Bollettino_Salesiano_199805


Bollettino_Salesiano_199805

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE
DEL GIUBILEO/••ESSERE
DI SANGUE BLU!''
Da quando Cristo è venuto, il seme della santità è seminato
nei campi del mondo, qualcuno si fa notare
anche da chi non crede, molti li conosciamo solo perché vivono
la loro vita-capolavoro accanto a noi ...
e' è un rito
che si ri-
pete nella vita
del cristiano :
è l'unzione
con olio con-
sacrato. La
si fa nel
battesimo ,
nella cresima,
quando si viene ordinati
sacerdote o vescovo , quando si è
malati e ci si prepara all 'incontro
definitivo con Dio. Nella maggior
parte dei casi si accompagna con
una invocazione allo Spirito Santo
che in un inno della Ch iesa viene
chiamato "unzione spirituale".
Il rito non ha corrispondenza nella
nostra vita ordinaria: noi adoperia-
mo unguenti per la bellezza, la sa-
lute, l'agilità. Con questi significati
si possono collegare anche le unzio-
ni sacramentali, che però non usia-
mo per affermare o proclamare una
condizione o una dignità personale .
Forse per questo l'unzione religiosa
è sbiadita nella nostra memoria:
non ricordiamo più il suo profondo
significato né ci rendiamo conto dei
suoi effetti.
Nella storia religiosa, in parti-
colare in quella di Israele, si un-
gevano soprattutto i re. Il prototipo
di essi , Davide, viene chiamato ap-
punto Unto del Signore. Ma questo
nome si applica per eccellenza a
Gesù: Cristo, in ebraico Messia,
vuol dire "consacrato con l'unguen-
to". Noi associamo generalmente il
nome al titolo di re. Quando una
donna sparse profumo sui suoi ca-
pelli , Gesù accennò al suo trionfo
regale , quello della morte e risurre-
zione. Egli però fu "unto" non con
olio materiale ma con la pienezza
dello Spirito Santo.
Dell 'uomo se ne sono dette di
tutti i colori. Dalle cose più sublimi
e ammirevoli a quelle più deprimenti
e negative . E i fatti ne danno ragio-
ne. Le possibilità dell'uomo vengo-

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no comprese tra due estremi così
lontani tra di loro che ci può star
tutto : bontà e donazione senza mi-
sura e, d'altro canto , illimitati abissi
di malvagità e perversione.
O L'unzione ricorda il carattere
regale dell'uomo cantato nel salmo
otto: "L'hai fatto di poco inferiore a
un dio, l'hai coronato di forza e
splendore ; l'hai fatto signore dell'o-
pera delle tue mani. Tutto hai mes-
so sotto il suo domino". È chiamato
a padroneggiare sui propri istinti e
passioni. E invitato a superare gli
stretti limiti del temporale aprendosi
all'infinito di Dio. Gli è dato di domi-
nare la terra per orientarla verso le
sue finalità : la Scrittura lo presenta
con il potere di dare il nome agli ani-
mali e alle cose, cioè conoscerle a
fondo e disporne con saggezza. È
abilitato a creare, trasformare la
realtà sociale mediante progetti di
solidarietà.
Spesso però della natura l'uomo
diventa tiranno e predatore, provo-
cando la rottura dell'equilibrio e del-
l'armonia; delle passioni diventa di-
pendente e schiavo, sprecando le
risorse del cuore e della mente ; dei
suoi simili diventa sfruttatore o ne-
mico, originando sofferenze e lotte
sanguinose.
Regnare è bello ma non facile. Ge-
sù spiegò che è servire. E, dopo
averlo detto, lo illustrò con la lavan-
da dei piedi. Lo Spirito diffonde nel
cuore del cristiano il senso della
propria dignità e missione. Gli dà
anche lo strumento principale, anzi
unico, del regno: la capacità di
amare come Cristo.
o
Magg io 1998
A nno CXXII
Numero 5
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
ln copertina:
Piccoli schiavi alle
sog lie del III millenni o.
La nostra civiltà non
fi nisce mai di st upire.
DIRETTORE:
G IANCA RLO MAN IERI
Redazione: Maria Anton ia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - Francesco Motto - Vito Orlando
12 PICCOLI SCHIAVI
Alle soglie del III millennio
16 STORIA NOSTRA
Un direttore di oratorio come Dio comanda
20 FORMAZIONE PROFESSIONALE AL FEMMINILE
Lo sforzo dell'educazione
23 INSERTO STACCABILE
Maria nei francobolli : un'epopea
27 INNAMORARSI DEI POVERI
L 'associazione "Carlo Marchini"
32 ON UNE
Sedicenni. .. e mature!
38 DALLE MISSIONI
Ho visto.fiorire miracoli
di SILVANO STRACCA
di FRANCESCO CASELLA
di BRUNA GRASSINI
di NATALE MAFFIOLI
di ANGELO BOTTA
di GIANCARLO MANIERI
di SERENA MANONI
RUBRICHE
2 Il R ei/or Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 BS Domanda - 8 In Italia & nel mondo - U B ox -
15 Le/tera ai gio1•ani - 18 Il Mese - L9 Zoo m - 30 Libri - 34 Com e Don Bosco - 36 Carta di
Comunione - 37 Il doctor J. - 40 Prima pagina - 41 / nostri Santi - 42 / nostri morti - 43 Don
Bosco a f umetti - 46 Solidarietà - 47 In primo piano/Foc us
Collaboratori : Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Cationi - Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Margherita Dal Lago - Serdu - Bruno Ferrero -
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto - Angelo Montonati - Giuseppe Morante -
Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerri no Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione : Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
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in: Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
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Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Mal ta -
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Don Bosco in the W orld
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Opere Don Bosco, Roma.
BS MAGGIO 1998

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
IL SESSANTO I I O
L'INCOMPIUTA
DEL SECOLO BREVE
Trent'anni dopo, il famoso '68 che ha contribuito
alla grande rivoluzione culturale del 'secolo breve',
sopravvive tra smemoratezza e mitologia.
A i giovani diciottenni di fine millennio
non dice nulla o quasi , mentre i loro
padri si trovano di tanto in tanto , ai limiti
dell'inconscio , a canticchiare tra
le nostalgiche parole "eravamo quattro
amici al bar, pensavamo di cambiare
il mondo" della canzone di Gino Paoli.
fare l'amore" o altri slogan del tipo
"l'immaginazione al potere", che
esaltavano la voglia individuale di uscire
da regole e costumi sociali soffocanti,
una parte di giovani puntava invece
a cambiare per evitare quella collera
dei poveri denunciata dal papa.
O Il '68 rimane un groviglio che suscita
come allora, odi e amori altrettanto
profondi e netti. Per quanti ne hanno
memoria non ci sono mezze misure.
Ma la sua evocazione, nonostante
fascino e avversione non siano
del tutto sopiti, deve oggi dare spazio
al discernimento e a un ripensamento
più pacato.
Crogiolo di contraddizioni
e di provocazioni , il '68 rimane un evento
bifronte (inizio della decadenza
individualistica, rafforzamento prepotente
di un impegno per un mondo più giusto
e solidale) e un sogno incompiuto.
O Si può convenire che la società
e le chiese con le rispettive istituzioni
tradizionali furono squassate come da un
tornado giovanile. Le migliaia di giovani
protagonisti della contestazione sociale
e iconoclasti degli equilibri e dei riti
convenzionali ormai svuotati dell'anima
antica, più che suscitare simpatia
e dialogo educativo , rappresentarono
un pericolo da cui in qualche modo
difendersi.
Essi , invece, furono solo le antenne
sensibili di equilibri sociali ormai in crisi
dopo l'enorme sviluppo economico
che rovesciò norme e comportamenti
fino allora scontati.
Si gridò alla dissacrazione che i giovani
portavano nei costumi e nella struttura
gerarchica della vita e quasi nessuno,
tra i censori dei giovani , puntò l'indice
sulla forza dirompente dell'espansione
economica senza regole e senza anima.
Solo una parte minoritaria di educatori
camminò per le strade con i giovani.
E l'incredibile Paolo VI , in concomitanza
con i sussulti del '68, parlò di "collera
dei poveri" che avrebbe chiesto conto
ai paesi opulenti della loro ingiustizia.
E con lui gli operai che colorarono
di politica una contestazione
nata apolitica e individuale.
O Se infatti una gran parte della gioventù
borghese del tempo amò scrivere sui
muri delle università messe a soqquadro
"quando penso alla rivoluzione voglio
MA GGIO 1998 BS
O Era un '68 più sociale e meno
fricchettone , che non si appagava
della rivoluzione sessuale o di mutare
il profumo dell'incenso con quello
delle droghe, diventate paradossalmente
simbolo di autonomia.
Le carte della storia parlano
di una contestazione che in Italia nacque
con un anno di anticipo all 'Università
Cattolica. Prima del maggio '68 ci fu
un novembre del '67 che spinse i giovani
della Cattolica a mobilitarsi
contro l'aumento ingiustificato delle tasse
scolastiche . Tra essi Mario Capanna
che poi divenne leader studentesco
alla statale. E proprio Capanna ricorda
in alcune memorie, che loro, gli studenti
della Cattolica, passavano notti
a discutere del nuovo vento che
era soffiato con il concilio e i loro dibattiti
notturni si trasformavano in appassionati
confronti sulle tesi di teologi come Karl
Rhaner ed Edward Schillebeeckx,
esperti conciliari, ma criticati
da chi voleva frenare le riforme.
La radice cattolica della contestazione
sociale venne riconosciuta anche
da un altro grande della Chiesa italiana,
ora avviato agli onori degli altari ,
Giuseppe Lazzati. Egli non escludeva
che nella rivolta violenta del terrorismo,
nel quale in seguito degenerò parte della
contestazione giovanile, fosse confluita
in forme impazzite, la spinta radicale
di giustizia predicata dal cristianesimo.
O Sotto questo profilo della giustizia,
quel '68 nato dall'utep[a cristiana
è ancora incompiuto. E sempre un papa,
Karol Woityla, che ha denunciato
l'approfondir,si del solco tra paesi riccMi
e paesi poveri. Il disagio non è stato
sconfitto. Anzi , il sistema che lo crea
ha inglobato tanti giovani che nel '68
gridavano allo scandalo e lanciavano
uova marce contro ricchi impellicciati.
In questo senso, l'utopia è ancora attuale
e i giovani possono inseguirla,
senza ripetere gli errori che nel primo '68
fiaccarono il lungo volo per approdare
alla meta di una nuova società
più fraterna e solidale.

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n;..,,,., z ionr
d,•ll ò

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........................... BS domanda ............
MA QUESTO SERVIZIO MI-
LITARE, FUNZIONA? Spet-
tabile direzione, il motivo per
SIGNOR DIRETTORE , Don
Giussani, ha affermato: "Losco-
po di questo scoppio e della mor-
te o f erimento di innocenti spetta-
tori è misterioso come è misterio-
so lo scopo de lla morte di Gesù
Cristo" (Cji-. sciagura di Padova
dicembre '97). P. Cantalamessa
sabato 10 gennaio ' 98 su RAI I
ha detto che il Limbo non è mai
esistito e la sua esistenza non è
mai stata 1111 dogma. È f orse per
questo che la Chiesa ha espu1110
scri tte da uomini sotto l' ispirazio-
ne de llo Spirito . Di o e " le s ue
cose" sono sempre "al di là" di
ciò che noi poss iamo pensarne e
dirne um anamente. Sto riferendo-
mi , per dirla con parole più tecni-
che, al la dimensione apofatica del
di scorso della fe de , a ll a qual e
tanto i mi sti c i cli tutti i te mpi ,
quanto la teo log ia orientale sono
stati sempre mo lto sensibili: sono
convinto che se avess imo conser-
vato anche noi un po' di più que-
smesse (" non verbo , sed res" !).
Uno dei casi palesi di ciò è prec i-
sa mente que llo de l limbo dei
bambini (suppongo che era quello
a c ui lei s i ri fe ri va, anche se lo
identifica co n " g li inferi " di cui
parlano alc uni test i biblici e il
credo eletto " apostolico", riferen-
dosi a tutt ' altra cosa). Si tratta di
un enunciato dell a fede nato in un
determinato contesto come con-
seg uenza de ll a polemica di S.
Agostino co ntro Pel ag io, per af-
cui vi scrivo è questo : ho tre
fig li, due maschi e una fem -
mi na. Li abbiamo seguiti con
dedizione e attenzione mia mo-
glie e io. Tutto è andato bene
fino a quando i due maschi
sono stati chiamati al servizio
mi litare ... Sono ritornati che
non li riconoscevo quasi più:
soffrivano e soffrono tutt'ora
di crisi depressive, hanno ab-
dal credo niceno-costanti11opoli-
ra110 il versetto "discese agli infe-
ri", cioè al limbo senza da re nes-
sww spiegazione agli ingen ui fe-
deli , che non se ne sono neppu-
sto senso ciel mi stero, probabil-
mente av remmo parlato con mo l-
ta magg ior modesti a d i Dio e di
ciò che a Lui si rico llega, in tutti
gli ambiti .
fermare l' uni versaiità della fun-
zione salvifica di Cristo (cosa di
cui non ho spaz io per parlare in
que sta sede). È vero che non è
stato mai un dogma.
bandonato i posti di lavoro,
sono diventati indecisi nel vi-
vere quotidiano . Insomma noi
genitori invece di ricevere
re accorri ? E lo Spirito Samo
quand'è che ha ispirato la Chie-
sa, quando ha inserito il versetto
o quando l'ha tolto? O flltt e e due
le volte? P. Livio di Radio Ma-
2 . Eppure , benché in adeguata-
mente, noi possiamo fare un di-
scorso umano sul mondo de lla
fede , perché Dio stesso ha voluto
dire il suo mistero indicibile con
3. Finisco facendo riferimento a
due delle question i eia Lei so lle-
vate, que lla che riguarda il rap-
porto tra amore e peccato, amore
e fe de e qu e ll a che ri g uarda il
aiuto dai figli dobbiamo assi-
sterli, nonostante siano adulti.
Anche le cure mediche fatte
hanno dato risultati scadenti ...
ria continua a rip etere che le parole umane. La fede ci dice che mi stero del dolore e della croce.
opere buone , fatte in p ec cato Gesù , è la massima Paro la di Dio Su quest ' ultima ci sare bbe tanto
N.G. Treviso
mortale sono vane, nulle. Cristo
invece ha affermato che saremo
giudicati sull'amore fatto al pros-
simo affamato , assetato , ammala-
su Di o stesso e su tutto ciò che
Dio vuole per noi . Grazie proprio
a c che Egli c i ha de tto, no i
poss iamo balbettare qualche cosa
da dire , certamente. Anche per-
ché alcune volte si d icono spro-
pos iti al riguardo, facendo passa-
re per "volontà di Dio" ciò che
Caro amico,
1. il servizio militare purtrop-
po non è un sistema educati-
to, abbandonato, ecc. E I' elemo-
sina non cancella i peccati? Te -
resio Bosco , lunedì 12 gennaio
ha affermato che anche gli atei,
se praticano la carità verso il
prossimo, sono di far ro dei cre-
den ti perché " Dio è amore", è
carità e quindi essi implicitamen-
te lo adorano, cioè credono. Ma
allora che bisogno c' è del/' evan-
gelizzaz ione? Chi ha rag ione?
su di Lui e sulle cose che hanno a
che fare con Lui. Alc une le pos-
siamo dire con un po ' più di sicu-
rezza, perché sono più vicine a
ciò c he Lui ha detto , a ltre con
minor sicurezza, perché sono più
lontane, pensi a circoli concentri-
c i se mpre più larg hi , tanto pe r
avere un 'i mm agine. In questo
sforzo per dire le cose della fede,
c ' è nella comuni ecc lesiale chi
non è altro che trascuratezza e/o
catt iveria umana. In questi ultimi
decenni si è andato aprendo stra-
da un modo di riflettere su questa
tematica che trova nella frase " il
dolore o la sofferenza di Dio" la
sua migliore espress ione. La sua
idea centrale è che, essendo Dio
"amore" (/ Gv 4,8.16), il soffrire
con chi soffre costituisce una per-
fez io ne in Lui , e non viceversa.
vo... è solo un dovere "pa-
trio", come si suol dire. I te -
nenti, i caporali , i sergenti e
via discorrendo non sono de-
gli psicologi, dei pedagogisti,
degli educatori: si chiamano
caporali , sergenti, comandan-
ti e via discorrendo : istrui-
scono, insegnano delle tecni-
Non sono affermazioni contrad-
dittorie, confusionarie e confon-
den ti ? Il mio ex parroco di S.
Bernardino ha affermato che
quando prendiamo l'ostia co11Sa-
cra ta mangiamo misticamente
(cioè simbolicamente?) il Corpo
di Cristo (quale poi? Quello della
vita terrena chiuso nel sepolcro o
quello risorto, spirituale , pne u-
matico, glorioso ?). Ma 11.011 è più
ha una responsabilità particolare
e il corris pondente clono dello
Spirito per fa rlo: è il cos iddetto
Magistero, che in certi momenti e
per moti vi all e volte molto con-
tin genti , decide anche sull a ge-
nuinità o meno di certi modi cli
esprimersi. E lo fa , se tiene conto
del criterio dell ' incarnazione, ba-
dando a calare ciò che dice nella
lunghezza d'oncia cul turale del
Pensi: Dio che soffre con le no-
stre sofferenze! Non fa così ogn i
buon genitore di questo mondo?
Le esperienze posit ive umane ci
se rvono per qu e l ba lbe ttare di
Di o di cui parlavamo sopra.
L ' altra qu estione è stata mo lto
presente ne l pensiero del Vatica-
no Il . Fondandosi su testi del
vangelo come que llo da lei ricor-
dato (Mr 25 ,3 1-46), il Concilio
che, quando non le impongo-
no. Il CAR, checché se nevo-
glia dire , assomiglia poco a
una scuola: la disciplina non
viene pedagogicamente incul-
cata , viene semplicemente co-
mandata. "Bisogna farne de-
gli uomini, di questi mollu-
schi", ho sentito dire da qual-
onesto, coe rente, umile a m -
mettere eh.e è tutto un mistero?
(A rnaldo Simonetta, Racconi gi).
Risponde il prof. Lui s Gallo *
momento storico in cui si espri-
me . Così sono nati, per esempio,
i diversi si mbo li della fede (N i-
cea, Costantinopoli , ecc.) e i di-
versi dogmi (sull ' identità di Gesù
sostenne che perfi no gli atei che
si sforzano di condurre una vita
retta sono sulla strada della sal-
vezza (Lu,nen Gentium 16). R i-
conobbe così come criteri o ulti-
che sergente di mia cono-
scenza. E lo diceva pure con-
vinto! Il che significa che già
la partenza è sbagliata. Sia-
Caro prof. Arnaldo ,
Cristo, sull a presenza rea le ne l- mo di sa lvezza l' amore fraterno,
mo già uomini e non mollu-
I . Comincio a risponderle dall'u l-
tima sua frase, che ritengo la più
importante : "Non è pitì onesto..
ammettere che tutto è un miste-
!'Eucaristia, s ul ru o lo ciel Papa
nell a Chiesa, ecc.). Non è quindi
da stupirsi che certe formulazioni
debbano venire riprese e modifi -
e no n la fede co me adesione
esplicita a un credo. Davvero chi
ama il pross imo, e nella misura in
cui lo ama con amore sincero, è
schi: uomo non è sinonimo di
guerriero, di duro, di spieta-
to ... la naturale aggressività
ro?". È proprio così : nell ' ambito cate, per poter dire ciò che dico- nella comunione con Dio. Il che
va regolata non coltivata! Si
della fede tutto è mi stero, perché
c i si muove ne lla sfe ra del rap-
porto con Dio, che è " il Mistero",
e perciò sfu gge ad ogni " ingab-
no, in un modo che sia davvero
trasparente e non costitui scano un
ostaco lo all a fede . Un po' come
qu and o, andando avanti co n g li
non rende vana I'evangelizzazio-
ne, tutt'a ltro. L 'annuncio esplici-
to della paro la di Gesù è una luce
formidabile che viene offerta
tratta di augurarsi che prima
o poi qualche generale af-
fronti il problema con una
biamento" umano. Badi bene, an- anni , g li occhi ali c he un tempo (mai impo sta) a tutto il mo ndo.
sensibilità un po' più educati-
c he a quello delle form ul e più
sacrosante, elaborate, con I' assi-
stenza de llo Spirito, dalla Chiesa
attraverso i seco li , come g li arti-
aiutavano a leggere, non permet-
tono più di di stinguere le parole.
Bisogna cambiarli. Bene di ceva
S. To mmaso che la fede ha per
rend e inutile il sacrame nto
de lla ri co ncilia zion e (tem a che
meriterebbe una risposta a parte).
va e un po' meno militaresca.
"Forse" (l'avverbio è dovuto:
non mi sono mai sognato di
. . coli del credo o i dogmi , e perfin o oggetto non le parole, ma le cose * Ordinario di teologia alla Uni-
essere un esperto nel campo
a quello delle paro le della Bibbi a, che in esse sono contenute e tra- versità Pontificia Salesiana, Roma
in questione: le mie osserva-
•.........•.....•.••......•..•..•......•••••............•.••••..••.•••••.••......••.••••••• zioni nascono da racconti...).
MAGGIO 1998 BS

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DON B. di
no Adamo ed Eva, oltre alle
FII'/ PA- Gr/OVANE
risposte alle domande poste. O
devo accontentarmi del un
mistero, figliolo ..." Con questa
semplice risposta mi rifugierò
col rosario in mano in un an-
golo della mia ormai solitaria
casa e farò tesoro di quella
fede inculcatami dall a "teolo-
gia" contadina di mi a nonna e
SONO çEH?RE S7ATO
dalla teologia da cortile ap-
presa ali 'oratorio salesiano.
/NNJ:}/vJOl!t}To
Osvaldo, Savona, exallievo
D6iU:::,. /'1Al>ONNA
Caro exallievo, la "teologia
della nonna" e quella "del cor-
tile" non sono affatto da di -
sprezzare : la fede semplice è
quella forse più genuina. E
questo è il primo punto. Non
ricorro a esperti per darle una
risposta. Ricorro alla scrittu-
2rr
ra. Cristo ali' inferno ci cre-
deva, a leggere i vangeli. E
questo mi basta . Tuttavia cre-
dere o meno ali' inferno non ri-
solve niente: il male continua
ad esistere sia che ci sia I' in-
ferno sia che non ci sia. Pur-
troppo. Il problema non è co-
me evitare l'inferno, ma come
2. Comunque da parte dei ge-
nitori c'è il grave dovere di
educare i figli alla vita... non
alla casa, di non tenerli nella
bambagia, di farli scontrare
con la dura realtà che trova-
no fu ori della porta . Educarli
con attenzione non è risolver-
gli i problemi ma fa rglieli ri-
solvere. Non è tenerli sempre
per mano ma farli camminare
da soli, non è, infine, togliere
gli ostacoli dalla loro strada
ma insegnare a riconoscerli .
LA TEOLOGIA DELLA
NONNA. Caro direttore, ho
letto la risposta di Perrenchio
(infarcita di "regole ermeti-
che", "prassi teologica", "hu-
mus veterotestamentario", "re-
troterra" , "enucleare" . . .) in
BS di dicembre. Poss ibile che
gli a Cri stiana", al "Bollettino
Salesiano" e al "Messaggero
di S. Antonio": esiste o no
l'inferno? Come si manife-
sta il diavolo? Adamo ed
Eva erano degli ominidi o
già appartenevano al genere
"Homo sapiens !"?
Da Famiglia Cristiana rice-
vetti una risposta con i voca-
boli che cito : "postula, con-
cordismo, preistoria , antropo-
logico, creazionismo, evoluzio-
nismo, ecc., più l'i nvito a leg-
gere "Elogio del I' imperfezio-
ne", che mi affretta i a com-
prare. Né il vocabolario né il
li bro mi hanno dato le ri po-
ste che cercavo. Il Bollettino
Salesiano mi fa elegantemen-
te capire che sono un igno ran-
te ... Ma questo già lo sapevo:
è ben per questo che chiedo
lumi . Il Messaggero di S. An-
sconfiggere il male, in tutte le
sue forme. Lo stesso dicasi
del diavolo. Cristo ci crede-
va. Come si manifesta il dia-
volo ? Perché lei non lo sa?
Guardi le assurdità più as-
surde di questo mondo. Anco-
ra una volta il discorso terra
terra, da "teologia ruspante" ,
non è come evitare il diavolo,
ma come evitare il male . "Ma
è la stessa cosa 1", dirà lei. E
che si meraviglia? Per la que-
stione di Adamo ed Eva, cioè
d el!' uomo più o meno sa-
piens, lasci alla scienza dire
la sua , alla fede interessa
l' essenziale, cioè che l'uomo
viene da Dio. Punto e basta.
Se poi discende dal!' ominide,
dalla scimmia, o da "chi sa
chi" è cosa che riguarda la
ricerca scientifica non quella
teologica .
i signori teologi quando scri- tonio mi scrive attraverso Pan-
vono debbano essere sempre teghini una gentili ssima lette-
ermetici? Chi chiede spiega-
zioni è una persona desidero-
sa di capire, ma se gli viene
risposto col " latinorum" di
don Abbondio, resta con un
pugno di mosche. Qualche
tempo fa ho chiesto a "Fami-
ra, dicendomi che nell 'aldilà
saremo non puri spiriti ma
nella dimensione in cui sia-
mo, cosa che mi fa piacere
così potrò incontrare mia mo-
glie che mi ha lasciato. Ma
ancora ho da sapere com 'era-
Non ci è staro possibile pub-
blicare tutle le lerrere per-
venute in redazione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra corrispon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MAGGIO 1998

1.8 Page 8

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IN ITALIA&NEL MONDO
EL SALVADOR
100 ANNI DI
PRESENZA
L 'opera salesiana di El Salva-
dor compie trionfalmente i
cento anni di vita. Per l'occa-
sione lo stato ha curato I'e-
mi ss ione di una serie comme-
morativa di franc obolli (i n
foto) molto belli, che celebra-
no le grandi realizzazioni dei
figli di Don Bosco.
I. Il primo presenta la mappa
delle varie opere sparse nel
territorio della repubblica, ma
in mass ima parte concentrate
attorno alla capitale.
2. Il secondo celebra il gran-
de collegio "Santa Cecilia"
(2000 alunni) situato nell a
città di Santa Tecla. È in as-
so luto la prima opera salesia-
na di El Salvador.
3. Il terzo mostra "La ciudad
de los niiios", 500 ragazzi in-
terni, e il collegio San Jo
(più di mille alunni), ubi cato
nella città di Santa Ana.
4. li quarto francobollo della
serie ha in effigie i ragazzi
della scuola profess ionale
"Don Ricaldone" a San Sal-
vador, la capitale, che ospita
quas i mille ragazzi tutti delle
supenon.
5 . Il quinto propone il san-
tuario di Maria Auxiliadora
costruito dal padre Ambrog io
Rossi, sempre ne lla capita le
dello stato.
6. L ' ultimo raffigura il fiore
all 'occhiell o di tu tta l' opera
sales iana di E l Salvador, "La
Ciudadela Don Bosco", una
vera piccola città con sette
opere all 'interno, ivi compre-
sa l'Università sales iana. . . Si
parla di ventimil a ragazzi e
più!
,.. :
:
....~.....::f.......1...0...0...5..l.i.i.o..'.S...;:l.s...a...ir.e..s..i.·.a..n..o...s......==·~q-
o
N
o
~ t i->
..·······t..·:·:·:·:···········::::~:.f·..~....~...:i...!..l..l..i.::::::.L.
ORISSA - INDIA
REP. DOMINICANA
INCARICO
PRESTIGIOSO
UN RICONOSCIMENTO
UFFICIALE
L 'assemblea generale de lla
"Organizzazione Cattolica In-
ternazionale per la Radi o e il
Cinema" (UNDA-OCIC) ha
eletto alla presidenza il sale-
siano don Cheruthottupuram
Paul , direttore di Nikita - Don
Bosco Catechetical & Multi-
media Centre. Per la prima
volta un salesiano viene eletto
ad una delle cariche più pre-
sti giose de lla Chiesa indiana,
per 27 anni ricoperta dai ge-
suiti . Don Paul è stato anche
all a Pisana, di retto re della no-
stra agenzia internazionale di
notizie salesiane (ANS) . Nel-
la foto il neoeletto presidente.
MAGGIO 1998 BS
ISLA MARGARITA
PARAGUAY
QUANDO I GIOVANI
VANNO IN ONDA
Il gruppo Giovani della co-
munità di Isla Margarita, nel
Chaco Paraguayo, era alla ri-
cerca di un mezzo concreto
per es primere e comunicare la
propri a fede , oltre che condi-
videre la gioi a del crescere nel-
l'amicizia. L'opportunità si è
presentata con la poss ibilità
di partecipare ai programmi
dell a radio comunitar ia de ll ' i-
sola. Anali zzando la progra m-
mazione de ll 'emittente, ci si
rese conto che mancava un ' in-
formazione più adeguata sul
Giubileo del 2000. Per questo
i giovani si sono impegnati a
preparare trasmi ss ioni setti-
manali raccontando alla pro-
pria gente, e ai g iovani in par-
ticolare, il senso di un avven i-
mento così importante per la
cristianità e per il mondo. La
vog lia di fa re qualcosa per g li
altri si è incontrata con la re-
lativa facilità che comporta il
fatto di comunicare attraverso
la radio. I g iovani sono entu-
sias ti e impegnatissimi . La
gente li asco lta, li ri conosce
quando parl ano ai microfo ni .
Ascoltandoli ne i tempi di pro-
grammazione delle trasmi s-
sioni insieme a suor Bianca
Rui z-Diaz, si percepisce il de-
siderio di mig liorare e di con-
tinuare ad approfondire una
fede che fa sintesi con le do-
mande e le ri sposte della vita.
Il padre Lufs Sertore, sales ia-
no, di Lanzada (Sondrio) da
quas i 50 anni miss ionario in
Centro Ameri ca, è stato di-
chi arato "Fi glio adottivo del
Municipio di Mao" (una spe-
cie d i cittadinanza onorari a),
in riconoscimento del suo
lungo servi zio apostolico ne l-
la città. Padre Lufs, nell a Re-
pubblica Domenicana dal
1952, ha un po' il cari sma del
costruttore. In mezzo seco lo
ha costruito una trentina tra
chiese e cappelle, due dispen-
sari med ici, un centro giova-
ni le, una pi ccola casa di eser-
cizi spirituale, un teatro, dei
centri di cucito, pozzi per le
comunità senz'acq ua.

1.9 Page 9

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VARSAVIA - POLONIA
UN A SUORA IN TV
Suor Mar iola K los appare ogni
settimana in T V. Il suo pro-
gramma si chiama "Ziarn o"
("grano") e si rivolge ai ra-
gazzi e ai geni tori. Laureata
in letteratura polacca e gior-
nalismo, suor Mari o la, da
quando era ancora studente,
collabora a questo program-
ma dell a televisione pubblica
polacca. Ora è redattrice re-
sponsabile e il suo comp ito è
scrivere la sceneggiatura e con
i ragazzi preparare la trasmis-
sione settimanale. " Ziarno" è
un app untamento conosc iuto
dalle fam iglie po lacche in
quanto è stato il pri mo pro-
gramma televisivo cattolico
per ragazzi ad anda re in onda
dopo la vittoria di Solidarnosc.
MENO20
ASUNCION
PARAGUAY
OPERAZIONE AIDS
D ilaga anche in Paraguay la
terrib ile malattia de l secolo,
l'AIDS. La d iocesi di As un-
ci6n ha istituito da due ann i
un centro per la pastorale so-
ciale, che si prefigge di argi-
nare questa piaga. Il centro è
a caratteristica ecumenica: vi
partecipano religiosi e la ici di
diverse confessioni, ed è l' u-
nica istituzione della nazione
che si occupa di intervenire a
favo re di questi malati. Suor
Miriam Gonzalez, una giova-
ne FMA, fa parte del gru ppo
di coordinamento in qualità d i
ass istente sociale. Tre le li nee
di azione de l centro: preven-
zione, fo rm azione e accompa-
gnamento. Per la prevenzione
sono stati pianificati corsi e
incontri con gli studenti dell~
scuole superiori de l paese. E
stato istituito il "Telefono della
speranza" : una mamma, una
suora e una ragazza si alterna-
no per tutta la giornata a ri-
spondere alle chi amate di chi
abita nel dolore e cerca un po'
di calore umano e di accom-
pagname nto .
Il centro è in collegamento
con alcuni enti internazionali .
Recentemente suor Miriam ha
partecipato in Olanda alla 3'
conferenza internazionale del-
le persone che si prendono
cura dei sieropositivi, dove si
è ribad ita la necess ità di una
presenza continua accanto ai
malati e di un ambiente che
oltre ad accog lierli aiuti a va-
lorizzare il momento della
malattia. Nella fo to suor Mi-
riam con alcune volontarie de l
centro.
Quinta busta emessa dalle Poste Vaticane
con l'effige di papa Niccolò V.
1450: IL GIUBILEO DEI SANTI
"Venne tanta gente in Roma che non si poteva stare,
ed ogni casa era un albergo e non bastava ". Così un
cronista dell'epoca fissò l'evento del quarto Giubileo
della storia del cristianesimo . La partecipazione fu ec-
cezionale perché i tempi erano eccezionali. Papa re-
gnante era Niccolò V, il quale poté inscrivere tra i nu -
merosi successi del suo pontificato anche quello di
aver messo fine allo scisma d'occidente, ottenendo la
sottomissione dell'antipapa Felice V. Fine diplomatico
e buon bibliofilo il giovane pontefice (fu eletto a 49
anni ) seppe circondarsi di personalità eminenti che lo
aiutarono nei suoi progetti, alcuni decisamente gran-
diosi, come quello di Leon Battista Alberti , che preve-
deva la costruzione di una nuova basilica di S. Pietro
e del Vaticano .
FORTE DELLA RITROVATA GRANDEZZA il Papa
poté dunque indire l'anno giubilare, che risultò un suc-
cesso senza precedenti , anche se non tutto andò per
il verso giusto. Come accennato, la ressa fu tanta che
causò anche qualche grave incidente, come la morte
di parecchie persone per la calca sul ponte Sant'An-
gelo, e mise in difficoltà gli approvvigionamenti, fino a
patire la fame ... A questo si aggiunse la solita (!)
peste. Ce n'era quanto basta perché il Papa si ritiras-
se in isolamento a Fabriano ; ma la grande kermesse
continuò e fu l'ultima manifestazione collettiva dell'età
medioevale.
FU CANONIZZATO BERNARDINO DA SIENA, morto
a L'Aquila solo sei anni prima. Alla cerimonia ~arteci~
parono i futuri santi Giovanni da Capestrano, Giovanni
della Marca, Pietro Regalato , Diego D'Alcalà, Antoni-
no da Firenze, Rita da Cascia... Venne vissuto come
la fine di un'epoca infausta per la Chiesa, che ~e
aveva fiaccato istituzioni e vita spirituale. Fu pr~pno
sant'Antonino da Firenze che definì l'anno del G1ub1-
leo come "anno d'oro".
BS MAGGIO 1998

1.10 Page 10

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JOO ann" fa
Il BS maggio 1898 riporta in apertura un lungo articolo
sulla storia della Sindone, in occasione dell'ostensione
che cadeva proprio durante la novena di Maria Ausiliatrice.
Estraiamo un pezw delizioso, che racconta come la misteriosa
reliquia fos se arrivata.fino a noi a suon di miracoli!
L 'anno 146 1, per causa di
una fierissima guerra sorta
in Borgogna (la Sindone)
fu portata presso il Conte
Lodovico di Savoia in
Chambery. Quivi lddio di-
mostrò la sua speciale
provvidenza a ri guardo del-
G!
la preziosissima reliquia.
Due persone di servizio del
Conte Lodovico, credendo
che la cassa dove era con-
servata la Sindone conte-
nesse oggetti preziosi, la
involarono dal palazzo; ma
l'
de lusi nel trovarvi solo la
Sindone, convennero di di-
~-
vidersela in due parti ugua-
,l'.
li . Uno di ess i prende le
forbici per operare il tag lio
(
e l'altro si mette a lavare le
macchie di sangue. Però il
sacrilegio non fu consuma-
to, perché il primo ladro
restò sull ' istante con le ma-
ni storpie ed il secondo fu
accecato da uno splendore
straordinario che uscì dalle
macchie di sangue. Esterre-
t~i-1i
I 1 lti
_l ~ [~
.:< ~-)'f}~
fa tti a questo prodigio, i
due ladri restituirono la
cassa contenente la Sindo-
ne al Conte, il quale mani-
festò il desiderio di posse-
derla, ma non l'avrebbe po-
tuto ottenere senza un vi-
i
si bile intervento del Cielo.
:,r. ' La fortunata posseditrice di
,~,
questo prezioso tesoro, la
Contessa Margherita di
Chamy, infatti non volle
mai saperne di privarsene e ritornando nel 1453 in Bor-
gogna aveva deciso di ricondurvi pure la SS. Sindone.
Ma il giumento su cu i si trovava la S. Reliqui a, arrivato
alle porte del castello del conte Lodovico, si arrestò e
non fu più possibile farg li dare un passo. Questo prodi-
gio fu tenuto come segno del volere del cielo: la Sindone
fu regalata al conte Lodovico di Savoia. I papi Paolo III
e Sisto IV permisero che le si erigesse una cappell a, col
titolo di Santa Cappella e le si tributasse culto pubblico .
Più avanti l' articolista ricorda che per l'ostensione de l
1578 lo stesso san Carlo Borromeo venne da Milano a
piedi per visitarla e che 25 anni phì tardi "la visitò e
bagnò delle sue lacrime il mitissimo nostro san France-
sco di Sales" , e afferma la sua convinzione con le parole
di un anonimo: "Dall'arte non è nata,
Non la formò natura;
Senz'ombra ombreggiata
Senza pittar pittura.
MILANO
8' FESTIVAL CINEMA
AFRICANO
Nel marzo scorso (dal 20 al 26)
a Milano ha avuto luogo 1'8'
festival del Cinema Africano,
organizzato dal Centro Orien-
tamento Educativo (COE). li
festival serve indubbiamente
a risvegliare un'attenzione
prioritaria a questo martoriato
continente, dove quasi mille
salesian i lavorano e rischiano,
dove antiche congregazioni
continuano ad avere i loro
martiri, dove rivalità etniche e
guerre impossibili decimano
intere popolazioni. Le proie-
zioni dei lungometraggi , cor-
tometraggi e video hanno vi-
sto la partecipazione di gior-
nalisti, registi, amatori, esperti
di cinema e di storia africa-
na ... Alcuni dei film del festi-
val partiranno in tournée per le
città italiane che ne fanno ri-
chiesta. Le proiezioni del mat-
tino sono state riservate dal-
!'organizzazione alle scuole
elementari, medie e superiori.
UPS-ROMA
DOTTORATO
HONORIS CAUSA
li 19 febbraio presso 1'Uni-
vers ità Pontifica Salesiana,
alla presenza dei cardinali Et-
chegaray, Xavierre e Stikler,
di monignor Bertone già Ret-
tore Magnifico dell 'UPS , del
corpo accademico della facol-
tà di teologia, dell 'ambascia-
tore di Timor ed altre autorità
religiose e civili, il decano
della facoltà teologica prof.
don Angelo Amato ha con-
ferito solennemente a Monsi-
gnor Belo la pergamena che
lo insigniva del dottorato in
teologia "honoris causa". Una
sobria e nello stesso tempo
solenne cerimonia: l'ennesimo
riconoscimento a questo pic-
co lo, coraggioso pastore che
ha stupito il mondo con la sua
dignità di uomo che vuole re-
stare libero col suo popolo, e
chiede con forza e dolcezza il
rispetto della giustizia e dei
diritti inal ienabili per il suo
popolo.
La cerimon ia ha avuto l 'ade-
sione del Capo dello Stato
attraverso un telegramma e
di varie personalità civili e
religiose.
MAGGIO 1998 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ROMA - PISANA
FESTA PER MONSIGNOR
FRANCO DALLA VALLE
Guidati da don Motto, diretto-
re dell ' Istituto Storico Sale-
siano , ma anche animato re
della gioventù di Ponte Gale-
ri a, i giovani della parrocchia
su l c ui territorio è la nostra
Casa Generalizia, hanno orga-
nizzato una grande lotteria
della Befana per il neo vesco-
vo di una neo diocesi, ben sa-
pendo le difficoltà cui il co-
raggioso missionario va in-
contro, in una terra d i poveri
dove tutto è da costruire , an-
che, se abbiamo ben capito,
1'episcopio ... A questo punto
è d'obbligo avv isare i lettori
di non pensare ai palazzi set-
tecenteschi che spesso ospitano
le nostre cu rie. In zona di vera
missione una c uri a assom ig lia
molto di più a una capann a...
SCCTARI - ALB .-\\;'\\IA
UN AVVENIMENTO
DEGNO DI NOTA
Il 31 ge nn aio ultimo scorso, a
Scutari , all a presenza delle
autorità municipali e di quelle
religiose de ll a Chiesa locale,
sua eccellenza monsignor An-
gelo Massafra, amm inistratore
apostolico della diocesi di Scu-
tari e monsignor Zef Simoni,
si è " battezzata" la nuova via
intitolata a Don Bosco, in cui
sorgono il Centro Catechisti-
co Nazionale, il centro sale-
siano che ospita l'aspirantato,
il novi ziato e l'oratorio - cen -
tro giovanile. Fra qualche tem-
po la medesima via festegge-
rà I'erezione dell 'Istituto pro-
fessiona le tenuto dalle F iglie
di Maria Ausiliatr ice. Si tratta
indubbiamente di un segno in
più della presenza salesiana
che da anni si sta impegnando
nella formazione religiosa e
professionale dei giovani nel
paese pomposamente ch iama-
to delle aqui le, ma che è anche
uno dei più poveri del medi-
terraneo e certamente il più
povero d 'Europa. Ne lla foto il
momento de ll ' inaugurazione e,
nel riqu adro la targa della via.
CO:\\TEGM - PISANA
50 MILIONI DI RIFUGIATI
Convocati dal dicastero per le
missioni, nella Casa Generali-
zia si so no incontrati un grup-
po di sa les ian i e un laico per
verificare l'attuale azione del-
la congregazione a favore dei
rifugi ati e studiare altre forme
concrete di interve nto nelle
aree a forte densità di rifugia-
ti . Il problema non è piccolo,
le cifre a livello mondiale fan-
no paura: 50 milioni di profu-
ghi intristiscono il pianeta, e
molti sono in cond izioni di-
... Spiace aggiungere a que-
sta bella notizia, un 'altra pes-
sima: que ll a di un gruppo di
delinquenti che, armati di mi-
tra e bombe, la notte del 22
febbraio hanno assaltato il
Centro Don Bosco, sparando
all'impazzata e impossessan-
dosi di quanto hanno potuto,
/ HUGA
'-
' DON BOSC O -
sperate. La più forte concen-
trazione si ha nelle frontiere
calde del g lobo: Rwanda, Su-
dan, Sierra Leone, Liberia, In-
dia, Sri Lanka, Mess ico, Cen-
tro America ... I grandi conti-
nenti so no toccati da questo
triste fenomeno e i problem i
si acuiscono ogni giorno di
più. Il seminario di studi o, do-
po essersi reso contro della si-
tuazione, ha cercato di indivi-
duare le zone in c ui la nostra
opera è già avviata, per mira-
re gli interventi e gestire atti-
vità compatibili col carisma e
possibili alle nostre forze.
fotocopiatrici , computer, ecc.
Nella casa vicina, il novizia-
to, novizi e maestro, temendo
succedesse la stessa cosa, so-
no fuggiti calandosi da lle fi-
nestre con le lenzuola. L'an-
ziano maestro, don Rudi, è
precipitato fratturandosi en-
trambe le gambe. La fa ticosa
marcia cieli ' Albania verso una
democrazia compiuta conti-
nua, nonostante tutto, e i sale-
sian i restano al loro posto.
VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
Rivolgiti alla più vicina
casa salesiana o contatta
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Abruzzo, Romagna)
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tel. 095/43.33.00
VENETO EST (IVE)
VENETO OVEST (IVO)
(Trentino, Alto Adige/Friuli ,
Venezia Giulia/ Veneto)
Enrico Peretti
tel. 041 /590.23.38
Roberto Dal Molin
tel. 045/80 .70.793
BS MAGGIO 1998

2.2 Page 12

▲back to top
Chi ha detto che la schiavitù è finita? Storie che infangano
PICCOLI SCHIAVI
DEL DUEMILA
di Silvano Stracca
In principio fu lqbal,
il piccolo tessitore
pakistano, ucciso
il giorno di Pasqua
del 1995, mentre tornava
a casa in bicicletta,
vicino a Lahore,
dopo sedici ore di lavoro
accucciato
nel retrobottega di
un fabbricante di tappeti.
I qbal Masih, baby-sindacalista,
simbolo dei piccoli schiavi del
2000. Venduto a quattro anni
per sedici dollari dai suoi familiari ,
che non avevano potuto restituire
un prestito. Assassinato a dodici
perché aveva osato ribellarsi e lan-
ciare una crociata per sciogliere le
catene di tanti bambini venduti, ra-
piti, torturati. Viaggiando per le ca-
pitali dell ' Occidente per raccontare
le sofferenze dei coetanei a cui era
stata rubata 1' infanzia in India, nel
Vietnam, in Cina.
lqbal sognava un futuro da avvo-
cato, grazie ai quindicimila dollari
che una fabbrica di articoli sportivi
statunitense assegna ogni anno a un
giovane talento. Ma il suo rimase
un sogno. Un anno dopo, i colpi di
un fucile troncarono la vita dell 'im-
berbe sindacalista. A sparargli uno
squilibrato. Ad armare il fucile la
potente mafia dei trafficanti di tap-
peti. Quegli stessi tappeti che oc-
chieggiano dalle vetrine di lusso a
Roma, Londra, Parigi, tessuti per un
pugno di rupìe da milioni di piccole
mani. Come quelle di Iqbal.
MAGGIO 1998 BS
SCALFARO E COFFERATI
Era la sera dell ' ultimo dell'anno
quando, accanto al caminetto, in un
angolo del Quirinale, il presidente
Scalfaro evocò il dramma di lqbal
per ricordare agli italiani che il la-
voro minorile non è una vergogna

2.3 Page 13

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il pianeta.
solo del Terzo Mondo. Correva l'i-
nizio del 1998 quando, da Nuova
Delhi, il leader del maggiore sinda-
cato del paese, Cofferati, lanciò la
provocatoria idea di "un calciatore
famoso, uno di quelli lautamente
pagati" , come sponsor di un 'inizia-
tiva per salvare le vittime di quel
grande iceberg, quasi del tutto som-
merso, nascosto, ignorato, che è lo
sfruttamento infantile.
PALLONI
TARGATI BAMBINI
Il tam-tam racconta, infatti, non
solo di bimbi che cuciono i palloni
usati negli stadi e nei campetti di
periferia, ma anche di quelli che
portano pietre, si spellano le mani
nelle concerie, lavorano nelle forna-
ci di vetro, piegano la schiena sui
telai, hanno i polmoni devastati dal-
la silicosi nelle fonderie ... Per po-
chi spiccioli al giorno quando va
bene. Gratis se devono pagare un
debito contratto dalla famigli a e la
schiavitù si tramanda per generazio-
ni finché il debito non viene salda-
to, ossia per sempre.
I Chi potrà controllare cosa
prendono a calci i ragazzini
che giocano sotto casa?
I Il Presidente Scalfaro
ha avuto il coraggio di denunciare
la vergogna mondiale
del lavoro bambino!
Una piaga in tante zone povere
del pianeta: 250 milioni di bambini,
tra i quattro ed i quattordici anni,
costretti a lavorare. Una cifra proba-
bilmente errata per difetto. Il 60 per
cento in Asia, il 30 in Africa, il 7 in
America Latina, il resto nel Nord
industrializzato. Ben 80 milioni la-
vorano in miniere, nell'agricoltura
senza controllo nell'uso dei pestici-
di, nelle concerie a contatto con so-
stanze chimiche micidiali, nelle for-
me più faticose di pesca, in altre
mille attività prive di qualsiasi ele-
mentare tutela della salute.
INFANZIA VIOLATA
Il rapporto Unicef sulla "condi-
zione dell'infanzia nel mondo 1997"
denuncia come moltissimi bambini
vivano in condizioni di "vera e pro-
pria schiavitù". In tanti paesi del-
1' Asia, e dell'Africa, vengono ceduti
- come lqbal - a saldo di debiti che
le famigl ie non possono onorare e
di questi piccoli si perdono le trac-
ce. Tutti lavorano a tempo pieno,
pietoso eufemismo per dire dal! ' al-
ba al tramonto, per una cioto la di
riso. In non pochi casi, per impedir-
ne la fuga, vengono legati al posto
di lavoro con una catena.
Un anno fa, al vertice di Singapo-
re per la liberalizzazione del com-
mercio mondiale, molti paesi in via
di sviluppo, aderenti a pieno titolo
all'Organizzazione Internazionale del
Lavoro, si sono opposti all a presen-
za di rappresentanti della stessa or-
111 leader del maggior sindacato
italiano, Cofferati,
è sceso in campo
contro lo sfruttamento minorile.
ganizzazione ben sapendo che sa-
rebbe stata posta la questione del la-
voro minorile.
Il discorso, però, non riguarda
soltanto i paesi meno svil uppati.
Basti pensare ai bambini-operai sco-
perti in laboratori più o meno clan-
destini, quasi ogni giorno, dalle Al-
pi a Lampedusa. L'Italia viene con-
siderata una delle nazioni a più alto
rischio di sfruttamento dei baby-la-
voratori. La confederazione interna-
zionale dei sindacati liberi valuta tra
i 300 ed i 500 mila i bambini italia-
ni, al di sotto dei 14 anni, che lavo-
rano quotidianamente. L'ampiezza
della stima è stata confermata, a
metà dicembre, in sede di comm is-
sione lavoro della Camera, dove si è
parlato di 230 mila bimbi schiavi
per poche lire.
LE VERGOGNE
DELL'OCCIDENTE
Nell ' Occidente della democrazia
e dell'opul enza, i baby schiavi non
sono un problema solo itali ano. Ce
ne sono in Francia, Germania, ecc.
Persino nel paese più ricco ed evolu-
to, gli Stati Uniti, dove, secondo una
recente ricerca, lavorerebbero ille-
galmente 290 mila minorenni, quasi
tutti provenienti dal Terzo Mondo ,
perlopiù "hispanic", cioè immigrati
dal Messico alla Terra del Fuoco.
C'è di più e di peggio. Stando ai
dati Unicef, "più di un milione di
minori viene sfruttato sessualmente
e costretto a prostituirsi". Il già cita-
BS MAGGIO 1998

2.4 Page 14

▲back to top
11tappeti!
Abbelliscono feste e case
in ogni parte del mondo, ma...
da dove arrivano? Possono
averli intessuti mani bambine.
to rapporto dell 'agenzia delle Na-
zioni Unite per l'infanzia denuncia
ancora gli abusi sessuali a cui questi
lavoratori-bambini vengono sotto-
messi - soprattutto in Asia - sia nel-
le fa miglie dove prestano servizio
sia nei luoghi di lavoro. Per esem~
pio "in alcune fabbriche di tappeti
spesso vengono allestiti veri e pro-
pri bordelli dai padroni dei telai".
Per soddisfare le degenerazioni
di ricchi occidentali, di pedofili e di
faco ltosi clienti locali , si calcola che
circa un milione di bambini e bam-
bine vengano adescati e coinvolti
ogni anno nel giro della prostituzio-
MAGGIO 1998 BS
ne, specialmente in Estremo Orien-
te. Ma il fenomeno è abbastanza
diffuso anche in paesi del benessere
come il Belgio, gli Stati Uniti, la
stessa Italia. "Aids, malattie trasmes-
se per via sess uale, tossicodipen-
denze, bambine madri di neonati
sieropositivi abbandonati negli isti-
tuti, sono gli atroci danni provocati
da questa forma di sfruttamento" .
In questa situazione di degrado
morale e sociale, che costituisce una
vergogna per quella che chiamiamo
"la civiltà moderna", la famiglia non
è immune da responsabilità dirette.
"Le ricerche compiute in questo
ambito - si legge nel rapporto Uni-
cef - hanno regolarmente indicato
che, ali' interno della famiglia, gli
abusi sessuali e l' incesto sono i pre-
cursori più comuni dello sfrutta-
mento della prostituzione infantile".
UN QUADRO
DA RABBRIVIDIRE
E la denuncia dei mali dell 'infan-
zia è ancora lunga. Vi è chi non si fa
scrupolo di arruolare bambini per at-
tività criminali, in particolare per lo
spaccio di droghe, col rischio che
restino coinvolti nell ' uso di tali so-
stanze. In 39 paesi i minori sono
vittime della guerra civile e in 300
mila muoiono ogni settimana per
fame o malattie. Dal 1989 ci sono
stati nel mondo 26 conflitti non di-
chiarati, nei quali sono morti circa
due milioni di bimbi. Mentre quattro
o cinque milioni sono quelli feriti o
mutilati e quasi dieci milioni quelli
traumatizzati psicologicamente.
Altre violenze sono meno appari-
scenti , ma altrettanto terribili. Così
si teorizza come male minore in
certe situ az ioni, lo stesso lavoro 'mi-
norile. E ci si domanda, per esem-
pio, se non sia preferibile una qua-
lunque occ upazione alla delinquen-
za o alla morte per mano della poli-
zia per i "meninos de rua" di San
Paolo e di Rio de Janeiro o per ma-
no dei clan rivali per i baby soldato
arruolati da camorra e mafia a Na-
poli e Palermo.
UNA STRADA IN SALITA
La strada per superare la piaga
dello sfruttamento infantile resta,
dunque, ancora in salita. Il proble-
ma principale resta spesso la resi-
stenza di paesi che vogliono far
parte delle organizzazioni interna-
zionali del lavoro e del commercio,
ma non ne rispettano le regole. E
sono tanti . Compresi molti stati oc-
cidentali che si comportano come
gli altri nelle fabbriche lontane dai
confini domestici. L'argomento foot-
ball-e-l avoro minorile è di scottante
attualità. Con Ronaldo, Baresi, Zi-
dane tra i primi a schierarsi nella
squadra che gioca la partita contro
chi sfrutta il lavoro dei bambini per
produrre palloni da calcio.
Tra poco più di un mese il Mon-
diale in Francia catalizzerà I' atten-
zione di mili ardi di persone. Adesso
sappiamo che sarà un torneo pulito,
dopo che la Confederazione france-
se del lavoro ha chiamato in causa il
grande Miche! Platini, chiedendogli
di dare un segnale forte. Dunque,
niente palloni cuciti da undicenni
che lavorano al giorno più ore dei
loro anni per una manciata di so ldi.
Bene. Ma chi controllerà cos'è che
prendono a calci i ragazzi che stan-
no giocando sul prato sotto casa?
Silvano Stracca

2.5 Page 15

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Cariss imo/a,
dovessi guardare con at-
tenzione il frasario e i luo-
ghi comun i del nostro con-
Maggio: il mese delle rose... con le spine!
Profumo, bellezza e... fortezza.
È bella la rosa,
ma quanta forza richiede
versare, non esiterei a dire
per sopportare le spine.
che il riferimento a lla for-
Come la vita.
tezza è il più frequente.
"Il coraggio uno non se lo
può dare" ricorda il don
Abbondio manzoniano; ce
ne accorgiamo - eccome! -
in tutte le c ircostanze in
IL CORAGG
SE LO P
{•··.
'I
spingere, vincere, lasc ian-
cui non si è forti a suffi-
dosi interpellare dalla vita
cienza per affrontare
come impegno, significato,
s·ituazion i diffici l i . "Ho
progetto, sogno: non bi-
p:erso la testa", ci si con-
sogna aver paura di
f~ssa quando sono venute
sognare in grande: l'elefan-
meno la padronanza di sé,
te non ti faccia paura!
la fermezza, la magnani-
Viceversa la spavalderia,
mità, virtù che i f il osofi
la temerarietà, una for-
greci collocavano attorno alla virtù dell a fortezza. tezza che non sapp ia ponderare, che non sappia
Lp vita attende tutti e allarga le sue bracc ia nel stare in equ il ibrio (in medio stat virtus, sentenzia-
momento in cu i un giovane si sente di mettere su vano gli antichi) è a rischio, può finire tra i ruggiti
casa e prende le decisioni della vita.
del leone e trasformars i in tragedia.
Il terzo augurio è la prudenza, card ine del la vita,
come la fortezza, la giustizia, la temperanza. La pru-
denza chiama attorno a sé la vigilanza, la pazienza,
la costanza. Il forte è colu i che sorveg lia notte e
giorno il cuore, vigila perché basta il piccolo morso
di una serpe per avvelenare i se ntimenti più bel li.
L'uomo non può farti del ma le, se decid i di percor-
rere la strada de lla tol leranza, de lla convivenza
soc ia le, del la comunione, de lla sol idarietà, de lla
testimon ianza, della non-violenza.
La te lefonata dell'a ltro giorno mi ha fatto molto
piacere: "Don Carlo, ho intenzione di sposarmi, final-
mente ho messo la testa a posto" ... In que l mo-
mento mi è riaffiorata l'usanza e la tradizione d i un
popolo africano. Quando il figlio s i sposa e va ad
abitare nella nuova capanna, prima di allontanarsi
definitivamente, il Padre lo benedice formulando un
quadruplice augurio:
L'elefante non ti faccia paura,
il leone non ti attraversi la strada,
il serpente non ti morsichi il braccio,
l'uomo non ti faccia del male.
Magnifico! E veritiero!
Quante paure sono dentro di noi: la paura de l
futuro, la paura deg li altri, la paura di sé, la paura
di Dio. Anche quella sì, per qualcuno. La si può re-
La fortezza a prima
vista sembra orien-
tata a mettere l'ac-
cento sul l'uomo qua-
si avesse come com-
pito primario la sua
esaltazione.
Apro a caso la Bibbia
e leggo: "Esu ltate in
Dio, nostra forza".
L'uomo bibl ico è frag il e, debole, peccatore.
Vince la sua battaglia perché Dio è la sua rocc ia, il
suo bastone, la sua forza.
Ti sa luto, ti penso forte, mitico, coraggioso. San
Giovanni evangelista ha avuto per te, per vo i, giova -
ni, paro le di grande stima "Hq scritto a voi giovani,
perché siete forti... " (1Gv 2,14). Prendi il suo elogio
come "una laurea ad honorem" e d iventi il tuo e il
mio impegno.
A risentirci.
Ca rlo Terraneo
BS MAGGIO 1998

2.6 Page 16

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Don Giuseppe Gangi (1873-1946), direttore dell'oratorio dal 1901
UN DIRETTORE D'ORATORIO
COME DIO COMANDA
di Francesco Casella
Un'istantanea di don Gangi,
direttore "perenne" di oratorio.
Don Giuseppe Gangi,
siciliano, direttore
"perpetuo" dell'oratorio,
opera principe della
congregazione, incarna
il prototipo di quei
salesiani "in maniche
di camicia" che si danno
d'attorno da mane a sera
non tanto a distribuire
palloni quanto a educare
con ogni mezzo i giovani
a loro affidati, perché,
come voleva Don Bosco,
"si salvassero l'anima".
Il meglio di
lo riservò a Caserta.
IQuadro della Madonna
commissionato da Don Bosco
stesso al pittore Sonetti
per la Basilica di Maria Ausiliatrice
di Torino, poi donato
da don Rua a Caserta,
dov'è attualmente.
N on capita tutti i giorni che
un superiore maggiore dia
seguito alla richiesta di non
trasferimento di un confratello a se-
guito di una lettera di " perorazione"
di un vescovo. Non sono cose abi-
tuali in congregazione. Eppure quel-
la volta capitò. La cosa andò così .
PRIMA OBBEDIENZA:
ORATORIO
Inviato a formare la prima comu-
nità di Caserta nell 'ottobre del 1887,
don Gangi fu nominato direttore
dell ' oratorio di quella città nel 1901.
La situazione giovanile preoccupa-
va non poco il vescovo monsignor
Cosenza, il quale, quando fi nalmen-
te vide che qualcosa stava cambi an-
do, si affre ttò a notificarlo addirittu-
ra nella sua relazione ad limina:
"Da poco è stato istituito anche un
'Ricreatori o' fes tivo, come dicono,
e una Società di giovani dai Padri di
In posa dopo una gara catechistica (19 marzo 1925).
MAGGIO 1998 BS
Don Gangi col suo oratorio nel 1939 (festa di san Luigi).

2.7 Page 17

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al 1942: 41 anni di eroismi nemmeno tanto nascosti.
S. Francesco di Sales, anche con il
mio aiuto in denaro e lavoro, che
procurano molto bene in mezzo agli
adolescenti". E 1'8 maggio 1902,
dopo un anno di servizio di don
Gangi l'ispettore don Giovanni Ma-
renco avvisava don Rua circa l'ora-
torio: "Ora va bene con soddisfazio-
ne di tutti" . Tre anni dopo la bomba:
don Gangi riceve l' obbedienza per
Potenza. "Questa disposizione m'ar-
reca non poco dolore, scrive al Ret-
tor Maggiore il vescovo, perché il
predetto Padre dirige qui il Ricrea-
torio festivo, che va benissimo. Al-
lontanandosi egli da Caserta que-
st'opera [... ] andrebbe a finire". Di-
cemmo che don Rua acconsentì a
lasciarlo per altri quattro anni.
POI... ORATORIO
Lasciata Caserta, immaginiamo
con un certo rimpianto, legittimo
perché umano, andò a continuare il
suo lavoro a Bari tre anni, successi-
vamente al Vomero di Napoli, poi a
San Saba di Roma, a Gualdo Tadino
in Umbria, per tornare definitiva-
mente a Caserta nel 1922. Tempra
forte e virile, devoto di sua madre,
di lei tracciò un ritratto, che potreb-
be tranquillamente essere un autori-
tratto: "Donna retta e di gran sacri-
ficio; carattere maschio e riflessivo;
la sua vita fu amore e sacrificio
confortato da Gesù". Per 20 anni è
stato un instancabile direttore spiri-
tuale, un formatore di coscienze, un
educatore del carattere dei suoi gio-
vani. Per raggiungere queste mete
"l 'oratorio era tutto per lui ed egli
era tutto per il suo oratorio. Per esso
seppe trasformarsi in meccanico, fa-
legname, tipografo, pittore, fotogra-
fo , musico, direttore di scena, calli-
grafo, giardiniere, imbianchino",
senza mai dimenticare di essere
prete, senza mai smettere di prega-
re, anzi .. .
IL DIRETTORE
DELLE IMMAGINETTE
Associazioni e catechesi, messa
domenicale e solennità liturgiche,
gare catechistiche ed esercizi spiri-
tuali, feste, sport, musica, teatro ... il
piatto oratoriano è sempre uguale.
Don Gangi usava tutti i mezzi clas-
sici di un oratorio salesiano. E li
usava bene, anzi benissimo. Lo sco-
po, quello stesso di Don Bosco: fare
onesti cittadini e buoni cristiani.
Non mancavano mai gli esercizi
spirituali prima di Pasqua; li con-
cludeva con un "ricordo" che ac-
compagnasse i giovani per il resto
dell 'anno, scritto generalmente die-
tro un ' immaginetta. Anzi si può
dire che i suoi messaggi li lanciava
tutti attraverso immaginette.
L'intensa e infaticabile attività era
sostenuta da una profonda vita inte-
riore, che lasciava trasparire, tra l'al-
tro, con il solennizzare le ricorrenze
della sua vita religiosa. Anche in
questo caso le immaginette erano il
veicolo attraverso cui faceva passa-
re i contenuti. Simpatico il testo per
il 40' della sua vocazione (festeggia-
va anche questa ricorrenza!): "Ca-
tania, 26 maggio 1889. I salesiani
fan del bene. Io che cosa ho fatto?
Mi farò salesiano presto o tardi. Ca-
serta 26 maggio 1929. Ho corrispo-
sto? Dio solo lo sa; a Lui solo gloria
e benedizioni eterne".
LASCIARE
È UN PO' MORIRE
Nel 1942 a sessantanove anni era
ancora direttore dell'oratorio. Per
quei tempi un 'eccezione. La gran
maggioranza dei coetanei aveva
ormai smobilitato.. . Non certo dal
lavoro: le confessioni erano a volte
un impegno molto gravoso , ma in-
dubbiamente pochi sognavano di
essere direttori dell 'oratorio a quel-
1'età. Lui era tra i pochi e non
avrebbe voluto mollare. Ma era
tempo . Anzi a dir la verità il tempo
era passato da un pezzo. Se ne rese
conto e, con certo rimpianto, ma in
spirito di obbedienza, accettò la let-
tera che lo sollevava dall 'incarico, il
più salesiano, il più bello che aveva
sempre avuto. Lasciare è un po '
morire e lui, come se fosse termina-
to lo scopo della sua vita, si ritirò in
camera per prepararsi alla morte. A
rendere più drammatici i tempi
c'era la guerra. I bombardamenti
continui indussero a sgombrare an-
che l'istituto salesiano. Lui rimase.
I Regalava anche la sua foto
con un messaggio fortemente
impegnativo: Figlioli, amate
il Signore, siate puri!
Solo. Per custodire la casa, diceva.
A tragedia si aggiunse tragedia quan-
do i nazisti trucidarono i confratelli
e i famigli sfollati a Garzano.
L'ULTIMO SANTINO
La fine della guerra coincise con
il suo giubileo sacerdotale. Anche
stavolta scelse la sua bella immagi-
netta e ci fece stampare dietro:
"Carissimo, il 21 c. m., se sono an-
cora in vita, si compie l'Anno Giu-
bilare della mia Prima Messa. Sto
male assai in salute e le feste non
sono per chi sta male , il quale ha
bisogno di essere lasciato tranquillo
e in libertà.
Tuttavia ti assicuro che nella cele-
brazione della S. Messa non dimenti-
cherò alcuno , perché tutti possiamo,
per la misericordia di Dio, giungere
alla vita eterna. Viviamo una vita di
giustizia e di amore verso Dio,
verso Maria , verso il nostro prossi-
mo. Dio sia sempre benedetto!" .
Fu il suo testamento spirituale. Il
21 dicembre celebrò nel raccogli-
mento il 50' di sacerdozio e pochi
giorni dopo, il 15 gennaio 1946,
morì. Sei anni dopo un giornale lo
ricordava ancora: "Per don Gangi
vivere significava soprattutto agire;
infatti la sua vita fu una lotta contro
l'ignoranza e contro quelle opinioni
che [... ] minacciavano di fondare
nelle anime giovanili una condizio-
ne di vuoto, d'inerzia e di squallore
morale. Il suo linguaggio disadorno,
secco, fatto di tizzoni incandescenti,
bruciava ogni cosa". Era proprio vero.
Francesco Casella
BS MAGGIO 1998

2.8 Page 18

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IL MESE
Adriano Gelmini
sa è il segno della perfe-
zione assoluta, del compi-
mento senza macchia
alcuna.
La rosa parla... Bisogna
impararne la lingua .
Essa dice bellezza e gioia
di vivere, fragilità e malin-
conia, donazione genero-
La rosa è un fiore che
per la sua bellezza, il
profumo , la fragilità è sta-
to amato, cantato , colti-
vato da tutti i popoli . Lo si
trova affrescato (da 4000
anni!) nel palazzo reale di
Cnosso. Il Siracide, profe-
ta dell 'omonimo libro del
Vecchio Testamento , così
esprime il suo incanto:
"Sono cresciuta come ro-
sa in Engaddi , e come
pianta di rose in Geri-
co ... ". Teocrito di Siracu-
sa , profumo di dolcezza,
amore e passione . Ogni
anno nel mese di maggio
gli antichi celebravano la
festa chiamata "rosalia":
offrivano rose sulle tombe
dei defunti a significarne la
rigenerazione.
I santi e le rose . Santa
Caterina da Siena, davanti
a una rosa si commuove-
sa ammirava i giardini di
rose del suo tempo . I ro-
mani si ornavano di rose .
In Persia i giardini e i cor-
tili delle case erano ammi-
rati per le rose che li
MAGGIO:
LA ROSA
adornavano : con i loro pe-
tali venivano festeggiati gli
ospiti .
Maggio, da sempre, è il mese dei fiori ...
lo si dice, lo si canta, lo si scrive,
La rose sono state og- e tra i fiori maggio predilige la rosa.
getto di magnifiche gare
tra conventi e città nel Medio Evo . Rouen e Firenze va fino alle lacrime .
gareggiavano con fiere ed esposizioni di rose. Magni- Le rose di santa Zi-
fiche rose provenivano dalla Romania, da Israele , dal ta, le rose promes-
Marocco, dalla Gran Bretagna. Nazioni come la Cina, se e mandate da santa Teresina del Bambin Gesù , le
la Corea, il Giappone , tenevano in grande considera- rose di santa Rita da Cascia, il roseto senza spine
zione la rosa. L'India venera la rosa di san Francesco.
cosmica , che serve da riferimento
alla bellezza della Madre divina. Es-
Maria e le rose . Una tradizione secolare assegna a
Maria il mese di maggio e chiama rosa la madre del
Signore , " Rosa Mistica". Il vertice del simbolismo
spetta proprio a Maria, mistica rosa! I petali profumati
della sua inimitabile purezza sono impreziositi dalle
spine del suo calvario di donna e di mamma. Una
corona di preghiere che ricordano e invocano Maria
diventa il rosario : lunga ripeti zione di Ave che supe-
rano la monotonia con la forza dell'amore . L'amore
vero non usa parole strane e ricercate , ripete sempre
quelle ... all 'infinito!
Nella inimitabile esistenza di Maria tutti i messaggi
della rosa sono stati attuati : la dedizione silenziosa,
la carità profumata, la sofferenza riservata...
MAGGIO 1998 BS

2.9 Page 19

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ROMA - PISANA. Si è
concluso nell a Casa Gene-
ralizia il raduno dei delega-
ti della Famiglia Salesiana:
cooperatori, exallievi e Vo-
lontari e di Don Bosco
(VDB). Guidate dal respon -
sabile della Famiglia Sale-
siana don Martinelli e dal
delegato centrale don Pa-
trick, i convenuti hanno tra-
scorso tre giornate intense
di studio, fissandosi sulle
prospettive di futuro in vi-
sta del lii millennio, per ap-
profondire motivi di rinno -
vamento e consolidamento
delle rispettive associazioni.
PARIGI - FRANCIA. Ago-
sto 1997. Un obiettivo cu-
rioso in mezzo al mare di
giovani che occupavano
tutti gli spazi della grande
metropoli incamminandosi
verso il Campo di Marte ,
luogo dell'incontro col Pa-
pa, ha colto questa imma-
gine ... I quasi cinquemila
giovani del MGS si sono
comunque fatti riconosce-
re, compagnia allegra.,
impegnata , rumorosa ... E
la testimonianza che
"c'eravamo! ".
ROMA - PISANA. 11 Rettor
Maggiore ha compiuto i 50
anni di professione religio-
sa , emessa nel 1947 a
Fortin Mercedes in Argen-
tina. Da ben 25 è alla Ca-
sa Generalizia, prima co-
me Consigliere Regionale
(1972/77) , poi Consigliere
per la Pastorale Giovanile
(1977/90), successivamen-
te come Vicario (1990/96) ,
e dal 1996 come Rettor
Maggiore. Nella foto don
Vecchi concelebra in san
Pietro per l'occasione.
TORINO. Il CAM (Ce ntro
Accoglienza Migranti) ,
costituito nell 'archidiocesi
di Torino dal 1990, conti-
nua a lavorare organizzan-
do , tra le altre cose, corsi
di alfabetizzazione e di lin -
gua per l'inserimento degli
immigrati nel mondo del la-
voro e per togliere dalla
strada ragazze facile pre -
da di delinquenti profittato-
ri. Nella équipe di volonta-
rie , guidata dalle missiona-
rie della Consolata che
prestano la loro opera per
l'insegnamento, è attivissi-
ma anche la mamma di un
salesiano (nella foto assie-
me alle allieve) .
VALLECROSIA. Simpati-
cissimo e davvero origina-
le il presepio di frontiera ,
realizzato presso l'Istituto
delle Figlie di Maria Ausi_-
liatrice a Vallecrosia . E
stato messo in opera dai
genitori e dagli animatori
dell 'oratorio Happy Day ,
con l'aiuto delle alunne ,
utilizzando pasta di vari
colori. Lo scenario tradizio-
nale è sostituito da un'in-
solita ambientazione: la
costa tra Ventimiglia e
Bordighera .
PORTO - PORTOGALLO .
Il presidente Sampaio si è
recato in visita al prestigio-
so Colégio dos Orfaos ,
che conta ormai 346 anni
di attività e dal 1951 è affi-
dato ai salesiani. È una
scuola che raccoglie i gio-
vani più a rischio della città
e dei dintorni , a cominciare
dalla scuola materna. Oggi
ospita 703 alunni d'ambo i
sessi. Un riconoscimento
del lavoro educativo dei
salesiani , ai quali ha offer-
to un computer multimedia-
le con l'accesso a Internet.
BS MAGGIO 1998

2.10 Page 20

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Le scuole professionali delle Figlie di Maria Ausiliatrice di fronte
FORMAZIONE
PROFESSIONALE
AL FEMMINILE
di Bruna Grassini
L'attività nel laboratorio
linguistico di 1° e 2° livello.
Progetti, corsi pilota,
nuove figure
professionali,
metodi innovativi attivati
nei centri di formazione
professionale CIOFS
delle Figlie di Maria
Ausiliatrice.
Una nuova cultura
del lavoro nell'ottica
delle pari opportunità
per la donna.
I n Italia ci sono 97 Centri di for-
mazione professionale, presenti
in 15 Regioni, gestiti dalle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice con 1.087
operatori-educatori e 7.584 allieve/i.
Sono cifre che dicono una realtà in
crescita che si riallaccia alle origini
della storia salesiana, quando nel
1863 Maria Mazzarello a Mornese
accolse nel piccolo laboratorio di
cucito due bambine orfane, e Don
Bosco a Valdocco apriva ai suoi ra-
gazzi (laboratori di calzoleria, sar-
toria, legatoria, tipografia. Tempi
difficili allora come lo sono attual-
mente. Il peso di 18 milioni di di-
MAGGIO 1998 BS
Allieve e allievi del corso di panificatori-pasticcieri mostrano i loro prodotti.
soccupati in Europa è divenuto in-
sostenibile. L' ultimo rapporto CEN-
SIS segnala il tasso della disoccupa-
zione in Italia al 12,1%: "un nemico
insidioso da abbattere, afferma il
governatore della Banca d' Italia An-
tonio Fazio, una barriera spesso in-
sormontabile per l'ingresso dei gio-
vani nel mondo del lavoro".
Il centro italiano opere femminili
salesiane (CIOFS/FP) offre una mol-
teplicità di servizi a supporto della
formazione; dall'orientamento alle
nuove specializzazioni. Ogni servi-
zio è finalizzato a favorire la pro-
mozione sociale dei singoli e l'inse-
rimento o reinserimento occupazio-
nale. La tipologia delle attività of-
ferte riguarda la formazione inizia-
le, avanzata e continua, nei settori
del commercio, artigianato, servizi ,
ambiente, industria, turismo. I corsi
CIOFS/FP sono aperti a ragazze/i
dai 14 anni (post licenza media), ai
30 e oltre (post diploma e post lau-
rea) , con diversi indirizzi formativi.
Questo permette di conseguire una
qualifica a vari livelli e a pieno tito-
lo con una corretta preparazione
umana e tecnica.
A SCUOLA
COME IN UN'AZIENDA
Visitando un CIOFS si ha una
strana impressione: le aule con i
banchi sono in gran parte sostituite
da laboratori di informatica e di lin-
gue, dalla sala multimediale e dal-
l'ambiente attrezzato come atelier, o
agenzia turistica, o piccola/media
azienda. La formazione avviene at-
traverso un metodo innovativo, che
supera lo schema teorico di insegna-
mento: il computer, l'antenna para-
bolica, l'impresa simulata diventano
il libro di testo e gli allievi passano
da un ambiente all'altro in base al
piano di lavoro.
Debora, 14 anni, all'inizio, ha in-
contrato qualche problema di adat-
tamento al nuovo metodo; Andrea,
15 anni, ha scelto il corso di dattilo-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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alla sfida del duemila.
grafo in lingue estere, insoddisfatto
di una precedente esperienza in un
centro per la preparazione di tecni-
ci/riparatori radio{fV. Simone, 18
anni , frequenta il corso di "operato-
re d'ufficio word processing", dopo
aver seguito un corso breve di infor-
matica. Nei centri CIOFS/FP la
scelta dei percorsi formativi viene
preceduta e accompagnata da una
azione di orientamento che, nella
fase iniziale, permette ai corsisti di
chiarire le motivazioni e il metodo
di lavoro. Inoltre tende a rimuovere
eventuali fattori che ostacolano
l 'apprendimento. Gli operatori a lo-
ro volta possono valorizzare le po-
tenzialità del soggetto e le sue reali
risorse, non sempre sufficientemen-
te documentate da un precedente ti-
tolo di studio.
PROGETTI
E CORSI PILOTA
SIMULIMPRESA: è un progetto
fonn ativo sperimentato a livello eu-
ropeo e avviato per la prima volta in
Italia dal CIOFS/FP di Bibbiano, in
Emilia. Attualmente l'iniziativa vie-
ne attuata in diverse regioni. Corsi-
sti e corsiste post diploma sono im-
pegnati in una esperienza che simu-
la la gestione di una vera azienda.
L'attività si svolge come in un nor-
male ambiente di lavoro in cui si
devono intrattenere rapporti con i
fornitori, stilare un bilancio imma-
ginario, ma contabilmente in regola,
stendere la denuncia dei redditi ,
preparare la busta paga, trattare con
PROGETTI REGIONALI
1. Programmi di affiancamento per
la Formazione Continua Aziendale e
per Attività di Tirocinio Formativo
EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE , CA-
LABRIA
Obiettivi/contenuti
Attività di orientamento-mentoring co-
me sostegno al tirocinante o lavoratore
nella definizione di un progetto perso-
nale e professionale per valorizzare al
meglio le proprie capacità e attitudini.
2. Percorsi complementari con la
Pubblica Istruzione
VENETO , PIEMONTE , LIGURIA, EMI-
LIA ROMAGNA
Obiettivi/contenuti
Completare la formazione scolastica
(crediti formativi) inserendo moduli pro-
fessionalizzanti per allievi delle classi
IV e V superiore IPS (Istituto Profes-
sionale di Stato).
3. Sportelli informativi di orienta-
mento
LAZIO , VENETO
Obiettivi/co ntenuti
Orientare ed analizzare le esigenze
formative e professionali , contribuire al-
la redazione del curriculum personale ,
aiutare nella ricerca del lavoro.
4. Donne Artigiane in rete di imprese
SICILIA, CALABRIA, ABRUZZO,
PUGLIA
Obiettivi/contenuti
Favorire la nascita di una rete di labo-
ratori artigianali nel settore della con-
fezione e del ricamo artistico, concor-
rere alla valorizzazione culturale del-
l'artigianato locale.
banche, clienti, enti e servizi pubbli-
ci. Nel pomeriggio si svolgono ar-
gomenti di studio, di verifica e im-
postazione del lavoro successivo.
"Abbiamo sperimentato che è pos-
sibile accompagnare percorsi for-
mativi nuovi - dice suor Silvana
Rasello , del CIOFS/FP del Piemon-
te. Oggi ci pare di avere qualche
possibilità in più per andare incon-
tro ai giovani in cerca di lavoro".
Esistono reali probabilità di occu-
paz!one per i corsisti?
"E difficile fare previsioni sicure,
risponde il dottor Danilo Trimarco,
progettista e ricercatore presso la
sede regionale CIOFS/FP di Roma.
Abbiamo dei giovani preparati, ma
per ora le possibilità concrete sono
scarse, al sud il mercato stenta a de-
collare. Servono una terapia d'urto,
una coraggiosa politica di investi-
menti. Altro è il discorso per il nord
dove l'occupazione tira di più".
Ludovica, 29 anni, diplomata, ha
già lavorato con un contratto a ter-
mine. Ha scelto di frequentare un
corso di tecnico per la programma-
Insegnante durante l'attività
di laboratorio linguistico.
zione tunst1ca. important1sslllo
perfezionarsi in informatica, cono-
scere bene almeno due lingue e di-
mostrare di possedere una cultura di
base, dice. Sono queste le cose che
chiedono subito a chi si presenta in
cerca di lavoro. L'ho sperimentato
personalmente e ho scelto questo
centro perché qui si fa sul serio. "
I
La scelta del corso viene preceduta e accompagnata
da una azione di orientamento. L'educatrice
segue l'allieva durante il percorso formativo.
PROGETTI COMUNITARI Azion e volta a migliorare le
1. ECO - CE (numero 3
progetti)
Esperienza, Cooperazione Op-
portunità Creazione Impresa
SICILIA, PUGLIA, CALABRIA
ri sorse e le strutture formati -
ve con l'introduzione di mo-
duli innovativi quali l'orienta-
mento professionale, l'au-
toimprenditorialità.
Obiettivi/ contenuti
Ri cercare spazi di intervento 3. ARCHESIS (Are a urbana-
sul mercato che fungano da rurale grecanica)
connettivi tra le risorse fem- LOCRIDE (CALABRIA)
minili e il mercato stesso.
Obiettivi/ contenuti
È un tentativo organico a li-
2.0DIL
vello locale per creare un si-
Orientamento Donna all 'Im- stema innovativo e coopera-
prenditoria del Lavoro
tivo per favorire l'integrazio-
PIEMONTE
ne sociale ed economica dei
Obiettivi/contenuti
soggetti più emarginati.
BS MAGGIO 1998

3.2 Page 22

▲back to top
Un'agenzia turistica simulata:
l'attività si svolge come in una vera azienda.
L'intervallo: momento
di incontro e scambio di idee.
Stefania invece frequenta il corso
di tecnico per pratiche fiscali: "Spe-
ro di essere assunta nel periodo della
denuncia dei redditi" dice ridendo.
L' apertura del mercato europeo, le
spinte innovative che vengono dalle
problematiche socio-culturali attuali
hanno determinato nuove scelte in-
teressanti. A titolo esemplificativo:
Tecnico ambientalista. Il corso si
fonda sull'analisi dei problemi rela-
tivi alle cause e fonti di inquina-
mento, trattamenti e gestione di im-
pianti di depurazione, pratica di la-
boratorio e buona conoscenza della
legislazione in materia. L'occupa-
zione avviene presso enti sociali e
consorzi, in laboratori di analisi e
centri di consulenza ambientale.
Addetti alla comunicazione d'im-
presa, per la fo1mazione di una fi-
gura professionale capace di inserir-
si in aziende private o uffici pubblici
con competenze nel settore delle
pubbliche relazioni, marketing, pub-
blicità, uffici stampa.
Operatori import/export. Si ba-
sa sulla padronanza di almeno due
lingue comunitarie, disinvoltura nel-
la corrispondenza commerciale con
l'estero, conoscenza delle varie ope-
razioni comprese quelle doganali,
fiscali, valutative e di trasporto. Of-
fre possibilità di lavoro presso le
ditte dove gli allievi/e hanno prati-
cato lo stage.
Operatori e conservatori di beni
culturali. Assicura esperienza di ri-
cerca, conoscenza delle metodolo-
gie delle biblioteche comunali, e
delle tecniche dell 'informatizzazio-
ne. L' accesso al posto di lavoro
viene facilitato dall'esperienza di
stage che i corsisti fanno presso bi-
blioteche, centri di catalogazione,
musei.
MAGGIO 1998 BS
Panificatori - pasticcieri, per la
formazione di operatori in grado di
eseguire con competenza e creati-
vità varie tipologie di prodotti me-
diante la conoscenza delle materie
prime e dei processi di lavorazione
di pane e dolci di ogni tipo. Si acce-
de al corso col titolo di licenza
media (età minima 14 anni, massi-
ma 18). Durante il secondo anno è
richiesto un tirocinio di 100 ore
presso una azienda.
NUOVE PROSPETTIVE
PERLA DONNA
"Now" è una iniziativa della Co-
munità Europea indirizzata a pro-
muovere le pari opportunità. A par-
tire dal 1993 il CIOFS/FP ha realiz-
zato progetti nell'ambito di questo
progetto che ha interessato giovani
donne impegnate su tematiche eco-
nomico-socia] i aziendali e coopera-
tivistiche, in interazione con la real-
tà produttiva. L'obiettivo pienamente
raggiunto ha permesso di coinvol-
gere nell'esperienza i centri di Ro-
ma, Genova, Catania, Taranto, Reg-
gio Calabria, Soverato, Trieste, Tor-
re Annunziata, Mestre, Bologna con
tipologie e finalità adeguate alle op-
portunità del territorio. Un esempio
significativo fra i tanti è quello di
Calatabiano (Sicilia). Un gruppo di
giovani disoccupate ha usufruito del
progetto Now presso il CIOFS/FP
dell'Istituto delle Figlie di Maria Au-
siliatrice qualificandosi come esper-
te di marketing in abbigliamento e
moda. Un 'occasione irripetibile che
ha evidenziato la volontà di creare
un'impresa nel settore della moda.
"Contribuire alla progettazione pro-
fessionale dei giovani, si legge nella
relazione annuale del Centro di
Coordinamento Nazionale CIOFS,
vuol dire anche essere attenti al
socio-economico, al mercato del la-
voro. L'economia italiana poggia
per 1'85/90% su piccole imprese
con meno di 10 persone, perché ri-
spondono a criteri di adattabilità e
flessibilità. La microimpresa è dun-
que una grande risorsa per l'occupa-
zione. Preparare le giovani a intra-
prendere costituisce un obiettivo dei
centri, in quanto può offrire un re-
cupero di progettualità, la capacità
di leggere e valorizzare le risorse
del proprio territorio, una opportu-
nità lavorativa".
Recentemente si è tenuto a Roma,
presso la sede del CNEL, un semi-
nario transnazionale con la parteci-
pazione di rappresentanti della com-
missione europea, dei ministeri del
Lavoro e delle Pari Opportunità.
Dallo scambio di esperienze fra gli
enti coinvolti nell'attuazione dei
vari progetti anche a livello euro-
peo, si è potuto constatare la vali-
dità delle metodologie, degli orien-
tamenti e delle sinergie poste in atto
nell'ambito della promozione della
donna in campo cooperativistico e
imprenditoriale.
E una risposta al messaggio di
monsignor Charrier, vescovo di
Alessandria, presidente della com-
missione episcopale per i problemi
sociali e del lavoro: "Il lavoro pone
oggi delle sfjde che non possono es-
sere eluse. E necessaria una nuova
cultura del lavoro che ne faccia ri-
scoprire la dignità. È necessario as-
sicurare ai giovani una formazione
di base molto solida in grado di so-
stenere saperi professionali flessibili
e polivalenti". ·
Bruna Grassini

3.3 Page 23

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LA DONNA
PIU' CELEBRATA
FILATELIA
A
LO SPIRITO AFFERRA
UNA DONNA
di Natale Maffio\\i
La Pentecoste, di A. Orcagna.
Valore emesso da Monserrat nel
1976.
Andrea di Cione detto l'Orcagna fu
architetto, scultore e pittore del XIV
secolo . Il suo capolavoro è l'altare
per la chiesa fiorentina di Orsammi-
chele (1359/'66). Nella tavola della
Pentecoste a lui attribuita e facente
parte di un polittico, il pittore divide
la scena in due parti: nella superiore
colloca la discesa dello Spirito San-
to, nell'inferiore gli apostoli , intenti a
predicare l'annunzio della risurrezio-
ne. L'insieme , sebbene affollato, è
di straordinario equilibrio ed elegan-
za, grazie anche all'inserimento del-
l'evento della Pentecoste in un'ae-
rea loggetta, che dando profondità
alla scena si situa non nel mondo
del sogno , ma nella storia.
L'Annunciazione, di A. da Messi-
na. Valore emesso dall'Italia nel
1979.
Le vicende di Antonello da Messina
("Antonio de Antonio ") ,si possono
ricostruire con fatica. E certo che
morì nel 1479 ricco e onorato .
Dipinse l'Annunziata nel 1474-75. Il
pittore ha racchiuso la Vergine in
uno spazio cristallino : con la mano
sinistra ella stira il mantello , dando
la sensazione di possedere l'asse
attorno a cui far ruotare la composi-
zio ne; la destra avanza timida ,
quasi a voler saggiare il limite possi-
bile del volume, e, trovatolo, si arre-
sta. Le si contrappone il fendente
affilato del foglio candido del libro
aperto. All 'interno dello spazio la-
sciato libero dal mantello si depone
l'ovale perfetto del viso, sul quale si
delineano, lievissime, larghe ombre
regolari. Nulla rompe l'incanto: non
il fondo opaco, non lo spigolo ta-
gliente del mobile in primo piano .
Annunciazione, di M. Gr(mewald.
Valore emesso da Dahoney nel 1796.
La tavola fa parte del monumentale
altare di lsenheim . L'incontro di Ma-
ria con l'angelo è ambientato in una
chiesa gotica, dove tutti i particolari
sono tesi a sottolineare l'evento : sul
La Pentecoste, di A. Orcagna.
REPUBLIOUE ouDAHOMEY
1l
o
Ul
-j
m
Annunciazione, di M. GrCmewald.
libro aperto davanti alla Vergine si
può leggere il brano di Isaia: "Ecco
la Vergine concepirà ..."; lo stesso
profeta è raffigurato in alto, tra i ra-
cemi della volta. Il dipinto fissa l'an-
nuncio: "Ecco concepirai. ..". Maria è
turbata dalle parole dell'angelo e si
ritrae timorosa. Lo Spirito Santo,
con l'aspetto di colomba, e la sacra-
lità del luogo sottolineano l'eccezio-
nalità dell'evento.
Madonna con Bambino, di Rubens.
Valore emesso da Costa D'Avorio
nel 1977.
Il pittore approntò questa tela per
Santa Maria in Vallicella a Roma,
chiesa madre dei filippini , durante il
suo viaggio in Italia tra il 1600 e il
L'Annunciazione, di A. da Messina.
1609. L'immagine è dipinta su una
lastra di lavagna e nasconde una
più antica effigie miracolosa. In que-
st'opera Rubens dimostra di avere
guardato con interesse a Raffaello,
Michelangelo , Carracci e Caravag-
gio. La composizione rompe gli
schemi tradizionali ; il volo concitato
degli angeli che sorreggono l'ovale
danno un senso di grandiosa e
trionfante manifestazione del divino.
BS MAGGIO 1998

3.4 Page 24

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IL DOLORE DI UNA MADRE
Trittico con dipinti di Raffaello, Ve- Pietà, del Botticelli. Valore emesso
ronese e del Greco. Valore emesso dal Togo nel 1972. :
dalle Isole Cook nel 1976.
La piccola tavola è ~onservata nel-
I tre dipinti propongono uno stesso I'Alt\\3 Pinakotek di Monaco di Bavie-
soggetto : Gesù compianto da sua ra . Quando la dipinge il pittore sta
madre. La tavola di Raffaello e la vivendo i tragici momenti seguiti alla
giovanile e dinamica Deposizione cacciata dei Medici da Firenze e
Baglioni di san Francesco a Peru- l'avvento al potere del Savonarola.
gia (ora alla Galleria Borghese di L'artista travasa la sua situazione di
Roma) . Nella tela raffigurante la crisi anche nella disposizione quasi
Pietà del Veronese conservata al- scomposta delle figure : di abbando-
l'Ermitage di San Pietroburgo , la no quella di Maria e del Cristo mor-
composizione appare concentrata in to, tendenti al centro, a voler consi-
senso monumentale. Il tacito dialo- derare il mistero quelle dei discepoli
go dei tre volti potenzia l'effetto di e dei santi . Le direttrici seguite dalle
dolore e di angoscia religiosa e figure sono quelle care ai pittori del
umana. Pur con me zzi espress ivi Trecento. Viene spontaneo pensare
differenti , anche l'opera del Greco alla Deposizione dalla croce di Pie-
sottolinea la tragicità del momento tro Lorenzetti in san Francesco ad
vissuto da Maria e dai discepoli , ma Assisi.
si intravede una tensione al dopo ,
alla risurrezione e questo è espres- Noli me tangere, del Correggio .
so dal volto composto e non rasse- Valore emesso da St. Lucia nel
gnato agli eventi della Vergine.
1975.
Lavoro di grande effic~cia simboli-
Pietà Rondanini, di Michelangelo. ca, eseguito nel 1518. E al Prado di
Valore emesso da Ajman nel 1972. Madrid. Presenta il momento in cui
E l'ultima scultura del grande mae- Gesù risorto dice a Maria Maddale-
stro , estremo testamento della sua na : "Non mi toccare !, perché non
arte , documento che rivela la sua sono ancora tornato al Padre". La
anima profondamente religiosa. tensione verso l'alto, verso il Padre è
Come nella Pietà di san Pietro anche indicata dal braccio alzato ed è ulte-
in questa compaiono solo la Madon- riormente sottolineata dagli sguardi
na e Gesù morto. A fatica la madre e dallo slancio , a stento represso
sorregge il corpo esanime del Figlio della Maddalena. Il sereno paesag-
e tutto lo sforzo si concentra nella gio di fondo , oltre che fare da corni-
curvatura della sua persona. I volti ce alla scena che si svolge fuori del-
appena sbozzati sono di tale inten- le mura della città, insinua il senso
sità da poter essere assunti come di pace e di superamento del dolo-
simbolo del sacrifico e del dolore.
re , conseguito dalla Resurrezione.
Pietà, del Botticelli.
Noli me tangef(e, del Correggio.
Pietà Rondanini, di Michelangelo.
MAGGIO 1998 BS
Trittico con dipinti di Raffaello,
Veronese e del Greco.

3.5 Page 25

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Madonna in maestà,
di Cimabue.
Maria nella gloria,
miniatura del XV secolo.
UN TRIONFO MERITATO
Madonna in maestà, di Cimabue.
Valore emesso dal Cameroun nel
1972.
La pala giunta al Louvre di Parigi
con le prede napoleoniche presenta
una Madonna seduta con in braccio
il piccolo Gesù ; ai due lati , due
schiere di angeli pare sorreggano il
trono preziosamente elaborato,
quasi a mostrare il miraqolo della
divina maternità di Maria. E una raf-
figurazione , questa, cara all 'i cono-
grafia bizantina: Maria è presentata
assieme al Figlio in una condizione
di gloria . Le immagini di questa
tavola non presentano però la sciol-
tezza dei modi tipica di Cimabue o
del suo grande seguace, Duccio da
Boninsegna.
Madonna del Rosario, di A. DOrer.
Valore emesso dal Niue nel 1978.
Dipinta per la chiesa veneziana di
san Bartolomeo, l'opera è ora espo-
sta alla Nàrodni Galerie di Praga. Il
dipinto segna l'entrata della pittura
tedesca nel Rinascimento . I debiti
del pittore sono nei confronti di Gio-
vanni Bellini , anche se la ricchezza
dei particolari, la preziosità delle
stoffe e la caratterizzazione dei volti
sono ancora decisamente tedesche.
È rappresentata la preghiera del
Rosario. La Madonna e il Bambino
depongono sul capo del papa e del
sovrano , entrambi inginocchiati ai
piedi del trono , due corone di rose,
simbolo dei grani del rosario. Altre
corone floreali sono deposte sul ca-
po dei devoti , che si assiepano ingi-
nocchiati attorno al trono , dagli an-
geli e dal domenicano san Pietro
Martire .
Madonna con Bambino, di G. Bel-
lini. Valore emesso dal Burundi nel
1976.
È uno dei prodotti più caratteristici
del pittore veneziano. Non rappre-
senta una sacra conversazione; non
è l'immagine di un attimo di intimità
della madre col figlio . Maria è con-
sapevole di presentare agli uomini il
Figlio di Dio. La sacralità del mo-
mento è sottolineata dal panno
verde steso a sfondo delle figure ,
quasi a separare l'evento sopranna-
turale della divina maternità dalla
natura circostante. Il destino di Ge-
è già segnato: il piccolo poggia i
piedi su una lastra di marmo scre-
ziato ; elemento questo che ritorna
sovente in analoghe composizioni:
è la raffigurazione della "pietra del-
l'unzione", la lastra su cui Gesù fu
cosparso di oli profumati prima di
essere deposto nel sepolcro.
Passione e gloria danno corpo al
mistero della Madre e del Figlio.
Maria nella gloria, miniatura del XV
secolo. Valore emesso dal Vaticano
nel 1997.
Nonostante le ridotte dimensioni
della composizione , il tema è gestito
con grande sapienza: dalle figure
attonite, affollate attorno alla Ma-
donna, si stacca la Vergine portata
verso il Paradiso da una schiera di
angeli . L'opera è un pregevole lavo-
ro elaborato nel nord Italia agli inizi
del secolo XV. Le tonalità calde dei
colori e la definizione paziente delle
figure l'arricchiscono di pregio e di
interesse.
Madonna con Bambino,
di G. Bellini.
Madonna del Rosario, di A. DOrer.
BS MAGGIO 1998

3.6 Page 26

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LA DONNA DEL SOCCORSO
Statua di Maria Ausiliatrice. Valo-
re emesso dal Perù nel 1991.
Il valore peruviano non presenta
un 'opera famosa e di grande rilievo
artistico , ma la semplice statua della
Madonna di Don Bosco. Un 'immagi-
ne che ogni centro salesiano espo-
ne in chiese, cappelle, corridoi , giar-
dini , edicole ... e porta in processio-
ne alla festa del 24 maggio. Oggetto
di devozione popolare ormai diffu -
sissima in ogni ceto sociale e in
ogni parte del mondo. È proprio
questo il significato dell'emissione :
la fede non è mai banale, anche se
l'oggetto del culto non ha altra pre-
tesa che quella di essere punto di
riferimento e della venerazione dei
fedeli.
Don Bosco con l'Ausiliatrice. Valo-
re emesso dalla Colombia nel 1990.
I cento anni della presenza salesia-
na in Colombia sono stati celebrati
anche con questa emissione che
sintetizza la preoccupazione fonda-
mentale del sistema educativo di
Don Bosco : fare dei giovani degli
onesti cittadini e dei buoni cristiani.
Giovani studenti e lavoratori, in
compagnia di Don Bosco , manife-
stano le modalità di realizzazione
del primo traguardo del sistema
educativo del santo dei giovani ,
quello di fare cittadini di qualità ; i
riferimenti al secondo aspetto , l'im-
pegno altrettanto educativo di fare
dei cristian i di qualità, sono rappre-
sentati dall 'Ausiliatrice e dalla si -
louette del più illustre santuario
mariano della Colombia.
L'Ausiliatrice del Duomo di ln-
nsbruck, di Lukas Cranach. Valore
emesso dall'Austria nel 1989.
L'Ausiliatrice di lnnsbruck, patrona
dei salesiani d'Austria, partecipa in
larga misura a quelli che sono i
modi caratteristici di Cranach . No-
nostante l'esiguità, la composizione
è costruita con un senso di monu-
mentalità, per dare importanza a
questa donna impareggiabile, da cui
sono dipese la nascita e l'espansio-
ne della congregazione salesiana e
da cui dipende la sua sopravviven-
za. La Madonna e il Bambino acqui-
stano solidità grazie alle numerose
pieghe , disposte con sapienza, del
vestito. L'espediente nulla toglie alla
delicatezza del gesto del bimbo che
accarezza la madre ; la Madonna ,
anche se abbigliata come una si -
gnora del primo Cinquecento, con-
serva tutte le grazie e la tenerezza
della maternità.
MAGGIO 1998 BS
i
~
,i1(/)
'i
z~ uw
l1e91 S/. Q.70 PERV
1991
COAAEOS
Statua di Maria Ausiliatrice.
Don Bosco con l'Ausiliatrice.
L'Ausiliatrice del Duomo
di lnnsbruck, di Lukas Cranach.
Praticamente tutta la vita di Maria è raccontata
dai francobolli a lei dedicati dai vari stati.

3.7 Page 27

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La "Carlo Marchini", associazione nazionale per le missioni.
INNAMORARSI "Ognuno di noi ricorda
Carlo a suo modo,
come preferisce.
DEI POVERI
È stato un grande amico.
Ora riposa in un luogo
da lui definito
di Angelo Botta
il Paradiso, un posto
lontano, pieno di sole
e di verde. Era andato
in Brasile per conoscere
ed aiutare e sarebbe
tornato con molti
progetti da realizzare.
Si era innamorato
di quella moltitudine
di bimbi poveri
ed abbandonati... ".
Carlo Marchini tra ... i suoi bambini.
e osì si presenta I'"Associa-
zione Carlo Marchini" in un
suo pi eghevole che parla di
anni di impegno. Tutto è incomin-
ciato nel giugno del 1990, quando
don Jacy Cogo, salesiano del Brasi-
le, incontrò a Brescia un gruppo di
amici. Uno di essi, proprio lui, Car-
lo , volle andare laggiù per verificare
di persona i racconti di don Cogo e
ini ziò un 'esperienza che, da lonta-
no, coinvol se tutti. Ma il 2 gennaio
l 992, dopo solo due settimane di
permanen za, ne ll e acque del Rio
Negro si spense la sua g iov ane vita.
" Quando ci giunse la notizia de l
dramma fummo presi da un senso di
smaiTimento e di colpa: ci sentiva-
mo responsabili di averlo spinto a
partire. Ci sembrò un dovere verso
Carlo - inconsapevole strumento
nelle mani di Dio - fondare una as-
sociazione con lo scopo di ai utare il
maggior numero possibile di bambi-
ni bisognos i, come avrebbe fatto
lUl." .
LE COSE GRANDI
COMINCIANO
IN SEMPLICITÀ
"Ca rlo aveva divers i amici, i quali
a loro volta avevano altri amici, co-
noscenti , colleghi di lavoro. E si è
formata la catena: ciascuno ha por-
tato nuovi soc i e ha messo a dispo-
sizione le proprie competenze: chi
sapeva fotografare ha fotografato;
chi progettava per mestiere ha pro-
gettato; chi aveva voglia di organiz-
zare feste e incontri ha organizzato
e c hi aveva anche solo una macchi-
na foto~opiatr ice ha fotocopiato.
Gratis! E così che abbiamo iniziato
e stiamo proseguendo: la so lidarie tà
si fa nel quotidiano" .
landra, Rita e la mamma :
dalla dispersione della favela a... famiglia "normale".
IJS MAGGIO 1998

3.8 Page 28

▲back to top
REALIZZAZIONI DELLA ASSOCIAZIONE "CARLO MARCHINI"
BRASILE
S. Gabriel da Cachoeira in Amazzonia
Contributo al funzionamento di una
scuola primaria intitolata a Don
Bosco.
Acquisto di canoe e materiale vario
necessario agli YANOMAMI di
Pohoroa.
Barbacena
Costruzione di una lavanderia comu-
nitaria in una favela.
Oratorio giornaliero "Carlo Marchini".
Costruzione del grande Oratorio gior-
naliero "Eleonora Veschetti".
Interventi a favore dell 'orfanatrofio di
Pinheiro Grosso (P . Cunha) .
Contributo al funzionamento dell'Isti-
tuto Maria Immacolata.
Contributo per l'oratorio giornaliero
(FMA) .
Costruzione di due Chiese , in zone
poverissime : Bairro Cohab e Bairro
Don Bosco (due soci).
Manaus
Contributo all 'acquisto della barca
ospedale intitolata a padre Goes.
Contributo alla costruzione del centro
soci ale "Escola Nossa Senhora da
Luz".
Contributo per l'oratorio giornaliero.
Anapolis
Contributo al funzionamento di un
oratorio giornaliero.
Contributo per la scuola primaria te-
nuta dalle FMA (Patronato Madre
Mazzarello) .
Belo Horizonte
Contributo al funzionamento della ca-
sa Don Bosco per "ragazzi di strada".
Acquisto della casa-focolare "Carlo
Marchini" (2' fase del recupero "ra-
gazzi di strada").
Contributo alla costruzione del pen-
sionato Don Bosco per "ex ragazzi di
strada".
4 borse di studio per studenti univer-
sitari.
Contagem
Contributo al funzionamento della
casa delle "bambine di strada" (FMA).
Costruzione dell'oratorio quotidiano
"Chiara Palazzoli".
Costruzione di un asilo-nido.
Juina
Si sta organizzando col nuovo ve-
scovo - Franco Dalla Valle SDB -
l'adozione a distanza di tutti i ragazzi
poveri della diocesi.
Nel complesso sono attualmente se-
guiti con le "adozioni a distanza " oltre
duemila bambini e ragazzi poveri.
La lavanderia comunitaria
nella favela Sapé di Barbacena.
Lorenzo: ex ragazzo di strada
laureando in architettura.
Circa 2000 fa miglie coinvolte, ap-
porti fi nanziari che superano an-
nualmente il mezzo mili ardo, spese
di gesti one limi tate al 2,6 per cento
delle entrate, controllo personale
de ll a realtà sul posto prima di aprire
un sol co nuovo. "A nche perché -
spi egano i responsabil i - vo i sale-
siani cercate di abbracciare con le
opere tutto quello che vi sta nel
cuore. Questo è bell o ma spesso ir-
rea lizzabil e!" U n'affermazione si-
mile, quando vi ene da indu stri ali e
bancari , ha un suo valore.
In questo modo sono nate e vanno
avanti iniziative prov videnzia li a
San Gabriele, Manaus, Anapoli s,
Belo Hori zonte, B arbacena: adozio-
ni di bambini , oratori giornalieri ,
MAGGIO 1998 JJS
centri accog lienza, case per "ragazzi
di strada", as ili nido, scuole elemen-
tari . Con addentell ati di barche-
ospeda le, borse di studio universita-
rie, lavanderie comunitarie, canoe,
materia le didattico. L' impegno più
recente è que ll o preso con monsi-
gnor Franco Dall a Valle, vescovo
appena consacrato di una diocesi
appena nata: in un incontro a Bre-
scia si è visto adottare tutti i ragazz i
poveri del ten-itorio di Ju[na su cui
eserciterà la fun zione cli pastore.
LA MAPPA
DELLE REALIZZAZIONI
Chi segue da vicino il lavoro del-
l' associazione sottolinea tre punti
qualifi canti: seri età organi zzativa,
generosità degli assoc iati , costanza
deg li a iuti: "Per no i che lavoriamo
nel terzo mondo fondare un 'opera
non è diffici le. Diffic ile è mantener-
la: questo fa la Carlo Marchin i".
Che, naturalmente, si appogg ia ai
sa lesiani e alle F iglie di Maria Au si-
liatrice: "Se non ci fosse ro loro ad
operare sul campo, ben poco otter~
remmo con le nostre offerte".
Monsignor Dalla Vall e
sulla barca-ospedale Padre Goes.
Un a simbios i che ha raggiunto
obietti vi notevo li. "A Barbacena il
primo contatto l'abbi amo avuto nel
fe bbraio del 1992 con la fave la del
Sapé: un centin aio di fa mi glie in
scand alosa povertà e una situaz ione
ig ienica che rasenta l' assurdo:
fog nature né acqua corrente, un
qu arti ere avvolto dall a mi seria, sa-
turo di baracche dai pavimenti in
terra battuta. Siamo riusc iti, coin-
vo lgendo anche le autorità munici-
pali , a costru ire una lavanderia co-
munitaria con lavandini , bagni e
docce, come nei nostri campegg i.
L'opera è stata inaugurata nel mese
di novembre, mentre da marzo fun -
zionava già l ' oratorio g iorn aliero
Carlo Marchini, per i bambini più
bi sognos i".
I motori , un a vo lta mess i in mov i-
mento, continuano a mac inare chi-
lometri : "La necess ità di trovare una
so luzione per i ragazzi priv i di fa-
miglia o in situ azioni di grave ca-
renza c i ha portati ad aiutare con -
cretamente 1' orfa notrofio P. Cunha.
Per affrontare il probl ema dei bam-
bini poveri dell a Cohab di Barbace-
na, altra favela - sarebbe da scri vere
fog na a cie lo aperto -, si è in augu-
rato un oratorio quotidi ano intitola-
to ad Eleonora Veschetti " .

3.9 Page 29

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L'oratorio Eleonora Veschetti.
I piccoli ospiti dell'orfanatrofio di Pinheiro Grosso.
UNA CARITÀ
Grazie al supporto di tanti ami c i, ci no, cli essere considerati, ascoltati
ABBAGLIANTE
è stato costruito l'oratorio intitolato e cap iti che ti fan no riconsiderare il
al mi o angelo e ogni volta che sfo- tuo modo di intendere la vita e ti
Già, Eleonora ! Scrive la mamma: glio fo tografie o guardo fi lm ati sull e fa nno riflettere profond amente."
"Ricordo bene quel giorno. Eleonora varie attività che vengono svolte, Un grup po della Casc ina Gnocchi :
t mi aprì la porta di casa accogliendo- riesco a ritrovare un po' d i pace, "D a c inque anni eravamo im pegna-
mi con un ' ansia particolare; non mi l' unico senso all a sua scomparsa. te ad aiutare trenta bambi ni, che ov-
lasciò quasi il tempo di entrare: iniziò Qu ando rivedo il suo viso, il mi o viamente avevamo conosciuto solo
subito a raccontarmi di Leonardo, pensiero corre anche a q uei bambi ni attraverso fo tografie e brev i letteri-
bambino brasiliano che lei e suo ma- meno fo rtunati dei nostri : so che lei ne. S iccome il des iderio d i incon-
rito, avevano adottato a di stanza. M i è là, in mezzo a loro, la sento ri dere trarli di persona era molto forte , sia-
disse de ll 'assoc iazione Carl o Mar- forte, e ques to mi rende più serena" . mo riusc ite a superare ogni d iffico ltà
chini , di come era nata e come ope-
e a reali zzare q uesto sogno. Descri-
rava. Confesso di essere generalmen-
te prudente nei confronti delle asso-
MENINOS
vere i momenti di com moz ione è
impossib il e, ma la g io ia che abbia-
ciazioni , che mi subi ssano di telefo- E MENINAS DE RUA
mo provato nel riuni rli tutt i è stata
nate con richieste di denaro per gli
grande . Emozionanti anche le g ior-
aiuti più disparati , ma l'entusiasmo S iamo ev identemente nel cam po nate passate a P inheiro Grosso, dove
che mia figli a trasmetteva nel rass i- battuto da Don Bosco e dai suoi abbi amo constatato con qu anto amo-
cura,mi sull a grande serietà di questa primi cooperatori , co in vo lti second o re le suore seguono q uesti fig li di
sconosc iuta ' Marchini ', o ltre all'im- le poss ibili tà di tempo e di mezz i di ness uno! Pi ù drammati co invece l' in -
mensa fe licità che leggevo nei suo i ognuno. "A Be lo Hori zonte, terza contro con le 'ragazze di strada',
occhi , mi fecero cadere ogni dubbio. c ittà del Brasil e, si è vo lu to contri- d iffici li da cap ire, se non si co nosce
Leonardo era poco più grande buire ad affrontare il tri stemente da qu ali realtà fuggo no: siamo state
de lla nostra nipotina Beatrice, due noto problema de i 'ragazzi di stra- fe li ci d i vedere il luogo in cui sor-
be lli ss imi bambini con un destino da' . F urono concess i de i contributi gerà l' oratori o C hi ara Palazzo li . Ah,
così diverso. E leonora fa ntasticava al centro di prima accogli enza per dim enti cavamo: ora i nostri bambini
sul giorno in cui l'av rebbe incontra- questi pi cco li randagi senza affetti , sono diventati qu aranta".
to, magari accompagnata proprio da costretti allo stato brado. Si è proce-
Beatrice. Le cose invece precipita-
rono , mi a figlia in pochi mesi se ne
duto poi all ' acqui sto d i un edifi cio
per una casa-fa mi glia, dove trasfe-
DICONO DI NOI
andò, lasciandoci tutti nel bui o più
profondo. Perdere un figli o è un do-
lore così grande che ti svuota, senti-
vo il cuore battere forte , fino a far-
mi male. L'aiuto mi arrivò proprio
dall'associazione, da quando ci la
mia fam igli a decise di continu are
quello che Eleonora aveva iniziato.
I novizi con il segretario
dell'Associazione e,
inginocchiato a destra,
rirli . Abbi amo inoltre co ll aborato
nell a costru zione di un pensionato
dove si conclude l' opera del loro
reinserimento . A Con tage, perife ri a
di Belo Hori zonte, il nostro inter-
vento a favore dell e 'bambine di
strada', il cui destino è spesso peg-
giore di q uello dei coetanei maschi.
Sono seguite dall e Figlie di Maria
Ausili atri ce nella 'Casa da menina',
mentre è in costru zione - grazie alla
generos ità d i una fa mi glia cli nostri
soci - un nuovo centro di accogli en-
za con ann esso asilo-ni do, per veni-
re incontro all e necess ità delle ra-
gazze-madri" .
Chi è andato sul posto a verificare
è soddisfatto . U na insegnan te ci
scri ve: "E la carica e lo slancio
emoti vo che ti danno questi bambi -
ni con il loro sorri so sempre pro nto,
con la loro sempli cità, la loro all e-
"Pur tra mill e diffico ltà - info rm a
il segretari o- l'Assoc iazione in que-
sti anni ha fa tto miracoli . G li episo-
di da ricordare sarebbero tanti ssimi:
d iffic il e elencarli senza fa r torto a
qualcuno. Ma l'esperienza che stia-
mo v ivendo è straordin aria: non so-
lo ci consente di aiutare tanta gio-
ventù ne l lontano Bras ile, ma è l'oc-
cas ione per svolgere nell ' interno
dell e nostre fa mi glie una grande
opera educativa, che coi nvo lge i no-
stri figli esortandoli all a so lidarietà
verso i meno fo rtunati e face ndo
loro apprezzare il benessere in cui
v iv o no".
I ragazz i eia! Brasile con commo-
vente semplic ità c i fa nno sapere: " li
centro è l' unico pos to dove siamo
dav vero liberi , non si paga niente e
ti servono persino il pranzo".
il vescovo monsignor Giovenale. gria, il des ideri o di starti sempre vi-
Angelo Botta
BS MAGGIO 1998

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
QUANDO A ROMA
VOLANO GLI STORNI
Diario di
un'esperienza di strada
di Alfonso Alfano
Sydaco Editrice,
Roma 1998
pp. 204, L 20.000
È il secondo volume di
una "tr ilogia de lla spe -
ranza" che sostiene l'au-
tore nel recupero dei mi -
nori disadattati e del le
persone abbandonate
dalle istituzioni familiari e
sociali. Riflette sulle po-
vertà umane e sociali ,
vissute sulla "strada" ac-
canto ai poveri lazzaro
del duemila, nel quartie-
re della stazione ferro-
viaria di Roma-Termini.
Qui sono state raccolte
confidenze e scoperte
amicizie ; qu i sono rivis-
suti i sogni della propria
infanzia . La strada è il
luogo dove Gesù ha an-
nunciato la liberazione
degli oppressi , ha guarito
ciech i e storpi ; sulla stra-
da ha sposato le soffe-
renze dell 'uomo.
Sono meditazioni amare
sulla cultura dell'effimero
cui sembra abbarbicata la
nostra civiltà, offerte co-
me preziosa simpatia per
i più deboli , maturate in
un quartiere che è bacino
e confluenza di tanti di-
sagi. Questa difesa d'uf-
ficio dei nomadi è un atto
dovuto a uno dei pro-
blemi social i più inqu ie-
tanti della nostra società.
SULLE ALI
DELLO SPIRITO
Conversazioni
per giovani e adulti
sullo Spirito Santo
di Gianni Ghiglione
LDC , Leumann(To) 1997
pp. 128, L 10.000
L'autore riflette sullo Spirito
Santo offrendo indicazioni
per la fede dei giovani. So-
no meditazioni e preghiere
semplici , con afflato pro-
fondamente spirituale, che
esprimono una profonda
convinzione: lo Spirito è
l'unico dono da invocare, la
grande grazia da chiedere .
Il libro è quindi una guida
per imparare a "decollare"
sulle sue ali ; una vera ca-
techesi , che partendo dalla
Bibbia, rischiara la nostra
realtà di uomini e donne di
questo fine millennio.
La meditazione si snoda
attraverso la descrizione
dei multiformi doni dello
Spirito. La sua è una pre-
senza viva che trasforma
dall'interno il cuore ; è una
forza che sostiene nel diffi-
cile cammino della vita; è
una unione che costruisce
i difficili rapporti tra le per-
sone e tra le chiese ; è una
luce che chiarisce le strade
buie dell'esistenza.
GIANN
GHIGUONE
SULLE ALI
t~~À DELLO
lf
CAMMINI DI ARMONIA
di Francesco Peyron-
Paolo Angheben
Effatà Editrice,
Cantalupa (To) 1997
pp. 160, L 16.000
L'autore afferma che l'ar-
monia, cioè una vita piena-
mente pacificata ed in pro-
fonda unione con Dio, è il
fine ultimo della nostra vi-
ta . Ma è anche il dono che
il Signore vuole fare gratui-
tamente ad ognuno nel
tempo ; basta aprirsi a Lui e
accoglierlo. È anche il bene
cui hanno mirato tante per-
sone e, in modo particola-
re , gli uomini le cui vicende
sono narrate nella Bibbia.
Francesco Peyron
Paolo Anghebcn
EFFATA" @ ED ITRI CE
In questa luce , il testo ri-
flette su personaggi come
Abramo, Mosè, Giacobbe,
Davide, Giobbe, Osea. I lo-
ro cammini , fatti di cadute
e riprese , aiutano a trac-
ciare una mappa per sco-
prire dov'è nascosto il te-
soro dell'armonia che ognu-
no è invitato a perseguire
con se stesso (per liberarsi
dalle proprie paure) , con
gli altri (superando le fred-
dezze) , con il creato (valo-
rizzando le bellezze della
natura) , con Dio (riscopren-
do il suo infinito amore).
MICHAMERANNO
BEATA
di Sergio Balistrieri
Edizioni dell'Immacolata,
Borgonuovo (Bo) 1997
pp. 138, L 15.000
Il lettore cammina in una
galleria che espone 23 per-
sonaggi noti del nostro tem-
po : professori , giornalisti,
politici, cardinali , pontefici,
santi ... Con un scelta con-
trocorrente , l'autore parla
di chi ha raggiunto una
notorietà, evidenziando pe-
il nucleo propulsore del-
le loro scelte , dei loro punti
di vista, delle loro azioni
più importanti.
Con una convinzione di
fondo: nessuno vive per se
stesso. All 'origine e al ter-
mine dei nostri progetti c'è
sempre qualcuno che amia-
mo . E pochi sanno che,
per molti personaggi noti
della nostra epoca, questo
"qualcuno" è Maria di Na-
zareth , una "di famiglia".
Parlare di loro è, dunque,
un pretesto per conoscere
Lei: "dimmi chi sei e ti dirò
chi ami"! La Chiesa canta
perché vede accanto a sé
Maria, inventata dalla fan-
tasia innamorata di Dio per
dare gioia al suo popolo .
MAGGIO 1997 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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---~~~
lllMBI DI VANGELO.
~IABE
di Piero Gribaudi
Effatà Editrice ,
Cantalupa (To) 1997
pp. 94, L 12.000
BIBBIA PER NOI
Leggere, attualizzare,
comunicare
di Carlo Buzzetti
Oueriniana, Brescia 1997
pp. 158, L 16.000
CREDO?
Come si fa a sapere
se si ha la fede?
di Pascal Thomas
LDC , Leumann (To) 1998
pp. 96, L 12.000
UOMINI E DONNE
DELLO SPIRITO
di Carlo Maria Marti ni
Piemme ,
Casale M. (Al) 1998,
pp. 174, L 15.000
Due protagonisti : Gesù e i
bambini. Intorno a loro ruo -
tano i personaggi pi ù cono-
sciuti del Vangelo o altri in-
ventati dalla fantasia del-
l'autore . Il messaggio : solo
ritornando bambini è possi -
bile accogliere la novità di
Gesù , il suo amore, la sua
promessa di liberazione.
l'I testo è rivolto a chi vuole
riscopri re in sé lo spi rito
d'infanzia e la semplicità
del cuore. Le fiabe potran-
no essere lette anche ai
bambini d'oggi , più capaci
d'ascolto di quanto suppo-
niamo : "fiabe per sognare,
per capire , per crescere ;
fiabe per sorridere, per spe-
rare ; fiabe per cominciare
ad entrare in quella immen-
sa Fiaba di cui quelle uma-
ne non sono che i primissi-
mi gradini".
NON SI FA VENDITA PER
CORRIS POND ENZA. I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dirett amente alle rispetti ve
Editrici.
Il testo si propone di con -
durre il lettore della Bibbia
a possedere le seguenti
competenze : saper valuta-
re una situazione di pasto-
rale biblica; saper orientare
nell 'i nterpretazione dei te-
sti della Scrittura ; saper
programmare in modo rea-
lista un camm ino concreto
(personale o di gruppo ),
per familiarizzarsi con la
Bibbia; imparare a cono-
scere a grandi linee la fi-
sionomia di un corretto "leg-
gere", "attualizzare" e "co-
municare" la Bibbia.
CAlU.O BIIZ2ElTI
BIBBIA PER NOI
Qu<rhriaaa
Come si vede il testo ha
grandi pretese ; ma la com-
petenza dell'autore non de-
lude. Si tratta di un sussidio
eminentemente metodolo-
gico, che aiuta a superare
il pericolo di un uso fretto-
loso della Bibbia e che ha
come destinatari privileg iati
coloro che usano spesso il
sacro testo: operatori pa-
storali , catechisti , comunità
religiose , gruppi biblici , ani-
matori parrocchiali.
Oggi molti affrontano il pro-
blema del credere in un
contesto di ricerca, alla lu-
ce di profonde domande : è
possi bile sapere se si cre-
de? Cosa vuol dire crede-
re? Si crede per im pulso
sentimentale? Bisogna
sforzarsi di credere? Oc-
corre imparare a credere?
Credere è frutto di ragiona-
mento? Il credere esige
una cultura religiosa? È
semplice credere? Da do-
ve cominciare a credere?
Di domanda in domanda ,
chi si pone i precedenti
interrogativi , ma anche chi
non ha profonde convinzio-
ni su cui poggiare la pro -
pria fede , è condotto a
riscoprire e a verificare le
dimensioni fondamentali
del credere e del proprio
credere da cristiano , attra-
verso un itinerario sempli-
ce , rigoroso, coinvolgente .
COllANA
RI-COMJNCIARE
A CREDERE
Credo?
Comesifa asaperese siha la fede?
PASCAL THOMAS
ELLE DICI\\,_
'/I
CARLO ' ARIA
MARTIN!
Uomini e donne
dello Spirito
PIEMME
Rttrg/011,
Ha sc ritto un padre della
Chiesa: "Senza lo Spirito la
Chiesa è fiacca, inerte, pie-
trificata ; è lo Spirito che dà
la vita, è lui il garante della
vivacità e della scioltezza
cristiana, di cui i doni sono il
segno, l'espressione. Senza
i doni dello Spirito, le stesse
virtù rimangono spente". In-
nestate su questo presup-
posto si snodano le medi-
taz ioni dell 'autore (noto
bibl ista e pastore), in modo
semplice e teologicamente
preciso : l'opera perfetta
dello Spirito è Gesù . Vengo-
no descritti alcuni tratti della
sua vita in ciascuno dei qua-
li viene letto il manifestarsi
di un dono. Il testo , ricco e
ponderato, raccoglie le me-
ditazioni tenute dall 'autore
in un corso di esercizi spiri-
tuali per un gruppo di con-
sacrate al servizio della
Chiesa locale ; e costituisce
un validissimo aiuto a orien -
tarsi nell'intricata avventura
dell 'esistenza e nelle vi-
cende della storia odierna.
BS MAGGIO 1997

4.2 Page 32

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Lii/E
SEDICENNI...
EMATURE di Giancarlo Manieri
Il 30 agosto 1997
moriva
COnSUmatO
- Il padre Adolfo Antelo.
da un male incurabile
don Adolfo Ante/o, salesiano,
fondatore della "Comunidad
Misionera de Cristo Resucitado ".
tarsi nella chiesa dei salesiani a servire messa, anzi , a
servire tutte le messe che poteva, dalle 5,30 fino alle
8, ora d'inizio delle lezioni.
Erano i tempi in cui si celebrava da soli , faccia al mu-
ro , perché il concilio non era ancora arrivato e il popo-
lo da sempre si accontentava di vedere le terga del
celebrante, e di. immaginare quel che faceva, perché ,
eccetto le poche volte che si girava verso di loro, tutto
il resto lo faceva quasi di nascosto , come se fosse
cosa propria...
Da sinistra in piedi : Alejandra, vicaria generale,
Clara, missionaria In Cile, Cristina, superiora generale;
Alejandra superiora a Buenos Aires, Cristina superiora
a Sao Leopoldo, Gloria, superiora a La Serena in Cile.
I I D ominus vobiscum!. .. si risponde: et cum spiritu
tuo, su , ripetete!"
Occhi sgranati, e qualche comica smorfia per pronun-
ciare in quella lingua assurda parole incomprensibili.
Un gruppo di frugoletti seguiva con ammirata incredu-
lità le strane cerimonie di un loro compagno, armato di
un biscotto e una coppetta piena a metà d'acqua - di
vino non se ne parlava nemmeno : avrebbe dovuto
rubarlo ai salesiani - , quanto bastava per mimare i
gesti del prete e... giocare alla messa.
Siamo a Montevideo. Lui si chiama Adolfo , della fami-
glia Antelo , figlio di contadini spagnoli immigrati in
Uruguay per difficoltà di rapporto coi suoceri ...
DAI SALESIANI. Il papà Manuel ci teneva che il figlio
frequentasse la scuola cattolica che oltretutto era
vicina a casa. E approvava che il suo bambino si
alzasse alle cinque della mattina, non per la scuola -
a quell'ora solo i matti possono pensare di sedersi su
un banco per ascoltare una lezione - ma per precipi-
MAGG10 1998 BS
GIOCARE ALLA MESSA. Dopo la scuola Adolfo torna-
va a servire ... pardon , a "celebrare" messa. Chiamava
alcuni suoi amichetti della scuola pubblica - lui era
l'unico del quartiere a frequentava la scuola dei sale-
siani, ma di amici ne aveva tanti , perché era un bimbo
vispo e buono - e approntava in una stradina vicinis-
sima a casa e tanto stretta che le auto non riuscivano
a passarci, un altarino rustico per dire la "sua messa",
cercando pazientemente di
insegnare agli ottusi
compagni le risposte in
latino.
C'era da dubitare su
che cosa avrebbe fat-
to da grande? A 12
anni infatti si ritrova
in seminario . Mam- I
ma Mercedes era Il
già morta di tumore
e papà Manuel
di giorno faceva ,,.
il "mamma" e di
notte il guardiano
notturno. Adolfo gli
chiese di entrare
nell ' aspirantato
salesiano di Mon-
tevideo . Ma non
1 Mercedes, il giorno
dell'emissione dei voti.
aveva solo la vo-
Ora studia a Roma.

4.3 Page 33

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glia di diventare quello che già provava a fare come
un gioco : alla domanda esplicita di un salesiano: "Al -
lora, ragazzo , cosa vuoi fare da grande?", la risposta
altrettanto ch iara, tutta d'un fiato , senza esitazion i fu :
"Sacerdote missionario martire". Pronunziata quasi
fosse un'unica parola.
Durante i suo i studi scrisse più volte ai superiori in
Italia perché accettassero la sua domanda di partire
per le zone di frontiera della Chiesa, là dove , o ci credi
su l serio o fugg i il giorno dopo , o hai una fede che
"sposta le montagne" o diventi inesorabilmente tu uno
"spostato ".
IL GRANDE GIORNO. Il giorno anniversario della nasci-
ta di Don Bosco Adolfo fu ordinato prete a Montevideo ,
nella stessa chiesa in cui , bambino, tutte le mattine,
prima delle lezioni , aveva servito tre, quattro messe .
Ma lui ebbe la fortuna di celebrarla rivolto al popolo: il
concilio aveva già compiuto la sua benefica rivoluzione .
QUALCOSA ERA GIÀ SUCCESSO. Adolfo era stato
vagliato "com~ l'oro nel crogiolo". Aveva 22 anni e un
desiderio infinito di servire i poveri più poveri e costrui-
re un mondo più giusto e fraterno. Aveva chiesto di fa-
re apostolato nel "cantegrif', la periferia più degradata
della città. Sua dimora una tenda scout, per cond ivide-
re tutto ... Una mattina si svegliò con un forte dolore
alla gamba destra. Da qualche tempo la trascinava un
po', come se fosse stanca. Lui aveva bisogno di tutta
l'efficienza del proprio corpo , ma non ne voleva sapere
di farsi visitare: lo riteneva una perdita di tempo , "E poi ,
diceva, i poveri non hanno la possibilità del medico".
Un suo amico salesiano lo portò in ospedale quasi di
peso. Così seppe la cruda verità: condrosarcoma, co-
me dire cancro alla cartilagine. Brutalmente gli venne
annunciata anche la sentenza: non più di 40 giorni di
vita; poi , tanto per far qualcosa cui nemmeno loro cre-
devano, i medici gli tagliarono la gamba. Correva l'an-
no 1972. Il tempo sembrò fermarsi definitivamente .
In attesa della fine Adolfo presentì anche la fine dei
suoi sogni , del suo entusiasmo. Fu un'esperienza di
dolore e di amore fortissima che lo segnò per sempre.
Un'esperienza mistica.
I medici ci azzeccano ... fortunata -
mente non sempre! Quella volta non
l'azzeccarono! C'era ancora spazio
per lui nella vita. Guarì. Una gamba
ortopedica lo aiutò a riacquistare
l'autonomia e una mobilità quasi
no rmale . Così arrivò all 'altare ,
quel 16 agosto 1975.
LA TAPPA DECISIVA. Il mira-
colo si completò quando lo
raggiunse l'obbedienza per la
casa Giovanni XXIII , come
incaricato della pastorale gio-
vanile. Che faceva di straordi-
nario? Nient'altro che il suo
Rossana, missionaria in Cile.
La comunità di Roma con don Van Looy, da sinistra:
Marcela, Magdalena, Laura, Patricia, Mercedes.
dovere . Eppure il capolavoro della sua vita in iziò
proprio da quella casa , da quell 'i ncarico . Si mise di
buona lena a organ izzare piccoli gruppi di giovani,
come fanno tutti i bravi salesiani : riunioni , catechesi ,
ritiri , esercizi spirituali , convivenze, confessioni. .. Solo
che lui non si accontentava della predichetta, esigeva
sempre qualcosa di più , approfondiva, legava con un
sottilissimo filo spirituale i giovani a lui affidati.
E SCOPPIÒ L'INCREDIBILE. I gruppi più fedeli , si sa,
cominciano a trasformarsi in comunità quasi natural-
mente, man mano che le esigenze dello spirito diven-
tano più profonde e vitali. Allo Spirito non si resiste .
Chi lo ama si piega. Le ispirazioni diventano necessità
e le necessità cambiano la vita. Perché separarsi se si
sta così bene insieme? Perché tornare a vivere la
propria piccola vita privata quando è così esaltante
vivere insieme la vita di dono? Da gruppo temporaneo
a comun ità permanente il passo è più breve di quanto
si pensi. Insomma don Adolfo Antelo , salesiano , si ri-
trovò quasi suo malgrado fondatore.
Un altro miracolo era avvenuto poco dopo la sua ordi-
nazione sacerdotale: il papà, rimasto solo - il figlio
maggiore si era ormai sposato - era entrato come
coadiutore salesiano a Montevideo e il 31 gennaio
1981 aveva emesso i voti perpetui : da allora fu " e/
hermano Manuel".
QUATTRO I RAMI DELLA SUA FAMIGLIA. Il padre
Antelo pensava in grande, come gli aveva insegnato
Don Bosco. Fondò una famiglia divisa in quattro rami :
quello maschile, quello femminile , quello delle coppie
sposate, quello delle vedove. I consacrati e le vedove
con i voti religiosi , le coppie con un impegno totale di
vita per gli altri .
Si occupano di educazione rivolgendosi soprattutto ai
giovani : né poteva essere diversamente , dal momento
che lui stato sempre salesiano e da salesiano è
morto! E morto sì. .. Da non più di un anno . Il Signore
se l'è portato via quando appena aveva avviato la sua
fondazione. I suoi figli crescono: il ramo femminile ha
60 consacrate , il ramo maschile 15, il ramo coppie
200. Hanno solo sed ici anni , ma sono ormai maturi
per continuare senza di lui la sua preziosa intuizione e
spargersi nel mondo a portare la gioia del Cristo
risorto . Sono in Argentina , in Brasile, in Cile , in Uru-
guay , in Italia. Si preparano ad aprire una casa in
Polonia ... E siamo solo agli inizi.
A Roma il loro recapito è:
Via Acherusio 71 - 00199 Roma
Te/. 06/86207503 - 86207487, Fax 06/86217055
E-mail: <mcrroma@flashnet.it>
BS MAGGIO 1998

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
PARENTI
DELLO SPIRITO SANTO
Con il dovuto rispetto, c'è una certa "parentela" tra
lo Spirito Santo e i genitori. Papa Giovani Paolo Il ha scritto
che lo Spirito Santo è "Persona-dono, Persona-amore".
Esattamente come i genitori. E proprio a loro lo Spirito Santo
riserva una versione speciale dei suoi doni.
S ono doni riversati continuamen-
te , ma troppo spesso mani e
cuore dei destinatari sono sbarrati ,
incapaci di riceverli . Spesso nessu-
no si ricorda di chiederli . Non fun -
zionano automaticamente, richie-
dono la collaborazione e mettono in
gioco la responsabilità della perso-
na. Sono da considerare come dei
semi piantati nell 'anima: è neces-
sario coltivarli e innaffiarli con cura.
1. Intelligenza. È la capacità di mi-
surare la realtà con il metro di Dio.
Il vero "terzo occhio" che consente
di vedere in profondità l'esistenza.
Troppe volte la fede non è altro
che un cappello da cerimonia , un
po ' fuori moda, che si indossa la
domenica, ai matrimoni e ai fune-
rali. Invece i figli hanno bisogno di
sentire che i genitori hanno un mo-
do di vedere e di pensare che è
semplicemente cristiano sempre.
Soprattutto devono essere guidati
ad evitare le trappole della superfi-
cialità , del culto dell'apparenza. Un
tempo , neppure tanto lontano, gli
adulti avevano una discreta menta-
lità di fede , che però non ha retto
all 'assalto di un modo di vivere tan-
to diverso. Riconquistare una men-
talità di fede e saperla esprimere
nella normalità della vita quotidiana
è la sfida dei cristiani di oggi. Ed è
l'essenza dell'educazione cristiana.
2. Scienza. È necessario anche "sa-
pere" e conoscere i contenuti della
fede . Ma troppi adulti non hanno
neanche la "scienza" religiosa che
avevano all 'età della Prima Comu-
nione. Si continua a pensare che il
catechismo sia qualcosa che ri-
guarda i piccoli . In casa la Bibbia è
un soprammobile che prende pol -
vere , i poveri tentativi dei parroci di
fare catechesi agli adulti vengono
ignorati , all 'omelia si sbadiglia, i do-
cumenti del papa e dei vescovi so-
no sconosciuti o, peggio , conosciuti
solo dalla caricatura che ne fanno
stampa e tv, si entra in una libreria
religiosa soltanto per ripararsi dalla
pioggia. I figli imparano solo ciò che
i genitori stimano. Ma come si può
stimare qualcosa che non si cono-
sce? I ragazzi hanno bisogno di
genitori che siano cristiani maturi .
3. Consiglio . Nel linguaggio biblico
consiglio significa anche "progetto"
e "disegno". Si tratta di trovare la
strada giusta per realizzare il pro-
getto che il Creatore ha su ogni
creatura. In un certo senso ciascu-
no di noi è un "sogno" di Dio, unico,
irripetibile. Il farlo diventare realtà è
il compito della vita. Essere genitori
è una vocazione . Il dono del Consi-
glio è quindi doppio : aiuta i genitori
a scegliere bene di fronte alle di -
verse alternative che la vita propo-
ne e dona la capacità di aiutare i
figli nelle scelte fondamentali , nelle
decisioni importanti.
4. Fortezza. Ogni giorno dovremmo
chiedere la fede per osare l'impos-
sibile . Chi desidera operare con
Cristo e, di conseguenza , trasfor-
mare il mondo, rifiuterà di adeguar-

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
si a leggi ed ordinamenti dominati
dal mercato, dal denaro , dall'appa-
renza. Rendere i propri figli forti e
coraggiosi, tenaci e non conformisti
è uno degli obiettivi dell'educazio-
ne. Oggi è necessaria una grandis-
sima forza per vivere una grande
qualità umana: la fedeltà . Troppo
frequentemente la fedeltà è solo un
optional. La fortezza consente di
essere fedeli agli impegni assunti
con gli uomini e con Dio, anche
quando costano e richiedono sacri-
fici non indifferenti. I figli possono
apprendere la rarissima arte della
fedeltà solo guardando i genitori.
5. Timor di Dio. "Dio non si può
prendere in giro" afferma san Pao-
lo. Chi perde il rispetto di Dio fini-
sce per perdere ogni rispetto del-
l'uomo. Il "timor di Dio" dice chiara-
mente che gli uomini non sono pa-
droni del bene e del male. I genitori
devono essere in grado di cono-
scere e spiegare ai figli i confini tra
ciò che è giusto e ciò che è ingiusto,
ciò che è lecito e ciò che è illecito.
6. Pietà. Tutto ciò che riguarda Dio
non è "dovere" ma "piacere". È ca-
lore, felicità profonda, condivisione ,
incontro, pace, tranquillità dello spi-
rito , dolcezza. Ai bambini non si de-
vono insegnare le preghiere: si deve
insegnare la qellezza di pregare .
7. Sapienza. E il "dono dei doni". La
vera grande eredità che si lascia ai
figli : non nelle loro tasche , ma nel -
l'intimo della loro persona. È la gra-
zia di saper valutare e giudicare in
base all 'amore, irradiando bontà e
comprensione . Se la pietà è tene-
rezza verso Dio , la sapienza è
tenerezza verso tutti e tutto. È pa-
zienza radicale , compassione, con-
~olazione, vera giustizia, equilibrio.
E qualità profondamente umana
perché profondamente divina. San
Giacomo la descrive così: "La sag-
gezza che viene da Dio è assoluta-
mente pura; è pacifica, compren-
siva, docile, ricca di bontà e di ope-
re buone; è senza ingiuste prefe -
renze e senza alcuna ipocrisia". È
incarnare le parole di Gesù : "Voi
siete la luce del mondo .. . voi siete
il sale della terra". "Quando ero pic-
colo , di notte , mio padre mi lascia-
va sempre accesa la luce sul co -
modino", disse un tale ad un ami-
co. L'altro rispose semplicemente :
"Mio padre era la luce".
DONI IN FAMIGLIA
Come donna e mamma cristiana cerco di leggere in profondità
la realtà che vivo ogni giorno, nello sforzo di scorgervi
le tracce dello Spirito e scoprirvi i suoi doni
S ono consapevole della banalità
della vita che spesso mi tocca
vivere ... e, anche come credente ,
mi riesce difficile scorgere attorno a
me i segni della presenza dello
Spirito . In famiglia questa difficoltà
è acuita dal fatto di dover mettere
insieme storie diverse , attese e di-
sponibilità a volte contraddittorie e
un'affettività che non di rado fa fati-
ca a connettere il desiderio alle rea-
lizzazioni. Proprio per questo conti-
nuo a domandarmi se tra me , mio
marito e i miei figli lo Spirito giochi
effettivamente qualche ruolo , oppu-
re è irrimediabilmente condannato
ad essere lo sconosciuto di sempre .
Non so se è presunzione, ma
credo di aver percepito almeno
qualche volta nella mia esperienza
familiare la Sua azione silenziosa
ma decisa e incisiva. In alcuni mo-
menti di crisi , quando non riuscivo
a vivere appieno sentimenti e gesti
d'amore verso i miei, chi mi ha dato
la forza di superare le frustrazioni
che vivevo sul piano relazionale?
Mi è sembrato di percepire l'amore
e la tenerezza di Dio-Spirito, come
suggeritore di comportamenti adatti
a ricomporre l'armonia, la Sua fan -
tasia inesauribile nell'inventare for-
me diverse di accompagnamento
per ogni circostanza , nel sintoni z-
zarsi misteriosamente con bisogni e
attese inespresse , nel convincermi
a non avere paura, perché qualsia-
si necessità troverà prima o poi
spazio di accoglienza e di risposta .
Quest'amore 'personalizzato ' dello
Spirito mi ha aiutato a riconoscere
nella mia biografia di moglie e di
madre nuovi bisogni e insospettabili
risorse per costruire un 'esperienza
famil iare più esigente.
Ha sostenuto, lo Spirito, il mio
matrimonio nutrendolo e proteg-
gendolo nei momenti di routine , di
stanchezza, di incomprensione o
indifferenza, aiutandomi a leggere
in profondità la relazione , a guar-
dare oltre i momenti di disagio ; do-
nandomi la forza della perseveran-
za di fronte alla tentazione di allen-
tare sul versante delle responsabi-
lità domestiche, stemperando i mo-
menti di rabbia in preghiera.
Per me , approdare ad una biografia
condivisa non è stato facile e credo
che la volontà e le energie di cui
dispongo non sarebbero bastate
per costruire il 'noi '.
Mi ha aiutato a capire che ave-
re figli fa parte di un cammino in
cui si impara a farsi prossimo . A
poco a poco , forse anche grazie al
fatto di insegnare , mi ha orientata a
riconoscere nei miei figli il volto di
tanti altri figli e negli altri ragazzi
quello dei miei bambini . lmmetten-
ss MAGGIO 1998

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
/.~-~IRNA-
TRE PAROLE PER /~~J~S-:::~~~
UN SISTEMA
La "Carta di Comunione" ci dice
#,(J;,Jp-~ ~n·11 ,':;:_;: ' I,~:.J\\i I'-.-,,-'<;"·'
1!
I w_:,-~
r~?~ ~ .:- , ..&,
(;,>,; · ·,:Yl~
che la Famiglia Salesiana è tale
in quanto partecipa del dono geniale
di cui Don Bosco è stato privilegiato:
\\'\\~ \\\\
~ \\\\
t~- \\\\
~ 1,)~~.~
·cd' •.
'Il
l'attenzione d'amore per i giovani. La Famiglia Salesiana
lo fa suo assumendosi la gioiosa fatica di questo amore.
domi nella prospettiva di una soli-
darietà senza confini , lo Spirito mi
comunica ogni giorno che non ba-
sta amare un 'altra persona
perché è consanguinea, ma che
posso amare tante persone
perché scelgo io di divenire loro
consanguinea , anche se non
hanno con me alcun vincolo ,
di sangue né di esperienza
comune .
Lo Spirito, esigente ma ca-
pace di scaldare e far vibrare il
cuore, mi ha infine insegnato
che in famiglia non si condivide
solo una porzione di spazio e di
te mpo ma la possibilità di donarsi
reciprocamente il 'senso' dell'esi -
stenza, sostenendosi reciproca-
mente nell 'interpretare il viss uto
quotidiano attraverso gli occhi
dell 'amore.
E continua a provocarmi a sem-
pre nuove scoperte: se è vero
che i figli non mi appartengono
(me lo vado ripete ndo ogni gior-
no , ma faccio fatica a farlo pene-
trare dentro di me) , è anche im-
portante che continui discreta-
mente a camminare dietro di loro,
facendomi coraggio per esercitare
il diritto/dovere di fare loro delle
proposte sui valori da vivere . In
questo impegno mi sono richiesti
capacità di discernimento, compe-
tenza comunicativa, un sapiente
equilibrio , la perseveranza di chi
sa attendere senza rinunciare. Da
sola queste qualità non avrei sa-
puto proprio come procurarmele.
MAGGIO 1998 ns
Articolo 16: "Il nostro metodo si
fonda tutto sopra la ragione,
la religione e l'amorevolezza ".
Di fronte a una generazione che
se mbra aver smarrito i riferimenti
essenziali e vive in ricerca quasi
schizofrenica di punti di appoggio ,
di certez ze sempre sfuggenti , di
indicazioni di senso mai appaganti,
l'atte nzione d'amore del sistema
preventivo, mirabilmente riassunto
dalle tre magiche parole Ragione,
Religione, Amorevolezza , è la
carta vincente per ripristinare la
strada dei valori .
Tre parole , un condensato di sa-
pienza biblica corredato dal fascino di
Gesù nei suoi contatti palestinesi con
la più varia umanità e applicato magi-
stralmente da Don Bosco
nella periferia torinese.
Egli sa che è possibile
perforare la scorza dura di
ogni giovane e arrivare al
suo cuore e alla sua
mente . Il segreto: giocare
d 'anticipo, prima che il
male devasti il terreno .
Più che il rigore scienti-
fico, a rendere vincente il
suo sistema è la spiritua-
lità che ne è sottesa.
RELIGIONE . È il perno su cui pog -
gia questa ricerca di senso . Don
Bosco è convinto che offra gli stru-
menti migliori per l'educazione e in-
dica perfino quali: eucarestia e ri -
conciliazione.
AMOREVOLEZZA . È lo stile del
rapporto , l'atmosfera sotto cui si
agisce . Don Bosco ne è tanto con-
vinto che insiste : "I giovani sentano
e si accorgano di essere amati ".
Egli è anche convinto che l'ora-
torio e la scuola siano i luoghi più
adatti per riflettere , pregare, amare,
insomma per applicare il suo siste-
ma, che appare semplice e sugge-
stivo ma è straordinariamente im-
pegnativo .
RAGIONE . È il fonda-
mento logico della dignità
umana, dà capacità di
motivarsi nell 'agire . Don
Bosco fa leva sulla ragio-
ne per costruire una vita
degna di essere umana-
mente vissuta. La ragione
obbliga a riflettere su I
se nso , sui contenuti, sui
perché dell'esistenza.

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
DECIBEL E... SALE!
<< C aro doctor J., ho 15 anni e
adoro ascoltare la musica
a tutto volume. In quei momenti mi
sento bene, è come se ascoltassi
col ventre. Regolarmente i miei ge-
nitori mi piombano addosso obbli-
gandomi ad abbassare, e mi dico-
no che quella non è musica, tro-
vano che manca di spessore cultu-
ra/e ... Eppure il rap parla di amore,
tolleranza, razzismo, droga .. . I miei
non sono mai a corto di argomenti
e ribattono che questo tipo di musi-
ca isola, dà alla testa, e cose del
genere. Davvero la musica può in-
fluenzare la mente? Perché noi gio-
vani preferiamo ascoltarla a tutto
volume al contrario dei vecchi che
la vogliono sottovoce ? Non sarà
perché noi siamo pieni di energia
mentre loro sono ormai flosci? (Ric-
cardo , Catanzaro)
Caro Riccardo , voi giovani sapete
fare distinzioni sottili tra i differenti
generi musicali: rap , pop, rock, funk,
reggae , techno , hip-hop, heavy
metal, ecc., al contrario degli adulti
che fanno d'ogni erba un fascio e
classificano tutto come "rumo re".
Per tutti comunque la musica è
energia, vitalità, sete di liberazione.
Ci si domanda perché la musi-
ca giovane sforni sempre nuovi
generi. Forse perché uno la sente
senza ascoltar/a, per cui essa non
raggiunge più l'orecchio , né arriva
a farsi intendere per quello che è?
La prosperità dell'industria del di-
sco potrebbe far credere il contra-
rio , ma questo non è sicuro ; la mu -
sica non fa reagire come un discorso
o un'immagine. Spesso ha bisogno
dei videoclip per imporsi .
Esiste un rischio: che si ag-
giungano decibel come si aggiunge
sale sulle vivande insipide. Il volu-
me è come una pompa del gusto ,
ma alla fine si ha l'impressione che
tutto è insipido . Succede lo stesso
nei film : se non ci sono 24 tafferugli
e 12 morti , la gente ha l'impres -
sione di non essere stata allo spet-
tacolo . Perciò quando il cinema
s'interessa dei sentimenti , molti tro-
vano che manca di azione.
Comunque in parte ti do ra-
gione : la musica è certo fatta per
procurare piacere , anche fisico ,
legato ai ritmi , all 'intensità sonora.
Ma quel che è troppo è troppo: 11 O
decibel sparati per una mezz'ora
contro i padiglioni auricolari posso-
no provocare lesioni irreversibili.
Suppongo che nessuno ami la mu-
sica al punto di accettare di diven-
tare sordo! Ora, i walkman possono
sorpassare i 100 decibel , nelle di-
scoteche i 120, nessuna legislazio-
ne impone dei limiti ai fabbricanti , e
ora si sa che sopra gli 80 la volon-
tà resta influenzata. Superare que-
sta soglia provoca sibili all 'orecchio,
acuti , continui e impossibili a far
sparire anche attraverso il tratta-
mento medico e chirurgico : impedi-
scono il sonno e inducono forme di
depress ione .
Alla tua età si ha sete di emo-
zioni e sensazioni nuove, tu provi il
tuo corpo e la musica può giusta-
mente aiutarti a vivere queste pul-
sioni inedite , a equilibrare desideri
che si dominano male, a sentirti be-
ne nel fisico, a sdrammatizzare. Ma
può fare di più : può sviluppare e
canalizzare i tuoi bisogni affettivi , a
condizione che sappia rispondere a
quello che è la sua ambizione veri-
tiera: una proposta d'armonia, di ac-
quietamento o d'espressione di sé
che aiuta più che non un'esplosione
brutale o un grido . L'esplosione è
legittima, il grido scarica la tensio-
ne. Ma queste cose richiedono un
seguito, c'è qualcosa da costruire .
Ora tu rischi di perdere ciò che
è più importante, perché le sensa-
zioni fisiche dovute a un altissimo
livello sonoro sono a detrimento dei
sentimenti: queste musiche forti
hanno un debole livello affettivo;
privilegiano il ritmo che s'indirizza
verso l'istintivo , al posto dell 'infor-
mazione (la melodia , le immagini)
che s'indirizza all 'intelligenza e al
sentimento. In breve, non aiutano a
sviluppare sentimenti profondi.
Sarebbe come dire che un
ascolto esclusivo ed esagerato di
questi tipi di musica può essere co-
me una malattia, o quanto meno ,
un rifugio. Il ritmo del basso è ripe-
titivo , il che è rassicurante : come
dire che si sa dove si va , che non
ci sono novità. La melodia è infor-
mazione perché introduce delle
invenzioni , dei cambiamenti. Il che
fa dire ad alcuni che non c'è av-
ventura in queste musiche , e che la
loro funzione è di esorcizzare la
paura che provi davanti al mondo o
a sentimenti .
Allora? Allora la tua musica può
essere considerata positiva nella
misura in cu i tu ne hai bisogno o ti
protegge. È una "cultura tampone"
tra il mondo dell'infanzia e il mondo
adulto . Te ne puoi servire , ma la
meta, lo scopo non è quello di ri-
manere là. Devi avventurarti verso
altre cose. Il che suppone che tu ti
prenda cura delle tue orecchie.
lo so bene che coloro che prati -
cano un totale settarismo musicale,
gli "i mpallinati", sono piuttosto l'ec-
cezione . Sono rari quelli che non
evolvono , che non chiedono altre
musiche , anche quelle dei gen itori
e degli adulti in genere . Attual -
mente mi sembra che questo sin -
cretismo culturale sia piuttosto in
voga. Ed è un buon segno.
o
BS MAGGIO 1998

4.8 Page 38

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Da Santa Cruz in Bolivia un grande progetto a tappe per una
HO VISTO FIORI r-fP--- - -
MIRACOLI diSerenaManoni
Dal kinder al barrio, un
percorso educativo che si
snoda tra i tanti hogares
della città e che
può dirsi miracoloso...
Avviene ai nostri tempi,
sotto gli occhi ammirati
delle autorità e dei
benefattori.
,,Hogar" significa focola-
re .. . Odora di ca lda ac-
cog li enza, di affetti fa-
mili ari , di cure amorevo li ... A San-
ta C ruz g li hogares sono la manna
per tanti ragazz i e ragazze, a rischi o
di e leggere la strada come loro d i-
mora perm anente, cani e gatti q uan-
do non si tratta d i top i come co in-
quilini , e picco li spacc iatori e mi -
crode linq uenti come ami c i. Santa
Cruz, second a città della Bo li via,
più d i un milione e 600 mil a abitan-
ti , ha i preg i e i dife tti d i un a grande
città: si sono ricchezza e pove rtà,
più povertà che ricchezza. C i sono i
fig li d i papà e i figli di ness uno, più
fig li d i ness uno che figli di papà.
C hi ssà perché sono i fig li di nes-
suno a moltipli carsi e gli altri a rare-
fa rsi. Se non corre ai ripari , prima o
poi qualcosa scoppia. E qui entrano
in scena i sa lesiani . Con loro comin-
c ia un 'avventu ra che ha dell ' incre-
d ibile: un 'operazione di prevenzio-
ne e recupero che va espandendos i e
ramificandos i con conseguenze be-
nefi che che hanno fatto escl amare a
chi in questo momento anima i sale-
siani : " Ho vi sto fi orire i miraco li".
PRIMO PASSO
I salesiani hanno iniziato con
l'Hogar Don Bosco , un orfanatro-
fio, dove i fi gli della strada potesse-
ro trovare un foco lare prim a che il
gelo dell' abbandono li avesse spinti
su sentieri senza ritorno. A dec ine
hanno subito affoll ato l' inatteso ri-
fu g io. Costringendo l'hogar a razio-
nalizzare l' intervento ed attrezzarsi
al megli o. Ora ha un "basico" (una
scuola elementare), un "intermedio"
(la scuola media) e una scuola "spe-
ciale" (per i più svantagg iati).
LA MANO AMICA
Specializzandosi I' Hogar Don Bo-
sco, nasce la necessità di una strut-
tura di prima accoglienza per af-
frontare i ragazzi come si trovano o
si presentano: carichi di problemi ,
di cri si, di interrogativi , giovani in
fu ga, pi ccoli sbandati , microcrimi-
nali o sulla via di di ventarlo . Biso-
gnava creare un diaframma sulla
- Laboratorio di falegnameria: gli alunni del primo corso. - Il pranzo... sotto lo sguardo di Don Bosco.
MAGGIO 1998 BS

4.9 Page 39

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educazione integrale.
strada che conduce alla dispersione
religiosa, sociale, culturale, psicolo-
gica. Sorge "Mano Amiga", che,
letteralmente, tende la mano a un
centinaio di ragazzi e ragazze pre-
parandoli per due anni con persona-
le specializzato a reinserirsi nella
società e continuare il cammino di
redenzione intrapreso.
"PRINCIPIIS OBSTA"
Il lavoro educativo diventa più fa-
cile quando inizia dalla più tenera
età. E cosa di evidenza lapalissia-
na ... Devono aver pensato così i sa-
lesiani quando hanno aperto il "Cen-
tro Educativo Don Bosco" che si è
attrezzato col "kinder", la scuola
materna, dove un po ' d 'affetto può
fare miracoli. Il puzzle educativo
sta ordinando lentamente i tasselli e
s 'intravedono ormai i contorni del
grande quadro . Il centro raccoglierà
poi i giovani per il "medio", la
scuola superiore, per un totale com-
plessivo di più di 1300 allievi e
classi da 50/60 membri.
E L'ORATORIO?
La domanda affiora spontanea a
chi è "patito" di oratorio, cioè a
ogni salesiano. Un luogo di raduno,
la piazza educativa dei giovani c'è o
non c a Santa Cruz? C'è. La chia-
mano "Centro Ricreativo", ma è
proprio il caro vecchio inimitabile
oratorio, dove i ragazzi possono in-
contrarsi per fare amicizia, per pre-
gare, per avviarsi alla vita, per socia-
lizzare . .. C 'è, ed è impostato nel più
genuino stile salesiano: non un parco
giochi, a dispetto del nome, non una
Disneyland a buon mercato, ma un
centro di attività educative, cultura-
li, sportive, ricreative, religiose ...
I BIMBI CRESCONO
Le esigenze dei più grandicelli
sono di natura diversa da quelle dei
preadolescenti. L'età degli interro-
gativi sul futuro spesso fa il vuoto:
ricominciano le crisi, i patemi, le in-
certezze, gli scoraggiamenti. C
chi vuole andare avanti e non sa
dove andare... A Santa Cruz i gio-
vani ormai sanno dove andare: tre
altre "hogares" sono approntate per
loro. Le ragazze vengono accolte
nella "Residenza Laura Vicuiia", i
giovani studenti nella "Residenza
Don Bosco". I giovani lavoratori
che vogliono arrivare a un diploma
ora possono rivolgersi all "'Albergue
Mighuel Magone", che non è affatto
un albergo, è un convitto, quasi un
college che permette di completare
gli studi tecnici fino alla maturità.
PER UNA PAUSA
REFRIGERANTE
Tante le attività: ti prendono alla
gola, non sai dove girmti. Capita
così a giovani ed educatori. Ogni
tanto hai bisogno di una sosta, uno
stop, un taglio, un attimo di relax
che ti aiuti a capire, ad approfondi-
re, a distrarti, a verificare ... Il lavo-
ro fatto di ritmi forzati stressa. Paro-
la d 'ordine, soprattutto per la civiltà
moderna: evitare la schizofrenia.
Arriva la "Mano Amiga in Samai-
pata" la casa estiva, diremmo noi.
Con i pattini nuovi è festa
all'Hogar Don Bosco.
Non solo per la distensione vacan-
ziera, ma anche per il riposo dello
spirito, per completare e affinare la
formazione, per la convalescenza,
gli incontri, i ritiri, i fine settimana
distensivi e di approfondimento.
IL GRANDE SOGNO
Ci si poteva ritenere soddisfatti.
Eppure . . . Me la sono sentita più di
una volta l'obiezione, cui non ho sa-
puto dare risposta. Quale sbocco per
noi ? Terminata la fase educativa,
completati gli studi, che facciamo?
Arrangiarsi? . . . Gran, brutto verbo:
c dentro di tutto. E pericoloso. I
salesiani e le Figlie di Maria Ausi-
liatrice di Santa Cruz hanno voluto
rispondere alla grande, hanno sfida-
to il miracolo ... La risposta è il
"Barrio Juvenil". Un collegio? Un
oratorio? Una fabbrica? ... No, un
quartiere! L' ultima risposta all ' ulti-
ma domanda dei giovani: "E adesso
dove si va, senza casa, senza lavoro ,
senza strumenti? ... " Al Ban·io Ju-
venil: case, spazi comuni, strutture
per impiantare piccoli laboratori, ar-
tigianato, mini cooperative. .. Su
22.000 metri quadrati di terreno si
solidificherà l'ultimo sogno.
E il miracolo continua...
Festa in palestra con padre Ottavio.
L'ispettore in visita all 'Hogar.
BS MAGGIO 1998

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA
Ardea Montebelli
"Come un amore
la parola riannoda ed apre
vecchi discorsi".
L a parola, scritta o
detta, sintetizzata in
fosse una perdita di tem-
po. All 'interno di un simile
meccanismo la poesia ne
esce svilita, marginalizza-
ta in un panorama cultura-
dipinto o abbellita in suo-
le che non educa l'uomo
no o sublimata in poesia
né lo anima, ma se ne
è via privilegiata di comu-
serve per renderlo , il più
nicazione. L'essenza del
delle volte a sua insaputa,
vivere è comunicare e la
funzionale al sistema.
fatica , l'unica, dell 'uomo
consiste nella ricerca tal-
O Il criterio con il quale
volta serena tal altra di-
si costruisce una poesia
sperata del comunicare.
è opposto a quello che , di
Chi non comunica è nes-
norma, viene utilizzato per
suno , non esiste . Si può
comunicare qualcosa. La
comunicare se stessi , il
poesia ha bisogno di tem-
proprio intimo : sensazioni ,
po per essere prima pen-
sentimenti, idee proprie e
sata, vissuta interiormen-
altrui; le notizie : le cattive
te , poi creata. Ha bisogno
notizie , le buone notizie ,
di altro tempo per essere
la Buona Notizia! Tutto è
letta, riletta, ruminata, as-
buono per comunicare.
similata. Non è possibile
O Preferisco la poesia:
parola sublimata, pensiero
DIRLO
avvicinarsi alla poesia an-
dando di fretta, senza pa-
zienza e umiltà, senza im-
levigato , sentimento pene-
trante, luce poliedrica sulla
IN POESIA!
mergersi nel cuore del
pensiero per carpirne il se-
realtà : " Vi arriva il poetai e
poi torna alla luce con i
Riflessioni in margine alla 31" Giornata
greto. Amare la poesia è
credere nella parola, sve-
suoi canti/ e li disperde ("Il
porto sepolto'; Giuseppe
Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
larne la potenza intima, la
realtà fascinosa. Il sex-ap-
Ungaretti) .
peal - ci si permetta l'e-
spressione - la seduzione che ogni parola emana di
O La ragione del poco interesse per la poesia, sta per sé, si amplia smisuratamente nel momento in cui
nel fatto che viviamo in una civiltà che privilegia l'im- la magia di altre parole riesce a creare un'immagine
magine a scapito del- più vera e brillante di quella primitiva. "Dietro l'ango-
In cielo e in terra
la parola, preferisce lo" di una parola c'è molto più di quanto il suo primo
la prosa ai versi, il significato possa svelarne. " Vedi, in questi silenzi in
il cuore dell'uomo
..
com ie dunque il suo cammmo. .
oe rmpog1J· a
oradualmente
nelle
sabbie
.
; i fa figlio legittimo del tempo,
lo scruteranno dentro
le sole cose amiche
che trovano misura ?~\\l'eterno.
Segreti irraggiung1b1_h .
ora si stendono sugli _occhi
e le voci diventano_d1 fuoco
nel grembo della vita.
.
rumore al silenzio, lo
schema alla libertà
espressiva, l'imme-
diatezza di un mes-
saggio rispetto al
contenuto del mes-
saggio stesso. Per
averne conferma
basta accendere il
televisore o aprire
un giornale: le no-
cui le cose/ s'abbandonano e sembrano vicine/ a tra-
dire il loro ultimo segreto,/ talora ci si aspettai di sco-
prire uno sbaglio di Natura,/ il punto morto del
mondo, l'anello che non tiene,/ il filo da disbrogliare
che finalmente ci metta/ nel mezzo di una verità ".
(Montale, "Ossi di Seppia"). Il poeta scava nel
tempo, ne evidenzia disagi , tormenti , contese ... poi
tutto ricompone , come il cuore desidera.
O Educatore, Animatore, attenzione alla parola!
La superficialità con la quale si utilizza il linguaggio
Ardea Montebelh tizie devono esse- ha vanificato ogni prerogativa della parola. Nel caos
da "U n Angelo Racconta..." re scoop, con in- linguistico si è perso ogni riferimento : da un messag-
formazioni ad ef- gio è possibile capire tutto o il contrario di tutto o
fetto, e non importa se, per garantire semplicemente quello che fa più comodo. Nella co-
questo, si rischia di far circolare "cose" povere di municazione sociale un mezzo espressivo quale la
senso. Importa bersagliare, con prepotenza, gli utenti poesia costituisce una sfida a confrontarsi con l'es-
con messaggi forti e vuoti, colorati. .. di niente, news senzialità delle cose , attraverso messaggi che stimo-
che facciano pensare il meno possibile, distraggano il lano non solo la ragione ma anche il sentimento, fil -
più possibile, e impegnino nulla di sé ... Come se il trando le emozioni .
prendere seriamente coscienza di ciò che accade
o
MAGGIO 1998 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r TUTTOANDÒ
NORMALMENTE
In seguito a forti dolori addomi-
nali fui ricoverata all 'ospedale
per essere sottoposta ad inter-
vento chirurgico. Ma mi dissero
che ero incinta di sei settimane
e che in seguito, a causa dell'in-
tervento subito , quasi sicura-
mente avrei avuto un aborto. In
realtà alla 21 ' settimana la pla-
centa scese completamente e
perciò fui nuovamente ricovera-
ta in ospedale e non mi alzai più
dal letto nella speranza di salva-
re la bambina. I medici decisero
di far nascere la bambina pre-
maturamente entro la 28' setti-
mana con parto cesareo . Una
mia cugina , saputo il fatto , mi
inviò l'abitino di S. Domenico
Savio che io subito indossai
tenendolo poi per tutto il tempo .
Dopo una settimana tutto diven-
ne normale. lo potei cominciare
ad alzarmi e potei portare a ter-
mine la mia gravidanza in modo
normale. Martina è nata sana
con un parto più che buono. Ho
ritenuto pertanto mio dovere
segnalare pubblicamente que-
sta grazia ottenuta per interces-
sione di S. Domenico Savio.
Cristina Spinedi,
Pedrinate (Svizzera)
r UNA
PERICOLOSISSIMA
CADUTA
Sul far della notte mi è capitata
una caduta da un terrazzo alto
tre metri. Sono un ottantenne.
Avrei potuto restarci morto. Ci fu
invece un 'emorragia intraventri-
colare ed ematoma cerebrale ,
come diagnosticò la TAC . Per
vari motivi fu escluso un inter-
vento chirurgico e fui quindi affi-
dato alle cure di un internista.
Le condizioni erano preoccu-
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
f irmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
panti. Ci furono giorni di confu -
sione mentale e difficoltà loco-
motoria . Appena mi resi conto
della mia condizione , mi rivolsi
con fiducia alla B. Laura Vicu-
iia. Non trascorsero molti giorni
che il miglioramento ebbe inizio.
L'esito fu la perfetta ri acquisizio-
ne della lucidità e della locomo-
zione. Per me si tratta di un ve-
ro miracolo.
Sac. Angel Felipe Coline/,
Las Piedras, Uruguay
r GLI HO SEMPRE
AFFIDATO
LE MIE ANSIE
Appartengo al Club Domenico
Savio , costituitosi presso la mia
Parrocchia molti anni fa . Ho
sempre affidato le mie ansie e i
miei desideri a questo grande
santo che mi ha aiutato in tutte
le difficoltà della vita. Ora voglio
ringraziarlo in particolare modo
perché, nonostante le difficoltà,
mi ha concesso l'immensa gioia
di essere mamma. Il mio Alberto
è nato otto giorni fa con parto
cesareo resosi necessario all'ul-
timo momento perché i medici
temevano per la salvezza del
piccolo. Ed ora che è nato, io
continuo a pregare il mio santo
perché me lo voglia proteggere
sempre .
Ersilia Patalano, Ischia (Na)
r ERAVAMO
ANGOSCIATI
Eravamo sposati ormai da otto
anni e aspettavamo disperata-
mente un figlio. C'erano state
ben tre gestazioni non portate a
termine . Per di più , da analisi
fatte risultava molto alta la pro-
babilità che un eventuale figlio
non sarebbe nato sano. Imma-
ginarsi la nostra preoccupazio-
ne . Eravamo angosciati! Avevo
sentito parlare di Domenico
Savio ma la mia preghiera a lui
fu intermittente e molto tiepida.
Quando però iniziò la mia quar-
ta gravidanza, allora cominciai a
rivolgermi a lui con tutta la fede
possibile, lo pregavo ogni giorno
e andavo ogni settimana davan-
ti al suo altare nella Basilica di
Maria Ausiliatrice . La gestazio-
ne è stata tutta una dolorosa
avventura: prove su prove che
non sto qui a narrare. Ci fu un
momento in cui sembrò che di
nuovo tutto fosse perduto , per-
ché ci dissero di non nutrire più
alcuna speranza. Fu quello il
periodo in cui aumentammo le
nostre preghiere non cessando
di sperare . Al controllo che se-
guì quella settimana nera , le
mie condizioni risultarono buone
con meraviglia dei medici. Le
preoccupazioni tuttavia non ces-
sarono sia per altri pericoli inter-
corsi sia per la continua paura
di dover dare alla luce un bimbo
ammalato . Ma alla fine nacque
Fabio , un bambino bellissimo e
sano! Noi vorremmo invitare
tutti coloro che hanno di questi
problemi a non cessare di spe-
rare nella efficace intercessione
di Domenico Savio.
fede e con digiuno. Quando mia
sorella rifece le analisi , i medici
di ssero che quei calcoli nel
coledoco non c'erano più. Inol-
tre il successivo intervento alla
colicisti andò benissimo ed oggi
mia sorella gode ottima salute.
Antonella Guarino, Napoli
Monica Samossa, Torino
r LAGIOIA
DI UNA SECONDA
MATERNITÀ
Dopo la prima maternità conclu-
sasi positivamente ma con mol-
te difficoltà, io non riuscivo più
ad averne una seconda, nono-
stante che lo desiderassi tanto.
Venuta a conoscenza dell'abiti-
no di S. Domenico Savio, me lo
procurai e lo indossai ogni gior-
no recitando insieme alla mia
bambina le preghiere della nove-
na. Con mia grande gioia sono
diventata mamma per la secon-
da volta. E di questo ringrazio
vivamente il mio santo protettore.
M. N. , Battipaglia (Sa)
r QUEI CALCOLI
NON C'ERANO PIÙ
Mia sorella ha sofferto per delle
gravi coliche causate da calcoli
alla colicisti. Nulla di straordina-
rio , si direbbe. Ma le preoccupa-
zioni sorsero quando i medici si
resero conto che i calcoli erano
anche nel coledoco : ciò avrebbe
portato a conseguenze molto
gravi se non estreme se non si
fosse provveduto subito. Mi so-
no rivolta a Maria Ausiliatrice
mediante una novena con molta
r OFFRO
CON MAGGIOR
DEDIZIONE I MIEI
ANNI DI VITA
La diagnosi fu adenocarcinoma
al seno. Si ricorse ad una par-
ziale mastectomia seguita da
chemioterapia. Mi sono affidata
intanto all 'intercessione del bea-
to Filippo Rinaldi. Se non c'è
stato un vero miracolo, c'è stato
però certamente un visibile suo
intervento. Si temeva infatti un
indebolimento del mio sistema
immun itario con conseguent i
frequenti malattie. Invece in tut-
to questo tempo , lo stato gene-
rale della mia salute è stato
buono. Quando poi , si è proce-
duto alla biopsia per sapere di
eventuali metastasi , si è avuto
un risultato ottimo . Tutto ciò è
da attribuire alla potente inter-
cessione del beato Filippo Ri -
naldi. Per esprimere la mia rico-
noscenza, io offro con maggior
dedizione al Signore tutti gli an-
ni di vita che ancora mi verran-
no donati, io Cooperatrice sale-
siana da 14 anni (di cu i sei in
Consiglio, tre come segretaria e
tre come Coordinatrice) .
Judi Kallmeyer,
Flushing, N. Y. USA
HANNO SEGNALATO GRAZIE
Marcondelli Fabio
Per intercess. di san D. Savio
Palazzolo (Mi)
Ravinale Maria
Per intercess. di Don Bosco
Caraglio (Cn)
Pale Nupeo Angela
Per intercess. di san D. Savio
Cessali (At)
Marchiaro Stefano
Per intercess. di san D. Savio
S. Damiano (At)
Binna Francesca
Per intercess. di Alessandra da Costa Sassari
Nicosia Grazia
Per intercessione di san D. Savio Trappeto (Ct)
Tarrizi Ninella
Per intercess. di Valsè Pantellini
Trecastagni (Cl)
Gremmo Capellari Sandra Per intercess. di Mamma Margherita Biella (Ve)
Suor Mariagnese Fumari Per intercess. di Eusebia Palomino Reggio Calabria
Olivi Vittorina
Per intercess. di Maria Ausiliatrice Paderno Dugnano
Don Raffaele De Simone Per intercess. di Mamma Margherita Lecce
BS MAGGIO 1998

5.2 Page 42

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r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
« .. . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure ali' Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire ... , (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« .. . annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
MAGGIO 1998 BS
I NOSTRI MORTI
CANTONI sig. Guido ,
coadiutore salesiano ,
t Torino , il 05/02/1998 a 76 anni.
Il signor Cantoni era veramente "un signo-
re". Sia per il suo modo di trattare, di acco-
gliere , di conversare con le persone. Sia
perché ricco di doti naturali , quali l'intelli-
genza , la saggezza, la disponibilità agli
altri. Sia perché nella sua vita con dignità e
umiltà sapeva rendersi utile a tutti senza
far pesare sugli altri il suo servizio. Sia per-
ché ha amato e servito fedelmente la con-
gregazione sino alla fine. Così lo abbiamo
conosciuto , così l'abbiamo stimato e per
tutto questo gli abbiamo voluto bene.
PISTELLATO Luigi , cooperatore,
t Scorzé (VE) il 15/01 /1998 a 91 anni.
L'onestà, il rispetto per gli altri , la centralità
della famiglia , l'educazione dei figli , l'impe-
gno tenace nel lavoro sono stati i valori
che ha costantemente coltivato. Ma il muro
portante della sua lunga vita è stata la
fede : semplice , forte , audace che alimenta-
va la preghiera fiduciosa e serena. Ha
amato la Chiesa e la congregazione sale-
siana. Ai suoi cari confidava : "Nella mia
vita ho sempre messo Dio davanti a tutto .
Sono in debito col Signore : non sono
degno di tutto il bene che mi ha concesso.
lo e la Madonna siamo molto amici , ci
siamo sempre intesi".
DUCCI Ada , cooperatrice
t Genzano il 10/02/1998 a 64 anni.
Aveva ricevuto dallo Spirito i carismi della
bontà, del sorriso , del silenzio , del sacrifi-
cio. Fu "salesiana" modello di sposa e di
madre, servì gli anziani come buona sama-
ritana . Amava la liturgia, an imandola col
canto e preparando con rigore la cateche-
si. Si preparava con scrupolo ed entusia-
smo al "Giubileo del 2000": il Signore l'ha
voluta con sé prima di vederne l'alba.
GIPPONI don Mario,
sacerdote diocesano ,
t il 14/11 /1997 a 79 anni.
Sacerdote di grande umiltà e grande gene-
rosità. Nominato cappellano dell'ospedale
San Camillo di Comacchio, si adoperò con
zelo instancabile a favore dei malati più
bisognosi. Era sempre con loro , gli faceva
forza , li serviva ... fino ad andare tutti i gior-
ni all'edicola per fornirli di giornali. Devol-
veva per intero il suo stipendio a favore dei
poveri. Si privava praticamente di tutto per
donare agli altri . Amava i ragazzi come un
vero salesiano ed era benvoluto da tutti. Si
era sobbarcato anche il compito di recare
nelle case degli anziani che non potevano
venire in chiesa l'Eucarestia. Fin che poté
ci andò in bicicletta . A piedi negli ultimi
tempi. Era un appassionato di Don Bosco
e mai mancava alla sua festa annuale. No-
minato dal vescovo penitenziere della cat-
tedrale , aveva file interminabili di penitenti.
Per tutti aveva parole di conforto. Il suo fu-
nerale ha richiamato tutta la città e la gran
folla ha salutato la bara con uno spontaneo
e commosso applauso, a riprova della gran-
de stima e dell'affetto che si era conquistato.
DI VINCENZO Rosa Cravatta ,
t Enna il 23/12/1997 a 89 anni.
Mamma del salesiano don Giovanni Cra-
vatta, donna di fede e di preghiera, Il Si-
gnore le ha fatto dono delle beatitudini
della povertà evangelica, della mitezza,
della forza nelle tribolazioni, affrontate per
il regno di Dio. Ha vissuto lo spirito salesia-
no di ardente amore eucaristico e devozio-
ne mariana, pregando ogni giorno per tutti i
salesiani , le Figlie di Maria Ausiliatrice e i
giovani ad essi affidati.
BOETTI RESTAGNO Maddalena,
mamma di un salesiano
t Beinette (CN), il 04/02/1998 a 90 anni.
La signora Maddalena era la mamma del
coadiutore salesiano signor Giuseppe Re-
stagno. Una donna semplice , buona, che
non solo ha accettato come una benedizio-
ne la vocazione del figlio , ma ha continuato
per tutta la vita a pregare per le vocazioni,
perché il Signore mai facesse mancare
operai per la sua vigna , convinta che
sacerdoti e consacrati fossero intermediari
indispensabili alla salvezza. Il cuore del
Padre misericordioso l'ha accolta con
amore in vita e in morte ; ora dal cielo ren-
de viva la speranza per chi ha ancora la
vita in viaggio.
GUIDI sig. Gaetano ,
coadiutore salesiano,
t Roma Pisana, il 24/01 /1998 a 86 anni.
La sua vita si snoda come un compito svol-
to con diligenza e amore e persino con ele-
ganza . Sempre inappunti;l,bile , tranquillo ,
serenamente scrupoloso. E arrivato al mo-
mento finale come chi giunge alla meta
guardando il contachilometri: prevedendo
e preparandosi all 'incontro. L'abbiamo sen-
tito ripetere mentre andava lentamente
spegnendosi: "La mia vita si sta avvicinan-
do al traguardo. Sono nelle mani di Dio". Il
lavoro è stato il motivo guida della vita del
signor Guidi (Rebaudengo , Spagna, Casa
Generalizia). Può essere il suo testamento
quello che scrisse al termine degli esercizi
spirituali del 1996: "Nel lavoro, nelle soffe-
renze e nelle difficoltà ravvisare la speran-
za guardando il cielo".
È bello tramontare
dal mondo verso Dio
affinché in Lui
si possa risorgere!
(S. Ignazio di A11tiochia)
~,

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/5
T. Bosco, A. GaHia
20 OTTOBRE , DOME-
SIAMO
IN TANTI, ORMAI.
NEL CORTILE NON
NICA. GRUPPI DI RA -
GAZZI LASCIANO LA
CITTA' E SCENDONO
VERSO LA ZON,C-
Cl STIAMO PILI'. BI-
BAS>S>A DI VALDOC-
- -•,,;11. SOGNA TRAS>LOCARE.
CO
.ANDREMO A V.ALDOC· 1 - - - - - - - - - ·/ .III
CO, DOVE POTRETE
CANTARE , COR-
RERE, S>ALTA!<".E/
L.D.C.
,o ..
BS MAGGIO 1998

5.4 Page 44

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N
TIMO DI
TENZIONE.
E<;,TA !:>ALA
NOSTRA PE
TO L'INVERN
DI CHI DI
LE VENIRE D
O'DISCUO
DON
BOSCO ,
I ADDOR
ENTO Ml
EGLI. YOG
!:>OLUTAM
E IMPA-
C'E' LA Cl-i1E-
0A DEL CROCEFIS·
SO CHE HA UN C012TI-
LE INTERNO ABBAN-
DONATO. POe>SIAMO DIR
MESSA IN CHIESA E
GIOCARE NEL CORTILE.
IL CAPPELLANO E'
UN MIO AMICO.
PROVIAMO.'"
CAPPE:LLAN
CORDO. LA S
:4 DI SERVIZI
OPO LA MES
AZZI SI SCA
EL CORTILE. a
ACCIA A O
L'O<,,PEDA-
LE e>TA PER ES-
'Z>ERE TERMINA·
TO. LA e>ALA DO·
VE GIOCANO I RA·
GAZZI E. DESTINA·
TA Al MALATI.
DOBBIAMO Tl20-
VARE UN ALTRO
POf:>TO PER
L'ORATORIO.
MAGGIO 1998 BS

5.5 Page 45

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LA DONNA GRIDA, C0f2RE ,
MENA LA SCOPA '::JULLA
0CHIENA DEI RAGAZZI.
DON BO':JCO CAPISCE CHE E' MEGLIO
ANDARSENE E CHE OCCORRE TRO-
VAf2E UN ALTf20 POSTO PER L'ORA-
T0/:210, IL ':JINDACO DELLA CITTA',
INFORMATO, OFFRE LA CHIESA E
IL CORTILE DEI MULINI DOl<A DOVE
HANNO LIBERO PA0SAGGIO CAf2/21
E CARf20ZZE.
ON BO"::>CO,
I NON ':JI P
CARE, I
E I CAVAL
L.D.C.
L'ULTIMO , UN l<A-
GAZZ INO PALLIDO,
RIMANE '::>ENZA,
01 CHIAMA MICHE-
LE RUA . DON BOSCO
GLI TENDE LA MA-
NO "::>INISTl<A , E CON
LA DESTRA FA FINTA
DI TAGLIAQLA IN DUE.
/:)ON BOSCO,
FISSANDO-
LO, GLI DICE
PA!èOLE Ml -
'::JTEQIOSE:
BS MAGGIO 1998

5.6 Page 46

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SOLIDARIETÀ
ALLA RICERCA
DEL VOLTO
Dalla cella di un detenuto
a quella di un monaco. Un
itinerario curioso e coin-
volgente per mettersi in
cammino, alla ricerca del
volto. Una sorta di provo-
catoria "videomeditazio-
ne" per giungere preparati
all 'incontro con l'Uomo
dei dolori, riflettendo sugli
spunti che vengono da
un 'icona così straordina-
riamente simile al Gesù di
Nazareth raccontato dai
Vangeli.
È l'idea che i salesiani di
Elledici Multimedia e i
francesi di Audiovideo
Messaggero di Sant' An-
tonio propongono con il
filmato "Sindone . Alla ri-
cerca del volto" (25 minu-
ti , con guida didattica alle-
gata) , videocassetta rivol-
ta principalmente ai gio-
vani e ai numerosi gruppi
che stanno raggiungendo
Torino da ogni parte del
mondo.
Nel programma sono rac-
colte le testimonianze di un
detenuto (in un carcere del
nord Italia) che ha avviato
un cammino di conversio-
ne a partire dal volto del
Signore e del monaco
cistercense Cesare Fallet-
ti , che suggerisce accorgi-
menti spirituali ai pellegri-
ni. Seguono i racconti di
alcuni giovani , che spie-
gano il loro rapporto con
la fede , mentre il teologo
ortodosso Olivier parla
dell'importanza di immagi-
ni pure e pacificanti ...
MAGGIO 1998 BS
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
I Lwamabwe (Congo).
Giovane recuperato
avviato al lavoro.
Ma ri a Aus iliatrice e Sa nti Sa le-
siani , in memoria di Naretto Giu-
seppe e Caterina, a cura di Naretto
Ilda, L. 3.000.000.
Maria Ausiliatrice, a cura di Riz-
zolio Claud ia, L. 1.500.000.
Don Bosco , a cura eredi fu Pio
Peverelli - Svizzera, L. 1. 190.000.
Sa nta Maria Mazzarello , a cura di
N.N. , L. 600.000.
Mara i A usili a tri ce, Don Bosco ,
Domenico Sav io , per rin gra z ia-
mento e in voca nd o protezione, a
cura di P. Ch iara G., L. 500.000.
Maria Aus iliatrice, Don Bosco ,
Mamma Margherita, a cura di Gi u-
seppina Val sesia Gioria, L. 500.000.
Ma ria Aus ili atri ce , ringra ziando
per la continua protez ione, a cura
di Scortegagna Bruno, L. 500.000.
Maria Ausiliatrice, San Giova nni
Bosco , in memoria del pro fe ssor
Francesco Gozzo la e genitor i, a
cura di N.N., L. 500.000.
Maria Ausili atrice e Sa n Giovan -
ni Bosco, a cura di Anita Nicolodi,
L. 500.000.
Maria Aus iliatri ce , in voca nd o
protez ione per i figli , a cura di
N.N. , L. 500.000.
Maria Ausiliatrice e Santi Sa le-
siani , invocando protez ione e aiuto
per salute e serenità, e in suffragio
dei nos tri de funti , a cura di G. e
C.F., L. 400.000.
Maria Aus iliatrice e Santi Sale-
sia ni , ringraziando e in voca ndo
protezione per lavoro e serenità per
i miei car i, a cura di Ferrari Pi er
Lui gi e Gianfranca , L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e don Rinal-
di. a cura di Fi gazzolo Antoniett a,
L. 300.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
Domenico Savio , invocando prote-
zion e pe r la fami g lia , a c ura d i
Moschen Luciana, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice , a cura di Us-
sorio Luigia, L. 250.000.
Don Filippo Rinaldi , per protezio-
ne sull a famig lia, a cura di Zavat-
taro Gu ido, L. 250.000.
Maria Ausi liatrice e Don Bosco ,
per prote z ione del la fa mi gli a, a
cura di N.C. , L. 200.000.
Maria Ausiliatrice , per grazia ri-
cev uta, a cura di Alifredi Edoardo,
L. 200.000.
Maria Aus iliatrice , in ringraz ia-
mento, a cura di Marnetto Perrone ,
L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e San Domeni-
co Savio , per ringraziamento, a cura
di Minelli Francesca, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
don Savio, a cura di N.N. exallie-
va, L. 200.000.
Beato Filippo Rin aldi , a cura della
famig lia Rinaldi , L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e San Giovan-
ni Bosco , in memoria de l M0 Dante
Bononcini , a cura di Bononc ini
Mazzoli Evelina, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e San Giovan-
ni Bosco , in suffrag io di Lin a e
Giuseppe Ballaira, a cura dei fi gli,
L. 200.000.
Maria A us iliatric e , a c ura di
Zan in Anna, L. 150.000.
Sa n Giovan ni Bosco , in suffragio
di Nogarotto Fulvia e di don Vin-
cenzo Onorati, a cura cli Andriollo
Silvestro, L. 150.000.
Maria Ausiliatrice e San Giovan-
ni Bosco , a cura cli Mocc i Au sili a,
L. 150.000.
Sa n Giovanni Bosco, in suffragio
dei genitori e dell a sorella, a cura di
Tibend i Nunz iata, 150.000.
Maria Ausiliatrice , don Braga , a
cura di Fa lcelli Angelo, L. 150.000.
Beato Michele Rua , a cura cli Za-
vari se Mari a Carmela, L. 120.000.
Pa pa Albino Luciani , per graz ia
ricevuta , a cura di Piera Piccaluga
R. , L. 11 7.000.
Borse missionarie da
L.100.000
Sacro Cuore di Gesù , Maria Au-
siliatrice, Don Bosco, invocando
protezione per nipoti e miei cari , a
cura di Ansaldi Giuseppina.
Santa Madre Mazzarello, per aiuto
e protezione, a cura cli Lina Bog ino.
Maria Ausi liatrice e Don Bosco,
invoca ndo protezione e salute per
me e i miei cari , a cura di Z.R.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
pe r ai ut o e protezion e, a cura di
Enrico, Valeria, Andrea.
Maria Ausiliatrice, ringraziando,
a cura di N. .
Na ri a Aus iliatrice , Don Bosco ,
Domenico Savio, a cura di N.N.
Maria Ausiliatrice e Sa n Giovan-
ni Bosco, a cura cli Ricciardi Celsi
Francesco.
Don Filippo Rin aldi , ringraz iando
e invocando protezione su Umberto
e i suoi fig li, a cura di Magnoni
Giovanni e Giuseppina.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
in suffragio dei de funt i, a cura di
Abbo Alessandro.
Maria Ausili atr ice , Don Bosco,
Santa Rita , a cura di B.P. - P.M.P.
Maria Aus iliatri ce , a cura di
Lanore Angela.
Maria Ausiliatrice, Arcangelo
San Raffae le , Zefirino Na mun-
curà, a cura di .N.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco ,
in suffragio della defunta Maria, a
cura di Congera Angela.
Maria A usi liatrice , in suffragio
dei genitori e della sore ll a, a cura di
Restuccia Giuseppa.
Maria Ausiliatrice e San Domeni-
co Savio, invocando protezione per i
nipoti Si lvano e Irene, a cura di N.N.
Sa n Domenico Savio, per grazia
ottenuta per mio fi glio, a cura di
N.N . exa lli eva.
Maria Ausiliatrice e Sa n Giovan-
ni Bosco , pe r rin graz iam e nto , a
cura di Rett Pietro Lodov ico.
Maria A us ili atrice , in suffrag io
de l padre Pa letti Gi useppe, a cura
di Pa letti Si lvana.
Sa n Giovanni Bosco , a c ur a di
Maria Michelazzi.
Maria Ausiliatrice, in suffragio di
Leanza Nunziatina, a cura del fi glio.
Maria A usili atrice e Santi Sa le-
siani , a cura di Sette Lui gina.
Sa n Domeni co Savio , per grazia
ri cev ut a, a c ura di Be rga da mo
Olim pio.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a
cura cl i Stefanone Giacinto.
Maria Aus iliatrice , Don Bosco e
Domenico Savio, a cura di Laura
Corradi.
Sa n Domenico Sav io , a c ura cli
N.N. , exallieva di Faenza.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco e
Domenico Sav io, a cura di Bruno
Maclcl alena.
Don Bosco , a cura di Costantini A.
Mari a.
Sacro Cuore cli Gesù , Maria Ausi-
liatrice, Don Bosco, a cura di N.N.
Maria Aus iliatrice , a cura cl i Cuc-
co Giuseppina.
Maria Ausi liatrice e Don Bosco, a
cura di Ni ll a Fumagalli .
Don Bosco, a cura di Neccarato.
Maria Aus iliatrice, Don Bosco e
Domenico Savio, in suffrag io della
mamma Gamba Ro sa, a c ura di
Narese Calogero e Rosina.
Maria Ausiliatrice e San Giovan-
ni Bosco, a cura di Casa le , Arciera
Lu c ia.
In memori a di Bortolin Antonietta,
a cura delle coll aboratrici sales iane.

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ITonino Palmese, salesiano,
docente di teologia pastorale
alla facoltà teologica meridionale,
inviato dell'Osservatore Romano
alla IV Conferenza dell'episcopato
Latino-americano.
Don Tonino Bello così diceva di don Tonino Palmese: "Ascolterete
quanto la sua parola sia carica di forza di Dio oltre che di sapienza umana,
freschissima come l'acqua dei monti".
Don Tonino, cosa ti ha affascinato così tanto da farti diventare salesiano?
La confidenza e la simpatia che i salesiani riservano ai ragazzi che fre-
quentano l'oratorio.
Com.e vivi oggi la tua vocazione ?
Cercando di ripetere con i ragazzi e con i giovani che incontro l'espe-
rienza fatta a suo tempo ali 'oratorio di Portici , dove è nata e maturata la
mia vocazione.
Perché ti sei fatto prete?
Mi sono innamorato di Gesù : per viverlo in pienezza.
A cosa pensi quando senti parlare di giovani ?
Penso ai poveri. Davvero! Leggo sui volti dei giovani d 'oggi la diffi-
coltà, l'ansia, l'incertezza per i tanti problemi che li riguardano da vicino
e disturbano la loro vita spirituale, la loro crescita umana. Ma continuo a
dire che non devono scoraggiarsi, ma continuare il cammino con grinta e
fiducia.
Sappiamo che sei stato amico di don Tonino Bello, e lo sei di Rita Bor-
sellino, Giancarlo Caselli, Sergio Castellitto , don Ciotti. .. tanto per non
fare dei nomi. Cosa accomuna tutti questi personaggi?
Semplicemente la capacità di saper trovare il bene, il vero, il bello
anche nelle trame più oscure della storia.
Com.e salesiano ami i giovani, li conosci. Quale rapporto tra giovani e
Chiesa ?
La Chiesa deve essere capace di suscitare domande vitali, i giovani dal
canto loro devono avere il coraggio di lasciarsi interpellare.
I giovani oggi sembrano rispondere di più ai messaggi e alle sollecita-
zioni della Chiesa.. .
È necessario fare attenzione e distinguere tra l'emozione collettiva e la
propria personale risposta. Ciascuno deve toccare con mano, in maniera
vitale il Signore... senza paura, come l'emorroissa del Vangelo, con una
decisone personale al di fuori della spinta collettiva.
Nel 1997 hai partecipato a "STORIE", la trasmissione televisiva di Rai 2.
Cosa ti ha spinto?
Il desiderio di raccontare la mia personale esperienza: ognuno ha qual-
cosa di significativo da donare.
È per questo che continui a girare? Di cosa parli che ti affascina tanto ?
Parlo del bisogno insaziabile di paradiso che c'è in ogni uomo ... Evo-
glio raccontare la "cronaca bianca" scritta ogni giorno da tante persone nel-
1' anonimato.
Com.e si vive la fede nei momenti difficili?
Con l'atteggiamento del ban1bino che davanti all'immensità del mare dice:
"Papà, aiutami a guardare", per dirla col filosofo paraguaiano Galeano.
la tua testimonianza di salesiano per i giovani, in un.a parola?
"I care", mi importa.
SHERLY
Sherly ha 15 anni scars i, poco
più una bambina. È peruviana.
E proprio in Perù è nato un mo-
vimento d 'avanguardia che si
occupa dei bambini, il Manthoc ,
" movimento dei bambini e ado-
lescenti cristiani lavoratori". Lei
è una che conta nel Manthoc:
l'hanno incaricata di varie mis-
sioni qua e là per il mondo.
Sherl y ha un grande coraggio e
una grinta degna di un maschio.
Si presenta dicendo: "Sono una
bambina che lavora". Poi con
determinazione rivendica il di-
ritto a un lavoro onesto e digni-
toso, soprattutto giusto. Si batte
per tutti quelli come lei: non vo-
gliono essere sfruttati da datori
di lavoro senza scrupoli . È stata
anche a Perugia, e ali' assemblea
dei popoli delle Nazioni Unite
ha ricordato che i bambini lavo-
ratori per necess ità - nel mondo
sono 250 milioni e fanno di tutto
- hanno il diritto ad essere trat-
tati da bambini e non da schiavi.
Lei vive a Lima e si dà da fare
per qu attro: prim a fa la donna di
casa, poi la commerciante: va in
città a vendere cosmetici, per
raggranellare qualche soldo; a
sera va a scuola: capisce che la
cultura significa una marcia in
più per i poveri come lei ; infine
fa la... sindacalista del Man-
thoc. Ce n'è d 'avanzo per farri-
flettere chiunque, anche i nostri
bambini a volte un po ' troppo
viziatelli.
BS MAGGIO 1998

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CHIESA/AMBIENTE
di Silvano Stracca
La terra è di Dio, la Chiesa difende l'ambiente.
Giugno: TERMINA LA SCUOLA ...
NON I PROBLEMI
di Bruno Bordignon
Scuola pubblica o scuola privata? ... O tutte e due?
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VDB: 80 ANNI DI GIOVINEZZA
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di Giancarlo Manieri
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Disperse in mezzo al mondo per "essere lievito".
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UNA SUORA CONTRO L'AIDS
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di Bruna Grassini
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Lo sforzo di una donna perché il male del secolo non varchi
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le frontiere del millennio.
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