Bollettino_Salesiano_199804


Bollettino_Salesiano_199804

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Mènsile • Anno CXXII • nr. 4
Saediz. In a.p. art, 2 comma 'lfl/C legge 662/96
FIiiaie di Padow
Sped~ nr, 4/1998
Aùtarizz. Direz. Pnw. P.T. 35100 Padova - C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE
DEL GIUBILEO/
VOCE DI PROFETA
VOCE DI DIO
Il soffio misterioso dello Spirito si è fatto suono e parola
nella voce di alcuni uomini... spesso loro malgrado.
''H aparla-
to per
mezzo dei
profeti". De-
ve essere im-
portante, per-
ché è una
delle poche
cose che
diciamo dello
Spirito Santo. È nel credo e
serve a identificarne la persona e
individuarne l'opera. Vuol dire che
egli ha ispirato tutta la visione reli-
giosa della vita contenuta nella
Sacra Scrittura : i fatti che stanno
alla base , la dottrina e gli orienta-
menti pratici , il senso della realtà,
la lettura degli avvenimenti e le at-
tese di futuro. Ha illuminato interna-
mente coloro che dovevano agire ,
parlare o scrivere muovendoli anche
ad esprimersi. Ha collegato medita-
zioni , intuizioni e messaggi di epo-
che diverse e lontane l'una dal-
l'altra attorno a un fatto: l'alleanza
di Dio con l'uomo e la salvezza di
quest'uomo da parte di Dio. L'ope-
ra che ha ispirato ha una unità,
racconta e documenta una storia,
anche se per chi non ne è al cor-
rente sembra una "collezione "' di
pezzi eterogenei.
vono il dono di una rivelazione e il
compito di comunicarla sia al popo-
lo che ai governanti. Ciò spesso
provoca nel profeta ansie-
tà e persino rigetto : ta-
le è la difficoltà di
parlare adeguata-
mente di Dio e tali
sono i pericoli a cui
si espone chi , in un
ambiente corrotto o avverso, ricorda
le conseguenze dell'amore di Dio
per noi.
Il messaggio è completato dalla
vita stessa del profeta : egli soven-
te accompagna ·1·annuncio con azio-
ni simboliche che colpiscono e por-
tano ad interrogarsi . In generale poi
I profeti hanno un profilo bio-
grafico comune e una fisionomia
simile. Sono suscitati , chiamati e a
volte "afferrati" da Dio, del quale si
innamorano e divengono intrepidi e
ardenti difensori . Il racconto delle
loro vocazioni è quanto di più inte-
ressante si può leggere nella Bib-
bia. In ogni loro impresa, sforzo, ini-
ziativa sono mossi, quasi spinti da
Dio a volte anche controvoglia: rice-
APRtLE 1998 BS

1.3 Page 3

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i profeti finiscono in carcere, vengo-
no espulsi o addirittura ammazzati.
Non sono indovini del futuro.
Lo preannunciano leggendo gli av-
venimenti alla luce della vocazione
dell'uomo e del suo destino definiti-
vo. Per questo possono fustigare le
deviazioni , aprire gli occhi su quello
che avverrà e allo stesso tempo pro-
porre una grande speranza. Il profe-
ta è l'uomo della verità , della fedeltà
a Dio, della rettitudine nell'agire, del-
la giustizia pubblica e privata, dell'a-
more e della misericordia. E testi-
monianza che sfida, coscienza criti-
ca, voce che non si lascia intimidire
e tanto meno zittire.
Tutto ciò sembra storia passa-
ta . Dipinti , statue e film che rappre-
sentano i profeti con indumenti anti-
chi , statura imponente, barba solen -
ne, occhi penetranti e gesto energi -
co possono far dimenticare che lo
Spirito continua oggi a parlare per
mezzo di profeti. Tali sono coloro
che annunciano la buona notizia ai
poveri o che denunciano autorevol-
mente corruzione, egoismi, sistemi di
oppressione, deviazioni morali: al -
cuni con grande energia di gesti e
parole, altri con iniziative o addirittu-
ra con una vita "alternativa" rispetto
ai modelli correnti , altri con il consi -
glio e la compagnia.
Gesù è il compimento delle
profezie ; Lui stesso è il massimo
dei profeti . Tutti noi , nel battesimo,
abbiamo ricevuto da Lui tre doni e
relativi compiti : quello del sacerdo-
zio, per cui offriamo a Dio la nostra
vita insieme alla sua; quello regale ,
per cui non ci sottomettiamo alle
cose , ma cerchiamo di trasformarle
e orientarle secondo Dio; e quello
profetico, per il quale sveliamo il sen-
so degli avvenimenti e della realtà,
proclamiamo la buona notizia del
Vangelo e la vicinanza di Dio, de-
nunciamo quello che non corrispon-
de alla vocazione dell'uomo e an-
nunciamo il tempo in cui la salvezza
dell'umanità apparirà compiuta.
Per mezzo di noi lo Spirito con-
tinua a parlare se siamo capaci di
cogliere le sue ispirazioni interiori e
le esprimiamo con schiettezza nella
parola e nella vita.
A pril e 1998
Anno CXXII
N umero 4
In copertina:
New Age,
sindrome moderna:
un sincreti smo malioso
che omologa tutto in
un buonismo uni versale.
(foto Cipriano De Morie
e Schrader)
10 JUINA
In mezw alla foresta
12 CHIESA
La sfida della Sindone
18 ARTEINCASA
Tesori in casa e.. . responsabilità
22 STORIA NOSTRA
Un coadiutore conosciuto
26 SPORT PGS
Un 'opportunità educativa
32 ONLINE
L 'Africa come meta
38 NEWAGE
La sfida dell'acquario
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE :
GIANCARLO MANIERI
Redazione : Maria Antonia Chinello •
Nadia Ciambrignoni Giancarlo De Nicolò ·
Franco Lever · Francesco Motto Vito Orlando
di ANGELO BOTTA
di GIANNI SANGALLI
di NATALE MAFFIOLI
di FRANCESCO MOTTO
REDAZIONALE
di GIANCARLO MANIERI
di NADIA CIAMBRIGNONI
RUBRICHE
2 Il R ei/or Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 lii Italia & nel mondo - 7 Meno 21 - 8 100 anni fa
- 9 Prima pagina - 15 L e/tera ai giovani - 16 Lei/ere - 21 Zoom - 24 BS 11el 111011do - 29 Box
- 30 Libri - 34 Come D011 Bosco - 36 Carta di Co munion e - 37 Il doctor J. - 41 / n ostri Sa nti
- 42 J nostri morti - 43 Don Bosco a f umetti - 46 Solidarietà - 47 In primo piano
Collaboratori: Teresio Bosco· Angelo Botta Ernesto
Cationi Giuseppin a Cudemo • Graziella Curti
Margherita Dal Lago Serdu · Bruno Ferrero
Sergio Giordani • Antonio Mélida · Jean-François Meurs ·
Pietro Moschetto Angelo Montonati Giuseppe Morante ·
Gaetano Nanetti • Angelo Paoluzi Alessandro Risso ·
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie Franco Marzi ·
Carla Morselli Guerrino Pera Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione :
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
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Bretagna Italia Korea del Sud Lituania Malta ·
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Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
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Don Bosco in the W orld
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Opere Don Bosco, Roma.
BS APRILE 1998

1.4 Page 4

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IL PUNTO GIOVANI
di Giancarlo Panico
E-MAIL GENERATION
Nessun francobollo, economicità, efficienza, rapidità.
La chiamano posta elettronica, ma del servizio postale
ha poco o niente. È di sicuro il nuovo standard di comunicare.
Ed è il preferito dai giovani.
U niversità e centri di ricerca
informatica ne fanno
un uso sistematico già da diversi anni .
Certo per usufruirne è necessario
quantomeno un persona! computer
corredato di un modem
e di un software adeguato
come dell 'abbonamento ad
una rete telematica.
Chi non ne ha ancora la possibilità
può servirsi dei tanti locali, sempre
più frequentati , soprattutto dai giovani ,
che offrono computer collegati
alla rete al costo di una consumazione
o del semplice "pedaggio" telefonico ,
ma anche passare per le stations
dei centri di calcolo delle università
o delle scuole ormai quasi
tutte informatizzate.
È stato recentemente stimato
che l'e-mail , la posta elettronica,
rappresenta il servizio più utilizzato
in assoluto ed è sicuramente quello
che ha maggiormente contribuito
a far sviluppare "la rete delle reti ".
Navigando in questo grande mare
si trova di tutto e, come l'universo
dopo il big-bang , continua
ad espandersi tanto che non
è più possibile individuarne i confini .
Più si arricchisce e più è difficile
descriverlo. C'è dentro il bello
e il brutto , l'utile e l'inutile,
il vero e il falso. È diventato il miglior
compagno di notti brave per molti
giovani e meno giovani alla ricerca
di emozioni e nuove esperienze.
Ogni giorno nascono nuovi siti Web
che si aggiungono a migl iaia,
costituiscono un patrimonio inestimabile
di immagini , suoni , informazioni,
fjlmati a disposizione di tutti.
E divenuto il mezzo di comunjcazione
privilegiato dei giovani, per scambiarsi
corrispondenza, incontrarsi , giocare,
viaggiare insieme. Virtualmente!
I giovani e-mail friends sono
più della metà dei 20-30 milioni di
utenti di questo servizio . Si conoscono
attraverso siti speciali destinati
allo scambio di indirizzi o mediante
frequentazione di web radiofonici ,
forum telematici , cyberpub , caffè
multimediali; e se da una parte hanno
contribuito non poco ad una riscoperta
della voglia e del piacere di scrivere ,
APRILE 1998 BS
dall 'altra tengono a mantenere
l'anonimato e la cosiddetta privacy.
Forse perché sono a conoscenza
della non ancora perfetta salvaguardia
dei dati che circolano in rete o perché
spesso si presentano e si raccontano
per quello che non sono veramente .
Anche se le loro mailbox sono piene
di messaggi da ogni parte del mondo,
non riescono a colmare il senso
di solitudine, la mancanza di gioia,
il desiderio di relazione
che solo la frequentazione di un'altra
persona può dare.
La corrispondenza telematica,
fenomeno destinato a crescere
vertiginosamente, dice la ricerca
disperata di relazioni umane, desiderio
di nuove amicizie, voglia di avventure
ed esperienze senza confini.
Le Net-friendships (amicizie in rete)
esprimono l'esigenza di rapporti umani
he non si riescono a vivere
autenticamente. Eppure solo qualche
anno fa sembrava che questa nuova
forma di comunicazione avrebbe
dovuto non solo favorire e accelerare
il processo di globalizzazione, ma
soprattutto accorciare quelle distanze
rese spesso troppo lunghe dai tempi
di scambio delle poste tradizionali.
Non esistono più confini: i rischi
virtuali nel Net sono concreti, come
le delusioni , le difficoltà, le incertezze.
Se il gioco non vale la candela basta
interrompere il collegamento.
Ma le complicazioni della vita vera
non vengono cancellate premendo
un tasto , rimangono con tutte
le conseguenze .
Da qualche tempo si ini,zia a parlare di
regolamentazione e qualità dei servizi,
ma la strada per riconquistare il Net
a un uso migliore è lunga e difficile.
Passa sicuramente per la via
dell 'educazione.
È vero che nelle scuole americane
ogni studente dispone di una mailbox,
però è anche vero che i giovani
vengono indirizzati al buon uso
di questo servizio . E allora allo
scambio di corrispondenza,
ma soprattutto spazio a scambi
culturali, ricerche multidisciplinari
e partecipazione a forum e convegni .

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IN ITALIA&NEL MONDO
NUOVA PRESENZA
A QUETTA
Pakistan, repubblica islamica:
130 milioni di abitanti , 76%
di analfabetismo, 17 mili ard i
di doll ari di debito estero; 3
sanguinose guerre con l'lndi a
([948/'56/'7 l ); un tifo ne de-
vas tante ( 1970); una secessio-
ne (Bang la Desh 197 l); un
colpo di stato militare . .. A li-
vello reli gioso i cristiani rag-
giungono uno scarso 2% de ll a
popolazione, la metà cattolici,
di visi in sei di ocesi, 100 par-
rocc hie, poco più 130 preti tra
di ocesani e re ligios i, 137 con-
venti di suo re, l 87 scuole cat-
to li che e 42 ospedal i. In que-
sta nazione e in questa situ a-
zione si va ad aprire un nuovo
fronte, a Quetta, grossa città
de l nord ai confi ni con l' Af-
gani stan de i T alebani , appar-
tenente all a diocesi di Hyde-
rabad. Sarà don Zago, ispetto-
re delle Filippine Sud, il fo n-
datore (e primo direttore de l-
l'opera) con altri tre sa les iani .
Ess i dovranno coordinare l'e-
ducazione cattolica dell ' intera
dioces i.
COLOMBIA
FMA:
RICONOSCIMENTI
E MEDAGLIE
A Santafé de Bogotà un con-
gresso sull 'educazione tra me-
mori a e profez ia ha radun ato
FM A, insegnanti , genitori e
membri della fa migli a sa le-
siana. Una commi ssione inte-
rispettoriale ha preparato scru-
polosamente l' evento. Il con-
gresso svoltosi lo scorso set-
tembre nella capi tale della Co-
lombi a ha vo luto fa re memo-
ria de l! 'esperienza edu cati va
matu rata in cento anni dalle
FMA nella pastorale de ll a
scuola e rilanc iare, secondo le
categorie pedagog iche attu ali ,
il patrimonio edu cati vo del
cari sma salesiano. Il conve-
gno è stato un ' occasione per
le quattro ispettorie co lombi a-
ne non solo di co ll aborare re-
ciprocamente ma anche di fa r
emergere le innumerevoli reti
che in ogni comunità educati -
va si costrui scono per dare
qualità alla scuola. A lla so-
lenne conclusione ha parteci-
pato il mini stro dell 'edu cazio-
ne nazionale dottor Jaime
Nifio Dfez, il quale ha confe-
rito la massima onorificenza
dell a nazione, la Croce di
Boyacà, alle FMA nella per-
sona dell a Madre Generale. A
otto suore è stata consegnata
la Medag lia Civica Cami/10
Torres, la Medag lia Simon
Bolivar ed altre medag lie da
parte di importanti Istitu zioni
scolastiche per i I00 anni d i
servizio educati vo.
TAIWAN
UNA CULTURA
MILLENARIA
I salesiani sono a T ainan dal
1963 e a T aipei dal 1965. Si
fann o apprezzare per il loro
lavoro, la loro competen za.
Gli ostaco li ?. . . Sono presenti
anche in Taiwan, come del
resto in tutte le nazioni che
sono sulla faccia della ten a. Il
messaggio del Vangelo deve
superare di versi o tacoli ... Il
primo, comprensibiliss imo, è
la plurisecolare diffidenza ver-
so tutto ciò che è "uai-guo-ren-
de" , straniero. Ancora una vol-
ta si tratta di un delicati ss imo
problema di inculturazione, che
è il medesimo in ogni parte
del mondo. Il secondo è al-
trettanto comune, quello di una
crescente ri cchezza che rende
il cammello sempre più gras-
so e i miss ionari meno spe-
ranzosi di riu scire a fa rl o pas-
sare per la cruna di un ago. Il
terzo riguarda la lingua. Scri ve
Michele: per me esiste un osta-
colo extra strong, quello di par-
lare cinese poco, male e . .. con
accento cuneese! È detto tutto !
Nella foto: Il rettor magg iore
don Juan Vecchi con alcuni
giovani tai'-3/anesi.
BELGIO
CITTADINI NELLE
LORO SCUOLE
All ' Istituto S.te Marie di Qué-
vra in si moltiplicano le ini zia-
ti ve per favorire la partecipa-
zione degli allievi e delle al-
lieve all 'animazione della scuo-
la. Ultima in ordine di nascita
è la "Cafeteria Récré-Club"
che è stata sistemata da alcu-
ni professori e dagli alunni del-
la stessa scuola e che fun ge
ora da vero luogo di incontro
fra docenti e ragazzi. Qui , at-
torno ai tavolini , tra pop-corn
e gauji-es, nell 'ambito del
corso di "gesti one colletti va"
si impara a ri cevere i clienti,
ad amministrare la contabi-
lità, a preparare il cibo e a
vendere e comp rare merce. Il
récré-c lu b e il consiglio deg li
alunni (i cui delegati hanno
ricevuto una form azione ap-
posita attraverso incontri or-
gani zzati dalla J. E.C., Jeunes-
se Etud iante Chrétienne), sono
strumenti che permettono di
migliorare la qualità della vita
nella scuola, per il fatto di
coinvolgere tutti i membri del-
la comunità scolas tica. Il qua-
dro delle attività si completa
con la pubblicazione del gior-
nale "Ecole-lnfo" , che offre
informazioni sulla vita e gli
avvenimenti interni alla scuo-
la, e con "Radio Sun News"
che anima e diffonde all' e-
stern o queste stesse comuni-
cazioni. L 'insieme del proget-
to fi gura tra i dodi ci selezio-
nati a livello nazionale dalla
Fondazione Roi Baudouin e
ha ri cevuto la sovvenzione di
100 mil a franchi .
APRILE 1998 BS

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LO SPIRITO SANTO
IN INTERNET
Ogni ragazzo, "anche il piiì di-
sgraziato" , direbbe Don Bo-
sco, vuole sentir parlare la
propria lingua: è l' unico mo-
do per sperare che ascolti i
messaggi di valore e di senso
c?e quotidianamente lo rag-
gwngono. Da Cinisello Balsa-
mo, dove nasce la rivista
PRIMAVERA , arriva un par-
lare facile, comprensibi le, ad-
dirittura entusiasmante per di-
re una realtà gra nde, diffic ile,
complessa: lo Spirito invade
ogni giorno l' ori zzonte del-
l' uomo, e lanc ia i suoi imput,
insegna percorsi poss ibili, pro-
pone obiettivi . .. Il DOSSIER
della quaresima (ma può es-
sere usato anche dopo) della
rivista Primavera vuole ac-
compagnare i preadolescenti
alla scoperta del "grande regi-
sta della storia", forza nuova
e potente che in vade c iascuno
e rende capaci di cose gran-
di .. . Lo fa attraverso il dia lo-
go, tramite posta elettronica,
tra Tommy e Mister X che af-
frontano i temi della vita quo-
tidiana dei ragazzi per sco-
prirvi le tracce del Grande
Sconosciuto.
GATCHINA - RUSSIA
ESTATE RAGAZZI
Gatchina è alle porte di San
Pietroburgo. Qui è arrivato
Don Bosco da so li cinque
anni prima con la scuola pro-
fessionale, poi con l' oratorio.
In ultimo sono arri vati i vo-
lontari. L 'estate scorsa hanno
orga ni zzato, manco a dirlo, il
"Grest" . Un successo. Oltre
300 i bambini iscritti e radu-
nati per giocare, cantare, fa re
amicizia. Tanto che qu ell 'e-
sperienza, scrive Andrea Ca-
pellini , " non può che farsi
messaggio nei rispettivi ora-
tori , nelle relazioni quotidia-
ne, non può non diventare
vita della vita. Gatchina si è
trasformata in tappa decisiva:
l' incontro con la cultu ra orto-
dossa e la mentalità orientale
ha aperto nuovi ori zzonti , de-
lineato visioni che vanno oltre
il campani le verso il mondo,
il secondo,. il terzo, il quarto
mondo ... E ed ucazione alla
mondialità, è scoprire il valo-
re de ll a diversità. Il mondo è
fatto di pellegrin i; ri cchi o po-
veri, ognuno ha la sua bisac-
cia contenente un pane, forse
diverso per fo rma e gusto, ma
comunque in grado di sfama-
re il desiderio di umanità".
L 'esperienza estiva è un even-
to che molti g iovani dovreb-
bero v ivere.
MEN021
~\\111\\I rrili'l lii
\\Il"" POSTE
VATICA1'E
~V
I Busta celebrativa di Martino V,
papa del quarto Giubileo.
La Chiesa dà credito alle cronache
che testimoniano la celebrazione giubilare del 1423.
1423: UN GIUBILEO ANOMALO
Si tratta del Giubileo più scarsamente documentato tra
tutti , tanto che alcuni storici giungono a non parlarne
mettendone in dubbio la celebrazione . La cronaca di
frate Francesco di Andrea da Viterbo recita: "Anno
Domini 1424 Papa Martino fe ' l'anno santo {. ..} et fu
gran pace per tutto el paese nostro". Quella di Niccolò
da Tuccia afferma: "Papa Martino fe ' poi aprire la
porta sancta di sancta loanni, e durò il perdono un an-
no e vennero molte genti al perdono a Roma".
IL CONCILIO DI COSTANZA
Quel che è certo è che si verificò un movimento di pel-
legrini spontaneo e significativo, senza alcuna indizio-
ne ufficiale. Il papa, vistosi in qualche modo assediato
dalla pietà dei pellegrini , concesse le indulgenze solite
a concedersi negli anni santi . Si tratta di Giubileo? È
probabile, anche se il Concilio di Costanza (chiuso da
poco) che elesse Martino V Colonna deponendo i tre
antipapi Giovanni XXIII , Benedetto Xlii e Gregorio Xli ,
stabilì che il Giubileo seguisse la scadenza cinquan-
tennale , per cui la sua celebrazione sarebbe stata
possibile solo nel 1450. Ovviamente all'eletto, termi-
nata la solenne assise, stette più a cuore l'interesse
dei fedeli che i freddi dettami di un canone e trovò il
modo di celebrare l'evento senza clamore.
UNA ROMA DISASTRATA
Il Concilio cadde in una città con "case a pezzi, templi
cadenti , strade fangose , una città lurida e abbandona-
ta"; un giubileo crepuscolare, insomma, che puntò più
sugli aspetti religiosi , grazie anche alle famose predi-
che di san Bernardino da Siena, e che chiuse un pe-
riodo certamente sfortunato del papato, già peraltro in
ripresa. Martino V infatti iniziò la difficile opera di ricon-
ciliazione e di ricostruzione, senza dimenticare l'arte :
opereranno per lui Gentile da Fabriano e Masaccio.
BS APRILE 1998

1.8 Page 8

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l00annifa
L'articolo centrale del BS di aprile 1898 narra
l'epopea missionaria in Argentina... Un racconto dai toni
u,1 po' aulici, fatto certamente per attirare il lettore
e invogliarlo alla cooperazione. Le pagine risultano dense
di scritto con due sole foto. Ma basta iniziare a leggere
per essere invogliati ad arrivare alla fine .
GERMANIA
Una originale riproduzione di Zefirino.
È il tempo della conquista argentina degli ultimi territo-
ri, i pùì estesi e misteriosi, che f ormeranno l'attuale na-
zione: le Pampas, la Patagonia, la Tierra del Fuego, con
la sconfitta e la dispersione dei cacichi, incontrastati si-
gnori di quelle inimmaginabili estensioni, assieme alle
rispettive tribiì.. . Il BS si sofferma a parlare del cacico
principale della pampa centrale, Namuncurà , dalla "fac-
cia rugosa e bronzuta", nominato dal governo "colon-
nello ad honorem", ovviamente per tenerlo buono, della
sua entrata in contatto con i salesiani, della sua conver-
sione e della sua amicizia con il cardinale Cagliero. Bella
la scenetta di monsignore che nella preghiera prima e
dopo il pasto guida la mano incerta dell'inossidabile ca-
cico a f are il segno della croce.
FU PROPRIO IN QUELL' OCCASIONE che l'ormai ex-
capo, rispettatissimo e temuto, lasciò in collegio il figlio
Ceferin o - di cui è da tempo introdotta la causa di beati-
fi cazione - perché f osse istruito nella religione e nello
studio "per essere un di utile a se stesso e ai paysanos
de lla Colloncura". Egli se ne torn ò nella pampa , perduto
tra 35 mila abitanti, che convivevano con "2 milioni di
bovini , 10 milioni di pecore, e mezzo milione di cavalli" I
SEGUE IL RESOCONTO della visita di monsignore alla
Pampa centrale: quattro pagine f itte di notizie a volte sf i-
ziose, come quella del biroccino trainato dal cavallo
bianco con cui viaggiava - la mercedes di allora! - che,
giunto davanti alla estancia di alcuni signori che - nota
scrupolosamente la cronaca - "possedevano la bagatella
di 40 mila pecore, 10 mila vacche e migliaia di cavalli",
s' impenna improvvisamente e senza obbedire pial
.fi'eno injìla di gran carriera un portone, "sbattendo il
sulki in una delle pareti con tale violenza che n'lonsigno-
re andò a gambe all' aria su un mucchio di sabbia (per
f ortuna) e don Franchini sopra un mucchio di rottami..."
SALESIANI ALL'EST
La riunificazione della Ger-
mani a per ora è sulla carta. Ci
vorrà un po' di tempo perché
sia anche nella testa della
gente e soprattutto nelle strut-
ture economiche e sociali .
Chemitz, città della ex Ger-
mania Est, soffre tutte le con-
traddi zioni del cambi amento:
disoccupazione, aumento dei
prezzi, salari infer iori rispetto
al resto dell a nazione... A
Chemitz già dal 1992 lavora-
no i salesiani. Sono riusciti a
impiantarsi così bene che oggi
sono affiancati da 150 colla-
boratori laici assieme ai quali
dirigono due centri professio-
nali, un 'opera sociale di recu-
pero per giovani affidati dal
giudice, un centro giovanile e
una parrocchia. Il centro pro-
fess ionale è il fi ore all 'occhiel-
lo dell 'opera: 18 specializza-
zioni e 320 alliev i inviati dal
Ministero del Lavoro; il setto-
re " Hotel" gestisce add irittura
un albergo con 20 posti letto;
il centro sociale accoglie in-
vece giovani in rieducazione
con programmi seguiti dal Mi-
nistero della Giusti zia.
APRILE 1998 BS

1.9 Page 9

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V iene da Logo rotondo
in Puglia, intrisa di tri-
buti e vassallaggio , per-
meata di genuina religiosi-
tà. Oggi la zona si chiama
Valle d'ltria, che può deri-
vare da "Odigitria", la Ma-
donna che mostra la stra-
da, o da Maria dell 'Idria,
la Vergine dell'acqua. Ter-
ra di fragni e trulli. I primi
sono l'icona di riconosci-
mento del territorio , solo
qui infatti allignano , in
nessun 'altra parte della - Il trullo natale di Francesco.
Don Francesco
sacerdote, anno 1935.
Puglia e d'Italia; e i famo-
si trulli erano i tuguri dei
cafoni , non certo attrazio-
ni turistiche come vengo-
no oggi sfruttati dall 'odier-
na sete di denaro ; non
ANCHE IL FRAGNO
FIORISCE
l'evangelizzazione. Trasfe-
rimenti quasi tutti di notte
con una lanterna accesa
in mano: nella giungla di
notte è meglio la lanterna
per nulla la gente dei cam-
pi , che non soffriva certo
di snobismo , le chiamava
1112 dicembre è iniziato il processo
per la causa di beatificazione di Francesco
che il fucile. Poi la teolo-
gia a Shillong , portata a
termine a forza di spinte,
semplicemente "casedde".
Costruite con le pietre del
luogo , erano doppiamente
Convertini, salesiano missionario in India,
un grande quasi sconosciuto.
ma non importa : Ciccil-
luzzo fu prete. E che pre-
te! L'avvisaglia di celebrità
utili: primo perché avevi
la si ebbe proprio in occa-
un rifugio sul luogo del lavoro , e perché il lavoro sione dell'ordinazione : attirò più di diecimila persone.
consisteva proprio nello strappare alla pietraia faz-
zoletti di terra per coltivarci. Terra arida, senz'acqua : Il campo di lavoro fu la diocesi di Krishnagar:
là dove questa riusciva a sgorgare era considerato 6700 cattolici dispersi in 12.500 villaggi! Qui comple-
un miracolo e diventava subito "acqua di Cristo ". la sua santificazione, lavorando senza risparmio .
Ecco la terra d'origine di Francesco.
E quando l'obbedienza lo trasferì nel Bengala tra
musulmani e indù, dovette ricominciare tutto dacca-
Non ci restò molto . Era fatto per un'altra terra e po . Gli furono maestri i ragazzi , cui non pareva vero
un altro lavoro . Aveva una naturale vocazione mis- insegnare ad un bianco . Fu missionario itinerante .
sionaria, e quando apprese dal Bollettino Salesiano Camminò, camminò, camminò in ogni direzione, col
che c'era un istituto dove ci si poteva preparare per vento o con la pioggia, col sole o le bufere ... in ma-
le missioni , fece di tutto per andarci. A Ivrea dun - no sempre il rosario, a volte, solo a volte, le scarpe
que , dopo il militare , cominciò la nuova avventura. ai piedi ; cavalcò cavalli , biciclette, carri tirati da buoi ;
S'applicò allo studio come i suoi si applicavano alla praticò sentieri impossibili .
terra, con la forza della disperazione. Risultati scar-
si : sempre rimandato , ma sempre caparbiamente D'improvviso le prime avvisaglie che tanto stress
avanti . Nel 1927 don Rinaldi lo spogliò della giacca non poteva durare: alcuni attacchi cardiaci . Guarì -
secolare e lo rivestì della talare clericale. Francesco più tenace del fragno delle sue colline - e ricominciò
era "abovesciute", uscito dall 'uovo, rinato .
come prima , incurante di tutti i consigli . La gente
diceva "koto bhalo!", quant'è buono! Lui per loro si
Poi la missione . Approdò a Calcutta un anno privava di tutto, mangiava quando poteva, non più di
prima che vi mettesse piede una suorina di 18 anni una/due volte la settimana e regalava tutto ... anche
che rispondeva al nome di Teresa, di provenienza le mutande! e non è un modo di dire : l'hanno trovato
albanese! ... Il 31 dicembre era già a Shillong per il che aveva infilato le gambe in una maglia , fermata
noviziato . Aveva 29 anni suonati. Fu un "noviziato" alla vita con uno spago , al posto delle mutande
anche per la sua nuova patria, sotto la guida di un lunghe, donate a qualcuno che ne aveva bisogno.
piccolo uomo, il Mahatma Gandhi . Per il tirocinio lo
inviarono a Raliang , nella giungla, seppellito tra fo- Morì rimpianto da decine di migliaia di persone
reste e montagne, dove si arrivava solo "col cavallo nel 1976. Ora cammina dritto verso gli altari . Il mini-
di san Francesco!". Compagni i monsoni , il vento, la mo che gli potesse capitare.
pioggia e le formiche bianche , che erano peggio di
una squadra del genio guastatori . Il lavoro consiste-
(Dal libro di Nicola Palmisano, stesso titolo) .
va nel visitare i villaggi per esercitarsi nell 'arte del-
BS APRILE 1998

1.10 Page 10

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Una nuova diocesi nella foresta brasiliana e un ispettore salesiano
INMEZZO
ALLAFORES
di Angelo Botta
Ispettoria di Manaus: prima l'economo
don Flavio Giovenale, poi lo stesso ispettore
don Franco Dalla Valle a distanza
di pochi mesi sono stati nominati vescovi
rispettivamente di Abaetetuba e di Juina.
Ma non andate a cercare le diocesi
sul vecchio annuario pontifico: non esistono,
sono nuove di zecca, come di prima nomina
sono sia don Flavio che don Franco, gli ultimi della
lunga schiera di vescovi salesiani sparsi nel mondo.
, ,Q uando ho ricevuto l'ob-
bedienza di lavorare a
Jufna, ho sentito un mi-
sto di sentimento di impotenza e di
curiosità: non conoscevo nulla di
quel mondo lontano. Ho cercato no-
tizie e dati statistici, cartine geogra-
fiche e studi sul te1Titorio e la sensa-
zione del mi stero è cresciuta".
Parla monsignor Franco Dalla
Valle, nato a Crespano del Grappa in
quel di Treviso, trapiantato da ragaz-
zo in Piemonte con la famiglia, ri-
piantato in Brasile in qualità di mis-
sionario salesiano a 18 anni. è
stato insegnante, paiToco, maestro di
novizi, ispettore. Al compiere i 54
anni si è visto portare dai Re Magi,
nella scorsa Epifania e per mano del
Papa, il dono dell 'episcopato: è ve-
scovo di una diocesi nuova, di cui
sta cercando di sapere qualcosa.
APRILE 1998 JJS
IL DATO SICURO:
UNA STRADA
Chi guarda la cartina geografica
del Brasile vede i nomi dei vari stati
- il Brasile è una federazione - che
formano la nazione. Al centro-ovest,
il Mato Grosso, che significa fore-
sta grande. Con la fetta di Mato
Grosso che, ad occidente, si appog-
gia allo stato di Rondonia, la Santa
Sede ha creato adesso la diocesi di
Jufna: circa 126 mil a chilometri qua-
drati di superfic ie, approssimativa-
I Don Dalla Valle incoronato
dal Mago Sales in mezzo
ai suoi bambini. ..
I
L'Economo ispettoriale di Manaus,
don Giovenale nominato vescovo
pochi mesi prima del suo ispettore.
mente 140 mila abitanti , 3000 dei
quali forse sono indios appartenenti
a un a decina di etni e amazzoniche
diverse. Nessun dato è veramente
s icuro .
Certo è invece che esiste un a sola
strada degna di tale nome, e che
anche questa limita le sue prestazio-
ni ottimali alla stagione asciutta,
ossia da maggio ad agosto . Negli
altri mesi , epoca delle piogge, è un
problema muoversi e il vescovo ha
già l'idea fissa dell ' utilità che trar-
rebbe da una radio trasmittente, se
riusci sse ad avere i permessi del go-
verno per installarla.
Altro dato sicuriss imo è la ric-
chezza della regione e le difficoltà
che affronta in campo sociologico-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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suo primo vescovo.
umano. Un dato che è una contrad-
dizione, come si vede. Ma il Brasile
è il paese delle contraddizioni.
RICCHEZZA E POVERTÀ
Si tratta di territori coperti dalla
selva amazzonica e dai suoi legnami
pregiati. Suolo e sottosuolo offrono
diamanti , ferro, manganese e una
infinità di altri metalli. Fino a pochi
decenni fa ne erano padroni indi-
sturbati gli indios, che li sfruttavano
nel loro stile di rispetto assoluto
della natura. Adesso la situazione è
drasticamente cambiata, gli indios
sono sempre di meno, la maggio-
ranza della popolazione è formata
da immi granti che affluiscono senza
interruzione da altri stati del Brasi-
le. Una turba di poveri diavoli con
pochi soldi e poche regole.
Quanti sono esattamente? Nessu-
no lo sa. I dati offerti si basano su
cifre ricopiate per anni, senza possi-
bile riscontro dei cambiamenti ver-
tiginosi che si stanno verificando in
zone di accesso assai difficile.
I governi, bisognosi di fondi, han-
no venduto grandi aree a privati e a
gruppi impresariali, che hanno sta-
bilito enormi tenute per l'alleva-
mento del bestiame e formato com-
pagnie che esportano milioni di me-
tri cubi di legno nobile o sfruttano
miniere. Famiglie venute da altri
stati del Brasile - non poche di loro
discendenti di italiani, tedeschi, po-
lacchi - vogliono terre da coltivare.
I garimpeiros - disperati autentici -
girano a migliaia alla ricerca di oro
e diamanti.
FRUTTI AMARI
Il risultato è un calderone di ac-
que non propriamente tranquille.
Gli agricoltori si sono organizzati in
gruppi di senza terra e a volte la oc-
cupano con la violenza. Le grandi
compagnie non dimostrano eccessi-
vo rispetto per i confini dei loro ter-
ritori e dispongono di personale ar-
mato che non va per il sottile. I cer-
catori d'oro rimescolano e inquina-
no il letto dei fiumi. Tutti d'accordo
nel portare alle popolazioni indige-
ne una serie di malattie che li stanno
decimando. Senza contare che fre-
Il momento della consacrazione,
il giorno dell'Epifania 1998.
quentemente invadono le zone che
una fondazione governativa ad hoc
ha assegnato agli aborigeni.
IL "CAMPO"
DEL VESCOVO...
Qui si imposterà l'impegno del
nuovo vescovo. Non gli manca
l' esperienza. "Dal 1987 al 1989 -
dice - ho lavorato nella parrocchia
san Giuseppe in Rondonia: una par-
rocchia grande dove il mio senso
sacerdotale spaziava nella vastità del
territorio, delle pastorali, delle co-
munità di base, della catechesi."
La vastità è aumentata adesso,
con una diocesi grande più di un
terzo dell'Italia. Le cittadine sono
cinque, con popolazione in crescita.
Come lo è quella sparsa nelle fore-
ste, sottomesse a un processo di di-
sboscamento che le modifica ogni
giorno. Nei centri urbani funziona-
no scuole e ospedali, anche se con
molte carenze. Ma la maggioranza
dei nuovi arrivati vivono isolati nei
loro pezzi di terra, senza luce, senza
trasporto, senza comunicazione, sen-
za scuola.
Le forze al lavoro sul versante
della Chiesa sono: 1 vescovo, 6 sa-
cerdoti, 13 religiose e 1800 laici im-
pegnati. Il fatto preoccupante di tan-
te parrocchie senza prete né suora è
corretto in parte dalla presenza di
questi cristiani autentici. Si tratta in
massima parte degli agricoltori ve-
nuti da fuori con famiglia, fede, tra-
dizioni e costumi. Per loro iniziativa
sorgono e si rafforzano le Comunità
di Base, che costituiscono un forte
tessuto di Chiesa.
Monsignor Franco Dalla Valle,
vescovo di Jufna.
... E LE SUE INTENZIONI
Abbiamo chiesto a Monsignore
quali sono le intenzioni specifiche
che lo muovono in questi suoi primi
passi di pastore.
"La Chiesa non è chiamata a co-
mandare. Il suo impegno è servire.
E il servizio è indispensabile in una
diocesi come la mia, dove tanta
gente soffre e si sente abbandonata.
Mi dedicherò all'educazione dei
giovani, perché sono salesiano, mi
preoccuperò della formazione di
tutti. Curerò le vocazioni, un impe-
gno a cui ho già donato molti anni
della mia vita".
IL SUO MOTTO
"Il suo motto?", gli ha domandato
il giornale brasiliano a Not[cia ap-
pena seppe della nomina a vescovo.
"Annunciate a tutti la bontà del
Signore. È questo l' importante".
Un fascicoletto che ha distribuito
durante le settimane di permanenza
in Italia reca in prima pagina l'Au-
siliatrice, immancabile nel cielo di
un vescovo salesiano. E la figura di
Gesù buon pastore, con una sola pa-
rola: Evangelizzare.
"Il Vangelo è la grande novità -
continua Mons. Dalla Valle-, quel-
la che può dare speranza, e oggi il
mondo ha bisogno della speranza.
Voglio unire le forze, conoscere
prima la realtà e tracciare lo spirito
del Vangelo per le persone di buona
volontà".
Conclude: "Non so come farò il
vescovo laggiù. Imparerò con la
mia gente".
BS APRILE 1998

2.2 Page 12

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Si apre a Torino l'ostensione della Sindone ... Curiosità , fede,
SFIDA ALLA SCIENZA
di Gianni Sangalli
L' uomo della Sindone, con il
fasci no di un mistero che
non è stato ancora svelato,
continua ad appassionare credenti e
non credenti . Eppure la Sindone in
sé è una realtà umile e povera; come
dice la parola greca, è una pezza di
tela, che in particolare può indica.re
anche un lenzuolo fu nebre; è un
lungo telo di lino antico che mis ura
metri 4,35 per 1,10 e ha una struttura
tessile a lisca di pesce; porta i segni
di almeno due incendi , con rattoppi
che riparano i guasti più grandi.
delle torture inflitte all ' uomo della
Sindone, in particolare le feri te del-
la fl agellazione, della calotta di spi-
ne, della ferita al costato, riproduco-
no con tragica fedeltà ciò che i van-
geli scrivono della passione di Gesù.
Questo nessuno può negarlo: non
c'è nessuna contraddizione fra qu an-
to leggiamo delle sofferenze inflitte
a Gesù e quanto constatiamo nel-
l'immagine della Sindone. E dun-
que questo fatto impressionante im-
pone di scegliere : o all ' origine della
Sindone vi fu un contatto diretto tra
Non scendono,
attorno al più misterioso
lenzuolo funebre
della storia, l'attesa,
l'audience, la curiosità
a volte morbosa, la fede,
il rincorrersi delle prese
di posizione,
delle ricerche, dei
simposi internazionali,
dei dibattiti televisivi
e privati nei circoli
che contano e tra la
gente semplice, gli
scambi di informazioni...
La Sindone continua
imperterrita la sua sfida
nei secoli.
questo lenzuolo e il cadavere di Ge-
sù, o - nella storia - un altro uomo
fu torturato alla maniera stessa di
Gesù e poi il suo cadavere fu messo
a contatto con questo telo, oppure vi
fu un intervento misterioso per noi
indescrivibile. Certamente si deve
escludere la costruzione intenziona-
le di una reliq uia, perché l 'immagi-
ne dell a Sindone sfugge a tu tte le
spiegazioni di artefatto che fi nora
sono state tentate. In tanto si può
considerare provvidenziale che a noi,
cristiani del secolo della civiltà del-
IL MISTERO E LE IPOTESI
L'interesse per la Sindone di Tori-
no sorge dal fatto che ospita una
tenue immagine, fro ntale e dorsale,
di un uomo alto circa m 1,78 e
morto in seguito alla tortura della
crocifissione. La meraviglia e la
commozione crescono quando si ri-
scontra che i particolari dei segni
APRILE 1998 BS
A sinistra, tracce di cera. Al centro e a destra, bruciature con rattoppi.

2.3 Page 13

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mistero attorno al misterioso lenzuolo.
l' immagine, sia dato di leggere in
modo nuovo e approfondito il rac-
conto delle sofferenze e della morte
di Ges ù. Ha detto Giovanni Paolo
II: " Questo è un documento che
sembrava aspettasse i nostri tempi!".
UN PO' DI STORIA
Dalla metà del XIV secolo si han -
no della Sindone testimonianze sto-
ri che certe e senza più interruzioni:
in quell 'epoca il " lenzuolo" è pre-
sente a Lirey (Francia) ; una poss ibi-
le storia precedente ha visto la Sin-
done in Oriente (Odessa, Costanti-
nopo li), da dove sarebbe stata porta-
ta in Europa durante le Croci ate.
Ne l 1453 viene ceduta ai Savoia
che, nel 1506, anno in cui venne ap-
prov ato il culto pubblico, la co ll oca-
rono ne ll a cappella di Chambery,
antica capitale del Ducato di Sa-
voia. Qui la notte del 4 dicembre
1532 scoppiò l' incendio dal qu ale la
Sindone fu salvata a fatica. Nel 1578
segue la famiglia regnante nel tra-
sferimento della capitale in Piemon-
te. Dal 1694 era custodita (salvo
brevi interruzioni) nella splendida
cappella costruita da Guarino Gua-
rini tra il Duomo e il Palazzo Reale;
da questa, ne l 1993, per l'inizio di
lavori di restauro, fu spostata prov-
visoriamente nel coro del Duomo, e
questo salv ò la Sindone dall'incen-
dio devastatore scoppiato nella cap-
pella la notte di venerdì 11 aprile
1997. Dal 1983 la Sindone è pro-
prietà della Santa Sede, lasciata in
eredità da Umberto II di Savoia al
Papa. L'arcivescovo di Torino ha
l' incarico di custodire nella capitale
piemontese lo straordinaiio lenzuolo.
Il volto dell'uomo della Sindone nel positivo e negativo fotografico.
LE OSTENSIONI
La prima ostensione a Torino si
tenne il 12 ottobre 1578 per la ve-
nuta di Carlo Borromeo, arcivesco-
vo di Milano. Nel periodo s uccessi-
vo le ostens ioni si tennero in occa-
sione di matrimoni e ricorrenze di
Casa Savoia e solennità particolari ;
in questo secolo , le ostensioni pub-
bliche sono avvenute nel 193 1,
1933, 1973, 1978 in occasione de l
quarto centenario del trasferimento
a Torino. Sono ora previste due
ostensioni: la prima dal 18 aprile al
14 giugno del 1998 a ricordo del
quinto centenario del termine di co-
struzione del Duomo di Torino e
come ricorrenza del primo centena-
rio della fotografia della Sindone; la
seconda nel 2000, nell 'ambito delle
celebrazioni per il Giubileo della
Redenzione.
LA SINDONE RESISTE
ALLA SCIENZA
La storia dell a ricerca scientifica
sulla Sindone ha praticamente inizio
nel 1898, dopo che all 'avvocato Se-
condo Pi a fu dato di fotografarla,
durante l'ostensione effettuata in
occasione della Esposizione d 'Arte
sacra (maggio 1898). Lo sv iluppo
della foto portò ali 'inattesa scoperta
che l' immagine dell a Sindone si
comporta in modo simile a un nega-
tivo fotografico, rivelando, nei par-
ticolari e con un 'ev idenza ben mag-
giore che il positivo, tutti i "segni"
che la Sindone custodiva. Nono-
stante tutte le ricerche anche con i
mezzi più sofisticati della tecnolo-
gia scientifi ca moderna, la scienza
non è ancora riuscita a fornire spie-
gazioni plausibili sul come si è for-
mata l 'immagine: gli scienziati han-
Sulla palpebra destra e sull'arcata sopracciliare sinistra
dell'uomo sindonico sono state scoperte orme di monete
come queste, coniate nell 'anno 29 d.C.
BS APRILE 1998

2.4 Page 14

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e
ie
e,
<i
Tre tipi di pollini identificati
dal prof. Max Frei Sulzer.
no concluso definendo la Sindone
un oggetto " impossibile", " un ' im-
magi ne insp iegabile". Possiamo si n-
tetizzare così i risultati sicuri delle
ricerche effettuate in questo seco lo:
• l' immagine: non è un dipinto,
ed è stata lasciata dal cadavere di un
uomo flagellato e crocifisso. L'ela-
borazione al computer effettuata
dagli sc ienziati statunitensi dello
Sturp ha mostrato che essa ha pro-
prietà tridimensionali, che non ap-
partengono a dipinti, né alle nor-
mali fotografie; lo studioso torinese
Giovanni Tamburelli ottiene nel
1978 immagini tridimen sionali ad
alta defini zione tali da mettere in
evidenza numerosi particolari, come
ad esempio le tracce sulla palpebra
destra di un oggetto identificabile
con una moneta romana coniata nel-
la prima metà del primo secolo d.C.;
• nel 1973 il biologo svizzero
Max Frei Sulzer effettua prelievi di
microtracce, rinvenendo granuli di
polline di piante fiorifere che hanno
offerto forti indizi per una presenza
della Sindone non solo in Europa,
ma anche nel vicino Oriente;
• le analisi sulle tracce di sangue,
effettuate in particolare da Pier
Luigi Baima Bollone, hanno indica-
to la presenza di sangue umano, del
tipo AB. Sul Lenzuolo non vi sono
tracce di pigmenti coloranti;
APRILE 1998 BS
• nel 1988, dai laboratori di Ox-
ford, Tucson e Zurigo viene effet-
tuata su un frammento della Sindo-
ne, la "prova di datazione" col me-
todo del carbonio 14: i risultati as-
segnarono al tessuto una data tra il
1260 e il 1390 d.C. Questi risultati
sono oggi messi in discussione al-
l'interno della stessa comunità scien-
tifica, in quanto nella prova non si è
tenuto conto delle alterazioni subite
dal tessuto per l'incendio della cap-
pella della Sindone a Chambery nel
1532, e dell'inquinamento nel corso
dei secoli. Studi sperimentali più re-
centi hanno poi riaperto il dibattito.
In conclusione la scienza moderna
continua ad interrogarsi soprattutto
intorno ai problemi della datazione,
formazione dell ' immagi ne, adegua-
ta conservazione.
APRILE 1998:
PERCHÉ L'OSTENSIONE
L'arcivescovo di Torino, cardinale
Giovanni Saldarini, Custode della
Sindone, ha ribadito, fin dal primo
annuncio, che il significato dell 'o-
stensione è religioso: il lenzuolo che
reca in modo impressionante i segni
della Passione di Gesù, diventa oc-
casione di preghiera e di conversio-
ne , nella dimensione religiosa del
pellegrinaggio.
La Sindone è importante per la
sua immagine e un ' immagine è fatta
per essere guardata; è l' icona di Cri-
sto crocifisso. La Sindone non è
Cristo, ma è un rimando a lui: in
questo e solo in questo sta la sua
forza. Sul Calvario, il Crocifisso fu
circondato da persone che lo guar-
davano senza amore: attende ora di
essere guardato da nuove folle che
sappiano dargli il loro affetto, il loro
desiderio di fedeltà e implorare il
dono della conversione. L'ostensio-
ne è un accorato invito alla risco-
perta del!' unum necessarium, l ' uni-
ca cosa che conta: la fede in Gesù
Cristo crocifisso, morto e risorto per
l'uomo; l'unica vera scienza: "lo ri-
tenni di non sapere altro in mezzo a
voi se non Gesù Cristo e questi cro-
cifisso" (1 Cor. 2,2) . Meditando
sulla Passione, davanti alla Sindone,
si rivive l'atto centrale della salvez-
za e il richiamo forte a cedere all'a-
PRENOTARSI
è indispensabile per accedere
alla visita alla Sindone ,
sia per i gruppi che
per le singole persone .
Per la prenotazione
del giorno e dell'ora prescelti
si faccia il
numero verde 167-329329
tutti i giorni: 9.00-13 ; 14.00-18.
In risposta alle prenotazioni
verranno consegnati biglietti
di conferma, totalmente gratuiti.
Per informazioni
sull'accoglienza
telefonare a segreteria
dell 'ostensione : 011 /5215960;
Fax 011 /5215992.
L'indirizzo della segreteria
per l'accoglienza
Via XX Settembre, 87
10122 Torino
• Il sito Web è il seguente
http ://sindone .torino .chiesacatto -
lica.it
il suo indirizzo e-mail
è il seguente:
sindone@torino.chiesacattolica .it
more più grande, quello che spinge
l'amore fino alle estreme conse-
guenze. "La Passione di Cristo - ha
scritto Tommaso D'Aquino - è suf-
ficiente ad orientare tutta la vita".
L'ostensione vuole anche offrire
un 'occasione di incontro con il Si-
gnore della storia divenuto fratello
della sofferenza di ogni uomo. Ha
detto Paolo VI nel messaggio per la
prima ostensione televisiva della
Sindone il 23 novembre 1973:
"Guardando a questa immagine so
che crescerà in noi tutti, credenti o
profani, il fascino misterioso di Lui
e risuonerà nei nostri cuori il moni-
to evangelico della sua voce, la qua-
le ci invita a cercarlo poi là, dove
Egli ancora si nasconde e si lascia
scoprire, amare e servire in umana
figura".
Gianni Sangalli

2.5 Page 15

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LETTERA Al GIOVANI
Carissima/carissi mo,
Mai mi sono se nt ito rivol-
gere una domanda così
intensa e vitale co me quel-
la di Paola, 5 ann i, che, in
braccio a sua mad re, si
trovava acca nto a me nell a
Aprile... la grande festa della vita
che vince la morte, ridona speranza
a chi la vita se la gioca ogni giorno
sui sentieri sempre più infidi del mondo.
Come superare i percorsi di morte disseminati
lungo il cammino del giorno?
È necessario il dono del Consiglio.
visita a una chiesa appena
rinnovata ne i suoi affre-
sc hi. "Perché Gesù ha gli
occhi aperti?" È facile non
QUEGLI
i:ispo ndere a una bambin a.
E sufficiente una doman-
MAI
da in più per distrarla e
passare ad altro. Ma quel-
la domanda sugli occhi ...
In verità - mi so no detto -
non li ha ma i chius i. Ha
fissa t o gli occhi del giova-
ne ricco, di Zaccheo, de i
poveri, dei malati. Pietro è
camb iato quando il Maestro ne ll a notte de l tra- na ste lla". È una
Oggi si usa molto il ve rbo
" discernere ", da c ui la
parola ce rnita, sce lta. Gli
ant ich i rit enevano che cia-
scu no nascesse con la sua
ste ll a. Per mill enni l'uomo
ha cercat o nel cielo di di-
scernere il senso del pro-
pr io destin o. Le r ivist e, le
testate televisive propina-
no og ni giorno le scelte dei
nost r i des ideri co n l'o ro-
scopo. Molt i si inchioda no
su quell e espress ioni e con
quelle fiutano la giornata .
L'uomo da se mpre ha ce r-
cato di vedere neg li astri i
segna li del proprio vivere.
"Sono nato sotto una buo-
dimento gl i ha messo addosso gli occ hi del pe rdono. considerazione
che so ll ievo
Gli occhi sono la finestra dell'a ni ma. Parla no, orien- dire che le cose
tano, guidano, consigliano, feriscono. Basta un'oc- belle sono fig lie
chiata per capire se si è accett i o no. Bast ava del cielo.
un'occ hiata d i mio padre pe r ca pire cosa dovess i
fare. "Dia un'occhiata a mio fig lio", dice il gen itore
conseg nandolo alla maestra, al l'ed ucatore ... È l'im -
pegno di accompagnarlo, di tira rl o su, di d irgli d i
tanto in tanto una parola buona, un consig li o. Don
Bosco accompag nava co n " la parolin a all 'orecchio".
Non sono necessarie sedute terapeutic he, per dare
una mano, un consig lio. Generazioni di giovan i cono-
scono l'efficacia di un picco lo rimprovero, di un con-
siglio al momento giusto. Il consig lio fa bene a ch i lo
e a chi lo riceve.
Toh! anche il ver-
bo "considerare"
(stare con le
ste ll e) ci porta
in cielo. I verbi a
questo punto
sono d iventati
t re: consigliare,
discernere, con-
siderare. G uar-
I Consigliare, discernere,
considerare:
I verbi che fanno una vita!
dando le stelle del cielo e trova ndo la propria ste lla
uno incomincia a desiderare, a sogna re. Anche i sogn i
fanno parte del la vita. Ad interpretarli occorre sem-
pre un angelo, un profeta. li presentimento appartie-
ne al sogno, la sua spiegazione all'uomo, mandato da
Dio, l'uomo co n il dono dello Spirito, del discernimen-
to, del consig lio. Domen ico Savio nella vita è stato
aiutato (consigliato) da Don Bosco e Don Bosco da
Don Cafasso. Tre santi in cordata. Uno tira su l'a ltro.
Crescere come fiori del prato
senza rinunciare ai consigli di chi ci vuole bene ...
Ca ri ss im a/o ti a uguro che qua lcun o ma nd ato da
Dio non t i perda d i vista, che abbia una pa r ola
capace di rimetterti in sesto. Ti auguro di sognare
ad occ hi aperti e·di affidare il sogno della tua vita
all'angelo della tua vita, che nel gior no della Pasqua
dice: "Coragg io, non è qui, è risorto".
Arrivederc i al mese prossimo. Tu o
Carlo Terra neo
BS APRILE 1998

2.6 Page 16

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GUIDA ALLE
ASSOCIAZIONI
GIOVANILI
SALESIANE
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO (MGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/49.40.513
Via San Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.43.855
GIOVANI
COOPERATORI
Via Marsala, 42
00185 Rom a
Tel. 06/446.09.45
GIOVANI
EXALLIEVI (GEX)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.85.22
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/49.40.522
MISSIONI
E VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS , via Appia Antica, 1
00179 Roma
Tel. 06/513.02.53
VIDES, via S. Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.50.048
CINECIRCOLI
GIOVANILI
CULTURALI (CGS)
Via Marsala, 42
001 85 Rom a
Tel. 06/44.70.01 .45
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Via Marsala, 42
001 85 Roma
Tel. 06/446.21.79
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/44.60.946
APRILE 1998 BS
UNA STAMPA SEMPRE sono più accorti dei f igli della poccia" ha il vuoto torricel-
MENO CATTOLICA? Egre- luce... Vorremmo rovesciare la liano. Mi rendo conto che è
gio d irettore, Le scri vo due ri- situazione e diventare noi i più un po' triste ciò che dico ma...
ghe a proposito dell 'atteggia- ji1rbi.. . In breve: non è pub- ma io continuo a aedere, da
mento che ass ume da qualche blicità alla Parodi la nostra, impenitente salesiano, che la
tempo la stampa cattolica: mi ma, se permette, pubblicità al- carta vincente esiste... è l' edu-
riferisco in particolare a "Fa- la scintilla di bene che abbia- cazione. Il vero guaio, caro
miglia Cristiana" e " Il Bol- mo visto sprigionarsi da un dottore, è che non sono pilì
lettino Salesiano". Lo spunto atteggiamento della Parodi . molti a crederlo a cominciare
mi è fo rnito da ll a pubblica-
da i genitori , e il libertarismo
zione su BS (novembre ' 97)
della foto della g iornali sta te-
lev isiva Cristina Parod i. Mi
spiace come cattolica e come
exallieva sales iana constatare
che la nostra stampa segue
sempre con maggior attenzio-
ne le bandiere che sventolano
i maggiori mass med ia laici
[. .. ]. Non credo che la gior-
nali sta in questione brilli d i
v irtù cristiane e quindi possa
essere add itata ad esemp io al
piccolo numero d i giovani ssi-
me che ancora hanno un po '
d i fede [... ]. Qua li sentimenti
credete d i susc itare presso i
vostri lettori, signor di rettore?
Perplessità, sgomento, delu-
sione, non altro, mi creda
[... ]. Personalmente sono del-
l'opinione che siate nella fase
di " caccia di consensi", ovve-
ro aud ience [... ] che stiate
piano piano rifo ndando la no-
stra religione [.. .].
I VANDALISMI DEGLI STU-
DENTI. Gentile di rettore, mi
sono chiesto cosa av rebbe fa t-
to Don Bosco di fronte agli
eccess i cui si sono abbando-
nati in questi giorni turbe d i
giovani studenti , soprattutto
nelle aule scolasti che. Sono
certo che , pur amandoli inten-
samente, non avrebbe esitato
a dep lorare qu anto avvenuto,
ché, come educatore, sapeva
anche essere severo ali ' occor-
renza. E pensavo che non sa-
rebbe inopportuno che BS
spendesse qualche paro la d i
rimprovero e ammonisse a con-
durre le battaglie con senso d i
respo nsabilità e di ri spetto per
le istituzioni ed ucati ve . . . Non
si può tacere d i fro nte ad a-
zioni deplorevoli.
Dott. Corrado G. Napoli
Giusto, caro dottore, giustis-
simo. BS spende parecchie
che ci avvolge fa dimenticare
che "l'edu cazione è una que-
stione di cuore" .. . e di regole!
REAZIONI. Mi ri fe ri sco , si-
gnor direttore, alla lettera di
quella madre maltrattata sia
dal fi glio che dal marito. Non
è la sola. Si facc ia coraggio.
Anch ' io sono in quelle condi -
z ioni e trovo solo un po' di
conforto unendomi a dei grup-
pi di impegno e di preghiera . ..
Adele
Anch ' io smio più o meno ne l-
le cond izioni dell a signora
che ha scritto su BS di gen-
naio , soprattutto con mia fi-
gli a. Ha comi nciato a com-
portarsi in modo strano da
quando ha trovato il ragazzo.
Non riesco a capire il perché
[.. .]. Ora ha un solo obietti -
vo : il di ve rtimento ... Non c i
Una lettrice, Roma parole a proposito di edu ca- sono p doveri obbli ghi
zione. Anzi tutto il sostra to da ri spettare, so lo diritti da
No, gentile signoralina , il no- della rivista è edu cativo, per pretendere. E lo fa anche con
stro modo di fa re non è un se- scelta e per... vocazione. Che ma niere fo rti. Ogni cosa che
guire le gonne delle dive del alcuni comportamenti siano facciamo io e mio mari to è
momento secondo la moda , riprovevoli, inutile dirlo, lo sbagli ata, secondo le i.. .
ma un inseguire il briciolo di sappiamo tutti ; che il rimpro-
bene che si sp rigiona anche vero debba essere generaliz-
Lelfera fi' rmata, Udine
dove meno te l' aspetti. Don zato, ecco in questo caso af - Avevamo pubblicato la lette-
Bosco diceva, con un para- fi orano alcune perplessità. An- ra, cui si riferiscono le due
dosso che mi ha sempre sug- che il sottoscritto ha avuto la citate, a gennaio, senza una
gestionato, che sarebbe stato ventura di far e scuola per risposta . Ci sembrava signifi-
disposto a fa re tanto di cap- molti anni. Ed ho dovuto mio cclfiva cosl... un grido di do-
pello al diavolo (n essun rife- malgrado prendere atto di un lore da rispellare. Ora dopo
rim ento alla Parodi) se costui fatto: tutte le volte che la pro- le reazioni tentiamo di dire la
l'a vesse aiutato a salvare un testa studentesca assumeva nostra . Difji'cile indovinare
ragazzo. È quello che inten- f orme incontrollate degene- quali siano i meccanismi che
diamo far e quando sulla no- rando in vandalismi gratuiti, scattan o nel cuore e nel cer-
stra rivista pubblicizziamo c'entrava sempre qualche "te- vello dei ji'gli quando rag-
non una vita nella sua globa- sta vuota" , qualche malato di giungono alcuni traguardi e/o
lità, ma un gesto, un punto "bullismo" che aveva biso- maturano alcune convinzioni.
luce, un approccio positivo gno di imporsi, di emergere... Psicologi e sociologi hanno
nella convinzione che sia am- Non erano mai i migliori a scritto valanghe di pagine al
plificato dalla notorietà di chi fom entare disordini. Allora riguardo e alcune delle loro
l'ha fa tto. Cerchiamo insom- ho cominciato a credere che affermazioni appaiono con-
ma cli farci furb i, perché no? certi comportamenti esaspe- traddittorie. Noi pref eriamo
Cristo diceva, rimproverando rati costituiscano una specie in questi casi la strategia del-
i suoi, che i jtgli delle tenebre di medicina per chi nella "ca- /' attesa attiva : "Non so per-

2.7 Page 17

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ché ti comporti così, forse c'è
del vero in quello che dici e
forse c'è del buono in quello
che fai .. . non riesco a con-
vincermene, ma cercherò di
capire ... te lo prometto. Tu
però non chiedermi di appro-
vare: non si può approvare
quello che appare contrario
ai propri convincimenti... ".
Il che non vuol dire arrender-
si, abbandonare la lotta . La
strategia dell'attesa attiva, che
cerca, che amorevolmente
vuole capire è ancora l' unica
che può smussare gli spigoli,
spuntare le armi. Forse.
MANCANO CATECHISTI. ..
UN 'IDEA. Mi sono recata in
questi giorni a visita re i miei
fi gli e nipoti in alcuni paesi
del Lazio. Ovunque ho trova-
to lo stesso problema: manca-
no catechisti per preparare i
bambini alla prima comunio-
ne. . . Io credo di avere una
soluzione: pagare i catechi-
sti. Si pagano le palestre, g li
a)lenamenti, i corsi di nuoto,
di sci, di tennis... tutto per il
fi sico e perché non i corsi di
catechismo, per lo spirito, con
gente ben preparata senza ri-
volgersi solo alle vecchie zi-
telle volenterose? ...
Letizia
Cara signora , mica ragiona
male sa? L' idea non è per
niente peregrina e la sposo
volentieri. La fa miglia dovreb-
be essere attenta alla "par
condicio" spirito e corpo. But-
ta via tanti soldi per il co,po,
destinato prima o poi (auguro
che sia molto "poi") a disfar-
si ma non gli spilli un penny
per lo spirito da cui, se un
po' di fe de ancora ci suppor-
ta, dipende la nostra "soprav-
vivenza" . È proprio vero che
siamo cristiani un po' ... al-
i' acqua di rose! Comunque
provi a fa re qualcosa per cl1f-
fo ndere l'idea ... e Dio gliela
mandi buona!
PIÙ Sl È POVERI PIÙ SI È
RELIGIOSI? Egregio diretto-
re, mi permetta di fa rle una ri-
chiesta. Vorre i che fosse ap-
profond ito un tema che nel-
1'articolo di gennaio "/ f igli
del caimano" è, mi pare, trat-
tato al volo: in pai1icolare sem-
bra che i giovani siano più re-
ligiosi quando vivono in iso-
lamento culturale e povertà
materi ale . Ma è vero? Non
vorrei aver fra inteso il testo di
quel contributo da Cuba. Inol-
tre: quali sono i siti www ita-
liani dove si può discutere di
re ligione? Perché non fa rci un
articolo in uno dei prossimi
num e ri?
Marco (Invio e-mail)
Caro Marco , eviterei le gene-
ralizzazioni: i giovani di Cuba
"appaiono" così; punto e ba-
sta . Tutta via tu poni un quesi-
to che merita attenzione. Dico
la mia . No n credo che l'isola-
mento culturale sia indice cli
maggiore o minore religiosi-
. Il f enomeno religioso non
dipende da questo. Credo, tan-
to per fa re un esempio, che
nessun paleontologo giure-
rebbe che gli isolati pigmei
del Centro Africa fosse ro più
religiosi degli antichi greci o
romani (come sai, avevano un
parco i inf inito). Oggi è lo
stesso. E tuttavia è vero an-
che che la gente più povera,
meno disturbata dal bombar-
damento consumistico, meno
infas tidita da mille subdole
pubblicità , sia phì pronta, più
disposta a recepire messaggi
di valore, proposte di impe-
gno, percorsi di fede .. . Con
questo voglio anche dire eh.e
un giovane le cui d(fese im-
munitarie (fisic he e spirituali )
siano al top è un capolavoro.
Quanto poi ai siti web, ce ne
sono, non credo interattivi, e
sto pensane/o cli fa rci su. un
arti co lo .
Non ci è staro possibile pub-
blicare 1u.tte le lerrere per-
venute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo 1empo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vo stra co rri spon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS APRILE 1998

2.8 Page 18

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cULiURA
I salesiani custodiscono tesori di arte e cultura che vale la
ARTEINCA
di Natale Maffioli
Disegno di soffitto
Paolo Girolamo Piola (Borgo S. Martino).
Don Bosco non fu un collezionista,
non spese mai una lira per alimentare
la passione del raccogliere oggetti
d'arte; eppure per le sue mani
passarono non poche opere importanti,
il cui destino non era la teca
di un museo domestico: numerosi
dipinti provenienti da lasciti
o da offerte li destinò alle chiese che
veniva costruendo. La basilica romana
del Sacro Cuore conserva ancor
oggi alcune tele di notevole interesse.
S. Maurizio - Guido Reni (Avigliana).
D on Bosco ebbe intuito quasi
da collezionista. Dall 'anali-
si della sua libreria persona-
le risulta che coltivò una sensibilità
e una competenza da bibliofilo.
Molti volumi li ebbe in dono, ma
non mancano , tra i libri che furono
suoi , opere fini , edizioni pregiate di
trattati di teologia, commenti alla
Sacra Scrittura, testi di spiritual ità,
di agiografia, di storia. Chi , per cu-
riosità, si addentrasse nella bibliote-
ca di Don Bosco, non potrebbe che
stupirsi di fronte al consistente nu-
mero di at lanti, saggi, relazioni di
viaggi. Non era solo passione per la
geografia: egli voleva informarsi mi-
APRILE 1998 IJS
nuziosamente sulle condizioni dei
paesi dove inviava i suoi missionari
e quali prospettive si potevano apri-
re alla sua giovane congregazione.
IL LASCITO DURAZZO
Lungo la storia ormai più che se-
co lare della congregazione si sono
create per i sa lesiani opportunità
davvero eccezionali per la raccolta e
la conservazione, non sempre con-
sapevole, di oggetti d'arte. Nel 1922
un nobile piemontese, di ascenden-
za genovese, il marchese Arcello
Durazzo di Occimiano, legò alla
congregazione salesiana la sua com-
pJessa libreria. L' insieme fu destina-
to alla biblioteca dell ' istituto "San
Carlo" di Borgo san Martino (AL),
fondato da Don Bosco stesso in uno
splendido palazzo secentesco, già
proprietà dei nobili Scarampi.
Il lascito comprendeva libri a
stampa, manoscritti e opere di alto
valore bibliografico, come un codi-
ce in pergamena del secolo XIV
delle Vite dei dodici Cesari di Sve-
tonio, scrittore latino del II secolo
d.C., con interessanti miniature; un
gruppo consistente di manoscritti au-
tografi del musicista veneziano An-
tonio Vivaldi (1678-1741); l'Atlas
historique et geographique del duca

2.9 Page 19

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pena conoscere.
di Berry, Buy de Mornas, edito a
Parigi nel 1762; l'imponente volu-
me con le riproduzioni deHe scultu-
re del Museo Giustiniani di Roma
del 1631, e una serie davvero rile-
t
vante di incisioni (circa 1300) e di-
segni (circa 300).
Molte opere furono alienate, altre
scomparvero inspiegabilmente; un
nucleo sparuto è tuttora conservato
nell a biblioteca del "San Carlo" ,
pallida affermazione del valore del
lascito, la cui importanza è, peral-
tro, attestata da un preciso inventa-
rio delle incisioni e dei disegni, re-
Assunta - Graduale miniato, 1400
(Torino Crocetta).
Copia "Madonna Pellegrini"
Caravaggio (Avigliana).
datto dal salesiano don Francesco
Rosso nel 1924, prima dell'inizio
della dispersione.
ed acquisiti dalla biblioteca torinese
nel 1930, grazie alla munificenza del
cavalier Filippo Giordano.
di quasi 30.000 stampe di altissimo
pregio, che volle personalmente con-
segnare al duca a Venezia nel luglio
Il materiale grafico, stampe e di- 1776. Non pago, radunò per sé una
L'INVENTARIO
segni , proveniva dalla favolosa rac- splendida selezione di opere grafi-
colta del conte Giacomo Durazzo, che, arricchita da una "cornice" di
Del manoscritto di Svetonio, del- messa insieme nella seconda metà notevole livello artistico. Gli inten-
l'Atlas e delle riproduzioni del museo del secolo XVIII. Rampollo di una dimenti del Durazzo furono com-
Giustiniani non restano che vaghe delle più nobili e ricche famiglie di piutamente espressi dallo scrittore
notizie in una vaporosa corrispon- Genova (il fratello Marcello fu doge Bartolomeo Benincasa (1746-1816)
denza tra don Emmanuel, direttore della Repubblica per il biennio in un'opera laudatoria e descrittiva
di Borgo San Martino e don Manas- 1767-1769), il Durazzo fu dapprima dell 'impresa collezionistica.
sero, un salesiano residente negli ambasciatore della sua città a Vien- Morto Giacomo, la raccolta fu
USA. I manoscritti vivaldiani, inve- na poi rappresentante dell'impero smembrata e venduta all'asta dagli
ce, furono ceduti nel 1927, con l'in- presso la Serenissima. In questa sua eredi. Alcuni album di stampe e un
tervento economico del cavalier Ro- privilegiata condizione si mise a manipolo di disegni rimasero nelle
berto Foà, alla Biblioteca Nazionale raccogliere opere di grafica di altis- mani del Durazzo di Occimiano, per
di Torino, dove sono conservati con simo livello. Per il duca Alberto di concludere 1a loro peregrinazione
il resto degli autografi recuperati in Sassonia, genero dell 'imperatrice nella biblioteca dei salesiani di Bor-
casa di un altro Durazzo, Giuseppe, Maria Teresa, allestì una collezione go San Martino. Parte del superstite
materiale grafico è composto non
solo dai doppioni di quanto figurava
nella grande collezione durazziana,
ma anche dai prodotti marginali,
come i residui ottenuti nell 'elabora-
zione degli originali che formavano
la "cornice" didascalica della rac-
colta: stampe del pittore genovese
Giovanni David (1743-1790), alcu-
ne delle quali inedite; altre opere di
incisori veneti della · seconda metà
del 1700. È notevole una serie di ri-
produzioni all ' acquaforte degli af-
freschi, in gran parte perduti, di An-
drea Mantegna (1431-1506) agli ere-
mitani di Padova. Il lavoro (prove e
repliche) venne prodotto dal pittore
Giovanni David nel 1776. L'inven-
tario del 1924 rammenta come alcuni
di questi prodotti fossero acquerel-
lati . Di questi non è rimasta traccia.
S. Francesco e il Crocifisso
Carracci (?) (Avigliana).
Disegno di altare
Scuola genovese (Borgo S. Martino).
BS APRILE 1998

2.10 Page 20

▲back to top
-
L'inventario dichiara circa trecen-
to disegni, alcuni di importanza ca-
pitale come lo studio preparatorio
per la tela del Serpente di Bronzo
della "Scuola Grande di San Rocco",
lavoro di Jacopo Robusti, il Tin-
toretto (1518-1594). Opera di note-
voli dimensioni ma, ahimè, sparita!
E poi disegni del genovese A. Ratti,
dell'emiliano Guercino (1591-1666),
dei veneziani Piazzetta (1683-1754)
e Carpioni (1613-1679), del fioren-
tino Empoli (1551-1640), del roma-
no Giulio Romano (1499-1546). E
bozzetti per allestimenti teatrali con
splendidi appunti (alcuni conserva-
ti) dello scenografo Giuseppe Galli
da Bibiena (1696-1756).
LO SCRIGNO
DI AVIGLIANA
Nel 1894 i salesiani acqu1s1Tono
dai frati cappuccini la chiesa con
annesso convento della Madonna
dei Laghj di Avigliana (TO). È un
piccolo scrigno, ricchissimo di ope-
re d'arte eccezionali. Per rendere
l'idea di tanta importanza basta cita-
re il grande quadro di san Maurizio
di Guido Reni (1575-1642), opera
scoperta e pubblicata nel 1990 sulla
rivista internazionale d'arte The
Burlington Maga zine da Arabella
Cifani e Franco Monetti e ricono-
sciuta di certa mano dal grande stu-
dioso sir Denis Mahon. Altri impor-
tanti dipinti ornano le pareti del pic-
colo santuario già dal 1624, anno di
stesura di un particolareggiato in-
I Arco trionfale
Giuseppe Galli di Bibiena (?)
(Borgo S. Martino).
ventario, non ultima una mirabile
copia della Madonna dei pellegrini
del Caravaggio, dipinta nel 1604
per la chiesa romana di sant' Agosti-
no. La sua presenza ad Avigliana
già nel 1624 e la sua raffinata ese-
cuzione fanno pensare a un pittore
molto vicino al maestro lombardo.
Un'altra tela, un san Michele Ar-
cangelo, è attribuita al cremonese
Antonio Maria Viani (1555-1630).
La sua importanza è attestata dalla
richiesta di prestito avanzata lo
scorso anno dalla città di Monaco di
Baviera per una mostra dedicata al
pittore. Nell'apparato iconografico
degli altari del santuario non manca
un tocco di mistero: una tela raffi-
gurante un san Francesco d'Assisi
ai piedi del Crocifisso, opera di un
maestro primario, che potrebbe an-
che essere Ludovico Carracci (1555-
1619); mancano, purtroppo, riferi-
menti puntuali.
Il tabernacolo dell'altare maggiore
è una finissima opera (pare il model-
letto di una architettura da realizzare
"in grande") in tartaruga e bronzo
dorato. Prodotto a Roma nella prima
metà del secolo XVII è stato donato
alla piccola chiesa dalla nobile fami-
glia piemontese dei Provana; alcune
sue pregevoli statuette decorative,
in bronzo dorato, furono rubate agli
inizi del secolo e mai più ritrovate.
L'intradosso della cupola del san-
tuario è decorato in modo inusitato:
la Gloria di Maria, opera di uno
scenografo d'eccezione, Bernardino
Galliari (1707-1794), è stata dipinta
su cartone; forse venne inchiodata
all'intonaco in occasione di una
festa importante in attesa di poterla
sostituire con un'opera più stabile.
Tabernacolo in tartaruga, 1600
(Avigliana).
LA SCOPERTA DEL COLLE
Nella biblioteca della casa sale-
siana del Colle Don Bosco è stato
scoperto un manoscritto musicale,
un Graduale festivo, usato da una
comunità francescana, composto di
oltre duecento grandi fogli di perga-
mena, tredici dei quali illustrati da
splendide miniature. L'importanza
del ritrovamento è determinata sia
dalla datazione del manoscritto,
prodotto in uno "scriptorium" mila-
nese verso la metà del 1400, che
dall'autore delle miniature, forse un
seguace del Maestro delle vitae im-
peratorum, un artista sconosciuto e
così denominato a causa di un suo
pregevole testo, conservato nella Bi-
blioteca Nazionale di Parigi. Prima
di divenire proprietà dei salesiani
(nel 1889) passò per le mani del
parroco di Camagna (AL), don Ca-
ramellino. Da Valdocco il mano-
scritto, in data imprecisata, venne
trasferito nella casa salesiana di san
Benigno Canavese (TO), da dove
emigrò a Castelnuovo Don Bosco
presso il Colle. La sua origine fran-
cescana è provata da alcune peculia-
rità liturgiche. Il foglio 175r-v con-
tiene i testi della Messa "In festa
s(an)c(t)orum stigmatum", una tipica
festa francescana che, fin dalla pri-
ma metà del XIV secolo, l'ordine ce-
lebrava il 17 settembre in ricordo
della stimmatizzazione di san Fran-
cesco a La Verna. Solo nel 1615 papa
Paolo V (1605-1621), su istanza del
cardinale Roberto Bellarmino (1542-
1621), la estese a tutta la Chiesa.
Una delle miniature più interes-
santi è quella che introduce la festa
dell'Assunta. La figura della Ma-
donna, inserita nell'iniziale "G"; ha
una forma lanceolata, contornata da
una mandorla rossa entro la quale
sono ricavati due cherubini dello
stesso colore, definiti da leggeri col-
pi di pennello. La figura pare sospe-
sa, più che racchiusa nella lettera
colorata, pronta a sgusciare verso
l'alto. La rilegatura, di notevole va-
lore perché in gran parte originale, è
stata studiata e presentata da esperti
del settore, mentre le miniature so-
no state pubblicate, dopo attento stu-
dio, sulla rivista internazionale Arte
Cristiana.
Natale Maffioli

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

▲back to top
MACAO. Le alunne di una
grande scuola di Macao
danzano per il Governato-
re. La scuola, fondata da
don Ercole Tiberi , salesia-
no, ha circa 2000 allievi, ed
è un gioiello di Macao. Le
autorità ne sono orgoglio-
se tanto che don Ercole è
stato insignito della onorifi-
cenza di Grande Ufficiale
per l'educazione pubblica,
dallo stesso Governatore.
Macao è l'altro piccolo sta-
to che nel 1999 passerà
alla Cina.
PORDENONE. Il gruppo
"Teatro del Collegio Don
Bosco" offre rappresenta-
zioni alla scuola elementa-
re pubblica per tener vivo il
collegamento tra scuola
media del collegio e scuola
elementare pubblica. Un
programma ricco di allegre
scenette, canti, danze fol-
cloristiche è apprezzato da
tutti , maestri e spettatori
che quest'anno erano più
di seicento.
ASSAM (India). Ragazzina
del campo dei rifugiati San-
tali , in lotta con i Bodo. Ogni
guerra intestina crea or-
fani , diseredati , sbandati ...
e richiede dalla comunità
civile ed ecclesiale sforzi di
solidarietà e gesti di carità
concreta. L'arcivescovo
salesiano indiano, monsi-
gnor Manamparampil di
Guwaihati , si occupa uma-
namente e religiosamente
di loro.
GUINEA CONAKRY. Ra -
gazzi della missione di Kan-
kan . Nel paese ci sono due
opere, a Conakry (800.000
abitanti) dove i salesiani
gestiscono una tipografia e
a Kankan (e.ca 200.000 a-
Sono aff1
del Mes
con pers
dalla Boli
dalla stes
AGRIGENTO. L'Unione
provinciale degli ex allievi
ha inaugurato nel giugno
scorso , alla presenza delle
massime rappresentanze
civili e politiche , a largo
Bibbirria - oggi Belvedere
Don Bosco, un imponente
monumento bronzeo , ope-
ra di Nino Contino, a prua
di nave, 2,30 metri di altez-
za e 5 di sviluppo laterale,
che rappresenta Don Bo-
sco nell'atto di trascinarsi
dietro 12 giovani.
PAKISTAN . Sono avviate
le procedure per una nuo-
va presenza. Così la 117m,
nazione del mondo avrà la
presenza viva ed operante
dei figli di Don Bosco nel
proprio territorio. La futura
comunità sarà guidata da
don Pietro Zago, attuale i-
spetto re delle Filippine
Sud e composta da altri tre
confratelli di differente
nazionalità. La città pre-
scelta è Quella al confine
con !'Afganistan.
BS APRILE 1998

3.2 Page 22

▲back to top
Dalla cattedra al palcoscenico, passando pe la cappella:
UN COADIUTOREl&c
S ì, maestro. Per quasi 50 anni
(1919-1966) e sempre nella
stessa scuola. Ha insegnato ai
figli, ai figli dei figli, ai figli dei figli
dei figli, tre generazioni. Zanovello:
un'istituzione, il maestro per antono-
masia. A Treviglio e dintorni è quasi
leggenda a oltre 25 anni dalla morte.
Si dirà: non sono granché Trev iglio
e dintorni, altri hanno oltrepassato i
confini regionali, nazionali e conti-
nentali. È vero, e pare confermarlo
di Francesco Motto
Cognome: Zanovello;
nome: Giovanni;
padre: Giovanni Battista;
madre: Gengini Albina;
luogo di nascita: Legnago
(Verona); data di nascita:
6 febbraio 1896;
nazionalità: italiana;
statura: 1, 70;
corporatura: regolare;
colorito: sano;
segni particolari: arto
inferiore destro rigido;
professione: maestro
elementare.
la semivuota cartella ZANOVELLO
dell ' Archivio Salesiano Centrale.
Ma quanti salesiani sono stati defi-
niti, come lui, un "fenomeno"?
A nove anni entrava allievo a Le-
gnago, rimanendovi per le elemen-
tari e le tre classi tecniche. Don Bo-
sco lo catturò: nel luglio 1917 chie-
se di essere ammesso al noviziato.
Era libero: la menomazione alla
gamba gli aveva evitato la chiamata
alle armi, i genitori erano già scom-
parsi e 1'unica sor~lla, maestra, sa-
rebbe morta di a poco in un inci-
dente stradale. Fu destinato a Trevi-
glio con l'impegno di frequentare la
scuola magistrale e rimase anche
oltre la morte (1972); al suo nome,
infatti, è dedicato il palazzetto del
collegio e una via, proprio accanto
alla "sua" scuola e alla "sua" chiesa.
Da quell ' angolo di terra bergama-
sca osservò 1'Italia che cambiava: il
terribile primo dopoguerra, il ven-
tennio fasci sta, le avventure etiopi-
che, le vicende belliche, la ricostru-
zione, il miracolo economico. Set-
tantenne subì gli anni della conte-
stazione, della "fantasia al potere" ,
osservandoli dalla sacrestia, suo
campo di lavoro per gli ultimi sei
anni di vita.
IL SUO PRIMO AMORE:
L'INSEGNAMENTO
Sempre in abito nero, camicia
bianca, cravatta nera e l'inseparabi-
le grembiulone (nero anche quello)
fin sotto le ginocchia, Zanovello tra-
scorse la vita in cattedra, come mae-
stro elementare. Migliaia di giorni
sempre uguali dalle 7,30 alle 19,
con 30, 40, 50 aliievi (fino a 71, li-
mite raggiunto nel 1925-1926). Una
scuola super attiva la sua: dal primo
arrivo in classe, allorché impegnava
L'impareggiabile maestro sempre sorridente,
accogliente, protagonista di molte manifestazioni.
APRILE 1998 BS
Il disegno del maestro campeggia nel teatro
durante la commemorazione.

3.3 Page 23

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il maestro Giovanni Zanovello.
tutti a preparare l'aula (spolverare LA SECONDA PASSIONE:
banchi e quadri, riempire i calamai
di inchiostro, cancellare la lavagna,
IL TEATRO
dar l'acqua ai fiori, approntare i Teatrante nato: in aula per motivi
gessetti colorati . . .) fino a sera con didattici , in refettorio coi confratelli
quelli che si fermavano per fare i nei momenti di fraternità, il maestro
compiti assieme al maestro , dopo era tanto espansivo e gioviale in
che lui tutto il giorno aveva corretto pubblico, quanto riservato in priva-
esercizi, spiegato regole, tuonato to. Passava da una recita ali' altra
per richiamare l'attenzione, fatto con duttilità, dal drammatico al bril-
sceneggiate "educative" per stimo- ]ante all'operetta musicale, riuscen-
lare quanti, più abili nell ' uso del ra- do sempre a conquistare gli spetta-
strello che della penna, sonnecchia- tori . La sua presenza era garanzia ~i
vano in fondo all 'aul~. .
.
b~ona preparaz~?ne, buona~ ~it~0
Nella sua classe e era d1 ~l!ttO. la z10t1e Imo a re>g1(;1., _V€l i:m G0SC€Q1-
ctt' · ·
"sr'me,,rvit1i·;bcva.a-2~ì-'a
n,0cdihceilc, pleettr(\\lI
eo1ce,fz-0-1..61e1'J1J.,,f.c:r1#a;"- '
che
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ecoc~rifveicceh•eù.nSau1pl' h',pP,(ae
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lcos\\cepi
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il_ t at_ri
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,,
grino a santu~ri n:iari~n~: la Madon-
na della Lacnme m citta, la !vladon-
J\\b~mo ~e .rud;m~ , 1 ~oo~ogia,u '",educo, ~or~e~]::nu be l_!'l ,au~, n~e ,e
l 4 ~ s~.!11~1)ltI,..-d, i ~lavon _ri'coh d1 us_o ~-generaz10m ~l;gu ;t~ della) ec aw~\\
00m~ 'e; g e1~M J:!.~n
~ ~..:t\\ag0.r1~~'1 e, p:o:e
~t)
'O=la ... abe .1-19,t~i0me'1, ~ ' 1 Cq toz c9n Ta
~ ~emona, _ .vo<:_e,,tar}te5nale, l-~c1a1:do
~uaatt,p~ru~: I,J~~
o \\Y.'" t1.r1tei;~ elle G:o;i.;ogaz10~-1, JJ-la la_.,,,.,,.~rba- : Q~al~uno ha poi calcatq1J . .
na di Caravag_gio, quella d1 ~?na-
te ... Decine d1 volte aveva v1s1tato
Maria Ausiliatrice a Torino, e santa
1:faria Maggiore ~el 1~34 in. occa-
sione della canomzzaz10,ne .~1 J?on
~( ~ul ·v1J@,:B avca doveva entrare m aula... palchi o e diventato membro effçtti-~~ Bosco. Quando non pote p1u viag-
tliventava il giardino, dove vo e affettivo della filodrammatica ~) giare si "sfogava" con la recita di
d..i. pi10°iiarc~
'àr,i'mr ( "-
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che po)1:~
Tea ll,.JI. ì"' trIo n
~,;i.1 s u0
on solo
nome
come
.d1' vert.1,m.../., .eIntoI//'l
più rosari al giorno.
Ai suoi exallievi raccomandava la
àiY,é' ptrs ~.:..,.. d ,~ ,oà\\} :g:'1.lç'..~ç;~iahldea"rseeid~mt~u"sìco'!,~li1eraltetrappditi___,
ma soprattQtto come "scuola di 'vita" ' l-""devozione mariana incessantemen-
rr~:z~0u p\\eIr S?C.la11·zza_re, stru~er-y, O ,Ite: di persona, per posta, per_ telefo-
de, a- q tta e dell hrnterlifn\\:ì ~ er le pnvilegiato d1 educaz10ne, parte \\il'.!;,,-_,,... o. Gli exallievi! Se nella vita ave-
ìc " 'èÙate" co1;1 i ragaz~_i. Guid~- ., J ~g{\\PJte;.1(\\i! ,.q~e_l ,met~do yreven~•,SJ, · \\ yano fatto qualche cosa di buono, lo
} o vq\\ c0 , esempio e trascnnav;a"'eoi ,~el qua)el ~!t,1.\\/;,il~d~ca e po~taf q~t) } dovevano anche a lui , alle sue sfu-
suo ent~s~smo.
Erp.v: hg *o del
1, t'..«w: .~..:uu 1t1- lÙto' ehe! éla essa cl1pende 11. o~
ve tertrho: ordme, andal1)ento,.._g~!{I sç.ùol e, pers1_~ \\a
ri~te "affettuose", alla sua coe'.~nza.
Srs1 legge nel suo testamento spmtua-
disç'I :~·na VmanifestaziP,Jlt.9i~QalilJ a,.e -'r<,ità fèligìosa del fragazzo. Chi np_n - fo. "Ringrazio e chiedo perdono a
avar.igu GJSti .. . if;°'"p' 1u un otto dal;"', ~Lt I<a.tn~osso ~i front~ al ~~ro m1; t, ~tti i miei poveri scolari che hanno
line~~©:;, !if 1:~rgici, un carattere for- . iì~are, )u~ ,~jie ~} ,sc?ghe_ ali mca~w ·' ~uto il ~ora~gio di ,s?pp_ortarrni:
te, 'Ufla; s,e nta . .. da "burberqj:>eJ;1t ,...l!..,d1,. un --1trovat\\ mpotmo, 111 una de111f " Gffro la mia vita perche Il Signore II
f~co' ',-'.g; 1\\ ia~i~à, ma _soprà't ufto bòn- 0~1t ,'.,!~q,~çpliche ~e}, "~iccolo P~\\ ~; ( ~i~ti, li ~r~servi d_a ~?ni male e li
ta e1geJlros1 ta. Per Il suo quarante~ i:...i mo , 1ventato poi P1ccola pan~ -, ~1tm con se 111 paradiso . Esattamente
nal(,~ser vtzìo fu insignito della ~ 1':",J,,,.ni:~aJJ ep@0a...tl_bll~•pfesenza !emmi~~, Ji @pie Don Bosco.
..
daglia~ d ' tro del Mit'11i:'stè rd' ' ~ella mie nel 'oratono e nel colleg10?
"';Jfa scritto col candore dei suoi
Pubb\\1fyJst uzione dal ~omune di 4v-Al'~ t"jl ~
(:· ;i 4.~~ici anni u~? scolar?:. "N~l colle-
Trevigl~ éd ebbe la nomina a ,ç:a>fa- . _ , u\\,, \\ ~""•: ·l u'
(E','-) g10 la cosa pm bella e 11 mio mae-
liere ) '!~Va -~ epub~lica. Dor.1,~Bo _èWa'lf~f'/!ZO AMORE:
aveva scntto:-"ll sistema preventivo -LA:MADONNA
\\1/1.Jl.ro~
Ifi;,papa
che è stato
... Quando
il _maestro d~l mio
spiega un. po _forte
rende avvi at l'allievo in modo che
,
'f& tremare i vetri, però tutti capiamo
pi~ l' educçii~ ,. ·}Jotrà L!f{fJla v.P,q,rlar~'1 ,;"_'~et di 40 anni tutte le mattine , bene' ~d buono''., Di coadi_utori_ co_n
ir col liogièa,g del CfféJre sia in tem- ""avéva servito all 'altar maggiore O , una s1m1le eccez1onale canea d1 VI-
po di"fél,uca- ~one, sia dopo di essa. ;;:·~gli alfl:lf}. " a muro" della cappella .....__t~Età e bon_tà, ~i b~tt~ta dialettale
L' edu'tl ìoxe 81!,adagnato il cuore del fr de 1'Istituto1 o della chiesa di san ~
suo pm ettq, /!otrà esercitare sopra ' 1 Cado. L'età della pensi~ , J d:inco
ma anche d1 seno nchiamo, con la
~. ~ -Fflanifesta voglia di spendersi
di lu f'1tn ~ ra'Mde impero, avvisarlo d agtfiò a ~aut!hg' i"'tempi di rif]es- ' r1el servizio, la congregazione sale-
consigii~f;{o~e;anolaej ~·orreg'g~Hi/aì~ s~~ ,,_e e p:r~ghi~ a:.f~~~-~_!w, ,~il~,;i' -~i ~~a n~l secolo che si conclude_ ne
fora ez.11• ndw.- che . ·oveira.~ e~ .,Z
impieglìj·:.h, ei ti>iiffia.i; -·~ri i1 fré~~.r-:,ç
mercio". P~ l --pii&."tì,t -~ -~ g •#ia
di suoi, ec-~li,tIw'~ Uo· -{f os'1tf:~arno;. S: -
- ;;;.;,_, 'V
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maestro d1-yenn, ~pea 1onato~d1 D!9· .. I f .avutl e ne ha tuttora, sconoscmt1
17a__ :
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to. a
mil-
BS APRILE 1998

3.4 Page 24

▲back to top
Cominciò la sua vita in coabitazione
nel 1877, ma sentì subito il bisogno di
uno spazio esclusivamente suo . Così
con gennaio 1878, iniziò la sua vita
autonoma come Bollettino Salesia-
no . La denominazione non sarà ec-
cezionale , ma ha superato brillante-
mente la prova del tempo (120 anni è
una bella età!) e si è affermato per la
familiarità della sua presenza su tavo-
li di uffici o anche di cucina, in tinelli ,
soggiorni , sale di attesa. A volte finisce
anche malamente in cestini e sac-
chetti ancor prima di essere sfogliato ,
ma è un rischio che accetta pur di
avere almeno qualche volta l'opportu -
nità di dare un 'informazione, di aprire
un nuovo orizzonte , di portare sollie-
vo , di farsi riconoscere amico fedele .
Don Bosco , ha voluto gli oratori , la
scuola, i laboratori e anche il Bolletti-
no Salesiano per lo stesso scopo :
estendere la sua missione, far germi-
nare nel cuore di tanti l'attenzione e
l'amore ai giovani ; estendere e tenere
unita la famiglia, propagandare il be-
ne. "Il Bollettino altro non è, egli dice-
va, che un mezzo per comunicare la
conoscenza delle nostre opere e strin-
gere i buoni cristiani con uno spirito e
un fine solo". Egli era convinto che
avrebbe espresso le sue potenzialità
proprio per il gran numero di persone
che sarebbe stato capace di riunire.
Oggi sono tante le persone che BS
raggiunge nel mondo. Anche il Bollet-
tino si è impiantato e moltiplicato, arri-
vando a dimensioni di tutto rispetto .
Fin dall 'inizio ha avuto una vitalità ec-
cezionale : a dieci anni dal suo avvio ,
era stampato in tre lingue (italiano ,
francese , spagnolo) con una tiratura
superiore alle 40.000 copie mensili .
L'espansione continuò anche durante
il rettorato di don Rua : " // BS, egli
scrive , è stampato in otto lingue
diverse (si erano agg iunte inglese ,
tedesco , polacco, portoghese, unghe-
rese) , ed è letto con entusiasmo. Per
tal mezzo circa 300 mila persone si
tengono informate delle opere che i
salesiani hanno tra mano e, secondo
le loro forze, materialmente o moral-
mente vengono in loro aiuto".
Dopo 100 anni le edizioni erano di-
ventate 34 in 19 lingue diverse e la
tiratura di quello italiano arrivava alle
350 mila copie. Complessivamente
nell 'anno si stampavano oltre di eci
milioni di fascicoli .
BS: UN GIOVANOTTO
ffos.c,
Salesianskéi rodina
4/1997
Continente Edizioni
di BS
Numero
di lingue
Africa
America
Asia
Australia
Europa
Totale
3 2 (parti in lingue locali)
17
4
10
8 e 4 in lingue locali
1
19
15
50
22 lingue diverse
APRILE 1998 BS

3.5 Page 25

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DI 120 ANNI
~ '$
..r•
~
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iJ.L -;'i\\.
, ;f~cl 4'1-
.
"
1~ &~l
1991~•M4Sl!lli
100 ~ll otnetet vo~ t 100 laet
IJ'twcèmaanddVks Ujdk:hrifi voordc: bewcging rond 1.>o11 HOM:o
IOlatejaargMg' novcmbcr•dc«mht:r 199'7
~
E A 120 ANNI COME
STANNO LE COSE?
I Bollettini nel mondo sono diventati
50, anche se non tutti stanno in
salute. Dopo il 1989 hanno ripreso
vigore i Bollettini dei paesi dell'Est
(c anche quello in russo!) e si
sono aggiunte tre edizioni africane,
con pagine in lingue locali. La tiratu-
ra maggiore è sempre di quello ita-
liano , ma altre 4 edizioni superano
le 50 mila copie mensili (Argentina,
Germania, Spagna, Stati Uniti).
L'insieme delle 50 edizioni si attesta
ancora sui dieci milioni di copie.
Veramente oggi , "il Bollettino Sale-
siano rappresenta uno strumento di
comunicazione prezioso per una più
piena condivisione e un aggiornato
coinvolgimento nella missione edu-
cativa ed evangelizzatrice del
Movimento e della Famiglia Sale-
siana" (CG .24) .
Proprio questa consapevolezza ha
fatto avviare un ambizioso "Progetto
di Rinnovamento e Rilancio del BS
nel mondo", per meglio integrarlo nel
sistema della comùnicazione sale-
siana e dargli maggiore efficacia
come strumento di informazione . Il
progetto tende anche a coordinare
le varie edizioni, rispettando l'auto-
nomia di ciascuna , per irrobustire la
comune identità, accrescere la qua-
lità e la stabilità facilitando lo scam-
bio di informazioni e trovando forme
di sostegno relative ai bisogni di cia-
scuno. Un sistema mondiale coordi-
nato di informazione potrà consenti-
re di accrescere maggiormente l'at-
tenzione ai giovani , il coinvolgimen-
to , la collaborazione di tante perso-
ne di buona volontà nel nome di
Don Bosco.
Vito Orlando
Direttore Centrale del Bollettino
Lingue in cui
si pubbica il BS
Edizioni di BS
per lingua
Spagnolo
13
Inglese
10
f;rancese
4
Olandese
2
Portoghese
2
Lingue slave: Croato,
Polacco, Sloveno,
Slovacco, Cecoslovacco 5
Orientali: Cinese, Coreano,
Giapponese, Tailandese
4
Lingue locali dell'India
4
Italiano, Russo , Lituano,
Ungherese
1
Totali
50
BS APRILE 1998

3.6 Page 26

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Le PGS si ritrovano nella Torino della Sindone per giochi
Abbiamo intervistato
il Presidente Nazionale
PGS (Polisportive
Giovanili Salesiane),
professor Bracco in vista
dei giochi di Torino che
iniziano in questo mese.
È una splendida
manifestazione che fa
onore allo sport targato
PGS, lo sport salesiano.
Come sono viste e tenute in con-
siderazione le PGS dal CONI?
Il riconoscimento è stato "conqui-
stato sul campo" . Da tempo era ri-
conosciuta la lunga presenza dei sa-
lesiani nel mondo dello sport giova-
nile ed i sempre lusinghieri risultati
in termini di "campioni", nati nei
"campetti" oratoriani. Nei primi anni
del secolo erano sorte società sporti-
ve agganciate alla Federazione Atti-
vità Sportive Cattoliche Italiane, poi
soppressa dal governo fascista.
Ma è soprattutto nell'immediato
dopoguerra (1945-50) che, nel mu-
tato clima sociale e nella riconqui-
stata libertà di associazione, si è
sentita l'opportunità di collegare i
gruppi sportivi salesiani in una "As-
sociazione Nazionale PGS", costi-
tuita secondo legge.
Sig. Presidente, permetta prima
di tutto, la domanda di prammati-
ca: qual è "lo stato dell'Associazio-
ne", come stanno le PGS?
Siamo in sviluppo, nonostante le
mille difficoltà che incontra un ' as-
sociazione atipica come la nostra in
un contesto sociale così allergico a
proposte culturalmente qualificate.
L'associazione nazionale PGS na-
sce giuridicamente con rogito nota-
rile nel 1967, ma già nel 1960-61
esisteva una segreteria di co llega-
mento e al 1961 risale la prima ma-
nifestazione nazionale, svoltasi pro-
prio a Torino, che ebbe un seguito
APRILE 1998 8S
negli anni success1v1, nell'ambito
del Centro Nazionale Oratori.
Nel 1967, con il riconoscimento
del CNOS, fu inserita fra le associa-
zioni promosse dal Centro Nazionale
Opere Salesiane. Nel 1970 il perio-
dico piemontese "AUXILIUM sport"
si trasferisce a Roma, presso la nuo-
va sede e diventa il mensile dell ' as-
sociazione col nome di "Juvenilia".
Nel 1979, dopo un decennio di at-
tesa, il consiglio nazionale del CONI
riconosce la PGS , come "Ente na-
zionale di promozione sportiva". È
l'ingresso ufficiale nel mondo spor-
tivo italiano.
Qual è la consistenza numerica e
il peso politico rispetto alle altre
associazioni sportive, diciamo, pri-
vate e di volontariato?
La PGS oggi raggruppa oltre
1300 polisportive. Sono tesserati re-
golarmente, fanno cioè attività con-
tinuativa, oltre 110.000 soci e circa
12.000 tra dirigenti e tecnici. Pur-
troppo questi dati statistici ci pena-
lizzano, data la mancanza di criteri
oggettivi validi ed accertabili e la
disinvoltura con cui si possono ma-
nipolare i dati.
Il peso politico lo affidiamo alla
riconosciuta qualità del nostro im-
pegno nello sport giovanile, con un
preciso progetto di sport educativo,
seguendo il metodo preventivo di
Don Bosco. Evidentemente in un
mondo di non-cultura sportiva, o di

3.7 Page 27

▲back to top
internazionali.
gravi distorsioni dov ute alla inva-
denza dei media e di interessi pub-
blicitari e mercantilistici il nostro
messaggio trova difficoltà. Ma tro-
viamo altrettanta difficoltà per il
fatto che le PGS non sono legate ad
alcun cano, non hanno promoter in
alcun partito politico. La nostra
carta di credito è il retroterra "sale-
siano". Questo ha un peso sociale,
anche se non politico.
Con gli altri enti sportivi il rap-
porto è di stima e collaborazione,
benché non manchino momenti dif-
ficili. La consistenza numerica è
buona, ten uto conto che ci rivolgia-
mo essenzialmente a ragazzi e ado-
lescenti. Il nostro è un fare sport per
educare: "educare giocando e gioca-
re educando" ...
Purtroppo però il peso poli tico
passa anche attraverso i numeri e
col peso la difesa delle nostre posi-
zioni. Ci si accusa da qualche parte
di inseguire il numero, ma in realtà
siamo agli ultim i posti in quanto ad
aderenti effettivi: non siamo nean-
che in grado di rappresentare tutta
la gioventù che frequenta le istitu-
zioni salesiane.
È facile per le PGS coniugare
sport e spiritualità, sport e impegno
morale, sport e valori?
Non abbiamo mai pensato che sia
facile: abbiamo sempre pensato e
detto che è una "sfida". Ricomporre
l'un ità della persona umana alla
luce della fondamentale verità del-
1' Incarnazione, non separare ma
unire le d imensioni della persona,
unificare i processi di formazione
della personalità, questi gli obietti-
Una manifestazione PGS a Portorecanati.
vi. È che "l'attenzione pastorale del-
la Chiesa al fenomeno sportivo ap-
pare relativamente recente e non del
tutto consolidata". Solo in questi ul-
timi anni, spinta dal le necessità di
ripensare la realtà straripante dell o
sport, anche la Chiesa ha vo luto,
sull a base di episodic i, occasionali
ihterventi del Magistero, esprimere
una compiuta riflessione sul feno-
meno "sport" e ha condensato il suo
pensiero nella nota pastorale "Sp ort
e vita cristiana" che consigliamo di
leggere. La PGS ha accettato la
sfida di "far vivere la parola del
vangelo [... ] anche nel campo dello
sport" (Sport e vita cristiana-Lette-
ra pastorale CE/).
mo di avvicinamento e d i incidenza
educativa. "Per la fede ltà al carisma
di Don Bosco vogliamo affermare
senza perplessità l'importanza dello
sport nella pastorale giovanile sale-
siana". (Documento CISI). Se a
questo non si crede, lei capisce ...
Quali sono i problemi emergenti
11el rapporto con i salesiani?
Il vero problema è quello indivi-
duato dagli ispettori salesiani d'Ita-
lia già nel '75 ("Catechesi Associa-
zionismo Sport"): concretizzare una
prassi educativo-pastorale coerente
con il carisma salesiano. Perché se è
vera la constatazione che "qualche
volta lo sport è diventato fine a se
stesso senza alc una preoccupazione
formativa", è altrettanto vero che
essendo l'interesse prevalente dei
giovani , è uno strumento efficacissi-
I più urgenti problemi nei rap-
porti con il CONI?
Dal punto di vista culturale, per-
suadere i dirigenti CONI che è inte-
resse comune promuovere un'auten-
tica cultura dell o sport, tanto più ur-
gente oggi di fronte a strumentaliz-
zazioni sempre più pesanti, a feno-
meni di massificazione, a intollerabi-
li fatti di violenza e fanatizzazione.
BS APRILE 1998

3.8 Page 28

▲back to top
Dal punto di vista sociale, inten-
diamo difendere il libero associa-
zionismo contro ogni tentativo di
monopolio , e l'urgenza di un asso-
ciazionismo sportivo rispettoso dei
valori della persona.
Siamo sempre in attesa di una
legge che tenga conto delle diverse
sfaccettature del fenomeno sportivo,
precisi obiettivi, ambiti e ruoli di
fronte alla realtà di uno sport di tutti
e per tutti.
Come lei sa, alcuni salesiani nu-
trono qualche perplessità sulla ca-
pacità educativo-formativa dell'as-
sociazione. Lei cosa risponde?
Se tali perplessità sono vere e
serie le condividiamo, ma forse val-
gono egualmente, come interrogati-
vo, per tutti i settori del nostro im-
pegno tra i giovani (scuole, oratori,
pan-occhie, ecc.).
Viviamo in momenti di rapida
evoluzione culturale e sociale, in
cui tutti i valori sono messi in di-
scussione, anche la prassi educativa.
La pastorale e soprattutto la pastora-
le giovanile va rivisitata e adattata
alle nuove situazioni.
Se però la perplessità è rivolta al
solo settore sportivo, non possiamo
condividerla. La nascita della nostra
associazione è dovuta proprio alla
volontà di recuperare a un impegno
educativo tutte le attività sportive
degli ambienti salesiani. Per questo
la PGS è sempre stata seguita con
attenzione dai superiori e gratificata
di approvazioni e incoraggiamenti.
Gli stessi rettori maggiori , don Egi-
dio Viganò e don Juan Vecchi, sono
intervenuti in sede di Assemblea
Nazionale.
Un altro motivo di imbarazzo
consiste nel fatto che l'allenatore
(e/o il dirigente) PGS, a detta di a/-
APRILE 1998 BS
cuni salesiani, non si distingue in
nulla da quelli di organizzazioni
sportive CONI o private: cerca solo
la vittoria, bara quando può, è se-
lettivo, è insomma un classico mi-
ste,~ padre-padrone della squadra,
ben lontano da quella originale fi-
gura per la quale ci si è scomodati
a inventare un neologismo "alle-
ducatore". Come vede la questione?
Ha detto bene: il neologismo "al-
/educatore" l'ha inventato la PGS
dopo anni di approfondimento e di
ricerca sul tema e proprio perché,
sognando uno sport nuovo, occorre-
va pensare a figure nuove di opera-
tori sportivi, che coniugassero com-
petenza sportiva, competenza edu-
cativa e personalità ricca di valori.
Per inseguire questo obiettivo da
oltre 25 anni, ogni estate, la PGS
organizza i suoi campiscuola, pro-
ponendo un iter di tre anni, serio e
approfondito. Possiamo documenta-
re riuscitissime figure di "allenato-
ri" . Evidentemente in campo educa-
tivo non esistono automatismi,
nella fonnazione degli "alleducato-
ri", né in quella degli atleti.
Purtroppo il vezzo di generalizza-
re i casi singoli non è mai morto.
Non esitiamo ad affermare che I'im-
pegno dei salesiani nella fo1mazio-
ne dei nostri atleti deve essere pari a
quello che si impiega nel fo1mare i
ragazzi dei Savioclub o simili ... Ho
l'impressione che spesso per alcuni
sia più comodo preferire i "mister-
padroni" agli "al/educatori": da una
parte danno meno grattacapi dall'al-
tra procurano più "gloria" e notorietà
alle squadrette del proprio oratorio.
Sulla copertina del volume-ricer-
ca "Al/educatore" è scritto: "abitare
il futuro dello sport": la PGS ci
crede e lo spera.
Parliamo dei giochi internaziona-
li. Perché in Piemonte? Quante na-
zioni vi partecipano? Quali i criteri
di selezione? Cosa vi attendete? Ol-
tre alle gare cosa offrite agli atleti?
I "Giochi Internazionali della
Gioventù Salesiana" sono nati nel
1990, preceduti da amichevoli in-
contri e iniziative di solidarietà, a
mano a mano che si aprivano le
frontiere e cadevano i muri. Lo sport
PGS è diventato davvero un incon-
tro desiderato , al punto di stimolare
la nascita della PGS-Europa e i Gio-
chi Europei.
E dal 1990 i Giochi sono diventati
annuali , attesi , preparati e attuati
cambiando sempre sede e sottoli-
neando momenti salesianamente si-
gnificativi, per esempio anniversari:
Malta, Barcellona, Lisbona, Lubia-
na, Varsavia, e in Italia Genova, Ca-
tania. Per il 1999 si è candidata Sivi-
glia (Spagna) per festeggiare il suo
centenario. La scelta di Torino per il
1998 è semplice: l'ostensione della
Sindone e l'opportunità di visitare i
luoghi salesiani. Sarà quello che of-
friremo agli atleti pa1tecipanti. Su-
pereremo le difficoltà logistiche.
Gli sport interessati alla manife-
stazione sono: calcio, e calcio a 5,
volley maschile e femminile in due
categorie, basket maschile e fem-
minile in due categorie, tennis ta-
volo maschile e femminile nelle due
categorie. In concreto sono tredici
manifestazioni che possono quindi
svolgersi in sedi diverse.
Tutto ciò consente alle varie pro-
vince sportive (Alba, Asti, Biella,
Cuneo, Novara, Rivoli, Sommariva
Bosco) di ospitare almeno una cate-
goria di uno sport.
I momenti unitari saranno l' i-
naugurazione a Torino, il 29 Aprile ,
e tutta la giornata del 2 Maggio -
visita alla Sindone, a Valdocco, e
pomeriggio di festa ai Becchi tutti
insieme.
Le singole sedi avranno la respon-
sabilità di organizzare la manifesta-
zione, contattare le autorità locali,
creare un clima festoso e accoglien-
te attorno ai ragazzi. Offriamo in-
somma ai partecipanti l' occasione
di prendere contatto con i luoghi sa-
lesiani, non solo quelli classici ma
quelli della vita giovanile salesiana
ordinaria, convogliando anche l'at-
tenzione delle autorità ecclesiasti-
che e civili, il mondo sportivo ed i
mass media.
Il clima che sapremo creare esplo-
derà in una "feste insieme", o me-
glio in dieci "feste insieme", la-
sciando un ricordo concreto di ami-
cizia salesiana, sia per gli ospiti ma
anche per gli ospitanti.
Sono già arrivate le adesioni di:
Austria, Belgio, Brasile, Bosnia,
Croazia, Francia, Germania, Italia,
Lituania, Malta, Polonia, Portogal-
lo, Repubblica Ceka, Russia, Slo-
vacchia, Spagna, Ucraina e atten-
diamo ancora qualche "sorpresa".

3.9 Page 29

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ABIDJAN
COSTA D'AVORIO
Il Policlinico Mari a Ausilia-
trice continua a ritmo intenso
il progetto tubercol osi, soste-
"VILLAGE
nuto dalla Caritas norvegese.
MARIE-DOMINIQUE"
Si compi e un primo bilancio
de l lavoro svolto in sei mesi.
Sono state curate dai vari di-
spensari cattolici che aderi- l' edi zione che ha visto al
scono al progetto 603 perso- posto d'onore il gruppo "Ani-
ne. La nostra c linica è la se- mamundi" di Parma. Anche
conda per pazienti assistiti, quest' anno dal 4 al 6 giugno
ma ha il maggior numero di la simpatica sfida è aperta.
bambini in cura. Suor Alma
Castagna, medico responsabi- Manifes tazione analoga da l
le della clinica, racconta che 3 l luglio al 2 agosto prossimi
Nell 'ottobre scors o la comu- du rante le visite ai villaggi as- si svo lge a Santeramo in Col-
nità FMA della capitale dell a
Costa D ' Avorio ha accolto le
prime 11 ragazze. L 'avveni-
mento è stato emozionante per
tutte. L 'ambiente è costituito
da una casa-famiglia adatta
sieme al salesiano don Loca-
telli, si scontra con la menta-
lità che considera i bambini
" non necessari" al sostenta-
mento dell a fami gli a. Il com-
pito di educare alla maternità
le. Il CGS locale "Agape" sta
impegnandos i al mass imo per
organizzare il "3 Festi va l
della Canzone Oratoriana",
una kermesse di suoni , canti ,
danze, mimi , gags, imitazio-
per adolescenti dai 10 ai 15 e paternità responsabili è dun- ni ... una tipica grande fes ta
anni , che per ragioni di verse que immane. Le suore ci si oratoriana. Emittenti radio e
stanno attraversando un mo-
mento difficile. Ad Abidjan
sono numerose le ragazze che
vivono in estrema povertà,
abbandonate, spesso malate
di AIDS. Nel foye r sono im-
sono messe dentro col corag-
gio e la competenza di sem-
pre. Così, mentre da un lato si
curano i corpi , dall ' altro si
cerca di aprire la mente e di
educare il cuore, in modo da
televisioni locali non perde-
ranno l'occas ione di diffo nde-
re la gioi a di vi vere degli ora-
toriani e la volontà di educare
dei salesiani .
merse in un ambiente educati- raggiungere lentamente una
vo secondo il più genuino spi- form azione integrale.
rito salesiano. Si offrono con-
ROMA UPS
di zioni adatte per lo studio e
PER "ACCOMPAGNARE
l' educazione. Chi ne ha biso-
gno - e ce ne sono - segue
corsi di alfabeti zzazione e di
formazione. Dato che ogni ra-
gazza presenta un qu adro di
situazioni diffe renti, viene se-
guita in modo personalizzato.
Una prospettiva urgente è quel-
la di un contatto con le fa mi-
glie d'orig ine perché il rein-
serimento nel proprio am-
biente avvenga in mod(! ar-
monioso e progressivo. E un
aposto lato appassionante, af-
ferma la responsabil e suor
Claire Massoumou.
CGS
VASTO E SANTERAMO
EDUCARE CANTANDO,
CANTARE EDUCANDO
I GIOVANI"
La Pontificia Uni versità Sale-
siana ha organi zzato un con-
vegno di agg iornamento pa-
storale in preparazione al Giu-
bileo de l 2000. Stracolma
l' Aula Magna con circa 500
partec ipanti, attenti ssimi al-
i' ascolto dei re latori sui temi
proposti . I lavori d i gruppo
hanno aiutato ad assimilare i
temi proposti dai vari relatori :
Riccard o Tone lli , Mario Pol-
lo, Gianni Colzani, Donato Va-
lentini , Manuel Garda, Guido
Gatti, Giorgio Zevini, Amedeo
Il CGS "Lu Sutuacce" di Va- Cencini , Pina Del Core . Nella
TIMOR EST - VENILALE
sto organi zza da anni "Due
note a Vas to", una manifesta-
fo to, il grande logo del Con-
vegno che dominava l' aula
LAVORI IN CORSO
zione canora aperta a singo li delle confe renze e il prof. Gar-
e gruppi per musiche di ogni d a du rante il suo intervento.
tipo. Alcuni partecipanti e al-
cune canzoni hanno avuto
anche il battes imo di San Re-
mo. È uno spettacolo gioioso
ed educati vo di matrice tipica
salesiana, che si va allargan-
do . Lo scorso anno sono arri-
vati gruppi da Abruzzo , Mar-
che, Toscana e Pugli a: è stata
VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
Rivolgiti alla più vicina
casa salesiana o contatta
i responsabili della tua regione
ADRIATICA (IAD)
(Marche , Umbria,
Abruzzo, Romagna)
Wiesiek Dee
tel. 071 / 28.10.265
LAZIO (IRO)
Roberto Colameo
te l. 06/44.40.721
LIGURIA / TOSCANA (ILT)
Paolo Gambini
tel. 010/64.69. 288
LOMBARDIA / EMILIA (ILE)
Franco Fontana
tel. 02/67. 07.43.44
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Basi licata,
Puglia, Calabria)
Pasquale Martino
tel. 081/75.11 .970
PIEMONTE
VALLE D'AOSTA (CSP)
Egidio Deiana
tel. 011 /52. 24.238
SARDEGNA (!SA)
Giuseppe Casti
tel. 0783/800.238
SICILIA (!SI)
Edoardo Cutuli
tel. 095/43.33.00
VENETO EST (!VE)
VENETO OVEST (IVO)
(Trentino, Alto Adige/Friuli,
Venezi a Giuli a/ Veneto)
Enrico Peretti
tel. 041 /590.23.38
Roberto Dal Molin
tel. 045/80.70.793
BS APRIL E 1998

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
Pier luigi Bai11111 Bo!/011e
SEPOLTURA DEL MESSIA
ESUDARIO DI OVIEDO
SEPOLTURA
DEL MESSIA
E SUDARIO DI OVIEDO
di Pier Luigi Baima Bollane
SEI, Torino 1997
pp. 238, lire 29.000
Baima Bollane è l'unico
ricercatore cui sono stati
sottoposti per esami
scientifici sia la Sindone
che il Sudario di Oviedo.
Egli è perciò in grado di
riferire le prove e gli in-
dizi circa il rapporto tra i
due tessuti , offrendo le
sue ricerche a chi desi-
dera una informazione
esauriente sulla Sindo-
ne. Mettendo in rapporto
le conoscenze letterarie,
documentali, archeologi-
che sul "sepolcro di Ge-
rusalemme ", giunge alla
conclusione che è am-
missibile l'esistenza di
un sudario.
Illustra poi la storia, le
caratteristiche ed i risul-
tati della ricerca scienti-
fica del Sudario di Ovie-
do, affermando non solo
che esso può effettiva-
mente provenire dal Se-
polcro, ma che la ricerca
conferma la tradizione di
un suo trasferimento dal-
la Palestina, lungo le
sponde dell'Africa, e ren-
de accettabile una sua
origine comune con la
Sindone.
~PEDAGOGIA~~
MORALI
GIOVA
L'ALTRA TRAMA
Manuale di formazione
per tessere relazioni
familiari alternative
di Gilberto Gilluni
Mariateresa Zattoni
Edizioni Ancora, Milano 1977
pp. 256, lire 29.000
Il libro accompagna l'ope-
ratore pastorale lungo un
itinerario in quattro parti:
mettersi dal verso giusto
nella relazione con la fami-
glia; riflettere sul primo ele-
mento di questa relazione ;
conoscere come funziona
il sistema famiglia ; com-
prenderne le difficoltà in iti-
nere , perché la storia di
una famiglia spesso rivela
una trama aggrovigliata e
senza senso.
Con il riferimento a storie
reali , gli autori offrono una
formazione di base a chi
deve inoltrarsi con compe-
tenza e rispetto nei labirinti
delle dinamiche familiari. I
laboratori che si trovano
nella parte finale sono utili
strumenti per l'autoforma-
zione. Si tratta perciò di un
manuale per chi si accosta
da operatore sociale al si-
stema-famiglia, come assi-
stenti sociali, preti, medici,
avvocati .
GILO!;ltl'O(ìll.UNl
MARIAllRES-\\ /. \\J'fO\\!
L'ALTRA
TRAMA
fi(,1111111/r di f,>m,11::111111:
11cr t1~uw1• rrln:.im1i (m11ili11ri
allrnwrin·
-bNCORA
LA CLONAZIONE
DEI SOGGETTI UMANI
di Giovanni Russo
Cooperativa San Tommaso,
Messina 1997
pp. 80, lire 10.000
Gli interventi sull 'embrione
umano provocano reazioni
nella cultura del nostro
tempo. Ad esempio, lascia
sgomenti l'idea di "duplica-
re", "fotocopiare" (attraver-
so la tecnica della clona-
zione) un essere umano, la
cui dignità da sempre è
legata alla sua unicità e
irrepetibilità. D'altro canto
è anche vero che molta
apprensione è causata dai
mass media che continua-
no a bombardare l'opinione
pubblica procurando allar-
mi ingiustificati.
LA CLONAZIONE
DI SOGGETTI UMANI
I risultati del presente stu-
dio (affrontato con metodo-
logia "sperimentale, filoso-
fica, teologica, sociale , giu-
ridica") emergono dall 'ana-
lisi dell 'unico documento
pubblicato dai "clonatori" e
sono rivolti soprattutto a
esperti del campo embrio-
logico e ad animatori e re-
sponsabili della società.
GIOVANI
UNA VECCHIA STORIA?
di Franco Garelli
Marcello Offi
SEI , Torino 1997
pp. 242, lire 22.000
-..:.rlU!JCJnz '
UNA VECCHIA SlORIA?
,,SEI
Chi fa pastorale giovanile
sa di partire dalla com-
prensione dei giovani . Il
volume però non offre una
nuova ricerca su di essi ,
ma costituisce una ricogni-
zione della loro condizione
nel corso della storia, co-
me risposta ad alcune do-
mande ; che cosa ha pro-
dotto la nascita della giovi-
nezza? Ha senso conside-
rare i giovani come un
gruppo sociale omogeneo?
Può essere retorica l'im-
magine dei giovani come
"speranza" della società e
"primavera" del mondo?
Le provocazioni sono di in-
teresse e utilità, permetto-
no ai giovani di appropriar-
si di un percorso che in
qualche modo li coinvolge
e di riflettere su un presen-
te denso di opportunità e di
tensioni. Offre a genitori ed
educatori vari spunti per
comprendere quell'univer-
so giovanile che è al cen -
tro delle loro preoccupazio-
ni ed attese.
APRILE 1998 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~~
CREDO
124 GIORNI
COSÌ NACQUE L'ITALIA LA FELICITÀ È ENTRATA
NELLO SPIRITO SANTO DELLA FUGA
Profili di antichi
IN QUESTA CASA
di Giuseppe Taliercio
di D. Catalin Popian-Linus popoli riscoperti
Idee per stare un anno
Edizioni Segno, Udine 1997 Edizioni Segno, Udine 1997 di Sabatina Moscati
con i ragazzi ,
pp. 136, lire 15.000
pp. 296, lire 24.000
SEI , Torino 1997
in oratorio e dintorni.
Nel clima di preparazione
pp. 196, lire 20 .000
Attività e giochi
di animazione
al Giubileo ,' il sussidio si of-
Il lavoro di questo archeo- sulle orme di Zaccheo
fre come aiuto al lettore in-
logo (che unisce perizia di Angelo Zucchi
vitandolo a non fidarsi di se
scientifica a capacità divul- LDC , Leumann (To) 1977
stesso e soprattutto a non
gativa) è dedicato al "farsi " pp. 144, lire 14.000
scoraggiarsi , perché il vero
dell 'Italia sotto la domina-
protagonista è lo Spirito ,
zione romana . La sua at- È un sussidio per catechi-
che ha il compito di rende -
tenzione è rivolta a sottoli- sti , animatori , educatori ,
re attuale nel cuore degli
neare l'importanza della direttori di oratorio , colla-
uomin i il messaggio di
diversità dei popoli italici (e boratori . Aiuta a program-
verità e di vita portato da
del loro contributo specifi- mare l'anno pastorale sia
Gesù .
Lo Spirito è il diffusore dei
co) e la sua "lunga durata" in parrocchia che in orato-
sotto l'apparente uniformità rio . Il tema viene proposto
doni e dei ministeri che
dell'Italia romanizzata.
mese per mese. Ogni capi-
sorgono nella Chiesa con
tolo è preceduto dall'ango-
una ricchezza proporziona-
lino dell'animatore per aiu -
ta alle necessità dei tempi ,
tare a meditare, a pregare,
facendo risplendere la virtù
a prepararsi.
teologale della speranza,
Ci sono tematiche relative _ _ .,.
che da una parte "spinge il
cristiano a non perdere di
vista la meta finale" che dà
senso all'intera esistenza
e, dall'altra, gli offre "moti -
vazioni solide e profonde
per l'impegno quotidiano".
Se è vero che sono tra-
montate le ideologie , è evi-
dente che l'uomo è ancora
schiacciato da tante nuove
oppressioni. Il libro appare
emblematico . Descrive
un'evasione dall'Est, chia-
agli ambienti , con indica-
zioni per un possibile coor-
dinamento educativo : "L'o-
ratorio va a scuola" (colle-
ga oratorio e scuola) ; "La
famiglia va all 'oratorio "
(mette in relazione oratorio
mata eufemisticamente
e famiglia) ; "La messa dei
"fuga", da una pesante op-
ragazzi " (crea continuità
pressione ideologica. Rac-
tra messa domenicale e
conta una storia in tutti i
attività oratoriana) ... anche
particolari , ed è perciò un
con l'offerta di giochi , atti-
prezioso "manuale" per
vità , preghiere , tenendo .
ogni tipo di fuga dai tiranni
che attentano ai più ele-
mentari diritti umani .
Si tratta di un libro/verità
Vi traspare l'umiltà dello
studioso che non si stanca
di ripetere i concetti fonda-
mentali e le graduali cre-
conto del clima, della sca-
denza del calendario , dei
tempi liturgici .
che offre una drammatica scenti certezze che gli
e coinvolgente testimo- studi storici e la ricerca ar-
nianza. Un crudo realismo cheologica gli hanno per-
si intreccia con un continuo messo di elaborare: l'atten-
ricorso "al segno", al mira- zione per il diverso, l'inte-
colo. È sostenuto da un resse per le tracce super-
NON SI FA VE NDITA PER
CORRISP O NDEN ZA . I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttamente alle ri spettiv e
Editri ci.
ottimismo entusiastico , an-
che se venato da una tri-
stezza di fondo : un amore
infuocato per i popoli soffe-
renti di ogni parte del mon-
do , sostenuto dalla speran-
za di una Roma cristiana
costantemente impegnata
stiti di ciò che la storia ha
reso marginale, la valoriz-
zazione del contributo che
i vinti hanno dato ai vincito-
ri sul piano umano.
per i valori della libertà.
BS APRIL E 1998

4.2 Page 32

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Wtl/f/E
LAFRICA J
di Giancarlo Manieri
COME META
Così in Italia accolse giovani africani e non solo.
Ne ha fatte di tutti i colori...
d{ opere buone!
E un grande exallievo
don Mario Zanin, classe 1912,
caparbietà tutta contadina,
famiglia ricca solo di virtù.
Con un sogno, l'Africa.
Q uando don Gelindo , salesiano dall'occhio clinico,
passò a Mellaredo agganciò il contadinello dodi-
cenne e ne scoprì i germi forti della vocazione. "Vuoi
studiare? Vieni a Penango e non preoccuparti della
retta! ". Ci andò e la via della sua vita fu segnata per
sempre .
IN COLLEGIO
In collegio maturò le sue scelte , s'innamorò di Don
Bosco e si mise in testa un pallino: l'Africa, la missio-
ne. Colpa dei tanti missionari che per Penango transi-
tavano e non dimenticavano mai di entusiasmare i ra-
gazzi con le loro gesta. Sembrava tutto fatto . Poi lo
chiamò la mamma: "Figlio, noi siamo poveri. Chi lavo-
ra i campi se te ne vai? Proprio tu che sei il maggio-
re? Chi ci aiuterà se sei lontano? Chi ci darà una mano
nel bisogno? Vuoi essere prete? Va bene , fatti prete
come gli altri. .. non è uguale?". Mario capì che le ra-
gioni di sua madre avevano un fondamento. Sarebbe
stato prete diocesano, non salesiano e avrebbe rinun -
ciato all'Africa. Da parte sua Romana, la sorella mino-
re , che sarà da allora il suo angelo custode, giurò di
addossarsi lei stessa la fatica dei campi al suo posto:
lui facesse pure la sua strada.
Così fu prete, all 'antivigilia della grande guerra: di lì a
due anni infatti sarebbe scoppiato il finimondo .
LA GUERRA
Don Mario nella guerra ci si trovò incastrato suo mal-
grado e scelse di aiutare ch i gli sembrava avesse più
bisogno. Cominciò con quelli che scappavano dai
campi di prigionia, fu dalla parte dei partigiani e si bec-
cò la sua bella condanna a morte. Che aveva fatto di
tanto grave? S'era macchiato di carità , complice la
sorella. In tempo di guerra è un delitto : la guerra non
ha mai niente a che vedere col cristianesimo né con la
religione , anche se molte guerre le chiamano reli-
giose .. . Si può dire che la sua vera avventura aposto-
lica cominciò proprio a causa della guerra. Prima uno,
poi quattro infine centinaia furono i soldati nascosti ,
APRILE 1998 BS
Li sognava educatori e dirigenti nella loro terra.
assistiti , aiutati nella fuga .. . Non poteva durare impu-
nemente . E così si ritrovò il primo della lista tra i
condannati , in contumacia, alla fucilazione. Ricercato
attivamente, cominciò un periodo rocambolesco di tra-
vestimenti , spostamenti , fughe , nascondigli , cambi di
identità anagrafica: si chiamò Pilotto, Marionni, Minai-
do .. . Ma un giorno cadde nella rete. Tradotto a Lecco ,

4.3 Page 33

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iniziò l'attesa del giorno fatale., Ma don Mario
non era il tipo rassegnato ad aspettare l'ora
del plotone. Così , perso per perso, decise di. ..
andarsene. Scardinò la porta della cella, at-
traversò il cortile ingombro di ca-
mions, camionette, jeep,
dal tettino di un mezzo
militare agguantò il filo
spinato della parte
alta del muro di cin -
ta, scorticandosi a
sangue, giunto
in strada pre-
se a brac-
cetto un 'an-
ziana signo-
ra, come fosse
suo figlio, per
sfuggire all 'inse-
guimento ...
E continuò il suo
I Don Mario ha vissuto in Italia
pensando all'Africa ...
pescatore di uomini, ovunque...
apostolato fino al
giorno tragico di
Piazzale Loreto.
Quel tristo 25
aprile 1945, quando seppe che Mussolini , ammazzato,
era stato appeso per i piedi con Claretta Petacci , con-
tattò Greppi dicendogli senza tanti pre;amboli che se
non avesse dato l'ordine di togliere i cadaveri da quella
posizione infame, sarebbe andato lui stesso a tirarli giù .
PEGOLOTTE
Finito Mussolini, finì la guerra e don Mario si ritrovò
parroco di Pegolotte. A fianco sempre Romana, sorella,
infermiera, cuoca, mamma, donna di casa, fattore ... il
suo vero "alter ego". Cominciò dai bambini, come
aveva imparato dai salesiani , i più poveri e abbando-
nati, vittime della guerra e della terribile alluvione del
1951 . Li raccolse, li vestì, li curò, li nutrì e si procurò
tanti amici , collaboratori, estimatori che lo aiutavano a
fare il bene. La chiesa tornò a gremirsi, le associazioni
fiorivano , i locali ... già, i locali. Non esistevano proprio ,
bisognava costruirli. Fu la sua seconda opera , che
rivelò altri tratti della sua personalità; poco tempo dopo
infatti Pegolotte poté inaugurare i più vasti e bei locali
dei dintorni : un bar, un ristoro , sale accoglienti.
Subito dopo affrontò il problema dei giovani senza la-
voro: fece fiorire aziende, laboratori di confezioni , pic-
cole imprese artigianali. Comprò terreni e li lottizzò per
far costruire case ai giovani senza casa. Il paese cam-
biava volto.
IL SOGNO MAI DIMENTICATO
Ma don Mario aveva in serbo un sogno che il collegio
gli aveva depositato dentro : la voglia di missione .
Andava raccogliendo medicine, soldi e quant'altro po-
tesse servire ai cari missionari salesiani ... Poi pensò
che era bene farsela in casa la missione. Così inventò
la fondazione che lo rese famoso , una casa per
studenti terzomondiali , i quali, venuti in Italia senza
mezzi , erano costretti a vivere di espedienti per pagar-
si gli studi. .. Cinque , otto, quindici , trentasei. Li chia-
mavano "i figli di don Zanin". Lui mangiava con loro, li
curava spiritualmente , li assisteva materialmente: una
babele di lingue ma un unico cuore . Intanto, per finan-
ziarsi , aveva messo in piedi una pompa di benzina,
una discreta coltivazione di funghi poi sostituita da un
grande allevamento di tacchini , e contemporanea-
mente un grande orto ... tutto "grande" perché grande
era la sua carità e tanti i soldi che occorrevano per
sostenerla! Romana amministrava tutto bene con
avvedutezza contadina. Nel 1975 i primi suoi "figli " ar-
rivarono alla laurea e fu una gran festa.
L'AFRICA
Non gli bastò. Un giorno lo videro partire per l'Africa,
per Lubumbashi , ex Zaire . Andò dai salesiani , per
studiare con loro che cosa fare per i giovani lì, in Afri-
ca. Lui qualcosa, e più di qualcosa lo faceva già in Ita-
lia. Ma sotto sotto nascondeva un'altra idea, quella di
trasferire tutto ai salesiani , trasportare in Zaire la sua
opera di Pegolotte . Una
faccenda complessa . Ne
parlò con don Pozzi , in-
teressò amici, exallievi ,
che l'avevano insignito di
una medaglia d'oro per
le sue "Case-famiglia" in
favore degli studenti afri-
cani e asiatici ; smosse
benefattori, autorità reli-
giose e civili e perfino gli
ebrei. Ottenne il consen-
so entusiasta di don Egi-
dio Viganò, rettor mag-
giore dei salesiani . Con
don Sardi l'opera iniziò.
Tentennamenti , rifiuti,
traversie varie e non di
poco conto gli fiaccarono
il fisico ma non la volon-
tà. Oggi a Lubumbashi
prospera la "Home Za-
nin", sorta proprio là do-
ve lui voleva, a poca di-
stanza dall'università.
L'ARRIVEDERCI
Li voleva pronti a tutto,
autonomi, responsabili.. .
Ma il fisico era stremato. L'anima ancora giovane e
attiva conviveva ormai con una carcassa allo sfascio.
Sentiva vicina la sua ora. Non si preoccupava eccessi-
vamente : Romana era della sua tempra, non avrebbe
mollato. Così poté partirsene relativamente tranquillo,
il 15 aprile 1985, rimpianto da tutti sia in Italia che in
Africa. "Lo piansero, scrive don Pozzi , come si piange
un padre e un fratello". Romana, stessa caparbietà nel
bene, ne ha continuato l'opera. La "Home Zanin" per ·
universitari della ·capitale del Congo ex Zaire, è oggi
casa di formazione per studenti cattolici poveri, che
poi s'impegneranno in qualità di professionisti, medici,
infermieri, educatori , per i più bisognosi del loro paese.
(Liberamente tratto dagli appunti di don Fiorangela Pozzi)
BS APRILE 1998

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
TRATTARE COI FIGLI
E' UN'ARTE
È inevitabile che sorgano conflitti all'interno della vita familiare ...
quasi tutti purtroppo finiscono in rabbia,
lacrime, porte sbattute, e il problema che ha dato origine
al conflitto troppe volte resta irrisolto.
I conflitti in sé non hanno niente di
diabolico. Dimostrano che i com-
ponenti della famiglia esistono e
sono capaci di esprimersi ; possono
diventare un mezzo per progredire
e rinnovare rapporti appiattiti , co-
struire personalità che sappiano
integrare e tollerare le differenze ,
allenarsi per affrontare la realtà . A
patto che producano un risultato
positivo .
Secondo Michel Ghazal , fondatore
del Centro Europeo di Negoziato ,
sono sei i criteri che consentono di
valutare la positività di un risultato
o di un accordo che sgorga da un
conflitto :
1. Soddisfa i bisogni e le preoccu-
pazioni di genitori e figli.
2. Non si lascia dietro risentimenti .
3. Facilita la soluzione dei problemi
futuri.
4. Evita il ripetersi del problema.
5. Costituisce una soluzione origi-
nale e creativa.
6. È meno costoso del conflitto.
I criteri che istintivamente i genitori
adottano per risolvere i conflitti con
i figli sono di tipo autoritario ("Fai
come dico e basta"), ricattatorio
(" Fallo per la tua mammina"), per-
missivista ("Fa ' quello che vuoi, non
me ne importa niente"). Si tratta di
"o vinco io o vinci tu". I figli rispon-
dono all 'aggressività con altrettanta
agg ressività. Ma la gente che
combatte il fuoco con il fuoco di so-
lito si ritrova con la cenere in mano .
Don Bosco esprimeva così il suo
pensiero : "lo apro a voi tutti il mio
cuore , se ho qualcosa che non mi
piaccia lo manifesto, se ho qualche
avviso da darvi ve lo do subito o in
pubblico o in privato. Non vi faccio
mai nessun mistero : ciò che è nel
cuore l'ho sulle labbra. Così fate
anche voi , o miei cari figl ioli . Se c'è
qualcosa che non vi piaccia, parla-
te; si combinerà quello che sarà
meglio : se avete fatto qualche
sproposito, confidatemelo prima
che altri lo sappia e vedremo di ri-
mediare a tutto".
Quello che Don Bosco ha in mente
è l'arte della trattativa : ottenere un
cambio di comportamento senza
passare né per la sottomissione dei
figli né per le dimissioni dei genitori.
Si tratta di una mentalità, un modo
di essere , non di un trucchetto per
piegare gli altri. I genitori che la
mettono in pratica donano ai loro
figli , con la forza dell 'esempio , la
possibilità di scoprire e più tardi di
applicare un altro modello di solu-
zione dei conflitti , più creativo , più
costruttivo e perciò più efficace. Gli
elementi di quest'arte sono soprat-
tutto :
1. Trovare il tempo e la pazienza.
Si tratta di trasformare il muro
contro muro in un problema da ri-
solvere insieme : trovare il tempo
per sedersi, parlare, dialogare, ascol-
tare , non interrompere la comunica-
zione . La differenza tra un genitore
efficace e gli altri sono i pochi mi-
nuti che si decidono di investire per
riflettere sugli obiettivi da raggiun-
gere prima di agire . Si deve imma-
ginare la rea ltà fatta di soluzioni ,
non di problem i.
2. Una condizione indispensabile:
identificare il non negoziabile e ne-
goziare il negoziabile . Devono esi-
stere dei punti fermi , chiari e ben
spiegati. Tutti quelli che riguardano
la sicurezza generale , e i grandi
valori pilastri della famiglia.
3. Abbassare il livello di irrita-
zione e animosità . Si tratta di ri -
cordare che l'obiettivo non è di-
chiarare un vincitore e un vinto . A
volte la fatica più grossa di un geni-
tore deve essere quella di escogi-
tare il modo migliore di salvare la
faccia al figl io.
4. Incominciare con il compren-
dere la posizione dell'altro. La
parte più difficile della trattativa
tocca ai genitori : devono salvaguar-
dare la relazione , pur cercando una
soluzione al problema. Compren -
dere la posizione dell'altro non si-
gnifica dargli ragione. Un clima po-
sitivo stimola la confidenza. Sen-
tendosi meno minacciati e quindi
meno vulnerabil i, i figli si sentono
incoraggiati a rivelare le motivazioni
reali che li spingono ad agire in un
certo modo.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
SCENDERE
A TRATTATIVE?
I È un lungo cammino
che accompagna i figli
in tutte le tappe della loro crescita.
5. Chiarire i reali bisogni e le
preoccupazioni dei figli . Di solito i
figli non vogliono agire male. En -
trano in conflitto con i genitori per
affermare una maggiore indipen -
denza, per motivi di giustizia, per
essere valorizzati , per conservare
gli amici , per fare bella figura , ma
anche per paura, scoragg iamento,
pigrizia... I genitori devono mettere
in luce i bisogni, le preoccupazioni,
gli interessi dei figli e sforzarsi di
pensare a una soluzione che soddi-
sfi entrambi .
6. Cercare la terza via. Il compro-
messo è una soluzione poco crea-
tiva, anche se sembra più pratica-
bile. Nel compromesso tutti e due i
contendenti perdono qualcosa. Un
vero accordo invece punta al mas-
simo di guadagno per entrambi . È
importante che i figli partecipino al-
l'elaborazione della solu zi one : si
tratta di allargare il campo, prospet-
tare ipotesi, provare soluzioni per un
tempo limitato, ricorrere ad una terza
persona stimata da entrambi , ecc.
Approfittare delle pause per con-
solidare l'accordo. Una delle tec-
niche più efficaci consiste nel for-
malizzare gli accordi su un foglio di
carta. Conferisce loro un carattere
solenne e riduce considerevolmen-
te ulteriori motivi di conflitto . Nello
stesso tempo , è proprio nei mo-
menti di calma che si possono ana-
lizzare gli accordi e fare tutti gli
adattamenti necessari per conser-
vare quella "pace" che è la grazia
più grande della famiglia.
D
La sola idea di dover contrattare
qualcosa con qualcuno , anche
con mio figlio , mi mette a disag io,
perché suscita in me la consapevo-
lezza che una decisione debba
derivare da un patteggiamento, che
potrebbe comportare la rinuncia ad
un valore , a una convinzione ...
Tuttavia mi sembra di capire che la
capacità di mediazione sia una
vera e propria arte: esige furbizia,
intelligenza, pazienza ... Viviamo in
un mondo in cui le differenze inter-
personali e generazionali diventano
sempre più marcate e non sono più
valutabili in termini di giusto/ingiu-
sto , bene/male: le sfumature sono
infinite : la trattativa, mio malgrado ,
è non solo utile ma necessaria.
Mettersi in discussione costa .
La trattativa mi costringe a un ba-
gno di umiltà, ad imparare che per
andare incontro a mio figlio , non
solo debbo riconoscere il suo diritto
ad esprimere un parere, a compie-
re una scelta consapevole e valida,
ma essere ancora prima disposta a
mettere in discussione il mio perso-
nale punto di vista. Posso sperare
in qualche risultato solo se accolgo
il pezzo di esperienza e di verità
che anch e mio fig lio è capace di
offrirm i. Resta l'interrogativo se sia
possibile maturare questo atteggia-
mento ne i confronti di un ragaz-
zino, che ha ancora tanta strada da
percorrere , e tutto da imparare ...
Finché l'arte della trattativa viene
praticata fra adulti , è sufficiente-
mente legittimabile ; ma tentare di
esprimerla con chi è più fragile non
potrebbe aprire ad errori vistosi , a
una pericolosa superficialità... infi-
ne all 'irresponsabilità educativa?
È un dubbio che brucia. Mi so-
no posta più volte questa doman-
da, soprattutto quando i miei figli
erano ancora piccoli : mi ha confor-
tato però il Vangelo , che indica i
bambini come protagonisti di una
effettiva saggezza e chiede agli
adulti di ridiventare fanciulli. Accan-
to a questa considerazione , vinco-
lante per un genitore cristia110 , so-
no stata soccorsa da un altro tipo
di rifless ione : se non avessi fatto
respirare ai miei ragazzi un clima di
fiducia e attenzione verso il loro
modo di essere, di pensare e di agi-
re , non li avrei mai guidati verso
l'autonomia e la responsabilità ,
obiettivi di ogni intervento formativo .
L'arte della trattativa non si improvvisa ...
BS APRILE 1998

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
La trattativa come strategia
educativa . L'arte della trattativa è
probabilmente una strategia gra-
duale e permanente - che non si
inizia mai troppo presto - attra-
verso la quale ho cercato di fare
apprendere loro l'esigenza del
dialogo e del confronto , la capa-
cità di rendere sempre ragione
della propria opinione, la disponi-
bilità ad assumere fino in fondo le
conseguenze di una scelta, la
tolleranza verso modi di pensare
differenti , la consapevolezza che
anche nell'obbedienza non si può
abdicare alla fatica di capire il
perché delle cose , infine la
certezza che accettare qualcosa
dell 'altro dà più gioia che barri-
carsi nelle trappole del proprio
egocentrismo .
Quando erano piccoli , questo
esercizio richiedeva molta pazien-
za e ho dovuto imparare a resi-
stere alla tentazione di usare la
carta dell'autorità, quando invece
la posta in gioco era quella del-
l'autorevolezza. Dopo anni di alle-
namento, quando sono arrivate le
turbolenze della pre-adolescenza
e le 'pretese ' dell'adolescenza, mi
è sembrato inizialmente che il mio
metodo preventivo fosse stato di
colpo azzerato e che dovessi ri-
cominciare da capo , subendo il
colpo di un ruolo educativo sem -
pre meno significativo . Mi sono
anche resa conto , faticosamente ,
del rischio di cedere sulle cose
fondamentali , per paura di perde-
re l'affetto dei miei figli .
Mi sembra, adesso, di aver
capito che ci sono cose e situa-
zioni su cui è possibile contrat-
tare , ma ci sono anche momenti
in cui bisogna avere fermezza e
rischiare tutta la propria credibilità
intorno ad un 'no'. In questi casi
conta molto riuscire a comunicare
efficacemente l'idea che anche il
rifiuto - che comunque non può
essere la regola ordinaria della
relazione affettiva - è frutto di
amore, segno di attenzione, servi-
zio che nasce dalla maturità e
dall'esperienza. Sulle cose essen-
ziali , nessun figlio si sottrae alla
testimonianza di condivisione e di
solidarietà da parte dei genitori .
APRILE 1998 BS
IL PRIVILEGIO DI
ESSERE GIOVANI
Don Bosco non ha mai cessato di cercarli
i giovani, ovunque si trovassero:
per strada i vagabondi, nelle fabbriche
i garzoni, sulle impalcature i muratorini,
sui tetti gli spazzacamini,
nelle botteghe gli artigianelli ... Passione per la loro salvezza.
Articolo 15: "Basta che siate gio-
vani perché io vi ami assai ".
Si sentono accolti , amati . Per
questo cercano Don Bosco . Lui a
cominciare dall 'incontro dell 'otto
dicembre 1841 , vede illuminato lo
scenario del sogno profetico dei 9
anni , ne comprende la portata. Da
allora percorre instancabile la peri-
feria di Torino alla ricerca dei ra-
gazzi , mosso da un'istanza pasto-
rale commovente .
C'è in Don Bosco un unico inten-
to : la salvezza umana e spirituale
dei giovani . Essi sono la strada che
la Provvidenza ha tracciato al suo
essere prete: sono quella categoria
a rischio , abbandonata, che nessu-
no considera. Intuisce in un mondo
nuovo che va prendendo forma con
la rivoluzione industriale , il loro
prossimo impiego e la valenza so-
ciale che acquisteranno. A loro dona
la sua vita , su di loro riversa tutto
l'amore di cui è capace .
L'esperienza da prete di primo
pelo, con don Cafasso, nelle carceri
torinesi gli apre il cuore e l'intelli -
genza verso la scelta preferenziale
di prevenzione , e la conferma. I sa-
lesiani prima, le Figlie di Maria Ausi-
liatrice subito dopo e man mano
tutta la grande famiglia
laicale che sorge attor-
no al suo carisma , ne
condividono e continua-
no l'impegno .
Don Bosco ama i giovani più di
se stesso . Li va a cercare , li ascol-
ta e parla con loro ; li segue e tutela
sul lavoro e negli studi ; li avvia al
futuro: li prepara ad affror:itare la
vita da persone mature . E il suo
modo di amarli concretamente per
poi lasciarli andare , seguendoli con
la trepidazione di un papà. Il 'caro'
Don Bosco i suoi giovani non lo
scorderanno più , e il parlare di lui
provocherà in loro un sorriso di
gioia riconoscente .
Per tutti ha un 'attenzione parti-
colare , una parola personale , uno
sguardo incoraggiante .. . Il suo è
l'amore di Dio concretizzato nei
percorsi di Gesù e trasmesso in-
cessantemente. Questo è il senso
della sua vita.
La Carta di Comunione della
Famiglia Salesiana fa sua questa
centralità dell'amore verso i giovani
che è stata la 'speciale vocazione '
di Don Bosco. Come allora, anche
oggi tanti giovani sono soli , tristi ,
abbandonati a se stessi , e atten -
dono chi voglia loro bene e sappia
comprenderli , proprio a partire da
loro: nella gratuità dell'amore che si
dona e non pretende niente . Per-
ché siete giovani io vi amo.
Don Bosco non
li aspettava i giovani,
se li andava a
cercare ... li incontrava
dove essi erano,
li accettava
nella situazione
in cui si trovavano.

4.7 Page 37

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IL DOCTOR J. - - - - - - - - - - -1- - - - - - -
di Jean-François Meurs
IL GUSTO DELLA VITA
·~-
.. V ~•,;'.•
<
aro doctor J. , trovo i
giovani d'oggi spaventosa-
mente incolti. Non sanno più niente
dei grandi della letteratura, della
storia, dell'arte. Un tempo ci entu-
siasmavamo per Dante, imparava-
mo a memoria le poesie di Leopar-
di, ci appassionava Pirandello.
Mozart e Verdi ci elevavano l'ani-
mo. Adesso, mi domando perché
mai i giovani non s 'interessino se
non ai film comici o alle gags
stupide di tipi che fanno smorfie e
volano più basso possibile pur di
far ridere . Ma non voglio perdermi
in discussioni vuote. Di che cosa
parlano i giovani quando si trovano
insieme? Di calcio, di vestiti, di
belle ragazze ... Ignorano Bach, ma
sanno tutto sulle Spice Girls. La
cultura si è volatilizzata. Si potrà
ancora salvarla o è troppo tardi?
(Angelo Boccelli da Vinci).
Caro amico ,
prima di tutto cultura non è erudi -
zione . È un terriccio che permette
ad alcune persone , per le quali la
soddisfazione dei bisogni materiali
non è la sola ragion d'essere , di
vivere e respirare insieme. La cultu -
ra è degna di questo nome quando
crea comunione e produce senso .
Parlare di cultura presso i giova-
ni è soprattutto parlare dei rapporti
che essi hanno con le cose . Si
oJ
,,,
possono accumulare conoscenze
en ciclopediche: la televisione forni-
sce l'esempio di certuni che fanno
sfoggio di una erudizione strava-
gante. È cultura? Forse, ma non è
sicuro che fornisca ragioni per vive-
re . A che cosa serve conoscere
tutto di un autore se poi il suo mes-
saggio non è pertinente coi tempi
che viviamo? I giovani si muovono
in modo selettivo in mondi culturali
differenti secondo un criterio funzio-
nale (questo a che serve?) o se-
condo un criterio di piacere (questo
mi gustai). Prima di dare senso alla
vita la cultura non ha forse come
fine proprio di dargli gusto?
Per entrare in contatto coi gio-
vani bisogna chiedersi che cosa
sognano . Allora si scopre che esi-
stono culture tipiche giovanili, che
possono essere significative anche
per noi , e che ci sono intere parti di
cultura classica suscettibili di parla-
re loro , purché le si guardi nel mo-
do giusto . Per farli accedere alla
cultura, bisogna passare attraverso
ciò che li assilla. Ciò che l'adole-
scente cerca è uno specchio : vuol
vedervi riflesso se stesso , i suoi
problemi . Non parliamogli di arte o
di pensiero in termini scientifici : egli
sa di non sapere , allora umiliato ,
scoraggiato ci volta le spalle . Non
parliamo più nemmeno di arte "su-
blime", di "grande" musica, di cultu-
ra con la "c" maiuscola : non sono
capaci di questi voli! Ascoltiamoli
invece nel piacere che provano di
raccontare ciò che hanno fatto o
visto, il film della vigilia : la tale sce-
na per il suo erotismo , la tal altra
per la sua violenza ... Noi abbiamo
sovente sterilizzato i classici , sele-
zionandoli secondo le regole della
buona educazione e tacendo pro-
prio su ciò che loro interessa. Que-
sta cultura non parla loro .
I
ha saputo dare risposte sulla guer-
ra , la pove rtà , la sessualità, nono-
stante tonnellate di libri che ingras-
sano le nostre biblioteche su questi
argomenti .
Don Bosco era attirato anche da
opere che oggi appaiono obsolete
o sdolcinate , il suo gusto era se-
gnato dal suo tempo . Non si può
fargliene un rimprovero. Ma ebbe
l'abilità di servirsi di ciò che i
giovani amavano per far passare
valori e idee.
La cultura dei giovani è una cul-
tura concreta , pratica non teorica,
fatta di esperienze : immagini , og-
getti , contatti , sensazioni ... Quando
Michelangelo ha dipinto la Cappella
Sistina o scolpito il Mosé , questo
era frutto della sua esperienza di-
retta, dei suoi amori , delle sue pau -
re , della sua fantasia. Oggi le sue
immagini ci sono familiari e questo
toglie la forza d'impatto che poteva
avere allora.
Il sapere è una sorgente di piacere :
è il sapere di Leonardo che ha dato
sapore, gusto alla sua Gioconda!
Se le opere d 'arte del passato le
sentiamo vive dentro allora ci sono
ancora delle chances perché altri ci
prendano gusto e niente è perduto .
Solo ciò che appartiene all 'ordine
dell'amore rimarrà nella memoria, di-
verrà segno di riconoscimento den-
tro di noi , per tutte le generazioni.
Don Bosco aveva fame di cultu-
ra : si è nutrito di quella che la sua
epoca trovava buona, perché ave-
va fretta di inserirsi nel mondo
adulto che gli appariva invidiabile.
Oggi la società degli adulti non fa
più invidia ai giovani , perché non
Infine, la cultura è prima di ogni
altra cosa una disposizione dello
spirito che rende capaci di distin -
guere tra una cultura e l'altra. Que-
sta capacità perché negarla ai gio-
vani? Sono proprio così ottusi?
BS APRILE 1998

4.8 Page 38

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
NEW AGE:
RELIGIONE,
FILOSOFIA, ERESIA
O CHE COSA?
UNO STRANO
11MINESTRONE"
STA INVADENDO
IL MONDO.
di Nadia Ciambrignoni
L e pa1:0Ie sono segni e questi
segm non possono non ac-
cendere l'attenzione di chi
sente in essi un richiamo spiritual-
religioso, espresso con immagini
che provengono da vari "passati"
(orientali, occidentali, nordici, au-
strali) e prospettano "futuri" miste-
riosamente unificati, nell 'illusione
di avere un uomo nuovo, amplifi -
cato in poteri e facoltà .
Suggestioni antiche e nuove ter-
minologie compongono un quadro
d ' insieme dominato dal sincreti-
smo culturale ed etico, un "hot dog
ripieno di tutto", come l' ha defini-
to Pierluigi Zoccatelli, docente a
Parigi in Sociologia delle religioni
e collaboratore del Centro Studi
sulle Nuove Religioni di Torino.
APRILE 1998 BS
SETE DI SPIRITUALE
Si legge in controluce una spinta
forte alla spirituali zzazione di ogni
fenomeno percepibile, che diventa
quasi pallido riflesso di una realtà
"altra", più grande, potente, auten-
tica, con la quale è urgente e inevi-
tabile entrare in contatto. Senza
dubbio una smentita delle teorie
che prefiguravano nella post-mo-
dernità la fine della religione, l'e-
stinzione di ogni bisogno religioso
a favore di una dilagante secolariz-
zazione, elaborate negli anni '70,
come nota lo stesso Zoccatelli
("BLOB AGE: Educatori cristiani
davanti alla seduzione del Grande
Tutto " ; Convegno educatori della
Diocesi di Ancona-Osimo, 25 gen-
naio 1998).
MITI CHE CROLLANO,
PSEUDORELIGIONI
CHE NASCONO
Fino ad oggi sono state ben
20.000 le nuove religioni sorte in
risposta al bisogno di spiritualità.
In realtà il post-moderno si rivela
come il luogo privilegiato della ri-
nascita religiosa, anzi, multireligio-
sa, diciamo noi.
Nel nostro "mondo frantumato",
infatti, il crollo dei miti sicuri della
modernità (la scienza, la medicina,
la logica razionale ... ) favorisce la
molteplicità delle risposte, anche
di quelle religiose, che viaggiano
ormai su piani e verso obiettivi dif-
fere nti . Appare sempre più supera-
to, quindi, ogni approccio fondato
sulla ricerca della Verità, ogni af-
fennazione di identità forte, ogni
orientamento morale preciso ... La
cultura New Age, che non è pro-
priamente una religione e non vuo-
le essere definita in alcun modo
ma si autodenomina come "uno
stile di vita", è l'espressione forse
più chiara di questa tendenza, che
estremizza il relativismo, figlio an-
ch'esso della modernità. Nel New
Age c di tutto per tutti: per quei
cristiani che non hanno mai capito
niente di cristianesimo, per i delusi
dai miti del comunismo, per i fug-
gitivi da quelli del fascismo, per i

4.9 Page 39

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..........................................................................................
c'è più un Creatore diverso dalle
\\'\\
creature, ma c'è un Grande Tutto,
unione cosmica di tutti gli elemen-
ti , tutti ugualmente "divini ", in at-
i j tesa di riconoscersi come tali gra-
zie al risveglio di potenziali sepolti
nel profondo.
largamente desunte dalle grandi fi-
losofie e religioni orientali, ridotte
in pillole... un " minestrone" con
sapori spesso dissonanti tra loro.
I GRANDI
INTERROGATIVI
--- ·- · --
senza patria, i senza meta, i senza
pace, gli ignoranti . .. E ancora per i
pacifisti, gli eco logisti, i verdi ...
L'ACQUARIO
DOPO I PESCI
Sui presupposti appena descritti
si innestano armoniosamente le pre-
conizzazioni sull'anivo della Nuo-
va Era, appunto, l'era dell 'Acq ua-
rio, già cantata nella entusiastica
sequenza del film musicale Hair di
Milos Forman (1979), che foial-
mente succederà a quella vecchia
dei Pesci , ambiente del cristianesi-
mo e del materialismo, entrambi da
superare (vedi "La profezia di Ce-
lestino" di James Redfield). Senza
dubbio l'associazione tra Età dei
Pesci e cristianesimo era facilitata
da una serie di coincidenze crono-
logiche, oltre che dall ' identifica-
zione del simbolo astrologico dei
Pesci con il pesce simbolo di Cri-
sto, secondo il noto acrostico greco.
Il superamento di questa età, dun-
que , avrebbe portato qualcosa di
radicalmente nuovo rispetto al cri-
stianesimo oppure "un nuovo cristia-
nes imo, non più gerarchico sotto il
segno di san Pietro, ma spirituale
ed esoterico sotto il segno di san
Giovanni" (vedi Pierluigi Zoccatel-
li , "li New Age", ElleDiCi 1997,
pagg. 32-33). Non a caso, infatti , il
tema astro logico acquariano era di-
venuto popolare negli Stati Uniti
fin dagli anni '60, parallelamente
allo sviluppo del New Age. Appar-
tiene a questa era un bagaglio
composito, in cui riescono a coesi -
stere scorci di culture e credenze
diversissime per origini cronologi-
che e geografiche, ma tutte o-
rientate al riconoscimento di un
nuovo ordine universale, dove non
EVOLUZIONE VERSO
E i cristiani, i cattolici come si
L'INDIVIDUALISMO
muovono nella "grande danza co-
smica"? In molti luoghi dei docu-
L' anima messianica e sociale del- menti della Chiesa scritti negli ulti-
la New Age sembra addirittura già mi cinque anni e in diverse pubbli-
in declino negli Stati Uniti, dove si cazioni si prende posizione nei con-
fa strada una "Next Age", che pun- fronti della cultura New Age, la si
ta in primo luogo all'evoluzione del osserva, la si studia con serietà ed
singo lo indivi-
anche con gran-
duo , vero pro-
tagonista della
nuova era, fuori
portata da leggi
civili e dogmi
religiosi, felice-
Cosmico, coscienza planetaria
universale, energia, medita-
zione profonda, spiritualità,
Grande Tutto, Nuova Era ...
Sono stralci di lessico post-
de apertura al
dialogo, senza,
però, ridurre la
portata delle di-
vergenze. La
stessa domanda
mente perduto moderno inerente alla sfera "spirituale" di
nell 'a rmonia delle nuove religiosità, patri- fondo sembra
cosmica in cui monio della frontiera New di segno oppo-
vanno a braccet- Age, ben affermata negli USA sto: al posto
to preti e pope, e da qualche tempo presente della ricerca del-
druidi e sciama-
ni , bonzi e stre-
goni , maghi e
scienziati. Ban-
dita ogni fede
rivelata, si par-
anche nel nostro continente,
con tanto di siti Internet intera-
mente dedicati a produzione di
testi, cd e abbigliamento New
Age. Che sta succedendo?
la Verità, della
volontà di fare
scelte forti, si
evidenzia il ri-
fiuto di ogni
condizione ben
la di "energia
delineata, senti-
cosmica", di "consapevolezza",
ta come fonte di divisione... Tutto
doti da acquisire mediante pratiche è omologato, mescolato: buddi-
smo, cristianesimo, animismo, in-
duismo; Lady Diana e Madre Tere-
sa, padre Pio e mago Atelma, Dal-
la e papa Woityla; dolci suoni,
verdi praterie, cascate rinfrescanti,
brezze tonificanti... Quasi a cerca-
re un 'etica della non-scelta.
Esiste dunque concreto il perico-
lo di un certo inquinamento, una
qualche possibilità di inserimento
trasversale, un po ' sotterraneo, di
alcuni elementi New Age nella fe-
de cattolica; quando, ad esempio,
ci si volge alla ricerca di esperien-
ze spirituali "più complete", più
coinvolgenti rispetto ai pur vari
cammini proposti dai carismi pre-
senti nella Chiesa, oltre al servizio
concreto, esperienza spirituale per
eccellenza.
Oppure l'adozione di criteri "buo-
nisti" a oltranza, che non consento-
no di esprimere valutazioni perso-
ns APRILE 1998

4.10 Page 40

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
nali sull e identità religiose in nome
di un ' idea purtroppo banali zzata di
tolleranza. O l'egualitarismo a tutti
i costi, che cancella ogni diversità
per mettere tutti e tutto all o stesso
livell o, credendo così di assicurare
pari opportunità (mentre è il rico-
noscimento di tutte le differenze
che restituisce ad ognuno la sua di-
gn ità personale e ridà ad ogni cosa
il suo nome).
NEW AGE E NUOVA
EVANGELIZZAZIONE
È fo rte la suggestione di poter
fa r convivere diverse anime in un
corpo solo, magari in buona fede,
per fac ilitare la comunione, il di a-
logo .. . L'ecumenismo, in fo ndo,
non richiede proprio questo? Cer-
tamente il cattolico (etimologica-
mente) è esposto alle sollecitazioni
LE MILLE FINESTRE
ATTRAVERSO CUI LA NEW AGE PENETRA NEL TESSUTO CATTOLICO
Ci sono segni leggibili di questa nuova cultura anche intorno a noi? Ne
abbiamo parlato con Sandro Cippitelli, esponente del GRIS (Gruppo di
Ricerca e Informazione sulle Sette) di Macerata, exallievo salesiano.
«I segni ci sono, ma per leggerli bisogna avere un po' di attenzione. I nostri
ambienti ecclesiali , purtroppo, non sempre sono attenti . Il GRIS vuole attivarsi
proprio come servizio alla Chiesa per un cammino di informazione e risposta,
aperta al dialogo ma dall 'identità sicura».
Ma come sarà l'uomo "nuovo" ?
«I "cospiratori della Nuova Era" dicono che l'uomo supererà i limiti del cri-
stianesimo e del materialismo, entrambi , secondo loro, fallimentari e diverrà il
centro della Coscienza Cosmica, un Tutto in cui espandere le proprie accre-
sciute potenzialità».
E come si fa ad "evolversi" verso l'integrazione con il Tutto?
«Qui entrano in campo le varie strade che la New Age propone, culminanti
nella partecipazione dell'io alla "danza cosmica del Grande Tutto". Per esem-
pio le "spiritualità alternative", di tradizione orientale, come le tecniche desunte
dalla pratica yoga, gli esercizi di meditazione profonda, di respirazione, trai-
ning; oppure lo spiritismo, che chiamano "channeling", l'astrologia, la capta-
zione di messaggi extraterrestri. Poi il settore delle terapie alternative come il
Reiki , i riti sciamanici , certe pranoterapie, il curarsi con i metalli ... ».
Alcuni termini New Age girano anche dalle nostre parti: si collegano a
queste pratiche?
«Beh , io stesso ho raccolto volantini , notiziari e materiali pubblicitari nella mia
città e dintorni, che parlano questa lingua. Per esempio la palestra che fino a
qualche tempo fa proponeva un semplice corso di ginnastica yoga, oggi am-
plifica la proposta e la motiva con una precisa filosofia di vita in cui ricorrono i
temi dell'espansione della coscienza, dell 'armonia cosmica e della riconquista
di facoltà perdute. Oppure il Centro Macrobiotico che ti promette una modifi-
cazione del tuo regime alimentare ma anche del tuo carattere .. .».
Ci sono strati sociali e culturali sui quali attecchiscono di più queste
proposte di vita?
Il livello culturale è spesso medio-alto. Capita di venire a sapere che in corsi
di aggiornamento per insegnanti vengano illustrate con convinzione le tecni-
che dell'agopuntura e la sua filosofia fondata sugli influssi del magnetismo,
secondo il pensiero cinese ; oppure che si parli , durante l'aggiornamento per
insegnanti di religione , in termini possibilistici del soggiorno di Cristo in Nepal
per l'acquisizione di nuove tecniche di meditazione. Nel corso di un incontro in
una parrocchia, dove illustravo alcune pubblicazioni New Age sugli angeli ,
una catechista entusiasta ne ha indicata una dicendo che anche lei l'aveva re-
galata alla figlia per Natale. Ci sono corsi sulla "piramidologia", l'occultismo, la
reincarnazione, lo spiritismo ... Anche qualche casa salesiana ha ospitato in-
contri di questo genere.
I cristiani cattolici come rispondono a queste sollecitazioni?
«Molti che attraversano crisi di fede vengono avvicinati da persone che si pro-
pongono com e momento di cqnforto, di preghiera, ma che poi si rivelano in-
dirizzati a pratiche esoteriche. E una realtà più diffusa di quanto si creda. Poi ci
sono molti cattolici , che hanno assorbito elementi del pensiero New Age (fra-
tellanza universale, armonia cosmica intesa come pace nel mondo, fine delle
povertà, l'uguaglianza di tutti. .. ) "cristianizzandoli", diciamo così , senza stu-
diare bene tutto il "pacchetto" nel suo insieme e non capendo, in sostanza, di
che si tratta ... E magari comprano ogni settimana in edicola la rivista con il cd
di musica New Age, "che è tanto rilassante ... !"».
APRILE 199 BS
del New Age, che, con parole-sim-
bolo comuni nel significante (spiri-
to , spiritualità, un iversalità, forza
interiore, cammino . ..) ma diversis-
sime nelle accezioni di significato
lo interrogano, oggi, forse più di
altre. Non sembra opportuna
utile, tuttavia, la strada della rimes-
sa in gioco dell ' identità forte del
cristianesimo, frutto della Rivela-
zione e della storia, quanto la scom-
messa di una decisa accettazione
dell a sfi da attraverso una risposta
attuale, veicolata da un a "n uova
evangelizzazione" . Non un vange-
lo rinnovato all a luce della New
Age, naturalmente, ma un vange lo
annunciato di nuovo, nella sua in-
carnazione con le frequenze del
" nuovo" mondo religioso, che sap-
pia raggiungere anche gli sciamani
metropolitani .
Ancora una volta, né può essere
diversamente, l' invito a predi cato-
ri, educatori, anim atori , è a dialo-
gare, approfond ire, ampli are la pro-
pria cultura religiosa e teologica, il
che significa educare.
Nadia Ciambrignoni
Riferimenti bibliografici utili a livello
di informazione, studio e acquisizione di
elementi base per la comprensione della
cultura New Age possono essere " li New
Age" di P. Zoccatelli, ElleDiCi 1997 e
"Religioni e sette nel mondo", rivista
trimestrale di cultura religiosa, ann o 2
2, Giugno 1996, numero intitolato
"New Age 2" .

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r HOPREGATO
CON FEDE VIVA
MAMMA
MARGHERITA
Sono un 'exallieva salesiana e
fra le mie devozioni c'è anche,
oltre quella a Don Bosco, quella
a Mamma Margherita , soprat-
tutto dopo che è stata introdotta
la sua Causa di Canon izzazio-
ne . Ho sempre affidato a loro i
miei problemi familiari di salute
e di lavo ro. Posso affe rmar e
che ogni volta tutto si è risolto
per il meglio. In quest'ultimo pe-
riodo si è presentato un males-
sere che è stato per me fonte di
particolare preoccupazione ,
data anche la mia età avanzata.
Ancora una vo lta ho pregato
con fede Mamma Margherita
implorando la sua protezione
come ho sempre fatto in passa-
to . Co n interiore commozio ne
sono qui a testimoniare che il
suo intervento è stato così tem-
pestivo che tutto si è risolto in
bene prima ancora che io ini-
ziassi la cura , scong iurando
così il peggio da me tanto temu-
to . Mantengo la promessa nel
rendere pubblica la grazia rice-
vuta, perché anche altri si rivol-
gano con fiducia a questa santa
mamma .
Rosaria, Palermo
r UNA
TESTIMONIANZA
ECCEZIONALE
Desidero segnalare un a testi-
monianza di vita cristiana, di fe-
de vissuta e coerente che troppi
dichiarano in crisi so lo perché
non fa chiasso. Una mia nipote
e suo marito pediatra aspettava-
no un terzo fig lio. Durante la ge-
stazione la madre contrasse
una malattia, pericolosa più per
la nascitura che per lei. Molti
parenti ed amici , seco nd o la
logica materialistica di questo
mondo, suggerivano la soluzio-
ne più facile e più .. . comoda:
l'aborto. I due sposi, cattolici im-
pegnati , rispondevano che non
tutti i bambini sono sani e che
l'amore dei genitori è più vero e
profondo, quando sa accettare i
figli come sono e sa sacrificarsi
per quelli più bisognosi. Erano
decisi ad accettare la nuova fi-
gIia come il Signo re volesse
Per la pubblicazione non. si
tiene conto delle lettere non
firm ate e senza recapito . Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
mandarla. A questo punto feci
arrivare agli sposi un abitino di
san Domenico Savio , pregai e
feci pregare per essi. A smentire
le previsioni catastrofiche, è nata
un bambina bellissima e san is-
sima. La mamma, che non aveva
potuto allattare i due figli , allatta
ancora la bambina che cresce
come un fiore e illumina la fami-
glia con la gioia, frutto del dono
di Dio e della fede dei genitori.
F. C., Napoli
r NON FU
NECESSARIO
ALCUN
INTERVENTO
Mia moglie a seguito di ripetute
crisi di soffocamento e dolori , fu
sottoposta ad esami specific i
che evidenziarono una sofferen-
za ang inosa e si temeva che
fosse necessario un intervento
di by-pass coronarico. Nell'attesa
del ricovero e durante la degen-
za per le necessarie analisi , mi
sono rivolto con fiducia al vene-
rabile Zefirino Namuncurà af-
finché tutto si risolvesse nel mi-
glio re dei modi . Sottoposta a
coronarografia , risultò che le
coronarie non erano occluse e
quindi non fu necessario alcu n
intervento ma so lamente cure
mediche per il mantenimento
dei valori normali della pressio-
ne arterio sa. Come exall ievo
salesiano esprimo la mia ricono-
scenza verso il Venerabile, ren -
dendo pubblica , com e da pro-
messa fatta, la grazia ricevuta.
Va/sania Franco,
Vii/aste/Ione (To)
r FONTE DI PACE
Con l'iscrizione del mio figlio
maggiore ad una scuol a sale-
siana, ho cominciato a conosce-
re la vita di san Giovanni Bo-
sco . Tale conoscenza ha porta-
to nella mia famiglia un senso di
serenità e di gioia. Davvero la
sua figura è divenuta fonte di
pace. E stato perciò spontaneo
da parte mia rivo lg ermi a lui
nelle mie necessità, sia spiritu ali
che materiali. Desidero per il
momento rendere testimonianza
dell'ultimo favore da me ricevuto
per sua intercessione. Mio figlio
ha partecipato ad un Concorso
scolastico nazionale e avendolo
io raccomandato a Don Bosco ,
si è classificato secondo. Non
avremo mai abbastanza voce
per ringraziare questo nostro
grande protettore.
La mamma di un exallievo
di Udine
r SENZA LE TEMUTE
COMPLICAZIONI
All a nostra mamma, in seguito
ad un ricovero ospedaliero d'ur-
genza, fu diagnosticata una val -
vu lopati a mitroaortica tale da
dover intervenire chirurgicamen-
te in tempi brevi. Nelle condizio -
ni fisiche in cui si trovava (a 70
anni ) non avrebbe potuto vivere
a lungo. Prima di intervenire chi-
rurgicamente , i cardioch irurghi
le imposero di effettuare la boni-
fica del cavo orale (20 denti ca-
riati con granulomi apicali attivi) .
In Valtelli na nessun dentista era
disposto a rischiare. Noi erava-
mo preoccupati perché più pas-
savano i giorni e più la situazio-
ne si aggravava. Fortunatamen-
te l'ISI di Milano , nonostante
l'alto risch io , accettò di effettua-
re l'intervento di bonifica del ca-
va orale in due o più sedute , il
tutto in anestesia locale. Tutto
lasciava prevedere il peggio. Fu
in quel periodo che noi iniziam-
mo con fiducia una novena a
don Giuseppe Quadrio perché
intercedesse presso Dio e strap-
passe per noi la grazia in que-
sta prima prova. Ebbene in una
sola seduta le venne effettuata
la bonifica del cavo orale senza
alcuna compl icazione. E quan-
do successivamente si passò al-
la sostituzione della valvola mi-
tralica, don Quadrio portò a buon
fine il delicato intervento. Ora a
quattro mesi di distanza, il cuore
della nostra mamma sta bene, è
ringiovanita ed è testimone vi-
vente dell 'efficace intercessione
di don Giuseppe Quadrio.
Imperia/ Anna Maria,
Grosotto (So)
r VIVEVOUNA
SITUAZIONE
DA INCUBO
Senza mia colpa mi sono trova-
ta in una situazione tanto grave
che so lo un miracolo avrebbe
potuto sa lvarmi da ll e conse-
guenze . Vivevo una situazione
da incubo . Affidai il caso all'in-
tercessione di S. Maria Dome-
nica Mazzarello pregandola
con grande fiducia e ricorrendo
anche al l'aiuto di persone a me
care . Il miracolo è avve nuto !
Ora che tutto si è risolto , sento il
dovere di ringraziare pubblica-
mente la Santa mentre imploro
la sua continua protezione.
P.G., No vara
HANNO RICEVUTO GRAZIE
Malano Franca
Per intercessione di Maria Ausiliatrice
Usai Angelina
Per intercessione di Maria Ausiliatrice
Valli Maria
Per intercessione di Maria Ausiliatrice
R.G.
Per intercessione di Don Bosco
Bodda A. Maria
Per intercessione di Don Bosco
F.G.
Per intercessione di Don Bosco
Lanaro B.
Per intercessione di Don Bosco
Laura M.
Per intercessione di Don Bosco
Sansa Teresa
Per intercessione di san D. Savio
Zuccarello Silvana Per intercessione di san D. Savio
Miserendino Pina
Per intercessio ne di san D. Savio
Dutto Evelina
Per intercessione di san D. Savio
Spinelli Cri stina
Per intercessione di san D. Savio
Buonocuore Graziella Per intercessione di san D. Savio
Masetti Anna
Per intercessione di san D. Savio
Mastronuzzi M. Teresa Per in tercessione di san D. Savio
Salvati M. Rosaria Per inte rcessione di san D. Savio
Russo Camilla
Per intercessione del beato Rua
Roberti Caterina
Per intercessione del beato Rinaldi
Loredana P.
Per intercessione ven. Eusebia Palomino
Cimmino Marinella Per intercessione ven. Eusebia Palomino
Di Barbara SDB
Per intercessione ven. Eusebia Palomino
M.N.
Per intercessione di Mamma Margherita
Carrera Laura
Per intercessio ne del ven. Simone Srugi
I. M.
Per intercessio ne di Attilio Giordani
Lusernetta (TO)
Senorbì (CA)
Milano
Treviglio
Cistern a D'Asti
Alessandria
Pavoletto (UD)
Caserta
Palazzolo (Ml)
Randazzo (CT)
Montreal
Boves (CN)
Pedrinate
Modica (RG)
Ge nova
Taranto
Pompei (NA)
Caltanissetta
Costanzana
Frosino ne
Torre Annunz.
Concepcion (U)
Catania
Chivasso
Milano
BS APRILE 1998

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA , riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1 97 1 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Ered ità .
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
« ... lascio al la Direzione Generale
Opere Don Bosco , con sede in
Roma (oppure all 'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire.. ., (oppure)
l'immobile sito in .. . per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
miss ionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indi cat i:
«... annu llo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure /' Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione deJ Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
APRILE 1998 BS
I NOSTRI MORTI
AFELTRA Monsignor Vincenzo,
exallievo salesiano,
t Portici il 16/11 /1997.
È mancato all 'affetto dei suoi cari e dei
suoi parrocchiani: e non è frase fatta , di
prammatica. Don Vincenzo era ·un vero
pastore , buono , mite e zelante per i suoi
fedeli della parrocchia dell 'Immacolata
Concezione a Portici. Fu alunno interno
dell'istituto salesiano di Castellammare di
Stabia, ove si distinse per pietà e impegno
nello studio. Pastore di anime, per tutti rap-
presentò un vero punto di riferimento stabi-
le e accogliente.
BASSI Sac. Giuseppe , salesiano ,
t Bologna il 25/11 /1997 a 88 anni.
Ha condotto una vita semplice, ma anche
molto ricca di opere , relazioni , ministero
pastorale, educazione , spiritualità. Una vita
dedicata all 'insegnamento, a Ferrara, Mo-
dena, Bologna, Parma. "Un prete di grande
qualità e valore; dimostrava una squisita
finezza di tratto e di comunicazione ; era
sensibile e riconoscente a tutti i più piccoli
gesti di attenzione e di apprezzamento che
gli venissero rivolti. Di lui ricordiamo uno
stile di presenza sobrio e discreto , ma
anche sollecito e premuroso".
FORNASARl Sac. Alberto , salesiano,
t Milano il 27/11 /1997 a 88 anni.
Effonde le primizie del suo sacerdozio tra
gli aspiranti di Chiari. "Era sempre con noi,
ricorda un suo allievo , aveva un parlare
piano, tranquillo, rispettoso e un volto sem-
pre sorridente". Ha steso il suo testamento
volutamente senza data, perché la vita non
finisce con la morte , è continuità, flu idità di
grazia e di presenza, perennità di atteggia-
mento. "La data la apporrà il Signore", ha
lasciato scritto. Ha vissuto da vero salesia-
no la devozione a Maria Ausiliatrice, che
ha sempre chiamato e considerato Madre ,
conservando nell 'atteggiamento sempre
qualcosa del ragazzo , dell'adolescente pu-
ro , entusiasta del sapere e del conoscere.
Si è spento dopo una malattia lunga, dolo-
rosa e difficile.
gnifica essenzialmente volgere lo sguardo
su Gesù , lui scegliere , lui seguire , a lui
configurarsi ". "Nel salutare tutti, do a tutti il
saluto più vero: ADDIO'. Le sue battute e
quelle che hanno detto di lui bastano a
delineare la figura di questo genuino figlio
di Don Bosco.
CAMMARATA sac. Paolo , salesiano ,
t Pedara (CT) il 24/05/1997 a 83 anni.
Sentì giovanissimo la vocazione al sacer-
dozio ed entrò in aspirantato . Fece poi
noviziato e studentato a San Gregorio di
Catania e il 2 luglio del 1944 fu ordinato
sacerdote salesiano . Profuse ovunque le
sue ricchezze spirituali e il suo ardore apo-
stolico. Dimostrò sempre fedeltà a Don
Bosco e ai valori della spiritualità salesia-
na, anche dalla cattedra attraverso l'inse-
gnamento cui si dedicò con grande impe-
gno e amore cristiano. Nel 1989 un ictus
cerebrale gli tolse la parola. Egli accettò la
prova e le conseguenti sofferenze con fede
e coraggio , sostenuto soprattutto dalla sua
grande devozione all'Ausiliatrice . "Ci tocca
soffrire, scriveva, è questo il pane quotidia-
no, ma solo così si arriva alla vita eterna".
È morto il 24 maggio.
CARDANI suor Claudina,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Lecco il 09/05/1997 a 88 anni.
Era insegnante di disegno e storia dell'ar-
te. Nel 1943 ha iniziato l'opera delle Figlie
di Maria Ausiliatrice a Lecco, sulle rive del
lago di Como . Qui rimase per tutta la sua
vita insegnando e dedicandosi a tempo
pieno alle giovani. Conosciuta, amata e ri-
spettata da tutti , offriva, negli ultimi mesi
della sua vita, il sorriso che l'aveva sempre
contraddistinta. Grande fu la sua gioia per
l'elezione di Madre Antonia Colombo a su-
periora dell'Istituto : la ricordava con tanto
affetto, come allieva dei primi tempi , e la
seguiva con intensa preghiera.
È bello tramontare
dal mondo verso Dio
affinché in Lui
si possa risorg~re! .
(S. Ignazio di A11twc/11a)
VALTORTA Sac. Giuliano , salesiano,
t Milano il 27/2/1997 a 64 anni.
"Ho vissuto come un ragazzo che gioca
nella Casa del Signore". "Era bello ascolta-
re don Valtorta, la comunicazione arrivava
rapida , chiudeva subito nella si mpatia e
nella comprensione". "Quando leggerete
questa mia lettera non sarò più tra voi[. ..]
Desidero essere sepolto qui per diventare
con la mia lunga permanenza a Brescia
concime di terra bresciana". "Era un uomo
di animo semplice e trasparente: ognuno
poteva leggere nel suo volto chi era.
Semplicità e disponibilità sono segni di
autenticità e di vangelo ". " Quei doni che
Dio mi ha dato ora li ho restituiti'. "Acco-
gliere il dono della vocazione religiosa si-

5.3 Page 43

▲back to top
seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/4
.J RAGAZZI U'f:JCJT/
DAL CARCERE 'f:>ONO
UN PROBLEMA DELI-
CATO. NE'b':>UNO LI
VUOLE PRENDERE
A LAVORARE.
RE UN 10
E>UONA.
RAGAZZO
N PRIGION
VUOLE LA
RE ONE'f:JT.
NTE. GA
PRIMAVERA
NI TORNANO
PAESI.
GIU'::JEPPE
BUZZETTI 'bi
AFFEZIONO·
A OON 80'::JCO
COME UNCUC
CIOLO. NON SI
STACCI-IERA' MA
PIU' DA LUI.
".:>ONO
INCARICATO
DALLE FAM !GLIE
DEI ':'1UOI GARZO-
NI DI A':>::>l':>TERLI
ALLA DOMENICA
E LUNGO LA
SETTIMANA .
DOVE SONO?
8S APRILE 1998

5.4 Page 44

▲back to top
IO GARANTISCO PER LA
0UA CONDOTTA, MA LEI
DEVE A'bSEGNAR6LI UN
LAVORO PIU' LEGGEQO.
E ' <;,OLO UN
RAGAZZO.'
D ON BOSCO IN QUEI Piè/-
Ml ME!:>/ E'ANDATO A
VISI ,AQE GLI OSPEDALI
DEL CANONICO COT,OLEN-
GO, A VALDOCCO, NEI
COJ:?R/D0/ INCONTRA IL
CA NON /CO CHE, '::JCHElè-
ZAN OO;
APRILE 1998 BS
VENITE CON
ME. !:>ONO POVE-
RO,MA ':>E UN GIOR-
NO RIMANES!:>I SOLO
CON UN PEZZO DI ~-
NE, LO FAREI A ME-
TA' CON VOI,

5.5 Page 45

▲back to top
TERMINATI GLI STUDI,
DON BOSCO DEVE LA-
SCIARE IL CONVITTO.
DON CAFASSO, SUO
GRA.NDE AMICO, SI 12E-
CA A VALDOCCO A
INCONT/2Al<E DON
BOF<EL.
LA MARCHE'::>A 8AROLO
'3:>TA COSTRUENDO IN
VALDOCCO CASE E OSPE-
D4LI PER DONNE IN
DIFFICOLTA'.
RI l<?AGAZZ
PICCOLO COR
TTI I PRATI I
FJ.2A POCHI M
O" DAl2VI AN
SALA NELL'
CIO CHE ~TO
STRUEN
SIGNORE,
DEVO CONVINCE-
RE I RAGAZZI CHE,
DOPO TRE ANNI, Bl-
00GNA H?ASPOJ.2TAl2E
L'ORATORIO NELLA PE-
12/FER/A FUOJ.21 CITT~, -
A VALOOCCO. VE l2-
RAN NO O Ml AB-
E3AN 00 N E RA~J- ~ - - -_r,_W'«:=:&::~ii!<l
NO."
NEL LA NOTTE FA UN
é:JOGNO:"El<O A CAPO
DI UN GREGGE NUME-
QOSO. OPPQESSO
DALLA STANCHEZZA
VOLEVO FERMAl<MI,..
MA UNA S/GNOF<A Ml
INVITO" A CONTINUARE
IL CL\\MMINO ... ED
ECCOCI IN UN VASTO
COF<TILE, CON POl<TI-
C.C,.T/ INTOF<NO, E ALL'E-
STREMITA' UNA CHIE-
SA. IL NUME/20 DEGLI
AGNELLI DIVENNE
GRANDISSIMO, LA
SIGNOl<A Ml INVITO'
A GUA/i?DA/2E AVANTI.
VIDI UN CAMPO E
UN 'ALT/2A CHIESA,
ALTA E STUPENDA."
BS APRILE 1998

5.6 Page 46

▲back to top
SOLIDARIETÀ
LA RICERCA
PEDAGOGICO-
DIDATTICA
Problemi, acquisizioni
e prospettive
Studi in onore
del prof. Luigi Calonghi
Carlo Nanni (a cura di)
LAS, Roma 1997
pp. 670, lire 60.000
Il volume si colloca nella
ricorrenza del 75° gene-
tliaco del prof. Luigi Ca-
longhi e intende appro-
fondire le tematiche e i
problemi di pedagogia e
di didattica che egli stes-
so ha studiato e cercato
di applicare nella scuola
per oltre 45 anni, ponen-
dosi come contributo alla
riforma della scuola me-
dia italiana degli ultimi
decenni.
Gli oltre 40 saggi qui rac-
colti offrono uno spacca-
to inedito del mondo del-
la pedagogia sperimenta-
le nei suoi termini di riferi-
mento teorici, nei suoi svi-
luppi storici, nei suoi stru-
menti e metodi di ricerca,
nelle sue applicazioni alla
valutazione, all 'apprendi-
mento , ai contenuti e ai
metodi della didattica.
Non è un testo divulgati-
vo ma il contributo di
molti pedagogisti italiani ,
in occasione della cele-
brazione accademica del
salesiano prof. don Luigi
Calonghi , uno dei soste-
nitori dello sviluppo del-
l'attuale Facoltà di Scien-
ze dell'educazione del-
l'UPS.
APRILE 1998 BS
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
Don Bosco , Don Rinaldi ,
Mamma Margherita: aiutate-
c i a cura di N.N.
Maria Ausiliatrice, Domenico
Savio: vi raccomando la no-
stra creaturina, a cura di N.N.
Monsignor Vincenzo Cimat-
ti, per aiuto concesso , a cura
di exallieva e famiglia.
Maria Ausiliatrice, Santi Sa-
lesiani, per ringraziamento e
invocando ancora protezione,
a cura di M.M.
Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Mamma Margherita, rin-
graziando e invocando prote-
zione per la famiglia, a cura di
De Claudio e Rosangela Satta.
Maria Ausiliatrice, in ringra-
zia mento , a cura di Amerio
Maria.
Maria Ausiliatrice , Beato
Don Rinaldi, invocando gra-
Sudan: due bambini vittime del sottosviluppo.
zie, a cura di C.R. - V.C.
Sacro Cuore di Gesù, Maria
Ausiliatrice, Santi Salesiani,
Mamma Margherita, a cu- Ausiliatrice e Santi Salesiani, a cura di N.N. - Dogliani.
ra del dott. Giovanni Gallo, per protezione e aiuto, a cura di Maria Ausiliatrice, Santi Sa-
L. 2.000.000.
Musso Giuseppe, L. 250.000. lesiani , a cura di Gribaldi
Maria Ausiliatrice e San Don Bosco e Domenico Sa- Franco.
Giovanni Bosco , per grazia vio, in memoria di R .C., a cu- Santa Maria Mazzarello ,
ricevuta da " Silvia 66" a cura ra della famiglia , L. 243.600. San Gaspare, Sant' Antonio,
di N.N. , L. 1.800.000.
Maria Ausiliatrice e Mam- affido Federica alle vostre ma-
Maria Ausiliatrice: mi affido ma Margherita, vi affido Sa- ni, a cura di N.N. exallieva.
al tuo materno aiuto , a cura di ra e le mie nipoti , a cura di N. Mamma Margherita , a cura
N.N. , L. 1.100.000.
N., L. 200.000.
di Adriano Ponte.
Maria Ausiliatrice, in suffra- Santa Famiglia di Nazareth, Maria Ausiliatrice , San Do-
gio di Massaglia Olga e geni- per il dono dello Spirito Santo menico Savio, proteggete Giu-
tori, a cura di Massaglia Aldo, alle nostre famiglie, a cura di lia e Miriam , a cura di nonn a
L. 1.000.000.
N.N., L. 200.000.
Vera.
Maria Ausiliatrice, in rin- Maria Ausiliatrice e Don Bo- Sacro Cuore di Gesù , Maria
graziamento, a cura di MMC , sco , per aiuto e protezione, a Ausiliatrice, Santi Salesiani ,
L. 1.000.000.
cura di Enrico, Valeria, An- a cura di Novelli Francesca.
Maria Ausiliatrice e Don drea, L. 150.000.
Don Bosco, in suffragio dei
Bosco, in memoria di Felice, a Maria Ausiliatrice, Don Bo- parenti defunti, a cura di Ca-
cura di Clara, L. 500.000.
sco e Domenico Savio, a cura ron Maria.
Maria Ausiliatrice, Don di Forlin Teresa, L. 150.000. Gesù, Maria, Giuseppe, a cu-
Bosco e Don Gnocchi, a cura Maria Ausiliatrice e Don Bo- ra di A.M.
di Bracciali Ugo, L. 400.000. sco, per ringraziamento e in- Maria Ausiliatrice, Don Bo-
Maria Ausiliatrice e San vocando grazia, a lcura di Spa- sco, Don Rinaldi, in suffragio
Giovanni Bosco, implorando gnoli Alberto, L. 120.000.
dei genitori defunti e della so-
protezione, a cura dei coniugi
rella Maria, a cura di Pessina
Conti e Marelli, L. 300.000.
Teresa.
Don Bosco e Santi e Beati
Salesiani: un "grazie" a cura
di Baroni Anita, L. 300.000.
Borse missionarie da
L.100.000
San Domenico Savio, aiuta il
mio Alberto nell 'esame diffi-
cile che lo attende, a cura di
Don Rinaldi, per grazia rice-
N.N. exallieva.
vuta, a cura di Rinaldi San- Maria Ausiliatrice e San Maria Ausiliatrice e San
tina, L. 300.000.
Giovanni Bosco, per grazia Giovanni Bosco, in suffragio
Maria Ausiliatrice e Santi ricevuta e invocandone anco- di mio marito Giuseppe e dei
Salesiani, invocando protez io- ra, a cura di Marena Elsa.
miei defunti, a cura di Bac-
ne e benedi zioni sulle famiglie Maria Ausiliatrice e San chetta Carla.
Robino e Morbelli, a cura di Giovanni Bosco , in suffragio Maria Ausiliatrice e Santi
Vacca Angela, L. 300.000.
de i defunti Rossetti, a cura Salesiani, a cura di Parlani
S. Cuore di Gesù , Maria della famiglia Rossetti.
Giorgina.

5.7 Page 47

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50ANNIDAFAVO
La Redazione
Il "Borgo Ragazzi Don Bosco" compie 50 anni e le massime autorità
della capitale non hanno mancato l'appuntamento,
a cominciare da Giovanni Paolo II.
Sciuscià. Chi non ha sentito parlare degli antichi
"meniiios de rua" della Roma del dopoguerra? Ce n'e-
rano a migliaia: stazionavano al centro per raggranel-
lare in tutti i modi leciti e meno leciti qualche cosa per
la sussistenza e si acquartieravano dove potevano ...
O Ci volevano preti speciali per stanarli e reinserirli
nella comunità cittadina a pieno titolo. Trovarono i
salesiani , i preti in maniche di camicia. I ragazzini
sbalordivano di fronte a questi strani "bacarozzi" che
quando lavoravano si rimboccavano le maniche e
quando giocavano i calzoni ... Gli sciuscià impararo-
no a rimboccarsi a loro volta maniche e calzoni per
ricostruirsi una vita, dopo che avevano ritrovato un
tetto, un pane e soprattutto un po' d'affetto. Erano
tanti, troppi per ]o spazio del Sacro Cuore, così scia-
marono verso i capannoni abbandonati del Forte Pre-
nestino: e nacque il "Borgo Ragazzi Don Bosco".
O Quando nell 'immediato dopoguerra qualche per-
sonaggio, soprattutto straniero, veniva a vedere c~m~
l'Italia e Roma stessero risorgendo dalle laceraz1om
della guerra, l' itinerario ufficiale com~rendeva se~-
pre una visita a quel miracolo autentico che era 11
Borgo, zeppo all'inverosimile di sciuscià. E tutti sgra-
navano gli occhi.
O Qualcuno in alto voleva loro bene: dalla segrete-
ria di stato vaticana un "monsignorino" abbondava di
premure: si chiamava Monti_ni . .. L'Italia d~lla rina-
scita ospitò la Regina d'Ingh1lterra, quella d1 Spagna,
Belgio, Olanda. Non mancarono l'appunta_mento c?n
gli sciuscià del Borgo. Vennero De Gaspen e una fila
Gli ex sciuscià, ora fior di professionisti.
di ambasciatori di decine di paesi. Vennero personaggi
famosi dello spettacolo (Tyron Power, il papà di Ro-
mina) , dello sport, della politica, del giornalismo,
della Chiesa.. . E anche i romani non dimenticarono
mai "er Borgo de li pupi de Don Bosco!".
Così il Presidente della Repubblica nel 1958 de-
corò l'istituto della Medaglia d'oro ... Davvero si po-
teva dire, con Felice Quaglieri: "'Sto Borgo pe' li
I confratelli di oggi.
Ingresso al Borgo, monumento a Don Bosco
donato da Paolo VI.
pupi è un paradiso". Il s~o _nome ha_ varcato i confini.
I suoi ex sciuscià, crescmll come s1 deve alla scuola
di Don Bosco, oggi sono sparsi ovunque nel mondo.
Sono venuti per il cinquantesimo dall ' Australia, dal
Canada, dagli Stati Uniti. ..
.
.,
Domenica 29 marzo è stata la g10rnata pm bella,
quella in cui il Papa stess?·ha portaro_t~tta la sua_si~-
patia e la dirompente canea d1 uman_1ta che lo d1stm-
guono e lo fanno amare.
BS APRILE 1998

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
UNA ASSOCIAZIONE PER LE MISSIONI
di Angelo Botta
Sorge a Brescia: 2000 soci.
Un unico scopo : le missioni , soprattutto salesiane .
FORMAZIONE PROFESSIONALE
;n;i
AL FEMMINILE
di Bruna Grassini
·u"s:i'
~
97 centri in 15 regioni impegnano a tutto campo
le Fig lie di Maria Ausiliatrice .
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BIMBI SOTTO TORCHIO
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di Silvano Stracca
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Molto dei prossimi mondiali di calcio pesa sui bambini.
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FILATELIA MARIANA
INSERTO
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di Natale Mattia/i
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Governi cristiani e non hanno esaltato la madre
di Gesù di Nazareth nelle emissioni filateliche .
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