele - Ciobatti Sih·in • Cicogna Rina - Cipollina
Giuseppe - Clerici Gilda - Colombero Aldo
Colombo Mnriuccia - Comcl•to M.orfo - ComeLto
Caterina - Consol Giuseppe - Cqntie.ro Mnzzacan
Maria - Coraz.zsri ZanaroH Binnca - Cordcro
Gi.Q,i.;inta - Corneo E,nilio - Corradini Gildn -
Corsico ~1fariuccfa ... Cot$0doro Maria - Corvini
Vittoria - Co!)c.ntino Rito - Costa Concettina
C<.>stablm; AJft-edo - Costantino Antonietta -
Costanzo Gaetana- - Cotroneu Pina - Cotta Vin•
della famiglia.
Chiari (Brescia)
PIETf/O E ROSA METELLI cermìna - Cout Rino - Crameri Lum1nnti Tomm3so
Bordigheta (Jmpel/a) GEROLAMO CAMPORA
... Cravero Dome.t'licit - Cravtro Teres.i - Crnvino
Giuseppino - Cremasco Giovanni - Crescimanno
Nocera :vt. - CrocetLi Elena - Cucinntt:t Grazie -
Cusinnto Cnlerina - D'Ain,n Cave l\\1nria - D'Alascio
ERA STATO TRAVOLTO
Cl HANNO PURE
SEGNALATO GRAZIE
Germana - Dal Co1 Fioretta - Dàl Corao Anna -
D'Aleo M,ra - Damele Caterina • Damiani l!:le.d,s
- D'Angck» Bcuinu - Datola Maria - Denndrea
DA UN TRATTORE AGRICOLO
Nilt. De Cecco Eliso - Dc Fcdcrici Giulio •
Agnelli Ferdina - Agosti Maria - Albanese Anto• OcgAsperi Anjta - De Giuh Fern1cci.a - Deideri
Il nostro caro Giuseppe di 22 anni venne
travolto da un trattore agricolo guidato
niena - Alberghi Rina - Alberti linclda • Albertini
Eleonora - Albcnoni [nes • Altssan(\\ria Vit-
torina - AJJerio Deser)ns • Alliod Firmina .. .A.li-
Rallista - Del Fabro Oliva - De Liso F•usto -
De Piota Ada - D e Luca Orazio - De Muchi
Antonietta - Den1aria ved. Mion - Demarti.nj
da due ragazzi. Lo si credette morto,
ma venne ugualmente portato da alcuni
soccorritori all'Ospedale di Bassano del
p erti Rita - Alm,ni Aogeln - Atvigg1 Armida -
Andreoni d. Eugenio - Arulald.i Lacia ved. Ava-
taneO - Antonelli Maria • Aqui1anTe Mirella -
Araldi Maria Clementina - Arbia Luigi": ArenA
l\\.farlangela - Oemoz ~1'aria - Dentarnaro Anna -
De Paoli Fr•nco - Dc Sanctis ~ino - De SnnlÌ!I
Lucia - Dessi Teofania - De Stefanis Virg1nio -
D, Bemnrd11 Luigi - DI Grandi Gl\\lseppe - Dir~t-
Grappa. In famiglia Incominciammo a Marlll •reresa - Argento Vincenza - Argiolas lriee 1st. Agnell[ - Di Rocco dr. prof. Aruielo -
pregare Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
tutti i Santi salesiani. Giuseppe era gra-
vissimo e non riceveva più alcuna tra-
Chiarina - Adoli Ernestina - Ari.sci Gio,1anni -
Arland Pina • Artusio Carlo - Astori Carlo -
Astuti Vinaria - Bagnaschi Gino - Bailo ,"1. Te-
ni.a Dalanzoni Fau-,to·- Baie.lini Tina • Baldo,·in
Dolce Ivlilazzo Piera .. Donoto Rosamaria - D'Ono..
frìo Ines - Dori• Deaolina - Drocco Carlo - Druetto
Maria Durando Eli•• - Duno Elvira • Eforo
Gi<>Yanni - Eletti Maç,ldalena - Ern<.>la Mnrio -
sfusione. Rimase vari giorni in coma.
Quando incominciò a dar segno di vita,
Tonina - Balocco Maria - Bnlocco Rosa l\\f.nria .. Entiello Mnria - Enrietto Rita - Era Gianna e
Balsamo Agnese - Baloruno prof. Salvatore - Carlo Fabbris Lina - Fabrocini Gemma F<1c-
Baltie.ri Argentina .. l:Jaracchi Dina - Baracco cini Mnddnlcna ved. O ib~li - Fanchini Fehcinn
ci si accorse con raccapriccio e angoscia Cal'lott-a - .Barnnello Pina - Barbero Carolina - - Fanelh Memenu - Pt1sane.Ua Lupeno - Fase.in
che aveva la lingUJ! in tre pezzi e le
mandibole, le costole, il femore e la
gamba destra rotti. Dopo 20 giorni fu
Barcellini Lina - Barnabo! Lea - Baroncelli PaJini
Angela - Barcoli Bianca .. !Jassi Maria Vèd. Zucchi
- Battaglia Gina - Battocchio Lina - Bazzoni
Bonizt.oni Anna Maria - Bazzano Carmela -
Carmela .. Fasscro Caterina - Fausti Lucia -
Fa~'"11ta Maria .. Favre Obert Delfina - Feuacin
Giacomina - Ferrari Banolomeo ... Ferrari Veronesi
Noemi • Ferrnro Bo•io Maria - Ferraro Giovannì
assalito da pleurite, polmonite e paralisi
della parte destra. Rimase tre giorni con
Bellassai Michele - Bellnnca Rosalia • Bellante - Fe.rrero Elda .. Ferrero Gughelmo - Ferrero
Marìn - Bellino Morfa Ora.:ia - Bellinzona Rita - Josè - Ftrrero Mariuccia - Ferro Giuseppina •
Belvedere I acono • Benazzo Maddalena - Bc:ne- Fe.rsino Enrico - Fi1tiziil Cristina - Fiore Ida -
la bombola d'ossigeno. Noi si continuò venti Fìlomena -ved. Me:zzogori - Renzi Giusep-- Fiorentino Mimmo - Fiorini Lorena - Fisichella
a pregare e fummo esauditi. Oggi, a
distanza di tre anni, il nostro caro con-
tinua a godere di una discreta salute e
pinn - .Benzi Sav-io e Rosetta - Berardì Giovanna -
Beretra Brivio lrene - Bergese Rina - Berrolaz•i
E li,nbetta - Bertolino Ida - Bcrton Eugenio - Ber-
ron Teresa - Berta.ni Mimma - Betbaz Teresa -
P(lolo - Fontano Nerina - "Fontanili Virginìa ....
Foresti Liscia - Forli Leda - Formenù Adriana -
Formigoni Fernanda - Fomase.ro Maria ved. Aunar
- Fornelli Angela - Fortunato Paolo (Contimuz)
29

4.3 Page 33

▲back to top
PER
INTERCESSIONE
DI
SANTA MARIA
MAZZARELLO
IL BRACCIO ERA RATTRAPPITO
E INERTE FIN DALLA NASCITA
Un mio fratello era rimasto fin dalla na-
scita col braccio destro piccolo. rattrap•
pito e inerte. Gli erano state fatte tante
cure. ma senza alcun risultato. Aveva
già diciannove anni, quando mi venne
l"ispirazione di mandargli la reliquia di
Santa Maria Mazzarello, incoraggian-
dolo a raccomandarsi alla Santa. Lo
fece. Al termine della novena, mentre
stava pregando in chiesa. senti un for-
micolio nel braccio inerte. e senza dar-
sene conto, cominciò a muoverlo. Tor-
nato a casa e sedutosi con gli altri a
tavola, prese da sè la forchetta e Il col-
tello, usandoli come una persona nor-
male. Mia sorella, impressionata. gettò
un grido di stupore che fece accorrere
anche I vicini. Solo allora il ragazzo si
diede conto che il braccio era libero
e seno. Abbracciò la mamma dicendo:
"Madre Mazzarello mi ha guarito I".
Tutti volevano vederlo. toccare il braccio
fino allora come morto, molti piangevano
di commozione, ringraziando ad alla
voce la Santa.
Pativo/ (Urugu11y)
Sr. NORMA LA PAZ - F.M.A.
IL MEDICO AVEVA DICHIARATO
CHE NON SAREBBE GUARITA
Durante il mio secondo anno di novi-
ziato fui operata di mastoidite. Nono-
stante l'operazione, il male perdurava e
non fui ammessa alla professione. Tor-
nata in famiglia, nutrivo una fede vivis-
sima che sarei divenuta Figlia di Maria
Ausiliatrice. Dopo quattro mesi potei
rientrare, ma il medico che mi aveva
operata, dichiarò che non sarei più
guarita. Mi rivolsi allora con fiducia a
Santa Maria Maz:zarello promettendo
che se avessi raggiunto il mio ideale.
avrei pubblicata la grazia. La Santa M a-
dre mi ha esaudita. Contro ogni umana
speranza, fui ammessa alla professione
e da due anni ho anche emesso i voti
perpetui. Con animo riconoscente, adem-
pio la promessa.
che, se anche avesse avuto salva la vita,
sarebbe rimasto paralitico. Desolata, misi
addosso all'ammalato una reliquia d1
Santa Maria Mazzarello, e con tutti i
miei cari incominciai una novena. Con-
tro ogni speranza, il malato si ristabill
perfettamente, ricuperando r uso della
parte paralizzata, e ora continua il suo
lavoro, come se nulla fosse accaduto.
Tup1 (Brasile) LUIGIA M . MENDES CASENO
VERSAVA IN CONDIZIONI
GRAVISSIME
Mio figlio. residente a Modena. soffriva
di ulcera duodenale. I disturbi non lo
lasciavano in pace, tanto da non poter
disimpegnare i suoi lavori d'ufficio. Per-
ciò decise di farsi operare. l'operazione
riusci bene, ma subito dopo un col-
lasso stava per portarlo all'altro mondo.
Si dovette ricorrere alla respirazione Qocca
a bocca e con raiuto del cielo superò
le forte crisi. Ma durante la degenza gh
sopraggiunse una inaspettata complica-
zione. Una forte emorragia destò gravi
preoccupazioni. I professori decisero un
nuovo intervento. Dopo avérgli prodigate
molte trasfusioni di sangue, venne rio-
perato in condizioni gravissime. lo pre-
gavo sempre per mio figlio, nulla sa-
pendo di questo secondo intervento.
Avvisata per telefono, partii in aereo con
due figli, tra cui una Figlia di Maria Au-
siliatrice. Volai con la preghiera sulle
labbra: « Santa Mana Mazzarello, fate
che trovi mio figlio ancora vivo». Non
solo lo t rovai vivo, ma si riprese e guarl.
Ora mio figlio sta bene. Prego voler pub-
blicare la grazia come avevo promesso
alla Santa.
Cti11tnia
CHIARA GUGLIELMINO FINOCCHIARO
Ida Slrna (Paternb • Catania) e111 stata operaia
o lo notte seguente. per .sopraggiunta Intossica-
i.ione, fu ridotta ,n fon dt vita. Ma pe, evidente
intervenlo di Santa Maria t,,azzarallo potà supe-
rero la crisi e 0111 sta bene.
Pozrallo (Ragusa)
SUOR NUNZIATINA MELI F.M.A
Suor Luci■ Chlol■ (Roma) con animo ricono-
scente rende pubbliche grazie a Santa Maria
Mouarello perchè, noll'onno decorso, In forza
della sua materna assistenza, ebbe la grazia di
godere buana salul9.
GUARITO DA TROMBOSI
CEREBRALE
La Comunità delle Flgllo d i M. A. d i Kat•
padl (India) dichi1ra che. per specialissima g,ez,a
di Sante Maria ManarelJo, si polè llberare un
Il mio caro papà. di appena quaranta- povero ossesso et momento stesso in cui, con
quattro anni, venne colto da trombosi la1lca e superandone la furiosa opposizione, si
cerebrale, che gli paralizzò completa•
riusci a mettergli al calla fa reliquia della Senta,
mentre tutta fa famiglia dell'ossessa si univa alla
30 mente il lato destro. I medici affermavano comunità nell'invocarne !"aiuto.
LA SUA UMILTÀ
La sua umiltà I Fu cosi grande,
da invitare noi a domandarci
che cosa vede Iddio benedetto
in un'anima umile, veramente,
profondamente umile, che, ap-
punto per l'umiltà, tanto, si
direbbe, lo seduce e gli fa fare
fino alle più alle meraviglie iii
favore di quella stessa anima e
altre meraviglie per mezzo di
essa... ·
P IO X l nel d l•eor•o per l'er oldtà
dello vlr tt, di Santa Mario Ma.ccar e llo
il Stamattina guardavo il pro-
gramma della nostra festa e
trovavo segnalo: "panegirico di
Sua Em. il Cardinale Schuster".
Ma questo panegirico, per quanto
mi ci sia prO'Vato, 11011 vuol
venire. Perchè mai questo pa11e-
giru:o no11 wol venire? Pere/tè
solo Salomone, dice la Sacra
Scrittura, era capace di dispu-
tare cominciando dai cedri del
Libano sino all'umile erbetta si-
mile al piccolo issopo che cresce
tra le muragli.e: solo lui. È più
facile fare il panegirico di Don
Bosco, delle sue profezie, della
moltitudine dei suoi miracoli,
della ma figura veramente gi-
gmztnca nella storia della Chie-
sa, che 1wn deca11lare le glorie
di questo umile issopo, creato
ugualmente dal Signore a sua
immagine e somiglianza...
Ecco il motivo per cui, per quanto
abbia cercato di preparare il
panegirico, questo pa11egirfro non
è vermto. Percm 11011 so scen-
dere negli abissi di quell'umi.ltll,
nella quale il Signore ha gettato
le f 011dame11ta della Co11grega-
zio11e delle Figlie di Maria
Ausili.atrice...
Non tutti sono chiamati da
Dio a illustrare l'Italia, la
Fra11cia e La Spagna dissemi-
11.011do miracoli come Don Bosco;
ma chino11 potrà imitare l'umiltà,
l'obbedie11.za, la sottomissione, la
deoozùme alla Mado,ma, della
Beata Maria Mazzarello?... •·
li aer!'<> di Dio Card. I L DERONSO
SCII VS'l'ER a }}filo-..,, l'U• t 2- 19/J8

4.4 Page 34

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PE R
SAN DOMENICO SAVIO
INTERCESSIONE
DI
SAN DOMENICO
SAVIO
NEL PENSIERO DI SETTE PAPI
PI O IX . Qua11do Do11 Bosco
gli 11arrò che Dcmum,co SafJio in
flisione avroa co11/emplato il
Papa illuminare l'l11ghilterra, al
sentire le meraviglie di Dio nel
cuore di un tale adolescente,
Pio IX si commosse.
SENZA PIO SPERANZE
IL TEMPO CORRISPONDEVA
NEI RIMEDI UMANI
Il nostro bimbo Mauro a quindici mesi
si ammalo di asma bronchiale. Il caso
si presentava preoccupante, visto che le
AL MOMENTO IN CUI GLI ERA
STATO MESSO L'ABITINO
Mio figlio Filippo dal paese fu traspor-
tato urgentemente al Policlinico di Pa-
PIO .Y: «È tanto difficile per
u11 giovanetto osservare la virtÌI.
i11 maniera perfetta. E Sauio vi
è riuscii.o! La vita che Don Bosco
cure mediche non portavano alcun gio- lermo perchè colpito da tetano già in ne scrisse e che io ho letto, mi
vamento. Tentammo un cambiamento
d'aria in clima marittimo, ma anche
questo tentativo fu senza risultato. In
seguito. per un sopravvenuto accesso
d'asma in forma grave, lo dovemmo
fase acuta. Lo raccomandai a San Do-
menico Savio e poiché non mi era per•
messo di entrare nella corsia dove si
trovava il mio figliolo, pregai una signora
ricoverata nella stessa corsia. ma alzata,
ha dato l'idea di 1111 giovanetto
esemplare, che merita di essere
additato qual modello di perfe-
ziou.e >1.
trasportare d'urgenza all'ospedale per le di mettere la reliquia del Santo addosso
cure del caso, che non riuscirono pero
a guarirlo. Senza piìl speranze nel ri-
medi umani, ricorremmo con fede al-
rintervento del Cielo, applicando al
bimbo l'abitino di San Domenico Savio
al figlio ormai in grave stato. Dopo
un'ora di ansie e di preghiere, chiesi
notizie allo specialista. Mi sentii rispon-
dere che da un'ora il mio ragazzo dava
segni di crescente miglioramento. Il
BE.VEDETTO XV: li secolo
111m si figura più i santi tanto
penitenti e rigorosi. E Domenico
Savio piacerà ai giova11etti che
e implorandone la guarigione con fer- tempo corrispondeva al momento in cui vedranno i11 li~i un gil)'l}a11e pro-
vide preghiere. Con nostro stupore e gli era stato messo l'abitino. La guari-
prio come loro)).
consolazione indicibile, il piccolo co- gione non tardO a venire. ricolmando di
mincio a star meglio e in brevissimo gioia· me e i miei familiari. Ringrazio di
tempo raggiunse la completa guari- cuore il caro San Domenico Savio, che P IO X l : «A qui11d1ci a1111i una
gione. Riconoscenti, preghiamo venga ha guarito mio figlio da un cosi terribile vera e propria perfezio11e di f.•ita
pubblicata la grazia.
VJ({a:stf({on• (Torino)
AGNESE VIRANO E MARITO
male. Desidero un abitino da tenere
sempre con me.
Montem•ggiore Be/1/10 (P•lermo)
CARMEUNA PAR/SI IN GIALLOMBAROO
cristiana, e co11 quelle caratte-
ristiche che bisognano a noi, ai
nostri giorni, per poterle pre-
se,itare alla gioveritù dei nostri
DA MORTE A VITA
giomi, perchè una vita cristiana,
Una improvvisa febbre altissima, con la
comparsa di chiazze scure su tutto il
GENITORI PREMIATI
NELLA LORO FEDE
corpicino, tenne la mia bambina di pochi Sono una mamma che desidera mettere
una perfeziotie di vita cristiana
sosta11zia/111e11te falla di purezza,
di pietà, di apostolato •>.
mesi in allarmante pericolo di vita. Gli
occhi erano diventati vitrei. lo sguardo
fisso e la pupilla spenta. Chiamato d'ur-
genza il medico, dichiaro la bambina
gravissima e chiese un consulto con lo
specialista pediatra. La diagnosi confermo
che il caso era gravissimo. Più morta che
viva fu portata all'Ospedale di Ivrea. Non
mancarono esami iiè cure e diagnosi pro-
fonde, ma la febbre si manteneva alta,
a conoscenza di tutti la grazia che ha ri-
cevuto da Domenico Savio. Ardevo dal
desiderio di avere un bambino. Ma ben
presto mio marito e io ci accorgemmo che
non ne potevamo avere: avevamo ormai
consultato vari dottori. Fu allora che mia
mamma mi fece avere un abitino di
San Domenico Savio. Lo pregammo e
venne un grazioso bambino, che ab-
biamo chiamato Emmanuele Domenico.
PIO X U : « Alla scuola del suo
1'\\,Jqestro spirituale, il grande
santo Do11 Bosco, eçli apprese
come la gioia di servire Dio e di
farlo amare dagli altri può di-
venire un polente mezzo di apo-
stolato >l.
accelerando la fine della piccola.
Al mio cuore di madre angosciata non
rimaneva che la fede In Dio. Presi la
Reliquia ex ossibus di S. Domenico
Savio che una Figlia di M. A. mi aveva
inviato e la misi sulle labbra livide della
mia creaturina, poi la riposi sotto il suo
g1,1anciale. Con tutta fiducia incominciai
Siamo molto grati a Domenico Savio e
affidiamo a lui Il nostro piccolo.
Versiola di Bagn,rol• (Pordenone)
GABRIELLA BERNAVA IN COASSIA
La mia Rosalba di 4 anni desiderava un
fratellino. Venne una sorellina, ma ebbe
GI OVANNI XXIII: «M.i piace
segnalare il prezioso messaggio di
San Domenico Savio all'età
nostra: messaggio egualmente am-
mo11itore ai piccoli e ai grandi, ai
giovani e ai maturi: la purezza
la novena di preghiere e di sacrifi:i:i al solo 1O minuti di vita. Dopo soli quattro
Ragazzo santo. Al quinto giorno della mesi di una terza maternità, fui costretta
novena la febbre scomparve. Al termine a letto immobile, perché il pericolo di per-
dei costumi e la semplicità dell4
vita)).
della seconda novena la bambina fu di- dere il bimbo era continuo. Un mio cugino,
chiarata fuori pericolo. Per meglio veri -
ficarne la prodigiosa guarigione rimase
ancora otto giorni all'Ospedale; ma la
febbre non ritorno più. Sono trascorsi
oltre tre anni. La bimba non ha più risen-
tito alcun malessere. È cresciuta robusta,
sana. intelligente. Nella casa è tornata
vicesegretario regionale degli Exalllevi
salesiani, ml portò un abitino di San Do-
menico Savio. Da quando lo indossai
con tede, potei alzarmi da letto e giungere
felicemente al giorno in cui nasceva il
piccolo Giuseppe Domenico. Non fini-
remo mai, mio marito e io, di ringraziare
PAOW VI: Q14esto fiore, cre-
sciuto fra le mani di Sa11 Gio-
vanni Bosco, che la Chiesa ha
posto sugli altari, dolce e ma-
gnifico esempio di sm1tità gio-
vanile, è per noi simbolo amm<>-
la gioia e un risveglio di vita cristiana. San Domenico Savio.
nitore dell'arte educativa della
Catvso (Torino)
MAR/DA GAIA Palermo
GIOVANNA CUSIMANO
Chiesa».
31

4.5 Page 35

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Don Francesco Della T orre t a Milano • 57 anni.
Don Dcl.la Torre nacque a Prelboino (Drescia) il 22 giugno 19tl. Al-
lievo dei Salesiani di t\\1ì1nno per gH studi ginnasioli,_gjovanissimo entrò,
come H fratello Giuseppe, n for parle delJn Congregazione Salesiana.
.Ancora chierico, mentre procedeva alle prime e.speric.nze nel c.ampo
educativo, frequent6 J'Uriivèrsit:• Cartolie11 dove si laureò in Lettere
e Filosofia.
La vivacità dell'ingegno e le ricche risorse s pirituali che in Lui gh\\
brillavano in modo evidente, indussero i superiori a inviarlo per ~li
srudi teologici all' Universiuì. Gregori.nna, ove s..i licen?.ii;, in Teologia.
lnseirnò Storia e Filosofia nei nostri Licei di Parma e di l\\1ilano.
Era logico c.he chi della cattedra aveva fatto pnlestr.n di \\TÌta, di nmore
agli ideali più alti di RellRione, Liberti e Patria, nello bufera bellico •i
alHneasse con quei giovani che per le ste!tse idcallt!I combu.ttcvwno.
Entrato nel n,ovimento dell:a RcsiSlcnza, ne fu in Milano uno degli
animatori più arditi ed equilibrati, sfuggendo varie vohe a cntture e
jmboscate.
Cess1uo il f..rogore delle armi, eg1i che aveva pU1: fon·o espe.ri-enze preziose
ne! rrondo operaio con c:icH di Conferenze nelle fabbrìcbc, ebbe l'inca-
rico dal Cardinal Schuster di v. m. di {ond1.1re a Sesto San Giovantll le.
, Opere Sociali Don Roseo,. Quesu: ir'I breve fiorirono in un. meravi-
glioso complesso che vede I unora un fervore di opere giovanili e pasto-
rali attorno a cui gravitano, :i coronamento, oltre 12:00 gio"·ani delle
scuole diurne e sera li.
l'vla l'Opera e.be ha dato la misura di don Della Torre come sacerdote e
$8.lC$iano, fu quella della Casa di rieducaziorit di Arese, che sorse imper-
niata sul suo g-rande cuore.
'Passato successivamente n dirigere per tre anni Il pensionato per lavo..
ratori Paolo VI :t ::i l\\llilano, ebbe da ultimo l'incarico della direzione
spirituale degli Univer~itnri dell11 Bocconi•· su richiesta de.Ilo stesao
Cardinale Areivescovo, pieno di fiducia ìn lui.
Anche in questo delic:atissimo compito si gettò con tutta t'nnimA,
senza più r icordare l'infarto cardiaco che l'aveva »orpre.so anni addietro.
Da vero salesiano, che non sa resistere aUa tentazione ùd 11.1perlavoro,
in ogni mansìonc affidntag1i rnetteva anima e corpo a disposi..zionc di
Dio pe.r sal vare le anime dei giovani .
L'o11. S,alfaro, nella commemorazione tenuta a Sèsto San Giovanni,
ho detto: lo non penso di sbngliare se immaRino che quella di don Dclln
Torre sia stata una vocazione pag,Hn ogni giorno quattro soldi di pelle
propria. Ho sentito una volta, parlando di \\·ocn.zioni, dire questn fra$~:
•f I voti non samì dei /it>YÌ fiuti ()jJerti una volta per sempre silll'altart <ii
Dio, ma fOIIQ fiori freschi ai quaH occorre cambiar I'ar,qun Ogm· giorno .,.
Avvicin.1ndo don Della Torre, $I avvertiva lo sforzo umano, ln conc,uista
umana di cambiare l'ocqu~ ogni giorno n questi fiori fre1chi. Lo novità
si potrebbe sinreciz~are in poche parole: ho amatu il Siunore, non c'è
dubbio, e siccome l'ha amato, gli ha detto un ·1 sì'' tota le •.
Sa c. Colussl Paolo t a Escori! ( PortogaUo) 90 anni (di foj parluewo
in 1w prouimo mu11tr()),
Coad, GlorgJo Wheelitr t a Cape Town (Sud Africa) • 84 anni.
Coad. Gi usitppe Hollk t o Mornvec (Ceco,lo,·•cchia) Sz anni.
Sac:. Edmondo Poli t a Lyon (Francia) • 73 anni.
Sac . Giorgio Pec:h t a Montero (Boli\\'ia) a 68 anni.
COOPERATORI DEFUNTI
Dott. Romano Vacha t o Torino a 53 anni.
Una follo s.trabocchevolc -- scrive Avve,,ite del 25 marzo u. s. -- ha dato
ieri l'estremo saluto Al dou. Romano Vncha1 il m~dico dei poveri •·
deceduto improvvi~amente a soli 53 unni. dopo una laboriosissima gior-
nata di 1-n voco. Tutta Torino conosceva il m~dico dei poveri t11: si
ricorreva al dott, Vacbn da oa;ni pRrte. 11 suo indirizzo di casa e il nu-
mero telefonico della sua abìtaziooc. erano noti a moltissime persone:
soprnLtutto Gi bisognosi che, nelle .situazioni disperate, cere.ano sempre
una pel'$ona di fiducia cui RQ!lfapparsi.
, 11 don. Romano Vaehn - conté ha ricordato il salesiano don Fiora
nel breve discorso con\\mernorativo pronunciato ne.Ila chiesa delle
Stimmate dove .si tsono svolti i funerali - era molto apprezzato per la
sua competenza personale, ma soprnttutto per b :SUA profonda umanit::\\:
il pnzic.nte per lui non diventava mni un cliente da curare a base di
prcpanui o d'interventi chirurgici; restava sempre una persona. da
accostare con a more, da rincuorare, da stimolare alla fiducitl. Per i
pdveri c'era non solo In consulen:ro medica offerta gr-atuitumcnte, mn,
molto spesso, anehe il tangibile aiuto ccono rnico per affrontare la virn.
1 funeroli sono statì imponentissimi per numero di foJla che gremiva.
completamente la chiesa de.Ile Stimmate e ìl sagrato antistante. Tra. le
rappresentanze pili numerose que.11.a dei salesiani e quella della Piccola
Casa della Divina Provvidenza•.
La perdita del dott. Vacha è stata particol,armente sentita• dai Sale-
siani della Cosa t\\-1.adre, di cui era a.ffe.zionato cxallievo, e dellu Caso
Gene.rnlizia, a.Ile quali dallo scor-so ottobre prestava. il suo apprezzato
servi2io sanitario, come pure dai numerosi Sales-iani e Figlie di M-aria
AUii,iHatrice, ché hanno beneficiato della sua grande carftA.
Sac. Vittore Patria t ad Alessandria a 82 anni.
Allievo a Borgo San Martino, conobbe Don Rua. che ricordò con
ammiTa2ione per tutta la vj-ta. Fu sacerdote coadiutore in varie par-
rocchie della diocesi e resst per oltre 40 anni la parrocchia di S. Stefano
32
in Alessandria. Ovunque si distinse per il suo spi.rito bl ttagliero. ma
tale da cattivarsi la simpatia anche di quelli dell'altra sponda. Si sentiva
parlic!olarmcntc legato all'Opera Salesiana e seguiva con vivo interesse
Ja Caus.a di Don Rua., che non esitav3 2. definire un grande uomo e un
grande santo •.
Pasquale Cosaro t a Fontanarnsa (Avellino) a 71 anni.
Padre di r2 figli, soleva dire: • llo c.reduto nelln Provvidenza, ho
amato il lavoro, per questo ho accertato il dolce peso d1 una numerosa
fj~liuolan1..a: unlca min ricchezza e mia $:ioia •· Illum.inato da una grande
fede, uvrebbe dei;iderato di cons.ae:rare a Dio tutti i suoi figli, come
certa ga.raru:ia della lo.ro sai ve.zza eternn, sostenuto in questo suo pro-
posito d11lln sposa Teresina Burrasso, morta vent'anni prima in -fama di
snntn. ln realtà donò alla Famiglia Salesiana i primi cinque figli: don Giu.
seppe, suor Maria, don Luigi, i1 coad. Al(onso e l"aspirantc A_gàta,
morta alla vigilia del suo ingrdso in novizinto. Gli altri figli o.pparten-
gono alla terza Famiglia Snlesiana come éoopc.ratori. Lietiss.imo di
aver dàto tanri figli alla Chii:.sa., godeva di una ,;-ioia inrimn. anche per
le consolazioni che questi gli davano. Si. è spento serenamente, fiducioso
nel premio eterno che la Vergine Ausiliatrice ha promesso a Don Bosco
per: i genitori dei Salesiani.
Ottavio Gassino t a Tonengo (Torino) a 59 anni.
Artigiano sagace. e provetto. cristiano senza mezzi termini o rispetto umano,
attento e zel:1nte per ogni possibile iniziativn dì bene, era diventato capo-
,rruppo dei Coope.ratori Salesiani ed era pure il responsabile deJ Sindacato
di ispira1.ione cristiana per ali art itliani del luogo. Con lavori personali e
con offerte aiutava fatti\\'amente. le istituzioni di beneficenza. Il suo parroco
dichiara: ~ Era assiduo ai convegni e alle g~ornate di ritiro per i Coopera-
tori Ralesiaoi. Era uno bella fir;uni di cristiano e la sua di.partita ci ha pri-
vati dl un grande animntOrt! del nostro g.ruppo Cooperatori•·
Carlo Bonifacio Peyrani t a Grugliasco (Torino) a 89 anni.
Suo vanto, aver conosciuto San Oiovonni Bosco~ suo conforto, aver
dato rre figlie oll'hrituto delle Figlie <.li Maria Au,iliatrice: Se. Asaunta,
Sr. Costanza, Sr. Olga.
Comm. rag. Alessandro Coha t a Oglianico (Torino) a 64 anni.
Fu tra i primi n iscriversi rrn i Cooperatori Salesiani di Oglianico~
appoggfoodo e in<:•emenrando l'organizzazione, Alle molte cancbe
che già sosteneva, (u Heto di aggiungere que.11:\\ di capogruppo de.i
Cooperatori Salesiani e li onorò col suo esempio di cristiano edificante.
cav . Carlo Piroslo t n Casale Monferrato (Alessnndria) a 71 anni.
Fervente cattolft'o, ammfrova molto l'Oper a di Don Bosco e lo spirito
con cui 10 vora per 111 salvezza deUa gioventù, lieto di coopera.re con
l'azione e la prcg-hicra all'espan~ione della famiglia Salesiana.
Glrola1110 B resciano t n Kizza Monferrnto a 75 anni.
Fu allie,•ò della Casa Madre ai tempi di Don Rua e apprese dal suo
direttore don Secondo ~1ar-chisio un vi,.·o e faltivo amore :1 Maria
Aua11h1trice. Educò In f:tmiglia (;Qn spirito cris.tia.no e metodo Salésinno,
preee.dendo tutti coJ suo t!Sempiu.
Mamante Zoia t Cav~glio d' Agogn• (Novara) a 80 anni.
Ottimo Cooperatore, affezionatissimo Ex.allievo di Torino-Valdocco,
cntusinsto di Don Bosco, dnl Santo !ttcinse l'ardente pietà eucaristica
e In grande carità che Jo fece amico dei poveri e de.i bisognosi.
Valentino De Mattels t a Terni.
Exallievo dell'Oratorio di Terni e membro Je1 Consiglio dcì Coopera-
tori e degli Exallic,i, si dedicò con fone impe,:no alla diffusione della
buona stampo e in particolare di Mtn"clia110 r:J. È anche ricordato pe.r
il suo amore n Mrtrfa Ausilialrice e a Don Bosco e pe:r la sua attiva
presenza in ogni manifestazione dei Cooperatori e de~li Exallicvi.
Domenica Lidia BeUlnc:anta In Mars onu t a Sarentino (Bolzano) a
68 anni.
r
Dedicò intcrnmence se stessa al bene della famiglia e alla nllssione di
insegnante. Lasciò la .scuola dopo 46 anni di ~ervlzio, premiata con
medaglia d 'oro. La sua ~foia più grande fu L'ordinazione :sacerdotale
del suo quinto figlio Frnnce.sco. salesiano. Amò nuai le Mi-ssioni, che
ricordò anche nelle sue ultime volontà.
Vincenza Lo Conte In Dato t S. Teresa (Me•sinn),
Coopcnuricc fe..rventc e f::encrosa, pr-e.ndeva par1 e a l utce le roanife-
sta.zioni organiiz.ate dai SaJèSinnì. O ccupavo il suo -rempo libero nella
r-ecit.a del S. 1:'losnrio e nella lettura del Bollettino, desiderosa d i cono-
scere sempre m~gho lo .spirito di Don Bo:-ic.o.
Emma De Dionigi ved. Colombo t a O lgiate Olona (Varese).
La S:ua a.mmira.zione per Don Bosco si concreta\\'a nella preghiera è
nel contributo di cari.t'à. 11 dono più bello a .Don Bosco lo fece agevo-
lando la vocazione della nipote ali• Famiglia di Moria Ausiliatrice.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Alfarano d. Domenieantonio - Amoroso d. Francesco - Antari Adolfo ..
0ailo CRrolina - Dalocco 1.,ucia - Betsa.no Carlo - Bertoleut Fernando
- Be.ttini Antonio - Boaglio Margherita - Bongian.ni Lorem'.a - Bonìno
Tomas.o - Borgaro Giuseppe .. Bracco Teresa • Brizzi Omero - Iluasonc
Margherita. • Caporale pr.of. d. Francesco - Catafora mons. Nicola -
Ciecone d. Agostino - Cosentino d. Francesco - D'Amica e.so. Br·u.no -
Esposito Zordan l,.idia - Ferrua Maria - Fre22a Maria ~ Galliano Mad-
dalena - Genovesio De,rnardino - Giraudo Camilla - Granelli can.
Armando - Ieracitano d. Rocco • lUfani Giuseppe - Lorenzati Mad.
dalcna • Malnati Clementina . Mantovani d. Amedeo - Manzino Zefe-
rina - Milano Maria - Minetti Caterina - Monte.leone d. Gius-eppe -
Nldol• Luigia - Onesti Maria - Panc•li d. Gaetano Parrnvicini Anto-
nietta - Pedrazzoli TeTesn - Ponc,ini enn. Ciuseppe. Pont-io Giovanni •
Ponzio Ma.rja Porro Domenico • Prato Giovanna - Quaglia Adele
Quattrone d. Demetrio • Roggero Rosa - Saracco Angela . Sepponc
Angelo 1'eobaldi Lucia.

4.6 Page 36

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TOTALE MINIMO PER BORSA L 60.000
Avve niamo che la pubbllcazlone di una Borsa incomple ta s i effe tt.ua
quendo Il v ersamento inizlele raggiunge la s omma di L 25.000, o vvero
qua ndo tale s omma vie ne raggiunta con offe ne s uccessive
a Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a com-
pletare Borse già fondate
CROCIATA
MISSIONARIA
BORSE COMPLETE
Borsa: Don Bosco, proteggi sempre il mio
Giacinto, a cura di N. N. (Piacenza) .L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco e Mamma Mar-
gherita, in ricordo e suffragio di Tina Prin,
a cura delle sorelle Ida ed Emma Prin e del
figlio (Chlìcillon Aosta). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, per
uno vocazione n,isriona,in e in snffragio dei
m~i defunti, a cura di B. M. (Rivoli • 'T'orino).
L. 50.000.
Borsa: Marta Ausiliatrice e S. G. Bosco, a
cura di M . C. (Genova). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, per un A.spirante
missionario, a cura degii Exallievi Salesiani
di Torino in occasione della festa di Don Bo-
sco. L. 100.000.
Borsa: Giovanni Loss Rubi.ne Maria Michell,
in memoria e suffragio, nel eentenario della
loro ,u,sdta, a cura dei fii:li, fra cui don Gio-
vanni e don Luigi, Salesiani. L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, a suffragio del
prof. Carlo Antonio Avm,ati, a cura della
consorte Natalia Avenati Zanotti (Roma).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, per
volontà testamentaria di Giuseppina Vin-
drola. L. 50.000.
Maria Auslllatrice e S. G. Bosco, a cura di
Michelocti Domenica (Cafasse Torino).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausillaidce e S. G. Bosco,
pregate per noi, per la pace nel mondo e pro-
teggeteci sempre, a cura di P.G.E.C. L. 50.000.
llorsa: Linda Toffaloni Rossi, in memoria e
suffragio, a cura di Margherita Zanon Rossi
(Piovene Rocchette). L. 50.000.
Borsa: Gesù Crocltlsso, Maria Ausiliatrice e
S. G. Bosco, perchd mi siano vici,,i nell'ora
della morte, a cura di Matilde Galanti (Massa).
L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-
trice, S. G. Bosco e S. D. Savio, implorando
protezione e ralvezza etertia per ,: com,po11enti
la famiglia Taddei-Rarizanid, a cura della
famiglia Taddei-R,mzanici (Provaglio d'Iseo
Brescia). L. 50.000.
Borsa: Gesù Bambino, Maria Ausiliatrice,
S. G. Bosco e Anime Sante del Purgatorio le
più abbandonate, pregate p,r noi! a cura della
famiglia Anselmo (Arenzano-Genova).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, s. G. Bosco e
Santi Salesiani, a cura di Teresa Venturi
(Reggio Emilia). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in
rico11oue11za, a cura di A. e G. Martinelli
(Como). L. 50.000.
Borsa: Giacomo Spoto, (Trapani). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausillatrice e s. D. Savio, in
ringraziamento e invoc.ando protezione, a
cura cli Toeschi Ferdinando (Ronco AU'Aclige
Verona). L. 50.000.
Borsa: Don Berruti e Padre Mantovani, a
cura di N. N. {Montalenghe). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, aiutateci! e cura
di Maria Bonacina (Calusco D'Adda - Ber-
gamo). L. 50.000.
Borsa: Arlunno Maria ved. Agablo, in m~moria
e suffragio, a cura del nipote Piero Stoppani
(Ghemme • Novara). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in
ringra::iamento implorando protezione, a
cura cli N. N. (Alessandria). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, anime del P urea-
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