Bollettino_Salesiano_199803


Bollettino_Salesiano_199803

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1.1 Page 1

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MSFSADapuieOetaodnldreiisizLzidi:loziien.nPeD-aaidn.rApeor..zvn3a.anrP/tor1.o92vC9.cX8Po.XmT.Im•I a352n10r0./0C3Pleagdgoeva66· 2C/.M96.P.
RDIAVIsS.TAGIFOOVNADNANTIABOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE DEL
GIUBILEO/I SANTI,
CAPOLAVORI DI DIO
Da quando Cristo è venuto il seme della santità è seminato
nei campi del mondo, qualcuno si fa notare anche
da chi non crede, molti li conosciamo solo perché vivono
la loro vita-capolavoro accanto a noi. ..
2 ()
Chi fa i santi?
Il Papa!, ri-
spondono in
coro i bambini
alla maestra.
F orse
molti si
fermano
qui , alla dichiara-
zione papale di santità. I media se
ne fanno eco , perché viene com -
piuta in circostanze vistose , come
una celebrazione in Piazza San Pie-
tro o una visita del Pontefice. Alcuni
giungono alla lettura di una breve
biografia e, attirati da qualche trat-
to, diventano simpatizzanti o devoti
di qualche santo : san Francesco ,
sant'Antonio , san Benedetto , Don
Bosco, hanno molti ammiratori , per-
fino tra i non cristiani e non credenti .
sionari instancabili , come san Fran -
cesco Saverio e malati immobili sul
letto del loro dolore, come Alexan-
drina da Costa.
In tutti si sente la presenza di Dio
che dà un nuovo volto all 'esistenza
umana. Tutti riflettono , con partico-
lare luminosità, la persona e il mini-
stero di Cristo . Perciò non c'è cam-
po della carità dove non ne appaia
qualcuno : l'assistenza ai malati an-
che gravissimi , il soccorso ai giovani
poveri di ogni tipo, la beneficenza, la
visita caritativa ai carcerati , l'aiuto
agli emarginati , l'educazione dei ra-
gazzi , l'orientamento spirituale delle
persone, l'evangelizzazione di coloro
che non conoscono Cristo . Forma-
no un grande insieme : la sinfonia
dell'amore di Dio per noi , con i suoi
diversi toni , sfumature e possibilità.
Le agiografie ci immergono nel tem-
po del santo e ci mostrano come
vive un vero discepolo del Signore.
O La storia dei santi è appassio-
nante. Essi rappresentano tipi uma-
ni originali e imprevedibili sul ver-
sante della bontà, della libertà nel
donarsi; illuminano in maniera straor-
dinaria il valore e il senso della vita
e hanno uno sguardo particolar-
mente profondo sul rapporto con
Dio e con il mondo. Si legge ancora
con ammirazione e frutto sant'Ago-
stino . La piccola Teresa, con la sua
narrazione della "Storia di un'anima"
ci è contemporanea.
O Sono una galassia i santi. Ap-
paiono sotto tutti i cieli , coprono l'in-
tera gamma delle situazioni e condi-
zioni umane : sono uomini e donne,
suore e madri di famiglia , intellettuali
e ignoranti , sacerdoti e laici , adulti e
adolescenti , pastori e martiri , mis-
MARZO 1998 11S
I santi. .. raggi di Dio sulla terra.

1.3 Page 3

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Santi e sante ci sono anche
oggi , conosciuti sebbene ancora
non dichiarati dalla Chiesa. Poco
tempo addietro è mo~ta Madre Tere-
sa di Calcutta. Folle ; anche di non
cristiani ,' hanno preso:parte ai fune-
rali . Personaggi di spicco hanno vo-
luto renderle un omaggio finale di
ammiraZione. L'avevamo vista diret-
tamente o per televisione percorrere
diverse parti del mondo per incorag-
giare la speranza, la cura della vita e
la pratica dell 'amore verso gli ultimi.
Alcuni mesi fa, cinque monaci sono
stati uccisi in Algeria . Avevano rice-
vuto l'invito a lasciare il paese per
evitare la morte . Hanno scelto di
rimanere per essere elementi di
pace e testimoni della fede in mez-
zo a un popolo martoriato . Potrem-
mo scrivere parecchi volumi sui
santi di oggi , cercandoli anche nel-
la cerchia dei nostri vicini.
La santità, che in alcuni appa-
re eminente, è un dono fatto a
tutti i battezzati. San Paolo chiama
santi i membri della comunità cri-
stiana anche se denuncia le loro
mancanze. Non si riferisce dunque
alla loro qualità morale attuale, ma
a un altro fatto: essi appartengono a
Dio , sonq stati raggiunti da Cristo
con una chiamata o rivelazione, so-
no abitati dallo Spirito . Vi è una bella
espressior,e di sant'Agostino: "non
chiamati perché santi, ma santi per-
ché chiamati". Tale dono viene de-
scritto come rigenerazione , nuova
creazione , vita nuova, nuova nasci-
ta, adozione da parte di Dio, filiazio-
ne, inabitazione dello Spirito Santo,
vita eterna.
Dal dono ne consegue un
compito , come avviene con la vita
o con l'intelligenza: svilupparlo. È
quello che lo Spirito fa. Egli come
un Maestro interiore · suggerisce,
ispira, incoraggia,· lancia luce sulla
strada. Il cristiano risponde , segue ,
assume; così modella . il cuore se-
condo la forma di Cristo . Quando
questo dialogo raggiunge livelli alti
di attenzione e di docilità creativa ,
ne viene fuori un santo : un c,apola-
voro dello Spirito. Egli è l'arti~ta e il
custode dellp grande "galleria" della
santità della Chiesa.
0
Marzo 1998
Anno CXXII
N umero 3
In copertina:
Marzo come donna ..
La vita pone
sempre più in ev idenza
la sostanzia le parità
uo m o- donna.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE:
G IANCA RLO MANIERI
Redazione: Maria Anlonia Ch inello
Nadia Ciambrignon i - Giancarlo De Nico lò ·
Franco Lever Francesco Motto - Vito Orlando
9 ONU
Le carte dei diritti: tante e dimenticate
14 DONNA
È ancora attuale una festa della donna?
18 STORIA NOSTRA
Un salesiano sconosciuto
21 DOSSIER
Finalmente all'Est si la vora alla luce del sole
36 INQUIETUDINE TRA LE NUVOLE
Come è cambiata la Dylan Dog generation
40 ONLINE
Da 50 anni nel cuore po vero di Catania
di SILVANO STRACCA
di MIELA FAGIOLO D'ATTILIA
di FRANCESCO MOTTO
di VARI
di FABIO SANORONI
di GIANCARLO MANIERI
RUBRICHE
2 Il Rei/or Maggiore - 4 Il punto giol'ani - 6 In Italia & nel m ondo - 12 L ei/ere - 17 O.,serl'atorio
- 29 !Jox - 30 Libri - 32 Come Don Bosco - 34 Carta di Comunione - 35 Il doctor J. - 39 Le/lera ai
giol'a11i - 42 I nostri santi - 43 Don /lo sco aJi1111elli - 46 / no.,11·i morti - 47 In primo pian o/Focm
Collabora tori: Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Gattoni Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Marg herita Dal Lago - Serdu Bruno Ferrero -
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto - Angelo Montonati · Giuseppe Moranle ·
Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - p uerrino Pera - Pietro Scalabri no
Prog etto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Arn_aldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizion i naziona li e
19 lingue diverse ·(tiratura annua oltre 10 milioni di copie)
in : Antille (a Santo Domingo) - Argentin a Australia ·
Auslria Belgio (in fiammingo) - Boemia . Bolivia -
Brasile - Canada 2 Centro America (in Guatemala) - Cile -
Cina (a Hong Kong ) - Colombia - Croazia - Ecuador -
Filippine - Francia - Germania · Giappone - India
(in inglese, malayalam , tamil e telugù) • Irlanda - Gran
Bretagna · Ital ia - Korea del Sud - Liluania - Malta -
Messico - Olanda - Paraguay · Perù · Polonia ·
Portogallo - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Sri Lanka -
Stati Uniti Thailandia - Ungheria - Uruguay
Venezue la - Zaire.
Edizione Cooperatori. A cu ra dell'Ufficio Nazionale
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 - 00185 Roma·
Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione : Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Fotocompos izione : EDIBIT · Torino
Stampa : MEDIAGRAF s. p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
parte del prossimo numero.
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intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS MARZO 1998

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
OLTRE I NUMERI
I dati ISTAT: una serie di numeri impressionante
non tanto per quantità quanto per qualità e contenuti.
Devono farci riflettere oltre i soliti luoghi comuni.
S u 57.460.977 abitanti (756 mila dei
quali immigrati) , gli italiani giovani
tra i 15 e i 24 anni sono 7.640.608,
ossia poco meno di uno su otto mentre
gli anziani con più di 65 anni sono
quasi 9 milioni. I bambini e i ragazzi da
1 a 14 anni sono poco più di 2 milioni
per fascia di età (1-4 anni; 5-9 e 10-14),
ossia ancor meno dei giovani.
Le cifre dell 'Annuario statistico italiano
disegnano per i più giovani un orizzonte
senza illusioni: saranno sempre più
un 'isola entro un contesto sociale
invecchiato. Ma gli stessi dati ISTAT
suggeriscono altri spunti non ideologici
per capire il pianeta giovani in Italia.
Sono in calo le nascite nei matrimoni
(479.344 nel '95 , ultima data
considerata) e in aumento (42.000)
i nati fuori del matrimonio tradizionale.
Va lentamente modificandosi
il tradizionale contesto familiare
dei giovani.
E si muore anche da giovani:
oltre 10.000 tra i 15 e i 34 anni .
E ci sono probabilità di morte (una
percentuale dell'1 ,55% tra i maschi
e dello 0,53 tra le femmine di 30 anni) ,
anche se è aumentata l'attesa media di
vita. Un giovane di 20 anni può sperare
di vivere ancora 61 ,52 anni.
Giovani e fragili: diffuse sono
le malattie croniche: 1000 tra i 15 e i 17
anni hanno ulcera gastrica e
duodenale; 121 mila una malattia
cronica ; 13 mila due o più malattie
croniche ; 5 mila il diabete; 103 mila
bronchite cronica ; 3 mila artrosi
e artrite ; 4 mila malattie del cuore ;
99 mila malattie allergiche
e 2 mila disturbi nervosi.
La media dei non sani cresce tra
i 20 e i 24 anni: sono 229 mila con
una malattia cronica; 5 mila gli ipertesi ;
42 mila con bronchite cronica ; 24 mila
con artrosi ; 2 mila con osteoporosi;
150 mila con allergie; 31 mila con
disturbi nervosi e 1O mila con ulcera.
Di conseguenza è alto il consumo di
medicinali tra i giovani, quasi il doppio
di quelli prescritti dal medico.
Significativo anche il rapporto con
il cibo e il fumo: un 'alta percentuale
tra i 15 e i 34 anni (tra il 78 e 1'85%)
fa una buona colazione e ha il pranzo
come pasto principale.
I fumatori crescono dal 13% tra i
quindicenni fino al 41 ,7% tra i 25-34 anni .
Conti aperti con la giustizia: 49 mila
procedimenti a carico di minorenni. Alta
MARZO 1998 /JS
la percentuale di condanne per
contravvenzione al codice della strada.
Su un totale di 204 mila delitti di vario
genere nel '96 , più di 53 mila sono
opera di giovani tra i 18 e i 24 anni
e quasi 80 mila di giovani tra i 25 e i 34
anni. I detenuti tra 18 e 20 anni sono
stati quasi 8 mila, dai 21-24 anni più
di 15 mila e tra i 25-34 anni ben 37.840.
La pagella nera comprende omicidi ,
rapine , estorsione e delitti sessuali.
Pure alta la cifra dei suicidi: 247 dai 18
ai 24 anni e 1000 fino a 35 anni .
Qualche variazione anche
nel pianeta scuola. Dalle materne
alle superiori è quasi di 9 milioni
la popolazione scolastica italiana.
Le scuole secondarie più frequentate
sono gli istituti tecnici (41 ,6% del
totale), poi i licei nel loro complesso
con il 29 ,5% di studenti e infine
gli istituti professionali con il 19%.
Diminuisce la percentuale dei ripetenti
e la scuola vede in ascesa la presenza
delle donne che fa parlare l'Annuario
lstat di "femminilizzazione" scolastica.
Cultura con qualche indicatore
controcorrente : cinema, teatro , mostre,
concerti si affiancano a spettacoli
sportivi e alle discoteche. Se sono
quasi 5 milioni i giovani che tra i 15
e i 34 anni frequentano le discoteche,
sono anche 1 milione e mezzo
che vanno a teatro , 5 milioni al cinema,
2 milioni e mezzo che visitano musei e
mostre. L'ascolto della radio vince sulla
televisione e la lettura dei quotidiani
è relativamente elevata se si considera
la scarsa lettura nel nostro paese:
leggono quotidiani almeno una volta
la settimana 532 mila tra i 15-17 anni;
492 mila tra i 18-19 anni ; 1 milione
e mezzo tra i 20-24 anni e ben 3 milioni
e mezzo fino a 34 anni. Nelle stesse
fasce di età leggono più di 12 libri
l'anno circa 360 mila giovani,
mentre da 1 a tre libri sono letti
da oltre un milione.
C'è materia per riflettere e uscire
dagli schemi soliti sui giovani.
Non è vero che non pensano e non
è vero che non siano costruttivi. L'alta
percentuale di disoccupazione (sfiora
il 25%) genera in loro incertezza.
Essere giovani oggi , nella società
risultanza delle alchimie degli adulti,
non è più facile di ieri. Con la differenza
che qualche proposta credibile ieri
sembrava a portata di mano.

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IN ITALIA&NEL MONDO
FIRENZE
CERCARE
LA VERITÀ, AMARE
LA GIUSTIZIA
Un fo lto g ruppo di salesian i
impegnati nell'emarginazione
era presente al teatro Tenda di
Firenze (24/26 ottob re '97) per
un convegno dal titolo em-
ble matico, il c ui sottotitolo
"Trascende nza e C ittad in an-
za" traccia il percorso. Nom i
di spicco hanno dato forza e
importanza all a tre giorni, in
testa don Luigi C iotti del
Gruppo Abele, il card ina le
Piovanelli di Firenze, il procu-
ratore Giancarlo Caselli , il mi-
ni stro Carl o Azegli o Ciampi e
molti altri. Ag li Atti è stato
conseg nato il documento fi-
nale de i sa lesiani prese nti. È
questo che ci inte ressa e di cui
diamo qualche stralcio . li te-
sto ribadisce l ' impegno dei sa-
lesiani per la ri cerca della ve-
rità e della giusti z ia. A lcu ni
punti nod a li lo caratterizzano
ribade ndo la linea sales iana
de ll 'emarg inazione che si atte-
sta su alcuni punti qualifi canti:
• la predil ezione per la fasc ia
g iovani le, secondo il cari sma
che ci è proprio;
l'au silio della rete di risorse
spec ifica de l! 'educazione sa-
les iana: scuole professionali ,
oratori, animazione;
il riferimento a lle istituzio-
ni c ivili e religiose che quas i
in ogni città coord inano qu e-
sto tipo di inte rvento.
Anc he sul fronte della toss i-
I Gian Carlo Caselli ,
procuratore capo
a Palermo,
davanti a monsignor
Vinicio Albanesi.
codipenclenza la prese nza sa-
lesiana è viva ed efficace.
Viene ribadi ta l' urgenza d i
radicarsi sempre più ne ll a vita
dei giovani che stanno ma le e
di cond ivide re con loro mo-
me nti e re laz ioni profonda-
mente educative, perfezionan-
do se possibile gli strumenti
c he la pedagogia sales iana de l
cortile, della strada e de ll a
scuola è anelata affi nando nel
corso deg li anni . Un ' osserva-
zione ci se mbra pa rticolar-
mente pertine nte: " li di sagio
(oggi) attraversa la normalità
dei g iovani ed in terroga il
mondo più tradiziona le delle
opere salesiane, scuole, par-
rocc hi e, oratori ", come a dire
che l' eccez ione è div entata la
regola . Chi opera in questi
settori sa be ne quanta verità
ci sia in qu este osservazion i.
Res ta va lida la rifless ione che
per Ges ù il lu ogo teo logico
de ll 'an nunc io cie l Vange lo è
il luogo de i poveri.
ASUNCION
PARAGUAY
UNA RADIO
PER IL CHIACO
Suor Noem i Aya la, coordina-
trice di comun icaz ione soc ia-
le clell ' isP.ettoria de l Paraguay,
scrive: " È nata la radio Pa ' i
Puku 720, messaggera del la
vita del C haco Paraguayo. La
mia patria sta more ndo a cau-
sa della povertà e del! ' igno-
ranza, per questo è urge nte
sens ibili zzare i più pove ri , i
più lontan i, raggi un gere la
selva e coscientizzare la gente
pe rc hé abb ia e leme nti per
fare le proprie sce lte sociali e
politic he" . Dal depliant di
prese ntazione della radio ri ca-
viamo dati interessanti.
La reali zzazione del l'em it-
tente è stata possibi le perché
la dioces i cl i Be njamin Aceva l
e i vicariati cli P ilcomayo e
C haco Paraguayo hanno dec i-
so di lavorare insie me.
• L ' audi e nce è cli circa 400
mila persone.
• La rad io copre tutto il terri-
torio cie l Chaco e parte dei
paesi limitrofi.
• I programmi rispondono a
queste aree di interesse: edu-
cati va, re li giosa, artistica, in-
formativa, sc ientifica.
G li obiettivi sono cli natura
ed ucativa: per una educazione
integrale e radicata nel terri-
torio, a difesa cle ll 'ecosiste-
ma, con l' apertura all a solida-
rietà e all 'autogestione, capa-
cità c riti ca cli fron te a ll 'i nfor-
mazione.
• Suor Noemi è anche vice-
pres ide nte de ll'Associazione
dei Com unj catori Cattolici del
Paraguay. Onore al merito,
suor Noemi .
I
Don Diogene Gonzales, salesiano, direttore di Radio
Pa'i Puku. A sinistra Roberto, uno dei collaboratori,
e a destra suor Noemi, durante una trasmissione.
GENOVA
SAMPIERDARENA
UNA INAUGURAZIONE
DA RICORDARE
lnclimenti cabi le a Sampierd a-
re na la giornata de lla inaugu-
raz ione de l nuoviss im o Pala-
DonBosco, con la partec ipa-
zione dell ' arc ivescovo mon si-
g nor Dionig i Tettamanzi, cie l
mini stro cl i Grazia e G iusti zia
onorevole Giovanni Maria
Flick , exa llievo de ll ' istituto,
cie l ministro dei Trasporti ono-
revole Claudio Burlando, ami-
co clell 'oratorio, e di molte al-
tre autorità e spo rtivi tra c ui il
campione di basket Dino Me-
neghin . A lle sed ici in punto
l'arcivescovo ha tagliato iI
tradi z iona le nastro inaugurale
a ll a presenza de lle varie sporti-
ve salesiane de lla città. C'erano
tutte: calc io, bas ket, at letica,
vol ley, pattinagg io, ae rob ica,
karate, tae-kwon-do, ju-justu
fino ag li ad ulti de ll a g innast i-
ca. Le at lete cle ll 'A uxilium di
Genova hanno ingentilito la
I Sabato 11 ottobre 1997:
2500 persone
presenti alla festa
di inaugurazione.
manifestaz ione con il loro
saggio di g innast ica ritmi ca.
U na settimana d i fe sta e cli
ga re che ha nno av uto il c lou
de ll a pa rtec ipaz ione quando
si sono affro ntate nel campo
di calcio le vecchie g lorie cli
Genoa e Sampdoria. Il cen tro
sportivo cl i Samp ie rclarena è
vivo, anzi v ivissimo con la
frequentazione di circa tremi-
la atl eti la settimana.
MARZO 1998 11S

1.7 Page 7

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si appass ionano, sempre p1u
poeti in erba vi si cimentano.
La manifes taz ione si colloca
ne l so lco della più c lass ica
tradi zione sales iana e non è
solo un gioco letterari o: ne ll a
intenzione degli orga ni zzatori
l' ini ziati va è per valori zzare e
incrementare gli aspetti pos i-
SALESIANI
ti vi dello stare insieme, de l
E CULTURA
confrontarsi, del di alogare, del-
1' aiutarsi a capire la vita e le
D a J9 anni l'opera salesiana sue prospetti ve.. . Non per
di Vas to solenni zza Don Bo- null a la rassegna è inseri ta
sco con iniziative che trava li - nell 'ambito dei fes tegg iamenti
cano ormai i confini della c it- cli Don Bosco. Offri amo un
tadina. La rassegna di poes ia esempio dalla rassegna cie l
è una di queste. Mi gliaia d i 1997: Alla Fon tana Medioe-
compos izioni giungono da tut- vale d i N un zio Chi occhi o -
ta ftalia, ma la cosa era co- Roma.
minciata in sordin a e con Vetus ta fontana I che canti da
qualche ti tubanza, come al so- secoli , I perenne zampillo I
lito. Era il 1980 quando a Ezio sotto le arcate di pietra I e al
Pepe, cooperatore sales iano tramonto/ cogli /' ultimo rag-
innamorato di Don Bosco, ven- gio, I lama di lu ce I penetrata
ne in mente di lanciare un nei muschi , I da i meandri
"ce rtamen" letterari o per pro- della memoria I fa i emergere
muovere la cultura regionale, voci I e immagini del passato:
ri scoprendo l' uso del ve rna- I donne dal capo ere flo I sotto
colo. Nacque così la " Rasse- la conca di rame; I mietitori
gna di poesia d ialettale abruz- inondati di luce, I le labbra
zese", che ne l corso degli an- riarse I sul cecero di argil-
ni è andata ass umendo pro- la ... I E gridi. I Gridi di fan-
porzioni sempre più vas te: ciulla , I di rondini, I e voli di
ora c'è anche la sezione in fa ,fa lle. I A chi dirai, domani ,
lingua. Sempre più persone ci I la solitudine di oggi?
BURKINA FASO
UNA SCELTA
TERRIBILE
Al centro socio sanitario " Oa-
sis J.B ." a Koudougou, che
ospita le madri de i bambini
malnutriti coi loro piccoli in
peri colo di vita, c fe rmento.
La stag ione delle piogge è
imminente ed esse devono
tornare ai mi seri vill agg i per
dedi carsi ai lavo ri de i campi .
Vorremmo opporci per salva-
re i bambini , ma comprendi a-
mo con sconcerto e sconforto
che è imposs ibile, non possia-
mo obbligarl e a restare: la
donn a deve baciare a i fi g li :
nutrirli , vestirli , curarli . Tutti
deve servire, sani e/o am ma-
lati . E qu ando a queste sven-
turate capita d i dover operare
un a scelta terribile, qu ella di
sacrifi care un o de i loro fi gli ,
quello ammalato, per fa r vi-
vere g li altri tre, qu attro o più ,
lo fanno , magari con la morte
ne l cuore, ma lo fa nno . Si può
imm ag inare con qu anta soffe-
renza. La dura legge de lla se-
lezione non concede sconti .
Così si vive in Burkina Faso .
I ragazzini del centro,
anche loro sono
impegnati accanto
agli adulti. .. e
approfittano delle pause
per prendersi un po'
di svago usando
gli stessi strumenti che
adoperano per lavorare.
MEN022
.'ti~'ìl'i'i\\i1!1i1l1l\\I\\Il'"
POSTE
VAT ICANE
fi;
!IONlfAC\\VS IX
Terza busta delle Poste Vaticane:
Urbano VI e Bonifacio IX.
IL GIUBILEO DELLO SCISMA
Dopo il Giubileo di metà secolo (1350) avvenimenti fu -
nesti interessarono la Chiesa, primo fra tutti il Grande
Scisma d'Occidente. La cosa iniziò con la nomina ad
antipapa di Clemente VII , sede Avignone, mentre Ro-
ma eleggeva Urbano VI che prendeva possesso della
sede naturale dei papi . Indice di una confusione a tutto
tondo anche ai più alti livelli , tanto che alcuni santi si
sct;iierarono con Clemente , altri con Urbano !
Fu dunque un Giubileo travagl iato quello di fine secolo. I
seguaci del papa avignonese ebbero !'interdetto a par-
tecipare alle celebrazioni giubilari del pontefice romano .
Conseguenza: la drastica diminuzione del numero dei
romei sia ultramontani che della penisola.
L'anno di promulgazione fu il 1390. Perché dieci anni
prima della scadenza naturale? Papa Urbano era stato
folgorato da un 'altra idea: celebrare la ricorrenza giubi-
lare ogni 33 anni , in ricordo degli anni del Signore. Solo
che quando il pontefice concepì l'idea la scadenza era
già trascorsa. La data ubbidisce dunque più a ragioni
politico-sociali che religiose: ricompattare la Chiesa la-
cerata dallo scisma, ridare lustro alla città eterna, ricon-
ciliarsi con i fedeli .
LA PASSATA DEI BIANCHI
Un 'altra basilica fu aggiunta all'itinerario penitenziale
precedente , con sommo gradimento del popolo , quella
di Santa Maria Maggiore. In questo modo prese vigore
la tradizione delle quattro basiliche maggiori romane ,
che resteranno nella memoria collettiva come stazioni
penitenziali privilegiate.
Urbano VI non poté gioire del Giubileo che toccò al suc-
cessore Bonifacio IX celebrare con tedeschi , ungheresi ,
polacchi ; gli altri erano di parte clementina. Tuttavia non
restò senza frutto : generò un movimento di rinascita spi-
rituale tra i fedeli , a riprova che non tutti i mali vengono
per nuocere. Turbe di pellegrini in cappa bianca invasero
Roma, desiderio manifesto di purificazione, di rinnova-
mento. Non si trattava solo di popolo , tra "i bianchi" c'e-
rano principi e vescovi , autorità civili ed ecclesiastiche.
La "Passata dei bianchi ", come venne chiamata, vista
dapprima con inquietudine, conquistò in seguito anche
il papa. Un Giubileo nato sotto cattiva stella produsse
ugualmente grandi benefici spirituali e di rinnovamento .
BS MARZO 1998

1.8 Page 8

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l00annifa
Continua la nostra sbirciata curiosa sul BS di cento anni fa.
Il numero del marzo 1898 annuncia già in copertina
la grande esposizione in allestii/lento a Torino
sulle "benemerenze della Chiesa Cattolica in A merica".
Non pote11do riportare l'intero articolo
(due pagine e mezza fitte fitte) ci acconte11tialllo di riferirne
per solllmi capi il contenuto ... con qualche sottolineatura.
li frontespizio del Bollettino Salesiano del 1898.
Si tratta della "Esposizione di Arte Sacra" delle missioni
cattoliche cl' America definita "opera colossale" di cui
"mai in Italia s'è vista uguale e per la novità e per I' ar-
ditezza cieli' impresa". Interessante il quadro geopolitico
presentato. L'articolo, non fi:rmato, ma può trattarsi del
direttore del BS , prospetta l'America come "il regno de i
missionari", e in questo regno i salesiani sono pars magna,
soprattutto al presente , anche se i primi grandi evange-
lizzatori furono ji-ancescani, domen icani e gesuiti (chi
non ricorda il film Mission e le storiche reductiones ?
n.d.r.). "Il regime di libertà civile stabilito nelle diverse
repubbliche del Nuovo Mondo si deve alla Cattolica
Chiesa". L'affermazione è sorprendentemente coraggio-
sa in un secolo di anticlericalismo c!iffì,1so.
L'articolo sottolinea con forza le benemerenze della
Ch iesa e dei cattolici, a cominciare dal suo scopritore,
Cristoforo Colombo, definito "pio e fervente cristiano" .
Del temerario navigatore il brano riporta , a conferma
della tesi, qualche /rati o del testamento, notando che il
grande navigatore intraprese il fortunoso viaggio per
motivi non certo profani: egli voleva accumulare denaro
a ffi ne di " liberare Gerusalemme!" , un intendimento, co-
me si vede, profondamente cattolico e romano!
L' articolo, dopo aver ricordato la bolla del 1537 di papa
Paolo lii, che imponeva di non ridurre gli indigeni "uo-
mini ragionevoli e liberi" in schiavitù , osanna il lavoro
dei missionari salesiani svolto "attraverso vergini fo re-
ste" e "nella solitudin e della immense pampas", guadc111 -
do "rapidi fiumi, torrenti impetuosi, mari burrascosi, af
fidandosi ora a ji-agili canotti , ora al nuoto sempre i11fi-
do", spesso uccisi dalle malattie o "impalati" dalla fero-
cia e dalle incomprensioni di chi non li capiva o aveva
altre n·ure che quelle del'evangelizzazione .
Da souolin eare infine la prospettiva con cui si narra la
storia: si scopre un pezzo esemplare di "storia educati-
va", come la voleva Don Bosco' L'articolista parla di
popolazioni che "mantengono costumi morigerati, ama-
no la temperanza e la vita di famiglia!" ... Siamo ben lon-
tani, come si può notare, dalla retorica di "arrivano i
nostri" o dal' altrettanto stantio luogo comune del "buon
se lvagg io " .
MARZO 1998 BS
SUCRE (BOLIVIA)
LA SALESIANA
COSTRUTTRICE
Le a uto rità locali sanno c he
non s i arrende fac ilme nte. E
suor Amaya R azquin , di ori-
gine spagnola ma da 22 an ni
in Bolivia, continu a a sognare
un quarti ere più um ano e d i-
g nitoso per la ge nte e per le
giova ni donne in particolare.
Da a nni ins ieme alla com u-
nità anim a il centro Hogar
Maria Mazzarello per le g io-
vani campesinas della zona.
Ora ha avviato la costru z ione
di un intero vi ll aggio per le
fa mi g lie c he non ri esco no a
trovare ospita lit/1 ne ll a vicina
città d i Sucre. Proprio durante
la ricerca de l te rre no adatto
per la fabb ri cazione de ll e ca-
se, suor Amaya venne a cono-
scenza di un a località , non d i-
s tante dalla città, il c ui suo lo
era ricco di arg ill a . S i sa c he
da idea nasce idea ... e così,
contemporaneamente al pro-
getto del v illagg io studiò il
modo di poter utilizzare que-
sta ri sorsa natu ra le del lu ogo.
Grazie a un finanziamento del-
la c ittà di Navarra, un centro
profess ionale di prod uz ion e
del la ceram ica fu inau g urato
due an ni fa. Q uesta nuov a
realtà permise a non poch i ra-
gazz i e ragazze de l ba rri o di
comple ta re la propr ia forma -
z ione di base per poter acce-
dere a l mondo de l lavoro.
Suor Amaya a Sucre.
I Alcuni ragazzi
dell'oratorio da dove
è partita la spedizione
tra i lebbrosi, di cui
si parla nella notizia.
ANONIMO... PER
NON OFFENDERE
È capitato l'estate scorsa ...
P referi sco non scri vere nomi
indi care luog hi , pe rché
molta gente non ci fa be ll a fi -
g ura. Ero in viaggio per un
giro tra i vi ll agg i deg li amma-
lati d i le bbra, a portare aiuti e
conforto. Ad un tratto il fur-
gone, a causa del te rreno intri-
so d'acqua per le abbondan ti
piogge, si è piantato e non
c ' era verso cli farl o ripartire;
anzi s i affossava sempre di
più a di spetto di tu tti g li sfo r-
z i. Non rim aneva c he c hi ede-
re socco rso a l v ill aggio più
v ic ino, d istante un a manciata
di minuti. Sorpresa : nessuno
di quei robusti montanari ha
vo luto scomodars i a piedi
col proprio mezzo, per
pa ura di rimanere invisc hi ati
ne l fango. C he fare? C hi edere
aiuto a i lebbros i? Assu rdo; e
poi di tavano ancora almeno
un ' ora di moto ... Ma quando
non hai a ltro c ui aggrapparti, ti
butti anc he sull 'ass urdo. Così
sono andato a c hi edere ai uto
a i lebbrosi. Sono arr ivat i, s u
un vecc hi o motoca rro a tre
ruote , una dec in a di pe rsone i
c ui pied i, quando non sono
artificia li , so no ridotti all a so-
la pa rte de ll a cav ig lia, com e
d ire c he la pi a nta del la scarpa
è. .. v uota, e le mani ... a pez-
z i. In breve: c i tira fuori de ll a
ge nte se nza p ied i e senza ma-
ni , m anovrando un motocarro
a tre ruote. A ll a faccia d i q ue lli
de l vi ll agg io v ic ino che ...
scoppiavano di sa lute ... e di
egoismo ! Mi è tornata sponta-
nea in mente la famosa frase
di san Paolo: "Quando sono
de bole è all ora che sono forte,
perché nella mia de bolezza r i-
sp lende la tua poten za, o
Dio! ". Don Tonetto

1.9 Page 9

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Cinquant'anni di solenni dichiarazioni,
cinquant'anni di solenni disattenzioni.
DEI DIRITTI
di Silvano Stracca
I tre quarti del pianeta
sono pieni di violazioni
dei diritti umani:
nessuna nazzone
ne è esente. Eppure tutti
si riempiono la bocca
della magica espressione,
una delle più usate
nelle sedi istituzionali.
Parn ie, parole, parole. Cin-
quant 'anni di dichiarazioni,
convenzioni, patti, protocolli,
accord i internazionali . Un fiume di
proclamazioni solenni , di affennazio-
ni di principio, di strumenti gi uridici
vincolant i. Un filo rosso che attra-
versa l' ultimo mezzo secolo di sto-
ria , segnando una svolta dopo tante,
aperte violazioni della dignità di sin-
goli individui e di intere popolazioni.
I
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate
dalla presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza ,
colore, sesso, lingua, religione, opinione politica ... (Id. art. 2, comma 1).
I Tutti gli esseri umani nascono
liberi ed uguali in dignità e diritti
(D.U.D.U.) art. 1) .
L1UNIONE SOVIETICA
SI ASTENNE
Cinq uant 'anni fa, il 10 dicembre,
a San Francisco, l'assemblea gene-
rale delle Naz ioni Unite promulga-
va la Dichiarazione universale dei
diritti del!' uomo. Una pietra miliare
che, dopo la tri ste esperienza della
guerra, riconosceva gli stessi diritti
a tutti gli uomini e a tutti i popoli.
Un documento approvato con 48
voti favorevoli, nessuno contrario e
8 astensioni. Significativa quella del-
1'Unione Sovietica. Indicava l'estra-
neità de l regime comunista alla tra-
dizione liberaldemocratica occiden-
tale, della quale la Dichiarazione era
es pres s io ne.
Nel preambolo si legge un 'affer-
:11az ione che ha resistito alla prova
del tempo: "Il riconoscimento della
dignità inerente a tutti i membri del-
la fami gli a umana e dei loro diritti,
uguali ed inalienabili, costitu isce il
fondamento della libertà, della gi u-
ns MARZO 1998

1.10 Page 10

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I " Qualunque sia la definizione
di uomo essa è uguale per tutti "
(Cic. De /eg. 1.10).
CINQUANT'ANNI DI DOCUMENTI
Atti generali
Dichiarazione universale dei diritti del-
l'uomo (1948)
Patto internazionale relativo ai diritti
economici , sociali e culturali (1966)
Patto internazionale relativo ai diritti ci-
vili e politici (1966)
Protocollo facoltativo per l'abolizione
della pena di morte (1989)
Lotta contro la discriminazione
Convenzione sull'eguaglianza di remu-
nerazione tra uomo e donna (1951)
Convenzione contro la discriminazione
nell'impiego e nelle professioni (1958)
Convenzione sull'eliminazione di tutte le
forme di discriminazione razziale (1965)
Convenzione sull'eliminazione e sulla re-
pressione del delitto di "apartheid" (1973)
Convenzione per la parità di trattamen-
to tra i lavoratori dei due sessi (1981)
Convenzione sui diritti dei popoli indige-
ni e nativi nei paesi indipendenti (1989)
Genocidio, crimini di guerra, crimini
contro l'umanità
Convenzione per la prevenzione e re-
pressione del crimine di genocidio (1948)
Convenzione sull 'imprescrittibilità dei cri-
mini di guerra e contro l'umanità (1968)
Convenzione contro la tortura ed altre
pene o trattamenti crudeli , inumani e
degradanti (1984)
Schiavitù, tratta di esseri umani, la-
voro forzato
Convenzione per la repressione della
tratta di esseri umani e lo sfruttamento
della prostituzione (1949)
Protocollo emendante la Convenzione
relativa alla schiavitù firmata a Ginevra
il 25 settembre 1926 (1953)
Convenzione per l'abolizione della schia-
vitù e della tratta degli schiavi (1956)
Convenzione per l'abolizione del lavo-
ro forzato (1957)
Stranieri, rifugiati, apolidi
Convenzione sullo statuto dei rifu-
giati (1951)
Protocollo relativo allo "status" dei rifu-
giati (1967)
Convenzione sullo "status" degli apo-
lidi (1954)
Convenzione per la riduzione dei casi
di apolidia (1961)
Lavoratori
Convenzione sulla libertà sindacale e
la protezione dei diritti sindacali (1948)
Convenzione sul diritto di organizza-
zione e negoziazione collettiva (1949)
Convenzione sulla politica dell 'impie-
go (1964)
Convenzione sulla protezione dei rap -
presentanti dei lavoratori (1971)
Convenzione sulle organizzazioni dei
lavoratori rurali (1975)
Convenzione sulla protezione dei diritti
dei lavoratori migranti e delle loro fami-
glie (1990)
Donne, bambini, famiglie
Convenzione sui diritti politici della don-
na (1953)
Convenzione sulla nazionalità della don-
na sposata (1957)
Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959)
Convenzione sul consenso nel matrimo-
nio e l'età minima matrimoniale (1962)
Convenzione sull 'eliminazione di ogni
forma di discriminazione nei confronti
della donna (1979)
Convenzione sui diritti dell'infanzia (1989)
Combattenti, prigionieri, civili
4 Convenzioni di Ginevra per il miglio-
ramento delle condizioni dei feriti e dei
malati delle forze armate in terra e sul
mare , sul trattamento dei prigionieri di
guerra, sulla protezione dei civili in
tempo di guerra (1949)
Protocollo addizionale alla Convenzione
di Ginevra sulla protezione delle vittime
dei conflitti armati internazionali (1977)
I "Di tre cose sono riconoscente
alla sorte: essere nato uomo e non
bestia , maschio e non femmina,
greco e non barbaro"
(Diog. Laert. 1,33).
stizia e della pace nel mondo". Da
così elevata premessa discendono i
principi e le libertà proc lamati ne l
1948 dall ' Onu. Un consesso in cui
era ancora marg inale la presenza dei
paesi afro-as iatici, secondari a e lar-
gamente condizionata quella delle
nazioni dell'America Latina.
MARZO 1998 BS
TRENTA ARTICOLI
DI SAGGEZZA
La Dichiarazione, trenta artico li
in tutto, inizia con le stesse parole
della Declaration des droits de
l' homme et du citoyen del ] 789:
"Tutti gli esseri umani nascono libe-
ri e uguali in dignità e diritti". Una
serie di diritti civi li , politici, econo-
mici , sociali, culturali. Dal diritto
alla vita e alla libertà al diritto all'e-
guag li anza davanti alla legge. Dal
diritto di asilo al diritto all e libertà
di pensiero, di coscienza, di religio-
ne, di opinione, di riunione. Dal di-
ritto al lavoro e al riposo al diritto
all ' abitazione, all ' istruzione, all ' as-
sistenza sanitaria, ecc.
L'evoluzione dei diritti umani,
che aveva contrassegnato i secoli
XIX e XX, trovava il suo punto
d'approdo nella Dichiarazione del
'48. Per la prima volta nella storia,
la maggioranza degli Stati ricono-
sceva la dignità della persona uma-
na presente in ogni uomo e donna,
quale che sia la sua nazionalità, la
sua razza , il suo credo religioso. La
Dichiarazione rappresentava, dun-
que, un punto fermo nella coscienza
dell ' umanità. Un punto di non ritor-
no. Uno st imolo ad and are avanti
su lla strada di una sempre più am-
pia reali zzazione dei diritti umani
con l'adozione di patti avent i valore
giuridico vincolante per tutti i popo-
li e tutte le nazioni.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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I " A mio parere la stessa natura dimostra che è giusto
che il forte sia al di sopra del più debole
e il più capace del meno capace " (Plat. Gorg. 483a-484).
" L' uomo è misura di tutte le cose"
(Plat. Teet. 151e).
PROLIFERAZIONE
Così da quella "magna charta",
nei decenni successivi, prenderanno
ispirazione altri, importanti, docu-
menti dell 'Onu che scandiranno il
cam mino dell'umanità sino ai nostri
g iorni . La dichiarazione su lla con-
cessione dell'indipendenza ai paesi
e popoli coloniali ( 1950). La dichia-
razione dei diritti del fanci ull o
(1959). La convenzione sull' elimi-
nazione di tutte le forme di discri-
minazione razziale (1965). Il patto
relativo ai diritti economici , sociali
e culturali , e il coevo patto relativo
ai diritti civili e politici (1966). La
dichiaraz ione per l'eliminazione de-
finitiva della farne e della malnutri-
zione (1974). La convenzione sul-
l'eliminazione di ogni forma di di-
scrimin azione nei confronti della
donna (1979), ecc. ecc. ecc.
La Dichiarazione del '48 influen-
zerà, contemporaneamente, numero-
se decisioni e raccomandazioni del-
le istituzioni specializzate delle Na-
zioni Unite per la cu ltura, il lav oro,
l' infanzia .. . Come pure un ' infinità
di atti delle varie organizzazioni re-
gionali . Ne ricordiamo esemplifica-
tivamente alcu ni . La convenzione
europea dei diritti dell ' uorno firma-
ta a Roma nel 1950. La convenzio-
ne americana dei diritti umani del
1960. La carta sociale europea del
1961. La carta africana dei diritti de-
g li uomini e dei popoli. L'atto finale
di Helsinki della conferenza sulla
sicurezza e la cooperazione in Euro-
pa, che preparò la "caduta dei muri " .
UN FALLIMENTO?
Molta strada è stata compiuta da
quel lontan o 10 dicembre 1948. Pro-
fondi mutamenti sono intervenuti
nella com unità internazionale. Pri-
ma, la nascita di tanti nuovi Stati
per effetto della decolonizzazione.
Poi, il ritorno alla libertà delle nazio-
ni satelliti dell'ex galassia sovietica.
Il mutato scenario avrebbe dovuto
assicurare un sostegno più vasto ,
quantitativamente e qualitativamen-
te , aJl a Dichiarazione rispetto a
quello delle origini. In realtà basta
scorrere l' ultirno rapporto annuale
di Amnesty International per vedere
come i diritti umani non vengano ri-
spettati in tre quarti del pianeta.
La convenzione per I'eliminazio-
ne di ogni discriminazione contro le
donne, per esempio, è stata ratifica-
ta da 160 paesi. Eppure la violenza
contro le donne, molte delle quali
subiscono maltrattamenti dalla culla
all a tomba solo a causa del loro ses-
so, è attua lmente la violazione dei
diritti umani più diffusa nel mondo.
Pochi dati agghiaccianti danno già
un ' idea di questa "apartheid del ses-
so". Lo stupro come arma bellica è
stato documentato, negli ultimi anni,
in sette paesi. 130 milioni di donne
e ragazze di almeno 28 paesi , preva-
lentemente africani , hanno subito
forme di mutilazioni genitali. Ogni
anno oltre un milione di minorenni ,
per lo più bambine, è costretto a
prostituirsi, soprattutto in Asia.
MA UNA VOCE SI LEVA...
Nel messaggio per la "Giorn ata
mondiale dell a pace" 1998, il Papa
ha levato la sua voce contro subdoli
tentativi di distorcere deliberata-
mente i contenuti della Dichiarazio-
ne del '48. "S u quest'anniversario",
scrive, "pesano le ombre di alcune
riserve manifestate circa due carat-
teristiche essenziali della nozione
stessa di diritti del! ' uomo: la loro
universalità e la loro indivisibilità".
Due principi guida che van no riaf-
fermati "vigorosamente" per respin-
gere " le critiche di chi tenta di sfrut-
tare l'argomento della specificità
culturale per coprire vio lazioni dei
diritti umani , come di chi impoveri-
sce il concetto di dignità umana, ne-
gando consistenza gi uridica ai diritti
economici, sociali, cu lturali ".
Giovanni Paolo II chiede concrete
iniziative per arrestare il dilagare di
tutte le forme di violenza. E invita a
un "arduo lavoro ed ucativo e di pro-
mozione culturale". Affinché in
ognuno non manchi la " consapevo-
lezza che g li esseri umani sono tutti
eguali in dignità" e " meritano il me-
desimo rispetto" . La sfida per il
duemila è pronta.
Silvano Stracca
BS MARZO 1998

2.2 Page 12

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DEDICATO ALLA VITA.
Graz ie, c he mi in viate la vo-
stra rivi sta. L ' attendo ogni
mese ansiosa d i leggere le
cose belle c he ci so no sc ritte.
Vi in vio poche ri ghe dedi cate
all a vita . .. all a vi ta che co-
munque sia, carica di gioia o
di dolore, è un a gran fort un a
aver la ricevuta .. .
Condito da un mesto paesag-
gio piovoso / il giorno decli-
na/ assaporo la vita col sole
che va. / Può mancarmi que-
sto, que ll o / l'amicizia, il la-
voro ... / Ma la v ita no. / La
te ngo stre tta. /
La gusto/ ne attendo un ' altra...
Rosalia
Cara Signoralina, ci sforzia-
mo di scri vere cose belle. Non
sempre ci riesce: ci sono in
questo mondo cose non pro-
priamente esaltanti. Ma lei ha
ragione da vendere quando
afferma che il dono più gran-
de, al di di tutti è la vita.
Lei è una delle rare persone
che non spara subito che il
dono piiì grande è l'amore.
Lei è andata alla radice ... Ed
è interessante quello che at-
tende: ancora una volta non
l' amore, la solidarietà , la
giustizia ... ma, guarda caso,
un' altra vita. La signora sl
che se ne intende!
CHIESE NEGLI OSPEDALI.
La lettera di Nello Governa-
tori ci parla della necessità di
" ... dare una chiesa anche al
doppio ospedale d i Sant ' E u-
ge ni o (EUR), perché ne è
pri vo e pe r chiesa si usa un
bug igatto lo pri vo di ogn i pos-
sib ilità di svo lge rvi fun zioni
decenti. Mi sono fatto promo-
tore, continua , scrivendo a
tutte le autorità re li giose con
raccomandata A/R, [... ] ma
giu ro di non aver ri cev uto al-
cuna ri sposta [.. .] Non ho
chi esto pe r me, ho chies to ri-
spetto e dignità per l' Onnipo-
te n te " .
Nello Go vernatori, Roma
Ca ro signor Governa/ori, è
che, purtroppo, da soli si è
nessuno! Brutta cosa quella
che scrivo , ma non ho altri
elementi per SC/'ivere il con-
trario. In più , la hurocrazia è
un nohile animale con qual-
che difetto. è un po' guercio,
un po' sordo, un po' zoppo,
un po' tardo... Cioè: bisogna
essere in tanri , far la voce
grossa , spingere con mezzi
adeguati, f ar capire attraver-
so sistemi speciali.. non mi
chieda quali, non lo so! Se
può esserle d' aiuto le posso
dire quello che penso e cioè
che forse il Signore non ha
bisogno di chiese, templi, ecc.
visto che la prima volta che è
venuto s'è accontentato di
una stalla...
LA CHIAVE DELLA BJB-
BIA. Caro BS , io so no con-
vinto cl i ave re la chi ave cl i le t-
tura dell a Bibbia [. .. ] Dio
aveva programm ato un a so la
coppia, non tanti uom ini [... ]
Ogni esse re che vive sull a
te rra era des tin ato a "gene rare
se stesso", in eterno. Il pecca-
to vuol di re che l' uomo non ge-
ne ra più se stesso, ma un altro
uomo, e così ecco la mo lteplici-
tà. In realtà, pe rò molte plic ità
significa " ind ipe nde nza" . Se
Adamo ed Eva non avessero
peccato no n sare bbero esistiti
altri uomini con un loro pe n-
siero. Dio ha c reato i corp i,
non la mente, la me nte e ra
programm ata pe r esse re uni ca
[... ] Gesù doveva riportare
l' um anità all a identità orig i-
naria, ali ' unità dell a co pp ia e
dell a mente. Lui stesso si pro-
clamò " il Figlio dell 'Uomo",
dell' unica coppia ...
Il Sen ·o del Signore (s ic!)
È proprio vero che il mondo è
bello perché è vario! Caro si-
gnor Girolamo (p rendo il no-
me dal mittente sul re/robu-
sta ), il suo pensiero, se l'ho
ben interpretato - non è stato
affatto fa cile districarsi tra le
tante cose che ha scritto in
quattro fitte pagine -farebhe
venire i Gapelli bianchi anche
al più sprovveduto dei teologi
e probabilmente anch a qua-
lunqu e onesto eredente. Co-
munque , pensi bene a quanto
ha scritto e vedrà , che riusci-
a convincersi della saggez-
za della Chiesa , che rivendica
il diritto ad essere l'unica ve-
ra interp rete della Bibbia'
SU I COADJUTORI. Ge ntil e
redazione, vorrei spezzare una
lancia a favore de l term ine
" coadiutore". Non solo sono
d ' accordo di non dare al vo-
cabolo il significato di "ser-
vo" o "subordinato", ma vado
oltre, affermando che il te nni-
ne ricev e luce e ril evanza dal-
le pag ine dell a Bibbia. Scor-
re ndo San Pao lo, leggo che
spesso si dilu nga nell 'e log io
de i suo i "coadiutori" o co ll a-
boratori . Anche il ling uagg io
ecc les iasti co assoc ia il te nni -
ne a nomi di grand e ril ev an -
za; così parla ad esempio di
vescovo-coadiutore, vescovo-
a usili are. E agg iungo c he le
du e famose colonn e de l so-
gno cli Don Bosco, e ucares ti a
e ri conc ili az io ne, sottol ineano
ancor d i più l' importan za de l
salesiano coadiu tore, c hi ama-
to, con la sua testimonianza e
la sua paro la, a predi sporre i
c uori pe r un a buona ricez io ne
di ta li sacrame nti.
D. Cesare, SDB
Nulla da eccepire, caro c/011
Cesa re. Sono pitì che cl' accor-
do sull'importanza dei coa-
diutori a tutti i li velli. So del
loro genio , della loro profes-
sionalità , della loro f edeltà a
Don Bosco e alla regola, del-
la loro laboriosità .. . Cerro ne
ha scomodati di "pezzi da no-
vanta" per "difendere" i coa-
diutori , i quali peraltro per
quel che conosco, si difendo -
110 egregiamente da soli .
CORREVA L'ANNO 1935 .
La sto ri a di Alessandro (BS
ottobre '97), che dorme al c i-
mitero mi ha fatto un po ' sor-
ridere. Anch ' io ho dorm ito
nel cimite ro. Era il 1935 , 24
an ni, so ldato cooptato a parti-
re per l' Abi ss inia ond e proCL1-
rare un im pe ro a Musso lini .
Ci trasferi rono da Formi a a
Be neve nto a piedi. Una sera
c i sorprese un temporale pau-
roso . Im poss ibil e monta re le
tend e. No n c ' erano paes i nel-
le vicinan ze eccetto ... un ci-
mite ro. Dilemma: o prend ere
l' acq ua c he sembrava ve ni sse
con rabbi a in fe rnal e o condi-
vide re co i mo rti un posto al
rip aro. Così con alc uni com-
mi Iitoni fo rza mmo il cancel-
lo, cercammo i locu li vuoti
e... li occupammo militar-
mente! Dormii come un ghiro
senza altri disturbi : i morti
non fanno rum o re. A l mattino
saluta i i miei v icini : una don -
na a ncor gio vane c he sembra-
va mi so rridesse da ll a foto e
un uomo con un barbone bian-
co a ll a naza re na ... Li rin g ra-
ziai dell a loro compag ni a così
di screta e ripres i il viagg io
co l mio plotone .. . C he c'è di
così straord inar io? E poi ,
av re i vo luto vede re certi pavi-
di g iovanotti di oggi ...
Osvaldo, Savona
Di straordinario, signor Osval-
do, c' è che il suo è staro un
caso eccezionale , quello di
Alessandro, menino de rua
del Brasile, è abituale. Il lo-
culo per lei .fì, il rifì1gio di
una notte per lui è la casa di
una vira... ammesso che ce lo
lascino e non l'ammazzino
prima. E c'è un 'altra nfles-
sione da far e: casi di questo
genere marcano circostanze
non solo eccezionali ma quasi
sempre anche tragiche. A lei
è capitalo durante la guerra
in fase di trasferimento, più
di sessc111r'annifa . A lui capi-
ta rutti i giorni, oggi: è in
guerra perp etua. Via, non mi
di ca che 11011 comprende la
differenza' E lei mi insegna
anche che di _fi-onte alle ne-
cessitcì vitali, non esistono i
pavidi, a rutti sboccia un cuo-
re da leone .
CIOÈ & CO. Caro direttore, a
proposito di stampa per gio-
van i, mi rife ri sco al bell ' arti-
colo di Chine llo, ottobre ' 97 ,
che fi nalme nte ha fatto il
punto su certe letture dei no-
stri giovani. Le allego un sag-
gio , "CIOÈ GIRL", giudic hi
le i. Non le semb ra un fo toro-
manzo dove i g iovani sono
a ll o sba ndo, so li con se stes-
si? Accanto a loro non fi g ura
MARZO 1998 BS

2.3 Page 13

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proprio ness una person a adul-
ta, né da lle loro bocche esce
una qual che fra se che alluda
anche lontanamente a un mon-
do superiore, spiritual e, so-
prannaturale... Quale esem-
pio può trarre un giovane da
quell e fi g ure, da quell e paro-
le, ei a quel mondo, fatto di
cose e persone da conqui sta-
re . .. di vestiti provocanti, cop-
pie temporanee, loca ii snob,
spiagge, discoteche, sale gio-
chi , moto ... Come si fa a pen-
sare che sia questa la vita?
Che ogni cosa si affro nta se-
condando gli istinti ? al cli
di ogni morale? Queste pub-
blicazioni vanno messe al ban-
do, proibite, perseguite . . . de-
vono ritornare le class ific he
di un tempo: "sconsigli ato",
"escluso" "solo per ad ulti" [. .. ·1
isogna stampare pubblica-
zioni costrutti ve, eduoative,
che diano impul so all a retta
form azione dell a personali tà.
Liliana, Trieste
Cara signora, che dire? Mi
sembra acuta e pertinente
l' osservazione che in certi fo-
toromanzi per giovan i i pro-
tagonisti sono solo g iovani ,
mai l'ombra di un adulto, se
non per essere criticato, mai
una ji-ase aperta al'infinito ,
mai un problema vero se non
quello di amori andati a ma-
le, di flirt lasciati "scappa-
re", di ragazze/i non aggan-
ciati... vede, i giovani pur-
troppo vivono guardandosi al-
lo specchio e crescono cosi'.
Nel loro orizzonte difficilmen-
te entrano altri. Ma attenzione,
siamo seri. lo 11011 conosco
molti giovani cosi'. Conosco
invece molte ri viste cosi, co-
me quella che lei mi ha man-
dato. . e, può gi1.1rarci, non
vengono stampate dai giova-
ni , ma da gli adulti. "Cioè
giri" è una ri vista "per" i
giovani non "dei" giovani. E
dunque p er un giudizio com-
pleto hisogna mettere anche
questo a bilancio, non le pa-
re ? In somma non sarei cosi
pessimista sui giovani, lo so-
no 1111 po' di più sugli adulti .
PER I COOPERATORI. Ri-
ceviamo e pubblichiamo an-
che il hig lierto di un "coope-
ratore", il signor Alessandro
Cris<{/itlli (spe riamo di aver
interpretato hene la minutis-
sima scrittura con cui ci ha
gratificato), via Littore Ra-
gusa 22, 90144 Palermo, che
chiede l'enga puhblicato un
suo appello ad altri coopera-
tori con i quali intenderebbe
confi·ontarsi sugli impegni pre-
si con la prom essa. La cosa
può essere certamente utile.
Caro Direttore, desiderando
confrontare con altri la mia
es peri enza di cooperato re sa-
les iano, mi permetta di chie-
derle di pubbli care un in vito
rivolto a cooperatori e coope-
rat ri ci che abbiano già emessa
la promessa o che, termin ata
la formazione, sti ano per emet-
terla, perché mi scri vano. La
puntualizzaz ione si rende ne-
cessaria perché ad una mia
precedente lettera al BS , ri sa-
lente al mio periodo di prepa-
razione alla promessa, ri spo-
sero solo tre CCSS , p una
pletora cli persone del tutto
estranee alla associazione e per
nulla interessate a farne parte
o a conoscerl a. La qual cosa
conferma l' impress ione della
scarsa conoscenza che di essa
si ha dentro e fuori la famiglia
sa les iana. In ogni caso assicu-
ro a tutti una risposta ed il ri-
cordo nella preghi era e nel-
!'e ucarest ia.
Alessandro, Palermo
Non ci è staro possibile pub-
blicare tutte le /et/ ere per-
ven1.1te i11 redazio11e. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla ri.1p os1a personale.
APPELLI. «Raccol go carto li-
ne, immagini , foto , dipinti e
sculture che rappresentano la
Vergine Maria (anche nel-
l'ambito della Santa Fami -
gli a) , sia in Italia che all 'este-
ro . Oltre a quelle dei santuari,
mi inte resserebbero anche raf-
figura zioni meno conosc iute,
nei monasteri , ne ll e edicole
sacre, nelle chiese e venerate
solo localmente. Ringrazio
anticipatamente ch i vo rrà ai u-
tarmi » (Ema nuela Casclf/o ,
piazza Prandina, 7 - 350 10
San Pietro in Gù, Padova).
«Cerco santini cli vecc hio
stampo e cli ogni provenienza.
Sono co llezionista eia molti
anni » (Fabio Galli, via Cara -
ceni, 4 - 66026 Ortona) . «So-
no un ap passionato co ll ezio-
ni sta cli immaginette. Se me
ne manciate mi farete fe li cis-
simo. Vi mando quell a ciel
Croc ifi sso e di Mari a dei Mi-
raco li , protettori del mio pae-
sino (Giovanbattista Trun ca-
li, via Rocche , 8- 920 10 Ca /-
tabe/lotta, Agrigento). «Sa lve!
Mi chi amo Cristina e ho 27
anni . Sono studentessa uni-
versitaria, amo l' archeo log ia,
la scultura e la foto grafi a.
Amo viaggiare e impegnarmi
nelle atti vità de lla mia parroc-
chia. Ho una sorell a geme ll a
e un fratello. Desidererei cor-
ri spondere con ragazze cli al -
tri paesi (specialmente Messi -
co, Zaire, Canada, Antille, Au-
stralia). Ri sponderò in itali a-
no, francese, ingl ese. Ri spo-
sta ass icurata! » (Cristina Bar-
beris, via Sassa, 4 /6 - 67018
Co lle Sassa, L ' Aquila). «Mi
nombre es Roberto, tengo 19
anos. Estuclio y trabajo , soy
coorcl inator de los monaguil-
los de N uestra Senora ciel
Cam1en. El motivo de ésta
carta no es solo para hacerles
Ilegar mis saludos y fe li cita-
ciones, sino también para per-
clirles que por favor den a co-
nocer mi nombre y clireci6n
para que toda aquel la persona
que qu"iera tener una ami stacl
conmi go lo puedra hace r. E-
spero rec ibir muchas cart:as»
(Roberto Sayago, Em ilio Ro-
sas 152 - 8000 Bahia Bianca,
A r g e n tin a).
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni,
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sen:ipre la vec-
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MARZO 1998

2.4 Page 14

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Ogni anno marzo risveglia la coscienza di un problema non
.r
DONNE AL BIVIO
DEL TERZO MILLENNIO.:··~~!
-~ .
di Miela Fagiolo D'Attilia
Al semaforo scatta il
verde, la macchina dietro
già sollecita la partenza,
il cellulare squilla
dal fondo della borsa:
"Domattina in ufficio
presto, sia puntuale", sul
sedile accanto il bambino
fa i capricci per avere
la merendina, persa in
chissà quale dei pacchi
della spesa accumulati
nel portabagagli...
A metà pomeriggio,
la giornata è ancora
piena di cose da fare.
D avvero 24 ore sembrano trop-
po poche per una donna che
si divide tra casa e lavoro:
secondo un a recente inchiesta per
quattro italiane su dieci il tempo è
diventato una gabbia troppo stretta
per fare fronte agli impegni de l pa-
linsesto quotidiano sempre più inta-
sato. Eo. ecco che molte sognano
una giornata di 28 o addirittura 30
ore, magari soltanto per potersi rita-
gli are qualche momento tutto per
sé. Quello dell 'emergenza-tempo è
diventato uno dei principali fattori
di stress, sia per uomini che per
donne, quasi una malattia sociale.
Con una differenza sostanziale pe-
rò: che buona parte delle donne in-
terv istate considera abbastanza scon-
tato dover pagare un prezzo (forse
più alto de l previsto) per mantenere
ruoli professionali faticosamente con-
qui stati in un a società competitiv a e
per d i piLt come la nostra.
MARZO 1998 8S
IL MINISTRO LIVIA TURCO
"Siamo in una fase in cui è asso-
lutamente visibile che il mondo ha
bisogno delle donne" dice Livia
Turco, Mini stro per g li Affari socia-
li, con la parete dietro la scrivania
rallegrata dai disegni del figlio Emi-
co, 6 anni. "C'è bi sogno di presenze
femminili significative, capaci cioè
di testimoniare va lori di cui tutta la
soc ietà ha bi sogno " prosegue il mi-
ni stro sp iegando che tra questi c
anche " la vis ione complessa di se
stesse che hanno le donne, ne l voler
concil iare la fam ig li a con l' impegno
professionale e sociale. Un carico
che costa molta fatica ma che con-
tribuisce a rendere più umana la vita
di tutti . Lo stress? Si può evitare
so lo con un a diversa organizzazione
social e in grado di consentire alla
I
Livia Turco, ministro per la Solidarietà Sociale e presidente
della Commissione pari opportunità, con suor Lilia Caporetti ,
presidente dell'Unione Italiana Madri Superiore.

2.5 Page 15

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ancora compiutamente risolto.
donna d i poter essere se stessa in
tutti i ruo li che ricopre. Bi sogna ar-
ri vare a defi nire un a organizzaz ione
del lavoro che non penali zzi la ma-
terni tà e la vi ta de lla fa mig li a, come
di fatto avv iene oggi. La società ha
bisogno dei valori che la donna espri-
me quotid ianamente, come ad esem-
pio la so lidarietà, la collaboraz ione,
la capacità d i relazione con gli altri ,
anche con i più deboli . Se si vuole
costruire una politica di sicurezza
soc iale e prevenire disagi e proble-
mi più macroscopic i, bi sogna che c i
sia un 'et ica sociale condiv isa, im-
prontata propri o a que i val ori di cui
le donne sono fo rte espress ione, dal
mondo de l lavoro a quello delle re li-
g iose, da l vo lontari ato all a po liti ca".
L'ARTE DI ARRANGIARSI
ell 'era " post" (moderna, ind u-
striale, ideo log ica, cultu rale e così
via) la donna ha imparato la lez ione
di Totò e de l suo "arrangiarsi" ri-
spondendo con docili tà e fa ntas ia
~J
l\\
{/
JJ ~
all e carenze di servizi di supporto
istituzionali, organ izzando le sue gior-
nate come un manager d ' azienda e
dando fo ndo alle doti di creatività e
duttilità ne l ricoprire ruoli d iversi.
Sempre all a ricerca d i un a nuova
imm ag ine di se stessa e de ll a defi ni-
zione di un progetto di vita a 360
gradi, de l tutto ined ito ri spetto alle
generazion i fe mminili precedenti.
U na sfi da affasci nante in cui il
Nobel Ri ta Lev i Montalcini (nel suo
libro "Elogio dell ' imperfezione") ve-
de quasi una "evo lu zione della spe-
cie", mentre la trasform azione pro-
cede stimolata dal! 'acce lerazione de-
g li eventi .
E per il c inema, la do nna emanci-
pata, sola, protagoni sta a caro prez-
zo de ll a sua vicenda umana è subito
" topos", caricatura d i vinc itrice o
vi nta, un po ' in bilico tra fi lm come
"Fiori d 'acciaio" e "Donne sull 'orl o
di un a crisi di nervi".
E c anche chi , come l' accademi-
co americano Franc is F ukuyama,
nel suo recente e d iscusso saggio
"The end of order" (La fine de l! ' or-
dine) analizza la cri si del mondo oc-
cidentale puntando l' indice co ntro
le conq ui ste raggiunte dall 'emanci-
pazione femminile. Ma, rispondendo
con un a domanda al prof. F uku-
yama, ci si chi ede se è possibile ad-
dossare so lo all e do nne la responsa-
bilità della cri si de ll a fa mig lia, del-
l'aum ento dei divorzi, dei figli nati
fu ori dal matrim onio e deg li aborti ?
O fo rse la nu ova imm ag ine della
do nna che ha dim ostrato cli poter as-
sumere responsabi Iità fo rti sia nel
pri vato (nel mondo, le madri ri sulta-
no a capo del 20% de i nuc lei fam i-
liari) che nell a vita pubblica (anche
se sono so lo 24 le donne che hanno
ricoperto o r icoprono la carica di
Capo di Stato o P remi er di governo)
fa paura?
BS MARZO 1998

2.6 Page 16

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ideo lo oica di " lotta" contro l' altro
sesso, 0oggi le nuove frontiere del-
1'emancipazione stanno mettendo a
fuoco ,il trabouardo di uno svilupp,o
più ampio della pe rsona umana m
collaborazione con tutte le altre com-
pone nti de lla socie tà.
Ma qu ali sono i nuovi scenari ne i
quali si gioca questa nuova scom-
messa al femminile (e non solo)?
LE METE DEL lii MILLENNIO
Dopo decenni di battag lie femmi-
niste, dopo fu ghe in avanti e bru-
sc he ste rzate, il te rzo mill e nnio s i
presenta come una formidabile oc-
casione stori ca pe r dare corpo al
progetto di un nuovo umanes im o al
fe mminile, poss ibile solta nto a patto
che ri esca a dive ntare un fenomeno
g lobale e ad esprimere non so lo le
proble mati che della minoranza de lle
donne occidentali ma anche de lla
maggioranza c he vive ne i paesi in
via di sviluppo.
Con diffe re nze enormi che le c ifre
raccontano eloquentemente: nel mon-
do il 67 % delle ore lavorative è
svolto dalle donne che guadagnano
il LO% degli uomini ; due terzi dei
900 milioni di analfabeti sono don-
ne· 120 milioni di donne hanno su-
bi[o mutilaz ioni sessuali che vengo-
no ancora praticate a 2 milioni di
oiovani ]' anno; 585 mil a sono le
~ittirne di parto all'anno ed , infine,
il tasso di vita med ia va dai 40 anni
pe r le c ittadine de lla Sierra Leone
agli 81 pe r le svedes i.
MADRE
ANTONIA COLOMBO
Mal borado la differen,za cli voci ed
esperienze che caratterizzano questa
variegata " metà del cielo" _si posso-
no cogliere alcuni eleme nti comum,
come spiega Antonia Colombo, Ma-
MARZO 1998 BS
clre oene rale de lle 16 mila FMA c he
con °1a loro presenza in molti ss imi
paes i cie l mond o fa nno esperi enza
dire tta delle più svari ate realtà dell a
condi zione fe mminil e: " La donna è
abituata a fare da ponte tra pubbli co
e priv ato e co nosce la fatica di ap-
partenere a mondi diversi c he po~
trebbero frammentarla, ma tra 1
quali più spesso riesce a c reare co-
muni cazione. Il senso di conc retez-
za dell a vita pe rmette alla donna cli
oenera re una nuova si ntes i c ultural e,
fondata sull a riv o lu zione quotidiana
di milioni di donne c he, in mi croco-
smi dive rs i, s i battono pe r la vita.
Penso ai racconti di tante sorell e mi s-
sion ari e - continua Madre Antonia
- c he trovano nelle comunità di ba-
se cli America Latina donne leaders,
che riescono a dare speranza a tutto
un popolo di poveri. Ho sentito di
donne africane, c he non hanno es ita-
to a prendersi cura dei fi gli d 'a ltri,
pur facendo la farne. In qualsiasi con-
tinente, in mome nti di gue rra, spes-
so sono le donne a spezzare l' odio
con il perdono e il dialogo . Vuol dire
c he hanno preso cosc ienza delle lo-
ro risorse e agiscono con l'amore in-
vece che con la violenza e il potere".
NUOVI SCENARI
Se è vero che il movime nto fem-
minista nordamericano ed europeo
sv iluppatosi nell ' arco di questo se-
colo sembra aver esaurito la fase
ELEON~Rf BA~BI_ERI .
Alcune mte ressant1 ri sposte c1
vengono dall a professo ressa Eleo-
nora Barbieri M asini , docente di
Previ sione umana e soc ial e presso
la Facoltà di Scienze Sociali de ll'U-
nivers ità Gregoriana di Rom a, che
da 20 anni conduce ri cerche sul
te ma anc he in paes i in via di sv ilup-
po. "Il movimento femminista occi-
dentale ha storicame nte trovato il
suo limite non so lo in se stesso ma
proprio ne l confronto con le donne
de l resto de l mondo , pesso ca late
in condizioni di vita mill e anni ad-
dietro ri spetto a noi - spi ega la stu-
diosa-. In un largo g iro d 'ori zzon-
te vediamo che le latinoame ricane
s;no all a rice rca dell a loro ide ntità,
ancora divise tra appartenenze etni-
che e nuovi mode lli di vita; le
donne as iati che meritano un di scor-
so a parte, le cinesi fra tutte, tradi-
zionalme nte al centro di un nucleo
familiare all argato. Anche nell ' I-
s lam qual cosa sta cambi ando: met-
te ndos i ne i loro panni si scopre so-
prattutto che que ll e c he hanno stu -
diato stanno diventando consape-
voli della loro identità, anc he se ce-
lata dallo chador. Pur con le neces-
sarie di stinz ioni eia fa re - politi c he,
economi che, reli giose, soc iali e cul-
turali - c'è un fil o rosso c he uni sce
le donne di tutto il mondo , una
nuova consapevo lezza di se stesse
che rappresenta un punto d 'arrivo
irreve rsibile da cui non s i torna ma i
indi etro. Il te rzo mill ennio s i apre
con la poss ibilità di arrivare, anche
se le ntamente, a dare il proprio con-
tributo fin dove le strutture istituzio-
nali lo consentono. Ora più che mai
la donna può essere costruttrice di
alternative storiche. Da cui, ovvia-
mente, g li uomini non sono esclusi".
Mieta Fagiolo D'Attilia

2.7 Page 17

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OSSERVATORIO
La Redazione
D on Mario viene diretta-
mente dalla Thailandia,
una terra difficile , di tradi -
zioni e costumi diversissimi,
dove 24 opere salesiane
con scuole medie e pre-
universitarie, oratori , parroc-
ch ie, cappellanie , missioni ,
ma soprattutto tecniche e
professionali , sono sparse
in un territorio che misura
500 mila km 2 e ospita una
popolazione di quasi 60
milioni di abitanti, per il 95%
di religione buddista. I cri -
Don Mario felice in mezzo ai suoi ragazzi.
naria : in Thailandia corre
l'anno 2541 dell'era buddi-
stiani rappresentano soltan-
sta, una religione che pre-
to lo 0,5% della popolazio-
ne e i cattolici non raggiun -
gono le 300 mila unità.
DAL CORTILE
dica la saggezza, la via
interiore, il superamento dei
condizionamenti del corpo .. .
AL... CONVENTO Don Mario, che senso ha la
Trovi persone calme , posa-
te , non così nevrotiche co-
presenza salesiana in una
me in occidente , meditative
nazione così diversa e lon-
tana dalla tradizione occi-
dentale ?
Don Mario Sala, brianzolo, fino a ieri
missionario in Thailandia, dallo scorso
e spesso contemplative:
sagge insomma. Trovi e-
sercizi fisici pensati più per
Secondo me, per il carisma ottobre si trova alla Pisana, rappresentante allenare la mente che i mu-
salesiano non esiste orien-
te od occidente: dovunque
legale della congregazione, una carica
scoli , fatti più per l'ascesi
che non per la salute fisica.
ci sono i giovani , i salesiani
si trovano a casa!
delicatissima, che lo espone in prima
persona a livello pubblico.
Ha nostalgia del suo lavoro
missionario, dei suoi ragazzi,
Bella risposta, grazie! Lei è
della gente che ha lasciato?
stato per 39 anni in Thailandia, ora si ritrova nella Casa Basta che lei guardi nella foto le facce di questi ragazzi :
Generalizia come rappresentante legale della congre- ti rubano il cuore! Non voglio aggiungere altro , se no ...
gazione salesiana. Come si sente?
Mi sento ancora un po ' frastornato , spaesato: strano Se no si commuove, ho capito. Don Mario, visto che
ma vero , mi sto lentamente re -inculturando nella mia parliamo di ragazzi, com la realtà giovanile thailan-
patria! Dopo tanti ann i lontano , questo rimpatrio mi è dese? Voglio dire, i problemi dei giovani sono gli stessi
costato non poco! Seguire tutte le pratiche di una che in Italia, difficoltà di lavoro, angustie generazionali,
congregazione come la nostra è un impegno di dimen- voglia di contestazione, di divertimento, di sballo, ecc.?
sioni straordinarie. Me ne sto accorgendo ogni giorno Almeno finora non è stato così. Adesso la realtà dei
di più. Per fortuna la missione mi aveva abituato a una giovani sta evolvendo in senso occidentale , si sta
incredibile mole di lavoro.
"svegliando", a contatto col progresso che arriva dal -
l'Europa e dal Giappone, "Purtroppo" riguardo al lavoro,
Quali ruoli ha ricoperto in Thailandia ? E come è riuscito c'è molta disoccupazione . E per quanto riguarda il
ad inserirsi in un mondo tanto diverso. Quali difficoltà rapporto giovani/adulti, mi pare sia meno conflittuale che
ha trovato?
non quello che esiste da noi . A vent'anni in Thailandia i
Sono stato economo ispettoriale, parroco e missionario giovani si rendono del tutto autonomi dalla famiglia. La
di diverse stazioni, economo della diocesi di Suratthani, contestazione serpeggia soprattutto nella categoria
direttore della scuola professionale "Don Bosco" e della degli universitari , la più occidentalizzata. Una delle cau-
casa salesiana della medesima città . Devo ammettere se scatenanti è la svalutazione del 'baht', la moneta lo-
che l'inserimento si è rivelato meno difficile del pre - cale. Anche il divertimento ha ormai assunto ritmi e ca-
visto : sono partito da giovane per la Thailandia , ho ratteristiche occidentali , e giapponesi : l'impero del Sol
fatto noviziato e studentato, il che mi ha permesso di Levante è ormai il più occidentale dei paesi orientali.
apprendere con relativa facilità la lingua del luogo ,
capirne la mentalità e rispettarne le tradizioni. Ovvia- Ha qualche episodio che lei considera particolarmente
mente gli inizi sono stati duri: mi ha fatto problema, oltre significativo della sua vita missionaria?
alla lingua, il clima, il cibo , il modo di ragionare , di agire Du rante i tre anni vissuti a servizio di cinque stazioni
e... reagire . Ma mi sono accorto che l'uomo è davvero missionarie, si è abbattuto nella zona un ciclone di
un versipelle : si abitua a tutto , basta avere delle moti- proporzioni immani la cui forza distruttiva che rase al
vazioni , e quelle a me non mancavano, grazie a Dio!
suolo un territorio di 50 km di diametro , provocò un
migliaio di morti, e centinaia di migliaia di senza tetto .
Quali sono le differenze più vistose che caratterizzano Come parroco, ho vissuto questa straziante esperienza
questa nazione rispetto alla nostra?
in prima persona con chi aveva perso tutto. Era il 4 no-
Si tratta di una nazione erede di una cultura pluri-mille- vembre 1989: una tragedia che non dimenticherò . O
BS MA RZO 1998

2.8 Page 18

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Padre Luiz: dalla più rinomata pieve della Brianza alle sperdute
LO SCONOSCIUTO
EROE DEL
"DESOBRIGA,. "
di Francesco Motto
La chiesa parrocchiale di Missaglia (Lecco), dove
padre Luiz ha ricevuto i sacramenti dell 'iniziazione
e si è sposato. Ora è santuario dedicato all'Assunta,
dove le novizie FMA emettono la prima professione
religiosa dopo il biennio di preparazione.
La chiesa di san Bartolomeo a Contra di Missaglia,
il borgo natio del nostro,
da lui frequentata da ragazzo.
"Signor prevosto, mi vorrei far
prete. Che cosa devofare?
Luisot, ma che cosa ti passa per
la testa? ... Quanti anni hai ?
Ventinove , signor prevosto.
E che studi hai fatto ?
Beh, ho fatto alcune classi di
scuola elemen tare.. .
Figliolo, ascoltami bene. Per
diventare prete è necessario studia-
re italiano, latino, fllosofia, teolo-
gia... Mi sai dire come puoi tu alla
tua età fare tutto questo? Lascia
perdere. Ascolta me: cercati una
brava ragazza e fatti una famiglia.
Il Signore ti aiuterà lo stesso".
A dire il vero una brava ragaz-
za il nostro Luigi l' aveva
trovata e l'aveva anche spo-
sata, a 24 anni, nel 1902, ma l'anno
dopo, per complicazioni di parto,
gli erano morti sia il figlio Giovanni
che la giovanissima moglie Adele.
MARZO 1998 BS
Vedovo, senza figli,
seppe coniugare zappa
e aspersorio come prete
missionario. Ad oltre
40 anni dalla morte
i poveri di Corumbà
non cessano di pregare
sulla sua tomba.
Rimasto vedovo e senza figl i aveva
ripreso in considerazione quel vec-
chio sogno che mai l'aveva abban-
donato. Giovanottello, in paese lo
chiamavamo "frate", per il profondo
spiJ·ito di preghiera e la costante fre-
quenza della chi esetta di san Barto-
lomeo a poche decine di metri da
casa sua, Contra di Missagli a, un
borgo in provincia di Lecco.
I Padre Luiz a cavallo, il mezzo
di locomozione più affidabile per
le sue innumerevoli peregrinazioni
apostoliche attraverso il Mato.

2.9 Page 19

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riserve indigene del Moto Grosso.
DALLA "SCUOLA
DI FUOCO" AL LAVORO
FRA GLI INDIOS
C he fa re? Un a so lu zio ne c ' e ra: da
qualche parte aveva sapu to d i cors i
accelerati pe r la pre parazio ne al sa-
cerdoz io di adulti . Si trattava pro-
pri o de ll a ge ni ale intuizione di Do n
Bosco pe r le vocazioni tardi ve, i co-
sidde tti ''.figli di Maria". Così si mi -
se in contatto coi salesiani della ca-
sa più vic ina, M il ano , e il g iorno
stesso de l compime nto del trentes i-
mo ann o di età vi e ntrò per compi e-
re i suo i studi . Li completò po i a
Ivrea e a Pe nango, dove il 25 otto-
bre 19 13 ri cevette la talare da l retto r
magg io re do n Pao lo Albera. In q ue l-
le case sales iane e bbe modo d i ma-
turare anche la vocaz io ne mi ss iona-
ri a. ta nt'è che allo scop pi o de ll a pri -
ma g ue rra mo ndi ale era g in Bra-
s il e. nel Mato Grosso, dove a Pal -
me iras fece il suo noviz iato, cond u-
so co n la pro fess io ne il gio rno del -
l' Ep ifania de l 19 16.
Poi sub ito in az ione : anni cli du ro
lavoro ne i co lleg i e nei lavo ri dei
campi a s ie me agli ind ios Bororo a
Palmeira . a Cox ipò e presso la co-
lonia Imm ac ul ada di Aracì su l Rio
das G aras . me ntre compi va g li t udi
fil osofici , come po teva, appli cando-
si gene ralme nte al lume di cande la,
negli anni 19 16/19 19. Solo una fi -
bra come la sua, temprata al lavoro
de i campi , po té res iste re a tanta fa ti-
ca. Accanto a sé, dire ttore, aveva il
g rande miss ion ari o antropo logo Ce-
sare Albisetti , qu asi suo conte rra-
neo. Sempre stra ppando il te mpo al
so nno e al riposo compì gli studi
teo log ic i (1 920-1 923) prim a a Bari-
gaj ao , poi ne lla co loni a de l Sacro
C uore a Taxos - Rio Barre iro, loca-
li rino mata per l' atti vità de l gran-
de pi o niere, missionari o ed espl ora-
to re do n Gi ovanni B alzo la. Le ne-
cess ità de ll a miss ione e la scarsità
di pe rso nale gli fecero rita rd are cli
be n qu attro anni gli o rdini mino ri e
magg io ri , che po i ri cevette in pochi
mes i, fino all' o rdinaz ione sacerdo-
ta le il 19 marzo 1927 , all a vi g ili a
o rm ai de i 50 anni.
VICARIO ITINERANTE
Finalmente prete , fu inv iato ne lla
miss io ne di A rag uaiana. lonrana da
g ni centro civ ili zzato. do ve rimase
q uatto rdi ci anni come coadiu to re de l
pa rroco , confesso re e mi ss ionari o
itinera nte, soprattutto per il va to
hinterl and sull a spo nda si nistra del
maesto o fi ume Araguaia. fi no a
Go ias , zona molto più abitata de l
Mato Grosso , ma pri va di clero . La
c ro naca della casa registra contin ua-
mente : parte padre Lui z, arri va pa-
dre Lui z, padre Lui z va a Porto do
Rio Cl aro , padre Lui z ritorna da
Ba1Ta. ..
No n erano certo viaggi di pi acere i
suoi: tre o qu attromila km all ' anno a
piedi , a cavallo, su imbarcazioni di
fortuna , su strade dive ntate ruscelli
in epoca de ll e pi ogge, polverosissi-
me nell 'altra stag ione, per rag-
g iungere i mille vill aggi degli indios
e della pove ra gente, c ui dava l' op-
portunità in questo modo di com-
piere i propri dove ri re ligios i. Lavo-
ro denominato pe r questo " desobri-
ga" . Con legittima soddi sfa zione
poteva scrivere a i supe ri o ri di Tori-
no il 1° di cembre 1940: " Ne l corso
di quest' anno ho avu to la con sol a-
zione di ammini stra re il santo batte-
simo a più di 200 bambini , la santa
C res im a a più di 300, la be nedi zio-
ne nu ziale a una qu arantina di spos i.
Nell a parrocchi a di Ri o C laro i bat-
tes imi hann o superato quest 'anno i
400;, i matrim o ni sono stati più di
80 . E una parrocchi a c he si este nde
pe r oltre 200 km ... ".
Da tali vi aggi, stando alle testi-
moni anze di molti . primo fra tutti il
suo direttore don Ig ino Fasso , torna-
va sfinito , smagrito. il corpo quasi
vo latili zzato, il viso butte rato da
mille punture di in setti . E mai a
mani vuote: si presentava alla mis-
s ione sempre accompagnato da al-
meno un ragazzo , un orfa no , c he af-
fidav a all a casa ·al es iana pe rché ri-
cevesse vitto, all ogg io e istruzione.
Oceano
Atlantico
e Joneiro
oolo
Per i bimbi bororo padre Luiz era
un padre, un amico ... una manna!
Cartina del Brasile:
Corumbà, dove padre Luiz riposa.
BS MARZO 1998

2.10 Page 20

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Foto del passaporto di padre Luiz.
Le sue "scorrerie apostoliche" non
si limitavano al solo lav oro spiritua-
le; nelle riserve indigene egli acqui -
stò cogn izioni fmmace uti che di in-
dole pratica, che poi g li tornarono
utili ssime nelle innumerevoli occa-
sioni in c ui venne a co ntatto con
ammalati, con fa mi g li e poverissime,
cari che di fi g li , malnutriti , piagati
per la vermi nos i, sm un ti, senza so l-
di per chi ama re il medico o proCl1-
rarsi medicine.
QUELLA VOLTA CHE ERA
MORTO... E POI RISORSE
Poi per tre anni (1942- 1944) la-
vorò in Guiratinga, sem pre come
" vicario itinerante", semp re passan-
do cli faze nda in faze nd a e riposan-
do so lo qualche momento in casa
sa les iana. Gli abitanti della zona,
provenienti per lo più da Bahia, de-
diti all a ricerca cieli ' oro e dei dia-
manti (i fa mosi garimpeiros), come
pure a piccoli lavori agricoli per la
raccolta cli manclioca e cli granotur-
co, molto amanti de ll 'alcool, erano
gente senza molti scrupoli in fatto
cli moralità, anche se nutriti cli molta
religiosità popolare, mista per altro
a grande superstizione.
Una volta - racconta don Ernesto
Saksicla - padre Luiz, tornando ver-
so casa dopo un mese di assenza,
trovò il fiume ingrossato. Imposs i-
bile guadarlo . Così decise di riparti-
re per un altro giro apostoli co, senza
tuttavia riuscire ad avvisare la co-
munità sales iana. Sembrav a sparito.
Un gruppo di donne riferì la cosa al-
lo stregone e costui inscenò per due
sere la pantomima dell 'evocazione
del defu nto, facendolo parlare dal-
1'oltre tomba: "Sono padre Luiz.
Sono morto travolto dal fiume. Dite
ai padri salesiani di celebrare messe
di suffragio per me". Intanto, ap pre-
sa la dolorosa e inaspettata notizia -
MARZO 1998 BS
ma non la fon te precisa de ll ' infor-
mazione - il direttore fissò le con-
suete messe di suffrag io per i confra-
te lli defunti. Un mese dopo , passata
la piena, padre Luiz si presentò
tranquillamente a casa. Il direttore
svenne al so lo vederlo ... lo strego-
ne da parte sua, persa ormai facc ia e
reputazione pensò bene di sparire
dalla circolazione... per continuare
ad imbrogli are in altra zona.
PIÙ RICERCATO E
ONORATO CHE IL PREMIO
NOBEL PER LA PACE
A l paese nata le padre Luiz tornò
per la " prima messa" dieci anni do-
po che era stato ordin ato. Per Con-
tra di Missaglia fu l'avvenimento
del seco lo , più sentito della stessa
concess ione del premio No be l per la
pace, nel 1907, all ' illu stre conc itta-
dino Teodoro Moneta Cagli o. Il pae-
se cambi ò faccia: vennero ripulite le
strade, tagli ate le siep i, allestite por-
te e portali lungo le vie; e ancora
processioni, celebrazioni , visita a
tutte le fam ig li e co l dono del quadro
del Sacro C uore, " interviste" affo l-
latiss ime sulle sue imprese mi ss io-
narie ... Tutti pendevano dall e s ue
lab bra. Nella chiesetta di san Barto-
lomeo, onorata da tre santi cardina-
li, Carlo Borromeo, Andrea Ferrari
e Ildefonso Schuster, donò una
sp lendida re liqui a de l santo del mo-
mento, Don Bosco.
In paese tornò poi una seconda
vo lta, ma vi rimase poco tempo:
non riusciva a restare lontano dal
"s uo" Mato Grosso. Dopo un perio-
do trascorso nell ' Alto Araguaia, sem-
pre con l'incarico di parroco coa-
d iutore e confessore uffici ale ciel
collegio dei salesiani e di quello delle
F ig lie di Maria Ausiliatrice, venne
trasferito, ormai con la salute minata
dagli strapazzi e dall 'età, a Corumbà,
una delle città più calde del mondo
sulla frontiera boliviana, come con-
fessore del gin nasio "Santa Teresa".
Così lo ricorda don Agostino Fava-
le, professore ali ' Università Salesia-
na di Roma e all'epoca suo peniten-
te: "Un uomo buono, dalla bella
barba bi anca, dalla voce molto fl e-
bile, tutto bontà, zelo e generosità" .
NÉ PER LA CATTEDRA
NÉ PER IL PULPITO
La passione per le anime lo con-
duceva fu ori casa a visitare ogni
giorno i più poveri e all' ospedale
per tenere compagnia agli amm alati.
U n aposto lato, questo , che lo rese
popolarissimo. Di sposto sempre a
riconc ili are e con solare come anche
ad applicare la sua medicina natura-
le alternativ a, a lavo rare l'orto, a
potare le viti e le piante dei g iardi-
netti della c ittà. memore dell e sue
ori g ini . Là dove fo rse la sua prepa-
raz ione teo log ica non arriv ava, la
sua esperienza co ntad in a e la suc-
cess iva esperienza mi ss ionari a unite
a un a costante carità - ogg i detta
"pastorale" - ottenevano molto di più.
Ne l 1952 accompag nò il vescovo
nell a visita pastora le del " pantana] "
di Corumbà. Tornato. si sentì male e
il 26 febbraio 1953 moriva fra i suo i
amm alati de ll "ospeda le. Pochi gior-
ni prima aveva detto al cance lliere
dell a curi a don Armando C heene:
" Ogg i mi è apparso in sogno mi o
padre e mi ha avvertito che presto
verrà a prendermi ". La testim oni an-
za è stata racco lta da don Antonio
Colussi .
"Caesar pontem fec it' ', si legge
ne l De bello gallico, anche se Cesa-
re non si è mai sporcato le man i ne l
costruire un ponte. Lo stesso per la
congregazione sales iana: i "grandi ",
i "famosi" ci sono stati e ci sono :
tutti li conosciamo e li ap prezziamo ,
ma non possiamo dimenti care che la
loro grandezza è dovuta sovente al-
1'osc uro lavoro cli uomini " piccoli",
comuni, umili, sconosciuti ai più ,
uomini come padre Luiz, vero "vir
simplex ac timens Deum" di altri
tempi , che ancora oggi parla agli
abitanti di Corumbà, i quali amano
pregare sulla sua tomba e non per-
mettono che le sue spoglie vengano
trasferite altrove (neppure nella tom-
ba comune dei salesiani , come rife-
risce un testimone ocul are e aurico-
lare , don Mario Pe llattiero, che lo
ha ben conosciuto). Per g li abitanti
di Corumbà pad re Luiz è uno di
loro , terra dell a loro terra, e deve ri-
manere dov 'è, a qualunque costo.
Francesco Motto

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I
I
I
I DOSSIER MISSIONARIO
a cura delle Figlie di Maria Ausiliatrice
MISSIONE:
NUOVI ORIZZONTI
Quasi un mosaico, le opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
nell'Europa centro meridionale e in Asia Minore.
Una presenza per lunghi anni nascosta, silenziosa, sofferta
ma che ha saputo credere, sperare e preparare un futuro.
Al di qua della "cortina di ferro", noi, spettatori stupefatti
davanti al grande televisore del mondo,
abbiamo assistito a cambiamenti impensati e al rimbalzare di parole nuove.
Oggi è ancora tempo di andare verso il terzo millennio con la certezza che,
insieme, è possibile progettare un domani d'amore per i giovani.
Mogyorod (Ungheri
ni dell 'oratorio dure
ellegrinaggio cultur
ccasione del millen
azione dell'Ungherl
BS MARZO 1998

3.2 Page 22

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1990. Èuna richiesta inaspettata quella che si vede rivolgere
madre Marinella Castagno, allora superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Proviene da due giovani salesiani ucraini, missionari in Georgia,
venuti appositamente a Roma per parlare con lei. "Vogliamo le Figlie di Maria Ausiliatrice
nei villaggi dove operiamo! C'è bisogno di loro per le giovani, le donne... ".
La risposta della Madre non è da meno... inaspettata per padre Anatoli lvaniuk
e padre Andrej Janicki. "Molto bene. Pensateci voi, mandateci le ragazze
e avrete le suore". Una scommessa, che sarà vinta in poco tempo.
UASI UNA SCOMMESSA
di Maria Antonia Chinello
futu ro è affidato a loro. L' Isti tuto
depos iterà il se me de l carisma nel
loro sì, face ndo le responsabili d ' im-
pi antarlo ne lla propria terra.
RITORNO A CASA
PADRI NELLA FEDE
Padre Anatoli lavora a C'Chal-
tbil a e Padre Andrej a Turc'-
ch. Sono tra i pochi preti ve-
nuti in Georgia dopo la d ispersione
determin ata dall 'avvento del comu-
ni smo. Qui la repressione è stata
du ra, ma 70 anni di clandestini tà
non hanno potuto spezzare la fede
profonda dell a gente. Il paese è un
agglomerato di popo li , frutto deg li
spostamenti etnici richiesti dal reg i-
me sovietico.
È ancora oggi terra di lotte e d i at-
tesa di democraz ia.
Dall 'incontro di Roma sgorga un
ponte epi stolare che si conclude nel
1992 con l'arrivo in Italia d i qu attro
giovani armene, inviate dai due in-
trep idi fratelli sales iani .
Ripsime, Flora, Gaian.e giun gono
IFMA ed SDB: il futuro salesiano
della Georgia. Da sinistra:
suor Flora Khachatrian,
Sedrak Hitarian, suor Egisaberd
Hovanesian, suor Khachaturian
Ripsime, Petros Petrosian
e suor Gaiane Khatchatourian.
a Roma il 22 ottobre, in una sera au-
tunnale. Il segno d i ri conosc imento
ali ' accoglienza all ' aeroporto d i Fiu-
micino è un cartell o con scritto:
"Georgia". Non hanno ma i visto
un a Figlia di M aria A usili atrice, se
non per poche settim ane alcune so-
re lle pol acche in vi sita al loro paese.
Le seguirà, a di stanza di pochi mesi,
Egisaberd che non è riu scita a com-
pl etare i documenti per effettu are il
viagg io insieme all e amiche. Ini zia
il cammino di conoscenza e di ap-
profondimento non solo dell a chi a-
mata alla vita religiosa, ma anche il
confronto con lo spiri to salesiano. Il
È una de lle poche volte nella sto-
ri a dell 'Istituto che, nel pensare ad
una nuova fo ndaz ione , si hanno già
sorell e de l posto che possono af-
fi ancarsi alle mi ss ionarie.
"Il Signore ha cominciato tutto
questo - sostiene suor Ripsime -
siamo sic ure che continuerà lui .
Egli sa que ll o di cui la gente, i gio-
vani hanno bisogno" .
È la sera precedente l' 11 settem-
bre 1997 , giorno fissa to per la par-
tenza e l' apertura de lle prime due
comunità in Georgia, tra il popolo
armeno. Il di alogo con le tre giovani
armene e le tre suore mi ssionarie si
snoda sul!' onda dei ricordi , delle
speranze e anche de i timori . "Siamo
partite senza sapere niente. Non sa-
pevamo che cosa avremmo fa tto,
che cosa avremmo trovato. Ci sia-
mo lasc iate guidare dall a certezza
che il Signore ci voleva salesiane",
afferma suor Flora.
La loro decisione di fa rsi religiose
in un Istituto lontano dall a Georgia,
e non monache di rito armeno, ha
scosso le fami glie e i vecchi del
paese, ha sorpreso gli ami ci e le
amiche d ' infa nzia e di studi e ha in-
contrato la resistenza del vescovo.
Ma ora il passato sembra lontano.
Davanti a loro si apre l' orizzonte
del fu turo che ha i colori della spe-
ranza. "Siamo piene di gioi a sapen-
MARZO 1998 BS

3.3 Page 23

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do di portare il cari sma sa les iano là
in Georgia , prec isa Egisaberd, i gio-
vani ci aspettano. Nei nostri brevi
ritorni durante g li anni di fo nn azio-
ne e, soprattutto, dopo la profess io-
ne ci guardavano con gli occhi sbar-
rati dalla sorpresa. Non riescono ad
immaginare che cosa possa signifi-
care tutto quello che sta accade ndo
davanti a loro".
IL PAESE
DELLE CICOGNE
Sono molti i sentimenti che si ac-
cavallano nel c uore di s uor Mari a
Rosa Zucchetti, suor Tiziana Borsa-
ni e suor Gabriela Rohde al vedere
raggiunta la meta de l sogno mi ss io-
nario. Sono le sorelle chiamate ad
affiancare Ie giovani armene nelle
due comunità di C'Chaltbila e Ture' -
eh. Atterrando a Tbli si, si apre da-
vanti ag li occhi un paesagg io di be l-
lezze incontaminate. Qui , il "pro-
gresso" sembra aver perso le rotte e
il tempo pare essersi fermato.
Le Toyota di padre Andrej e di pa-
dre Anatoli, guide amiche nel viag-
gio verso la destinazione, arrancano
sulla strada dissestata c he va verso
l'altopiano del Caucaso. Passando
nei paes i s i incontrano co lonie di ci-
cogne: in fila sui pali dell a luce,
spiccano i loro grossi nidi . Osser-
vandole in pi edi , così in alto e così
impone nti , intente a imboccare i
propri pi cco li si ha quas i la sensa-
zione c he cadano.
La gente in Georgia è interamente
ded ita all 'agri co ltura e all 'alleva-
I C'Chaltbila (Georgia).
Quadro miracoloso della Madre
di Dio pregato dai fedeli
nella clandestinità.
NONNA CORAGGIO
Dopo l'eccidio , definito genocidio , da parte dei turchi nel 1915 e la loro diaspora
sul Caucaso , gli armeni avevano costruito le loro chiese, che frequentavano as-
siduamente. Durante il regime marxista le chiese furono quasi tutte sequestra-
te. Quella di C'Chaltbila divenne un museo. La gente non poteva più radunarsi a
pregare. Per 50 anni rimasero senza sacerdote.
La nonna di suor Ripsime Khachaturian aveva nascosto nella sua casa una
icona di Maria Madre di Dio , la stessa che ora si venera nella chiesa parroc-
chiale come la "Madonna del miracolo". Parecchie donne si radunavano presso
di lei per pregare di nascosto. Diverse volte le guardie hanno fatto irruzione nel
tentativo di sorprenderle , ma non sono mai riuscite nell'intento perché le donne,
avvisate da chi sorvegliava l'abitazione, uscivano da un'altra parte della casa.
Comunque la nonna fu imprigionata diverse volte. Nei primi anni '70 le donne,
con un coraggio che non ammetteva repliche , hanno occupato la chiesa in
massa giorno e notte, finché , nel 1974, hanno ottenuto di poterla usare per la
preghiera. Da allora hanno dato vita a turni di sorveglianza diurni e notturni per
difenderla. Sentivano però la mancanza di un sacerdote. Con il coraggio della
fede , alcuni uomini si recarono in Lettonia dal vescovo che presiedeva ai riti
cattolici orientali per chiedere dei preti. Il salesiano padre Andrej Janicki accettò
e giunse a Turc'ch nel 1988, dopo aver coinvolto il confratello padre Anatoli lva-
niuk, che si stabi a C'Chaltbila nel 1990.
li responsabile comunista fu chiuso dagli abitanti di C'Chaltbila nella stanza
dove viveva , con le porte e le finestre sprangate. La liberazione sarebbe avve-
nuta solo dopo aver concesso a padre Anatoli il permesso di residenza che gli
veniva negato. Ancora oggi, ogni notte a turno , due o tre adulti vegliano in pre-
ghiera, custodendo la chiesa e il tabernacolo.
mento. Il lavoro è inten so soprattut-
to ne l periodo estivo. G li uomini
vanno in Russia a guadagnare qu al-
cosa per la famiglia. Sono le donne
a portare il peso della casa, a badare
all'educazione dei figli , a dedicarsi
al lavoro nei campi e nelle stalle.
AL SERVIZIO
DELLA CHIESA
Accanto alle due comunità, in
Georgia è stata aperta anche una pre-
senza, con due suore, nella Nun zia-
tura di Tblisi , la capitale. Si tratta di
un servi z io, della durata di tre anni ,
che prevede l' accoglienza dei pas-
sagg i e la responsabilità della casa.
La cap itale georg iana conta due
milioni di abitanti . Due sono le par-
rocchie catto li che, di cui un a sola è
stata restituita dal governo alla Chie-
sa, che vive nella minoranza.
Suor Teresa Filippozzi , italiana,
per lunghi anni mi ss iona ri a in Ecua-
dor e suor Teresa Solniczek, polac-
ca, oltre al lavoro presso la nunzia-
tura , stanno cercando di studi are la
rea ltà per una futura presenza apo-
stoli ca a Tblis i. Intanto vivono an-
che loro di piccoli miracoli quoti-
diani: "Un g iorn o s iamo andate al
me rcato. La gente, non ab ituata a
vedere suore, c i gua rd ava come se
fossimo degli extraterrestri e no i
cercavamo di fa re la predica di san
Francesco. Il nostro desiderio sareb-
be di poter comunicare attraverso la
loro lingua, ma purtroppo dobbiamo
avere ancora un po ' di pazie nza ... ".
FRAMMENTI DI STORIA
Nei paesi sottomessi ai governi co-
munisti, i contatti con la direzione
generale dell'Istituto, durante gli an-
ni del silenzio, sono sporadici. Uni-
co canale la corrispondenza epi-
stolare che dava, di volta in volta,
notizie dei vari familiari: la ''zia ", la
"mamma", il "papà": era il modo per
travestire l'appartenenza a/l'Istituto.
Un ruolo rischioso è sempre stato
svolto dalle FMA polacche che cu-
ravano i rapporti tra le suore oltre
cortina e Roma.
Albania
In questo paese le FMA sono state
presenti dal 1907 al 1942 . Per le
due suore superstiti , suor Lucia
Mhilli e suor Maria Gjomarkaj la re -
pressi one è stata dura e la separa-
zione dal centro netta. Ritornate
nel 1992, le FMA si sono stabilite ,
a distanza di poco tempo l'una dal -
l'altra, in due comunità : Scutari e
Tirana.
Oggi, accanto a queste due anzia-
ne , ci sono suor Roza e a suor
Teuta, due giovani albanesi , 4 mis-
sionarie italiane, una spagnola, una
slovacca e una della Repubblica
Ceca. La vita riprende con fatica.
Le ferite lasciate dal comunismo
sembrano insanabil i: il primo com-
pito è ritrovare la fiducia e sostene-
re un paese in lenta ripresa econo-
mica e democratica.
I giovani non mancano e nemmeno
i progetti: scuole professionali , cen-
tri di formazione e di promozione
della donna, oratorio e catechesi
che coinvolgano le ragazze e i ra-
gazzi cristiani e musulmani. I piani
educativi prevedono interventi an-
che per le famiglie , per vincere l'i-
gnoranza e creare risorse umane.
BS MARZO 1998

3.4 Page 24

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Bielorussia
Qui tutto è nuovo. Le prime missio-
narie sono arrivate nel 1991 . Smor-
gon è la prima e, per il momento ,
unica comunità. Ma nuove forz e si
stanno preparando in Italia e in Po-
lonia: sono infatti tre le novizie in
formazione a Roma. Intensa è l'at-
tività apostolica per raggiungere i
giovani là dove sono. Accanto ai sa-
lesiani , l'animazione della parroc-
chia coinvolge anche le famiglie in
un cammino di formazion e cristiana.
Lituania
Una giovane suora, suor Liucija
Grybaité, ha maturato la sua voca-
zione nella clandestinità. A contatto
con altre suore giovani e anziane,
tutt'ora viventi, aveva incominciato
un apostolato nascosto , cercando
le ragazze e radunandole per mo-
menti formativi. Oggi in due comu-
nità operano 4 sorelle perpetue e 4
di voti temporanei , mentre una gio-
vane sta concludendo il suo cam-
mino di form azione a Roma e una
studia in Italia.
A Kaunas è stato aperto , fin dal
1994, un centro diurno per 20 ra-
gazzi dai 7 ai 14 anni che proven-
gono da famiglie povere e anche
con situazioni difficili.
A Vilniu s, invece, si sta puntando
sulla formazione di giovan i an ima-
tori e ani matrici. Nell 'estate si sono
accolti alcuni sacerdoti e amici de-
gli oratori salesiani di Torino . 30 ra-
gazzi della Parrocchia di Vilnius e
dei paesi circostanti e un chierico
del seminario hanno avuto la pos-
sibil ità di conoscere e sperimentare
tecniche di animazione giovanile.
Polonia
Nel 1997 è stato celebrato il 75°
anniversario della presenza FMA
nella "terra delle betulle". Costrette
al silenzio per lunghi anni , ora esplo-
dono con esperienze creative nel-
l'ambito educativo, spesso in forte
condivisione con i laici . Oltre alla
catechesi nella scuola statale , ch e
costituisce la costante delle pre-
senze, da qualche tempo sono sorti
convitti , pensionati , oratori-centri
giovanili , a volte ancora poveri di
strutture , ma vivacissimi come pro-
poste pastorali , quali la rivalutazio-
ne del teatro , come fenomeno cul-
turale tipi co della Polonia e l'ani-
mazione dei famosi pellegrinaggi a
Jasna Gora, intesi come itinerario
spirituale personale e comunitario.
Le 454 FMA polacche, di cui 59 al
di sotto dei sei anni di professione
religiosa, stanno vivendo un delica-
to passaggio storico e hanno il com-
pito difficile di tradurre il messaggio
evangelico nei linguaggi più com-
prensibili e soprattutto di stimolare i
giovani all 'impegno civile e politico .
Terminato il tempo della difesa del-
le proprie convinzioni , è iniziato
quello della proposta pubblica.
MARZO 1998 BS
LA STORIA DI OGGI
Sanno quasi di fioretto francesca-
no i primi mes i di vita delle due
neo nate comunità in terra georgia-
na. Le lettere sono per il momento
l' unico modo per incontrarsi, per
condi videre, per fissare lo scorrere
de l tempo e deg li avven imenti.
"Siamo qui a C 'Chaltbila in due
locali nell a casa comperata dopo
tante traversie e pacchi di documen-
ti ... Ci sti amo impegnando, noi ita-
li ane, e suor Gabri ela, polacca, a
studiare la lingua. Abbiamo g ià ini-
ziato a fare oratorio e suo r Eg isa-
berd fa scuol a di religione in c inque
class i. Tappiamo i buchi de ll e fess u-
re de lle finestre del primo piano
della casa con il muschio, seguendo
il consigl io del nostro parroco padre
Anato li . Siamo andate ne l bosco as-
sieme a lui e ai chierichetti per rac-
coglierl o. Ne abbi amo preso due
sacchi e quattro sacchetti i.n un a ge-
lida giornata... e oggi due camere
sono quasi pronte ... ".
"Nonostante la precarietà dei mez-
zi, della lingua e degli ambienti del-
la casa, abbi amo cominciato il nostro
apostolato tra i g iovani e i bambini.
Il no tro oratorio assom iglia molto a
quello di Don Bosco a Valdocco, so-
prattutto perché non abbiamo anco-
ra una dimora fissa. Dopo la sc uo la
matern a, li stiamo accogliendo nella
nostra piccola cucina. Siamo tutti pi-
giati e per muoverci si deve passare
attraverso la nostra stanza da letto.
Ma tutti sono felici di essere a casa
nostra. E non solo i picco li ... An-
che i più grandi che vengono da noi
alle 20.30 e ripartono solo verso la
mezzanotte. Hanno bisogno di par-
lare, di raccontarci le loro difficoltà,
le attese e i sogni per il futuro . . .".
"A Turc 'ch stiamo aspettando di
and are a ritirare gli scatoloni con il
materiale per iniziare le attività po-
meridiane di cucito , ricamo e bri co-
lage. Impianteremo il laboratorio nel
sogg iorno di casa. La nostra giorn a-
ta ha tempi mo lto diversi da quelli a
cui eravamo abituate. Dopo la mes-
sa e la colazione, ogni giorno ci re-
chiamo tutte e tre con due secchiell i
ciascuno a fare provviste di acq ua
ad una delle fo ntane del paese. Spes-
so però sono i giovani e le ragazze
che ce la procurano. Possiamo di-
sporre della corrente elettrica solo
EST EUROPA· SALESIANI
(31 presenze, in 5 nazioni, con 1 scuola tecnica,
1 internato, 2 case per ragazzi di strada,
2 case di formazione, 2 noviziati)
BIELORUSSIA
207.600 kmq 10.200.000 ab.
Cap. Minsk (1 .600.000)
21 salesian i distribuiti
in 11 presenze parrocchiali
GEORGIA
70.000 kmq 5.500.000 ab.
Cap. Tbilisi (1.300.000)
3 salesiani distribuiti in 3 presenze
LITUANIA
65 .200 kmq 3.800.000 ab.
Cap. Vilnius (600.000)
12 salesiani distribuiti in 4 presenze
RUSSIA
17 milioni kmq 147 milioni ab.
Cap. Mosca (9 milioni)
RUSSIA EUROPEA: 26 sales iani
in 8 presenze
RUSSIA ASIATICA: 9 salesiani
in 2 presenze
UCRAINA
603.700 kmq 51 milioni ab.
Cap. Kijev (2.600.000)
7 confratelli di rito bizantino in 2 presenze
13 salesiani di rito latino in 3 presenze
all a sera, dalle 19 alle 23. È il mo-
mento in cui possiamo leggere, ra-
dunarci, programmare".
" Ci sono tantissimi bambini, ragaz-
zi, giovani che accoJTono ali' oratorio
- un prato oltre il frutteto dove termi-
nano le case del paese - nonostante il
tempo si stia avviando verso l' inver-
no. Finora abbiamo potuto stare al-
1' aperto ... Con padre Andrej stiamo
sognando e progettando alcuni am-
bienti da riservare ali ' accoglienza,
quando ci sarà freddo per non so-
spendere le attività. Suor Ripsime ha
iniziato a radunare ogni giorno il coro
per la liturgia armena e suor Flora ha
dato il via all'insegnamento della reli-
gione in due classi delle elementari".
"Donne, bambini e giovani sono
accoglienti, cordiali e generosi. Sa-
rebbero sempre qui da noi a portarci
i frutti del loro raccolto e del loro
lavoro (patate, me le, zucche, noci,
latte, formagg io), per vedere se ab-
biamo bi sogno dei... fiammiferi,
per chiederci una medicina, di cui
abbiamo fatto provvi ta andando al-
l'ospedale italiano in Armenia, ma
forse solo per stare con noi" .
"Abbiamo accolto tra noi Oromie,
un a giovane che ha chiesto di con-
dividere la nostra vita... ".
Oggi è g domani.
Maria Antonia Chinello

3.5 Page 25

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TERRADIFEi
di Bruna Grassini
Suor Etelka Roboz, la coraggiosa pioniera del "dopocomunismo"
in pellegrinaggio con l'oratorio.
E state 1937. Un "Campo va-
canze" estive a Olad segna
l' inizio dell ' opera delle Figlie
di Maria Ausiliatrice in Ungheria.
La proposta era partita dal diretto-
re dei salesiani di Szombathely, che
contava su una presenza stabile del-
le suore nella città. E la risposta
delle superiore non si fa attendere:
nel giro di pochi mesi quattro gio-
vani suore (di cui tre di origine un-
gherese) con la futura direttrice suor
Elisabetta Toth, lasciano 1'Italia per
fondare la prima casa delle Figlie di
Maria Ausiliatrice a Olad. Il piccolo
seme cade in zolle feconde e fa in-
travedere un promettente sviluppo:
BUDAPEST CITTÀ D'ARTE
Arte, storia e bellezze naturali fan-
no dell 'Ungheria un paese ricco di
attrattive a livello culturale e religio-
so. La capitale , Budapest, con i
suoi due milioni di abitanti , attra-
versata dal Danubio che unisce
idealmente l'antica Buda carica di
memorie, con Pest, splendida nei
palazzi dai tetti in mosaico, il parla-
mento e la famosa basilica dedica-
ta a santo Stefano con le sue belle
torri e la cupola, è meta ogni anno
di milioni di turisti provenienti da
tutto il mondo e specialmente dall 'I-
talia. Santo Stefano, primo re e fon-
datore dello Stato (969-1038) con-
sacrò l'Ungheria alla Madonna.
sc uola elementare e materna, labo-
ratorio e oratorio.
Da 60 anni le comunità delle FMA
in Ungheria fanno parte del! ' ispet-
tori a veneta con sede a Conegliano
(Treviso) che ne ha seguito le vicen-
de drammatiche della guerra e la
gelida ventata comunista con il con-
seguente esodo delle suore nel 1950.
Nel 1989/90 inizia per l 'Ungheria
una nuova fase socio-politica e reli-
giosa: per la Chiesa e per la fami-
glia salesiana si riaprono prospetti-
ve colme di speranza.
DA BUDAPEST
LA RINASCITA
Oggi in Ungheria ci sono tre comu-
nità di Figlie di Maria Ausiliatrice.
La rinascita inizia nel 1991 , da
Budapest Esztergom, dove vive suor
Etelka Roboz, la coraggiosa pionie-
ra del dopo-comunismo. Fin dall'i-
nizio l 'oratorio-centro-giovanile rie-
sce a calamitare i giovani. Anche la
scuola materna incontra subito il fa-
vore delle famiglie del territorio.
Otto adulti chiedono di formare il
primo nucleo di Cooperatori salesia-
ni. Nasce un gruppo scout e la scuo-
la di musica; tutti insieme si sento-
no protagoni sti di una grande im-
presa: ritrovare le radici di mille an-
Repubblica Ceca
La Chiesa in Boemia tu luogo di
martirio . I salesiani furono dispersi
e sottoposti ai lavori forzati. All 'in-
saputa l'uno dell'altro, due confra-
ielli salesiani, in città diverse segui-
rono di nascosto un gruppo di gio-
vani. Dal centro ricevettero il per-
messo di avviare una formazione
alla vita religiosa e così si costitui-
rono "maestri delle novizie".
Oggi sono 34 le sorelle, in maggio-
ranza giovanissime, impegnate su
vari fronti di _apostolato e divise in 5
comunità. E soprattutto l'oratorio
che conquista i piccoli e i giovani.
Le attività coprono anche tutto il pe-
riodo estivo , dove si vive intensa-
mente l'esperienza dei campeggi.
Le suore sono affiancate da grup-
pi numerosi di cooperatori e coo-
Jl)eratrici .
Slovacchia
Il regime aveva rinchiuso nella "Ca-
sa della carità" tutto il gruppo delle
religiose presenti nel paese al mo-
mento dell 'insediamento comunista.
Solo suor Wilma e suor Maria era-
no 'libere' e, con coraggio e auda-
cia, non rinunciarono a ristabilire i
legami con piccoli gruppi di giovani
e di ragazze , attirandoli attorno alle
parrocchie. L'appoggio dei salesia-
ni si distingueva per la costante di-
sponibilità a un cammino spirituale:
un regalo prezioso di cui le suore e
le nuove vocazioni che nascevano,
nonostante il silenzio e la paura,
fecero tesoro .
A Mikulas, una piccola frazione di
montagna, in una casetta sperduta
tra i pini nelle boscaglie , si svolge-
vano i momenti di formazione , ave-
vano luogo la celebrazione e il rin-
novo dei voti. Tutto era fatto nel più
grande silenzio e riserbo: ma que-
ste giovani donne sfidavano a volte
anche la famiglia.
Oggi in Slovacchia ci sono 1O co-
r:nunità che animano altrettante pre-
senze educative. Le suore sono 52
(di cui 20 di voti temporanei) , le no-
vizie 7.
Slovenia e Croazia
Le prime FMA arrivarono in Slove-
nia nel 1936 e in Croazia nel 1940.
Anche in queste terre la repressio-
ne è stata dura e le suore hanno
subito la dispersione e non poche
difficoltà. L'attività è ripresa con
maggiore visibilità dopo la caduta
del governo di Tito e l'apertura del-
le frontiere. Recentemente, la guer-
ra nei Balcani ha interessato alcu-
ne zone e ha coinvolto le comunità
educanti in opere di assistenza e di
sostegno a rifugiati e profughi.
Oggi in Slovenia ci sono 7 comu-
nità con 49 sorelle , di cui 2 di origi-
ne croata e una serba ; in Croazia,
invece, le case sono 2 e le suore 7,
di cui una di nazionalità albanese.
BS MARZO 1998

3.6 Page 26

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IBudapest (Ungheria).
La comunità con alcune sorelle che vivono in famiglia.
Da sinistra : suor Caterina Mocza, suor Anna Sognar,
suor Emilia Musatti (consigliera generale in visita),
suor Gisella Vanyek, suor Mària Svorenovà,
suor Etelka Roboz (in ginocchio) e suor Elena Kenesei.
I Eger (Ungheria).
La comunità FMA con il gruppo dei collaboratori
e delle collaboratrici. In piedi a destra:
suor Giordana Sommaruga, in ginocchio da sinistra:
suor Beatrice Romani e suor Zsuzsanna Mikusi.
ni di cn stianesim o ancora v ive rn
questa loro terra.
Ma la realtà è dura.
Dopo 40 anni di dittatura comuni-
sta la situazione, sotto certi aspetti,
si presenta drammatica. La maggio-
ranza dei giovani non poss iede co-
gnizioni reli giose, anche se molti ri-
velano il desiderio di una certa reli-
giosità. Il vuoto lasciato dall 'ate ismo
e dal! 'assenza di educazione re-
li giosa stimola la loro cur iosità per
le reli gioni orientali, i mov imenti
esoteric i e l ' interesse per le numero-
se sette.
È questa la grande sfi da che la
Chiesa con i religiosi e i laic i impe-
gnati nelle parrocchie dovranno af-
frontare. Sono motivo di grande spe-
ranza le recenti consacrazioni sacer-
dotali, il ri sveg li o dell a fede in
molte famiglie e la ripresa dell a vita
religiosa fe mm inil e caratterizzata da
un a coraggiosa attività pastorale,
culturale, caritativa.
MOGYOROD
Q ui la comunità è im pegnata a
tempo p ieno nell a parrocchi a; la
casa è freq uentata da molti giovani
d i tutte le età, dai più pi ccoli dell a
scuola matern a ai gruppi di cate-
c hes i .
La vita dell 'oratorio si espri me
nelle più svari ate attività: sport, mu-
sica e canto, di segno e pittura, con-
fezion i in vimini, ricamo, teatro. Poi
c i sono le feste programmate e i ritiri
spirituali anche per i ragazzi/e de ll a
diocesi e le camminate ali ' aperto.
Giovani e adulti co n le suore fo r-
mano un a so la fami gli a, co in volti
nell o stesso impegno educati vo e
soprattutto nell a condivisione del
carisma salesiano da parte dei di-
ciotto cooperatori/cooperatrici fede-
1iss imi all 'appuntamento di preghie-
ra il 24 di ogni mese.
Difficoltà certo non ne mancano: il
problema de lla lingua, la situazione
economica, la mancanza di spazio
adeg uato alle es igenze educative.
Il parroco entusiasta de ll 'opera
aposto lica dell e FMA ne parl a ovun-
que: è così che, affascinato dall a
realtà dell 'oratorio, il vescovo mon-
signor Majnek Anta! è giunto dal-
!' Ucraina con 40 giovani dell a sua
di oces i per ringraz iare e trascorrere
con loro una settim ana estiva duran-
te il "Grest".
Anche il vescovo di Vac, monsi-
gnor Kabona Istv an si sente onorato
di in augurare la sc uola matern a, e
alcuni paJToci mandano i loro gio-
vani animatori/animatrici per incon-
tri formativi di tirocinio pratico. Du-
rante il Grest de llo scorso lugli o
grup pi di ragazzi di varie località si
sono avv icendati a Mogyorod per
giornate di ritiro e momenti di fes ta
e di g ioco, anim ate anche da Lucill a
e Carl o (volontari Vides itali ani) e
da due giovani provenienti dalla
Tra nsil va ni a .
Eger (Ungheria).
L'orchestrina e il coro delle pensionanti.
MARZO 1998 BS
Mogyorod (Ungheria).
Suor Italia De Feletti all 'oratorio estivo.

3.7 Page 27

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EGER TEMPO DI SEMINA
Sette anni fa, qualcuno , passeg-
giando sulla collina dei vigneti , vide
una croce abbandonata che piantò ai
margini .del quartiere nord della cit-
tà, centéo di studi universitari. Po-
tremmo · pensare che sia stato un
caso fort uito il fatto che ,ai margini
del "deserto spirituale" (così è defi-
nito questo quartiere comunista), sia
stata innal zata una croce ... Nessu'no
avrebbe pensato che su quel terreno,
in · futuro , si sarebbe costruito un
collegio universitario ecclesiale. Sul-
!'onda di questi ricordi, una studente,
Gitta, dava il benvenuto all'arcive-
scovo il 17 settembre 1997, giorno
dell ' in augurazione.
Qui 96 giovani universitarie, futu-
re insegnanti, si preparano ad essere
portatrici , soprattutto con la testi-
monianza, in tutti gli ambienti dove
si troveranno, dei valori umani e
cristiani accolti in questa comunità.
L'arcivescovo ha voluto assicura-
re a quest 'opera un ' impronta cri-
stiana nello stile del sistema preven-
tivo , perché gli stanno molto a
cuore queste giovani che saranno a
loro volta " moltiplicatrici " di edu-
cazione nelle scuole. Inoltre intende
fare di questo collegio un "centro di
spiritualità", anche per gli altri gio-
vani universitari di Eger, per sottrar-
li all'influsso delle numerose sette
religiose che si stanno diffondendo.
A Eger si respira semplicità, spiri-
to di famiglia, fiducia. Le giovani
apprendono il sisten'la preventivo in
atto, e alcune di loro amano condi-
videre la preghiera con le suore.
In pochi mesi sono già stati avvia-
ti gli organi di autogestione delle
studenti; laici e giovani vi parteci-
pano con i·fì}teresse, creatività, com-
petenza e s·enso di responsabilità.
Le prospettive : la diocesi è situata
in · ùno dei territori più poveri del-
1' Ungheria.· La città di Eger ha una
popolazione 'per 1'80% cattoljca.
L' arcivescovo incoraggia un cam-
mino di pattecipazione-collabora-
zione a livello di Diocesi. Inoltre,
essendo il collegio in una zona go-
polare, è in progetto per un prossi-
mo futuro l'oratorio-centro giovani-
le per l'animazione del territorio.
Bruna Grassini
~PORE DI MIRACOLO
di Bruna Grassini
UN INCONTRO STORICO
L a mattina del 12 agosto 1997
madre Antonia Colombo, su-
periora generale delle Figlie
di Maria Ausiliatrice, giunta a Mo-
sca il giorno precedente, si reca a
far vi sita a monsignor Tadeusz Kon-
drusiewicz, amministratore aposto-
lico della Ru ssia Europea.
Un incontro che mette in piena
luce il significato e il valore della
presenza delle FMA in Russia. Ar-
gomento centrale della conversazio-
ne: la situazione della gioventù e i
vari problemi del momento, lo sv i-
luppo ddla Chiesa cattolica, il lavo-
ro , l'opera educativa, , la speranza,
l' irradia;tione apostolica portµ.ta dal-
le suore.,in questi sei anni dal I' ìnizio
della loi;o miss ione.
·
mi ssione; una minu scola comunità
per la grande Russia.
Mosca supera i nove milioni di
abitanti: gente ospitale, fondamen-
talmente buona, capace di sacrifici ,
di pazienza, di lunghi silenzi , ma in
genere refrattaria, quando non osti-
le, alla religione cattolica, conside-
rata come una setta. La situazione
socioeconomica crea nella popola-
zione un senso di instabilità e incer-
tezza che non molta speranza in
un prossimo futuro migliore. So-
prattutto per la gioventù.
Le tre suore svolgono la loro atti-
vità educativa-apostolica nella par-
rocchia Maria Immacolata, affidata
ai salesiani. La catechesi ha il primo
posto con i piccoli, i giovani, gli
adulti impegnati a crescere nella co-
noscenza del Vangelo. Molto curata
la preparazione ai sacramenti in par-
ticolare al matrimonio per una più
cosciente e coerente vita cristiana e
una magg iore responsabilizzazione
dei genitori al senso della loro voca-
I Mosca (Russia). La comunità FMA
con madre Antonia Colombo
(s1,1periora generale) sulla Piazza
Rossa. Alle spalle il Cremlino.
TRE SUORE
NELLA GRANDE RUSSIÀ
Suor Teresa, suor Margherita e
suor Dan uta gi ungono a Mosca il 29
novembre 1991: è il primo giorno
della novena dell 'Immacolata. Tre
giov ani donne per una immensa

3.8 Page 28

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NAZIONI DI NASCITA DELLE FMA
DELL'EUROPA CENTRO MERIDIONALE
Nazione d'origine
Novizie Temporanee Professe
Albania
Bielorussia
4
Bosnia Erzegovina
Repubblica Ceca
4
Croazia
Lituania
Polonia
15
Russia
Slovacchia
7
Slovenia
4
Serbia
Ucraina
Ungheria
2
Totale
38
2
2
2
19
17
11
5
7
62
426
2
20
43
9
60
1
3
15
122
586
Totale
4
5
2
40
12
13
503
2
70
73
20
746
NAZIONI DEL MONDO IN CUI SI TROVANO FMA NATIVE
DEI PAESI DELL'EUROPA CENTRO MERIDIONALE
Tutta la zona dell'Europa centro meridionale è considerata terra di missione,
ma nello stesso tempo terra che ha dato e continua a mandare sorelle
in ogni parte del mondo come missionarie per l'annuncio del Vangelo.
Avorio
r
Ecuaaor
Repubo. Dominicana 1
Stati Uniti
1
Venezuela
1
.fu!2rgia
2
lnaia
2
Indonesia
1
Israele
1
Libano
1
Siria
1
ll3g!g10
3
Francia
3
Germania
2
Gran Bretagna
1
1,§~gna
1
Totale
52
zione, al ruolo della donna nella fa-
miglia e nella società,
Certamente è l 'oratorio quotid ia-
no l'ambiente dove la vita salesiana
si esprime in tutte le sue potenzia-
lità educative: dal gioco ali 'anima-
zione liturgica, dal sostegno scola-
stico ai più bisognosi alla valorizza-
zione degli interessi.
Il cuore salesiano trova mille mo-
di per aiutare i giovani. Una espe-
rienza fra tante. Scrive suor Danuta:
"Ci siamo messe in contatto con
una casa famiglia che ospita ragazzi
abbandonati, e due volte alla setti-
mana, insieme con alcune giovani
disponibili , andiamo per attività di
sostegno scolastico e per incontri
formativi",
Una delle ultime iniziative è la re-
dazione, in collaborazione con i lai-
ci responsabili , di una rivista: "Pa-
ternità e maternità responsabili", con
lo scopo di offrire un valido aiuto ai
coni ugi in difesa della vita, La pub-
blicazione è ora richiesta dall'intera
diocesi.
UNO SPECCHIO
DI FAMIGLIA SALESIANA
La Chiesa è un edificio a quattro
piani che per 70 anni è stato adibito
a fabbrica, I lavori di restauro non
sono ancora ultimati, ma dal 1992
qui abitano sei salesiani che anim a-
no le opere parrocchiali, Fino a
poco tempo fa, un container annes-
so alla casa ospitava 39 seminaristi,
che attualmente hanno trovato una
sistemazione migliore.
Con loro , in reciproca collabora-
zione, lavorano le FMA e alc un i vo-
MARzo 1998 BS
lontari , affascinati dello spirito sale-
siano, entusiasti del bene che si va
facendo.
Don Dino Marcon afferma: "Mo-
sca è uno specchio di famiglia sale-
siana, La fraternità, la disponibilità
al dialogo permettono di realizzare
un lavoro apostolico veramente am-
mirevole. L'animazione è la carta
vincente, il contatto spicciolo con la
gente, il rapporto educativo interper-
sonale e il coinvolgimento dei laici
aprono prospettive di grande spe-
ranza pur tra innegabili difficoltà",
GESTI DI RICONOSCENZA
I primi passi in questo mondo,
così diverso da quello polacco da
cui provengono suor Teresa, suor
Danuta, suor Margherita, sono stati
difficili. Per vari motivi costrette a
cambiare più volte residenza, fina l-
mente hanno potuto fissare la loro
abitazione in un condomi ni o abba-
stanza lontano da1la parrocchia sale-
siana. "Ogni giorno, scrive suor Te-
resa, per recarci al lavoro in parroc-
chia o all a scuola raggiungiamo il
centro della città con 45 minuti di
viaggio in metropolitana, ma questo
non è un problema. Piuttosto abbia-
mo avve{tito qualche disagio con i
giovani, E impensabile per loro che
una donna possa vivere sola: il ma-
trimonio è la meta naturale a cui
tutte le ragazze tendono ad ogni
costo. La religiosa è considerata una
delusa della vita e dell'amore,
Alcuni ci ponevano delle doman-
de: chi siete? siete cristiane ? Ma
c'erano anche quelli che ci veniva-
no incontro ed esprimevano la loro
riconoscenza per la nostra venuta,
perché sentiv ano il bisogno di aiuto
per arrivare all a fede e svi lupparla.
E questo continua anche oggi: è fa-
cile vedere giovani che offrono fiori
in segno di riconoscenza".
Le suore non perdono occasione
per rispondere alle domande di sen-
so e ai problemi cli fede che i giovani
pongono. Anche la scuola di lingua
polacca diventa una buona opportu-
nità, così pure all' università dove la
titolare della cattedra di lingue ha
invitato suor Margherita a trattare
alcuni temi formativi nei gruppi di
studio. Argomento assegnato: "La
vita religiosa in Polonia". Ovvia-
mente suor Margherita ha approfit-
tato subito per parlare non solo
degli ordini maschili e femmini li in
generale, ma di Don Bosco e madre
Mazzarello e della bellezza della
vita salesiana.
Nel 1991 l'Arcivescovo di Mosca
ha iniziato la sua missione con 5
soli sacerdoti che operavano in tre
chiese. Ora sul territorio della dio-
cesi sono impegnati 103 sacerdoti
che provengono da 15 nazioni e 112
suore appartenenti a 21 Istituti reli-
giosi, Sono 91 le parrocchie regi-
strate, 19 le chiese in funzione , 12
in costruzione o in restauro e 29 le
cappelle,
Gi ustamente nell' incontro della
madre generale suor Colombo con
l'Ispettore salesiano don Weder, il
dialogo ha avuto accenti di grande
speranza e di audaci aspirazioni, I
progressi reali zzati hanno sapore di
miracolo. Tutto rende ancora più
vivo il desiderio di una presenza co-
raggiosa con lo spirito e il cuore di
Don Bosco e di madre Mazzarello.
Bruna Grassini

3.9 Page 29

▲back to top
RIVISTA
PER GIOVANI
ROMA
ER GIORNO
DERSIGNORE
Così abb iamo anche la rifl es-
sione sui Vangeli domeni ca li
dei tre anni in sonetti romane-
schi . li tentati vo , dice l'auto-
re, un parrocchi ano dei sa le-
siani cli S. Mari a dell a Spe-
ranza, è cli cog li ere le simme-
trie tipi che clell 'esprimersi se-
mitico. Ne ll a prefaz ione egli
simpat icamente afferm a: " Una
vita , dice la saggezza orienta-
le, può considerarsi degna cli
essere vi ss uta se si abbia avu-
to un fi glio, se si sia scritto un
li bro, se si sia piantato un al-
bero." A lui è rimas to cli pian-
tare l' albero. Marzo. Quares i-
ma anno C. Vi offri amo la
prim a strofa dell a prima do-
menica: Pe' quaranta giorni
sra Gesù apparraro I ner de-
serto. .. a digg iuno... co' la
fame .. .I Po i er diavolo che se
trova Il agg11fà to . . . I - Fa' . le
pietre - j e dice - diventai/e
pane.. . I Riggetta er Signore
mo' 'sr'acrobhatismo I ché vive
solo de pane è... materialismo!
SANTIAGO DEL CILE
UNA NUOVA
UNIVERSITÀ SALESIANA
Dal 26 settembre la congrega-
zione ha ass unto la direzione
clell ' università Blas Cafias. Na-
ta come istituto profess ionale
nel I 982 sotto la sp inta ciel
card inale Si lva, soprattutto per
la fo rmazione dei professori
cli orientamento cristiano, fu
dapprima gestita da ll a confe-
renza epi scopale, poi lo stesso
cardin ale l'offrì ai sa les iani ,
conoscendo bene la loro espe-
rienza in campo educati vo, dal
momento che lui stesso pro-
veni va dall e file dei fi gli cli
Don Bosco. Oggi l' uni ve rsità
è frequentata eia 4500 alunni ,
di stribuiti in quattro faco ltà:
Ed ucazione, Scienze religiose,
Amministrazione ed Economia,
Scienze soc iali . li progetto glo-
bale cl i questa nuova opera
prevede le seguenti mete: rea-
li zzare una evangelizzazione
inculturata; affermarsi come
una università con una specia-
le fo rza formativa , diretta so-
prattutto ve rso iI settore peda-
gogico ed educativo ; prestare
una attenzione privilegiata ai
giovani dell e class i pili pove-
re; instaura re un nuovo stile
educativo e pastorale valido
per tutti: diri genti , accademici,
studenti e persona le addetto.
PAPUA NUOVA GUINEA
I FRUTTI DEL LAVORO
I sa les iani sono in Papua Nuo-
va Guinea dal 1980: 17 anni.
Già ei a tre anni svo lge il suo
apos tolato il primo sales iano
lai co indigeno e 15 sono i
giovani asp iranti all a vita reli-
giosa. fn diec i anni circa 1500
giovani sono entrati dalle no-
stre scuole cli Arai miri , Gabu-
tu e Vunabosco nel mondo ciel
lavoro, dopo quattro anni cli
formazione umana, cristiana e
tecnica. La scuola salesiana è
una porta aperta verso una vita
pili umana e un futuro più si-
curo per tutti gli allievi che la
frequentano. Con i suoi cinque
centri sco lastici Don Bosco
strappa dalla strada circa 500
ragazz i, offrendo loro la spe-
ranza cli un futuro migliore.
Attua lmente circa 1400 giova-
ni frequentano le cinque scuo-
le medi e tecniche della clele-
gazione. Nell a foto, ragazzi a
scuola in Papua Nuova Guinea.
~~~~~--~~~----
ROMA UPS
MISSIOLOGIA
Ha chiuso in genn aio il
corso cli Miss iolog ia, organi z-
zato dalla uni ve rsità sales iana.
Quattro mes i inte nsi e parte-
cipati. 58 gli iscritti , prove-
ni enti eia ogni pa rte del mon-
do e da di versi istituti religios i
sia masc hili che fe mminili , tra
cui 24 sa les iani , 14 Figlie di
Mari a Ausili atri ce. I docenti,
speciali sti di varie di sc ipline
(antropolog ia, storia, pastora-
le, teo log ia, psico log ia, soc io-
log ia, metodo log ia, ecc.) son?
stati compless ivamente 32. E
stato un successo.
ROMACGS
"LO SPECCHIO
INQUIETO "
L.O SPECCHIO
INQUIETO
llCINlMA
( l'H>VCAl!OS' SfNTI\\ICNfA\\[
OfU'ADOllSClNIA
-
È il suggestivo titolo della
38"'" pubbli caz ione curata dal
CGS naz ional e, a trenta anni
dalla sua fondazione. Si tratta
di un cofanetto corredato da
un volume di 11 O pag ine con
cinque interventi di una ricer-
ca nata allo scopo di offrire
uno strumento efficace, per
ve rificare quanto il cinema sia
espress ione dell a cultura gio-
vanil e contemporanea, e da
18 schede di presentazione di
altrettanti film, particolarmen-
te impegnati sul filon e della
"educazione sentimenta le ciel-
i'adolescenza". Stefano Placi-
do , curatore dell ' iniziati va, ha
anche stilato in una articolata
premessa il quadro di rife ri -
mento sull 'adolescenza che
tocca gli argomenti più dibat-
tuti ciel momento riguardo al
tema in questi one.
DIMENSIONI NUOVE
pp . 68 , in quadricromia
Abbon amento an nuo
lire 34.000
LDC , e.so Francia, 214
10096 Leumann {TO)
Tel. 011 /95.52.150 ;
Fax 011 /95 .74.048
E-mail:
mail@elledici.org
Rinnovata completa-
me nte , diretta da un
esperto di editoria e di
problemi giovani li (già
apprezzato direttore del
Bollettino Salesiano e
scrittore) , aperta al le
esigenze della galassia
giovani , rivisitata nella
veste grafica e nei con -
tenuti , ecco DIMENSIO-
NI NUOVE.
La rivista non è rivolta ai
soli studenti ; le temati-
che, il linguaggio, le illu-
strazioni , la stessa im-
paginazione - pensata
da una équipe giovane
- riguardano, si rivolgo-
no ai giovani , a tutti i
giovani di qualunque
condizione ed estrazio-
ne sociale.
Genitori ed educatori,
professori e catechisti ,
responsabili di settore e
dirigenti delle nostre
associazioni, operatori
di pastorale , direttori di
scuole professionali , a
tutti è rivolto l'appello a
utilizzare e diffondere
uno strumento apposita-
mente concepito per la
formazione, l'educazione.
BS MARZO 1998

3.10 Page 30

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IL MESE IN LIBRERIA
~~ -- Libri novità a cura di Giuseppe Morante
~E
SPIRITO
LIBRI SAPIENZIALI
EALTRI SCRITTI
. Ml(HElANGELO PRIOTTO
~ti~
ELLE DI Cl
LIBRI SAPIENZIALI
E ALTRI SCRITTI
di Sonora Antonio,
Priotto Michelangelo
e collaboratori
LDC , Leumann(To) 1997
pp. 480, lire 60.000
Chi vuole approfondire la
Bibbia trova in questo
volume (appartenente al-
la serie del corso di studi
biblici "LOGOS", dedica-
to ai "Libri sapienziali ed
altri scritti "), un materiale
abbondante e profondo
di quella vasta gamma di
testi scritturistici che tanti
spunti offre alla nostra
riflessione .
Il volume si compone di
tre sezioni: le introduzio-
ni , i saggi di esegesi , al-
cuni temi teologici. La va-
rietà delle trattazioni met-
te in risalto la ricchezza
di questa parte delle Scrit-
ture detta "sapienziale ",
così vicina alla sensibilità
contemporanea.
L'introduzione illustra le
principali questioni ri-
guardanti tale letteratura ;
i saggi esegetici operano
una scelta esemplificati-
va a scopo didattico , in-
troducendo nell 'analisi
dei testi selezionati ; nella
terza sezione si offre un
ventaglio di temi di lette-
ratura sapienziale, alla
luce dei quali si deduco-
no i criteri di lettura della
esperienza umana alla
luce di Dio.
PARABOLE PASQUALI
Cristiani in ascolto
dello Spirito
di Giachi Gualberto
LDC , Leumann (To) 1997
pp. 176, lire 12.000
Nella vasta pubblicistica
relativa al Giubileo , per il
1998 presentiamo questo
volume che si offre come
una guida nella seconda
tappa tracciata dal pro-
gramma pontificio: cono-
scere meglio lo Spirito
Santo , dono di grazia per
vivere la confermazione e
testimoniare la speranza.
Il testo traccia un itinerario
pasquale secondo la spiri-
tu al ità i.gnaziana , che si
sviluppa in otto capitoli ,
ciascuno dei quali presen-
ta una verità fondamentale
della fede : lo stupore da-
vanti al creato, le tenebre
del peccato, l'incarnazione,
la carità , il regno di Dio , la
speranza, il dono dello Spi-
rito , il banchetto .
Ogni capitolo parte da una
parabola evangelica inter-
pretata secondo un signifi-
cato pasquale. Le riflessioni
vengono articolate con una
logica spirituale che spazia
in ricchi ed interessanti rivo -
li di sapienza esistenziale.
ITINERARIO
DI EVANGELIZZAZIONE
DEGLI ADULTI
In preparazione
al Giubileo del 2000
Uffici catechistici
del Nord Est (a cura di)
LDC , Leumann(To) 1997
pp . 166, lire 15.000
ITINERARIO
DI EVANGELIZZAZIONE
DEGLI ADULTI
in preparazione al Giubileo del 2000
,i Accog liomo il dono dello Spirito SMl011
Il ANNO · 1997-1998
Un sussidio per la cateche-
si degli adulti in prepara-
zione al Giubileo ; 14 sche-
de bibliche sviluppano i
tempi previsti dall'itinerario
della Consulta Catechistica
Nazionale. Al centro di ogni
scheda la Parola di Dio vie-
ne approfondita, in rappor-
to con la vita dei credenti ,
mediante pagine del cate-
chismo degli adulti.
L'itinerario intende riscopri-
re nella vita e nella storia
dei destinatari la presenza
dello Spirito Santo e la sua
azione santificatrice , per
aiutarli a diventare più do-
cii i alla sua grazia e per
rinsaldare in loro la virtù
teologale della speranza.
La coerenza del metodo, la
semplicità e la praticità uni-
te alla ricchezza delle pro-
poste , ne fanno un ottimo
strumento per accompa-
gnare gli adulti nel cammi-
no di fede e di vita nello
spirito.
PICCOLE STORIE
DAL MONTE TALEO
Un pizzico di saggezza
ogni giorno
di Maria Pia Giudici
Edizioni Appunti
di Viaggio , Roma 1997
pp. 166, lire 20 .000
Il ogni tempo l'uomo che si
impegna nella vita spiritua-
le può recuperare l'armo-
nia del cuore ed entrare in
solidarietà profonda anzi-
tutto coi suoi simili e poi
con tutte le altre creature.
Un modo per amare in ge-
nere i doni della creazione
secondo il piano divino è
anche quello di rendere l'uo-
mo protagonista delle sto-
rie emblematiche della vi-
cenda umana , dove c'è
conflitto tra tenebre e luce.
Si diventa luce quando si
scopre di essere amati da
Dio e chiamati a re alizzare
un solo imperativo: ama, se
vuoi incontrare Dio-Amore .
Gli apologhi raccontati nel
libro sono ambientati sul
monte Talea , antico luogo
del soggiorno di san Bene-
detto e dove vive oggi una
piccola comunità di suore sa-
lesiane, impegnate ad offrire
ospitalità soprattutto ai gio-
vani , in un clima veramen-
te alternativo a quello del-
l'attivismo e dell 'accumulo.
MARZO 1998 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
coNIUGAL
CAMMINARTI ACCANTO
Matrimonio: dalla
spontaneità al progetto
a cura del Centro
Giovani Coppie
Ancora, Milano 1997
pp . 190, lire 22 .000
Il cammino dei coniugi , nel
nostro tempo di amori diffi-
cili , ha bisogno di mappe
per orientarsi. Questo libro,
nato dall'esperienza di gio-
vani coppie e dalla rifles-
sione di esperti , offre illu-
minanti indicazioni per
camminare l'uno accanto
all 'altro , risp ettandone il
mistero e vivendo in una
fedele compagnia.
Il libro non promette "istru-
zioni per l'uso", ma propone
un insieme di approcci al
tema del matrimonio, nella
convinzione che possano
diventare oggetto di dialo-
go e di approfondimento ,
un 'occasione di maggiore
consapevolezza , soprattut-
to per chi si prepara o si
trova nella prima fase della
sua vita matrimoniale.
I I r l10111JD
,/
I/
\\' •:\\
\\I\\•\\
',\\
\\\\\\/\\,\\1
\\',\\·
CA~IMINARTI
ACCA~TO
H.:,., ..
NON SI FA VEND ITA PER
CORRISPONDENZA . I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dire ttam ente all e rispetti ve
Ed itrici .
COLLANA "RELIGIONI
E MOVIMENTI"
diretta da
Massimo lntrovigne
di agili volumetti
di pp. 60 circa
LDC , Leumann (To) 1997
lire 6.000 ogni volume
La collana offre l'occasione
di conoscere, nella loro con-
centrazione sintetica, i fe -
nomeni religiosi del nostro
tempo .
I primi otto titoli apparsi in
libreria sono i seguenti: //
satanismo, Il New Age, Il
Tempio solare, Heaven 's
Gate, Il paradiso non può
attendere, La Chiesa del-
l'Unificazione del reveren -
do Moon, Dai Bambini di
Dio a The Family, La mas-
soneria, Cristianesimo e
reincarnazione .
Si tratta di argomenti attua-
li nel vasto panorama delle
sette e dei nuovi frammenti
di esperienze religiose. So-
no fenomeni che indicano il
bisogno soggettivo del sa-
cro . Con questa variegata
situazione la Chiesa e le
comunità cristiane, anche in
Italia, oggi devono confron-
tarsi per verificare se non
vada rivista la stessa impo-
stazione pastorale spesso
poco attenta ai singoli .
COLLANA
"BIBBIA JUNIOR"
di Albert Hari
e Charles Singer
LDC, Leumann (To) 1997
Volumi di pp . 40 circa
lire 8.000 ogni volume
La collana presenta una
serie di libri piacevoli , inte-
ressanti , splendidamente
illustrati per aiutare i bam-
bini e i ragazzi a entrare
nel meraviglioso mondo
della Bibbia. Ogni libro è
ricco di spiegazion i, spunti ,
preghiere per illuminare la
vita con la Parola di Dio.
I testi usciti presentano in
modo serio e documentato
la persona e le parole di
Gesù (Gesù, ragazzo co-
me noi) : la vita di Gesù , le
sue azioni , le sue parole , il
suo Vangelo , hanno cam-
biato la storia del mondo. Il
mondo di Gesù e dei suoi
amici , la loro risposta , la
prima comunità (Gesù
chiama) . La scoperta dei
primi uomini Adamo ed
Eva, Caino e Abele , il Dilu-
vio e la Torre di Babele,
soprattutto la scoperta dei
racconti antichi che illumi-
nano la nostra vita oggi (La
creazione) .
Possono essere ottimi
strumenti per catechisti , in-
segnanti , genitori.. . a con-
tatto con le esigenze cate-
chistiche di una comunità
cristiana che spesso vede
sterile la propria catechesi.
e la .....{ ,..,,
reaz10ne
L, donna nella Bibbia
Nico Dli.! MoHn
Z,iventare Z,ono
per far fiorire la vita
GIOVANI
ARCOBALENO
Collana di SE VUOI
CVS Centro
Sussidi vocazionali
Via Mole, 3
00840 Castelgandolfo
Tel. 06/9320356
Fax 06/93 .60.700
"Giovani Arcobaleno" è il
titolo di una collana di li-
bri (due sono nell 'illu-
strazione) di poco più di
cento pagine , preziosa
per quegli educatori e
genitori che hanno a
cuore il futuro dei ragaz-
zi e dei figli , senza pre-
clusioni di nessun gene-
re , aperti dunque anche
a scelte "diverse", rare ,
coraggiose come quelle
verso lo stato religio-
so/sacerdotale.
I volumetti in maniera
inte ll igente e piacevo le
parlano di questo tipo di
vocazione, interrogano,
spiegano, approfondi-
scono , raccontano , illu-
strano nell'intento di ...
far fiorire la vita, non
mortificarla, non farla
appassire. Ogni volu-
metto costa solo 10.000
lire e le vale tutte.
BS MARZO 1998

4.2 Page 32

▲back to top
- COME DON BOSCO
l'educatore
di Bruno Ferrere
••NON LO SO CHE COSA
VOGLIO FARE''
Uno dei tormentoni di genitori e figli è il problema del "dopo",
enucleato dalla domanda: "Cosa farai da grande?" Non troppo
tempo fa le risposte erano le più varie e fantasiose ... Oggi
sembra nata la "generazione del bah!"
Il pile è quella cosa che devo
indossare io quando mia madre ha
freddo!
Economia e Commercio è la fa-
coltà che frequento io perché piace
a mio padre!
F rasi probabili _oggi. Il problema
del "dopo", del futuro , sta diven-
tando uno dei più spinosi nel rap-
po rto tra gen itori e figli. Ci sono
nell 'aria inqu ietudine , incertezza e
anche paura. Di qui nascono situa-
zion i contrastanti : un silenzio pun-
teggiato da insofferenze, scontri irri-
tati , un vivere il presente , respin-
gendo il problema. Gli adolescenti
diventano il terreno di scontro tra
due mond i: quello esterno , ostile ,
arcigno e per nulla accogliente , e
quello interno , popolato di sogni e
desideri che spesso non osano
confessare. Neanche a farlo apposta
è questo il momento in cui viene
chiesto loro di "decidere sul dopo".
Nasce così la "generazione del
boh". Le troppe pressioni li costrin-
gono a proteggersi con il silenzio e
la fuga. I figli non sono in grado di
risolvere da soli il rebus del futuro:
hanno più che mai bisogno di un
aiuto , perché la soluzione del pro-
blema dipende da una serie di
comportamenti tipicamente adulti e
maturi , che solo i genitori possono
insegnare con pazienza ed affetto .
1. Il futuro comincia alla nascita.
Il bambino non è un dischetto di
computer immacolato. Nasce già
segnato da molti elementi. Il futuro
è scritto nei fondamentali della per-
sona, nelle sue incl inazioni , nella
situazione ambientale , sociale ed
economica in cui si trova. È questo il
trampol ino di lancio. Il modo peggio-
re di com inciare è non apprezzarlo .
2. Imparare l'arte di scegliere .
Scegliere è di solito doloroso , signi-
fica sempre rinunciare a qualcosa.
È frutto di riflessione matura . Ope-
razione assai difficile in questo
mondo in cui tutto è sotto il segno
della seduzione più sfacciata, che
fa brillare miraggi ed illusioni . Fin
da piccoli i figli devono esercitarsi a
fare scelte mirate. Devono abituarsi
a prendere decisioni.
3. Avere il senso della realtà .
Genitori - figli - realtà : è questo il
triangolo delle Bermude dove si
perdono i sogni . Lo scontro tra le
aspettative dei genitori e i sogn i dei
figli è di solito sanguinoso. I ragaz-
zi , oggi , vivono sospesi in una real-
tà fittizia. Valutare con obiettività le
possibilità concrete è molto diffici-
le per loro . Se non sono aiutati si
buttano a capofitto in una facoltà
universitaria o in un lavoro perché
colpiti piacevolmente da un volan -
tino che li pubblicizza.
4. Saper progettare. Significa ave-
re mete ed obiettivi e pi anificare il
modo di raggiungerli. Anche questo
si impara da piccoli. Gli adolescenti
hanno notevoli riserve di energia ,
che rischiano di rimanere inutiliz-
zate se non vengono sollecitate da
una "sfida" adeguata. L'uomo di suc-
cesso è sempre l'uomo di un 'idea
"che non perde mai di vi sta" e non
di 36.000 progetti che non riesce a
portare a termine.
5. Volere . I ragazzi hanno una ri -
sorsa importante da investire : la
forza di volontà . In realtà sono
sempre meno allenati al lo sforzo.
Sono velleitari , non volitivi. Devono
essere sollecitati . Con l'esempio ,
non con le prediche.
6. Prepararsi. L'attesa non è un
tempo vuoto : è il tempo della crea-
zione . I genitori possono e devono
dotare i figli di strutture etiche , di
qualità umane e intellettuali , in col -
laborazione con la scuol a. L'insuc-
cesso scolastico è semprn il segno
del fallimento di una "relazione".
MARZO 1998 BS
La domanda sul futuro
è una delle più inquieta111ti,
una di quelle che,
se vuoi prenderla sul serio,
ti mette in difficoltà.
Ma è una domanda che
vale la pena. È il problema
della propria vocazione.

4.3 Page 33

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
MIO·Fl<iLIO
DA GRANDE...
Forse abbiamo qualcosa da rimproverarci, noi genitori,
di fronte alle incertezze dei nostri figli sul loro futuro.
Propongo a me e a tutti quelli che come me hanno dei figli,
qualche riflessione.
Verso iJ ·futuro'... Un giorno
sarai t1,1 a scegliere la strada!
7. Cercare inJieme . ,"Tu non ·sai
quello che vuoi " è un'offesa cocen-
te, soprattL[ttO perché sbatte in féiçèia
la verità. E pericoloso considerare
la questiori~ in modo '.semplicistico :
i genitori c;lomandano , il figlio ri -
sponde . La scelta del futuro è la
strada più difficile da attraversare : i
figli devono essere presi per mano.
Con discrezione ma anche con fer-
mezza. Il counseling è un 'attività
che sta diventando di moda. L'or-
goglio , la vanità e qualche volta
anche la timidezza giocano dei brut-
ti scherzi : creano l'illusione di sape-
re già tutto e impediscono di chie-
dere consiglio . Trovare un buon
consigliere è spesso scoprire una
scorciatoia e risparmiare tempo.
8. Provare. Non esistono ricette . I
figli devono essere incitati a sfrut-
tare tutte le occasioni per imparare
a mettersi alla prova. I lavoretti ma-
nuali pratici , con orari e impegni da
mantenere , sono formativi come i
mesi passati all 'estero per imparare
una lingua.
9. Saper ricuperare . Chi agisce
può fallire . La paura del fallimento
paralizza mo lti . Soprattutto in un
mondo che esalta il successo come
unica meta. I genitori posson0 ~a-
rantire ai figli un clima di ?icurezza
e fiducia : "In ogni caso ;puoi ·con-
tare su di noi!".
1O. Pensare in termini di "voca-
zione" . Tutti hanno una missione
da compiere, non siamo qui soltan-
to per "campare". Scoprire e ascol-
tare questa chiamata interiore è il
segreto di una vita riuscita.
o
Q uesti benedetti figli non sanno
mai quello che vogliono . Abi -
tuati a vivere alla giornata, frequen -
tano la scuola senza troppe motiva-
zioni , vivono spesso un 'affettività
provvisoria e capricciosa, sanno in
partenza che l'ingresso al mondo
del' lavoro avverrà tardi e sarà una
questione di adattamento più che di
scelta. Nello stesso tempo però ci
fanno tenerezza, perché cercano di
fare spazio al desiderio , al sogno ,
costruendo una realtà virtuale che
sembra un'esperienza di fuga , ma
forse è il segno del bisogno profon -
do di rinnovare la vita quotidiana.
Alzi la mano chi di noi ha supe-
rato la tentazione di dire ai propri
ragazzi "qui si fa come dico io",
quando ci sono visioni contrastanti
sul da farsi ; chi non ha mai sugge-
rito , quando vengono avanzate del-
le proposte di vita un po ' ardue :
"ma chi te lo fa fare? "; chi , nella
confusione di scioperi e autoge-
stioni scolastiche, si è astenuto dal
consigliare di adeguarsi a ciò che
fanno gli altri ; chi , di fronte a com -
pagnie un po' problematiche, è riu-
scito a dire al proprio figlio di avere
il coraggio di fare qualcosa per gli
altri e non solo per se stesso.
Da parte nostra , noi gen itori
restiamo forse per troppo tempo
spettatori di questa situazione : non
Forse il nostro stile educativo,
un po ' troppo protettivo , tende a
trattare i figli più come animali do-
ci piace, però è quasi comoda, per-
ché tiene i ragazzi relativamente
tranquilli, capaci di sopravvivere
mestici che come persone; questa
scelta invece potrebbe rendere
scomode le relazioni familiari , per-
alle contraddizioni e tensioni della
società e di conformarsi alle pres-
sioni del gruppo dei coetanei e de-
gli adulti . Ad un certo punto si esige
un cambiamento di rotta : devono
ché ci obbligherebbe a motivare
con precisione le nostre attese , a
essere più esigenti e credibili nella
nostra testimonianza di vita. Senza
volerlo, ci mostriamo incuranti delle
decidere per il loro futuro , entrare sfide che consentono loro di cre-
una volta per tutte nella prospettiva scere e così precludiamo in qual-
che la vita chiede di perseguire de- che modo l'accesso dei ragazzi a
gli obiettivi .
un futuro consapevole.
Ma possono davvero affrontare
questo impegno? Cioè li abbiamo
abituati a compiere scelte consape-
voli e autonome , ad essere creativi
e non solo imitativi sul piano degli
atteg~iamenti e dei comportamenti
quotidiani , a saper andare contro
corrente,: se ciò serve a salvaguar-
dare fa propria originalità e autenti-
I cità, a fissarsi delle mete e non dei
semplici obiettivi immediati?
"Che farai da grande? "
Brutta domanda oggi,
inopportuna, fastidiosa,
non pertinente, "sbadigliosa! ",
suggerì alla maestra
un ragazzino ...

4.4 Page 34

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
Gli errori li facciamo in buo-
na fede , perciò possono essere
rimediati . Prima di tutto è urgente
aiutarli a non porsi in modo neu-
trale rispetto ai problemi . In un
mondo in cui la pluralità dei valori
può creare indifferenza e confu-
sione , è indispensabile che noi
genitori siamo testimoni in prima
persona dell 'importanza di 'pren-
dere posizione' verso tutto ciò
che ci riguarda e coinvolge . E
quel che conta non è solo deci -
dere il cosa fare ma scoprire il
come e il perché.
La seconda attenzione riguarda la
capacità di creare una solidarietà
effettiva fra la generazione adulta
e quella giovane circa le respon-
sabilità da assumere verso il futu-
ro . Condividere con i figli il senso
della speranza, la capacità di at-
tendere senza stancarsi , la dispo-
nibilità a pensare al domani usan-
do il noi e non semplicemente l'io.
Questo mette in crisi , ma noi ge-
nitori disponiamo di maggiori stru-
menti culturali per aiutare gli ado-
lescenti a non intrappolarsi nella
tentazione di volere tutto e subito.
È anche importante che di-
ciamo chiaro ai nostri figli che
ogni scelta è impegnativa anche
se non è definitiva; esige fedeltà
e coerenza ; chiede un 'attenta va-
lorizzazione del tempo e delle
energie personali per risultare
davvero fruttuosa. Se è delicato il
momento iniziale in cui si elabora
un progetto di vita , è ancora più
decisiva la fase in cui questo si
costruisce : in corso d'opera il
perché e il come diventano via
via più espliciti e danno effettiva
qualità alla cosa.
Infine, come genitori cristia-
ni non possiamo mancare di rifor-
mulare le nostre attese alla luce
della fede . Dobbiamo dimostrare
ai figli di credere che Dio è capa-
ce di fare grandi cose attraverso
di noi , perché guarda più a quel
che siamo che a quel che faccia-
mo . Questo, confessiamolo , è ciò
che più ci mette a disagio . Ma è
fondamentale . Non ci appartenia-
mo fino in fondo : quelli che chia-
miamo i nostri talenti , in realtà so-
no doni che valgono solo se pos-
siamo condividerli...
MARZO 1998 BS
INNAMORATO
DELLA CHIESA
Uno dei chiodi fissi, ma in senso buono,
di Don Bosco fu la devozione al Papa
e di riflesso l'amore incondizionato
alla Chiesa.
D Orgogliosamente si proclama
"Figlio della Chiesa" e in prima per-
sona, in una Torino o bigotta o fe-
rocemente anticlericale , si impegna
con i suoi giovani con una intra-
prendenza vivace , che ha come
obiettivo rendere visibile il messag-
gio di Gesù . L'oratorio e le scuole
di arti e mestieri con l'assistenza ai
giovani operai sono il segno di una
sensibilità ecclesiale che porta la
Chiesa fuori dalle sacrestie . In con-
temporanea scrive, discute, consi-
glia. È il suo stile di essere prete e
sarà lo stile che consegna alla con-
gregazione salesiana, alle suore
Figlie di Maria Ausiliatrice e a tutti i
movimenti a lui collegati .
D Essere Chiesa per Don Bosco è
essere all 'interno di un servizio da
rendere alla fede , alla speranza e
alla carità della gente e non solo
un concetto. Essere Chiesa è porsi
come punto di incontro , di comu-
nione in un non sempre facile rap-
porto fra diverse linee teologiche e
differenti tradizioni . È, nell'obbe-
dienza alla Parola di Dio che il Pa-
pa porge attraverso una lettura sto-
rica , mediare pastoralmente le di-
verse culture.
"Qualunque fatica è poca quan-
do si tratta della Chiesa e del Pa-
pa (articolo 2).
Don Bosco è un prete schierato. La
sua passione per la Chiesa e per il
Papa è storicamente provata: per
essa mette a di sposiz ione tutte le
sue energie e con essa soffre per
le incomprensi oni e le oppo sizioni
che incontra da parte di un mondo
borghese di stampo volteriano.
D Essere Chiesa è, per Don Bo-
sco , la scelta preferenziale , prima-
ria fatta per i giovani e con i giova-
ni , è parte essenziale del suo cari-
sma. Don Bosco vive questo suo
"essere Chiesa" e lo insegna tanto
negli scritti che dedica all'evangeliz-
zazione , come , soprattutto , con la
forza del suo agire . Egli soffre per
la Chiesa perché la ama, ne è
entusiasta, perché offre a tutti la
salvezza, perché è Madre. Don Bo-
sco ci insegna a "essere giusti uo-
mini e donne di Chiesa" e a spen-
dere la vita per essa.
D

4.5 Page 35

▲back to top
IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
CHIUDERE
IL RUBINETTO?
<< C aro doctor J. , ho letto con
interesse il suo avverti-
mento a proposito dei drink alcolici.
Ma queste bevande non sono che
la punta di un fenomeno inquie -
tante: le droghe vegetali, meno dif-
fuse , ma ben più pericolose. Non
crede che i rimedi pronosticati per
vincere questi flagelli non siano
proporzionati alla causa ? Mi ram -
mento di una storiella : una volta, in
un ospizio di alienati, i medici verifi-
carono lo stato di salute psichica di
un malato introducendolo in un
ambiente allagato dall'acqua di un
rubinetto aperto, presso il quale era
stato appoggiato un raschietto . Il
malato era invitato a rimediare alla
situazione. Se utilizzava il raschietto
per liberare il luogo dall 'acqua,
voleva dire che era ancora malato;
se gli veniva l'idea di chiudere il
rubinetto, era in via di guarigione.
Secondo me bisogna chiudere il
rubinetto : vietare e punire severa -
mente sia spacciatori che consu-
matori. (Romba Silvestro, Ancona).
Caro amico ,
sotto la denominazione drink alco-
lici si raccolgono prodotti differenti :
Le bevande energetiche propria-
mente dette, come il "guaranà", mi -
rano a migliorare le funzioni cele-
brali e sono veri e propri medicinali
utilizzati per esempio dai camionisti
per evitare di addormentarsi al
volante. Mescolati con bevande a
bassa concentrazione di alcool , si
trovano ormai in stazioni di servizio
e motel. Non sono propriamente
droghe, ma possono indurre condi -
zioni favorevoli alla loro assunzione.
I prodotti stimolanti, in pillole o
bustine , sono miscugli d'erbe e ad-
ditivi vari (non tutti conosciuti). Con-
tengono grandi quantità di efredina,
uno stimolatore del sistema nervo-
so che assunto in forti dosi provoca
convulsioni e palpitazioni cardiache.
Le ecodroghe o droghe a base
vegetale : miscele di erbe e piante
allucinogene come la mandragora
e la yohibina. Queste due ultime
categorie sono più dannose all a
salute perché si ignora il grado di
concentrazione delle sostanze sti-
molanti . Le indicazioni sugli imbal-
laggi sono generiche e incomplete,
né esiste garanzia sul la innocu ità
del contenuto. Anche la denomina-
zione "droghe a base vegetale " è
ingannevole , perché oggi la moda
vuole che tutto ciò che viene dal le
piante "faccia bene", ma questo di-
pende dal tipo di pianta e dalle dosi.
Un grosso problema sorge dal
fatto che questi prodotti si trovano
ormai liberamente in commercio : se
sono in vendita non fanno male .
Ma non tutto ciò che si vende libe-
ramente fa bene . L'alcool e il ta-
bacco , ad esempio , pur essendo
ovunque in vendita, sono dannosi .
Come limitare i danni? Secondo
alcuni bisogna vietarne la vendita,
dichiarare illegali i prodotti e ritirarl i
dal commercio. Per altri invece la
proibizione non è il metodo migliore
per risolvere il problema : alcuni
"consumatori" infatti assumono que-
ste sostanze come alternativa alle
droghe pesanti , perché non danno
assuefazione. Potrebbero far parte
di una strategia di "rischi accettabili"
per rimed iare ai danni delle tossico-
dipendenze. D'altra parte , se si
vietassero, i giovani verrebbero spin-
ti a procurarsele sul mercato cl an-
destino o nei circuiti della droga, il
che sarebbe ben più pericoloso.
La clandestinità inoltre fa lievitare i
prezzi e induce alla criminalit~: furti ,
scippi ... Non solo : sempre p1u , 910-
vani e giovanissimi si lasciano coin-
volgere nello spaccio , atti rati dal
guadagno facile . Infine la paura.
Essa causa press o i famili ari un
blocco ch e ostacola il dialogo anco-
ra possibile e necessario con i fi gli,
i quali perciò sono indotti all a men-
(p~/ zogna, alla simulazione, al silenzio.
COSA
D1 0 4
ET€ llJL4L1/ZI YR..IMA DI
NT/l.0 LE
TUfrO : QUANTE
UO{NAZ/ONI ? VEN'D ITR. lCf
.,,,_
~ _ vEDE'°?
(/_
f(r.
'--------Str-iJL.
Quanto a "ch iudere il rubinetto",
non è così sempl ice . Che co sa
significa? Chi sono i rubinetti ? For-
se chi la coltiva? In questo caso il
control lo pu ò ess ere un 'arm a, ma
bisognerà pagarne il prezzo .
O sono i procacciatori, le mafie,
gli spacciatori? Ma allora bi sogn a
trovare il mezzo di impedire il rici-
clagg io del denaro sporco, cambia-
re le abitudini delle banche . Il de-
naro è certamente un fattore aggra-
vante: per far soldi si usano tutti i
r.F1ezz i, oggi ci si può procurare la
droga perfino via internet, il che fa
prendere coscien za di un altro fat-
to, che questo commercio è legato
all 'industria della pornografia .
D'altra parte chiudere i rubinetti
non estingue la sete . Ch e cos
che fa ven ire la sete? Chi spinge
tanti giovani e adulti nostri co ntem-
poranei a cercare rifugio nell'alcool ,
nel tabacco , nei farm aci , ecc.? E
come offrire a tutti ini ziative ch e
siano non solo di tipo lavorativo,
ma rispondano all e attese e si ano
gratificanti?
Gli interrogativi sono , com e si
vede , enormi e la conclusion e ci
sembra obbligata: non si può sfug-
gi re alla questione di fond o,
quella del senso da dare all a
propria vita, e questo, dobbiamo
ben imprimercelo nella mente,
passa unicamente attraverso l'e-
ducazione. Qui sta la soluzione
del problema.
0
BS MARZO 1998

4.6 Page 36

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L'evoluzione dei giovani considerata attraverso i fumetti dall'uscita
INQUIETUDINE TRA
LE ''NUVOLEJJ
di Fabio sandroni
I fumetti Bonelli da Dylan Dog
a Nathan Never: tendenze, citazioni,
idee ed ideologie in pillole, soprattutto
la metafora delle paure di fine millennio.
Q uando nel 1986 uscì, edito
dalla Sergio Bonelli (casa
ed itri ce di.Tex), il primo nu-
mero di Dylan Dog la tiratura con-
tava 50.000 copie mens ili e in pochi
s i aspettavano che quella serie hor-
ror a fumetti sarebbe divenuta nel
g iro di poco tempo un vero e pro-
prio fenomeno editoriale. Alcuni an-
ni dopo, infatti, esplodeva un gran-
de successo di vendi te (che portava
nel 1993 la tiratura alla quota record
di 600.000 albi della se rie nuova
più 300.000 della ristampa). E oggi,
dopo un assestamento de lle vendite,
il periodico può vantare tre ristampe
mensili , alb i Super Book trimestrali,
una serie di inediti, molte pubblica-
zioni speciali e " fuori seri e", recen-
sioni a pioggia, festival tematici, gad-
gets, diari sco lastici, videogames ...
In breve Dylan Dog è cons iderato
un fumetto cul t ed un simbo lo gene-
razionale dei primi anni '90. La ri-
cetta di questo successo? "... Storie
avvincenti, situazioni al cardiopal-
mo , mostri de lla mente più che del-
la natura; un po' di iron ia che spez-
za la tensione del racconto, un bri-
ciolo di sesso che
non guasta, una
punta di grottesco
che diverte ..." . (Sta-
tus Symbol , 11/8).
A questo, agg iun-
giamo noi, altri ingre-
dienti più tecnici e
non meno trascurabili:
il montaggio delle sto-
rie, per cominciare, è
molto "cinematografi-
co", con tavo le che
raccontano con I'ele-
ganza di una macchina
da presa, evocando car-
rellate e panoramiche,
simulando rallentamenti
e dissolvenze. La grafi -
ca in bianco e nero ap-
pare incisiva, dai contrasti molto
netti e con immagini scavate tra
chi ari e scuri in una struttura di pa-
g ina molto libe ra, che permette di
sotto lineare dettagli , silenzi, attese,
sguardi e piccoli movimenti , fino al-
i' improvviso aprirsi dell'inquadra-
tura su scene di forte impatto emo-
tivo , peculiari del genere horror.
,.. M l 'i:>EQVIVA UN E:"5ECUTORJ:... LJN AN<:iELO
N ON Pl.JO- CEl<.O M A = H l ~ I 17EL !::iANG,IJE
f \\. UMANO.~.. SI\\ AVl<EI POTUTO U~ARE I P!JP4Z·
·
Z l ,MA ERA C~I' INTi-? 10ANTE MANOvi:c',•H'~E .
1/,
UN PUPAZZO VIVO , ., 17EL J<E<;,,TO LO ell=TE
(
) TUT T I , VOI M=TA LI : e>U R'A TTINI I CUI
F ILI e,c;NO MANOI/IG4T / 17A LUI...
,
Naturalmente il tipo di storie si pre-
sta molto ad inquadrature soggetti-
ve, surrea li , comunque suggestive.
Dal punto di vista narrativo , inol-
tre, queste tecniche consentono il
moltiplicarsi dei piani del racconto,
l'intersezione di più linee temporali ,
la confluenza di varie vicende in
un ' uni ca storia e viceversa, eviden-
ziando un certo g usto barocco nella
composizione dell ' intrecc io. Ulte-
riore e le mento accattivante, da que-
sto punto di vista , è il g ioco della
citaz ione portato ali ' esasperazione
(perfino le vie hanno il nome dei re-
g isti del cinema horror), che pe r-
mette di spaziare dal cinema a ll a
pittura (s i veda ad esemp io l'omag-
gio a Dalì in La clessidra di pietra,
n° 58), dal fumetto alla grafica
(Esche r), fino alla letteratura (autori
cu lto: Poe e Lovecraft).

4.7 Page 37

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sul mercato di Dylan Dog agli ultimi prodotti.
Ma ciò che ha pi ù caratte ri zzato
D ylan Dog sono state le pole mi che,
che dall ' usc ita fi no a poco tempo fa
hanno accompagnato il fumetto, pes-
so acc usato di banalizzare ne i le ttori
pi ù oiovani il senso de ll 'o rrore, di
indu7-re atteoo iame nti nichilisti ci, di
bb
.
assecondare le pul sioni di mo rte d1
tanti adolescenti (alcune lettere de i
le ttori nell a rubrica della posta sem-
brano vere e proprie esaltaz io ni de l
suic idio), po nendo seri interrogati vi
educati vi. Purtroppo le polemiche
raramente a rricchi scono e né le ac-
c use né la difesa d ' ufficio de i fum et-
ti sti e de i tanti o pini o n make rs sono
a nd ate al di di uno ste ril e mo rali-
smo. Per avere un esempi o di ciò si
vedano i tanti inte rventi ind ignati
sul! 'argome nto ne ll a rubri ca pos tale
e si legga l'epi sodi o n° 67 dal tito lo
Caccia alle streghe, in cui i de trat-
to ri de l fume tto vengono paragonati
ad una inqui sizio ne fa nati ca ed ipo-
c rita (spe ri amo che, in un dibattito
sull 'educaz ione, s i possa ancora no n
essere d 'accorcio senza per questo
essere co ns iderati libertic id i).
'OL.E~ CA~
.P-4JlOJA DI D/4
AVE.e
'do ,L4 PAJUJ.
u•ua
LA QUOTIDIANITÀ
UN ORRORE?
Il fum etto ini zialme nte era assai
inqui e tante , condito con un ~ fo rte
dose di v iolenza, stemperata in par-
te da l! ' ironi a, che pe rò non tutti i
più oiovani sann o sempre cog li e re.
La0 fa mi olia è considerata il lu ogo
ove si con~um ano i crimini più effe-
rati s i vedano gli albi Riflessi di
mo,'·te, J ohnny Freak, Gli uccisori
ed i g citati Caccia alle stregh~ e
La clessidra di pietra. Embl emati ca
pe r un altro ve rso la tes i c he eme rg~
in quest' ultim o albo. Una ragazza s1
ri vo lge a Dylan Dog pe rché co1~dan-
nata a sveoli ars i tu tte le mattine e
b
.
..
scoprire che è s,e mpre Il ve,nt1 _g,u -
ono e c he dov ra vive re un 111f1111ta
ripeti z io ne deg li stess i ev~nti._ A l-
i' in vesti oatore confess a d1 vive re
" . .. una0 g iorn ata vuo ta e inutil e ri -
petuta all ' infini to, conoscete un or-
ro re più g rande?"; la ri spos ta fo to-
grafa un a de lle tes i più ricorrenti de !
fum e tto: " ... qu esta è la vita. Ci
sono mi g li aia cl i g io rni inutili _e
sempre ug uali ". L' o rrore è la qu oti-
di anità a ll a q uale s iamo cond ann at1.
Qu esto tema to rn a come un torme n~
tone ne lle stori e de l nostro e roe. E 1
ve ri mostri li po rti amo dentro o ppu -
re s iamo noi stess i che abbru tti amo
nelle nostre abitudini. Le scene spl at-
te r, estreme per sang ue e viol e ~za,
va detto , sono fun zion ali alle idee
sottese al racconto; non per questo,
tuttavia, lasciano meno sconcertati .
L'ULTRATERRENO
A nche in temi legati all ' ultrate rre-
no D ylan Dog ha un a sua ~ision~
assa i pess imi sta, descritta in van
numeri e soprattutto ne ll ' albo Infe r-
ni: es iste solo l'infe rno , anzi, molti
infe rni , alcuni pi acevoli , altri te rri -
l>JCLJB0, "51'...
Gk:::)Rt-JATA VU
E UJU,-ILE,. R I
TA ALL1 1),..JFII-JI
<&:E.,
bili , a i qu a li s i approda in modo_de l
tu tto ca uale . Ma l ' infe rno pegg iore
è propri o la v ita. E qui_ an:iviamo al-
l'idea di un di o buratt111a10 e per la
C hiesa, per tutte le Chiese, un a me-
tafo ra: " ono come di ete in cui tutto
ciò c he pi ace fa m ale" , l'amo r~ infi-
ne è so lo un inganno ... Perl e d1sag-
gezza de ll 'albo spec iale n° 6, Se tte
anime da nnate. Ad onor del vero,
neo li albi più recenti si osserva un a
maboooo io r ape rtura v. e r o 1' j tr.a, sce n.-
de nte ed un attegg iamento p1u otti-
mi sta, anche se la sensibili tà è dec i-
samente " new age": si veda il n° 136,
Lassù qualcuno ci chiama, e pi sodi o
a cava ll o tra le c itaz io ni cinem ato-
orafi che de ll e magiche atmosfere di
Picnic ad Hanging Rock (Peter Ve ir),
e de ll a fede in pacifica nti messagg i
ex traterrestri di Contact (Robert Ze-
mecki s), e l'omaggio al recente dia-
Joooo tra il cardin al M artini e U m-
berto Eco del liberco lo In cosa cre-
de chi non crede?
Peccato infine per le sc ivolate sul -
le bucce de l politi ca lly correct eco-
logi sta o animalista: semb~·a che g_li
autori dimostrino mo lta p,u empatia
con gli animali abbandonati o sotto-
posti a esperimenti in Goblin e La
~~~~DE:LI.JS~
E:' LA ,""-"
rc~'}j'
GlOQI.J/
1/..JU""rlLI
MF>Qe;
LI.,,

4.8 Page 38

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DATI IN MIGLIAIA DELLE TIRATURE
Dei fumetti editi dalla casa editrice Sergio Bonelli dopo il 1986
N°1 AUTUNNO '97
Dylan Dog (1986)
Prima serie
50
350
Prima ristampa
50
Seconda ristampa
30
Book mensile
85
Book trimestrale
115
Gigante annuale
300
Nathan Never (1991 )
300
130
Napoleone (1997)
120
100
Magico Vento (1997)
100
100
Legs Weaver (1995)
non rilev.
60
Tex (1948)
non rilev.
320
I dati di Tex, la serie più prestigiosa edita da Bonelli, servono da riferi-
mento per eventuali confronti. Accanto al titolo di ogni testata è riportato
l'anno di nascita. Non sono stati rilevati i dati degli Albi Speciali annuali
e degli Almanacchi.
Si ringraziano Stefano Marzorati, sceneggiatore del fumetto "Mister NO",
per la disponibilità dimostrata, e la casa editrice Bonelli.
valsa una sensi-
bilità più "buo-
nista" e romanti-
co-gotica; anche
la Horror Post,
che eia sempre
ospitava lettere
sulla motte, il
suicidio, l'inuti-
lità ciel vivere, è
divenuta preva-
lentemente una
rubrica su eventi
ciel mondo ciel
fumetto e cli an-
mmci legati al
me rcha ncl is ing
ciel protagonista.
rivolta de lle macchin e che nei co n-
fronti dei bamb ini uccisi in modo
straziante da ll a fo lli a deg li ad ulti ne
Il male e // tunnel de ll'o rrore. E l' a-
nali si può con tinu are a lungo, per
disegnare il profi lo cl i un eroe ultra-
trentenne perennemente in vischi ato
in vicende cli amore e morte, incoe-
rente e incostante per sce lta.
IL SEGRETO
DEL SUCCESSO
Come si noterà alcune de ll e tes i
clescritte ·racchiu clono i pegg iori luo-
ghi comuni cl i una certa cultura
laica di oggi, anche se il fatto che il
protagon ista non si prenda mai trop-
po sul serio e che quel che viene cli-
chial'ato a voce al ta su una pagina
viene smentito nella pagina succes-
siva, attrib ui sce minore forza cli ve-
rità a qualunque asserz ione. E que-
sto è forse il segreto del successo,
perfettamente spec ul are alla società
minimalista che l' ha prodotto. Dy-
lan Dog racconta una lunga metafo-
ra ho1Tor dell e paure ciel suo creato-
re Tiziano Sciav i, personaggio molto
singolare ecl eclettico, autore cli Ii-
bri, sceneggiatore cli fi lm e, in op in a-
tamente, autore nel passato perfi no
cl i alcuni testi per bambini dell a col-
lana Giocad itino dell 'editri ce Coc-
cinella. Del resto tutto il genere hor-
ror è legg ibile come una metafora
de ll e inqu ietudini cl i un 'epoca.
Co n il passa re ciel tempo, però,
come già accennato in precedenza, i
ton i si sono fatt i più "soft" ed è pre-
MARzo 1997 BS
LA SVOLTA?
Per assurd o sempre meno spazio
viene lasc iato all e lettere: quelle
pubblicate sono preval entemente cli
critiche o di omagg io ag li autori
de lle stori e e, anche per esplicita ri -
chi esta de ll a redazione, sembrano
accantonate certe celebrazioni ado-
lescenziali de ll a morte. Perché que-
sta svo lta? Ri schiando la banalità è
giusto dire un a cosa. A Dylan Dog
si deve ri conoscere il merito cl i aver
saputo intuire orro ri che ora appaio-
no più rea li cli alcuni anni fa, quan-
do ancora non si senti va parlare cli
pulizia etnica, cli sette sataniche e
suicidi rituali, cli bambini fatti a
pezzi o sciolti nell 'acido, dell ' im-
provvi sa fo lli a omicida cli "tranquil -
li" padri cli fam igli a. Se si leggesse-
ro meg lio alcuni fenomeni mediali
si troverebbero le paure ciel futuro
come nell e favole per bambini si
trovano quell e ciel passato.
Ora tra i giovani ssimi Dylan Dog
è meno letto , come ci confe rmano
anche all a Bonelli , ed il target del
fumetto , che forse ha esaurito la sua
"carica profetica", si è fatto più
adulto. Le inquietudin i le leggiamo
maggiormente su altre testate della
stessa casa editrice. Pensiamo a Na-
than Never (tiratura attuale 130 mila
cop ie al mese), e più ancora alla
cultura cyber cli cu i questo fu metto
è espress ione. Anche in questo caso
l' ispi raz ione viene mutu ata ei a gene-
ri diversi; freque nti sono infatti i ri -
ferimenti all o scrittore cl i fantascien-
za Isaac As imov e mo lte le conta-
min az ioni dalla fa mosa collana Ura-
ni a, neanche i grandi classici del-
!' avventura, da Verne a Stevenson
fino a Conan Doy le, vengono tra-
sc urati, e tante anche le " intrusioni "
nel genere fantasy; nel cinema i ri-
ferimenti più ri correnti sono Scott,
Kubrick, Spielberg, Ca rpenter... In-
somma: da 2001 odissea nello spa -
zio a Star Trek passando per Biade
Runner. Ma, le influenze più inquie-
tanti vengono dal l' immaginario cy-
ber e eia scrittori come Gibson , Ster-
ling e Burroughs o da reg isti come
Cro nenberg.
UN FOSCO FUTURO
E so no proprio questi a di segnare
lo sfondo , già evidente nell ' imma-
gin ari o giovani le, per il futuro de-
sc ritto in Nathan Never: un futuro
in cui il mondo vi ene divi so in li -
velli (alcuni dei quali sono veri gi-
roni danteschi ) e la popolazione che
vi abita è quasi se parata per caste, la
gente si droga sotto l' occhi o com-
piice dei signori de ll a chimica, lo
spazio vi rtuale ha il predominio su
qu ell o reale, l'egemoni a cli tutto è in
mano a mul tinaz ionali , mafie e sette
cri minal-religiose, mentre sul mon-
do incombe la minaccia costante cli
guerre tecnologiche totali. In questo
contesto, inoltre, alegg iano sini stre
possibili mutazioni genetiche cli
ogni tipo, i confini tra essere uma-
no, mostro e macchina si fanno labi-
li ed incerti , le differenziazioni tra i
sessi sono superate, la mente cli un
uomo può essere separata dal suo
co rpo, immagazz inata in un compu-
ter, duplicata ed immessa nel corpo
cli un altro essere vivente, in quell o
cli un robot oppure in un clone dello
stesso individuo. La fantascienza ha
così reinventato un ' ambigua im-
mortalità. Il tutto metafora di un ' i-
dentità dell'individuo cli cui si sfuo-
cano progressivamente i contorni.
L' uom o appare, quindi , schiavo cli
un futuro apocalittico e millenarista
nel quale il paradiso è irrimedia bil-
mente perduto e decisamente altro-
ve. Quante inquietudini riusc iamo a
leggere in trasparenza ... !
* Fabio Sandroni
Pres idente Regional e CGS Marche

4.9 Page 39

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LETTERA Al GIOVANI
Cariss ima/carissimo,
Come ben sai, i "perché"
hanno cambiato la storia,
la vita. La loro irruzione ha
Marzo ... è un mese serio,
di preparazione a grandi awenimenti,
anzi ai più grandi awenimenti
della storia religiosa del mondo.
ché" si cade in nuovi anal-
fabetismi: povertà di idee,
scorciatoie che cancellano
visioni di insieme, tradizio-
determinato le stagion i
dei diritti dell'uomo e del la
donna, delle po litiche so-
ciali, delle pari opportunità
Un periodo che invita a riflettere,
ad approfondire, un periodo
in cui la parte migliore di te
è principalmente coinvolta, l'intelletto.
ni culturali .. . Il computer
non pensa, non è un filoso-
fo, non prega, non ama . ..
(marzo con le feste della
Si rende necessario un
donna e del papà ce le ri-
pro-memoria per tutti.
corda) . No n è co lpa deg li
Parole forti per capire la
adolescenti fare domande.
È colpa degli adulti non da-
grandezza del dono del-
l"'intelletto". È bello capi-
re risp1(ste. "Perché, pa-
re, darsi ragione, ricordare.
pà? ... " E una festa sentir-
L'inte ll etto t i fa sentire fi-
si rivolgere ogn i cinque mi-
losofo, poeta, artista, uo-
nuti questa domanda.
mo. Quando mi dicono che
Avere in pugno la propria
sorte è compito del pen-
sono un ragazzo ragione-
vole, un uomo con la testa
siero, dell'intelligenza, che
sul collo, sono al top, vado
bussano alla parta con i
a mille. Di volta in volta mi
loro perché. Essere te nuti lontan i da lle idee, dal le sento ps icologo, perché riesco a mettermi sul la
motivazioni è vivere in un campa di concentramento. stessa lunghezza d'onda dei nuovi amici, in sinton ia
Se dovessimo mettere al l'asta tutte le pa role del con i loro gusti. Mi sento indovino con la mia ragaz-
dizionario dovremmo fare eccezione per l'interroga- za . Ne prevedo le mosse, le emozioni, i pensieri.
tiva "perché?". Va preservato, conservato, come un
tesoro preziosa. Togliess imo il "perché" ai nostri di- È prepotente in me, o Signore, farti una domanda .
scorsi, po lverizzeremmo tutta il nostra pensiero. Perché mi hai dato l'intelligenza se poi non comunico
Pensaci, e non potrai non darmi rag ione.
con te, se non scopro che tu sei
Noi siamo della stessa natura di cui sono fatti i
nostri perché. Posti di blocco sorgono ovunque nel la
nostra cultura, a causa dei qua li la parola è in
caduta li bera a favore del video, dell'immagine; l'in-
telligenza e la fantasia lasciano il posto al la corsia
la mia salvezza,
la mia luce? Far-
se in me qualco-
sa non va ' ci so-
no interferenze
da togliere. Devo
O"N
p
~ 12,. d,;
dù¼V.:o
cor1PORrAR,5l BtNe
vvolPf,U, V1AWx;;gzi
f1°f ..1._1,. svl p,1,-u::ifl)O Cr//J ..._..,
J
~,.,._..,,,
J...J_:>
~
privilegiata del computer, che appare come il prolun- essere libero da 1.----..ia -
gamento del pensiero e sempre più frequentemente pregiud izi e condi-
come il tuo alter ego. Si è più predisposti a impara- zionamenti . Mi fa-
re "come", non "che cosa". Senza la forza dei "per- rebbe bene la sem-
pIic ità, lontano
dalle furbizie, dai
puntigli, da que lle
costruz ion i cervel-
(l
lotiche, che met-
tono sempre l'io al
i_
9 >€5>0
.L
primo posto. Voglio L------'-
una volta tanto essere umile perché la verità passa
dal la fatica dell o stud io, del silenzio, dell'ascolto.
Noi siamo della stessa natura
di cui sono fatti i nostri perché .
Il dono dell"'intelletto" sia per me:
fuoco per esprimere il tuo amore, luce per cono-
scerti e farti conoscere, via per incontrarti, lingua
per proc lamare la tua paro la, voce per annunziare la
tua sa lvezza.
Ciao. Al mese prossimo!
Carlo Terraneo
BS MARZO 1998

4.10 Page 40

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LII/E-
ILCUORE di Giancarlo Manieri
POPOLARE
DI CATANIA
Il 23 marzo 1948, giusto 50 anni fa,
ai salesiani viene affidata la chiesa
della Madonna della Salette,
ed elevata a parrocchia.
I salesiani operavano nella zona
già da più di settant'anni,
chiamati dal cardinale Desmet,
che aveva fatto costruire il santuario.
Prospetto esterno della parrocchia
e dell'oratorio salesiano della Salette.
spaccio e pinzillacchere del genere ... Spazi di aggre-
gazione zero. Al loro posto crocchi agli angoli delle
strade , bettole col nome pomposo di bar, negozietti,
bazar, chioschi, bancarelle, tuguri , cantine e... marcia-
piedi , con tutto quello che c'è sopra. Fine prima parte.
1 14 maggio 1945, don Berruti, prefetto generale
della congregazione salesiana, assiste alla posa
della prima pietra dell 'oratorio della Salette.
Mabilità, tassi allarmanti di abbandono scolastico ,
drop-out, microcriminalità.. . San Cristoforo è sta-
to e per certi versi è ancora un quartiere a rischio .
Don Bosco non può lamentarsi : la scelta dei salesiani
è secondo la più corretta interpretazione delle costitu-
zioni , quella della "gioventù povera e abbandonata".
T'affacci appena nel quartiere e ti trovi subito in
un'altra storia. Sembra la favola di Alice, ma al contra-
rio : dai quartieri snob della Catania dei palazzi , dei
giardini , delle boutique , delle grandi strade, alle casu-
pole basse , i panni stesi al sole sui marciapiedi , i bam-
bini tra i piedi dappertutto e i motorini pure! I motorini
spadroneggiano viaggiando sulla ruota anteriore quasi
volessero dare la scalata alla parete di qualche abita-
zione, o oltrepassare volando qualche malcapitata au-
tovettura. E non mancano scippi , furtarelli, piccolo
MARZO 1998 8 S
MA LA GENTE È ALLEGRA, cordiale , sensibile , labo-
riosa, intelligente. Abituata a lottare per la vita un giorno
dopo l'altro, con grinta e caparbietà, a non cedere allo
sconforto, a non perdere mai la speranza e nemmeno
la pazienza. Gente che sa bene la storia del leone e
della gazzella: se vuoi vivere, chiunque tu sia, leone o
gazzella, spuntato il sole
devi cominciarn a corre-
re. Qui si corre , cercan-
do di vivere con dignità,
l'animo disposto alla so-
lidarietà, apérto all 'otti-
mismo , attaccato alla fa-
miglia , sensibi le all 'ami-
cizia , rispettoso anzi ~i-
spettosissimo dei defunti ,
e questo è un buon se-
gno : il culto degli ante-
nati non può che portare
saggezza.
I Un santo ha chiamato. :.:
Il beato cardinale Dùsmet
ha fortemente voluto
i salesiani a Catania.
UN SANTO HA CHIA-
MATO , UN ALTRO HA
.INVIATO. Il beato cardi-
riàle Dusmet ha chiesto
a :Don Bosco che i suoi
figli scendessero a Cata-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Il gruppo Savio Club dell'oratorio.
nia: ce n'era un gran bisogno. Il prete dei giovani ci
pensò su un po ', poi decise di accogliere la richiesta,
perché il posto era adatto per i suoi preti , il terreno
fertile per il loro zelo. Era il marzo 1885. Otto anni
dopo , ancora in marzo , cominciarono le "scorrerie "
apostoliche dei salesiani nel quartiere san Cristoforo ,
dove il cardinale , forse per porvi un seme di reden-
zione , con quella intuizione profetica che solo i santi
hanno , vi aveva fatto costruire la chiesa della Salette.
POI VENNERO LE GUERRE MONDIALI. La stupidità
non ha confini. I conflitti non hanno mai portato pro-
sperità o benessere, eccetto a qualche furfante bene
attrezzato (di furfanteria s'intende!). Hanno invece
sempre abbondantemente seminato lutti, distruzioni ,
fame , orfanezze e generato il miserevole fenomeno
dei "ragazzi per strada ", che troppo presto si trasfor-
mano in "ragazzi di strada". Il quartiere san Cristoforo
fu uno dei più colpiti dai mali delle guerre e perciò non
riuscì a non diventare uno dei più disgraziati di Cata-
nia: la guerra, si sa, fa più male dove il tessuto è più
debole. A questo punto bisognava rimboccarsi le
maniche e trovare il modo di porvi rimedio. E si pensò
ancora ai salesiani.
LA S.P.I.G .A. FU UN 'INTUIZIONE GENIALE. Il 14
maggio 1945, proprio all'indomani della guerra, viene
solennemente benedetta la prima pietra del nuovo
oratorio alla presenza del prefetto generale dei sale -
siani don Berruti , del vescovo della città e delle auto-
rità municipali . Non ci volle molto a conquistare il terri -
torio. Le iniziative dei salesiani sbalordivano la gente
non abituata a simili cose e l'avvicinarono ai nuovi
inquilini del quartiere. Erano pure furbi quei preti di
Don Bosco . I giovani furono i primi a sperimentarlo ,
quando prese piede il comitato la SPIGA. Per il civile ,
che non ha mai puzzato di chiesa e non ha mai amato
le metafore religiose , se si voleva che sganciasse
qualche aiuto concreto , non poteva che voler dire
"Soccorsi Per I Giovani Abbandonati", che erano folle
nell'immediato dopoguerra. Ma per i ragazzi dell'ora-
torio la sigla voleva semplicemente dire "Società Per I
Giovani Allegri": l'arte di dare a ciascuno il suo! Lo
scopo di questo straordinario comitato era quello di
dare continuità all 'opera dei "ragazzi della strada".
Ebbene la "SPIGA" non è mai seccata ed è tutt'oggi la
carta di riconoscimento della Salette .
LA VITA PROCEDEVA CARICA DI SPERANZE : schie-
re di ragazzi ogni giorno sciamavano dai locali del-
l'oratorio , dopo un
po ' di colazione e
una preghiera , si
sparpagliavano per
la città, a racco-
gliere robe vecchie,
stracci , carta, a fare
da garzoni un po '
qua un po' dove
trovavano, a impa-
rare qualche me-
stiere lavorando co-
me artigianelli . Al
pomeriggio pulizia,
pranzo, catechismo ,
I 1° dicembre 1997: il sindaco
di Catania, Enzo Bianco,
consegna al direttore
una targa di riconoscenza e
gratitudine a nome della città.
scuola. Un po' di svago te lo trovavi nei tempi di passag-
gio . Se oggi proponi una giornata così , ti sparano alle
spalle. Tempi che vanno, tempi che vengono. Così l'ope-
ra cresceva e si dilatava: nacque la scuola serale, poi la
scuola elementare, la scuola media, l'avviamento pro-
fessionale con sarti , calzolai , tipografi meccanici , elet-
tricisti. Infine tutto il resto : l'associazionismo, la banda,
il canto, il teatrino, le gite, le partite ... come a Valdocco.
OGGI LA BELLA FAVOLA , trasformatasi in storia,
continua. Scuola, oratorio, parrocchia: alla Salette non
si è perduto il sapore delle origini. Con i dovuti aggior-
namenti . L'opera è viva, è amata, è sostenuta. L'ora-
torio è un mare di gioventù , un coacervo di associazio- _ .__
ni , strutture e iniziative. I corsi professionali si sono
aggiornati : sono comparsi quelli di dermoestetica, di ter-
moidraulica. La parrocchia è nel cuore della gente. In-
fine c'è un nutrito gruppo di giovani ma anche di per-
sone adulte che offrono gratuitamente un bel po' del loro
tempo libero per dedicarlo all 'educazione dei ragazzi.
ESISTE ANCORA IL CIRCOLO OPERAIO con circa
300 tesserati. C'è da scommetterci : gli oratori con
un'attività di questo genere si contano sulle dita di una
mano . La genesi risale a Don Bosco stesso. Non è
uno scherzo. Fu proprio Don Bosco che disse al primo
direttore della prima opera sorta a Catania: "Si cerchi
un altro oratorio per gli operai ". I desideri di Don
Bosco erano legge , perché vedeva cose che nessun
altro vedeva. Il circolo operai di san Cristoforo non è
un dopolavoro per vecchietti nullafacenti , né un circolo
ricreativo per nullatenenti , né una sezione politico -
sindacale o chissà che altro. È un centro di accoglien-
za, una vera associazione salesiana, un movimento
istituito per promuovere l'elevazione morale, sociale e
religiosa della classe operaia.
MA I SALESIANI NON RINUNCIANO al loro compito
specifico: sono preti -e ducatori , quindi l'evangelizza-
zione resta l'asse portante, la preoccupazione primaria
della comunità religiosa della Salette . Gli interventi
sono quelli della più assodata tradizione , ancora ben
vivi e attivi: le preghiere, la buona notte, la catechesi ,
le celebrazioni , i ritiri , il colloquio, la parolina all'orec-
chio , il piccolo clero ... i sani principi della tipica meto-
dologia salesiana.
D
RS MARZO 1998

5.2 Page 42

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r
NON SI SVEGLIAVA
DALL'ANESTESIA
mi fatto conoscere suor Eusebia
Palomino ... Ritengo di dovere a
lei il meraviglioso frutto della
amici hanno pregato insieme a
noi, tanto più che il mio lavoro
contribuiva non poco alla preca-
r FORZA!
CE LA FAFlAI!
mia guarigione. Grazie ancora ria situazione economica. Nono-
Mia nipote , dopo un anno di ma- per avermela fatta conoscere e stante la gravità del caso , a Una mattina del settembre '96,
trimonio ci comunicò con gioia costretta ad aiutarmi".
poco a poco ho potuto ripren- mentre stavo procedendo alla
che attendeva un figlio . Al terzo
mese di gravidanza, a seguito di
dermi tan to da tornare a lavora- pulizia di una macchina che fab-
suor Maria Ossi FMA, Roma re tra la riconoscenza di tutti noi brica manufatti in cemento , ri-
r dolori fortissimi , fu costretta a
lasciare il lavoro e a rimanere in
assoluto riposo. lo mi premurai
UN PICCOLO
a Dio e al suo servo Simone masi vittima di un brutto inciden-
Srugi . Continuiamo a ringraziare te . Convinto di aver arrestato il
il Signore e Lo preghiamo per- comando elettronico , cominciai
di farle avere l'abitino di San
RITARDO E
ché voglia concedere a Srugi la a lavorare sotto la pinza che
Domenico Savio e la invitai a
pregarlo con fiducia. Anche la
mia comunità religiosa elevò
SAREBBE MORTA gloria degli altari.
prende e trasferisce i manufatti.
Questa si mise subito in moto
Giuseppe Franzone, Genova ed io mi resi conto - perché co-
ferventi preghiere al nostro pic- Un anno fa mia sorella ha avuto
nosco bene il funzionam ento
colo grande santo. All'ottavo un grave incidente di auto. Por-
dell 'impi anto - che non avevo
mese fu ricoverata d'urgenza al- tata subito in ospedale venne
alcuna via di scampo. La pinza
l'ospedale S. Filippo Neri di Ro- ingessata ai polsi e alle caviglie.
cade su i manufatti con una
ma dove rimase per 27 giorni Dopo due settimane fu riportata
forza dinamica di 88 kg! D'isti n-
immobile. Noi continuavamo a a casa. Ma qui venne il peggio
to invocai la Madonna con que-
pregare insieme ai 200 bimbi perché un farmaco le procurò
ste parole: "Madonna mia, non
della scuola materna. Al nono delle lesioni interne. Noi la ve-
farmi morire ; manda in aiuto i
mese si dovette ricorrere al par- devamo impallidire. Quando un
miei santi ". L'incidente non fu
to cesareo. Dopo un'ora di inter- giorno fu colta da dolori , chia-
evitato. lo avvertivo dolori atro-
vento , il chirurgo mentre ci dava mammo la guardia medica ma
cissimi . Non persi la conoscen-
la lieta notizia della nascita di un
bimbo, ci gettò però nell 'ango-
scia aggiungendo che la madre
non si svegliava dall'anestesia.
Invocammo l'Ausiliatrice con fe-
de profonda e dopo tre ore di in-
senza alcun risultato. Vedendo-
la però peggiorare, io la traspor-
tai in ospedale . La operarono
immediatamente: aveva una
grave emorragia interna. Mi dis-
sero poi i medici: "Ancora mez-
r LE FIAMME
NON TOCCARONO
ILVISO
za. Continuavo a dire ai miei
colleghi che mi soccorrevano
che io stavo morendo e non
smettevo di bisbigliare come
potevo delle preghiere. Traspor-
tato subito all'ospedale fui sotto-
dicibile preoccupazione, la mam- z'ora più tardi e sarebbe morta".
posto a radiografie e, a TAC. Ri-
ma si risvegliò , con gran sollie- In tutto questo frangente noi ci Avevo appena terminato una sultato: frattura di un braccio ,
vo di tutti . Ringrazierò sempre siamo raccomandati a Don novena a San Giovanni Bosco nove costole rotte tanto da sfio-
Maria Ausili atrice e san Dome- Bosco. A 90 giorni dall'inciden- che subito ne constatai la prote- rare il cuore e i polmoni . Ma con
nico Savio per questa duplice te , le furono tolti i gessi . Ora ad zione . Ecco quanto mi accadde. gran meraviglia dei medici nes-
grazia mentre affido alla loro un anno di distanza, cammina Avevo messo l'arrosto al forno suna lesione interna grave. Per
protezione il piccolo Alessio e i bene. È stato un vero miracolo! e, a cottura ultimata, tirando precauzione fui trasfer ito in
suoi genitori.
Suor Maria Faricelli FMA, Roma
Per questo vogliamo ringraziare
pubblicamente Don Bosco.
Giovanni Maule,
Gambe/lare (Vicenza)
fuori la teglia, per una manovra
incerta, l'olio bollente che vi era
dentro schizzò parte nel forno e
parte verso di me. Dal forno si
elevarono immediatamente pau-
camera di rianimazione. lo se n-
tivo dolori lancinanti. Ma la men-
te era lucida. Pensavo ai miei
cari , alla mia vita che ritenevo
giunta ormai a termine quando
r AVEVO CON ME
LA SUA RELIQUIA
rose fiamme , mentre l'olio diret-
to verso di me non toccò il
mio viso né le mie mani nono-
stante che io fo ss i curva in
davanti a me, come in un sogno
vedo don Giuseppe Quadrio
che con un sorriso indescrivibile
mi dice: "Forzai Ce la farai! ".
avanti. Ho proprio da dire grazie Don Giuseppe Quadrio è nativo
r HAGUIDATO
LA MANO
DEL CHIRURGO
Fummo in molti ad essere invi-
tati a pregare per il buon esito di
un delicato intervento chirurgico
della nostra cara amica Giulia
Paola. lo mi affrettai ad inviarle
una reliquia della vene rabile
Eusebia Palomino : "La porti
con sé in camera operatoria - le
scrissi - suor Eusebia guiderà
la mano del chirurgo ". Dopo l'in-
tervento l'interessata mi scrisse:
"Tutto bene. Quella piccola suo-
ra ha veramente guidato la ma-
no del chirurgo. Non ho bisogno
neppure di sottopormi a chemio-
terapia". E a distanza di un an-
no: "Ho da ringraziarti per aver-
Mi sentii improvvisamente male
sul mio lavoro, con forti conati di
vomito e dolori al petto. Ciò che
in casa credettero fosse una
semplice influenza, all 'ospedale
si rivelò come un pericoloso in-
farto . Mia moglie che mi accom-
pagnava all'ospedale pregava
Simone Srugi incessantemente
insieme a me. Rimasi per alcuni
giorni in terapia intensiva, con
complicazioni dovute ad una
bronchite. Nel mio cuore ero se-
reno: avevo sotto il mio cuscino
la reliquia di Srugi di cui siamo
molti devoti. A casa, mia moglie
e le mie quattro figlie hanno
continuato a pregare il Venera-
bile di Nazaret , perché tutti in
famiglia siamo devotamente le-
gati a questo simpatico coadiu-
tore salesiano, la cui interces-
sione abbiamo più volte esperi-
mentato . Tutta la mia famiglia
ha avuto la gioia di pregare sul-
la sua tomba a Bet Gemal , in
Terra Santa. Anche molti miei
a Don Bosco che in questa ,
come in altre occasion i, mi fu
visibilmente vicino.
Margherita Giri/li, Roma
r L'INTERVENTO
FU EVITATO
Mia madre , novantenne, fu rico-
verata d'urgenza all 'ospedale.
Era in condizioni quasi dispera-
te . Solo un intervento chirurgico
(quan to mai problematico a
quell 'età) avrebbe potuto chiari-
re la causa del male. L'affidam-
mo a Maria Ausiliatrice e a Don
Bosco. L'intervento fu evitato:
tutto si risolse spontaneamente.
Dimessa dall'ospedale, la mam-
ma è tornata a vivere serena-
mente in famiglia. Di qui tutta la
nostra gratitudine verso l'Ausi-
liatrice e Don Bosco.
G. Bovio, Bellinzago Novarese
di Vervio , è mio concittadino.
Qui è molto diffusa la devozione
verso di lui ritenuto un santo. lo
ho avuto la fortuna di conoscer-
lo personalmente. Questo fatto ,
pur nel tormento dei dolori , mi
procurò una gioia e una serenità
immensa che hanno accompa-
gnato tutto il lungo percorso
della malattia e che ancora oggi
mi riempie di commozione. Fu
davvero significativa per me l'e-
sclamazione in cui uscì il medi-
co meravigliato che io fossi vivo:
"Qual è il tuo santo protettore?".
Della Basca Beniamino,
Vervio (So)
Per la pubblicazione non si
tiene con.to delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrò omettere
l'indicazione del nome.
MARZO 1998 BS

5.3 Page 43

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seconda parte
UNA CASA PER MILLE RAGAZZl/3
U~CENQQ DA QUEI CORRIDOI,
DON BOSCO PRENDE UNA DE-
CISIONE CHE SEGNERA' LA SUA
VITA.
/f1ATTINA DELL' 8 DICEMBRE
1. 041. MENTRE DON BO':>CO
STA PREPARANDO':>/ PEf< LA
M Ee,=:,A, IL '::JACRE'=7TANO ••
NI COSTO C
AZZJ coe,1·
I FINISCAN
IONE. VOG
ERE IL SAL
RE -DI GLIE':>
IOVENTU'.
8S MARZO 1998

5.4 Page 44

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BAl2TOLOMEO
Fl'bSA QUELLA
FACCIA BUONA
CHE SI
INTE/2ESSA DI LUI,
E PAl<LA.
DICE CHE FA IL MU-
RATOl<EJ CHE HA
16 ANNI, CHE '::>UO
PAPA' E '::>UA MAM-
MA SONO MORTI.
NON E' MAI AN-
DATO A SCUOLA
E NEMMENO
AL CATECHISMO,
PERCHE' I
RAGAZZI PIU'
PICCOLI
LO PRENDONO
IN Gll<O.
UN SORRl'::>O. E ' QU ESTO CHE
DON BOSCO ASPET TA VA .
E AVANZA LA 'bUA PROPO-
'bTA:
E PIZI-
LEZIONE , Tl
EGNERO'A
12 BENE IL 0
DI CROCE:
NOME DE
DRE, DEL
O E DEL
ns MARZO 1998
NON
NJRE
SOLO.
RTA
CHE
TUOI

5.5 Page 45

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QUATTk?O GIOk?NI DOPO E'
DOMENICA . DURANTE LA
PREDICA, VEDE TRE GAk?-
ZONI MURATORI CHE DOR-
MONO UNO APPOGGIATO
ALL' ALTRO.
MA GUAR-
DA QUE!:>TI!
DEVONO
ESSERE
PROPRIO
STANCHI •••
QUASI NELLO f:>TESSO MOMEN-
TO ARRIVA BARTOLOMEO E
M OLTI SUOI COMPAGNI ;
IO CAl2LO
BUZZETTI, LUI E'
GIOVANNI GARIBOLDI,
E LUI ANTON IO GER-
MANO. SIAMO DELLO
STES~O PAE.SE, CA-
RONNO , E FACCIAMO
I GARZONI MURATORI.
QUANDO ARRIVA LA PRIMA
NEVE, I MURATORINI RI-
PARTONO,
VOGLIO
CHE DIVENTIA-
MO TUTTI AMICI.
VI FAl<O' UN PO ' DI
CATECHISMO E
DOPO TUTTI IN
CORTILE A FARE
COLAZIONE ~ ~
A GIOCARE:...
IJS MARZO 1998

5.6 Page 46

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r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
inform azioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9- l97 l n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13- 1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Fonnule valide sono:
- se si tratta d' un legato:
«... lascio alla DiJ·ezione Generale
Opere Don Bosco, con ,sede in
Roma (oppure ali' Istituto
Salesiano per le Missio"ni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di Lire... , (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
miss ionari e per l'educazione
cri stian a.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
«. .. annullo ogni mia
precedente disposizione
testan1entaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l' Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gl i scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente
per l' esercizio del culto, per la
fonnazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data )
(firma per disteso)
NB. li testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
MARZO 1998 IJS
I NOSTRI MORTI
ROMOLO Savio , cooperatore salesiano ,
t Nizza Monferrato il 1/ 11 /1997 a 79 anni.
Uomo di cultura e dal grande cuore , soste-
nitore delle opere di Don Bosco. Professo-
re di lettere nel la scuola media e poi alle
dipendenze della Cassa di Ri sparmio .di
Torino. Quando giunse all'età della pensio-
ne , si dedicò al bene sociale e culturale dei
nicesi. Fondò l'Università della Terza età e
l'Accademia di cultura denominata "ERGA".
Per dieci anni responsabile del premio dia-
lettale "Nino Costa" e presidente dell'asso-
ciazione "Amici della musica" da lui inven-
tata. Fu animatore e perfetto organizzatore
di gite rimaste famose per svago e cultura.
Nel 1993 gli era stato ri co nosciuto il premio
"L'Ancora d'argento" per le sue tante bene-
merenze . Uomo intel ligente e umile , onorò
il nome di Don Bosco traducendo nei suoi
contatti con la gente lo spirito del sistema
preventivo. I nicesi raccolgono questa pre-
ziosa testimonianza mentre porgono alla
famiglia le più affettuose co ndogl ianze.
CARRARO PANTALEONI Diana.
coopera trice ,
t Sarmeola di Rubano (PD)
il 30/ 10/ 1997 a 56 anni.
Fu donna dal cuore grande e di fede robu-
sta che ha saputo vivere e trasmettere i
va lori più alti, appresi alla scuola di Don
Bosco fin dalla giovinezza, con semplicità
e intensità. Nella vita di lavoro fu di singo-
lare attività e rettitudine , esempio per tutti.
Cooperatrice già impegnata nel dono di
alla famiglia, dava un volto al la sua sale-
sianità con la preghiera, la partecipazione
alla vita di "gruppo" e l'assiduità al le riunio-
ni sempre gradite . Fu sua caratteristica la
devozione a Maria Aus iliatrice . Lascia in
ere dità la sua fede viva , la saggezza di
educatrice, l'amore delicato e forte di mo-
glie e madre. Serenamente , circondata dal-
l'affetto dei suoi e supportata dalla fede, ha
affrontato la malattia che l'ha ricongiunta al
Signore .
RE sac. VITTORIO , salesiano,
t Borgomanero il 3/ 11 /1997 a 73 anni.
Un innamorato di Don Bosco e del suo me-
todo educativo . Quando ne parlava si infer-
vorava ed era felice di citare le costituzioni
salesiane che lo defin iscono "profonda-
mente uomo , ricco del le virtù dell a sua
gente". Da buon monferrino si sentiva pa-
rente prossimo del nostro fondatore. La
sua vita è stata tutta per la scuola e con
que sta motivazione gli fu conferita la
medaglia d'oro. Per alcuni anni ricoprì an-
che l'incarico di delegato nazionale per le
scuole salesian e. Fu vica rio ispettorial e
dell 'allora ispettoria Novarese-Alessandri -
na-Elvetica. Ha insegnato latino e greco
per quasi 40 anni al Li ceo di Borgomanero .
La "passione educativa" è il suo testamen -
to spiritua le. Ha pe rcorso con fedeltà e
passione la strada dell'impegno e della spi-
ritualità salesiana: darsi tutto ai gidvani . La
' sua eredità: un grande "amore al libro", un
. grande "amore alla cultura ", un "grande
. rigore scientifico", una "straordin ari a capa-
cità di accoglienza". Chi non lo conosceva
rimaneva stupito del suo modo dI presen-
tarsi e non lo dimenticava più.
BRUSCHI Tonino , cooperatore,
t Peschiera (Verona) il 12/9/1997 a 82 anni.
Direttore Didattico in pensione, fu sempre
dedito al suo dovere e attento al l'educazio-
ne degli alunni , secondo lo stile e lo spi_rit?
di Don Bosco . Accettava le respo nsab11ita
pÌù .impegnative , ma anche i servizi più pic-
coli' e umili. Uomo verame nte co lto, era tut-
tavia çapacè di umile ascolto . Interessato
ai cor:itenuti più profondi sapeva g161re
delle più-piccol e cose. Dispor\\ibil.E; e gene-
roso nari era mai invadente . Era attivo , non
attivista , Sensibile per le necessità de lla
sua città, il suo cuore generoso batteva an-
che per le missioni. Consapevole dei cari-
smi tipici della terza età, li metteva a frutto
nel Centro locale di Bardolino, coinvolgen-
do l'entusiasmo dei giovani. Nell'ultima ma-
lattia è stato amorevo lmente seguito dalla
moglie Caterina e dai numerosi amici . Ma-
ria Au siliatrice, da lui tanto venerata e ama-
ta, lo accompagni nella gioia del Padre.
MONTANO Erasmo,
cooperatore salesiano,
t Roma, il 20/2/1997.
A Gaeta dov'era nato fu assiduo frequ enta-
tore del locale oratorio salesiano , che lo
avviò alla vita cristiana , cui fu esemplar-
mente fedele anche durante le varie traver-
sie della sua non facile vita. Entrato nella
polizia di stato compi il suo dovere con co-
raggio e abnegazione , particolarmente in
zona di guerra. Fu sposo e padre di pro -
fonda fede alimentata da una pratica cri-
stiana robusta e costante : di carattere mi-
te, cordiale , sensibile alle necessità altrui ,
conquistò l'amicizia e la stima di quanti lo
conobbero.
Nel 1956, a Roma, riprese contatto con la
Famiglia Salesiana e nel 1957 vi entrò
come cooperatore, sempre fedele agli im-
pegni assunti , e presente nella vita del suo
Centro, membro esem plare del Consiglio
ispettoriale prima e nazionale poi , dove si
prodigò con generosità non comune .
Colpito da male incurabile, di cui era pie-
namente consapevole , affrontò con sere-
nità il calvario, dando ancora una volta
testimonianza di coerenza e fede cristiana.

5.7 Page 47

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Suor Theresa Kelly ,
Figli a di Maria Ausiliatrice .
Nata ad Atlantic Ci ty,
New Jersey (USA),
è ispettrice negli Stati Uniti est.
Collabora con vari organi smi
ecclesiali ed è membro consultivo
dei vescovi a livello nazionale.
Come ha conosciuto le Fig lie di Maria Ausiliatrice?
Le conosco da sempre, in quanto mia madre e tutta la sua famiglia
sono ex alliev i salesiani della scuo la parrocchiale del mio paese di nasc i-
ta. Anch' io ho frequentato quella scuola dall' età di quattro anni. Andare
a scuola e ra .. . sentirsi in fam igli a, a casa nostra .
Ha qualche ricordo par1icolare delle prime missionarie arrivate neg li
Stati Uniti?
Ho conosciuto personalmente so ltanto due delle prime quattro missio-
narie arrivate nel 1908: suor Francesca Delfino e suor Antoni a Agliardi.
Erano donne di Dio, semp lici, serene, senza pretese, sagge e coraggiose.
I primi anni furono tempi di grande povertà e di molto lavoro. Manca-
va spesso anche il necessario e affrontavano le difficoltà con grande spi-
rito di sacrificio e molto buonumore. Siamo molto riconoscenti a queste
pioniere, che hanno saputo trapiantare so lidamente il cari sma sa lesiano
nell a nostra te1Ta.
Quali sono le povertà giovanili che emergono nella società statunitense?
È un po ' difficile preci sarle, in quanto molto dipende dal contesto so-
ciale in cui i giovani vivono, dal luogo di provenienza delle famig li e,
dall 'appartenenza o meno a gruppi etnici o di immigrati. Es iste una po-
vertà economica, che colpisce in modo particolare i bambini e i giovani.
Infatti, il 22% dei giovani al di sotto dei 18 anni e il 25 % dei bambini ,
con età inferiore ai 6 anni , vive ne lla povertà. C'è poi una mancanza di
affetto, che deriva sovente da situazioni fami liari difficili , da espe rienze
di ab uso sess uale. Il benessere crea un vuoto morale e spirituale, che la-
sc ia i giovani so li di fronte all e sce lte dell a vita: senza guide né punti d.i
rife rimento sicuri .
È membro del Comitato consultivo nazionale dei Vescovi. Quale ap-
porto spec!f1co è chiamata a dare in qualità di salesiana ?
Ho la poss ibilità di lavorare in due momenti diversi. Quando mi viene
richiesto di studi are un progetto o un documento della Conferenza na-
zionale dei vescovi, sto particol armente attenta a leggerlo dal l' ottica sa-
les iana: dove sono i giovani ? qual è il posto della donna? che linea for-
mativa ed ed ucativa emerge? In seg uito , c'è l'as petto propositivo: posso
avanzare proposte nella linea dell 'educaz ione, dell a pastorale giovanile,
della pastora le vocaziona le, dell a catechesi, dell a promozione della
donna e della vita.
Con un ,"(ferimento particolare alla realtà americana , quali sono gli in-
terrogativi e le aspettative della gente nei co11fi'Ol1.ti della vita consacrata ?
Vogli ono da noi l'autenticità, la coerenza di vita con la nostra scelta
vocazionale. Anche se molti non conoscono la teo logia de ll a vita reli-
giosa, capi scono che " apparteniamo a Dio" in modo particolare e che
questo comporta, di conseguenza, uno sti le di vita diverso. Ci chiedono
anche di essere fedeli al nostro carisma: dare la nostra vita in un servizio
gratuito per i bambini, gli ado lescenti e i g iovani , particolarmente per i
più bisognosi.
e
C'È POSTO PER
TUTTI
Ceci li a è un 'es il e mamma
co reana. Su o na l'organo nel-
la c hi esa dei sa lesiani a
Seoul e cura Matteo. Matteo
è suo fi glio. Un parto malde-
stro l' ha condannato per
sempre su una sedi a a rotel-
le ... a mugo la re. Non muove
più g li arti. I suoni incom-
prens ibili che emette sono in-
terpretati solo da Cecilia.
Nessuno dei due si è arreso.
Lei suona, lui va a scuola,
impara a scrivere, la pe nn a
stretta tra i denti . Così può
anche dipingere. M a non gli
basta. La mamma vuole an-
dare in America per farlo stu-
diare nelle sc uo le speciali
a m e ri cane. Si presentano tut-
te e due all ' uffici o immigra-
zioni dell ' ambasciata ameri-
cana di Seoul ... " Si gnora, no ,
proprio non è poss ibil e !" Un
suss ulto e Matteo che aveva
capito tutto ha un a reaz ione
dispera ta. Lui c he q uasi non
s i muoveva con un movi-
mento disperato ha scaraven-
tato a te rra tutti i fog li de ll a
sc rivania. Si lenz io attonito .
Di spe razione di mamma Ce-
c ilia. Il fun z ionario capi sce,
chiama l'ambasc iato re . Ora
M atteo è in America. Ha fre-
quentato la presti g iosa uni-
vers ità di Berk ley ed è ri s ul -
tato prim o s ul campo de l
computer. Fa il ricercatore
a li ' uni versità, ha d ue infe r-
miere c he lo c urano e un a car-
rozze ll a tutta comp ute rizzata.
Clinton ha voluto incontrar-
lo. Matteo dimostra che a l
mondo c possibilità pe r
tutti . Per tutti .
(da Ragazzi nella tempesta
n. 13 , Naia /e '97)
BS MARZO 1998

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
LA SINDONE,
IL LENZUOLO DEL MISTERO
di Giovanni Sangalli
Il misterioso lenzuolo funebre
continua a sfidare scienza e fede .
L'ARTE E I SALESIANI
di Natale Maffioli
I figli di Don Bosco custodi di preziose opere:
libri , manoscritti , quadri ... e vicende.
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STORIA NOSTRA UN "COADIUTORE DOC:
IL MAESTRO ZANOVELLO"
di Francesco Motto
Alcune figure di consacrati laici meritano
tutta l'attenzione e la stima: furono grandi educatori .
EDUCATORI E NEW AGE:
UN PROBLEMA DI OGGI
di Nadia Ciambrignoni
Non possiamo ignorare un fenomeno
che sta diventando sempre più universale tra i giovani.