Bollettino_Salesiano_199807


Bollettino_Salesiano_199807

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE
DEL GIUBILEO/
CONCEPÌ
DALLO SPIRITO SANTO
Maria diede a Gesù non solo il corpo, ma la natura umana.
Così capita sempre che una donna concepisce e dà alla luce.
E se l'incarnazione doveva essere reale ciò era inevitabile.
G esù dun-
que ere-
ditò da sua
Madre i tratti
fisici, il gesti-
colare, forse
il tono della
voce e la
caden z a
nel parlare ;
ma anche la forma di pen -
sare e il modo di reagire di fronte
alle persone , ai problemi e alle
cose. " Ti assomiglia in tutto" dove-
vano dirle le sue compagne, madri
giovani, guardando Gesù .
Mano a mano che cresce cia-
scuno va poi modellando con
nuove esperienze la propria per-
sonalità, il vocabolario e il giudizio,
le prospettive e i progetti. Si rende
autonomo da chi l'ha generato: con-
serva un patrimonio genetico, ma
acquista, trasforma e cambia carat-
teri e attitud ini. Gesù pure crebbe in
età, sapienza e grazia; lo si vedeva
svilupparsi e progredire. Quando in-
traprese la sua missione affermò la
sua libertà di espressione e di azio-
ne anche di fronte a tradizioni che
vincolavano eccessivamente al ca-
sato o agli antenati.
Ma perché Maria potesse tra-
smettere una natura umana capa-
ce di accogliere ed esprimere il Fi-
glio di Dio, lo Spirito dovette lavora-
re nel suo pensiero , nella sua vo-
lontà, nei suoi sentimenti , nei suoi
rapporti e renderli totalmente aperti
a Dio, quasi riempiti di Dio . Come
avrebbe potuto il Verbo assumere la
natura umana che gli conveniva se
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS

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questa fosse stata impermeabile,
chiusa o solo distante da Dio? Lo
Spirito rese pure i tratti e gli atteg-
giamenti di Maria capaci di manife-
stare il meglio dell'umanità in rettitu-
dine, bontà, energia, giustizia, bel-
lezza di parole e di gesti, sincerità.
Infatti i discepoli e la gente arrivava-
no a riconoscere e confessare la di-
vinità di Cristo attraverso la sua
umanità.
"Concepì il Verbo prima nella
mente e nel cuore che nel grem-
bo" ripetono i testi liturgici racco-
gliendo il sentire del Vangelo e dei
Padri che fissarono i loro occhi su
questo insolito avvenimento. Così
preparata, Maria divenne la Madre di
Gesù come la si intendeva ieri e la si
intende ancora oggi, quella che con-
cepisce e dà a luce comunicando la
natura come essa la possiede. Non
un'incubatrice o un seno imprestato!
Lo Spirito non opera per forza
né meccanicamente; ma per sug-
gerimento, dialogo interiore, inspira-
zione. In generale si prende tutto il
tempo necessario per fare con cal-
ma, a ritmo umano, un'opera com-
pleta e ben combinata. La sua spe-
cialità non è la produzione in serie.
Una persona si plasma in una vita.
Lo Spirito dovette dunque sin dalla
nascita di Maria cominciare a mo-
dellare intelligenza, volontà, senti-
menti, rapporti contando sempre con
la controparte della risposta. Questo
peraltro lo veniva preparando da
lontano attraverso generazioni che
vissero l'alleanza con Dio e seguiro-
no quanto la legge suggeriva riguar-
do al comportamento umano. Ap-
paiono già prefigurazioni di questo
punto alto dell'umanità nelle imma-
gini femminili di Sara, Rut, Esther,
Giuditta e altre.
Ottima collaborazione tra Ma-
ria e lo Spirito Rer dare vita a Ge-
sù, uomo Dio! E un avvenimento
storico; e anche un criterio, un mo-
dello e una condizione per concepi-
re e produrre quello che giova vera-
mente al mondo.
Annunciazione di Dante Gabriel
Rossetti, 1828/1882.
Luglio-agosto 1998
Anno CXXII
N umero 7
In copenina:
Luglio-agosto: le grandi
e "sacre" vacanze
cui nessuno rinuncia.
È proprio vero?
Esistono
vacanze diverse.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE:
GIANCARLO MANIERI
Redazione : Maria Antonia Chine llo -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Leve r - Francesco Motto - Vito Orlando
8 STORIA
Vite "quasi" parallele
16 ESTATE
Le altre vacanze
18 STORIA NOSTRA
"Padre Chiquinho"
20 ATTUALITÀ
I nuovi angeli
23 INSERTO
Vite donate
28 CARITÀ
L'albero sempreverde
32 ON UNE
Piazza Grande
38 MISSIONI
Gli achuar di padre Luis Bolla
di GIANCARLO MANIERI
di ALBERTO PIASTRELLINI
di FRANCESCO MOTTO
di GIUSEPPINA CUDEMO
di BRUNA GRASSINI
di MASSIMO BIANCO
di BRUNA GRASSINI
di VIGENTE SANTILLI
RUBRICHE
2 Il Re/lor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 BS Domanda - lJ Zoom - l 2 In Italia & nel mondo
- L5 Osservatorio - 22 Lettera ai giovani - 27 Box - 30 Libri - 34 Come Don Bosco - 36 Carta di
Comunione - 37 Il doctor J. - 40 Prima pagina - 4 1 Solidarietà - 42 I nostri Santi - 43 Don
Bosco a fumetti - 46 I nostri morti - 47 111 primo piano/Focus
Collaboratori : Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Gattoni - Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Margherita Dal Lago - Serdu - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto - Angelo Montonati - Giuseppe Morante -
Gaetano Nanetti Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e Impaginazione :
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 1O milioni di copie)
in: Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Au strali a -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Boemi a - Bolivia -
Brasile - Canada Centro America (in Guatemala) - Cile -
Cin a (a Hong Kong) • Colombia - Croazia - Ecu ador -
Filippine - Francia - Germania - Giappone - India
(i n inglese, malayalam , tamil e telugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
Messico - Olanda - Paraguay - Perù - Polonia -
Portogallo - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Sri Lanka -
Stati Uniti - Thailandia - Ungheria - Uruguay -
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Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 - 00185 Roma -
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Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Fotocomposizione : EDIBIT - Torino
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Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
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Opere Don Bosco, Roma.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
DIFRONTE
AUNASOCI T
CHE INVECC IA
In Italia, come in molti altri paesi ad alto tasso di civiltà
e ricchezza, c'è un altro primato, l'alto tasso di invecchiamento.
Ora questo è un indicatore che fa poco onore e prime\\ o poi
- più prima che poi!- creerà problemi sociali immensi. Già adesso.
L e cifre girano ovunque .
bInsieme all'invecchiamento
Si avvicina a grandi passi
della popolazione, i giovani devono
il tempo in cui gli anziani del nostro mettere nel conto la crescita
paese saranno più numerosi dei
ciel carattere multirazziale della
giovani sotto i 20 anni. Ciò significa società italiana, sebbene finora
che la società dovrà fare sforzi
gli immigrati siano poco più
giganteschi per attrezzarsi al nuovo di un milione e duecentomila
corso demografico , preoccupandosi e i matrimoni con stranieri immigrati
allo stesso tempo di come evitare ancora non molto ambiti. .
·
la sparizione degli italiani
Comunque sia, tutti gli° indicatori
dalla carta geografica.
- compreso il generale
disorientamento della politica
Statistiche e inchieste a livello
e dell'economia che non riescono a
europeo dicono che i giovani
frenare le lacerazioni autodistruttive
sono per lo più coscienti della
dell'ecosistema - suggeriscono
situazione e hanno anche loro idee che , senza un supplemento
in proposito . Tra gli studenti italiani di speranza, per i giovani il nuovo
c'è una maggioranza che chiede
millennio comincerà in salita.
di pensionare gli uomini a 60 anni
e le donne a 56 anni .
A questa età, per lo più
Non c'è una opposizione
marginale negli ingranaggi
preconcetta nei confronti
decisionali , spetterà il compito
degli anziani , visti certamente
di non fallire in quella salvaguardia
come concorrenti sul piano
del creato che gli adulti hanno
del lavoro , ma desiderati ancora sul invece mancato depredando risorse
piano affettivo quale rete protettiva. a vantaggio di una minoranza
I nonni vanno alla grande.
di uomini e donne.
Si dice che i giovani di oggi siano
La sfortuna vuole
culturalmente più poveri perché
che l'invecchiamento della
è più debole la loro memoria
popolazione giunga in un contesto storica. La custodia dinamica
culturale che promuove il bello
della memoria può essere un punto
e il forte , eliminando il debole
importante di nuovo incontro
o·emarginando l'improduttivo .
con gli anziani. Ma la memoria
C'è poi la grave ipoteca
sprigionerà forza per il futuro ,
delle risorse . Si sostiene
divenendo credibile e rilevante ,
che per gli anziani c'è troppo
solamente se gli adulti daranno
e per i giovani troppo poco,
ai giovani prova del loro pentimento
per cui si chiedono tagli alle
per essere essi stessi infedèli.
pensioni per creare posti di lavoro.
'
Ma finora il lavoro per i giovani ,
All 'ordine del giorno del futuro
anche se laureati , scarseggia.
non c'è solo quale eredità
E soprattutto , nell'era del culto
di benefici materiali passerà
per il profitto , si prevedono lavori
ai giovani , ma anche quale eredità
flessibili , che vanno e che vengono , di valori e cultura, che non siano
legati alla capacità di impresa
chiacchierati desideri , li potrà ,
dei giovan i, agli agganci economici accompagnare nella costruzione
e politici e alla fortuna .
difficile di un mondo solidale.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS

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~:~-
..
'
,,~
·, ~

1.6 Page 6

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Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere per-
~
TTERE
venute in redazione . Ce ne
scusiamo. Provvede r~mo_ a
suo tempo alla pubblicauo-
BS domanda . ··.,.,s_<71+ ne o alla risposta personale.
=. . . .
--= L'EGOCENTRISMO DEI un "approfittane!" ... Uhm! ...
:
: GIOVANI. Mi domando, e- Mi sa tanto che certi vecchi
:
~
: gregio direttore, perché nessu- brontoloni non abbiano tutti i
ANCHE DON BOSCO ? sa attenzione e all 'intran- : no affronta il grande egocentri- torti!
Gentile Direttore, Alle- sigenza che ha caratte- smo dei giovani. 1 pav idi ge-
gato
a li.a
presente
Ie
.
in-
via un articolo apparso
a pag. 6 de "Il Giorna-
le" di sabato li aprile
' 98. In tale articolo e in
particolare nella sua
parte finale da m e evi-
denziata, sono state fatte
alcune affermazioni ca-
lunniose e che portano a
svilire la ftgura di Don
Bosco . Agli intestatari,
ad ognuno per la pro-
pria competenza, richie-
r,·zzato Don Bosco ,·n ta-
le ambito della vita mo-
raie, al punto da consi-
derarlo uno dei pochis-
simi motivi sufficienti
per l'allontanamento di
un ragazzo dalle sue ca-
se. Certo che Don Bo-
sco era pieno di tenerez-
za con i fanciulli; ma
non lo era anche Gesù?
Non lo erano San Filip-
po Neri e tanti altri edu-
catori? Purtroppo le pa-
nfriotonroi,
(pneorn
lo più abbi
riusciamo
enti , sof-
a legge-
re la parol.a cI1e segue n.d.r.)...
l'abbandono dei figli in nome
della libertà che spesso il si n-
golo trasforma in licenza. E la
continenza? Non esiste più.
Non è una scandalo che diso-
nora i protagoniSti e impedisce
scelte libere e responsabili?
LE "MAILING LIST". Diret-
tore, in merito all a lettera di
Marco (aprile '98, pag. 17),
cui piace discutere di religio-
ne via e-mail o internet, vor-
rei fargli presente che esisto-
no le ML Mailing List, pro-
prio per discutere di argo-
menti di religione. Mi per-
metta di suggerire il sito
(senza firma)
Ci dispiace un po' che non
sia firmata. I due temi affron-
tati sono di grande attualità~
interesse, e molto delicati. E
www. torino .c hi esacatto li-
ca.it/colledonbosco/ dove so-
no riportate le indicazioni per
l' iscrizione alla ML Giovani
Orizzonti, luogo di discussio-
ne moderata con un taglio ti-
do un preciso inte rvento role e gli atteggiamenti vero che i giovani si trovano picamente giovanile. Tra gli
volto a smentire questa vengono giudicati fuori
gravissima offesa a mez- contesto, e, soprattutto,
zo stampa . (Bruno V.- secondo le proprie con-
ad essere egocentrici. Mi do- iscritti , oltre a molti giovani ,
mando come f anno a non es-
serio, quando tutto oggi invi-
ta ali' egocentrismo . Quando
ci sono anche diversi sacerdo-
ti. Un saluto cordiale.
Schio)
vinzioni e modi di esse- in certe trasmissioni TV si
Severino
Risponde il prof. Motto,
re, per cui tutto si stru-
mentalizza al proprio fi-
direttore dell 'Istituto ne. E' il caso del giorna-
Storico Salesiano le in questione e di rivi-
proclama che un "un po"' cli
egoismo è sacrosanto., (Un
po ' . . .
/n
quale
mi·sura .?
Cl ·
11
garanti'sce.? E' come G1i·re cI1e
(colledb@chierinet.it)
Mi auguro che questi siti "im-
pegnati" siano sempre più vi-
sitati da giovani e meno gio-
Gent. mo signor Bruno,
la categorica afferma-
zione dell' Agedo circa
l'omosessualità di Don
Bosco suona tanto gra-
ste consimili. Se lo im-
magina lei come avreb-
bero gongolato i giornali
anticlericali di Torino,
tipo il "Fischietto", se so-
un po' di veleno ci vuole, un
po' cli droga fa bene, un po'
di aids non guasta!) . I media
esasperano la libertà e i dirit-
ti del!'" io onnipotente": oggi
le uniche libertà che si pro-
vani. C'è un bisogno infinito
di sollevarsi dal piattume che
spesso caratterizza l' offerta
di dialogo . Navigare per di-
vertirsi. .. o per ammazzare il
tempo, per visitare i luoghi
tuita che non meritereb- lo avessero potuto avere clamano sono quelle persona- de /I' anticultura , della porno-
be neppure una smenti-
ta, se non per il fatto
che, in caso di silenzio,
la calunnia passa tran-
quillamente da un gior-
nale all ' altro e quella
che una decina di anni
anche un minimo so-
spetto al riguardo, loro
che non perdevano oc-
casione di pubblicare
vignette ispirate a sem-
plici chiacchiere senti-
mentali riguardanti con-
li, per una società "a misura
di singolo" (prima ci si sbrac-
ciava per fa rla "a misura
d' uomo"). Come potremo con-
vincere i giovani che il giorno
in cui commetteranno qual-
che sciocchezza non ci sarà
nessuno a difenderli ? Il gior-
grafia, della pedofilia , è gra-
ve . Gli antichi pionieri-navi-
gatori , inorridirebbero al sen-
tire che il pionierismo di que-
sto nuovissimo continente de-
nominato Internet, è solo vir-
tuale e consiste in un grande
gioco, rischiando i beni più
fa è stata una perfida in- venti e sacrestie? Invece no in cui il ragazzino "stu- preziosi, quelli cieli' anima.. .
sinuazione di un cele-
brato autore italiano di-
venta ora un' indiscutibi-
le .verità nell'opinione
pubblica. Che dire al ri-
guardo? Una cosa sola:
mai nulla del genere, ep-
pure Don Bosco non era
uno sconosciuto a quei
giornali, anzi! Se lo im-
magina poi lei la Chiesa
che l'avrebbe 60 anni fa
prerà" la ragazzina (n on è Il famoso capitano Cook. .. la
fantasia purtroppo!) i media, sua voglia di navigare l'ha
che esaltano fino al parossi- fatto finire tra le grinfie degli
smo la libertà individuale, antropofagi: se lo sono man-
marchiano impietosamente chi giato! Navigare sta bene: la
questa libertà se la prende sul barca, è buona, sicura , quan-
serio? "Divertiti". Quante vol- to di più avveniristico si pos-
tutta la vita di Don Bo- canonizzato, se solo a- te l'ho sentito rivolto ai figli sa pensare. Chi è ammalato è
sco , sia quella sua per- vesse avuto il minimo prima di una vacanza. "Di- il timoniere- capitano, e que-
sonale e ancor più quel-
la di lui come educatore,
è una categorica smenti-
ta di quanto con estrema
leggerezza si afferma.
Basti pensare all'immen-
sospetto al riguardo? Si-
gnor Velo, che cosa vuo-
le di più? Le dico col
divin poeta: " Non ti cu-
rar di lor, ma guarda e
passa".
vertiti" e basta. E le rego le ?
Ogg i insomma si proclama
una libertà senza virtù , un di-
vertimento senza leggi; si pre-
tende un vivere senza l' assillo
dei valori, un savoir faire che
è un saperci fare , un "fatti
sto ingigantisce i pericoli in
modo spropositato. Ben ven-
gano questi luoghi, pardon,
"siti" del!' impegno, che tenta-
no di riscattare l' inconsisten-
za dei navigatori, salvandoli
dalle grinfie dei moderni di-
. • • • • • •-- •..... •• .• . . • - .... ,................... ·- .... .,.__ •.. •- ........ : furbo ", un. "niordi e fìtggi" , voratori di uomini.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS

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DON B. d, ~\\~te
51 P4/ZLA E!3
TIZOPPO
PI
REALTA'- .._,..
VJRTU/:Jl&
E
00
1ROPPQ
peco
12 anni di scuo la salesiana e
una madre cooperatrice. Sono
rimasto favo revolmente colpi-
to dal vostro articolo su Cuba
nel BS di gennaio. Pensavo di
trovare le soli te idee estrema-
mente parziali [... ]. Con mio
grande stupore ho letto un ar-
ticolo di ampio respiro, una
serenità di giudizio veramente
gradevole, che tendeva a met-
tere in risalto quei pochi lati
positivi di un ' utopia ormai
condannata da lla storia.
L' imparzialità de l vostro arti-
colo la rep uto esemplare [... ].
Per concludere voglio espri-
mere un sentimento di ammi-
razione nei ri guardi del Rettor
Maggiore poiché 1'articolo su
C uba è prima di tu tto l'e-
spress ione de l suo pensiero. E
po iché io leggo anche con
piacere i suoi articoli di avvi-
ci namento al Gi ubileo del
2000, sono entusiasta che Don
Bosco abbia trovato in lui un
così degno erede.
A . Bucci , Roma
Prima di tutto chiedo scusa
SANTI IN CASA. Sono la fi-
glia di un affezionato lettore
del BS. Scrivo perché deside-
ro pubblicamente ringraziare
mio padre per l' insegnamen-
to, non solo a parole ma so-
prattutto coi fatti che ha dato
nella propagazione di esempi
positivi. Sono convinto che
dobbiamo "far urlare il be-
ne!", dobbiamo dargli voce,
amplificarne il suono. Questo
è un compito colossale , ma è
il piiì meritorio. La gara oggi
del ritardo con cui viene pub-
blicata la sua lettera, spedita,
a leggere la data da lei appo-
sta ali' interno, il 20 gennaio
da Roma, ma arrivata a Ro-
ma il 27 marzo! Miracoli del-
le nostre poste! Signor Bucci,
all a sua fa mi glia. E scrivo a
lei, signor direttore di BS ,
perché il mondo salesiano è
stato il mo ndo di m io padre,
è l' esatto opposto: si è impe-
gnati con tittti i mezzi dispo-
nibili - e sono tanti, troppi -
a fa r conoscere, scri vere, pro-
la linea politica del BS è
quella di Don Bosco: leggere
le tracce di bene che ci sono
ovunque, senza chiudere gli
cresciuto ali 'ombra della ba- pagandare il misfatto, il delit- occhi sul male che inquina il
siIica di Maria Ausiliatrice a to, il furto , la violenza, i van- pianeta . Altri purtroppo ac-
Torino, ex dipendente dell a dalismi , gli squal/er rompi- cantonano il bene per rende-
SEI. Lo spirito gioia o di Don glioni e imbrallatori, le infe- re patente solo il male, squa-
Bosco no n l'ha mai lasciato, deltà delle divelle rampanti, dernando lo in fa ccia a tutti
ed ora che è immobi lizzato, la "diversità" dei diversi... e non con i colori della disap-
quando sta un po ' meglio in- "chi piiì ne ha ..."! Questa la provazione, ma in nome della
tona "Don Bosco ritorna". chiamano libertà di informa- libertà, punto e basta. Ciò si
[... ]. È proprio vero che i zione. Che far ci? Com'è triste risolve in una propaganda
santi non sono olo quell i ve- dire "non lo so". Non mi re- del male, lo scrivevo un mo-
nerati sugli altari, ma vivono sta che ringra:iarla per una mento fa, stilando la prece-
tra noi. Penso che mio padre lettera eh.e .fi"11almente mi of dente risposta, come se il ma-
stia realizzando ciò che ha ji-e l' opportunità di far cono- le non si fa cesse già abbon-
sempre detto: "Devo fa rmi scere qualcosa di bello, qual- dantemente propaganda per
sa nto " .
che tratto di ··santità da stra- suo conto. Noi cerchiamo di
Lucia, Chivasso
da", "ruspante" ma non meno
au tent ica .
far e il nostro mestiere. La sua
gentile lettera perciò ci grati-
Quanto è bella una vecchiaia
fica ed è ovvio che mi senta in
di questo tipo! Assomiglia
obbligo di ringraziarla. Per
molto a una primavera. Sono IMPARZIALITÀ DEL BS . quanto attiene al Rettor Mag-
convinto che dovremmo impe- Egregio Direttore, sono un fe- giore, nulla da dire , il suo è
gnarci di più nella ricerca e dele lettore, exallievo con ben anche il nostro giudizio.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra corrispon -
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

1.8 Page 8

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Don Bosco e don Alberione, due grandi sognatori e realizzatori
DUE VITE
"QUASI"
PARALLELE
di Giancarlo Manieri
Quando
Don
.
Bosco morì .
aveva tre anni.
donl Alb~~~~~istenze si re~lizzarono
Le oro . h successive
d~!"que m epoctu~tavia, riflette17:do su
piu che coeve,
· lla vita
circostanze succedutesi ne
d"peia. rdaule~'elsi.i~nmoota"dud'inccoenrdtc?ihzew. mim.,pressiona.
attuazioni e ten enze
L o spunto ce lo fornisce Plu-
tarco: le sue 46 bi ografie " pa-
rallele", un personaggio gre-
co e uno romano in cui si riscontra-
no coi ncidenze suggestive, ci fa nno
pensare a due grandi della comuni-
cazione, Don Bosco e don Alberio-
ne, nei q uali ci sembra di individua-
re alcuni parallelismi caratterizzanti.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
DALLA NASCITA
AL SACERDOZIO
Don Bosco
Nasce ai Becchi borgata di Murial-
do, comune di Castelnuovo, provi n-
cia di Asti, diocesi di Torino, nel
18 15 dai contadini fi ttavoli Marghe-
rita Occhiena e Francesco Bosco,
che muore poco dopo (1817) lascian-
do all a moglie tre fig li e suocera a
carico. Figlio di una famiglia molto
religiosa, può ricevere la comu nione
prima del tempo. Portato all o studio,
Giovannino deve vedersela col fra-
tell astro Antoni o che lo preferiva
contad ino e ignorante come lu i, ma
lavoratore. È don Calosso, cappella-
no a Murialdo, che lo salva avvian-
dolo sulla via a lu i più congeni ale.

1.9 Page 9

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dei loro sogni.
Industriandosi in mille modi, im-
parando mille mestieri, fa lo studen-
te-lavoratore ante litteram: lavora di
giorno e studia di notte. I libri li
prende in prestito dalia biblioteca
popolare. Eventi straordinari lo di-
stolgono dai propositi che aveva di
farsi francescano e lo stimolano a
seguire un percorso fatto apposta per
lui, perché ognuno ha la sua strada
nella vita.
Approdato in seminario a Chieri,
gli muore l'amico più caro, Comol-
lo, suo pungolo spirituale; lui ne fa
un_a malattia. Lo ricorderà sempre.
E sacerdote nel '41. Don Cafasso
- san Giuseppe Cafasso - che guida
le sue prime esperienze pastorali tra
i detenuti , i giovani poveri e gli
adulti bisognosi, lo consiglia di en-
trare nel convitto ecclesiastico per
perfezionarsi in teologia morale.
L'8 dicembre dello stesso anno, la
sua vita ha la svolta decisiva: l' in-
contro con Bartolomeo Garelli lo
convince a dedicarsi anima e corpo
~i giovani "poveri e abbandonati".
E l'anno di fondazione dell'istitu-
zione del l' oratorio.
L'odissea dei traslochi tennina ai
prati di Valdocco, dove sorgono quasi
per incanto - meglio dire per miraco-
lo - le scuole professionali, il semi-
nario, la chiesa ... Da qui parte quella
straordinaria espansione che rag-
giungerà in breve tutti i continenti.
Don Bosco capì bene una cosa:
l'importanza assoluta dell a buona
stampa, della comunicazione. E fon-
una congregazione di comunica-
tori-educatori , impegnandosi a "e-
ducare comunicando e comunicare
educando i giovani e le classi socia-
li" . Approntò la più grande e mo-
derna tipografia di Torino, poi edi-
trice. In questo settore fu senza
ombra di dubbio uno degli anticipa-
tori della moderna civiltà della co-
municazion e.
Don Alberione
Nasce nell ' 84 a San Lorenzo, bor-
gata di Fossano, provincia di Cuneo,
diocesi di Fossano, dai contadini fit-
tavoli Teresa Allocco e Michele AI-
berione. Trasferitosi a Cherasco, fa
la prima comunione prima dei com-
pagni. Pascola le oche e alterna Io
studio al lavoro dei campi, mostran-
do una forza di volontà non comu-
ne, anche se i contrasti non manca-
rono per il fatto che Giacomino vo-
leva studiare e farsi prete, mentre il
babbo lo sognava contadino come
lui per dare man forte alle sorti della
famiglia. Lo aiuta una brava mae-
stra e il parroco don Montersino,
che avvia l 'inte11igente giovanetto
al seminario minore di Bra.
Incerto sul futuro , Giacomo pensa
a farsi religioso in qualche istituto
missionario, ma poi entra nel semi-
nario maggiore di Alba, dove incon-
tra un amico molto virtuoso, Ago-
stino Borello, che tuttavia muore
nel 1902 a 19 anni. Fu questa morte
che lo convinse a dedicarsi per sem-
pre al Signore.
Sacerdote, cerca di scoprire quale
sia il suo carisma, la sua mi ssione
specifica nella Chiesa. Capisce ben
presto che attraverso la buona stam-
pa avrebbe potuto servire il Signore
e la Chiesa meglio che con qualsiasi
altro genere di apostolato, e si con-
vince che la cosa assolutamente più
importante per i tempi correnti e per
il futuro non può che essere la comu-
nicazione. La Chiesa o è comunica-
zione o non è. Così s' industria a fon-
dare nuove famiglie religiose che ab-
biano come scopo la comunicazione
CARLO ~ IOLIETTI
UNA VOCAZIONE TRADIT A
-=-.,'"~.·,....
\\
soc1ETÀ ED IT RICE l~J),:\\ ~~~;1~~~.~~
fOlt1~0 • MILA~O • 01!.HOVA. •
\\
Viglietti Carlo, Una vocazione
tradita (Edizione 1933).
IIACCONTATA AIJ,A G!OYENTÙ
OA' &UO I rn tlll ' AD1T ,~T OJI I
co rrtdll lll di Ull ll Carl ll Cto ~IIJ\\Cil 4' ,,. ua
Jal 54UTciotl
nosco mov.L~-X
900
1
1'.0n!NO
'f lPOOIUPl.l t'An.\\V IA E CO)ll'.\\G~U.
1855.
Giovanni Bosco, La storia d'Italia
(Edizione 1855).
della Parola, attraverso i mezzi prn
moderni : evangelizzare comunican-
do , comunicare evangelizzando .
VITA RELIGIOSA
E APOSTOLICA
Don Bosco apostolo
della buona stampa
Don Bosco comprese bene la ne-
cessità di dare ai giovani e ai cristia-
ni in genere delle letture sane, edu-
cative, che Ii aiutassero ad acquista-
re virtù e santità e raccomandò ai
suoi figli di "procurare con tutte le
forze e con tutti i mezzi la diffusio-
ne dei buoni libri" . Fu scrittore fe-
condissimo, facile, popolare. For-
matore di apostoli della penna con
opere di grande diffusione, tanto
che meritò di essere il patrono degli
editori cattolici (24 maggio 1946).
Fondò riviste divenute famose, sia
per la tiratura che per i contenuti,
sia anche per la verve con cui erano
scritte. Si pensi solo a Letture catto-
liche . Tentò il giornalismo con l' A-
mico della Gioventù, fondò intere
collane di libri di istruzione ed edu-
cazione, una collezione dei Classici
Italiani e Latini e una Storia d' Italia
per le scuole, organizzò la Libreria
Salesiana Editrice poi divenuta SEI,
sparse ovunque nel mondo tipogra-
fie salesiane ed editrici religiose.
BS LUGLIO-A GOSTO 1998

1.10 Page 10

▲back to top
drfllffll.. lf"'.
Bi.BL 1oFIL·Ò-eATTO 1rno
O\\\\O\\HJ!\\~O ~.\\\\.lS\\ \\~U \\IN\\ 1U:
,.•• (,....,. _,, .,. t -
Dtltooll"' r.11ori.
f~;2~rE~1~rJJ
Il Bibliofilo Cattolico
(Il primo Bollettino Salesiano).
Don Bosco fondatore
La sua opera principe resta l'Ora-
torio Festivo che mise sotto la pro-
tezione di san Francesco di Sales. Si
rese presto conto che un gruppo di
persone consacrate, chierici, sacer-
doti e laici erano indispensabili per
continuare il suo genere di apostola-
to e alimentare le missioni. Sorsero
così la Pia Società di San France-
sco di Sa les (i salesiani), l'Istituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la
Pia Unione dei Cooperatori Sale-
siani a forma di terz 'ordine moder-
no. Nel 1877 diede vita al Bollettino
Sa lesiano, organo ufficiale della So-
cietà da lui fondata.
Don Bosco costruttore
di chiese
Nella sua vita ne costruì quattro,
la chiesa di San Francesco di Sales
a Valdocco, la basilica di Maria Au-
siliatrice, sempre a Valdocco, la chie-
sa di San Giovanni Evangelista in
corso Vittorio Emanuele; il tempio
del Sacro Cuore di Gesù a Roma.
Don Bosco preso di mira
Notissimi gli episodi in cui quel
pretino tanto minuto quanto scomo-
do fu preso di mira da protestanti,
massoni e anticlericali , fino a subire
attentati che per puro miracolo non
andarono a segno .. . È ben cono-
sciuta la mi steriosa storia del cane
grigio che comparve ali ' improvviso
a difenderlo nel momento del biso-
WGLIO-AGosro 1998 BS
gno e altrettanto misteriosamente
sparì dalla sua vita.
Giacomo Alberione
apostolo della buona stampa
Fu altrettanto convinto quanto
Don Bosco della urgenza assoluta
della buona stampa e della buona
comunicazione. Per obbedire a que-
sta sua convinzione interiore, che si
trasformò presto in autentica voca-
zione, fondò nel 1914 la Scuola Ti-
pografica ad Alba e si mise alla ri-
cerca di giovani sacerdoti e laici che
condividessero i suoi ideali e gli po-
tessero dare una mano a realizzarli e
diffonderli. Intanto dirigeva il setti-
mana le diocesano Gazzetta d'Alba.
Don Alberione fondatore
Anche lui cominciò presto a pen-
sare a una organizzazione ben con-
gegnata per la buona stampa, cli
scrittori, tecnici , librai, rivenditori
cattolici . L' idea andò maturando ab-
bastanza velocemente nella mente
din amica e nel cuore aposto li co di
don Giacomo, finché in periodi suc-
cessivi prese corpo in una impres-
sionante serie di "fondazioni " che
volevano abbracciare tutte le neces-
sità della Chiesa. Ecco allora la So-
cietà San Paolo per i sacerdoti, le
Figlie di San Paolo per le religiose,
le Pie discepole del Divin Maestro
Chiavarino Luigi, Don Bosco
che ride (Edizione 1942).
per l'apostolato liturgico e l'adora-
zione - la preghiera è stata sempre
fondamentale per la sopravvivenza
delle fondazioni - le Suore del Buon
Pastore per l'apostolato delle par-
rocchie, dei catechismi, degli asili,
ecc. Le suore Apostoline per la cura
delle vocazioni religiose; I Coope-
ratori Paolini , laici e laiche per il
servizio della buona stampa e, anco-
ra, una serie di istituti aggregati. I
campi coperti sono editoria, tipogra-
fia, cinema, video, TV,
L'8 dicembre del 1917 è giornata
storica: quattro alunni prendono i
voti reli giosi : il seme gettato dà i pri-
mi frutti.
Don Alberione costruttore
di chiese
Una delle preoccupazioni dei fon-
datori è quella di assicurare ai propri
figli luoghi degni di culto. Lo fece
anche don Alberione che fu il co-
struttore di quattro grandi chiese: il
santuario della Regina degli Apostoli
a Roma , la chiesa di San Paolo ad
Alba, la chiesa del Divin Maestro
sempre ad Alba, la chiesa del Divin
Maestro sulla Portuense a Roma.
Don Alberione preso
di mira
In Italia durante la gue1n le pas-
sioni politiche esplosero con violen-
za specie contro la Chiesa, le sue
istitu zioni e i suoi rappresentanti.
Un rigurgito di anticlericalismo, ma-
lattia prettamente italiana. An-ivaro-
no minacce aperte di bruciare la ti-
pografia, i giornali, la casa. Minac-
ce dai superiori ecclesiastici di ch iu-
sura dell ' Istituto. Subì tentativi di
aggressione, fu calunniato, apostro-
fato come "Don Imbroglione", osta-
colato in ogni modo.
Indubbiamente due santi moderni,
due pionieri con lo sguardo lungo,
profetico, due persone che sembrano
aver visto prima degli altri le neces-
sità future della Chiesa, due avan-
guard ie, anzi due veri fenomen i d 'a-
vanguardia. Starebbero a loro agio
anche in questi nostri travagliati
tempi ...
(da una ricerca
di Giuseppe Barbero)

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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CATANIA, SANTA MARIA
DELLA SALETTE. Don Luc
Van Looy, vicario del Rettor
Maggiore , ha consegnato
una medaglia d'oro a don
Innocenzo Bonomo, che
da 50 anni è presente e at-
tivo a Catania, apostolo tra
i giovani e gli operai del
quartiere. La cerimonia si
è svolta in occasione della
celebrazione del cinquan-
tesimo dell'opera.
ROMA, S. M. DELLA SPE-
RANZA . La compagnia
teatrale dell 'oratorio sale-
siano di Ancona ha offerto
alla parrocchia dell'UPS il
magnifico recital , "In mani-
che di camicia", sulla vita e
l'opera di Don Bosco. L'ori-
ginale spagnolo è stato tra-
dotto e re-interpretato dai
bravi animatori salesiani
del capoluogo marchigiano.
GERMANIA. Su iniziativa
di una dentista di Giittin -
gen è nata la "Fondazione
Dentisti Tedeschi", per aiu-
tare lebbrosi e bisognosi. I
medici raccolgono denaro
chiedendo ai loro pazienti
la donazione dei denti d'o-
ro che vengono sostituiti.
Milioni di marchi sono stati
guadagnati con questo
metodo e investiti in pro -
getti sanitari e di forma-
zione in missione.
LIMA, PERÙ . I salesian i
hanno inventato le "vacan-
ze utili o educative". Una
gran quantità di preadole-
scenti e adolescenti fre -
quentano i centri salesiani
di tutto il Perù per cono -
scere, per prepararsi atleti-
camente, per studiare, per
fare esperienza di comuni-
tà, per collaborare come
volontari in opere bisogno.-
se , per fare catechesi . E
come il nostro GREST.
VENEZIA, CINI. Inaugura-
to l'anno accademico della
Scuola Superiore lnter-
nazio nale di Scienze
della Formazione (SISF),
istituita 1'8 maggio '94. Pre-
senti il Rettor Maggiore dei
salesiani, il Rettor Magnifi-
co dell 'UPS , il Cardinale
Cé e numerose altre auto-
rità accademiche , civili e
religiose. Da quest'an no il
SISF ha ottenuto il ricono-
scimento accademico dei
corsi.
ROMA, BORGO RAGAZ-
ZI. Monsignor Bertone tra
gli ex-sciuscià per parteci-
pare ai grandi festeggia -
menti per i 50 anni del Bor-
go. Le ce lebrazioni hanno
riunito numerose "vecchi e
glorie" tra i salesiani - nella
foto don Amedeo Verdec-
chia - che hanno rivissuto
co n i loro antichi ragazzi i
momenti più emozionati
della loro esperienza.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

2.2 Page 12

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IN ITALIA&NEL MONDO
VALENCIA, SPAGNA
MARCHABOSCO '98
E siamo all a nona edizione. I
giovani dei centri e delle as-
soc iazioni giovanile dell ' i-
spettoria di Valencia hanno
organizzato per il nono anno
consecuti vo la loro escursio-
ne, chiamata "Marchabosco",
attraverso i più bei paesagg i
delle sietTe va lenciane, sullo
stile delle fa mose passegg iate
autunnali di Don Bosco. Una
esperienza fo1te di condivisione
umana e cri stiana, di contatto
con la natu ra e di riflessioni ,
riuni oni d i gru ppo e preghie-
ra. Circa trenta chilometri di
strada, percorsa in due tappe,
per giungere a un santuari o
mari ano. La magnifica ini zia-
tiva è stata lanciata dalla
équipe di pastorale giovanile
dell ' ispettori a e si sta consoli -
dando sempre di più , rid ando
energia aposto lica a giovani e
animatori e salesiani.
LOCARNO / ROMA
TV RELIGIOSE E...
BENETTON!
EUREMA si chi ama, scoperta
inaspettata in greco. A pochi
km da Locarn o, nel Canton
Ticino, gli studi di POLIVI-
DEO tras mettono via satellite
in tre lingue i programmi del-
la TV religiosa europea. L 'or-
ganizzazione è della CES
(Conferenza Episcopale Sv iz-
zera). SA T 2000 invece è una
T V digitale, tecnologia del
futu ro, trasmette da Rom a
con un prec iso progetto fin an-
ziario, un altrettanto preciso
progetto contenutistico. Poi
c'è HOPE MUSIC, per avvia-
re i giovani al protagonismo
mu s ica le.
Da tempo Toscani , il provo-
catori o fo tografo de lla Benet-
ton, accusa la Chiesa di non
saper comunicare, di non sa-
per usare il linguagg io del no-
stro tempo, di aver ucciso
l'arte, di usare la paura come
mezzo per incidere non sa-
pendo più usare la persuasio-
ne. La risposta è POLIVI-
DEO e SAT 2000, HOPE
MUSIC, AVVENIRE FAMI-
GLIA CRISTIANA e, perché
no?, anche IL BOLLETTINO
SALESIANO . E la risposta è
ancora riduttiva.
KAUNAS, LITUANIA
CENTRO DIURNO
A Palemonas, uno dei quar-
tieri più poveri di Kaunas in
Lituania, le FM A hanno aper-
to fi n da l 1994 un centro diur-
no per ragazzi dai 7 ai 14 anni
provenienti da fa miglie pove-
re con situazioni difficili . II
centro li accoglie dopo le le-
zioni per il pranzo, il dopo-
scuola e le atti vità educative
del pomeri ggio. Il ritorno a
sera nelle pro prie fa miglie è
fo nte d i preoccupazione: "che
cosa troveranno a casa i nostri
ragazzi? Quali nov ità?". Il ti-
more è che le nov ità non
siano mai buone! L 'aiuto per
questa opera altamente sa-
les iana v iene dall ' Itali a, attra-
verso il progetto "Dall a strada
alla Scuola", ideato e lanc iato
dalla Carita di Brescia per
120 ragazzi di Kaunas, cui of-
fre cibo, doposcuola e piccole
spese per la cancelleria.
ANCASH,PERÙ
LE DEVASTAZIONI
DEL NINO
Questo 1998 resterà fa moso
per i cambi vio lenti del clima
causati dal Nino: piogge tor-
renziali , allu vioni , tifo ni, tra-
cimazione de i fi umi ... In una
delle zone più colpite ci sono
le opere del mov imento Ope-
razione Mato Grosso del pa-
dre Ugo De Censi.
Il rischio è di perdere tu tto a
causa de lle condizioni cl ima-
tiche pro ibitive. Che se poi,
come pare, arri verà anche la
Nina. ..

2.3 Page 13

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MEN018
ROMA, UNIVERSITÀ
GREGORIANA
DOVE I DUE OCEANI
SI INCONTRANO
I n maggio ha chiuso i battenti
una mostra singolare. Per la
prima vo lta in asso luto un a
isti tu zione vaticana, la presti-
giosa Università Gregoriana, loro vi è un istmo che essi non
ha ospitato la mostra di un ar- possono oltrepassare. Ora
tista musulmano, il maestro quale dei beneftzi del vostro
A hmed Moustafa, studioso di Signore negherete voi uomi-
fama intern azionale e uno dei ni?". L ' istmo è ciò che uni -
mass imi esperti di arte e de- sce, raffigura il ponte fra Dio
sign arabo, le cui opere sono e l ' uomo. L a mostra è un invi-
in molti musei del mondo. to ad andare oltre le division i
Suggesti vo il ti to lo, ispi rato per ritrovare l ' un ità spi rituale
da lla Sura 55 del Corano: del genere umano e la sua
"Lasciò liberi i due mari, sl aspirazione all a pace, nel ri-
che essi si incontrino. Fra spetto delle diverse tradizioni .
LIMA, PERÙ
ACCORDO TRA DUE
EMITTENTI
L 'emittente salesiana TVP ha
firmato un accordo co l canale
televisivo PAX TV , con una
so lenne cerimonia, cui hanno
partecipato l' ispettore sales ia-
no, l ' incaricato de lle comun i-
cazioni sociali e i dirigenti
della TV locale di ispirazione
cristiana. Unendo le forze le
possibili tà si sono raddoppi ate
e la quali tà dei palinsesti ha
raggiunto livelli concorrenziali.
I La busta 1° annullo delle Poste Vaticane
presenta l'effigie del famoso papa Alessandro VI,
estensore del 7° Giubileo della storia
della Chiesa dell'anno 1500.
IL GIUBILEO DEI GRANDI AVVENIMENTI
1492
1497
1498
1499
Scoperta dell 'Am eri ca da parte di Cristoforo
Colombo .
Circumnavigazione dell'Africa da parte di Vasco
De Gama.
Rogo a Firenze per Savonarola oppositore del
Papa.
Battaglia di Lepanto e ferm ata dei Turchi .
QUALCHE... FOTOGRAFIA
Papa del Giubileo del 1500 fu lo spagnolo Rodrigo Bor-
gia, che assume il nome di Alessandro VI , uomo di mon-
do prima che uomo di Chiesa, poco incline ai rigori della
disciplina ecclesiastica, padre di quattro figli , tra cui Lu-
crezia, la più gettonata da una certa filmografia scandali-
stica, e il tristemente noto Duca Valentino , esaltato dal
Machiavelli. Fu un fine politico, chiamato ad arbitrati inter-
nazionali , un mecenate, insomma un papa rinascimenta-
le. Nessuno sbaglio dottrinale. Altrettanto non si può dire
della sua condotta morale.
LA PORTA SANTA
Alessandro VI inizia il Giubileo con un nuovo rito : l'apertu-
ra di una porta santa nella basilica di San Pietro, trasfe-
rendogli il privilegio della "porta aurea" di San Giovanni in
Laterano, creando ex novo una liturgia specifica, sulla
base del salnio 118, che resiste tutt'oggi .
ROMA SEMPRE PIÙ FUNZIONALE
Ancora una volta fu aggiornata la viabilità di Roma per
agevolare i pellegrini ; tra le altre cose venne creata la via
"Alessandrina", un rettifilo che collegava Castel Sant'An-
gelo a San Pietro.
Re e regine, principi e nobili conferirono dignità all'even-
to , che richiamò tanti pellegrini da costringere il papa a un
decreto di prolungamento fino al 6 gennaio del 1501 . Cer-
tamente tra i pellegrini ci fu il grande astronomo Coperni-
co e fo rse anche san Francesco di Paola.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

2.4 Page 14

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l00annf fa
Il BS dell'agosto 1898 riporta il lungo resoconto,
impreziosito da una foto, della posa della prima pietra
della Chiesa a N.S. della Neve, a La Spezia.
Riportiamo alcuni brani della simpatica relazione.
CGS ITALIA
Sono le ore sedici. I giovanetti dell'Ospizio sono schie-
rati in bell 'ordine davanti alla porta dell 'Istituto per il ri-
cevimento dei Sua Ecc. Rev .ma Mons . Giacinto Rossi,
Vescovo diocesano, il quale finalmente arriva, accompa-
gnato da vari RR . Parroci . Scoppia un grido di evviva e
un fragoroso battimani, mentre la banda salesiana intona
una marcia [.. .]. Intanto la folla aumenta sempre più; il
viale è una testa di popolo che fa ressa, si accalca per en-
trare e pigliar posto sui palchi . Alle 17 al suon della mar-
cia reale entra per la porta del Collegio l'Ammiraglio
Grillo, rappresentante S.A.R. il Principe Tommaso, pa-
drino della cerimonia, e insieme con lui il Sindaco Avv.
Beverini, I'Avv . Podestà, rappresentante il sottoprefetto
assente, 1'Ispettore della Pubblica Istruzione.
I palchi rigurgitano di persone ed ancora continuano
ad entrare i muniti di biglietto. L'Effigie venerata di N.S.
della Neve dalla cappella si muove processionalmente
[. . .]. I RR. Carabinieri e g li altri della pubblica forza,
tanto cortesi nel prestar l'opera loro, con difficoltà trat-
tengono quell'onda di popolo che vuole Ì1Tompere sul
piano della chiesa [. . .].
La folla del popolo rimasta fuori riesce ad eludere la
vigilanza delle guardie e precipita allargandosi per ogni
senso dell'area, la quale è divenuta un mare di teste. Or-
mai chi occupa un posto può dirsi fortunato, perché ogni
spazio ha un suo contendente. Perfino dalle finestre, dai
balconi, dai tetti ancora dei palazzi circonvicini si pro-
tendono numerose teste di cittadini: altre se ne vedono in
mezzo alle fronde degli alberi [.. .].
La banda da fiato agli strumenti e su quella imponente
massa di gente scende un religioso silenzio [... ]. Si arri-
va ali ' istante solenne della collocazione della pietra.
Essa è sospesa in alto da meccanici congegn i. Monsi-
gnore stesso e le autorità pongono di sotto la calce e la
pietra viene abbassata, mentre dal popolo scoppia un ap-
plauso entusiastico. E un momento indescrivibile.
ns LUGLIO-A GOSTO 1998
UN ALTRO
MERITORIO LAVORO
"Crossing the finish fine" è la
nuova iniziativa culturale dei
CGS (Cinecircoli Giovanili
socioculturali), con il contri-
buto del dipartimento dello
spettacolo della presidenza
del consiglio dei ministri . La
ricerca indaga il rapporto tra
cinema, giovani e sport nei
suoi risvolti sociali , culturali,
psicologici, educativi, storici
e cinematografici. Migliaia di
pellicole hanno affrontato il
tema sportivo, individuando
nel giovane lo spettatore o il
protagonista, con l' intenzione
di rappresentare un ' epoca, un
costume, uno stile di vita. L'i-
niziativa conferma l' impegno
educativo dei CGS, diffusi in
tutta Italia e protesi a perse-
guire strategie di promozione
umana attraverso gli strumenti
della comunicazione sociale,
secondo lo stile preventivo di
Don Bosco. La pubblicazione
in questione propone una serie
di contributi di riflessione e
ricerca ed un nutrito gruppo di
schede filmo grafiche utili per
momenti di socializzazione e
riflessione per gruppi giova-
nili , comunità educative, scuo-
le, cineforum . Per informa-
zioni la segreteria nazionale è
in via Marsala, 42, 00185
Roma, tel. 06/44.70.01.45.
ARGENTINA
VIAGGIO DI STUDIO
NELLA TERRA
DEL SOGNO
Gli alunni dell'istituto salesia-
no di Generai Piran (Buenos
Aires), hanno fatto una gita
culturale attraverso i luoghi
sognati da Don Bosco, con lo
scopo di approfondire i valori
umani del ri spetto, della soli-
darietà, della tolleranza; quelli
più propriamente attinenti al
loro status di studenti: geo-
grafia, biologia, mineralogia,
centrali elettriche; quelli reli-
giosi e salesiani: storia della
missione salesiana, visita alle
cattedrali. L'itinerario si sno-
dava dalla peniso la di Valdés
sulle coste atlantiche a Barilo-
che sulle Ande, comprenden-
do anche viaggi in nave per
arrivare ai siti di avvistamen-
to delle balene.

2.5 Page 15

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OSSERVATORIO
Adriano Gelmini
I
11 suo nome botanico
è Iris germanica, e
appartiene alla famiglia
delle iridacee. Presenta
un lungo scapo , alto an -
che un metro e mezzo e
un rizoma superficiale ,
breve e tozzo ; le foglie
allungate a forma di spa-
da, donde il secondo no-
me spadacciola o giag-
giolo (da gladius, spada
e gladiolus, piccola spa-
da) . Curiosi i suoi fiori ,
Hermes con le à,nime
- degli uom· i A '3iappo-
n'é fa parte della triade
dei fior." nazionali , assie-
me, al pesco e al cr,isan-
t~ o. Ve r?e introélott in
Francia depo la caduta
del 'impe o romano e
Ca: lo Magno ne tmpose
la coltivazio e, perché
con il suo rizoma si pre-
paravano medicinali, pro-
fumi e cosmetici.
formati da sei tepali , sal-
dati alla base a formare
un breve tubo , dove si
raccoglie il nettare. I tre
tepali esterni portano so-
vente una striscia di peli
o barbe che indicano
all'insetto le vie del net-
tare : non per nulla si
chiamano nettarovie.
Ha trovato buone appli-
cazioni in araldica. Già
Clodoveo l'aveva scelto
per il suo stemma: tre
iris gialli per immortalare
la vittoria riportata sul
fiume Lys. Anche Luigi
VII il Giovane lo volle nel
suo blasone , imitato da
tante famiglie nobili e
Il nome è legato a Iride,
mitica figl ia di Elettra e
Taumante , messaggera
di Giove , che aveva il
compito di recare ai mor-
tante città che lo ripro-
dussero r:ielle rispettive
insegne. E stato sempre
segno di gentilezza, no-
biltà e regalità.
tali ordini e messaggi da
parte del dio degli dei. Il
mezzo per scendere dal-
1'Oli mpo alla terra era il
suo ampio velo , l'arco-
baleno , che in un batter
d'occhi la portava a de-
stinazione.
UN FIORE
D'AGOSTO
IRIS, GIAGGIOLO, SPADACCIOLA,
Poeti .
"Le ruine
che seppero il fuoco
esprimono i giaggioli
dai bei vividi fior"
(G . Gozzano)
"Già la massaia
L'arcobaleno era per gli
antichi un simbolo di pa-
ce e di alleanza. Con
tre nomi per un fiore,
elegante, distinto, annunciatore di novità.
ritorna da messa
spargendo un odore
di festa
di nuovo, di tela
questo significato lo ritroviàmo nella Bibbia ,
quando compare per sancire la fine del diluvio e
e giaggiolo" (G . Pascoli)
l'inizio di una umanit~rt1:.1ova, sotto lo sguardo e la Madonna d'agosto. L'iris si addice a Maria, la ve-
cura di Dio. L'iris è uno sfavillio i colori, così belli , ra messaggera del Signore sulla terra nel tempo
così vari , armoniosi e intensi da far per;isare che della Chiesa. Non è facile contare i punti del globo
siano stati rr bati propri@ all'arcobaleno . P,?te sia nei quali sono apparsi i suoi messaggi . I più noti
stato il faraone Tutmosi I a iry rodurlo in Egiitt0, di Lourdes, Fatima, La Salette, Guadalupe, Medjugo-
ritorno, vittorioso, dalla Siria; tn una inci~ione a lui rie ... Assunta in cielo , la Madonna d'agosto non
ded icata, nel tempio di Annone a Tebe , irn sieme ha in realtà mai lasciato la terra. Avvolta dai colori
ad altri fiori , campeggia l'iris.
dell 'iris , dell 'iride , è iride di pace , Signora e
"R@gina della pace", "Arca dell'alleanza", "Stella
Per i romani era il "giglio ce este" dedicato a Giu-~ de matti o " che precede l'arrivo del sole, fiore
none, dea della luce e dell j1l eloquenza. Interes- ,che riflette i colori del cielo , pietra preziosa iride-
sava anche il culto dei morfi , perché Iride, tra gli s ente che assorbe la Luce , la riflette e rifrange,
altri incarichi , aveva anche quello di accompagn - s omponendola nei vivaci colori dell'arcobaleno.
re negli inferi le anime d e donne (come faceva '!.
o
i l ' ,________ ______B_S_L-UG_L_IO--AG-_O_ST_O_l___,998
hl'

2.6 Page 16

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"Comodamente sbracati ... " L'immagine è vacanziera. Ma per
LE ALTRE
VACANZE
di Alberto Piastrellini
Spigolo dal Dizionario Italiano
Ragionato sotto la voce Vacanza.
"... Nell'uso frequente, con ritorno
ad uno dei significati del verbo latino vacare,
si intende la condizione di chi ha tempo, di chi è
libero, cioè l'interruzione dell'attività lavorativa
per un periodo piuttosto lungo perché corpo
e mente possano riposarsi e svagarsi... "
N el significato moderno, spie-
ga ancora il dizionario, la
vacanza è oggi rivalutata
come libertà per la quale l'uomo
può dedicarsi a ciò che più lo inte-
ressa o al proprio ambiente sociale
oppure ampli are la propria cono-
scenza del mondo. Continuo la mia
ricerca sotto la lettera F di ferie: " .. .
Periodo di riposo annuale cui ha
diritto un lavoratore dipendente o in
cui un negoziante, o un professioni-
sta, interrompe, per riposo, la sua
attività".
IL DUBBIO
Ma allora non ho capito niente
della vita! Se vacanza è staccare la
spina dal quotidiano travaglio per
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
dedicarsi a pia-
cevoli, oziose,
riposanti, salubri
attività in luoghi a-
meni benedetti dal
cielo e dalla mano pro-
diga di chi sparge beni-
gno "quel metallo portentoso, onni-
possente"... allora io, noi, tutti
quelli che volontariamente si rita-
gliano del tempo o investono le loro
ferie per dedicarsi completamente
agli altri con gratuità (e spesso ri-
mettendoci di tasca propria) . ..?
LUGLIO COL BENE
CHE TI VOGLIO
Saranno la riscoperta e il bisogno
di spiritualità che agiscono sulla
scia dell'ansia da fine millennio o
più semplicemente sarà la matura-
zione, negli anni '90, di quei valori
di solidarietà, mondialità, educazio-
ne, volontariato che i grintosi anni
' 80 sembravano aver accantonato,
fatto sta che, negli ultimi anni molti
giovani hanno optato di investire
gran parte delle loro vacanze in atti-
vità che li vedono responsabili im-
pegnati in un ventaglio di proposte
che vanno dall'assistenza ali ' anima-
zione, passando attraverso campi-
scuola, campi di lavoro, animazione
di GREST (Gruppi Estivi) per ra-
gazzi che rimangono in città, setti-
mane di studio, seminari di ap-
profondimento, pellegrinaggi, sog-
giorni in monasteri, studi di progetti
e realizzazione degli stessi presso
associazioni di volontariato, orga-
nizzazioni non governative, parroc-
chie, oratori, aggregazioni diocesa-
ne, diramazioni locali o centri na-
zionali promossi da movimenti reli -
giosi o laicali.
Insomma un fervore di attività
dalla mole decisamente poco quan-
tificabile se si tiene conto della stre-
pitosa varietà di proposte esistenti

2.7 Page 17

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un milione di giovani. ..
sul territorio nazionale; non solo, un
esercito di giovani davvero contro-
corrente, almeno nella gestione del
tempo libero (o tempo liberato) se si
pensa che il lavoro nel periodo esti-
vo è, nella maggior parte dei casi, la
parte più evidente di percorsi for-
mativi che si attivano per tutto il
corso dell 'anno.
galini, responsabile per la CEI della
Pastoral e Giovanile, oltre un milio-
ne di persone costituiscono il movi-
mento totale in Italia, ma è una sti-
ma approssimativa se si pensa che
nella sola Sicilia, ad esempio, il Mo-
vimento Giovanile Salesiano coin-
volge per i tre mesi estivi oltre 25.000
giovani fra animatori e ragazzi; 220
Caritas diocesane attivate sul terri-
torio nazionale muovono indubbia-
mente una massa notevole, senza
contare le iniziative particolari di
ogni parrocchia e quelle legate a mo-
vimenti religiosi specifici. Il conto si
complica se si pensa che le proposte
della Chiesa locale spesso si incro-
ciano con quelle di associazioni,
come gli scouts coi loro 140.000
iscritti , o enti che condividono le
scelte e le motivazioni di base.
Alberto Piastrellini
SE... IL SOLE D'AGOSTO
TI HA DATO ALLA TESTA
"Ma tu sei scema forte" ! Colgo
un dialogo piuttosto animato fra due
giovani animatrici; la pietra dello
scandalo è il desiderio, espresso
dalla più determinata, di partecipare
ad un mese di esperienza diretta in
un paese del Terzo Mondo.
Nigeria, Rwanda, Albani a, Cam-
bogia, Angola. . . sono meta, ogni
anno, di centinaia di giovani impe-
gnati nei cors i di formaz ione all a
cooperazione ed al volontariato pro-
posti dal VIS (Volontariato Interna-
zionale per lo Sviluppo). Una scelta
forte, decisamente controcorrente e
sicuramente non all a portata dell a
magg ioranza, eppure le stime indi-
cano un leggero incremento, segno
che chiarezza di obiettivi, professio-
nalità educativa, impegno struttura-
le e sociale sono concetti sempre
meglio "macinati" dai giovani.
L'ESERCITO
DEI VACANZIERI...
AL CONTRARIO
In definitiva è possibile tentare
una stima del movimento totale di
persone coinvolte in vacanze "al_ter-
native"? Secondo don Domenico Si-
IN BILICO TRA NUVOLE E MARCIAPIEDE
Non è eroismo, non è voglia di strafare. È un lavoro silenzioso che dura ormai
da tempo , un lavoro scelto nella valenza della gratuità: di tempo , di disponibi-
lità, di risorse umane e materiali. Come ogni lavoro, anche quello del volontario
ha le sue ferie , un po' "out" rispetto a quelle prospettate dai servizi televisivi ,
che dalle vacanze di Pasqua in poi cominciano a proporre mete più o meno
raggiungibili per allontanarsi il più possibile dalla quotidianità. La tradizione del
volontariato, invece, prevede necessariamente una stagione di "ossigeno" fatta
di aggiornamento, ricarica, progettazione , esperienzialità, da vivere quando è
possibile rovesciare un po' le cose in modo da portare in primo piano l'identità
di volontario. Certo, non si raggiungono isole da sogno o villaggi alla moda,
quindi non si fa notizia; non si incontrano vip e divi di vario genere, quindi niente
telecamere. Però il fenomeno è rilevante, anche numericamente e nonostante
la difficoltà di quantificarlo, come si dirà più oltre. Sono in tanti a scegliere que-
ste "vacanze alternative", caratterizzate da un'impostazione cantieristica, labo-
ratoriale ; non si tratta di corsi di aggiornamento di impostazione tradizionale,
ma di campi di lavoro in cui prevalgono le dimensioni del servizio , dell 'esperien-
za e dell'animazione diretta, supportate dalla necessaria base di formazione
teorica: campi salesiani , scouts, di azione cattolica, di volontariato all'estero e
altri sono organizzati e tenuti da giovani-adulti volontari , responsabili , insieme
ai sacerdoti , della formazione dei giovani animatori , in una situazione di scam-
bio formativo tra diverse fasce d'età, diversi ruoli e competenze . Non conta tanto
il posto da raggiungere , quindi, quanto le persone da incontrare e l'obiettivo co-
mune da concretizzare ; in molti casi , e non sempre , ci si allontana dalla città,
mai dall'uomo con la U maiuscola. Sono certamente anche vacanze "povere",
ma non tanto nel senso che non girano soldi : ci sono spese di gestione e ospita-
lità in strutture concrete , ci sono investimenti per un aggiornamento calatçi nel-
l'oggi , con i suoi mezzi comunicativi e tecnologici , che hanno un costo ... E una
povertà che significa, nei fatti , stile essenziale , gestione oculata, finalità comuni
e non tornaconti individuali, progettualità orientata al futuro .
Proprio lo scambio , di valori e non di valuta, è il cardine intorno al quale ruotano
tutte le esperienze di volontariato , comprese le più estreme, che portano sem-
pre più operatori nei paesi del terzo mondo , in quelli devastati dalle guerre o nel
disagio metropolitano tra prostitute , detenuti, tossici , malati di aids, immigrati ...
Certo , l'identità forte cristiana non è l'unica ad emergere in questo variegato
mondo, anzi , negli ultimi tempi sembra che sia un po' in ribasso , in controten-
denza. Molto più trendy la solidarietà laica, che oggi prova a prendersi il primato
dell'azione in campo sociale, l'universalismo new age , anche l'animalismo e
l'ambientalismo , fino alle campagne che dicono di prevenire la diffusione del-
l'aids solo seminando profilattici. .. Ecco , per questo tipo di uscite c'è sempre
qualche immagine in TV o qualcuno che dibatte sui mezzi di informazione ; le
migliaia di volontari che ogni estate partono senza tanto strepito per lavorare
con serietà tutto l'anno, "spezzando il pane" con l'altro , non compaiono quasi
mai . Ma la loro è comunque "un'estate che continua oltre Settembre".
Nadia Ciambrignoni
BS LUGLIO-A GOSTO 1998

2.8 Page 18

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Continua l'indagine su figure significative della nostra storia:
CHIESE 30 ANNI di Francesco Motto
NEEBBE45
IDon Pucci (padre Chiquinho)
con don Boem e don Castagna ad
Ariquemes, 250 km da Porto Velho,
in visita al campo di atterraggio
per i "teco-teco ", cercatori
di "cassiterite", minerale
da cui si ricava lo stagno.
Q uanti sale iani sono consan-
guinei di un santo già sugli
altari ? Non ne conosco.
Quanti sono stati definiti " un altro
Don Bosco"? Alcuni. Al passaggio
di quale salesiano il popolo pensa-
va: "Gesù faceva lo stesso"? Pochi.
Una cosa però è certa: c un sale-
siano che ha riun ito in n,tte e tre
le con notazioni, don Francesco Giu-
seppe Pucci, Padre Chiquinho (Fran-
ceschino) per quanti Io conobbero.
Era nato in Italia sulle co lline di
Montepulciano, ma ancor bambino
aveva coi genitori varcato l'oceano
in cerca di fortuna: una delle mi-
gliaia di famiglie italiane costrette
per sopravvivere ad emigrare sulla
fine del secolo scorso. Si stabilirono
in Brasile, a Sacramenta nello Stato
di Minas Gerais, dove Francesco
conobbe i salesiani. A 16 anni era
studente ginnasiale nella loro casa
di Lorena. Conquistato, divenne no-
vizio (1916), professo temporaneo
(1917), professo perpetuo (1922),
mentre faceva i suoi studi di filoso-
fia a Lavrinhas e il tirocinio pratico
a Cachoeira do Campo e in Minas
Gerais. Completò gli studi teologici
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
Francesco Giuseppe Pucci,
per tutti "Padre Chiquinho":
una stella di prima grandezza
nel firmamento dei missionari salesiani,
un Don Bosco in terra brasiliana,
che chiese al Signore, per intercessione
di santa Teresina, la grazia
di poter fare 30 anni di missione.
Ne fece 45.
in Italia e il 17 maggio 1925 venne
ordinato sacerdote. Si conservano
nell'Archivio Centrale le sue do-
mande di ammissione agli ordini:
poche parole, quelle indispensabili.
UNA FEDE PREMIATA PIÙ
DI QUANTO RICHIESTO
Quello stesso 17 maggio 1925
mentre a Torino don Pucci saliva
l'altare davanti al quadro di Maria
Ausiliatrice, a Roma nella basilica
vaticana il dipinto di Teresina del
Barnbin Gesù saliva nella gloria del
Bernini: papa Pio XI canonizzava la
santa di Lisieux, che due anni dopo
avrebbe proclamato "patrona dei
missionari". Quale migliore occa-
sione per il novello sacerdote che
chiederle la grazia di poter diventa-
re missionario!
C'era un ostacolo: la salute. Gra-
cile per costitu-
zione, don Puc-
ci era sempre
malaticcio tanto
da essere di-
chiarato tuber-
colotico e soffe-
rente di diabete.
In quelle condi-
zioni ci voleva
del coraggio a
chiedere di par-
tire, con tutto quello che ali 'epoca
una vita missionaria comportava di
fatic he e disagi fisici . Il trentaduen-
ne neosacerdote, co nfidando in Dio,
fece appello ali' intercessione della
novella santa: chiese 30 anni di vita
missionaria! Ne ottenne un terzo in
più, e tutti vissuti in prima linea nel-
le trincee dell'Amazzonia, fino alla
morte che lo colse settantasettenne.
PRATICÒ SINE GLOSSA
LE OPERE
DI MISERICORDIA
Sette anni di Rio Negro, tredici di
Humaita e venticinque di Porto Vel-
ho: questi i numeri del suo servizio
apostolico come collaboratore par-
rocchiale, che nascondono un'im-
pressionante mole di attività pasto-
rale, al limite delle forze, sempre
debole per febbri, mal di testa, ma-

2.9 Page 19

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l'avventura di Padre Chiquinho.
laria, scarso cibo, dissenteria, di-
sturbi vari che solo la protezione di
"Qualcuno che las ù l'amava" poté
garantire fino ad età avanzata.
Il lavoro di padre Chiquinho, è
stato scritto, si può riassumere in
poche parole: praticò alla lettera le
opere di misericordia corporale: "dar
da mangiare agli affamati, dar da
bere agli assetati, vestire gli ignu-
di.. .", e spirituale: "consigliare i
dubbiosi , istruire gli ignoranti, am-
monire i peccatori...". Oggi 1'elen-
co delle 14 opere di carità è sparito
dal nuovo Catechismo della Chiesa
Cattolica; ma non è caduto cadrà
mai un iota della parola di Dio:
"Avevo fame, e mi avete dato da
mangiare, avevo sete e mi avete da-
to da bere. .. ero ammalato , in car-
cere... e siete venuti a trovarmi...".
IL BINOMIO
DI PADRE CHIQUINHO:
LAVORO E CARITÀ
Padre Chiquinho viaggiò per de-
cine di anni su e giù per il Rio Ma-
deira ed altri fiumi, conobbe regioni
inospitali per il clima, le distanze, la
povertà dei mezzi di locomozione e
di comunicazione. In una zona gran-
de quanto 1'Italia scoprì tribù ancora
sconosciute in occidente; ebbe pure
occasione di verificare le terribili
condizioni di vita dei seringueiros
(operai estrattori di gomma di cauc-
ciù) e dei garimpeiros (cercatori ed
estrattori di diamanti).
Senza aver mai ricoperto cariche
in congregazione, senza grandiosi ti-
toli accademici, ricco solo di amore
per le anime, si fece tutto a tutti,
benché le cronache salesiane, come
spesso capitava e capita, siano scar-
se di notizie. Per lo più vi si legge:
arrivato qua e ha lavorato in si-
lenzio". La frase vuol dire che ha
fatto l'imbianchino, il meccanico, il
falegname, l'aggiustatutto; ha im-
provvisato una capanna, impartito
lezioni di cucina, di orticoltura, di
avicoltura, di viticoltura; assistito e
IPadre Chiquinho a "Nova Vida",
a 120 km da Porto Velho,
assieme a don Mario Castagna.
In visita pastorale a una famiglia,
con l'acqua santa in una
bottiglietta per la benedizione.
curato gli ammalati, la cui guarigio-
ne era forse più dovuta alla fiducia
nel curatore che alle erbe, radici e i
frutti tropicali di cui padre Chi-
quinho, medico autodidatta, si ser-
viva. Ovviamente non aveva man-
cato di battezzare, cresimare, con-
fessare, benedire matrimoni, distri-
buire com unioni , amministrare 1' o-
lio santo: per questo si era fatto mis-
sionario. E allora si può comprende-
re il dispiacere dei suoi fedeli quan-
·do doveva ripartire per altre località.
Lo dovettero riconoscere anche le
autorità di governo che nel 1965 gli
conferirono l'ambita "Medaglia al
merito Maresciallo Rond6n", non
dimentichi che la sua presenza ave-
va pure mitigato i prevedibili sopru-
si dell'esercito nella spedizione mi-
litare tra i Baca Negra.
LE ULTIME FATICHE
Solo negli ultimi tre anni di vita,
con la salute ormai minata da una vi-
ta di stenti e privazioni - una volta si
dimenticò di avvisare che aveva or-
ganizzato un imprevisto viaggio mis-
sionario all'Interiore, così che i sale-
siani lo cercarono disperatamente per
più di tre mesi - l'obbedienza lo tra-
sformò da nomade in stanziale desti-
nandolo a Porto Velho. Allora si al-
lungarono ancor di più le code dei fe-
deli ogni volta che si metteva in con-
fessionale nella chiesa parrocchiale,
nelle cappelle dei collegi salesiani,
nelle chiese della città. L'ospedale,
il pronto intervento per i soldati, i
ricoveri cittadini, il lebbrosario stes-
so lo videro distributore di umano
conforto e di grazia spirituale, l'uno
non meno necessario dell ' altra.
Di fronte ad un simile personag-
gio è scontato che sulle rive del Ma-
deira siano sorte delle pie leggende
come quella che racconta come pa:
dre Chiquinho si elevasse in estasi
quando celebrava la messa, che dor-
misse sempre all ' aperto senza alcun
riparo nei suoi viaggi apostolici, che
non si lamentasse mai di nulla fuor-
ché del peccato, ecc.
EORA?
Riuscirà padre Chiquinho a rag-
giungere la gloria degli altari così
I Padre Chiquinho in visita
a Padre Adolfo Rèihl, sta entrando
nella sua casa parrocchiale
(una baracca) a Villa Rondonia.
come il suo parente, sacerdote dei
Servi di Maria, Antonio Maria Puc-
ci (1819-1 892), canonizzato da papa
Giovanni nel 1962? Perché no? Una
buona mediatrice potrebbe certa-
mente essere la Madonna, la cui be-
nedizione il parue ha impartito mi-
gliaia di volte, in onore della quale
ha innalzato il santuario di N. S.
Apareçida a S. Carlos do Jamarf,
lungo il Rio Madeira, e nel cui san-
tuario (Curaçao de Maria de Fatima
a Porto Velho) riposa la sua salma.
A chi lo conobbe, ai tanti confra-
telli che godettero delle sue atten-
zioni, alle migliaia di devoti che ne
conservano la fotografia o il rosario
regalato loro in occasione delle sue
estenuanti e avventurose desobri-
ghe, ai numerosissimi amici e peni-
tenti che pregano sulla sua tomba a
quasi trent'anni dalla morte, riman-
gono ben pochi dubbi sull'eroismo
missionario di colui che monsignor
Massa aveva definito "ottimo reli-
gioso, buono e obbediente". Un giu-
dizio che sulle labbra dell'austero
vescovo missionario ·salesiano vale
una canonizzazione, afferma un al-
tro prelato, già discepolo spirituale
di padre Chiquinho, monsignor Gio-
vanni Battista Costa.
Padre Chiquinho: un missionario
d'altri tempi, non c'è dubbio. Ma di
questi missionari la Chiesa e la
congregazione ne avranno sempre
bisogno.
(con la collaborazione
di Vitor Hugo, autore dei tre
grossi volumi Desbravadores)
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

2.10 Page 20

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Merita una menzione chi si sacrifica per rendere più vivibili
I NUOVI ANGELI
di Giuseppina Cudemo
Alla Stazione Centrale
di Milano
c'è un gabbiottino rosso
di due metri per uno.
Tutti i martedì e i venerdì
sera arrivano
gli "Angeli", portando
bevande, vestiti
e cose da mangiare. Poi
si spostano in via Duca
D'Aosta per offrire
spaghetti e magliette ai
disperati della stazione.
N on hanno le ali , ma hanno
un basco blu, che Ii fa rico-
noscere, e a dispetto della
loro giovinezza, fanno sul serio e
danno un a mano a tutti quelli che in
questo uni verso metropolitano, si
trovano in difficoltà. In inglese city
angel significa angelo della città.
Ma chi sono? La loro è un 'associa-
zio ne internaziona le affiliata ali 'O-
NU; è stata fondata da Mario Fur-
lan , giornalista, scritto re e docente
universitario. È senza fini di lucro,
apartiti ca e aconfess ionale.
VOGLIONO DIFFONDERE
SOLIDARIETÀ
ciazione, un ' aquil a che abbraccia la
c ittà; l' abbigliamento serve solo per
essere riconoscibili.
L'OCCHIO
ALLE MISERIE UMANE
"Assistiamo i poveri , gli emargi-
nati , gli extracomunitari , i disadatta-
ti , i barboni - mi dicono . Distribui a-
mo ci bo, vestiti, medic inali . Soccor-
riamo le persone con difficoltà di
deambulazione nel traffico cittadi-
no, assistiamo i passeggeri nelle sta-
z ioni ferroviarie e nella metropolita-
na. Puliamo i parchi, difendiamo gli
anim ali e la natura".
po". Chi Ii sostiene economicamen-
te sono le donazioni dei cittadini e
delle aziende sensibili al sociale,
che intendono con la loro genero-
sità, esprimere il loro appoggio. A
chi g li chiede perché prt:_diligano le
stazioni , rispondono: "E il posto
giusto per noi; la piazza della sta-
zione centrale è piena di contraddi-
zion i, qui si può fare del bene".
LA STORIA DEL GRUPPO
La stori a del gruppo di volontaria-
to comincia proprio lì. La racconta
Mario Furlan: "Quel lunedì lavora-
vo annoiato alla redazione del pe-
A iutando i deboli e combattendo
vio lenza, intoll eranza ed emargina-
zione. Prediligono i punti più degra-
dati della città, per proteggere i cit-
tadini e aiutare chi ne ha bisogno.
Ne l loro servizio incontrano storie
di droga e di malavita, di feroc ia e
di tenerezze, di morti disperate e di
vita preziosa. Ci rcolano di sarmati
per le strade e sui mezzi pubblici ,
indossando la loro divisa: basco blu
simbo lo d i pace e maglietta o gi ub-
ba rossa, con il simbolo dell ' asso-
w auo-AGosro 1998 11s
UN VOLONTARIATO
"OPEN"
I City Angels sono la prima asso-
c iazione europea di volontariato
"open", cioè non limitato a un so lo
settore. "Siamo addestrati per fa re
tutto ciò di cui c'è bisogno: dal soc-
correre un a persona svenuta all ' ai u-
tare un toss icod ipendente in cris i di
asti nenza, ali 'accudire un cane ab-
bandonato, fino a prevenire uno scip-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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le nostre città.
riodico 'Noi '. Seppi che il movi-
mento americano dei Guardian An-
gels sarebbe giunto a Milano, così
rivoluzionai la mia vita". Infatti egli
abbandonò il posto sicuro al giorna-
le e partì per gli Stati Uniti, ma de-
cise che gli Angeli non dovevano
confondersi con i rambo, i picchi a-
tori, i "vigilantes delle ronde". "Fa-
ticai, prosegue Furlan, ma alla fine
riusc ii a far passare solo l'immagine
del gruppo di amici che aiutano il
prossimo e che, davanti a un sopru-
so, denuncia senza restituire violen-
za". Così racconta nel suo libro
" Angeli di strada".
LA STORIA DI ROSY
Significativ a è la storia di Rosy,
che a trent 'anni lavorava come dop-
piatrice alla Fininvest. Ha lasc iato il
lavoro per aiutare i drogati come
operatrice di strada a Milano con
don Mazzi; da allora si è mantenuta
con lavori saltuari. Fallito qualche
anno fa il suo matrimonio, forse per
l'angoscia de ll a separazione si am-
malò di tumore all'ipofisi. Fu salva-
ta per miracolo con un 'operazione
in cui rischiava la vita, o la paralisi,
o la cecità. Seguirono mes i di soffe-
renza. Ne uscì quando incontrò i
City Angels.
È stato un incontro prezioso per
entrambi: per lei che finalmente
aveva ritrovato una ragione di vita,
e per gli Angels, per i quali Rosy di-
venne ben presto un punto di rife ri-
mento insostituibile. La sua biogra-
fia è introdotta da un proverbio man-
ciù: " Non essere idealisti a vent'an-
ni significa essere senza cuore, es-
serlo ancora a qu aranta significa es-
sere senza cervello, ma un uomo
senza cuore e con il solo cervello
non è un uomo ma una macchina" .
Oggi Rosy è di ventata la segretaria
del l'assoc iazione.
E SE I BARBONI
NON Cl SONO?
Cristina, coordin atrice dei City
Angels, risponde sorridendo: "Certo
non li possiamo inventare". Ma in
una città si trov a sempre qualcosa
da fare , qualcuno che ha bisogno di
aiuto. Udine ha centomila abitanti,
poca criminalità, una ricchezza osten-
tata. Una povertà celata così bene,
che non si vede. Sembra proprio che
qui per gli Angels manchi la materia
prima. "Ali' inizio, continua a rac-
contare Cristina, abbiamo rischiato
di girare a vuoto. Udine appare per
molti aspetti un ' oasi felice. Non
trovi di sperati per strada come a
Milano, Roma o Napoli. Quasi non
esistono neanche i 'Vù Cumprà'. Per
questo, quando mi hanno proposto
di guidare l'associazione in città, ho
risposto di sì solo perché apprezzo i
City; ma dentro di me avevo dubbi
sul cosa fare".
DUTTILITÀ
Udine è l'esempio di come la mag-
gior forza degli Angels sia la loro
duttilità. "Siamo addestrati per fare
tutto ciò di cui c'è bisogno sulla
strada. Con l'apertura della sede di
Udine non lavoriamo solo in città
ma anche nei piccoli centri". Ma
come si entra in questa associazio-
ne? Rispondono: "Serve gente co-
raggiosa e con forti valori morali ,
di sposta a lottare con noi nelle stra-
de delle nostre città. Uomini e don-
ne di tutte le razze, che credono nel
coraggio della so lidarietà" . Ancora
piì:1 in dettaglio: "Bisogna avere 16
anni e presentare la domanda di am-
miss ione compilata, la fotocopia
fronte retro de l documento di iden-
tità, 4 fototes sera, un certifi cato pe-
nale generale pulito, 50.000 lire per
l'ass icurazione e l' iscrizione, un cer-
tificato di sana e robu sta costituzio-
ne, ma soprattutto dimostrare di es-
sere animati da un forte spirito di
servizio e di solidarietà. I volontari
seguono un corso di tre mes i, in cui
vengono insegnate nozioni psicolo-
giche, giuridi che e di pronto soccor-
so. Si apprendono anche tecniche di
autodifesa insegnate da esperti del
settore. Il corso impegna per una
sera ogni settimana. Non ci sono li-
miti di età, l'angelo più anziano è
Vittorina, 72 anni! Il tempo richi e-
sto ad ognuno è di due usc ite alla
settimana di circa tre ore. Gli orari
sono più elastici per chi vuole aiutar-
ci nell 'organi zzazione, nell ' uffic io
stampa e nelle pubbliche relazioni.
ANGELS OVUNQUE
Vogliamo essere presenti nei punti
di maggior bisogno : negli scali fer-
roviari, sui mezzi pubblici, lungo le
strade meno frequentate , nei parchi,
ovunque insomma ci sia bisogno di
noi. Potremmo operare anche in uno
specifico quartiere se la nostra pre-
senza venisse richiesta dagli abitanti
fornendoci spazi adeguati per la se-
de". Ecco dunque un ' altra organiz-
zazione di volontari che va lenta-
mente allargandosi . Il futuro della
nostra convivenza è in mano ai cit-
tadini più che alle istituzioni pubbli-
che, è il cosiddetto settore non pro-
fit che va assumendo contorni sem-
pre più definiti , e consistenti. Intan-
to c'è da augurarsi che le c ittà pro-
tette da questi angeli senza ali si
moltipli chi no.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
Carissimo/a,
A prima vista il termine
"pietà" sembra non aver
forza, essere caduto in
disuso in una cultura che
privilegia la competizione,
lo scontro, il successo ad
Luglio/Agosto: i mesi delle grandi vacanze.
Come dire sbraco, spensieratezza ... ci si svaga,
ci si diverte, via le preoccupazioni, i problemi...
Ma lo spirito non va in vacanza,
, è come la vita ... anzi lo spirito è vita/
E ben per questo che come dono delle vacanze
presentiamo la pietà.
ogni costo. Viceversa "pie-
tà" vanta una storia anti-
\\
NON E I chissima e una robustezza
consolidata.
o
Tra i doni de ll o Sp irit o
NELL'ANTICHITÀ è la virtù
Santo due riguardano l'a-
che descrive la relazione
more: l'amore dell'uomo
tra uomo e uomo.
NELLA BIBBIA esprime la
verso Dio (pietà) e l'amore
di Dio verso l'uomo (timor
fedeltà verso gli amici, i
di Dio). L'elenco dei doni
parenti, i genitori. ,
dello Spirito Santo risale
NELLA CRISTIANITA è pio
a Isaia: eapienza, intellet-
chi adempie i suoi impegni
to, ecienza, coneiglio, for-
religiosi.
tezza, timor di Dio ( l s.
L'APOCALISSE definisce Dio il solo pio (Ap. 15,4)
11,2). Se li conti non sono
perché Dio è per noi Padre, am ico.
sette. Chi ha tradotto ha
aggiunto "pietà ", non per-
ché l'elenco sia in comple-
to, ma per esplicare meg li o
il dono finale, l'Amore. La
strada che riporta l'uomo
a Dio è l'amore del Figlio
verso il Padre (pietà).
Pietà è dunque abbraccio,
bac io, ritorno tra le brac-
cia del Padre.
Èanche la corsa del Padre verso il Figlio. Solitamen-
te si pensa che sia solo l'uomo alla r)cerca di Dio. È
vero anche il rovescio del la medaglia. E Dio Padre che
va a cercare l'uomo: "Adamo dove sei?", (Gn. 3,1) .
Pure il Padre fa il gesto del Figlio. Pilato chiede a
Gesù: "Cos'è la verità? (Gv. 18,37). Il governatore
non trova risposta, ma noi sappiamo che nel lin-
guaggio di Giovanni "verità" significa mistero del
Dio Amore, che si manifesta in Gesù, il Cristo.
"ABBÀ", "PADRE" (Gal. 4,5) è la madre di tutte le
invocazioni.
Posso essere filosofo, teologo, esegeta e non tro-
varmi a mio agio se dovessi presentarmi a Dio. Ma
sono fig li o. Pertanto l'incontro con Dio è filiale.
Nell'impatto con lu i rimarrò senza parole perché l'a-
more paterno sorprenderà la mia mente, riempirà il
mio cuore, ricostruirà la mia identità. Ho una cer-
tezza: la bontà, la misericordia di Dio Padre met-
terà in fuga tutte le mie paure.
A risentirci.
Carlo Terraneo
LUGLIO-A GOSTO 1998 BS

3.3 Page 23

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
VITE DONATE
••
MV TIMOR
missionarie ora lo viviamo". Incomin- tro missionarie, l'oratorio, l'internato,
ciano anche i guai : suor Maria Fé la scuola materna, i corsi professio-
viene "azzannata" da una zanzara nali di taglio e cucito e per segreta-
Non sono un miracolo vivente; sono malarica che la spedisce all 'ospeda- rie d'azienda, più una folla di giova-
solo tre giovani donne: Paola italia- le di Diii ; suor Marlene si salva da un ni e bambini, tanti da richiedere l'a-
•••••••
na, piccola e fragile , Maria Fé, filip-
pina calma ed efficiente , Marlene
americana , gentile e aperta . Le
hanno scelte come pioniere; hanno
detto sì alla rivoluzione totale che le
ha portate nel cuore di un popolo
sconosciuto .
forte attacco di asma con una corsa
folle in piena notte all 'ospedale di
Baucau, tenuta in vita con ossigeno .
Intanto con l'aiuto dei salesiani si
lanciano nella loro prima esplorazio-
ne missionaria. Villaggi poveri , molti
giovani e bambini che gridano di
pertura di una nuova casa . Le
aziende che aprono le loro sedi in
Cambogia chiedono di segnalare
personale qualificato e molte exal-
lieve già hanno un lavoro.
Purtroppo accanto a questi cantieri
della speranza, prosperano gli "Ho-
gioia: vibrazioni di futuro. "Presto tel Massage", squallidi luoghi di pro-
tv',ARIA
V ITE
DONATE
COLLINO
avremo una nuova presenza", stituzione. Di notte, nelle vie centrali
assicura padre Joao. La scuola già di Phnom-Penh, prostitute bambine,
funziona a pieno ritmo . Compito truccatissime, aspettano il "cliente".
non facile in un terreno da disso- Lungo i margini della baraccopoli, è
dare, ma le suore sono venute per una triste teoria di piccole donne in
~~~ ~
dare il meglio a queste ragazze ,
molte delle quali non conoscono
una casa in muratura né servizi
igienici. Ora imparano una nuova
convivenza umana . L'aiuto di
vendita, i corpi acerbi fasciati da vesti-
ti sgargianti , lo sguardo duro. Quale
modo più facile e veloce per diven-
tare ricche nella Cambogia che cam-
bia? Così cresce il numero dei casi
familiari e volontari è prezioso ; di sieropositività e di aids conclamato.
omo re
anche se c'è da superare la diffi- "Il nostro impegno educativo - scri-
nel profondo sud
denza dei militari, si va coraggio- ve suor Mary - è quello di dare un
samente verso il futuro.
futuro diverso alle ragazze. Toglier-
le dalla strada insegnando loro un
mestiere. Loro dicono: Siete venute
LAGGIÙ SCORRE
tra persone che hanno solo da of-
frirvi disagi e difficoltà". La gente ha
IL MEKONG
imparato a conoscere e apprezzare
queste donne vestite di bianco.
"Prajé Jesù", passa Gesù , sussurra-
Phnom-Penh: sciami di moto- no vedendole per strada.
rette e biciclette affollano il
traffico della città senza
EDI TRIC E
D Cl
vigili , segnaletica, semafori,
con tanta gente che cammi-
V I TE
DONATE
na a piedi , spingendo carretti o
I tappa: Roma, Università Urbania- sta dietro a mucchi di papaie ,
na: corso di missionologia. Il tappa: cocomeri , noci di cocco su
M I ELA
FAG I O L O
D ' A TTIL IA
Manila, a migliorare l'inglese in un improvvisati banchi di vendita.
contesto asiatico. lii tappa: Jakarta Dopo 30 anni , 5 regimi , guerre,
per imparare l'indonesiano . nel genocidi , esodi di massa , la
pensionato universitario gli studenti Cambogia è uno dei paesi più
colgono il tocco di simpatia salesia- poveri del mondo . Poi Pot ,
na: è la scoperta di Don Bosco attra- morto da poco, ha lasciato due
verso le Figlie di Maria Ausiliatrice. milioni e mezzo di morti e mine
Messa dell 'Assunta nelle carceri disseminate
ovunque.
. Missione al femminile
della città: incontro con molti giovani
detenuti politici . Siete salesiane? E
fra le mura della prigione , qualcuno
intona "Don Bosco ritorna"! Infine la
partenza per l'isola di Timor, dove
incomincia la realtà di un presente
Dimenticare il passato è diffici-
le, anche se a volte capita di
veder passare lungo le strade
affollate e caotiche una bella
signora seduta sul rick-shaws,
il cellulare all 'orecchio, e tor-
in Thailandia e Cambogia
••••••••
che avrà anche momenti duri e che nano ristoranti e supermerca-
solo l'amore potrà illuminare.
ti. Le costruzioni diroccate, le
Venila/e : la gente le accoglie drap- baraccopoli maleodoranti , lo
peggiando sulle loro spalle il tais, sguardo spento della gente
l'ampia stola colorata che indica tradiscono la tristezza di una
appartenenza : le tre entrano a far città sofferente.
parte del popolo . "Ciò che un tempo In questo scenario è nata
leggevamo sui libri di avventure l'opera delle FMA con quat-
ED I TR I CE
ELL E Di C i
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS LUGLIO-AGOSTO 1998

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j
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4
L'AVVENTURA
DI SUOR «FELICITÀ»
"Siamo circondate dall'acqua, scrive
Suor Felicita, l'Orinoco ha tracimato
e riempie la foresta . La capanna di
padre Cocco sta crollando ; lui è in
acqua per salvare il salvabile, ridot-
to uno straccio dalla malaria". Quan-
te volte suor Felicita nel buio della
notte si sveglia di soprassalto! ...
Dalle pareti sconnesse poteva en-
trare di tutto : scimmie , topi , serpenti!
Partita dall 'Italia nell 'ottobre 1960,
giunge alla missione nell'Alto Orino-
co , dopo un viaggio rocambolesco :
lì non ci sono piste tracciate , non
c'è radio , solo la selva, il fiume, gli
Yanomami e un "grande" salesiano:
padre Cocco. "In Amazzonia si vive
di impossibile e con l'impossibile ,
ogni attimo", scrive una volontaria.
Un giorno suor Felicita accompagna
5 bambini dai genitori attraverso la
foresta , quando un grande puma si
para loro dinanzi: ritto e immobile
su un tronco , li fissa minaccioso .
Terrore. I piccoli vogliono fuggire.
Ella stringe il machete e va incontro
alla fiera, pregando ... Alza il brac-
cio ... il puma digrigna i denti , ab-
bassa la coda, retrocede ; la selva lo
inghiotte . Un'altra volta , in cerca di
frutta con alcuni ragazzi , un mana-
pare, grosso serpente velenoso , si
erge sibilando verso di loro . Si im-
EDITRI C E
ELLE DI C l
mobilizzano : senza machete non
ci si può difendere. Poi fa cenno
a uno dei ragazzi di staccare un
grosso ramo per colpire l'anima-
le. Quello obbedisce ... Il rumore
del ramo spezzato infastidisce il
serpente che si lascia ricadere
al suolo e striscia via.
È solo l'inizio di un 'avventura
missionaria, ambientata nella
misteriosa realtà della selva, tra
fiumi impetuosi , coccodrilli pigri ,
anaconda immensi , piranha
feroci. Suor Felicita da più di
quarant 'anni vive in questo
"pianeta", donata perdutamen-
te ai suoi indios per una evan-
gelizzazione fatta di gesti d'a-
more, sostenuta da una fede
senza misura. Il sogno cullato
nelle notti in preghiera, sugli
itinerari in canoa , o in motoci-
cletta lungo sentieri appena
tracciati nella foresta , oggi è
realtà. Scuola di alfabetizza-
zione, laboratori artigianali,
ambulatori costellano un ter-
ritorio più grande dell 'Italia.
Gli indi catechisti guidano la
liturgia e spiegano la Parola,
e sulla pista, un tempo scon-
nessa e polverosa, atterra l'aereo.
SULLA STRADA...
INCONTRI
Semaforo rosso lungo l'am-
pio viale nel settore nord di
Medellìn . Una bimba , 1O
anni forse , si affaccia al fi-
nestrino dell'auto, capelli
scarmigliati, piedi nudi sul-
l'asfalto bruciante. Chiede
l'elemosina. Un 'ombra di
collera le oscura il volto
quando riceve sulla mano
tesa un cartoncino bian-
co . Suor Fabiola sorride:
"Sai leggere?" E la bimba
sillabando : "Casa Mama
Margarita : puertas abier-
tas para ti". Ci sono
anche l'indirizzo e il di-
segno della casa che
potrà accoglierla, se lei
lo vorrà . Scene così si
ripetono ad ogni incro-
cio : è l'altro volto della
città , quello inumano
della miseria e del vi -
zio . Adolescenti e bam-
bini calano ogni giorno
dai barrios in città ,
mendicando il d iritto
alla sopravvivenza.
Jessica, corpo minuto,
V ITE
ARMIDA DONATE
MAGNABOSCO
EDITRICE
ELLE DI Cl
viso smunto , 1O o al massimo 13
anni , sembra una vecchietta. Parla
a gesti. Non è handicappata, è solo
infelice. Ha bisogno d'amore per
sciogliere il groviglio che la blocca:
una trama losca, il volto di un uomo
violento che tornerà all 'assalto con
le minacce. Come salvare la sua
giovane vita? Da quando è a Casa
Mama Margarita Jessica è tornata a
sorridere.
Ogn i giorno le FMA del Centro rifan-
no il pellegrinaggio alle baracche
sgangherate di legno e lamiera, af-
follate da bimbi sporchi e seminudi ,
dominate in lontananza da gratta-
cieli scintillanti di vetri e affollati di
gente indaffarata. La città bene
ignora il quartiere San Domingo che
porta il peso di un lungo rifiuto. Le
industrie sbarrano le porte ai giova-
ni dei barrios. Così ha preso piede il
"sicariato": bande di giovani disposti
ad uccidere al comando dei narco-
trafficanti . Per sopravvivere. Eppure
le ricchezze della Colombia sono
immense: piantagioni di caffè,
canna da zucchero, cotone, tabac-
co , oro, petrolio, smeraldi. In mano
a pochi signori del commercio este-
ro. E la foglia di coca trascina con
sé un 'onda di dolore per milioni di
uomini in tutto il mondo . Ma l'amore
conosce i tempi del "seme", la forza
dei piccoli passi. Casa Mama Mar-
garita è un progetto audace per una
educazione personalizzata.
• • LUGLIO-AGOSTO 1998 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
ERO LEBBROSO E
sco , i poll i, e una mandria di muc- no, una fatica da bestie per una ra-
Ml DICESTI FRATELLO
çhe pezzate.
E il miracolo della solidarietà: FMA,
zione di pane. Trasportava sulle
spalle 17 ch ili per volta ... a sera
salesiani, e volontari forza segreta aveva fatto 40 km . Finisce in ospe-
Nel rapido tramonto tropicale , in un
cielo profondo ross9, si stag!ia un'in-
segna verticale: SAO JULIAO. Qui ,
verso la metà degli anni sessanta,
capitarono alcune suore del Co/égio
Auxiliadora di Campo Grande
(Brasile) , desiderose di portare un
aiuto . Fu la scoperta dell'orrore.
Una decina di malati di lebbra gia-
cevano nel più squallido abbando-
della famiglia salesiana. "La storia
di Sa.o Juliao, dice suor Silvia, è sto-
ria di miracoli".
Anche Giovanni Paolo Il se ne è re-
so conto. La TV ha diffuso nel mon-
do il suo abbraccio ai lebbrosi , la
celebrazione nella chiesa tra il ver-
de. Tra la folla la voce di un malato:
"Santo Padre , sulla strada da Lei
percorsa per arrivare al Sa.o Juliao
dale , ma appena guarita deve
riprendere il lavoro , in condiz ioni
ancora peggiori. Stavolta preleva i
liquami organici dai pozzi neri per
concimare il terreno. Crisi respirato-
rie , pleurite , ma sempre fedele alla
sua vocazione. "A sera, ricorda, ero
così stanca che a stento riuscivo a
dire: tutti i miei passi, la vanga che
alzo, ogni gesto, per te , Signore".
no , le piaghe fasciate con fogli di sono già passati cinquemila
giornale, tra muri cadenti e la strut- ammalati .. . Arrivano tristi,
tura in degrado totale. Suor Silvia si
getta in un'impresa che sembra fol-
lia. Ed è lotta aspra contro il male
devastante, la fame , la mancanza di
igiene e di cure, lotta scandita dal-
l'avvicendarsi delle suore e dall'aiu-
to dei volontari dell'Operazione Ma-
to Grosso . Gabriella e Lino, partiti
dall 'Italia per un servizio di pochi
umiliati dal dolore .. . qui ven-
gono curati, confortati . Sono
tornati a migliaia, migliorati
e guariti alle loro case verso
una nuova vita ". Il 17
novembre 1991 , al termine
della sua visita, il Papa
prendendo per mano suor
Silvia, le dice: "Grazie, gra-
V I TE
DONATE
M I ELA
FAGIOLO
~~
mesi sono qui da più di quindici anni zie per tutti questi fratelli".
con i loro quattro figli. Suore e volon-
tari insieme: la firma dell'amore. La
JJ>
loro presenza suscita interrogativi.
Oggi Sa.o Juliao è un giardino fiorito
di villette , ciascuna comprendente
11 camere con servizi, sala medica,
DAL SILENZIO
ALLA SPERANZA
cinciuont' onni
di fedeltà
nel bunker d·el/'Albon,.a comun,.sto
cucinino. Ci sono la scuola, gli am-
bulatori , il padiglione chirurgico, le
sale , le cucine , la "casa del sole"
(reparto bambini) , circondati da prati
e distese di granoturco, un orto fre-
Aveva 5 anni Lucetta
quando fu accolta nell'or-
fanotrofio delle FMA di
Scutari. A 12 chiede di
farsi suora: "Sei troppo
piccola", le dice la di-
MARIA
VDOINATTEE COLLINO
rettrice, ma la manda
a studiare in Italia .
Rientrata in Albania a
22 anni , giovane
suora, torna nel suo
orfanotrofio, come
insegnante .
Maria è coetanea di Lucetta. An-
che lei vuol farsi suora, ma i suoi
EDITRICE
ELLE DI Cl
Lucetta invece si presenta al Comi-
••••••
si oppongono. Carattere tenace , tato del partito e ottiene un lavoro :
convinta della sua scelta , si prima in un ospedale, poi al preven-
rivolge alle FMA che l'accolgo- torio, infine in un nido d'infanzia. Rie-
no. Va a studiare in Italia e sce a iscriversi all 'Università per un
torna col diploma di infermiera. corso di infermiera, ma si laurea in
Ma un mattino del 1944 uomini medicina e riprende il lavoro in
armati fanno irruzione nella ospedale, anche se osteggiata dal
loro casa. È la svolta comuni- partito. Cinquant'anni di fedeltà nel
sta. Le italiane cacciate , le al- bunker comunista!
tre disperse . Maria cerca lavo- La caduta del regime , "il più ateo
ro presso un ospedale , ma del rriondo", riporta le FMA a Scu -
viene allontanata: è una per- tari. E il Natale del 1991.
sona a "rischio" perché suora Oggi suor Lucetta e suor Maria, alla
e perché appartiene alla nobi- soglia degli 80 anni, rivivono la loro
••
le famiglia dei Gjomarkaj, per- giovinezza accanto alle 9 sorelle
seguitata dal partito. Così co- che operano nelle due comunità di
mincia per lei il calvario dei Tirana e di Scutari. Sono la radice
lavori forzati , dapprima in vivente di quello che ora sta di nuo-
EDITRICE
ELLE DI Cl
una fabbrica di tegole , poi vo maturando attorno alle FMA, per
nella costruzione di canali di molte giovani che sperano in un
irrigazione. Otto ore al gior- futuro di pace e di lavoro .
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS LUGLIO-AGOSTO 1998•

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
MISSIONE BRASILE:
I MIEI FIGLI
:o',,1,f coraggio: "Passione di Nostro Si-
gnore Gesù Cristo.. ."
Passione incarnata in quei corpi
LUIGINA
SILVESTRIN
CARCERATI
abbruttiti di meninos de rua ,
cacciati dai tuguri nelle favelas
Irma, infanzia ribelle e adolescenza
inquieta. I genitori, dopo una scap-
patella a una festa da ballo, decido-
no di mandarla in convitto dalle
FMA a Mathi . Obbedisce col propo-
sito di rendersi insopportabile e farsi
cacciare. Invece ... Una sera la di-
rettrice dà l'annuncio degli Esercizi
Spirituali. Irma si trova improvvisa-
mente a disagio : fuori dice "no!", e
dentro sente "sì"! Obbedisce al "sì ".
Quando torna in paese esplode la
notizia: Irma si fa suora. "Tu mone-
ga? Mai!", intima sua madre. Ma lei
sogna gli indios e la giungla. E parte.
Il Brasile l'accoglie non nella foresta
ma sui banchi dell'università a San
Paolo, fino alla laurea in matematica
e latino e al titolo in Atualizacao Cri-
minol6gica, e Direito Penitencia.rio.
all'età di cinque o sei anni : "Ar-
rangiati!". Diventati criminali per
necessità. "Adesso mi sento al
mio posto, realizzata . Ho preso
la patente a 69 anni , per loro".
Il risultato? La chiamano mam-
ma : "Cara mamma Irma , ho
passato 4 giorni senza man-
giare né bere nella cella forte ;
ora sono tornato nella mia pri-
gione. Tu ti preoccupi per me,
ma devi pensare : questo mio
figlio sta liberandosi dal vizio .
Ora io sono con Dio che mi
tira fuori dalla droga. Voglio
dimenticare mio padre che mi
cacciò da casa. Di te , mam-
ma Irma , non mi dimenti-
cherò mai. Carlos, detenuto
a Campo Grande".
Per 36 anni insegna, poi la svolta.
Nel 1973 visita in carcere il missio-
nario padre Jentel, prigioniero politi- MISSIONE
EDITRICE
ELLE DI e
co e rimane sconvolta. Un mese do-
po le superiore le propongono di la-
IN PATAGONIA
d'animale, combustibile per il fuoco .
vorare tra i carcerati . E venerdì san-
Dal diario di Luigina: Ieri un ragazzo
to quando sola, a piedi , si avvia al 1O febbraio 1994. All'aeroporto di mi ha chiesto: "Con che cosa sei
nuovo apostolato. Ha scelto una se- Treviso ci sono tutti: genitori, fratelli , venuta? ". "Con l 'aereo ". "E dove
rie di diapositive sulla passione di amici. Si parte per un anno verso la l'hai lasciato?". Capisco che devo
Gesù. Sale le scale sporche , infe- Terra del Fuoco, fra i "Mapuches". adeguarmi alla loro mentalità, inizia-
state da insetti. Si aprono 22 celle , Tappa a Buenos Aires ; poi 1500 km re a leggere la realtà con la concre-
escono i carcerati , quasi tutti giova- in corriera con sosta a Junìn de los tezza della vita, degli avvenimenti,
ni, salutando con cenn i. Lei si fa Andes , terra di Laura Vicuna ; infine della natura. Mi sorprende la traspa-
in camionetta con padre Ma- renza di questa gente, le loro abitu-
MARIA
COLLINO
teos verso la missione . Alla
cordigliera si alternano zone
aride e pietrose a oasi verdi.
Nell'immensità di quel silenzio
dini. Qui vivono i "miei" ragazzi, le
loro famiglie. C'è un legame fra que-
sta terra, loro e me.
Padre Mateos mi consegna la posta
Luigina cerca una presenza dall'Italia: una cartolina del Duomo
viva: la "Esque/a Hogar Mamà di Conegliano, mia città, e una let-
Margarita": un pugno di co-
struzioni bianche e 200 bam-
bini e ragazze mapuches, dai
4 ai 16 anni , di cui 120 vivo-
no nella missione, altri torna-
no a casa facendo anche 5
ore di cammino al giorno .
tera della mia famiglia: "Ciao Pi-
cenin, siamo rimasti a fissare l'ae-
reo fin quando la scia è sparita nel
cielo ". Attorno a me un silenzio pie-
no di musica. Chiudo gli occhi per
assaporare meglio la dolcezza di
quelle parole, e il privilegio di vivere
••••••
"Come ti chiami? ". "Sono un 'esperienza dove, più di cent'anni
Luigina, vengo dall'Italia, ho fa , i primi grandi missionari don
22 anni ". "Ci vuoi bene"? Il Cagliero, suor Angela Va/lese han-
vocabolario è insufficiente a no portato il Vangelo e lottato per
tradurre i sentimenti , ma i difendere i diritti di questi popoli,
ragazzi captano l'affetto. La calpestati, depredati. Lentamente
scuola è al mattino e al un'immagine occupa il mio cuore: la
primo pomeriggio. Ai bam- "Rogativa Mapuche ", la grande pre-
bini che tornano a casa ghiera del popolo al Dio della vita,
viene dato un pezzo di che è rimasto con la sua gente e
pane casalingo. Alcuni pri- continuerà a benedirla.
ma di rientrare radunano le Luigina Silvestrin , volontaria VIDES ,
pecore lasciate al pascolo autrice di questo suggestivo diario ,
prima di andare a lezione a contatto con i poveri ha sentito il
EDITRICE
ELLE DI Cl
e raccolgono qualche richiamo a essere missionaria per
ramoscello o sterco secco sempre .
• • LUGLIO-AGOSTO 1998 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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ROMAMGS
MESSICO
FACCIAMO RIPOSARE
LA TERRA
Suggestivo il titolo della Fe-
sta Giovani '98 del MGS La-
zio. È un richiamo biblico:
l'anno gi ubilare ebraico signi-
ficava remissione dei debiti,
libertà degli schiavi, riposo
della terra. Ebbene proprio il
senso del riposo è al centro
della festa MGS : come alter-
nativa al nevrotico agitarsi mo-
derno, alla ricerca di sballo, di
omologazione alle mode più
trasgressive, di permissività
assoluta ... Un riposo educati-
vo insomma, un atteggiamen-
to dinamico da vivere e pro-
muovere. Si riposa perché si è
stanchi. I giovani sono stan-
chi di non essere interpellati,
di essere considerati grandi
consumatori e selvaggiamen-
te sfruttati, ma stanchi anche
dello sfruttamento sconside-
rato della terra, luogo della
loro dimora, travolti come la
terra dalle mire edonistiche
dell 'uomo. E anche la te1Ta è
stanca: di produrre in modo
frenetico e disorganico, di es-
sere sfruttata dalla tecnologia
più raffinata e crudele ... Il ri-
poso è perciò una panacea.
" Facciamo riposare la terra",
mettiamo in atto comporta-
menti alternativi; la terra è
stanca perché l' uomo è stan-
co ... e l'unica salvezza rima-
ne Gesù di Nazareth .
UN GRAVE INCIDENTE
Nel febbraio scorso nella re-
gione Mixe-Oaxaca, in Mes-
sico, un pullman carico di
passeggeri viene assalito da
tre banditi. Sul mezzo era
presente anche il salesiano
padre Raul Felipe Prado Gar-
cfa, missionario salesiano tra
g li indigeni del luogo oltre a
un poliziotto, che, colto il
momento opportuno fa fuoco
sui malviventi . Due di essi
muoiono sul colpo, uno fugge
sparando all 'impazzata. Una
pallottola colpisce don Raul ,
conficcandosi presso la colon-
na vertebrale ali 'a ltezza della
qu intultima vertebra lombare.
Viene subito soccorso e tra-
sportato ali 'ospeda le. Ne avrà
per molto tempo.
TOKYO - GIAPPONE
LE OPERE SOCIALI
Nel paese de l Sol Levante e-
sistono circa 560 opere socia-
li di diverso tipo : giovani han-
dicappati, orfan i ragazzi a ri-
schio, ecc. Nella sola Tokyo
si trovano ben 59 istituzioni
che accolgono bambini e gio-
vani con problemi e difficoltà
fami li ari: genitori divorziati o
separati, affetti da grav i ma-
lattie fi siche e psico logiche,
con abuso di alcol, droga e
violenza su i minori , disoccu-
pati o in forti ristrettezze eco-
nomiche. Sono circa 2300 i
bambini e i giovani che nella
capitale sono accolti in istitu-
zioni del genere. Anc he le
FMA hanno cercato di rispon-
dere a queste forme di pover-
tà attivando tre case: "Seibi
Home" a Tokyo e a Yamana-
ka, "Sayuri Aijien" a Oita.
Il "Seihi Home" di Tokyo,
con 160 bambin i è l'opera so-
ciale più grande de l Giappo-
ne. I bambini sono divis i in
gru ppi di IO, con due o tre as-
sistenti per gruppo. Le 12 suo-
re che vi lavorano a tempo
pieno sono coadiuvate da 58
maestri ed assistenti laici , pre-
parati e appassionati del siste-
ma sales iano. Nonostante que-
sto, si sente forte il bisogno di
formarsi per dialogare soprat-
tutto con le ado lescenti. Suor
Anna Mito Kiyoko, responsa-
bile de l! ' opera, spesso stupi-
sce le auto rità sco lastiche di
altre istituzioni che si lamen-
tano del comportamento indi-
sciplinato di alcune teen-agers:
"Nei giovani c'è sempre un
punto accessibile al bene - co-
me affermava sicuro Don Bo-
sco - basta accoglierle come
sono, asco ltarle con il cuore".
ROMA
50.000 GIOVANI
PER IL GIUBILEO
Sono più di 50.000 i giovani
che ascoltano attenti e com-
mossi quel giovanotto di 78
anni che sa penetrare singo-
larmente il loro animo, espri -
mere i loro sogni, capire le lo-
ro angosce e rispondere con
messagg i in controtenden za ai
loro bisogni: mentre i media
TRZCINIEC - POLONIA
RAGAZZI IN DIFFICOLTÀ
In questa cittadina della Polo-
nia de l Nord esiste l' unica
casa sales iana della nazione
che accoglie ragazzi in diffi -
coltà, emarginati o a ri schio,
li propongono facili , permis-
sivi, accattivanti, eg li , il Papa,
è esigente. E l'uditorio gli la-
scia dire con forza cose incre-
dibili : " La croce è la prima
lettera dell'alfabeto di Dio e
sta scritta nella vita de ll 'uo-
mo". Attori e cantanti, artisti
e sportivi, politici e gente co-
mune ascoltano in religioso
silenzio questo stupefacente
messaggio che vuole segnare
l' ingresso al III millennio.
provenienti da famiglie non
più unite, da genitori alco li sti,
o direttamente da ll a strada.
Vengono accolti e paziente-
mente ed ucati o ri-educati se-
condo il sistema preventi vo
ad essere onesti c ittad ini e
buoni cristiani, come voleva
Don Bosco.

3.8 Page 28

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Una associazione unica nel suo genere intitolata a Mamma
L'ALBERO di Massimo Bianco
SEMPREVERDE
"Mamma Margherita":
il suo nome rimane
indissolubilmente legato a
quello del figlio.
Don Bosco, l'ha chiamata
per essere madre di tutti
i suoi scavezzacolli che
erano una moltitudine.
Nel suo nome, è nata una
associazione di genitori di
salesiani, che sta regalando
una rete di preghiera
e di affetto per le vocazioni
dei figli di Don Bosco, che
sono anche i loro propri
figli. La partenza è stata
semplice e suggestiva.
Ve la raccontiamo
dopo avervi presentato
la patrona.
' ' G io vannino, tu non hai
più padre". Queste pa-
ro le, dettegli da Mar-
gherita alla morte del papà, Giovan-
nino non le ha più dimenticate, an-
che se allora aveva solo due anni.
Troppo piccolo per capire, ma con-
sapevole che qualcosa di irreparabi-
le era successo, scoppiò in pianto
imitando sua mamma. Quelle lacri-
me hanno unito per sempre madre e
figlio. Ella accetterà di essere coin-
volta nel destino del suo Giovanni,
continuando ad esserne il sostegno
materiale e spirituale, anche quando
la sua semp licità contadina non riu-
sciva a capire l'audacia apostolica
di quel figlio che sembrava viaggia-
re "fuori schema". Ella a Don Bo-
sco ha regalato cuore, braccia e pre-
ghiera, con una dedizione che pre-
sto la Chiesa riconoscerà degna del-
1' altare.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
Lineare il cammino autobio-
grafico di Margherita Occhiena.
Contadina di quel monferrino labo-
rioso e forte che fa emergere le virtù
della gente dei campi soprattutto
quando le difficoltà dovute alle ca-
lamità naturali, ma anche ali' imbe-
cillità violenta degli uomini , faceva-
no oscuro l'orizzonte delle giornate:
ha vissuto con animo fermo e fede
adamantina la vedovanza precoce,
le carestie, le guerre, le invasioni, la
povertà estrema, la sconcertante de-
gradazione di tante giovani vite che
la nuova società industriale stava
strappando alle loro origini. Ai figli
insegnò la presenza di Dio nascosta
nel cielo stellato, nei poveri che
bussavano all a sua porta per una
fetta di polenta, nei fr utti della terra.
Li portava così a ringraziare Dio per
la vendemmia, li riuniva la sera at-
torno al modesto focolare dei Bec-
chi per il rosario, e d 'inverno tra-
sfo1mava in chiesa la stalla, radu-
nando anche altre fami glie per pre-
gare Dio per i vivi e i morti.
In questo ambiente povero e
onesto, Margherita vide sbocciare
la straordinaria vocazione del fi.
glio , che, orfano a due anni, sarebbe
divenuto padre di mille sfortunati,
orfani di affetti e di religione: i suoi
I La fondatrice Carmen Lasarte
in visita a Valdocco, con alcuni
membri dell'Associazione
di Torino Valdocco.
"ragazzi abbandonati". Lo preparò
con cura all ' incontro con Dio, e con
ammirevole intuito ed equilibrio
seppe assecondare questo figlio nel-
la sua sensibilità verso gli amici più
poveri. Lo accompagnò nella com-
prensione dello strano sogno dei 9
anni; nei primi giochi da saltimban-
co per far divertire i suoi piccoli
amici ; nell ' irrompere della tempesta
per l'opposizione irriducibile di An-
tonio ag li studi del fratello. Lo se-
guì con l'affetto e la sofferenza si-
lenziosa di chi sa guardare avanti,
oltre il conti ngente, soprattutto quan-
do ha accettato col cuore stretto, di
farlo partire da casa per fare il gar-
zone alla cascina dei Moglia. Infine
lo ha donato al Signore senza esita-
zione, senza ostacolarne la vocazio-
ne. Nei durissimi anni della sua for-
mazione a Chieri e nel le esperienze
toccanti del sacerdoz io, lo ha sem-

3.9 Page 29

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Margherita, la madre di Don Bosco.
pre seguito, compreso, aiutato, fi no
al gesto ero ico che ha segnato una
nuova svolta nella sua vita: venire
con lui a Torino, abbandonando la
sua casa dei Becchi , per condiv idere
la " pazzia" di quel giovane e per
molti strano prete, suo figlio, che
stava diventando l' unico appiglio
per un a fo lla di pi ccoli diseredati.
erano ragazzi fac ili, tutt 'altro.
Oggi li definirebbero "a ri schio",
ricchi solo della mano ami ca di Don
Bosco e del sorriso materno di que l-
la donna che per tutti divenne sem-
plicemente "Mamma Margherita".
Tutti i suo i averi, tutte le sue forze,
si sono alleate al sogno de l suo fi -
glio che stava diventando irres istibi-
le realtà. La Chiesa ha riconosciuto
la grandezza di tale madre, e sta ri-
visitandone la biografia per la Ca u-
sa di Beatificazione; ma già da tanto
tempo la fama di santità della mam-
ma di Don Bosco accompagna q ue l-
la ancor più diffusa del figlio.
Ce n'è abbastanza per giusti-
ficare l'AMM, Associazione Mam-
ma Margherita . Solo in nome di lei
alcune mamme di salesiani poteva-
no dar vita ad un gruppo che pen-
sasse con intensità crescente ai pro-
pri fi gli che a Don Bosco hanno re-
galato la vita e sotto ogni lati tudine
si ispi rano all e sue gesta aposto li -
che. I tempi di oggi non sono meno
sc iagurati de i quelli di allora, anzi,
per certi vers i lo sono maggiormen-
te, perché le più calami tose dell e ca-
lamità sono q uell e dell o spi rito. Im -
mersi nelle mill e subdole trappole
dei tempi moderni questi poveri
fig li consacrati hanno sempre più
bisogno del sostegno dei genitori .
Tutto è nato nel 1989, in Uru-
guay, grazie alJ'intraprendenza del-
la signora Carmen Lasarte, madre
del salesiano don Martin, partito
miss ionario in Angola. Un 'intui zio-
ne, un ' ispirazione, un miracolo del-
l' amore, una preoccupazione per la
salute spirituale del figlio? Tutto
questo, certo! Ma la cosa proviene
da altrove : tant 'è che in pochi anni ,
questo piccolo nucleo è cresciuto,
diffo ndendosi in Argentina, Boli via,
Nicaragua, Messico, per sbarcare in
Europa, dove, in Italia, sono nati due
gruppi, ma è so lo l' inizio. In Ameri-
ca sono già stati celebrati, è la paro-
la giusta, tre incontri internazionali
di gruppi AMM, e in Itali a uno con
rappresentanti dalla Slovacchi a.
La finalità dell'Associazione
è chiara: il sostegno dell e vocazio-
ni , a partire dalla preghiera, che è
l'anima di tutto, secondo la parola
di Ges ù e l' esempio lampante dell a
vita di Don Bosco, infaticabile pro-
motore di vocazioni nell a Chi esa.
In particolare, l' Associazione si
pro pone d i riunire i genitori de i sa-
les iani e delle Fig lie di Mari a Ausi-
li atrice per coltivare in loro la voca-
zione cristiana; vedersi periodi ca-
mente per conoscersi e condiv idere
la vocazione de i pro pri fig li ; appog-
giare e integrare i genitori amm ala-
ti, anziani o impossibilitati; avv ici-
nare, conso lare e orientare i geni tori
che non accettano pienamente la vo-
caz ione de i fi gli ; invocare que lli che
già si trovano ne ll a casa del Padre, a
cominciare da Mam ma Margherita,
mamma de l prim o sales iano.
La storia del "fenomeno sale-
siano" continua a ripetersi : dall ' u-
mile ini zio, uno sviluppo lento ma
sicuro che vuole abbracc iare tutto il
PREGHIERA
Madri dei Consacrati
che siete già in Paradiso,
e che dalla beata condizione
fuori del tempo e dello spazio ,
volgete lo sguardo amorevole
sui vostri figli che ancora vivono
in terra la loro vocazione ,
vi sentiamo a noi vicine
in questo momento
di comune preghiera,
e prima fra tutte è Mamma Margh erita.
Insieme formiamo una corona orante
di adorazione, di lode, di ringraziamento
di supplica al Signore nostro Dio
donatore delle vocazioni, affinché
accetti le nostre quotidiane offerte
e le preghiere per i nostri figli
e per tutti i sacerdoti e consacrati ,
implo rando la loro perseverante
e santa vocazi one.
Con l'aiuto materno di Maria,
l'Au siliatrice.
Am en
mondo sa lesiano e tutti I genitori
che hanno regalato a Dio e a Don
Bosco i propri figli . L'appoggio del
Rettor Maggiore è garanzia di sa-
les iani piena e condi visa, don Egi-
dio Viganò pri ma, don Ju an Vecchi
oggi. D ' altra parte, per il suo ruolo,
il successore d i Don Bosco è cons i-
derato da q ueste mam me e papà il
loro "fi glio primogen ito" !
L'albero sa les iano contin ua così a
crescere e si arricc hisce di q uesto
nuovo ramo che, ne l nome di Mar-
gherita, sta ge rmog li ando per pro-
teggere e sostenere, nell a loro voca-
zione, tanti suoi fig ii spars i ne l
mo nd o.
DOVE SONO I GRUPPI DELL'AMM:
ARGENTINA Buenos Aires, responsabile Clyde Regueiro.
Rosario , respon sabile Graciela Caramague.
Cérdoba, responsabile Maria Rosa Musolino.
La Plata, responsabile Lotti de Pomar.
BOLIVIA El Alto , responsabile Haidée A.Vda.
de Rodriguez.
NICARAGUA Masaya , respon sabile Doris Porta.
MESSICO Cinque AMM, responsabile Pilar Ramirez.
URUGUAY Montevideo , responsabile Carmen Lasarte.
ITALIA
Torino, responsabile Teresa Bianco.
Mestre (Ve) , responsabile
Maria Grazia Cappelletti.
Associazione Mamma Margherita,
Sezione Torino Valdocco.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a c ura di Giuseppe Morante
NELL'EDUCAZIONE
UN TESORO
Rapporto all'UNESCO,
della Commissione
Internazionale
sull'Educazione
per il XXI secolo
di Jacques Delors (et al.)
Armando , Roma 1997
pp. 256, lire 38 .000
Quale posto le nostre so-
cietà riservano ai giovani
nella scuola , nella fami-
glia e nella nazione? Co-
me superare la paura
della disoccupazione, l'an-
goscia dell 'esclusione e
quella della perd ita di
identità ? Come diffonde-
re nell 'umanità le idee di
pace, di libertà e di giu -
stizia sociale ? Di fronte
alle molte sfide che ci ri -
serva l'immediato futuro ,
l'educazione appare come
un mezzo indispensabile ;
mentre le politiche dell 'e-
ducazion e vengono rele -
gate per motivi econo-
mici e finan ziari all 'ultimo
posto .. .
Risultato di consultazioni
e analisi di un gruppo di
special isti del settore,
sotto la guida di Jacques
Delors , presidente della
Commissione Europea, il
presente volume risponde
a questi interrogativi per
l'educazione del fu turo
dando alla gioventù il po-
sto che le spetta e facen-
do dell 'educazione un 'e-
sperienza globale che si
svolge lungo il corso della
vita di ciascun individuo.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
GUARIRE L'ANIMA
Itinerari dello Spirito
di Andrea Colombo
Mondadori , Milano 1998
pp. 160, lire 24.000
Il libro descrive un viaggio
in 12 tappe , collegate dal
filo che unifica i molteplici
aspetti della vita cristiana.
In uno spazio di libertà e-
vangelica si fa un 'ipotesi di
guarigione per l'uomo d'og-
gi attraverso l'incontro con
personalità forti , che for-
niscono indicazioni prezio-
se per ricostruire lo spirito
ed il corpo.
,
Le tappe di questo singo-
lare pellegrinaggio postmo-
derno conducono in eremi
isolati, proiettati in una di-
mensione "totalmente al-
tra" rispetto alla grigia quo-
tidianità del vivere anoni -
mo nelle grandi città. Si
tratta , a giudizio dell 'au -
tore , di una cultura che af-
fonda le radici nella tradi -
zione dell'Occidente e del-
1'Oriente cristiano , e che
ignora i luoghi comuni di
una religiosità superficiale
imperante in molte propo-
ste alla moda.
PROVIAMO A CAPIRCI
Come star bene
con le persone
con cui viviamo,
con cui lavoriamo,
che incontriamo
di Egidio Gioia
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 192, lire 20 .000
Sembra un paradosso, ma
nell'era della comunicazio-
ne di massa sembra diffi-
cile dialogare con chi ci
sta vicino . Il libro inquadra
il valore della comunica-
zione dalla ricerca scienti-
fica alla sua applicazion~
alla vita di tutti i giorni. E
una interpretazione sem-
plice, accessibile e niente
affatto banale dei problemi
della comunicazione che
regolano la convivenza tra
le persone.
Con prospettive di soluzio-
ne, illustrate da esempi vis-
suti della pratica quotidia-
na, l'autore illustra in mo-
do vivo le leggi delle no-
stre relazioni interpersonali
e i nodi in cui fatalmente
ci impigliamo. Con una pro-
spettiva in più: si può anche
giungere a scoprire che
tra le leggi che regolano le
relazioni psicologiche e i
principi caritativi del van -
gelo corre sempre una sor-
prendente analogia.
I GENITORI
SI INTERROGANO
La narrazione come
invito al cambiamento
di Mariateresa Zattoni
Gilberto Gillini
Paoline, Milano 1998
pp. 270, lire 25.000
Mari~1crcsa buoni
GilbcnoGillinl
I genitori
si interrogano
La nnrrazionc
corn cinvi10
al cnmbiamemo
·-;
,,,Y
-="
-=- ·
~
-
-- -
--..- .,::-
Il libro narra, sotto forma
di lettera, le possibili do-
mande che nascono nella
mente di un genitore a
partire da quella singolare
avventura che è accompa-
gnare un figlio ad assu -
mersi le responsabilità del-
la propria vita . La pos-
sibilità che questo momen-
to di analisi sia condotto
con il coniuge e/o, con al-
tre coppie , rende il testo
adatto a quei gruppi di ge-
nitori che stanno scopren-
do che la famiglia non si
salva da sola.
Non si tratta di una rispo -
sta-ricetta , di una divul-
gazione di teorie psicope-
dagogiche , ma di un con -
troracconto che aiuta a dar
voce ai propri sentimenti ,
a leggere il positivo, ad al-
largare il campo e a non
incaponirsi nella ricerca
della causa o della solu-
zione , a vedere la circola-
rità della relazione in cui
chi pone la domanda è
coinvolto .

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ EDUCATIVE
~ EPRG E Z IERAH I
IL DISAGIO DEGLI
ADOLESCENTI TRA
FAMIGLIA E SCUOLA
Difficoltà o risorsa?
COSPES (a cura
di Lorenzo Ferraroli)
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 128, lire 14.000
Chi lavora con i giovani
spesso richiede ai "tecnici"
informazioni scientificamen-
te corrette ma anche ricche
di applicazioni concrete al
lavoro educativo . Tutto ciò
è presente in questo testo,
quasi una pubblicazione
del tipo "raccoglitore ad
anelli ", nella quale vengo-
no inseriti , quasi parti di
un puzzle avvincente, degli
spaccati di vita quotidiana
degli adolescenti.
Gli operatori dei COSPES
(Centri di Orientamento
Scolastico Professionale e
Sociale) , descrivono così
l'adolescente nella sua vita
quotidiana, nel suo vissuto
e nel suo rapporto con la
famiglia e la scuola. Ne
diventa una fonte utilis-
sima, a livello educativo,
per genitori, educatori ed
insegnanti e per tutti colo-
ro che vogliono interagire
con essi in modo incisivo .
UNA BIBBIA
SEMPRE GIOVANE
Tracce per un incontro
di Cesare Bissoli
LDC, Leumann (To) 1998
pp. 176, lire 15.000
L'autore offre buone infor-
mazioni sulla bibbia , fa-
cendola "vedere" ai giova-
ni in un rapido sguardo pa-
noramico: mette insieme
nozioni tecniche , stimoli di-
dattici, domande provoca-
torie , note di attualità e a
conclusione di ogni parte
indica documenti utili per
approfondire il tema.
La proposta evidenzia le
domande, reali e possibili
dei giovani italiani verso la
bibbia, descrivendone diffi-
coltà, attese, disponibilità; e
delinea un incontro che sia
insieme apertura culturale ,
chiarificazione intellettuale
e coinvolgimento esisten-
ziale . Lo stile espositivo è
semplice , chiaro e provo-
cativo, espresso quasi co-
me una "parola per te".
LA PAROLA Al RAGAZZI
di Sergio Stevan
Ancora , Milano 1998
pp. 94, lire 12.000
Partendo dalla tradi zione
ebraica, che introduceva il
ragazzo di 12 anni nella
lettura della Sacra Scrittu-
ra in pubblico, il libro narra
un 'esperienza di incontro
genuino dei ragazzi con
Gesù nella preghiera , at-
traverso la mediazione del
testo del vangelo, con que-
sti passaggi : lettura di una
parabo la, rilettu ra del te-
sto, meditazione sul testo,
domande che ne scaturi -
scono, preghiera, scelta
conseguente.
Riflettendo sulle situazioni
più impegnative della vita
di Gesù Cristo , i ragazzi
vengono orientati a veder-
le in riferimento alla pro-
pria vita, e familiarizzando
così con il testo sacro . La
preghiera che ne scaturi-
sce spontanea ha il pregio
della genuinità e della
esistenzialità concreta.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttamente alle rispettive
Editrici.
La brezza di DIO
Serie di sussidi
Per meditare
Poche lire
per grandi guadagni
La creazione di due nuo-
ve collane di meditazio-
ne , una per educatori ,
l'altra per adolescenti e
giovani, sottolinea ancora
una volta la scommessa
sull'educazione che l'edi-
trice salesiana LDC ha
fatto in coerenza col cari-
sma di Don Bosco.
Meditare oggi è quasi
una anormalità .. . certa-
mente è una sfida delle
più coraggiose . Giovani
ed educatori di coraggio
ne hanno da vendere, se
no gli uni non sarebbero
giovani, gli altri dovrebbe-
ro fare un altro mestiere.
A educatori e giovani
raccogliere la sfida.
Gli uni per vivere
da uomini spirituali porta-
tori di valori che hanno
generato nei secoli uomi-
ni grand i in umanità e
santità .
Gli altri perché si ap-
propri no di un po ' del
loro tempo, anche solo
cinque minuti ogni gior-
no , per ritrovare nei re-
cessi più dimenticati del-
l'anima la realtà più gran-
de di tutte :
il Dio della loro vita.
EDITRICE LDC
Leumann TO
A cura del CSPG
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

4.2 Page 32

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PROGETTO di Bruna Grassini
PIAZZA GRANDE
Un programma che coinvolge
la Famiglia Salesiana, per impedire
i suicidi giovani con una proposta
positiva stile Don Bosco.
.... successo a Oristano. Uno studente dell 'Istituto
E Tecnico, in treno mentre si reca a scuola, scherza
con i compagni. Parla di calcio, di musica, poi va in
bagno e si spara. Tutto nel giro di otto minuti. Un ra-
gazzo tranquillo, 15 anni , impegnato nello studio, timi-
do: vuol bene a una ragazza che non si accorge di lui .
Una famiglia unita, assicura il parroco.
A Roma, qualche settimana prima, una ragazza di 14
anni si getta da un viadotto del Raccordo Anulare.
Sono le 8,30, pochi minuti prima di arrivare a scuola.
Aveva litigato con la mamma per il motorino .
DOVUNQUE È EMERGENZA
Dati allarmanti vengono anche da Valdagno . Negli
ultimi sette anni si sono verificati quattro suicidi fra
studenti. La prof. Annalisa Castagna, exallieva delle
Figlie di Maria Ausiliatrice e cooperatrice salesiana,
vive nel suo cuore la tragedia di questi ragazzi . Da
tempo di interroga sui loro problemi e difficoltà, ne
cerca le cause.
Un giorno decide di presentarsi al Preside della sua
scuola: vuol offrire la sua disponibilità, in orario extradi-
dattico , per un "volontariato di ascolto" dei ragazzi e
ragazze . Via via scopre in questo servizio fenomeni di
intolleranza, di razzismo , di droga; un malessere am-
bientale diffuso. Consapevole della necessità di passa-
re dall'ascolto all'intervento diretto, promuove incontri
di riflessione e di confronto con insegnanti di varie
scuole . Inoltre entra a far parte del Consultorio della
Famiglia: una struttura pubblica che le permette di av-
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS

4.3 Page 33

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vicinare genitori e giovani, impegnandosi per tre pome-
riggi alla settimana. Raccoglie dati , informazioni attra-
verso un questionario proposto a tutti gli studenti di
scuola superiore. Le risposte permettono di definire un
quadro di riferimento circa il rapporto con gli inse-
gnanti , la famiglia, le istituzioni, in particolare la scuola.
Amicizia, onestà, divertimento sono i valori che questi
giovani dichiarano di cercare e che rispecchiano il loro
mondo affettivo. Non sono invece disponibili a impe-
gnarsi in itinerari di gruppo strutturati , preferiscono il
gruppo spontaneo, occasionale: il bar, la piazza come
luogo aperto di incontro .
LA PIAZZA PER STARE INSIEME
Un dato positivo che apre nuove prospettive è la di-
sponibilità, espressa dai giovani , all'incontro con per-
sone "significative", qualcuno che li aiuti a uscire dal
loro isolamento. Nasce così l'idea "Piazza grande".
Da sempre Annalisa Castagna opera in sintonia con le
Figlie di Maria Ausiliatrice come parte della Famiglia
Salesiana. Conosce , per averlo assimilato nei suoi
anni giovanili, il sistema preventivo e lo vive in pieno .
Ma occorre elaborare un progetto che definisca gli
obiettivi , la metodologia della nostra presenza educa-
tiva-salesiana attraverso la proposta di un volontariato
che coinvolga il territorio.
Il VIDES ha una strategia di aggancio e di intervento
molto efficace anche sulle fasce giovanili svantaggiate,
con una risposta di prevenzione concreta, aperta. Il
Consultorio pubblico "La Famiglia" a sua volta offre
anche ai genitori un servizio di informazione e di con-
sulenza a vari livelli: psicopedagogico, medico, morale,
legale . La Parrocchia fa da cassa di risonanza nella
formazione degli animatori. Gli Enti che operano sul
territorio collaborano , ciascuno secondo la propria
specifica competenza.
La convergenza .di tutte queste forze educative si
esprime nel "Progetto Piazza Grande", coordinato a
livello operativo dalla Commissione "Disagio Giovanile"
delle FMA (lspettoria Veneta Santi Angeli) con Anna-
lisa Castagna, suore, cooperatrici , esperti (don Franz
e suor Natalina di Albarè) insegnanti e genitori.
ENTRA IN LINEA
Il Progetto Piazza Grande offre un servizio di ascolto
telefonico anonimo a preadolescenti , adolescenti, gio-
vani , genitori, che cercano un aiuto per affrontare il
problema del disagio motivazionale o scolastico e rela-
zionale che personalmente stanno vivendo; assicura
una consulenza psicopedagogica nel campo della
tossicodipendenza per individuare. strategie positive di
intervento . Cura la formazione ·di volontari per un
servizio di ascolto telefonico (rispettoso dell 'anon i-
L'Associazione VIDES,
in collaborazione con il consultorio LA FAMIGLIA,
ha istituito un
SERVIZIO TELEFONICO ANONIMO
E CONSULENZA PSICOPEDAGOGICA
per preadolescenti , adolescenti e giovani
che cercano aiuto
per affrontare
il disagio relazionale o scolastico.
È attivo tutti i giorni feriali
dalle 17 alle 19
alla linea telefonica
0445/ 40.17.08
Si tratta di un servizio
di accoglienza e ascolto
di informazione per ragazzi in disagio
di consulenza psicopedagogica, e per la tossico-
dipendenza
di orientamento per servizi di prevenzione, cura
e reinserimento
di offerta di collaborazione e interscambio
Il servizio è anche rivolto
a famiglie
a educatori
a scuole
a volontari che desiderano formarsi all 'ascolto
telefonico
mato), e fornisce informazioni circa strutture o persone
competenti presenti sul territorio .
"Entra in linea" è il messaggio diffuso in migliaia di
copie in città e nei paesi del Veneto, nelle scuole, un
po ' ovunque. Oggi il Progetto Piazza Grande è una
realtà feconda di vita, di libertà, di futuro contro la
morte, l'indifferenza, la paura.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
LE FRASI DA NON DIRE
"Si usino sempre modi e parole di carità e di mansuetudine.
Le minacce, le ire, tanto meno le violenze, siano sempre lungi
dalle tue parole e dalle tue azioni", ha scritto Don Bosco.
Le parole sono pietre ... possono far molto male.
E eco alcune frasi con le quali i
genitori feriscono senza volerlo
i sentimenti dei figli. Non vanno mai
dette: possono provocare l'effetto
contrario a quello che il genitore si
era proposto: bloccarlo e arrestare
il suo desiderio di far meglio.
"Non ci riuscirai mai" .
Per la terza volta Giuliano, V ele-
mentare , ha portato a casa un'in-
sufficienza in aritmetica. Deluso dal
fatto che anche i suoi insegnamenti
dati con pazienza in ore rubate alla
lettura dei giornali e alla palestra
siano rimasti senza risultato, il pa-
dre esplode : "Non ce la farai mai!".
La sua ira sbollisce, ma comincia la
reazione di Giuliano , già avvilito per
conto suo per i brutti voti. Nessuno
lo sa ma ha anche pianto. Adesso ,
che il padre pensi che non ce la
potrà mai fare lo butta del tutto a
terra. C'è anche il pericolo che non
riesca davvero più a capire la ma-
tematica , perché in lui può farsi
strada l'idea: "Se non riuscirò mai ,
perché devo continuare a sforzar-
mi , a fare tanta fatica?". Era molto
meglio dirgli : "Mi dispiace molto che
anche questa volta tu non sia riusci-
to. Forse sei un po' stanco . Lascia-
mo perdere per qualche giorno, poi
vedrai che insieme ce la faremo".
Varianti : "Finirai così e così ", "Con
la volontà che hai , non riuscirai
nemmeno a fare il disoccupato",
"Tu da grande farai l'analfabeta",
"Non ti sposerà nessuno, con il ca-
rattere che hai".
Le profezie di qualsiasi genere so-
no un atto di crudeltà nei confronti
di un preadolescente che sul futuro
ha già un sacco di prevenzioni per
conto suo . Esperienze difficili ne
avrà, i genitori devono "armarlo"
contro di esse per superarle, non
buttargliele in faccia come il bau-
bau di quando era piccolo. Non sti-
molano, deprimono.
,
"Il tuo guaio è che ... " E come
"Sei troppo arrutfone" , "Sembri
un allocchito". E un modo ele-
gante di "mettere il dito nella pia-
ga", di far notare impietosamente il
difetto .
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
"Ah, come si sta bene senza
figli! "
Fra tutte le frasi sbagliate questa è
certo la peggiore . Anche se i geni-
tori si trovano a dover affrontare
gravi problemi finanziari provocati
proprio dalla presenza dei figli , an-
che nel caso che il figlio adole-
scente , per "provare" l'auto nuova
di famiglia l'abbia praticamente di-
strutta, questa frase è davvero da
evitare. Se è adolescente il figlio
può cadere in una crisi grave , pro-
vare dei sentimenti di odio per il
genitore che si è lasciato scappare
la frase , e verso se stesso perché
l'ha provocata. Se è piccolo il bam-
bino pensa subito: non mi vogliono
più! E il pensiero più terribile che
possa passare per la testa di un
bambino .
"Se lo fai ancora non ti voglio
più bene"
Qualunque cosa abbia fatto , una
frase così crudele va assolutamen-
te evitata . Per un bambino la mi-
naccia di essere privato per sem -
pre dell 'affetto della mamma o del
papà è una gravissima punizione.
Equivale per lui a sentirsi solo , ab-
bandonato, senza nessuno più che
lo conforti e lo sostenga. Se l'avete
detta, rimediate subito . Prendete il
bambino nelle braccia, stringetelo
forte e ditegli : "Ma come farei a
non volerti più bene? Tu sei la co-
sa più bella che ho!"
"Te l'avevo detto!"
Quando un bambino sbaglia diven-
ta più vulnerabile. "Perché l'ho fat-
to? Sono proprio uno stupido", pen-
sa fra e sé . "Perché non ho dato
ascolto alla mamma?", si domanda
ripensando alle raccomandazioni
che aveva appena ricevuto . Chi ha
sbagliato strada non ha bisogno di
qualcuno che gli faccia notare l'er-
rore , ma di qualcuno che gli indichi
la strada giusta. Il commento dei
genitori gli lascia solo due possibi-
lità : abbandonarsi a un senso di
impotenza o cedere alla rabbia e
assumere un atteggiamento ribelle.
Forse sarebbe meglio ri spondere
così: "Hai voluto fare di testa tua e
non ha funzionato , o sbaglio? Mi
dispiace proprio , anch 'io ho impa-
rato sbagliando . Non ti dare per
vinto. Avrai altre occasioni per fare
meglio".

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
PAROLE... ACCE
In un periodo culturale ormai distante dal nostro,
Natalia Ginzburg scrisse "Lessico famigliare", un libro in cui,
raccontando la propria esperienza affettiva attraverso le parole
ordinariamente usate in casa, rivelava la tenerezza e la solidarietà
provate nel costruire insieme un particolare linguaggio,
nell'attribuire un significato nuovo ad espressioni comuni,
nell'identificarsi in un certo soprannome o in un neologismo
che diventa segno esclusivo di una vita condivisa.
"Quando io avevo la tua età... "
È una frase che può essere usata
sia in tono di condanna, come per
dire "... non avrei mai fatto questo
o quello", sia per dare il via a uno
scambio di esperienze. Se viene
usata per esprimere un rifiuto o per
far pesare una concessione, viene
presa come una palese ingiustizia,
tanto più che il preadolescente vive
immerso nel suo presente ed è
facile alla derisione del tempo pas-
sato. Deve già fare uno sforzo di
immaginazione per convincersi che
un tempo anche i suoi genitori so-
no stati ragazzi come lui . Molti la
interpretano come una sorta di invi-
dia o di vendetta, come se i geni-
tori dicessero : "Queste cose quan-
do avevo la tua età non le potevo
fare, perché devi averle tu , ades-
so?". Usate invece la stessa frase
per condividere col figlio i vostri
stessi errori d'infanzia e quei senti-
menti che si scatenavano in voi
quando dovevate accettare la lezio-
ne . Rivelando questi vostri errori
passati lo aiuterete a sentirsi meno
colpevole e meno solo.
''.Chiedilo a tùo padre" o viceversa.
E il classico ping-pong che evita al
singolo genitore di prendersi la re-
sponsabilità di una decisione. È un
modo antipatico di rimandare un
problema senza risolverlo. I ragazzi
stimano chi si assume una precisa
responsabilità, anche se è loro
contraria.
o
O ggi siamo sicuramente più
consapevoli di tutto ciò che
viene mediato attraverso il lin-
guaggio verbale , ma non credo
che il nostro lessico famigliare si
sia arricchito. Anzi , l'impressione
è che in famiglia si parli molto
meno : siamo condizionati dalla
mancanza di tempo o proviamo
maggiore pudore nel mettere a
nudo i nostri sentimenti? Forse
non abbiamo più nulla da dire o
magari non abbiamo voglia di par-
lare perché temiamo che anche le
persone più amate non sappiano
ascoltarci? Ma il tacere non è forse
una scorciatoia per evitare conflitti
che non sappiamo padroneggiare e
far evolvere costruttivamente?
Eppure ogni famiglia sa, per
averlo sperimentato almeno occa-
sionalmente, quanto è bello rima-
nersene un po' seduti tutti insieme,
senza fretta; ci si sente tonificati
quando, ascoltandosi reciprocamen-
te, si scivola impercettibilmente dal-
la conversazione futile o dalla richie-
sta di cose contingenti , alla disponi-
bilità a riversare ognuno nel cuore
dell 'altro ciò che è fondamentale
nel proprio modo di essere ; alla fine
ci si accorge che non conta più ciò
che si è detto o ascoltato, ma l'aver
condiviso un momento di intimità.
In quei momenti, si ripete l'av-
ventura vissuta dai tre discepoli
sul labor : "Restiamo qui!". Ma ,
tornato a valle e risucchiato dalle
occupazioni ordinarie , ogni nucleo
torna purtroppo alla banalità di una
comunicazione fatta di stereotipi,
attenta al massimo solo al conte -
nuto ma non al tono della voce, am-
biguamente tesa a costruire barrie-
rl•J Ia
. nn·, ' ,lura - della mia donna 111atta
'fOI.P' '
• ••
:,-1 ,.-,.,,-,a 1111 J ,merita-" cui , d1 nalt,1tta.
re difensive piuttosto che occasioni
di arricchimento. La nostalgia di un
parlare che trasfigura appare ora
insopportabile , ora uno sbiadito ri-
cordo ; si diventa rinunciatari perché
comunicare chiede grande impegno,
una fatica che non sempre viene
adeguatamente ricompensata .
Questa è anche la condizione
della mia famiglia : ci vogliamo
molto bene, ma non sempre lo sap-
piamo dire, né sappiamo ritagliare il
tempo e le occasioni giuste per an-
dare oltre il conversare sulle cose
da fare . Ad esempio, non riusciamo
a trasformare la fatidica domanda
"che cosa hai fatto oggi? " con un
"come stai?" che sia realmente se-
gno di premura, che esprima a tut-
to tondo la convinzione che il be-
ns LUGLIO-AGOSTO 1998

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
nessere della persona viene mol-
to prima delle sue prestazioni o-
perative. "Puoi fare questo per
me?" viene troppo spesso tradot-
to in "devi fare questo" e così di-
venta difficile dire "per favore " e
"grazie": molte occupazioni dome-
stiche diventano un insieme di dirit-
ti e doveri da rivendicare o da con-
trattare, non un terreno sul quale
sperimentare la capacità di condi-
visione e di solidarietà reciproca.
Solo il figlio più piccolo , che vive
ancora una fisiologica vicinanza
al Regno dei cieli, è capace di
chiedere "ti posso aiutare?" prima
di implorare il resto della famiglia
di chiacchierare o di giocare con
lui ; gli altri hanno sempre altro a
cui pensare o badare ; li si può
coinvolgere solo precettandoli.
Eppure, dicevo, non c'è dub-
bio che ci vogliamo molto
bene . Ma evidentemente questa
cosa ci sembra così scontata da
ritenere superfluo dirla; o forse ,
dentro di noi, sappiamo che c'è
sempre una inevitabile disconti -
nuità fra le parole che vorremmo
pronunciare e i gesti che rendono
credibile quel che affermiamo. Il
pudore nasce proprio da questo
disagio interiore, che forse ma-
scheriamo bene, ma ci costa talo-
ra un'inquietudine profonda. È pe-
raltro difficile incrementare la no-
stra comunicazione famigliare per-
ché, come tutte le famiglie cristia-
ne , abbiamo grande paura del
conflitto che si può generare
quando si mettono insieme idee ,
aspettative, disponibilità differenti :
nei momenti di stress o di tensio-
ne , ci sembra, erroneamente, che
la strada del silenzio sia percorri-
bile con maggiore efficacia di
quella che porta ad un confronto
serrato e certamente scomodo.
Forse dovremmo allenarci di
più a dirci l'un l'altro "scusa" ,
che è una parola risolutiva per le
afasie e i fallimenti della comuni-
cazione famigliare ; questo atteg-
giamento non solo ci aiuterebbe a
riconcil iarci nei momenti di errore
e di debolezza, ma ci aprirebbe
alla possibilità di scommettere
che il futuro è sempre potenzial-
mente migliore del presente.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
DISPOSTO
A TUTTO
L'articolo 18 dichiara solennemente
che il centro generatore dello spirito
salesiano è la carità vissuta in pienezza,
senza nulla trattenere, tutto donando.
Articolo 18: "La carità pastorale".
Per Don Bosco il vivere per,
più volte espressamente manife-
stato , rende ragione dell 'ampi ezza
e della profondità dell 'amore di Dio,
vissuto nei giovani che la provvi-
denza gli aveva affidati. Un amore
spinto al limite delle possibilità : fino
a dare la vita. Un amore "estremo"
che diventa la carta di identità, il
logo, il marchio con cui Don Bosco
si contrassegna e che trasmette
come modalità educativa. In san
Francesco di Sales si traduce in
dolcezza e Don Bosco l'assume
come esempio per sé e per i suoi e
come mezzo per dire Dio ai gio-
vani. Questa è la carità pastorale
che la c.d.c. pone al centro della
sua spiritualità.
Le strutture, la genialità delle
proposte e lo stesso metodo e-
ducativo non sono il fine ma gli
strumenti per raggiungere la vita
interiore dei giova-
ni che approdano
nei nostri ambienti
o che noi varia-
mente incontriamo.
Don Bosco ci im-
peg na a una mis-
sionarietà carica
più di amore che
di idee.
per !I bene e la salvezza dei giova-
ni . E dare la vita , cioè tempo , at-
tenzione , ascolto, accompagna-
mento , denaro, stanchezza, soffe-
renza ... Il salesiano è disposto a
tutto , ma nella modalità di Gesù :
notti in preghiera e giornate instan-
cabili . "Morire sulla breccia", dice-
vano i vecchi salesiani.
Il dono ha questo prezzo , ma
la ricompensa è unica. Don Bosco
la sintetizza in quel magnifico motto
rimasto famoso : "un pezzo di para-
diso aggiusta tutto". E il salesiano
va in paradiso con la sua gente ,
non da solo. "Il Signore è il mio
pastore ... mi rinfranca, mi guida... ",
Qui è la forza, la sicurezza. Maria è
la maestra del sogno profetico , la
mamma dallo sguardo incorag -
giante , di sostegno.
Per Don Bosco tutto il rap-
porto educativo è questione di
cuore, cioè di amore.
Il cuore di Dio
si rimpicciolisce
nel cuore dell'edu-
catore , salesiano
o laico , che sa a-
mare a fondo per-
duto. Come Gesù .
La carità pastorale
è la dismisura, l'ec-
cesso , l'esagera-
zione dell 'amore

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
A nna, 17 anni, mi ha affidato il
suo diario intimo. Vi faccio do-
no di alcuni brani , con relativo com-
mento, per ricordare l'importanza
dell'educazione artistica oggi. Infatti
siamo immersi in un mondo di
forme e colori, e siamo spesso as-
saliti dalla bruttezza. Come sceglie-
re , selezionare , discernere la qua-
lità in mezzo a una marea di imma-
gini trattate, filtrate che ci sono im-
poste , senza aver acquisito l'alfa-
beto indispensabile per leggerle,
sviluppare la nostra sensibilità, il
nostro senso estetico e critico? La
scuola dà molta importanza alle
scienze esatte ; la maggior parte
delle materie insegnate tendono a
sviluppare soltanto un modo di co-
noscenza verbale, analitico, dedut-
tivo, lineare, oggettivo. Ma la cono-
scenza "artistica" ha un suo percor-
so, pure la sua "intelligenza" com-
plementare. Mentre il nostro mondo
vuole qualificare tutto attraverso la
scienza, è urgente "qualificare" la
nostra vita attraverso l'estetica. Ec-
co Anna:
Le persone che incontro,
le vedo macchie di colore,
sensazioni ad altezza di vista.
Il colore è un messaggio,
un codice sensibile verso l'altro.
È la chiave dei ricordi.
Spesso ricordo grazie
ai toni di colore, alla luce.
Il colore è il fascino della vita,
della mia vita.
Senza disegno, non sarei
che la metà di me stessa.
Sorda, muta, una tomba.
La matita e il pennello
sono i miei innamorati più fedeli.
Il disegno è un banchetto,
una festa,
sono inebriata quando disegno.
Sono due, venti, cento.
Sono esplosa.
Vado oltre le barriere
della mia bocca,
dei miei occhi,
oltre il mio corpo.
Sono illuminata.
Mi racconto : mi sento vivere .
Vivo
Dunque Anna attraverso il disegno
prende meglio coscienza di se stes-
sa, è in contatto con una sorgente
di vita, ed è capace di condividerla
con gli altri. Il corso di educazione
artistica può aiutare il ragazzo e
l'adolescente a ritrovare fiducia in
se stesso e negli altri. Si immagina
spesso che l'arte non sia altro che
fantasia , sogno ma non realtà. Non
è così. Educarsi all'arte vuol dire
sviluppare le attitudini di concentra-
zione, d'immaginazione, di capacità
di giudicare, di raffigurarsi il mondo ,
di adattarsi ad esso .
Disegno abbozzato mi piace,
Promessa, trampolino.
Sole e calma. Tenerezza.
Ma presto, uragano e tempesta:
La mia mano non segue
più il battello del mio sogno.
Corre, è sconvolta, si perde.
E rimane ai bordi di quello
che voglio fare. Muro di tecnica.
E ho paura, tanto da urlare,
da piangere,
da sputare il mio furore sui muri.
Non si può dire ciò che si vuole
senza acquistare le tecniche speci-
fiche , senza conoscere i codici. Co-
me per una lingua fatta di parole, il
linguaggio estetico si impara. C'è
dunque una ascesi , ci sono delle
esigenze formatrici .
Disegno che vorrei gettare
prima ancora che sia guardato.
Lo odio, povera copia slavata.
Ciottolo della mia montagna abortita.
Pudore e sole.
Lo amo, anche minorato.
È mio: Amore materno
Piacere di ritrovarmici, di leggerlo,
di impararlo.
? IL SUO ]DOVREBBE
CIASO
F.4. RE UN CORSO...
f ,Sf;RIO :
-.,,,,,,PRESW U'ANf.,.r-=1
SCUOLA D I"'\\"" ·
,(#;'¾y, ~ ~ l-:_
;;.;;;;:::==
Gli artisti conoscono bene questa
insoddisfazione, perfino questa sof-
ferenza di non aver potuto descri-
vere la loro visione, le loro sensa-
zioni . È per questo che molti rico-
minciano ma non finiscono l'opera,
alla ricerca della perfezione. Con-
segnare le loro opere è un costo
per loro. Però , che vittoria per un
giovane quando ha osato offrire il
lavoro delle sue mani , e il disegno
è ben recepito! Il gesto non è
banale : è l'inizio di un cammino di
fiducia .
Lo offro. Mi offro?
Lo offro per vedere il mio valore
negli occhi degli altri?
Amo e odio i miei disegni.
Mi fa piacere di offrirli,
mi odio quando li offro.
Amo le persone che hanno ricevuto
queste pennellate da me
e ricevono in deposito, in fiducia.
Grazie ad essi,
vado verso gli altri.
I miei più bei viaggi ? Disegnare!
Il disegno è una terapia. Quando
riesce a disegnare quello che sente
dentro , quando può offrire i suoi
disegni , ella riesce a uscire dalla
droga. Ma la droga è la sua peg-
giore nemica: lungi dal favorire la
sua immaginazione , la droga la
uccide , uccide la sua creatività.
Che disastro . È anche per questo
che la droga è odiosa!
Ma è anche tutta la società che è
drogata dai profitti e dal rendimen-
to , che uccide la creatività e il gu-
sto della bellezza in molti giovani,
relegandoli come attività "comple-
mentari" o " futili ".
Non bisogna lasciarsi accecare dal-
le difficoltà quotidiane : oggi , si
brandisce il fantasma della crisi per
opprimere la creatività a favore del
rendimento. È proprio il contrario
che ci vorrebbe: favorire la creati-
vità, la contemplazione, l'interiorità,
per "res istere ", per qualificare la
vita e inventare il futuro.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

4.8 Page 38

▲back to top
t.J\\\\SS\\ON\\
La missione tra gli achuar è attenta e sensibile all'inculturazione.
I VALORI di Vicente Santilli
DI UN POPOLO
Padre Luis Bolla
è missionario all'estremo
nord del Perù, tra gli achuar.
Culturalmente aperto
e rispettoso,
si è inserito
nella loro etnia
apprendendo prima
di tutto la loro lingua,
poi ne ha studiato
la filosofia e ha creato
per loro addirittura
la scrittura e preparato
un dizionario.
Sentiamo anche oggi amm ira-
zione per un uomo o una don-
na che lasciano patria e fami -
gli a per piantare la propria tenda in
territorio di missione. Ma il fatto di-
venta ancor più significativo quan-
do in nome dell'inculturazione il
missionario assume interamente gli
usi e le tradizioni di quella gente,
in serendosi in profonda armon ia
con la nuova cultura e facendola
sua. È il caso di padre Luis Bolla,
itali ano di Schi o, che da oltre 40
anni vive nell'estremo nord del Pe-
rù, ai confini con l'Eq uador, radica-
to tra gli achuar e considerato ormai
uno di loro.
SIAMO ANDATI
A CERCARLO
Un viaggio abbastanza fat icoso e
interminabile ci ha portato fino a
lu i. Prima un vo lo di d ue ore, poi un
lungo tratto in barca attraversando i
fiumi Pastaza e Huituyacu. Infine
una sfacchinata di due giorn i e mez-
wGuo-AGosm 1998 ns
- La grande capanna achuar, le famiglie che la abitano e gli ospiti.
zo a tratti sotto un so le cocente, a
tratti sferzati da una pioggia dilu-
viante, e sempre accompagnati dalle
sinfonie esotiche di uccelli scono-
sciuti che creavano un ' atmosfera di
confine tra sogno e realtà. Rari i se-
gnali di vita, presenti soprattutto al
margine di immense piantagioni di
banane; rumori sospetti provenienti
dalla fitta giuncaia tra zone impervie
e solitarie hanno viaggiato con noi.
Padre Bolla ci aspettava a Pankin-
ta. Ci hanno accolti il suo grande
abbraccio fraterno e il sorriso rassi-
curante dell'achuar che lo accompa-
gnava, quasi una guardia del corpo.
Attendeva da tempo e manifestò la
sua soddisfazione per il viaggio la-
borioso ma senza incidenti, inizian-
do a preparare il nostro animo al-
1'incontro con la sua comunità di in-
dios. Non era finita. Abbiamo infatti
ripreso il viaggio, armati di bastone
e machete. Saliti su una barca, sia-
mo entrati in un torrente fangoso e
pieno di tronchi sradicati dalla furia
dei temporali . Dovemmo attraversa-
re pantani e acq uitrini , uno scivolo-

4.9 Page 39

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Festa achuar.
so ponte costituito da un semplice
tronco rovesciato, guadi e ripidi sen-
tieri. Non mancarono cadute e soste
obbligate. Ma finalmente avvistam-
mo i primi insediamenti ach uar.
UN ALTRO MONDO
Le case sono enormi capanne:
uno splendore di architettura. Le più
grandi arrivano anche a 30 metri di
lunghezza, 25 di larghezza e 10 di
altezza. La presenza di padre Bolla,
che dopo qualche tempo sarebbe
tornato a Kuyuntsa, rallegra l'intera
comunità, che manifesta la sua gioia
con canti ed evviva di benvenuto a
tonalità grave per gli uomini e acu-
tissima per le donne.
Attraversato il Rio Manchari in
canoa, arrivammo finalmente al
centro dell ' insediamento di quella
comunità di indios. L' accoglienza è
preparata nella grande capanna di
Mashutka, capo del villaggio e di
una delle quattro famiglie cristiane
Ambiente achuar.
della zona. Divide con noi tutto ciò
che ha: la casa e l'alimentazione
base della gente del posto. Restiamo
per qualche giorno, così possiamo
penetrare un po' più a fondo nella
realtà di quel popolo.
SI COMINCIA ALLE TRE
È tutta un'altra cosa dal nostro
modo di vivere. Le esigenze sono
minime. Nulla a che fare con le no-
stre sofisticate pretese. Tradizioni e
cultura essenziali. Qualche esempio.
Alle tre di notte sono già in piedi
per iniziare la giornata ... se penso
che alcuni nostri giovani alle tre di
notte la giornata devono ancora
concluderla! ... Si comincia con un
canto di lode al Signore, tutta la fa-
miglia riunita. Lo stesso canto chi u-
de la giornata. Mi viene spontaneo
il paragone con le tre Ave Maria che
Don Bosco raccomandava di recita-
re prima di add01mentarsi e al "Be-
nedicamus Dominum" subito dopo
il "battito di mani" con cui gli assi-
stenti dei collegi salesiani sveglia-
vano i ragazzi.
A seguire ecco il rito della wayus.
Preparano una pozione molto amara
di mate di wayusa e la bevono quasi
religiosamente, seduti attorno al fo -
colare. È un momento importante di
incontro, di riflessione, di soluzione
dei problemi, di verifica e program-
mazione. Ed è anche un 'occasione
di perdono tra le famiglie.
LA GIORNATA
La giornata achuar trascorre quin-
di nell 'esecuzione scrupolosa dei
compiti programmati nel momento
del wayus: gli uomini negli impegni
comunitari o nel disbrigo delle fac-
cende di casa, le donne nel lavoro
dei campi e nella preparazione del
cibo, i bambini a scuola. Verso le
quattro e mezza, padre Bolla riuni-
sce nella umbak, la capanna-cappel-
la, i cristiani, i catecumeni e coloro
che vogliono ascoltare il vangelo.
Mi sono domandato come faccia-
no a seguire un ritmo di vita così re-
golare e preciso senza l'ombra di un
orologio .. . noi avremmo perso l'o-
rientamento non si sa quante volte
in una gidrnata. Gli achuar non sba-
glia- ~ un 'ora: il sole içdica loro con
prec1S1one quanto devono fare e il
momento in cui devono cambiare
occupaziol).e.
(Ho isitato le ç:ase e la scuol a, cu-
riosan1do co e solo n.oi sappiamo
fare. Tutto è semp~ice, tranquillo,
regolare, tutto sc01Te come deve.
L' achuar non. '
al5ouiso'e ogni
oapabe
rnlizia,
dni onm~evnutiorlee,
m. g~nn.are nessuno' ,1I~on ruba: i può
lasciare o un ue qualunq e cosa:
nessuno tocca nulla. Le case non
ha no né P?rte né fivestre. Le serra-
ture non s1 sa pemmeno che cosa
siano e s~i;.attutto no capirebbero
a che cosa servono. La fedeltà è una
de_lle loro virtù comunitarie: la pro-
pna donna non viene mai tradita.
L' ospite è una benedizione: è sacro.
SCARSEZZA DI OPERAI
Il seme cristiano è stato gettato.
Mancano operai per coltivarlo. Vi-
vendo a Kuyuntsa si resta stupefatti
del lavoro fatto dal padre. Frequenti
nella giornata sono gli incontri di
catechesi per preparare nuovi cri-
stiani. Il padre da solo fa un lavoro
bastante per parecchi. Gli achuar
sono un popolo semplice, tranquil-
lo, noi nelle nostre frettolose classi-
ficazioni li definiremmo selvaggi ...
Beh, sono selvaggi che hanno un
sacco di cose da insegnarci.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA
Silvano Stracca
Maggio del 1982. Gio-
vanni Paolo Il visita
nazione delle donne. Un
punto , quest'ultimo , che
l'Inghilterra nel pieno della ,
costituisce motivo di divi-
guerra contro l'Argent ina
sione all'interno dello stes-
per le isole Falkland e pre-
so anglicanesimo. Pastori ,
ga per la pace nella catte-
molti sposati , e fedeli so-
draie di Cante rbury. Ac-
no passati alla Chiesa
canto a lui il primate an -
cattolica, che ha ribadito il
glicano. "Vengo al servizio
"no" alle donne-prete. Que-
dell 'unità nell 'amore", di -
stioni spinose , che non
chiara il Papa. Risponde il
hanno tuttavia raffreddato i
Primate : "La nostra unità
rapporti tra le due Chiese.
non è soltanto nel passa-
to , ma anche nell 'avveni -
Nella tarda primavera
re". Si abbracciano dinan-
1995, Giovanni Paolo Il
zi all'antico manoscritto
pubblicò l'enciclica sull 'e-
dei Vangeli esposto sul -
cumenismo "Ut unum sint",
l'altare e insieme vanno a
in cui riconosceva leal-
pregare sulla tomba di
mente che il ruolo del Ve-
san Tommaso Becket.
scovo di Roma è un pro-
blema per la maggior
Un gesto di significa-
parte dei cristiani . La pri-
to profondo. Becket fu
ma reazione ufficiale arri-
arcivescovo cattolico di
vò proprio dalle rive del
Canterbury e difese la li-
Tamigi. Gli anglicani salu-
bertà della Chiesa dai
tavano il documento co-
soprusi di Enrico Il. Pagò
me "un contributo ecume-
il proprio coraggio il 29
nico importante". E prean-
dicembre 1170, quando in
nunciavano una risposta
cattedrale si lasciò assas-
sinare dai sicari del re
esclamando : "Accetto la
VERTICE A
più meditata, che è stata
resa pubblica a metà di -
cembre '97 con lo stesso
morte per il nome di Gesù
e della Chiesa". Vedere il
Papa e il Primate inginoc-
LAMBETH!
titolo dell'enciclica papale :
"May They Al/ Be One",
"Che tutti siano una cosa
chiati sulla sua tomba fu
un grande segno di unità
18 Luglio - 9 agosto:
sola".
nel ricordo di un comune 800 vescovi anglicani in rappresentanza Affrontando il contro-
martire della fede.
di 70 milioni di fedeli sparsi nel mondo
verso tema del primato
del Papa, la Camera dei
Quasi una profezia sono riuniti. Si parla di ecumenismo. Vescovi della Chiesa d'In-
per il 2000, a quattro se-
ghilterra afferma : "Gli an-
coli e mezzo dallo scisma consumato da Enrico glicani non sono affatto contrari al principio e alla
VIII , invaghitosi di una donna di corte e proclama- pratica di un ministero personale a livello mondiale
tosi capo della Chiesa d'Inghilterra. Da allora ne è nel servizio dell'unità". Un'apertura molto significa-
passata di acqua sotto i ponti sul Tamigi . Le due tiva, che sarà sottoposta al vaglio della Xlii Confe-
Chiese hanno ripreso a parlarsi grazie al co raggio renza di Lambeth . La Conferenza , che si tiene
di pionieri . E si sono riscoperte molto più vicine ogni dieci anni , è l'assise più rappresentativa
attraverso il dialogo iniziato ai tempi del Concilio dell'anglicanesimo . Dal 18 luglio al 9 agosto riunirà
Vaticano Il , che riconobbe il "posto speciale" occu- oltre 800 vescovi di tutto il mondo in rappresen-
pato dalla comunione anglicana tra le comunità tanza di circa 70 milion i di fedeli sparsi in 160
cristiane occidentali.
paes i.
Il dialogo teologico ha affrontato i nodi più
del icati , antichi e nuovi , che dividono Roma e
Canterbury : il primato del Papa, l'infallibilità, l'ordì -
Sarà un vertice storico per il futuro dell 'e-
cumenismo.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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SOL/DAR/ETA'
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
.,
-
Maria Ausiliatrice e Santi Sale-
siani , in suffrag io de i mie i defun-
ti , a c ura di A rtad T e res in a -
Malta, L. 1.115.000.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco , a cura di T ono li
Francesco, L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco, per grazia ricev uta
per la nipote Rob e rta , perc hé
continuino ad ass isterla , a cura di
N.N., L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, San Gio-
vanni Bosco e Mamma Mar-
gherita, a cura di M arini Anto-
nietta, L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, San Gio-
vanni Bosco, a cura della fa mi-
glia Bosetti , L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco, a cura di Masureca
Bombardieri Maria, L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco
e Santi Salesiani a cura di N.N. ,
L. 600.000.
Maria Ausiliatrice, San Gio-
vanni Bosco e Mamma Mar-
gherita invocando protezione e
graz ie, a cura di Ma s urac a Ce-
cilia, L. 500.000.
Maria Ausiliatrice, per protez io-
ne e in suffragio di Giacomo e
Piero, a cura di More llo Marghe-
rita, L. 500.000.
Don Bosco , a cura di Gioia Dante,
exallievo di Penango, L. 500.000.
Don Bosco , a c ura di Dav id e
Lui gino e fa mi g li a, L. 500.000.
Maria Ausiliatrice per protezio-
ne di Raffaella , a cura di Lepari
Rita, L. 500.000.
Don Giuseppe Quadrio, a cura di
Bellucci don Giorgio, L. 500.000.
Maria Ausiliatrice a cura di M a-
sorti Cristofoli , L. 500.000.
In suffragio di Nicol ao Giacobba
e Fontana Lodovico, a cura di
Fontana rag. Ezio, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
Santi Salesiani, a cura di Stefano,
Martina e Tommaso, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco, a c ura di Diemoz
Mari a, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco, a c ura di Beltrame
Augusta, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice , a c ur a cli
Cautero Gi annino , L. 300.000.
Maria Ausiliatrice , in ringraz ia-
mento , a cura di Marnetto Perro-
ne , L. 200.000.
Don Bosco e Domenico Savio,
a c ura di Ca milotto M a ri a,
L. 297.000.
Maria Ausiliatrice e San
Giovanni Bosco , in me mo ri a
de lla ma mma Enrich e tt a, a c u-
ra cli Mo mbe ll a rd o Anto ni e tta ,
L. 250.000.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco , a c ura cli Marino
Sofi a, L. 250.000.
Don Bosco e Mamma Mar-
gherita , a c ura di Ze rbo M ari a ,
L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, San Gio-
vanni Bosco , in vocando prote -
zione, a cura di N.N. , L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco , per gra zia ricev u-
ta , a cura di Filocamo Mari e lla,
L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, a cura di
Lugli a Filomena, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , a c ura di Spe ci a le Dina ,
L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, a cura de lla
famigli a Bocca Oriano, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a cura di Rov eda Giovanni ,
L. 200.000.
San Giovanni Bosco e beato
Michele Rua , in s uffragio de i
genitori , a cura di Merl o Luciana,
L. 150.000.
Borse missionarie da
L.100.000
Maria Ausiliatrice, Don Bosco
e Padre Pio , in ringraziamento, a
cura di Gag li one Rosa.
Don L. Zavattaro e don Fran-
cesco Meotto , in s uffra g io di
Banche Arturo a cura dei condi-
scepoli e amici.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a cura di Castagno Enrico e
V a leria.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco , in me moria di
Franc esco , a cura di Zaccaria
Angelo.
Maria Ausiliatrice e Santi Sa-
lesiani , in m e mori a di Lui g i
Castagno, a cura della moglie e
famiglia.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
per protez ione, a cura di Renata e
Andrea.
Maria Santissima Madre della
Misericordia, a cura di N.N.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , pe r protez io ne, a c ura di
Renna Carmen.
San Giovanni Bosco , a cura di
C. R. Verce lli .
Maria Ausiliatrice, a c ura di
Cecili a Plat e fa mili ari .
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, in ringraziamento, a cura di
M. C.
Maria Ausiliatrice, in rin grazia-
mento , a cura di N.N.
Don Bosco , a c ura di Aimin o
C a te rin a.
Beato Michele Rua , a c ura di
Bogino Lina.
Maria Ausiliatrice , a cura di
Zeri o Roberto .
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a cura di Rosa Vi ola.
Maria Ausiliatrice e San Gio-
vanni Bosco, a c ura di Procac-
cini Mari a Grazia.
San Giovanni Bosco , a cura di
Gaeta Filomena.
Maria Ausiliatrice, a cura di Te-
deschi Tina.
Maria Ausiliatrice , a cura di
Piovano Maria Giuseppina.
Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , a cura di Tosatto Ugolina.
Santa Rita da Cascia , Santi
Salesiani , a c ura di Da l Pane
Adriana.
Mamma Margherita , a cura di
Di Ponte Adrian o.
Don Bosco e Domenico Savio, a
cura di Macrì Domenico.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco
e Domenico Savio, a c ura di
Marinello Calogero.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
a cura di Cav. Cortes i Giuseppe.
San Giovanni Bosco , a cura di
Buffa Maria Luisa.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
a cura di Santi Lidia e famiglia.
Maria Ausiliatrice , a cura di Di
Bona Giuseppe .
Maria Ausiliatrice, a c ura di
Dag lia De icida Anna.
Maria Ausiliatrice, a c ura di
Melandri Aure li a Voles i.
Maria Ausiliatrice , a c ura di
Bocca Giuseppina.
È il nono dei volumetti
della nuova serie
COLLANA SANTI
SALESIANI
a cura della
Direzione Generale
Opere Don Bosco
pp. 52, lire 1.500
La figura serena e ope-
rosa di don Rinaldi re-
gala al mondo uno spic-
chio di bontà incarnata,
una paternità divenuta
quasi leggendaria.
Una presentazione velo-
ce , piacevole , che ripro-
pone la figura di un sale-
siano mite, amorevole,
accogliente , capace di
decisioni coraggiose e di
grandi sogni.
Un salesiano doc: diresse
la congregazione con l'in-
tuito profetico dei santi.
Dal suo cuore uscirono
memorabili realizzazioni:
La confederazione mon-
dia Ie exallievi/e di Don
Bosco nel 1908.
La confederazione mon-
diale exallieve/i di Maria
Ausiliatrice nel 1908.
L'istituto secolare del-
le volontarie di Don Bo-
sco nel 1917.
Salesiani, FMA,
exallieve, exallievi,
vdb e amici ...
È da leggere
Ordinazioni alfe Librerie
LDC, o alfa Casa
Generalizia,
via della Pisana 1111,
00163 Roma,
per ordini urgenti
te!. 06/656. 12.658 oppure
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BS LUGLIO-AGOSTO 1998

5.2 Page 42

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r UN DELICATO
INTERVENTO
CHIRURGICO
Da tanti anni sono devota della
venerabile Eusebia Palomino.
Ma questa volta mi sono rivolta
a lei con maggior fervore perché
mio figlio Vittorio , 49 anni , dia-
betico da 12, è stato operato alle
coronarie dopo un infarto. Il de-
licato intervento è riuscito molto
bene, grazie all'intercessione di
suor Eusebia che io continuo a
pregare perché voglia proteg-
gere mio figlio per tutta la vi ta.
Rosita Giannotti,
Pieve Fasciano (Lucca)
r INCREDIBILE
MA VERO
Una persona a me molto cara,
da tempo non stava bene. Al
termine di un esame, il medico
disse: "Se è quello che penso ,
questo paziente non è più ope-
rabile , data l'età. Rimasi impie-
trita di fronte a questo verdetto .
Ma dentro di me avvertivo una
voce che mi invitava a non ar-
rendermi e a pregare .. Mi rivolsi
con fiducia a Mamma Marghe-
rita. Il medesimo esame ripetu-
to il giorno successivo, non pre-
sentava più tracce del male so-
spettato. Ulteriori esami risulta-
rono negativi. Fu dimesso dal-
l'ospedale. lo continuavo a pre-
gare per una completa guarigio-
ne. Oggi il medico, revisionando
ancora il caso , dice : "Incredibile
ma vero!"
Darigi Rosemma,
Cortazzone (At)
r HO OTTENUTO
LA CONVERSIONE
DEL CUORE
Desidero ringraziare il servo di
Dio Attilio Giordani per quanto
ha fatto per me. Nel mio caso si
tratta della conversione del cuo-
re , il miracolo più difficile. Penso
infatti che per il Signore sia -
per così dire - più facile guarire
una gamba che non convertire
un cuore ri spet tando la sua
libertà. Ho chiesto al servo di
Dio innanzitutto il dono dell'umil-
tà in quanto sono tanto orgoglio-
sa da non riconoscermi come
tale, mentre ora mi vedo così co -
me sono . Attribuisco tale cam -
biamento all'intercessione di Atti-
lio Giordani che io non ho smes-
so di pregare da quando l'ho
conosc iuto .
E.G. , Brescia
r GUARDARLA
SIGNIFICA
RINGRAZIARE
Desidero ringraziare san Do-
menico Savio per la grazia che
mi ha fatto in occasione della
nascita della mia secondogeni-
ta. Negli ultimi mesi di gravidan-
za, dalle analisi del sangue mi
fu diagnosticato un virus . I me-
dici mi dissero che esisteva la
possibilità che il bambino ne
fosse stato contagiato ma per
saperlo bisognava aspettare la
nascita. Furono per me settima-
ne piene di preoccupazione. Mi
rivolgevo con fiducia a san Do-
menico Savio di cui indossavo
l'abitino . Il 9 gennaio è venuta
alla luce Beatrice , perfettamente
sana. Ora mi basta guardarla
negli occhi per ringraziare chi mi
ha ottenuto la grazia.
Paola Marce/lini, Roma
r DOPO DUE MORTI
Due maternità con due nascite
ma purtroppo dalla vita breve.
Con questa esperienza doloro-
sa alle spalle, si presentò la ter-
za gravidanza. Gioia e preoccu-
pazione allo stesso tempo. Ma
questa volta mi giunse dall'Italia
un abitino di san Domenico
Savio. Lo indossai e cominciai
a pregare perché portasse a ter-
mine bene questa terza gesta-
zione. Dovetti avere tante atten-
zioni. Alcuni mesi li ho trascorsi
in ospedale ma alla fine dell'ot-
tavo mese mi è nata una bella
bambina che ho voluto chiama-
re Domenica Giuseppina. Ora
sta bene ed io non ho che da
ringraziare san Domenico Savio.
Carmela e Stefano Randazzo,
Elisabeth, N.J. - USA
r NON ARRIVERÀ A
VEDERE LA LUCE
Una giovane sposa dopo un
primo aborto spontaneo che l'a-
veva profondamente addolora-
ta, iniziò una seconda gravidan-
za che si presentò subito diffici-
le tanto da dover lasciare il lavo-
ro e rimanere quasi sempre a
letto . Il suo medico ad ogni con-
trollo le diceva, senza tante sfu-
mature: "Questa creatura non
arriverà a vedere la luce". È fa-
cile immaginare in quale stato
d'animo vivessero genitori e pa-
renti. Ci siamo rivolti con viva
fede al piccolo grande santo
delle mamme. Lo abbiamo pre-
gato incessantemente. La bim-
ba è nata con parto cesareo e
leggermente sotto peso, ma bel-
la , vispa e sana. Ora ha tre
mesi e gode ottima salute. Rin-
graziamo il Signore e san Do-
menico Savio.
Maria Salvi, Como
r NELLA CASETTA
DI DOMENICO
SAVIO
Mentre tornavo a casa in auto ,
di sera, con mio marito , dopo
una riunione nella scuola in cui
insegno , abbiamo avuto un inci-
dente stradale. Le due auto
hanno avuto seri danni , ma noi
siamo usciti del tutto illesi. Vo-
gliamo ringraziare Don Bosco
che ci ha fatto sentire la sua
protezione in questo grave peri-
colo. Desidero anche ringrazia-
re Domenico Savio per aver
avuto la gioia del primo figlio.
Era da molto che lo desiderava-
mo. I miei genitori si erano reca-
ti a Torino davanti alla sua urna
per chiedere questa grazia. lo
intanto avevo cominciato ad
indossare il suo celebre abitino.
Nel giorno poi della festa della
mamma in gita scolastica a
Mondonio, nella casetta nativa
di Domenico Savio, ho chiesto il
dono della maternità. Il dono è
arrivato. Anche se la gravidanza
ha avuto vari problemi , ci è nato
Francesco Maria Domenico, un
bimbo sano e pieno di vita.
Natalia Gratti, Belgioioso (Pv)
r PROGRESSI
SORPRENDENTI
A causa di una pluriallergia ali-
mentare , mia figlia di sedici me-
si è stata ricoverata in ospedale
in condizioni definite gravi dai
medici. Non si alimentava più e
continuava a perdere peso di
giorno in giorno tanto che i me-
dici avevano deciso un 'alimen-
tazione forzata. Una signora da
me conosciuta in ospedale mi
suggerì di far indossare l'abitino
di san Domenico Savio e così
io feci. Al mattino seguente mia
figlia si è svegliata di buon umo-
re e si è alimentata spontanea-
mente tanto da essere dimessa
qualche giorno dopo avendo fat-
to progressi sorprendenti. Ora
desidero conoscere meglio que-
sto santino alla cui intercessio-
ne devo questa grande grazia.
Di Padova Luciano, Atessa (Ch)
r SONO TORNATO
SERENO
Sono un salesiano molto devoto
di don Giuseppe Quadrio . Di
lui - da ragazzo - leggevo gli
articoli su "Meridiano 12". Mi è
sempre piaciuta la serenità che
sprigionavano i suoi occhi. A lui
mi sono rivolto quando recente-
mente sono stato assalito dal
timore di ricadere negli scrupoli
come mi era capitato 25 anni fa ,
soffrendone tanto. Come allora
così adesso ho confidato nell 'in-
tercessione di don Quadrio ed
ho potuto col suo aiuto superare
tutti gli ostacoli. Ora sono torna-
to sereno e ho potuto riprendere
il mio lavoro. Ringrazio tanto il
mio caro protettore.
P. Lorenzo Stocco,
San Felix, Venezuela
r lNVOCÒ
AD ALTA VOCE
Mi sembra doveroso ringraziare
pubblicamente Maria Ausiliatri-
ce per il suo prodigioso inter-
vento nei riguardi miei e dei miei
genitori. Mi trovavo alla guida
della mia auto , quando imboccai
un bivio all ' ultimo momento:
l'auto ruotò su stessa due volte.
Noi tememmo il peggio e mia
madre invocò ad alta voce Ma-
ria Ausiliatrice. Ci trovammo tutti
perfettamente illesi , la vettura
non urtò da nessu na parte e
non ci rimase che un grande
spavento insieme alla rafforzata
speranza di poter contare su lla
nostra Mamma Ausiliatrice.
Antonella Tabbi, Ravanusa (Ag)
Per la pubblicazione non. si
tiene conto delle lettere non
firmat e e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/7
t Bosco, A. Gattia
E•1N QUELLA ~E~ CHE AIZIZ/VA UN
OMETTO UN PO' BALBUZIENTE,
e·•E' VEl20 CHE
LEI CE-CE!.!CA UN
LU000 PE·PEI-!
FARE UN LASO-
RATOl-!10."' ,,,,;,.---
DUECENTO
TRI PIU'LON
C'E' UNA CA
E ANCHE I
GNO
L.D.C.
IL 12 APRILE E' PA·
~GUA EOE'LA
GRANDE: GIORNA-
TA DELL'INAU-
GURA.ZIONE:.
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

5.4 Page 44

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Lo ALZANO CON LE BRAC-
CIA fi?OBUSTE, NONO=,r;tJ,NTE
LE SUE PROTE~TE ,E SI AV-
VIANO CANTANDO, 12/DENDO
E SCHEl:?ZANDO.
12ZE DI D
O HANN
/TE.AL
IO DELL 'E
LA SA L
:MING/A
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
'INIZIO DI MAG-
J LA MAfi?CHESA
OLO LO FA
MAfi?E.

5.5 Page 45

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ZAi20/. I 0U
MON/ VANN
ZI. QUANTO
DI POTERAN
NTI C001'."
Ci PER UN
'DI TEMP
{)oN SOSCO 'fJPUTA f:JAN-
GUE f:JUL f:JER/O. PQO-
BABILMENTE LA TUBER-
COLOf:JI HA INTACCATO
I '!:>UO/ POLMONI ,
PRIMA DOMENICA DI LU-
GLIO. FA UN CALDO
TOQF<IDO,
L.D.C.
C00TRINGE A
TARLO COME
ONE: O LA!:>CI
TORIO E !:>I

5.6 Page 46

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
« . . . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all 'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire .. ., (oppure)
l' immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particola1mente per l'esercizio
del culto, per la fonnazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristi ana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« ... annullo ogni mia
precedente di sposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB . Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
LUGLIO-AGOSTO 1998 BS
I NOSTRI MORTI
TEI Angelo, cooperatore salesiano ,
t Perugia il 10/03/1998 a 76 anni.
Ha passato tutta la sua vita accanto a Don
Bosco , da cui ha attinto un infaticabile de-
siderio di lavorare , l'amore alla Ausiliatrice
la dedizione alla Famiglia Salesiana . U~
elenco, per altro incompleto, delle sue mol-
teplici attività è già sufficiente a delinearne
la figura. Oratoriano, leader nell'A.C e nella
filodrammatica, organizzatore instancabile
e sempre in prima fila , presidente dell 'Unio-
ne exallievi , cooperatore salesiano già
membro del consiglio ispettoriale e del con-
siglio mondiale, impegnato politicamente a
livello locale e provinciale come assessore
attivissimo in diocesi e in parrocchia com~
membro del consiglio parrocchiale e mini-
stro straordinario dell ' Eucarestia. Il tutto
nel più genuino spirito di Don Bosco di cui
era profondamente innamorato, a cui è
rimasto sempre fedelissimo nel costante
servizio alla Famiglia Salesiana . Padre di
cin_que straordinari figlioli ha sempre avuto
a fianco la sua consorte che lo ha assistito
con amore e dedizione fino alla fine di una
lunga sofferenza.
COCHIS GROPPO Maria,
cooperatrice ,
·
t Ventimiglia (IM) i( 02/0211998 a 95 anni.
Persona semplice, esemplare nella pratica
cristiana, nacque in una famiglia contadina
del Monferrato , visse nell 'umile lavoro
prima nei campi , e poi , con il marito , com~
custode del Dispensario Sociale di Venti-
miglia, dove erano emigrati a causa della
grande crisi degli anni '30. Ebbe quattro fi-
gli , l'ultima dei quali gravemente inferma
morì dodicenne . Seppe rendersi utile a
quanti avevano bisogno di aiuto. In pieno
accordo , i coniugi Groppo donarono alla
congregazione salesiana il figlio maggiore,
don Giuseppe. Vedova a 52 anni. Trascor-
se l'ultima parte della vita accudendo ai
nipoti. Sofferse varie infermità. Il dolore era
spesso molto intenso ma ella continuava a
preQare. Morì in piena lucidità di mente,
lasciando ampio rimpianto. Vera e fedele
cooperatrice salesiana.
ROTA sig. Amilcare,
coadiutore salesiano,
t Como il 07/05/1997 a 72 anni.
È entrato con entusiasmo nel mondo della
scuola professionale e in essa è rimasto
per più di 35 anni. "Si dedicò con impegno
tutto salesiano a formare i giovani al lavo-
ro, alla laboriosità , per dare loro dignità
attraverso la professione e l'utilità sociale".
E quando nel I' '89 fu inviato in una casa di
spiritualità, a Como , il che lo costrinse a
cambiare lavoro e abitudini , egli rivelò la
sua indole di salesiano genuino che sa
obbedire con gioia, adattandosi alle nuove
mansioni con la serenità di chi ha raggiun-
to ormai la vera maturità spirituale . Giovia-
le, generoso , il signor Amilcare sapeva ac-
cogliere giovani e adulti e metterli a loro
agio. E quando cominciò ad avvertire il pe-
so degli anni e dei malanni diceva scher-
zando su questa sua nuova condizione
che non gli permetteva di fare come avreb-
be voluto le cose: "Tutta colpa del calenda-
rio! ". Un salesiano che sapeva incantarsi
davanti alla bellezza della natura e alla
generosità delle persone.
MOSCHIN sac. Giuseppe, salesiano,
t Sangradouro (Brasile)
il 12/1211995 a 60 anni.
Da buon salesiano è morto sulla breccia .. .
Da buon missionario è morto mentre si
affaccendava a riparare un trattore dei suoi
cari indios xavante. All'improvviso, senza
dare fastidio , senza salutare nessuno.
Come fa chi sa di essere in prima linea e
qualsiasi incomodo recato toglie braccia al
lavoro. Quando giovanissimo partì per il
Malo Grosso, una delle sorelle disse scher-
~osamente: " Veramente Bepi , mio fratello,
e un mato grosso!". Ma Bepi era un "malo
savio", che si fece voler bene, soprattutto
dai più umili, dagli indios. Era amato da
tutti perché amava tutti.
SANITÀ sac. Gabriele, salesiano,
t Milano il 28/08/1997 a 72 anni.
Aveva la passione educativa e missionaria,
anche se in missione non c'è mai stato . La
stessa passione cercò sempre di trasmet-
tere ai suoi ragazzi. A Milano conobbe e
seguì nelle attività Attilio Giordani di cui è
in corso la causa di beatificazion~. Pronto
e disposto a tutte le iniziative di carità .
Come "La crociata della bontà"; "Pattuglia
'95" in occasione dell'alluvione nel biellese·
il "Gruppo Lourdes", per formare i barellieri
dell'UNITALSI ; il "12 KSG", sigla di ricono-
scimento di Radioamatore, per "dialoghi di
s111golare 111teresse umanitario o richieste
di aiuto in zone completamente isolate e
per ricerca urgente di plasma e medicinali"
a favore di zone colpite da epidemie , ma
soprattutto per parlare con i missionari,
dall 'America Latina, all 'Africa all 'Indonesia,
suo sogno segreto e sua vera passione.
Aveva contatti regolari con 22 missionari
sparsi un po' dovunque, per estendere i lo-
ro appelli , raccogliere materiale utile, dialo-
gare con i volontari , inoltrare notizie dei
familiari , cercare medicinali ... Fu anche
animatore degli "Amici del Rwanda" e
ristrutturò (per la somma di 400 milioni)
l'importantissima "Radio Educadora" del
Para, Brasile , strumento per far scuola
attraverso l'etere .. . cui il governo aveva
conferito la possibilità di rilasciare regolare
diploma civile con validità statale.
La sua multiforme attività, la sua bontà
caritatevole, la sua generosità lasciano un
grande vuoto in una intera folla di persone.
È bello tramontare
dal mondo verso Dio
affinché in Lui
si possa risorgere/
(S . Ignazio di Antiochia)

5.7 Page 47

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IDr. Norman Ford, SDB
Direttore del Carolin e Chisholm
Centre tor Health Ethics
Prof. Onorario della
"Australi an Catholic University"
Esperto mondiale di etica,
con sulente in varie unive rsità.
Professore, quali sono i grandi problemi di etica dell'età moderna?
Pochi ma dec isivi. Primo il concetto di persona. L'etica misura, giudica
il comportamento. Se uno crede che la persona esista solo dopo la nascita,
beh, immagini lei le conseguenze. Poi il forte individualismo moderno.
Se il bene, il "bonum" per dirla con san Tommaso, è incentrato nel "sé" e
non si prende in considerazione " l' altro", le conseguenze sono catastrofi-
che. Terzo il concetto di libertà. Se è solo "libertà di", cioè libertà totale, è
inutile parlare di etica comune.
Che cosa divide noi cattolici dai non cattolici e dai non credenti?
La vera grande divisione è il pregiudizio che impedisce ogni dialogo.
Non dialogare vuol di re precludersi la possibilità di esperire il "bonum "
che c'è altrove. Dio ha sparso il bene ovunque ... La verità non appartiene
a nessuno, resta una conqui sta per tutti.
Ma a suo giudizio, professore , esiste un terreno comune di discussione?
Perché no? È la ragione umana. Torniamo a un po' di sano tomismo:.
san Tommaso non ha forse usato per il suo filosofare la stessa base teoreti-
ca del laicissimo Aristotele? E 1' aristotel ismo non è forse usato dai cattoli-
ci per la dimostrazione di tesi religiose, pur non essendo un pensiero reli-
gioso? Tutto l'onesto pensare umano è un cammino verso la verità.
Secondo lei c' è distinzione tra "essere umano" e "persona" ?
Certo. Pensi solo a questo: lo sperma non è gatto, non è legno, è "essere
umano", ma certo non è individuo umano. Una singola cellula umana ~i
può dire che è essere umano ma non ancora individuo né persona. E
anche necessario accordarsi sulla terminologia: in questo campo è essen-
ziale parlare la stessa lingua, o almeno capirsi sui termini.
Sembra che gli stati brancolino nel buio per quanto concerne 1' inge-
gneria genetica. Lei è f avorevole a una regolamentazione di questa deli-
cata materia?
Sono favorevole a tentati vi di regolamentazione, per evitare gli eccessi
di ogn i tipo che sarebbero incontrollabili. Il vero guaio è che lo stato non
ha un quadro metafis ico, la sua legis lazione rifl ette la concezione che ha:
uno stato che ha scelto il liberi smo economico legifera ben diversamente
da uno che segue i principi del socialismo e ancora di versamente da uno
stato dittatoriale. .. Esiste un plurali smo etico, che si ri flette nella legisla-
zione e dipende dalle diverse concez ioni di persona, natu ra, sostanza,
bene comune ... Come lei sa, questi non sono concetti uni voci, ma analo-
ghi . Insomma a causa del pluralismo lo stato è zoppicante. Se poi il plura-
li smo è totale non c'è più alcuna unità. Vede? Sono problemi complessi...
È possibile legifera re su una materia in rapida evoluzione, di cui non si
hanno idee chiare ?
È certamente auspicabil e, tenendo presente che non potrà essere
esauriente definitivo. In questo senso il vagheggiato "Vill agg io globa-
le" costituirà un bel problema per 1'etica e per il futuro legislatore. De
fac to, con il plu rali smo attuale non es istono valori accettati da tutti . Ci
vorranno pazienza, flessibilità, competenza e buona volontà. Ai cattolici il
compito di offrire il loro qu alificato contributo a livello educati vo.
ocus
IL BIMBO
SENZA NOME
È arri vato di notte al policlini-
co Don Bosco con la mamma,
entrambi vittime di un incidente
stradale. Lei muore poco dopo,
lui non è grave, ma è un bimbo
handicappato. L ' uomo che l ' in-
domani si presenta alla clinica
riconosce nella morta la moglie,
ma dichiara di non conoscere il
bambino. Così il piccolo senza
nome diventa figlio del policli-
nico e viene battezzato Polydor.
Polydor non cammina, non
parla, non sorride, non si regge
in piedi ... ma ha l 'affetto di
tutti. Non può vivere in un ospe-
dale, ce se ne rende conto: ha
bi sogno di una famiglia vera.
Che si occupi di lui, mentre lì
tutti si occupano di tutti e per lui
scampoli di affetto, anche se in-
tenso, solo scampoli.
Un giorno una proposta mi
esce spontanea: la faccio alla
mia più cara amica, Angélique:
"Perché non prendi con te Poly-
dor?". Lei mi guarda smarrita. È
molto povera, non è sposata, la
sua abitazione è un tugurio e
ospita già sei bambine. Ma
Angélique è di quelle che non
conoscono la paura e la cui ge-
nerosità non ha confini. Accetta
anche Polydor, che ora ha sei
sorelle e tanto affetto. Ha la sua
famiglia. Non parla, non si
regge sulle gambine atrofiche,
fa ginnastica con una delle so-
relle, tenta di fare esercizi di pa-
rola con un ' altra . . . e, finalmen-
te, sorride alla sua mamma.
P. Gaviali, P. Tortore
Quanti bambini al mondo
sono come Polydor?
BS LUGLIO-AGOSTO 1998

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zione invii la fascetta segnalando di annullarla.
NEL PROSSIMO NUMERO
LA PENA DI MORTE
di Bruna Grassini
Perché è possibile ancora nel 2000?
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STORIA NOSTRA
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di Arnaldo Scaglioni
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Un vero figlio di Don Bosco .
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I CENTO ANNI DI PAOLO VI
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di Silvano Stracca
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Un grande papa al vaglio della storia.
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DOSSIER
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LA PATAGONIA, TERRA DEL SOGNO
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di Ferdinando Colombo
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