Bollettino_Salesiano_198802


Bollettino_Salesiano_198802

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1.1 Page 1

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ANNO 112 N. 2 2• QUINDICINA 15 GENNAIO 1988
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S, GIOVANNI BOSCO
Nn 1877
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FAMIGLIA SALESIANA IN FESTA
Don Bosco '88
«Con I giovani raccogliamo e continuiamo
dinamicamente l'eredità del Concilio»
G~~I
0
Dooscno
... Molti di voi io non ho potuto conoscere di persona in
questa vita, ma non importa: nell'altro mondo cl cono-
sceremo tutti e in eterno ci rallegreremo insieme del
bene, che colla grazia di Dio abbiamo fatto in questa
terra, specialmente a vantaggio della povera gioventu...

1.2 Page 2

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DON BOSCO ((PADRE EMAESTRO
DELLA GIOVENTU'))
1. Valore ecclesiale
di questo centenario, per l'attualità
di un carisma e di una missione
1.1 Il Concilio Vaticano II richiama l'importanza del
«consorzio vitale)) del popolo di Dio che vive pellegrino
sulla terra «con i fratelli che sono nella gloria celeste»,
cercando «dalla vita dei santi l'esempio... dalla loro in-
tercessione l'aiuto» (LG 51).
Giovanni Paolo II - proprio nel Breve Apostolico (8·
12-1986) per il centenario di S. Giovanni Bosco - rileva
l'importanza speciale del culto dei santi «nella celebra-
zione di particolari ricorrenze secolari, quando gli even-
ti della loro vita sembrano rivivere ricchi dei doni cari-
smatici dei quali Dio ha favorito questi suoi servi». Il
Papa ritiene e auspica che queste celebrazioni di Don
Bosco «ridondino a vantaggio della Chiesa universale».
1.2 Ciò vale per Don Bosco in ragione della perenne
attualità della missione che ebbe da Dio: l'educazione e
la salvezza della gioventù. Una missione oggi fortemen-
te sentita dalla Chiesa, come è continuamente testimo-
niato dall'attuale Pontefice, il quale ha dato a questa
preoccupazione una viva espressione nella lettera ai
giovani per la Pasqua del 1985 (anno mondiale della gio-
ventù) e nella lettera ai sacerdoti il Giovedì Santo dello
stesso anno.
La preoccupazione prioritaria per i giovani nella pa-
storale è stata accoratamente raccomandata dal Papa
all'Episcopato italiano (25-5-1980):«Sono i giovani che
debbono attirare prima di ogni altro l'attenzione...».
«Raccomando a ciascuno di voi la pastorale giovanile
come il punto più prezioso del proprio ministero». E nel
messaggio per la giornata delle vocazioni del 1985: «Ri-
cordate: servire i giovani è servire la Chiesa. È un com-
pito prioritario...». La CEI ha fatto propria questa preoc-
cupazione nella programmazione pastorale dopo l'as-
semblea ecclesiale di Loreto (cf. CEI, «La Chiesa in Ita-
lia dopo Loreto», n. 55g).
1.3 Vale pure in ragione del metodo educativo prati-
cato e inculcato da Don Bosco: il metodo preventivo,
fondato sul trinomio ragione-religione-amorevolezza.
Quel metodo dell'amore indicato dal Papa nella citata
lettera ai sacerdoti (n. 6): <<Bisogna identificare bene
quest'amore nel nostro animo sacerdotale». Il Papa ri-
chiama l'esempio e l'esperienza di coloro che in questa
missione sono stati i modelli più riusciti. Il pensiero
2
non può non andare in particolare a Don Bosco, che la
Chiesa non vede solo come un modello lontano, ma lo
sente vicino a continuare nella Chiesa la missione rice-
vuta e il carisma che, per mezzo di lui, lo Spirito ha affi.
dato alla Chiesa. Ecco perché la celebrazione del cente-
nario acquista nella Chiesa un significato particolare.
2. Un <<anno di grazia»
specialmente per i giovani
Così lo si può chiamare, sia perché le celebrazioni
centenarie possono far sentire più efficacemente ai gio-
vani la vicinanza e la protezione di questo «Padre e
Amico»; sia perché il Papa - accogliendo la richiesta
del Cardinale Anastasio Ballestrero, Arcivescovo di To-
rino, e del RettorMaggiore dei Salesiani, D. Egidio Viga-
- ha arricchito di speciali favori spirituali queste ce-
lebrazioni, con un apposito Breve Apostolico.
2.1 Un dono per i giovani: Il «ritorno» di un Amico,
che, che, dopo aver speso per loro tutta la vita («ho pro-
messo a Dio che fin l'ultimo mio respiro sarebbe stato
per i miei poveri giovaw>, MB. 18, 258), ora continua dal
Cielo la sua predilezione, la sua vicinanza e la sua opera
per i «suoi» giovani (<<basta che siate giovani perché io
vi ami assai»); ripete loro: <Noi siete veramente la mia
delizia» (MB. 6, 990); «Vicino o lontano (ma, ora, non più
"lontano") io penso sempre a voi» (Lett. 1884); «Voi siete
l'oggetto dei miei pensieri e delle mie sollecitudini» (Ep.
2, 361). Il «Don Bosco ritorna tra i giovani ancor» può es-
sere, per i giovani nel centenario, una felice esperienza.
2.2 Un appello ai giovani: Quello che Don Bosco ri-
v:olgeva, allora, ai suoi ragazzi, a un impegno che garan-
tisse veramente Ja loro felicità e la loro riuscita nella vi-
ta; con un interesse temporale finalizzato alla salvezza
eterna: «Tutto io darei per guadagnare il cuore dei miei
«giSo~va~ntieeDcoomsìinpootienrlliaerteitgiaall>a;re«AalvSreigi nboisroeg»n(oMcBh.e7m2i5l0a)'·.
sciassi per un momento padrone del tuo cuorei> (al gio-
vane Magone Michele).
L'invito ai giovani riguarda in particolare l'uso di
quei -m~i sacramentali (Confessione e Comunione) e
la devozione alla Madonna, che per Don Bosco costitui-
vano il fondamento della sua opera per i giovani e sono
loro offerti in modo speciale in questo «anno santm> in-
detto dal Papa.
2 .3 Un aiut.o ai giovani: L'aiuto di Don Bosco che
amandoli, intuisce le loro aspirazioni e conosce l~ loro
difficoltà e può attuare quello che fu un suo accorato
grido sul letto di morte: «Accorrete, accorrete presto
per salvare quei giovani... Maria SS.ma aiutateli!» (MB.
18, 530); e quell'appuntamento: «Di' ai giovani che io li
attendo tutti in Paradiso)) (ib. 535).
I giovani dovranno scoprire nella preghiera il cuore
di Don Bosco e ricorrere a lui con la stessa fiducia con
cui lo avvicinavano i giovani dell'Oratorio di Torino.

1.3 Page 3

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3. La riscoperta di un Maestro,
di un Modello, di un Patrono
per quanti hanno la missione
della formazione dei giovani
Quello che il Papa Giovanni Paolo II ha detto sull'ur-
genza del problema giovanile per la pastorale della
Chiesa (ai Vescovì, ai Sacerdoti) vale, con particolari ac-
centuazioni, per tutte le categorie di persone che hanno
come missione l'educazione della gioventù: Genitori,
maestri, responsabili di associazioni e movimenti giova-
nili e di ogni attività che abbia riferimento ai giovani e
alla loro formazione.
Per quanti hanno consapevolezza dell'importanza di
questa loro missione, il centenario di Don Bosco è un in-
vito alla riflessione, allo studio della sua esperienza
educativa, al ricorso a lui come sicuro Patrono e aiuto
nelle situazioni difficili, che egli stesso dovette affronta-
re nella sua opera in favore della gioventù. L'anno cen-
tenario può essere per gli educatori un «anno di grazia>>
e un «dono» in certo senso complementare al «dono»
che esso è per i giovani; come complementare è la parte-
cipazione dei giovani e degli educatori all'opera sublime
e ardua dell'educazione.
3.1 Da Don Bosco uModello11 possono attingere l'am-
mirazione e il fascino della missione alla quale per vo-
cazione sono chiamati - «il bene della società e della
Chiesa risiede nella buona educazione della gioventù
(MB. 16, 238) -, che è alla base di una dedizione che sap-
pia affrontare e superare anche duri sacrifici. Ne fa par-
te quel «dono della predilezione per i giovani» da cui fu
animata tutta la vita di Don Bosco.
3.2 A Don Bosco uMaestro» possono avvicinarsi con
lo studio del suo sistema, per il quale il centenario può
offrire uno stimolo efficace e frequenti opportunità.
Tale «Maestro» è proposto ufficialmente dalla Chiesa ed
è sommamente valorizzato, anche sul piano umano e
scientifico, da studiosi ed esperti dei problemi dell'edu-
zione. L'avvicinamento a lui, nel clima del centenario,
non sarà di curiosi superficiali, ma di discepoli desidero-
si di cogliere il segreto di una eccezionale esperienza
educativa, per una migliore attuazione della missione.
3.3 A Don Bosco 11Patronon si rivolgeranno con la
fede della Chiesa, che celebra nei Santi le meraviglie
dell'opera di Dio, sicura del loro interessamento e fidu-
ciosa nella loro intercessione; ma anche con la simpatia
che ha saputo conquistarsi un santo così profondamen-
te umano, che non ha solo affascinato i giovani, ma ha
suscitato e plasmato schiere di educatori, cresciuti alla
sua scuola e sul suo esempio e lanciati nel mondo per la
salvezza della gioventù. La devozione al Santo e l'aiuto
del Patrono faciliteranno l'opera di quanti si sono fatti
studiosi discepoli del Maestro.
Faremmo torto a Don Bosco se qui non facessimo un
ultimo rilievo: Don Bosco ha avuto, a sua volta, dall'alto
una Maestra e una Patrona, alla quale attribuì tutto
quello che egli poté realizzare: «Io ti darò la Maestra» (so-
gno dei 9 anni); «Maria fu sempre la mia guida» (MB. 5,
155). L'anno centenario di Don Bosco coincide, almeno
parzialmente, con l'«Anno Mariano». La coincidenza è
degna di rilievo. Don Bosco, che sperimentò in modo così
determinante l'aiuto della Madonna, conosce e assicura
la vastità del patrocinio di Lei: «La Santa Vergine... bene-
dice chi si occupa della gioventù» (MB. 16, 238).
I Preghiera a Don Bosco
O Padre e Maestro della gioventù,
San Giovanni Bosco.
che, docile ai doni dello Spirito,
hai trasmesso alla Famiglia Salesiana
il tesoro della tua predilezione
per i piccoli e i poveri,
rnsegnaci a divenire ogni giorno per loro
segni e portato ri dell'amore di Dio.
coltivando nell'animo i medesimi sentimenti
di Cristo Buon Pastore.
Chiedi per tutti i membri della tua Famiglia
un cuore buono,
la tenacia nel lavoro.
la saggezza nel discernere,
il coraggio di testimoniare il senso di Chiesa,
la generosità missionaria.
Ottienici la grazia
della fedeltà alla speciale Alleanza
che il Signore ha sa ncito con noi
e fa' che, guidati da Maria,
percorriamo lietamente con i giovani
la via che conduce all'Amore.
Amen.
***
3

1.4 Page 4

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QUASI
PRONTO
IL FILM
«DON BOSCO»
L'incontro di Don Bosco col Papa Pio IX. La scena, una delle più belle del film,
è stata girata ad Oriolo Romano.
E'
alla dirittura d'arrivo l'atteso film su Don
Bosco che, per la regia di Leandro Castellani,
RAI 1-Tiber-LDC-Ermes hanno prodotto in vista
delle celebrazioni centenarie della morte del san-
to torinese.
Dopo tre mesi intensi di riprese, distribuite
tra Torino e Roma, il film è attualmente in fase
di sonorizzazione e di doppiaggio con adatta-
mento per le varie lingue. Il «Don Bosco», infat-
ti, uscirà nel periodo pasquale per le sale cine-
matografiche di una vasta platea internazionale.
Solo in un secondo momento verrà trasmesso in
1V con un particolare adattamento per il piccolo
schermo.
L'attesa del film è molto viva, anche per il
precedente successo che riscosse l'omonimo film
di Alessandrini, nel 1935. Già a quell'epoca si
agitò molto il pensiero e la volontà di un imme-
diato tentativo di replicare il successo con una
nuova pellicola sul santo dei giovani. Solo oggi,
però, ha avuto un esito concreto.
L'impegno produttivo e artistico è notevole.
Si tratta di una delle più consistenti produzioni
filmiche nazionali di questa stagione cinemato-
grafica. Oltre sette miliardi il costo complessivo,
ma più elevato ancora è l'impegno culturale e
4
artistico del film. Basti scorrere il cast tecnico e
artistico. Interpreta Don Bosco il noto attore sta-
tunitense Ben Gazzara, artista conosciuto a livel-
lo internazionale per la sua capacità di interpre-
tare figure complesse e vigorose. Philippe Leroy,
nelle vesti di Leone XID e Raymond Pellegrin,
nella porpora di Pio IX, sono nomi di tutto ri-
spetto. Mons. Gastaldi, l'arcivescovo torinese
che non approva l'attività di Don Bosco, riceve
volto austero e voce severa nel grande interprete
francese Laurent Terzieff. Nel cast artistico in-
contriamo ancora Rick Battaglia (Cavour), Ed-
round Purdom (Rattazzi), Leopoldo Trieste (Don
Borèl), Piera Esposti (la madre di Lina), Pierluigi
Misasi (Don Cagliero), Antonio Francioni (Pinar-
di) e l'elenco potrebbe continuare.
Una graditissima presenza, soprattutto per i
giovani, è l'ormai conosciutissima Patsy Kensit,
che interpreta Lina, una ragazza che Don Bosco
incontra nella miseria delle baracche e che avvi-
cinerà ad un suo giovane, Giuseppe (interpretato
da Karl Zinny) perché diano testimonianza di
una vita familiare che nasce dallo spirito del suo
Oratorio. È questo un episodio inventato dalla
penna dello sceneggiatore, Ennio De Concini,
ma che sottolinea l'impegno di Don Bosco verso
il laicato e il coinvolgimento dei laici (i «suoi»
giovani dell'oratorio) nell'attivare il suo carisma.
Nel cast tecnico troviamo nomi notissimi come
quello di Guido Josia (scenografo), Luciana Ma-
rinucci (costumi), Renato Tafuri (direttore della
fotografia, Nino Fuscagni (aiuto-regista) oltre

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Ben Gazzara in «Don Bosco•.
quelli già indicati di Leandro CasteUanj per la re-
gia e Ennio De Concini per la sceneggiatura.
Nel seguire la produzione sul set, è doveroso
esprimere l'impressione che ho personalmente
ricevuto dal lavoro della troupe. Ho notato un
impegno professionale molto elevato. Una scru-
poloshà qualche volta perfino esagerata nel far
che le riprese esprimessero al meglio la presenza
degli attori e la ricca comunkativita dell'ambien-
tazione. Chilometri di pellicola sono stati girati
anche quando la scena ripresa aveva ottenuto ot-
tima realizzazione. Sotto questo profilo, il regista
è stato molto severo e non ha concesso la mini-
ma incertezza neppure alle singole inquadrature.
Una gradita sorpresa è stata l'incontrare sul
set del «Don Bosco» in qualità di autori e colla-
boratori diretti della produzione, amici di fami-
glia: ex-allievi salesiani. Ci è gradito ricordare
Guido Josìa, scenografo del film (di cui è appar-
sa un'intervista nel «Bollettino Salesiano» di no-
vembre 1987), Oscar Santaniello (ex-allievo di
Torre Annunziata, che del film è il massimo re-
sponsabile nella sua qualità di «organizzatore ge-
nerale»), Rick Battaglia (attore, exallievo del S.
Paolo di La Spezia) e Biggi Corrado, che rappre-
al: senta la produzione RAI-TV. È grazie anche a
questi exallievi se nella narrazione filmica di
cuoi aspetti della vita di Don Bosco sono statl
trattati con la massima attenzione e con lo scru-
polo di voler evidenziare la grande personalità e
la statura umana e spirituale del santo dei giova-
ni. Certo, un'ora e mezza di fùm non potrà certo
esaurire la complessità e la colossale grandezza
di un prete la cui operosità e le cui intuizioni
hanno trabordato fino a riempire di attualità an-
che la nostra epoca. Ma siamo certi che anche
questo film darà un rispettabile contributo a
mantenere viva nella memoria l'immagine di un
«padre» per chi si sente «di famiglia» e verrà a
suscitare curiosità e desiderio di maggiore cono-
scenza a quanti, per la prima volta, saranno
messi a confronto con una personaltà e un santo
il che a un secolo di distanza, continua a esprime-
re suo carisma e la sua efficace presenza negli
ambienti giovanili e popolari non solo italiani,
ma ormai in tutlo il mondo.
PiDi Giordano
11 regista Leandro Castellani.
San Gio vanni Bosco! Questo
nome è un poema di grazia e
di apostolato! Da un piccolo
borgo del Piemonte ba por-
tato la gloria e i successi del-
la carità di Cristo ai confini
più lontani de.Ila terra
GIOVANNI XXIlI
5

1.6 Page 6

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COMUNICAZIONI
lebrare Don Bosco non come gnificato, ci soffermiamo per un
fatto del passato o come perso- attimo sulle parole che compon-
naggio a se stante, ma come gono la sua denominazione. È
messaggio nel presente attraver- chiamato movimento per accen-
so la attualizzazione della causa tuare la vitalità, la voglia di fare,
per cui egli ha vissuto: la passio- di animare, di essere protagoni-
ne evangelizzatrice per i giovani. sti. Come punto di riferimento
Il confronto DB 88 indica per-
ciò per tutti i giovani, ed in
modo particolare per quelli im-
pegnati apostolicamente, una ri-
sorsa rilevante: il Concilio Vati-
cano II.
In questo cammino siano pre-
senti attivamente i Cooperatori
Giovani! Vivano da animatori
questa esperienza significativa
all'interno del Movimento Gio-
vanile Salesiano.
di tutti i giovani, cerca di inven-
tare un valore cristiano proponi-
bile al problematico mondo gio-
vanile di oggi e vuol rendere lo
stesso protagonista di proposte
per l'intera Comunità. Nasce
per mezzo di Don Bosco e si
ispira, come gruppo prettamen-
te salesiano, al sistema preventi-
vo, il quale è pedagogia, pasto-
rale e spiritualità. Non è altro,
quindi, che Io sviluppo del pro-
getto educativo pastorale sale-
siano offerto a tutti e attualizza-
to con proficuo impegno da par-
Confronto DB 88 Il Papa a Torino!
te di tutti coloro che ne fanno
parte.
Il 3 e 4 settembre 1988 S.S. Il Movimento Giovanile è le-
Giovanni Paolo Il sarà presente gato alla spiritualità proposta da
Dal 28 agosto al 1 settembre
1988 si terrà a Torino il «Con-
fronto DB 88»: un incontro
«Giovani» su di un tema genera-
le pensato come «confronto con
il messaggio di Don Bosco, rilet-
to alla luce dell'eredità profetica
a Torino per la celebrazione del
Centenario, partecipando alle
varie manifestazioni: è un dono
ed un segno di dovuto omaggio
al nostro Fondatore!
L'impostazione delle due gior-
nate sarà comunicata a tempo
opportuno.
Don Bosco come tipica espe-
rienza evangelica che caratte-
rizza e dà una veste concreta
alla presenza e all'azione nel
mondo.
In occasione del centenario di
Don Bosco, il tema annuale del
M.G.S. è semplicemente: «Festa
e servizio». Ciò perché ci si è ac-
del Concilio», preparato da un
corti che i giovani incominciano
cammino di studio e di riflessio-
ad amare e a sentire il bisogno
ne a livello locale ed ispettoriale.
Un valido sussidio aiuterà i
giovani in questa indispensabile
RADIOGRAFIA
DEL M.G.S.
di fare festa. Sta sempre più cre-
scendo nei giovani, inoltre, il bi-
sogno di essere protagonisti nel
fase di ricerca e di confronto.
volontariato e donarsi agli altri.
I singoli temi trattati dal Sus- Movimento Giovanile salesia- · «Non possiamo gioire da soli.
sidio sono stati svolti in una no: cos'è?
Per vivere la gioia bisogna ama-
«chlave» precisa: si è voluto ce- Per comprenderne bene il si- re. Festa è scoprire la ricchezza
che c'è in noi e attorno a noi, è
rinascere continuamente alla
vita attraverso 1'amore recipro-
Il 20-21 febbraio si radunerà a Roma il «Comitato dei Coordi-
co. Sono l'amore e l'amicizia
sincera che fanno della vita una
natori» per una verifica delJa Vita del) 'Asssociazione e per una
festa».
prima visione della bozza dell'Itinerario formativo!
Elena Guarneri
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1.7 Page 7

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COMUNICAZIONI
Ai Responsabili dei Gruppi della Famiglia Salesiana
Prima di partire da Roma per iniziare un nuovo ciclo di visite, di incontri e riunioni in varie
ispettorie, voglio adempiere all'impegno di presentare a Lei e ai Confratelli il nuovo Delegato
Centrale per i Cooperatori Salesiani nella persona di Don José Reinoso.
Egli fino a pochi giorni/a lavorava nelle Filippine come Direttore dello Studentato Teologi-
co, ed era, allo stesso tempo, delegato ispettoriale per i Cooperatori ed assistente delle Volontarie
di Don Bosco. Per oltre vent'anni è stato formatore dei giovani salesiani filippini, collaboratore
dell'Ispettore nel consiglio ispettoriale, professore di teologia e attivo animatore dei Cooperatori e
dei laici che si ispirano a Don Bosco nell'apostolato secolare.
Ora, Don Reinoso è stato nominato Delegato Centrale dal Rev. mo Rettor Maggiore, succe-
dendo in questo impegno al carissimo Don Mario Cogliandro.
Mentre auguro a Don Reinoso un fecondo lavoro di animazione presso i delegati salesiani e
dirigenti laici, presento un doveroso ringraziamento a DON MARIO COGLIANDRO per l'impe-
gno portato avanti dal 1973 ad oggi, fin dai tempi di Don Ricceri, in un servizio pieno di dedizio-
ne e di generosità come Delegato Centrale dell'Associazione.
Presentandovi Don Reinoso, mi permetto di chiedervi non soltanto l'appoggio al compito a
cui i superiori l'hanno chiamato, ma anche invitare voi e i vostri delegati a mantenere con lui un
costante dialogo e farne un punto di riferimento per il lavoro di animazione a cui voi, ispettori, e
i vostri Delegati siete chiamati a svolgere verso l'Associazione dei Cooperatori.
È importante per il suo lavoro di Delegato Centrale, che egli trovi nelle singole ispettorie dei
validi interlocutori perché si possa tutti assieme preparare nella Associazione dei Cooperatori un
laicato con lo spirito di Don Bosco da offrire alla Chiesa come forze vive profondamente impe-
gnate nella vita e nell'apostolato cristiano.
Obbli. mo in Don Bosco.
Don Sergio Cuevas Leon
BENVENUTO DON JOSÈ, GRAZIE DON MARIO
cisembra doveroso pubblicare la lettera del 29
luglio scritta da D. Sergio Cuevas agli Ispettori sa-
lesiani e ai Responsabili dei gruppi della Famiglia
salesiana, nella quale presenta il nuovo Delegato
Centrale della nostra Associazione, D. José Reino-
so, il quale dal mese cli agosto sta svolgendo il suo
servizio con dedizione e competenza.
Contemporaneamente ringrazia Don Mario
J)er la fedeltii al CCJrisma educativo di Don Bo-
sco vogliamo affermare, senza perplessità, l'im-
portanza dello sport nella pastorale eduCCJtiuo sa-
I lesiana.
Altri potranno fare scelte diverse, Don Bosco ha
lasciato come ist.anza di fondo della nostro mis-
sione l'impegno di partire dagli interessi del gio-
uoni» (Documento CISI)_
J
POLISPORTIVE GIOVANIU SALESIANE
Via Marsala, 42 - 00185 Roma - Tel. 06/ 492179
7

1.8 Page 8

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COMUNICA Z IONI
Cogliandro per i suoi 14 anni di generoso servi-
zio all'Associazione dei Cooperatori.
Anch'io mi unisco a D. Cuevas, e a nome del-
la Consulta mondiale, della Segreteria esecutiva
centrale e di tutti i Cooperatori del mondo voglio
dire un grande «GRAZIE» a Don Mario. Non di-
menticheremo mai tutto quello che ha fatto per
la nostra Associazione. Gli porgiamo, per mezzo
di queste poche righe, molti auguri per il suo
nuovo incarico di direttore del «SALESIANUM».
A D. Josè diamo il benvenuto ed auguriamo
«buon lavoro» affinché la nostra Associazione sia
sempre più ricca di Cooperatori e di spirito sale-
siano al servizio della Chiesa e del mondo.
Paolo Santoni
***
È doveroso anche per me ringraziare il Ret-
tor Maggiore, Don Cuevas, e tutti voi per i gesti
di fraterno affetto e le parole di gratitudine det-
te, scritte e manifestate in questa circostanza di
un normale avvicendamento nell'Associazione.
Sono io, a conti fatti, che debbo dir grazie a
voi, miei amati Cooperatori, e agli animatori e
animatrici che vi accompagnano, per la rie-
chezza di esperienza sacerdotale che mi avete
donato in tanti contatti umani, viaggi, conve-
gni, impegni apostolici. Come non ricordare,
accanto a D. Raineri, i delegati che ci hanno
preceduto nella casa del Padre, ma che prima
hanno camminato insieme a me e a voi in que-
sto meraviglioso viaggio che - dai diversi con-
tinenti - converge verso un'unica meta: Cristo-
Maria-Don Bosco?
Ora, per strade diverse ma sempre uniti,
continuiamo a percorrere «i sentieri del Conci-
lio» come ben si esprime il Sinodo sui laici ap-
pena concluso.
L'anno mariano e Don Bosco 88 sono come
il doppio binario su cui dobbiamo «correre»
senza permetterci...scioperi o rallentamenti.
Parafrasando uno slogan di D. Viganò: «Sale-
siani è bello» posso ripetere, con convinzione
profonda: ((Cooperatori è bello!».
Un abbraccio fraterno. Colmate con un'Ave
Maria il vuoto delle immancabili omissioni. E
seguite la voce dello Spirito che con altre lingue
e suoni sussurra: «Amatevi fratelli come io ho
amato voi».
Cordialmente, in LUI
Don Mario Cogliandro
LA PRESENZA DEI SALESIANI NEL MONDO
Il 25 marzo 1855 un ragazzone di 18 anni, Michele Rua, si inginocchiò davanti al Crocifisso e a
Don Bosco, e fece voto di povertà, d i castità e di obbedienza, per consacrare la vita ai ragazzi sbanda-
ti insieme a Don Bosco . Era «nato» il primo Salesiano. «Salesiani», infatti, Don Bosco chiamò quelli
che si riunirono attorno a lui per spendere la vita nel fare del bene ai giovani e alla povera gente.
Alla morte di Don Bosco (cent'ann i fa) i Salesiani erano 1.049, e lavoravano in 59 «case» (scuo-
le, oratori, scuole professionali, missioni). Oggi essi sono 17.618.
Svolgono la loro azione in tutti e cinque i cont inenti , in opere articolate sul modello t racciato
da Don Bosco. Le cifre sono aride, ma l'elenco di queste opere (per chi c rede nella missione di fare
del be ne) è arido come la conta dei sacchi di grano al termine d i una lunga e laboriosa mietitura.
Ecco questo elenco.
Orator i e ce ntri giovanili: 812. Scuole primarie: 528. Stuole 5etondar ie: 522. Stuole professio-
nali e tecniche: 243 . Scuole agricole: 43. Convitti e pensionati : 229. Ist ituti universitari: 18. Parroc-
chie: 9 13. Opere di assistenza giovanile a ragazzi in diffièoltà: 50. Ospedali , centri sociali, dispensa-
r i: 192. Centri di a nimazione spirituale: 66. Centri vocazionali : 147. Noviziati: 54. Case di formazio-
ne alla vita salesiana: 108. Centri catechistici : 47. Residenze missionarie non parrocchiali (cioè in
terra d i «vera missione»): 142. Opere d i comun icazione sociale: 8◄, di cui 21 editrici, 33 librerie, 7
tipografie, 23 centri radio-audiovisivi. Complessivamente gestiscono 1.412 Opere.
Accanto ai Salesiani occorre ricordare le Salesiane, cioè le Figlie di Maria Ausìliatrice. Diciamo
solo che alla morte di Don Bosco erano 393 e lavoravano in 50 Opere per ragazze povere. Oggi
sono 17.203, e lavorano in 1.444 Opere.
Queste cifre, a ch i legge le cose con una particolare ottica, possono sembrare un ventaglio di
potenza. Ma a chi le guarda con sguardo cristiano parlano di servizio, di vita spesa per amore dei
giovani e per amor di Dio. Un servizio che può essere molte volte modesto, ma che aspetta la r i-
compensa soltanto dal Padre che sta nei Cieli , e di cui Don Bosco fu un grande servitore. t.b.
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1.9 Page 9

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L'aurora
di un giorno nuovo
«Con i giovani raccogliamo
e continuiamo l'eredità del Concilio»
Premessa
Raccogliere, continuare «dina-
micamente>) l'eredità del Conci-
lio: un compito, un impegno im-
portante ed affascinante affidato
dal Rettor Maggiore a tutta la
Famiglia Salesiana.
Nel seminario di studio svolto,
sul tema, dai Cooperatori Giova-
ni, si auspicò un approfondimento
personale e di gruppo, in sintonia
con quanto il Sinodo Straordina-
rio del 1985 ha indicato e con le
conclusioni emerse nella Settima-
na di Spiritualità della Famiglia
Salesiana del 1987.
Nel nostro Bollettino, per i nu-
meri del corrente anno, presente-
remo, come modesto strumento di
stimolo e richiamo, sette schede:
non è UD «servizio» facile, ma ci
tentiamo.
È UD ulteriore sforzo per i Coo-
peratori Giovani impegnati in
gruppi giovanili o Inseriti come
animatori nel M.G.S. a riattua-
lizzare il ConciUo con e per i gio-
vani di oggi, ma è anche una «pa-
gina di ~ione» per tutti i let-
tori del nostro Bollettino.
Iniziamo con la «memoria sto-
rica-motivazionale» cercando in
seguito di cogliere, attraverso i
documenti, l'unità e la ricchezza
da cui scaturisce l'immagine della
comunità cristiana.
E VENNE UN UOMO
CHIAMATO GIOVANNI
IJ 7 dicembre 1965 PaoJo VI
concludeva il Concilio Vaticano
II. Per tre anni - tale è stata la
sua d urata - , nel corso di quat-
tro sessioni con un totale di 168
assemblee generali, la Chiesa si
era posta alla ricerca di se stessa.
Visse un tempo di profonda e ra-
dicale verifica e si aprì con atten-
zione e con rispetto all'ascolto
delJ' uomo contempora neo. Si ac-
costò a lui non con diffidenza ma
con simpatia; prese la parola non
per giudicare e tanto meno per
condannare, ma per rimettere in
circolazione la speranza nel tessu-
to di una storia coinvolta in rapi-
de trasformazioni.
U n'esigenza
che viene da lontano
L'idea di un concilio nella
Chiesa non era nuova. Già Papa
Pio XI aveva intenzione di con-
vocarlo come conclusione del Va-
ticano I, sospeso alla vigilia della
presa di Roma nel 1870. L'inten-
zione venne poi ripresa da Pio
Xli e tradotta in un progetto che
delineava il concilio come prose-
cuzione e cassa di risonanza delle
indicazioni e prospettive del suo
magistero. «Sub secreto», lo stu-
dio venne da lui affidato alla con-
gregazione dell'allora sant'Uffi-
zio. Ma dopo circa quattro anni
di consultazioni, l'idea fu accan-
tonata dallo stesso P apa, avendo
essa incontrato una tale disparità
di orientamenti nell'impostazione
da rendere problematica e incerta
la sua attuazione pratica. Al di là
delle esigenze reali che sollecita-
vano un tale even to e delle intui-
zioni di chi ne coglieva l'opportu-
nità, sembrava prevalere in molti
la paura per le conseguenze che
ne sarebbero derivate. Forse i
tempi non erano maturi, forse il
coraggio non sufficiente, forse il
centro stesso 'dell'istituzione ec-
clesiale non disposto a veder ridi-
mensionato il suo potere. Sta di
fatto che tutto si a renò nell'ambi-
9

1.10 Page 10

▲back to top
Lo dei desideri sussurrati e delle
intenzioni del cuore per una buo-
na dose di paura scambiata in-
consciamente per prudenza.
Tante sofferenze finalmente
riconosciute ed accolte
«Ma venne un uomo chiamato
Giovanni» e la paura fu superata.
Egli non era un albero senza ra-
dici: era un uomo di frontiera,
maturato nel dolore, sulle strade
del mondo: portava in sé, cica-
trizzate dall'amore e daJ perdono
ma anche brucianti, le ferite che
gli erano state inflitte dall'establi-
sbment ecclesiastico.
Giovanni era segnato dal ricor-
do di una povertà onorata, da un
dialogo fraterno con gli «eretici»
e con i «lontani», dall'ottimismo
senza illusioni che viene dalla
fede in Dio, Signore delJa storia.
Egli comprendeva, non nei detta-
gli ma certamente nell'insieme,
che un grande movimento storico
di revisione di vita ecclesiale era
stato portato avanti, nel dolore,
da anni e anni e che ora doveva
trovare il suo alveo naturale.
Depositaria del più prezioso
dei tesori, la Chiesa doveva tro-
vare il modo di elargirlo, di mo-
strare che la "buona notizia" era
tale anche per gli uomini del no-
stro tempo. Non più dunque la
Chiesa cittadella a sbarrare la
marcia del mondo, ma la Chiesa
nel mondo, la Chiesa a servizio
dell'anima del mondo. La Chiesa
pius pellicanus che rischia la pro-
pria incolumità per sfamare i suoi
figli» (Ettore Masina). E tale fu il
Concilio Vaticano H, da Papa
Giovanni stesso indetto, convo-
cato e aperto con una buona dose
di decisione e di coraggio. Lo fece
ormai alJa soglia degli ottant'an-
ni, solo dopo tre mesi dalla sua
elezione nella quale molti, dentro
e fuori il conclave, avevano guar-
dato a lui come a un Papa di
transizione, in attesa cioè di qual-
cun altro che, per età soprattutto,
fosse in grado di formulare per La
IO
HO/t, coro e venuahile Papa Gio11tuuri, SÙUIO use gra.ie, :,i0110
rese lodi a te, che po diJ1ina iJpirazione ltai vo/11to e hai convoca-
to questo concilio, aprendo alla Cltiesa n11ovi sentieri». (Paolo
Vl, Discorso di aperlura del secondo periodo conciliare, 29 set-
tembre 1963).
Chiesa orientamenti e progetti di
lunga durata. Ma tutti i calcoli
umani andavano in frantumi e
Dio - com'è poi giusto - si
prendeva la sua libertà e stupiva
tutti con le sue sorprese. Dentro e
fuori la Chiesa si cominciò allora
a guardare con trepidazione, con
meraviglia e gioia ad un uomo
che osava, mosso dallo Spirito di
Dio, progettare il futuro e sfidare
il presente, a un uomo che faceva
germogliare - come lui stesso
definì il Concilio - un «fiore di
anticipata primavera» e un «fiore
di luce splendidissima».
Quel 29 gennaio 1959
In occasione della chiusura del-
la settimana per l' unità dei cri-
stiani, nella basilica di San Paolo
fuori le mura, Giovanni XXIII
annunciò alla chiesa ed al mondo
la sua intenzione di celebrare un
concilio ecumenico: non come
appendice che veniva a conclude-
re il Vaticano I, ma come avveni-
mento che permettesse alla Chie-
sa di porsi quale interlocutrice si-
gnificativa e compagna di viaggio
di un'umanità che stava vivendo
nuove esigenze e drammatiche
difficoltà. Era un' umanità -
come ben scriveva in quegli anni

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

▲back to top
il teologo Moltmann - che ri- le scabrose piane, e così ogni persone, ma non potrei ora ricor-
schiava ormai di seguire speranze uomo vedrà la salvezza di Dio». darmi con e_sattezza d'altri, all'in-
senza Dio perché la Chiesa aveva
fuori di mons. AJfredo Cavagna,
predicato un Dio senza speranza.
suo confessore e confidente. II
In una cornice discreta e quin- Come nacque nella mente
primo, ancora impenetrabile cen-
di senza alcun trionfalismo - di Papa Giovanni
no al progetto del grande avveni-
presenti solo 12 cardinali - Papa l'idea del concilio?
mento apparve sulla Rocca (Assi-
Giovanni comunicò il suo proget-
si) il 15 gennaio 1959, nella con-
to. Era il 29 gennaio 1959. Ma la «L'accenno coraggioso al con- sueta lettera di Don Giovanni
data scelta e il luogo rivelavano cilio appare per la prima volta Rossi agli amici, in cui l'antico
già da quel momento le due linee nelle note personali di Giovanni segretario del card. Ferrari scri-
portanti che avrebbero dovuto - afferma mons. Loris Capovil- veva fra l'altro: "fl Papa si scusò
segnare tutta l'ottica del concilio. la, allora segretario particolare di non avermi potuto ricevere
Per quanto concerne la data: il del Papa - il 2 novembre 1958: prima e mi disse tante cose tutte
concilio sareobe stato un'occasio- era Papa da appena cinque gior- belle, ma soprattutto me ne con-
ne per condurre i cristiani divisi ni. TI mio impulso - nel ricevere fidò, come un gran segreto, una
da secoli a un incontro, ad ascol- la confidenza fattami quasi di sua. Che il Signore gli doni la
tarsi con rispetto, ad interrogarsi passaggio - fu di respingere una gioia di compierla; sarà, nel no-
vicendevolmente, a superare gli simile proposta; un impulso mo- stro tempo, uno dei più gloriosi
innumerevoli pregiudizi, a cam- tivato evidentemente daU'amore, fasti della Chiesa e il più memo-
minare insieme verso l'unità. dal desiderio di evitargli l'inoltro rabile del suo pontificato".
«Dio ha convocato - dirà la Lu- in una strada prevedibilmente Fino al 20 gennaio sembrò che
men Gentium - tutti coloro che lunga e difficile, che sembrava niente fosse ancora deciso. È pro-
guardano con fede a Gesù, auto- niente affatto adatta aJ passo di prio in quella data che il card.
re della salvezza e principio di un uomo ottantenne. Anch'io che Tardini annotò in una sua agen-
unità e di pace, e ne ha costruito lo amavo e veneravo e credevo da personale: «Sua Santità ieri
la Chiesa perché essa sia per tutti alla straordinaria ricchezza della pomeriggio ba riflettuto e concre-
e per i singoli sacramento visibile sua personalità, pensavo tuttavia tato sul programma del suo pon-
di questa unità salvifica». Per - secondo un modo di giudicare tificato. Ha ideato tre cose: sino-
quanto concerne il luogo: nella comprensibile ma troppo umano do diocesano, concilio ecumeni-
basilica dell'apostolo delle genti - che il compimento di una tale co, aggiornamento del codice di
che aprì con coraggio il cristiane- impresa esigesse un uomo meno diritto canonico. Vuole annunzia-
simo al mondo del suo tempo. Il anziano e una progettazione tan- re questi tre punti domenica
concilio, come già Paolo, avrebbe to lunga da sembrare irrealizzabi- prossima ai signori cardinali
condotto la Chiesa sulle strade le nel rimanente arco di vita di dopo la cerimonia di San Paolo.
del mondo, là dove i problemi Giovanni XXXIII... Una sera, Dico al Santo Padre (che mi in-
scottano, in dialogo con ogni uo- dopo il rosario, in uno di quei terrogò): A me piacciono le cose
mo, partecipe e solidale «delle momenti di autentica e persuasi- belle e nuove. Ora questi tre pun-
gioie e delle speranze delle tristez- va catechesi, tanto più penetrante ti sono bellissimi e il modo di
ze e delle angosce degli uomini quanto umile e sommessa, mi dare l'annuncio ai cardinali è
d'oggi, dei poveri soprattutto e di fece avvicinare ad una finestra nuovo (ma si riallaccia alle anti-
coloro che soffrono» (Gaudium che su piazza San Pietro e in- che tradizioni papali) ed è oppor-
et Spes). La proposta coglieva un direttamente rispose ai dubbi che tunissimo».
po' tutti di sopresa e, insieme, co- non gli avevo mai manifestato Questa testimonianza di Tardi-
minciava a svelare i significati di apertamente, ma che egli leggeva ni deve essere confrontata con
alcune affermazioni che lo stesso nei miei occhi: "Tu non ti sei an- q_uanto Papa Giovanni scrisse nel
Papa aveva fatto davanti al colle- cora spogliato di te stesso, men- Giornale dell'Anima alla vigilia
gio cardinalizio al momento della tre rimani preoccupato di far bel- dell'apertura del concilio, e riferi-
sua elezione allorché scelse di la figura e di portare a compi- ta all'indicazione delle grazie
chiamarsi Giovanni: «Proclamino mento le imprese che il Signore straordinarie concessegJi dal Si-
i due Giovanni (il precursore e suggerisce o impone per le quali gnore, là dove egli ricorda la ge-
l'apostolo) al mondo intero che non ci domanda che il nostro ser- nesi dell'idea conciliare: «Senza
questo e solo questo io mi pro- vizio nel totale abbandono nelle averci pensato prima, misi fuori
pongo: presentare al Signore un sue mani. Solo quando avrai in un primo colloquio col mio se-
popolo santo, appianare i sentieri messo il tuo io sotto i piedi sarai gretario di stato, il 20 gennaio
dell'umana convivenza, affinché veramente libero". Attorno a Na- 1959, le parole concilio ecumeni-
le vie tortuose diventino diritte e tale ne parlò sicuramente ad altre co, sinodo rom·ano e ricomposi-
11

2.2 Page 12

▲back to top
zione del codice di diritto canoni-
co, e contrariamentte ad ogni mia
supposizione o immaginazione su
questo punto. Il primo ad essere
sorpreso di questa mia proposta
fui io stesso, senza che alcuno
mai me ne desse indicazione».
I primi passi
Dopo l'annuncio, seguirono tre
annj di laboriosa preparazione,
aperti all'indagine più ampia e
profonda sulle condizioni moder-
ne di fede e di pratica religiosa.
Subito si mise in movimento l'ap-
parato organizzativo. Furono no-
minate 10 commissioni che inizia-
rono il loro lavoro nell'autunno
del 1960, mettendo mano al volu-
minoso materiale che, nel frat-
tempo, era pervenuto a Roma in
base alle risposte avute dalle con-
sultazioni dei vescovi, dei religiosi
e del1e università ecclesiastiche.
Per meglio salvaguardare la liber-
tà del concilio, il Papa evitò di
dare direttive o indicazioni che
fossero vincolanti. Le proposte,
pervenute a Roma da tutte le
parti del mondo, sono state poi
raccolte in quattro volumi, pub-
blicati sotto il titolo: «Atti e Do-
cumenti in preprazione al Conci-
lio». Dagli episcopati europei fu-
rono formulate ben 762 proposte
per un totale di 2.532 pagine; dal-
l'Asia ne pervennero 229, per un
totale di 662 pagine; dall'Africa
244 in 586 pagine; dall'America
del nord e centrale 348, in 694 pa-
gine; dall'America del sud e
Oceania 358, in 700 pagine; dai
religiosi di tutto il mondo, l09
per 346 pagine; 10 proposte in
412 pagine furono formulate dal-
la curia romana; 12 in l .492 pagi-
ne dalle uruversità ecclesiasiche
romane e 37 in 824 pagine dalle
altre università ecclesiastiche
sparse nel mondo. Con questo
immenso contributo, i membri
delle dieci commissioni impegna-
rono le loro energie per articolar-
lo attorno a temi centrali ed ela-
12
bararono così ben 70 progetti o
schemi che sarebbero serviti come
testi base al dibattito dei padri
conciliari. Dopo tre anni dallo
storico annuncio, il concilio fu
aperto da Papa Giovanni l' 11 ot-
tobre del 1962. L'apertura era
stata preceduta da un suo radio-
messaggio - l' 11 settembre 1962
- rivolto ai fedeli di tutto il
mondo. 1n esso il nuovo concilio
ecumenico era presentato come
«vera letizia per la Chiesa univer-
sale» e quest'ultima come «la
Chiesa di tutti e particolarmente
la Chiesa dei poveri».
*

2.3 Page 13

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VITA ASSOCIAZIONE
ASSEMBLEA
REGIONALE
ratamente, per i canti, il momento
offertoriale e le preghiere, dai
cooperatori di Locri; l'allegria del
DEI CONSIGLI LOCALI pranzo a sacco e delle esibizioni
DELLA CALABRIA
(LOCRI)
canore; ancora un momento di
meditazione e preghiera ed infine
le comunicazioni sul calendario
delle attività ispettoriali e sulle ini-
Che senso ha, in questa nostra ziative per il Centenario.
società che venera il mito del Tra queste segnaliamo il pelle-
<<movimentismo» ed in cui, da più grinaggio a Torino della Famiglia
parti, non si riconosce come vero Salesiana calabrese previsto per il
ed efficace impegno cattolico se 30 aprile ed il convegno regionale
non quello fatto di cooperative, di tutti i cooperatori della Cala-
schieramenti politici, crociate in- bria, fissato per il 29 maggio a
tegraliste; che senso ha, si diceva, Vibo Valentia.
parlare di assemblee, esercizi Rifacendosi anche alla bella
spirituali, convegni? Non solo par- esperienza di Caria dello scorso
larne, ma anche parteciparvi?
agosto, Antonietta Lazzaro ba sot-
Non abbiamo dubbi in proposi- tolineato l'importanza degli eser-
to: il senso e l'utilità di queste cizi spirituali per la formazione
«pratiche», che per molti emana- dei cooperatori (cfr. art. 34 , RVA:
no un sentore stantio, restano tan- «occasione privilegiata di conver-
gibili. Di questo parleremo più sione e di ripresa») . Da ciò l'invi-
avanti, dopo aver presentato la to ad essere in tanti ai prossimi
cronaca dell'incontro di Locri del esercizi di Righio dal 24 al 28 ago-
15 novembre scorso.
sto 1988.
Lì, infatti, si è svolta l'assemblea Da ricordare inoltre l'accento
calabrese dei consigli locali, dei posto sull'importanza dei mass-
cooperatori, coordinata dal dele- media: un campo d 'impegno a cui
gato e dalla coordinatrice ispetto- siamo chiamati dallo stesso RVA
riali, don Antonio e Antonietta (cfr. art. 16), ed i cui strumenti
Lazzaro.
sono particolarmente incisivi nella
Erano presenti circa una cin- cultura odierna e nella formazione
quantina di consiglieri e delegati/ delle opinioni di massa. Consegue
e , dei vari centri di Reggio C., da ciò l'auspicio che ogni centro
Villa S.G. , Bova, Melito, Cannìtel- presti attenzione alla stampa (ma-
lo, Vibo, Caria, Corigliano, Sove- gari dotandosi di un giomale lo-
rato, Petrizzi, Satriano.
cale), e al cinema (mediante cine-
Pur con molti argomenti da af- forum).
frontare e con poco tempo a di- Queste le note di fondo della
sposizione, l'incontro è stato sen- giornata, conclusasi con rinnovati
z'altro fruttuoso ed anche piace- propositi d'impegno e con l'arri-
vole. Ciò grazie ad un'ottima im- vederci alle prossime occasioni
postazione della giornata che ha d'incontro.
visto intervallarsi, dopo una «gu- Tornando a quanto si diceva al-
stosa» accoglienza a base di dolci, l'inizio, circa il senso e l'utilità di
momenti diversi: le relazioni del queste assemblee, ]'esperienza
Delegato e della Coordinatrice, personale conferma la concretez-
seguite da quelle dei rappresen- za di tale convinzione: conoscersi
tanti dei centri; la intensa celebra- e scambiarsi le varie esperienze:
zione eucaristica, preparata accu- · rare tesoro delle difficoltà che altri
hanno affrontato, e dei modi di su-
perarle: ricevere stimoli e sugge-
rimenti per sempre nuove iniziati-
ve; questi sono (devono essere) i
frutti dei nostri incontri.
Chiunque vi partecipi, non per
formale atto di presenza, ma per
una condivisione sincera, si rende
parte viva e prende coscienza di
una comunità reale che è famiglia
(cfr. art. 18 RVA). Cosi rinasce e si
rafforza dentro di noi l'urgenza e
la «preoccupazione di educare ed
evangelizzare» (art. 14 RVA); di
non chiuderci nell'autocompiaci-
mento e nella protezione tlel
({gruppo», ma di uscire ed opera-
re; memori di quanto scrive lo
psicologo Bettheleim: «Nessuna
comunità può fiorire se non ha
une:> scopo al di fuori d i essa».
Mimm.o Calahretta
MADDALONI
In occasione del primo centena-
rio della morte di Don Giovanni
Bosco si e costituito a Maddaloni il
Comitato «Don Bosco 88» che, sot-
to il patrocinio della forania, riuni-
sce le Suore della Carità (<S. Giu-
seppe», il gruppo salesiano Don
Bosco, comunione e Liberazione,
l'Associazione ex allievi «Villag-
gio dei ragazzi» il gruppo parroc-
chiale «La Sorgente», il sodalizio
«Ambiente e Cultura», il mensile
cittadino «Presenza Civica» e rac-
coglie, inoltre, significative ade-
sioni personali.
Il Comitato ha provveduto a
darsi una struttura organizzativa,
procedendo alla nomina del pre-
sidente nella persona del profes-
sor Giuseppe Ceci, coadiuvato
dal signor Michele Zimbardi.
I gruppi hanno delineato in que-
sti giorni i tratti operativi con la
stesura di un programma di mas-
sima da articolarsi nel corso del
13

2.4 Page 14

▲back to top
prossimo anno con mirate iniziati-
ve che vogliono stimolare, nel sol-
co delle celebrazioni, un coinvol-
gimento del clero e del laicato e
un approfondimento del patrimo-
nio spirituale, pedagogico e apo-
stolico di S. Giovanni Bosco. Prio-
ritario risulta l'impegno di armo-
nizzare i momenti celebrativi e le
scelte operative nell'intento di
realizzare nella Chiesa locale e
nella nostra città un rilancio della
pastorale giovanile. Il programma
prevede due sezioni: le iniziative
(partecipazione al concorso arti-
stico-letterario su Don Bosco -
strada cittadina da dedicare al
santo - acquisto di una statua - re-
citals giovanili - mostre fotografi-
che - tavole rotonde - dibattiti) e le
celebrazioni di maggior rilievo
(celebrazioni religiose - pellegri-
naggi - commemorazione civile
cittadina di Don Bosco).
VISITA
DEL DELEGATO
NAZIONALE
(SARDEGNA)
Grazie per l'accoglienza frater-
na e cordiale di sabato e domeni-
ca u.s.! Siete stati bravissimi: in
tutto!
Complimenti anche per l'impe-
gno e la volontà con cui vi siete
messi al lavoro per il nuovo anno:
perseverando, vedrete i frutti per
il bene della Associazione.
Gli incontri avuti ai vari livelli
Sardegna. Il nuovo delegato lapettorlale
Don Carme lo Coltogno.
14
Sardegna. Gruppo di Coope ratori a convegno.
lasciano ben sperare e personal-
mente ho fatto del mio meglio per
portare una goccia di speranza, di
ottimismo e di serenità.
Ho anche espresso in circostan-
ze diverse alcune considerazioni
ed offerto consigli o suggerimen-
ti, per camminare ancora meglio e
in sintonia con la Associazione.
Per facilitare a voi il compito di
ritornare sulle cose ascoltate mi
sembra opportuno riportare qui
alcune riflessioni.
1. IL CONSIGLIO ISPETTORIA-
LE - Nella situazione attuale, in
attesa della scadenza del rinnovo,
gli attuali Consiglieri, anche se al-
cuni cooptati, possono continuare
il loro servizio a norma di RVA.
Nel frattempo si chieda ai Centri
la segnalazione di qualche nomi-
nativo per la composizione di una
lista, da poi sottoporre con vota-
zione in un incontro congiunto di
tutti i Consiglieri locali. La compo-
sizione del Consiglio lspettoriale
sia fatta «realmente» da persone
responsabili e disponibili. Si ri-
corda che il Coordinatore viene
eletto dai Consiglieri eletti e pri-
ma della votazione si concordi il
numero della composizione del
Consiglio Ispettoriale.
2. LA SEGRETERIA ISPETTO-
RIALE - È lo strumento pratico
della animazione e del servizio ef-
ficace della vita della Associazio-
ne. Vi devono operare persone
disponibili per tempo e capacità
pratiche. Lo schedario, l 'informa-
zione tempestiva e sistematica fa-
vorisce la comunione e stimola la
fedeltà al Regolamento.
3 . EREZIONE DEI CENTRI - Vi
siano criteri comuni e ben chiari.
· 4. Necessari impegni di parti-
colare importanza:
- la formazione e la cura dei
Coordinatori locali;
- l'aggregazione di giovani (si
pensi alle coppie giovani);
- la conoscenza del RVA.
Il terreno è buono e non man-
cheranno i risultati.
Pace e gioia
Don A. Jllfano
Z.AFFERANA (SICILIA)
Si è svolto dal 28 al 29 novem-
bre un interessante Convegno per
Delegati e Delegate dei Coopera-
tori ed ex-Allievi.
Una prima relazione è stata te-
nuta da Mons. Domenico Amoroso
sul tema «Il ruolo del religioso/a
nell'animazione dei Gruppi e As-
sociazioni laicali», con riflessioni e
dibattito in commissioni di studio
ed in aula.
Altro argomento di maggiore
attualità ed espressione di vita
concreta associativa è stato pre-
sentato dal delegato ispettoriale
Don Giorgio Roccasalva: «Il ruolo

2.5 Page 15

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Aleaeandrla. Nuove promesse..
del delegato alla luce del RVA».
Per gli ex-Allievi ha presentato
e commentato la «Lettera del Ret-
tor Maggiore agli ex-Allievi» Don
Paternò Nicolò.
All'esame: obiettivi, program-
mazione, prospettive e problemi
di collaborazione e di impegni
vari soprattutto in vista dell '88.
e Sr. Celestina Direttrice dell'Isti- Abbiamo ascoltato parole di ap-
tuto per averli incoraggiati e sor- prezzamento e di incoraggiamen-
retti a superare le incertezze che to, ma anche di impegno per so-
sempre accompagnano le scelte stenere il rilancio della nostra As-
di vita. Due momenti della Giorna- sociazione.
ta: la «promessa» e la Festa che ne Si è anche avuto un interessante
è seguita.
incontro con il Consigliere gene-
Suor Giovanna Guasti rale per l'Italia, Don Luigi Bosoni,
per una riflessione sulla vita del-
1'Associazione.
ALESSANDRIA
Il 24 maggio u.s., presso la Casa
«Angelo Custode» in Alessandria,
quattro nuovi Cooperatori hanno
formulato la loro promessa. Du-
rante la celebrazione eucaristica
presieduta dal salesiano Don An-
gelo Tangattini, alla presenza del-
la Madre Ispettrice Sr. Giovanna
Sommaruga, i Coniugi Ornigatti,
la Signora Gelsomino e il Signor
Travaino hanno letto le motivazio-
ni che li hanno spinti a tale scelta.
È stato un momento commoven-
te ed importante in cui è' emersa
la consapevolezza dell'impegno
che i quattro stavano assumendo,
il dubbio di non esserne degni, la
certezza nel nuovo cammino intra-
preso.
E allora i Cooperatori sentono il
dovere di ringraziare il salesiano,
Don Remigio Bertapelle che per
un anno li ha seguiti e preparati,
Sr. Giovanna delegata del gruppo
LA SEGRETERIA
NAZIONALE
Il gruppo della Segreteria Na-
zionale va gradualmente svolgen-
do il suo lavoro di organizzazione,
così come previsto dallo statuto
della Conferenza Nazionale. È un
lavoro lento , ma concreto, cercan-
do di creare soprattutto funziona-
lità di Ufficio e una efficace rete di
comunicazione e informazione.
Si sta anche preparando il pros-
simo incontro del «Comitato dei
Coordinatori» e dei delegati SDB.
Si spera in questa occasione di af-
frontare alcuni problemi pratici,
tra cui quello dell'autofinanzia-
mento e della scheda di collega-
mento-informazione tra Ufficio Na-
zionale e Uffici Ispettoriali, già
presentata a Mornese.
Il gruppo della Segreteria ha
anche presentato a nome di tutti i
Cooperatori d'Italia in occasione
delle feste natalizie gli auguri al
Rettor Maggiore e alla Madre ge-
nerale.
ROM.A
Il 19 dicembre si è tenuto a Ro-
ma, presso la Basilica di Maria Au-
siliatrice, in via Tuscolana, un in-
contro di preghiera per l'anno
mariano. È stato un momento mol-
to sentito dall'associazione: erano
veramente in tanti, nonostante il
periodo prefestivo. La veglia è
stata curata dal centro FIDES.
Ha fatto seguito un momento di
fraternità e di festa per lo scambio
di auguri natalizi. Il tutto prepara-
to e organizzato alla perfezione
dai due Centri locali, Pio X1 e Ma-
dre Mazzarello.
Nel saluto augurale i responsa-
bili ispettoriali hanno sottolineato
la crescita del senso di apparte-
nenza alla vita regionale dell'asso-
ciazione, auspicando che questo
maturi ancora di più per le inizia-
tive dell'88!
15

2.6 Page 16

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SpediL In abbon. postale - Gruppo 2° (70) 2• quindicina
BOLLETIINO SALESIANO
OulndlcJnale di Informazione e di cultura fflllQlosa
L'edizione di metà mese del BS à partlcolannente de-
stinata al Coopenrtort SalNlanl. Direzione e ammini-
strazione: Via della Plaana, 1111 - C.P. 8092 - 00100
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Nicola De Martin!
DIALOGARE
Per uomini creati Ml lmma111na
di un Dio Infinitamente dlalogante,,,
può essere questione di vita o di morte
N elle di ci
c:n leumann (tarino)
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